Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: IsaMarie    06/12/2010    15 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap. 51 Buongiorno a tutte!
Qui a Savona piove a dirotto e fa un freddo becco, spero che dovunque abitiate il tempo sia migliore!
Bene, abbiamo risposto a quasi tutte con il nuovo metodo e con alcune abbiamo anche instaurato una sorta di conversazione privata e questo ci riempie di gioia! Siamo felici di conoscervi meglio e se avete piacere non abbiate paura di disturbare!
Il capitolo scorso è piaciuto a tutte voi, proprio per la leggerezza dei contenuti. Ora però torniamo alle grane!
Grazie infinite a tutte quelle che ci seguono con affetto e con entusiasmo!
Un benvenuto come sempre alle luove lettrici!
Un bacio grande a tutte!
Manu e Sara vi augurano BUONA LETTURA!


vanderbit: ciao gioia! Sei l'unica stoica che ha preferito il vecchio metodo. Ma per noi non c'è nessun problema, rispondere così o in altro modo.
Edward si è sentito parecchio in imbarazzo e si è irritato, ma questo gli ha anche dato modo di pensare alla loro prima volta e si è fatto venire in mente un programmino davvero speciale! Purtroppo per quello che ha in mente lui dovrete aspettare ancora un po' di capitoli, ma ne varrà la pena.  Jake ed Emmett si sono divertiti parecchio a stuzzicarlo, ma non poteva essere altrimenti e poi avevamo bisogno di qualcosa che stemperasse un po' la tensione creata da Alice e Jazz e dai litigi precedenti. Se Charlie avesse notato Emm e Rose, sarebbe stato così gongolante? Mah, si vedrà! In questo chappy Charlie si arrabbierà e anche molto, si sentirà deluso e ferito, e spiegherà il perchè. Baci alla prossima. Se cambi idea per le recensioni, non devi fare altro che dircelo.


CAPITOLO 51

Scintille a cena!

Pov Jasper

Da quando, dopo la merenda, ero salito in camera mia incazzato nero, mi ero fiondato in bagno a farmi una doccia calda per riprendermi dal gelo della secchiata d’acqua; poi mi ero rapidamente asciugato e cambiato. Da allora ero rimasto inchiodato alla scrivania, gomiti sul tavolo e testa china, raggomitolato su me stesso,  come un ebete a pensare e ripensare a tutto quello che era successo… che cazzo di giornata!
Quella mattina in mensa, quando avevo raggiunto il mio tavolo dopo aver ciondolato apaticamente verso i miei ‘amici’, la mia attenzione era stata subito catturata dall’unico nome capace di provocarmi un brivido, e che continuava a ricorrere nella conversazione in corso in quel momento: Alice Cullen.
Quel demente idiota di Mike Newton si era vantato con gli altri che entro la settimana seguente avrebbe potuto aggiungere una tacca alla sua lunga lista di conquiste. Aveva continuato a pavoneggiarsi e a spiegare di come aveva invitato quella strafiga della Cullen e che lei, con larghi sorrisi uniti ad espliciti ammiccamenti, oltre ad aver clamorosamente accettato il suo invito, gli aveva fatto ampiamente capire, dall’inequivocabile linguaggio del suo corpo, che la serata sarebbe finita certamente per lui nel migliore dei modi…
Dio, che rabbia… e che schifo! Non potevo crederci… quell’angelo di Alice con… con quella merda di Newton… che vomito, solo l’idea!
Una furia accecante mi aveva travolto ed ero stato costretto a stringere forte il bordo del tavolo con entrambe le mani, per tentare di non attuare in quel preciso istante l’unico desiderio che riusciva ad esaltarmi… spaccare la faccia a quel coglione di Newton, che nel frattempo si era stampato in volto un odioso ghigno irritante…
Un dolore straziante mi aveva trafitto il petto, e avrei voluto prenderlo a pugni lì davanti a tutti, solo per punirlo per i pensieri sconci che gli passavano per la mente… in più avevo quasi commesso un passo falso, perché stavo per minacciarlo di starle alla larga! Fortunatamente, a quel punto la mia attenzione nei confronti del viscido era stata distolta dalla scenetta tra Bella e quell’oca di Lauren.
Ero talmente soddisfatto di come mia sorella aveva tenuto testa a quella sgualdrina, senza farsi mettere i piedi in testa, che i miei propositi di minaccia si erano momentaneamente sopiti ed ero ritornato in me, essendomi reso conto che io non ero il suo ragazzo e che quindi non avrei avuto nessun diritto di imporre a Mike le distanze con Alice. Mi ero continuato a rosolare nella rabbia, per il fatto che comunque Alice aveva accettato l’invito, quando la mia attenzione era stata di nuovo catturata… ma stavolta non si sarebbe trattato di nulla di soddisfacente, anzi…
Tyler aveva appena compiuto il suo trionfale ingresso in mensa, abbracciato ad Alice! E lei gli aveva rivolto un sorriso divertito e lo aveva guardato fisso negli occhi, come se per quell’angelo esistesse solo quella bestia…
La rabbia che mi aveva pervaso durante il racconto di Mike, non era stata niente in confronto a quella che mi si era scatenata nel vederla con i miei occhi! Ma che diavolo stava facendo quel giorno? Aveva deciso di uscire con tutti i ragazzi della scuola? Eh già, tutti le andavano bene… tutti tranne me!
Io ero solo il povero Jasper da compatire perché mi aveva rifiutato… eh no! D’ora in poi l’avrei trattata come meritava! Ne più ne meno di tutte le oche che popolavano quella scuola!
Avrei voluto scappare da lì, fuggire da tutto quel dolore furioso che aveva invaso ogni cellula del mio corpo e che si era trasformato in odio… in realtà sapevo dentro di me, nel mio intimo più inaccessibile, che i miei pensieri su di lei erano ingiusti e cattivi: Alice aveva tutto il diritto di amare e farsi amare da chi voleva… ma in quel momento per me era più facile, anziché giustificarla, odiare tutto di lei…
E quando nel pomeriggio, in cucina, fuori di me, pazzo di rabbia e di gelosia, al colmo della frustrazione e del dolore, le avevo sputato addosso tutte quelle parole odiose, per un breve momento mi ero sentito meglio, il peso del continuo strazio che mi opprimeva da giorni il cuore si era per un istante alleviato, rendendo il mio respiro meno soffocante.
Ma quando poi mi aveva spiegato come erano andate affettivamente le cose, e mi aveva rivelato tutti i terribili avvenimenti che aveva dovuto sopportare nel suo passato, la vergogna per come l’avevo offesa si presentò talmente prepotente da lasciarmi senza parole…
Ricordai ogni singola parola…
-Attento a te Jasper! Non osare mai più! Tu non sai niente di me, niente! Io ho sofferto molto, perché il mio ex mi ha tradito… nel modo più ignobile che ci possa essere! Inoltre, da ubriaco, mi ha quasi violentata…- aveva rivelato con la voce spezzata dal dolore.
Alle sue tremende parole mi ero irrigidito sempre più… ero rimasto sconvolto, devastato! Avevo percepito il gelo che si stava diffondendo sempre di più nel mio corpo e che si stava insinuando nei meandri più profondi della mia anima… tutto l’odio che avevo creduto di provare per quella meravigliosa creatura si era dissolto in quell’istante, e si era trasformato in feroce, spietato, doveroso, infinito odio per me stesso.
Io, il fine psicologo… non avevo capito un cazzo di lei!! Aveva sofferto da impazzire e nonostante il suo terribile e angosciante passato era rimasta una persona solare e splendida che illuminava la vita di chi le stava accanto! Che merda di uomo, ero!
Cosa cazzo avevo combinato?! Avevo irrimediabilmente rovinato i rapporti tra di noi e ormai non avevo la più ben che minima speranza che lei un giorno potesse perdonarmi… avevo letto chiaramente nei suoi bellissimi occhi, che in quel momento sembravano illuminarsi per i lampi di furia che lanciavano, la rabbia, la delusione e la frustrazione… ma soprattutto avevo capito quanto l’avessero ferita nel profondo tutte le mie stupide accuse che le avevo riversato addosso solo animato dalla mia infantile gelosia!
Dei discreti colpetti alla porta mi ridestarono dai miei nefasti pensieri, che come cupi macigni opprimevano il mio cuore straziato.
-Avanti- mormorai in un soffio, immaginando chi potesse essere. La porta si aprì leggermente e la testolina mora di mia sorella fece capolino. Mi accorsi benissimo che non mi guardava negli occhi e, anche se non proferiva parola, sentivo chiaramente la sua mente urlarmi quanto fossi stato idiota a insultare così la donna che sostenevo di amare.
-Jasper la cena è pronta… ti aspetto giù…- sussurrò, apprestandosi subito a uscire; ma con uno scatto fulmineo fui dietro di lei e le bloccai l’uscita, trattenendola per un braccio.
Avevo bisogno di lei, del suo conforto, di sentirmi dire che sarebbe andato tutto bene, di sapere che tutto questo dolore avrei potuto condividerlo con lei, che non ero solo… ma ero altresì disperatamente e lucidamente consapevole che non era giusto che un verme come me, avesse anche solo una minima possibilità di riscattarsi davanti agli occhi di quell’angelo meraviglioso che era Alice…
-Bells… l’ho persa… per sempre stavolta…- mormorai confidandole i miei più angoscianti timori, affranto e distrutto dalla consapevolezza della veridicità delle mie parole.
Mia sorella mi abbracciò di slancio… quel gesto mi diede un conforto che non avrei creduto possibile. Almeno lei mi voleva ancora bene! Sentii un’intensa emozione liberarsi al suo gesto affettuoso ed espandersi in tutto il mio animo represso per poi rifluire in lacrime trattenute che pizzicavano sempre di più i miei occhi.
Mi accorsi del suo sguardo triste e sconsolato… e il dolore che stava dilaniando il mio petto si amplificò, travolgendomi in una soffocante ondata.
-Non lo so Jasper… stavolta hai veramente esagerato…- soffiò in un singulto smorzato, sintomo della sua intensa disapprovazione e del suo giusto biasimo. Unico colpevole di tutta quella disastrosa situazione, abbassai mesto il capo e strinsi i miei pugni in una morsa talmente ferrea che rese le mie mani serrate color bianco latte.
-Bè, prima le ho parlato ed è furiosa… è delusa dal tuo comportamento, dalle tue parole… soprattutto si è sentita ferita, perché adesso è convinta che la tua fosse semplice attrazione e non un amore profondo e sincero come avevi affermato tu… secondo lei chi ama veramente non può nemmeno pensare di ferire in questo modo crudele e assurdo la persona a cui tiene…- mi rivelò timorosa di ferirmi. Ma in realtà aveva perfettamente ragione!
Ripensai un’ennesima volta alle terribili parole di Alice, a tutto quello che le era successo a New York… e ancora la frase “mi ha quasi violentata ubriaco” vorticava furiosa nella mia mente, aggiungendo uno spesso strato di dolore a quello che già avvolgeva ogni singola molecola del mio corpo. Boccheggiai.
Mi sentivo dilaniato, smembrato in più parti: un lato di me stesso era del tutto incapace di muoversi, pensare, respirare… un’altra parte, quella più passionale e disperata, mi spingeva a cercare rifugio in un baratro senza fondo… sì, l’unico luogo in cui avrei meritato di vivere sarebbe stato solamente un abisso senza luce, senza fine, senza speranza…
Come avevo potuto essere una persona così malvagia e crudele? Così egoista e spietata?
Come avevo fatto a non capire quella creatura meravigliosa? A non comprendere le sue più profonde paure? Ovviamente non avrei mai potuto immaginare l’esatta natura della tragedia che aveva sconvolto la vita e i sentimenti di quell’angelo gioioso; ma almeno mi sarei dovuto accorgere che si trattava di un uccellino spaventato, bisognoso di amorevoli cure e un nutrimento di costante amore e fiducia per farlo ricominciare a volare, a vivere! Che cieco, stupido, maledetto egoista!
Io che orgogliosamente mi reputavo in grado di comprendere sempre tutti… che mi vantavo di capire al volo ogni singola emozione che muoveva la vita degli altri… stavolta avevo preso una cantonata enorme come un grattacielo.
Come un pazzo insuperbito mi ero arroccato in un’alta torre di solitudine, monumento che avrebbe dovuto, nei miei miserabili intenti, proteggermi dal dolore immenso e lancinante che, dal momento del suo rifiuto, continuava ad opprimere il mio animo.
Sì, mi ero chiuso nel mio stupido orgoglio ferito e non avevo capito che il suo silenzio, durante la mia dichiarazione, non era dovuto al fatto che quel raggio di sole non mi ricambiasse, ma solo al problema di non essere riuscita a trovare le parole per raccontarmi cosa le era accaduto… non era riuscita a fidarsi e a lasciarsi andare… e questa era stata unicamente una mia colpa!
Ero io che non ero riuscito a metterla a suo agio… io che l’avevo messa alle strette; e quando aveva iniziato a parlarmi imbarazzata, a causa dell’interruzione di Quil, l’avevo guardata duramente e me ne ero andato senza lasciarla finire… offeso e impermalito…
Come se non bastasse, quell’amore di ragazza non si era fatta sconfortare dal mio orribile comportamento e anzi, a quanto avevo capito, si sentiva in colpa… lei! No, non me la meritavo proprio!
Era un bene che lei avesse visto quella parte di me… almeno mi sarebbe stata lontano, mi avrebbe evitato… e così si sarebbe risparmiata una marea di dolore! D’altronde ero stato in grado di ferire in quel modo vergognosamente crudele la persona che affermavo di amare più di me stesso!
Ripensando alle angoscianti parole appena pronunciate da Bella mi sentii morire… se anche lei reputava come me che non ci fosse più rimedio… bè, allora era proprio la fine! E forse era meglio così!
Alice aveva sofferto anche troppo con quel bastardo del suo ex; ed io, con il mio comportamento infantile, anziché riuscire a farla aprire con me, avevo solo accentuato la sua sofferenza e il suo dolore, umiliandola anche davanti a tutti, prima alla festa e quello stesso pomeriggio in casa! Ma che razza di mostro ero diventato in nome dell’amore? No! Ora basta!
Non ero degno neanche di nominare quell’angelo che con la sua allegria aveva portato il sole nella mia vita; sole che io, invece, stavo spegnendo piano piano, rovinando la sua esistenza! Dovevo assolutamente starle lontano, ne ero sempre più convinto… per il suo bene!
-Dai, adesso scendiamo a mangiare… e concentriamoci su papà; poi domani, dopo una bella dormita, magari Alice la vedrà meno nera di quella che è… Lasciale un po’ di giorni per smaltire la rabbia e poi cercheremo di studiare qualcosa, ok?- cercò di rassicurarmi mia sorella.
-No! Le ho fatto troppo male per poter anche solo pensare che mi possa perdonare… non merito una ragazza meravigliosa come lei e d’ora in poi le starò alla larga… ho deciso… la lascerò in pace e tenterò di sopravvivere in qualche modo senza di lei… lontano da lei… perché non è giusto che sprechi il suo tempo con uno schifoso come me! Spero solo che, un giorno, possa tornare anche solo a rivolgermi la parola…- dichiarai, tutto d’un fiato, convinto della mia decisione. Con il cervello ne ero convinto, ma con l’anima… sapevo che la parte più razionale di me aveva ragione: avrei dovuto stare lontano da lei, per salvarla da me stesso… ma il cuore… il mio cuore sanguinava solo all’idea di separarmi da lei…
Bella mi guardò, alzando le sopracciglia, in un chiaro gesto di irato scetticismo.
-Hai finito di sparare ignobili cazzate e di fare il santo martire? Io lo so benissimo quanto la ami, e anche che non sei uno schifoso… forse un po’ testardo e con un caratteraccio possessivo e geloso che cerchi abilmente di nascondere; ma di certo gli schifosi sono altri… quindi magari intanto che lei smaltisce la rabbia, tu finisci del tutto di piangerti addosso e poi vedremo il da farsi- mi ammonì, con un tono di serio di rimprovero.
-No, Bells, stavolta stanne fuori! Dico davvero!- le intimai. Ormai ero sempre più convinto che la mia fosse la scelta migliore per tutti… bé forse non per me! Ma io ormai non meritavo di pensare alla mia felicità dopo il casino che avevo combinato! Meritavo di vivere una vita di dolore e solitudine, mi ero guadagnato tutto il male di questo mondo…
Oltrepassai mia sorella e senza aggiungere altro mi avviai per il corridoio, per raggiungere gli altri, sperando che la cena finisse presto, per potermi poi rifugiare di nuovo nella solitudine della mia stanza e nel mio inferno personale.

Pov Bella

Dopo le dure parole di mio fratello verso se stesso, sospirai affranta per la sua resa e mi avviai mesta e sconsolata a chiamare anche Alice.
Quando raggiungemmo la sala da pranzo erano già tutti seduti; mi accomodai accanto a Edward che gentilmente, da autentico cavaliere, si era alzato da tavola per sistemarmi la sedia; subito dopo il mio cuore iniziò di nuovo la sua corsa, e la paura di rivelare a tutti i miei cari la ripugnante vicenda prese il sopravvento.
Iniziai a tremare leggermente… e il mio angelo in terra, accortosi di tutta la mia ansia, mi strinse la mano sotto al tavolo, per infondermi un minimo di serenità e coraggio. Il suo tocco mi rassicurò e mi sentii molto più forte. Certo che con lui accanto avrei potuto affrontare tutto!
Cenammo tranquilli, parlando del più e del meno. Jacob si perse in complimenti, lodando la cucina meravigliosa di Esme. Tutti sembravano abbastanza rilassati, anche se ogni tanto  lanciavo occhiate spaventate ad Edward; ma lui in risposta alle mie ansie rinforzava la stretta della sua mano sotto il tavolo e mi accarezzava dolcemente, cercando di farmi tranquillizzare.
Gli unici silenziosi (e che praticamente non avevano toccato cibo) erano naturalmente i nostri due litiganti di casa; avevo notato le materne occhiate preoccupate di Esme… ma mai una volta provò a forzare la situazione, chiedendo loro come mai non avessero fame. Era veramente straordinaria quella donna, e ogni giorno mi ritenevo sempre più fortunata che fosse entrata a far parte della nostra famiglia.
-Ok, ora che abbiamo la pancia piena e non c’è più il rischio che mi facciate passare la fame, rovinando l’ottima cena di mia moglie, potete iniziare a raccontarmi tutto quello che avete da confessare… chissà perché ho la netta sensazione che non c’entri solo Edward e quello che ha combinato a scuola, ma che siano coinvolte anche altre persone, come ad esempio… che so… provo a indovinare… Bella? Devi dirmi qualcosa tesoro, visto che ti sei portata dietro il tuo gorilla personale?- affermò convinto mio padre, voltandosi improvvisamente verso di me. Io arrossii violentemente e abbassai lo sguardo, imbarazzata. La mano di Edward sotto il tavolo continuò a stringere forte la mia.
-Charlie, ti posso raccontare tutto quanto io, se mi permetti…- affermò Edward,  rivolgendosi a mio padre in maniera educata e rispettosa. Era il mio cavaliere, il mio eroe! Lo guardai, riconoscente.
-Mi sa che è meglio, visto che mia figlia sembra abbia improvvisamente perso l’uso della parola, che di solito non le manca con la lingua lunga che si ritrova… e devo dire che è un gran peccato, visto la voce meravigliosa che il signore le ha donato!- esclamò mio padre, sarcasticamente.
Alzai  di scatto la testa e vidi che mi sorrideva amorevolmente. Abbozzai anch’io un tremolante sorriso, anche se il mio fu più che altro una smorfia da emiparesi facciale, certa che di lì a pochi minuti il sorriso di mio padre si sarebbe trasformato in una rabbia furiosa, che avrebbe investito e travolto la serena tranquillità familiare di casa Swan-Cullen…
-Dai, Edward inizia… e facciamola finita, prima che alla mia Bells venga qualche coccolone… mi sembra persino che abbia smesso di respirare…- continuò, prendendomi in giro. Sentii Edward prendere un gran respiro, mi strinse ancora una volta la mano, poi iniziò a parlare.
-Ok, prima di cominciare, però… ecco Charlie, ti chiedo solo di lasciarmi finire e di non trarre conclusioni affrettate…- affermò Edward e vidi mio padre annuire con il capo.
-Ricordate il venerdì sera… quello prima del vostro matrimonio? Bè… quella sera noi ragazzi eravamo andati al New Moon…- si rivolse ad Esme e papà, che gli fecero contemporaneamente un cenno di assenso.
-Bene… quella sera Bella era uscita con Tyler e durante la serata lui aveva bevuto parecchio. Io me ne ero accorto e quindi lo avevo tenuto costantemente d’occhio, per evitare che, sbronzo com’era, potesse fare qualche cazzata…- spiegò lui; io scorsi un lampo di ammirazione per Edward in mio papà, e questo fatto mi rese ancora più orgogliosa del mio ragazzo. 
-Ma ad un certo punto avevo notato che trascinava via Bella dalla pista… e quando ho provato a raggiungerli mi ero ritrovato bloccato dall’enorme calca di gente.  Ansioso, mi ero messo a cercarli per tutto il locale, e Jake mi ha dato una mano. Finalmente li abbiamo ritrovati nel retro, fuori il locale; e lui bè… voleva… ma lei…- la sua voce si spezzò in quel punto, al ricordo di ciò che avevo rischiato…
Osservai i suoi occhi diventare duri e gelidi smeraldi… e il suo volto impallidire, trasformandosi in una nivea maschera di pietra; inoltre sentii la mano di Edward stritolare la mia. Mi accorsi anche che il suo balbettio aveva innervosito mio padre: lo vedevo chiaramente farsi sempre più scuro in volto e serrare forte i pugni. Dovevo intervenire subito, prima che credesse che fosse successo chissà cosa!
-Papà… non è riuscito a fare niente perché gli ho tirato una ginocchiata proprio lì! E quando si stava per riprendere e per reagire sono arrivati Edward e Jake. Quindi non ti devi preoccupare…- affermai cercando di essere più determinata possibile; ma un improvviso e sonoro colpo della sua mano sul tavolo mi fece sobbalzare e perdere la mia effimera sicurezza. E meno male che avrebbe dovuto lasciarci terminare il discorso!
-Ah, questa poi! Io non devo preoccuparmi Bells?! La mia bambina è stata quasi violentata e io non dovrei preoccuparmi?! E di grazia mi vorresti cortesemente spiegare come sarebbe andata a finire, se non fossero intervenuti Edward e Jake a salvarti?! Mi hai proprio deluso Bells! Da te non me lo sarei mai aspettato!- sbottò mio padre, lasciandomi allibita. Gli occhi mi si riempirono immediatamente di lacrime.
Perché era stato così duro con me?
-Charlie, non puoi pensare che sia stata colpa sua! Cerca di ragionare… lei non voleva appartarsi con lui… è quel verme che l’aveva trascinata in quel luogo e lei non ha avuto la forza per ribellarsi… come puoi pensare che se la sia andata a cercare?- esclamò furioso Jacob. Io avevo la testa china e acqua salata continuava a scendere senza sosta sul mio viso. Esme, premurosa e dolcissima, venne ad abbracciarmi subito, ma non si intromise nella discussione.
-Ma cosa diavolo stai dicendo Jacob?! Io non penso affatto una cosa del genere… per me in nessuna situazione una donna è causa di una simile, atroce bestialità… se una donna dice ‘no’ deve restare no… anche durante un rapporto un uomo deve essere sempre in grado di fermarsi!- affermò sicuro mio padre. In un flash mi vennero in mente le parole di Edward di quel venerdì sera… le stesse di mio padre in questo momento… ma allora in che modo io l’avevo deluso?
Non riuscivo a capire la sua reazione nei miei confronti…
Lo guardai spaesata e lui sospirò affranto… poi, in un secondo, la furia nei suoi occhi lasciò il posto ad un’infinita dolcezza, segno dell’amore che provava per me.
-Bells, piccola mia! Tu non mi hai deluso per quel motivo, sciocchina… ma pensavo di averti cresciuta diversamente… Il fatto che tu abbia scampato il pericolo grazie a loro, non ha escluso però che lo stesso pericolo che hai corso tu, lo avrebbe potuto correre un’altra ragazza, che tra l’altro non avrebbe potuto essere altrettanto fortunata come te… Abbiamo già parlato in passato della pericolosità di fatti del genere e mi sembrava di averti fatto chiaramente capire che atti così gravi devono essere subito denunciati! Proprio per evitare che si ripetano e che magari finiscano in modo peggiore per le povere vittime più sfortunate. Non posso credere che tu mi abbia tenuta nascosta una cosa così seria… Lo sapevi che tenevamo già d’occhio Crowley per delle segnalazioni del vostro preside? Avevamo il grave e motivato sospetto di molestie su alcune ragazze! E la sera che ti è venuto a prendere, quasi mi è preso un colpo! Ma poi sapevo che eravate tutti assieme e mi sono tranquillizzato… anche se avevo chiesto a tuo fratello di controllarlo attentamente… Perché, Bells? Perché non ti sei confidata con me? Non pensavo di incuterti così tanto timore da impedirti ogni sentimento di fiducia…- la sua voce si affievolì, dopo avermi spiegato tutto; era molto dispiaciuto.
-Noooo, no papà… non è che non mi fido… come puoi anche solo pensarlo? Tu sei il mio papà dolce!- e mi alzai di scatto per volargli in braccio e baciargli le guance. Mi strinse forte e sospirò tra i miei capelli, accarezzandomi.
-Allora perché Bells? Io proprio non capisco…- mormorò affranto. Fu mio fratello stavolta ad intervenire in mia difesa.
-Questa sua difficoltà a confidarsi con noi è stata solo colpa nostra papà… e del nostro pessimo carattere! Aveva paura che reagissimo talmente male da commettere qualche cazzata… come magari ammazzare quel cane rognoso e così rovinarci la vita…- rivelò mio fratello, prendendosi la colpa del mio comportamento reticente. Ero meravigliata: era uscito dal suo guscio di dolore per aiutarmi... 
Gli sorrisi dolcemente e anche lui si alzò per venire ad abbracciarci.
-Oh, bambina mia… tu non devi mai preoccuparti per il tuo papà! Sono io che mi devo occupare di voi! E poi Bells… sul serio tu mi riterresti capace di un atto del genere?! Sì, è vero: sono un uomo piuttosto geloso e possessivo, te lo concedo… e anche Jasper ha ereditato questo mio difetto poco lusinghiero… ma caspita! Sono pur sempre un uomo di legge! E ti garantisco, in tutta onestà, che  il detto “occhio per occhio” non fa per me! Forse con la testaccia calda che avevo fino a qualche anno fa… ma sono un marito e un padre di famiglia, ho delle responsabilità verso tutti voi… e un atto del genere metterebbe nei guai tutta la nostra famiglia!- ci spiegò mio padre.
Esme si avvicinò a noi e quando mi alzai dalle ginocchia di mio padre per tornare al mio posto, mi abbracciò forte e mi sussurrò all’orecchio, molto  angosciata: -Stai bene piccola? Ti ha fatto del male?-. Scossi vigorosamente la testa.
-No, non ti preoccupare, Esme! Quella sera Jacob l’ha sistemato per bene… non è venuto a scuola per una settimana…- e la voce esultante di mio padre ci interruppe.
-Ben fatto, Jake!- esclamò entusiasta. La tensione si eclissò in un attimo, e scoppiammo tutti a ridere, mentre mio padre arrossiva, un bel po’ imbarazzato. Certo che la genetica non è un’opinione…, ridacchiai notando il suo colore tendente al peperone maturo. Ma non aveva appena detto che era un uomo di legge?!
-Bé, insomma, ragazzi miei… ammazzarlo no, ma qualche pugno non rovinerà certo la vita a quell’animale!- si giustificò.
-Charlie!!- lo rimproverò Esme,  fulminandolo con un’occhiataccia gelida. Tutti noi eravamo perfettamente a conoscenza dell’odio che provava Esme verso ogni forma di violenza. Mio padre si grattò la testa sempre più in difficoltà.
-Ha ragione vostra madre… la violenza non è mai una soluzione! Ricordatelo, ragazzi!- affermò con tono saccente da piedi piatti; e intanto schiacciò l’occhiolino a Jacob in chiaro segno di complicità e benevolenza.
-Poi… bè, più tardi Jacob ha raccontato tutto a Sam, che ha vietato a Tyler di rimettere piede nel locale… e intanto Edward si è occupato di me, riportandomi subito a casa, senza farsi accorgere di niente da nessuno degli altri- finii di raccontare, guardando intensamente il mio salvatore, con amore e gratitudine.
-Grazie Edward, se tu non l’avessi tenuta d’occhio non so come sarebbe finita… Ma ti prego, finisci di raccontare! Non ci hai ancora spiegato di oggi…- continuò mio padre.
-Bè… oggi in mensa… a un certo punto ho visto entrare quel verme abbracciato ad Alice e… non ci ho visto più. Lei non sapeva niente, e quindi non immaginava di certo che tremendo pericolo potesse correre accanto a quell’essere… Sono andato da loro e gli ho intimato di lasciarla stare e di stare lontano dalla mia famiglia; ma lui, forte del fatto che fossimo a scuola, mi ha provocato non pensando che avrei reagito… o probabilmente proprio per farsi picchiare così mi avrebbero espulso…- spiegò, visibilmente ancora arrabbiato Edward.
-E cosa ti ha detto per provocare una reazione del genere?- gli chiese papà. Tutti ora lo fissavano curiosi, perché ancora nessuno aveva saputo di preciso cosa Tyler gli avesse detto… solo Emmett aveva sentito le precise parole di quell’animale; e vedendo il fratello in difficoltà, decise di intervenire, sapendo quanto costasse a Edward ripetere quella frase.
-Charlie… bè, io l’ho sentito, e ti assicuro che chiunque avrebbe reagito così…- ma mio padre continuava ad aspettare e non ne voleva sapere di soprassedere.
Così con un sospiro Emmett tirò fuori quelle parole: -Ha detto che non dimenticherà mai la… morbidezza del seno di Bella… anche se in maniera più volgare…- mormorò il nostro fratello orso.
Tutti rimanemmo a bocca aperta; io ricordando quel tocco animalesco sul mio corpo, gli altri riuscendo a intuire il motivo per cui avesse pronunciato quelle parole… avevano chiaramente capito che quella sera Crowley comunque qualcosa era riuscito a farmi…
Nel frattempo però io mi ero preoccupata subito per Jasper: l’avevo visto tremare e subito dopo si era alzato di scatto e si era diretto in cucina, con il volto scuro come un plumbeo cielo in tempesta.
Era un pezzo che lo tenevo d’occhio; e man mano che Edward raccontava l’orribile esperienza vissuta quella sera al ‘New Moon’ mio fratello aveva lo sguardo sempre più cupo e carico d’odio; e il blu intenso dei suoi occhi si era trasformato in un duro e inespressivo zaffiro.
Dopo qualche secondo di estremo silenzio, un improvviso schianto di stoviglie rotte proruppe da quella stanza;  stavo per precipitarmi là, per vedere cosa avesse fatto cadere per distrazione, quando mio padre mi bloccò all’istante.
-No! Ha bisogno di sfogarsi Bella, lascialo solo…- dichiarò determinato. Riprendemmo tutti i nostri posti, in un devoto e religioso silenzio, mentre continuavano a sentirsi schianti di stoviglie... Poi il silenzio ritornò immediatamente; infine udimmo un rumore di cocci raccolti provenire dalla cucina… probabilmente Jasper stava ripulendo tutto. Dopo qualche minuto ci raggiunse nuovamente, i pugni chiusi e contratti e il viso impassibile.
-Scusami Esme, domani ti compro un servizio nuovo di piatti. Vi prego vogliate scusarmi, ma me ne vado in camera mia… buona continuazione, ci vediamo domattina per colazione… buonanotte Jake e… grazie ancora per oggi- si congedò; e dopo avermi lasciato un bacio sulla testa, si incamminò mestamente per le scale.
Il mio cuore era diventato piccolo piccolo… Jasper aveva dovuto sopportare anche troppe emozioni  per quella giornata che sembrava non finire mai…
-Edward, cosa ti ha detto il preside?- chiese Esme, preoccupata.
-Lui e il professor Banner sono stati molto comprensivi, te lo giuro;  e dopo aver saputo tutto quanto, il preside Greene ha espulso Tyler! E so anche che voleva parlare con i suoi genitori per raccontar loro tutta la verità… e raccomandar loro di prendere provvedimenti soprattutto dal punto di vista psicologico… per quanto riguarda me, invece… bè, non poteva non darmi neanche una punizione, perché comunque ho scelto una soluzione (la violenza) che non è mai una giustificazione… ma sono stato fortunato! Mi ha chiesto di dare lezioni di pianoforte a Ben per aiutarlo con i crediti per la sua borsa di studio… e devo dire che, come punizione, mi piace proprio. Se poi vorrò, potrò accettare anche altri studenti e alla fine se farò bene il mio lavoro, otterrò dei crediti anch’io!- esclamò felice. Vidi Esme rilassarsi e mio padre sorridere soddisfatto, della soluzione trovata dal suo caro amico.
Bene… ora ero veramente serena e tranquilla, il peggio era passato.


ANTEPRIMA CAPITOLO 52

Bella… bè, la mia pallida ragazza probabilmente era in procinto di svenire da un momento all’altro per mancanza di ossigeno, visto che aveva smesso di respirare completamente… ne ero sicuro perché il suo torace non si muoveva di mezzo millimetro. La preoccupazione per lei, mi fece riprendere lucidità e soprattutto un sano contatto con la realtà.
-Bella…- la chiamai ansioso; niente non rispondeva; -Bella… amore respira… non è niente… respira piccola mia…- le sussurrai, accarezzandola con tutta la tenerezza che possedevo. Finalmente anche lei riprese lucidità e si riscosse dal torpore che si era impadronito delle sue membra.



Lo sappiamo, lo sappiamo! Con questo spoiler siamo state più sadiche del solito! Cosa sarà successo a Bella, per ridurla in quello stato? Non vogliamo, però, che vi preoccupiate perchè non è niente di grave!

Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!

the dark side of the moon di barbara_f
Solo per un week-end di Isabella v (sara_g)
Rock my life  di Isabella v (sara_g)
Testa o Cuore? di Isabella v (sara_g)
My Pretty Woman di pensiera
Lightning in my life di elisa1975
NASTY GAME di elisa1975
Red Dazzling Passion di Miss Simy Pattinson
UNA SERA, PER CASO ... di endif
Bastardo in trappola di vampirettafolle
Un'altra opportunità  di eli777
Farfalle colorate di Stupid Lamb
A volte, il destino... ti sorprende di yara89
La principessa dei mari di  bellsmarie80
Il Guardiano del Faro di  Lele Cullen
Mad about you di  Chastity 
Il precettore di porporina
L'altra metà del cuore di sara_g
L'Alba Di Un Nuovo Giorno.... (Pov.Edward) di  LadyIsabelCullen


   
 
Leggi le 15 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: IsaMarie