Siamo
giunti all’ultimo capitolo e non potete avere
un’idea di quanto mi dispiaccia.
Lo
so, è una storia breve e senza troppe pretese, ma voi, col
vostro entusiasmo e le vostre splendide parole, me l’avete
fatta amare come non sarebbe mai successo altrimenti.
Vi
ringrazio, mi rendo conto che non sia molto, ma non mi viene in mente
un modo migliore per esprimervi la mia gratitudine.
Vi
lascio alla lettura non prima di avervi fatto i miei più
sinceri auguri di buon Natale e un felice anno nuovo.
BELLA
I giorni
passano veloci, la primavera è ormai alle porte anche se le
giornate sono sempre buie e piuttosto tetre.
Edward non si
è mai allontanato da me, non si è fatto
scoraggiare dal mio atteggiamento scostante.
La sera torno
a casa, guardo un po’ di televisione, leggo, studio per lo
più e quando vado a letto prendo sonno molto facilmente.
Erano anni che non riposavo tanto bene e tanto a lungo. Sapere che lui
è qui con me mi fa sentire felice, anche se so che per noi
non ci sono possibilità, non posso fare a meno di gioire
della sua presenza.
Ogni sera non
vedo l’ora di addormentarmi perché so per certo
che lui arriverà e passerà la notte con me, ormai
la mia stanza è satura del suo profumo. La mattina trovo la
tavola apparecchiata, spesso, accanto alla mia scodella, trovo una rosa
bianca e ogni giorno mi chiedo perché si dia tanta pena per
farmi credere di essere amata da lui.
Jacob
è rimasto con me tutto il tempo che ha potuto, ma
è dovuto tornare a casa e portare avanti i suoi compiti.
Naturalmente mi ha ripetuto un migliaio di volte di non farmi
abbindolare dai modi principeschi di Edward.
Fosse
facile!
Mi tratta come
una regina, è sempre dolce, galante, premuroso…
amorevole.
Sarebbe
così facile lasciarsi andare. Alcune volte, spesso ad essere
sincera, immagino che tutto questo possa durare per sempre, ma, un
attimo dopo, mi ricordo dello stato di prostrazione in cui sono caduta
quando mi ha lasciata. Non posso permetterglielo ancora.
Sotto la
doccia lascio che l’acqua calda e il bagnoschiuma coccolino
il mio corpo perdendomi ancora una volta nei miei pensieri mentre le
mani scivolano lente su di me.
Ho sognato
talmente tante volte di sentire le sue mani accarezzarmi che mi sembra
quasi reale ciò che provo. Continuo a domandarmi quanti
corpi, caldi o freddi, abbiano avuto questo privilegio.
L’ennesima lacrima lascia i miei occhi confondendosi con le
piccole gocce che cadono dall’alto. Ho cercato in altri
uomini ciò che lui mi ha sempre negato, trovandolo nella mia
mente, ma ancora bramo una realtà che non avrò
mai.
Mi avvolgo
nell’accappatoio, tampono i capelli con un telo, li pettino
lasciandoli umidi. So che domani saranno un disastro, ma non ho voglia
di asciugarli.
“I
tuoi capelli sembrano una balla di fieno… ma mi
piacciono.”
Mi stendo sul
letto così come sono, non ho la forza nemmeno per cambiarmi,
e in poco tempo scivolo in un sonno tranquillo.
Mi giro su me
stessa trovando al mio fianco un muro di ghiaccio sotto le mie mani.
Conosco questo profumo, potrei individuarlo in mezzo ad altri mille,
è il profumo dell’amore della mia vita.
Muovo
lentamente le mie mani, i miei occhi sempre chiusi, non voglio aprirli
e rendermi conto che si tratta del solito sogno. La sua camicia
è morbida, ma non voglio accontentarmi, oltrepasso
l’ostacolo creato dalla stoffa sentendo la sua pelle.
I suoi muscoli
si tendono sotto i miei polpastrelli, potrebbe evitare di respirare
eppure lo sento ansimare.
Mi addosso
completamente al suo corpo, avvicino le mie labbra al suo collo
inebriandomi col suo profumo. Lascio tanto piccoli baci sulla sua pelle
delicata, è ghiacciato, ma riesce comunque a rabbrividire.
Mi sento potente come mai in vita mia. Lascio una scia umida andando su
e giù fino all’orecchio mentre uno dopo
l’altro faccio uscire i piccoli bottoncini della camicia
dalle asole.
Non
respingermi, ti prego non farlo.
Salgo a
cavalcioni sulle sue gambe, apro finalmente gli occhi perdendomi nel
suo sguardo e finalmente mi impossesso delle sue labbra. Non abbiamo
ancora pronunciato nemmeno una parola, ma so che entro poco mi
allontanerà da se come ha sempre fatto.
Ondeggio
leggermente su di lui sentendo che, evidentemente, i miei movimenti non
l’hanno lasciato del tutto indifferente. Le sue mani corrono
ai miei fianchi, affondando nella mia carne fino a farmi male. Reprimo
un gemito di dolore, se si rendesse conto che mi sta facendo male, si
allontanerebbe subito da me, e non è certo quello che voglio.
Le mie labbra
si muovono sulle sue, è meraviglioso risentirne la morbida
consistenza. Mordo delicatamente la parte inferiore, un gemito proviene
dalla sua gola, lascio vagare la lingua su quei petali di
sensualità, non mi ferma, non mi fermo. Per la prima volta
sento la sua lingua unirsi alla mia in una danza antica come il mondo.
Ha smesso di respirare, è rigido, ogni muscolo in tensione,
probabilmente nello sforzo di non farmi male, ma non mi allontana e io
sto per morire dalla felicità.
Mi sistemo
meglio su di lui e, nel movimento, l’accappatoio si apre
leggermente mostrando la spalla e parte del mio seno pallido.
«Dio,
Bella…» I suoi occhi sono scuri, hanno perso il
loro colore caldo. Dopo tanto tempo rivedo gli occhi che mi hanno
terrorizzato tanto tempo fa, la prima volta che siamo stati
l’uno accanto all’altra, nella stessa aula.
Se mi
allontanasse in questo momento ne morirei, subirei per
l’ennesima volta l’umiliazione di non essere voluta
dall’unico essere che desidero al mondo.
Devo
prepararmi mentalmente a questa eventualità, non posso
permettergli di sopraffarmi ancora. Nonostante tutti i miei dubbi,
continua a restare dove si trova senza scansarmi.
La sua camicia
sparisce in qualche angolo della mia stanza, i bottoni dei suoi
pantaloni sono aperti, le mie mani vagano incessanti sul suo corpo
perfetto.
Non mi ricordo
quando sono arrivata all’altezza del suo cavallo
né quando la cintura del mio accappatoio è stata
aperta, mettendo in mostra tutto il mio corpo.
Con un ringhio
inverte le nostre posizioni, adesso è lui a stare sopra di
me, sono le sue mani a vagare lente su di me, le sue labbra a tracciare
un percorso ghiacciato e allo stesso tempo infuocato sul mio corpo.
Sto perdendo
la ragione, devo restare lucida o uscirò da questa
esperienza devastata.
Mi priva
dell’ultima, effimera, barriera di tessuto mentre
febbrilmente cerco di abbassargli i pantaloni e i boxer in un unico
gesto e, per assurdo, mi agevola nei movimenti. Evidentemente non
è più lo stesso di una volta, non mi avrebbe mai
permesso di arrivare a questo punto. Come un lampo, immagini di lui
insieme ad altre donne mi invadono la mente, non posso sopportarlo.
Sapere che il suo essere tanto disinibito è dovuto alle sue
distrazioni mi dilania, ma mi permette anche di tornare coi piedi per
terra, per quanto sia possibile restare razionale quando tutti i tuoi
desideri stanno per realizzarsi.
Allargo le
gambe nel più implicito degli inviti che lui accetta con una
certa difficoltà. È come se non riuscisse a
capacitarsi di quello che sta facendo.
La sua
eccitazione preme sulla mia intimità, struscia bagnandosi di
me, sto boccheggiando. Non riesco a spostare il mio sguardo dal suo
viso, leggo eccitazione, ma anche un grande tormento.
«Bella,
io non…» irrigidisce maggiormente le braccia, sta
per allontanarsi.
«Non
farlo, non fermarti adesso. Ti prego…»
«Io…
non ce la faccio. Il tuo odore è troppo forte, ho paura di
farti del male.»
Gli accarezzo
il volto dolcemente.
«Provaci.»
Prende un
grande respiro, peraltro del tutto inutile, prima di riposizionarsi tra
le mie gambe. Sta per forzare il mio ingresso quando mi rendo conto di
un particolare.
«Edward,
il preservativo.» Non so dove riesco a trovare la mia parte
razionale, forse è solo il bisogno assoluto che sento di
restare coi piedi per terra.
«Bella,
sono un vampiro, io…» Come se potessi dimenticarlo!
«So
bene cosa sei, Edward, ma tra noi l’unico ad essere
immortale sei tu. Io, al contrario di te, posso prendermi qualsiasi
tipo di malattia e visto che non ho idea di quale genere siano state le
tue distrazioni, preferirei usare una protezione.» Credo sia
l’idea di lui con altre donne a darmi la forza per aggredirlo
in questo modo, in realtà non mi importerebbe minimamente di
morire se fosse per mano sua.
Sospira appena
allontanandosi da me.
«Perdonami,
Bella, ho sbagliato a venire qui, ho sbagliato a lasciarmi andare in
questo modo sapendo di non poter arrivare fino in fondo.»
Si siede al
limite del letto, bellissimo nella sua perfetta nudità,
passandosi le mani tra i capelli; quegli splendidi fili ramati che ho
fatto passare tra le mie dita non più di qualche minuto fa.
Solleva lo
sguardo incrociandolo col mio. Non avrei mai voluto mostrarmi tanto
debole ai suoi occhi, ma dopo poco, le lacrime cominciano a scorrere
lente senza che possa fare niente per fermarle.
«Perché
con me non puoi? Cosa hanno le altre che io non ho? Perché
non posso essere come tutte le altre distrazioni che hai
avuto?»
Per la prima
volta da quando lo conosco, gli vedo fare uno scatto di stizza o vera e
propria ira.
«Smettila
di ripetere quella parola, non la sopporto.»
Lo shock
iniziale, comunque, viene immediatamente sostituito dal dolore che da
troppo tempo mi porto dentro.
«Sono
io che non la sopporto, Edward. Non sopporto di averti perduto per
sempre, non sopporto di immaginarti assieme ad altre donne, non
sopporto di essermi illusa di contare qualcosa per te né che
tu sia tornato per continuare a trattarmi come un uccellino ferito.
Sono una donna, Edward, come le altre. L’unica differenza
è che ti amo più della mia stessa vita, ma sarei
disposta a farmi calpestare ancora da te pur di avere almeno un
miserabile ricordo da portare nel cuore per il resto della mia
esistenza.»
In un battito
di ciglia è di nuovo accanto a me, sopra di me, incurante
della nudità di entrambi.
«L’unica
volta che ti ho ingannata è stato in quel maledetto bosco,
ogni parola che ho pronunciato è stata una menzogna. Ero
convinto che avrei dovuto calmare le tue urla, che avrei impiegato ore
a convincerti di non essere più innamorato di te, pensavo di
andarmene lasciandoti in lacrime, ma ti è bastata
un’unica bugia per cancellare tutte le volte in cui ti ho
dichiarato il mio amore.»
«Non
posso… non posso crederti. Mi ucciderai ancora, e questa
volta non avrò la forza per andare avanti.»
La mia voce
è spezzata, le lacrime a bagnarmi il viso senza
pietà.
«Quanto
tempo impiegherai prima di capire che non sono quello che cerchi, che
hai bisogno di nuovi stimoli?»
«Bella,
non c’è mai stata nessuna, ne umana né
vampira. Nessuna avrebbe potuto prendere il tuo posto nella mia vita o
nel mio cuore. L’unica distrazione che ho avuto in tutto
questo tempo è stata la ricerca di Victoria che, mentre io
perdevo tempo in Brasile, è tornata da te per
ucciderti.»
«Edward,
le cose non sono cambiate, io sono sempre umana e tu avrai sempre paura
di farmi del male, di perdere il controllo, di non essere in grado di
proteggermi. Io voglio solo amarti, non chiedo altro.»
Mi stringe a
se, pelle a pelle. Il mio cuore in un tumulto furioso, il suo
silenzioso, ma tanto prezioso per me.
«Non
ti lascerò mai più, Bella, non ne avrei la forza.
Credimi, sono pronto ad affrontare qualsiasi cosa per stare con
te.»
«Sei
pronto, Edward? Allora… trasformami, qui, adesso.»
Avvicino il
collo alla sua bocca, strofino la mia pelle sulle sua labbra chiuse. Un
ringhio erompe dal suo petto. Il cuore mi sta scoppiando nel petto,
potrebbe perdere definitivamente il controllo e succhiare dal mio corpo
tutta la mia linfa vitale, ma non riesco ad avere paura.
Apre le
labbra, lascia scorrere la lingua sulla vena pulsante del mio collo,
infiammandomi, eccitandomi in un modo sconosciuto.
Si allontana
appoggiando il viso sul mio petto.
«Non
posso, Bella. Non sono abbastanza forte, ti ucciderei.»
È
il mio turno, ma dal mio petto arriva un singhiozzo che mi squassa
l’anima.
«Allora
vai via, vattene o mi ucciderai lo stesso. Ti prego.»
«No!
Non capisci che la mia vita non ha senso senza di te? Non mi importa
più di essere egoista, di condannarti ad una non vita
eterna. Io ti voglio con me, Bella, per sempre. Chiederò a
Carlisle di trasformarti, ma non posso essere io a toglierti la
vita.»
Eccole, le
parole che ho sempre aspettato, le parole che cambieranno in mio
destino.
Mi getto sulle
sue labbra, famelica, non permetterò che si tiri indietro,
non più.
Voglio
sentirlo mio, voglio sentirmi parte di lui. Bacio le sue labbra, il suo
collo morbido, scendo sul petto ghiacciato, il mio corpo sta prendendo
fuoco.
Mi fa stendere
restituendomi ogni bacio, ogni carezza. Mi sfiora con devozione fino ad
arrivare alla mia intimità. Non ho mai permesso a nessuno di
toccarmi in questo modo, né io ho mai spinto le mie mani ad
esplorare i corpi che ho conosciuto.
Si allontana
solo per un momento da me fissando il suo sguardo nel mio.
«Fermami
se ti faccio male, se perdo il controllo fammi sentire la tua voce,
è l’unico modo che ho per tornare
indietro.»
«Te
lo prometto. Ti amo, Edward, non mi farai del male.»
Accarezzo il
suo viso delicatamente, vorrei che potesse sentire la mia emozione.
Quando
finalmente lo sento entrare in me mi sembra di impazzire.
«Solo
tu, sei sempre stato solo tu.»
Sto delirando,
non ho mai provato un’emozione simile, Edward sembra perso in
un mondo parallelo mentre non smette un solo istante di ripetere quanto
mi ama.
Quando il
piacere sovrasta la sua volontà, i suoi denti affondano nel
mio collo. Il dolore non placa il mio piacere, lo amplifica portandomi
all’orgasmo. Sta per ritrarsi, lo sguardo sconvolto, ma lo
abbraccio forte pregandolo di restare. Forse troppo preso da noi mi
dà ascolto lasciandosi andare dentro di me.
Si scosta
leggermente mettendosi al mio fianco. Tiene gli occhi chiusi, un
braccio a nascondergli il viso.
Allungo la mano
lasciandola cadere poco
dopo. So che percepisce ogni mio più piccolo movimento o
respiro eppure non muove un solo muscolo. Resta fermo come una statua e
io sto per mettermi ad urlare.
«Edward…»
Ancora
silenzio e nessun movimento.
«Edward,
ti prego di qualcosa.»
«Ho
bevuto il tuo sangue», sussurra solamente.
«Sì,
ma non è stato…»
«Ho
bevuto il tuo sangue, Bella.»
Basta sono
stufa di tutto questo, sta rovinando il momento più bello
della mia vita.
«È
vero, hai bevuto il mio sangue, ma hai trattenuto il veleno o a quest'ora mi starei contorcendo dai dolori. Non mi hai fatto male, anzi,
è stato bellissimo.»
Mi fulmina con
uno sguardo che potrebbe incenerirmi.
«Dovrei
essere orgoglioso di me, quindi?»
«Beh,
se questo è il risultato, ti permetto di rifarlo tutte le
volte che vuoi, almeno finché avrò sangue a
circolarmi nelle vene.» La butto lì per farlo
ridere, ma non mi sembra proprio in vena.
Gli vado
vicino, stringendomi a lui.
«È
stato bellissimo, Edward. È piaciuto anche a te?»
Solleva il mio
viso con due dita portando i miei occhi alla stessa altezza dei suoi.
«È
stato… non trovo le parole adatte per descriverlo. Forse
potrei sintetizzarlo con l’esperienza più
elettrizzante, felice e appagante della mia esistenza.»
«Più
che mangiare un puma?» Scoppia a ridere, finalmente.
«Molto
di più, amore, molto di più.»
«Allora
cosa ne dici di ripetere questa esperienza elettrizzante?»
gli chiedo enfatizzando sull’ultima parola.
Si sistema
sopra di me riempiendo di baci il mio viso, il collo, tutta la mia
pelle.
«Sei
sicura di non essere stanca?»
«Non
sarò mai stanca di te.»
Ci amiamo
ancora, ma ad un certo punto della notte, avvolta in una coperta
pesante per non congelare addossata al suo corpo, sono costretta a
cedere al sonno. Poco prima di addormentarmi però, trovo la
forza per dire un’ultima cosa.
«Edward,
mi dispiace di… ecco di non… averti
aspettato.»
Posa un bacio
delicato sulla mia fronte.
«Sei
mia adesso, conta solo questo.»
Mi accoccolo
ancora meglio su di lui, ma una frase blocca ancora il mio sonno.
«Adesso
sei mia, ma non permetterò che tu viva ancora nel peccato,
quindi,
al più presto sarai mia moglie.»
So che dovrei
inorridire al solo pensiero, ma forse per il sonno, forse per i sensi
annebbiati dal sesso, l’unica cosa che rispondo è:
«e subito dopo diventerò la tua vampira.»
******
Ed
eccoci, spero che il finale vi sia piaciuto.
Non
ci sarà un epilogo perché sarebbe inutile. Per me
la saga è perfetta, non cambierei nemmeno una virgola quindi
finirei per scrivere un doppione dove Bella rimane incinta, nasce una
bellissima bambina immortale, Jacob trova il suo posto nel mondo e
vissero tutti felici e contenti, quindi… chiudo
così e se vi va di crearvi un finale alternativo sono lieta
di avervi fornito uno spunto.
Vorrei
ringraziare ognuno di voi per avermi accompagnato in questo breve
viaggio. Per è sempre stupendo rendermi conto di contare
qualcosa per voi, spero di trovarvi ancora se dovessi scrivere altre
storie.
Nel
frattempo, se vi va e non l’avete ancora fatto, potete
passare nella mia pagina e dare un’occhiata alle mie altre
storie.
- Donna
in
incognito – in corso
- Crescere
per
amore conclusa
- Era
scritto
che ti amassi conclusa
E le mie OS:
- Scatti
d’amore
- Il
mio sogno
sei tu
-
Quell’attimo
che ti cambia
- Un
incontro
inaspettato
- Rapunzel
2012
- Il
dono di
Elizabeth
- Il
vincolo
– storia particolare, ma se le date una
possibilità, andando oltre il primo pezzo, potrebbe piacervi
- Una
giornata
di sole.
Alla
prossima, vi abbraccio.
Patrizia
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