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Autore: Kuchiki Chan    16/03/2012    8 recensioni
C’era stato un tempo, prima della fondazione dei Deathberries, in cui per Kurosaki Ichigo il momento migliore della giornata consisteva nel prendere in mano la sua chitarra.
Ora, le cose erano cambiate.
O almeno, si erano modificate.
Sentiva di aver trovato il suo posto nel mondo solo quando poteva suonare accompagnando la voce di Kuchiki Rukia, e quando cantava mescolando la propria voce a quella di lei. Anche se non l’avrebbe mai ammesso davanti a qualcuno, nemmeno sotto tortura.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Deathberries...Live in Karakura!




16) Changing
 
Ichigo era dappertutto.
Rukia lo sentiva. Sentiva il suo calore sul viso, sulle labbra, sulle braccia e su tutto il corpo.
Sentiva la sua lingua attorcigliata alla propria, i suoi capelli sotto le dita, le sue mani sulla schiena.
E, ironicamente, sentiva anche il freddo metallo delle corde della sua chitarra premere contro il ventre, come quando si erano abbracciati prima dell’inizio della canzone. Era come se le sue percezioni si fossero ampliate, come se il tempo si fosse rallentato. Era persino consapevole degli sguardi che lei e Ichigo avevano puntati addosso, ma decise di tagliarli fuori.
Non avrebbe permesso a niente, a niente e a nessuno di rovinare la perfezione di quel momento.
 
Le mani di Ichigo iniziarono a muoversi sulla sua schiena, accarezzandole piano i fianchi. Rukia, colta di sorpresa dal brivido che quel contatto le aveva provocato, si lasciò sfuggire un gemito e si staccò istintivamente dalle labbra del ragazzo, affondando il volto nel suo petto ampio e muscoloso. Era abituata a lui e alla sua presenza, ma sicuramente non era abituata alle sensazione che in quel momento quel ragazzo dai capelli arancioni stava risvegliando in lei.
 
Sentì un mormorio soffocato e capì che Ichigo aveva soffocato una risata affondando il viso nei suoi capelli.
 
- Cosa c’è tanto da ridere, stolto? - sbottò, staccandosi violentemente da lui e guardandolo storto.
 
- Niente - rispose lui, con una smorfia di amore e tenerezza sul volto.
 
Si era staccato da lei solo per un attimo, eppure sentiva  la lontananza dal corpo di Rukia quasi come un dolore fisico. Quel bisogno che aveva sempre seppellito nel profondo del suo animo era riemerso con forza e non vedeva l’ora di essere saziato, specialmente ora che aveva capito che lei provava qualcosa di molto simile. Allungò una mano verso di lei e le accarezzò dolcemente il volto, asciugando le lacrime solidificate sulle sue guance.
 
- Niente - ripeté, con tono divertito - Penso solo che dovremo spostarci da qui -
 
La mano di Ichigo era grande, persino troppo per il suo viso minuto.
Grande, e calda.
Grande, e bollente.
Rukia ci poggiò sopra la sua piccola mano fredda, cercando di assorbire parte del suo calore, e per la prima volta da quando avevano finito di suonare si guardò intorno.
 
Aveva vissuto quei momenti così intensamente che non si era nemmeno resa conto di quanto poco tempo fosse passato. Praticamente, avevano appena finito di suonare e i suoi compagni stavano smontando. Renji e Byakuya stavano spegnendo gli amplificatori e riavvolgendo i cavi: il rosso aveva un enorme sorriso sul volto stanco, e persino suo fratello sembrava soddisfatto. Chad li aspettava accanto alla scala, con un’espressione di genuina ma controllata felicità.
 
Effettivamente, Ichigo aveva ragione: si erano baciati rimanendo praticamente al centro del palco, senza nessuno scrupolo. Quel pensiero fece arrossire Rukia, che certamente in condizioni normali non avrebbe fatto una cosa simile. Riportando lo sguardo su quel volto luminoso circondato da quella massa così strana di capelli arancioni, però, la ragazza fu costretta a ricredersi: se avesse potuto, avrebbe registrato quel momento per riviverlo all’infinito, e senza mai provare alcuna vergogna.
 
- Non cantare vittoria solo perché ti do ragione per una volta - esclamò, dandogli le spalle e avviandosi verso il fondo del palco. Ma quello con cui aveva parlato non era il solito tono arrabbiato e infastidito che usava spesso quando si rivolgeva a lui: era velato da una nota di affetto, da uno strano calore che Ichigo non aveva mai percepito nella sua voce.
 
Fu in quel momento che comprese che le cose erano realmente cambiate, dopo quel bacio. Lui e Rukia non sarebbero rimasti due ragazzi incapaci di dimostrare quanto in realtà tenevano l’uno all’altro, due ragazzi schiacciati dal proprio stupido orgoglio. La vera natura del loro legame, quella sera, era venuta alla luce esplodendo con violenza, e non era più possibile negarla, né agli altri né a sé stessi.
 
Ichigo sentì qualcosa, una bolla di felicità, espandersi nel proprio petto. Si sfilò la chitarra di dosso, appoggiandola al muro e sciogliendo le spalle indolenzite, e in due brevissimi balzi raggiunse Rukia, che era appena scesa dal palco, e la strinse a sé con tutta la forza che aveva. All’inizio sentì il corpo della ragazza irrigidirsi per la sorpresa,  ma in un secondo momento avvertì le sue esili braccia afferrargli con forza la stoffa della maglietta all’altezza della schiena.
 
- Rukia - sussurrò, assaporando quel nome con la punta della lingua - Rukia, le cose tra di noi sono cambiate, vero? Io non sopporterei di lasciarti andare nemmeno per un secondo! -
 
Più che il contenuto di quelle parole, fu il tono con cui Ichigo le pronunciò a sorprendere Rukia. Era fragile, tremante, disperato, quasi supplichevole.
Ma come poteva supplicarla di non lasciarlo solo, quando era lei ad avere un infinito bisogno di lui?
Quando non avrebbe potuto staccarsi da lui nemmeno con tutta la sua volontà, quando aveva calpestato persino il suo orgoglio a causa sua?
 
- Si, le cose sono cambiate - mormorò lei, affondando ancora di più il volto nel suo petto - Sono stanca, stanca di mentire a me stessa, stanca di rifiutare le mie emozioni, stanca di essere una persona a metà -
 
E piano piano, mentre pronunciava quelle parole, sentiva quel vuoto di solitudine che aveva sempre avuto in mezzo al petto colmarsi, scomparire, attenuarsi. Una bolla calda di sicurezza e felicità la stava avvolgendo, riscaldandola e proteggendola. E circondando, di riflesso, anche il ragazzo che in quel momento la stava stringendo tra le braccia come un’ancora di salvezza.
 
E’ questo che si prova quando non si è più soli?
 
- Anche io - continuò Ichigo, con voce strozzata -  Anche io sono stanco. Io ho bisogno di te, Rukia. Io ti voglio bene, io ti amo. Quando sono con te posso essere davvero me stesso, so che tu mi comprendi, riesci a leggermi dentro. Quando sono con te sento di non essere più solo -
 
Il ragazzo dai capelli arancioni sembrava ormai a un passo dalle lacrime. Pur avendola sempre percepita, era la prima volta che Rukia osservava la sua fragilità, la sua debolezza. Prima di quel momento, Ichigo si era sempre trattenuto, ostinandosi a portare persino davanti a lei quella maschera di sicurezza e invulnerabilità che era solito mostrare al mondo.
 
La dichiarazione del ragazzo la commosse dal profondo. Rukia sentì le lacrime premere agli angoli degli occhi, ma le ricacciò indietro: aveva pianto abbastanza, quella sera. Invece, iniziò ad accarezzare con movimenti lenti i capelli di Ichigo, cercando di tranquillizzarlo e comunicargli il suo amore.
 
- E’ lo stesso per me - sussurrò, avvicinando le labbra al suo orecchio - Io ti amo, Ichigo Kurosaki. E ho davvero bisogno di te, più di quanto tu possa immaginare -
 
Pronunciare quelle parole, buttare fuori tutto ciò che sentiva fu per Rukia una straordinaria liberazione.
Era come se si stesse liberando piano piano di un grumo di sentimenti che aveva sempre portato in fondo allo stomaco, era come tornare di nuovo a respirare dopo un lungo periodo di apnea.
 
Ichigo si staccò piano da lei, poggiandole le mani sulle spalle minute. La ragazza osservò attentamente il suo volto: era stanco e provato, con i capelli in disordine e gli occhi lucidi, ma non le sarebbe mai sembrato bello come in quel momento. I suoi lineamenti regolari, il suo naso affilato, i suoi occhi leggermente a mandorla, il suo mento un po’ sporgente…Era come se Rukia lo vedesse per la prima volta.
 
- Non sai quanto sono felice di sentirtelo dire - mormorò il ragazzo dai capelli arancioni, chiudendo piano gli occhi e avvicinando di nuovo il proprio volto a quello della ragazza. Rukia sentì il suo respiro caldo sulle guance, e poi nuovamente le sue labbra sulle proprie. Chiuse gli occhi, mentre una lacrima solitaria le scivolava lungo la guancia.
 
Non sono più sola, ormai.
 

 


*  *   *   *   *   *

 
 
 
- Aspetta un attimo, Ulquiorra-kun, mi sono dimenticata di fare una cosa importante! -
 
Orihime rivolse al ragazzo dagli occhi verdi uno splendido sorriso, prima di allontanarsi da lui e andare dalla sua amica Tatsuki, che lo osservava con diffidenza a qualche passo di distanza. Ulquiorra era solito giudicare le persone piatte e indegne del proprio interesse, ma non poteva evitare di provare una strana simpatia e un pizzico di gratitudine per quella ragazza: del resto, era la migliore amica di Orihime e le era sempre stata vicina. Era anche merito suo se era diventata la persona che era.
 
Per questo, si dimostrò cortese come non aveva mai fatto prima: le lanciò un occhiata colma di rispetto e le fece un cenno di saluto con la mano. Tatsuki lo squadrò da capo a piedi, ancora sospettosa, ma ricambiò il gesto. Poi prese sottobraccio la sua amica Orihime e si avviò con lei verso il bancone del locale.
 
Il viso di Ulquiorra si piegò in un mezzo sorriso. Quella ragazza non si sarebbe fidata di lui tanto facilmente, probabilmente temeva che potesse fare del male ad Orihime, ma prima o poi si sarebbe abituata alla sua presenza. Con quella breve occhiata il ragazzo capì di essersi conquistato, se non la sua simpatia, il suo rispetto e la sua approvazione.
 
- Noi due non abbiamo ancora votato! - esclamò Tatsuki, battendo con violenza un pugno sul bancone - Deve darci due biglietti -
 
- Va bene, va bene! -  rispose il barista, in tono infastidito - Ecco qui i vostri biglietti! -
 
Frugò velocemente in una tasca del grembiule e porse alle due ragazze due semplici biglietti di carta numerati.
 
- Grazie mille, signore - disse Orihime, cercando di rimediare ai modi diretti della sua amica - Potrebbe per favore spiegarci dove dobbiamo metterli per poter votare? -
 
- Ma certo, tesoro -  rispose il barista, cambiando totalmente atteggiamento e rivolgendole un sorriso a trentadue denti - Vedi quelle due scatole vicino all’ingresso? Su ognuna di esse deve esserci una targhetta con il nome delle band. Basta mettere il biglietto nella scatola del gruppo che vuoi votare - .
 
- Grazie per l’informazione - ringraziò nuovamente Orihime, prima di essere trascinata via per un braccio da una scocciata Tatsuki.
 
- Ma insomma, Orihime! - sbuffò la ragazza dai capelli corti - Perché devi parlare con cortesia anche alle persone di cui non ti interessa praticamente nulla? -
 
- Sei tu che sei fin troppo diretta, Tatsuki-chan - rispose lei, guardandola con aria di rimprovero - Penso che a volte dovresti cercare di contenerti -
 
Nel sentire quella risposta, Tatsuki si bloccò all’improvviso e le rivolse un’occhiata sorpresa, come se la vedesse veramente per la prima volta.
Che cos’era quel tono così sicuro?
Da dove venivano quelle parole pronunciate chiaramente, senza la minima esitazione?
 
- Ho detto qualcosa di male? -  si preoccupò Orihime, assumendo di nuovo la sua solita aria colpevole e insicura di fronte allo strano atteggiamento dell'amica.
 
- No, per niente. Anzi, sono contenta che tu abbia imparato finalmente a esprimere la tua opinione senza paura - rispose Tatsuki, facendo un gesto di noncuranza con la mano e riprendendo a camminare con una smorfia soddisfatta sul volto - A quanto pare il tuo bellimbusto dagli occhi verdi ha fatto proprio un bel lavoro! -
 
Nel sentire la risposa dell’amica, Orihime arrossì vistosamente.
 
- Tatsuki-chan…- sussurrò, nascondendosi il viso con le mani - Io credo di essere davvero innamorata di lui-
 
La ragazza dai capelli corti si fermò all’improvviso, senza però voltarsi verso di lei. Non riuscì a reprimere un mezzo sorriso: nonostante l’aura di quel ragazzo la facesse sentire più sicura, Orihime aveva ancora bisogno di lei e dei suoi consigli. E Tatsuki aveva ancora bisogno di essere per lei un sostegno, una spalla su cui piangere, di essere la sua migliore amica.
 
- Lo so - rispose, osservando distrattamente il tetto del locale - Non hai alcun bisogno di scusarti per questo -
 
- Ma io non vorrei che tu pensassi male di me - ribatté Orihime, con voce supplichevole - Starai pensando che sono una persona incoerente, perché sono passata da Kurosaki-kun a Ulquiorra-kun nel giro di una sera! -
 
Nell’udire quel tono disperato, Tatsuki sentì una stretta al cuore. Finalmente si decise a voltarsi, e si trovò davanti una Orihime prossima alle lacrime, con una supplica muta negli occhi.
Le si avvicinò piano, e le accarezzò dolcemente i capelli con una mano.
 
- Io non potrei mai pensare male di te, Orihime. Ti capisco meglio di quanto tu possa pensare, e per questo sono l’ultima persona di cui tu debba preoccuparti in questo momento, chiaro? Non farti troppi problemi, vai dritto per la tua strada. Io ci sarò sempre, quando avrai bisogno di me -
 
Orihime osservò attentamente il volto di Tatsuki attraverso il velo delle lacrime: i capelli spettinati, gli occhi sinceri e luminosi, le labbra piegate in un sorriso intenerito, il contatto di quella mano sulla sua testa…Tutto ciò le trasmise una piacevole sensazione di familiarità. La sua amica era lì, accanto a lei, e ci sarebbe sempre stata.
 
- Grazie, Tatsuki-chan - sussurrò, mentre una lacrima scorreva piano sul suo viso.
 
Tatsuki non rispose: spalancò le braccia, in un muto invito, e Orihime vi si rifugiò come un cucciolo smarrito.
 
 

*    *    *    *   *

 
- Questi qui non valgono nulla in confronto al gruppo che si è esibito prima di loro! Dico bene, Aizen-san? -
 
Kyoraku tracannò tutto d’un fiato l’ennesimo bicchiere di vino, mentre osservava la prestazione del gruppo venuto dopo i Deathberries insieme al capo della casa discografica.
 
- Ha proprio ragione, Kyoraku-san. L’immagine, la bravura individuale, la tecnica, l’entusiasmo…tutto è inferiore. Quei ragazzi che hanno suonato per terzi mi sono piaciuti molto di più - rispose Sosuke Aizen, guardando i ragazzi che suonavano con l’attenzione di un predatore.

Fino a quel momento, il suo sguardo aveva oscillato solo tra il palco e le scatole con i voti, senza nemmeno soffermarsi sul volto del suo interlocutore.
 
- Ormai credo che il contest se lo giochino i Black Wings e i Deathberries - esordì l’esuberante proprietario del locale, cercando di intavolare una discussione nonostante la freddezza dell'altro uomo - Ho visto soltanto gente che votava per loro, alle scatole -
 
- Sono proprio curioso di vedere chi vincerà tra quelle due band - mormorò Aizen, più a sé stesso che all’uomo seduto accanto a lui - Questo contest si è rivelata un’idea più interessante di quanto avessi mai creduto-
 
Kyoraku sospirò, rassegnandosi all’essere ignorato. Non rispose, ma concordava pienamente col suo interlocutore:  anche lui era curioso di vedere la fine di quella serata, soprattutto per i notevoli incassi che aveva portato al suo locale.
Nell’attesa, si versò un altro bicchiere di vino rosso, cercando di attenuare la stanchezza che quella serata gli stava procurando.







Angolo dell'autrice: 

Innanzitutto mi complimento con me stessa per aver aggiornato con solo UN MESE di distanza! Questa volta mi sono data da fare, e sono riuscita ad essere puntuale v.v
In compenso, il capitolo fa schifo. Me ne rendo perfettamente conto. Questa storia sta diventando troppo sdolcinata, gente che piange a destra e a sinistra.
L'ultima parte, la scenetta tra Aizen e Kyoraku, è la parte che mi convince di meno. Insomma, è assolutamente priva di senso.
Anyway, spero comunque che lo apprezzerete. 

Ci tenevo a ringraziare delle persone, cosa che non faccio più da mesi.
Innanzitutto MoonBlossom, Sarugaki145, nana21guns, valez, Franz3v e Luncindaes che hanno recensito lo scorso capitolo. Grazie davvero, senza le vostre recensioni perderei totalmente la voglia di scrivere <3

Poi un grazie speciale a Sarugaki145, nana21guns, valez, Senna_ e sweet_kami95,  che mi seguono fin dall'anno scorso, quando ho cominciato a scrivere questa storia.

Un enorme abbraccio anche alla mia cara MoonBlossom,  che ora è a Londra senza di me ma si fionderà a leggere il capitolo non appena tornerà a casa. Grazie mille, tesoro <3

Infine, grazie a tutti quelli che hanno semplicemente letto!
Alla prossima ^^

 
 
 
 
 
  
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