Cap. 108
Ciao
ragazze!
Abbiamo notato con piacere che quasi tutte siete state concordi con la
reazione di Rosalie. E' normale che per ora sia così delusa,
ma nonostante ciò il suo amore per Emmett è
ancora molto forte. Quindi non disperate e vedrete che
qualcuno in particolare riuscirà a farla ragionare con
più calma.
Questo capitolo per noi è stato molto importante, in quanto
c'è una sorta di epilogo nella situazione delicata
riguardante il passato di Edward: il chiarimento con la madre. Speriamo
che possa piacervi!
Ci terremo anche particolarmente a dare un'informazione alle
più golose. I muffins alla nutella che prepara Esme sono una
ricetta suggerita dalla nostra carissima e amatissima (specialmente
dopo che ci ha passato la ricetta!) Nicoletta, ossia Nick81. Per chi
avesse piacere a provarla, fatecelo sapere che vi faremo avere la
ricetta per pm. Sono buonissimi, super veloci e semplici da
preparare. Ma il figurone è assicurato!
Ringraziamo come sempre tutte coloro che ci seguono e diamo il
benvenuto alle nuove lettrici!
Vi
ricordiamo inoltre che dalla prossima settimana per tutto luglio e
agosto posteremo sempre e solo di giovedì!
BUONA LETTURA DA MANU E SARA!
CAPITOLO 108
Rabbia e
tenere confidenze
Pov
Bella
Era
mercoledì
mattina, e come ogni santo giorno infrasettimanale noi ragazzi ci
stavamo recando a scuola. La differenza rivelante rispetto al solito
stava in un particolare… la nostra disposizione
all’interno dei veicoli: i ragazzi sull’auto di
Edward e
noi ragazze su quella di Rose.
La
situazione tra lei ed
Emmett non era tra le più piacevoli, purtroppo; ma per
fortuna,
nonostante lo stallo del loro rapporto, in casa non si era creata la
tensione nata in precedenza, ossia quando Jazz ed Alice avevano avuto i
loro bei casini. Tra i due nuovi piccioncini in crisi c’era
più che altro un forte imbarazzo e aleggiava
nell’aria una
marea di sofferenza.
Emmett
si era trasformato
nella tristezza personificata: aveva smarrito in modo totale la voglia
di sorridere o di sparare le sue solite battute che normalmente
rallegravano chiunque gli stesse accanto; e in tutta
sincerità
era uno strazio per il cuore vederlo così abbattuto. Povero
il
mio fratello orso!
Rosalie,
invece, cercava di
mostrarsi il più indifferente possibile; ma a nessuno
sfuggiva
che quando si trovava nella stanza con Emmett, come la sera precedente
a cena (cena che entrambi nemmeno avevano toccato, nonostante il piatto
preferito dell’orso!) o questa mattina a
colazione… lei
diventava cupa e silenziosa e i suoi occhi trasmettevano solo
un’infinita angoscia senza riuscire a celare il dolore che le
stava sconvolgendo l’anima. Ogni tanto i loro sguardi si
incrociavano e un acuto senso di disagio scendeva tra loro, come una
muraglia invalicabile.
Il
peggio però stava
arrivando! Avevamo appena fatto il nostro ingresso nel parcheggio del
liceo e avevamo subito notato, ai piedi della scalinata, quella gallina
di Tanya in compagnia di altre oche. Ci avrei scommesso
l’osso
del collo che senz’altro stava attendendo il nostro arrivo
per
controllare di persona quanti danni era riuscita a procurare con la sua
perfidia! Maledetta! Io ed Alice ci eravamo scambiate un rapido sguardo
nervoso: entrambe eravamo preoccupate… come avrebbe reagito
Rose?
Parcheggiammo
e accanto a
noi si sistemò Edward. Già solo il fatto che le
coppie si
fossero suddivise in due auto diverse era un evento raro… e
anche a quella distanza notai alla perfezione il sorriso strafottente e
compiaciuto di quella stronza! Dio, che rabbia! Le avrei volentieri
cancellato quell’insolente sorrisetto dalla faccia! Rose,
prima
di scendere, accortasi di lei e del suo ghigno sfrontato,
sbiancò improvvisamente.
-Rose,
non gliela puoi dare vinta così! Quella è una
stronza malefica!- esclamai, inviperita.
-E cosa
potrei fare, Bella?
Cosa? Ormai il danno è fatto! La vedi come gongola?!
E’
lì che aspetta la mia disfatta come un avvoltoio! A lei non
importa nulla del fatto che Emmett non la vorrà
comunque…
non era certo lui il suo obiettivo, anche se forse non avrebbe
disdegnato una scopata! A lei importa solo di essere riuscita a
dividerci! E’ felice di aver vinto e di avermi fatta
soffrire!
Maledizione!- si arrabbiò.
-E
allora tu non dargliela
vinta! Fingi! Fingi che vada tutto bene! Penso proprio che mio fratello
non avrà nulla da obiettare a riguardo. Basta solo che lo
osservi per un secondo e capirai che i tuoi pensieri sono anche i suoi.
Se Emm fosse dotato di un laser negli occhi, quella puttana sarebbe
già cenere!- la spronò a reagire Alice. Ci
voltammo tutte
quante verso i ragazzi e vedemmo chiaramente l’espressione
furiosa di Emmett. Per fortuna Edward, dopo avergli sussurrato qualche
parola per calmarlo, lo afferrò per un braccio e lo
trascinò verso di noi, che intanto stavamo scendendo
dall’auto.
Prima di
incamminarci verso
la scalinata, mi venne un’ideuzza niente male per mortificare
l’oca; sperai con tutto il cuore che gli ex piccioncini non
mi
mandassero dritta dritta a quel paese…
-Sentitemi
bene, ragazzi!
So che in questo momento faticate anche solo a scambiarvi uno sguardo,
ma vi prego… almeno per qualche minuto fingete…
fingete
che non sia successo niente! Prendetevi per mano e camminate sereni
sotto gli occhi di quella stronza maledetta, sorridendole. Fatela
crepare d’invidia e rabbia! Datele una lezione! Non
può
passarla liscia… altrimenti vi posso assicurare che oggi mi
beccherò la mia prima sospensione! Vi giuro che non
riuscirò a passarle accanto, con lei che ci fissa con
quell’insolenza in viso, senza prenderla per i capelli! Vi
avverto che sono pronta a tutto… calci, morsi,
graffi…
Quindi pensateci bene! O le darete una bella lezione ora… o
avrete sulla coscienza la mia mancata ammissione ad Harvard. Vedete
voi!- tentai il tutto per tutto, spiegando loro il mio piano.
Emmett e
Rose si guardarono
per un istante e, come se si fossero intesi al volo, si sorrisero
flebilmente e inaspettatamente si presero per mano e si incamminarono
verso la scalinata, come se veramente tra loro procedesse tutto a
gonfie vele. Per tutti noi era una gioia vederli di nuovo
insieme… e un godimento immenso scorgere chiaramente il viso
di
Tanya trasfigurarsi a causa prima dello sconcerto, poi
dell’ira.
Quando le passammo accanto, tutti le sorridemmo e in particolare Emmett
e Rosalie. L’avevamo praticamente lasciata nel parcheggio
verde
di invidia e rossa di rabbia! Ah, che gigantesca soddisfazione! Edward
mi baciò all’istante, appena la superammo,
rischiando di
farmi ruzzolare per le scale a causa della sua selvaggia irruenza. Mi
sorrise felice.
-Sei
stata favolosa, amore!
Avevi quasi convinto anche me delle tue intenzioni bellicose!- mi
rivelò. Evidentemente non credeva che ne fossi stata capace.
Magari fosse stato per difendere me stessa non avrei mai messo in
pericolo la mia ammissione al college, ma se toccavano le persone che
amavo di più (e mia cugina faceva sicuramente parte di
queste),
potevo veramente perdere la testa, come alla sua festa di compleanno.
-Edward,
non stavo
scherzando prima!- lo avvertii. Lui sgranò gli occhi,
fissandomi
incredulo. Poi scoppiò a ridere con maggiore veemenza,
scuotendo
la testa.
-Sarà
opportuno che
tenga bene a mente che è meglio non farti mai arrabbiare,
tigrotta mia!- mi schernì, continuando a sghignazzare.
-Già…
ricordatelo bene!- confermai, ridendo anch’io con lui. Ormai
eravamo in cima alla scalinata e Tanya non poteva più
vederci… eppure Emmett e Rose si stavano tenendo ancora per
mano, anche se nessuno di quei due spiaccicava nemmeno mezza parola.
Il
momento d’incanto
fu però subito spezzato da Rose, appena giunti in
prossimità dei nostri armadietti. Raccolse velocemente i
suoi
libri e ripose la sua borsa senza più incrociare lo sguardo
con
nessuno di noi. Emmett continuò per tutto il tempo a
fissarla
con intensità, nella speranza forse che lei finalmente lo
ricambiasse; e quando successe, le rivolse il più dolce
sorriso
che avessi mai visto comparirgli sul volto. Probabilmente aveva
seriamente pensato che quella scenetta forse era servita ad avvicinarli
di nuovo un po’… e invece Rose deluse le sue (e le
nostre)
aspettative: abbassò all’istante il viso e dopo
aver
salutato tutti noi con un rapido cenno, scappò a lezione,
senza
aggiungere altro.
In quel
momento mi sentii
una cretina totale… altro che favolosa come mi aveva
elogiato
Edward! Emmett si era incupito e rattristato da morire e temevo con la
mia superficialità di aver solo aggravato il suo
dolore…
Invece, sorprendendomi, mi sorrise e mi abbracciò.
Com’era
dolce e generoso!
-Grazie,
sorellina!
Sai… fino a pochi minuti fa temevo di aver perduto in modo
definitivo la mia occasione con Rose, e invece… Dio
è
stato fantastico tenerla di nuovo per mano, poter sentire la morbidezza
della sua pelle! E sai una cosa? Tremava… l’ho
percepito
chiaramente! La conosco troppo bene ed era emozionata quanto me. Questo
significa pur qualcosa, no? Non mi arrenderò! La
riconquisterò ad ogni costo, dovessi impiegarci
cent’anni!
Avevate ragione voi ragazzi: devo lottare per lei e non perdere tempo a
compiangermi! Si fiderà di nuovo di me, vedrete!
Sarà
solo una questione di tempo, ne sono certo!- ci spiegò
Emmett,
facendomi nascere un sorriso sincero.
La
campanella
riportò tutti quanti alla realtà noiosa e
pressante delle
lezioni, per cui ci salutammo e ognuno si diresse alle proprie aule,
dandoci appuntamento in mensa. La mattinata trascorse non proprio
velocemente; e all’ora di pranzo non ci fu bisogno di
inventare
altri siparietti per Tanya: Rosalie ed Alice non ci poterono
raggiungere a causa di un enorme impegno… erano entrambe
indaffarate ad organizzare la festa di Halloween che si sarebbe svolta
il venerdì sera nella palestra della scuola.
Le
lezioni del pomeriggio,
soprattutto perché due ore le frequentavo insieme ad Edward,
furono fulminee e senza rendercene conto ci ritrovammo tutti quanti nel
salone di casa. Decidemmo di fare una sessione di studio di gruppo: la
settimana successiva si sarebbero svolti due importantissimi test, uno
di matematica e l’altro di letteratura. Anche se quelle
verifiche
le avremmo avute in giorni differenti a causa della
diversità
degli orari, il programma d’esame sarebbe comunque stato
identico
per tutti, e quindi avevamo deciso di ripassare insieme. Esme intanto
si stava prodigando per rifocillarci a dovere. Avevamo appena iniziato,
quando decisi di approfittare per parlare un attimo con lei a proposito
delle foto di Edward e suo padre. Ero certa che con tutto il casino che
era successo, il mio ragazzo non ci avesse più pensato.
-Ragazzi
arrivo
subito… voi continuate pure- affermai. Edward mi
guardò
con curiosità, ma con un cenno gli feci intendere che non si
trattava di niente di importante: avevo una paura folle che Esme, per
qualche strano motivo, non avesse conservato i negativi… e
la
delusione per Edward sarebbe stata cocente.
Appena
misi piede in
cucina, vidi Esme infornare una teglia, anche se non riuscii a
sbirciare cosa ci avesse cucinato… ma, conoscendola, forse
aveva
preparato i dolcetti preferiti da Emm e Rose…
-Esme,
scusa… volevo
chiederti una cosa…- esordii, titubante. Probabilmente
sarebbe
stato più corretto che glielo avesse chiesto Edward di
persona;
ma in caso di risposta negativa, avrei avuto un po’ di tempo
per
rivelarglielo, cercando magari di fargli capire che non sarebbe stata
la fine del mondo non poter recuperare le foto… e che gli
sarebbero comunque rimasti i ricordi. Anche se nel mio cuore ero certa
che nessuna frase di circostanza avrebbe potuto lenire la sua
delusione.
-Dimmi
pure, Bella- mi incoraggiò Esme.
-Ecco,
vedi…
Edward… da quando siamo tornati… ti ha per caso
posto
qualche domanda sulle foto di quando era piccolo?- le chiesi,
chiaramente imbarazzata per quell’intromissione in una
questione
così intima e privata.
-No,
tesoro… ma, intendi le foto con suo padre?- intuì
immediatamente. Io arrossii ancora di più.
-Sì…
proprio
quelle. Vedi, nel weekend me ne ha parlato e speravamo che tu avessi
conservato qualche negativo…- confermai. Il sorriso dolce e
rassicurante di Esme, mi fece chiaramente comprendere quanto fosse
stato inutile il mio imbarazzo: lei non ci vedeva niente di male nella
mia intromissione e anzi, ne sembrava felice.
-Ce li
ho tutti, tesoro,
dal primo all’ultimo- mi rispose raggiante; -Però,
Bella… sei proprio sicura che a Edward faccia piacere?-
domandò, improvvisamente dubbiosa. Una voce melodiosa, la
mia
preferita, rispose al mio posto.
-Sì,
mammina…
per me sarebbe un sogno poter ristampare le mie foto insieme a
papà. Non avevo mai pensato alla possibilità che
tu
potessi aver conservato i negativi… non sai quanto mi sia
pentito di averle strappate tutte- ammise, venendo ad abbracciarmi. Mi
guardò con amorevole intensità e intuii
all’istante
che mi voleva ringraziare. Gli sorrisi di rimando e lo strinsi al mio
fianco.
Quando
mi voltai verso Esme, notai chiaramente i suoi occhi lucidi.
-Oddio,
piccolo mio!
Tu… tu non hai idea da quanto io aspettassi questa tua
richiesta. Ho sempre sperato che prima o poi volessi riappropriarti dei
tuoi ricordi, ma ho voluto rispettare i tuoi tempi. Avevo paura di
forzare troppo la situazione, e allora ho sperato sempre di vederti
prendere in mano e sfogliare uno dei nostri album, così che
avrei potuto rivelarti che non tutto era perduto… che
avremmo
potuto ristampare quelle immagini… ma poi tu non lo hai mai
fatto… e io ho sempre ritenuto che non fossi ancora
pronto…- gli spiegò Esme, emozionata, quasi con
le
lacrime agli occhi.
-Oh
mamma! Scusa! Non
l’ho fatto mai prima perché era troppo doloroso
per
me… sfogliare quelle pagine piene di ricordi felici, e allo
stesso tempo constatare che tanti di quei bei momenti del passato erano
stati cancellati a causa dalla mia stupidità, del mio cieco
egoismo era… era troppo arduo per me… ma ora mi
sento
pronto…- confessò Edward, andando accanto a sua
madre e
prendendole le mani tra le sue.
Questo
era un momento tutto loro ed era giusto che lo vivessero da soli.
-Scusatemi…
raggiungo gli altri di là, così potrete parlare
con
calma- intervenni. Mi rivolsero entrambi un tenero sorriso e tornai in
salone.
-Edward?-
mi chiese subito Alice.
-Lui e
tua madre hanno un
paio di cose da chiarire… lasciamoli tranquilli. Quando
avranno
finito, ci raggiungerà- le risposi. Ci rimettemmo tutti a
studiare, anche se notai spesso che l’attenzione di Emmett
era in
tutt’altra direzione; nel frattempo Rose cercava di fare
l’indifferente, anche se non poteva fare a meno, ogni tanto,
di
sbirciare verso l’orso più tenero del mondo.
Sorrisi tra
me e me a quella scena e sperai con tutto il cuore che la situazione si
risolvesse al più presto, perché soffrivano
troppo
entrambi.
Pov
Edward
Bella,
in un gesto molto
delicato, ci aveva appena lasciati soli ed io sentivo un gigantesco
nodo in gola che mi impediva di continuare a confidarmi con mia madre,
spiegandole quanto fossi felice in quel momento.
-Vieni,
tesoro…
sediamoci un attimo, così parliamo con calma- mi
invitò
mia mamma, indicandomi lo sgabello accanto a lei. Mi accomodai e in un
attimo le sue braccia mi avvolsero, donandomi quel calore e
quell’amore immensi che solo una madre era in grado di
donare.
Quando i miei occhi si soffermarono di nuovo sul suo viso, mi accorsi
che le sue guance erano rigate di lacrime. La strinsi forte a me.
-Oh,
mamma… ti prego
non piangere… mi dispiace averti causato così
tanto
dolore… e non voglio più che tu versi altre
lacrime a
causa mia!- la pregai, con la voce che mi tremava. Lei si
asciugò quelle gocce salate, per poi sorridermi con
amorevole
dolcezza.
-Piccolo
mio, non
temere… sono lacrime di gioia queste! Sono così
felice
che tu abbia finalmente deciso di ristampare le foto, che non riesco a
trattenerle…- mi rivelò. Sospirai a fondo per
cercare di
calmarmi e far uscire la mia voce in modo abbastanza fermo. Ero certo
che se mi fossi fatto guidare dalle emozioni, sarei scoppiato a
piangere come un bambinetto e non sarei più riuscito a
esprimerle i miei sentimenti. Ma prima ancora che potessi dire
qualcosa, mia madre mi precedette.
-Alla
fine hai trovato il
coraggio di raccontare ogni cosa a Bella, vero?- mi domandò.
Sgranai gli occhi, sorpreso. Come faceva a sapere sempre tutto? Ed
essere così attenta a ogni più piccolo
particolare?
Semplice… perché era una madre fantastica e
sempre
presente!
-Ben
fatto, Edward. Era
giusto che Bella conoscesse il tuo passato…-
approvò; -Io
credo che servirà a rinforzare il vostro rapporto. Inutile
che
ti chieda come l’ha presa, perché è una
ragazza
dolcissima e straordinaria; e scommetto che non ti ha giudicato, ma ti
ha dato tutto il sostegno di cui avevi bisogno- affermò
convinta. Annuii.
-L’idea
delle foto è stata sua, vero?- mi domandò.
Sorrisi.
-Sì…
questo
weekend le ho confessato ogni cosa. Non hai idea del terrore che mi
aveva bloccato finora… avevo una paura immensa di perderla,
di
deluderla, come ho deluso te, e invece…- non feci in tempo a
continuare il discorso perché mia mamma mi interruppe
all’improvviso. -Edward,
no! Non è così… nel modo
più assoluto! In
quel terribile periodo ho sofferto tanto, è vero…
ma non
devi affatto credere che tu mi abbia mai delusa! Mai!- si
infervorò. Non capivo… come faceva a dirmi che
non
l’avevo amareggiata dopo il modo egoista ed infantile in cui
mi
ero comportato?
-Edward…
tu forse
confondi la delusione con la preoccupazione! Io ero perennemente in
pensiero per te, tesoro mio! Avevo paura di perderti, che ti succedesse
qualcosa di spaventoso. Ancora oggi mi sento tremendamente in colpa per
non essere stata in grado di restarti vicina come una madre dovrebbe
fare…- si accusò. Eh?! Che stava dicendo?
-Forse…
se fossi
stata meno debole, meno irresoluta… non ti saresti ridotto
in
quel modo, non avresti rischiato la tua vita ogni notte- mi
confessò, con la voce che le tremava. Non potevo credere
alle
mie orecchie! Non solo non mi riteneva un disgraziato per aver fatto
soffrire la famiglia, lei in primis; ma si colpevolizzava pure per il
mio comportamento così agghiacciante!
-Mi
dispiace tanto,
Edward… pensavo di essere una donna forte, avevo sempre
affrontato e superato a testa alta gli ostacoli che la vita aveva posto
dinnanzi al mio cammino; ma purtroppo mi sono dovuta ricredere. La mia
forza, le mie energie, il mio coraggio… erano frutto solo
dello
sconfinato amore di tuo padre, della sua illuminante presenza nella
nostra vita… era lui che mi impediva di abbattermi di fronte
alle difficoltà, lui che mi spronava costantemente a
combattere
e a non arrendermi… fin da ragazzini eravamo sempre stati un
essere unico… se c’era lui mi sentivo
completa…- mi
rivelò ed io la comprendevo benissimo. Era
l’identico
sentimento che provavo io quando stavo con Bella… e non
potevo
nemmeno immaginare quale strazio potesse significare perderla in modo
inaspettato...
-Quando
tuo padre è
venuto a mancare in modo così atroce e repentino, mi sono
sentita senza la terra sotto i piedi. Sono crollata… mi sono
sentita rotta, un involucro vuoto, come se fossi morta
anch’io
con lui…- mi confidò. Era la prima volta che mia
madre mi
svelava quanto fosse profondo il suo dolore, e non riuscii a trattenere
le lacrime.
-Però
ho sbagliato
Edward… è vero… vostro padre mi
mancava come
l’aria, ma io avevo voi… e avrei dovuto essere il
vostro
sostegno. Invece la mia fragilità ha dato il via a tutta una
serie di eventi negativi e mi ha fatto trasformare in una pessima
madre!- si rammaricò. Spalancai gli occhi, completamente
allibito dalle sue parole assurde. Com’era possibile che si
reputasse in quel modo, che denigrasse così il suo ruolo di
madre? La colpa di tutto questo era stata solo e unicamente mia! Io mi
ero comportato come un insensibile egoista e solo io l’avevo
portata all’esasperazione e in seguito alla depressione! Io
avevo
infranto i sogni di Emmett! Era sempre stato unicamente il sottoscritto
la causa di tutte le vicende dolorose della mia famiglia dopo la
scomparsa di mio padre, non la mia dolcissima mamma! Ma quando feci per
interromperla non me lo permise, posandomi due dita sulle labbra e
scuotendo la testa.
-No
Edward, ascolta…
fammi finire. Ho aspettato anche troppo per parlarti e non sai quanto
mi penta anche di questo. Mi sono sempre reputata una donna aperta al
dialogo, che punta sulla sincerità e sull’amore
per i
figli; ma di nuovo con te ho sbagliato, facendo trascorrere il tempo
senza mai spiegarti in cosa io ho mancato e lasciando che ti devastassi
in stupidi sensi di colpa. Tu eri solo un ragazzino che soffriva in
modo tremendo… ed io non avrei dovuto permettere che la
situazione precipitasse, come invece è avvenuto…-
si
tormentò. Oh povera mamma!
-Io ero
l’adulta… e io avrei dovuto esternare la forza per
impormi
e se necessario richiuderti in casa o portarti da qualcuno che fosse in
grado di aiutarti in modo concreto e invece… non ne sono
stata
capace e quel che è peggio è che ho rovinato non
solo la
tua vita, dato che questi saranno degli strazianti ricordi che ti
accompagneranno per sempre; ma ho distrutto anche quella di tuo
fratello. Non avrei dovuto appoggiarmi a lui come ho fatto, non avrei
dovuto permettere che rinunciasse al suo sogno sportivo o che perdesse
un intero anno scolastico! Avrei dovuto essere io il vostro sostegno,
la persona a cui rivolgervi per chiedere aiuto e invece ho fallito su
tutti i fronti… e con ognuno di voi! Non mi sono nemmeno
accorta
di quanto soffrisse la mia bambina e cosa le fosse successo!- si
crucciò. Dio… non avevo idea
dell’abisso di dolore
e angoscia che aveva vissuto la mia mamma…
-E tutto
questo
perché vi ho dato un’immagine debole di me, di una
madre
che non è stata in grado di appoggiarvi e raccogliere le
vostre
confidenze, il vostro dolore trasformandolo in qualcosa di
positivo… mi dispiace… mi dispiace tanto!
Perdonami
Edward!- singhiozzò sempre più forte e
intensamente. La
presi tra le braccia e la strinsi più forte che
potei…
non potevo vederla soffrire così e soprattutto non volevo
che si
reputasse una pessima madre.
-Mamma…-
la voce di
Emmett ci fece voltare nella sua direzione. I suoi occhi lucidi ci
fecero capire che aveva assistito alla conversazione in silenzio, in
disparte. In un istante Emmett annullò la distanza tra noi e
prese la mamma tra le braccia, guardandola intensamente negli occhi.
-Basta
piangere,
mamma… tu non hai mancato proprio in niente con noi e non
è vero che mi hai rovinato la vita, perché sei
una mamma
speciale! Io ho agito come sentivo… ma soprattutto nel modo
in
cui mi avete insegnato tu e papà. Ci avete fatto comprendere
fin
da piccoli quanto fosse importante la famiglia, più di ogni
altra cosa- le spiegò con incredibile dolcezza.
-E’
vero, mamma.
Papà sosteneva sempre che un domani avremmo potuto avere una
carriera sfavillante, possedere una villa faraonica, un’auto
favolosa, un conto in banca stratosferico… ma se non
avessimo
avuto nessuno con cui condividere tutto questo, qualcuno da amare con
tutti noi stessi, qualcuno con cui formare una famiglia…
bè, il resto non sarebbe stato nulla e ci sarebbe sempre
mancato
qualcosa di essenziale nella vita…- aggiunsi io, ricordando
tutte le volte che mio padre ci educava con queste parole.
-Infatti…-
concordò mio fratello; -Di una cosa sola mi
rammarico… di
non essere stato in grado di fare in modo che non dovessi imbottirti di
medicinali per andare avanti… e non sai quanto vorrei che
gettassi via una volta per tutte quelle maledette pillole che ancora ti
servono per dormire- aggiunse Emmett. Il sorriso che si
allargò
sul viso di mia madre la rese talmente raggiante da farmi rimanere
senza fiato.
-Ragazzi
miei…
è già una settimana che non ne ho più
bisogno… ho iniziato a diminuire le dosi già un
mese fa e
finalmente non ho più bisogno di niente per
dormire… e
non ho nemmeno più avuto incubi! L’amore di un
uomo
speciale come Charlie, e vedervi così sereni e
felici…
tutto ciò mi ha aiutato in modo eccezionale! Volevo
aspettare un
po’ a dirvelo… volevo essere certa di farcela,
così
da non deludervi di nuovo, nel caso in cui avessi dovuto riprenderle-
ci spiegò con fierezza.
-Tu non
ci hai mai deluso,
mamma! Mai! Non dire mai più una cosa del genere! Non hai
idea
di quanto sia orgoglioso di averti come madre: sei una persona
stupenda… e meriti tutta la gioia di questo mondo!-
mormorai,
mentre le lacrime ormai scendevano copiose. Ero felice…
felice
di aver chiarito finalmente ogni cosa con lei, felice di non averla mai
delusa come avevo sempre temuto per tutto questo tempo, felice che
fosse finalmente guarita completamente, felice di poter riavere le mie
preziose fotografie con mio padre… Emmett la
sollevò in
aria e la fece volteggiare per la cucina mentre lei rideva e piangeva
dalla gioia.
-Ehi!
Qui si festeggia e
non chiamate la vostra sorellina?- trillò Alice che,
evidentemente, non vedendoci più tornare, si era
incuriosita.
Gli altri erano rimasti in salone, probabilmente avvertiti dal mio
amore su che tipo di discorsi stessimo facendo.
-La
mamma è
guarita… non le servono più le medicine!- le
annunciai
commosso, mentre la mia sorellina si portò le mani alla
bocca
per la meravigliosa sorpresa.
-Lo
sapevo, lo sapevo! Ero
certa che ce l’avresti fatta, mammina!- urlò,
correndo e
fiondandosi tra le braccia della mamma, che Emmett aveva lasciato
andare, intuendo l’entusiastica reazione di Alice. Anche loro
si
abbracciarono per qualche minuto, mentre Emm venne a stritolarmi un
po’ in un gesto di puro affetto fraterno. Quel momento
speciale
venne interrotto dal timer del forno che annunciava che la nostra
deliziosa merenda era pronta. La mamma sfornò
all’istante
dei meravigliosi muffins alla nutella e il loro profumino delizioso si
sprigionò per tutta la casa. Decidemmo di aspettare che si
raffreddassero un po’ e intanto di riprendere a ripassare le
materie dei test della settimana successiva. Alice e Emmett mi
precedettero, perché la mamma mi richiamò ancora
un
attimo.
-Edward…
nell’ultima pagina di ogni album c’è una
busta che
contiene i negativi. In questo modo farai prestissimo a trovare quelle
mancanti. Se ti fa piacere ti potrai ristampare quelle che vorrai
tenerti, ma tutte le foto che mancano negli album vorrei che
ritornassero al loro posto. Ok?- mi spiegò.
-Non
preoccuparti mamma. Lo
farò senz’altro e i nostri album saranno di nuovo
completi. Grazie di cuore! E vorrei che sapessi che sei la migliore
mamma del mondo! So che probabilmente ogni figlio lo pensa della
propria madre, ma per me lo sei veramente! E lo dimostra il fatto che
in poco tempo sei riuscita a conquistare l’affetto anche di
Bella, Rosalie e Jasper. Questo vorrà pur dire qualcosa, no?
E
ricordati sempre che con me non hai mai mancato in niente. Non voglio
che tu ti senta inutilmente in colpa. Ti voglio un bene immenso- le
confessai. Le baciai la fronte e dopo un ennesimo abbraccio, raggiunsi
gli altri in salone con l’animo leggero più che
mai. Ero
così felice che corsi ad abbracciare la mia Bella,
impaziente di
posare le mie labbra sulle sue… subito fui avvolto dal suo
odore
inebriante, un profumo di fiori, fragole, e infinita
tenerezza…
dio, quanto l’adoravo!
ANTEPRIMA
CAPITOLO 109
-Emm,
per favore… siediti e parliamone con calma…-
cercò
di tranquillizzarlo Edward. Lui si risedette ed io tirai un sospiro di
sollievo; ma appena notai lo sguardo ostile e minaccioso di Rose, capii
che ormai il danno era fatto.
-Per
te forse
saranno cazzate, ma il mio ruolo di presidentessa è molto
importante per me!- replicò Rose di rimando.
-Ma
per favore!
Rifila queste stronzate a chi non ti conosce! Hai sempre ricoperto quel
ruolo solo perché anche tua madre era stata la presidentessa
del
comitato scolastico, non perché lo desideri veramente! Non
te ne
è mai fregato un cazzo di queste puttanate!-
gridò ancora
di più Emmett lasciandoci allibiti.
-E
poi cosa
vorresti?! Andare alla festa a scuola e sorbirti quella stronza di
Tanya?! Perché lo sai benissimo come andrà a
finire
quando ti vedrà lì da sola senza nessuno di
noi…
senza di me…- le sue parole morirono verso la fine, quando
osservò l’espressione ferita di mia cugina.
Espressione
talmente straziante che mi trafisse come un coltello nel cuore. Forse
Emmett non si era nemmeno reso conto delle parole dure che aveva
pronunciato, in preda alla rabbia; ma noi sì… e
in
particolar modo Rosalie. Nemmeno io ero a conoscenza del reale motivo
per cui aveva sempre ricoperto quella carica. Eravamo tutti ammutoliti,
mentre Rose aveva la testa china e vidi chiaramente una lacrima caderle
in grembo.
Vi
ricordiamo l'altra nostra fiction Segreti e Inganni
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!
UNA SERA, PER CASO ... di endif
Un'altra
opportunità di
eli777
Il Guardiano del Faro
di Lele
Cullen
L'altra
metà del cuore di sara_g
Due anime legate ad un
destino di
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nascoste di
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day... but? di _Betty_
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Juliet, with love di cloe
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road di Fiorels
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Un
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(Fiction un po' forte!
Non per tutti!)
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Il mio
Amore Fragile di OpunziaEspinosa
L'amore
ai tempi della guerra di annalisa69
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Trappola. di Betrayed_89
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d'autunno sugli alberi le foglie di FunnyPink
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