Cap. 64
Buongiorno!
Eccoci puntuali con un nuovo capitolo! Abbiamo visto con piacere che le
performance dei Jalice vi hanno entusiasmate, specialmente coloro che,
questa coppia, la tiene in grande considerazione!
In questo chappy potrete leggere un pov Jasper e sapere anche le sue
impressioni per aver fatto l'amore per la prima volta con la sua Alice.
Nel prossimo, invece, torneremo a Forks, per passare un pomeriggio
divertente con tutta la famiglia.
Ci scusiamo ancora con le numerose fans di Bella ed Edward per la loro
prolungata assenza in questi capitoli, ma era giusto che, dopo quello
che hanno passato i Jalice per mettersi insieme, questi capitoli
fossero concentrati in particolar modo su di loro. Ma non preoccupatevi
perchè potrete leggere anche dei vostri beniamini, che
torneranno presto e più caldi che mai.
Rispondiamo anche alle numerose richieste di chi vorrebbe leggere la
prima volta di Bella ed Edward... ci sarà presto! Dovrete
avere ancora solo un briciolo di pazienza!
Vi ricordiamo infine l'altra nostra fiction Segreti e Inganni
e il nostro blog Le fan fiction di Manu e Sara
Dopo questa lunghissima
introduzione vi lasciamo al chappy, ringraziando tutte le lettrici!
BUONA LETTURA da
Manu e Sara!
CAPITOLO
64
Io disegno, tu suoni
Pov Jasper
Ero sdraiato sul tappeto, con la creatura più straordinaria
che
esistesse stretta tra le mie braccia. Piano piano sentivo il suo
respiro farsi sempre più pesante e regolare, segno che la
stanchezza aveva preso il sopravvento e ora finalmente la mia Alice
avrebbe potuto riposare.
Mia… mia! Mia! Avevo appena fatto l’amore con il
mio
angelo: l’avevo stretta a me, l’avevo baciata,
adorata con
il mio corpo, unendolo finalmente al suo… avevo provato le
più intense, sublimi e incredibili emozioni della mia vita,
riuscendo a creare con lei un angolo di paradiso, il nostro
paradiso…
Oddio, non potevo credere ancora che potessi definirla
“mia”… mi sembrava un sogno ad occhi
aperti, il
più meraviglioso della mia vita!
Mi sentivo felice come non lo ero mai stato! Ero in estasi assoluta! Mi
sentivo talmente euforico che avrei voluto saltare per la casa, urlando
al mondo intero il mio immenso amore per quella stupenda, dolcissima,
sensuale ragazza… un pensiero però mi
colpì in un
lampo, vedendo tra le mie braccia quell’angelo dormire
profondamente; e per un istante mi sentii in colpa, per averla fatta
stancare così tanto…
Ma poi sorrisi al pensiero di quello che avevamo appena
fatto… e
non riuscivo proprio a pentirmene, nemmeno un po’! E di
riflesso
la strinsi ancora più a me, sperando che lei non mi
considerasse
un maniaco o un cieco egoista, che non era stato in grado di pensare ai
suoi bisogni prima che ai propri…
In fondo, però, forse le mie erano solo stupide paure,
perché lei non si era lamentata affatto della mia passionale
irruenza, anzi… ma avevo sinceramente paura di averle fatto
sforzare un po’ troppo la caviglia… maledizione!
Forse
avevo decisamente esagerato, era così stanca! Si era dovuta
alzare presto per venire qui con le ragazze… inoltre, non
appena
incontrata, l’avevo sottoposta a una tensione
fortissima
col mio stupido atteggiamento provocatorio, tanto che era scappata da
me sotto la pioggia… si era fatta del male ed era
addirittura
svenuta! E, come se tutto questo non fosse stato già
sufficiente, si era completamente inzuppata sotto quel
diluvio…
speravo con tutto me stesso di essere intervenuto in modo efficace e
che i postumi non si facessero sentire, con un raffreddore di
proporzioni storiche!
Nonostante però tutte le mie preoccupazioni, non potevo non
ripensare al miracolo che era appena successo tra noi! Mi sentivo
confuso, strano… ma anche gasato… cavoli! Avevo
fatto
l’amore con Alice… due volte! Wow!
Non riuscivo ancora a rendermi conto che era accaduto
veramente…
non stavo vivendo una mia erotica fantasia! Quella era la
realtà
e non uno dei miei soliti sogni, che da quando l’avevo
conosciuta, e in particolar modo nell’ultimo periodo, avevano
popolato il mio sonno, rendendomi ancora più triste e
malinconico al mio risveglio…
Fino a quella mattina, mi ero veramente convinto che lei mi odiasse
inesorabilmente: quindi non solo che non contraccambiasse il mio amore,
ma soprattutto che non potesse in nessun modo ristabilire con me
nemmeno un rapporto quanto meno civile…
Quello che più mi aveva fatto soffrire era stata la
consapevolezza che lei non credesse alla sincerità dei miei
sentimenti, che fosse convinta che per me si fosse sempre trattata di
una semplice attrazione… quando invece il mio amore per lei
era
talmente sconfinato e incontrollabile che sembrava dovesse esplodermi
nel petto da un momento all’altro!
Nei giorni passati, ogni mattina, al mio risveglio, quando mi accorgevo
che le mie fantasie su di noi, sulla nostra miracolosa riconciliazione
erano state solo dei bellissimi sogni, mi struggevo
l’anima… non solo per il mio immenso desiderio di
lei, ma
anche perché un nostro riavvicinamento mi sembrava sempre
più un avvenimento lontano e
irrealizzabile…
Invece ora eravamo lì… insieme…
avevamo fatto
l’amore… io, per la prima volta in vita mia, avevo
fatto
l’amore! Lei era diventata la mia donna e mi amava quanto la
amavo io! Dio, che sogno!
La mia felicità superava di gran lunga quella di un
qualsiasi
altro essere sul pianeta, ne ero certo: nessuno al mondo avrebbe potuto
essere più felice di me, in quel momento!
Mi dispiaceva averla fatta stancare così, ma la mia immensa
voglia di lei non si era placata dopo la nostra fenomenale prima
volta… proprio no!
Quando avevo sentito il suo incondizionato abbandono alla mia
volontà, i suoi gemiti, il suo corpo ricettivo mentre la
adagiavo il più delicatamente possibile sul tappeto, la mia
eccitazione era nuovamente salita alle stelle, vogliosa. E la mia
erezione, che dentro di lei, stava lentamente scemando dopo
l’orgasmo più incredibile della mia esistenza,
aveva
ripreso immediatamente vigore, pretendendo ancora il suo fantastico
corpo e permettendomi di portarla di nuovo al culmine del piacere,
senza neanche dover uscire da lei.
Vedere il suo viso contratto in smorfie eccitanti e deliziose di puro
appagamento, sentire il mio nome uscire dalla sua carnosa bocca,
percorrere tutto il suo corpo con il mio sguardo, accarezzare quella
pelle così liscia e vellutata…
l’insieme di
tutto questo era stata la situazione più elettrizzante e
soddisfacente che avessi mai provato in vita mia… fare
l’amore con lei era stata un’esperienza
così
completa e totalizzante, che il piacere che avevo raggiunto entrambe le
volte non poteva venire paragonato a… nulla!
Chissà cosa
pensava di me Alice… forse ero stato un po’ troppo
irruento e rude… cavoli, senza forse… le avevo
persino
strappato gli slip! Complimenti, Jazz! Le sarai apparso sicuramente un
premuroso gentiluomo! Sbuffai, seccato con me stesso, cercando di
ricordare il suo disagio in quell’istante…
Ma, per quanto mi sforzassi, in quel momento non avevo visto nulla nei
suoi occhi e nella sua espressione che potesse indurmi a credere che ne
fosse stata anche solo minimamente infastidita… forse solo
leggermente stupita.
Come stupito ero rimasto io nel vederle un delicato e soffuso rossore
sul viso, che non l’aveva mai abbandonata del tutto, ma era
semplicemente variato d’intensità, a seconda del
grado del
suo imbarazzo.
Quella era stata una piacevole sorpresa: Alice, in quei momenti
così intimi, era timida, completamente in contrasto con il
suo
carattere forte, energico...
Questo suo lato succube mi piaceva, eccome se mi piaceva! Questa sua
timidezza le conferiva un’espressione talmente sexy e
provocante,
da mandarmi dritto dritto al manicomio! Ad incrementare la mia
frenesia, inoltre, c’era anche la consapevolezza di avere il
pieno controllo dei suoi sensi in quei momenti e della completa fiducia
che lei riponeva in me, abbandonandosi al mio volere, facendosi
plasmare come creta tra le mie mani, acconsentendo a ciò che
più preferivo e non imponendosi, come invece faceva spesso
nella
vita quotidiana.
Ecco tutto questo mi faceva eccitare da morire e mi faceva
sentire… potente! Sì, potente era la parola
giusta… era come se io avessi un forte potere decisionale
sulla
sua mente, sul suo corpo e sulla sua anima… un potere che
però, non aveva nessuna intenzione di umiliarla o
di
sottometterla ad un mio egoistico appagamento, perché il mio
unico scopo era quello di renderla felice, di farla morire di piacere,
in tutti i modi possibili!
Sbuffai sonoramente: solo a ripensare a quei provocanti momenti, il mio
membro stava già riprendendo vigore… sospirai a
fondo,
cercando di calmarmi, prima che la mia erezione incominciasse a
spingere sui suoi glutei, dato che il suo corpo era completamente
abbandonato al mio… ma ormai di una cosa ero del tutto
certo:
non ne avrei mai avuto abbastanza di lei!
Speravo almeno che anche lei condividesse questo mio amore passionale e
carnale; ma da quello che avevo potuto constatare, nonostante la
timidezza che l’aveva colta, avevo chiaramente percepito
anche il
suo immenso desiderio di me!
Alice era una ragazza dalle mille sfaccettature e questo mi
piaceva… mi piaceva immensamente!
Tutto di lei mi faceva impazzire: la sua solarità, la sua
allegria, il modo di esporre le sue idee, il modo di convincere gli
altri a far qualcosa, la sua intelligenza, la sua astuzia lucida e
determinata quando voleva ottenere uno scopo importante per
lei…
Ma apprezzavo anche i suoi divertenti difettucci: la sua cocciuta
testardaggine; il suo modo di alterarsi per quello che a me sembrava un
nonnulla, ma che evidentemente per lei costituiva una cosa
fondamentale; la sua avventatezza, che aveva fatto scattare il mio
automatico istinto di protezione verso di lei; il suo essere
capricciosa quando non la si accontentava, che di solito poteva
sfociare in dei simpatici broncetti da bimba… e oggi avevo
scoperto anche alcune stimolanti caratteristiche che mi avevano acceso
di desiderio: la sua timidezza, la sua insicurezza e il suo amore per
me…
Tutto… ogni più piccola e insignificante cosa,
ogni
aspetto di lei, ogni suo gesto mi mandava fuori di testa!
L’unica
cosa che non potevo sopportare in nessuna maniera e che speravo con
tutto il cuore che non accadesse più, era
l’indifferenza
nei miei confronti… il suo ignorarmi. Ecco! Quello proprio
non
lo sopportavo e mi aveva fatto soffrire in una maniera indicibile!
D’improvviso fui distratto dalle mie intime riflessioni da un
suo
repentino movimento: si voltò supina e lentamente la vidi
aprire
gli occhi… che tenera!
Dal modo in cui sbatteva le palpebre, cercando di orientarsi, sembrava
confusa e spaesata… come se fosse del tutto ignara del luogo
in
cui si trovava o come se non ricordasse niente di ciò che
era
accaduto… ma lentamente, man mano che prendeva
consapevolezza
dell’ambiente circostante e dei nostri corpi ancora
avvinghiati,
sul suo volto radioso comparve un sorriso che la illuminò
tutta,
rendendola ancora più meravigliosa! E i suoi occhi si
incatenarono ai miei con un’intensità tale da
togliermi il
respiro e darmi persino un leggero capogiro.
Le sorrisi di rimando e le accarezzai una guancia con un dito: un
brivido la percorse.
-Amore, sei già sveglia? Hai dormito pochissimo…-
le
sussurrai un mezzo rimprovero, lasciandole un delicato bacio sulle
labbra.
-Non ho più sonno… e poi… ora che
possiamo stare
insieme… non voglio sprecare il mio tempo a
dormire…-
mormorò, arrossendo immediatamente per il chiaro messaggio
implicito. Non potei fare a meno di ricambiare il suo
sorriso…
era veramente dolce!
Dio! L’avrei fatta di nuovo mia, senza attendere nemmeno un
minuto di più… ma dovevo darmi assolutamente una
calmata,
altrimenti mi avrebbe senz’altro preso per un maniaco! E poi
comunque, di tempo ne avevamo, era solo il primo pomeriggio…
e
per quella sera mi era venuta una splendida idea, e l’avrei
coccolata e viziata come desideravo fare già da tempo.
Le accarezzai i capelli e mi abbassai per baciarla. Le sfiorai dapprima
delicatamente le labbra, mentre la sentivo fremere, poi iniziai a
seguire il contorno delle sue labbra perfette, con la mia lingua
maliziosa.
Dio, che sensazioni meravigliose mi provocavano quelle due labbra
carnose e rosse come il peccato!
In un attimo le dischiuse, per invitarmi ad entrare ed io non mi feci
attendere: con la lingua varcai quell’anfratto,
esplorando
ogni piccolo angolo, solleticandole il palato, intrecciando e
accarezzando la sua lingua, così morbida e calda. Le sue
mani si
erano lentamente infilate nei miei capelli, donandomi brividi che dalla
testa si irradiavano lungo la spina dorsale.
Mi sarei perso completamente su quelle labbra, se non fosse stato per
il piccolo particolare che, entrambi, avevamo bisogno di ossigeno. Mi
staccai controvoglia e la fissai intensamente.
-Jay, ti amo tanto- mi sussurrò, la mia piccola,
provocandomi un moto di pura gioia.
-Anch’io, bambolina mia… non sai nemmeno quanto!-
le
risposi, cercando di trasmetterle tutto quel sentimento attraverso il
mio sguardo. - Te l’ho detto prima, ma te lo
ribadisco… mi
piace, sai?- aggiunsi, rimanendo sul vago. La sua espressione confusa
mi fece sorridere.
-Cosa?- mi domandò.
-Jay… mi piace… è una cosa solo
nostra…
nessuno mi ha mai chiamato così, è…
intimo e
speciale- le risposi, cercando di esprimere le emozioni che provavo
quando la sentivo chiamarmi così. Mi era piaciuto
immediatamente
e mentre facevamo l’amore sentirla sussurrare
quell’appellativo che mai nessuno aveva usato, me
l’aveva
fatto subito adorare. Era un’emozione strana, come se con
quel
nome io appartenessi solo a lei, come se fossi solo suo.
-Mi è venuto così… non è
stata una cosa
studiata, e anche a me sembra che sia un particolare solo ed
esclusivamente nostro!- mi spiegò, sorridendomi felice che
l’appellativo mi piacesse, tanto quanto a lei.
Intanto le sue mani continuavano a massaggiarmi la nuca ed io chiusi
gli occhi per godermi appieno quelle sensazioni tanto piacevoli che mi
provocavano.
Rimanemmo qualche minuto così, ma poi, visto che la mia
eccitazione era al limite, prima di valicare quel sottile confine che
ci avrebbe di nuovo portato a perderci uno nelle braccia
dell’altro, decisi che era ora di rivestirsi.
-Senti amore… che ne diresti di fare qualcosa che contempli
l’avere addosso degli abiti? Perché se ti tengo
ancora un
attimo così, nuda tra le mie braccia, non rispondo
più di
me! E sto parlando sul serio…- le mormorai
all’orecchio,
con la voce roca e spingendo la mia erezione dura e gonfia, sulla sua
anca, facendole scappare un gemito.
-Non che mi dispiacerebbe… ma dato che ho un programmino coi
fiocchi per noi stasera, non vorrei che ti stancassi
troppo… e poi qualche ora fa sei pur sempre svenuta, anche
se
devo ammettere…- e feci scivolare la coperta sul tappeto,
percorrendo tutto il suo splendido corpo con un’occhiata
lasciva;
-…che all’apparenza non hai riportato alcun
danno…
anzi…- continuai ammirando quanto fosse minuta e
perfetta
nelle sue forme delicate e bellissime.
Arrossì violentemente sotto il mio guardo, facendomi
sogghignare.
-Sei deliziosa, quando ti imbarazzi- le sussurrai, baciandole un
capezzolo turgido e facendola di nuovo gemere. Basta!, mi imposi. Di
scatto mi alzai e recuperai i nostri vestiti sparsi per il salone e le
porsi i suoi, per poi rivestirmi anch’io. La aiutai ad
alzarsi e
la feci camminare un pochino, per accertarmi che la caviglia non le
facesse realmente più male.
-Bene, credo proprio che la fasciatura la possiamo anche togliere.
Ormai non sento quasi più niente- mi propose.
-Senti, facciamo così: tienila ancora per oggi pomeriggio,
tanto
male non fa… e poi dopo cena la toglieremo, ok?- le risposi,
sperando che la sua testardaggine non facesse capolino e che mi
accontentasse.
Incredibilmente acconsentì subito e la mia espressione
stupita a
quella sua arrendevolezza doveva essere talmente palese, da farla
scoppiare in una risata pura e cristallina.
-Non credere che sarò sempre così ubbidiente! Ma
visto
che di distorsioni ne sa più di me, dottor Swan, ho deciso
di
seguire il suo consiglio, anche perché vorrei guarire al
più presto! Sai, non sopporto molto il dolore…-
mi
confessò, ridendo e provocandomi una risata fragorosa. Mi
sembrava strano che non dovesse dire la sua!
-Ok, ok, ho capito- mi arresi, alzando le mani. -Ora però
vado
un attimo di sopra a spostare la tua roba nella mia stanza che, per la
cronaca, da ora in poi sarà anche la tua- le spiegai. Il
cipiglio sul suo viso, mi fece capire che era in arrivo una protesta.
-E chi lo dice? Non potresti essere tu a spostarti nella mia? Mi piace
il colore di quella camera… mi rilassa- protestò,
a
braccia incrociate sul petto. Se pensava con quel delizioso musetto
imbronciato di farmi capitolare, solo perché ora stavamo
assieme, aveva proprio sbagliato persona! Mi avvicinai lentamente,
iniziando a parlare.
-Primo: quella camera è la mia da quando ero bambino e non
ho
nessuna intenzione di cambiarla! Secondo: io ho molti più
abiti
di te là dentro, per non parlare di tutte le mie cose che
arredano la stanza come poster, foto e oggetti a me cari. Terzo e
ultimo, ma non meno importante…- e ormai la sovrastavo,
prendendola improvvisamente tra le mie braccia; -…in camera
con
me, c’è ben poco tempo per rilassarsi…
te lo
assicuro- e la baciai appassionatamente, mentre la sentivo abbandonarsi
completamente a me. Mi staccai senza fiato e la fissai con un
sorrisetto sornione.
-Ok… mi hai convinta…- sussurrò,
ansante. Inarcai le sopracciglia in un gesto vittorioso.
-Non avevo dubbi- dichiarai sicuro, e mi diressi di nuovo alle scale.
Appena arrivato in camera sua, iniziai a prendere tutte le sue cose e
la vidi entrare in camera. Che ci faceva lì? Dio che
testona!
-Ally! Cosa stai facendo? Perché non mi hai detto che volevi
salire anche tu? Ti avrei portata io!- la rimproverai. Non volevo che
la caviglia le facesse di nuovo male. Mi sorrise.
-Sai, te lo ridico anch’io… mi piace il soprannome
che ti
sei inventato per me!- esclamò entusiasta. Era vero! Senza
neanche rendermene conto , durante il nostro amplesso, anche io le
avevo dato un nomignolo tutto nostro; così le andai incontro
e
la abbracciai.
-Dio, sono così felice, che mi sembra di essere sul punto di
esplodere!- le confessai, stringendola al mio petto. -E…
scusa
se ti sono sempre addosso, ma non posso fare a meno di toccarti,
stringerti, baciarti, accarezzarti… devo… e
pretendo di
recuperare tutto il tempo che abbiamo perso! E soprattutto ho
intenzione di farmi perdonare tutto il dolore che ti ho
inflitto…- le spiegai, rammaricandomi ancora per tutta
l’incresciosa situazione che avevo creato a causa del mio
egoistico orgoglio.
-Ancora?! Basta Jay, te l’ho già detto e te lo
ripeto! Ora
è tutto a posto, ok?- mi pregò. Assentii,
sospirando nei
suoi meravigliosi capelli profumati. Come potevo essere così
fortunato? La generosità di quell’angelo dagli
occhi color
del cielo era davvero immensa!
-Dai, forza! Portiamo la mia roba in quella meravigliosa camera, dove
non avrò il tempo di rilassarmi!- sogghignò
maliziosa,
ridendo ancora, per le mie allusive parole di poco prima. Che gioia per
me vederla finalmente così serena e appagata!
Afferrammo il suo borsone e andammo nella mia camera.
-Wow! E’ bellissima! Uh, quante foto!- esclamò,
guardandosi attorno entusiasta appena ebbe messo piede nel mio regno.
Effettivamente era una stanza molto vissuta; durante quegli anni,
infatti, ci avevo passato molto tempo, ed era come una seconda camera
per me. Ci ero molto affezionato, e spesso, d’estate, quando
tornavamo dall’Italia, io, Bella e Rosalie, passavamo le
settimane in quella casa, spesso raggiunti dalla banda di La Push. Ne
combinavamo di tutti i colori!
Mentre ero perso nei miei ricordi, sentii un suono a me noto, che
richiamò la mia attenzione.
-E’ tua?! Suoni?- mi domandò Alice, tenendo in
mano la mia chitarra e pizzicando lievemente le corde.
-Sì… mi ha insegnato mio zio Matt, il padre di
Rose. Mia
mamma era bravissima a suonare il pianoforte, e mio zio la chitarra. Ho
così tanti ricordi di weekend passati in questa casa, con
loro
due che suonavano e noi che cantavamo- le rivelai, con marcata
nostalgia.
-Sai, mia madre avrebbe tanto desiderato che io e Bella imparassimo
entrambi a suonare il pianoforte; ma Bella le rispondeva sempre che
c’era tempo per imparare… e io invece, non ne
avevo
nessuna intenzione. Mi era sempre piaciuta la chitarra e ricordo che
quando suonava mio zio, lo veneravo come fosse stato un idolo della
musica. Così, un giorno, lo convinsi ad insegnarmi di
nascosto
dalla mamma… non perché lei sarebbe stata
contraria! Ma
volevo farle una sorpresa per il suo compleanno. Così
imparai a
suonare una melodia e convinsi Bella a cantare. Ricordo ancora
perfettamente le lacrime di gioia della mamma e della zia Lizzie, quel
giorno! Gli occhi lucidi e commossi di papà e
l’orgoglio
dello zio Matthew. E ora… a parte papà, nessuno
di loro
è più con noi…- le raccontai, mentre
la mia voce
si faceva sempre più bassa e tremolante.
-Mi spiace Jay… non volevo farti rattristare…- mi
mormorò la mia splendida bambolina, con le lacrime che le
bagnavano il viso. La abbracciai e la strinsi forte al mio petto.
Basta! Non volevo rovinare quei momenti con ricordi tristi e dolorosi,
seppur colmi di una struggente dolcezza.
-Dai, piccoletta, andiamo di sotto… qui nelle camere,
nonostante
il riscaldamento, la temperatura è decisamente
più bassa.
Ora alzo il termostato della nostra stanza, così quando
verremo
a dormire ci sarà un bel calduccio. Non vorrei che di notte
ti
gelasse quel bellissimo culetto che ti ritrovi!- la canzonai,
stemperando in un momento quel velo di tristezza che ci aveva avvolti.
-Ok, ma questa…- affermò indicando il mio
strumento;
-…la portiamo giù! E mentre io disegno, tu
allieterai il
pomeriggio suonando per me- dichiarò. Ero
emozionato…
suonare era un qualcosa che mi provocava sempre delle sensazioni
strane, come se in quel momento fossi completamente esposto al
mondo… in quegli istanti non indossavo la maschera che per
tanti
anni avevo portato. Il pensiero che ci fosse lei ad ascoltarmi mi
agitava un po’… poi però la mia
attenzione fu
deviata dalle sue parole: “mentre disegno”, aveva
detto?
-Perché, tu disegni?- le chiesi, improvvisamente stupito e
curioso. Annuì, sorridendomi, mentre una luce gioiosa le
illuminò gli occhi. Evidentemente era una cosa che le
piaceva
molto.
-E da quando?- continuai, sempre più incredulo. Possibile
che
non mi fossi mai accorto di quella sua passione? Bé,
effettivamente erano ancora tante le cose che non conoscevamo
l’uno dell’altra… ma d’ora in
poi avremmo
avuto innumerevoli occasioni per conoscerci in modo sempre
più
intimo e profondo…
-Praticamente da quando sono stata in grado di tenere una matita in
mano!- dichiarò trionfante. La vidi rovistare nel suo
borsone e
tirare fuori un album con una scatola. Afferrò la chitarra e
me
la passò.
-Dai, Jay, scendiamo! Vorrei ritrarre il paesaggio innevato prima che
diventi troppo buio- mi confidò, trascinandomi con piglio
deciso
fuori dalla stanza. La osservai mentre scendeva le scale e sorrisi
della mia apprensione. Era vero: da come appoggiava bene il piede,
probabilmente la caviglia non le dava più fastidio. Bene!
Meglio
così.
Ci avviammo in salone e mi chiese se potevo sistemarle la poltrona
proprio davanti alla finestra. L’accontentai volentieri e poi
presi uno dei cuscinoni di seta che arredavano il divano e lo
posizionai per terra attaccato alla vetrata e mi ci sedetti sopra, con
la schiena appoggiata al vetro, proprio di fronte ad Alice. Anche lei
si accomodò e vidi che dalla scatola tirò fuori
un
carboncino; poi, con l’album in grembo, iniziò a
muovere
sapientemente la mano producendo sul foglio, un suono graffiante ma
dolce allo stesso tempo.
ANTEPRIMA
CAPITOLO 65
-Come
stai, stellina?-
mormorò; -Va un po’ meglio con le mie coccole?-
domandò, con le sue labbra carnose e sensuali sulla mia
fronte,
mentre mi regalava intensi brividi di benessere.
-Direi di
sì…- sorrisi abbandonandomi ai suoi gesti
deliziosi.
-Allora
continuo…- il
suo caldo e umido soffio si spostò dalle tempie, alle
guance,
alle labbra, rendendo le sue attenzioni molto gradevoli.
All’inizio i suoi tocchi erano lievi e gentili, ma nel giro
di
poco la sua lingua chiese il permesso di addentrarsi nel mio anfratto
caldo e invase la mia bocca, trasformando il suo bacio in una
richiesta più sensuale e audace, che fui felice di esaudire.
Le
nostre lingue si cercarono voluttuose, si trovarono e iniziarono a
condurre un gioco d’amore e passione che molto spesso avevano
intrapreso, ma che ogni volta riusciva a scatenare in noi sempre delle
intense emozioni. La sua calda bocca aveva un sapore inebriante,
afrodisiaco, capace di stordirmi con una potenza inaudita.
-Ed…-
avrei voluto dirgli di fare attenzione: eravamo pur sempre in salotto!
Ecco alcuni blog di
bravissime autrici che meritano una visita!
Il sorriso
in una pagina
Mad about
you
yara's mind
Nel mondo di Elisa e Yara
Les mots
de Chloè
L'anima delle stelle
silviettafanfiction
A casa di Lisa
USADDICTED
L'angolo
creativo
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!
the
dark side of the moon di barbara_f
Solo
per un week-end di Isabella v
(sara_g)
Rock my
life
di Isabella v
(sara_g)
Testa o
Cuore? di Isabella
v (sara_g)
My Pretty Woman di pensiera
Lightning in my life
di elisa1975
NASTY GAME
di elisa1975
UNA SERA, PER CASO ... di endif
Bastardo
in trappola di vampirettafolle
Un'altra
opportunità di eli777
Farfalle colorate
di Stupid
Lamb
A volte, il destino... ti
sorprende di yara89
La
principessa dei mari di bellsmarie80
Il Guardiano del Faro
di Lele
Cullen
Il precettore
di porporina
L'altra
metà del cuore di sara_g
Due anime legate ad un
destino di
loulou72
Mad
about you di Chastity
Red
Dazzling Passion di Miss
Simy Pattinson
Relazioni
nascoste di Aleuname
LA
DUCHESSA di essebi
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