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Autore: Selene Silver    13/03/2012    1 recensioni
(Cockles)
«Dovresti essere grato alla vita, Mish» rise sua moglie. «Ci sono persone che non s'innamoreranno mai, e a te è successo ben tre volte.»
Lui allontanò la tazza dalle mani curiose e maldestre del bimbo portandosela alla bocca. «Ma
nello stesso momento? È sfiancante» si lagnò, prima di prendere un sorso.
«Però i tuoi spermatozoi rimarranno vivi e svegli!» ribatté lei, con un enorme ghigno, arruffandogli i capelli come se fosse lui, e non West, il bambino.
Misha emise un verso sofferente. «Ridi, tu. Devo avere almeno ventiquattrore di sonno arretrato.»
Vicky sogghignò. «Dammi i dettagli.»
«Scodatelo. Non voglio che il tuo prossimo best seller s'intitoli "
Le gioie del sesso gay".»
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Con questa, ho ufficialmente stretto il mio patto con Gondolin Dima. Tutto il Cockles demenziale che vuoi, dear <3

It's time to ramble on.

«Il peggio non è ancora arrivato» disse Jared con tono apocalittico, girando la pagina del suo copione.
«Cosa vuoi dire?» Jensen gli si era appena seduto accanto, sfuggito per miracolo alle attenzioni dell'altro collega. Aveva ancora le guance rosse, che continuava a sfregarsi nervosamente.
Misha lo teneva d'occhio dall'altra parte del set: fingeva di star chiacchierando coi registi, ma non lo incantava. Vedeva quel ghigno malefico allargarsi sul suo viso ogni volta che voltava la testa nella loro direzione. Stronzo. Evidentemente, la sessione di disagio e gayness quotidiana non gli era bastata.
Aveva iniziato guardandolo fisso in quel suo modo imbarazzante, poi non si era fatto più problemi ad invadere il suo spazio vitale ed infine a spappugnarlo. Adesso lo inseguiva. Jensen passava le pause, le feste e le conventions a fuggire dalle sue manacce sempre pronte ad afferrargli il viso e tirarselo vicino. Era peggio di una fangirl.
«Per adesso è solo la tua faccia a interessargli» riprese Jay, voltando un'altra pagina. «Ma non è che tu le abbia solo lì, le lentiggini.»
Jensen divenne pallido, e le suddette macchioline spiccarono sulla sua pelle ancor più del solito; poi arrossì. Si alzò e scappò via senza una parola, quasi travolgendo la sedia su cui era accomodato fino ad un attimo prima. Sparì in direzione delle roulotte, e si poteva quasi udire il suo cervello urlare come una folla di ragazzine ad un panel. Dopo una manciata di secondi, Misha lo seguì con un'aria furtiva per nulla convincente.
Jared sorrise, senza neanche dover alzare gli occhi per sapere cosa stava succedendo. Conosceva i suoi polli. Entro mezz'ora, il suo cellulare l'avrebbe avvisato dell'arrivo di un messaggio di ringraziamento da parte dell'amico dagli occhi blu.

«È dura, avere tre grandi amori nello stesso tempo» disse Misha alcuni giorni dopo, posando la guancia sul palmo. «Sono un uomo impegnato» aggiunse.
Vicky rise, versando il tè appena fatto in due tazze. «Occielo, devi proprio aver bisogno di un po' di riposo.»
«Giustissimo» replicò lui. West gli si stava avvicinando di corsa, coi piedini nudi che scalpicciavano sul pavimento, e lui lo afferrò e se lo tirò in braccio un attimo prima che si schiantasse contro la sedia o il tavolo. Diventava sempre iperattivo di sera, ancor di più se lo vedeva tornare dopo giorni di lavoro. In quel momento stava masticando un pastello a cera; aveva tutta la bocca sporca di blu. Lui glielo sfilò dalle labbra con attenzione e gli ripulì sommariamente il viso con un tovagliolo.
Vicky gli posò davanti la tazza e West appoggiò la testa sul suo collo, pasticciando con le manine sulla sua camicia. A dir la verità, Misha sembrava godersi parecchio quei due terzi del grande amore di cui si stava giustappunto lamentando.
«Dovresti essere grato alla vita, Mish» rise sua moglie. «Ci sono persone che non s'innamoreranno mai, e a te è successo ben tre volte.»
Lui allontanò la tazza dalle mani curiose e maldestre del bimbo portandosela alla bocca. «Ma nello stesso momento? È sfiancante» si lagnò, prima di prendere un sorso.
«Però i tuoi spermatozoi rimarranno vivi e svegli!» ribatté lei, con un enorme ghigno, arruffandogli i capelli come se fosse lui, e non West, il bambino. 
Misha emise un verso sofferente. «Ridi, tu. Devo avere almeno ventiquattrore di sonno arretrato.»
Vicky sogghignò. «Dammi i dettagli.»
«Scodatelo. Non voglio che il tuo prossimo best seller s'intitoli Le gioie del sesso gay.» Quasi avesse capito ogni parola - e non si poteva esser certi che non fosse vero - West scoppiò a ridere, tendendo le mani, come piccole, rosee farfalle, verso la madre.

«Assolutamente no
«Su, Jens, non essere così rigido, daidaidai.» Misha era accovacciato davanti a lui sul letto, con solo i jeans addosso ed il Blackberry in mano.
Lui lo guardò, terrorizzato. «No
Al che Misha gli fece quegli occhi da cucciolo bastonato che scioglievano i cuori, le pietre e gli schermi televisivi, e Jensen si ritrovò a tirargli un cuscino. Odiava quando riusciva a fargli fare le cose più stupide con quelle occhiate afflitte.
Il moro si sedette a gambe incrociate sul letto e abbracciò il cuscino che gli era appena sbattuto in faccia, nascondendogli la vista del suo petto nudo e - momentaneamente - quella del cellulare. Continuava a fissarlo. «Ma i miei minions lo apprezzerebbero tanto» pregò.
«Mish! Non ho la minima intenzione di girare un filmino porno
«Ma non voglio filmare, solo scattare qualche foto! E poi, Jens, non si possono postare direttamente video, su Twitter. Lo saresti, se ti decidessi a registrarti.» Teneva il mento posato sul bordo del cuscino e lo guardava - meritava di essere chiamato attore anche solo perché riusciva a mantenere quell'espressione implorante anche in una situazione del genere. Ci si sarebbe aspettati che almeno un ghigno gli sfuggisse, e invece non sorrideva nemmeno.
A Jensen s'inerpicò un brivido lungo la schiena quando pensò che quello era davvero Misha, e che era serio. Non aveva mai conosciuto una persona altrettanto scoppiata ed insieme… bella, non c'era altro modo per definirlo.
Smise di coprirsi col lenzuolo e gattonò verso di lui, sfilandogli il cuscino dalle braccia ed intrappolandogli i polsi fra le mani. Lo baciò con gli occhi socchiusi e tutta la dolcezza che riusciva a metterci, con la notte che si allungava come un tappeto di stelle davanti e attorno a loro. «Posa quel cellulare, huggy-bear» sussurrò. «Lascia perdere lo stupido mondo là fuori.»
Misha lo abbracciò. Il suo Blackberry, come al solito, finì dimenticato fra le lenzuola stropicciate.



Credits titolo: Led Zeppelin - Ramble On. Non c'è un motivo particolare, tranne il fatto che mi sembra che la fiction sia nonsense e che stavo ascoltando quei quattro figli di buonadonna del mio cuore mentre scrivevo.
Non ho scuse, lo so. Sono un'idiota.
È ambientata nel 2010, più o meno - o comunque non adesso; diciamo nell'arco di tempo in cui West sapeva già correre ma non parlare neanche coi simboli, ecco. Nella prima parte, lo so, c'è un abuso di mamma-Padaleckaggine ma adoro il modo in cui Jared può fare tutte quelle allusioni poco etero ed essere a sua volta poco etero ed in contemporanea star benissimo con sua moglie. E poi, fra l'altro, devo farlo esercitare. Sono sicura che, dopo aver lavorato con quei bambini troppo cresciuti, sarà una bravissima mamm- ehm, papà, un bravissimo papà. Then, io adoro Vicky, proprio tanto, e adoro anche la coppia che forma con Misha. Ecco perché la butto a cazzo in quasi tutte le mie fanfiction. Poi, boh, all'inizio l'ho scritta in inglese, quindi non meravigliatevi se è un po' carente. Già ho avuto un momento di puro odio per questa lingua limitata perché non ha una traduzione buona di "Damn straight", non fatemi pensare al resto.
  
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