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Autore: Burnt Orchid    20/10/2008    31 recensioni
Harry soffre per la perdita di Sirius e viene maltrattato, ma qualcuno di inaspettato viene a salvarlo. Il suo salvatore riesce a ridargli la speranza,e lo aiuta a guarire dalle ferite dell'anima. Sappiate che per me le critiche vanno bene, ma cercate di avere pietà...spero che vi piaccia!
Genere: Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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ff hp 35 Angolino: Questo è l'ultimo capitolo... e voglio che lasciate un commentino in tantissimi, solo poche parole... per farmi capire chi ha seguito fino alla fine e chi sia stato contento di leggere questa storia! Quindi voglio sentirvi tutti!!!!!!!!!!!!


Stavolta il ragazzino non poté trattenersi e si buttò contro Severus.
Passarono alcuni minuti e Harry cominciò a sentirsi davvero sonnolento.
"Adesso ti riporto al Manor, così potremo stare un po' da soli."
Con il viso nascosto nell'incavo tra la spalla e il collo del professore, mormorò contrariato "Sono ancora arrabbiato."

Severus ridacchiò, mentre roteava gli occhi "Lo so, lo so."

Harry chiuse definitivamente le palpebre e si addormentò.

Il professore si alzò tenendo il figlio tra le braccia e percorse lentamente i corridoi di Hogwarts per tornare nei sotterranei ad impacchettare le cose di Harry.
FINE CAP. 34


Severus era seduto sul divano dei suoi appartamenti a Hogwarts. Narcissa, di fronte a lui, annuì comprensiva a ciò che lui le aveva appena detto.
I due maghi sarebbero partiti per il Manor del professore, da soli. Lei sarebbe rimasta nei sotterranei della scuola con Draco. Severus le aveva garantito la migliore delle protezioni. Ma la sua preoccupazione di madre persisteva. Prevedeva per il figlio un futoro pieno di ostacoli e di sofferenze. Sapeva che la gravidanza non avrebbe potuto essere fermata, ma temeva che il neonato non sarebbe stato mai davvero al sicuro da Lucius, sia che fosse stato femmina, sia che fosse stato maschio.
Un altro particolare la rendeva inquieta: il parto maschile era un'esperienza fisicamente dolorosissima e spesso accadeva che il partoriente morisse dopo la nascita del figlio. Il genitore finiva in un coma magico e spesso non si risvegliava.
Sapeva che anche se ne avesse avuto la possibilità, Draco non avrebbe rinunciato alla gravidanza, ma da madre, come avrebbe mai potuto lei accettare un simile scempio? Avrebbe amato il nipote come solo una donna sapeva fare? Il bambino sarebbe stato privato di una madre, ma lei sarebbe stata in grado di donare alla creatura l'amore che avrebbe meritato?
Odiava non avere risposte.

Severus si accorse dello sguardo malinconico della donna e domandò riluttante mentre passava una mano tra i capelli corvini del figlio, che ancora sonnecchiava accanto a lui "Ti sentiresti più sicura se io restassi qui con voi?"
Lei sorrise educatamente e posò la propria mano su quella del figlio, seduto al suo fianco con le sopracciglia corrucciate, come se stesse combattendo una battaglia interna. "No, mio caro Severus, o meglio, sì, ma rifiuto categoricamente di costringerti qui, quando so che hai bisogno di tempo con Harry. Devi tornare a casa tua, e occuparti di tuo figlio. Nessuno può capirti meglio di me."

Severus in quel momento la ammirò per la sua forza, per il coraggio che non l'aveva mai caratterizzata da giovane e che era scaturito in lei il giorno della nascita di Draco, quel fresco e soleggiato mattino di giugno. Piton rammentava bene. Era il giorno dell'anniversario della morte di sua madre, e come ogni anno lui era di orribile umore, ma quando Narcissa, ancora in ospedale, stesa sul letto candido e piccolo, dalle lenzuola ruvide, gli aveva chiesto, e successivamente ordinato, di diventare il padrino di Draco, Severus aveva sentito qualcosa di diverso dall'inquietudine che provava in quei giorni bui, nei quali il Signore Oscuro minacciava le vite di maghi innocenti. Compiacimento, una sensazione con cui non aveva molta familiarità.

Il professore annuì alla strega, e la ringraziò, prima di rivolgersi al giovane biondo. "Innanzitutto, come stai?"
Draco fece schioccare la lingua sul palato, ma rispose con educazione "Benissimo, signore."
Severus si chiese a chi volesse darla a bere, con quella sua finta indifferenza. Conosceva Draco e sapeva che il ragazzo cercava attenzione, e appena sentiva un dolorino non frenava la lingua e si lamentava per ore. In quel momento stava solo fingendo di non voler disturbare nessuno con la sua situazione e, probabilmente, il giovane già sapeva che non avrebbe ingannato Severus, che avrebbe poi dovuto insistere per farsi dire la verità e così il biondo avrebbe avuto tutte le scuse per dare voce ad ogni lamento. Reazione a catena. Astuto serpeverde.
Severus non aveva voglia di stare al suo gioco, ma che altro fare con un ragazzo incinto?
"Sono già iniziate le nausee?"
Draco finse indifferenza e annuì come se si trattasse di un argomento a piacere, come il tempo. "Mmh-mmh."

"Lo immaginavo," disse Severus "Madama Chips partirà per una breve vacanza, così, fino all'inizio della scuola, verrai da me per alcuni controlli, diciamo... due volte a settimana. Non sarà appropriato per te viaggiare attraverso la MetroPolvere, così dovrai viaggiare con mezzi di trasporto magici, come il Nottetempo o auto volanti fornite dal Ministero. Ti sconsiglierei anche la Smaterializzazione congiunta, perché potrebbe essere causa di forti nausee."
Accavallò le gambe con eleganza, mostrò la sua espressione più severa prima di proseguire "Niente alcohol, niente carne cruda, di nessun tipo. Niente affettati, a eccezione del prosciutto cotto. Niente frutta e verdura cruda. Niente gelato e niente uova poco cotte."

Severus sorseggiò il tè caldo e abbondantemente zuccherato, attendendo un cenno d'assenso da parte del figlioccio. Harry si stiracchiò accanto a lui, causando il traboccamento del liquido bollente, che scivolò sulla pelle pallida del braccio del ragazzino, che urlò nel sonno, più per la sorpresa che per il dolore. Piton pose rapidamente la tazzina nel tavolino accanto al divano e, estraendo la bacchetta in un movimento impercettibile, guarì la leggera ustione.
Nel processo, Harry aveva cominciato ad agitarsi, così Severus lo tirò a sé e circondandolo con le braccia, lo cullò un pochino, mormorando le sciocchezze che i genitori dicevano per far riaddormentare i loro bambini.
Harry si riappoggiò a lui, immobilizzandosi.

Severus si sentiva osservato e, alzando lo sguardo sugli altri due, inarcò le sopracciglia e li guardò, sfidandoli a dire qualcosa.
Questa era un caratteristica che apprezzava di se stesso: spesso i suoi sguardi erano più eloquenti delle sue parole.

Narcissa voltò il viso educatamente, distogliendo i suoi occhi da lui.
Severus poté vedere un sorriso quasi indulgente. E trattenuto.  

Draco invece era accigliato, e molto anche. Sembrava che stesse scegliendo le parole da usare.
Finalmente parlò, con tono quasi sarcastico "E così, Zio Severus, ora lo tratti come un figlio? Dopo averlo tormentato per tanto tempo, non che io ti biasimi per questo... ma, come... come puoi dimenticare ciò che è successo negli ultimi cinque anni? Come?"
Severus mise in mostra un cipiglio severo. "Io non dimentico, Draco. Sto facendo ammenda. Non è da me ammettere un errore, ma tu sei il mio figlioccio e, anche se odio quando mi chiami Zio Severus, con te lo farò. Ho sbagliato. Ho fatto un grandissimo errore. Ho tormentato un ragazzino torturato, e non importa che sia il figlio del mio peggior nemico. Lui è innocente e non merita di soffrire. Così, Draco, ecco la tua risposta. Lo tratto come un figlio perché è mio figlio."

Narcissa si voltò nuovamente, tornando a guardarlo e con un piccolo sorriso, disse "E' bello sapere che non sei più solo, Severus."
Sì, lo è, pensò il professore.


                                                            ***


Il mantello della donna era sporco e umido. Il liquido rosso era sparso tutto attorno al suo corpo tremante. I capelli corti era imperlati di sudore freddo. Le sue labbra carnose contratte in una smorfia agonizzante.
"Ora mi risponderai, mia cara?" La sua voce gelida e sibilante spezzò il silenzio teso.
La strega non riuscì ad alzare la testa, probabilmente perché sentiva di non poter sostenere quello sguardo scarlatto. La voce femminile e tremula uscì a forza dalla sua bocca, affannosa "No... io non so... nulla."
Mentiva, oh sì, e lui lo sapeva. Sapeva qualcosa, anche se non tutto, ma lui stesso non riusciva a penetrare la sua mente astuta. Era una donna forte.
Una mano bianca dalle lunghe dita alzò la bacchetta e la stessa voce sinuosa di prima pronunciò un incantesimo, e la mano affusolata della donna si staccò dal bracciò e volò in fondo alla stanza buia.
Non vedeva altro che la pozza di sangue, il camino spento e la porta.

La vittima urlò, sofferente, e lasciò andare alcuni singhiozzi isterici. Non tentò di andare a toccarsi il moncherino sanguinante.
La voce fredda disse, guardandola con disprezzo "Vorrei darti un'ultima possibilità di rispondermi. Dove si trova il nostro piccolo eroe, mia cara Amelia?"
Amelia Bones strinse gli occhi stanchi e, con un sussurro, mentì per l'ultima volta.
La mano bianca si alzò di nuovo, come autonoma, spinta da una forza sconosciuta a lui, e la voce crudele si udì ancora per pronunciare parole mortali "AVADA KEDAVRA!"

Harry spalancò gli occhi con un respiro affannoso. Non urlò; lo sconvolgimento glielo impedì. Si portò le mani gelate al viso bagnato, anch'esso freddo.
Naso, labbra, capelli.
Era ancora se stesso; non era un mostro. Non agli occhi degli altri, comunque.
Aveva appena ucciso Amelia Bones.
No, non è vero, si disse. E' stato Voldemort.

Premette le dita sulle palpebre, tentando di scacciare l'immagine dalla mente, come faceva sempre quando cercava di non ripensare ad una brutta figura fatta di fronte a qualcuno. Respirò forte. Aprì gli occhi, e li strabuzzò alla vista che lo accolse.
Si sentiva un principe, nella grande camera di un castello con la luce del mattino che illuminava la stanza attraverso le giganti finestre.
Lo spazioso letto a baldacchino era comodo come lo era stato quello a Prince Manor. Lo stesso materasso soffice, le stesso cuscino fresco, le stesse ten... la stessa stanza!
Si trovava di nuovo a Prince Manor! Voltò la testa e guardò le foto sul comodino: Ron e Hermione, Ginny, James e Lily.
Sorrise.
Si rigirò e annusò il cuscino, prima di abbracciarlo.

Si dimenticò in fretta della sua visione, perché la porta della sua camera fu spalancata silenziosamente, ed entrò un vampiro.
Harry chiuse e riaprì gli occhi, stupefatto. Questa volta non vide un vampiro.

"Buongiorno, Severus," Salutò con voce assonnata.
Il professore curvò all'insù gli angoli delle labbra, nelle sembianze di un sorriso, ma Harry non intercettò quel suo movimento facciale, perché teneva lo sguardo fisso sulla porta ancora aperta.
Niso abbaiò forte e gli corse incontro, leccando il viso e le mani del giovane padrone, strusciandosi contro di lui con affetto. Harry rise forte, non riuscendo a trattenere l'allegria. Niso gli era mancato quasi quanto Severus.
Severus si sentì tagliato fuori, e il suo sorriso sparì. Strinse le labbra, e assottigliò gli occhi, facendo apparire alcune rughe sulla fronte. Andò a spalancare le tende dell'ultima finestra della stanza -l'unica rimasta chiusa-, e finse di concentrarsi sulle pieghe candide della stoffa. Si voltò e raggiunse la porta, dicendo, prima di svanire dietro di essa "Metti a cuccia quel cane. Ti voglio a colazione tra mezz'ora." Non si voltò indietro e non tentò di addolcire la voce.

Harry guardò attonito la porta chiusa, chiedendosi cosa mai avesse fatto per meritarsi un padre così austero.
Si scrollò Niso di disso, con fare giocoso. Si asciugò la faccia, bagnata dalla bava del cane, e scambiò uno sguardo rassegnato con l'animale. Con espressione pensosa si rivolse al migliore amico dell'uomo "Meglio andare... o potrebbe tritarci la lingua in pezzettini per poi utilizzarli per una pozione disgustosa."

                                                            ***


"Quella di oggi sarà una lunga giornata," disse Severus interrompendo la silenziosa colazione.
Harry lo guardò con le guance piene di succo di zucca e deglutì rumorosamente, prima di domandare "Perché? Cosa dobbiamo fare?"
Il tono sereno di Severus contrastava con i sentimenti oscuri che il professore provava. Non presagiva nulla di buono. "Ho organizzato una visita all'ospedale in cui," bevve un sorso del suo caffè zuccherato per darsi forza, "in cui è ricoverato tuo zio. Ally ha diverse conoscenze ed è riuscita a combinarci un appuntamento. Ci accompagnerà lei."
Harry lo guardò con gli occhi sbarrati; l'impulsività e la ribellione di Grifondoro si incarnarono dentro di lui come un demone, e non si rese conto del tono che stava usando con il padre. "Cosa? Sei pazzo? Non-- non puoi portarmi da lui!!!"
La voce di Severus perse ogni dolcezza, e diventò seria e determinata, come lo diventano le voci dei genitori quando vedono la reazione del loro figlio ad una loro decisione, prima di ritornare cedevoli di fronte alla disperazione della prole. Purtroppo per Harry, o per sua fortuna, quella del professore non sarebbe più tornata cedevole e indulgente, non quel giorno.
"Posso e lo farò." Disse Severus.

"Ma... ma... io non voglio vederlo!" Il tono di Harry lasciava percepire un timore troppo grande, un peso troppo pesante per le spalle di un ragazzino. Severus non si permise di cedere alle suppliche del figlio e fu irremovibile.

Un'ora dopo, Severus aveva spiegato a Harry ciò che era stato fatto a Vernon ed erano entrambi vestiti e puliti, uno con un cipiglio severo e l'altro con le lacrime agli occhi ed il naso arrossato. Solo il cane sembrava essere tranquillo, in quella scena un po' patetica e un po' realistica.


                                                            ***


Quando arrivarono all'ospedale San Dervent, Harry non lasciò il fianco di Severus, ma fece una sorriso speciale a Ally, che lo aveva aiutato durante la separazione dal professore. Notò un certo gelo farsi spazio tra i due maghi adulti, ma non ebbe la forza di fare domande. Il nervosismo lo stava soffocando. In quel momento desiderò di aver protestato di più, e si pentì di non essersi chiuso nella sua camera o nel bagno. Avrebbe dovuto cercare di impedire a Severus di portarlo via.

Ally e Severus non ebbero il coraggio di guardarsi negli occhi, e quindi i loro sguardi trepidanti si concentrarono sul ragazzino.
Ally strinse la mano ad un guaritore senza dire una parola, fece un cenno ad un altro. Harry fissò i loro visi, ma non li ricordò mai più.

Severus lo condusse ad una stanza: la porta bianca era chiusa, ma da una larga finestra Harry poteva vedere la figura dormiente sul piccolo letto che minacciava di affondare a terra sotto il peso dell'uomo. Il professore rimase dietro di lui e strinse la sua ossuta spalla per rassicurarlo. Era lì con lui. Gli guardava le spalle.

Ally si morse un labbro carnoso e, sentendosi un po' in colpa, spezzò il silenzio teso "Harry, dovresti entrare."
Severus guardò suo figlio, e chiese quietamente "Vuoi che io venga?"
Il ragazzino non distolse gli occhi dallo zio e rispose con una domanda "Non mi farà nulla, vero?"
Ally lo rassicurò "Assolutamente no. Anche se dovesse svegliarsi, non potrà muoversi."

Harry increspò il naso, prese un respiro profondo, causando il sollevamento delle spalle tese. La mano di Severus fu scrollata via.
Il ragazzo entrò, da solo.

Severus guardò il bambino adulto dirigersi senza di lui nella stanza d'ospedale e provò un senso di malinconia che lo lasciò quasi senza fiato.
Ally fece un movimento che avrebbe potuto sembrare casuale: urtò con la propria mano il polso del mago e lui, senza esitare, la strinse.


                                                            ***


Harry sedette sulla sedia scomoda al capezzale di suo zio.
Lasciò passare lo sguardo sul corpo inerme di Vernon.

Severus gli aveva raccontato tutto dell'incantesimo fatto a suo zio. Sapeva che doveva perdonarlo. Se non l'avesse fatto, Vernon avrebbe sofferto per l'eternità.
Se lo avesse perdonato, suo zio sarebbe morto, avrebbe riposato in pace.
Era tutto così ingiusto, ma Harry sapeva ciò che doveva fare. Chiuse gli occhi, lasciando cadere delle lacrime. Aveva sofferto così tanto. Non aveva mai avuto nessuno. Era stato picchiato, trascurato, abusato. Gli era stato negato il cibo e l'acqua e il sonno. Ed ora dipendeva completamente da Severus, dalla sua presenza.

Non singhiozzò, essendo stato abituato a soffrire in silenzio.
Aprì gli occhi e con sguardo assente posò una mano sopra quella fredda e grassoccia dello zio. Mormorò "Ti perdono."

Non accadde nulla. Vernon continuò a respirare.
Harry fu preso dal panico: l'aveva perdonato, davvero! Perché era ancora vivo?
Si alzò, privo di chiarezza. Corse fuori dalla stanza e finì addosso a Severus. Scostò il viso e guardò verso l'alto con sguardo interrogativo. "Perchè?" Chiese con voce flebile.
Severus gli accarezzò i capelli, ed i suoi occhi neri celavano una forte compassione per un ragazzo che aveva sofferto troppo.
"Non sei ancora pronto a perdonarlo."
"Ma- ma... io ho detto... "
"Non sei pronto. Ti aiuterò a guarire, te lo prometto. Hai solo bisogno di più tempo."
Harry stava per protestare, ma poi si guardò indietro e vide lo zio sofferente. Sospirò, e annuì.



                                                            ***


Severus lasciò Harry sul letto nel quale il ragazzo si era svegliato, gli sistemò un cuscino sotto la testa e ascoltò il respiro del figlio. Dormiva.
Raggiunse Ally, che lo attendeva alla porta. La donna si tolse i capelli lisci dalla fronte e sorrise.
Severus le prese una mano, e passò i polpastrelli sulle lunghe unghie femminili. "Mi dispiace... per tutto." Lei annuì "Sei perdonato."
Lui alzò le sopracciglia e disse sarcasticamente "Invece, tu non hai peccato, come sempre."
Ally ridacchiò "Come sempre."
Lui la baciò, assaporandola e le posò le mani sulle guance paffute. Le fece scorrere sulla pelle scura del collo. Lei rispose al bacio, ma gli bloccò le mani.
Severus si allontanò e lei gli pose una mano affusolata sulle labbra fine. Scosse la testa e disse "Voglio andare più lentamente. Non voglio che tu voglia solo sesso, Severus."
Lui aprì la bocca, ma lei gliela coprì come aveva fatto al San Mungo, quando Harry era ancora ricoverato.
Ed era lì che lui era rimasto affascinato da lei per la prima volta.
"Non rispondere... Ora devo andare. Ci rivedremo presto."

Lui la guardò uscire e per una volta fece come lei gli aveva detto. Non disse nulla.

Si voltò e raggiunse il figlio che ora teneva gli occhi aperti.
Severus spalancò la bocca "Eri... eri sveglio?"
Harry sorrise in modo infantile e annuì. Severus si sentì deluso. Quando era piccolo sua madre gli diceva sempre che lei sapeva riconoscere il suo respiro da sveglio e da addormentato. 'E' una cosa che un genitore sa sempre. Sa sempre dire quando il proprio figlio è addormentato.' Diceva.

Sperò che con il tempo, sarebbe stato capace di farlo anche lui.

Strinse le labbra e disse "Non fare domande."
"Ok."

Severus sedette sul bordo del letto e passò una mano tra i capelli del figlio.
"Dovresti dormire."
Harry annuì, cedevole.
Severus si alzò per dirigersi alla porta, ma udì la voce stanca del figlio supplicarlo "Resta con me, per favore."
Si girò e si riavvicinò al ragazzo. Evocò una poltrona comoda e vi sedette. Prese la mano del figlio, prima di dire "Sì. Resto con te. Non ti lascio. Non sarai mai più solo."
Harry spalancò gli occhi ed una lacrima cadde dall'angolo dell'occhio destro.
"Grazie papà."





The End









SPAZIO AUTRICE
Siamo giunti alla fine!
Ringrazio dedy94, Dogma, Gloria_Potter, Vale Lovegood, clarissa parker, bellezza88, elipotterina94_n6, Piccola Vero, kisa86, ragazzasilenziosa, lunachan62.
E un grazie speciale a Lily_Snape, la mia beta, oltre che mia lettrice e commentatrice!
Questo è l'ultimo capitolo e così voglio sentirvi tutti! Spendete due paroline!!!!!!! E soprattutto fatemi sapere quanto volete un sequel! Che vi assicurò ci sarà... ma in più recensite più in fretta ne pubblico il primo capitolo!
Grazie anche a tutti quelli che hanno messo la mia fic tra i preferiti
1 - 8Ceci93
2 - Alaide
3 - alexandra84
4 - alexiell
5 - aliceliddell
6 - alii
7 - ambretta peperina
8 - Andy14
9 - angelicascerra
10 - Angevil_Rickman
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14 - bakaneko
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141 - Tom94
142 - Vale Lovegood
143 - Valery_Snape
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145 - xiah
146 - ximeng
147 - yayax
148 - yoko_kage13
149 - yuke
150 - z34
151 - _G0tik4_
152 - _SiMoNa_
Se non vi ricordate dell'incantesimo di Vernon andate a rivedere il capitolo 22.
Date un'occhiata al mio profilo per le notizie e continuate a seguire la mia traduzione "Better Be Slytherin!"

E' stato un piacere scrivere questa fanfiction!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Grazie a tutti!
Una bacione!
Pikkola prongs.




   
 
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