Cap. 61
Buongiorno fanciulle!
Oggi si riprende il tran tran della vita quotidiana,ma soprattutto
rinizia la scuola... purtroppo!
Vabbè, forza e coraggio che le vacanze pasquali arriveranno
presto e ancora prima arriverò, per chi lo fa, lo stop didattico!
Molte di voi erano preoccupate per Bella, ma non è proprio
il caso.
Non ha nulla che non passiamo tutte!
Bene, vi lasciamo alla lettura e vi auguriamo una buona settimana!
A giovedì! Vi lovviamo tanto Manu e Sara!
Come sempre vi consigliamo la nostra nuova fiction Segreti e
Inganni e il nostro blog Le fan
fiction di Manu e Sara
CAPITOLO
61
Piccole attenzioni
Pov
Edward
Charlie mi fissava
intensamente:
io ero in completo imbarazzo e non sapevo più da che parte
guardare… per non parlare poi del fatto che la spalla
continuava
a dolermi ed iniziavo seriamente a preoccuparmi per la mia
incolumità fisica.
-Sai… io
voglio molto
bene a tutti quanti in questa casa… ma Bella è la
mia
bambina… devi capire la mia preoccupazione di
padre…- si
giustificò; -Non voglio assolutamente impedirvi di avere le
vostre esperienze… tanto so che trovereste un modo per farle
lo
stesso… ci sono già passato…- e la sua
presa
fortunatamente si allentò: il poliziotto stava
lasciando
il posto al buon padre… mi sorrise in modo piuttosto
comprensivo, ed io ricambiai.
-Ragazzo
mio… so che voi
due vi amate moltissimo, e credimi se ti dico che non potrei che
esserne più felice… Nonostante il tuo passato
comportamento poco tranquillo con le ragazze, so che in
realtà
sei un ragazzo meraviglioso, molto sensibile, responsabile,
nonché un ottimo studente… tua madre mi ha
raccontato di
quanto hai sofferto per la morte di tuo padre e quello che hai
combinato dopo… ma poi ti sei ripreso alla grande e penso
che il
tuo modo di rapportarti alle ragazze fosse un po’ anche la
tua
valvola di sfogo come per Jasper… o sbaglio?- mi
chiese…
io annuii. Quell’uomo in poco tempo ci aveva inquadrati
tutti, e
aveva pienamente azzeccato il carattere di ognuno di noi…
bè, non c’era da stupirsi con il lavoro che
faceva, doveva
essere un eccellente capo della polizia!
-Però
ragazzo mio,
lasciami aggiungere solo questo: credo che tu te ne sia accorto da
solo… ma ricordati che Bella è una creatura
altruista e
coraggiosa, ma molto fragile e insicura… basterebbe un
minimo
per spezzarla… ti prego… non forzarla in
niente…
aspetta i suoi tempi…- mi pregò, con il cuore in
mano; lo
interruppi immediatamente, scuotendo forte la testa e
voltandomi
completamente verso di lui, per guardarlo dritto negli occhi. Riguardo
quel punto ci tenevo ad essere il più sincero e onesto
possibile, anche con Charlie... doveva capire anche lui che Bella non
solo era diventata la persona più importante della mia vita,
ma
anche che la sua gioia era diventata la mia
priorità… se
lei era serena e felice… bè, lo ero
anch’io!
-Charlie…
non pensare mai
lontanamente che io possa in qualche modo forzare Bella in una
direzione piuttosto che in un’altra… da quando me
ne sono
perdutamente innamorato, lei per me viene prima di tutto quanto! Anche
se…- sbuffai; era difficile parlare di certe cose, proprio
con
lui, ma tentai di farmi coraggio; -…anche se… io
la
desidero come mai mi è successo in vita mia… non
potrei
mai approfittare dei suoi sentimenti per me…- dichiarai in
modo
accorato, sperando che leggesse tutta la sincerità che
traspariva dai miei occhi e dalla mia voce.
-Calma, calma,
Edward… ti
credo… non c’è bisogno che ti agiti
così… ti credo veramente… ma era
comunque un
discorso che ti dovevo fare…- mi rassicurò,
facendomi
sospirare di sollievo. Un attimo dopo scoppiò a ridere, ed
io lo
guardai perplesso e confuso.
-Ah, ah, ah!
Scusa… stavo
solo pensando che Bella, per certi aspetti assomiglia molto a sua
madre… e…- ma si bloccò, perso in
qualche ricordo
e continuando a sghignazzare. Oddio, ora stavo morendo di
curiosità. Cosa poteva significare ciò che aveva
appena
detto?!
-Forza
Charlie… e dai,
dimmelo… non puoi buttare lì mezze frasi e poi
lasciarmi
col fiato sospeso… un po’ di pietà!- lo
pregai.
Cercò di ricomporsi.
-Ok…
ok… non
agitarti! Ecco, vedi… pensavo solo che mia moglie era solare
e
allegra come Bella, anche se meno riservata di lei…
quest’ultimo lato lo ha preso da me…
vabbè,
comunque… ti confido questo: Renèe era molto, ma
molto
passionale! E se Bella le assomiglia anche solo un pochino…
bè… povero te, ragazzo mio!- affermò
divertito, e
scoppiò di nuovo in una sonora risata, facendomi arrossire
come
un novellino alle prime armi…
Ero in totale
imbarazzo, e non
sapevo più dove guardare… finché la
voce di mia
madre ci riscosse dal nostro momento di intime confidenze. Grazie al
cielo!
-Bè…
che
c’è, ragazzi? Perché non fai ridere
anche me,
Charlie?- esclamò mia madre, che notando il mio imbarazzo,
lo
fulminò con una gelida occhiataccia. Grande mà!
Charlie
alzò le mani in segno di resa e si calmò
immediatamente.
-Cose da uomini,
vero?-
domandò, continuando però a sghignazzare. Annuii
impercettibilmente, ma per fortuna il mio angelo fece la sua comparsa e
le corsi incontro. Mi sembrava avesse il viso un po’ provato,
pallido… forse era stanchezza. Si lasciò
abbracciare,
nonostante la presenza dei nostri genitori, che ci osservavano felici,
e poi si diresse verso il divano e si sdraiò, stanchissima.
-Bella, amore che
hai?- mi
preoccupai immediatamente. Poi osservai i volti di mia madre e Charlie,
ma stavano chiacchierando a bassa voce tra loro e non sembravano molto
in ansia per Bella... come mai?!
-Niente…
sta tranquillo,
Edward…- mormorò il mio angelo, con gli occhi
chiusi e
un’espressione leggermente dolorante.
-Ma tesoro!-
obiettai stupito;
-Non dirmi che non è niente! Si vede lontano un miglio che
stai
male!- affermai, alzando un po’ troppo la voce, spazientito
da
questo suo voler sempre minimizzare il suo malessere.
Spalancò
gli occhi, sorpresa dalla mia veemenza.
-Edward,
tranquillo, non
è niente, davvero… o perlomeno niente che non
possa
evitare tutti i mesi, ok?- si irritò. Giusto che stupido!
Aveva
il ciclo… avrei dovuto pensarci prima!
-Mi spiace,
piccola… non avevo capito…- tentai di
giustificarmi.
-Non
importa… anzi,
scusami tu… i primi giorni sono sempre un po’
nervosetta e
a volte mi irrito per un nonnulla… cerca di non farci troppo
caso se ti dovessi rispondere male, ok?- si scusò. Annuii
con un
sorriso. In quell’istante mi venne in mente cosa faceva
sempre
mia mamma con Alice, per alleviarle un po’ il
dolore di
quei giorni; così mi alzai e mi diressi verso la cucina,
mentre
sentivo mia madre che le diceva che le avrebbe preparato un
po’
di tè caldo.
Aprii uno dei
cassetti e presi
un panno di lana che misi a scaldare sopra un calorifero. Intanto mia
madre mi aveva raggiunto e vedendo quello che stavo facendo mi sorrise,
maternamente.
-Bravo,
figliolo… vedo
che negli anni sei stato attento… anche se si tratta di
problemini femminili!- si compiacque.
Appena il panno fu
bello caldo,
tornai da lei in salone e alzandole un po’ la maglietta,
gesto
che la fece sobbalzare spaventata, glielo appoggiai sul ventre
dolorante.
-Ecco,
cucciola…
così dovrebbe andare un po’ meglio… mia
madre
l’ha sempre fatto con Alice…- le spiegai. Mi
sorrise grata
per la mia piccola attenzione e le donai una carezza sul viso pallido.
-Grazie
amore… sei
dolcissimo…- affermò con una voce emozionata; non
riuscii
a resistere oltre e mi chinai per lasciarle un delicato bacio sulle
labbra.
-Ti va se ti suono
qualcosa?
Magari ti rilassa…- le chiesi desiderando fare ancora
qualcosa
per farla stare meglio. I suoi occhi si illuminarono per la sorpresa e
per la gioia di potermi finalmente sentire suonare il mio strumento
preferito.
-Sì, ti
prego… non
sai quanto mi renderesti felice… non vedevo l’ora
di
sentirti suonare…- si esaltò, regalandomi un
sorriso
radioso, capace di scaldarmi il cuore.
Mi diressi al
pianoforte e mi
sedetti, emozionato di rivelare anche quella parte di me
stesso…
di mettere a nudo la mia anima solo per lei. Intanto mia madre le
portò il suo tè e si sedette su uno dei divani,
insieme a
Charlie, per godersi anche lei quel momento: adorava quando suonavo.
Mi sembrava di
essere il
protagonista di uno di quei romanzi dallo scenario domestico, in cui
tutto il nucleo familiare si riuniva felice.
Chiusi gli occhi,
per
riadattarmi alla magnifica, indescrivibile sensazione delle mie mani
sui tasti di ebano e avorio; presi un bel respiro e poi le mie dita
iniziarono a scivolare delicate sui tasti, mentre da quello strumento
meraviglioso, una dolce melodia iniziò a sprigionarsi e a
librarsi nell’aria, riempiendo di note allegre e soavi tutto
il
salone…
Per un
po’ restai
concentrato sull’armonia che le mie dita stavano diffondendo;
poi
la curiosità di vedere l’espressione del mio amore
mentre
suonavo ebbe il sopravvento, e aprii gli occhi; come calamitati dalle
sue calde gemme, il mio sguardo si incatenò al
suo… gli
occhi cioccolatosi di Bella erano estasiati, ammaliati, affascinati e
il suo volto affettuoso e dolcissimo mi riempiva d’amore:
suonare
per lei mi stava riempiendo di soddisfazione… era la cosa
più appagante che avessi mai fatto…
Quando
l’ultima nota della
canzone si disperse nell’aria, per un istante
regnò il
più assoluto silenzio; infine riuscii a percepire dei
sospiri
trattenuti. Mi voltai e restai conquistato, ancora una volta, dal mio
bellissimo angelo.
-Grazie! Ti amo
tanto…- mormorò a fior di labbra.
-Anch’io
ti amo…
immensamente!- sussurrai adorante. Oddio, ero innamorato perso!
L’amore è davvero il sentimento più
sublime e
potente che possa esistere!, pensai compiaciuto.
-Dedico il prossimo
brano ad
Alice e Jazz… ragazzi, tutti noi speriamo che vi
abbandoniate
all’amore!- aggiunsi a voce alta, come se i loro cuori e le
loro
anime fossero in sintonia con noi e avessero potuto udire la melodia
che stavo iniziando a suonare per loro, muovendo la mano sulla
tastiera.
Il mio pensiero
volò di nuovo alla mia sorellina…
chissà cosa stava facendo..?
Pov
Jasper
Piacevolmente
imbambolato
dall’enorme quantità di lingerie sexy a sua (ok,
sperai
che fosse anche a mia!) disposizione per il nostro romantico e sensuale
weekend, la lasciai nella sua stanza a cambiarsi, per concederle un
po’ di privacy; nel frattempo io aspettavo che mi chiamasse
per
portarla in cucina: era già arrivata l’ora di
preparare il
pranzo!
Ma da quanto tempo
era chiusa lì dentro? Quanto le ci voleva per indossare una
tuta?
Mi giravo e
rigiravo
continuamente lungo il corridoio, come un leone in gabbia, in attesa di
poter rivedere la mia tenera piccoletta, ma ancora lei non mi aveva
chiamato… ad un tratto mi irrigidii e un pensiero
angosciante si
insinuò nella mia mente, agghiacciandomi e mozzandomi il
respiro: e se si fosse sentita male?! Oddio! Era passato più
di
un quarto d’ora, dovevo assolutamente accertarmi che lei
stesse
bene!
Con una mossa
repentina decisi
di aprire la porta e quando la vidi in piedi di fronte
all’armadio a sistemare la sua biancheria, fui
contemporaneamente
sollevato e irritato: sollevato, perché per fortuna stava
bene… seccato, perché non mi aveva ascoltato e
stava
mettendo sotto sforzo la sua delicata e fragile caviglia…
che
ragazza ostinata!
-Ma si
può sapere cosa
stai facendo? Non ti avevo detto di chiamarmi? Potevo anche mettere a
posto io le tue cose, sciocchina mia!- la rimproverai, cercando di non
farle percepire la mia delusione per il fatto che non si fosse
appoggiata a me, che non avesse chiesto il mio aiuto.
-Ma non sei il mio
cameriere,
Jazz!- mi spiegò le sue personali ragioni; -E poi, come puoi
vedere, mi fa già meno male, e non voglio pesare su di te
più del dovuto…- affermò convinta
delle sue
inconcepibili parole. Eh?! Ma che diavolo stava dicendo?! Lei era la
mia vita, come avrebbe mai potuto essere un peso per me?
Quell’angelo gioioso aveva rallegrato la mia esistenza,
dandomi
una ragione per sorridere, perché era l’unica che
era
riuscita a far nascere l’amore nel mio cuore…
Con uno scatto
felino la presi
tra le mie braccia e la abbracciai stretta al mio cuore. Volevo mettere
bene in chiaro un concetto fondamentale…
-Tu. Non. Sei. Un.
Peso!
Né mai lo sarai! Chiaro, signorina Cullen?!- affermai. Poi
mi
impossessai di quelle fantastiche labbra, così rosse e
carnose,
così succose e peccaminose…
Immediatamente
percepii che la
mia bramosia veniva corrisposta: sentii le piccole e delicate manine
della mia Alice infilarsi tra i miei capelli, mentre il nostro
meraviglioso bacio si stava sempre più intensificando,
trasformandosi in una eccitante e sinuosa danza di lingue…
mmm… inoltre mi facevano impazzire le sue dita:
accarezzavano,
tiravano, si impossessavano dei miei capelli in un modo talmente
possessivo e provocante… mi sentivo elettrizzato, capace
unicamente di perdermi in quella bocca profumata e seducente che
allettava in continuazione i miei sensi…
Le nostre bocche si
staccarono
solamente quando i nostri polmoni reclamarono ossigeno e mi resi conto
di essermi comportato in modo forse troppo rude e irruento…
-Perdona la mia
foga… ma
mi sei mancata da impazzire! Ti amo alla follia, Alice… e ti
garantisco che ormai mi è impossibile fare a meno di te,
nella
mia vita… ti prego… non lasciarmi mai, angelo
mio…
resta con me, resta sempre con me!- la scongiurai; avevo paura di
averla spaventata, ma desideravo con tutto me stesso che lei riuscisse
a comprendere lo sconfinato sentimento di amore, passione, adorazione
che il mio cuore nutriva per quella meravigliosa creatura…
-No, no, tesoro
mio… te
lo giuro, Jazz, credimi… ti amo talmente tanto che non
riesco
nemmeno a respirare senza di te… ora che ci siamo ritrovati
nessuno potrà mai separarci!- affermò con uno
sguardo
sincero e limpido come il cielo terso. Dio, quanto amavo
quell’angelo!
Mi avventai
nuovamente su quelle
labbra morbidissime e impregnate del suo profumo, anticamera del mio
paradiso… mai, mai mi sarei sentito sazio di quel sapore, di
quelle intense emozioni, di quelle vibranti e sensuali
sensazioni… avevo sempre fame di lei, sempre!
Ma a proposito di
fame…
mi staccai riluttante, ma era ora di pranzo… probabilmente
lei e
le ragazze avevano fatto colazione all’alba quella mattina,
dato
che erano arrivate qui molto presto… chissà,
forse Alice
aveva fame… bè, a dire la verità ne
avevo
anch’io…
-Ok, senti,
piccola… che
ne dici di farti coccolare un po’ dal sottoscritto?
E’ ora
di pranzo, scendiamo in cucina, così imbastisco qualcosa e
mi
prendo cura dei nostri stomaci affamati…- proposi con un
sorriso. Lei annuì, divertita.
Scendemmo in un
lampo al piano
inferiore; avrei tanto desiderato che Alice si riposasse almeno un
po’ sul divano, mentre io preparavo qualcosa per il
pranzo… ma naturalmente quella testona non ne aveva voluto
sapere! Anzi! Aveva insistito, invece, affinché potesse
farmi
compagnia in cucina, promettendomi però in cambio di non
alzarsi
e di non sforzare in alcun modo la caviglia, che comunque sembrava
andare già molto meglio.
In
realtà ero felicissimo
che anche lei, come me, avesse voglia di restarmi sempre
accanto… eravamo già stati separati per troppo
tempo in
quell’ultima maledetta e travagliata settimana appena
trascorsa,
e avevamo sofferto tanto entrambi, soprattutto per colpa
mia…
ora che ci eravamo ritrovati nessuno dei due aveva intenzione di
perdersi neanche un minuto della compagnia
dell’altro…
specialmente adesso che eravamo finalmente soli!
-A cosa stai
pensando?-
domandò improvvisamente, con la sua voce trillante, piena di
curiosità. Accesi il fornello sotto la pentola in cui avrei
cotto un po’ di pasta, e mi voltai a guardarla…
Mi sorrideva
serena: era una
visione! Anche con solo indosso una semplice tuta, mi ispirava tutta
una serie di immagini che di casto avevano ben poco! Basta, Jazz,
calmati! Invasato che non sei altro! Finiscila!, mi imposi, cercando di
riportare i miei pensieri sul piano di una normale e più
quieta
conversazione.
-Bè,
ecco…-
balbettai incautamente; ehm… forse non era il caso di
riferirle
le mie ultimissime riflessioni da maniaco fissato; comunque decisi di
essere il più onesto e schietto possibile con lei: era mia
ferma
convinzione che solo gettando delle basi di una corretta franchezza e
una leale sincerità, potevo sperare di ottenere ancora la
sua
autentica fiducia nei miei confronti…
-Bè…
ripensavo a
quanto sono stato insensibile e stronzo con te… a quanto
male ti
ho fatto in questa settimana… mi dispiace veramente,
Alice… sono mortificato! Ti prego di credermi, cucciola: il
mio
rimorso non potrebbe essere più vero, ma ho
paura… non so
come farò a farmi perdonare da te… scusami, ho
combinato
un gran casino… e ora non so bene… come
rimediare…- sussurrai, in imbarazzo. Da quando avevo
scoperto
tutta la verità (il suo passato, il suo rifiuto,
che poi
tale non era, il suo disinteresse per quelle bestie schifose ed immonde
di Newton e Crowley), bè… il senso di colpa mi
logorava
incessantemente, e riusciva comunque in parte a offuscare la mia gioia
per questo nostro ritrovarci così uniti e innamorati.
-Jazz…
per favore…
piantala con questa storia del farti perdonare… ti ho
già
detto che non hai tutte le colpe di questo mondo…
anch’io
mi sono messa di impegno nell’incasinare tutto quanto!-
esclamò lei con un tenero broncetto da bimba. Sì,
certo!
Era come paragonare la marachella di una deliziosa bimbetta a una grave
mancanza, ad un deplorevole, imperdonabile errore di un mentecatto,
idiota e senza cervello come il sottoscritto…
Sorrisi magnanimo
alla sua dolce
e simpatica smorfietta, ma naturalmente io non la vedevo proprio
così… abbassai lo sguardo, pieno di pena e
amarezza: ero
io ad aver combinato tutto quell’odioso disastro, e nessuno
me lo
avrebbe tolto dalla testa! Sì, ero io l’unico
colpevole,
non c’erano discussioni su questa mia reale e tormentata
certezza… ne ero lucidamente consapevole!
-Senti
Jazz…
l’unica cosa importante è che finalmente tu ed io
ci siamo
chiariti, una volta per tutte! Io ti amo… tu mi
ami…
punto! Ascoltami, ti prego!- mi implorò con voce accorata,
richiamando la mia attenzione e i miei occhi su di lei.
-Basta rivangare il
passato! A
mio avviso potremmo parlarne solo per chiederci qualche spiegazione
ulteriore, magari su qualche nostro comportamento che non ci
è
ancora chiaro… ma non per lamentarci di chi sia o meno il
torto… di chi siano stati gli sbagli più grandi,
o di
quanta colpa devo assumermi io e di quanta tu… sarebbe solo
una
discussione sterile e dannosa, credimi! Basta con tutta questa
negatività, ok? Cerchiamo solo di goderci la reciproca
compagnia
d’ora in poi!- dichiarò, con un tono serio e
convinto che
non ammetteva repliche. La mia colpevole coscienza avrebbe voluto
urlare che ero unicamente io il responsabile, e ribadire il concetto
della mia totale e vile negligenza, delle mie gravi, egoistiche e
imprudenti mancanze… ma la parte più razionale di
me mi
fece riflettere sul suo discorso, e mi convinsi che Alice aveva
pienamente ragione! Prolungare quel tipo di discussione probabilmente
ci avrebbe castigato e tormentato inutilmente…
Sorrisi,
arrendendomi e
riconoscendo la saggezza delle sue parole, pronunciate in modo veemente
e imperioso; aggirai il bancone, per avvicinarmi a quella fantastica
ragazza che, in quel momento, aveva occhi solo per il sottoscritto.
Allargò le braccia e mi accolse in un caloroso abbraccio. Le
baciai la testa, inspirando il suo soave profumo… era
dolcissimo, e mi inebriava i sensi come mai mi era successo…
-Ok, mio generale!-
la canzonai dolcemente, mentre lei scoppiava a ridere del mio
azzeccatissimo appellativo.
-E dai, Jazz, ti
prego! Ora non
mettertici pure tu! C’è già
quell’orso di
Emmett che mi prende in giro, povera me!- si lagnò, con un
finto
broncio, ancora più simpatico del precedente. Scoppiai
anch’io a ridere, di tutto cuore…
ANTEPRIMA
CAPITOLO 62
Nonostante cercassi di tenere la mia mente occupata nelle manovre
culinarie di tutta routine, i jeans e i boxer mi stringevano
fastidiosamente ormai da parecchio tempo, e non sapevo più
cosa
fare per cercare di alleviare quella morsa stringente… e
come se
non bastasse quella scomoda tortura, ero stra sicuro che quella
furbetta se ne fosse accorta: più di una volta
l’avevo
scoperta ad arrossire, specialmente dopo che l’avevo colta ad
osservarmi con insistenza…
Dio, quella
ragazza mi avrebbe
fatto uscire di senno! E chi aveva più fame in quel momento?
Io
no di certo… o perlomeno non fame di pasta…
Scrollai la testa
cercando di
non fissarmi con certe idee: finiscila, Jazz, non fare il pervertito!,
mi ordinai. E’ ferita, ha bisogno di te!
Lei infatti era
ancora
dolorante per la caviglia… e poi ci eravamo appena
dichiarati i
nostri sentimenti… cosa dovevo fare?! Saltarle subito
addosso,
facendole così capire con che razza di maniaco si era
messa?!
Era colpa dei miei maledetti ormoni: da quando l’avevo
conosciuta, non mi ero più intrattenuto con
nessun’altra… e il mio amico JJ, in questo
momento, ne
stava risentendo più che mai! Come faceva Edward a stare
così vicino a mia sorella, senza arrivare al dunque? Santo,
purissimo spirito, lo avrebbero dovuto proclamare! Sì,
proprio
santo, avrei scritto una letterina al Papa! Quando l’avrei
rivisto, mi sarei senz’altro complimentato con lui: quel
ragazzo
aveva una forza di volontà pazzesca!
Ecco alcuni blog di bravissime autrici che meritano una visita!
Il sorriso
in una pagina
Mad about
you
yara's mind
Nel mondo di Elisa e Yara
Les mots
de Chloè
L'anima delle stelle
silviettafanfiction
A casa di Lisa
USADDICTED
L'angolo
creativo
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere
seguite!
the
dark side of the moon di barbara_f
Solo
per un week-end di Isabella v
(sara_g)
Rock my
life
di Isabella v
(sara_g)
Testa o
Cuore? di Isabella
v (sara_g)
My Pretty Woman di pensiera
Lightning in my life
di elisa1975
NASTY GAME
di elisa1975
UNA SERA, PER CASO ... di endif
Bastardo
in trappola di vampirettafolle
Un'altra
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Farfalle colorate
di Stupid
Lamb
A volte, il destino... ti
sorprende di yara89
La
principessa dei mari di bellsmarie80
Il Guardiano del Faro
di Lele
Cullen
Il precettore
di porporina
L'altra
metà del cuore di sara_g
Due anime legate ad un
destino di
loulou72
Mad
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Dazzling Passion di Miss
Simy Pattinson
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LA
DUCHESSA di essebi
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