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Cap. 89
Buongiorno
e buon inizio settimana a tutte quante!
Mamma mia fra una settimana è già Pasqua e
l'estate si avvicina sempre più! Finalmente!
Ringraziamo come sempre tutte voi che ci seguite con affetto e
costanza! Sia che abbiate voglia di lasciare un piccolo commento, sia
che vi faccia piacere deliziarvi unicamente con la lettura. GRAZIE!
Questa settimana vorremmo ringraziare una nostra nuova lettrice, molto
speciale: bellagilbert89!
Meriteresti un grande premio per la costanza e la pazienza che hai
avuto nel leggere tutti i capitoli in due settimane e nel recensire
ogni singolo capitolo, con commenti ben dettagliati, che ci hanno fatto
anche comprendere quanto tu abbia letto questa nostra storia con
passione! Grazie infinite!
Ora vi lasciamo al chappy! Lo accompagneranno parecchie foto e ne
avrete ben 4 con cui rifarvi gli occhi! Ci sarà anche il
regalo di Edward a Bella, che vi preghiamo di visionare con attenzione,
visto che ci siamo impegnate tantissimo e ci ha portato via un sacco di
tempo (è la prima volta che facciamo una cosa del genere!). BUONA LETTURA DA MANU E
SARA! VI LOVVIAMO TANTISSIMO!
CAPITOLO 89
La
serata perfetta
Pov
Bella
Jasper
era appena
ripartito, mentre io ero di fronte alla porta di casa spalancata,
ancora imbambolata e con un’espressione stupita dipinta sul
volto. Il mio sguardo non riusciva a smettere di vagare per
l’interno della casa per ammirare tutto ciò che
Edward
aveva preparato.
Il
pavimento della casa era
ricoperto di petali di fiori dai mille colori, delimitati da tante
piccole candele, racchiuse in bocce di vetro, che formavano un percorso
ben preciso e che mi invitava a percorrerlo per vedere dove mi
conducesse.
Ero
agitatissima e non
riuscivo in alcun modo a calmare l’intercedere furioso del
mio
cuore che mi rimbombava persino nelle orecchie, mentre le mani, fredde
e sudate, facevano tremare visibilmente la borsetta che tenevo in
mano… e se non l’avessi finita subito di mordermi
il
labbro, quel velo di lucidalabbra che Alice mi aveva applicato sarebbe
irrimediabilmente scomparso!
Sospirai
profondamente, per
cercare di riprendere il controllo di me stessa e mi decisi a varcare
la soglia… mi guardai un po’ in giro, ammirando
quella
magnifica atmosfera… ovunque ci fosse un piano
d’appoggio
vi erano sopra splendidi vasi di cristallo che contenevano fiori
meravigliosi: avevo potuto scorgere le classiche rose rosse, le
esotiche ed elegantissime orchidee, i candidi gigli, le colorate
gerbere, le odorose fresie, le simpatiche margherite…
L’aria
era densa del
profumo che quei fiori sprigionavano, ma non era affatto un aroma
fastidioso, anzi… conduceva quasi ad un ottenebramento
sensuale
dei sensi…
Sollevai
leggermente la
gonna dell’abito per non trascinare via tutti quei petali al
mio
passaggio; ad ogni passo che compivo sentivo le dita dei piedi scoperte
dai sandali accarezzate da quel manto vellutato, che mi ricordava
fortemente il tocco delicato e morbido di Edward sulla mia pelle,
donandomi brividi piacevoli che si diffondevano per tutto il corpo.
Procedevo
con cautela,
seguendo quel percorso fiorito e profumato, finchè mi
addentrai
nel salone: il caminetto era acceso e si udiva il classico e
inconfondibile crepitio della legna che bruciava…
La luce
soffusa del fuoco e
delle candele donava, all’enorme stanza,
un’atmosfera
romantica d’altri tempi… quasi fossi stata
catapultata
direttamente nel mio romanzo preferito: Orgoglio e Pregiudizio.
Ancora
ferma sulla soglia,
mi guardai intorno incantata, ma allo stesso tempo tesa e nervosa per
l’assenza di Edward, che non riuscivo a scorgere da nessuna
parte.
La prima
immagine che vidi fu un collage di nostre foto, con al centro una
scritta: Amo sai di te.
Nello
stesso istante una
melodia si diffuse dagli altoparlanti posizionati nel salone. Dopo
pochi attimi la graffiante e carezzevole voce di Edward mi
investì con la stessa forza di un treno lanciato a forte
velocità… non potevo crederci: Edward aveva
composto una
canzone per noi, mentre le immagini di me, di lui, di noi insieme
continuavano a scorrere accompagnando ogni parola di quella splendida
composizione che raccontava la nostra storia e il suo amore per me!
Ehi! Sei
un vero schianto
I miei
complimenti
Brilli
come Venere, stella sulla Terra
Amo sai
di te
perché
sai essere
non
cerchi di apparire
sei
fantastica così
Amo di te
anche i
tuoi respiri
sono
battiti per me
nei tuoi
occhi cenere io ci vedo il mare
Amo sai
di te
che dai
un senso
un senso
a un piccolo momento
resta
sempre come sei
Amo sai
di te
che sei
così
fragile,
naturale, vera così
Amo sai
di te
che sei
così
se ti
guardo io mi accendo
Vorrei
fermare il tempo, dedicato a te
non
c’è dolore che io non condividerei
Amo sai
di te
che sei
così
più
ti vivo, più mi manchi
Mai ho
provato tanto
tanto in
un momento
E ogni
giorno insieme a te
emozioni
nuove
Amo sai
di te
anche i
difetti
Io ti
voglio, ti pretendo
resta
sempre come sei
Amo sai
di te
che sei
così
fragile,
naturale, vera così
Amo sai
di te
che sei
così
se ti
guardo, io mi accendo
Non
c’è niente che
cambierei
di te
Amo sai
di te
anche
l’anima, la tua libertà
Amo sai
di te
che sei
così
fragile,
naturale, vera così
Amo sai
di te
che sei
così
se ti
guardo, io mi accendo
Amo sai
di te
Amo sai
di te
Amo sai
di te
Amo sai
di te
Amo sai
di… te
Grazie a
te e al tuo dolce amore
la mia
esistenza è radicalmente cambiata
e mi hai
reso la persona più felice del mondo!
La mia
anima ha finalmente trovato
il suo
posto nel mondo:
il tuo
cuore!
Il mio
già ti appartiene,
per
l’eternità!
Ti amo
vita mia!
Lacrime
silenziose di
gioia, felicità, amore… avevano iniziato a
scendere sul
mio viso, accompagnando le immagini e le parole di quello splendido
video ed ero talmente emozionata e sconvolta che non mi ero neppure
accorta di essere stata raggiunta da Edward. Non sapevo da quanto lui
fosse posizionato dietro di me, ma non appena lo schermo
tornò
nero, sentii le sue calde e forti braccia cingermi la vita, e far
aderire perfettamente la mia schiena al suo largo petto roccioso,
mentre le sue labbra morbide si posizionavano su quel punto che tanto
adorava, facendomi fremere di desiderio.
-Auguri,
amore mio-
mormorò roco al mio orecchio; -Sei una visione superba,
divina… mi hai completamente lasciato senza fiato,
principessa!-
continuò, mentre mi voltavo per potermi perdere finalmente
in
quegli smeraldi profondi e terribilmente seducenti. Ma non ero pronta
alla vista di Edward in smoking e i miei occhi si sgranarono,
percorrendo il suo corpo più e più volte prima di
riuscire a riprendermi.
-Edward…
sei…
sei fantastico…- sussurrai, flebile. Mi rendevo conto che
erano
parole banali, ma non riuscivo ancora a capacitarmi di quello che aveva
fatto per me e soprattutto non riuscivo ancora a ragionare lucidamente.
-Oh, amore mio! La canzone è…
perfetta… la tua
voce… e le foto…- mi interruppi,
perché la voce
era ormai completamente incrinata dalle forti emozioni che provavo e
che, in quel momento, mi sembrava di non riuscire a gestire, da quanto
erano intense.
Edward
sorrideva
evidentemente compiaciuto dall’effetto che aveva suscitato il
suo
regalo, mentre con le mani cercava di asciugare il mio viso.
-Per
favore, Bella…
basta piangere… voglio vederti solo sorridere
d’ora in
poi, ok?- mi pregò. Annuii, incapace di aggiungere qualcosa
di
sensato, e finalmente le labbra di Edward si posarono sulle mie, in un
bacio dolcissimo; io mi persi tra le sue labbra carnose e morbide,
mentre le sue guance, perfettamente rasate per l’occasione,
sfioravano il mio volto a tratti. Chiusi gli occhi e il suo odore
così intenso e virile mi trasportò in
un’altra
dimensione…
Con
febbrile impazienza,
socchiusi le mie labbra diventate d’un tratto
ipersensibili… la sua lingua iniziò una lenta
quanto
estenuante carezza lungo il mio labbro inferiore e poi con la punta
accarezzò l’interno del mio labbro superiore,
facendomi
infervorare all’inverosimile… in un attimo il
desiderio di
sentire il suo sapore dolce, il calore della sua bocca, e la morbida
ruvidità della sua lingua, esplose in me in una maniera
così forte e prepotente che non potei fare a meno di
ricambiare
quel bacio con un ardore capace di sciogliere anche i ghiacci
dell’Artico! In meno di un secondo le nostre bocche erano
incollate, i nostri corpi perfettamente aderenti e le mani di entrambi
vagavano su di noi per esplorare, accarezzare e stringere come se da
quello potesse dipendere la nostra vita.
Mi
strinsi contro di lui,
contro il suo petto così roccioso e possente,
così
protettivo… e premetti il seno sul suo torace. Al mio gesto
Edward rispose centuplicando il suo fuoco di pura passione: con un
gemito soffocato portò una mano sulla mia nuca per farmi
avvicinare ancora di più alla sua bocca avida ed esigente;
l’altra mano iniziò a muoversi rapida e leggera
sulla mia
schiena, regalandomi una serie di brividi al suo passaggio. Le nostre
lingue erano ormai sempre intrecciate, incollate e inseparabili.
Oddio,
che sapore
meraviglioso: mai e poi mai mi sarei stancata di baciare quelle labbra,
di assaporare quella bocca così invitante, di saggiare la
morbidezza di quella pelle… ero ormai irrimediabilmente
dipendente da Edward! Sarei anche morta così, e sarebbe
stata
una dolce morte…
Dopo un
momento infinito,
ci staccammo per riprendere fiato e il sorriso sghembo, che tanto
adoravo, spuntò impertinente sul suo viso d’angelo.
-Mmm…
dalla tua
reazione posso affermare con una certa sicurezza che hai apprezzato la
sorpresa e il mio regalo…- dichiarò, palesemente
divertito dall’irruenza che gli avevo dimostrato.
Naturalmente,
in maniera vergognosa, diventai color pomodoro maturo, facendolo
scoppiare a ridere di gusto, mentre le sue mani, ancorate alla mia
vita, continuavano a stringermi forte al suo corpo vigoroso.
-Non mi
stancherò
mai di vederti arrossire… sei splendida, Bella…-
mormorò, accarezzandomi delicatamente una gota, proprio
sullo
zigomo, dove maggiormente mi imporporavo; -E stasera sei…
sei…- si fermò un attimo, quasi imbarazzato.
-Non
trovo le parole adatte
per descrivere tutte le emozioni che mi scateni dentro quando ti
guardo… e ti giuro che non sto parlando solo di desiderio
fisico, ma anche e soprattutto di amore… profondo,
incondizionato e reverenziale amore per la creatura più
incantevole su cui io abbia mai posato gli occhi- mi
dichiarò,
con uno sguardo così intenso e raggiante che mi tremarono le
gambe.
-Edward…
io non so
spiegarmi per quale fantastico scherzo del destino tu ricambi i miei
sentimenti… ma ti posso garantire con certezza che
ciò
che mi lega a te è così totalizzante,
così
intenso, così meravigliosamente emozionante che quando siamo
insieme, non ho bisogno di nient’altro, perché tu
sei
tutto per me! Sei il mio ossigeno, il mio cibo, la mia
acqua…
insieme a te ho trovato il mio posto nel mondo e non vorrei essere da
nessun’altra parte se non tra le tue braccia calde e
avvolgenti… ti amo, Edward Anthony Cullen!, immensamente-
dichiarai, sperando che comprendesse quanto fossero intrise della
verità più sincera le mie parole.
-Grazie
tesoro mio! Ti amo
infinitamente anch’io, Isabella Marie Swan… e ti
amerò, ti adorerò e ti venererò per
ogni singolo
istante della mia vita…- mi rispose, con gli occhi lucidi e
sinceri, specchio dei miei. Restammo ancora un po’
abbracciati e
poi mi scostò leggermente per porgermi la mano.
-Prego,
dolcissima madamigella Swan… la cena ci attende!-
affermò, sorridendomi.
-La
ringrazio, messer
Cullen!- scherzai. Intrecciai le mie dita alle sue e mi condusse fuori
dal salone. Effettivamente non avevo visto alcun tavolino per cenare in
salotto, ma non ci stavamo dirigendo nemmeno in sala da pranzo. Dopo un
attimo, mentre i miei occhi continuavano a incontrare fiori e candele,
mi resi conto che stavamo entrando nella dependance e rimasi di nuovo a
bocca aperta.
L’intera
stanza era
illuminata da piccole lucine dorate, appese a tutte le
pareti… e
l’acqua della piscina era ricoperta di splendide ninfee che
galleggiavano placide e tranquille… Portai entrambe le mani
a
coprire la mia bocca, ormai perennemente spalancata per la sorpresa.
-Edward…
ma è
magnifico! Hai fatto tutto tu da solo?- gli chiesi meravigliata e
curiosa, mentre mi avvicinavo all’acqua per ammirare quella
distesa di fiori e mi chinavo per sfiorarne uno.
-Bè…
non
proprio tutto… diciamo che io ho avuto le varie idee e poi
c’è stato chi mi ha aiutato a metterle in
pratica…-
mi spiegò, un po’ imbarazzato. Gli sorrisi e
accarezzai la
sua guancia liscia, arrivando a sfiorare le sue peccaminose labbra,
morbide e carnose. Sospirò profondamente e chiuse gli occhi,
come se ci fosse qualcosa che non andasse…
-Edward?
Tutto bene,
cucciolo?- domandai, leggermente preoccupata. Aprì quegli
sfavillanti smeraldi di scatto e notai quanto fosse divenuto cupo e
intenso il verde del suo sguardo, e vi lessi una sola cosa: desiderio!
-Sì,
Bella…
non preoccuparti, tesoro… è solo che se continuo
a
guardarti o a sfiorarti non penso che riusciremo a cenare…
mi
sei mancata da impazzire in questa settimana… e tu sei
favolosa… irresistibile…- mormorò, con
la voce
resa sempre più roca. Lo stomaco mi si contorse in una morsa
quasi dolorosa che si propagò fino a stazionarsi nel mio
bassoventre.
-Vieni,
piccola… ti
va un aperitivo?- mi invitò, mentre ci avvicinavamo alle
vetrate
che davano sulla spiaggia. Lì, accanto alla piscina
idromassaggio, vi era un piccolo tavolino rotondo apparecchiato con
un’elegante tovaglia dorata che arrivava fino a terra e un
carrello da vivande, che conteneva con ogni probabilità la
nostra cena. Ma quello che attirò più di tutti la
mia
attenzione, fu un altro tavolino decorato con due mazzi di fiori rossi
e al cui centro spiccava un’enorme fontana con un liquido
scuro
che fuoriusciva in un moto continuo, contornata da ogni genere di
frutta, sia intera, che già pulita, tagliata e infilzata su
degli stecchini di legno a formare un simpatico riccio di spiedini.
-Oh mio
Dio, Edward! Ma
quella… quella… è una fontana di
cioccolata?!-
gridai quasi, mentre ci avvicinavamo sempre più. Mi sorrise
compiaciuto del mio entusiasmo.
-Ero
certo che sarebbe stata di tuo gradimento!- si inorgoglì.
-Non
posso crederci…
ma è un sogno… un bellissimo e meraviglioso
sogno…- sussurrai, mentre gli occhi mi si facevano di nuovo
lucidi.
-Tu sei
un sogno…-
mormorò Edward, prendendomi per la vita e accompagnandomi al
tavolo. Si allontanò un momento e l’aria si
riempì
di una musica di sottofondo. Quando tornò da me, mi porse un
bicchiere con un liquido rosa/arancio, con tanti pezzetti di fragole.
Facemmo
scontrare i nostri
bicchieri in un brindisi silenzioso ma carico di emozioni che si
sprigionavano dai nostri occhi incatenati. Assaporai quel liquido
fresco e delizioso e mi persi a fissare il modo sensuale in cui le
labbra di Edward aderivano a quel bicchiere. Un moto di farfalle prese
a vorticarmi nello stomaco, mentre il desiderio che quelle labbra
vagassero e baciassero ogni centimetro del mio corpo si faceva sempre
più prepotente.
Edward,
da vero gentiluomo,
mi scostò la sedia e mi fece accomodare, aiutandomi a
sistemare
l’abito e mi riavvicinò. Poi sollevò la
campana che
copriva i nostri piatti, rivelando ai miei occhi incuriositi delle
crespelle ai funghi. Oddio le adoravo!
-Wow…-
riuscii solo
a pronunciare. In quel preciso istante, alla vista di quella meraviglia
e soprattutto dal profumino che sprigionava, mi resi conto di essere
piuttosto affamata. A pranzo, in mensa, non avevo toccato quasi niente
per la mancanza di Edward e, quando ero tornata a casa, lo stomaco mi
si era chiuso per l’agitazione… ora
però la
tensione era un po’ scemata e, davanti a quella cena
invitante,
il mio stomaco si era decisamente risvegliato.
-Per il
menù ho
chiesto aiuto a Rose e Jazz… sai, ti conoscono meglio di me,
nei
gusti culinari… quindi se non ti dovesse piacere
qualcosa… dai pure la colpa a loro!- mi spiegò
strizzandomi l’occhiolino, facendomi scoppiare a ridere,
divertita.
-Senz’altro…
anche perché non potrei mai avercela con te, dopo tutto
quello
che hai organizzato… grazie!- gli risposi in parte scherzosa
e
in parte emozionata. Posai il tovagliolo in grembo, afferrai la
forchetta e assaggiai quella prelibatezza.
-Oddio,
Edward… ma
sono squisite!- mi complimentai; -Non hai cucinato tu,
suppongo…- azzardai, col timore però di
offenderlo.
Stavolta fu Edward a scoppiare a ridere.
-No…
decisamente no!
Mica volevo avvelenarti! Un conto è preparare una semplice
colazione, ma per una cena di questa portata occorrono delle
qualità, che purtroppo non posseggo- mi rivelò.
-Non
importa, è il pensiero che conta!- lo rassicurai.
-Sono
contento che ti
piaccia… e sentirai che squisitezza il roastbeef! Devo
ammettere
che mentre sistemavo le pietanze nei piatti, ho assaggiato
qualcosina… bé, dovevo verificare che fosse
davvero
buono, no?- mi confessò, sorridendo.
-Hai
fatto benissimo; non
avrei resistito neppure io!- lo assecondai. Inconcepibile! Non potevo
credere che fosse appena trascorso un mese da quando io e quel dio
greco che mi sedeva di fronte ci eravamo messi insieme… mi
sembrava che fossimo sempre stati legati e non ricordavo nemmeno
più che senso avessero le mie giornate senza Edward al mio
fianco…
-C’è
qualcosa
che non va, amore? Mi sembri silenziosa…- si
preoccupò
immediatamente il mio splendido e premuroso ragazzo. Gli sorrisi,
scuotendo leggermente la testa.
-No,
tesoro. Pensavo solo
che mi sembra trascorso molto più di un mese…
come se
prima di incontrarti non avessi mai vissuto veramente! Però,
da
un altro punto di vista, questo mese accanto a te è
praticamente
volato!- gli spiegai, cercando di rassicurarlo. La sua mano si
posò delicatamente sulla mia in una carezza impalpabile.
-Anche
per me è
così… è come se mi fosse mancato un
fondamentale
pezzo di me stesso e ora fossi completo, finalmente! E poi quando due
persone si amano il tempo vola! Scommetto che anche con i capelli grigi
tu ed io continueremo a fare i piccioncini, proprio come oggi!-
aggiunse con un sorriso radioso. Al pensiero del nostro futuro insieme
un nodo in gola bloccò il mio respiro.
-Edward…
grazie! E
grazie anche per la canzone! Era meravigliosa e molto, molto dolce.
L’hai scritta tu?- gli domandai curiosa. Ero talmente stupita
da
ciò che aveva organizzato, che non riuscivo ancora a
capacitarmene fino in fondo.
-Sì,
amore. La
melodia era già un po’ che si era creata nella mia
testa;
poi pian piano sono riuscito a tradurla in note vere e proprie,
aggiungendovi in seguito semplicemente le parole che hai sentito. Ti
giuro che rispecchiano le mie emozioni, ciò che provo per
te… anche se solo una piccola parte- mi spiegò.
-Fino a
una settimana fa,
la canzone l’avresti ascoltata suonata esclusivamente con il
pianoforte, ma poi… più la suonavo e
più mi
sembrava che mancasse un po’ di ritmo. Così mi
sono
rivolto a Jake; e lui, da ottimo musicista e compositore, mi ha dato
vari consigli su come poter migliorare alcuni passaggi. A lui piaceva
molto, ma poi parlandone più a fondo, mi è venuto
in
mente che l’effetto sarebbe stato decisamente più
completo
se la melodia fosse stata suonata da più
strumenti… e
quindi ho convinto lui e i ragazzi di La Push ad aiutarmi. Le voci di
fondo e la strumentazione appartengono ai
“Licantropi”-
continuò, lasciandomi basita.
-Ma…
scusa…
hai detto fino ad una settimana fa? Ma allora… quando avete
lavorato sulla canzone?- gli chiesi incredula, mentre Edward si alzava
per sostituire il mio piatto con la portata successiva: uno sformatino
ai carciofi con salsa al formaggio.
Lo
ringraziai, mentre anche lui si riaccomodava e riprendeva la
spiegazione.
-Effettivamente
questo
è stato il problema più arduo: il tempo a
disposizione!
Vedi… devo confessarti che è stata colpa mia se
mia
sorella ti ha sequestrata per tutta la settimana, costringendoti a un
massacrante tour de force dei centri commerciali. Le avevo chiesto di
trovare una soluzione per tenerti occupata e lontana il più
possibile, mentre io sgattaiolavo a La Push, a provare…
spero
non ti arrabbierai con me, ora che ti ho confessato tutto- mi
rivelò titubante, mentre la mia sorpresa continuava ad
aumentare.
-Scherzi?!
Arrabbiarmi?! Ma
sei matto?!- lo rassicurai immediatamente, sporgendomi verso di lui per
lasciargli un bacio a fior di labbra. Nel frattempo feci un rapido
calcolo mentale, mentre continuavo ad assaporare quello sformatino,
semplicemente divino.
-Ottimo
anche questo,
Edward! Ma, tornando alla riserva… avete avuto veramente
poche
ore a disposizione, considerando che lunedì e
giovedì non
li hai raggiunti, visto che sei stato tutto il pomeriggio a lezione e
la sera con me- gli esternai i miei dubbi. Lui mi sorrise.
-Bè…
diciamo
che la tua sorpresa, seppur graditissima, ha complicato un
po’ le
cose… ma ho aspettato che ti addormentassi e poi sono corso
dai
ragazzi e abbiamo continuato a lavorare fino a notte inoltrata- mi
rivelò. Portai le mani ancora una volta a coprirmi la bocca
dallo stupore, mentre gli occhi mi iniziavano a pizzicare di nuovo
dall’emozione. Non potevo credere che si fosse sacrificato
così tanto per me… effettivamente quella
settimana mi era
parso un po’ stanco al mattino, ma non ci avevo riflettuto
più di tanto… anche perché non avrei
mai
immaginato una cosa del genere!
-Amore
mio! Mi dispiace
così tanto! Non dovevi affaticarti
così… e poi
alla fine ho creato disagi a tutti quanti con la mia iscrizione alle
tue lezioni- mi rammaricai. Edward divenne immediatamente serio.
-Bella…
non lo
pensare nemmeno! Tu non hai idea di quanto mi hai reso felice,
decidendo di imparare a suonare il pianoforte… e poi,
nonostante
la stanchezza, i ragazzi della band erano tutti felici di fare qualcosa
per te: ti vogliono bene e ti adorano… anzi… a
pensarci
bene, forse sono un po’ troppo premurosi e la cosa dovrebbe
infastidirmi alquanto, ma ormai sanno che sei solo ed unicamente MIA!-
cercò di rassicurarmi, per poi marcare bene
l’ultima
parola. Inevitabilmente, il mio rossore esplose di nuovo,
imporporandomi le gote. Edward si alzò nuovamente per
servirmi
un’altra pietanza, mentre io iniziavo a essere sazia.
-Scusa,
ma quante cose hai ordinato?- gli chiesi, sperando che non avesse
esagerato.
-Non hai
più fame?- si preoccupò immediatamente.
-No, no!
E’ solo
che… vedi… vorrei lasciarmi un po’ di
spazio per
quella!- ammisi, indicando la fontana di cioccolata. Non vedevo
l’ora di immergere tutta quella frutta invitante sotto quella
cascata di liquido dolcissimo. Edward si mise a ridere.
-Dovevo
immaginare che
avresti cenato anche solo con quella, mia piccola golosona!- mi
schernì. E aveva pienamente ragione!
-Bella,
amore! La fontana
l’ho comprata, tranquilla! Quindi potremo usarla ogni volta
che
vorrai!- mi rivelò, facendomi spalancare gli occhi. Mi alzai
di
corsa e mi fiondai tra le sue braccia, riempiendo il suo viso di tanti
piccoli baci, mentre le sue mani arpionavano i miei fianchi,
ancorandomi forte al suo corpo e potei immediatamente sentire la sua
eccitazione premere sul mio ventre.
-Grazie,
grazie, grazie!-
mormorai. Lui si staccò leggermente per potermi guardare in
viso
e dopo un attimo, la sua lingua fece irruzione nella mia bocca, in un
bacio mozzafiato. Ci staccammo per riprendere fiato e lo sentii
sospirare nuovamente per cercare di riprendere il controllo.
-Tesoro
mio, ti
prego… cerca di controllare questi slanci o ti giuro che non
arriveremo vestiti a fine cena… non so ancora cosa mi abbia
impedito finora di spogliarti totalmente, ricoprire il tuo corpo di
cioccolata e leccarti ogni singolo centimetro di pelle!-
mormorò
roco, e con un’espressione che non riusciva a celare
l’intenso desiderio che lo opprimeva. Deglutii vistosamente,
poi
gli sorrisi, cercando di nascondere il desiderio che era esploso anche
in me nell’udire quelle parole, e mi sedetti nuovamente.
-Sappi
che non avrei nessun
problema ad assecondare immediatamente l’infuocato programma
che
hai in mente… ma mi rendo conto che ti sei impegnato molto
ed
è giusto far onore a te e a questa splendida cena- risposi,
in
tono malizioso.
-Lo dico
sempre che sei
pericolosa! Facciamo così… tu mi prometti di
mangiare
almeno ancora il roastbeef che, a quanto mi hanno suggerito, adori con
la salsa alla panna; e poi, dopo avermi concesso un ballo, ti
lascerò campo libero con la fontana! Per il resto non ti
preoccupare, lo possiamo anche mangiare domani, ok?- mi propose,
ponendomi davanti il piatto.
-Ci
sto!- accettai, mentre
le immagini di quello che avrebbe desiderato fare Edward, non
riuscivano a uscirmi dalla testa. Decisi di ritornare al discorso del
video, così da riuscire a distrarmi.
-Tornando
al mio
meraviglioso regalo, volevo sapere la provenienza di alcune foto che, a
quanto ricordo, non abbiamo mai fatto- chiesi, ancora curiosa e
desiderosa di sapere tutto.
-Bè,
alcune, come
avrai visto, lo ho prese dai tuoi album, altre dai miei… poi
ce
ne sono alcune che abbiamo fatto in questo mese e altre ce le ha
scattate Alice di nascosto su mia richiesta. Altre, invece... diciamo
quelle più intime, sono fotomontaggi che ho creato con Photo
Shop; e infine, il disegno che hai visto lo ha fatto Alice. Bello,
vero?! Possiede una vera e propria dote!- mi spiegò ancora,
evidentemente orgoglioso del risultato che aveva ottenuto. E aveva
pienamente ragione: anch’io ero entusiasta e mi sentivo al
settimo cielo. Ecco! Ora sì che non ero più
sicura del
regalo che gli avevo fatto. Sapevo che per lui era importante, ma non
era certo all’altezza di quello che aveva creato lui!
-Non
finirò mai di
ringraziarti per ogni cosa, Edward. Ti amo da morire e stasera mi sento
la ragazza più fortunata e felice del mondo!- sussurrai, con
la
voce rotta dall’emozione.
Finimmo
di mangiare il
roastbeef che, come già aveva anticipato Edward, era
tenerissimo
e la salsa molto delicata, in silenzio, continuando a guardarci negli
occhi. Non era uno di quei silenzi carichi di imbarazzo, dove non si sa
cosa dire, ma un silenzio carico di tutto l’amore che
provavamo
uno per l’altra e che traspariva chiaramente dai nostri
sguardi.
ANTEPRIMA CAPITOLO 90
-Non era necessario, Bella- la rimproverai dolcemente; -Tutto quello
che ho fatto non era certo per ricevere qualcosa in cambio! Il
più bel regalo per me è il tuo amore…
e saperti
felice- le spiegai, serio. Lei mi sorrise, divertita dalla mia palese
quanto imprevista difficoltà. -Signor
Cullen! Non vorrà mica dirmi che si imbarazza per un
regalo?!-
mi schernì sorridendo, mentre io afferravo il pacchetto.
Bè, in effetti, mi sentivo leggermente a disagio, anche se
non
avevo mai aborrito i regali come faceva invece lei. Non sapevo il
perché mi sentissi così fuori luogo e
d’improvviso
potei capire un po’ il suo stato d’animo, davanti a
tutto
quello che avevo preparato. Mi accorsi, mentre lo scartavo, che anche a
me tremavano leggermente la mani. Quando
finalmente alzai il coperchio della scatola, rimasi talmente sorpreso,
che senza dire una parola, dovetti andare a sedermi un attimo. Non ero
sicuro che le gambe mi avrebbero sorretto e un fulmineo quanto potente
groppo alla gola, mi impedì di pronunciare anche solo una
misera
parola: avrei rischiato di scoppiare in lacrime come un bambino e
rovinare quella splendida serata.