Cap. 51
Buongiorno a tutte!
Qui a Savona piove a dirotto e fa un freddo becco, spero che dovunque
abitiate il tempo sia migliore!
Bene, abbiamo risposto a quasi tutte con il nuovo metodo e con alcune
abbiamo anche instaurato una sorta di conversazione privata e questo ci
riempie di gioia! Siamo felici di conoscervi meglio e se avete piacere
non abbiate paura di disturbare!
Il capitolo scorso è piaciuto a tutte voi, proprio per la
leggerezza dei contenuti. Ora però torniamo alle grane!
Grazie infinite a tutte quelle che ci seguono con affetto e con
entusiasmo!
Un benvenuto come sempre alle luove lettrici!
Un bacio grande a tutte!
Manu e Sara vi augurano
BUONA LETTURA!
vanderbit:
ciao
gioia! Sei l'unica stoica che ha preferito il vecchio metodo. Ma per
noi non c'è nessun problema, rispondere così o in
altro
modo.
Edward si è sentito parecchio in imbarazzo e si è
irritato, ma questo gli ha anche dato modo di pensare alla loro prima
volta e si è fatto venire in mente un programmino davvero
speciale! Purtroppo per quello che ha in mente lui dovrete aspettare
ancora un po' di capitoli, ma ne varrà la pena.
Jake ed
Emmett si sono divertiti parecchio a stuzzicarlo, ma non poteva essere
altrimenti e poi avevamo bisogno di qualcosa che stemperasse un po' la
tensione creata da Alice e Jazz e dai litigi precedenti. Se Charlie
avesse notato Emm e Rose, sarebbe stato così gongolante?
Mah, si
vedrà! In questo chappy Charlie si arrabbierà e
anche
molto, si sentirà deluso e ferito, e spiegherà il
perchè. Baci alla prossima. Se cambi idea per le recensioni,
non
devi fare altro che dircelo.
CAPITOLO
51
Scintille
a cena!
Pov
Jasper
Da quando, dopo la
merenda, ero
salito in camera mia incazzato nero, mi ero fiondato in bagno a farmi
una doccia calda per riprendermi dal gelo della secchiata
d’acqua; poi mi ero rapidamente asciugato e cambiato. Da
allora
ero rimasto inchiodato alla scrivania, gomiti sul tavolo e testa china,
raggomitolato su me stesso, come un ebete a pensare e
ripensare a
tutto quello che era successo… che cazzo di giornata!
Quella mattina in
mensa, quando
avevo raggiunto il mio tavolo dopo aver ciondolato apaticamente verso i
miei ‘amici’, la mia attenzione era stata subito
catturata
dall’unico nome capace di provocarmi un brivido, e che
continuava
a ricorrere nella conversazione in corso in quel momento: Alice Cullen.
Quel demente idiota
di Mike
Newton si era vantato con gli altri che entro la settimana seguente
avrebbe potuto aggiungere una tacca alla sua lunga lista di conquiste.
Aveva continuato a pavoneggiarsi e a spiegare di come aveva invitato
quella strafiga della Cullen e che lei, con larghi sorrisi uniti ad
espliciti ammiccamenti, oltre ad aver clamorosamente accettato il suo
invito, gli aveva fatto ampiamente capire,
dall’inequivocabile
linguaggio del suo corpo, che la serata sarebbe finita certamente per
lui nel migliore dei modi…
Dio, che
rabbia… e che
schifo! Non potevo crederci… quell’angelo di Alice
con… con quella merda di Newton… che vomito, solo
l’idea!
Una furia accecante
mi aveva
travolto ed ero stato costretto a stringere forte il bordo del tavolo
con entrambe le mani, per tentare di non attuare in quel preciso
istante l’unico desiderio che riusciva ad
esaltarmi…
spaccare la faccia a quel coglione di Newton, che nel frattempo si era
stampato in volto un odioso ghigno irritante…
Un dolore
straziante mi aveva
trafitto il petto, e avrei voluto prenderlo a pugni lì
davanti a
tutti, solo per punirlo per i pensieri sconci che gli passavano per la
mente… in più avevo quasi commesso un passo
falso,
perché stavo per minacciarlo di starle alla larga!
Fortunatamente, a quel punto la mia attenzione nei confronti del
viscido era stata distolta dalla scenetta tra Bella e
quell’oca
di Lauren.
Ero talmente
soddisfatto di come
mia sorella aveva tenuto testa a quella sgualdrina, senza farsi mettere
i piedi in testa, che i miei propositi di minaccia si erano
momentaneamente sopiti ed ero ritornato in me, essendomi reso conto che
io non ero il suo ragazzo e che quindi non avrei avuto nessun diritto
di imporre a Mike le distanze con Alice. Mi ero continuato a rosolare
nella rabbia, per il fatto che comunque Alice aveva accettato
l’invito, quando la mia attenzione era stata di nuovo
catturata… ma stavolta non si sarebbe trattato di nulla di
soddisfacente, anzi…
Tyler aveva appena
compiuto il
suo trionfale ingresso in mensa, abbracciato ad Alice! E lei gli aveva
rivolto un sorriso divertito e lo aveva guardato fisso negli occhi,
come se per quell’angelo esistesse solo quella
bestia…
La rabbia che mi
aveva pervaso
durante il racconto di Mike, non era stata niente in confronto a quella
che mi si era scatenata nel vederla con i miei occhi! Ma che diavolo
stava facendo quel giorno? Aveva deciso di uscire con tutti i ragazzi
della scuola? Eh già, tutti le andavano bene…
tutti
tranne me!
Io ero solo il
povero Jasper da
compatire perché mi aveva rifiutato… eh no!
D’ora
in poi l’avrei trattata come meritava! Ne più ne
meno di
tutte le oche che popolavano quella scuola!
Avrei voluto
scappare da
lì, fuggire da tutto quel dolore furioso che aveva invaso
ogni
cellula del mio corpo e che si era trasformato in odio… in
realtà sapevo dentro di me, nel mio intimo più
inaccessibile, che i miei pensieri su di lei erano ingiusti e cattivi:
Alice aveva tutto il diritto di amare e farsi amare da chi
voleva… ma in quel momento per me era più facile,
anziché giustificarla, odiare tutto di lei…
E quando nel
pomeriggio, in
cucina, fuori di me, pazzo di rabbia e di gelosia, al colmo della
frustrazione e del dolore, le avevo sputato addosso tutte quelle parole
odiose, per un breve momento mi ero sentito meglio, il peso del
continuo strazio che mi opprimeva da giorni il cuore si era per un
istante alleviato, rendendo il mio respiro meno soffocante.
Ma quando poi mi
aveva spiegato
come erano andate affettivamente le cose, e mi aveva rivelato tutti i
terribili avvenimenti che aveva dovuto sopportare nel suo passato, la
vergogna per come l’avevo offesa si presentò
talmente
prepotente da lasciarmi senza parole…
Ricordai ogni
singola parola…
-Attento a te
Jasper! Non osare
mai più! Tu non sai niente di me, niente! Io ho sofferto
molto,
perché il mio ex mi ha tradito… nel modo
più
ignobile che ci possa essere! Inoltre, da ubriaco, mi ha quasi
violentata…- aveva rivelato con la voce spezzata dal dolore.
Alle sue tremende
parole mi ero
irrigidito sempre più… ero rimasto sconvolto,
devastato!
Avevo percepito il gelo che si stava diffondendo sempre di
più
nel mio corpo e che si stava insinuando nei meandri più
profondi
della mia anima… tutto l’odio che avevo creduto di
provare
per quella meravigliosa creatura si era dissolto in
quell’istante, e si era trasformato in feroce, spietato,
doveroso, infinito odio per me stesso.
Io, il fine
psicologo…
non avevo capito un cazzo di lei!! Aveva sofferto da impazzire e
nonostante il suo terribile e angosciante passato era rimasta una
persona solare e splendida che illuminava la vita di chi le stava
accanto! Che merda di uomo, ero!
Cosa cazzo avevo
combinato?!
Avevo irrimediabilmente rovinato i rapporti tra di noi e ormai non
avevo la più ben che minima speranza che lei un giorno
potesse
perdonarmi… avevo letto chiaramente nei suoi bellissimi
occhi,
che in quel momento sembravano illuminarsi per i lampi di furia che
lanciavano, la rabbia, la delusione e la frustrazione… ma
soprattutto avevo capito quanto l’avessero ferita nel
profondo
tutte le mie stupide accuse che le avevo riversato addosso solo animato
dalla mia infantile gelosia!
Dei discreti
colpetti alla porta
mi ridestarono dai miei nefasti pensieri, che come cupi macigni
opprimevano il mio cuore straziato.
-Avanti- mormorai
in un soffio,
immaginando chi potesse essere. La porta si aprì leggermente
e
la testolina mora di mia sorella fece capolino. Mi accorsi benissimo
che non mi guardava negli occhi e, anche se non proferiva parola,
sentivo chiaramente la sua mente urlarmi quanto fossi stato idiota a
insultare così la donna che sostenevo di amare.
-Jasper la cena
è
pronta… ti aspetto giù…-
sussurrò,
apprestandosi subito a uscire; ma con uno scatto fulmineo fui dietro di
lei e le bloccai l’uscita, trattenendola per un braccio.
Avevo bisogno di
lei, del suo
conforto, di sentirmi dire che sarebbe andato tutto bene, di sapere che
tutto questo dolore avrei potuto condividerlo con lei, che non ero
solo… ma ero altresì disperatamente e lucidamente
consapevole che non era giusto che un verme come me, avesse anche solo
una minima possibilità di riscattarsi davanti agli occhi di
quell’angelo meraviglioso che era Alice…
-Bells…
l’ho
persa… per sempre stavolta…- mormorai
confidandole i miei
più angoscianti timori, affranto e distrutto dalla
consapevolezza della veridicità delle mie parole.
Mia sorella mi
abbracciò
di slancio… quel gesto mi diede un conforto che non avrei
creduto possibile. Almeno lei mi voleva ancora bene! Sentii
un’intensa emozione liberarsi al suo gesto affettuoso ed
espandersi in tutto il mio animo represso per poi rifluire in lacrime
trattenute che pizzicavano sempre di più i miei occhi.
Mi accorsi del suo
sguardo
triste e sconsolato… e il dolore che stava dilaniando il mio
petto si amplificò, travolgendomi in una soffocante ondata.
-Non lo so
Jasper…
stavolta hai veramente esagerato…- soffiò in un
singulto
smorzato, sintomo della sua intensa disapprovazione e del suo giusto
biasimo. Unico colpevole di tutta quella disastrosa situazione,
abbassai mesto il capo e strinsi i miei pugni in una morsa talmente
ferrea che rese le mie mani serrate color bianco latte.
-Bè,
prima le ho parlato
ed è furiosa… è delusa dal tuo
comportamento,
dalle tue parole… soprattutto si è sentita
ferita,
perché adesso è convinta che la tua fosse
semplice
attrazione e non un amore profondo e sincero come avevi affermato
tu… secondo lei chi ama veramente non può nemmeno
pensare
di ferire in questo modo crudele e assurdo la persona a cui
tiene…- mi rivelò timorosa di ferirmi. Ma in
realtà aveva perfettamente ragione!
Ripensai
un’ennesima volta
alle terribili parole di Alice, a tutto quello che le era successo a
New York… e ancora la frase “mi ha quasi
violentata
ubriaco” vorticava furiosa nella mia mente, aggiungendo uno
spesso strato di dolore a quello che già avvolgeva ogni
singola
molecola del mio corpo. Boccheggiai.
Mi sentivo
dilaniato, smembrato
in più parti: un lato di me stesso era del tutto incapace di
muoversi, pensare, respirare… un’altra parte,
quella
più passionale e disperata, mi spingeva a cercare rifugio in
un
baratro senza fondo… sì, l’unico luogo
in cui avrei
meritato di vivere sarebbe stato solamente un abisso senza luce, senza
fine, senza speranza…
Come avevo potuto
essere una persona così malvagia e crudele? Così
egoista e spietata?
Come avevo fatto a
non capire
quella creatura meravigliosa? A non comprendere le sue più
profonde paure? Ovviamente non avrei mai potuto immaginare
l’esatta natura della tragedia che aveva sconvolto la vita e
i
sentimenti di quell’angelo gioioso; ma almeno mi sarei dovuto
accorgere che si trattava di un uccellino spaventato, bisognoso di
amorevoli cure e un nutrimento di costante amore e fiducia per farlo
ricominciare a volare, a vivere! Che cieco, stupido, maledetto egoista!
Io che
orgogliosamente mi
reputavo in grado di comprendere sempre tutti… che mi
vantavo di
capire al volo ogni singola emozione che muoveva la vita degli
altri… stavolta avevo preso una cantonata enorme come un
grattacielo.
Come un pazzo
insuperbito mi ero
arroccato in un’alta torre di solitudine, monumento che
avrebbe
dovuto, nei miei miserabili intenti, proteggermi dal dolore immenso e
lancinante che, dal momento del suo rifiuto, continuava ad opprimere il
mio animo.
Sì, mi
ero chiuso nel mio
stupido orgoglio ferito e non avevo capito che il suo silenzio, durante
la mia dichiarazione, non era dovuto al fatto che quel raggio di sole
non mi ricambiasse, ma solo al problema di non essere riuscita a
trovare le parole per raccontarmi cosa le era accaduto… non
era
riuscita a fidarsi e a lasciarsi andare… e questa era stata
unicamente una mia colpa!
Ero io che non ero
riuscito a
metterla a suo agio… io che l’avevo messa alle
strette; e
quando aveva iniziato a parlarmi imbarazzata, a causa
dell’interruzione di Quil, l’avevo guardata
duramente e me
ne ero andato senza lasciarla finire… offeso e
impermalito…
Come se non
bastasse,
quell’amore di ragazza non si era fatta sconfortare dal mio
orribile comportamento e anzi, a quanto avevo capito, si sentiva in
colpa… lei! No, non me la meritavo proprio!
Era un bene che lei
avesse visto
quella parte di me… almeno mi sarebbe stata lontano, mi
avrebbe
evitato… e così si sarebbe risparmiata una marea
di
dolore! D’altronde ero stato in grado di ferire in quel modo
vergognosamente crudele la persona che affermavo di amare
più di
me stesso!
Ripensando alle
angoscianti
parole appena pronunciate da Bella mi sentii morire… se
anche
lei reputava come me che non ci fosse più
rimedio…
bè, allora era proprio la fine! E forse era meglio
così!
Alice aveva
sofferto anche
troppo con quel bastardo del suo ex; ed io, con il mio comportamento
infantile, anziché riuscire a farla aprire con me, avevo
solo
accentuato la sua sofferenza e il suo dolore, umiliandola anche davanti
a tutti, prima alla festa e quello stesso pomeriggio in casa! Ma che
razza di mostro ero diventato in nome dell’amore? No! Ora
basta!
Non ero degno
neanche di
nominare quell’angelo che con la sua allegria aveva portato
il
sole nella mia vita; sole che io, invece, stavo spegnendo piano piano,
rovinando la sua esistenza! Dovevo assolutamente starle lontano, ne ero
sempre più convinto… per il suo bene!
-Dai, adesso
scendiamo a
mangiare… e concentriamoci su papà; poi domani,
dopo una
bella dormita, magari Alice la vedrà meno nera di quella che
è… Lasciale un po’ di giorni per
smaltire la rabbia
e poi cercheremo di studiare qualcosa, ok?- cercò di
rassicurarmi mia sorella.
-No! Le ho fatto
troppo male per
poter anche solo pensare che mi possa perdonare… non merito
una
ragazza meravigliosa come lei e d’ora in poi le
starò alla
larga… ho deciso… la lascerò in pace e
tenterò di sopravvivere in qualche modo senza di
lei…
lontano da lei… perché non è giusto
che sprechi il
suo tempo con uno schifoso come me! Spero solo che, un giorno, possa
tornare anche solo a rivolgermi la parola…- dichiarai, tutto
d’un fiato, convinto della mia decisione. Con il cervello ne
ero
convinto, ma con l’anima… sapevo che la parte
più
razionale di me aveva ragione: avrei dovuto stare lontano da lei, per
salvarla da me stesso… ma il cuore… il mio cuore
sanguinava solo all’idea di separarmi da lei…
Bella mi
guardò, alzando le sopracciglia, in un chiaro gesto di irato
scetticismo.
-Hai finito di
sparare ignobili
cazzate e di fare il santo martire? Io lo so benissimo quanto la ami, e
anche che non sei uno schifoso… forse un po’
testardo e
con un caratteraccio possessivo e geloso che cerchi abilmente di
nascondere; ma di certo gli schifosi sono altri… quindi
magari
intanto che lei smaltisce la rabbia, tu finisci del tutto di piangerti
addosso e poi vedremo il da farsi- mi ammonì, con un tono di
serio di rimprovero.
-No, Bells,
stavolta stanne
fuori! Dico davvero!- le intimai. Ormai ero sempre più
convinto
che la mia fosse la scelta migliore per tutti… bé
forse
non per me! Ma io ormai non meritavo di pensare alla mia
felicità dopo il casino che avevo combinato! Meritavo di
vivere
una vita di dolore e solitudine, mi ero guadagnato tutto il male di
questo mondo…
Oltrepassai mia
sorella e senza
aggiungere altro mi avviai per il corridoio, per raggiungere gli altri,
sperando che la cena finisse presto, per potermi poi rifugiare di nuovo
nella solitudine della mia stanza e nel mio inferno personale.
Pov
Bella
Dopo le dure parole
di mio
fratello verso se stesso, sospirai affranta per la sua resa e mi avviai
mesta e sconsolata a chiamare anche Alice.
Quando raggiungemmo
la sala da
pranzo erano già tutti seduti; mi accomodai accanto a Edward
che
gentilmente, da autentico cavaliere, si era alzato da tavola per
sistemarmi la sedia; subito dopo il mio cuore iniziò di
nuovo la
sua corsa, e la paura di rivelare a tutti i miei cari la ripugnante
vicenda prese il sopravvento.
Iniziai a tremare
leggermente… e il mio angelo in terra, accortosi di tutta la
mia
ansia, mi strinse la mano sotto al tavolo, per infondermi un minimo di
serenità e coraggio. Il suo tocco mi rassicurò e
mi
sentii molto più forte. Certo che con lui accanto avrei
potuto
affrontare tutto!
Cenammo tranquilli,
parlando del
più e del meno. Jacob si perse in complimenti, lodando la
cucina
meravigliosa di Esme. Tutti sembravano abbastanza rilassati, anche se
ogni tanto lanciavo occhiate spaventate ad Edward; ma lui in
risposta alle mie ansie rinforzava la stretta della sua mano sotto il
tavolo e mi accarezzava dolcemente, cercando di farmi tranquillizzare.
Gli unici
silenziosi (e che
praticamente non avevano toccato cibo) erano naturalmente i nostri due
litiganti di casa; avevo notato le materne occhiate preoccupate di
Esme… ma mai una volta provò a forzare la
situazione,
chiedendo loro come mai non avessero fame. Era veramente straordinaria
quella donna, e ogni giorno mi ritenevo sempre più fortunata
che
fosse entrata a far parte della nostra famiglia.
-Ok, ora che
abbiamo la pancia
piena e non c’è più il rischio che mi
facciate
passare la fame, rovinando l’ottima cena di mia moglie,
potete
iniziare a raccontarmi tutto quello che avete da confessare…
chissà perché ho la netta sensazione che non
c’entri solo Edward e quello che ha combinato a scuola, ma
che
siano coinvolte anche altre persone, come ad esempio… che
so… provo a indovinare… Bella? Devi dirmi
qualcosa
tesoro, visto che ti sei portata dietro il tuo gorilla personale?-
affermò convinto mio padre, voltandosi improvvisamente verso
di
me. Io arrossii violentemente e abbassai lo sguardo, imbarazzata. La
mano di Edward sotto il tavolo continuò a stringere forte la
mia.
-Charlie, ti posso
raccontare
tutto quanto io, se mi permetti…- affermò
Edward,
rivolgendosi a mio padre in maniera educata e rispettosa. Era il mio
cavaliere, il mio eroe! Lo guardai, riconoscente.
-Mi sa che
è meglio,
visto che mia figlia sembra abbia improvvisamente perso l’uso
della parola, che di solito non le manca con la lingua lunga che si
ritrova… e devo dire che è un gran peccato, visto
la voce
meravigliosa che il signore le ha donato!- esclamò mio
padre,
sarcasticamente.
Alzai di
scatto la testa e
vidi che mi sorrideva amorevolmente. Abbozzai anch’io un
tremolante sorriso, anche se il mio fu più che altro una
smorfia
da emiparesi facciale, certa che di lì a pochi minuti il
sorriso
di mio padre si sarebbe trasformato in una rabbia furiosa, che avrebbe
investito e travolto la serena tranquillità familiare di
casa
Swan-Cullen…
-Dai, Edward
inizia… e
facciamola finita, prima che alla mia Bells venga qualche
coccolone… mi sembra persino che abbia smesso di
respirare…- continuò, prendendomi in giro. Sentii
Edward
prendere un gran respiro, mi strinse ancora una volta la mano, poi
iniziò a parlare.
-Ok, prima di
cominciare,
però… ecco Charlie, ti chiedo solo di lasciarmi
finire e
di non trarre conclusioni affrettate…- affermò
Edward e
vidi mio padre annuire con il capo.
-Ricordate il
venerdì
sera… quello prima del vostro matrimonio?
Bè…
quella sera noi ragazzi eravamo andati al New Moon…- si
rivolse
ad Esme e papà, che gli fecero contemporaneamente un cenno
di
assenso.
-Bene…
quella sera Bella
era uscita con Tyler e durante la serata lui aveva bevuto parecchio. Io
me ne ero accorto e quindi lo avevo tenuto costantemente
d’occhio, per evitare che, sbronzo com’era, potesse
fare
qualche cazzata…- spiegò lui; io scorsi un lampo
di
ammirazione per Edward in mio papà, e questo fatto mi rese
ancora più orgogliosa del mio ragazzo.
-Ma ad un certo
punto avevo
notato che trascinava via Bella dalla pista… e quando ho
provato
a raggiungerli mi ero ritrovato bloccato dall’enorme calca di
gente. Ansioso, mi ero messo a cercarli per tutto il locale,
e
Jake mi ha dato una mano. Finalmente li abbiamo ritrovati nel retro,
fuori il locale; e lui bè… voleva… ma
lei…-
la sua voce si spezzò in quel punto, al ricordo di
ciò
che avevo rischiato…
Osservai i suoi
occhi diventare
duri e gelidi smeraldi… e il suo volto impallidire,
trasformandosi in una nivea maschera di pietra; inoltre sentii la mano
di Edward stritolare la mia. Mi accorsi anche che il suo balbettio
aveva innervosito mio padre: lo vedevo chiaramente farsi sempre
più scuro in volto e serrare forte i pugni. Dovevo
intervenire
subito, prima che credesse che fosse successo chissà cosa!
-Papà…
non
è riuscito a fare niente perché gli ho tirato una
ginocchiata proprio lì! E quando si stava per riprendere e
per
reagire sono arrivati Edward e Jake. Quindi non ti devi
preoccupare…- affermai cercando di essere più
determinata
possibile; ma un improvviso e sonoro colpo della sua mano sul tavolo mi
fece sobbalzare e perdere la mia effimera sicurezza. E meno male che
avrebbe dovuto lasciarci terminare il discorso!
-Ah, questa poi! Io
non devo
preoccuparmi Bells?! La mia bambina è stata quasi violentata
e
io non dovrei preoccuparmi?! E di grazia mi vorresti cortesemente
spiegare come sarebbe andata a finire, se non fossero intervenuti
Edward e Jake a salvarti?! Mi hai proprio deluso Bells! Da te non me lo
sarei mai aspettato!- sbottò mio padre, lasciandomi
allibita.
Gli occhi mi si riempirono immediatamente di lacrime.
Perché
era stato così duro con me?
-Charlie, non puoi
pensare che
sia stata colpa sua! Cerca di ragionare… lei non voleva
appartarsi con lui… è quel verme che
l’aveva
trascinata in quel luogo e lei non ha avuto la forza per
ribellarsi… come puoi pensare che se la sia andata a
cercare?-
esclamò furioso Jacob. Io avevo la testa china e acqua
salata
continuava a scendere senza sosta sul mio viso. Esme, premurosa e
dolcissima, venne ad abbracciarmi subito, ma non si intromise nella
discussione.
-Ma cosa diavolo
stai dicendo
Jacob?! Io non penso affatto una cosa del genere… per me in
nessuna situazione una donna è causa di una simile, atroce
bestialità… se una donna dice
‘no’ deve
restare no… anche durante un rapporto un uomo deve essere
sempre
in grado di fermarsi!- affermò sicuro mio padre. In un flash
mi
vennero in mente le parole di Edward di quel venerdì
sera… le stesse di mio padre in questo momento…
ma allora
in che modo io l’avevo deluso?
Non riuscivo a
capire la sua reazione nei miei confronti…
Lo guardai spaesata
e lui
sospirò affranto… poi, in un secondo, la furia
nei suoi
occhi lasciò il posto ad un’infinita dolcezza,
segno
dell’amore che provava per me.
-Bells, piccola
mia! Tu non mi
hai deluso per quel motivo, sciocchina… ma pensavo di averti
cresciuta diversamente… Il fatto che tu abbia scampato il
pericolo grazie a loro, non ha escluso però che lo stesso
pericolo che hai corso tu, lo avrebbe potuto correre un’altra
ragazza, che tra l’altro non avrebbe potuto essere
altrettanto
fortunata come te… Abbiamo già parlato in passato
della
pericolosità di fatti del genere e mi sembrava di averti
fatto
chiaramente capire che atti così gravi devono essere subito
denunciati! Proprio per evitare che si ripetano e che magari finiscano
in modo peggiore per le povere vittime più sfortunate. Non
posso
credere che tu mi abbia tenuta nascosta una cosa così
seria… Lo sapevi che tenevamo già
d’occhio Crowley
per delle segnalazioni del vostro preside? Avevamo il grave e motivato
sospetto di molestie su alcune ragazze! E la sera che ti è
venuto a prendere, quasi mi è preso un colpo! Ma poi sapevo
che
eravate tutti assieme e mi sono tranquillizzato… anche se
avevo
chiesto a tuo fratello di controllarlo attentamente…
Perché, Bells? Perché non ti sei confidata con
me? Non
pensavo di incuterti così tanto timore da impedirti ogni
sentimento di fiducia…- la sua voce si affievolì,
dopo
avermi spiegato tutto; era molto dispiaciuto.
-Noooo, no
papà…
non è che non mi fido… come puoi anche solo
pensarlo? Tu
sei il mio papà dolce!- e mi alzai di scatto per volargli in
braccio e baciargli le guance. Mi strinse forte e sospirò
tra i
miei capelli, accarezzandomi.
-Allora
perché Bells? Io
proprio non capisco…- mormorò affranto. Fu mio
fratello
stavolta ad intervenire in mia difesa.
-Questa sua
difficoltà a
confidarsi con noi è stata solo colpa nostra
papà…
e del nostro pessimo carattere! Aveva paura che reagissimo talmente
male da commettere qualche cazzata… come magari ammazzare
quel
cane rognoso e così rovinarci la vita…-
rivelò mio
fratello, prendendosi la colpa del mio comportamento reticente. Ero
meravigliata: era uscito dal suo guscio di dolore per
aiutarmi...
Gli sorrisi
dolcemente e anche lui si alzò per venire ad abbracciarci.
-Oh, bambina
mia… tu non
devi mai preoccuparti per il tuo papà! Sono io che mi devo
occupare di voi! E poi Bells… sul serio tu mi riterresti
capace
di un atto del genere?! Sì, è vero: sono un uomo
piuttosto geloso e possessivo, te lo concedo… e anche Jasper
ha
ereditato questo mio difetto poco lusinghiero… ma caspita!
Sono
pur sempre un uomo di legge! E ti garantisco, in tutta
onestà,
che il detto “occhio per occhio” non fa
per me! Forse
con la testaccia calda che avevo fino a qualche anno fa… ma
sono
un marito e un padre di famiglia, ho delle responsabilità
verso
tutti voi… e un atto del genere metterebbe nei guai tutta la
nostra famiglia!- ci spiegò mio padre.
Esme si
avvicinò a noi e
quando mi alzai dalle ginocchia di mio padre per tornare al mio posto,
mi abbracciò forte e mi sussurrò
all’orecchio,
molto angosciata: -Stai bene piccola? Ti ha fatto del male?-.
Scossi vigorosamente la testa.
-No, non ti
preoccupare, Esme!
Quella sera Jacob l’ha sistemato per bene… non
è
venuto a scuola per una settimana…- e la voce esultante di
mio
padre ci interruppe.
-Ben fatto, Jake!-
esclamò entusiasta. La tensione si eclissò in un
attimo,
e scoppiammo tutti a ridere, mentre mio padre arrossiva, un bel
po’ imbarazzato. Certo che la genetica non è
un’opinione…, ridacchiai notando il suo colore
tendente al
peperone maturo. Ma non aveva appena detto che era un uomo di legge?!
-Bé,
insomma, ragazzi
miei… ammazzarlo no, ma qualche pugno non
rovinerà certo
la vita a quell’animale!- si giustificò.
-Charlie!!- lo
rimproverò
Esme, fulminandolo con un’occhiataccia gelida.
Tutti noi
eravamo perfettamente a conoscenza dell’odio che provava Esme
verso ogni forma di violenza. Mio padre si grattò la testa
sempre più in difficoltà.
-Ha ragione vostra
madre…
la violenza non è mai una soluzione! Ricordatelo, ragazzi!-
affermò con tono saccente da piedi piatti; e intanto
schiacciò l’occhiolino a Jacob in chiaro segno di
complicità e benevolenza.
-Poi…
bè,
più tardi Jacob ha raccontato tutto a Sam, che ha vietato a
Tyler di rimettere piede nel locale… e intanto Edward si
è occupato di me, riportandomi subito a casa, senza farsi
accorgere di niente da nessuno degli altri- finii di raccontare,
guardando intensamente il mio salvatore, con amore e gratitudine.
-Grazie Edward, se
tu non
l’avessi tenuta d’occhio non so come sarebbe
finita…
Ma ti prego, finisci di raccontare! Non ci hai ancora spiegato di
oggi…- continuò mio padre.
-Bè…
oggi in
mensa… a un certo punto ho visto entrare quel verme
abbracciato
ad Alice e… non ci ho visto più. Lei non sapeva
niente, e
quindi non immaginava di certo che tremendo pericolo potesse correre
accanto a quell’essere… Sono andato da loro e gli
ho
intimato di lasciarla stare e di stare lontano dalla mia famiglia; ma
lui, forte del fatto che fossimo a scuola, mi ha provocato non pensando
che avrei reagito… o probabilmente proprio per farsi
picchiare
così mi avrebbero espulso…- spiegò,
visibilmente
ancora arrabbiato Edward.
-E cosa ti ha detto
per
provocare una reazione del genere?- gli chiese papà. Tutti
ora
lo fissavano curiosi, perché ancora nessuno aveva saputo di
preciso cosa Tyler gli avesse detto… solo Emmett aveva
sentito
le precise parole di quell’animale; e vedendo il fratello in
difficoltà, decise di intervenire, sapendo quanto costasse a
Edward ripetere quella frase.
-Charlie…
bè, io
l’ho sentito, e ti assicuro che chiunque avrebbe reagito
così…- ma mio padre continuava ad aspettare e non
ne
voleva sapere di soprassedere.
Così con
un sospiro
Emmett tirò fuori quelle parole: -Ha detto che non
dimenticherà mai la… morbidezza del seno di
Bella…
anche se in maniera più volgare…-
mormorò il
nostro fratello orso.
Tutti rimanemmo a
bocca aperta;
io ricordando quel tocco animalesco sul mio corpo, gli altri riuscendo
a intuire il motivo per cui avesse pronunciato quelle
parole…
avevano chiaramente capito che quella sera Crowley comunque qualcosa
era riuscito a farmi…
Nel frattempo
però io mi
ero preoccupata subito per Jasper: l’avevo visto tremare e
subito
dopo si era alzato di scatto e si era diretto in cucina, con il volto
scuro come un plumbeo cielo in tempesta.
Era un pezzo che lo
tenevo
d’occhio; e man mano che Edward raccontava
l’orribile
esperienza vissuta quella sera al ‘New Moon’ mio
fratello
aveva lo sguardo sempre più cupo e carico d’odio;
e il blu
intenso dei suoi occhi si era trasformato in un duro e inespressivo
zaffiro.
Dopo qualche
secondo di estremo
silenzio, un improvviso schianto di stoviglie rotte proruppe da quella
stanza; stavo per precipitarmi là, per vedere cosa
avesse
fatto cadere per distrazione, quando mio padre mi bloccò
all’istante.
-No! Ha bisogno di
sfogarsi
Bella, lascialo solo…- dichiarò determinato.
Riprendemmo
tutti i nostri posti, in un devoto e religioso silenzio, mentre
continuavano a sentirsi schianti di stoviglie... Poi
il silenzio ritornò immediatamente; infine udimmo un rumore
di
cocci raccolti provenire dalla cucina… probabilmente Jasper
stava ripulendo tutto. Dopo qualche minuto ci raggiunse nuovamente, i
pugni chiusi e contratti e il viso impassibile.
-Scusami Esme,
domani ti compro
un servizio nuovo di piatti. Vi prego vogliate scusarmi, ma me ne vado
in camera mia… buona continuazione, ci vediamo domattina per
colazione… buonanotte Jake e… grazie ancora per
oggi- si
congedò; e dopo avermi lasciato un bacio sulla testa, si
incamminò mestamente per le scale.
Il mio cuore era
diventato
piccolo piccolo… Jasper aveva dovuto sopportare anche troppe
emozioni per quella giornata che sembrava non finire
mai…
-Edward, cosa ti ha
detto il preside?- chiese Esme, preoccupata.
-Lui e il professor
Banner sono
stati molto comprensivi, te lo giuro; e dopo aver saputo
tutto
quanto, il preside Greene ha espulso Tyler! E so anche che voleva
parlare con i suoi genitori per raccontar loro tutta la
verità… e raccomandar loro di prendere
provvedimenti
soprattutto dal punto di vista psicologico… per quanto
riguarda
me, invece… bè, non poteva non darmi neanche una
punizione, perché comunque ho scelto una soluzione (la
violenza)
che non è mai una giustificazione… ma sono stato
fortunato! Mi ha chiesto di dare lezioni di pianoforte a Ben per
aiutarlo con i crediti per la sua borsa di studio… e devo
dire
che, come punizione, mi piace proprio. Se poi vorrò,
potrò accettare anche altri studenti e alla fine se
farò
bene il mio lavoro, otterrò dei crediti anch’io!-
esclamò felice. Vidi Esme rilassarsi e mio padre sorridere
soddisfatto, della soluzione trovata dal suo caro amico.
Bene…
ora ero veramente serena e tranquilla, il peggio era passato.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 52
Bella…
bè, la mia
pallida ragazza probabilmente era in procinto di svenire da un momento
all’altro per mancanza di ossigeno, visto che aveva smesso di
respirare completamente… ne ero sicuro perché il
suo
torace non si muoveva di mezzo millimetro. La preoccupazione per lei,
mi fece riprendere lucidità e soprattutto un sano contatto
con
la realtà.
-Bella…- la chiamai ansioso; niente non rispondeva;
-Bella… amore respira… non è
niente…
respira piccola mia…- le sussurrai, accarezzandola con tutta
la
tenerezza che possedevo. Finalmente anche lei riprese
lucidità e
si riscosse dal torpore che si era impadronito delle sue membra.
Lo sappiamo, lo sappiamo! Con questo spoiler siamo state
più sadiche del solito! Cosa sarà successo a
Bella, per
ridurla in quello stato? Non vogliamo, però, che vi
preoccupiate
perchè non è niente di grave!
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!
the
dark side of the moon di barbara_f
Solo
per un week-end di Isabella v
(sara_g)
Rock my
life
di Isabella v
(sara_g)
Testa o
Cuore? di Isabella
v (sara_g)
My Pretty Woman di pensiera
Lightning in my life
di elisa1975
NASTY GAME
di elisa1975
Red Dazzling Passion
di Miss
Simy Pattinson
UNA SERA, PER CASO ... di
endif
Bastardo
in trappola di vampirettafolle
Un'altra
opportunità di eli777
Farfalle colorate
di Stupid
Lamb
A volte, il destino... ti
sorprende di yara89
La
principessa dei mari di
bellsmarie80
Il Guardiano del Faro
di Lele
Cullen
Mad
about you di Chastity
Il precettore
di porporina
L'altra
metà del cuore di sara_g
L'Alba Di Un Nuovo
Giorno.... (Pov.Edward) di LadyIsabelCullen
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