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Autore: IsaMarie    14/04/2011    23 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Cap. 88
Buongiorno fanciulle!
Eccoci con l'ultimo capitolo prima dell'inizio dei festeggiamenti!
Sarà un capitolo tranquillo, ma si affronterà un discorso importante, come avete potuto intuire dall'anteprima.
Verranno anche postate delle foto, chi non riuscisse a visualizzarle, basta che ce lo faccia sapere e vedremo di rimediare.
Un bacione a tutte e grazie mille di continuare a seguirci con tanto affetto.
BUONA LETTURA DA MANU E SARA!
 


CAPITOLO 88


Preparativi



Pov Bella


Finalmente era arrivato il giorno tanto atteso! Era venerdì sera, il nostro mesiversario, e la settimana era stata decisamente troppo lunga e stressante: tra la ricerca dei costumi per Halloween e quella del regalo per Edward, io e lui ci eravamo visti pochissimo, purtroppo! Mi era mancato da morire, la sua assenza mi soffocava anima e corpo; l’unico aspetto positivo era il fatto che, abitando nella stessa casa e condividendo anche alcune ore a scuola, non eravamo rimasti lontani per l’intera giornata… ma per i miei gusti era già troppo! In tutta onestà, però, dovevo ammettere che eravamo parecchio fortunati... una qualsiasi altra coppia non si sarebbe proprio incontrata: noi così, invece, eravamo riusciti a attenuare un po’ il problema.
Proprio quel giorno però, avevo visto il mio ragazzo solo cinque minuti, appena prima di andare a scuola. Era venuto a svegliarmi con un dolce bacio per farmi gli auguri e poi mi aveva rivelato che non sarebbe venuto a scuola con noi. Nonostante Edward fosse già maggiorenne, per rispetto alla madre, le aveva comunque chiesto il permesso di assentarsi dalle lezioni, ed Esme glielo aveva concesso. Anche se lui aveva voluto tenermi celato il vero motivo, non ci voleva chissà quale genio per comprendere che senz’altro aveva a che fare con l’organizzazione della nostra serata romantica; e questa sua reticenza non faceva altro che alimentare la mia innata curiosità...
Cercai di non pensarci molto, dato che entro breve lo avrei rivisto e sarei rimasta tra le sue braccia per l’intero weekend! Oddio! Al pensiero di lui ed io da soli per due interi giorni… un brivido percorse la mia schiena, facendomi sussultare dalla gioia.
-Porca paletta, Bella! Vuoi stare ferma un attimo?! Sembri un’indemoniata! Devo farti un esorcismo per caso?!- mi rimproverò con un’occhiata truce Alice, facendo ridacchiare Rose e Esme, intente a sovrintendere ogni operazione della mia maniacale preparazione. La mia cognatina mi aveva già truccata insieme a Rose e ora stava acconciando i miei capelli in un perfetto chignon, lasciando fuoriuscire ad arte qualche ciocca, che poi avrebbe arricciato in morbidi boccoli: le avevo chiesto di sollevarmi i capelli, perché sapevo che a Edward piaceva da morire il mio collo scoperto… e quella sera volevo risultare ai suoi occhi irresistibilmente meravigliosa! Però Alice, come al solito, si stava facendo prendere un po’ la mano dal perfezionismo, e tra i capelli e il trucco ero veramente stanca e tremendamente pentita di averle chiesto aiuto. Era più di un’ora che ero seduta cercando di rimanere immobile sotto le sue grinfie; e anche se chiacchieravamo allegramente, la mia agitazione stava degenerando. Un’ansia di pura impazienza mi stava innervosendo sempre più, per non parlare dei muscoli indolenziti…
-Uffa! Non ne posso più! E poi sono troppo agitata per restare ferma… mi tremano le gambe come se fosse il nostro primo appuntamento!- rivelai loro, sentendomi tremendamente in imbarazzo per quella mia debolezza. Esme mi venne subito accanto e iniziò un lento e piacevolissimo massaggio sulle mie spalle per cercare di rilassarmi… Oddio! Avrebbero dovuto fare un monumento a quella santa donna!
Nel frattempo la figlia crudele continuava a innervosirmi e torturarmi con le forcine per capelli, lamentandosi perché la madre stava ostacolando il suo lavoro.
-Dai, Bella… sei troppo agitata! E meno male che avete già…- dichiarò Rose divertita, mentre io spalancai gli occhi per la sua uscita e poi la fulminai. Lei portò subito una mano alla bocca per tapparsela (anche se era troppo tardi, ormai!), come se si fosse accorta solo in quel momento della presenza di Esme, mentre avevano parlato in continuazione fino a pochi istanti prima.
Fissai improvvisamente il mio sguardo su Esme che, sorridente, non pareva per niente turbata dalla scioccante rivelazione di Rose; continuava tranquilla a massaggiarmi le spalle. Mah, che strano! Per capire, aveva capito tutto, ne ero sicura… anche se quella chiacchierona di mia cugina non aveva esattamente concluso la frase compromettente…
Certo… io ed Esme avevamo già parlato di sesso e le avevo confidato le mie paure a lasciarmi andare; però poi non le avevo raccontato più nulla! Accidenti, forse ci era rimasta male, pensando che magari, quando fosse arrivato il momento, mi sarei confidata di nuovo con lei…
Invece, sorprendendomi una volta di più, la sua espressione era rimasta serena; anzi, mi sorrise calma attraverso lo specchio.
-Tesoro, tranquilla… l’avevo già intuito da sola e… anche tuo padre…- mi rivelò, facendomi alzare di scatto, rossa come un peperone, mentre Alice imprecò perché per poco non si bruciava con l’arricciacapelli a causa del mio brusco movimento.
-Cosa?! Oddio!- mi spaventai. Esme mi abbracciò immediatamente per cercare di tranquillizzarmi.
-Bella… non ti devi preoccupare… sai quanto ti voglio bene e sono certa, dal modo in cui vi guardate tu ed Edward e da quanto vi amate, che avete affrontato quel passo con la giusta maturità e non a cuor leggero…- mi rassicurò, facendomi riaccomodare, per permettere ad Alice di terminare il suo lavoro. Io però ero ancora inquieta… caspita! Lo sceriffo lo sapeva…
-Sì, ma Esme… mio padre… come l’ha presa? E come l’ha capito? Quando?- domandai allibita.
-Bè, cara… la sera del falò a La Push. Al ritorno, appena vi abbiamo visto, io ho capito immediatamente cos’era successo… scusa tesoro, ma ce l’avevate scritto in fronte!- ridacchiò; -Il modo in cui vi guardavate, l’euforia e la felicità nei tuoi occhi, per non parlare del sorriso compiaciuto ed adorante che Edward aveva stampato in faccia! A una mamma non potrebbero mai sfuggire certi dettagli. E anche se così non fosse stato, ti ricordo che sono io a occuparmi della casa: il giorno successivo le lenzuola di Edward erano state cambiate (cosa mai successa in diciott’anni!) e poi in lavatrice ho trovato le altre; quindi non mi ci è voluto tanto a fare due più due!- mi spiegò, lasciandomi completamente basita… che cretini! E noi che pensavamo di aver cancellato tutte le prove compromettenti!
-Comunque quella sera, appena siamo saliti in camera, tuo padre continuava a elogiare Edward per averti fatto comprendere i tuoi errori così presto, mentre io continuavo a ridacchiare sotto i baffi, al pensiero del metodo che aveva usato Edward per addolcirti… poi (ci eravamo appena messi a letto e spento la luce), d’un tratto, tuo padre è letteralmente saltato a sedersi, avendo un’illuminazione improvvisa. Ha detto: “Oh cazzo! La mia bambina! Quel… quel… quel…”, continuava a balbettare senza riuscire a trovare un epiteto adatto a insultare Edward, pensando probabilmente allo stesso tempo a non offendere me, visto che stava parlando di mio figlio!- continuò a raccontarci, mentre Alice e Rose si tenevano la pancia dal ridere all’immagine di mio padre in quelle condizioni…
-Allora, con calma, ho acceso la luce sul comodino e l’ho guardato: era rosso come un peperone, ma il suo viso aveva un’espressione rassegnata più che arrabbiata… sapeva che da un momento all’altro sarebbe successo… ne aveva anche già parlato con Edward…- la interruppi subito.
-Cosaaa?! E quando?! Non mi ha riferito nulla!- mi meravigliai. Ero sconvolta!
-Cara, probabilmente non ti ha detto nulla per non farti preoccupare inutilmente. Comunque l’ho lasciato sfogare un po’… gli ho detto di insultare pure Edward se ne aveva bisogno… tanto sapevo che quello che gli era uscito dalla bocca in quel momento era più un riflesso condizionato che vera e propria furia. Penso che ci passino tutti i padri con le proprie figlie… e poi ha preso atto che ormai sei una donna e si è rimesso a dormire leggermente più sereno e tranquillo…- finì il suo racconto. Ero completamente sbalordita e mi tornò subito alla mente un particolare.
-Ecco perché il giorno dopo, appena siamo scesi per colazione, mi ha subito abbracciato! Mi sembrava strano… sembrava quasi che non volesse più mollarmi, continuava a stringermi e poi mi ha chiesto come stessi, mentre continuava a borbottare qualcosa del tipo “la mia piccola donnina”… ero convinta che si riferisse alla lite che avevamo avuto e alla laringite… e che fosse contento perchè gli avevo chiesto subito scusa… non che…- sprofondai ancora di più nella sedia, mentre le mie gote sembrava fossero impresse a fuoco! Tutte ridacchiavano, compresa Esme.
-E dovevi vedere che occhiataccia ha lanciato ad Edward quella mattina! Non ve ne siete accorti perché eravate tutti impegnati a chiacchierare tra di voi, ma lui era appoggiato al lavandino con una tazza di caffè in mano e se avesse avuto un laser negli occhi, ti assicuro che mio figlio sarebbe stato incenerito seduta stante! A un certo punto ho persino pensato che stesse per lanciargli la tazza in testa, allora ho preso in mano la situazione e gli ho dato un bel pizzicotto sul fianco, fulminandolo con lo sguardo… Si è dato immediatamente un contegno e non ha più osato proferire alcunché- aggiunse sorridendo.
-Allora non è il caso che mi preoccupi?- chiesi, leggermente titubante.
-No, tranquilla… in una settimana ha smaltito… ci ho messo un po’ a convincerlo ad andare a Seattle, domenica scorsa e a lasciarvi la casa libera per tutto il giorno… ma poi anche lui ha riconosciuto che tanto, da una parte o dall’altra, non avrebbe potuto impedirvi di vivere le vostre esperienze… ci siamo passati tutti!- mi rassicurò. Incredibile!
-Ecco l’artista ha finito!- esclamò Alice, osservando compiaciuta il suo lavoro perfetto. Quella ragazza era un portento. Mi fissavo nello specchio e ciò che rifletteva mi piaceva parecchio.
-Grazie, Alice! E scusa se ti ho fatto penare- la pregai. Lei mi fece un cenno con la mani, come se non avesse fatto niente di speciale, ma si vedeva che era soddisfatta del risultato e soprattutto del mio parere positivo.
-A proposito di primo appuntamento… ma lo sai che anche tuo fratello, domani sera, mi porta fuori a cena per la prima volta?- mi rivelò, felice. La guardai meravigliata e lei mi sorrise radiosa.
-Mi ha proprio chiesto un appuntamento! Il nostro primo appuntamento! Ha detto che si è reso conto che non eravamo mai usciti come una coppia e in questo modo vuole rendere tutto ufficiale. Che dolce!- si entusiasmò, saltellando eccitata. Ero felice per lei… effettivamente, anche se Jazz non aveva mai avuto una relazione seria, ero certa che sotto quella maschera di indifferenza e razionalità si celasse un animo romantico e che appena trovata la persona giusta questo suo lato sarebbe spuntato fuori… ed il tempo mi stava dando ragione.
-Caspita! Ma si sono messi d’accordo?! Anche Emm mi ha chiesto un appuntamento. Subito sono scoppiata a ridere, pensando che scherzasse… ma poi quando ho visto che continuava a fissarmi crucciato e che era rimasto male per la mia reazione, ho capito che faceva sul serio. Il mio scimmione mi ha invitata al cinema e poi a cena, domani sera- intervenne Rose, rivelandoci i loro piani per il sabato sera. Edward mi aveva raccontato della chiacchierata con Emm dopo la scenetta con Seth, ed ero certa che ora avrebbe fatto di tutto per cercare di tenere legata a sé Rose… Come tutti i ragazzi innamorati anche lui aveva paura di perdere la sua metà e probabilmente pensava che un po’ di corteggiamento non avrebbe di certo fatto male, visto che era abbastanza carente da quel lato. Ma io ero tranquilla: Rose non era una ragazza che badava a certe cose… sì, le piaceva come tutte essere corteggiata, ma non reputava certamente Emm un cattivo fidanzato solo perché non le regalava un fiore… a lei importava solamente che la amasse e che la rispettasse sempre e la cosa a cui dava maggiore importanza era la sincerità totale e la fiducia… erano proprio queste qualità che l’avevano conquistata oltre al carattere allegro di Emm, che era capace di farla sorridere alla vita, in ogni occasione. Comunque si vedeva che era contenta e compiaciuta dell’invito. Come darle torto?
-Sono proprio felice per voi, ragazze! E bè… anche per me!- si congratulò Esme, sorridendoci. La fissammo per un attimo confuse e quando la vedemmo arrossire un po’, intuimmo immediatamente il perché fosse così contenta, anche per se stessa.
-Mammaaaa!- urlò Alice, in tono di mezzo rimprovero e mezzo imbarazzo.
-Che c’è?! E’ raro che la casa sia libera di sera… se permetti anche noi vorremmo trascorrere una seratina romantica… ho già in mente il menù! E voi cercate di passare una bellissima (e soprattutto lunghissima!) serata fuori di casa… grazie!- esclamò, facendoci scoppiare a ridere. Bè, grazie ai metodi di distrazione che intendeva utilizzare Esme, certamente papà non avrebbe avuto il tempo di pensare a tutto ciò che potevamo combinare io ed Edward… e quindi di angustiarsi per due interi giorni!
Facemmo ancora quattro chiacchiere e poi mi alzai, mi sfilai la vestaglia che indossavo e le ragazze mi aiutarono con il meraviglioso vestito blu notte che avevo comprato per l’occasione… meno male che Esme era un attimo uscita dalla stanza, così non mi imbarazzai a farmi vedere con quel succinto intimo super sexy, di color blu notte, che avevo comperato per l’occasione. Il tempo di infilarmi anche le scarpe, e lei fece ritorno con un pacchettino in mano. Quando sollevò il coperchio, restai allibita.
-Ecco, tesoro! Indossa questi… vedrai, staranno magnificamente con il tuo abito… bè… sempre se ti fa piacere…- mormorò imbarazzata. Fissai quegli splendidi orecchini di diamanti che mi stava porgendo e con mani tremanti li afferrai, mentre sentivo gli occhi pungermi… ero felice, emozionata… Con Esme avevo la sensazione di avere accanto una mamma che stava aiutando la figlia nella scelta dei vestiti e degli accessori per il primo appuntamento…
-No! Non ti azzardare nemmeno a far scendere quei lucciconi che stanno brillando! Altrimenti ti rovinerai il trucco!- mi sgridò Alice, facendomi rinsavire all’istante e permettendomi di riprendermi da quel momento così emozionante e nostalgico. Abbracciai Esme e la ringraziai di cuore, con il battito a mille. Indossai gli orecchini, due meravigliosi punti luce a goccia, e mi rimirai ancora una volta allo specchio, felicissima del risultato.
Ero certa che Edward avrebbe apprezzato: ormai ero pienamente consapevole di quanto mi considerasse attraente e dell’effetto che ero in grado di fargli; e agghindata così mi piacevo persino io!
-Sentite… ma non è il caso di indossare anche una collana? Sono completamente nuda qui…- affermai, indicando il mio décolleté.
-No, assolutamente!- mi rispose decisa Alice; -E poi hai detto che Edward adora tutta questa zona, no?- affermò, facendomi avvampare per la presenza di Esme.
-Bella, amore… sei perfetta così! Non hai bisogno di altro- mi rassicurò Esme. Sorrisi a tutte loro, ringraziandole ancora del prezioso contributo.
-Grazie Esme… di tutto! Soprattutto per l’aiuto che mi hai dato per il regalo… senza di te, non avrei mai potuto mettere in pratica la mia idea- la ringraziai, sincera.
-Figurati! Non dirlo nemmeno! E poi come avrei potuto non aiutarti se so che è una cosa che renderà felice mio figlio?! Dai, ora! Non fare più aspettare quel povero principe in pena!- mi rassicurò.
-Eh già, è ora! Forza sono le sette! Scendiamo che Jazz sarà già pronto che ti aspetta! Edward, se ritarderete, potrebbe anche andare in iperventilazione. L’ho sentito un’oretta fa e ti assicuro che era più agitato di te! Vi hanno proprio accoppiati ben bene!- mi rivelò Alice. Il pensiero di Edward inquieto e nervoso mi meravigliò: lui era sempre così sicuro di sé! Forse aveva paura che non potesse piacermi la sorpresa che aveva preparato? Bè, era assurdo! Io ero già al settimo cielo solo per il fatto che avesse avuto l’idea di festeggiare e di preparare tutto da solo, figuriamoci se potevo rimanerne delusa!
Mi aiutarono a sistemare l’enorme sciarpa coprispalle in coordinato con l’abito e scendemmo al piano inferiore. Io mi stavo sentendo una vera e propria principessa…

Gli uomini erano tutti in salone ad aspettarci e appena entrammo, Emmett si lasciò andare ad un lungo fischio di approvazione. Sorrisi felice dell’effetto: ora ero ancora più certa di fare colpo su Edward. Mio fratello si avvicinò e mi abbracciò forte, tra le proteste di Alice e Rose che sostenevano che mi potesse sgualcire il vestito.
-Sei favolosa, sorellina. Lo sai vero, che quel ragazzo rimarrà letteralmente sconvolto e senza parole appena ti vedrà!- mi sussurrò all’orecchio.
-Lo spero proprio! Sono stata tre ore sotto le mani di quelle due pazze, almeno che serva a qualcosa!- ghignai io, attenta a non farmi sentire dalle mie sorelle, a cui nonostante la tortura subita, ero veramente grata. Mi voltai per salutare tutti e lo sguardo mi cadde su mio padre che ancora, seduto sul divano, non aveva detto una parola e mi fissava evidentemente emozionato. Mi avvicinai per baciarlo e quando mi chinai, mormorò con la voce incrinata: -Sei meravigliosa… quel ragazzo lo farai morire… la mia piccola donna…- e mi abbracciò forte. Ora sapevo a cosa si riferiva con quelle ultime parole e un nodo in gola mi si formò immediatamente.
-Grazie papà… ti voglio bene…- mormorai, cercando di rispedire giù in profondità le lacrime che prepotenti volevano uscire dai miei occhi. Salutai tutti e io e Jazz andammo in garage seguiti da Alice, che mi aiutò ad accomodarmi sul sedile in modo da non spiegazzare e sgualcire il vestito.
-Mi raccomando Bella… stendilo il mio fratellone!- mi salutò, dal finestrino.
-Sarà fatto! E grazie ancora Alice- ricambiai.
-Di niente sorellina! Pensate solo a divertirvi e imprimiti bene nella mente ogni singolo particolare… perché poi pretendo un resoconto completo! Bè… dettagli piccanti a parte!- mi avvertì.
-Allora penso che non avrà molto da raccontarti!- esordì mio fratello, facendomi di nuovo arrossire, mentre si posizionava alla guida. Gli diedi uno schiaffetto sul braccio.
-Scemo!- lo insultammo io e Alice contemporaneamente.
-Vedrai se poi non mi darai ragione! Comunque bambolina mia… vedi di fare immediatamente il giro dell’auto e di venirmi a salutare come si deve, visto che dovrò fare a meno di te nell’immediato- le ordinò Jazz. Lei, ubbidiente, volò dalla sua parte e i due si lasciarono andare ad un bacio che in poco tempo si stava decisamente trasformando in qualcosa di più e che mi faceva sentire assolutamente fuori luogo. Accesi l’autoradio e poi visto che non la finivano più, mi schiarii la voce. Si staccarono a fatica e mi sorrisero entrambi come per scusarsi.
-Scusate non volevo interrompermi, ma avrei un principe che mi aspetta e non mi risulta che nelle favole il cocchiere della carrozza faccia aspettare la principessa per flirtare con la damigella!- li schernii. Si sorrisero amorevolmente e poi Alice azionò l’apertura della porta del garage.
-Forza Cenerentola! Andiamo dal tuo principe!- dichiarò Jazz, mise in moto e partimmo.
Con la sua guida veloce, in un attimo, eravamo fuori da Forks e avevamo già imboccato la superstrada. Ci stavamo dirigendo verso la casa al mare. Ero certa che avremmo trascorso lì il weekend, anche se nessuno mi aveva rivelato niente e ne ero felicissima.
-Bella, vedi di darti una calmata altrimenti se continui a muoverti come una biscia rischi seriamente di stropicciare quell’abito!- mi rimproverò Jazz, sogghignando.
-Ah, ah! Ti diverti, vero? Stai godendo un mondo a vedermi così irrequieta… ammettilo!- affermai, certa della risposta.
-Bè… mi fai morir dal ridere, devo ammetterlo… anche perché non riesco a capire cos’hai da agitarti così tanto… diciamo che ormai il più è fatto, no?- continuò divertito.
-Ah ah! Molto spiritoso! Non è solo quello… questa settimana ci siamo visti così poco, mi sento emozionata! E poi ho paura che il mio regalo non gli piaccia, anche se so che ha un particolare significato per lui…- mi crucciai, mentre il panico iniziava a invadermi.-E come se non bastasse, Edward ha finalmente deciso di raccontarmi tutto di quel famoso periodo in cui aveva perso la testa e di come è mancato suo padre… sai io non so molto del suo famigerato ‘anno sabbatico’… e già solo al pensiero che voglia raccontarmelo mi batte forte il cuore!- sputai fuori tutto d’un fiato, felice di potermi confidare con mio fratello e condividere almeno un pochino le ansie che mi attanagliavano.
-Ehi, ehi! Calmati sorellina! Fai un bel respiro e cerca di concentrarti solo sulle cose positive, ok? Pensa a come sarà romantica e favolosa la cena con lui… senz’altro starete a lume di candela, ci sarà il caminetto acceso, magari ballerete o lui ti suonerà al pianoforte qualche melodia dolcissima… la cena sarà strepitosa e poi finalmente potrai dormire per due intere notti tra le sue braccia e non sarete costretti a dividervi a causa di papà… potrete farvi una bella nuotata in piscina, o un bagno nell’idromassaggio…- cercò di tranquillizzarmi, elencandomi tutte quelle attività meravigliose, mentre le relative immagini si formavano nel mio cervello. E in un attimo mi resi conto che mancava un’importante descrizione all’appello…
-Jazz…- lo richiamai.
-Mmm…- rispose appena, mentre si faceva sempre più pensieroso.
-Non ti stai dimenticando qualcos’altro che senz’altro io e lui non vedremo l’ora di fare?- domandai, con tono malizioso.
-Fammi pensare… no, direi di no! Entri, cenate, ballate, parlate e poi andate a dormire. Domattina vi svegliate, fate colazione, parlate, magari una bella nuotata, parlate, mangiate di nuovo, parlate e così via fino a che, spossati dalle chiacchiere, non andate di nuovo a dormire. E così passerete anche la domenica, finchè non tornerete a casa. No… direi che è tutto!- dichiarò in tono serio e convinto. Non riuscii più a trattenermi e scoppiai a ridere.
-Ahahah! Oddio, Jazz mi fai morire! Direi che a occhio e croce le nostre giornate andranno più o meno così; ma magari parleremo molto meno e agiremo un po’ di più! Che ne dici?- gli chiesi, mentre non riuscivo a smettere di ridere.
-Se proprio non ne puoi fare a meno…- si imbronciò.
-No! Direi che non ne possiamo proprio fare a meno!- dichiarai convinta. -Tu al mio posto cosa faresti?- lo rimbeccai. Lui sogghignò.
-Bè, d’accordo, hai vinto… però così sono riuscito a distrarti… e ora stai ridendo serena e l’agitazione è solo un brutto ricordo!- mi rivelò. Mi avvicinai e gli diedi un bel bacio a stampo sulla sua guancia.
-Ti adoro e senza di te sarei persa!- affermai, mentre lo vedevo sorridere gongolante e soddisfatto.
-E invece di te che mi dici? Una fatina mi ha rivelato che qualcuno le ha chiesto un appuntamento in piena regola!- gli chiesi. Lo vidi arrossire leggermente e poi il suo sorriso si allargò a dismisura: era il ritratto della felicità.
-Già… con la testa che mi ha fatto Edward in questa settimana per i vostri preparativi, mi sono reso conto che, a parte il nostro weekend, non eravamo più rimasti da soli e soprattutto non siamo mai usciti come una vera coppia. Siamo sempre stati tutti assieme e avevo voglia di passare una serata solamente in sua compagnia- mi confessò.
-Hai fatto proprio bene! Lo sai che lei è al settimo cielo? Saltellava come un grillo quando me lo ha detto- gli confidai; -E dove la porterai?- domandai curiosa.
-Innanzitutto domani in mattinata le arriverà un enorme mazzo di rose rosse, naturalmente a gambo lungo, che lei adora. E poi già nel pomeriggio la porterò a Seattle con la Ferrari, per cui stravede; passeggeremo in centro e se ne avrà voglia potrà fare tutto lo shopping che desidera, a spese del sottoscritto… poi andremo a cena allo Space Needle, dove ho già prenotato un tavolo, da cui potremo godere del panorama notturno della città! E infine ho prenotato una stanza al Travelodge Seattle, quel fantastico hotel a due isolati dallo Space Needle. Così concluderemo la serata in maniera perfetta, con la mia splendida bambolina che dormirà tra le mie braccia!- affermò, soddisfatto del suo programma. Non potevo crederci! Alla faccia del romanticismo!
-Wow, Jazz! Mi hai veramente sorpresa!- esclamai, piacevolmente stupita.
-Ho chiesto a Rosalie se poteva preparare una borsa per Alice, perché ancora non sa che ci fermeremo fuori per la notte e volevo farle una sorpresa- aggiunse, compiaciuto della sua idea meravigliosa.
-Lo sai che quella ragazza, dopo la giornata che hai programmato, ti sposerà all’istante, vero?!- mi complimentai.
-Prima o poi, lo spero proprio!- dichiarò, sincero. Strabuzzai gli occhi e lo fissai sgomenta.
-Bè?! Che hai da fissarmi così?! Sembri un’invasata!- mi derise.
-Tu chi saresti?! Che ne hai fatto di mio fratello?! Sputalo subito fuori!- gridai, come in preda ad un esorcismo, e ridendo come una matta.
-Ehi, signorinella! Non fare troppo la spiritosa, che potrei anche lasciarti in mezzo all’autostrada, sai?!- mi minacciò. Mi zittii immediatamente e cercai di ricompormi, ma subito dopo ci guardammo e scoppiammo di nuovo a ridere.
-Ok, ok! Te lo concedo! Forse sono un pochino cambiato… ma in meglio no?- mi chiese, arrendendosi all’evidenza dei fatti.
-Solo un pochino?! Però hai ragione: sei decisamente migliorato… almeno con il genere femminile, perché come fratello sei sempre stato il migliore!- lo elogiai, guadagnandomi un buffetto affettuoso sulla guancia.
-Grazie sorellina! E lo sai che ti adoro anche io!- ricambiò. Tra una risata e un’altra, arrivammo davanti alla casa al mare, che nemmeno mi ero accorta dello trascorrere del viaggio.
Stranamente la porta principale era spalancata e dall’interno giungeva una luce soffusa. Guardai Jazz, confusa e lui mi sorrise complice.
-Eri talmente occupata a blaterare che non ti sei nemmeno accorta che ho fatto due squilli di avvertimento al tuo uomo!- mi schernì; -Ora scendi e vai… lui ti aspetta dentro…- mi disse, baciandomi una guancia.
-Divertitevi…- ammiccò con un sorriso felice.
-Grazie di tutto, fratellone! E in bocca al lupo per la giornata di domani, spero che fili tutto liscio- gli augurai.
-E tu vedi di trascorrere uno splendido weekend… uno di quelli che non ci si scorda, per tutta la vita!- contraccambiò l’augurio con un abbraccio. Scesi dall’auto e appena mi avvicinai all’entrata e potei vedere meglio l’interno, i miei occhi si spalancarono dalla meraviglia!



ANTEPRIMA CAPITOLO 89

-Bè… non proprio tutto… diciamo che io ho avuto le varie idee e poi c’è stato chi mi ha aiutato a metterle in pratica…- mi spiegò, un po’ imbarazzato. Gli sorrisi e accarezzai la sua guancia liscia, arrivando a sfiorare le sue peccaminose labbra, morbide e carnose. Sospirò profondamente e chiuse gli occhi, come se ci fosse qualcosa che non andasse…
-Edward? Tutto bene, cucciolo?- domandai, leggermente preoccupata. Aprì quegli sfavillanti smeraldi di scatto e notai quanto fosse divenuto cupo e intenso il verde del suo sguardo, e vi lessi una sola cosa: desiderio!
-Sì, Bella… non preoccuparti, tesoro… è solo che se continuo a guardarti o a sfiorarti non penso che riusciremo a cenare… mi sei mancata da impazzire in questa settimana… e tu sei favolosa… irresistibile…- mormorò, con la voce resa sempre più roca. Lo stomaco mi si contorse in una morsa quasi dolorosa che si propagò fino a stazionarsi nel mio bassoventre.
-Vieni, piccola… ti va un aperitivo?- mi invitò, mentre ci avvicinavamo alle vetrate che davano sulla spiaggia. Lì, accanto alla piscina idromassaggio, vi era un piccolo tavolino rotondo apparecchiato con un’elegante tovaglia dorata che arrivava fino a terra e un carrello da vivande, che conteneva con ogni probabilità la nostra cena. Ma quello che attirò più di tutti la mia attenzione, fu un altro tavolino decorato con due mazzi di fiori rossi e al cui centro spiccava...




V
i ricordiamo l'altra nostra fiction Segreti e Inganni

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Un nuovo forum di  due scrittrici molto brave: Yara89 e essebi! 
Andate a fare una visitina, ne vale la pena!
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