Cap. 62
Buongiorno!
Ecco
il nuovo capitolo! Vedremo Jasper alle prese con i suoi bollenti
spiriti!
Riuscirà
a
frenarsi? Riuscirà a non saltare addosso al piccolo
folletto?
Bè, non vi resta che leggere e scoprirlo!
Ringraziamo
come sempre tutte le lettrici, silenziose e non, che continuano a
seguirci con tanto affetto!
Siete
voi che ci date la forza e la voglia per continuare a scrivere! GRAZIE!
Come
sempre vi ricordiamo la nostra nuova fan fiction:
Segreti e
Inganni
Sabato posteremo il secondo capitolo. Per chi fosse curioso, abbiamo
postato una piccola anteprima sul nostro blog:
Le fan
fiction di Manu e Sara
CAPITOLO 62
A cuccia, JJ!
Pov
Jasper
Ero
raggiante, euforico, soddisfatto… così
entusiasta
per come si era sistemato tutto quanto tra noi, che una sua semplice
risata mi scaldava il cuore in una maniera assurda! Mi staccai dal
corpo di Alice a fatica, le lasciai un casto bacetto sulle labbra e
ripresi a cucinare. Vederla così allegra mi
stuzzicò
un’ideuzza per renderla ancora più felice e
spensierata.
-Che ne dici di
fare un
pic-nic?- proposi semiserio ma allo stesso tempo divertito dalla sua
espressione completamente allibita.
-Come scusa?! Non
mi sembra
davvero il tempo ideale!- si meravigliò, tenendo la bocca
spalancata e guardandomi con due occhioni esterrefatti. Risi
nuovamente… probabilmente mi avevo preso per un pazzo!
-Ohhhh, invece,
è proprio
il tempo giusto! Che c’è di strano? Un pic-nic: io
e
te… ovviamente sul tappeto davanti al caminetto, mentre
fuori
imperversa una tempesta coi fiocchi!- spiegai ad una Alice ammutolita
ma entusiasta .
-Fantastico! Grande
idea, Jazz!-
si esaltò; -Ma… naturalmente non posso aiutarti a
preparare nulla, vero?- si lamentò, rabbuiandosi un
po’.
Figuriamoci, era fuori discussione! Non avrei permesso che alzasse
nemmeno un dito di quelle piccole e fragili manine… ma
soprattutto che sforzasse la caviglia: era la mia principessa, e avevo
intenzione di prendermi cura di lei in tutto e per tutto!
-Ovviamente! Lasci
fare tutto a
me, signorina Cullen… deve imparare a godersi tutte le
coccole
con cui ho intenzione di viziarla, dato che il mio progetto
è di
adorarla per sempre!- e mi avvicinai alla mia stella polare, per
abbracciarla nuovamente: non riuscivo assolutamente a non un avere un
qualsiasi tipo di contatto con lei. Era più forte di me!
Con una rapida
falcata, mi
avvicinai a lei e con un ginocchio forzai le sue gambe per fargliele
divaricare e pormi in mezzo, di modo che i nostri corpi fossero
più vicini che mai…
Percorsi tutto il
suo corpo con
il mio sguardo eccitato… e poi appoggiai le mani sui suoi
fianchi, accarezzandoglieli con un movimento leggero…
intanto mi
ero perso completamente nei suoi occhi blu come il mare tropicale, che
erano incatenati ai miei sensuali movimenti…
Piano mi chinai,
compiaciuto
dalla reazione del suo corpo, che sembrava soggiogato dalla mia
vicinanza; avvicinai le mie labbra alle sue molto, molto lentamente,
dato che mi esaltava troppo il fatto di poter condurre il
gioco…
Quando fui a pochi millimetri di distanza, mi inebriai del suo floreale
profumo, le sfiorai appena quei petali rosati e sorridendo con malizia,
mi scostai dalle sue labbra per iniziare a torturarla con una serie di
baci a fior di pelle: dalla sua bocca, alla mascella,
all’orecchio, al collo… sentendola sospirare e poi
ansimare. Non contento, scesi ancora, e iniziai a lasciare una scia di
piccoli e umidi sfioramenti sul suo collo, fino ad arrivare alla
clavicola.
Mi resi conto che
stava
trattenendo il fiato per la profonda emozione e sorrisi ancora,
compiaciuto dell’effetto destabilizzante che le stavo
procurando.
Intanto, al piano di sotto, il mio JJ pulsava dolorosamente, ma cercai
di ignorarlo, per dedicare ogni grammo della mia attenzione alla mia
piccolina; anche se, a dire la verità, non era una cosa
così facile, contenere la mia imperante voglia di
lei…
Risalii
languidamente verso l’orecchio e cominciai a mordicchiarle il
lobo, stupito che lei fosse ancora in apnea.
-Tesoro
mio… ci tengo
troppo a te… ti prego, riprendi a respirare
amore…- le
soffiai all’orecchio, interrompendo quella tortura e
sentendola
fremere, sotto le mie mani, che intanto le stavano accarezzando i
fianchi e la schiena, attraverso la soffice stoffa
dell’indumento.
Mmm…
come avrei desiderato sentire la diretta morbidezza della sua pelle,
così calda, profumata e sensuale…
Alice
buttò fuori
l’aria di colpo e sentii il suo respiro farsi man mano
più
veloce. Alzai la testa per osservarla: le gote erano rosso fuoco, la
pelle ricoperta da mille brividi, le labbra rosse e carnose leggermente
dischiuse, gli occhi lucidi di desiderio… che si
rispecchiavano
perfettamente in quello che trasmettevano anche i miei… ogni
muscolo del mio corpo era teso fino allo spasmo per la voglia immensa
di farla mia… ma tentai di trascurare le pressanti pretese
della
mia carne…
Le mordicchiai con
gesti lenti e
misurati il labbro inferiore, facendola gemere; io ero inebriato dai
suoi sospiri di puro piacere, elettrizzato dal fatto di essere in grado
di accendere il corpo e la mente di quella stupenda e passionale
creatura… d’un tratto il tintinnio del coperchio
della
pentola sul fuoco, causato dal borbottio dell’acqua che
bolliva,
mi richiamò bruscamente alla realtà.
Le diedi ancora un
casto bacetto
sulle labbra e mi costrinsi a proseguire il mio lavoro, altrimenti non
avremmo più pranzato…
Buttai la pasta e
in un lampo
preparai tutto il necessario e lo portai in salone, adagiandolo sul
morbido e spesso tappeto beige, posto di fronte al caminetto. Nel
frattempo, mi sentivo gli occhi di Alice addosso… aveva
seguito
tutti i miei movimenti con una concentrazione e uno stupore
stupefacenti, come se si fosse trovata davanti alla cosa più
straordinaria di questo mondo… già il fatto che
non mi
ignorasse più (o che non mi guardasse più con
un’espressione disgustata), mi riempiva di gioia…
ma il
modo in cui mi fissava in quel momento, mi eccitava
all’inverosimile, mi gasava di brutto.
Nonostante cercassi
di tenere la
mia mente occupata nelle manovre culinarie di tutta routine, i jeans e
i boxer mi stringevano fastidiosamente ormai da parecchio tempo, e non
sapevo più cosa fare per cercare di alleviare quella morsa
stringente… e come se non bastasse quella scomoda tortura,
ero
stra sicuro che quella furbetta se ne fosse accorta: più di
una
volta l’avevo scoperta ad arrossire, specialmente dopo che
l’avevo colta ad osservarmi con insistenza…
Dio, quella ragazza
mi avrebbe
fatto uscire di senno! E chi aveva più fame in quel momento?
Io
no di certo… o perlomeno non fame di pasta…
Scrollai la testa
cercando di
non fissarmi con certe idee: finiscila, Jazz, non fare il pervertito!,
mi ordinai. E’ ferita, ha bisogno di te!
Lei infatti era
ancora dolorante
per la caviglia… e poi ci eravamo appena dichiarati i nostri
sentimenti… cosa dovevo fare?! Saltarle subito addosso,
facendole così capire con che razza di maniaco si era
messa?!
Era colpa dei miei maledetti ormoni: da quando l’avevo
conosciuta, non mi ero più intrattenuto con
nessun’altra… e il mio amico JJ, in questo
momento, ne
stava risentendo più che mai! Come faceva Edward a stare
così vicino a mia sorella, senza arrivare al dunque? Santo,
purissimo spirito, lo avrebbero dovuto proclamare! Sì,
proprio
santo, avrei scritto una letterina al Papa! Quando l’avrei
rivisto, mi sarei senz’altro complimentato con lui: quel
ragazzo
aveva una forza di volontà pazzesca!
Scolai rapidamente
la pasta, e
una volta preparati i piatti, li portai in salone e tornai in cucina a
prendere la mia principessa, che naturalmente si stava già
alzando per raggiungermi. Dio mio, quanto era testona! In futuro
c’era il serio rischio di incappare in parecchie discussioni
per
questo suo caratterino! A quel pensiero sorrisi, attirando la sua
completa curiosità.
-Bè, che
hai da ridere,
ora?- mi chiese, fermandosi a metà strada. Scrollai la
testa, in
segno di diniego, ma il suo sguardo di fuoco, mi costrinse a rivelarle
subito tutto.
-Niente…
è che ho
come l’impressione che tra noi non saranno sempre rose e
fiori,
con il tuo caratterino!- le spiegai. Mi ero comportato apposta in modo
un po’ pungente, avevo capito benissimo che lei era una
vivace
peperina solo quando la stuzzicavo o la prendevo in giro…
infatti mi stavo aspettando la sua energica rispostina…
-Eh sì,
signorino!
Perché invece se fosse per il tuo bel carattere, andrebbe
sempre
tutto bene, vero?!- mi rispose piccata e sarcastica.
-Touché!
Ma ora, lasci
che la sua carrozza la conduca al castello, mia signora!-dichiarai
divertito; con uno scatto la presi di nuovo in braccio e senza nemmeno
il tempo di rendersene conto, si ritrovò seduta sul tappeto
davanti ai nostri bei piattoni di pasta al pesto, preparato con tutti i
sacri crismi da Esme.
Tutti noi adoravamo
la cucina
italiana ed Esme, era letteralmente impazzita di gioia quando aveva
scoperto che Bella aveva ricevuto in eredità dalla mamma, il
ricettario scritto di suo pugno, con tutte le ricette italiane provate
e perfettamente riuscite negli anni, con annotati tutti i piccoli
accorgimenti che solo una persona che cucina spesso, può
adottare… preziosi consigli che non si possono trovare di
certo
in nessun ricettario stampato, nemmeno il più
particolareggiato.
Bella, glielo prestava spesso, così Esme poteva dilettarsi
in
gustose ricette e accontentare così anche tutti noi. Anche
da
quel particolare mi ero reso conto di quanto Bella si era affezionata a
Esme… non permetteva a nessuno di maneggiarlo, per paura che
si
potesse rovinare… ne era profondamente gelosa.
-Prego
mademoiselle… Il
pranzo è servito… lo chef le augura buon
appetito- le
dissi, invitandola con un gesto della mano a servirsi.
-Grazie Jazz, anche
a
te…- mi rispose, in un sussurro appena udibile. Sembrava
quasi
imbarazzata da tutte quelle attenzioni. Era completamente diversa dalla
Alice che avevo conosciuto… sempre sicura di sé,
sempre
pronta a imporre le proprie idee e sempre in fermento, un vulcano che
riusciva a coinvolgere tutti in mille attività, come un
tornado
che ricrea il paesaggio a suo piacimento, dopo il suo
passaggio…
ma… adoravo anche questo nuovo lato di lei, appena
scoperto… era timida, intimorita e quasi
esitante… avevo
capito che era quasi soggiogata da me, dalla mia presenza, dalla mia
voce, dal mio tocco… e questa considerazione mi mandava
fuori di
testa!
Prese la forchetta
e assaggiò un po’ di pasta.
-Mmm
Jazz… è
buonissima! Non sapevo che fossi così bravo a cucinare!- mi
elogiò. Una punta di orgoglio, mi fece sorridere soddisfatto.
-Ti
ringrazio… ma…
sono molte le cose che ancora non conosci di me…
e…
bè, io di te!- puntualizzai, con mezzo sorriso.
-Già!
E’
vero… ma vorrei poter rimediare presto…-
mormorò,
arrossendo. Il mio cervello andò in tilt. Possibile che
avesse
avuto il mio stesso pensiero… La mia voglia di conoscerla in
modo molto più intimo, si stava facendo sempre
più
pressante… ma lei? No, no… ma che andavo a
pensare di
lei? Quasi sicuramente il maniaco malato ero solo io…
-Senza dubbio,
piccola
mia…- aggiunsi malizioso, fissandola con uno sguardo carico
di
desiderio, che però, lei non riuscì a sostenere:
infatti
abbassò immediatamente gli occhi. Ecco, appunto…
ero
decisamente un maniaco! Che per di più la metteva anche a
disagio! Ma quel suo rossore, quella sua innocente timidezza mi
incendiarono tutto: sentii un fuoco impadronirsi del mio corpo, e
l’urgenza di domare quelle fiamme di pura eccitazione, che mi
stavano divorando! Dio, che voglia pazzesca di lei! Desideravo
eccitarla, sentirla gemere sotto di me mentre invocava il mio nome,
dominare tutti i suoi sensi, immergere il mio corpo nel suo,
meraviglioso e sensuale…
Con un sospiro
profondo cercai
di stemperare l’intensa tensione sessuale che si era creata
tra
noi, una corrente elettrica che era in grado di incatenare i nostri
corpi anche a quella distanza… cristo, dovevo calmarmi,
prima di
saltarle veramente addosso e farla mia su quel tappeto!
Mi imposi di
pensare ad altro, anche perché il mio amichetto stava
pulsando dal dolore…
-Sai,
piccola… sono molto
orgoglioso di come hai messo al tappeto quel viscido schifoso di
Newton! Ti giuro che mi hai fatto impazzire di gioia in quel momento!
Pensa che, per tutta la durata della pausa pranzo, non si faceva altro
che parlare di come tu l’avessi maltrattato… e
alla fine
quel coglione si è dovuto alzare e allontanare dalla mensa,
per
non sentire più tutte le prese in giro dei nostri compagni!-
mi
complimentai. Mi sorrise, ma poi si rabbuiò. Non capivo la
sua
brusca reazione… oddio, adesso cosa avevo detto di male?!
-Sì,
immagino,
Jazz… sai, non ne potevo più delle chiacchiere
sulla mia,
ormai data per certa, uscita con quel decerebrato… ma quello
che
più mi dispiaceva e che mi faceva soffrire…
bè,
ecco… era che tu potessi pensare che io volessi
uscire con
tutti tranne che con te!- mi rivelò con una voce angosciata
che
mi strinse il cuore. -Oddio, come… hai fatto… a
pensare… che io… io…- interruppi il
suo balbettio.
Il pensiero che quello che le avevo sputato addosso quel disastroso
pomeriggio potesse corrispondere a verità, l’aveva
fatta
intristire in un modo che mi fece vergognare all’istante, al
ricordo di come l’avevo trattata e di come l’avevo
accusata
ingiustamente… che bestia ero stato!
-Alice…
ti prego
scusami… io… ti giuro che non pensavo sul serio
quello
che è uscito dalla mia dannata boccaccia… neanche
una
singola parola… erano solo la… la gelosia e
l’atroce strazio che sentivo in quel momento a farmi parlare
in
quel modo così cieco ed egoista… solo
la paura di
perderti definitivamente… credimi, ti prego! Sai, la cosa
che mi
terrorizzava era il fatto che tu, con gli altri ragazzi, anche prima
che noi due litigassimo, eri sempre pronta a ridere delle loro battute,
a scherzare divertita, sempre disposta a lasciarti abbracciare,
cingendo i fianchi, prendendoli a braccetto… non avevi
nessun
problema, nessuna remora ad avere un contatto fisico con
loro…
ma… con me no… eri… così
diversa…
così distaccata! Eri sempre molto attenta a non
sfiorarmi… a parte quando abbiamo ballato al
matrimonio…
Ecco, l’unica cosa che avevo notato che mi portava verso
pensieri
positivi, facendomi ben sperare, era il fatto che, quando io ti facevo
un complimento, arrossivi e ti imbarazzavi, mentre con gli altri
no… Ma poi, quando finalmente mi sono deciso a parlarti dei
miei
sentimenti, ho frainteso tutto! Purtroppo ero sicuro di aver capito
male, convincendomi che mi ero fatto solo un sacco di illusioni, che il
tuo interesse per me era rimasto solo a livello familiare,
fraterno… mi sono sentito perso: mi è crollato il
mondo
addosso e… ho fatto quello che ho fatto…-
conclusi,
cercando di essere il più sincero possibile, ma
vergognandomi
ancora una volta come un cane. Maledizione al mio caratteraccio di
fuoco! Di quella dolorosa vicenda mi sarei sempre sentito
l’unico
colpevole, il solo responsabile di aver imposto quell’immane
sofferenza a quell’angelo radioso e solare…
sì, non
sarei mai riuscito a perdonarmi…
Una sua mano si
posò
delicatamente sul mio viso, accarezzandomi e ridestandomi da quei
ricordi strazianti. Rabbrividii a quel semplice gesto, abbandonandomi
al suo tocco leggiadro e chiudendo gli occhi. La sua dolcissima voce,
come una soave melodia che mi riscaldava il cuore, me li fece riaprire.
-Scusami
Jazz… ma non
è come credi… vedi… io, come avrai
potuto capire,
sono una persona allegra e una buona amica (almeno lo spero tanto!) sia
per le ragazze, ma anche per i ragazzi. Se un ragazzo non mi interessa
dal punto di vista sentimentale, bè…
ecco… io
riesco tranquillamente a ridere e scherzare con lui esattamente come
farei con una ragazza… è per questo che con Paul,
Quil e
gli altri, mi hai sempre vista in quegli atteggiamenti
espansivi… perché per loro ho provato e provo
tutt’ora solo una semplice amicizia…- mi
confidò
quell’angelo meraviglioso. Oddio, ora stavo iniziando
anch’io a capire… certo che una simile
caratteristica
comportamentale non l’avevo mai considerata! Che situazione:
per
uno come me, che si vantava di comprendere al volo il carattere delle
persone, avevo preso davvero un’enorme cantonata!
-Bè,
anche se mi rendo
perfettamente conto che per loro magari non era la stessa
cosa…
magari hanno frainteso i miei segnali… comunque mi ritengo
una
persona abbastanza onesta da non aver mai dato a nessuno di quei
ragazzi false speranze… credimi, non ho mai fatto intendere
loro
che io volessi o ambissi a qualcosa di più!-
esclamò
accorata. Certo che le credevo!
-Invece con te,
Jazz…
bé, con te era diverso… tutto! Sai tesoro, per me
è sempre stato così… quando una
persona mi piace,
mi interessa moltissimo… ecco, io… mi blocco,
divento
più imbarazzata, più chiusa, più
titubante e meno
incline alla vicinanza fisica… ti sembrerà
strano, ma
divento… timida! E da quando… con
Josh… bè,
hai capito… sono anche più diffidente,
più
paurosa, più ansiosa! E con te mi sono fatta mille
problemi causando tutto questo casino… Quindi, ora
sai
perché mi sento in dovere di scusarmi anche io…-
finì di raccontare, facendomi capire finalmente molte cose,
a
cui fino a quel momento non ero riuscito a dare una spiegazione logica.
Il mio cuore, se
possibile,
sembrò allargarsi ancora di più per far posto ad
altra
gioia…. Lei si era sempre comportata così
perché
le piacevo… anzi no, perché… mi amava!
Come avevo fatto a
fraintendere tutto quanto? Come avevo fatto a comportarmi
così stupidamente?
Ahhh,
l’amore! E’
proprio uno stranissimo sentimento… stravolge
tutto…
mette tutto sotto sopra… non ti da modo di capire anche le
cose
più logiche, scardinando ogni apparente certezza…
ma
riesce anche a riempire ogni singola cellula del tuo corpo delle
più intense emozioni che una persona possa mai provare nella
sua
vita! Per me era stato come un violento scossone: uno scricciolo dagli
occhi azzurri e limpidi era riuscito ad infrangere quella che io
ritenevo la mia impenetrabile corazza…
-Insomma siamo
stati due…- iniziai, ma finì lei la frase per me.
-Due stupidi,
sì!- esclamò, sorridendomi.
Finimmo di mangiare
in completo
silenzio. Alice aveva lo sguardo ancorato al caminetto e ogni tanto,
con la coda dell’occhio, notavo che lanciava sguardi furtivi
verso di me, arrossendo immancabilmente quando si accorgeva che io
continuavo a fissarla… non riuscivo a farne a
meno… era
la mia stella polare, tutto di lei mi attirava: il suo viso, il suo
esile corpo, il modo sensuale in cui era seduta, il modo altamente
erotico in cui la forchetta entrava nella sua bocca rossa e carnosa,
l’ammaliante movimento che faceva il suo collo quando
deglutiva… oddio, ero completamente ipnotizzato da ogni suo
particolare… tutto di lei mi attraeva come una potente
calamita!
-Mmm…
proprio ottima la pasta, ma sono pienissima!- esclamò
d’un tratto, facendomi sobbalzare leggermente.
-Sì,
anch’io… porto tutto di là in
cucina… e do
una veloce sistemata. Mi raccomando, piccola… tu stai qui
tranquilla a goderti il fuoco, io arrivo subito- la rassicurai,
strizzandole l’occhio.
Presi tutto quanto
e lo portai
in cucina, infilando in lavastoviglie i piatti sporchi. Cercai di fare
il più in fretta possibile per poter tornare immediatamente
da
lei.
Appena rientrai in
salone, notai
il tappeto vuoto, e un piccolo tuffo al cuore mi fece mancare la terra
sotto i piedi… ma poi la vidi subito… che
stupido! Dove
pensavo che fosse andata? Oramai avevamo aperto i nostri cuori,
chiarito tutte le incomprensioni e non si sarebbe più
allontanata da me… mai più… non
l’avrei
permesso per nulla al mondo!
Era in piedi di
fronte alle
vetrate della stanza, rapita nel godersi l’incantevole
panorama… anche se, a mio modestissimo parere, nessuna cosa,
per
quanto fiabesca, avrebbe mai potuto essere più incantevole
di
lei!
La raggiunsi
immediatamente e le
cinsi la vita con le mie braccia, facendo appoggiare la sua schiena al
mio petto e portando il suo caldo corpo ad aderire al mio.
Dio che sensazione
meravigliosa! In quel momento ero in pace col mondo!
Pov
Alice
Jazz
era in cucina che
stava rassettando le stoviglie sporche del nostro simpatico pranzetto.
Le mie labbra si arcuarono silenziosamente
all’insù,
perché sentivo distintamente il rumore di piatti e bicchieri
sbattuti con una certa fretta nella lavastoviglie, come se quel ragazzo
avesse avuto una dannata premura… tipo l’urgenza
di
tornare da me.
Decisi di
disobbedire ai
tassativi ordini di Jazz e mi alzai in piedi, anche per testare la
quantità di dolore della caviglia; ma con estremo sollievo
mi
resi conto che ormai non mi faceva quasi più male: il peggio
era
decisamente passato.
Contemplai con lo
sguardo il
fiabesco panorama esterno e rimasi incantata ancora una volta dal
paesaggio innevato. Mi avvicinai alla vetrata, zoppicando leggermente,
per non sforzare ancora troppo la caviglia, e notai che, per fortuna,
il vento impetuoso di poco prima si era calmato, e ora voluminosi e
candidi fiocchi di cristallo scendevano placidi e silenziosi,
aggiungendosi alla spessa coltre ghiacciata che ormai ricopriva
completamente le bianche dune sabbiose della spiaggia. Era uno scenario
da favola… e in quel preciso istante mi sembrava davvero
di vivere il momento più romantico e atteso di una
bella
favola, ossia quando il principe azzurro, dopo aver superato mille
ostacoli e innumerevoli e perigliose peripezie, conduce
l’amata
fanciulla nel proprio castello da sogno, per poter iniziare finalmente
a vivere per sempre felici e contenti.
Non potevo ancora
credere che
Jazz mi amasse così tanto… almeno tanto quanto lo
amavo
io! Mio dio, quanto eravamo stati stupidi a non chiarire immediatamente
i nostri maledetti equivoci la sera della festa… ci eravamo
fatti frenare dal nostro orgoglio ferito, reagendo con freddezza e
insensibilità alle richieste di ascolto
dell’altro…
andando così ad aggiungere malintesi su malintesi,
incomprensioni su incomprensioni… con l’unico
risultato di
aver sofferto immensamente entrambi…
Ora, dopo che ogni
nostro
irrazionale comportamento aveva avuto una spiegazione, continuavo
comunque a rammaricarmi di una cosa: se avessi subito dato retta a
Bella e Rosalie, il lunedì pomeriggio passato, non avrei
sprecato l’ennesima occasione per chiarire con
lui…
sospirai, al ricordo di quel doloroso periodo, uno dei più
bui e
tormentati della mia breve esistenza!
Invece quando
quell’angelo
biondo mi aveva confessato i suoi veri sentimenti per me, ero esplosa
in una gioia immensa, che come un balsamo aveva lenito le profonde
ferite del mio cuore lacerato: Jasper non mi considerava una facile o
una poco di buono… quelle orribili parole gli erano uscite
solamente perché lui era geloso… geloso marcio!
Certo, la
gelosia non è di sicuro il più nobile degli
impulsi
umani… ma ero così felice che lui sentisse per me
un
senso di possesso talmente potente da snaturare la sua delicata
sensibilità, il suo animo gentile e premuroso…
Si tratta davvero
di uno strano
sentimento che può avere milioni di
sfaccettature… ma
ognuna di queste mi sembrava meravigliosa se mi portava alla
conclusione che Jasper mi amava talmente tanto da non sopportare
nemmeno il pensiero di sapermi con qualcun altro che non fosse
lui… figuriamoci poi vedermi abbracciata a
qualcuno…
Ma di cosa ti
stupisci, Alice?
Tu non eri gelosa di lui?, mi ammonì la mia saggia
coscienza.
Annuii, dandole pienamente ragione. Altrochè se lo ero
stata!
Avrei sbranato volentieri tutte quelle stupide oche che durante la
festa o nei giorni scorsi gli avevano rivolto occhiate o parole
lascive…
Sussultai appena
quando sentii
le sue possenti braccia avvolgermi e stringermi al suo torace largo e
muscoloso. Che paradiso! Mi abbandonai completamente sul suo petto,
godendomi sia il panorama, che quella meravigliosa
compagnia…
era tutto perfetto!
-Come va la
caviglia, piccola?
Fai fatica a stare in piedi?- sussurrò dolcemente al mio
orecchio. Il mio corpo si ricoprì di brividi, facendomi
fremere.
Naturalmente il mio impercettibile brivido non gli sfuggì,
attento com’era ad ogni mia più piccola reazione.
-Hai freddo,
amore?- mi chiese,
subito preoccupato. Sorrisi della sua ansia… mi dimostrava
una
volta ancora quanto lui tenesse a me… e pensare che, fino a
poche ore prima, ero stra convinta che per lui non fossi niente di
più di una ragazza da cui era attratto solo
fisicamente…
che stupida!
-No… non
ti devi
preoccupare… sto benissimo, anzi… non potrei
stare
meglio! La caviglia non mi fa quasi più male e il brivido di
prima… bè… c’entra poco col
freddo…-
ammisi con un filo di voce, mentre sentivo le guance scaldarsi. Ma per
quale inconcepibile ragione con lui non riuscivo a tirare fuori la mia
ferrea grinta e la mia proverbiale decisione anche in questi momenti?
Era tremendamente frustrante! Mi sentivo un mansueto bambolotto, pura
creta nelle sue grandi, calde e sapienti mani… e, a dirla
tutta,
la faccenda forse non mi infastidiva come avrebbe dovuto…
D’un
tratto, la sua mano
destra lasciò la presa sui miei fianchi per scostarmi i
capelli
dal collo… quell’amabile e garbato movimento mi
regalò una serie di scosse, che dalla nuca si irradiarono
lungo
l’intera spina dorsale; poi lui si chinò verso di
me e
prese a lasciarmi tanti piccoli baci, come aveva fatto poco prima, in
cucina.
Era estremamente
delicato, quasi
mi sfiorava… come se le sue piacevoli labbra fossero state
delle
leggiadre farfalle… ma allo stesso tempo, il tutto
tremendamente eccitante!
Istintivamente
abbandonai la
testa all’indietro, appoggiandomi sulla sua spalla, dandogli
così pieno accesso a quella zona sensibile del mio corpo,
che
lui, in quel momento, stava sottoponendo a una dolcissima e piacevole
tortura… le sue labbra lasciavano scie umide e bollenti, che
mi
intorpidivano i sensi: ero una bambolina nelle sue mani abili ed
esperte…
ANTEPRIMA
CAPITOLO 63
Jazz si staccò dalla mia bocca e si sollevò
leggermente;
poi con un mano, fece scendere la zip della mia felpa… il
rumore
improvviso mi fece sussultare… ero agitata… lo
desideravo
da morire, ma ero troppo, troppo agitata…
-Ehi… che c’è? Vuoi… vuoi
che mi fermi,
Alice?- domandò con la voce arrochita dalla passione,
guardandomi intensamente, con il respiro corto. Oddio, aveva creduto
che io non lo volessi? Non riuscii a proferire parola e negai col capo,
energicamente.
-Sei sicura, piccola mia?- chiese ancora conferma accarezzandomi il
volto, mentre i nostri respiri affannati e gli sguardi brucianti
continuavano a renderci succubi l’uno dell’altra.
-Io… ti voglio da impazzire… ma… devi
desiderarlo
anche tu…- mormorò con un tono gutturale e
profondo che
lasciava trasparire tutte le sue emozioni.
Annuii e gli sorrisi, colma di gioia e grata per le sue attenzioni
verso di me. Un lieve sospiro (sollievo..?) uscì dalle sue
labbra; mi lasciò un casto bacio sulla bocca e poi mi
aprì completamente la maglia, soffermando il suo sguardo
infervorato sul mio petto, fasciato in un reggiseno di pizzo
azzurro… e il suo volto si aprì in un sorriso
compiaciuto
e trionfante, che mi fece arrossire ancora una volta… si
sollevò di nuovo, inginocchiandosi con uno scatto repentino
e
con una mano mi tirò verso di sé…
Ecco alcuni blog di bravissime
autrici che meritano una visita!
Il sorriso
in una pagina
Mad about
you
yara's mind
Nel mondo di Elisa e Yara
Les mots
de Chloè
L'anima delle stelle
silviettafanfiction
A casa di Lisa
USADDICTED
L'angolo
creativo
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!
the
dark side of the moon di barbara_f
Solo
per un week-end di Isabella v
(sara_g)
Rock my
life
di Isabella v
(sara_g)
Testa o
Cuore? di Isabella
v (sara_g)
My Pretty Woman di pensiera
Lightning in my life
di elisa1975
NASTY GAME
di elisa1975
UNA SERA, PER CASO ... di endif
Bastardo
in trappola di vampirettafolle
Un'altra
opportunità di eli777
Farfalle colorate
di Stupid
Lamb
A volte, il destino... ti
sorprende di yara89
La
principessa dei mari di bellsmarie80
Il Guardiano del Faro
di Lele
Cullen
Il precettore
di porporina
L'altra
metà del cuore di sara_g
Due anime legate ad un
destino di
loulou72
Mad
about you di Chastity
Red
Dazzling Passion di Miss
Simy Pattinson
Relazioni
nascoste di Aleuname
LA
DUCHESSA di essebi
|