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Autore: perrypotter    20/12/2012    18 recensioni
Storia seconda classificata al contest “Team Edward o Team Jacob” indetto da Luna Ginny Jackson sul forum di EFP.
Sono passati due anni da quando Edward ha lasciato Bella. Dopo il periodo di prostrazione che abbiamo conosciuto nel secondo libro della saga, Bella trova un modo “particolare” per reagire al suo dolore. La vita va avanti e Bella si trova a frequentare la Dartmouth University grazie ad una borsa di studio. È qui che Edward la ritroverà, scoprendo una realtà che non si aspettava.
Avvertimento OOC per il personaggio di Bella.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Siamo giunti all’ultimo capitolo e non potete avere un’idea di quanto mi dispiaccia.
Lo so, è una storia breve e senza troppe pretese, ma voi, col vostro entusiasmo e le vostre splendide parole, me l’avete fatta amare come non sarebbe mai successo altrimenti.
Vi ringrazio, mi rendo conto che non sia molto, ma non mi viene in mente un modo migliore per esprimervi la mia gratitudine.
Vi lascio alla lettura non prima di avervi fatto i miei più sinceri auguri di buon Natale e un felice anno nuovo.




BELLA

I giorni passano veloci, la primavera è ormai alle porte anche se le giornate sono sempre buie e piuttosto tetre.
Edward non si è mai allontanato da me, non si è fatto scoraggiare dal mio atteggiamento scostante.
La sera torno a casa, guardo un po’ di televisione, leggo, studio per lo più e quando vado a letto prendo sonno molto facilmente. Erano anni che non riposavo tanto bene e tanto a lungo. Sapere che lui è qui con me mi fa sentire felice, anche se so che per noi non ci sono possibilità, non posso fare a meno di gioire della sua presenza.
Ogni sera non vedo l’ora di addormentarmi perché so per certo che lui arriverà e passerà la notte con me, ormai la mia stanza è satura del suo profumo. La mattina trovo la tavola apparecchiata, spesso, accanto alla mia scodella, trovo una rosa bianca e ogni giorno mi chiedo perché si dia tanta pena per farmi credere di essere amata da lui.
Jacob è rimasto con me tutto il tempo che ha potuto, ma è dovuto tornare a casa e portare avanti i suoi compiti. Naturalmente mi ha ripetuto un migliaio di volte di non farmi abbindolare dai modi principeschi di Edward.
Fosse facile!
Mi tratta come una regina, è sempre dolce, galante, premuroso… amorevole.
Sarebbe così facile lasciarsi andare. Alcune volte, spesso ad essere sincera, immagino che tutto questo possa durare per sempre, ma, un attimo dopo, mi ricordo dello stato di prostrazione in cui sono caduta quando mi ha lasciata. Non posso permetterglielo ancora.
Sotto la doccia lascio che l’acqua calda e il bagnoschiuma coccolino il mio corpo perdendomi ancora una volta nei miei pensieri mentre le mani scivolano lente su di me.
Ho sognato talmente tante volte di sentire le sue mani accarezzarmi che mi sembra quasi reale ciò che provo. Continuo a domandarmi quanti corpi, caldi o freddi, abbiano avuto questo privilegio. L’ennesima lacrima lascia i miei occhi confondendosi con le piccole gocce che cadono dall’alto. Ho cercato in altri uomini ciò che lui mi ha sempre negato, trovandolo nella mia mente, ma ancora bramo una realtà che non avrò mai.
Mi avvolgo nell’accappatoio, tampono i capelli con un telo, li pettino lasciandoli umidi. So che domani saranno un disastro, ma non ho voglia di asciugarli.
“I tuoi capelli sembrano una balla di fieno… ma mi piacciono.”
Mi stendo sul letto così come sono, non ho la forza nemmeno per cambiarmi, e in poco tempo scivolo in un sonno tranquillo.
Mi giro su me stessa trovando al mio fianco un muro di ghiaccio sotto le mie mani. Conosco questo profumo, potrei individuarlo in mezzo ad altri mille, è il profumo dell’amore della mia vita.
Muovo lentamente le mie mani, i miei occhi sempre chiusi, non voglio aprirli e rendermi conto che si tratta del solito sogno. La sua camicia è morbida, ma non voglio accontentarmi, oltrepasso l’ostacolo creato dalla stoffa sentendo la sua pelle.
I suoi muscoli si tendono sotto i miei polpastrelli, potrebbe evitare di respirare eppure lo sento ansimare.
Mi addosso completamente al suo corpo, avvicino le mie labbra al suo collo inebriandomi col suo profumo. Lascio tanto piccoli baci sulla sua pelle delicata, è ghiacciato, ma riesce comunque a rabbrividire. Mi sento potente come mai in vita mia. Lascio una scia umida andando su e giù fino all’orecchio mentre uno dopo l’altro faccio uscire i piccoli bottoncini della camicia dalle asole.
Non respingermi, ti prego non farlo.
Salgo a cavalcioni sulle sue gambe, apro finalmente gli occhi perdendomi nel suo sguardo e finalmente mi impossesso delle sue labbra. Non abbiamo ancora pronunciato nemmeno una parola, ma so che entro poco mi allontanerà da se come ha sempre fatto.
Ondeggio leggermente su di lui sentendo che, evidentemente, i miei movimenti non l’hanno lasciato del tutto indifferente. Le sue mani corrono ai miei fianchi, affondando nella mia carne fino a farmi male. Reprimo un gemito di dolore, se si rendesse conto che mi sta facendo male, si allontanerebbe subito da me, e non è certo quello che voglio.
Le mie labbra si muovono sulle sue, è meraviglioso risentirne la morbida consistenza. Mordo delicatamente la parte inferiore, un gemito proviene dalla sua gola, lascio vagare la lingua su quei petali di sensualità, non mi ferma, non mi fermo. Per la prima volta sento la sua lingua unirsi alla mia in una danza antica come il mondo. Ha smesso di respirare, è rigido, ogni muscolo in tensione, probabilmente nello sforzo di non farmi male, ma non mi allontana e io sto per morire dalla felicità.
Mi sistemo meglio su di lui e, nel movimento, l’accappatoio si apre leggermente mostrando la spalla e parte del mio seno pallido.
«Dio, Bella…» I suoi occhi sono scuri, hanno perso il loro colore caldo. Dopo tanto tempo rivedo gli occhi che mi hanno terrorizzato tanto tempo fa, la prima volta che siamo stati l’uno accanto all’altra, nella stessa aula.
Se mi allontanasse in questo momento ne morirei, subirei per l’ennesima volta l’umiliazione di non essere voluta dall’unico essere che desidero al mondo.
Devo prepararmi mentalmente a questa eventualità, non posso permettergli di sopraffarmi ancora. Nonostante tutti i miei dubbi, continua a restare dove si trova senza scansarmi.
La sua camicia sparisce in qualche angolo della mia stanza, i bottoni dei suoi pantaloni sono aperti, le mie mani vagano incessanti sul suo corpo perfetto.
Non mi ricordo quando sono arrivata all’altezza del suo cavallo né quando la cintura del mio accappatoio è stata aperta, mettendo in mostra tutto il mio corpo.
Con un ringhio inverte le nostre posizioni, adesso è lui a stare sopra di me, sono le sue mani a vagare lente su di me, le sue labbra a tracciare un percorso ghiacciato e allo stesso tempo infuocato sul mio corpo.
Sto perdendo la ragione, devo restare lucida o uscirò da questa esperienza devastata.
Mi priva dell’ultima, effimera, barriera di tessuto mentre febbrilmente cerco di abbassargli i pantaloni e i boxer in un unico gesto e, per assurdo, mi agevola nei movimenti. Evidentemente non è più lo stesso di una volta, non mi avrebbe mai permesso di arrivare a questo punto. Come un lampo, immagini di lui insieme ad altre donne mi invadono la mente, non posso sopportarlo. Sapere che il suo essere tanto disinibito è dovuto alle sue distrazioni mi dilania, ma mi permette anche di tornare coi piedi per terra, per quanto sia possibile restare razionale quando tutti i tuoi desideri stanno per realizzarsi.
Allargo le gambe nel più implicito degli inviti che lui accetta con una certa difficoltà. È come se non riuscisse a capacitarsi di quello che sta facendo.
La sua eccitazione preme sulla mia intimità, struscia bagnandosi di me, sto boccheggiando. Non riesco a spostare il mio sguardo dal suo viso, leggo eccitazione, ma anche un grande tormento.
«Bella, io non…» irrigidisce maggiormente le braccia, sta per allontanarsi.
«Non farlo, non fermarti adesso. Ti prego…»
«Io… non ce la faccio. Il tuo odore è troppo forte, ho paura di farti del male.»
Gli accarezzo il volto dolcemente.
«Provaci.»
Prende un grande respiro, peraltro del tutto inutile, prima di riposizionarsi tra le mie gambe. Sta per forzare il mio ingresso quando mi rendo conto di un particolare.
«Edward, il preservativo.» Non so dove riesco a trovare la mia parte razionale, forse è solo il bisogno assoluto che sento di restare coi piedi per terra.
«Bella, sono un vampiro, io…» Come se potessi dimenticarlo!
«So bene cosa sei, Edward, ma tra noi l’unico ad essere immortale sei tu. Io, al contrario di te, posso prendermi qualsiasi tipo di malattia e visto che non ho idea di quale genere siano state le tue distrazioni, preferirei usare una protezione.» Credo sia l’idea di lui con altre donne a darmi la forza per aggredirlo in questo modo, in realtà non mi importerebbe minimamente di morire se fosse per mano sua.
Sospira appena allontanandosi da me.
«Perdonami, Bella, ho sbagliato a venire qui, ho sbagliato a lasciarmi andare in questo modo sapendo di non poter arrivare fino in fondo.»
Si siede al limite del letto, bellissimo nella sua perfetta nudità, passandosi le mani tra i capelli; quegli splendidi fili ramati che ho fatto passare tra le mie dita non più di qualche minuto fa.
Solleva lo sguardo incrociandolo col mio. Non avrei mai voluto mostrarmi tanto debole ai suoi occhi, ma dopo poco, le lacrime cominciano a scorrere lente senza che possa fare niente per fermarle.
«Perché con me non puoi? Cosa hanno le altre che io non ho? Perché non posso essere come tutte le altre distrazioni che hai avuto?»
Per la prima volta da quando lo conosco, gli vedo fare uno scatto di stizza o vera e propria ira.
«Smettila di ripetere quella parola, non la sopporto.»
Lo shock iniziale, comunque, viene immediatamente sostituito dal dolore che da troppo tempo mi porto dentro.
«Sono io che non la sopporto, Edward. Non sopporto di averti perduto per sempre, non sopporto di immaginarti assieme ad altre donne, non sopporto di essermi illusa di contare qualcosa per te né che tu sia tornato per continuare a trattarmi come un uccellino ferito. Sono una donna, Edward, come le altre. L’unica differenza è che ti amo più della mia stessa vita, ma sarei disposta a farmi calpestare ancora da te pur di avere almeno un miserabile ricordo da portare nel cuore per il resto della mia esistenza.»
In un battito di ciglia è di nuovo accanto a me, sopra di me, incurante della nudità di entrambi.
«L’unica volta che ti ho ingannata è stato in quel maledetto bosco, ogni parola che ho pronunciato è stata una menzogna. Ero convinto che avrei dovuto calmare le tue urla, che avrei impiegato ore a convincerti di non essere più innamorato di te, pensavo di andarmene lasciandoti in lacrime, ma ti è bastata un’unica bugia per cancellare tutte le volte in cui ti ho dichiarato il mio amore.»
«Non posso… non posso crederti. Mi ucciderai ancora, e questa volta non avrò la forza per andare avanti.»
La mia voce è spezzata, le lacrime a bagnarmi il viso senza pietà.
«Quanto tempo impiegherai prima di capire che non sono quello che cerchi, che hai bisogno di nuovi stimoli?»
«Bella, non c’è mai stata nessuna, ne umana né vampira. Nessuna avrebbe potuto prendere il tuo posto nella mia vita o nel mio cuore. L’unica distrazione che ho avuto in tutto questo tempo è stata la ricerca di Victoria che, mentre io perdevo tempo in Brasile, è tornata da te per ucciderti.»
«Edward, le cose non sono cambiate, io sono sempre umana e tu avrai sempre paura di farmi del male, di perdere il controllo, di non essere in grado di proteggermi. Io voglio solo amarti, non chiedo altro.»
Mi stringe a se, pelle a pelle. Il mio cuore in un tumulto furioso, il suo silenzioso, ma tanto prezioso per me.
«Non ti lascerò mai più, Bella, non ne avrei la forza. Credimi, sono pronto ad affrontare qualsiasi cosa per stare con te.»
«Sei pronto, Edward? Allora… trasformami, qui, adesso.»
Avvicino il collo alla sua bocca, strofino la mia pelle sulle sua labbra chiuse. Un ringhio erompe dal suo petto. Il cuore mi sta scoppiando nel petto, potrebbe perdere definitivamente il controllo e succhiare dal mio corpo tutta la mia linfa vitale, ma non riesco ad avere paura.
Apre le labbra, lascia scorrere la lingua sulla vena pulsante del mio collo, infiammandomi, eccitandomi in un modo sconosciuto.
Si allontana appoggiando il viso sul mio petto.
«Non posso, Bella. Non sono abbastanza forte, ti ucciderei.»
È il mio turno, ma dal mio petto arriva un singhiozzo che mi squassa l’anima.
«Allora vai via, vattene o mi ucciderai lo stesso. Ti prego.»
«No! Non capisci che la mia vita non ha senso senza di te? Non mi importa più di essere egoista, di condannarti ad una non vita eterna. Io ti voglio con me, Bella, per sempre. Chiederò a Carlisle di trasformarti, ma non posso essere io a toglierti la vita.»
Eccole, le parole che ho sempre aspettato, le parole che cambieranno in mio destino.
Mi getto sulle sue labbra, famelica, non permetterò che si tiri indietro, non più.
Voglio sentirlo mio, voglio sentirmi parte di lui. Bacio le sue labbra, il suo collo morbido, scendo sul petto ghiacciato, il mio corpo sta prendendo fuoco.
Mi fa stendere restituendomi ogni bacio, ogni carezza. Mi sfiora con devozione fino ad arrivare alla mia intimità. Non ho mai permesso a nessuno di toccarmi in questo modo, né io ho mai spinto le mie mani ad esplorare i corpi che ho conosciuto.
Si allontana solo per un momento da me fissando il suo sguardo nel mio.
«Fermami se ti faccio male, se perdo il controllo fammi sentire la tua voce, è l’unico modo che ho per tornare indietro.»
«Te lo prometto. Ti amo, Edward, non mi farai del male.»
Accarezzo il suo viso delicatamente, vorrei che potesse sentire la mia emozione.
Quando finalmente lo sento entrare in me mi sembra di impazzire.
«Solo tu, sei sempre stato solo tu.»
Sto delirando, non ho mai provato un’emozione simile, Edward sembra perso in un mondo parallelo mentre non smette un solo istante di ripetere quanto mi ama.
Quando il piacere sovrasta la sua volontà, i suoi denti affondano nel mio collo. Il dolore non placa il mio piacere, lo amplifica portandomi all’orgasmo. Sta per ritrarsi, lo sguardo sconvolto, ma lo abbraccio forte pregandolo di restare. Forse troppo preso da noi mi dà ascolto lasciandosi andare dentro di me.
Si scosta leggermente mettendosi al mio fianco. Tiene gli occhi chiusi, un braccio a nascondergli il viso.
Allungo la mano lasciandola cadere poco dopo. So che percepisce ogni mio più piccolo movimento o respiro eppure non muove un solo muscolo. Resta fermo come una statua e io sto per mettermi ad urlare.
«Edward…»
Ancora silenzio e nessun movimento.
«Edward, ti prego di qualcosa.»
«Ho bevuto il tuo sangue», sussurra solamente.
«Sì, ma non è stato…»
«Ho bevuto il tuo sangue, Bella.»
Basta sono stufa di tutto questo, sta rovinando il momento più bello della mia vita.
«È vero, hai bevuto il mio sangue, ma hai trattenuto il veleno o a quest'ora mi starei contorcendo dai dolori. Non mi hai fatto male, anzi, è stato bellissimo.»
Mi fulmina con uno sguardo che potrebbe incenerirmi.
«Dovrei essere orgoglioso di me, quindi?»
«Beh, se questo è il risultato, ti permetto di rifarlo tutte le volte che vuoi, almeno finché avrò sangue a circolarmi nelle vene.» La butto lì per farlo ridere, ma non mi sembra proprio in vena.
Gli vado vicino, stringendomi a lui.
«È stato bellissimo, Edward. È piaciuto anche a te?»
Solleva il mio viso con due dita portando i miei occhi alla stessa altezza dei suoi.
«È stato… non trovo le parole adatte per descriverlo. Forse potrei sintetizzarlo con l’esperienza più elettrizzante, felice e appagante della mia esistenza.»
«Più che mangiare un puma?» Scoppia a ridere, finalmente.
«Molto di più, amore, molto di più.»
«Allora cosa ne dici di ripetere questa esperienza elettrizzante?» gli chiedo enfatizzando sull’ultima parola.
Si sistema sopra di me riempiendo di baci il mio viso, il collo, tutta la mia pelle.
«Sei sicura di non essere stanca?»
«Non sarò mai stanca di te.»
Ci amiamo ancora, ma ad un certo punto della notte, avvolta in una coperta pesante per non congelare addossata al suo corpo, sono costretta a cedere al sonno. Poco prima di addormentarmi però, trovo la forza per dire un’ultima cosa.
«Edward, mi dispiace di… ecco di non… averti aspettato.»
Posa un bacio delicato sulla mia fronte.
«Sei mia adesso, conta solo questo.»
Mi accoccolo ancora meglio su di lui, ma una frase blocca ancora il mio sonno.
«Adesso sei mia, ma non permetterò che tu viva ancora nel peccato, quindi, al più presto sarai mia moglie.»
So che dovrei inorridire al solo pensiero, ma forse per il sonno, forse per i sensi annebbiati dal sesso, l’unica cosa che rispondo è: «e subito dopo diventerò la tua vampira.»

******

Ed eccoci, spero che il finale vi sia piaciuto.
Non ci sarà un epilogo perché sarebbe inutile. Per me la saga è perfetta, non cambierei nemmeno una virgola quindi finirei per scrivere un doppione dove Bella rimane incinta, nasce una bellissima bambina immortale, Jacob trova il suo posto nel mondo e vissero tutti felici e contenti, quindi… chiudo così e se vi va di crearvi un finale alternativo sono lieta di avervi fornito uno spunto.
Vorrei ringraziare ognuno di voi per avermi accompagnato in questo breve viaggio. Per è sempre stupendo rendermi conto di contare qualcosa per voi, spero di trovarvi ancora se dovessi scrivere altre storie.
Nel frattempo, se vi va e non l’avete ancora fatto, potete passare nella mia pagina e dare un’occhiata alle mie altre storie.
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- Crescere per amore conclusa
- Era scritto che ti amassi conclusa
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- Scatti d’amore
- Il mio sogno sei tu
- Quell’attimo che ti cambia
- Un incontro inaspettato
- Rapunzel 2012
- Il dono di Elizabeth
- Il vincolo – storia particolare, ma se le date una possibilità, andando oltre il primo pezzo, potrebbe piacervi
- Una giornata di sole.
Alla prossima, vi abbraccio.
Patrizia
  
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