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Autore: IsaMarie    18/04/2011    20 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Cap. 89
Buongiorno e buon inizio settimana a tutte quante!
Mamma mia fra una settimana è già Pasqua e l'estate si avvicina sempre più! Finalmente!
Ringraziamo come sempre tutte voi che ci seguite con affetto e costanza! Sia che abbiate voglia di lasciare un piccolo commento, sia che vi faccia piacere deliziarvi unicamente con la lettura. GRAZIE!
Questa settimana vorremmo ringraziare una nostra nuova lettrice, molto speciale: bellagilbert89! Meriteresti un grande premio per la costanza e la pazienza che hai avuto nel leggere tutti i capitoli in due settimane e nel recensire ogni singolo capitolo, con commenti ben dettagliati, che ci hanno fatto anche comprendere quanto tu abbia letto questa nostra storia con passione! Grazie infinite!
Ora vi lasciamo al chappy! Lo accompagneranno parecchie foto e ne avrete ben 4 con cui rifarvi gli occhi! Ci sarà anche il regalo di Edward a Bella, che vi preghiamo di visionare con attenzione, visto che ci siamo impegnate tantissimo e ci ha portato via un sacco di tempo (è la prima volta che facciamo una cosa del genere!).
BUONA LETTURA DA MANU E SARA!
VI LOVVIAMO TANTISSIMO!

CAPITOLO 89


La serata perfetta



Pov Bella

Jasper era appena ripartito, mentre io ero di fronte alla porta di casa spalancata, ancora imbambolata e con un’espressione stupita dipinta sul volto. Il mio sguardo non riusciva a smettere di vagare per l’interno della casa per ammirare tutto ciò che Edward aveva preparato.
Il pavimento della casa era ricoperto di petali di fiori dai mille colori, delimitati da tante piccole candele, racchiuse in bocce di vetro, che formavano un percorso ben preciso e che mi invitava a percorrerlo per vedere dove mi conducesse.
Ero agitatissima e non riuscivo in alcun modo a calmare l’intercedere furioso del mio cuore che mi rimbombava persino nelle orecchie, mentre le mani, fredde e sudate, facevano tremare visibilmente la borsetta che tenevo in mano… e se non l’avessi finita subito di mordermi il labbro, quel velo di lucidalabbra che Alice mi aveva applicato sarebbe irrimediabilmente scomparso!
Sospirai profondamente, per cercare di riprendere il controllo di me stessa e mi decisi a varcare la soglia… mi guardai un po’ in giro, ammirando quella magnifica atmosfera… ovunque ci fosse un piano d’appoggio vi erano sopra splendidi vasi di cristallo che contenevano fiori meravigliosi: avevo potuto scorgere le classiche rose rosse, le esotiche ed elegantissime orchidee, i candidi gigli, le colorate gerbere, le odorose fresie, le simpatiche margherite…
L’aria era densa del profumo che quei fiori sprigionavano, ma non era affatto un aroma fastidioso, anzi… conduceva quasi ad un ottenebramento sensuale dei sensi…
Sollevai leggermente la gonna dell’abito per non trascinare via tutti quei petali al mio passaggio; ad ogni passo che compivo sentivo le dita dei piedi scoperte dai sandali accarezzate da quel manto vellutato, che mi ricordava fortemente il tocco delicato e morbido di Edward sulla mia pelle, donandomi brividi piacevoli che si diffondevano per tutto il corpo.
Procedevo con cautela, seguendo quel percorso fiorito e profumato, finchè mi addentrai nel salone: il caminetto era acceso e si udiva il classico e inconfondibile crepitio della legna che bruciava…
La luce soffusa del fuoco e delle candele donava, all’enorme stanza, un’atmosfera romantica d’altri tempi… quasi fossi stata catapultata direttamente nel mio romanzo preferito: Orgoglio e Pregiudizio.
Ancora ferma sulla soglia, mi guardai intorno incantata, ma allo stesso tempo tesa e nervosa per l’assenza di Edward, che non riuscivo a scorgere da nessuna parte.
La prima immagine che vidi fu un collage di nostre foto, con al centro una scritta: Amo sai di te.
Nello stesso istante una melodia si diffuse dagli altoparlanti posizionati nel salone. Dopo pochi attimi la graffiante e carezzevole voce di Edward mi investì con la stessa forza di un treno lanciato a forte velocità… non potevo crederci: Edward aveva composto una canzone per noi, mentre le immagini di me, di lui, di noi insieme continuavano a scorrere accompagnando ogni parola di quella splendida composizione che raccontava la nostra storia e il suo amore per me!

AMO SAI DI TE


Ehi! Sei un vero schianto
I miei complimenti
Brilli come Venere, stella sulla Terra
Amo sai di te
perché sai essere
non cerchi di apparire
sei fantastica così
Amo di te
anche i tuoi respiri
sono battiti per me
nei tuoi occhi cenere io ci vedo il mare
Amo sai di te
che dai un senso
un senso a un piccolo momento
resta sempre come sei
Amo sai di te
che sei così
fragile, naturale, vera così
Amo sai di te
che sei così
se ti guardo io mi accendo
Vorrei fermare il tempo, dedicato a te
non c’è dolore che io non condividerei
Amo sai di te
che sei così
più ti vivo, più mi manchi
Mai ho provato tanto
tanto in un momento
E ogni giorno insieme a te
emozioni nuove
Amo sai di te
anche i difetti
Io ti voglio, ti pretendo
resta sempre come sei
Amo sai di te
che sei così
fragile, naturale, vera così
Amo sai di te
che sei così
se ti guardo, io mi accendo
Non c’è niente che
cambierei di te
Amo sai di te
anche l’anima, la tua libertà
Amo sai di te
che sei così
fragile, naturale, vera così
Amo sai di te
che sei così
se ti guardo, io mi accendo
Amo sai di te
Amo sai di te
Amo sai di te
Amo sai di te
Amo sai di… te

Grazie a te e al tuo dolce amore
la mia esistenza è radicalmente cambiata
e mi hai reso la persona più felice del mondo!
La mia anima ha finalmente trovato
il suo posto nel mondo:
il tuo cuore!
Il mio già ti appartiene,
per l’eternità!
Ti amo vita mia!

Lacrime silenziose di gioia, felicità, amore… avevano iniziato a scendere sul mio viso, accompagnando le immagini e le parole di quello splendido video ed ero talmente emozionata e sconvolta che non mi ero neppure accorta di essere stata raggiunta da Edward. Non sapevo da quanto lui fosse posizionato dietro di me, ma non appena lo schermo tornò nero, sentii le sue calde e forti braccia cingermi la vita, e far aderire perfettamente la mia schiena al suo largo petto roccioso, mentre le sue labbra morbide si posizionavano su quel punto che tanto adorava, facendomi fremere di desiderio.
-Auguri, amore mio- mormorò roco al mio orecchio; -Sei una visione superba, divina… mi hai completamente lasciato senza fiato, principessa!- continuò, mentre mi voltavo per potermi perdere finalmente in quegli smeraldi profondi e terribilmente seducenti. Ma non ero pronta alla vista di Edward in smoking e i miei occhi si sgranarono, percorrendo il suo corpo più e più volte prima di riuscire a riprendermi.

-Edward… sei… sei fantastico…- sussurrai, flebile. Mi rendevo conto che erano parole banali, ma non riuscivo ancora a capacitarmi di quello che aveva fatto per me e soprattutto non riuscivo ancora a ragionare lucidamente. -Oh, amore mio! La canzone è… perfetta… la tua voce… e le foto…- mi interruppi, perché la voce era ormai completamente incrinata dalle forti emozioni che provavo e che, in quel momento, mi sembrava di non riuscire a gestire, da quanto erano intense.
Edward sorrideva evidentemente compiaciuto dall’effetto che aveva suscitato il suo regalo, mentre con le mani cercava di asciugare il mio viso.
-Per favore, Bella… basta piangere… voglio vederti solo sorridere d’ora in poi, ok?- mi pregò. Annuii, incapace di aggiungere qualcosa di sensato, e finalmente le labbra di Edward si posarono sulle mie, in un bacio dolcissimo; io mi persi tra le sue labbra carnose e morbide, mentre le sue guance, perfettamente rasate per l’occasione, sfioravano il mio volto a tratti. Chiusi gli occhi e il suo odore così intenso e virile mi trasportò in un’altra dimensione…
Con febbrile impazienza, socchiusi le mie labbra diventate d’un tratto ipersensibili… la sua lingua iniziò una lenta quanto estenuante carezza lungo il mio labbro inferiore e poi con la punta accarezzò l’interno del mio labbro superiore, facendomi infervorare all’inverosimile… in un attimo il desiderio di sentire il suo sapore dolce, il calore della sua bocca, e la morbida ruvidità della sua lingua, esplose in me in una maniera così forte e prepotente che non potei fare a meno di ricambiare quel bacio con un ardore capace di sciogliere anche i ghiacci dell’Artico! In meno di un secondo le nostre bocche erano incollate, i nostri corpi perfettamente aderenti e le mani di entrambi vagavano su di noi per esplorare, accarezzare e stringere come se da quello potesse dipendere la nostra vita.
Mi strinsi contro di lui, contro il suo petto così roccioso e possente, così protettivo… e premetti il seno sul suo torace. Al mio gesto Edward rispose centuplicando il suo fuoco di pura passione: con un gemito soffocato portò una mano sulla mia nuca per farmi avvicinare ancora di più alla sua bocca avida ed esigente; l’altra mano iniziò a muoversi rapida e leggera sulla mia schiena, regalandomi una serie di brividi al suo passaggio. Le nostre lingue erano ormai sempre intrecciate, incollate e inseparabili.
Oddio, che sapore meraviglioso: mai e poi mai mi sarei stancata di baciare quelle labbra, di assaporare quella bocca così invitante, di saggiare la morbidezza di quella pelle… ero ormai irrimediabilmente dipendente da Edward! Sarei anche morta così, e sarebbe stata una dolce morte…
Dopo un momento infinito, ci staccammo per riprendere fiato e il sorriso sghembo, che tanto adoravo, spuntò impertinente sul suo viso d’angelo.
-Mmm… dalla tua reazione posso affermare con una certa sicurezza che hai apprezzato la sorpresa e il mio regalo…- dichiarò, palesemente divertito dall’irruenza che gli avevo dimostrato. Naturalmente, in maniera vergognosa, diventai color pomodoro maturo, facendolo scoppiare a ridere di gusto, mentre le sue mani, ancorate alla mia vita, continuavano a stringermi forte al suo corpo vigoroso.
-Non mi stancherò mai di vederti arrossire… sei splendida, Bella…- mormorò, accarezzandomi delicatamente una gota, proprio sullo zigomo, dove maggiormente mi imporporavo; -E stasera sei… sei…- si fermò un attimo, quasi imbarazzato.
-Non trovo le parole adatte per descrivere tutte le emozioni che mi scateni dentro quando ti guardo… e ti giuro che non sto parlando solo di desiderio fisico, ma anche e soprattutto di amore… profondo, incondizionato e reverenziale amore per la creatura più incantevole su cui io abbia mai posato gli occhi- mi dichiarò, con uno sguardo così intenso e raggiante che mi tremarono le gambe.
-Edward… io non so spiegarmi per quale fantastico scherzo del destino tu ricambi i miei sentimenti… ma ti posso garantire con certezza che ciò che mi lega a te è così totalizzante, così intenso, così meravigliosamente emozionante che quando siamo insieme, non ho bisogno di nient’altro, perché tu sei tutto per me! Sei il mio ossigeno, il mio cibo, la mia acqua… insieme a te ho trovato il mio posto nel mondo e non vorrei essere da nessun’altra parte se non tra le tue braccia calde e avvolgenti… ti amo, Edward Anthony Cullen!, immensamente- dichiarai, sperando che comprendesse quanto fossero intrise della verità più sincera le mie parole.
-Grazie tesoro mio! Ti amo infinitamente anch’io, Isabella Marie Swan… e ti amerò, ti adorerò e ti venererò per ogni singolo istante della mia vita…- mi rispose, con gli occhi lucidi e sinceri, specchio dei miei. Restammo ancora un po’ abbracciati e poi mi scostò leggermente per porgermi la mano.
-Prego, dolcissima madamigella Swan… la cena ci attende!- affermò, sorridendomi.
-La ringrazio, messer Cullen!- scherzai. Intrecciai le mie dita alle sue e mi condusse fuori dal salone. Effettivamente non avevo visto alcun tavolino per cenare in salotto, ma non ci stavamo dirigendo nemmeno in sala da pranzo. Dopo un attimo, mentre i miei occhi continuavano a incontrare fiori e candele, mi resi conto che stavamo entrando nella dependance e rimasi di nuovo a bocca aperta.
L’intera stanza era illuminata da piccole lucine dorate, appese a tutte le pareti… e l’acqua della piscina era ricoperta di splendide ninfee che galleggiavano placide e tranquille… Portai entrambe le mani a coprire la mia bocca, ormai perennemente spalancata per la sorpresa.
-Edward… ma è magnifico! Hai fatto tutto tu da solo?- gli chiesi meravigliata e curiosa, mentre mi avvicinavo all’acqua per ammirare quella distesa di fiori e mi chinavo per sfiorarne uno.
-Bè… non proprio tutto… diciamo che io ho avuto le varie idee e poi c’è stato chi mi ha aiutato a metterle in pratica…- mi spiegò, un po’ imbarazzato. Gli sorrisi e accarezzai la sua guancia liscia, arrivando a sfiorare le sue peccaminose labbra, morbide e carnose. Sospirò profondamente e chiuse gli occhi, come se ci fosse qualcosa che non andasse…
-Edward? Tutto bene, cucciolo?- domandai, leggermente preoccupata. Aprì quegli sfavillanti smeraldi di scatto e notai quanto fosse divenuto cupo e intenso il verde del suo sguardo, e vi lessi una sola cosa: desiderio!
-Sì, Bella… non preoccuparti, tesoro… è solo che se continuo a guardarti o a sfiorarti non penso che riusciremo a cenare… mi sei mancata da impazzire in questa settimana… e tu sei favolosa… irresistibile…- mormorò, con la voce resa sempre più roca. Lo stomaco mi si contorse in una morsa quasi dolorosa che si propagò fino a stazionarsi nel mio bassoventre.
-Vieni, piccola… ti va un aperitivo?- mi invitò, mentre ci avvicinavamo alle vetrate che davano sulla spiaggia. Lì, accanto alla piscina idromassaggio, vi era un piccolo tavolino rotondo apparecchiato con un’elegante tovaglia dorata che arrivava fino a terra e un carrello da vivande, che conteneva con ogni probabilità la nostra cena. Ma quello che attirò più di tutti la mia attenzione, fu un altro tavolino decorato con due mazzi di fiori rossi e al cui centro spiccava un’enorme fontana con un liquido scuro che fuoriusciva in un moto continuo, contornata da ogni genere di frutta, sia intera, che già pulita, tagliata e infilzata su degli stecchini di legno a formare un simpatico riccio di spiedini.

-Oh mio Dio, Edward! Ma quella… quella… è una fontana di cioccolata?!- gridai quasi, mentre ci avvicinavamo sempre più. Mi sorrise compiaciuto del mio entusiasmo.
-Ero certo che sarebbe stata di tuo gradimento!- si inorgoglì.
-Non posso crederci… ma è un sogno… un bellissimo e meraviglioso sogno…- sussurrai, mentre gli occhi mi si facevano di nuovo lucidi.
-Tu sei un sogno…- mormorò Edward, prendendomi per la vita e accompagnandomi al tavolo. Si allontanò un momento e l’aria si riempì di una musica di sottofondo. Quando tornò da me, mi porse un bicchiere con un liquido rosa/arancio, con tanti pezzetti di fragole.

Facemmo scontrare i nostri bicchieri in un brindisi silenzioso ma carico di emozioni che si sprigionavano dai nostri occhi incatenati. Assaporai quel liquido fresco e delizioso e mi persi a fissare il modo sensuale in cui le labbra di Edward aderivano a quel bicchiere. Un moto di farfalle prese a vorticarmi nello stomaco, mentre il desiderio che quelle labbra vagassero e baciassero ogni centimetro del mio corpo si faceva sempre più prepotente.
Edward, da vero gentiluomo, mi scostò la sedia e mi fece accomodare, aiutandomi a sistemare l’abito e mi riavvicinò. Poi sollevò la campana che copriva i nostri piatti, rivelando ai miei occhi incuriositi delle crespelle ai funghi. Oddio le adoravo!

-Wow…- riuscii solo a pronunciare. In quel preciso istante, alla vista di quella meraviglia e soprattutto dal profumino che sprigionava, mi resi conto di essere piuttosto affamata. A pranzo, in mensa, non avevo toccato quasi niente per la mancanza di Edward e, quando ero tornata a casa, lo stomaco mi si era chiuso per l’agitazione… ora però la tensione era un po’ scemata e, davanti a quella cena invitante, il mio stomaco si era decisamente risvegliato.
-Per il menù ho chiesto aiuto a Rose e Jazz… sai, ti conoscono meglio di me, nei gusti culinari… quindi se non ti dovesse piacere qualcosa… dai pure la colpa a loro!- mi spiegò strizzandomi l’occhiolino, facendomi scoppiare a ridere, divertita.
-Senz’altro… anche perché non potrei mai avercela con te, dopo tutto quello che hai organizzato… grazie!- gli risposi in parte scherzosa e in parte emozionata. Posai il tovagliolo in grembo, afferrai la forchetta e assaggiai quella prelibatezza.
-Oddio, Edward… ma sono squisite!- mi complimentai; -Non hai cucinato tu, suppongo…- azzardai, col timore però di offenderlo. Stavolta fu Edward a scoppiare a ridere.
-No… decisamente no! Mica volevo avvelenarti! Un conto è preparare una semplice colazione, ma per una cena di questa portata occorrono delle qualità, che purtroppo non posseggo- mi rivelò.
-Non importa, è il pensiero che conta!- lo rassicurai.
-Sono contento che ti piaccia… e sentirai che squisitezza il roastbeef! Devo ammettere che mentre sistemavo le pietanze nei piatti, ho assaggiato qualcosina… bé, dovevo verificare che fosse davvero buono, no?- mi confessò, sorridendo.
-Hai fatto benissimo; non avrei resistito neppure io!- lo assecondai. Inconcepibile! Non potevo credere che fosse appena trascorso un mese da quando io e quel dio greco che mi sedeva di fronte ci eravamo messi insieme… mi sembrava che fossimo sempre stati legati e non ricordavo nemmeno più che senso avessero le mie giornate senza Edward al mio fianco…
-C’è qualcosa che non va, amore? Mi sembri silenziosa…- si preoccupò immediatamente il mio splendido e premuroso ragazzo. Gli sorrisi, scuotendo leggermente la testa.
-No, tesoro. Pensavo solo che mi sembra trascorso molto più di un mese… come se prima di incontrarti non avessi mai vissuto veramente! Però, da un altro punto di vista, questo mese accanto a te è praticamente volato!- gli spiegai, cercando di rassicurarlo. La sua mano si posò delicatamente sulla mia in una carezza impalpabile.
-Anche per me è così… è come se mi fosse mancato un fondamentale pezzo di me stesso e ora fossi completo, finalmente! E poi quando due persone si amano il tempo vola! Scommetto che anche con i capelli grigi tu ed io continueremo a fare i piccioncini, proprio come oggi!- aggiunse con un sorriso radioso. Al pensiero del nostro futuro insieme un nodo in gola bloccò il mio respiro.
-Edward… grazie! E grazie anche per la canzone! Era meravigliosa e molto, molto dolce. L’hai scritta tu?- gli domandai curiosa. Ero talmente stupita da ciò che aveva organizzato, che non riuscivo ancora a capacitarmene fino in fondo.
-Sì, amore. La melodia era già un po’ che si era creata nella mia testa; poi pian piano sono riuscito a tradurla in note vere e proprie, aggiungendovi in seguito semplicemente le parole che hai sentito. Ti giuro che rispecchiano le mie emozioni, ciò che provo per te… anche se solo una piccola parte- mi spiegò.
-Fino a una settimana fa, la canzone l’avresti ascoltata suonata esclusivamente con il pianoforte, ma poi… più la suonavo e più mi sembrava che mancasse un po’ di ritmo. Così mi sono rivolto a Jake; e lui, da ottimo musicista e compositore, mi ha dato vari consigli su come poter migliorare alcuni passaggi. A lui piaceva molto, ma poi parlandone più a fondo, mi è venuto in mente che l’effetto sarebbe stato decisamente più completo se la melodia fosse stata suonata da più strumenti… e quindi ho convinto lui e i ragazzi di La Push ad aiutarmi. Le voci di fondo e la strumentazione appartengono ai “Licantropi”- continuò, lasciandomi basita.
-Ma… scusa… hai detto fino ad una settimana fa? Ma allora… quando avete lavorato sulla canzone?- gli chiesi incredula, mentre Edward si alzava per sostituire il mio piatto con la portata successiva: uno sformatino ai carciofi con salsa al formaggio.

Lo ringraziai, mentre anche lui si riaccomodava e riprendeva la spiegazione.
-Effettivamente questo è stato il problema più arduo: il tempo a disposizione! Vedi… devo confessarti che è stata colpa mia se mia sorella ti ha sequestrata per tutta la settimana, costringendoti a un massacrante tour de force dei centri commerciali. Le avevo chiesto di trovare una soluzione per tenerti occupata e lontana il più possibile, mentre io sgattaiolavo a La Push, a provare… spero non ti arrabbierai con me, ora che ti ho confessato tutto- mi rivelò titubante, mentre la mia sorpresa continuava ad aumentare.
-Scherzi?! Arrabbiarmi?! Ma sei matto?!- lo rassicurai immediatamente, sporgendomi verso di lui per lasciargli un bacio a fior di labbra. Nel frattempo feci un rapido calcolo mentale, mentre continuavo ad assaporare quello sformatino, semplicemente divino.
-Ottimo anche questo, Edward! Ma, tornando alla riserva… avete avuto veramente poche ore a disposizione, considerando che lunedì e giovedì non li hai raggiunti, visto che sei stato tutto il pomeriggio a lezione e la sera con me- gli esternai i miei dubbi. Lui mi sorrise.
-Bè… diciamo che la tua sorpresa, seppur graditissima, ha complicato un po’ le cose… ma ho aspettato che ti addormentassi e poi sono corso dai ragazzi e abbiamo continuato a lavorare fino a notte inoltrata- mi rivelò. Portai le mani ancora una volta a coprirmi la bocca dallo stupore, mentre gli occhi mi iniziavano a pizzicare di nuovo dall’emozione. Non potevo credere che si fosse sacrificato così tanto per me… effettivamente quella settimana mi era parso un po’ stanco al mattino, ma non ci avevo riflettuto più di tanto… anche perché non avrei mai immaginato una cosa del genere!
-Amore mio! Mi dispiace così tanto! Non dovevi affaticarti così… e poi alla fine ho creato disagi a tutti quanti con la mia iscrizione alle tue lezioni- mi rammaricai. Edward divenne immediatamente serio.
-Bella… non lo pensare nemmeno! Tu non hai idea di quanto mi hai reso felice, decidendo di imparare a suonare il pianoforte… e poi, nonostante la stanchezza, i ragazzi della band erano tutti felici di fare qualcosa per te: ti vogliono bene e ti adorano… anzi… a pensarci bene, forse sono un po’ troppo premurosi e la cosa dovrebbe infastidirmi alquanto, ma ormai sanno che sei solo ed unicamente MIA!- cercò di rassicurarmi, per poi marcare bene l’ultima parola. Inevitabilmente, il mio rossore esplose di nuovo, imporporandomi le gote. Edward si alzò nuovamente per servirmi un’altra pietanza, mentre io iniziavo a essere sazia.
-Scusa, ma quante cose hai ordinato?- gli chiesi, sperando che non avesse esagerato.
-Non hai più fame?- si preoccupò immediatamente.
-No, no! E’ solo che… vedi… vorrei lasciarmi un po’ di spazio per quella!- ammisi, indicando la fontana di cioccolata. Non vedevo l’ora di immergere tutta quella frutta invitante sotto quella cascata di liquido dolcissimo. Edward si mise a ridere.
-Dovevo immaginare che avresti cenato anche solo con quella, mia piccola golosona!- mi schernì. E aveva pienamente ragione!
-Bella, amore! La fontana l’ho comprata, tranquilla! Quindi potremo usarla ogni volta che vorrai!- mi rivelò, facendomi spalancare gli occhi. Mi alzai di corsa e mi fiondai tra le sue braccia, riempiendo il suo viso di tanti piccoli baci, mentre le sue mani arpionavano i miei fianchi, ancorandomi forte al suo corpo e potei immediatamente sentire la sua eccitazione premere sul mio ventre.
-Grazie, grazie, grazie!- mormorai. Lui si staccò leggermente per potermi guardare in viso e dopo un attimo, la sua lingua fece irruzione nella mia bocca, in un bacio mozzafiato. Ci staccammo per riprendere fiato e lo sentii sospirare nuovamente per cercare di riprendere il controllo.
-Tesoro mio, ti prego… cerca di controllare questi slanci o ti giuro che non arriveremo vestiti a fine cena… non so ancora cosa mi abbia impedito finora di spogliarti totalmente, ricoprire il tuo corpo di cioccolata e leccarti ogni singolo centimetro di pelle!- mormorò roco, e con un’espressione che non riusciva a celare l’intenso desiderio che lo opprimeva. Deglutii vistosamente, poi gli sorrisi, cercando di nascondere il desiderio che era esploso anche in me nell’udire quelle parole, e mi sedetti nuovamente.
-Sappi che non avrei nessun problema ad assecondare immediatamente l’infuocato programma che hai in mente… ma mi rendo conto che ti sei impegnato molto ed è giusto far onore a te e a questa splendida cena- risposi, in tono malizioso.
-Lo dico sempre che sei pericolosa! Facciamo così… tu mi prometti di mangiare almeno ancora il roastbeef che, a quanto mi hanno suggerito, adori con la salsa alla panna; e poi, dopo avermi concesso un ballo, ti lascerò campo libero con la fontana! Per il resto non ti preoccupare, lo possiamo anche mangiare domani, ok?- mi propose, ponendomi davanti il piatto.

-Ci sto!- accettai, mentre le immagini di quello che avrebbe desiderato fare Edward, non riuscivano a uscirmi dalla testa. Decisi di ritornare al discorso del video, così da riuscire a distrarmi.
-Tornando al mio meraviglioso regalo, volevo sapere la provenienza di alcune foto che, a quanto ricordo, non abbiamo mai fatto- chiesi, ancora curiosa e desiderosa di sapere tutto.
-Bè, alcune, come avrai visto, lo ho prese dai tuoi album, altre dai miei… poi ce ne sono alcune che abbiamo fatto in questo mese e altre ce le ha scattate Alice di nascosto su mia richiesta. Altre, invece... diciamo quelle più intime, sono fotomontaggi che ho creato con Photo Shop; e infine, il disegno che hai visto lo ha fatto Alice. Bello, vero?! Possiede una vera e propria dote!- mi spiegò ancora, evidentemente orgoglioso del risultato che aveva ottenuto. E aveva pienamente ragione: anch’io ero entusiasta e mi sentivo al settimo cielo. Ecco! Ora sì che non ero più sicura del regalo che gli avevo fatto. Sapevo che per lui era importante, ma non era certo all’altezza di quello che aveva creato lui!
-Non finirò mai di ringraziarti per ogni cosa, Edward. Ti amo da morire e stasera mi sento la ragazza più fortunata e felice del mondo!- sussurrai, con la voce rotta dall’emozione.
Finimmo di mangiare il roastbeef che, come già aveva anticipato Edward, era tenerissimo e la salsa molto delicata, in silenzio, continuando a guardarci negli occhi. Non era uno di quei silenzi carichi di imbarazzo, dove non si sa cosa dire, ma un silenzio carico di tutto l’amore che provavamo uno per l’altra e che traspariva chiaramente dai nostri sguardi.



ANTEPRIMA CAPITOLO 90


-Non era necessario, Bella- la rimproverai dolcemente; -Tutto quello che ho fatto non era certo per ricevere qualcosa in cambio! Il più bel regalo per me è il tuo amore… e saperti felice- le spiegai, serio. Lei mi sorrise, divertita dalla mia palese quanto imprevista difficoltà.

-Signor Cullen! Non vorrà mica dirmi che si imbarazza per un regalo?!- mi schernì sorridendo, mentre io afferravo il pacchetto. Bè, in effetti, mi sentivo leggermente a disagio, anche se non avevo mai aborrito i regali come faceva invece lei. Non sapevo il perché mi sentissi così fuori luogo e d’improvviso potei capire un po’ il suo stato d’animo, davanti a tutto quello che avevo preparato. Mi accorsi, mentre lo scartavo, che anche a me tremavano leggermente la mani.
Quando finalmente alzai il coperchio della scatola, rimasi talmente sorpreso, che senza dire una parola, dovetti andare a sedermi un attimo. Non ero sicuro che le gambe mi avrebbero sorretto e un fulmineo quanto potente groppo alla gola, mi impedì di pronunciare anche solo una misera parola: avrei rischiato di scoppiare in lacrime come un bambino e rovinare quella splendida serata.



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