Solitudine
L’eclissi era passata e finalmente il sole aveva ricominciato a risplendere nel cielo: questo era il segno che i saint di Atena avevano vinto e riportato la pace nel mondo; era anche il segno che Shiryu sarebbe tornato a casa.
Questo era il pensiero che dava la forza a Shunrei di alzarzi ogni mattina e sorridere al mondo
“Oggi è il gran giorno!” disse mentre apriva le finestre della casa per dare aria e luce “lui tornerà oggi”
Questo era quello che ogni giorno, da qualche mese, Shunrei ripeteva a sé stessa
Prese il secchio vicino alla porta di entrata e si diresse con passo allegro verso il fiume in fondo alla cascata; l’aria si stava scaldando e la primavera ormai stava lasciando il posto ad una calda estate
Arrivò al fiume, si chinò verso l’acqua e si fermò per un attimo guardando il suo riflesso; si trovò di fronte ad una giovane donna con grandi occhi grigi segnati ahimè da occhiaie causate dalle notti insonni passate a pregare per Shiryu.
Per allontanare i brutti pensieri immerse il secchio facendoli sparire insieme al suo riflesso.
“Quando tornerà manderò lui a prendere l’acqua” disse “così avrò più tempo a disposizione per preparare ottimi pranzi” e subito dopo arrossì e si mise a ridacchiare pensando a quanto ridicolo fosse quel pensiero
Tornò verso casa e una volta là si apprestò a preparare la colazione con quel poco che c’era nella dispensa
“Quando tornerà avrò bisogno di altro cibo” disse “e di qualcuno che lo procuri; la dispensa è quasi vuota; ci sarà cibo per qualche settimana ancora … poi… “ si fermò sentendo la nota di angoscia che si era creata nella sua voce “no … non ci devo pensare! Oggi devo essere allegra … oggi lui tornerà”
La mattinata passò lasciando il posto ad un caldo pomeriggio e ad una fresca serata, ma lui non era ancora tornato.
Le prime stelle stavano cominciando a brillare nel cielo e Shunrei uscì con in mano un mazzo di fiori freschi da portare nel punto in cui il vecchio maestro era solito sedere; una volta lì si inginocchiò e stava per prendere i fiori del giorno prima, quando questi scivolarono lungo il bordo della roccia finendo nel buio della cascata.
Shunrei si mise a fissarli anche quando ormai non erano più visibili all’occhio umano anche quando il buio la circondò.
“E se…” incominciò a dire sapendo bene dove sarebbe andato a finire quel pensiero; stava pensando di scivolare anche lei giù … nella cascata … per smettere di pensare a lui … per smettere di soffrire e per trovare finalmente un po’ di pace.
Si alzò e si avvicinò alla punta del promontorio; alcuni sassolini rotolarono giù; si avvicinò ancora un po’
“Ancora un passo” sussurò “ancora uno” si sciolse la treccia e una leggera brezza le accarezzò la lunga chioma; una lacrima le scivolò lungo la guancia
“Tanto non tornerà mai più, non è vero?” disse a sè stessa guardando la costellazione del dragone e mentre aspettava una risposta si lasciò cadere dalla roccia