Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: francy91    19/10/2006    8 recensioni
Ciao a tutti!!! Questa ff è ambientata vent'anni dopo l'anime. Shaoran è partito per Hong Kong, ma ama ancora Sakura, che nel frattempo ha trovato un nuovo amore tutto...mediterraneo! Recensite, por favor!!!
Genere: Triste, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Li Shaoran, Nuovo personaggio, Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Juan, per favore, mangia velocemente chè è tardi!-, disse una donna sulla trentina dai capelli castani e gli occhi verde brillante.

Due bambini, intanto, cantavano una canzoncina allegra:

-Ci son due coccodrilli ed un orango tango, due piccoli serpenti e un’aquila reale…-.

-Forza bambini, lo scuolabus vi sta aspettando, andate a scuola!-, disse Sakura Kinomoto, anzi, sarebbe meglio chiamarla Sakura Juarez, con il cognome del marito.

Erano sposati da sette anni, perché Sakura era rimasta incinta all’età di venticinque anni. Pablo era un uomo spagnolo giunto in Giappone per lavoro.

Guardando suo figlio Juan, Sakura rivedeva gli stessi lineamenti del marito e ricordava i momenti passati insieme, soprattutto il modo in cui lui reagì quando…

 

-Pablo, aspetto un bambino.-.

A quelle parole un uomo alto, dai capelli e gli occhi neri e i lineamenti molto virili si avvicinò alla donna che stava seduta davanti a lui e aspettava una risposta.

-Che… che cosa?-. Era incredulo. Avevano avuto solo un rapporto durante quella breve e tempestosa relazione. Si lasciavano e si riprendevano già da un anno. Lui era l’unico che aveva rubato il cuore a quella donna dopo          quell’uomo che, secondo l’amica Tomoyo, non doveva essere nominato davanti a lei.

-Oh… ma… è fantastico!-, si affrettò a dire. Quel silenzio metteva alla prova entrambi.

Un falso sorriso gli si aprì sul volto, pensando a cosa avrebbero fatto insieme. Si sarebbero sposati? E poi? Il suo precario lavoro sarebbe riuscito a reggere tutto quel peso?

 

-Mamma? Mamma??? MAMMA???-. Una bimba dai lineamenti orientali, i capelli di un nero quasi abbagliante e gli occhi verdi fissava Sakura.

Risvegliandosi dai suoi muti pensieri, disse:

-Oh… Sì? Che c’è, Shiruku?-

Lei era la maggiore dei fratelli Juarez. Aveva preso molto dalla mamma, nell’aspetto fisico: l’agilità, gli occhi, i lineamenti del viso, la fragilità nel corpo. Caratterialmente, però, era molto simile al padre: impulsiva, vendicativa, razionale. Così maledettamente razionale.

Invece Juan aveva capelli castani tagliati a baschetto e occhi profondi, nerissimi. Ma, al contrario della sorella, era un bambino incredibilmente socievole, buono, generoso e disponibile come la madre. Anche il suo sorriso, che sfoggiava non in poche occasioni, era dolce come quello di Sakura. Per il resto, era un bimbo tranquillo. Un angioletto, come lo chiamava Sakura. “Piccolo tenshi”, così sembrava a lei.

-Perché hai quella ferita sotto l’occhio? Che ti sei fatta?-. A parlare fu Shiruku, che intanto addentava una fetta biscottata.

In effetti da Sakura aveva preso anche la curiosità e la perenne abitudine di arrivare tardi a qualsiasi appuntamento.

-Io? Ehm… No, niente, sono caduta!-, disse Sakura presa alla sprovvista.

-Mah… Se lo dici tu! Be’, noi andiamo, ciao mami!-, disse la bimba dando un bacio alla madre.

-Ciao mammina!-, la imitò il fratello Juan.

-Ciao bambini, buona giornata! E fate i bravi, mi raccomando!-. Così dicendo seguì con lo sguardo i suoi due figli che uscivano di casa e salivano sullo scuolabus arancione che adoravano tanto.

Il silenzio calò nella stanza. Finalmente era sola. Pablo se ne era andato al lavoro alle sei e mezza e i suoi due bambini non sarebbero tornati prima delle cinque.

Ripensò alla domanda che Shiruku le aveva posto poco prima sulla sua ferita. Un brivido le passò lungo la schiena. Come avrebbe potuto dirle la verità? Come le avrebbe spiegato cos’era successo il giorno prima e ciò che succedeva praticamente ogni sera da più di un anno e mezzo? Subito il sorriso che aveva sfoggiato alla presenza dei figli si trasformò in una smorfia di dolore.

Eppure nascondeva bene le conseguenze della sera prima. Si tolse lo scialle che le avvolgeva le spalle e le copriva tutta la schiena, rivelando lividi e ferite dall’aspetto sicuramente non rassicurante. Tutta la schiena era percorsa da graffi profondi e ancora sanguinanti. Inutile dire che provava un dolore acuto, immenso, anche sulle braccia e sulle gambe.

Certo, Shiruku non avrebbe capito anche se le avesse raccontato tutto. Nessuno sapeva, come nessuno poteva capire. Neanche Tomoyo, la sua migliore amica. Non l’aveva mai abbandonata, fino a quando non si innamorò di quel Kim Po-gyong e andò a vivere con lui in Corea del Sud. Quanto le mancava…

Il ricordò della notte precedente imperversò nella sua mente, mentre una piccola e silenziosa lacrima le scendeva dall’occhio sinistro e le bagnava la ferita ancora aperta.

 

°°°°°°°°°°

Sakura stava sparecchiando e rideva per qualcosa che trasmettevano alla TV. Aveva già addormentato i bambini da un bel po’. Lo scattare della serratura la distrasse. Subito si alzò per andare a vedere chi fosse.

Si rese conto, frustrata, che era il marito.

-Ciao, amore. Com’è andata la…-.

Non riuscì a finire la frase, perché Pablo la prese per i capelli e la trascinò in cucina, facendole sbattere la testa al mobile di legno.

-Ah! Aiut…o…-, cercò di gridare Sakura divincolandosi.

-Sta’ zitta, puttana!-. Il volto di Pablo era alterato dalla rabbia, come il suo cervello lo era dalla birra.

Così cominciò a picchiarla, picchiarla e picchiarla ancora.

Ad un certo punto, stanco di darle calci e pugni, cominciò a strapparle i vestiti.

-No… ti prego…-, cominciò ad ansimare Sakura.

-TACI! SEI SOLO UNA BRUTTA , SPORCA CAGNA!-, prese a gridare Pablo.

-Non gridare, ti prego, i bambini dormono…-, disse Sakura disperatamente. Un forte e penetrante odore di tabacco misto a birra aleggiava nell’aria. Per la donna castana quello era l’odore della violenza, del dolore…

Pablo le tolse la biancheria intima e lì, sul quello squallido pavimento della cucina, la violentò.

Lei sentiva il suo respiro affannato, uguale a quello della sera prima, uguale a quello di ogni sera.

-Sì, troia, così va meglio…-, disse Pablo, grugnendo e baciandole il corpo con le sue labbra umide e che sapevano di alcool.

Alla fine si addormentò, come ogni sera, sopra di lei, sopra le sue lacrime.

Sakura rimaneva lì, a piangere, fino a tarda notte, finchè non rimetteva Pablo nel letto e si addormentava fra i singhiozzi e la consapevolezza che tutto questo non sarebbe cambiato, che il suo dolore non sarebbe mai finito.

°°°°°°°°°°

 

Sospirò.

Sarebbe finita, un giorno?

Lei non lo sapeva, ma la risposta era…

 

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Ciaooooooooooooooooo!!! Lo so, questa ff vi è parsa molto strana, vero? Ma durerà poco, solo due o tre capitoli! Ciao ciao e recensiteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!

   
 
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