Ero chiuso in quella prigione da ore, ormai.
Non volevo stare lì, volevo morire.
Volevo che la mia vita finisse, glielo urlavo...ma loro non capivano.
Continuavano imperterriti a suonarmi quella musica, così....triste nella testa!
DOVEVANO SMETTERLA, CAZZO!
Volevo morire!
Volevo porre fine alle mie sofferenze, volevo andarmene da quella vita così piatta!
Con la mano tremante presi il coltello che avevo in tasca.
Avevo tentato il suicidio prima...ma loro non volevano.
Prima dovevano...lavorare con me.
Mi tagliai con un colpo secco un dito, emettendo un urlo di dolore.
La musica divenne più forte, soffrivo, non volevo sentirla!
BASTA!

Tagliami la gola! Bevi il mio sangue!

Lo urlai con dolore, volevo farglielo capire...volevo morire!
Ma loro mi guardavano con occhi vuoti, continuando a suonare.
LA loro melodia cambiò circa 6 volte...e io soffrivo...
Continuavo a urlarlo...volevo morire...
In preda al raptus suicida, mi tagliai di netto una mano, urlando ancora più forte di prima...
L’altra mano fece la sua stessa fine...cadde sul freddo pavimento, io ero in ginocchio, zuppo di sangue...
BASTA!
Basta!
Non ce la facevo più!
Volevo morire!
Mi guardai le mani...e urlai ancora...
Da quando avevo le zampe di un maiale al posto delle mani?
Mi guardai attorno, sempre più confuso,  ma che cosa avevo fatto? Cosa mi avevano fatto?
Perché stavano registrando le mie urla?!
Tutto improvvisamente finì.
E io rimasi immobile.
Da solo.
A urlare.
Vidi degli uomini, grossi, gli stessi che suonavano prima...gli stessi due...
Mi presero per le spalle e mi sollevarono.
Mi stavano portando fuori...che avessero accettato l’idea che io volevo morire?
Sentii delle voci che parlavano, e non potei non tendere l’orecchio.

-Ottimo lavoro...
-Oh sì...
-Eccellente oserei dire.
-Come avete detto che si chiama quel tipo?

-Nattramn