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Autore: Rozen Kokoro    11/03/2012    9 recensioni
“Dicono che è strana, anzi è un dato di fatto. Mio Dio, solitaria, inquietante … non hai visto come è pallida? Dicono che se la guardi più di tre secondi negli occhi verrai maledetto …”
[Chessshipping- Touko x Touya]
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Reaching You

Prefazione
Dopo tanto tempo, anche io torno nel Fandom♥ Questa è una storia che mi sta molto a cuore, che ho scritto con questo e che spero vi faccia emozionare, proprio come ha fatto a me nel scriverla. Non è di mia inventiva, la trama è tratta dall'Anime Kimi ni Todoke scritto e disegnato da Karuho Shiina. Ma, come nel mio solito, io modifico sempre le trame originali, aggiungendoci del mio. Touko Kuroma è la protagonista, le ho dato questo cognome in onore alla vera protagonista dell'Anime Sawako Kuronuma. E' la mia prima Chess, quindi spero l'apprezziate come l'ho apprezzata io♥. Dedico questa storia ad Akemi_Kaires, per me Amy o Cognatuzza, che è una cara amica, vicina nei momenti di bisogno e a cui voglio tanto bene♥. E vorrei fare un pensiero anche a lampadina, che l'aspettava da molto♥ E vorrei ringraziare di cuore la mia Beta Cheche, la mia Sorellona che mi ha fatto questo favorone e che le sarò sempre, sempre grata. Grazie Big Sis'!♥
Che altro dirvi se non buona lettura? Ci vediamo giù **
(Touko è mooolto OOC, l'ho messo negli avvertimenti♥)






Touko POV
 
Mi ritrovavo ancora una volta chiusa dentro quel bagno, appoggiata alla porta per ascoltare meglio la conversazione. Parlavano di me; il loro tono era pieno di terrore e non percepivo neanche una vena di sarcasmo. Ma come biasimarle, in fondo tutti erano così con me. Mi chiedevano di continuo scusa, “Oh, s-scusa Tyuko!” e sbagliavano di continuo il mio nome. Ero sola, ma non desideravo la felicità; o almeno non quel tipo di felicità che tutti cercano nella compagnia altrui. Mi bastavo, ero abbastanza capace di reggere ciò. L’ho sempre fatto; Tyuko l’ha sempre fatto. Ma ad un tratto mi ritrovai a cercare la compagnia di qualcuno; ne avevo bisogno, la mia vita era vuota.
Aprii lentamente la porta, incrociando i miei occhi con quelli delle due ragazze. Una portava due codine rivolte all’insù, mentre l’altra aveva dei capelli blu scuro. Kotone e Hikari, rispettivamente, del secondo anno e molto gettonate fra i ragazzi. Nel vedermi diventarono improvvisamente bianche.
“C-ciao … è libero ora…” Sussurrai. Non credo di essere stata molto inquietante; anzi, sono stata gentile!
“S-scusaci, Tyuko!” e velocemente uscirono dal bagno.
Sospirai l’ennesima volta. Cosa avevo fatto di tanto sbagliato? Forse sono scappate a causa di ciò che si dice su di me. “Dicono che è strana, anzi è un dato di fatto. Mio Dio, solitaria, inquietante … non hai visto come è pallida? Dicono che se la guardi più di tre secondi negli occhi verrai maledetto …”
 
Sospirai affranta, mentre strusciavo i miei piedi sul pavimento del corridoio affollato. Quel giorno ero più depressa del solito; lo notavo dal fatto che tutti si tenevano a debita distanza. Aah, che desolazione quel liceo: così pieno, così vuoto. Ma era bello vedere gli altri ridere, no? Almeno li rendevo felici non avvicinandomi; mi rendevo utile, a modo mio.
All’improvviso qualcosa mi distrasse dai miei rosei(si fa per dire) pensieri; per un attimo il mondo sembrò fermarsi. Sentii le guance colorarsi, il mio cuore accelerare sotto ogni respiro e un formicolio allo stomaco.
“Buongiorno!”
E come non poteva essere un buon giorno dopo aver visto il famoso sorriso di Touya? Quel ragazzo aveva qualcosa di speciale, illuminava il mondo con un sol sorriso; quel ragazzo era la cosa migliore che mi sia mai capitata, la salvezza da quel peso che mi opprimeva da anni. Era gentile con me, forse l’unico che mi abbia mai detto buongiorno. Ed era popolare, tanto popolare.
“B-buon …” non riuscii a spiccicare parola. Sentii il fuoco sulle mie guance, i battiti più forti e il formicolio più intenso. Presa dal panico, lo superai, a testa bassa, mormorando “Mi dispiace”. Appena feci un passo, andai a sbattere contro qualcosa di robusto, grosso, abbastanza corpulento. Vista la mia prestanza fisica immaginai immediatamente di cadere a terra.
“Ehi ragazzina, stai più … ah! Tyuko! S-scusa!” il ragazzo abbassò velocemente lo sguardo, raccolse i suoi libri e fuggì verso la palestra. Rimasi lì a terra per un po’, osservata da tutti i passanti. Ok, quello non era un buon giorno, era un pessimo giorno.
“Stai bene?” mi disse sorridente Touya. Vidi la sua mano andare a sfiorare la mia, prima di stringerla e tirarla su. Mi alzai con fatica, continuarlo a guardarlo sul punto di scoppiare in lacrime. “T-tutto ok …”
“Sicura? Quel ragazzo è stato un maleducato a lasciarti lì senza neanche darti una mano.”
Lo guardai stupefatta. “Oh no, magari andava di fretta, non voglio disturbare …” Ripresi fiato “… odio essere d’intralcio.”
“Non dire scemenze. Non si lascia a terra una donzella che ha evidente bisogno di aiuto!” Esclamò, facendomi l’occhiolino.
Osservavo i passanti guardarmi storto, cercando di nascondermi con i libri. Era estremamente imbarazzante. Ma la campanella suona sempre nei momenti più opportuni, grazie al cielo. Feci per dileguarmi da lì, ma fui bloccata improvvisamente.  
“Posso accompagnarti in classe? In fondo siamo compagni di classe; poi chi ti raccoglie se rinciampi?” Rise.
In quell’istante sentii per l’ennesima volta le guance arrossire; mai era successo due volte nello stesso giorno.
“Certam…” Non riuscii a finire la frase che fui invasa dal suo sorriso smagliante, facendomi andare in tilt. Cominciammo ad incamminarci verso l’aula, sotto lo sguardo basito dei suoi amici.
Mai nessuno era stato così gentile con me; mai nessuno mi aveva detto buongiorno o grazie … ed era meraviglioso poter finalmente sorridere senza far caso a cosa pensa la gente di te. Intanto mi parlava come se fosse impaziente di raccontarmi tutto ciò che lo riguardava. Ma improvvisamente si fermò, proprio quando io sorrisi. “Perché hai … smesso di parlare?” Domandai, scrutando la sua espressione perplessa. 
“N-nulla! Dicevo …”
Quando riprese a parlare notai una nota di nervosismo nella sua voce. Che l’avevo forse spaventato? Fatto sta che continua a restarmi vicino; in vita mia non ho mai visto un ragazzo così gentile, solare … lo ammiro.
Ma se lo ammiro, allora perché mi sento così?
 

“Se cerchi la scuola superiore di Osaka è da quella parte.”
“Dillà…?”
“Basta che giri a destra e ti ritroverai subito all’ingresso.”
“Oh … Arigato!”
Arigato …?

 
“Tyuko! Come stai?”
Mi girai spaventata, lasciando cadere l’annaffiatore che stavo usando pochi secondi prima sulle camelie. Per fortuna era la mia vecchia compagna di classe Haruka.
“Haruka… quanto tempo! Me la cavo, te?”
Mi sorrise, ma si teneva a debita distanza. “Tutto ok. Allora, sei in classe con qualche nostro vecchio compagno?”
“No… però sono in classe con il famoso Touya!”
Spalancò gli occhi dalla sorpresa. “Davvero? E’ carino!”
“Non è carino, Haruka. E’ super carino. E’ fatto di materia carina.” Replicai seria. Lei rise, coinvolgendo anche me in un sorriso.
“Ehm…”
Mi girai, sentendo una voce sopra la mia testa.O. Mio. Dio. pensai in quel momento. Divenni più bianca di quanto non lo ero prima, per poi diventare fosforescente fino al collo. I battiti cominciarono ad aumentare, sentii la mia voce morirmi in gola. C’era Touya, lì, affacciato alla finestra del corridoio, proprio sopra la mia testa! Mi osservava con un espressione sopresa e imbarazzata allo stesso tempo; era così carino quando arrossiva! Peccato che in quel momento era l'ultimo dei miei pensieri.
“Io…” dissi in preda al panico. “S-scusami! So-sono mortificata! Mi… mi…”
“E perché mai dovresti esserlo? Mi hai fatto un complimento.”
Haruka mi guardò con compassione, mentre cercava di proclamare la sua fuga istantanea. 
“Ma…”
“Anzi, aspettami lì. Ti devo parlare.” E se ne andò.
Sono fritta, adesso mi dirà di tenermi distante da lui e di non metterlo più così in imbarazzo in questo modo, pensai.
“Allora, Tyuko, ti lascio!” Haruka mi salutò con la mano, prima di abbandonarmi al mio destino. Provai invano a fermarla ma, come tutti ormai sappiamo, il mio tasso di attenzione altrui è bassissimo.
Sospirai, prima di scorgere la figura slanciata di Touya che correva verso di me. Portava lo zaino su una sola spalla, le maniche della camicia bianca tirate su fino a metà braccio. In effetti faceva un grand caldo, ma a me sembrava non creare problemi, visto che portavo la giacca pesante della divisa.
“Kuroma … perché sei rimasta qui a scuola dopo che sono finite le lezioni?”
"Per annaffiare le piante. Mi sono proposta di mi-"
"NO!" mi interruppe, facendomi balzare dallo spavento. "Non devi fare per forza il lavoro degli altri! Non negare di essere rimasta oltre l'orario anche dopo la campanella! Lo so, sai, che sbrighi tutte le faccende del professor N."
In quel momento finalmente mi resi conto che Touya si era sempre preoccupato per me, mi aveva sempre seguita e appoggiata nei momenti bui; lo stimavo, lo ritenevo un modello, anzi lo ritenevo la mia salvezza. Una sensazione calda mi attraversò il torace ed era piacevole, immensamente piacevole.
"Touko..." disse lui arrossendo.
Cosa?! Mi ha chiamato con il mio vero nome?!pensai.
"Vai a casa. Anzi andiamo a casa." detto ciò prese il mio annaffiatoio e fece per posarlo. Lo guardai con gli occhi lucidi, sul punto di piangere. Perchè avevo capito che quella ammirazione in realtà era qualcosa di più; ed ero finalmente felice, felice di poter piangere davanti al ragazzo che mi ha letteralmente cambiata. Con il suo sorriso, con il suo buongiorno, con i suoi Arigato.
"Perchè stai piangendo ...? Touko! Ho detto qualcosa di sbagliato?"
Singhiozzai ancora più forte nel sentire di nuovo il mio nome pronunciato da lui. "No...no! Scusami, non sono mai stata chiamata per nome."
"Odio quando la gente sbaglia i nomi degli altri. Ti chiami Touko, punto. Tyuko è un nomignolo orribile, secondo me."
Rimasi in silenzio, asciugandomi le lacrime; poi alzai lo sguardo verso i suoi occhi color cerbiatto e sorrisi. In un primo momento fui ricambiata, poi lo vidi agitarsi e dire "Non... non guardarmi in quel modo!" voltò il suo viso verso le aiuole; forse sono molto più interessanti di me, pensai.
"Accidenti è vero! Non guardarmi più di tre secondi, altrim-"
"Non è per quello! E' imbarazzante! Aah, non farmelo dire." Mi interruppe.
Imbarazzante? Forse è diventato rosso per questo motivo. Ma seppure... perchè dovrebbe essere imbarazzante?
"Ma, lasciamo stare... Piuttosto, andiamo a casa?" Mi sorrise.
"No, vai pure a casa tua, io torno da sola..."
Come se avessi detto il contrario, Touya mi prese la mano e cominciò a camminare. Interruppe in nostro contatto solo quando vide che camminavo autonomamente. E mentre lui camminava imbarazzato, io da più dietro sussurrai "Arigato, Touya-kun."
 
Fiori di ciliegio cadevano leggeri sul viale, come se fossero neve. Neve rosa, calda, che dava emozioni diverse dal freddo e dall’inverno. Sembrava colorare il mondo, quella neve profumata; mischiava il suo aroma con il profumo del vento, spiccava fra tutto quel celeste che si trovava sopra la mia testa. Sembravo la protagonista di qualche film romantico, vicino all’uomo della mia vita. Ok, tornando seri, il film della mia vita è una noia mortale: non credo faccia piacere a nessuno vedere un film dove c’è molta, molta depressione. Ma ammetto che, forse, in quel periodo la mia vita sembrava più interessante del solito; il merito lo do solo ad una persona.
Comunque, stavamo camminando da ben quindici minuti; abbiamo parlato della scuola, del tempo libero, delle passioni … fino a quando, così su due piedi, Touya non mi chiese “Touko … tu sei felice?”
Trasalii di colpo, fermandomi in mezzo al marciapiede. Cosa intendeva con quella domanda? E perché me l’aveva chiesta proprio in quel momento?
“Per … perché mi chiedi una cosa del genere?”
In tutta risposta mi fece le spallucce, costringendomi così a rispondere al suo quesito.
“Per voi la felicità è l’amore, la compagnia, i divertimenti, l’essere spensierati … per me la felicità è vedervi felici. Non sai com’è gratificante vedere un sorriso! – mi bloccai un attimo – Ho bisogno di un posto in questo mondo; non l’ho ancora trovato, ma mi basta osservare gli altri che l’hanno già trovato …” Una lacrima mi attraversò il viso arrossato, seguita da molte altre. “Perché? Perché la mia felicità non mi riscalda il cuore? Non mi sento come gli altri, e gli altri non mi trattano come una di loro! E ora sto piangendo di fronte all’unica persona che mi abbia mai capita, che mi abbia mai detto grazie! Touya, grazie te lo devo dire io! Grazie, grazie per essere l’unica persona a cui tenga veramente e grazie per tutto ciò che stai facendo per me!” scoppiai in lacrime. Con fatica, riuscii ad osservare l’espressione sconcertata del ragazzo che si trovava di fronte a me. Era paralizzata, impotente, spaventata. Mi resi conto di averlo messo in difficoltà, così decisi di fuggire come nel mio solito. Lo superai con uno scatto improvviso; ma qualcosa mi cinse la vita, trascinandomi indietro. Non capii al volo cosa stava accadendo e cos’era quel calore che stavo sentendo sulla mia pelle. Chiusi per un attimo gli occhi, inspirando quell’odore così delicato e fresco che inebriava l’aria. Pur non capendo ancora dove mi trovavo e di chi erano quelle braccia forti e protettive che mi stringevano, come per non lasciarmi andare, rimasi lì senza batter ciglio; fino a quando sentii la sua mano andare a giocherellare con una mia ciocca di capelli. Mi aveva abbracciata. Divenni scarlatta.
“Che sciocco che sono, a fare queste domande … – sospirò – Touko … ti prometto che mai più sarai sola. Mai più, è una promessa solenne. Perché ci sarò io a farti compagnia. Sarai di nuovo felice, te lo posso garantire!” in quel momento poggiò il mento sulla mia testa. Una sensazione calda mi attraversò il torace, facendomi assaporare tanto piacere mai provato fino a quel momento. “Touya …”
“Forse ti ho spaventata con questo abbraccio improvviso …” si staccò leggermente da me, ridendo imbarazzato e grattandosi la nuca. “… sono uno troppo espansivo.”
“No, figurati.”
Calò il silenzio fra noi due, che continuavamo a guardarci ammaliati e ipnotizzati l’uno dall’altra. I nostri visi erano vicini, troppo vicini; la mia pelle era ormai impregnata del suo profumo e del suo respiro. Nessuno dei due aveva chiuso gli occhi, soltanto per poter assaporare ancora per un po’ quei brividi che ci percorrevano la spina dorsale. Quando vidi il suo sguardo andarsi a posare sulle mie labbra, presa dal panico mi divincolai dall’abbraccio. Il mio respiro era accelerato e potevo di certo immaginare la mia espressione accaldata e sconvolta. Quella di Touya era simile alla mia: sorpresa, arrossata e imbarazzata.
“Ah! Sarà meglio avviarsi! Mio padre avrà già chiamato la polizia perché non mi vede tornare …”
“Oh … ah! Vero! Andiamo!”
Con un po’ di fatica riprese la nostra passeggiata; con fatica poiché le nostre(o almeno le mie) gambe erano andate in putrefazione.
 
“Questa è casa mia …”
“Capisco …”
Feci un piccolo inchino. “Grazie mille per avermi accompagnata a casa.”
“E di che …”
Ci guardammo per un secondo imbarazzati, sorridendo entrambi. “Allora …” feci per andare dentro casa, quando Touya mi fermò. “Aspetta!” mi disse, cominciando a frugare nella tasca alla ricerca di qualcosa. Quando trovò ciò che cercava, me lo mostrò con entusiasmo. “E’ un elastico.” Disse, prendendomi i capelli e raccogliendomeli in una coda di cavallo. “Te lo regalo. Portali così i capelli, mostrano di più il tuo viso e ti danno un aria allegra e spensierata.” Si girò per farmi l’occhiolino. “Ci vediamo domani, Touko!”
Rimasi immobile ad osservarlo allontanarsi verso il tramonto. Era meraviglioso poter ancora guardare il suo sorriso splendente illuminato dal crepuscolo. Mi avvicinai ad un finestrino, osservando la mia nuova acconciatura. Sì, ci stavo bene.
Il mio sorriso si ampliò quando pensai che non potevo essere più felice di così. Se la quantità di felicità che le persone provano nel corso della vita fosse determinata... allora mi sa che la stavo usando tutta in quel momento!
Mi voltai verso la direzione dov’era sparito Touya, sorridente come non  mai.
Chissà se prima o poi ...arriverò fino a te.”


 
Seppure i suoi amici lo spronavano ad entrare a scuola, lui rimase immobile a fissare quel viale alberato. Oh, quanto era bello e fragile quel posto, qualcosa poteva rovinarlo. Il rosa e il bianco sono così delicati e la minima alterazione poteva frantumare quell’armonia formatasi. Ma non c’era rischio: lì, in mezzo a quel viale c’era una ragazza. Sebbene il colore della divisa spiccava fra quel rosa, lei sembrava far parte del paesaggio. Bella, come non mai, i capelli mossi dal fruscio del vento, gli occhi velati di nostalgia, e un sorriso da far invidia a chiunque. Un sorriso così pieno di gioia e felicità. Touya sentì che qualcosa in lui era cambiato, un sentimento aveva occupato il suo cuore.
Touko aveva fatto innamorare colui che non aveva mai amato.



 

Innanzitutto vi rigrazio per aver letto questa storia♥ Spero vi sia piaciuta.
Alloraaa... l'ultima parte e la parte staccata nel mezzo della storia sono collegate fra di loro, è il primo incontro di Touko e Touya.
Mi è sembrato carino mettercelo, perchè succede proprio questo nell'Anime♥ Spero che la fine non vi abbia lasciato dell'amaro in bocca "E il bacio?" Nah, si sono appena conosciuti, già li vogliamo far baciare? E poi nell'Anime non si baciano, e chi sono io per rivoluzionare il tutto? v.v
Mi sbrigo a fare il commentino finale solo per farlo leggere ad Amy v.v♥
Ringrazio ancora una volta la mia Beta, voi che l'avete letta e tutti quelli che attendevano questa storia con una smisurata pazienza. Se fossi stata al posto vostro mi sarei messa le mani fra i capelli♥
Grazie ancora, a chi commenterà e a chi ha letto.
Un bacione,
Koh♥



 

   
 
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