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Cap. 88
Buongiorno
fanciulle!
Eccoci con l'ultimo capitolo prima dell'inizio dei festeggiamenti!
Sarà un capitolo tranquillo, ma si affronterà un
discorso importante, come avete potuto intuire dall'anteprima.
Verranno anche postate delle foto, chi non riuscisse a
visualizzarle, basta che ce lo faccia sapere e vedremo di rimediare.
Un bacione a tutte e grazie mille di continuare a seguirci con
tanto affetto. BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
CAPITOLO 88
Preparativi
Pov Bella
Finalmente
era arrivato il giorno tanto
atteso! Era venerdì sera, il nostro mesiversario, e la
settimana
era stata decisamente troppo lunga e stressante: tra la ricerca dei
costumi per Halloween e quella del regalo per Edward, io e lui ci
eravamo visti pochissimo, purtroppo! Mi era mancato da morire, la sua
assenza mi soffocava anima e corpo; l’unico aspetto positivo
era
il fatto che, abitando nella stessa casa e condividendo anche alcune
ore a scuola, non eravamo rimasti lontani per l’intera
giornata… ma per i miei gusti era già troppo! In
tutta
onestà, però, dovevo ammettere che eravamo
parecchio
fortunati... una qualsiasi altra coppia non si sarebbe proprio
incontrata: noi così, invece, eravamo riusciti a attenuare
un
po’ il problema.
Proprio quel
giorno però, avevo
visto il mio ragazzo solo cinque minuti, appena prima di andare a
scuola. Era venuto a svegliarmi con un dolce bacio per farmi gli auguri
e poi mi aveva rivelato che non sarebbe venuto a scuola con noi.
Nonostante Edward fosse già maggiorenne, per rispetto alla
madre, le aveva comunque chiesto il permesso di assentarsi dalle
lezioni, ed Esme glielo aveva concesso. Anche se lui aveva voluto
tenermi celato il vero motivo, non ci voleva chissà quale
genio
per comprendere che senz’altro aveva a che fare con
l’organizzazione della nostra serata romantica; e questa sua
reticenza non faceva altro che alimentare la mia innata
curiosità...
Cercai di
non pensarci molto, dato che
entro breve lo avrei rivisto e sarei rimasta tra le sue braccia per
l’intero weekend! Oddio! Al pensiero di lui ed io da soli per
due
interi giorni… un brivido percorse la mia schiena, facendomi
sussultare dalla gioia.
-Porca
paletta, Bella! Vuoi stare ferma un
attimo?! Sembri un’indemoniata! Devo farti un esorcismo per
caso?!- mi rimproverò con un’occhiata truce Alice,
facendo
ridacchiare Rose e Esme, intente a sovrintendere ogni operazione della
mia maniacale preparazione. La mia cognatina mi aveva già
truccata insieme a Rose e ora stava acconciando i miei capelli in un
perfetto chignon, lasciando fuoriuscire ad arte qualche ciocca, che poi
avrebbe arricciato in morbidi boccoli: le avevo chiesto di sollevarmi i
capelli, perché sapevo che a Edward piaceva da morire il mio
collo scoperto… e quella sera volevo risultare ai suoi occhi
irresistibilmente meravigliosa! Però Alice, come al solito,
si
stava facendo prendere un po’ la mano dal perfezionismo, e
tra i
capelli e il trucco ero veramente stanca e tremendamente pentita di
averle chiesto aiuto. Era più di un’ora che ero
seduta
cercando di rimanere immobile sotto le sue grinfie; e anche se
chiacchieravamo allegramente, la mia agitazione stava degenerando.
Un’ansia di pura impazienza mi stava innervosendo sempre
più, per non parlare dei muscoli indolenziti…
-Uffa! Non
ne posso più! E poi sono
troppo agitata per restare ferma… mi tremano le gambe come
se
fosse il nostro primo appuntamento!- rivelai loro, sentendomi
tremendamente in imbarazzo per quella mia debolezza. Esme mi venne
subito accanto e iniziò un lento e piacevolissimo massaggio
sulle mie spalle per cercare di rilassarmi… Oddio! Avrebbero
dovuto fare un monumento a quella santa donna!
Nel
frattempo la figlia crudele continuava
a innervosirmi e torturarmi con le forcine per capelli, lamentandosi
perché la madre stava ostacolando il suo lavoro.
-Dai,
Bella… sei troppo agitata! E
meno male che avete già…- dichiarò
Rose divertita,
mentre io spalancai gli occhi per la sua uscita e poi la fulminai. Lei
portò subito una mano alla bocca per tapparsela (anche se
era
troppo tardi, ormai!), come se si fosse accorta solo in quel momento
della presenza di Esme, mentre avevano parlato in continuazione fino a
pochi istanti prima.
Fissai
improvvisamente il mio sguardo su
Esme che, sorridente, non pareva per niente turbata dalla scioccante
rivelazione di Rose; continuava tranquilla a massaggiarmi le spalle.
Mah, che strano! Per capire, aveva capito tutto, ne ero
sicura…
anche se quella chiacchierona di mia cugina non aveva esattamente
concluso la frase compromettente…
Certo…
io ed Esme avevamo
già parlato di sesso e le avevo confidato le mie paure a
lasciarmi andare; però poi non le avevo raccontato
più
nulla! Accidenti, forse ci era rimasta male, pensando che magari,
quando fosse arrivato il momento, mi sarei confidata di nuovo con
lei…
Invece,
sorprendendomi una volta di
più, la sua espressione era rimasta serena; anzi, mi sorrise
calma attraverso lo specchio.
-Tesoro,
tranquilla… l’avevo
già intuito da sola e… anche tuo
padre…- mi
rivelò, facendomi alzare di scatto, rossa come un peperone,
mentre Alice imprecò perché per poco non si
bruciava con
l’arricciacapelli a causa del mio brusco movimento.
-Cosa?!
Oddio!- mi spaventai. Esme mi abbracciò immediatamente per
cercare di tranquillizzarmi.
-Bella…
non ti devi
preoccupare… sai quanto ti voglio bene e sono certa, dal
modo in
cui vi guardate tu ed Edward e da quanto vi amate, che avete affrontato
quel passo con la giusta maturità e non a cuor
leggero…-
mi rassicurò, facendomi riaccomodare, per permettere ad
Alice di
terminare il suo lavoro. Io però ero ancora
inquieta…
caspita! Lo sceriffo lo sapeva…
-Sì,
ma Esme… mio padre… come l’ha presa? E
come l’ha capito? Quando?- domandai allibita.
-Bè,
cara… la sera del
falò a La Push. Al ritorno, appena vi abbiamo visto, io ho
capito immediatamente cos’era successo… scusa
tesoro, ma
ce l’avevate scritto in fronte!- ridacchiò; -Il
modo in
cui vi guardavate, l’euforia e la felicità nei
tuoi occhi,
per non parlare del sorriso compiaciuto ed adorante che Edward aveva
stampato in faccia! A una mamma non potrebbero mai sfuggire certi
dettagli. E anche se così non fosse stato, ti ricordo che
sono
io a occuparmi della casa: il giorno successivo le lenzuola di Edward
erano state cambiate (cosa mai successa in diciott’anni!) e
poi
in lavatrice ho trovato le altre; quindi non mi ci è voluto
tanto a fare due più due!- mi spiegò, lasciandomi
completamente basita… che cretini! E noi che pensavamo di
aver
cancellato tutte le prove compromettenti!
-Comunque
quella sera, appena siamo saliti
in camera, tuo padre continuava a elogiare Edward per averti fatto
comprendere i tuoi errori così presto, mentre io continuavo
a
ridacchiare sotto i baffi, al pensiero del metodo che aveva usato
Edward per addolcirti… poi (ci eravamo appena messi a letto
e
spento la luce), d’un tratto, tuo padre è
letteralmente
saltato a sedersi, avendo un’illuminazione improvvisa. Ha
detto:
“Oh cazzo! La mia bambina! Quel… quel…
quel…”, continuava a balbettare senza riuscire a
trovare
un epiteto adatto a insultare Edward, pensando probabilmente allo
stesso tempo a non offendere me, visto che stava parlando di mio
figlio!- continuò a raccontarci, mentre Alice e Rose si
tenevano
la pancia dal ridere all’immagine di mio padre in quelle
condizioni…
-Allora, con
calma, ho acceso la luce sul
comodino e l’ho guardato: era rosso come un peperone, ma il
suo
viso aveva un’espressione rassegnata più che
arrabbiata… sapeva che da un momento all’altro
sarebbe
successo… ne aveva anche già parlato con
Edward…-
la interruppi subito.
-Cosaaa?! E
quando?! Non mi ha riferito nulla!- mi meravigliai. Ero sconvolta!
-Cara,
probabilmente non ti ha detto nulla
per non farti preoccupare inutilmente. Comunque l’ho lasciato
sfogare un po’… gli ho detto di insultare pure
Edward se
ne aveva bisogno… tanto sapevo che quello che gli era uscito
dalla bocca in quel momento era più un riflesso condizionato
che
vera e propria furia. Penso che ci passino tutti i padri con le proprie
figlie… e poi ha preso atto che ormai sei una donna e si
è rimesso a dormire leggermente più sereno e
tranquillo…- finì il suo racconto. Ero
completamente
sbalordita e mi tornò subito alla mente un particolare.
-Ecco
perché il giorno dopo, appena
siamo scesi per colazione, mi ha subito abbracciato! Mi sembrava
strano… sembrava quasi che non volesse più
mollarmi,
continuava a stringermi e poi mi ha chiesto come stessi, mentre
continuava a borbottare qualcosa del tipo “la mia piccola
donnina”… ero convinta che si riferisse alla lite
che
avevamo avuto e alla laringite… e che fosse contento
perchè gli avevo chiesto subito scusa… non
che…-
sprofondai ancora di più nella sedia, mentre le mie gote
sembrava fossero impresse a fuoco! Tutte ridacchiavano, compresa Esme.
-E dovevi
vedere che occhiataccia ha
lanciato ad Edward quella mattina! Non ve ne siete accorti
perché eravate tutti impegnati a chiacchierare tra di voi,
ma
lui era appoggiato al lavandino con una tazza di caffè in
mano e
se avesse avuto un laser negli occhi, ti assicuro che mio figlio
sarebbe stato incenerito seduta stante! A un certo punto ho persino
pensato che stesse per lanciargli la tazza in testa, allora ho preso in
mano la situazione e gli ho dato un bel pizzicotto sul fianco,
fulminandolo con lo sguardo… Si è dato
immediatamente un
contegno e non ha più osato proferire alcunché-
aggiunse
sorridendo.
-Allora non
è il caso che mi preoccupi?- chiesi, leggermente titubante.
-No,
tranquilla… in una settimana
ha smaltito… ci ho messo un po’ a convincerlo ad
andare a
Seattle, domenica scorsa e a lasciarvi la casa libera per tutto il
giorno… ma poi anche lui ha riconosciuto che tanto, da una
parte
o dall’altra, non avrebbe potuto impedirvi di vivere le
vostre
esperienze… ci siamo passati tutti!- mi
rassicurò.
Incredibile!
-Ecco
l’artista ha finito!-
esclamò Alice, osservando compiaciuta il suo lavoro
perfetto.
Quella ragazza era un portento. Mi fissavo nello specchio e
ciò
che rifletteva mi piaceva parecchio.
-Grazie,
Alice! E scusa se ti ho fatto
penare- la pregai. Lei mi fece un cenno con la mani, come se non avesse
fatto niente di speciale, ma si vedeva che era soddisfatta del
risultato e soprattutto del mio parere positivo.
-A proposito
di primo appuntamento…
ma lo sai che anche tuo fratello, domani sera, mi porta fuori a cena
per la prima volta?- mi rivelò, felice. La guardai
meravigliata
e lei mi sorrise radiosa.
-Mi ha
proprio chiesto un appuntamento! Il
nostro primo appuntamento! Ha detto che si è reso conto che
non
eravamo mai usciti come una coppia e in questo modo vuole rendere tutto
ufficiale. Che dolce!- si entusiasmò, saltellando eccitata.
Ero
felice per lei… effettivamente, anche se Jazz non aveva mai
avuto una relazione seria, ero certa che sotto quella maschera di
indifferenza e razionalità si celasse un animo romantico e
che
appena trovata la persona giusta questo suo lato sarebbe spuntato
fuori… ed il tempo mi stava dando ragione.
-Caspita! Ma
si sono messi
d’accordo?! Anche Emm mi ha chiesto un appuntamento. Subito
sono
scoppiata a ridere, pensando che scherzasse… ma poi quando
ho
visto che continuava a fissarmi crucciato e che era rimasto male per la
mia reazione, ho capito che faceva sul serio. Il mio scimmione mi ha
invitata al cinema e poi a cena, domani sera- intervenne Rose,
rivelandoci i loro piani per il sabato sera. Edward mi aveva raccontato
della chiacchierata con Emm dopo la scenetta con Seth, ed ero certa che
ora avrebbe fatto di tutto per cercare di tenere legata a sé
Rose… Come tutti i ragazzi innamorati anche lui aveva paura
di
perdere la sua metà e probabilmente pensava che un
po’ di
corteggiamento non avrebbe di certo fatto male, visto che era
abbastanza carente da quel lato. Ma io ero tranquilla: Rose non era una
ragazza che badava a certe cose… sì, le piaceva
come
tutte essere corteggiata, ma non reputava certamente Emm un cattivo
fidanzato solo perché non le regalava un fiore… a
lei
importava solamente che la amasse e che la rispettasse sempre e la cosa
a cui dava maggiore importanza era la sincerità totale e la
fiducia… erano proprio queste qualità che
l’avevano
conquistata oltre al carattere allegro di Emm, che era capace di farla
sorridere alla vita, in ogni occasione. Comunque si vedeva che era
contenta e compiaciuta dell’invito. Come darle torto?
-Sono
proprio felice per voi, ragazze! E
bè… anche per me!- si congratulò Esme,
sorridendoci. La fissammo per un attimo confuse e quando la vedemmo
arrossire un po’, intuimmo immediatamente il
perché fosse
così contenta, anche per se stessa.
-Mammaaaa!-
urlò Alice, in tono di mezzo rimprovero e mezzo imbarazzo.
-Che
c’è?! E’ raro che
la casa sia libera di sera… se permetti anche noi vorremmo
trascorrere una seratina romantica… ho già in
mente il
menù! E voi cercate di passare una bellissima (e soprattutto
lunghissima!) serata fuori di casa… grazie!-
esclamò,
facendoci scoppiare a ridere. Bè, grazie ai metodi di
distrazione che intendeva utilizzare Esme, certamente papà
non
avrebbe avuto il tempo di pensare a tutto ciò che potevamo
combinare io ed Edward… e quindi di angustiarsi per due
interi
giorni!
Facemmo
ancora quattro chiacchiere e poi
mi alzai, mi sfilai la vestaglia che indossavo e le ragazze mi
aiutarono con il meraviglioso vestito blu notte che avevo comprato per
l’occasione… meno male che Esme era un attimo
uscita dalla
stanza, così non mi imbarazzai a farmi vedere con quel
succinto
intimo super sexy, di color blu notte, che avevo comperato per
l’occasione. Il tempo di infilarmi anche le scarpe, e lei
fece
ritorno con un pacchettino in mano. Quando sollevò il
coperchio,
restai allibita.
-Ecco,
tesoro! Indossa questi…
vedrai, staranno magnificamente con il tuo abito…
bè… sempre se ti fa piacere…-
mormorò
imbarazzata. Fissai quegli splendidi orecchini di diamanti che mi stava
porgendo e con mani tremanti li afferrai, mentre sentivo gli occhi
pungermi… ero felice, emozionata…
Con Esme avevo
la
sensazione di avere accanto una mamma che stava aiutando la figlia
nella scelta dei vestiti e degli accessori per il primo
appuntamento…
-No! Non ti
azzardare nemmeno a far
scendere quei lucciconi che stanno brillando! Altrimenti ti rovinerai
il trucco!- mi sgridò Alice, facendomi rinsavire
all’istante e permettendomi di riprendermi da quel momento
così emozionante e nostalgico. Abbracciai Esme e la
ringraziai
di cuore, con il battito a mille. Indossai gli orecchini, due
meravigliosi punti luce a goccia, e mi rimirai ancora una volta allo
specchio, felicissima del risultato.
Ero certa
che Edward avrebbe apprezzato:
ormai ero pienamente consapevole di quanto mi considerasse attraente e
dell’effetto che ero in grado di fargli; e agghindata
così
mi piacevo persino io!
-Sentite…
ma non è il caso
di indossare anche una collana? Sono completamente nuda
qui…-
affermai, indicando il mio décolleté.
-No,
assolutamente!- mi rispose decisa
Alice; -E poi hai detto che Edward adora tutta questa zona, no?-
affermò, facendomi avvampare per la presenza di Esme.
-Bella,
amore… sei perfetta
così! Non hai bisogno di altro- mi rassicurò
Esme.
Sorrisi a tutte loro, ringraziandole ancora del prezioso contributo.
-Grazie
Esme… di tutto! Soprattutto
per l’aiuto che mi hai dato per il regalo… senza
di te,
non avrei mai potuto mettere in pratica la mia idea- la ringraziai,
sincera.
-Figurati!
Non dirlo nemmeno! E poi come
avrei potuto non aiutarti se so che è una cosa che
renderà felice mio figlio?! Dai, ora! Non fare
più
aspettare quel povero principe in pena!- mi rassicurò.
-Eh
già, è ora! Forza sono
le sette! Scendiamo che Jazz sarà già pronto che
ti
aspetta! Edward, se ritarderete, potrebbe anche andare in
iperventilazione. L’ho sentito un’oretta fa e ti
assicuro
che era più agitato di te! Vi hanno proprio accoppiati ben
bene!- mi rivelò Alice. Il pensiero di Edward inquieto e
nervoso
mi meravigliò: lui era sempre così sicuro di
sé!
Forse aveva paura che non potesse piacermi la sorpresa che aveva
preparato? Bè, era assurdo! Io ero già al settimo
cielo
solo per il fatto che avesse avuto l’idea di festeggiare e di
preparare tutto da solo, figuriamoci se potevo rimanerne delusa!
Mi aiutarono
a sistemare l’enorme
sciarpa coprispalle in coordinato con l’abito e scendemmo al
piano inferiore. Io mi stavo sentendo una vera e propria
principessa…
Gli uomini
erano tutti in salone ad
aspettarci e appena entrammo, Emmett si lasciò andare ad un
lungo fischio di approvazione. Sorrisi felice dell’effetto:
ora
ero ancora più certa di fare colpo su Edward. Mio fratello
si
avvicinò e mi abbracciò forte, tra le proteste di
Alice e
Rose che sostenevano che mi potesse sgualcire il vestito.
-Sei
favolosa, sorellina. Lo sai vero, che
quel ragazzo rimarrà letteralmente sconvolto e senza parole
appena ti vedrà!- mi sussurrò
all’orecchio.
-Lo spero
proprio! Sono stata tre ore
sotto le mani di quelle due pazze, almeno che serva a qualcosa!-
ghignai io, attenta a non farmi sentire dalle mie sorelle, a cui
nonostante la tortura subita, ero veramente grata. Mi voltai per
salutare tutti e lo sguardo mi cadde su mio padre che ancora, seduto
sul divano, non aveva detto una parola e mi fissava evidentemente
emozionato. Mi avvicinai per baciarlo e quando mi chinai,
mormorò con la voce incrinata: -Sei meravigliosa…
quel
ragazzo lo farai morire… la mia piccola donna…- e
mi
abbracciò forte. Ora sapevo a cosa si riferiva con quelle
ultime
parole e un nodo in gola mi si formò immediatamente.
-Grazie
papà… ti voglio
bene…- mormorai, cercando di rispedire giù in
profondità le lacrime che prepotenti volevano uscire dai
miei
occhi. Salutai tutti e io e Jazz andammo in garage seguiti da Alice,
che mi aiutò ad accomodarmi sul sedile in modo da non
spiegazzare e sgualcire il vestito.
-Mi
raccomando Bella… stendilo il mio fratellone!- mi
salutò, dal finestrino.
-Sarà
fatto! E grazie ancora Alice- ricambiai.
-Di niente
sorellina! Pensate solo a
divertirvi e imprimiti bene nella mente ogni singolo
particolare… perché poi pretendo un resoconto
completo!
Bè… dettagli piccanti a parte!- mi
avvertì.
-Allora
penso che non avrà molto da
raccontarti!- esordì mio fratello, facendomi di nuovo
arrossire,
mentre si posizionava alla guida. Gli diedi uno schiaffetto sul braccio.
-Scemo!- lo
insultammo io e Alice contemporaneamente.
-Vedrai se
poi non mi darai ragione!
Comunque bambolina mia… vedi di fare immediatamente il giro
dell’auto e di venirmi a salutare come si deve, visto che
dovrò fare a meno di te nell’immediato- le
ordinò
Jazz. Lei, ubbidiente, volò dalla sua parte e i due si
lasciarono andare ad un bacio che in poco tempo si stava decisamente
trasformando in qualcosa di più e che mi faceva sentire
assolutamente fuori luogo. Accesi l’autoradio e poi visto che
non
la finivano più, mi schiarii la voce. Si staccarono a fatica
e
mi sorrisero entrambi come per scusarsi.
-Scusate non
volevo interrompermi, ma
avrei un principe che mi aspetta e non mi risulta che nelle favole il
cocchiere della carrozza faccia aspettare la principessa per flirtare
con la damigella!- li schernii. Si sorrisero amorevolmente e poi Alice
azionò l’apertura della porta del garage.
-Forza
Cenerentola! Andiamo dal tuo principe!- dichiarò Jazz, mise
in moto e partimmo.
Con la sua
guida veloce, in un attimo,
eravamo fuori da Forks e avevamo già imboccato la
superstrada.
Ci stavamo dirigendo verso la casa al mare. Ero certa che avremmo
trascorso lì il weekend, anche se nessuno mi aveva rivelato
niente e ne ero felicissima.
-Bella, vedi
di darti una calmata
altrimenti se continui a muoverti come una biscia rischi seriamente di
stropicciare quell’abito!- mi rimproverò Jazz,
sogghignando.
-Ah, ah! Ti
diverti, vero? Stai godendo un
mondo a vedermi così irrequieta… ammettilo!-
affermai,
certa della risposta.
-Bè…
mi fai morir dal
ridere, devo ammetterlo… anche perché non riesco
a capire
cos’hai da agitarti così tanto… diciamo
che ormai
il più è fatto, no?- continuò
divertito.
-Ah ah!
Molto spiritoso! Non è solo
quello… questa settimana ci siamo visti così
poco, mi
sento emozionata! E poi ho paura che il mio regalo non gli piaccia,
anche se so che ha un particolare significato per lui…- mi
crucciai, mentre il panico iniziava a invadermi.-E come se non
bastasse, Edward ha finalmente deciso di raccontarmi tutto di quel
famoso periodo in cui aveva perso la testa e di come è
mancato
suo padre… sai io non so molto del suo famigerato
‘anno
sabbatico’… e già solo al pensiero che
voglia
raccontarmelo mi batte forte il cuore!- sputai fuori tutto
d’un
fiato, felice di potermi confidare con mio fratello e condividere
almeno un pochino le ansie che mi attanagliavano.
-Ehi, ehi!
Calmati sorellina! Fai un bel
respiro e cerca di concentrarti solo sulle cose positive, ok? Pensa a
come sarà romantica e favolosa la cena con lui…
senz’altro starete a lume di candela, ci sarà il
caminetto
acceso, magari ballerete o lui ti suonerà al pianoforte
qualche
melodia dolcissima… la cena sarà strepitosa e poi
finalmente potrai dormire per due intere notti tra le sue braccia e non
sarete costretti a dividervi a causa di papà…
potrete
farvi una bella nuotata in piscina, o un bagno
nell’idromassaggio…- cercò di
tranquillizzarmi,
elencandomi tutte quelle attività meravigliose, mentre le
relative immagini si formavano nel mio cervello. E in un attimo mi resi
conto che mancava un’importante descrizione
all’appello…
-Jazz…-
lo richiamai.
-Mmm…-
rispose appena, mentre si faceva sempre più pensieroso.
-Non ti stai
dimenticando
qualcos’altro che senz’altro io e lui non vedremo
l’ora di fare?- domandai, con tono malizioso.
-Fammi
pensare… no, direi di no!
Entri, cenate, ballate, parlate e poi andate a dormire. Domattina vi
svegliate, fate colazione, parlate, magari una bella nuotata, parlate,
mangiate di nuovo, parlate e così via fino a che, spossati
dalle
chiacchiere, non andate di nuovo a dormire. E così passerete
anche la domenica, finchè non tornerete a casa.
No… direi
che è tutto!- dichiarò in tono serio e convinto.
Non
riuscii più a trattenermi e scoppiai a ridere.
-Ahahah!
Oddio, Jazz mi fai morire! Direi
che a occhio e croce le nostre giornate andranno più o meno
così; ma magari parleremo molto meno e agiremo un
po’ di
più! Che ne dici?- gli chiesi, mentre non riuscivo a
smettere di
ridere.
-Se proprio
non ne puoi fare a meno…- si imbronciò.
-No! Direi
che non ne possiamo proprio
fare a meno!- dichiarai convinta. -Tu al mio posto cosa faresti?- lo
rimbeccai. Lui sogghignò.
-Bè,
d’accordo, hai
vinto… però così sono riuscito a
distrarti…
e ora stai ridendo serena e l’agitazione è solo un
brutto
ricordo!- mi rivelò. Mi avvicinai e gli diedi un bel bacio a
stampo sulla sua guancia.
-Ti adoro e
senza di te sarei persa!- affermai, mentre lo vedevo sorridere
gongolante e soddisfatto.
-E invece di
te che mi dici? Una fatina mi
ha rivelato che qualcuno le ha chiesto un appuntamento in piena
regola!- gli chiesi. Lo vidi arrossire leggermente e poi il suo sorriso
si allargò a dismisura: era il ritratto della
felicità.
-Già…
con la testa che mi ha
fatto Edward in questa settimana per i vostri preparativi, mi sono reso
conto che, a parte il nostro weekend, non eravamo più
rimasti da
soli e soprattutto non siamo mai usciti come una vera coppia. Siamo
sempre stati tutti assieme e avevo voglia di passare una serata
solamente in sua compagnia- mi confessò.
-Hai fatto
proprio bene! Lo sai che lei
è al settimo cielo? Saltellava come un grillo quando me lo
ha
detto- gli confidai; -E dove la porterai?- domandai curiosa.
-Innanzitutto
domani in mattinata le
arriverà un enorme mazzo di rose rosse, naturalmente a gambo
lungo, che lei adora. E poi già nel pomeriggio la
porterò
a Seattle con la Ferrari, per cui stravede; passeggeremo in centro e se
ne avrà voglia potrà fare tutto lo shopping che
desidera,
a spese del sottoscritto… poi andremo a cena allo Space
Needle,
dove ho già prenotato un tavolo, da cui potremo godere del
panorama notturno della città! E infine ho prenotato una
stanza
al Travelodge Seattle, quel fantastico hotel a due isolati dallo Space
Needle. Così concluderemo la serata in maniera perfetta, con
la
mia splendida bambolina che dormirà tra le mie braccia!-
affermò, soddisfatto del suo programma. Non potevo crederci!
Alla faccia del romanticismo!
-Wow, Jazz!
Mi hai veramente sorpresa!- esclamai, piacevolmente stupita.
-Ho chiesto
a Rosalie se poteva preparare
una borsa per Alice, perché ancora non sa che ci fermeremo
fuori
per la notte e volevo farle una sorpresa- aggiunse, compiaciuto della
sua idea meravigliosa.
-Lo sai che
quella ragazza, dopo la giornata che hai programmato, ti
sposerà all’istante, vero?!- mi complimentai.
-Prima o
poi, lo spero proprio!- dichiarò, sincero. Strabuzzai gli
occhi e lo fissai sgomenta.
-Bè?!
Che hai da fissarmi così?! Sembri un’invasata!- mi
derise.
-Tu chi
saresti?! Che ne hai fatto di mio
fratello?! Sputalo subito fuori!- gridai, come in preda ad un
esorcismo, e ridendo come una matta.
-Ehi,
signorinella! Non fare troppo la
spiritosa, che potrei anche lasciarti in mezzo
all’autostrada,
sai?!- mi minacciò. Mi zittii immediatamente e cercai di
ricompormi, ma subito dopo ci guardammo e scoppiammo di nuovo a ridere.
-Ok, ok! Te
lo concedo! Forse sono un
pochino cambiato… ma in meglio no?- mi chiese, arrendendosi
all’evidenza dei fatti.
-Solo un
pochino?! Però hai
ragione: sei decisamente migliorato… almeno con il genere
femminile, perché come fratello sei sempre stato il
migliore!-
lo elogiai, guadagnandomi un buffetto affettuoso sulla guancia.
-Grazie
sorellina! E lo sai che ti adoro
anche io!- ricambiò. Tra una risata e un’altra,
arrivammo
davanti alla casa al mare, che nemmeno mi ero accorta dello trascorrere
del viaggio.
Stranamente
la porta principale era
spalancata e dall’interno giungeva una luce soffusa. Guardai
Jazz, confusa e lui mi sorrise complice.
-Eri
talmente occupata a blaterare che non
ti sei nemmeno accorta che ho fatto due squilli di avvertimento al tuo
uomo!- mi schernì; -Ora scendi e vai… lui ti
aspetta
dentro…- mi disse, baciandomi una guancia.
-Divertitevi…-
ammiccò con un sorriso felice.
-Grazie di
tutto, fratellone! E in bocca al lupo per la giornata di domani, spero
che fili tutto liscio- gli augurai. -E
tu vedi di trascorrere uno splendido weekend… uno di quelli
che
non ci si scorda, per tutta la vita!- contraccambiò
l’augurio con un abbraccio. Scesi dall’auto e
appena mi
avvicinai all’entrata e potei vedere meglio
l’interno, i
miei occhi si spalancarono dalla meraviglia!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 89
-Bè…
non proprio tutto… diciamo che io ho avuto le varie idee e
poi
c’è stato chi mi ha aiutato a metterle in
pratica…-
mi spiegò, un po’ imbarazzato. Gli sorrisi e
accarezzai la
sua guancia liscia, arrivando a sfiorare le sue peccaminose labbra,
morbide e carnose. Sospirò profondamente e chiuse gli occhi,
come se ci fosse qualcosa che non andasse…
-Edward?
Tutto bene, cucciolo?- domandai,
leggermente preoccupata. Aprì quegli sfavillanti smeraldi di
scatto e notai quanto fosse divenuto cupo e intenso il verde del suo
sguardo, e vi lessi una sola cosa: desiderio!
-Sì,
Bella… non
preoccuparti, tesoro… è solo che se continuo a
guardarti
o a sfiorarti non penso che riusciremo a cenare… mi sei
mancata
da impazzire in questa settimana… e tu sei
favolosa…
irresistibile…- mormorò, con la voce resa sempre
più roca. Lo stomaco mi si contorse in una morsa quasi
dolorosa
che si propagò fino a stazionarsi nel mio bassoventre.
-Vieni,
piccola… ti va un
aperitivo?- mi invitò, mentre ci avvicinavamo alle vetrate
che
davano sulla spiaggia. Lì, accanto alla piscina
idromassaggio,
vi era un piccolo tavolino rotondo apparecchiato con
un’elegante
tovaglia dorata che arrivava fino a terra e un carrello da vivande, che
conteneva con ogni probabilità la nostra cena. Ma quello che
attirò più di tutti la mia attenzione, fu un
altro
tavolino decorato con due mazzi di fiori rossi e al cui centro
spiccava...