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Autore: believemestyles    10/03/2012    7 recensioni
Non sempre la vita è rose e fiori, non sempre il destino è dalla nostra parte, e Aria e Zayn ne sanno qualcosa. Aria sa che la sua vita sta per finire e questa è l'ultima volta che passa insieme a Zayn.
Odio, rabbia, tristezza, felicità: questi sono i sentimenti di lui, un ragazzo innamorato che viene sconfitto dalla morte della propria ragazza.
Ma ce la farà a rialzarsi? Ad andare avanti con la sua vita come promesso? E' difficile ma lui è forte. Si è sempre fatto forte per entrambi, e tutt'ora continuerà a farlo anche se c'è un cielo, un aldilà a separarli.
Dalla one-shot:
‘’Mi prometti una cosa?’’ Si strinse ancor più a me.
‘’Sentiamo.’’ Stavamo giocando ad strusciarsi i piedi di uno contro l’altro - gioco abbastanza stupido che facevamo ogni volta che eravamo sotto le coperte -.
‘’Promettimi che quando io non ci sarò più, tu ti dimenticherai di me e che ti troverai una ragazza che ti ama come io ho amato te.’’ Fermai improvvisamente i piedi e le mani che continuavano ad accarezzarle un fianco. Non poteva chiedermi questo. No. Sapeva che non c’è la farei mai a dimenticarla. Stavo per innervosirmi.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Siamo nella tua stanza: la porta è chiusa, la luce è spenta. Siamo soli.
Voglio stare con te, voglio sentire il tuo calore, voglio sentire il tuo amore, voglio stare accanto a te per l’ultima volta. Prima che il tempo ti porti via.
Non posso nascondere quello che provo per te, non questa volta. Non sprecherò questo ultimo momento che possiamo stare insieme. Il destino non è dalla nostra parte, non questa volta.
Il cuore è pieno di battiti: per te, per me, per il nostro amore.
I miei sentimenti pieni d’amore. L’amore che provo per te è la cosa più bella che ci sia in me. Tu sei il lato migliore di me. Sei qualcosa che è arrivata di colpo nella mia vita, sei entrata e non sei più uscita.
Il cuore batte più forte, il tempo mi sfugge, mani tremanti toccano la tua pelle, e questo rende tutto più difficile. Delle lacrime cadono sul mio viso. Non riesco a pensare ad una vita senza di te. Solo. E te che mi osservi da lassù.
Se solo potessimo avere questa vita per un altro giorno, se solo potessimo tornare indietro ti dimostrerei tutto quello che provo per te. Riuscirò a trovare le parole da dirti prima che tu mi lasci oggi.
“Chiudi la porta. Butta la chiave. Non voglio essere ricordato. Non voglio essere visto. Non voglio stare senza di te.” Una vita senza te non ha senso. 
La mia mente, i miei occhi sono offuscati. Ripeto parole che lei non vorrebbe sentire. E’ tutto difficile sia per lei che per me.
Delle lacrime cadono sul mio viso ancora una volta.
“Se solo potessimo avere questa vita per un altro giorno. Se solo potessimo tornare indietro, CAZZO!” Indeciso. La voce è insensibile, provo a gridare con tutti i miei polmoni. Lei si alza dal letto e mi si avvicina, mi prende il viso con tutte e due le mani – sono così calde che per un attimo sussulto - e mi guarda implorando di smetterla con i suoi grandi occhi.
“Smettila. Non sei tu quello che sta per andarsene via. Sono io. E guardami, sto bene – sorride, per farmi vedere che è sicura di quello che sta dicendo -. Sto trascorrendo quel ultimo momento di vita con te, e mi sta bene. Era tutto quello che volevo e sono felice. Nessuno può sfuggire quando arriva il tempo di andarsene né tantomeno io. E nessuno può tornare indietro. Nessuno! Hai capito? Perciò stai zitto.” Mi stringe in un abbraccio soffocante. Non dico più niente né tantomeno ribatto, semplicemente ricambio il suo abbraccio stringendola a me il più possibile. Come se qualcuno la stesse per trascinare via da me e io la trattengo con tutto me stesso. Stupido! È quello che sta accadendo. Il tempo te la sta portando via. Mi ricorda una vocina nella mia testa.
La sento singhiozzare, ogni volta più forte. Le accarezzo la testa, ma le lacrime continuano a cadere anche sul mio viso.
“Coglione, perché piangi?” Stringe forte una mano sulla mia camicia a quadri.
“Per il tuo stesso motivo.” Rispondo continuando a carezzarle i capelli.
“Oh, io piango perché mi stai stritolando in questo tuo abbraccio, e mi sto facendo male.” Non era mai stata brava a mentire.
“Allora ti lascio andare.” Mi scosto un po’.
“No! Rimaniamo ancora un po’ così.” Esclama e mi riavvicina subito di nuovo a lei.
“Se proprio vuoi farti male Aria, va bene.” Mi stavo riferendo alla cazzata che mi aveva detto prima.
Piano piano l’adagio sul letto sotto di me e la guardo negli occhi con dolcezza: E’ così bella con quei capelli perfettamente lisci – grazie alla piastra. Aria ha la fissa per la piastra - castani sparsi sul letto e con quei due occhi neri che mi fissano dolcemente.
Le accarezzo un po’ le guancie con le dita leggermente, poi la prendo per i fianchi e inizio a baciarle le labbra rosse e gonfie - per aver pianto -. Erano morbide e sapevano di ciliegia - sì, perché lei usa sempre il suo burro di cacao alla ciliegia -.
La sentivo calmarsi sotto il mio bacio delicato - sono sempre stato un po’ lento nei baci, mi piace baciare le ragazze con molta calma. Per ricordare tutte le sensazioni-.
Ricambiava il bacio finché non premetti un po’ per far schiudere la bocca, così le nostre lingue si cercavano, si esploravano, si incontravano, lottavano e danzavano lentamente in un bacio dolce e romantico.
Ricordo il nostro primo bacio: pioveva e faceva freddo, era da un po’ che frequentavo Aria e quel giorno era terribilmente carina, ci eravamo coperti sotto ad un balconcino di una casa e lei continuava a tremare per il freddo e continuava a ripetere che non era stata una bella idea uscire oggi, la mia. Io non le dicevo nulla stavo in silenzio a osservare ogni sua mossa. Sbuffava, si toccava i capelli bagnati e sbuffava di nuovo. Era bella e mi piaceva perché era divertente, il tempo speso con lei non era buttato. Più la guardavo e più volevo baciarla così le afferrai il viso velocemente e ad un passo dalle sue labbra le sussurrai scusa ma non resisto e la baciai di soppiatto, lei aveva gli occhi sgranati per la sorpresa ma io la indussi a ricambiare, così, anche seppur timidamente ricambiò il mio bacio. Aria era agitata e tanto per farle sciogliere la tensione e farsi lasciar andare mi staccai e la portai velocemente sotto la pioggia imperterrita e la baciai di nuovo.
Contavo sul fatto che lei pensasse ad altro e si rilassasse ed aveva funzionato. Solo che il giorno dopo tutte e due eravamo a letto con il raffreddore e, lei non la smetteva di incolparmi attraverso telefono.
Dopo il bacio sotto la pioggia mi aveva sussurrato pazzo e io la baciai di nuovo. Da quel giorno era diventata la mia ragazza.
Quello era il primo gesto romantico che avevo fatto per una ragazza. Sapevo che la maggior parte delle ragazze desideravano un bacio sotto la pioggia. E lei faceva parte di quella maggioranza, ma io non lo sapevo in quel momento, me lo confessò parecchi giorni dopo. Ero entusiasta di quel mio piccolo gesto.
Ma adesso si fa anche avanti lei da sola per baciarmi. Sono contento di questo cambiamento perché mi fa capire che lei mi ama, e che ha voglia di me.
Lasciai stare la sua bocca – sentì una un gemito di protesta da parte sua, ghignai - e mi spostai sul suo collo. Le lasciai una scia di baci e ritornai di nuovo sulle sue labbra. Intanto slacciavo quei pochi – che adesso sembravano più di pochi - bottoni che c’erano sulla sua magliettina, e lei faceva altrettanto con la mia camicia. La spogliai di ogni indumento con calma, una calma che pensavo di non avere. Mi stupì di me stesso.
Le baciai ogni centimetro del suo corpo. Non avrei lasciato nulla incompleto.
Nei suoi occhi lessi un desiderio che fece bruciare la mia pelle. La mia testa si svuota completamente e c’è solo lei, il suo profumo, i suoi occhi pieni di desiderio, la sua bocca rossa, il suo corpo stretto al mio.
La sua pelle a contatto con la mia bruciava.
Ai piedi del suo letto c’era una pila dei miei vestiti, mentre i suoi erano sopra la testa e sparsi per tutto il letto e, le coperte erano sotto di noi in modo disordinato.
Aria trema impercettibilmente quando una mia mano le sfiora un seno. La mia bocca inizia ad assaggiare la sua pelle chiara, partendo dalle clavicole. Lei si stringe a me con le sue gambe.
Le baciai un seno e intanto con una mano stuzzicavo l’altro.
Scesi piano a baciarle il ventre, ma lei mi riportò la testa su e mi bacio il collo bramosa di un contatto più intimo. Sorrisi e le mordicchiai il lobo di un orecchio per poi tornare di nuovo più giù e baciarle l’ombelico infilando la lingua.
Con una mano iniziai ad accarezzarle le gambe, sfiorando di tanto in tanto la sua intimità. La sentì impazzire, quando mi sussurrò “Zayn… ti prego…”.
Non resistetti più e infilai un dito dentro il suo interno coscia dove sentì un mugolio di piacere da parte sua. Continuai quella tortura -che di sicuro doveva essere per lei visto che continuava a mordersi il labbro inferiore per controllarsi-.
“Ah… zayn…” la sua voce eccitata mi mandava completamente in panne il cervello che iniziai a mordergli un capezzolo mentre lei scossa di tanto in tanto mi tirava i capelli.
Alzai la testa e la vidi sudata e ansante, con gli occhi lucidi. Sorrisi dolcemente e le baciai la fronte.
Con estrema gentilezza entrai in lei, che si contorceva sotto di me. Ansimava, gemeva, conficcava le sue unghie nella mia carne. I nostri corpi erano diventati un'unica cosa e non c’era cosa più bella in quel momento.
“Ti amo Aria.” Le sussurrai all’orecchio.
“Anch’io Zayn, tanto.” Disse di rimando con la voce roca.
Quella sera l’amai più di quanto avrei voluto.
Ora, eravamo sotto le coperte consumati dalla passione: Aria era abbracciata a me su un fianco mentre io ero sdraiato e le accarezzavo i capelli.
“Sai cosa pensa Louis di un bacio?” Le chiesi continuando a guardare il soffitto tranquillo.
“No. Cosa? Di sicuro una delle sue cazzate.” Rispose alzando il suo sguardo su di me. Risi era vero, Louis era il più divertente del gruppo, e di cose se ne inventava.
“Dice che sono due lingue che fanno un incontro di wrestling.” Risi divertito ricordato la sua espressione quando lo disse a tutti. Aria accanto a me scoppiò in una sonora risata.
“Non riesco a crederci!” Non riusciva a fermarsi.
“Credici, quando l’ha detto siamo rimasti tutti di sasso a guardarlo finché Harry si mise a ridere e confermò quello che aveva detto. Così non potendoci fare niente scoppiammo a ridere tutti.” Raccontai esterrefatto ancora al ricordo.
“Quel cretino di Harry gli da sempre corda.” Disse continuando a ridere. Il suono della sua risata era bellissima, così per ascoltarla ancora continuai a raccontare.
“Una volta Niall si è fatto la ceretta per una scommessa.” Ghignai immaginando il dolore che ha dovuto sopportare quel coglione.
“Oddio voi ragazzi siete assurdi!” Continuava a ridere. Era bello, bellissimo vederla ridere. Uno spettacolo che non si poteva perdere.
“Un’altra volta Louis ha sfidato Liam a gettargli un bicchiere d’acqua in piena faccia in un ristorante e lui l’ha fatto. Louis era contentissimo. C’eravamo tutta la banda insieme a quelle ragazze del video di What Makes You Beautiful, eravamo a cena.” Aggiunsi.
“AHAHAHAHAHAHA oddio davvero? Non riesco a immaginarmelo AHAHAHA” In quel momento non sapevo ancora cosa avrei fatto senza un suo sorriso.
“Sì, è stato imbarazzante, ma anche molto divertente.”
“Eh, ci credo!” Continuava a cercare di immaginarsi la scena.
Andai avanti per bel po’ a raccontarle aneddoti del gruppo.
Dopo un po’ la lasciai stare perché aveva bisogno di riprendersi per aver riso troppo.
Le diedi un bacio sulla guancia e la coccolai per un po’.
“Ti ricordi Zayn, come ci siamo conosciuti?” Quella domanda mi sorprese, perché eravamo rimasti in silenzio per un po’.
“Certo! Tu eri una nostra fan e sei venuta ad un nostro Meet And Greet e con te avevi la tua migliore amica. Quando era il tuo turno io ti dissi ciao bella tu mi fulminasti con lo sguardo, allora pensai che forse fossi nervosa ma non lo eri. Quello era il tuo modo di fare. Non sapevo che dirti quindi per sollevare la tensione creatasi mentre ti firmavo un autografo ti chiesi il tuo numero di cellulare, tu mi guardasti furiosa e in quel momento pensai di esser spacciato. Poi arrivò la tua amica e mi disse di non farci caso, perché era stata lei a trascinarti lì. Mi consegnò un foglietto con il tuo numero facendomi l’occhiolino. Tu sgranasti gli occhi incredula per quel gesto, ma prima che tu potessi obbiettare la tua amica ti trascinò via. Così incuriosito ti chiamai dopo due giorni, all’inizio eri acida con me, ma dolce con gli altri. E non ne capivo il motivo. Poi quando ti chiesi di uscire insieme tu accettasti e pensavo fosse un miracolo quello! E dopo quella uscita c’è ne furono tante altre e poi finalmente mi decisi a baciarti e da lì sei diventata la mia ragazza.” Sorrisi al ricordo del nostro primo incontro. E chi se lo sarebbe aspettato che un giorno io e lei ci saremmo messi insieme? Non di certo io.
“Mhh, carina la tua versione dei fatti, ma hai tralasciato dei dettagli. Del tipo che io non ero una vostra fan, cioè non proprio. La mia miglior amica mi ha trascinata lì con lei. Il mio umore era pessimo, capiscimi. Poi quando tu mi hai detto ciao bella ho pensato cretino così ti fulminai con gli occhi. Ma poi quando mi hai chiesto il numero non scoppiai per poco, pensavo fossi un donnaiolo che si dava delle arie e che mi avessi presa per una facile. Così diciamo... ero un po’ acida con te per questo... ho accettato il tuo invito di uscire perché pensai che forse avrei potuto conoscerti meglio e trovarti simpatico come il resto del gruppo.” Spiegò gesticolando con le mani. Questa non era una versione dei fatti, ma una giustificazione alle mie parole.
“Non eri un po’ acida, lo eri allo stato puro.” Affermai convinto calcando le parole.
“Ma sentilo, perché tu? Non ti vantavi in continuazione? Ricordo che ti ho beccato un giorno davanti allo specchio che dicevi Io sono Zayn Malik e sono sexySbruffone.” Cercava di riprendersi la rivincita.
”Perché forse non ho ragione? Io sono sexy!” Ribattei ancor più convinto della mia bellezza.
“Sì, quanto le mie scarpe da ginnastica.” Ribatte sarcastica.
“Uhm, a me piacciono le tue scarpe da ginnastica.” Dissi coccolandomi a lei.
“Se intendi quelle vecchie infangate che non uso più, allora anche a me.” Fece un sorrisino di vittoria.
“Hai vinto! Sono sexy come i tuoi stivali con il tacco, quelli che ti sei comprata l’altra volta.” Acconsentì ricordando l’incertezza nei suoi occhi, quando l’accompagnai a far spese. Sbaglio madornale. Siamo stati chiusi dentro quel centro commerciale per cinque ore buone.
“Mhh, può darsi…” Mi portò su di lei e mi baciò.
“Mi prometti una cosa?” Si strinse ancor più a me.
“Sentiamo.” Stavamo giocando ad strusciarsi i piedi di uno contro l’atro - gioco abbastanza stupido che facevamo ogni volta che eravamo sotto le coperte -.
“Promettimi che quando io non ci sarò più, tu ti dimenticherai di me e che ti troverai una ragazza che ti ama come io ho amato te.” Fermai improvvisamente i piedi e le mani che continuavano ad accarezzarle un fianco. Non poteva chiedermi questo. No. Sapeva che non c’è la farei mai a dimenticarla, che lei era troppo importante per me. Era fondamentale. Stavo per innervosirmi.
“Non puoi. Sai che non ti farò mai questa promessa, si? Non ci sarà nessuna in grado di amarmi come te. E non ci sarà nessuna che riceverà questo amore che sto dando a te.” La guardai negli occhi sicuro.
“Ti sbagli, posso Zayn. Non voglio che tu ti rovini la vita per colpa mia.” Lei ricambiava lo sguardo altrettanto sicura.
“NON DIRE CAZZATE! NON E’ COLPA TUA, NON E’ COLPA DI NESSUNO!” Gridai rabbioso. Faceva male ricordarsi che lei non ci sarebbe più stata. Non in questa vita. Non riuscivo a immaginare le mie giornate senza di lei. Di sicuro sarebbero state buie e grigie, senza emozioni e prive di vita.
“Ehi, allora promettimi che continuerai a cantare. Per me e per te.” Lei era calma. Non riuscivo a capirla in questi momenti. Come riesce a mantenere la calma in una situazione come questa? Come riesce a stare in pace sapendo che la sua vita sta per finire? Come? Me lo sono sempre chiesto. Ma so di certo che è la persona più forte di questo mondo. Davanti alla verità non si è lasciata abbattere, ha voluto continuare a vivere la sua vita. E’ coraggiosa non si arrende mai neanche di fronte a tanta ingiustizia. Forse è proprio questa la risposta. Se solo io ero al posto suo, so che non c’è l’avrei mai fatta a continuare a vivere sapendo che la morte mi era vicina. Ero forte sì, ma non fino a questo punto.
“Promettimelo.” Ripeté guardandomi negli occhi pieni di speranza sorridendo. Dio quanto mi sarebbe mancato quel sorriso.
“Te lo prometto. Continuerò a cantare per te e per me.” Una promessa che sarà difficile da mantenere.
“Ora baciami e stringimi forte.” Dalle sue parole sembrava aver assolutamente bisogno di quel bacio e di quella stretta e, quindi lo feci subito.
“Questo era per suggellare il nostro patto.” Disse sorridente lasciandomi un altro bacio.
“E invece questo è per dirti che ti amo, Aria.” Le risposi io baciandola passionalmente.
“Anch’io, ti amo.” Mi abbracciò forte e ricambiò il bacio.
“Ma ora ho bisogno di un po’ d’acqua.” Si staccò da me facendomi un bellissimo sorriso.
“Hai sete?” Chiesi stupidamente aggrottando la fronte.
“Ma dai, non mi dire. Sì, scemo.” Risi a quella battuta come proprio come uno scemo. La faceva spesso quando dicevo qualcosa di ovvio.
“Te la prendo io.” Cercai di divincolarmi un po’ per alzare la mano e prendere quella bottiglietta sopra il comodino.
“Faccio io. Non sono mica una vecchia forzata a starsene su un letto d’un ospedale, io.” Fece la spiritosa. Le battutine alla Louis le uscivano piuttosto bene.
“E’ vero non lo sei. Ma lascia fare a me che sono più vicino, no cervellona?”
“Spiritoso.” Era fintamente seccata. Adoravo vederla con il muso.
Allungai una mano scuotendo la testa divertito, ma lei era sopra di me quindi quando presi la bottiglia mi sentì cadere giù insieme a lei. Risi pensando che Aria l’aveva fatto apposta a farmi cadere. Dio, quanto mi sbagliavo.
Per terra sopra le lenzuola che erano state trascinate con noi nella caduta, chiamai il nome di Aria. Gli dissi di togliersi di dosso che iniziavo ad aver freddo per colpa del pavimento gelato, ma lei non rispondeva e il terrore si impossessò di me.
“Aria?” Nessuna risposta. Cautamente anche se molto difficilmente mi alzai. E la feci sdraiare sopra le mie gambe e con un braccio le avvolsi la schiena.
I suoi occhi erano chiusi. Non sapevo cosa fare.
“Aria, apri gli occhi, apri gli occhi forza!” Le intimai. Stavo piangendo. Le lacrime avevano preso il soppravvento.
Lei... non stava per… no, non adesso… non adesso Dio! Supplicai alzando gli occhi al cielo.
Sentì una mano accarezzarmi una guancia e subito ripresi a guardare il suo viso. Mi guardava a fatica. Era diventata pallida, ma non molto.
“Ari…”
“Canta. Cantami una canzone Zayn. Ti prego fallo.” Mi interruppe la sua voce spezzata. Stava soffrendo, era uno sforzo troppo grande parlare.
“A-Aspetta. Chiamo un’ambulanza… Dio d-dov’è il cellulare?!” Balbettavo. Ero in preda alla paura più totale. Non può lasciarmi, non adesso.
“No. Non servirà a niente, lo sai. Ti prego canta, ho bisogno di sentire la tua voce un’ultima volta Zayn. Fallo per me.” Mi implorava. Cosa dovevo fare? La accontentai. Cantai la sua canzone preferita, a mezza voce. Stavo piangendo, piangendo a dirotto.
Il dolore che provavo era straziante.
You know i'll be your life, your voice your reason to be my love, my heart is breathing for this. Moment in time i'll find the words to say before you leave me today.” Cantai le ultime strofe con una forza che pensavo di non avere davanti a quel dolore.
“Grazie, amore. Con queste parole mi stai portando davanti alle porte del Paradiso.” La vidi sforzarsi ad avvicinarsi a me, ma la fermai e mi avvicinai io. I nostri nasi si toccavano i nostri respiri si fondevano, e i nostri occhi si guardavano pieni di amore.
“Ti amo.” Soffiò sulle mie labbra e le posò delicatamente sopra le mie. Ricambiai quel bacio che non poteva essere approfondito.
Mi staccai da lei: aveva gli occhi chiusi e una lacrima le rigava il viso.
La strinsi forte al petto e ricominciando a piangere.
Non riuscivo a esprimere il dolore che provavo, era troppo da sopportare. 


“Questa canzone la dedico a una ragazza, una ragazza che non c’è più, ma che mi osserva da lassù. Era la sua preferita. Lei era bellissima. Una ragazza stupenda in tutti i sensi, forte e coraggiosa con un sorriso meraviglioso. Ma il destino non è buono con tutti. Aria questa è per te. Guardami sto mantenendo la promessa.”
Il ricordo di lei mi era ancora dentro. Erano passati tre anni dalla sua morte. E io all’inizio avevo lasciato la band per tre mesi. Quei tre mesi sono stati i più brutti di tutta la mia vita, non sapevo dove mettere la testa senza di lei, tutto mi sembrava inutile e senza senso. Non avevo voglia di fare niente: cantare, ballare, suonare, mangiare, dormire, uscire, dimenticare. Niente.
I ragazzi mi tirarono su, in quanto migliori amici mi ricordarono che Aria non avrebbe voluto questo. Avevano ragione. Rientrai nella band più forte che mai.
Coraggio. Dovevo farmi coraggio, coraggio per entrambi.
Ad ogni concerto facevo un tributo dedicato a lei, alla mia cervellona, alla mia Aria.
You know i'll be your life, your voice your reason to be my love, my heart is breathing for this. Moment in time i'll find the words to say before you leave me today.” E ancora adesso quando canto questa canzone mi cade una lacrima e un sorriso amaro si disegna ai lati della mia bocca ricordandomi che non sempre l'amore basta, a volte s'intromette il destino. 





Angolo Autrice: Tadaaa! Che ve ne pare? In anzitutto ci tenevo a chiarire un punto importante della storia:

- Non ho voluto approfondire il motivo della morte di Aria, perchè quando ho ascoltato Moments e ho letto la traduzione non c'era niente che accennava che è morta per malattia... quindi non fatemi domande sulla sua morte, neanch'io so il perchè non mi sono inventata qualcosa di logico. Mi sono solo lasciata prendere dal testo della canzone.

Riprendiamo, la one-shot come ho già detto l'ho scritta a scuola in un'ora di buco, mi ero messa ad ascoltare Moments. Una delle mie canzoni preferite e a parer mio è piena di emozioni** la traduzione l'avevo già letta, ma non la ricordavo. Quindi mi sono fatta prestare il testo tradotto da un'amica e quando l'ho letta mi è subito balenata in testa questa storia e ho voluta scriverla. Mi immagino un tipo di storia così quando ascolto Moments.

- Ah, non ho descritto molto Aria perchè ho voluto lasciare a voi l'immaginazione di pensare come la preferite. E per questo che nel blend non ho messo il suo viso ma solo il resto del corpo insieme ai capelli lisci e castani come ho descritto. 
Il blend è stato creato da me. c:
Vi prego di scusarmi se ho fatto qualche errore di battitura e di grammatica e vi prego di farmeli notare. Ne sarei contenta.
 

- La ultima frase ''Non sempre l'amore basta, a volte s'intromette il destino'' è una citazione del libro Damned di Claudia Palumbo.
Critiche, consigli e recensioni postive sono sempre accettati, basta che abbiano a che fare con la storia e che mi aiutino a migliorare.
Grazie a tutti quelli che la leggeranno e la recensiranno. ♥

 

Chi volesse chiedermi qualcosa può trovarmi su Twittah: @believemestyles


A presto. ♥

 
   
 
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