ff hp 35
Angolino:
Questo è l'ultimo capitolo... e voglio che lasciate un
commentino in tantissimi, solo poche parole... per farmi capire chi ha
seguito fino alla fine e chi sia stato contento di leggere questa
storia! Quindi voglio sentirvi tutti!!!!!!!!!!!!
Stavolta il ragazzino non poté trattenersi e si
buttò contro Severus.
Passarono alcuni minuti e Harry cominciò a sentirsi davvero
sonnolento.
"Adesso ti riporto al Manor, così potremo stare un po' da
soli."
Con il viso nascosto nell'incavo tra la spalla e il collo del
professore, mormorò contrariato "Sono ancora arrabbiato."
Severus ridacchiò, mentre roteava gli occhi "Lo so, lo so."
Harry chiuse definitivamente le palpebre e si addormentò.
Il professore si alzò tenendo il figlio tra le braccia e
percorse lentamente i corridoi di Hogwarts per tornare nei sotterranei
ad impacchettare le cose di Harry.
FINE CAP. 34
Severus era seduto sul divano dei suoi appartamenti a Hogwarts.
Narcissa, di fronte a lui, annuì comprensiva a
ciò che
lui le aveva appena detto.
I due maghi sarebbero partiti per il Manor del professore, da soli. Lei
sarebbe rimasta nei sotterranei della scuola con Draco. Severus le
aveva garantito la migliore delle protezioni. Ma la sua preoccupazione
di madre persisteva. Prevedeva per il figlio un futoro pieno di
ostacoli e di sofferenze. Sapeva che la gravidanza non avrebbe potuto
essere fermata, ma temeva che il neonato non sarebbe stato mai davvero
al sicuro da Lucius, sia che fosse stato femmina, sia che fosse stato
maschio.
Un altro particolare la rendeva inquieta: il parto maschile era
un'esperienza fisicamente dolorosissima e spesso accadeva che il
partoriente morisse dopo la nascita del figlio. Il genitore finiva in
un coma magico e spesso non si risvegliava.
Sapeva che anche se ne avesse avuto la possibilità, Draco
non
avrebbe rinunciato alla gravidanza, ma da madre, come avrebbe mai
potuto lei accettare un simile scempio? Avrebbe amato il nipote come
solo una donna sapeva fare? Il bambino sarebbe stato privato di una
madre, ma lei sarebbe stata in grado di donare alla creatura l'amore
che avrebbe meritato?
Odiava non avere risposte.
Severus si accorse dello sguardo malinconico della donna e
domandò riluttante mentre passava una mano tra i capelli
corvini
del figlio, che ancora sonnecchiava accanto a lui "Ti sentiresti
più sicura se io restassi qui con voi?"
Lei sorrise educatamente e posò la propria mano su quella
del
figlio, seduto al suo fianco con le sopracciglia corrucciate, come se
stesse combattendo una battaglia interna. "No, mio caro Severus, o
meglio, sì, ma rifiuto categoricamente di costringerti qui,
quando so che hai bisogno di tempo con Harry. Devi tornare a casa tua,
e occuparti di tuo figlio. Nessuno può capirti meglio di me."
Severus in quel momento la ammirò per la sua forza, per il
coraggio che non l'aveva mai caratterizzata da giovane e che era
scaturito
in lei il giorno della nascita di Draco, quel fresco e soleggiato
mattino di giugno. Piton rammentava bene. Era il giorno
dell'anniversario della morte di sua madre, e come ogni anno lui era di
orribile umore, ma quando Narcissa, ancora in ospedale, stesa sul letto
candido e piccolo, dalle lenzuola ruvide, gli aveva chiesto, e
successivamente ordinato, di diventare il padrino di Draco,
Severus aveva sentito qualcosa di diverso dall'inquietudine che provava
in quei giorni bui, nei quali il Signore Oscuro minacciava le vite di
maghi innocenti. Compiacimento, una sensazione con cui non aveva molta
familiarità.
Il professore annuì alla strega, e la ringraziò,
prima di rivolgersi al giovane biondo. "Innanzitutto, come stai?"
Draco fece schioccare la lingua sul palato, ma rispose con educazione
"Benissimo, signore."
Severus si chiese a chi volesse darla a bere, con quella sua finta
indifferenza. Conosceva Draco e sapeva che il ragazzo cercava
attenzione, e appena sentiva un dolorino non frenava la lingua e si
lamentava per ore. In quel momento stava solo fingendo di non voler
disturbare nessuno con la sua situazione e, probabilmente, il giovane
già sapeva che non avrebbe ingannato Severus, che avrebbe
poi
dovuto insistere per farsi dire la verità e così
il
biondo avrebbe avuto tutte le scuse per dare voce ad ogni lamento.
Reazione a catena. Astuto serpeverde.
Severus non aveva voglia di stare al suo gioco, ma che altro fare con
un ragazzo incinto?
"Sono già iniziate le nausee?"
Draco finse indifferenza e annuì come se si trattasse di un
argomento a piacere, come il tempo. "Mmh-mmh."
"Lo immaginavo," disse Severus "Madama Chips partirà per una
breve vacanza, così, fino all'inizio della scuola, verrai da
me
per alcuni controlli, diciamo... due volte a settimana. Non
sarà
appropriato per te viaggiare attraverso la MetroPolvere,
così
dovrai viaggiare con mezzi di trasporto magici, come il Nottetempo o
auto volanti fornite dal Ministero. Ti sconsiglierei anche la
Smaterializzazione congiunta, perché potrebbe essere causa
di
forti nausee."
Accavallò le gambe con eleganza, mostrò la sua
espressione più severa prima di proseguire "Niente alcohol,
niente carne cruda, di nessun tipo. Niente affettati, a eccezione del
prosciutto cotto. Niente frutta e verdura cruda. Niente gelato e niente
uova poco cotte."
Severus sorseggiò il tè caldo e abbondantemente
zuccherato, attendendo un cenno d'assenso da parte del figlioccio.
Harry si stiracchiò accanto a lui, causando il traboccamento
del
liquido bollente, che scivolò sulla pelle pallida del
braccio
del ragazzino, che urlò nel sonno, più per la
sorpresa
che per il dolore. Piton pose rapidamente la tazzina nel tavolino
accanto al divano e, estraendo la bacchetta in un movimento
impercettibile, guarì la leggera ustione.
Nel processo, Harry aveva cominciato ad agitarsi, così
Severus
lo tirò a sé e circondandolo con le braccia, lo
cullò un pochino, mormorando le sciocchezze che i genitori
dicevano per far riaddormentare i loro bambini.
Harry si riappoggiò a lui, immobilizzandosi.
Severus si sentiva osservato e, alzando lo sguardo sugli altri due,
inarcò le sopracciglia e li guardò, sfidandoli a
dire
qualcosa.
Questa era un caratteristica che apprezzava di se stesso: spesso i suoi
sguardi erano più eloquenti delle sue parole.
Narcissa voltò il viso educatamente, distogliendo i suoi
occhi da lui.
Severus poté vedere un sorriso quasi indulgente. E
trattenuto.
Draco invece era accigliato, e molto anche. Sembrava che stesse
scegliendo le parole da usare.
Finalmente parlò, con tono quasi sarcastico "E
così, Zio
Severus, ora lo tratti come un figlio? Dopo averlo tormentato per tanto
tempo, non che io ti biasimi per questo... ma, come... come puoi
dimenticare ciò che è successo negli ultimi
cinque anni?
Come?"
Severus mise in mostra un cipiglio severo. "Io non dimentico, Draco.
Sto facendo ammenda. Non è da me ammettere un errore, ma tu
sei
il mio figlioccio e, anche se odio quando mi chiami Zio Severus, con te
lo farò. Ho sbagliato. Ho fatto un grandissimo errore. Ho
tormentato un ragazzino torturato, e non importa che sia il figlio del
mio
peggior nemico. Lui è innocente e non merita di soffrire.
Così, Draco, ecco la tua risposta. Lo tratto come un figlio
perché è
mio figlio."
Narcissa si voltò nuovamente, tornando a guardarlo e con un
piccolo sorriso, disse "E' bello sapere che non sei più
solo,
Severus."
Sì, lo
è, pensò il professore.
***
Il mantello della donna
era sporco e
umido. Il liquido rosso era sparso tutto attorno al suo corpo tremante.
I capelli corti era imperlati di sudore freddo. Le sue labbra carnose
contratte in una smorfia agonizzante.
"Ora mi risponderai, mia cara?" La sua voce gelida e sibilante
spezzò il silenzio teso.
La strega non riuscì ad alzare la testa, probabilmente
perché sentiva di non poter sostenere quello sguardo
scarlatto.
La voce femminile e tremula uscì a forza dalla sua bocca,
affannosa "No... io non so... nulla."
Mentiva, oh sì, e lui lo sapeva. Sapeva qualcosa, anche se
non
tutto, ma lui stesso non riusciva a penetrare la sua mente astuta. Era
una donna forte.
Una mano bianca dalle lunghe dita alzò la bacchetta e la
stessa
voce sinuosa di prima pronunciò un incantesimo, e la mano
affusolata della donna si staccò dal bracciò e
volò in fondo alla stanza buia.
Non vedeva altro che la pozza di sangue, il camino spento e la porta.
La vittima urlò, sofferente, e lasciò andare
alcuni
singhiozzi isterici. Non tentò di andare a toccarsi il
moncherino sanguinante.
La voce fredda disse, guardandola con disprezzo "Vorrei darti un'ultima
possibilità di rispondermi. Dove si trova il nostro piccolo
eroe, mia cara Amelia?"
Amelia Bones strinse gli occhi stanchi e, con un sussurro,
mentì per l'ultima volta.
La mano bianca si alzò di nuovo, come autonoma, spinta da
una
forza sconosciuta a lui, e la voce crudele si udì ancora per
pronunciare parole mortali "AVADA KEDAVRA!"
Harry
spalancò
gli occhi con un respiro affannoso. Non urlò; lo
sconvolgimento
glielo impedì. Si portò le mani gelate al viso
bagnato,
anch'esso freddo.
Naso, labbra, capelli.
Era ancora se stesso; non era un mostro. Non agli occhi degli altri,
comunque.
Aveva appena ucciso Amelia Bones.
No, non è vero,
si disse. E' stato
Voldemort.
Premette le dita sulle palpebre, tentando di scacciare l'immagine dalla
mente, come faceva sempre quando cercava di non ripensare ad una brutta
figura fatta di fronte a qualcuno. Respirò forte.
Aprì
gli occhi, e li strabuzzò alla vista che lo accolse.
Si sentiva un principe, nella grande camera di un castello con la luce
del mattino che illuminava la stanza attraverso le giganti finestre.
Lo spazioso letto a baldacchino era comodo come lo era stato quello a
Prince Manor. Lo stesso materasso soffice, le stesso cuscino fresco, le
stesse ten... la stessa stanza!
Si trovava di nuovo a Prince Manor! Voltò la testa e
guardò le foto sul comodino: Ron e Hermione, Ginny, James e
Lily.
Sorrise.
Si rigirò e annusò il cuscino, prima di
abbracciarlo.
Si dimenticò in fretta della sua visione, perché
la porta
della sua camera fu spalancata silenziosamente, ed entrò un
vampiro.
Harry chiuse e riaprì gli occhi, stupefatto. Questa volta
non vide un vampiro.
"Buongiorno, Severus," Salutò con voce assonnata.
Il professore curvò all'insù gli angoli delle
labbra,
nelle sembianze di un sorriso, ma Harry non intercettò quel
suo
movimento facciale, perché teneva lo sguardo fisso sulla
porta
ancora aperta.
Niso abbaiò forte e gli corse incontro, leccando il viso e
le
mani del giovane padrone, strusciandosi contro di lui con affetto.
Harry rise forte, non riuscendo a trattenere l'allegria. Niso gli era
mancato quasi quanto Severus.
Severus si sentì tagliato fuori, e il suo sorriso
sparì.
Strinse le labbra, e assottigliò gli occhi, facendo apparire
alcune rughe sulla fronte. Andò a spalancare le tende
dell'ultima finestra della stanza -l'unica rimasta chiusa-, e finse di
concentrarsi sulle pieghe candide della stoffa. Si voltò e
raggiunse la porta, dicendo, prima di svanire dietro di essa "Metti a
cuccia quel cane. Ti voglio a colazione tra mezz'ora." Non si
voltò indietro e non tentò di addolcire la voce.
Harry guardò attonito la porta chiusa, chiedendosi cosa mai
avesse fatto per meritarsi un padre così austero.
Si scrollò Niso di disso, con fare giocoso. Si
asciugò la
faccia, bagnata dalla bava del cane, e scambiò uno sguardo
rassegnato con l'animale. Con espressione pensosa si rivolse al
migliore amico dell'uomo "Meglio andare... o potrebbe tritarci la
lingua in pezzettini per poi utilizzarli per una pozione disgustosa."
***
"Quella di oggi sarà una lunga giornata," disse
Severus interrompendo la silenziosa colazione.
Harry lo guardò con le guance piene di succo di zucca e
deglutì rumorosamente, prima di domandare
"Perché? Cosa
dobbiamo fare?"
Il tono sereno di Severus contrastava con i sentimenti oscuri che il
professore provava. Non presagiva nulla di buono. "Ho organizzato una
visita all'ospedale in cui," bevve un sorso del suo caffè
zuccherato per darsi forza, "in cui è ricoverato tuo zio.
Ally
ha diverse conoscenze ed è riuscita a combinarci un
appuntamento. Ci accompagnerà lei."
Harry lo guardò con gli occhi sbarrati;
l'impulsività e
la ribellione di Grifondoro si incarnarono dentro di lui come un
demone, e non si rese conto del tono che stava usando con il padre.
"Cosa? Sei pazzo? Non-- non puoi portarmi da lui!!!"
La voce di Severus perse ogni dolcezza, e diventò seria e
determinata, come lo diventano le voci dei genitori quando vedono la
reazione del loro figlio ad una loro decisione, prima di ritornare
cedevoli di fronte alla disperazione della prole. Purtroppo per Harry,
o per sua fortuna, quella del professore non sarebbe più
tornata
cedevole e indulgente, non quel giorno.
"Posso e lo farò." Disse Severus.
"Ma... ma... io non voglio vederlo!" Il tono di Harry lasciava
percepire un timore troppo grande, un peso troppo pesante per le spalle
di un ragazzino. Severus non si permise di cedere alle suppliche del
figlio e fu irremovibile.
Un'ora
dopo,
Severus aveva spiegato a Harry ciò che era stato fatto a
Vernon
ed erano entrambi vestiti e puliti, uno con un cipiglio
severo e l'altro con le lacrime agli occhi ed il naso arrossato. Solo
il cane sembrava essere tranquillo, in quella scena un po' patetica e
un po' realistica.
***
Quando
arrivarono all'ospedale San Dervent, Harry non lasciò il
fianco
di Severus, ma fece una sorriso speciale a Ally, che lo aveva aiutato
durante la separazione dal professore. Notò un certo gelo
farsi
spazio tra i due maghi adulti, ma non ebbe la forza di fare domande. Il
nervosismo lo stava soffocando. In quel momento desiderò di
aver
protestato di più, e si pentì di non essersi
chiuso nella
sua camera o nel bagno. Avrebbe dovuto cercare di impedire a Severus di
portarlo via.
Ally
e Severus
non ebbero il coraggio di guardarsi negli occhi, e quindi i loro
sguardi trepidanti si concentrarono sul ragazzino.
Ally
strinse la
mano ad un guaritore senza dire una parola, fece un cenno ad un altro.
Harry fissò i loro visi, ma non li ricordò mai
più.
Severus
lo
condusse ad una stanza: la porta bianca era chiusa, ma da una larga
finestra Harry poteva vedere la figura dormiente sul piccolo letto che
minacciava di affondare a terra sotto il peso dell'uomo.
Il professore rimase dietro di lui e strinse la sua ossuta
spalla
per rassicurarlo. Era lì con lui. Gli guardava le spalle.
Ally
si morse un labbro carnoso e, sentendosi un po' in colpa,
spezzò il silenzio teso "Harry, dovresti entrare."
Severus
guardò suo figlio, e chiese quietamente "Vuoi che io venga?"
Il
ragazzino non distolse gli occhi dallo zio e rispose con una domanda
"Non mi farà nulla, vero?"
Ally
lo rassicurò "Assolutamente no. Anche se dovesse svegliarsi,
non potrà muoversi."
Harry
increspò il naso, prese un respiro profondo, causando il
sollevamento delle spalle tese. La mano di Severus fu scrollata via.
Il
ragazzo entrò, da solo.
Severus
guardò il bambino adulto dirigersi senza di lui nella stanza
d'ospedale e provò un senso di malinconia che lo
lasciò
quasi senza fiato.
Ally
fece un
movimento che avrebbe potuto sembrare casuale: urtò con la
propria mano il polso del mago e lui, senza esitare, la strinse.
***
Harry
sedette sulla sedia scomoda al capezzale di suo zio.
Lasciò
passare lo sguardo sul corpo inerme di Vernon.
Severus
gli
aveva raccontato tutto dell'incantesimo fatto a suo zio. Sapeva che
doveva perdonarlo. Se non l'avesse fatto, Vernon avrebbe sofferto per
l'eternità.
Se
lo avesse perdonato, suo zio sarebbe morto, avrebbe riposato in pace.
Era
tutto
così ingiusto, ma Harry sapeva ciò che doveva
fare.
Chiuse gli occhi, lasciando cadere delle lacrime. Aveva sofferto
così tanto. Non aveva mai avuto nessuno. Era stato
picchiato,
trascurato, abusato. Gli era stato negato il cibo e l'acqua e il sonno.
Ed ora dipendeva completamente da Severus, dalla sua presenza.
Non
singhiozzò, essendo stato abituato a soffrire in silenzio.
Aprì
gli
occhi e con sguardo assente posò una mano sopra quella
fredda e
grassoccia dello zio. Mormorò "Ti perdono."
Non
accadde nulla. Vernon continuò a respirare.
Harry
fu preso dal panico: l'aveva perdonato, davvero! Perché era
ancora vivo?
Si
alzò,
privo di chiarezza. Corse fuori dalla stanza e finì addosso
a
Severus. Scostò il viso e guardò verso l'alto con
sguardo
interrogativo. "Perchè?" Chiese con voce flebile.
Severus
gli
accarezzò i capelli, ed i suoi occhi neri celavano una forte
compassione per un ragazzo che aveva sofferto troppo.
"Non
sei ancora pronto a perdonarlo."
"Ma-
ma... io ho detto... "
"Non
sei pronto. Ti aiuterò a guarire, te lo prometto. Hai solo
bisogno di più tempo."
Harry
stava per protestare, ma poi si guardò indietro e vide lo
zio sofferente. Sospirò, e annuì.
***
Severus
lasciò Harry sul letto nel quale il ragazzo si era
svegliato,
gli sistemò un cuscino sotto la testa e ascoltò
il
respiro del figlio. Dormiva.
Raggiunse
Ally, che lo attendeva alla porta. La donna si tolse i capelli lisci
dalla fronte e sorrise.
Severus
le prese
una mano, e passò i polpastrelli sulle lunghe unghie
femminili.
"Mi dispiace... per tutto." Lei annuì "Sei perdonato."
Lui
alzò le sopracciglia e disse sarcasticamente "Invece, tu non
hai peccato, come sempre."
Ally
ridacchiò "Come sempre."
Lui
la
baciò, assaporandola e le posò le mani sulle
guance paffute. Le
fece scorrere sulla pelle scura del collo. Lei rispose al bacio, ma gli
bloccò le mani.
Severus
si
allontanò e lei gli pose una mano affusolata sulle labbra
fine.
Scosse la testa e disse "Voglio andare più lentamente. Non
voglio che tu voglia solo sesso, Severus."
Lui
aprì la bocca, ma lei gliela coprì come aveva
fatto al San Mungo, quando Harry era ancora ricoverato.
Ed
era lì che lui era rimasto affascinato da lei per la prima
volta.
"Non
rispondere... Ora devo andare. Ci rivedremo presto."
Lui
la guardò uscire e per una volta fece come lei gli aveva
detto. Non disse nulla.
Si
voltò e raggiunse il figlio che ora teneva gli occhi aperti.
Severus
spalancò la bocca "Eri... eri sveglio?"
Harry
sorrise in
modo infantile e annuì. Severus si sentì deluso.
Quando
era piccolo sua madre gli diceva sempre che lei sapeva riconoscere il
suo respiro da sveglio e da addormentato. 'E' una cosa che un genitore
sa sempre. Sa sempre dire quando il proprio figlio è
addormentato.' Diceva.
Sperò
che con il tempo, sarebbe stato capace di farlo anche lui.
Strinse
le labbra e disse "Non fare domande."
"Ok."
Severus
sedette sul bordo del letto e passò una mano tra i capelli
del figlio.
"Dovresti
dormire."
Harry
annuì, cedevole.
Severus
si alzò per dirigersi alla porta, ma udì la voce
stanca del figlio supplicarlo "Resta con me, per favore."
Si
girò e
si riavvicinò al ragazzo. Evocò una poltrona
comoda e vi
sedette. Prese la mano del figlio, prima di dire "Sì. Resto
con
te. Non ti lascio. Non sarai mai più solo."
Harry
spalancò gli occhi ed una lacrima cadde dall'angolo
dell'occhio destro.
"Grazie
papà."
The End
SPAZIO AUTRICE
Siamo
giunti alla fine!
Ringrazio
dedy94, Dogma, Gloria_Potter,
Vale Lovegood,
clarissa parker,
bellezza88,
elipotterina94_n6,
Piccola Vero,
kisa86,
ragazzasilenziosa,
lunachan62.
E
un grazie speciale a Lily_Snape, la mia beta, oltre che mia lettrice e
commentatrice!
Questo
è l'ultimo capitolo e così voglio sentirvi tutti!
Spendete due paroline!!!!!!! E soprattutto fatemi sapere quanto volete
un sequel! Che vi assicurò ci sarà... ma in
più
recensite più in fretta ne pubblico il primo capitolo!
Grazie
anche a tutti quelli che hanno messo la mia fic tra i preferiti
1
- 8Ceci93
2 - Alaide
3 - alexandra84
4 - alexiell
5 - aliceliddell
6 - alii
7 - ambretta peperina
8 - Andy14
9 - angelicascerra
10 - Angevil_Rickman
11 - APPLETREE
12 - Ashley Ketchum
13 - babibabi
14 - bakaneko
15 - Bellafifi1986
16 - bellezza88
17 - Berenice
18 - bob
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48 - firstvale
49 - Flame Drago del
Fuoco
50 - freehja
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75 - ladyarle
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123 - Rotavirus
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127 - SakuraHaruno
128 - Selendhil
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131 - sonsimo
132 - sparta
133 - spikina
134 - Ste66
135 - steg94
136 - sweeney_piton_morgan
137 - The Death Poets
Society
138 - thebigwolf
139 - themina
140 - Tigre94
141 - Tom94
142 - Vale Lovegood
143 - Valery_Snape
144 - WingsHP
145 - xiah
146 - ximeng
147 - yayax
148 - yoko_kage13
149 - yuke
150 - z34
151 - _G0tik4_
152 - _SiMoNa_
Se non vi
ricordate dell'incantesimo di Vernon andate a rivedere il capitolo 22.
Date un'occhiata al mio profilo per le notizie e continuate a seguire
la mia traduzione "Better Be Slytherin!"
E'
stato un piacere scrivere questa
fanfiction!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Grazie a
tutti!
Una
bacione!
Pikkola
prongs.
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