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Autore: mydarling    13/03/2012    0 recensioni
Questa storia parla di un licantropo, Victoria, che è obbligata dal suo subconscio di ritrarsi dalla sua natura Lupo e vivere il più possibile come una persona 'normale', anche se è la cosa più difficile del mondo.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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MUTAZIONE.

Rimasi accovacciata a terra per qualche minuto, fino a quando non mi fui ripresa dalla Mutazione. Quando mi alzai in piedi sollevai il naso e inspirai. Con la Mutazione i miei sensi, già vivi, venivano resi ancora più acuti. Percepivo l'odore delle foglie marce, dell'erba fresca e dell'asfalto. Mi guardai intorno e il mondo mi si presentava in una gamma di colori sconosciuti all'occhio umano, neri, grigie e marroni con impercettibili sfumature che il mio cervello interpreta ancora come blu, verdi e rossi. (Piccolo dettaglio che mi sono dimenticata di dirvi: sono un lupo di settanta chili con una pelliccia biondo chiaro.)
Il mio cuore batteva all'impazzata e avevo bisogno di smaltire la tensione che mi si era accumulata sulle zampe. Avevo bisogno di una cosa soltanto: correre.
Il bosco era affiancato dalla Valle e io ero sul punto più alto di essa. Sotto di me vidi un'oasi di perfezione. Feci un balzo lanciandomi in avanti. Finalmente stavo correndo. A metà strada riuscii a prendere il ritmo. Ogni volta che toccavo il suolo con le zampe minuscole fitte di dolore mi trafiggevano le membra, ma mi facevano sentire viva. Tutti i muscoli si contraevano e si tendevano in perfetto accordo. Dopo qualche minuto il dolore scomparì, come se le zampe non toccassero terra. 
In fondo alla Valle scorreva un fiumiciattolo di cui il letto era largo una decina di metri. Non volevo fermarmi, volevo continuare a correre.
Decisi di saltare oltre il fiume. Accellerai il ritmo della corsa. Mancavano cinquanta metri. Accellerai di più. Quaranta metri. Trenta mentri. Venti metri. Quando mancarono cinque metri dal fiume, spinsi con le zampe posteriori in alto, con tutta la mia forza. 
Ero letteralmente in volo. Passarono pochissimi secondi dal salto all'atterraggio. Ma da lassù sembravano passati minuti. 
Quando le mie zampe toccarono terra provai un'ulteriore fitta di dolore, ma non importava. Ero arrivata all'altra sponda. Ricominciai a correre con la testa alta perché ero fiera del lupo che era in me.
Una folata di vento dal sud portò un'acre odore di sangue. Sangue umano. 
Mi diressi verso quella direzione diminuendo il ritmo della corsa.
Quando sentii l'odore penetrante del sangue starnutii e trottellando mi nascosi dietro a un cespuglio per spiare meglio. 
Un ulteriore odore mi perforò il cervello. Animale selvaggio. 
Un coyote solitario si stava leccando le zampe a una decina di metri dalla sua preda. 
Quando sentii il respiro affannato e disperato del ragazzo disteso a terra affondai gli artigli nel terreno e rizzai le orecchie: era ancora vivo. 
Il coyote si era divertito a torturare la preda. Non aveva fame, voleva solo giocare un po'.  A quel punto non resistetti: feci un balzo e mi fermai tra il coyote e il ragazzo.
Ringhiai contro quel piccolo bastardo di un cane, sfidandolo ad oltrepassarmi. Arrischiai un'occhiata al ragazzo e il battito del mio cuore accellerò all'impazzata: con la mano destra si teneva premuto le ferite sulla coscia, mentre il sangue gli sgorgava tra le dita imbrattando i jeans a tal punto da farli sembrare sporchi di vernice nera. La maglietta squarciata copriva a malapena le unghiate che gli deturpavano il torace. Un grugnito mi si fermò in gola. Mi acquattai al suolo, i muscoli in tensione, pronta ad attaccare. Il coyote non aveva nessuna possibilità contro un licantropo.Il coyote fece la prima mossa ma io lo schivai agilmente. Non appena il cagnolino mi voltò le spalle distratto dall'odore del sangue, balzai in avanti e gli strappai un lembo di carne dalla spalla Il coyote si girò a guardarmi con gli occhi pieni di dolore. Diedi di nuovo un'occhiata al ragazzo a terra. La vista del sangue aumentò la mia sete. Sentivo tutto il corpo in tensione. Mi voltai con gli occhi fissi in quelli del coyote. Avanzai cauta e a quel punto gli saltai addosso. Puntai dritta al collo, glie lo presi tra le mie zanne bianche e forti e mantenni salda la presa finchè non sentii che ormai per lui era finita.




primo capitolo. cosa ne pensate? fatei sapere recensendomi :)
AL PROSSIMO CAPITOLO, BACI. 
  
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