Cap. 122 EFP
Ciao ragazze!
Eccoci finalmente di
nuovo qui con voi! Ci siete mancate moltissimo, anche se
molte hanno
continuato a tenersi in contatto con noi attraverso messaggi
privati
per sapere se tutto andava bene o semplicemente per un
salutino. Di
questo siamo rimaste piacevolmente stupite e ci ha fatto un piacere
enorme! GRAZIE!
Bene! Avevamo lasciato i
nostri ragazzi nella casa al mare per il compleanno dei gemelli e di
Alice. Quello di oggi sarà il capitolo conclusivo del
weekend e poi ci
saranno i capitoli sul Natale e l'epilogo.
Siamo proprio agli sgoccioli. Ora vi lasciamo alla lettura che serpiamo
troverete piacevole e molto molto calda!
Per l'anteprima del prossimo capitolo vi aspettiamo domenica sul nostro
blog!
BUONA LETTURA DA MANU E
SARA!
CAPITOLO RATING ROSSO!
CAPITOLO 122
Fuoco
e… acqua!
Pov
Alice
La serata ormai era finita, io e Jasper stavamo entrando in camera
nostra. La maggior parte degli amici che avevano partecipato alla festa
erano tornati a casa, mentre i ragazzi di La Push si erano sistemati
alla bell’e meglio nei vari divani, lettini e su ogni
superficie
che poteva essere abbastanza comoda per crollare e riposare un
po’. L’unico di loro che non era rimasto era Paul
che
doveva riaccompagnare quella sottospecie di polipo che si era portato
dietro. Grrr! Che rabbia al solo ripensare ai commenti usciti da quella
sua boccaccia sul mio ragazzo!
Appena varcammo la soglia della stanza i miei occhi furono attirati
dalla montagnola di indumenti buttati alla rinfusa sul letto. Ma?! Cosa
diavolo…?!
Appena fui vicina abbastanza da notare che quel mucchio disordinato
costituiva l’insieme dei miei adorati abiti Gucci, il
cervello mi
mandò dei segnali inequivocabili: mille immagini di come
poter
uccidere mio fratello! Senza dire una sola parola (ma probabilmente
fumando come una ciminiera per la furia), marciai a passo di carica
fuori dalla stanza e verso le scale da dove stava salendo proprio quel
demente con cui condividevo il mio patrimonio genetico... purtroppo!
-Tu! Cretino, idiota e deficiente! Ma quanto sei stupido?- urlai,
mentre il suo volto si trasformava in una maschera confusa. -Questa non
la passi liscia, Edward! E se tu non mi darai una mano a fargliela
pagare…- mi rivolsi alla sua ragazza ancora più
meravigliata di lui; -…stai pur certa che non ti
rivolgerò mai più la parola! Chiaro?!- la
minacciai.
-Alice, calmati… cosa è successo?!- mi chiese
Bella preoccupata, lanciando un’occhiataccia a mio fratello.
-E’ successo che questo scemo ha trattato i miei preziosi
indumenti come fossero un mucchio di stracci! Non hai rispetto per le
cose altrui, Edward, sei un menefreghista! E stai tranquillo che questa
te la faccio pagare con gli interessi! E lo sai che quando prometto una
cosa la mantengo- avvertii quel bellimbusto che di colpo era diventato
bianco come un cencio. Sorrisi diabolica e li lasciai lì
sulle
scale, mentre udivo Bella insultarlo, incazzata come mai
l’avevo
sentita. Era nera e continuava a ripetergli che era ora di finirla con
la loro ridicola faida, visto che continuavamo ad andarci di mezzo
anche noi a causa dei loro scherzi idioti.
Il mio fidanzato, invece, era rimasto sulla soglia ridacchiando
soddisfatto. Gongolava per la sua piccola vittoria fissando con piacere
il suo nemico... ci mancava che quei due si facessero le linguacce e
poi potevamo asserire con certezza di essere al nido. Cristo, che
rabbia!
Lo spinsi in malo modo dentro la stanza e sbattei la porta sonoramente.
Intanto in corridoio si udiva il vociare delle altre coppiette
(evidentemente richiamate dalle mie urla), incuriosite da quel casino.
Sperai con tutto il cuore che facessero anche loro il culo a
Edward… se non altro per aver interrotto delle
attività
più piacevoli che assistere alla nostra lite. Lo sguardo mi
cadde sul mio ragazzo ancora parecchio compiaciuto e la mia ira
salì a livelli pericolosi.
-E tu fai sparire quel sorrisetto condiscendente, visto che ci sei
dentro fino al collo. Non penserai che sia incazzata solo con mio
fratello, vero?! Siete in due a portare avanti questa stupida e
infantile guerra e quindi ne pagherai anche tu le conseguenze. Ora mi
tocca mettere a posto questo casino e poi ho intenzione di farmi una
bella dormita… così magari nella notte avrai
tempo per
riflettere ancora sul senso dei vostri scherzi imbecilli e decidere se
ti conviene darci un taglio oppure smettere di fare del sesso per un
periodo indefinito!- lo minacciai, mentre il suo bel sorriso
strafottente sparì all’istante, lasciando il posto
a
un’espressione seria e corrucciata. Ottimo! Così
la
prossima volta avrebbe messo in moto il cervello prima di combinare
qualche altra cavolata.
Gli voltai le spalle, non degnandolo più di uno sguardo, e
iniziai a risistemare tutti i miei abiti
nell’armadio… i
miei tesorini! Merda! Alcuni sarebbero stati da stirare nuovamente dopo
essere stati ammucchiati in quel modo selvaggio e per tutte quelle ore
sul letto… altri avevano perfino un filo tirato! Accidenti a
me
e a quando mi era venuto in mente che sarebbe stato più
comodo
portare in questa casa alcuni dei miei più preziosi capi di
Gucci, visto che le feste le organizzavamo sempre qui.
Ero immersa in quei pensieri, ma sentivo gli occhi di Jazz perforarmi
la schiena; ancora però non l’avevo sentito
né
muovere, né parlare… tantomeno aveva fiatato poco
prima,
per difendersi in qualche modo o per perorare la sua causa pro sesso
per quella notte. Strano… quel suo atteggiamento
così
docile e remissivo non mi faceva stare per niente
tranquilla…
non era da lui arrendersi così… forse si era
offeso… oh maledizione! Avevo esagerato a inveirgli contro
in
quel modo… o forse no! E che cavolo! Non era mica
più un
bamboccio! Lui e mio fratello volevano giocare? Bene! Potevano farlo
quando, dove e come volevano… senza però che ci
andasse
di mezzo l’intera famiglia!
Rimuginando su quelle considerazioni mi spostai verso il
comò
per riporre tutto l’intimo nel cassetto. Approfittai di dare
una
sbirciatina al mio ragazzo attraverso l’enorme specchiera
appesa
al muro sopra al mobile e lo vidi appoggiato all’armadio in
posizione indolente, con le braccia incrociate al petto mentre mi
squadrava con malcelata lussuria il sedere e le gambe.
Cazzo, però! Quanto era figo?! Vestito in quel modo poi era
veramente da mangiare a piccoli morsi… la camicia, a causa
della
posizione, avvolgeva le sue braccia muscolose e il suo petto scolpito;
i jeans fasciavano le sue cosce tornite mettendo in evidenza le gambe
toniche e ben delineate e facendo risaltare un consistente
rigonfiamento inguinale... oh Gesù!
Deglutii a fatica a quello spettacolo e mi costrinsi a distogliere lo
sguardo per non soccombere a quella visione così sexy ed
eccitante, ma commisi un fatale errore… incrociai i suoi
zaffiri
cupi di desiderio che mi incatenarono senza pietà,
annullando
ogni via di scampo. Erano accesi di una luce sensuale e quando mi
curvai un po’ in avanti per sistemare meglio
l’intimo e
cercare di interrompere quel contatto, notai la sua lingua avvolgere
lentamente le sue labbra in una calda carezza. Cazzo! Non potevo farmi
attirare in quella trappola: lo conoscevo bene ed ero certa che stesse
cercando di provocarmi… cosa, peraltro, in cui stava
riuscendo
alla perfezione.
Distolsi ancora una volta lo sguardo per non cedere, ma con la coda
dell’occhio lo vidi staccarsi dalla parete e muoversi,
elegante e
sinuoso come un felino,verso la mia direzione. Non mi concesse neppure
il tempo di muovere un passo: mi ritrovai schiacciata contro il
comò dal suo poderoso corpo, mentre mi scrutava con
attenzione
attraverso la superficie riflettente di fronte a noi. La sua vigorosa
erezione spingeva tra le mie natiche, facendomi chiaramente sentire la
portata della sua eccitazione. Ok, ora ero nella merda! Chi avrebbe
potuto resistergli?! Dio, ero pazza di lui!
Feci comunque un tentativo per cercare di divincolarmi, ma le sue
braccia d’acciaio si chiusero sulla mia vita come una morsa,
schiacciandomi ancora di più, mentre i suoi occhi mi
trafiggevano come lame.
-Buona… non ti azzardare ad allontanarti da me, bambolina-
mi
avvertì con un tono che non ammetteva repliche; -Mi hai
già mandato in bianco ieri sera e ho sopportato solo
perché non volevo casini con mio padre… ma
stanotte… sei mia! E’ tutta la sera che ho voglia
di fare
l’amore con te e so che lo desideri ardentemente anche
tu…
conosco il tuo corpo e i segnali che mi manda sono
inequivocabili… posso già sentire
l’odore della tua
eccitazione- mi sussurrò con tono languido al mio orecchio,
inspirando l’aria intorno a noi a pieni polmoni. Cristo
santo!
Com’era sexy…
-Ti sei mai guardata in viso mentre godi, Ally?- mi provocò,
mentre una sua mano si poggiava sul mio ginocchio, risalendo lentamente
lungo la coscia, e soffermandosi a delineare il bordo delle
autoreggenti. Deglutii sonoramente e poi scossi la testa incapace di
proferire parola perché la gola mi si era improvvisamente
seccata. Jasper mi faceva sempre questo effetto e mi eccitava da morire
questo suo atteggiamento dominante durante il sesso. Così
diverso dalla dolcezza che lo caratterizzava nel nostro rapporto
quotidiano...
-Così non va, Ally… rispondimi… dillo
ad alta
voce- mi ordinò perentorio, stringendo la mano sulla mia
coscia
e facendomi gemere forte. Dio, il suo tocco, le sue parole…
mi
mandavano in estasi!
-No…- ansimai, incapace di proferire altro.
-No… cosa?- domandò implacabile.
-No… non mi sono… m-mai guardata…-
balbettai con
il respiro già affannato. Un sorriso carico di promesse
inebrianti si dipinse sul suo volto stupendo.
-Peccato… sei una vera delizia per gli occhi quando il
piacere
ti pervade… potrei venire solo a guardarti avere un orgasmo-
mi
confessò. Oddio! Un fremito intenso partì dal
collo e
scese lungo tutto la spina dorsale facendomi rabbrividire. Il mio corpo
rispondeva alle sue parole e ai suoi tocchi come fosse stato creta da
plasmare nelle sue mani.
-Lo senti, Ally? Tu mi vuoi… lasciati andare,
bambolina… non opporre alcuna resistenza perché
è
inutile… stanotte io ti regalerò un piacere
immenso… come non hai mai provato in vita tua…-
continuò con voce sempre più roca. Merda! Ero
già
andata! Completamente in mano sua… avrebbe potuto chiedermi
qualsiasi cosa e non avrei trovato la forza di oppormi!
Neanche avesse posseduto un radar che potesse scoprire il livello della
mia eccitazione, la sua mano scostò il filo del mio perizoma
per
poi accarezzarmi delicatamente.
-Mmm… senti qui… il tuo corpo non
mente… sei
bagnata e bollente… per me… cazzo, mi fai
impazzire!-
mormorò, approfondendo il contatto. Il respiro mi si
mozzò in gola e vidi nello specchio le mie gote colorarsi
ancora
di più. I suoi occhi non lasciarono i miei neppure per un
attimo, e quando la sua mano continuò quella dolce tortura
gettai la testa indietro e li chiusi per il troppo piacere. La mano
libera si intrufolò nei miei capelli e mi riportò
la
testa in posizione eretta.
-Apri gli occhi, Ally… non voglio che perdi nemmeno una
delle
tue mille espressioni mentre godi- mi intimò, stringendo
leggermente la presa sulla mia chioma, mentre si spingeva sempre
più a fondo. Oddio, mi mandava fuori di testa!
-Ahhh!- urlai, incapace di trattenermi per quelle sensazioni
meravigliose, e guardandomi per la prima volta mentre lui mi portava
sull’orlo dell’estasi. Proprio quando stavo per
lasciarmi
travolgere dal piacere, Jazz si interruppe lasciandomi una sensazione
di vuoto e freddo. Si abbassò a baciarmi la schiena nella
scollatura del vestito e poi le sue mani alzarono la stoffa
dell’abito, arricciandomela sui fianchi. Guidò il
mio
bacino un po’ verso di lui, facendomi piegare in avanti sul
comò e poi si abbassò accarezzandomi le natiche
completamente scoperte.
-Reggiti sul mobile, Ally… e non ti azzardare a chiudere gli
occhi. Se lo farai, smetterò all’istante, te lo
giuro!- mi
minacciò roco. Ero sua prigioniera, del tutto in balia di
quello
sguardo infuocato, del suo tocco e del tono della sua voce…
come
se fossi preda di un potente incantesimo…
-Mi hai sentito, gattina?! Rispondi!- tuonò.
-Sì, Jazz… terrò gli occhi…
aperti…-
ansimai, mentre un sorriso irriverente e bastardo gli illuminava il
volto.
-Brava la mia bambolina…- sussurrò, riprendendo
la piacevole attività che poco prima aveva interrotto.
-Oddio, Jay!- urlai, tentando di non crollare sotto il suo fantastico
assalto. Ero succube di un piacere immenso e quando pensai che le gambe
non mi avrebbero più retto, Jazz si alzò e
permise ai
nostri corpi di fondersi in uno solo, spedendomi all’istante
in
paradiso. L’orgasmo, scoppiato all’improvviso, fu
ampliato
e prolungato dai suoi movimenti… Oddio santo! Credevo di non
reggere più a tutte quelle scosse di piacere… il
cuore
martellava impazzito, la gola era inaridita e le gambe mi
tremavano…
-Reggiti forte!- ringhiò il mio uomo, con gli occhi
stralunati
dal godimento e fissi sul punto in cui i nostri corpi erano uniti.
-Ahh! Jazz… non ce la faccio… dio santo!- gridai
in preda
di nuovo a potentissimi spasmi. Il piacere ormai era
diventato un
tutt’uno col mio corpo e la testa mi girava.
Qualche istante dopo anche Jazz si lasciò andare facendosi
trascinare dal piacere; per poi crollare entrambi ansanti sul mobile
sotto di noi, a goderci il nostro paradiso…
Il tempo di riprendere fiato e poi sentii la sua lingua leccarmi la
schiena con dolcezza, alternando piccoli e delicati baci…
l’urgenza di poco prima era svanita e ora mi stava venerando,
riempiendomi di mille attenzioni, come ogni volta dopo un sesso
favoloso.
Continuavo a guardarlo attraverso lo specchio. L’amore e la
devozione che sprigionavano i suoi occhi erano così immensi
e
totali che spesso mi lasciavano senza fiato.
-Sei fantastica, principessa… ti amo da morire…-
mormorò quasi in adorazione.
- Anch’io ti amo più di ogni altra cosa al mondo,
Jay…- mormorai esausta, abbandonandomi tra le sue braccia e
lasciandomi cullare dalla sua stretta vigorosa.
-Adoro fare l’amore con te…- gli confessai con un
sospiro,
osservandolo quasi in adorazione in quegli occhi carichi di amore.
-Abbiamo tutta la notte per noi e potremo fare l’amore in
tutti i
modi che desideriamo- mi rassicurò, tentando di riprendere
il
controllo del suo corpo e della sua mente; -Ora però voglio
dedicarmi a te… è l’ora del mio regalo,
amore mio.
Devo ammettere che mi hai veramente stupito. Non pensavo che avresti
resistito fino a quest’ora per sapere cosa ti avevo regalato-
mi
confessò sghignazzando.
La sorpresa mi fece spalancare gli occhi.
-Regalo?!- esclamai confusa; -Ma tu me lo hai già dato!-
continuai. Lui e i ragazzi mi avevano offerto una serie di trattamenti
per il corpo per un intero weekend nella nuova SPA di Port Angeles.
Dono ancora più apprezzato, visto che Jazz aveva aggiunto la
quota per poter trascorrere quel weekend con me!
-Piccola, pensavi davvero che mi sarei limitato a farti un regalo di
gruppo?! Non mi conosci ancora bene, allora… dovresti aver
capito ormai come sono fatto… Alice io ti amo
così tanto
che farei di tutto per te!- mormorò, baciandomi
delicatamente le
labbra, ma senza approfondire il bacio. Si allontanò un
attimo
da me e da un cassetto tirò fuori un pacchetto quadrato
fasciato
con una carta rossa e un fiocchetto bianco. Oddio! Era una scatolina
dalle dimensioni molto piccole e che probabilmente conteneva qualcosa
di prezioso. Mi prese per mano e andò a sedersi sul letto,
facendomi accomodare sulle sue gambe, porgendomi poi il pacchetto. Lo
afferrai emozionata e poi, con delicatezza, tolsi la carta e mi
ritrovai tra le mani una scatoletta di morbido velluto blu. La aprii e
dentro vi era uno splendido braccialetto!
Mi portai le mani alla bocca, completamente scioccata dalla
magnificenza di quel regalo. Non osavo nemmeno pensare a quanto potesse
aver speso, ma in fondo chi se ne importava? Era un regalo
straordinario!
-Jay… oh mamma! Ma sei impazzito?! E’ splendido,
ma non era il caso…- interruppe subito le mie rimostranze.
-Alice, forse ancora non mi sono spiegato abbastanza bene. Tu sei tutto
per me, sei la mia vita, la persona più importante e non mi
stancherò mai di ricoprirti di regali degni di te-
dichiarò, facendomi battere forte il cuore; -Quel weekend a
Seattle ho visto come ti brillavano gli occhi ogni volta che il tuo
sguardo incrociava uno di questi braccialetti… Ti piace
davvero?- si preoccupò. Stava scherzando?! Era magnifico e
le
pietre brillavano in maniera fenomenale. Mi aiutò a
indossarlo,
mentre io continuavo a rimirarlo affascinata.
-Lo adoro! Oh Jazz, grazie! E’ davvero eccezionale e anche io
ti
amo da morire!- esclamai, buttandogli le braccia al collo e spingendolo
sul letto, facendolo ridere felice.
-Voglio fare l’amore con te con solo questo
addosso…-
sussurrai sulle sue labbra, mordicchiandogliele. Sentivo la sua
erezione, non ancora del tutto scemata, riprendere vigore sempre
più e premere sul mio bacino, mentre le sue mani iniziavano
ad
accarezzarmi la schiena.
-Dio, Ally! Questo vestito mi ha fatto impazzire per tutta la sera! Sei
sexy da morire e molti ragazzi non riuscivano a toglierti gli occhi di
dosso. Ma tu sei mia… solo mia e di nessun altro…
non mi
lasciare mai, amore… potrei morirne…- mi
rivelò,
alternando le parole a baci roventi lungo il mio collo. Oddio, quel
ragazzo era più incandescente di un incendio!
Riprendemmo da dove avevamo lasciato poco prima, per dare inizio alla
notte più infuocata della mia vita!
Pov
Bella
Aprii gli occhi lentamente. Oddio santo! Dopo essere stata un bel
po’ sul pavimento, mi sentivo tutta anchilosata e
indolenzita! Mi
stiracchiai, voltandomi sull’altro fianco, ma un dolore alla
schiena mi fece scattare a sedere. Mi guardai intorno confusa e tutto
ciò che era successo nella notte mi tornò alla
mente… con il ricordo mi invase prepotente anche la rabbia.
La sera precedente, dopo una bella lavata di capo a Edward a causa
della solenne incazzatura di Alice per come aveva maltrattato i suoi
vestiti, ero riuscita a strappargli la promessa che l’avrebbe
finita una volta per tutte con la storia di quella ridicola guerra tra
lui e Jasper. Sembrava tutto a posto e Edward e SC erano pimpanti e
parecchio su di giri, pronti per una serata bollente…
Avevamo appena iniziato a coccolarci un po’, pronti a
tuffarci in
una notte di pura passione, quando ad un tratto un suono terribilmente
fastidioso e intermittente aveva attirato la nostra attenzione. Quel
rumore mi aveva risvegliato vecchi ricordi lontani… ma
più provavo a rammentare e meno riuscivo a metterli a fuoco.
Avevo tentato di riportare alla mente guasti nei tubi o rumori strani
dovuti all’impianto di riscaldamento, ma nulla mi sembrava
confermasse quel terribile fastidio…
L’eccitazione iniziale purtroppo era andata via via scemando:
più volte avevamo cercato in giro, accendendo anche tutte le
luci, spostando tappeti e alcuni mobili; ma ogni volta sembrava che il
suono si spostasse in un altro punto della stanza. Ero tremendamente
frustrata e innervosita; e il mio fidanzato si era parecchio
infastidito. Quando intuimmo che senz’altro si trattava
dell’ennesimo scherzo di Jazz per vendicarsi
dell’umiliazione durante la serata davanti a tutti i nostri
amici, Edward avrebbe voluto compiere all’istante la sua
nemesi,
continuando quella faida. Eh no, era ora di farla finita!
Manco a dirlo ne era nata una discussione tra noi, a causa di quella
che io consideravo solo una tremenda seccatura. Avevo tentato di non
irritarmi più del dovuto; ma quando poi Edward aveva
sbottato
accusandomi, neppure troppo gentilmente, di essere esagerata e che
avrei dovuto lasciarlo fare, mi ero innervosita a causa del suo
atteggiamento bambinesco; e incapace di sopportare oltre
quell’odioso ronzio che stava mettendo a dura prova i miei
nervi,
avevo lasciato la stanza sbattendo la porta e lasciandolo lì
come un cretino. In quel momento l’unica cosa che avrei
desiderato fare era buttare giù dal letto mio fratello e
costringerlo a cedermi il suo posto accanto a Alice, visto che la colpa
della mia serata andata in fumo era solo sua. Mi ero convinta che,
incazzata com’era Alice, la coppietta non si stava di certo
dilettando in attività piacevoli; ma quando mi ero
avvicinata
per bussare alla loro porta i gemiti che risuonavano
dall’interno
mi avevano fatto desistere dal mio intento e li avevo lasciati al loro
passatempo, contenta che almeno qualcuno si stesse divertendo.
Evidentemente la forza di volontà della mia cara cognatina
nel
resistere al fidanzato era pari alla mia della sera precedente:
pressoché nulla!
Avevo così optato per scendere al piano inferiore e trovarmi
un’altra sistemazione. Alla fine, esasperata, ero crollata
sul
tappeto, coprendomi con un asciugamano della dependance.
-Ehi, Bella!- mi sentii chiamare in un sussurro. Mi voltai e vidi Alice
sulla porta della cucina che mi faceva cenno di seguirla. Mi alzai e la
raggiunsi, sedendomi al bancone di fronte a una tazza fumante di
cioccolata bollente che mi aveva preparato con molta premura. Dio, ti
ringrazio!
-Ciao, tesoro- mi salutò abbracciandomi; -Scusami per averti
investito in quel modo ieri sera- si dispiacque.
-Non preoccuparti! Ho già dimenticato. E anche se non fosse
stato così, dopo questa gentilezza sei già
perdonata!- la
rassicurai, indicandole poi la tazza contenente la prelibata bevanda.
-Ora la mia furia è più dirottata verso quei due
cretini
che si professano nostri fidanzati. Ho una rabbia che non hai idea! E
se non bastasse il nervoso mi sento tutta indolenzita- mi lamentai. Non
era certo colpa sua se avevo dormito per terra.
-Comprendo benissimo. Senti volevo proporti un piano…
così finalmente metteremo fine a questa stupida faida una
volta
per tutte- sussurrò con atteggiamento cospiratorio.
-Oddio, ti ringrazio! Ti prego dimmi tutto! Sono disposta a qualsiasi
soluzione- accettai con entusiasmo; -Ieri sera ero riuscita a strappare
la promessa a tuo fratello che ci avrebbe dato un taglio. Ma con lo
scherzetto di stanotte di Jazz credo che stamattina saremo punto a capo
ed io non ne posso davvero più! Un bel gioco dura poco!- le
spiegai, infervorandomi.
-Completamente d’accordo, sorella!- esclamò
dandomi un
poderoso cinque; -Stanotte Jazz mi ha spiegato come si è
vendicato ed ero certa che stamattina saresti stata la mia
più
preziosa alleata per far terminare questa assurdità- mi
rivelò.
-Ti prego dimmi cosa diavolo ci ha infilato in camera quel demente di
mio fratello, perché mi sto scervellando da ore e proprio
non
riesco a ricordare cosa possa essere- la scongiurai. Alice mi
spiegò ogni particolare e subito mi venne in mente quel
giochino
maledetto. Probabilmente Edward, verso la mattina, era riuscito ad
addormentarsi perché quell’aggeggio malefico aveva
esaurito la carica delle pile; ma senz’altro doveva essere
parecchio snervato pure lui e non avevo comunque la più
pallida
idea di come avesse fatto a resistere tanto.
Alice mi spiegò il suo piano di contrattacco e mi
trovò
perfettamente d’accordo. Finimmo di fare colazione in santa
pace
e poi preparammo ogni dettaglio. Pian piano la cucina si
animò e
alla fine ci ritrovammo quasi tutti seduti al tavolone della sala da
pranzo a chiacchierare in allegria. Dopo poco ci raggiunsero anche
Jasper e Edward. Io non lo degnai di uno sguardo ma, con la coda
dell’occhio, notai che continuava a fissarmi con
un’espressione dispiaciuta sul volto. Non avevo nessuna
intenzione di rovinarmi la domenica, passandola a litigare con il mio
ragazzo; ma volevo che capisse che lui e Jazz avevano esagerato e che
dovevano darsi una regolata visto che non eravamo più
all’asilo. Quindi resistetti ancora senza badare molto a
ciò che faceva, anche se sarei volata volentieri tra le sue
braccia per farmi dare un buongiorno decente. Quel ragazzo era una
droga e senza i suoi meravigliosi baci andavo in crisi di astinenza.
Finita la colazione, io e Alice lasciammo quei due personaggi
lì
al tavolo a terminare il pasto; con perfetta nonchalance ci dirigemmo
insieme alle altre (già messe al corrente di tutto) al piano
superiore per ultimare ogni più piccolo dettaglio. Nel giro
di
un quarto d’ora avevamo tutto quanto pronto. Per fortuna io e
Rosalie avevamo avuto dei buoni insegnanti per mettere in pratica certi
dispetti… e Leah non era da meno, visto che era sempre stata
un
maschiaccio.
-Ehi, arrivano!- ci avvertì Angela che era rimasta di
vedetta
per controllare che nessuno ci beccasse in flagranza di reato. Non
eravamo certe che gli altri ragazzi, se avessero saputo cosa avevamo
intenzione di combinare, avrebbero tenuto la bocca chiusa…
gli
uomini erano peggio delle donne quando si trattava di pararsi il culo a
vicenda.
Noi cinque, facendo finta di nulla, ci mettemmo a chiacchierare proprio
davanti alle scale.
Ora veniva il difficile: Edward e Jasper avrebbero dovuto entrare nelle
stanze nello stesso secondo, altrimenti si rischiava che uno dei due
riuscisse a defilarsi prima di subire lo scherzo. Per un attimo ebbi il
terribile dubbio di aver esagerato, e dall’espressione tesa
di
Alice anche lei dovette pensare la stessa cosa. Per non parlare del
fatto che, anche se l’idea era stata sua, forse si sentiva
ancora
più in colpa di me, visto che aveva trascorso una notte
meravigliosa con Jazz e che il bracciale che le aveva regalato era
stupendo. Ma il nostro senso di colpa svanì tanto
velocemente
come era sopraggiunto, quando vedemmo Jazz e Edward ridere e scherzare
allegramente tra loro, dandosi cameratesche pacche sulle spalle, come
se niente fosse. Gli uomini erano veramente incredibili! Loro si
stavano divertendo un mondo ed ero certa che non avessero nessuna
intenzione di smettere! Mentre noi ragazze eravamo furibonde!
Dopo quella scenetta, con un’occhiata complice tra me e Alice
capii che per fortuna anche ogni sua remora era andata a farsi friggere!
-Ehi ragazze! Che fate qui?- ci chiese Jazz, meravigliandosi del luogo
che avevamo scelto per chiacchierare. In effetti con tutte le stanze
che c’erano in casa, poteva sembrare un tantino insolito.
-Senti, Jazz! Noi donne dobbiamo parlare! Quindi aria! Se non si fosse
trattato di delicate questioni femminili saremmo rimaste in sala da
pranzo con voi, no?- lo ammonì prontamente Leah. Grande! Non
le
mancava mai la parola. Nel frattempo ci raggiunsero anche Jake, Emmett
e Ben.
-Via maschi! Avete sentito?! Tutti quanti!- incalzò Rosalie,
che non vedeva l’ora di assistere alla scena.
-Mamma mia, quanta acidità, ragazze! Calmatevi!- si difese
mio fratello, alzando le mani in difesa.
-Dai, Jazz, lasciamole perdere… avranno i loro argomenti
mensili! Invece noi vogliamo vedere questa cavalletta portentosa!-
esclamò Emmett avvicinandosi alla nostra camera da letto.
Cazzo,
no! Non potevano infilarsi tutti in camera nostra… non
avrebbe
funzionato un tubo!
-Eh no!- urlai, fingendomi incazzata e sperando che le mie scarse doti
da attrice non mi tradissero all’istante; -Io ho dormito per
tutta la notte su un tappeto per terra. Anzi… dormito per
modo
di dire!- mi lamentai, fissando Edward in cagnesco; -Nessuno entra in
camera mia a cercare un bel nulla! Più tardi farete quello
che
vi pare, ora io me ne vado a letto!- esclamai. Un attonito silenzio
calò nel corridoio.
Bè, ero stata brava!
-Bella, per favore… posso entrare in camera con te e
parlarti un
minuto prima che ti addormenti?- mi chiese titubante Edward, con due
occhioni che esprimevano tutto il suo dispiacere. Dio che cuccioloso!
No, non dovevo lasciarmi distrarre da quegli occhi traditori!
-Certo, Edward. Finisco con le ragazze e arrivo subito. Inizia ad
aspettarmi in camera- gli ordinai perentoria, prima che decidesse di
farlo lì in corridoio.
-Anche tu, Jazz! Aspettami in camera perché ho bisogno di un
ripasso… la spiegazione di ieri sera non mi basta- gli si
rivolse Alice maliziosa, tentando di farlo entrare nella stanza. Era un
asso! Sapeva come prenderlo e infatti gli occhi di mio fratello si
illuminarono speranzosi. Merda! Edward stava già abbassando
la
maniglia mentre Jazz stava ancora facendo la radiografia alla
fidanzata! Accidenti alla tempistica!
-Edward, aspetta!- lo fermai. Lui si voltò, con ancora la
mano
sulla maniglia, proprio nel momento in cui Alice fece cenno a Jazz di
andare. Quando anche mio fratello afferrò
l’impugnatura
per aprire la porta, mi rivolsi di nuovo a Edward.
-No, no, niente! Tranquillo, arrivo subito- lo liquidai. Lui
sospirò e poi finalmente entrambi entrarono in camera nel
medesimo istante... un millisecondo dopo furono investiti da due secchi
ciascuno, uno pieno di acqua gelida e l’altro pieno di
farina. Le
urla disumane che lanciarono risuonarono per la casa, facendo accorrere
anche tutti i ragazzi di La Push, mentre tutti noi spettatori avevamo
iniziato a ridere a crepapelle.
-Vi arrendete? Mai mettersi contro le donne!- esclamò Alice.
Io
mi avvicinai, mentre entrambi ancora sbalorditi e completamente
impiastricciati di acqua e farina tentavano di togliersene un
po’
dal viso.
-Ma che cazzo…- tentò di lamentarsi mio fratello,
ma lo interruppi subito.
-E con questo dichiariamo chiusa tutta la vostra infantile faida.
Stavolta ve la siete cavata a buon mercato, ma se decideste di
continuare con gli scherzi, il sesso ve lo scorderete per almeno un
mese! E stavolta neanche il padre eterno ci smuoverebbe dai nostri
propositi! Attenti perché saremmo anche disposte a rivelare
a
papà e Esme che di notte vi intrufolate nelle nostre
camere!-
spiegai loro.
-Siamo state chiare?!- ribadì Alice, con un’aria
minacciosa.
-Chiarissime!- intervenne Emmett.
-Cristalline!- sbuffò Edward.
-Mi assicurerò io stesso che non facciano più
danni
perché non ho nessuna intenzione di rinunciare ai miei raid
notturni per colpa di questi due fessi che si sono fatti fregare dalle
rispettive sorelle, nonché fidanzate! Che delusione,
ragazzi!-
li schernì il fratello orso, facendo aumentare le
già
fragorose risate dell’intera combriccola.
In un attimo sia io che Alice venimmo afferrate dai rispettivi
fidanzati che iniziarono a strusciarsi addosso, sporcandoci e
impiastricciandoci tutte.
-Andiamo a farci la doccia, micetta! Abbiamo un discorso in sospeso io
e te!- mi sussurrò Edward all’orecchio con un tono
roco;
-E scusami per stanotte- aggiunse.
-Perdonato- lo rassicurai, lasciandomi trascinare all’interno
della nostra stanza. A pulire avremmo pensato dopo… molto
dopo!
Vi
ricordiamo l'altra nostra fiction Segreti e Inganni
la nostra OS Ritrovarsi
Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!
L'altra
metà del cuore di sara_g
From
Juliet, with love di cloe
cullen
Wish
upon a star di cloe
cullen
332
di barbara_f
Sun and
planets di
Stefys79
L'amore
ai tempi della guerra di annalisa69
Diamante
di
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Come
d'autunno sugli alberi le foglie di FunnyPink
Friday
at Noon di
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Swan lake di pallina90
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di maryc
L'amore
sorprende tutti di nik81
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