Ciao a tutte oggi sono un po' di fretta quindi rispondo
veloce alle recensioni e vi posto il capitolo senza dilungarmi tanto!!!
L'unica precisazione che vorrei fare è il solito
ringraziamento alla mia Sara che ha corretto, aggiunto e reso speciale
il capitolo, specialmente la parte che so vi piacerà di
più e che è in gran parte merito suo!
Bacioni a tutte e buona lettura!
sandy69
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Sì devo dire che
Jake ha l'occhio lungo senz'altro più di Bella, che a quanto
hai potuto capire è veramente una tontolona...povera
è solo la sia insicurezza che non la fa accorgere di quanto
Edward sia perso!
Goditi il capitolo! Baci!
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Giada is owned by Edward
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Grazie e benvenuta! E' sempre
un piacere enorme leggere che qualcuno adora la fiction, ci metto
l'anima nel scriverla e anche la persona che mi aiuta ci si impegna
tanto. Vedrai che il capitolo sarà di tuo gradimento. Baci!
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Lalayasha
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Grazie Lala, i tuoi commenti
sono sempre meravigliosi! Non sai quanto mi fai felice quando riesci a
recepire tutto quello che ho voluto mettere nel personaggio, ma se il
pov di Edward è stato così bello e profondo il
merito è anche della mia carissima amica Sara!!!
Sono sicira che questo cap. ti piacerà ancora di
più! Bacioni!
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vanderbit
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Oddio mi fai sentire
vecchissima! L'età dei tuoi? Cavoli però ti hanno
avuta giovani! Meglio ti sembrerà di avere vicino due amici!
Vedrai che ci sarà presto una svolta nel rapporto
tra Ed e Bella, diciamo già da questo chappy!
Baci!
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Nerak
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Ginocchiata ben assestata, non
ti preoccupare!
Vedrai che prima o poi questi due riusciranno a capirsi. Intanto inizia
a leggerti il capitolo e gositelo!!!
Bacioni!
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MaRtA HaLe [Contatta]
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Ecco arrivato il
lunedì che tanto hai sospirato! Forse Bella ha capito che
è meglio non esagerare nelle cose!
Ma vedrai che eddino la saprà consolare a dovere!
Per quanto riguarda Alice e Jazz, ci vorrà ancora un po'....
sai Alice è un po' sadica! Ma non ti preoccupare
perchè ho intenzione, quando sarà il momento, di
dedicargli un momento speciale, con magari un loro pov.... ma
non ti assicuro niente, non ho ancora deciso!
grazie di tutto e un bacione!!!
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CAPITOLO 15
SCUSA...
Pov Bella
Ero appoggiata alla Volvo e aspettavamo Jake con le nostre giacche.
Edward era di fronte a me e continuava a sfregarmi le braccia per
cercare di riscaldarmi un po’. Continuavo a tremare come una
foglia. Ormai l’adrenalina del momento stava scemando, la
guancia bruciava e sentivo la pelle tirata dal gonfiore e iniziavo a
metabolizzare quello che avevo appena rischiato. E più ci
pensavo più il tremore aumentava. Edward,
accorgendosene, mi abbracciò stretta.
-Non ti preoccupare è tutto finito, ormai quel
bastardo non oserà neanche più avvicinarti- mi
sussurrò con la bocca appoggiata alla mia testa. Affondai
ancora di più il viso nel suo petto.
Sentirlo così vicino e il suo alito solleticarmi i capelli,
mi faceva stare bene e piano piano riuscii a rilassarmi.
Nel frattempo Jacob ci aveva raggiunti.
-Eccovi le giacche. Gli altri non si sono ancora accorti di niente, ma
ho dovuto dirlo a Sam per giustificare il fatto che non deve
più mettere piede nel locale- mi spiegò Jake,
preoccupato.
Smisi di respirare. Sam era anche più protettivo di Jasper.
Mi staccai da Edward e fui colpita da una sensazione di
vuoto…
-No Jake come hai potuto?! Ora lo dirà a Jazz, lo
ammezzeranno e si rovineranno la vita solo per colpa mia, solo
perché sono una stupida! Non dovevo provocarlo in quella
maniera! Come ho potuto farlo!- oramai stavo urlando, ero nel pieno di
una crisi isterica. Per fortuna il parcheggio era ancora vuoto,
altrimenti mi avrebbero presa per una pazza, ma la paura e il senso di
colpa mi attanagliavano.
Jacob mi prese per la braccia e mi scrollò bruscamente per
farmi riprendere il contatto con la realtà. Sapeva che era
l’unico modo per calmarmi quando ero in crisi.
-Bells calmati, non succederà niente di tutto questo! Sam ha
promesso che non gli dirà niente, era molto incazzato ma gli
passerà- cercò di rassicurarmi.
Mi rilassai un po’.
-Mi dici da dove ti vengono certe cazzate?- il tono duro di Edward mi
fece trasalire. Lo guardai e i suoi occhi sembravano persino scuriti
tanta era la rabbia che vi si leggeva.
-Come puoi anche solo pensare per mezzo secondo che sia colpa tua?-
aspettava che rispondessi. Ma io mi sentivo troppo in imbarazzo. Se non
avessi accettato di uscire con Tyler solo per dispetto
perché l’avevo visto con un’altra, se
non lo avessi provocato in pista, solo per farlo ingelosire, tutto
questo non sarebbe successo. Come potevo spiegargli il
perché sapevo che era colpa mia? Me l’ero cercata
e ora ne pagavo le conseguenze.
-E’ vero Bells. Edward ha ragione. Cosa pensi di aver fatto
di tanto grave?- incalzò Jake, con un tono più
dolce e alzandomi il viso in modo che lo guardassi dritto negli occhi.
-E’ colpa mia… Non so cosa mi sia preso
ma mentre ballavamo ho iniziato a farlo eccitare, quando poi mi sono
accorta che stavo oltrepassando il limite allora sono andata a ballare
sul palco, ma questo penso che abbia peggiorato ancora di
più la situazione e quando sono scesa mi ha trascinato
fuori. Sapevo che era ubriaco, era tutta la sera che cercavo di tenerlo
lontano e poi invece…- non riuscii a continuare.
Ormai le lacrime scendevano copiose.
-E allora?- continuò Jake -Cosa pensi, che questo gli abbia
dato il diritto di esagerare? Andiamo Bells sei più
intelligente di così. Pensa un po’ fosse successo
a qualche tua amica, o a Rose o ad Alice. Gli avresti detto che se
l’erano cercata? No non penso proprio- Jake trovava sempre il
modo di farmi ragionare in maniera equilibrata e non come una pazza
isterica.
-Ricorda Bella che una ragazza può dire di no in qualsiasi
momento, anche se si è andati molto avanti. Secondo che
limiti si oltrepassano un uomo può far fatica a fermarsi,
non lo nego, ma DEVE farlo. Perché non siamo animali, siamo
persone guidate dalla ragione e non dagli istinti, ok?- era stato
Edward a parlare ed ero sbalordita dal tono dolce e comprensivo che
aveva usato mentre cercava di farmi capire che io ero la vittima e non
il carnefice.
Annuii e li ringraziai.
-Mi raccomando quando arrivate a casa assicurati che metta del ghiaccio
sulla guancia che è un po’ gonfia- disse rivolto
ad Edward. -Se domani Charlie o Jasper vedessero la tua faccia
capirebbero che c’è qualcosa che non va e tuo
fratello non ci metterebbe molto a fare due più due. Sai che
ha come un sesto senso per queste cose, come se percepisse le
emozioni di ogni persona vicina a lui- continuò Jacob
rivolgendosi a me. Mentre parlava mi fece sedere in macchina, intanto
Edward saliva dalla parte del guidatore. Jake si inginocchiò
vicino a me.
-Ehi piccola me lo fai un sorriso prima di andare?- cercai di sorridere
ma mi uscì una smorfia. -Ma dai che sai fare di meglio! E
poi sono o non sono il tuo sole? E quando c’è il
sole Isabella Swan è felicissima quindi sorridi!-
e stavolta non mi potei trattenere. Era così dolce e gli
volevo un bene dell’anima. Gli diedi un sonoro bacio sulla
guancia e lui mi accarezzò il viso.
-Mi raccomando Edward te la affido- e gli lanciò
un’occhiata che non capii.
-Non ti preoccupare è in buone mani- mise in moto
e partimmo.
Per un po’ il silenzio la fece da padrone. Edward sembrava
teso, arrabbiato. Continuavo a torturarmi il labbro e che con la coda
nell’occhio mi accorsi che spesso si girava a guardarmi.
Non ne potei più di quella tensione: non capivo se ce
l’aveva con me perché gli avevo mandato a monte i
piani per concludere degnamente quello che aveva iniziato in pista.
-Scusa Edward, ti ho rovinato la serata. Probabilmente i tuoi piani con
Lauren e Tanya erano più interessanti che riportare a casa
me- mormorai, abbassando la testa. Nuove lacrime uscirono, senza che
potessi fare niente per fermarle. Ma stavolta non erano dovute a quello
che era successo ma al pensiero di Edward che si intratteneva con
un’altra o addirittura con più di una.
Inchiodò di colpo a bordo strada e tirò due pugni
fortissimi sul volante. Si girò verso di me e mi
fissò.
-Adesso basta!- urlò e io per la sorpresa spalancai gli
occhi. Non capivo la sua reazione, mi faceva paura, il suo volto era
trasfigurato dalla rabbia, anche se sempre bellissimo: sembrava un
glorioso dio della guerra.
-Non voglio più sentirti chiedere scusa, Isabella- Era la
prima volta che usava il mio nome per intero.
-Sto parlando sul serio. Non riesco neanche a pensare lucidamente,
continuo a rivedere la scena di te terrorizzata che ti tieni il top
strappato, in trappola con la schiena al muro… e della sua
mano che scende prepotente sulla tua faccia. Per non parlare
delle parole che ha usato… Vorrei ammazzarlo, e se non mi
avesse preceduto Jake mi ci sarei buttato addosso… ma non so
se sarei riuscito a fermarmi come ha fatto lui- ormai ansimava per la
collera.
La sua voce mentre ripercorreva i fatti era così dura e
schifata che se non avessi visto con i miei occhi che era lui a
parlare, non l’avrei neanche riconosciuta.
Continuò, ma il suo tono cambiò di nuovo, ora era
più dolce con un non so che di sarcastico.
-E tu? Tu cosa fai? Anziché pensare a te stessa, a
quello che ti è successo, chiedi scusa a me per avermi
rovinato la serata? Non smetti mai di stupirmi- e lo vidi scuotere il
capo mentre si rilassava nuovamente.
Senza neanche rendermene conto aveva già rimesso in moto e
viaggiavamo di nuovo tranquilli.
Ero sbalordita. Non sapevo cosa dire, le sue parole mi avevano
spiazzato.
All’inizio, pensavo fosse un ragazzo superficiale, perlomeno
per i rapporti con l’altro sesso; invece
più lo conoscevo e più me ne innamoravo.
Più approfondivo la sua conoscenza, più il
sentimento che provavo si intensificava, e più si
intensificava e maggiore sarebbe stata la mia sofferenza.
Interrupe i miei pensieri.
-Giusto perché tu lo sappia, non sarei mai andato con quelle
due contemporaneamente. Ho anch’io dei limiti nella mia
morale, per quanto ti possa sembrare assurdo. Anzi a dirla tutta, non
avrei finito la mia serata con nessuna delle due, i miei piani erano
altri…- e mi sorrise. Non potei non contraccambiare.
Era stupido ma mi sentivo felice per quello che aveva appena detto. Mi
venne in mento lo sguardo e il sorriso che mi aveva rivolto, mentre ci
avvicinavamo, quando ero scesa dal palco, e quella microscopica
speranza che era stata sradicata, quando l’avevo visto andar
via con Lauren dalla mensa, tornò timidamente ma
ostinatamente, a far capolino come la gramigna che attecchisce ovunque.
No, dovevo tornare con i piedi per terra! Non ero certo tra i suoi
piani di fine serata. Ora si sentiva solo in dovere di starmi vicino
per quel che mi era successo. Niente di più.
Accese un po’ di musica, forse per stemperare la tensione.
-Posso chiederti una cosa personale?- disse, improvvisamente, con la
sua voce soave.
-Dimmi- se me lo chiedeva con quel tono gli avrei detto tutto, anche il
colore dell’intimo che indossavo! Bella!!! Ma cosa vai a
pensare?
-Che rapporto c’è tra te e Jacob? Come mai lo
chiami il tuo sole? Anche lui stasera si è definito
così- la sua voce adesso era titubante, sembrava quasi
temesse la risposta.
-Io e Jake siamo cresciuti insieme e ci vogliamo un sacco di bene. Io
personalmente lo adoro e la cosa è reciproca. Ogni volta che
ero triste per qualcosa, o mi facevo male, o gli altri bambini mi
prendevano in giro, lui interveniva sempre riportando il sorriso sul
mio volto. Allora mia mamma aveva iniziato a dire che Jacob per me era
come il sole che rischiara le giornate buie, perché mi
metteva sempre di buonumore. Era convinta che da adulti ci saremmo
messi insieme. Ci prendeva sempre in giro per questo. Se non ci fosse
stato lui, quando mia mamma se n’è andata non so
come avrei fatto. Poi crescendo abbiamo iniziato a credere a quelle
parole e così un giorno parlando, poco prima che mi mettessi
con Dylan, ci siamo detti “perché no,
proviamo”. Poco dopo ci baciammo- non riuscii a trattenermi e
scoppiai a ridere. Al solo pensiero delle nostre facce quel giorno non
potei farne a meno. Edward mi guardava con le sopracciglia aggrottate,
confuso, non capiva perché non smettessi di ridere,
così mi ricomposi e continuai.
-Scusa ma non ho potuto farne a meno. Vedi, quando le sue
labbra si posarono sulle mie e le nostre lingue si intrecciarono, io mi
staccai subito perché ebbi un conato di vomito- Lo vidi
spalancare gli occhi.
-Sì hai capito bene. Ho vomitato, è stato
inevitabile. Era come se avessi baciato Jasper- al solo pensiero mi
ritornava la nausea.
-E Jacob?- ora anche lui sorrideva.
-Be’ lui non vomitò, anzi si arrabbiò
moltissimo, era proprio offeso!- e risi ancora. -Ma dopo pochi minuti
scoppiò a ridere e disse che anche per lui era stato molto
strano, come se avesse baciato una delle sue sorelle. Ci prendiamo
ancora in giro per quella storia- non riuscivo a smettere di ridere.
Edward non smetteva di sorridere.
-E io che credevo che il ragazzo che ti piace fosse lui – lo
guardai con una smorfia di disgusto.
-No decisamente no- e ridemmo di nuovo tutti e due.
Intanto eravamo arrivati a casa, anche perché
guidava come un pazzo, e parcheggiammo in garage.
La casa era immersa nel silenzio, Esme e mio padre dormivano. Ci
dirigemmo in cucina senza fare rumore e
prese la busta di ghiaccio sintetico dall’armadietto dei
medicinali.
-Andiamo in camera tua, così ti cambi, ti fai una doccia
rilassante e poi cerchiamo di far sgonfiare quella guancia, che
è anche parecchio rossa- mi sussurrò.
Il mio cuore subì un’accelerata. Io e lui in
camera mia. Non è una buona idea, urlava il mio cervello.
-Non è il caso che tu mi assista, posso fare da sola. Sarai
stanco, vai pure a dormire, hai fatto fin troppo- ma da una parte
speravo insistesse.
-Non se ne parla nemmeno, ho promesso a Jacob di prendermi cura di te e
lo farò. Forza cammina, saliamo- e mi spinse gentilmente su
per le scale.
Entrammo in camera e stavo per accendere la luce, quando la sua mano si
posò sulla mia, fermandomi. Deglutii a fatica e ormai il
cuore non lo sentivo più tanto andava veloce.
-E’ meglio che non l’accendi. La tua camera
dà sulla strada e se arrivano gli altri, vedendo che sei
ancora sveglia, potrebbero venire a vedere come stai e si
accorgerebbero della guancia- non ci avevo pensato. E come avrei
potuto, quando era così vicino, il mio cervello andava in
pensione.
-Ok, dovrei avere una pila qui nel cassetto, almeno per prendere il
pigiama- ma la sua mano non mi mollava.
L’elettricità iniziò a scorrere
potente. Ero pietrificata, oramai i muscoli non rispondevano
più. Era come se anche loro si rifiutassero di interrompere
quel semplice contatto che tante emozioni mi donava. La sua mano era
grande e calda e la immaginai percorrere il mio corpo delicatamente. Il
mio respiro si fece più veloce e profondo, come se mi
mancasse l’aria. Tutto a un tratto senza neanche rendermene
conto, tanto ero immersa nelle mie fantasie e sensazioni, me lo
ritrovai davanti… Mi guardava intensamente e mi persi nel
suo sguardo che ero quasi sicura brillasse di desiderio quanto il
mio… Al buio i suoi occhi sembravano ancora più
grandi, come se mi volessero scavare dentro, fino in fondo
all’anima. D’improvviso mi lasciò la
mano e dandomi la schiena andò a sedersi sul letto. Mi
riscossi improvvisamente imbarazzata ma soprattutto delusa. Ma cosa
credevo, che mi avrebbe baciata? Lui era lì solo per
aiutarmi, non gli piacevo nemmeno, dovevo smetterla di illudermi, avrei
evitato una figuraccia. Probabilmente gli facevo anche pena in questo
momento. I miei occhi si fecero improvvisamente lucidi, e ringraziai il
buio della stanza. Presi la pila, il cambio, maledicendomi per la mia
avversione per la moda. In questo momento avrei tanto voluto possedere
un indumento che indossato non mi facesse sembrare una bambina piccola.
Andai a farmi una doccia il più velocemente possibile.
Nonostante sapessi che non mi desiderava, volevo tornare da lui e
bearmi della sua vicinanza, finché era possibile.
Pov Edward
Ero seduto sul letto di Bella e mi guardavo intorno. Era la prima volta
che entravo nella sua camera. Ero emozionato. Ma si può?
Devo ancora abituarmi a tutte queste sensazioni che mi investono anche
per le più piccole cazzate che riguardano lei.
Cercavo di non pensare che lei era oltre quella porta, completamente
nuda, sotto la doccia. Più cercavo di non pensarci e
più mi sentivo accaldato ed eccitato.
Possibile che con quello che le era accaduto io non potessi pensare ad
altro? Non ero migliore di quel porco se, nel momento in cui lei aveva
bisogno di conforto, io pensavo invece a baciarla.
E prima c’ero andato talmente vicino, per
l’ennesima volta in pochi giorni, che mi ero vergognato di me
stesso. Se lo avessi fatto cosa avrebbe potuto pensare di me?
Sicuramente che ero ai livelli di Tyler, che cercassi di approfittarmi
di una sua debolezza, e fu solo quel pensiero, il pensiero di vedere la
delusione dipingersi sul suo viso, che mi aveva fatto desistere e
staccarmi da lei, anche se per un momento ero stato convinto che fosse
la cosa che più desiderava anche lei.
Sì sogna!
Mi ridestai dai miei pensieri sentendo la porta del bagno aprirsi.
Bella uscì: indossava un pigiama buffissimo, con tanti
orsacchiotti. La guardai alzando un sopracciglio. Per me era bellissima
comunque, anche avesse indossato un sacco della spazzatura, e ancora
non mi capacitavo di come non se ne rendesse conto, ma volevo prenderla
un po’ in giro.
-Carinaaa! Quanti anni hai? Cinque?- e sghignazzai.
Sbuffò. Cavoli si era offesa!
-Senti sono un tipo cui piacciono le cose semplici, anche se non ho
più l’età per gli orsacchiotti- e mi
fece una linguaccia. Era dolcissima.
Alzai le mani in segno di resa, scuotendo la testa e sorridendo. -Stavo
scherzando, sei molto carina anzi direi proprio deliziosa-
senza rendermene conto le parole erano uscite dalla mia bocca e Bella
arrossì e prese a mordersi il labbro. Era nervosa. Forse la
mettevo a disagio, avevo esagerato. Di nuovo! Cercai di rimediare,
facendo l’indifferente.
-Dai vieni, mettiti sotto le coperte che cerchiamo di curare la tua
guancia- fece come le avevo detto e si sedette a gambe incrociate con
la schiena appoggiata alla testiera del letto. Mi avvicinai e le
poggiai il ghiaccio. Certo potevo darglielo e andarmene, ma non ci
riuscivo. Volevo prolungare quel momento il più possibile.
Bella continuava a muoversi, per il freddo sulla sua guancia.
-Vuoi stare ferma? Se non lo tieni appoggiato non servirà a
niente. Sembra che hai le tarantole nel letto!- le dissi ridendo. Fece
una smorfia buffa.
-E’ troppo freddo! Mi brucia la guancia- il suo tono era
lamentoso come una bambina capricciosa.
-Ma va! Ma pensa, il ghiaccio freddo, non lo avrei mai detto! Sembri
una bambina. Pensa a Charlie e Jasper se si accorgono del gonfiore e
cerca di resistere- e mi avvicinai ancora di più davanti a
lei per evitare che si muovesse troppo. La mia mano sinistra era
appoggiata sul letto vicino alla sua coscia destra e con
l’altra le tenevo il ghiaccio.
-Ora sta ferma e non ti muovere- le sussurrai. Ma la mia voce era
uscita un po’ troppo roca. La desideravo…
I nostri volti erano vicinissimi. Mi ritrovai per l’ennesima
volta ad affogare in quel mare di cioccolata e come un naufrago che in
balia delle onde cerca l’aria per poter sopravvivere, allo
stesso modo il mio cervello aveva bisogno del contatto con quelle
labbra per non soccombere. Avevo bisogno di ossigeno, avevo bisogno di
un suo bacio.
-Non ti muovere…- e molto lentamente mi avvicinai ancora.
Ero come attirato da una calamita potentissima, non potevo fare a meno
di avanzare verso il suo viso. Lei era ferma e non si ritraeva. Come me
continuava a fissarmi con una luce di desiderio negli occhi.
-Ferma…- le sussurrai ancora e oramai le nostre labbra
distavano pochi centimetri e si stavano sfiorando appena. Deglutii a
vuoto, non sapevo cosa fare. Non volevo fare il primo passo, temevo una
sua reazione di rifiuto... ma la verità era che non avevo
mai desiderato così intensamente un bacio, neanche quando
avevo dato il mio primo bacio. Fui attratto irresistibilmente dalle sue
labbra che oramai fissavo bramoso. Avevo smesso di respirare tanta era
l’eccitazione, e anche lei era in apnea... anche lei mi
desiderava! Ogni mia irrazionale paura si sciolse come neve al sole:
mai come in quel momento fui sicuro che l’unica donna che
avrei mai voluto era proprio lì, davanti a me. Consapevole
di questa assoluta verità non resistetti più e
decisi di approfondire il mio contatto con questa creatura eccezionale.
Non volevo che si spaventasse, volevo essere dolce e tenero; con
movimenti attenti e lentissimi avvicinai il mio viso al suo; inspirai e
respirai la fragranza del suo profumo inebriante e poggiai le mie
labbra sulle sue. Sentii una scossa percorrermi lungo tutto il corpo.
Finalmente mi gustai la tenerezza di quella bocca tanto agognata: era
carnosa, morbida, invitante e calda. Chissà cosa stava
provando lei in quel momento, se stava assaporando le mie stesse
emozioni… Volevo vedere la sua espressione. Aprii gli occhi
e la guardai estasiato: era piena di felicità. Questa
sensazione mi fece impazzire: volevo di più, volevo un bacio
più profondo. Dischiusi le labbra e con la mia lingua
accarezzai il delicato contorno delle sue; poi leccai, succhiai,
mordicchiai quella meravigliosa bocca rosso fuoco. Ero meravigliato
dalle miriadi di sensazioni che mi investivano come un treno in
corsa…
Le sue labbra, la sua bocca… sarei stato ore ed ore a
baciarla. Dopo poco sentii la sua risposta e finalmente ad un certo
punto anche lei dischiuse le labbra come un invito ed io non mi feci
pregare… le sue labbra si aprirono e la sua bocca
cominciò ad assecondare la mia. La sua lingua cercava la
mia, mi piaceva il suo sapore. Entrai con la mia dentro la sua bocca e
le accarezzai il palato. Andai alla ricerca della sua e finalmente la
trovai. Le nostre lingue iniziarono una danza senza tempo. Avevo la
testa che mi girava, mi sentivo in estasi. Non avevo mai provato una
cosa del genere, mai… Non avevo mai provato queste emozioni,
mai mi ero sentito così… I baci che avevo dato e
che mi erano stati dati si annullarono tutti, a confronto con questo:
il primo vero bacio! La sentivo fremere e sospirare e questo mandava
ancora di più in tilt il mio cervello. Senza interrompere il
contatto si mise in ginocchio, appoggiando il suo corpo al mio. Rimasi
piacevolmente sorpreso da quell’audacia. Anche Bella tremava
e fremeva… anche lei mi voleva come la desideravo
io… Ora ne ero convinto.
Infilò le mani nei miei capelli in maniera molto passionale
Mi fece impazzire quel gesto: mai avevo permesso ad un’altra
di toccare i miei capelli, mi aveva sempre dato fastidio, ma con lei
era diverso… era tutto diverso! E le mie braccia, in
risposta, le cinsero la schiena e i fianchi. La presi per i fianchi e
spingendola ardentemente sul letto, mi adagiai sopra di lei, attento a
non pesarle addosso; e le nostre lingue ricominciarono con gioia a
danzare, a inseguirsi, a intrecciarsi. Non riuscivo più a
pensare, quel bacio mi stava portando in paradiso. Sentirla sotto di me
era una sensazione di puro piacere, fisico e mentale insieme. Quanto
avevo desiderato quel momento… dalla prima volta che
l’avevo vista. E ancora di più mi resi conto di
quanto fossi perdutamente innamorato di lei! Continuavamo a baciarci,
senza neanche staccarci per prendere aria… non mi importava
di soffocare, sarei morto su quelle labbra che mi stavano spalancando
le porte del paradiso…
Anche Bella era presa da quel bacio: ricominciò a riempirmi
di carezze, ricolma di baci da offrirmi. Ed io potevo solo lasciarmi
trasportare da quell’ondata di tenerezza e passione che mi
investì; avevo sofferto e fatto soffrire coloro che amavo
così tanto nella mia vita! Avevo bisogno di sentirmi amato.
Sì, amore era la parola giusta: io Edward Cullen ero una
persona assetata d’amore…
Le sue mani mi stringevano forte, come se avesse avuto paura che
allentando la presa, sarei scappato (come se fosse
possibile!)… e alternavano la schiena ai miei capelli: ogni
sua carezza mi mandava in estasi. Mi faceva desiderare di
più, sempre di più…
La mia erezione ormai evidente, premeva contro il suo bacino, ma lei
non ne fu spaventata, e non fece niente per scostarsi, anzi; sentivo il
suo bacino spingere contro il mio, in maniera estremamente naturale. In
quel magico istante compresi che anche lei ricercava il piacere, un
piacere che solo io potevo donarle, perché lei era MIA, la
mia donna… Non poteva e non doveva essere di nessun
altro… solo MIA!!
Sentimmo il rumore degli pneumatici nel vialetto e delle luci
illuminarono un po’ la stanza. Mi alzai di scatto e il vuoto
che sentii staccandomi da lei mi colpì come una fucilata,
riportandomi alla realtà.
Bella era sul letto col respiro ancora accelerato, le guance
completamente in fiamme e gli occhi lucidi per l’eccitazione.
Ci guardammo per un lungo istante. Non riuscivo a dire niente.
Veramente non riuscivo neanche a pensare... il massimo che il mio corpo
riusciva a fare era inspirare ed espirare, solo quello. Ero
completamente frastornato. Sentii chiudere la porta
d’ingresso.
-Scusa, è meglio che vada nella mia camera- mormorai con un
roco sussurro, e senza darle il tempo di dire niente, uscii dalla sua
stanza. Appoggiai la schiena alla porta e mi lasciai scivolare
giù. Avevo il fiatone! E tutto per un solo bacio…
Sentii gli altri salire, così mi riscossi e mi infilai
velocemente in bagno per farmi una doccia e cercare di rilassarmi. Ma
il risultato fu veramente scarso, perché continuavo a
pensare e ripensare a quello che era appena successo. Mio dio che
bacio! Ero ancora completamente scosso. Se non fossero arrivati gli
altri, non so come sarebbe finita. Perché anche se il bacio
era stato sensazionale, sapevo che in realtà il mio corpo
avrebbe preteso di più, molto di più. La bramavo
con ogni fibra del mio essere. Il suo respiro, il suo profumo, la sua
pelle, la sua bocca, i suoi capelli e poi sentirla prigioniera sotto di
me, così arrendevole, ma allo stesso tempo così
viva, così passionale….
Chissà cosa pensava Bella… In quel momento avrei
tanto voluto leggerle nel pensiero!
Regolai il getto dell’acqua sul freddo, ma neanche questo
funzionò; così decisi a malincuore di procurarmi
piacere da solo, almeno mi sarei calmato un po’. Che patetica
soluzione! Da quanti anni ormai non lo facevo? Non ne avevo avuto
più bisogno da quando avevo iniziato a fare sesso
regolarmente. Ma come mi sono ridotto!!! L’ho sempre detto io
che l’amore fa male!
Ritornai in camera mia e quasi mi venne un colpo perché mi
accorsi che non ero solo….
-Ehm… Ciao- dissi sorpreso e imbarazzato al ricordo di
quello che mi era appena successo.
-Vorrei parlarti un attimo, se non sei troppo stanco…-.
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