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Autore: Gondolin    14/03/2012    3 recensioni
Se non avete mai guardato qualcuno dormire, avrete un'immagine molto romantica e assolutamente errata della cosa.
In cui Sherlock si preoccupa degli incubi di John.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Sherlock BBC] Midsummer Nightmare  
Personaggi/Pairing: Sherlock, John
Warning: slash-che-nega-di-esserlo (come in canon, in pratica)
Wordcount: 577
Rating: G

Se non avete mai guardato qualcuno dormire, avrete un'immagine molto romantica e assolutamente errata della cosa.
Se l'avete fatto davvero, allora probabilmente dovrei presentarvi John Watson, perché siete fra i pochi esseri su questa terra a poter eguagliare il suo disdicevole sentimentalismo.
Ripensandoci, non ve lo presenterei affatto. Il mio cinismo di solito funge da linea di contenimento, ma con una persona romantica a dargli corda si finirebbe a rose rosse e cioccolatini e il solo pensiero mi risulta intollerabile. Sarah è già più che sufficiente, sotto questo punto di vista, e non potete neppure immaginare la quantità ridicolmente alta di tempo che ho impiegato ad assicurarmi che la sua frequentazione con John non gli nuocesse più del dovuto.

Ho guardato dormire John Watson molte volte per il semplice motivo che lui dormiva e io ero sveglio, ed eravamo nella stessa stanza. E questo per nessuno dei motivi a cui la buona signora Hudson e Angelo tendono ad alludere sin troppo spesso.

Lo guardo dormire, dicevamo, perché accade che John si addormenti nei momenti più sbagliati. Devo ammettere, a credito della sua resistenza, che questo avviene sempre dopo almeno trenta ore di veglia, ma questa non è certamente una buona ragione perché anch'io soccomba al sonno e sottragga tempo prezioso al ragionamento.
Mi sono dunque ritrovato ad osservarlo come lo osservo nei momenti di veglia -come in effetti osservo tutto quanto mi si pari davanti, assorbendone ogni dettaglio, a prescindere da quanto la mia mente sia occupata con la risoluzione di un caso. Dopo lunghi anni di esercizio, osservare è diventato parte della mia natura, così come ricordare i dettagli. Così so sempre quando il sonno di John è simile ad uno svenimento tanta è la fatica accumulata, o quando invece è appena un dormiveglia vigile che si interromperebbe al mio primo movimento: in quest'ultimo caso, come vedete, non ho scelta se non lo stare immobile, e dunque continuare ad osservare ciò che è già nel mio campo visivo.

In ogni caso, John è un compagno degno del mio vecchio teschio, quando dorme. Il pubblico ideale, anche se devo ammettere che talvolta arrivo a rimpiangere certi suoi commenti entusiasti. Ritengo che, attraverso il mio ego, potrebbero in qualche modo giungere a stimolare persino il mio intelletto. Un giorno dovrò fare qualche ricerca su una loro eventuale effettiva utilità pratica.

Ma tornando a John, posso dire di aver effettivamente, volontariamente dedicato il mio completo interesse alla sua persona privata della sua parte più interessante -sebbene il suo intelletto non si possa certo definire superiore e per contro il suo fisico abbia doti rimarchevoli, è pur sempre con un essere umano pensante quello con cui ho scelto di avere a che fare- in questo momento per la prima volta.
È disteso sul divano (per lo meno non è crollato con la testa sul tavolo come l'ultima volta), ma si sta agitando così tanto da rischiare di cadere. Non mi servono le mezze parole che gli escono di bocca per capire che è tormentato da incubi sulla guerra. So che ne soffre spesso, ma non era mai successo in mia presenza. C'è qualcosa di disturbante nell'osservare dall'esterno un fenomeno col quale non si può interagire, e devo ammettere che ciò è reso ancora più sgradevole dalla consapevolezza di non poter far nulla per aiutare il mio amico. Posso svegliarlo ora (naturalmente con una scusa, altrimenti il suo orgoglio ne risentirebbe), ma non posso impedire che la guerra continui a tormentarlo.

 

 

  
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