“Questo ragazzo ti piace.”
“Mi piace il modo in cui mi fa sentire.”
Dove avevo sbagliato io? Mi ero trasferito per lui, avevo litigato per l’ennesima volta con mio padre pur di poterlo avere vicino quanto più tempo possibile. Avrei seriamente ammazzato qualcuno se solo lo avesse fatto sorridere.
Perché quel sorriso, quel modo in cui i suoi occhi si incurvavano e si illuminavano quando faceva quella smorfia, sarebbero valsi qualsiasi punizione. Avrei patito le pene dell’inferno pur di sfiorare la sua pelle e di mordergli il labbro e farlo gemere come solo lui sapeva fare.
Sarei morto pur di scorgere ancora quell’occhiata di orgoglio che aveva sempre avuto quando parlava di me o mi presentava ai suoi amici, e per questo mi sentivo finalmente di appartenere a qualcuno. Di aver trovato quella persona che avrebbe dato un senso a tutta la mia vita.
Ed era andato tutto a puttane.

L'odore di Londra... è uguale all'odore della pioggia.
Niente in confronto alla mia bella Italia. Mi manca da morire.
Vivo qui a Londra da 3 mesi, ancora non la conosco bene, faccio la fotografa e mi è stata appena fatta un offerta che non posso rifiutare...
[...]
" Lo sai che sei arrapante??"
" Malik finiscila per favore"
" Io dico solo la verità!"
" Sarà... ma potresti smetterla di mangiarmi con gli occhi??"

- Vuoi davvero dormire?
- No.
- E allora che facciamo?

Blaine, un ragazzo maltrattato da tutti, venne salvato da un ANGELO.

Quinn trova Rachel imbavagliata e ammanettata in uno sgabuzzino. E prima di liberarla decide che forse può...approfittarne.

Emma non ebbe bisogno di alzare del tutto lo sguardo per capire chi fosse: soltanto una persona a scuola aveva la pelle ambrata di quella perfetta sfumatura che ricordava il miele, solo un ragazzo era talmente incurante delle regole da fumare a meno di un metro dalla porta d'ingresso e, sopratutto, soltanto dallo sguardo di un ragazzo, Emma, si sentiva trapassata da parte a parte. Non aveva bisogno di alzare gli occhi per incrociare quello sguardo, lo sentiva perfettamente su di sé senza bisogno di vederlo.
* Non c'era niente in lei che esprimesse disordine, o caos, che invece per lui erano parole all'ordine del giorno.

delirio HeYa ambientato dopo la registrazione della famosa battaglia a cuscinate che ci ha deliziato nell'episodio di New York.

Blaine ha dodici anni quando vede uno Sidhe per la prima volta.
Ha la pelle pallida e luminosa e le orecchie a punta, ed è la cosa più bella che lui abbia mai visto.
Blaine scoprirà di essere uno dei pochi esseri umani a Villalu a pensarla così.
Scoprirà che il mondo può essere ingiusto, sbagliato, crudele, e che le persone possono esserlo anche di più.
Scoprirà cosa significhi perdere tutto, poi lottare, vincere, perdere, respirare soltanto per un'altra persona.
Scoprirà cosa significhi amare, amare davvero, dentro due occhi blu profondi come l'oceano.
[Klaine Fantasy: Human!Blaine/Elf!Kurt]
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"In quel momento erano lì, e Kurt era felice.
In quel momento nessuno stava cercando di far loro del male e nessuno stava cercando di portargli via Blaine.
In quel momento Blaine lo stava guardando come se fosse l’essere più perfetto di tutto il creato.
In quel momento si appartenevano."
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"L'amore può renderti distratto.
Può prendersi una parte troppo grande della tua attenzione e sopraffare le tue percezioni.
Può farti sentire indistruttibile.
L'amore può essere molto, molto pericoloso."

"Il frutto del peccato.
C'è chi se ne tiene a debita distanza per tutta la vita.
Chi ci si avvicina, incuriosito, ma si limita a guardare.
C'è chi, invece, non sa resistere alla tentazione e se ne concede un timido assaggio.
Poi... poi ci sono io... che quel frutto l'ho divorato.
Voracemente. Senza esitare."

[Katherine/Elena]
Elena distoglie lo sguardo non appena sente il suono attutito dell'asciugamano di Katherine cadere a terra.
(“Non è nulla che entrambe non abbiamo già visto”)
Lo sa bene anche lei – hanno lo stesso corpo, in tutto e per tutto – eppure non è meno imbarazzante trovarselo nudo davanti.
E no, non è come guardarsi allo specchio, checché Katherine possa dirne.
"Tu non sai proprio cosa siano concetti come privacy o pudore” mugugna Elena, stringendosi le gambe al petto e circondandole con le braccia, nel tentativo di coprirsi come può.
Katherine simula uno sbadiglio.
"Che argomenti noiosi” replica, entrando nella vasca e prendendosi il proprio spazio.
"Parliamo d'altro, ti va?”