Love isn't for me.

di Mabelle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Thank you, Styles. ***
Capitolo 2: *** I wish that for once things go as i want. ***
Capitolo 3: *** I'm your human-cake. ***
Capitolo 4: *** I can give you a hand, if you want. ***
Capitolo 5: *** Write to me. ***
Capitolo 6: *** I'm confused. ***
Capitolo 7: *** Did you ever fall in love? ***
Capitolo 8: *** You are crazy! ***
Capitolo 9: *** We talk about me and you. ***
Capitolo 10: *** I don't care about her. ***
Capitolo 11: *** You are a raccoon. ***
Capitolo 12: *** Make a wish. ***
Capitolo 13: *** We are even. ***
Capitolo 14: *** You are different, Ebony. ***
Capitolo 15: *** Did you change for me? ***
Capitolo 16: *** Maybe i fall in love with Harry. ***
Capitolo 17: *** I'd topple. ***
Capitolo 18: *** You're lying. ***
Capitolo 19: *** We are best friends. ***
Capitolo 20: *** I'll never let you go. ***
Capitolo 21: *** Potato. ***
Capitolo 22: *** I'm sorry. ***
Capitolo 23: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Thank you, Styles. ***




1. Thank you, Styles.

 

Siamo in ritardo e la mia migliore amica è nel bagno da più di mezz’ora, inoltre alla prima ora abbiamo matematica. Quel professore ci odia, mi odia.

«Ti prego, Aubree, muoviti!» urlo dal piano inferiore, sperando che mi senta. Dopo pochi minuti suona il campanello. Velocemente mi dirigo verso l’ingresso, accogliendo Louis ed Harry con un sorriso.

E’ stupendo, come sempre.

Louis mi guarda perplesso. Ho qualcosa tra i denti?

«Ebony, possiamo entrare?» il riccio mi riporta alla realtà, sghignazzando. Gli rivolgo un’occhiataccia e dentro di me lo maledico per avermi distratto dall’osservare quel ragazzo accanto a lui.

«Eccomi, sono pronta!» mi volto e vedo Aubree scendere le scale, mentre Louis la raggiunge, scoccandole un bacio. Sì, un vero bacio. Rabbrividisco a quella scena, potrei esserci io al suo posto. Harry attira la mia attenzione facendomi cenno di uscire, lui è l’unico a sapere della mia cotta nei confronti di Louis.

«Sono dannatamente belli insieme, mentre io sono...» sbuffo spazientita.

«Sei...» mi incita a continuare il riccio.

«Una patata lessa!» sbotto, Harry ride e dopo un po’ mi unisco anche io. Louis ed Aubree sono dietro di noi, mano nella mano; intanto io ho preso la mano del riccio, senza nemmeno accorgermene, e la sto torturando con le unghie.

«Ebony, lascia stare la mia mano, per favore.» mi supplica a denti stretti a causa del dolore, mi scuso e abbasso lo sguardo imbarazzata. Come sono infantile.

Non dico niente per il resto del tragitto, in compenso mi mordo insistentemente il labbro inferiore. Quando avvisto una chioma bionda all’ingresso della scuola, inizio a correre verso di essa.

«Horan!» urlo, attirando l’attenzione degli altri ragazzi presenti. Mi accoglie con un abbraccio che io ricambio immediatamente, mentre Zayn aspetta impazientemente il suo bacio sulla guancia.

«Malik, sei viziato.» affermo, prima di appoggiare le mie labbra sulla sua morbida guancia. Prima che la campanella suoni, gli altri ci raggiungono ed entriamo tutti insieme. Mi volto per un attimo e posso notare il braccio di Louis cingere i fianchi di Aubree. 

Tranquillo, non te la ruba nessuno.

Un senso di sconforto mi pervade, ma vedere il sorriso di Niall accanto a me mi infonde allegria e non posso non fare a meno che sorridere di rimando.

Il professore di matematica ci squadra da capo a piedi, ma non ci faccio caso.

Io ed Aubree ci sediamo al solito posto, vicine. 

L’insegnante inizia a spiegare ed io inizio a chiacchierare con la mia vicina di banco come facciamo ogni volta.

«Sai, penso che dovresti trovarti un fidanzato.» strabuzzo gli occhi e mi volto verso di lei.

Io vorrei il tuo.

«Io sto benissimo così, tranquilla. Piuttosto, come va fra te e Louis?» il suo nome lo pronuncio con un po’ di incertezza. Quando parlo di lui sono soggetta ad abbassare lo sguardo, sempre.

«Benissimo. Penso che sia il ragazzo giusto per me. E’ perfetto, non trovi?» mi domanda, sorridendo.

Se me lo prestassi per un tempo indeterminato, te lo potrei confermare.

«Io non posso saperlo, ma dal tuo sorriso credo di sì.»

«Day, venga alla lavagna!» il mio cognome non mi piace, pronunciato dal mio professore fa ancora più schifo. Mi alzo, sbattendo da tutte le parti e provocando un frastuono infernale. Louis ride. Sorrido.

Preferirei che ridesse per altri motivi, non per quando faccio figure di merda, ma va bene lo stesso, dai.

«Risolva quest’equazione di primo grado. E’ dall’inizio dell’anno che le stiamo ripassando e spero che almeno qualche passaggio da svolgere le sia entrato in quella benedetta testa.» mi porge il gessetto, che io prendo molto bruscamente.

Per parecchi minuti la mia mano rimane sospesa nel vuoto, senza scrivere niente.

«Vuole che io rimanga qua ancora per molto o posso uscire?» domando ironicamente.

«Vada, vada.» indica la porta con lo sguardo, esco, soddisfatta nell’ennesima figuraccia.

Non sapendo cosa fare, mi siedo in corridoio, appoggiando la schiena contro il mio armadietto.

Poco dopo sento la porta cigolare, alzo lo sguardo: è Harry.

«Styles, ti sei fatto buttare fuori?» domando divertita, annuisce, si siede accanto a me.

«Certo che sei proprio una frana in matematica.» lo colpisco con un pugno sulla spalla, abbassa la testa e si massaggia il braccio, ride.

«Louis ti dà alla testa.» aggiunge. 

«Smettila di sfottermi.» ribatto acida. Capisce che è meglio che stia zitto.

«Li hai visti stamattina? Vicini, si baciavano, si accarezzavano.» gesticolo in modo strano, non so nemmeno perchè lo faccio.

«Come ogni mattina, Ebony. E’ inutile che continui a torturarti con questa storia. Stanno insieme, e tu non puoi farci niente.»

«Posso dirti una cosa? - alza lo sguardo verso di me - vaffanculo, ecco. Non sei per niente d’aiuto. Da migliore amico dovresti trovare una soluzione.» sbuffa.

«Cosa vuoi che faccia? Non posso mica conquistare Aubree in modo che lei lasci Louis.» 

Un sorriso si fa spazio sul mio viso. 

«Invece potresti - continuo a sorridere come un’ebete - se tu lo facessi, sono sicura che andrebbe a finire bene.» sa che sto facendo sul serio e forse è proprio questo che lo preoccupa.

«Ebony, io stavo scherzando. Aubree è la tua migliore amica, te lo sei dimenticato? E Louis è il mio migliore amico, non voglio fargli un torto del genere.» risponde, distruggendomi tutte le speranze.

«Ed io sono la tua migliore amica. Non vedo che problemi ci debbano essere. Almeno potresti provarci, senza dare troppo nell’occhio.» mi guarda incerto, so che tra un po’ cederà.

«Prometto che ti farò tutti i compiti di matematica.» sporgo il labbro inferiore, facendo la faccia da cane bastonato.

Ti prego, ti prego.

«Ma sei fai schifo in matematica!» ribatte divertito. Si porta una mano fra i riccioli, scuotendoli.

«Va bene, ci proverò. Ma giuro che se qualcosa va male, io...» non riesce a finire la frase perchè lo stringo in un abbraccio, quasi soffocandolo.

«Grazie, Styles.» gli dico, staccandomi dopo pochi minuti.

«Prego. Comunque l’hai promesso: da ora in poi mi farai i compiti di matematica.» ammicca, facendo l’occhiolino.

Ma mi ha preso veramente sul serio?

«Guarda che io stavo scherzando. L’hai detto anche tu che faccio pena in matematica.» suona la campanella, mi alzo. Apro il mio armadietto e prendo i libri per l’ora successiva: filosofia. Quasi quasi salto la lezione, tanto so che sarò buttata fuori nuovamente.

L’ultima immagine che vedo prima di entrare in classe sono Louis ed Aubree che si abbracciano. Mi mordo il labbro, ma mi rilasso immediatamente. Da oggi le cose cambieranno e in parte grazie a Styles, se farà il suo lavoro impegnandosi veramente.







Eccomi tornata con una nuova FF.
Uno dei protagonisti è,  ancora una volta, Harry. RGBERKJGBREKBG (?) ma questa volta la protagnosta è cotta di Louis. YEEEAH. (?)
Okaaay, direi che come inizio non è dei migliori. LOL
Spero che vi piaccia come primo capitolo e che vi incuriosisca. 
Recensite. Recensite. Recensite. Recensite. *coro*
AHAHAHAHAHAH, no okay ora faccio la seria. u.u
Recensite, in questo modo io potrò sapere cosa ne pensate. 
Un bacio. xx


 

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Capitolo 2
*** I wish that for once things go as i want. ***




2. I wish that for once things go as i want.

 

Sto cercando di fare i compiti di matematica, ma c’è il frigorifero che mi sta tentando.

Quel rettangolo di metallo e plastica è così affascinante e attraente.

E, sinceramente, sto sparando delle grandi cavolate.

Dopo essere usciti da scuola, siamo tornati a casa e Niall ha svuotato il frigorifero, di conseguenza Aubree e Louis sono andati a fare la spesa. 

Detesto le equazioni, ma detesto ancora di più il fatto che non ci sia niente da mangiare.

Suona il campanello.

Vado ad aprire.

«Harry?» domando stupita.

Che minchia ci fa a casa mia? Boh.

Noto che tra le mani ha un pacchetto di “Starbucks” e molto probabilmente all’interno ci sono i miei muffin preferiti, quelli al mirtillo.

«Non importa per la quale assurdo motivo tu sia venuto a casa mia, dammi il pacchetto!» prima che possa porgermelo, lo afferro. Rovisto al suo interno e prendo un muffin, inizio a mangiarlo, non curandomi delle briciole che sto spargendo.

«Entra, dai.» biascico, vedendolo ancora sulla soglia mentre mi osserva incredulo.

«Sei la copia di Niall ma in versione femminile.» confessa, entrando finalmente in casa. Appoggia il cappotto sul divano e cerca di afferrare il pacchetto.

«Che cosa pensi di fare? - sbotto, colpendolo sulla mano per farlo indietreggiare - non toccare i miei muffin.» dopo tutto lo studio di questo pomeriggio, ho diritto ad un po’ di risposo.

«Santo cielo, Ebony.» rotea gli occhi al cielo. Mi sta compatendo, lo so.

«Non mi hai ancora detto perchè sei qua.» gli rammento, sperando che questa volta mi risponda.

«Per Aubree - mi si illuminano gli occhi - ho bisogno che tu mi dica qualcosa su di lei. Non posso di certo corteggiarla senza sapere niente. Non credi?» annuisco convinta, pulendomi con le dita le labbra sporche di mirtillo. 

Mi metto comoda sul divano ed inizio a pensare. Cerco di riordinare le idee su Aubree, facendomi venire in mente ciò che ama e ciò che detesta.

«Le piace tutto ciò che è fatto di cioccolato. Lei lo adora, non resiste quando lo vede.» Harry prende il cellulare e prende nota di tutto ciò che dico.

«La neve - il riccio mi guarda perplesso - non fare quella faccia! E’ lei che l’adora.»

«Okay, ma non possa mica far nevicare.» afferma. Be’ in effetti non ha tutti i torti.

«Adora i baci sul collo. Pensa che siano... Eccitanti.» Harry sghignazza divertito, gli lancio un cuscino.

«Mi piace come ragiona la ragazza.» aggiunge, dopo essersi schermato dal mio tiro, lo fulmino con gli occhi. 

«Fammi pensare - mi concentro nuovamente - le piacciono i fiori, in particolare le gerbere. Ama il gelato, però solo quello alla fragola e allo yogurt. Inoltre, portala a fare shopping per un pomeriggio e ti amerà per il resto della sua vita. Naturalmente ti dovrai subire tutti i vestiti e dovrai anche consigliarglieli.» 

«Ho capito. Basterà essere romantico e gentile. Questo credo che sia il più grande favore che io ti abbia mai fatto.» Harry è all’esasperazione, non sa a cosa sta andando incontro, ma è meglio che non glielo dica.

«Te ne sono grata, Styles.» sorrido per ringraziarlo.

«Sai, sei proprio un’insensibile - si volta verso di me - ed io con te. Stiamo facendo un torto ai nostri migliori amici. Dovresti adorarmi per questo, sappilo.»

Quanta saggezza, Styles. Non l’avevo mai visto così serio e comprensivo.

«Quando giocherai nel letto con Aubree non credo che ti dispiacerà aver accettato il mio accordo.» so che questo è il suo punto debole, mi sorride maliziosamente, capendo cosa intendo.

Bussano alla porta. Probabilmente saranno i ragazzi. Vado ad aprire.

«Abbiamo fatto una bella scorta.» la voce di Aubree è affannata, forse a causa dell’afa che c’è all’esterno. Sto per chiudere la porta quando mi si presenta davanti la figura di Louis.

Aria, aria. Ho bisogno di aria.

Sventolo una mano davanti alla mia faccia. Troppo caldo.

«Ebony, stai bene?» mi domanda preoccupato, si volta anche Aubree e nota che sono rossa in volto.

Santo cielo, qualcuno mi aiuti.

«Sarà colpa del caldo.» interviene Harry, cercando di sviare il discorso. Louis fa spallucce ed entra in casa, accompagna Aubree in cucina ed insieme mettono a posto la spesa. Ringrazio il riccio per l’intervento.

«Io ed Harry andiamo di sopra.» avviso, prima di afferrarlo per un braccio e trasportarlo su per le scale, cercando di non farlo inciampare.

«Cos’hai in mente di fare?» gli domando, sperando che abbia già trovato qualche idea.

«Non lo so - si passa una mano fra i capelli - cercherò di trascorrere un po’ di tempo con lei, mentre tu lo passerai con Louis.» scuote la testa incredulo.

«Che c’è?» chiedo perplessa, notando il suo stato.

«Che cosa che mi fai fare per vederti finalmente felice.»

«Se mi fosse rimasto un minimo di cervello, avrei lasciato perdere. Aubree ottiene sempre tutto ciò che vuole, ma quando si parla di Louis è diverso. E’ da diversi anni che penso solo a lui, cerco di rafforzare il nostro rapporto, ma alla fine mi ritrovo sempre al punto di partenza. Vorrei che per una volta le cose andassero come voglio io.» sbuffo, sdraiandomi sul letto e osservando il soffitto. Harry si sdraia di fianco a me.

«E se lui l’amasse veramente?» rompe il silenzio il riccio, continuando a tenere i suoi occhi puntati verso l’alto.

«Vuoi mettere a confronto Ebony Day ed Aubree Brown? - mi volto verso di lui - vincerebbe lei, lo so.» 

«Cerca di essere ottimista, dai. Come potrebbe Louis resistere ad una patata lessa che fa figure di merda almeno una volta al giorno, che divora i muffin in cinque minuti e che non sa risolvere le equazioni di primo grado...»

«Basta con questi complimenti. Rischio di montarmi la testa.» rispondo sarcastica.

«Non ho ancora finito - puntualizza, si volta verso di me, impregnando le sue iridi verdi nelle mie scure - ma che, tuttavia, ha una delle risate più belle che io abbia mai sentito, sa farti sorridere con poco e ha una mente malvagia che organizza piani crudeli e insensati.» continua a sfottere.

«Se stai cercando di addolcirmi per fa si che io ti faccia i compiti di matematica be’, hai sbagliato tattica.» sospira affranto, consapevole di aver fallito.

«Harry!» la voce di Louis è riconoscibile anche in mezzo alle altre, sta chiamando il suo migliore amico. Il riccio mi saluta, promettendomi che da domani avrebbe messo in atto il mio piano.

 

 

 

 

 

 

 

«Che avete fatto tu ed Harry oggi pomeriggio?» mi domanda Aubree, mentre con il telecomando cambia canale.

«Gli ho fatto copiare i compiti di matematica.»

Che scuse assurde, Ebony.

«Primo: Harry non aveva il quaderno; secondo: tu fai schifo in matematica.»

Verrò ricordata come quella che in matematica non riusciva a prendere nemmeno la sufficienza. Bene, molto bene.

«Ti piace? - sobbalzo a questa domanda - vedo come lo guardi, cerchi sempre di ottenere la sua attenzione...»

Merda, merda, merda. Mi ha scoperta, cazzo.

«Io.. - ingoio la saliva, devo guadagnarmi tempo - che bel documentario, parla della riproduzione... degli orsi?!» 

Oh, santo cielo. Stasera tutti sono contro di me.

«Non cambiare discorso. Ammettilo che...»

Ora mi uccide, me lo sento. 

«... Che ti piace Harry!» sbotta. 

Eh? Ma questa è scema.

Tuttavia, tiro un sospiro di sollievo.

«No, no e no. Tu sei completamente fuori strada.» risponde sinceramente.

Se solo sapessi chi mi interessa veramente.

«Invece, secondo me, Harry ha un debole per te.» ammetto, spostando il discorso su di lei.

«Ma che cosa dici?» strabuzza gli occhi sorpresa.

Il mio piano ha inizio.

«Mi parla spesso di te, dicendo cose anche dolci. Dovresti dargli una possibilità.»

«Io sto con Louis.» puntualizza.

Sì, grazie per avermelo ricordato, eh. Non lo sapevo.

«Almeno trascorri un po’ di tempo insieme a lui, parlaci, frequentalo...»

«Ma neanche morta! Io voglio solo Louis.» spegne la televisione e si alza dal divano, dirigendosi verso la sua stanza.

Come primo inizio non è stato proprio dei migliori, ma mi rifarò domani.








Nuovo capitolo appena sfornato. *-*
Spero che vi piaccia e che recensiate in tanti. Ci tengo veramente tanto. c:
Grazie mille per le persone che hanno recensito il primo capitolo e per tutte quelle persone che hanno aggiunto la storia fra le seguite/preferite/ricordate. 
Un bacio. xx


L'altra FF:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1055046

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** I'm your human-cake. ***




3. I'm your human-cake.

 

Sto picchiettando insistentemente la biro sul banco. Aubree e Louis continuano a scambiarsi bigliettini.

Bravi, bravi. Dovrebbero seguire la lezione e invece si fanno i cazzi loro. 

Appoggio la testa sul banco, sperando di addormentarmi. Stamattina Harry non ha proprio rivolto la parola ad Aubree, ma mi ha riferito che si sarebbe rifatto questa sera.

Aubree mi dà una gomitata e sobbalzo.

Vaffancuore, tesoro.

«Che minchia vuoi? Mi stavo quasi addormentando.» sottolineo quel “quasi”, appoggiando nuovamente la testa sul banco.

«Louis e gli altri ragazzi ci hanno invitati al cinema.» sorride entusiasta.

«Louis? Ci ha invitate? Ma che cosa... Deliziosa.» abbozzo un sorriso, ma dentro di me sto fremendo dalla gioia, santo cielo.

Suppongo sia stata un’idea di Harry, ma il fatto che Aubree abbia accennato il nome di Louis mi rende felice. Ciò vuol dire che anche lui vuole uscire con noi, con me.

Sbadiglio annoiata, sperando che quest’ora finisca presto.

La campanella suona, mi alzo infastidita sbattendo la borsa da tutte le parti.

Oggi sono di buon umore e niente potrà cambiarlo.

«Buongiorno, patata lessa.» mi saluta Harry. Alzo lo sguardo verso di lui e solo dopo mi accorgo che c’è anche Louis, il quale mi sta guardando divertito.

«Buongiorno a tutti e due.» sorrido, seppur in imbarazzo. Lo ammazzo, lo giuro. Gli strappo tutti i riccioli, uno ad uno in modo che sia più doloroso e poi rimarrà pelato ed io riderò, insieme a Louis.

«Ebony, ci sei?» Louis mi sventola una mano davanti agli occhi, scuoto la testa e faccio segno di sì.

«Ci vediamo stasera, allora.» si congeda e raggiunge Liam, mentre Harry rimane a guardarmi con un sorriso stampato sulle labbra.

Mi mordo il labbro nervosa e allo stesso tempo sorrido come un’ebete, sto fremendo dalla gioia, cavolo.

«Dillo, dai.» Harry mi conosce troppo bene.

«Oddio, quanto è figo!» sbotto, scoppia a ridere ed io con lui. Ci incamminiamo verso la mensa e ci uniamo agli altri. Aubree mi guarda curiosa, sta pensando che fra me ed Harry ci sia qualcosa, ma è fuori strada.

Prendo il vassoio, nonostante non abbia molta fame o forse è il cibo che preparano alla mesa a fartela sparire?

«Buongiorno, vorrei una fetta di pizza.» sorrido alla signora davanti a me, la quale mi porge un piatto contenente un triangolo allo stato solido, con incastrata della mozzarella.

Mi volto e cerco i ragazzi con lo sguardo, pochi minuti dopo realizzo che Louis è da solo. Inizio a farmi spazio tra gli altri alunni e a dirigermi verso il suo tavolo.

Se solo fossi un po’ più veloce.

«Ebony!» sento una voce chiamarmi e, sfortunatamente, non è Louis. Mi volto e vedo Niall tutto sorridente venirmi incontro.

Horan, hai scelto il momento perfetto, direi.

«Che cosa vuoi, Niall?» sono abbastanza irritata, ma cerco di non mostrarlo. Il biondo sposta lo sguardo sulla mia pizza - se così si può chiamare - e schiocca la lingua. Avendo intuito il motivo per il quale mi ha chiamata, afferro il piatto e glielo porgo.

«Mangiati questa schifezza e non rompermi per il resto della vita.» mi volto nuovamente verso il tavolo di Louis che è ormai occupato da Aubree e gli altri ragazzi, fortunatamente Harry mi fa cenno di avvicinarmi facendomi un po’ di posto tra lui e Zayn sonounfigodellamadonna Malik.

«Il tuo pranzo?» mi domanda Liam, indicando il vassoio vuoto.

«Niall ha voluto la mia fetta di pizza e gliel’ho data. Quando è affamato sfracassa i maroni in una maniera incredibile.» scoppiano a ridere, così anche Louis.

Dio, se è bello quando ride.

Ha qualcosa di strano al lato della bocca, ma non riesco a capire cosa.

«Louis hai qualcosa qui... Più a destra... Aspetta...» mi alzo un attimo e mi sporgo verso di lui, indicandogli il punto, ma proprio in quel momento perdo l’equilibrio e cado sul tavolo.

«Merda.» sibilo tra i denti, alzandomi goffamente. Abbasso lo sguardo sulla maglietta che, naturalmente, è macchiata con la torta di Louis.

«Tutto apposto?» mi domanda Zayn, vedendomi in difficoltà, annuisco un po’ insicura.

«Cazzo, Ebony, mi dispiace per la maglietta.» ammette Louis, faccio spallucce, dicendogli di non preoccuparsi.

«Sono la tua torta umana.» dico ironicamente, ride divertito e così anche gli altri. Per un attimo mi sembra che non abbia riso di me, ma con me. Rimane qualche secondo ad osservarmi ed io arrossisco, abbassando lo sguardo.

«Meglio che andiamo a casa, in modo che tu ti possa cambiare.» Aubree scocca un bacio a Louis, dopo di che mi afferra per un braccio e usciamo insieme.

 

 

 

 

 

 

 

Aubree è stesa sul letto a leggere un libro, mentre io sono ferma da circa mezz’ora davanti all’armadio a scegliere cosa mettere.

«Questo fa schifo... Questo è troppo lungo... Questo è troppo corto... Questo è color merda...» Aubree chiude il libro di colpo e mi guarda sconcertata.

«Che colore è, scusa?» mi domanda, spostando lo sguardo verso il vestito.

«Merda, santo cielo.» glielo sventolo davanti agli occhi e lo butto per terra insieme agli altri.

«Come mai così nervosa?» chiede curiosa, alzandosi dal letto. Faccio spallucce, non curandomi della domanda che mi ha posto.

«Comunque, devi andare al cinema. Mettiti un paio di jeans e una felpa, dai.» mi suggerisce, scostandomi leggermente dall’armadio per porgermi i vestiti che avrei indossato.

Certo, il cinema, che sciocca. 

Mi vesto velocemente, sperando di non essere la solita ritardataria.

Il campanello suona e, prima che Aubree possa fare un passo, mi precipito giù per le scale e apro la porta.

I ragazzi sono tutti davanti a me, all’ingresso, che mi sorridono.

«Entra Louis.» gli faccio cenno di farsi avanti, Harry tossisce e solo in quel momento mi ricordo della loro presenza. Faccio entrare anche loro, sperando che non abbiano fatto caso alla mia figuraccia.

Aubree scende dalla scale, indossa un abito semplice, ma che fa risaltare l’azzurro dei suoi occhi. Louis la osserva, percorrendola con lo sguardo, la sta mangiando con gli occhi. Vorrei ricordargli che fino a poche ore fa ero io la sua torta al cioccolato umana e quindi dovrei essere più gustosa di lei.

Harry mi prende sottobraccio, cercando di tirarmi sul il morale con un sorriso che io ricambio un po’ incerta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Arriviamo al cinema e ci sistemiamo nei posti liberi, che sono veramente pochi. Per questo siamo costretti a dividerci: Aubree e Louis sono davanti a noi.

Che palle, sinceramente.

Sbuffo spazientita e Zayn mi guarda perplesso, faccio spallucce.

«Hazza la mazza, non fai un emerito cazzo.» gli sussurro nell’orecchio.

«C’è tempo, tranquilla.» mi accomodo nuovamente sulla poltrona, incrociando le braccia. Se non faccio qualcosa io il piano non funzionerà.

Louis appoggia un braccio sulle spalle di Aubree e avvicinano le loro teste.

Provo una sensazione di ribrezzo per tutta quella dolcezza, quindi è meglio separarli.

«Scusate - mi intrometto - potreste staccarvi? Non si vede un cazzo da qua.» metto le mie mani fra di loro e li separo, facendoli tornare alla loro posizione iniziale.

«Va bene?» mi domanda Louis, un po’ infastidito. Annuisco.

Non guardarmi in quel mondo, Tomlinson. Un giorno mi ringrazierai... Un giorno molto lontano, purtroppo.










Scusatemi, scusatemi, scusatemi, scusatemi, gerkgrekbg. Lo so che è un capitolo schifo, merdoloso, penoso, obrobrioso. Diciamo che tutti gli aggettivi dispreggiativi lo descriverebbero, reknrekten. Ma è un capitolo di passaggio. c:
Vi ringrazio per le bellisime recensioni che mi lasciate e per tutte le persone che aggiungono la FF tra le seguite/preferite/ricordate. 
Corro a studiare. D:
Un bacio e mi raccomando: recensite. xx

L'altra FF: 
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Capitolo 4
*** I can give you a hand, if you want. ***




4. I can give you a hand, if you want.

 

Non sto seguendo il film perchè sono troppo occupata ad tenere d’occhio Aubree e Louis, intanto Harry ne approfitta per rubarmi qualche pop-corn. Infilo la mano per prenderne un po’ e l’unica cosa che riesco a tastare è la carta e del sale sul fondo.

«Ora alzi quel culo e me ne compri degli altri.» mormoro al riccio, cercando di non farmi sentire, tuttavia Niall e Zayn mi fanno segno di tacere.

«Aubree vuoi qualcosa?» mi sporgo verso di lei, si volta.

«Vorrei andare a prendere da bere, vieni con me?» 

«Ti accompagna Harry.» incrocio lo sguardo di Harry, mi pare leggermente confuso, ma poco dopo capisce le mie intenzioni.

«Su, andate. Io vi tengo il posto.» alzo il tono di voce a causa della mia euforia, il biondo mi rimprovera. Aubree è un po’ incerta, molto probabilmente avrà pensato al discorso di ieri sera. Vedo le due figure allontanarsi e finalmente posso dedicarmi a Louis, naturalmente appena avrò trovato una scusa per sedermi di fianco a lui.

«Ti dispiace se mi metto vicino a te? Da qua non si vede molto bene il film, sai.» prima che possa rispondermi, si ritrova una bella patata lessa, di nome Ebony, al suo fianco che lo osserva insistentemente.

«Aubree mi ha detto che sei molto bravo in matematica.» cerco di attaccare bottone.

«Me la cavo, dai. Invece tu e la matematica non andate molto d’accordo, vero?» si volta verso di me e posso ammirare i suoi bellissimi occhi azzurri.

«Diciamo che non ho tempo di risolvere anche i suoi problemi - ride della mia battuta non voluta, sorrido - vorrei migliorare, almeno per ottenere la sufficienza.»

«Potrei darti una mano io, se vuoi.» 

Oh, santo cielo. Ho capito bene? 

«Certo! Non aspettavo altr... Volevo dire, sarebbe un’ottima idea.» appoggio le mani sulle mie guance, probabilmente sarò arrossita e fa anche molto caldo in questo cinema dove è presente l’aria condizionata.

Mi volto per vedere se Aubree ed Harry sono già tornati, ma non vedo nessuno. Minchia, non pensavo che il riccio sarebbe riuscito a conquistarla in così poco tempo. Quel ragazzo mi sorprende, a volte.

Mi avvicino a Louis. Ha un buon profumo.

Sento una mano toccarmi la spalla. 

Merda.

Sobbalzo.

«Ebony, tranquilla, sono Zayn. Volevo solo chiederti se potresti spostarti, perchè da qua non si vede niente.»

No, ma mi prendi per il culo? Solo io posso utilizzare quella scusa per far allontanare due persone. Mi dispiace, Malik, sei arrivato in ritardo.

«Non scassarmi le palle, Zayn.» lo liquido immediatamente, tornando ad annusare la felpa di Louis, sperando che non se ne accorga.

Poco dopo sento un’altra mano sfiorarmi la spalla.

«Chi cazzo è ora?» mi volto infuriata, ritrovandomi due occhi azzurri come il cielo scrutarmi.

«Dove sono finiti Harry ed Aubree?» mi domanda Niall, pensieroso.

Ma che se ne stiano fuori per tutta la durata del film.

«Non lo so e non mi interessa, santo cielo.» Horan mi guarda sorpreso, mi sto inacidendo. La mia attenzione ritorna sulla figura di fianco a me.

Dio mio, è stupendo.

Una mano mi picchietta sulla spalla.

Ora mi incazzo.

«Che cosa volete ancora? Non mi sposto da qu... Aubree, tornata? Era ora, eh.» non mi sembra molto preoccupata, fortunatamente, e in mano stringe una bottiglietta di thè al limone.

«Ci avete impiegato mezz’ora.» solo ora mi accorgo che anche Louis si è voltato.

«Mi sono sporcata il vestito ed Harry mi ha aiutato a pulirlo.» Aubree si avvicina a me. Devo alzarmi? Uh, credo di sì.

Ritorno al mio posto, di fianco ad Harry, il quale mi porge dei pop-corn, lo squadro.

«Che c’è?» mi domanda, confuso.

«Già che c’eri potevi rovesciarglieli in testa i pop-corn. Stavo intrattenendo una conversazione con Louis - cosa che non capita tutti i giorni - e tu il massimo che sai fare è sporcarle il vestito? Ma sei pirla, allora.» Harry mi guarda incredulo, sbuffando.

«Non hai nemmeno il diritto di sbuffare e dammi questi pop-corn che, per la cronaca, sono miei.» prima che mi possa rispondere, afferro la confezione e l’appoggio sulle mie gambe.

Molto interessante il film, direi.

Vedo una mano intrufolarsi tra i pop-corn, la blocco con uno schiaffo sonoro.

«Stai fermo, Niall!» lo rimprovero, spostando la confezione dalla sua visuale. Zayn si sporge e mi fa segno di tacere.

Minchia, che palle.

«Siete dei rompiscatole.» è tutto ciò che dico prima di sprofondare nella poltrona, annegando nella noia più totale.

Fate finire questo benedetto film immediatamente.

Alzo lo sguardo e incontro un viso famigliare, Louis.

Sobbalzo.

«Potrei avere un po’ di pop-corn?» mi domanda con la sua voce suadente. Dio mio, stupriamolo.

«Certo - glieli porgo - anzi, prendili tutti, io non li voglio più.» gli sorrido, cercando di essere il più gentile possibile.

«Anche io li vorrei.» si intromette il biondo, dopo aver seguito la conversazione.

«Zitto, Horan.» gli lancio un’occhiataccia e Harry si lascia scappare un risolino divertito. 

Che situazione così assurda.









MABELLE IS HERE (?)
AHAHAHAHAHA, no. (?)
Scusate per la lunghissima assenza, ma sono stata piena di verifiche siccome domani ci sono gli scrutini. 
WAAAAA, poi ci saranno gli esami e farò una figura di miiieerda. lol
AHAHAHAH fortuna che ci siete voi. <3
Grazie per le bellissime recensioni. o:
Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate.
EVAPORO, VA'.
Ciaaaao. xxx

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Capitolo 5
*** Write to me. ***




5. Write to me.

 

Il film è finito, finalmente. Sinceramente, non l’ho proprio seguito e se mi chiedessero il mio parere sicuramente direi che era stupendo, nonostante non sappia nemmeno di cosa parlasse, ma okay.

Saliamo sulla macchina di Louis, io mi siedo di fianco a Aubree anche se stiamo un po’ stretti dato il gran numero di passeggeri.

«Metti un po’ di musica, Lou.» propone Zayn, subito Louis accende la radio.

«Alza un po’, per favore - intervengo, avendo riconosciuto la canzone - è “Super Bass” di Nicki Minaj!» urlo tutta eccitata.

Non che quella canzone abbia un gran senso, ma mi piace il ritmo e poi è divertente con tutto quel “Boom Badoom”, no?

«Carina.» afferma Louis, abbozzando un sorriso.

«Quella che la canta è carina.» aggiunge Harry, gli rifilo uno spintone, si lascia scappare un gemito di dolore.

Se solo avessi un quarto della bellezza di Nicki Minaj credo che Louis lascerebbe Aubree senza pensarci su due volte ma, come nella maggior parte dei casi, sono solo la seconda scelta, la ruota di scorta, quella di cui gli altri non tengono conto se non nel momento del bisogno. Perchè, ammettiamolo, io sono quello. Se non ci fosse Harry credo che sarei una persona totalmente asociale, naturalmente anche con gli altri ragazzi vado d’accordo, come per esempio Zayn, Liam o  Niall, ma è il riccio che posso veramente considerare il mio migliore amico. Per vedermi felice ha perfino “tradito” il suo migliore amico, ditemi se questa non è amicizia. Poi c’è Aubree che, in fin dei conti, è solo una semplice amica alla quale sto cercando di rubare il fidanzato. Non mi sento in colpa, santo cielo, quella ragazza ha tutto, Louis è solo un altro sfizio che si è tolta. Qui, se c’è una ragazza che lo ama veramente, sono io; gli ho perfino regalato i pop-corn, ditemi se questo non è amore?

«Ebony, sei tra di noi?» il biondo mi sventola una mano davanti agli occhi, annuisco.

«Lasciala perdere, ogni tanto è fra le nuvole.» aggiunge Harry, si sposta leggermente pronto a difendersi qualora l’avessi spinto nuovamente.

Louis accosta, siamo arrivati. Apre la porta ad Aubree e l’aiuta a scendere dall’automobile. Aspetto che aiuti anche me, ma l’unica cosa che ricevo è la visione di un bacio. Scendo da sola.

«Grazie dell’aiuto, eh.» sibilo a denti stretti, Louis mi guarda confuso. Oh, lasciamo perdere!

«Be’, buonanotte, allora.» Zayn e i ragazzi ci salutano con un bacio sulla guancia.

«Ah, Ebony... - mi volto in direzione della volta, è Louis - per quanto riguarda le ripetizioni di matematica, domani ti invio un messaggio così ci mettiamo d’accordo.» annuisco, sorridendo.

Ma certo, tesoro, tutto quello che vuoi.

Okay, penso che dovrei darmi una regolata e contenere la mia euforia ogni volta che Louis mi rivolge la parola, non voglio che si accorga dei miei sentimenti e soprattutto non devono capirlo gli altri, in particolare Aubree.

«Cosa dovete fare tu e Louis?» mi domanda Aubree, curiosa. 

«L’ha detto anche lui: ripetizioni di matematica - si volta verso di me - si è offerto lui di aiutarmi.» Aubree mi guarda sorpresa, mi lascio scappare un risolino.

Proprio così, Ebony colpisce ancora.

«Attenta!» urla Aubree da dietro, ma è troppo tardi. Inciampo nel gradino e cado a terra.

Okay, è stato il pavimento a colpire me.

Mi rialzo a fatica, ma fortunatamente non mi sono fatta male.

«Tutto bene?» mi domanda, annuisco sfregandomi le mani per pulirle.

Entro in casa senza nemmeno aspettarla, ho voglio di dormire e svegliarmi con la consapevolezza di ritrovarmi sul cellulare un messaggio da parte di Louis.

Salgo le scale lentamente, udendo il rumore della porta chiudersi alle mie spalle, non ci faccio caso, voglio rifugiarmi tra le coperte e chiudere gli occhi. Mi cambio frettolosamente, indossando il primo pigiama che trovo. Finalmente mi infilo nel letto, sperando che Aubree, quando sarà salita, non faccia rumore. Nonostante sia stanca, il sonno tarda ad arrivare e così passo il tempo a riflettere sulla serata, su quello che è successo e che domani potrà accadere. La richiesta di Louis mi ha colta di sorpresa, non me lo sarei mai aspettata, in fondo la nostra è un’amicizia superficiale, fatta di saluti e chiacchiere veloci, certamente non si può paragonare a quella fra me ed Harry.

I miei pensieri sono interrotti dal rumore dei passi di Aubree, chiudo gli occhi.

«Eb, sei ancora sveglia?» mi domanda Aubree, non rispondo.

Alt, che cazzo di soprannome è Eb?

Mi trattengo dal ridere, soffocando un ghigno nel cuscino.

Aubree, anzi Au, è fuori di testa. Se Louis si è innamorato di una come lei per quale motivo non si dovrebbe innamorare di una come me?

Sto avendo più fiducia in me stessa e so che, anche con un po’ di fortuna, dimostrerò a quel ragazzo che ha sprecato tutto questo tempo insieme ad una ragazza che non lo apprezza per quello che è, e che invece, proprio davanti a lui, c’è qualcuno che farebbe di tutto per vederlo sorridere. Eh, sì, sono proprio io, Ebony Day.

 

 

 

 

 

 

 

Potrei uccidere Aubree e la sua maledetta sveglia. E’ domenica, santo cielo, per quale motivo l’ha programmata se non c’è scuola?

Scosto le coperte e mi alzo, notando che Aubree dorme ancora, i capelli biondi sono arruffati, tuttavia il suo viso angelico è sempre stupendo. Le labbra carnose e rosee sono arricciate in una smorfia, mentre il naso è schiacciato contro il cuscino. Si strofina con una mano gli occhi, ma non li apre, continua a dormire.

Afferro il cellulare: nessun messaggio.

Be’, sono le sette e non credo che Louis si sia già svegliato, a meno che Harry, come Aubree, non abbia programmato la sveglia.

Scendo le scale, stando attenta a non inciampare, non vorrei cadere come ieri sera e questa volta, cadendo a ruzzoloni, mi farei veramente male.

Mi dirigo verso la cucina, pronta a preparare la colazione pur non avendo molta fame; apro il frigorifero e prendo uno yogurt, esclusivamente alle ciliegie con dentro i pezzetti, eh.

Solo quando mi siedo mi accorgo di avere indosso due pigiama di colori completamente diversi, la parte superiore è di una rosa confetto - suppongo che sia di Aubree, dato che io non amo i vestiti da Barbie - mentre la parte inferiore è azzurra e, almeno questa, è mia.

Sono troppo pigra per cambiarmi e il rosa confetto, ad essere sincera, mi dona. No, okay, parlando seriamente: sembro uscita dal mondo delle bambole.

«Buongiorno!» la voce fresca e pulita di Aubree mi inonda i timpani, facendomi sobbalzare.

«Non urlare, santo cielo.» biascico, mentre ingoio lo yogurt.

«Scusa, scusa. Ma come mai ha su un pezzo di uno dei miei pigiama?» ottimo spirito di osservazione, ragazza. Non rispondo, non ho voglia di farlo.

Sto per alzarmi, ma Aubree mi ferma.

«Louis, per caso, ti ha già chiamata o avvisata per oggi?» mi domanda, mentre rovescia nella scodella un po’ di cereali.

«Sono le sette, Aubree, le sette! Lascialo dormire in pace.» rispondo spazientita. Questa ragazza è peggio di me, davvero.

 

 

 

 

Inizio a mordermi il labbro, nervosa. 

Scrivi. Scrivi. Scrivi.

Accendo ogni minuto il cellulare, sperando di vedere un suo messaggio, ma niente. Secondo me, si è dimenticato. Dai, siamo realisti, mi sono illusa; come avrei mai potuto immaginare che Louis William Tomlinson facesse sul serio quando diceva che mi avrebbe dato una mano? Certo, poteva avvisare che non sarebbe venuto o che mi stava prendendo in giro. Che vigliacco, non me lo sarei mai aspettata da lui. Abbandonare una ragazza che ha bisogno di aiuto perchè non è capace di risolvere le equazioni, i problemi di geometria e tutto ciò che riguarda il bellissimo, entusiasmante mondo della matematica.

Sbuffo, rendendomi conto che non mi scriverà, che non mi aiuterà, che questo piano non ha alcun senso, che mi vengono in mente solo idee assurde.

Il telefono vibra, è Louis.

Ritiro tutto: mi ha scritto, mi aiuterà, questo piano ha un senso e le mie idee non sono per niente assurde.

Leggo il messaggio, il quale dice che tra dieci minuti sarà a casa mia, verrà anche Harry.

Forse dovrei avvisare Aubree che il suo ragazzo mi ha scritto. Oh, ma al diavolo Aubree, questa è la mia occasione!

Corro in camera mia - che poi è quella che condivido con la sua ragazza - preparo i libri e il quaderno, in modo da non farmi trovare impreparata. Voglio fare bella figura e niente e nessuno rovinerà questo pomeriggio che sarà il primo di tanti altri trascorsi con Louis.

Il campanello suona, corro giù per le scale, apro la porta.

«Ciao a tutti e due.» dico raggiante, sfoderando un sorriso. Louis mi saluta con altrettanto entusiasmo, mentre Harry mi dà un bacio sulla guancia. Noto che ha qualcosa in mano, un pacchetto di cioccolatini.

«Vedo che le mie informazioni sono servite.» sussurro al suo orecchio, non facendomi sentire da Louis che è a pochi passi da noi. Il riccio sorride maliziosamente, ha capito tutto, come sempre.

«Dov’è Aubree?» mi domanda il suo migliore amico.

No, ma, mi prendi in giro?

«Non lo so.» rispondo irritata, credo che Louis abbia notato che nella mia voce c’era un pizzico di acidità dato che ha abbassato lo sguardo, imbarazzato.

Sto per aggiungere qualcos’altro, ma la figura di Aubree che scende le scale mi interrompe. Questa è come Prezzemolo: c’è dappertutto, santo cielo.

«Ciao, tesoro.» Aubree stampa un bacio sulle labbra di Louis, il quale si trova spaesato, non rendendosi conto della situazione.

Harry mi guarda, capisce che sono in difficoltà ed interviene.

«Aubree, questi sono per te, ricordi?» volta lo sguardo verso la confezione di cioccolatini e le si illuminano gli occhi, li afferra immediatamente mentre sul suo viso si fa spazio un sorriso ebete.

«Oddio, Harry, devono essere buonissimi!» esclama, mentre fa schioccare la lingua contro il palato.

«Mentre voi mangiate questi deliziosi cioccolatini, io e Louis studieremo matematica, okay? - propongo, non lascio nemmeno il tempo di rispondere - sì, va bene, non rompete le palle.» faccio cenno a Louis di salire, il quale mi guarda divertito, probabilmente per l’ultima affermazione. Sono stata troppo sfacciata?

Saliamo le scale velocemente, o almeno io lo faccio dato che Louis cerca di raggiungermi e arriva al piano superiore con il respiro affannato.

Ci dirigiamo verso la mia camera e ci sediamo sul letto.

«Da cosa vuoi cominciare?» mi domanda, sfogliando il libro mentre aspetta una mia risposta.

«Pensavo dalle equazioni.»

«Di quale grado?» continua.

«Ah, perchè le equazioni hanno pure i gradi, pensavo che quelli ce li avessero solo gli angoli.» Louis scoppia in una fragorosa risata.

Seriamente, io non stavo scherzando.

«Meglio cominciare da quelle di primo grado, le più semplici.»

Ma certo, tesoro, possiamo iniziare da tutto quello che vuoi.











Sono tornta, YEEEEAH.
Scusatemi se aggiorno a passo di lumaca (?) ma tra un po' - il 13 - cominciano gli esami ed io mi sto letteralmente cagando sotto.
Porca miseria, rkjgnkrn. Domani ci diranno con che voto siamo stati ammessi e poi ci daranno la pagella e... non parliamone, è meglio.
Maddò, non so come farò, pregate per me, lalala.
Parlando del capitolo, che li per sé è già uno schifo, mi sono divertita a scriverlo nonostante sia risultato penoso (eh, eh, bambine cattive, cosa pensavate? uu).
Grazie a tutti per le recensioni. <3
Avete visto ieri sera Justin? DIO MIO, CHE PERFEZIONE. Io amo sempre di più quel ragazzo canadese che non smette mai di farmi sognare, ergjnrkgn.
EVAAAAAPORO, BABEEES.
Un bacio. xx
Recensite, su su su. (?)


Altra FF. http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1091720

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Capitolo 6
*** I'm confused. ***




6. I'm confused.

E’ così dannatamente perfetto. 

Le sue mani scorrono veloci sul foglio, sta risolvendo un’equazione, la decima equazione. Lo ammetto, non sto ascoltando niente e non sto capendo una parola di quello che sta dicendo, ma pazienza, vuol dire che dovrà ricominciare da capo e rimarrà qua ancora per un po’ di tempo. 

Seriamente, quando mi capiterà nuovamente di averlo così vicino?

«E x vale -10. Capito?» 

Sta parlando con me? Uhm, credo di sì.

«Ebony, ci sei?» mi sventola una mano davanti agli occhi, annuisco.

«Sì, scusa. Ero occupata a...» ammirarti, perchè sei stupendo. 

Okay, basta. Devo prendere sul serio questa cosa. 

Louis è qua per me. Oddio, è qua per me! Per me, per me, per me. 

Scuoto la testa. Concentrati, Ebony, su.

«Prova tu. Ora ti detto un’equazione e tu la risolvi, okay?» afferra il libro e inizia a sfogliarlo.

«Ma certo.» 

Ora che cazzo faccio? Merda, merda.

«1x -3 è uguale a +3 +5.»

Ora traduco io, ragazzo.

Ebony più Aubree è uguale ad Harry più Louis.

«Risolvi.» si sdraia sul letto e aspetta che io finisca.

Bene, al lavoro.

Aubree ed Harry, essendo opposti, si annullano. Fuori due.

Ora divido Louis per Ebony. Oh, ma non si può. Questa equazione è impossibile. Io e lui siamo indivisibili.

Solo ora mi accorgo che Louis mi sta osservando impaziente. 

Oh, santo cielo, che equazione ho scritto?

«Posso vedere?»

No, che non puoi. 

Non posso fare un’altra figura e questa sarebbe veramente la peggiore, capirebbe che sono una cogliona. Okay, forse l’ha già capito.

«Veramente io non avrei ancora finito...» 

«Ma è semplicissima. Dai, se vuoi la facciamo insieme però dammi il quaderno.»

No, che non te lo do.

Strappo la pagina mentre lui sta per afferrarla e l’appallottolo, lanciandola all’indietro.

«Scrivila tu, mi fa male la mano.» mi guarda allibito, scuote la testa e inizia a scrivere l’equazione precedente.

«Allora, -3 e +3 si annullano perchè sono opposti, quindi rimangono +5 e -1x. Ora dividi il termine noto per il coefficiente del monomio, cioè +5 diviso -1 che è uguale a -5.» mi mostra ciò che ha scritto. Sicuri che non sia arabo? Magari se chiamo Zayn me lo traduce. 

Tutte stupidate, Ebony. Devi impegnarti seriamente.

«Facciamo una pausa!» esclamo, alzandomi dal letto.

«Ma se abbiamo appena cominciato.» non faccio caso a ciò che ha detto, scendo le scale e mi dirigo verso la cucina. Oltre ad avere fame, volevo vedere cosa combinavano Harry e Aubree. 

Sento delle voci provenire dal salotto, mi sporgo per vedere meglio.

Aubree sta ridendo come un’oca alle battute, che sicuramente saranno orribili, di Harry. Vedo che si divertono e ne sono felice, almeno così ho Louis tutto per me. Lascio perdere il salotto e torno in cucina, apro il frigorifero. 

Che cosa potrei, anzi, potremmo mangiare?

Escluderei delle carote, opterei per una fetta di torta al cioccolato.

Porto i due piatti al piano superiore, Louis mi sta aspettando.

«Ti ho portato una fetta di torta al cioccolato.» gli sorrido e per la prima in tutta la giornata non mi sento una scema e ho detto qualcosa di sensato.

«Grazie mille, Eb.» ricambia il sorriso.

Eb? Ma che cazzo?”

Però, detto fra noi, da lui potrei anche accettarlo, suona così bene pronunciato dalle sue labbra, così morbide, calde, soffici... E adesso la smetto, okay.

Mi siedo di fianco a lui sul letto e inizio a mangiare.

«Grazie.» affermo tutto ad un tratto, cogliendolo di sorpresa.

«Di cosa?» mi domanda confuso.

Di permettermi di essere di fianco a te e fare pensieri strani sulle tue labbra.

«Di aiutarmi in matematica. Lo so, io sono un disastro, ma ti prometto che mi impegnerò.»

Certo, come no.

«Come va fra te e Aubree?» domando. Mi tappo la bocca immediatamente, segno che ho sparato una cavolata.

«Come sempre.» risponde, senza alzare lo sguardo.

Oh, be’, ho capito tutto, grazie.

«Non trovi che lei ed Harry siano molto amici?» aggiunge, dopo un po’.

Ma sei fuori, ragazzo? Aubree non lo sopporta minimamente e vorrei capire come abbia fatto Harry a farla ridere.

«Aubree fa amicizia subito, è molto socievole.» 

Dannazione, è veramente furbo.

«Sì, hai ragione e poi Harry non ci proverebbe mai, vero?»

«Infatti, sei il suo migliore amico e i migliori amici non si tradirebbero mai...» abbasso lo sguardo, appoggio il piatto sul comodino.

«Tutto bene?» non rispondo.

Sto combinando un disastro, molto probabilmente. Per Aubree non mi interessa più di tanto - sono egoista, già - ma l’amicizia tra Harry e Louis è speciale e non voglio rovinarla.

«E’ meglio che tu vada.» dico, ad un certo punto.

«Ma sono appena arrivato.» si giustifica, non capendo la situazione.

«Per oggi può bastare. Grazie ancora. Ciao.» lo congedo, senza nemmeno accompagnarlo. Ora scenderà le scale e andrà da Aubree, si saluteranno e lui le darà un bacio, uno di quelli che ho sempre sognato anche io.

Sono confusa, troppo confusa.











Eccomi, gjkrtnk.
Nuovo capitolo, yeah yeah. (?)
Scusate ma devo scappare a studiare per gli esami, rkjgnr.
Recensite, grtn. :D
Bacio. xxx

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Capitolo 7
*** Did you ever fall in love? ***




7. Did you ever fall in love?


«Avete già finito?» domanda Aubree, voltandosi verso di Louis, io osservo la scena dalle scale.

«In verità, Ebony...» prima che Louis dica qualcosa intervengo «Sì, abbiamo già finito. Louis è un ottimo professore.» il suo viso si contrae in una smorfia di disappunto ed Harry nota tutto ciò.

«Ebony, mi potresti dare un po’ di succo di frutta?» mi domanda il riccio, alzandosi dal divano e avviandosi verso la cucina.

«Puoi prendertelo da solo oppure chiedi ad Aubree.» vedo la mia migliore amica scattare in piedi, con un sorriso ebete sul viso.

«Ebony, porta il tuo culo qui, ora.» meglio non contraddire Harry, così faccio come mi ha ordinato. Oggi è simpatico come due dita nel, ehm, lato B.

Prendo un bicchiere, dopo aver aperto l’anta, e cerco il succo di frutta nel frigorifero, finalmente lo trovo. 

Mi fermo.

Corrugo la fronte.

«Scusa, ma a te non ha sempre fatto schifo il succo di frutta?» la mia memoria non sbaglia mai, almeno credo. Solo ora capisco. Harry vuole parlarmi, ma io non ho voglia di ascoltarlo.

«Mi spieghi perchè ogni volta che trascorri del tempo con Louis diventi titubante sul da farsi?» mi domanda, guardando con ribrezzo il contenuto del bicchiere.

Avevo ragione, la mia memoria è ancora lucida.

«Non lo so, Harry. Molto probabilmente è tutta una sciocchezza questa cosa e mi sembra inutile che tu finga ancora, quindi puoi smettere.»

«Io non voglio smettere - mi interrompe, lo guardo stupita - volevo dire, io voglio continuare ad aiutarti.»

«Ti stai innamorando di Aubree?»

Santo cielo, rispondi di no, ti prego.

«Sei pazza?»

«No, sono realista. Dio mio, se ti innamori di lei giuro che ti castro in modo che non possiate riprodurvi e dare vita ad altri esemplari della vostra generazione - ride - non c’è un cazzo da ridere, bello mio.» aggiungo, seria.

«La cosa riguarda solo te perchè io sto facendo la mia parte. Dimmi cosa ti blocca, per favore.» vedo nei suoi occhi l’interessamento e la voglia di sapere.

«E’ sempre il solito motivo: l’amicizia fra te e Louis. Se si rovinerà sarà colpa mia e lui sicuramente non ti perdonerà mai per avergli rubato la ragazza.»

«Ti sbagli, Ebony, perchè in quel momento lui sarà innamorato di te.» sorride lievemente.

«Credi veramente che si possa innamorare di me?»

«Sì.» afferma.

E ti basta poco, a volte, per ritornare a sorridere perchè se hai a fianco le persone giuste puoi fare tutto ed è bastato quel monosillabo di Harry per farmi tornare la forza ed andare avanti a testa alta. Devo smetterla di avere rimorsi, di preoccuparmi sempre per le conseguenze delle mie azioni. Non è una lotta contro Aubree, non voglio dimostrare niente a lei; piuttosto è una lotta contro me stessa, voglio farcela almeno questa volta e sapere che Harry mi appoggia mi è di grande aiuto. Ho mille difetti, dannazione, ma quando Louis ride per le mie battute, per una mia azione quella è la mia migliore conquista. Vedere quella mezzaluna sul suo viso, mi riempie di gioia e sapere che sono stata io a causarla mi rende orgogliosa.

«Ora vai là fuori e conquista Louis.»

Styles, in questo momento ti adoro, veramente.

Esco dalla cucina e mi dirigo verso il salotto. Sfodero un sorriso.

«Tutto questo tempo per prendere un succo di frutta?» domanda Aubree, senza distogliere lo sguardo dal televisore.

I cazzi suoi mai, vero?

Non rispondo, sarebbe inutile, quella ha il cervello più piccolo di una gallina.

«Continuiamo con le nostre lezioni, Louis?» aggiungo ad un certo punto.

«Ma pensavo...»

«Meno pensieri e più azioni, andiamo.» afferro Lou per un braccio e lo trascino sulle scale. Noto un’occhiata di Aubree. Pazienza, su.

«Noi andiamo al cinema, allora.» mi fermo improvvisamente e mi volto.

«Tu ed Aubree?» domando, sorpresa.

«Sì. A dopo.» questa volta a risponde è Aubree, faccio spallucce, che si divertano.

Ritorniamo nella mia camera. Vedo Louis piuttosto tranquillo, dopo l’affermazione di Harry pensavo avrebbe fatto mille domande invece non sembra turbato, meglio così.

«Ora ti scrivo un po’ di equazioni.»

Oddio, pensava veramente che avremmo fatto lezione? Io mi riferivo a qualcosa di più travolgente, eccitante... Come una lotta con i cuscini!

«Posso colpirti con un cuscino?» domando.

Le balle di fieno.

I grilli.

Nessuno risponde.

Lo colpisco sulla spalla, facendolo barcollare.

«Ehi!» mi rimprovera, non capendo la situazione.

«Chi tace acconsente.» aggiungo, colpendolo nuovamente.

«Vuoi la guerra? - mi provoca - e guerra sia.» ora è lui a sferrare un colpo contro di me e devo dire che non mi risparmia proprio. Non riesco nemmeno a difendermi perchè è troppo rapido per i miei gusti, io, in confronto, sembro una lumaca.

«Minchia, posso colpirti anche io o è chiedere troppo?» scoppia in una fragorosa risata ed io lo seguo, ma non mi lascio sfuggire l’occasione e lo colpisco dritto in faccia, facendolo cadere dal letto.

Ops, colpa mia.

«Santo cielo, stai bene?» mi sporgo e lo vedo a terra, con una mano dietro la testa che, molto probabilmente, gli duole.

«Direi che questa volta hai vinto tu, ma solo per oggi.» si rialza lentamente e si siede nuovamente sul letto.

«Prima di continuare con le equazioni, parliamo di una cosa seria.»

«Tu non parli mai di cose serie, Ebony.» abbozza un sorriso. Mi sta prendendo in giro, stronzo. Lo minaccio con il cuscino e lui ritira ciò che ha appena detto.

«Ti sei mai innamorato?» domando, suscitando sbigottimento in lui, lo noto dagli occhi che sono strabuzzati.

«Be’, Aubree...» 

«Non ti ho chiesto se sei innamorato di Aubree, ma in generale, così tanto per sapere, se non vuoi rispondere non ti preoccupare.» cerco di tranquillizzarlo, ma io vorrei veramente che mi rispondesse.

«No.» afferma, in modo secco. Trattengo un sorriso.

Sai, Louis, io sono qua per farti innamorare di me.












HEY, I'M HERE. (?)
Ho finito gli esami, SI CAZZO. (?) Sabato i risultati, miieerda. çç
Stasera Italia-Germania. Altra miieerda, LOL. No, seriamente, dobbiamo spaccare i culi a tutti, yoh. 
Scusate il ritardo, ma ho dedicato tutto il mio tempo a quegli stronzi - finezza portami via - degli esami, inoltre tra meno di due settimane parto per la Sardegna, quindi non so come cazzo farò ad aggiornare, ma mi inventerò qualcosa perchè non vi potete liberare di me nemmeno in estate, MUAHAHAHA. (?)
Grazie mille per le bellissime recensioni, rtkjgnrtkjg. <3
Vado in piscina. Sì, invidiatemi, lalala. (?)
Recensite, recensite, recensite, dormite, recensite, recensite, recensite, dormite. AHAHAHAH (?)
Un bacio. xxx

Twitter:  @__Mabelle

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Capitolo 8
*** You are crazy! ***




8. You are crazy!

 

E’ possibile che un film duri cinque ore? Forse hanno deciso di vederne due o tre di seguito, oppure si è guastato il proiettore e stanno aspettando che si aggiusti. Okay, nessuna di queste ipotesi è plausibile.

Dove cazzo sono finiti?

«Risolvi questa.» Louis mi porge il quaderno ed io risolvo l’ennesima equazione. Ormai ho imparato a memoria il procedimento e sono veramente semplici, mi chiedo perchè non mi sono impegnata prima, anzi no, meglio così se no Louis non mi avrebbe dato ripetizioni. Gli faccio vedere l’equazione risolta e sul suo viso si fa spazio un sorriso, segno che è corretta.

«Visto, bastava che ti impegnassi un po’, non sei in una situazione così tragica come pensavo.» si lascia scappare una risatina e lo fulmino con gli occhi.

«Che ore sono?» domando, non accorgendomi che ho la sveglia dietro di me.

«Le venti -  risponde Louis, dopo aver guardato l’orologio - forse è meglio che vada, non vorrei disturbare.» 

Disturbare? Ma cosa dici. Ti faccio un posticino nel mio letto, siccome è abbastanza stretto dovremo stringerci, ma non credo che sarà un problema, no?

«Sì, hai ragione.» alla fine lo congedo così, meglio non dire altre cavolate, per oggi può bastare, credo.

Lo accompagno fino alla porta, esita un po’ prima di uscire.

Alla fine sono io ad aprire la porta.

«Buonanotte.» gli sorrido.

«Buonanotte, Eb.»

Dio, ti prego basta con quell’orribile soprannome. 

«Ebony... - si ferma di scatto e si volta verso di me, avvicinandosi, si sporge ancora di più - hai una piuma del cuscino fra i capelli.» me la toglie.

Sta scherzando, vero? Io pensavo che mi avrebbe chiesto di uscire, nei film americani va a finire sempre così, ma lui non ama i film americani, già.

«Oh, grazie.» lo saluto nuovamente, dopo di che chiudo la porta e me lo lascio alle spalle. Mi sembra ovvio, Ebony, è stato il primo pomeriggio, non puoi pretendere che lui ti chieda un appuntamento quando non sai nemmeno fare 2+2, santo cielo. 

Mi accascio sul divano, l’unica cosa che mi resta da fare è aspettare che Aubree torni a casa, se tornerà a casa.

 

 

 

 

 

 

 

Sento dei rumori provenire dalla porta. 

Oddio, qualcuno sta cercando di scassinarla!

I ladri, cazzo, aiuto, ho paura, mio Dio, salvatemi.

Il mio sguardo si posa sulla mazza da baseball appoggiata al muro, quella che Louis ha regalato ad Aubree. L’afferro e mi dirigo verso la porta, nonostante le mie gambe non si muovano.

Sono troppo giovane per morire.

I rumori cessano e penso che se ne siano andati, forse non sono riusciti a scassinare la porta, ma il mio ragionamento viene stroncato quando mi accorgo che la maniglia si sta muovendo verso il basso.

Stanno per entrare, oddio.

Stringo la presa intorno alla mazza, pronta a sferrare un colpo appena varcheranno la soglia.

La porta si spalanca.

«Sono tornata!» sferro un colpo secco sulla chioma bionda che mi si propone davanti agli occhi.

Guai a chi si mette contro Ebony Day.

Cazzo.

Sono ora mi accorgo che la persona che ho appena colpito è Aubree. Credo di aver distrutto l’ultimo neurone presente nel suo cervello.

«Tu sei pazza! Che cosa ti è venuto in mente? Mi volevi uccidere?» si massaggia il punto in cui l’ho colpita, lasciandosi scappare qualche gemito.

«Tu hai mai sentito parlare dell’esistenza delle chiavi? Da quando in qua si apre una porta con delle forcine, nel bel mezzo della notte, mentre le persone stanno dormendo.» parlo velocemente, non controllandomi «Alt! - urlo - questo vuol dire che sei stata con Harry.» mi ricordo anche della sua presenza.

Chiudo la porta e la trascino sul divano. Voglio sapere i dettagli, spero che il riccio sia riuscito a combinare qualcosa.

«Abbiamo visto un film, tutto qua...» afferma.

«Da quando i film durano otto ore, dato che siete usciti alle quindici e sei tornata alle ventitré?» 

«Dopo che è il film è finito abbiamo fatto un giro per la città. Avevi ragione, Harry è molto simpatico, con lui ci si diverte sempre.»

Eh, certo, è il mio migliore amico.

«Domani dopo scuola usciremo ancora.» aggiunge, dopo un po’ di esitazione.

«E Louis?» domando, curiosa.

«Eb, che palle.» sbuffa, spazientita.

«Una volta avresti risposto in un altro modo - mi guarda sorpresa - avresti cominciato a dire “E’ solo un’uscita da amici” oppure “Io amo Louis e quindi non farti strani presentimenti”.»

Smerdata, baby.

«Ci stiamo solo frequentando, è bello passare del tempo con lui.» continua a sviare il discorso, senza affrontarlo.

«Oggi mi sono divertita molto con Louis.» affermo, ma non mi risponde, troppo occupata a rispondere al messaggio che ha appena ricevuto.

«Vado a cambiarmi.» si alza e lascia il cellulare sul tavolino dinanzi a me.

Casualmente me lo ritrovo fra le mani. Ops.

Voglio vedere chi è il mittente, spero con tutto il cuore che sia Harry e non Louis.

Leggo l’ultimo, quello più recente.

 

“Oggi è stato magnifico vederti sorridere. xx H.”

 

Tossisco.

Mi viene da vomitare.

Mio Dio quanto è dolce, credo che mi stia venendo il diabete.

Scorro e vedo che la maggior parte dei messaggi sono di Harry, quelli con Louis sono monosillabi e faccine insignificanti.

Sinceramente, penso che sia una grande stronza, ma mi sta rendendo tutto molto più semplice.










Ecco il nuovo capitolo, egkjnrtkg. :D
Spero vi piaccia. <3
Recensite. :D
Un bacio. xx

L'altra FF: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1144445

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Capitolo 9
*** We talk about me and you. ***




9. We talk about me and you.

 

Adoro strapazzare le guance di Niall, sono così morbide, soffici e... sporche di pomodoro perchè nonostante due brioche, ha comprato anche un trancio di pizza durante il tragitto verso la scuola.

«Horan, dammene un pezzo, dai.» lo supplico, facendo gli occhi da cucciolo.

«Più gentilezza, su.» mi incita, mentre mi mostra la pizza e la mozzarella filante.

«Horan, dammi quel cazzo di pezzo di pizza, o giuro che se non finirà nella mia bocca, finirà in un altro punto.» aggiungo, raggiungendo la massima cortesia possibile.

«Credo che abbiamo due concetti di gentilezza differenti.» alla fine mi porge il trancio e posso gustarmelo.

Oggi Harry non mi ha ancora rivolto parola, ma credo sia troppo occupato a parlare con Aubree, oggi usciranno ancora, da quello che ho capito. 

Sbuffo, essendo annoiata. 

Senza le battute di Harry, il tragitto è noioso e sembra di non arrivare mai. Zayn capisce il mio stato, mi appoggia un braccio intorno alle spalle e con la mano libera mi arruffa i capelli, facendomi ridere.

«Sei troppo furba, Ebony.» ammette il moro. Lo guardo confusa, si lascia scappare un risolino.

«Okay, forse meno di quanto pensassi.» si corregge, continuando a sghignazzare. Faccio spallucce, non ho voglia di fargli troppo domande, se vorrà me lo dirà lui stesso. 

Finalmente arriviamo a scuola. Stranamente sono felice di varcare la soglia di quell’edificio, spero almeno che Harry mi caghi, poco poco, non chiedo tanto, dai.

Liam trascina Niall e Zayn agli armadietti. 

Rimane il quartetto. Io, Aubree, Harry, Louis.

Oggi è più carino del solito, i capelli sono leggermente arruffati e gli occhi hanno uno scintillio particolare, tuttavia non ha ancora aperto bocca e non ho potuto sentire la sua voce.

«Noi andiamo in classe.» è Aubree ad interrompere il silenzio, trascinando Harry nell’aula. 

Rimaniamo in due. Io e Louis.

«Oggi sei particolarmente... - “affascinante”, vorrei dire - ... taciturno. Qualcosa non va?» domando, cercando di essere il più convincente possibile.

So essere seria, a volte, poche volte, okya, quasi mai. Ma quando lo sono ci metto il cuore per non sparare minchiate a volontà, cosa molto difficile per una come me, ma oggi capisco che non è in vena di scherzare e, molto probabilmente, nemmeno io.

«No, no. Tranquilla - sorride e sono stata io a causare quel meraviglioso sorriso che mi riscalda - grazie per l’interessamento. Andiamo in classe?» annuisco, ed insieme ci avviamo verso l’aula che è la stessa dove pochi minuti prima si sono diretti Aubree ed Harry.

Pensavo che avrei trovato il posto accanto alla mia migliore amica libero, ma lo vedo occupato da una chioma riccia che non fatico a riconoscere. Harry.

Dove cazzo mi metto, ora?

Noto un posto libero.

Aria.

Cazzo.

Respira, Ebony.

Ossigeno.

E’ di fianco a Louis.

Il suo sguardo incontra il mio, e credo abbia notato che nei miei occhi è balenato un lampo di gioia, mi sorride e mi fa cenno di occupare il posto. Non me lo faccio ripetere due volte. E’ la prima volta che sono di fianco a Louis a scuola. E’ così strano averlo vicino, poter notare ogni lineamento e ogni perfezione, perchè di imperfezioni non ce ne sono, santo cielo.

Appoggio il gomito e resto ad osservarlo, ho una matita nella mano destra.

Il professore di matematica ci ordina di prendere appunti; non distolgo i miei occhi dal suo viso e la mano scorre senza ordini precisi.

Louis si lascia scappare una risata.

Che cazzo succede?

Abbasso lo sguardo e capisco il motivo del suo sghignazzare. Ho preso appunti alla cazzo sul banco. Dio mio, che scema.

«Tomlinson, cosa c’è di così divertente?» lo riprende il professore.

«Niente, scusi.» risponde velocemente. Successivamente mi porge un foglio per scrivere dato che, molto probabilmente, avrò lasciato il quaderno a casa.

Questa volta prendo appunti correttamente, ma mi stanco in poco tempo.

Vorrei fare un aereoplanino, ma non ne sono capace. Imbranata.

Vorrei fare una barchetta, ma non ne sono capace. Idiota.

In sintesi, non so fare un cazzo, ecco.

Noto una matita scrivere sul mio banco, mi volto. E’ la matita di Louis.

Leggo.

 

“Oggi vengo a casa tua per le ripetizioni, okay?”

 

Certo, tesoro, la porta per te è sempre aperta.

Annuisco.

Un’idea si fa spazio nella mia mente.

Scrivo sul suo banco.

 

“Ti va di pranzare da me?”

 

Ti prego, ti prego, ti prego, rispondi di sì.

Sorride e annuisce.

Cazzo, verrà.

«Tomlinson, Day, fuori!» e i momenti belli durano sempre troppo poco.

Fanculo, professore. Fanculo davvero.

Prendo le mie cose senza aspettare il mio vicino di banco, percorro le file che mi separano dalla porta e mi sfugge lo sguardo verso destra, vedo Aubree ed Harry. Credo non abbiano neanche sentito che io e Louis siamo stati sbattuti fuori, troppo occupati a scrivere cavolate sul loro banco, chissà quali sdolcinatezze. Varco la soglia e chiudo rumorosamente la porta alle mie spalle che viene riaperta poco dopo.

«Scusa, non volevo che ti buttassero fuori.» dico, dispiaciuta, davvero, eh.

«Tranquilla, Eb, non è colpa tua, ho cominciato io.» faccio uno smorfia.

Ficcatelo nel culo l’Eb.

«Andiamo?» propongo.

«Dove?» domanda, confuso.

«In giro. Dai, Tomlinson, non dirmi che sei uno di quei vigliacchi scolari che non hanno nemmeno il coraggio di saltare la scuola per una volta.» ride, divertito.

Ha accettato? Suppongo di sì.

Usciamo dalla scuola e giriamo senza una meta ben precisa.

Ci fermiamo da Starbucks e prendiamo due frappé alla fragola.

«Certo che sei strana - afferma, ad un certo punto - in senso positivo, dico. A volte non capisco se fai apposta oppure è proprio il tuo modo di fare. Solo che con te non riesco a non ridere, ma soprattutto a sorridere. Sei così schietta, originale, estroversa, impetuosa. Sei da scoprire, Ebony.»

Sia ringraziato il cielo che mi ha chiamato con il mio nome intero.

«Lo prendo come un complimento.» sorseggio il frappé.

«Lo è.» sorride.

«Tu non sei come Harry. Mi spiego meglio, lui è un po’ come me, se non peggio. Tu sei molto timido, stai sulle tue.»

Non so da dove mi sia uscita tutta quella confidenza, o meglio, non so perchè stavo facendo un discorso serio con lui e ho introdotto quel riccio stronzo che oggi non mi ha degnata di uno sguardo.

«Hai ragione. Forse è per questo che va molto d’accordo con Aubree. Lo noti anche tu, no?»

Eh, porca misera, io lo sapevo che tirava in ballo questo discorso. Perchè non chiudo la bocca?

«Non volevo parlare di loro, tranquilla. Per una volta non voglio sentir parlare di Aubree e Harry. Piuttosto di me e te.» sputo il frappé, sorpresa.

Che cazzo?

«Merda!» urlo, la gente si volta a guardarmi. 

Ops.

Credo di aver leggermente sporcato Louis. Non smette di ridere, nonostante l’abbia riempito di frappé.

«Scusami, sono un disastro.»

Non è una novità, comunque.

«Tranquilla.» cerca di calmarmi, ma sono nel panico più totale.

«Meglio se andiamo a casa mia, così ti lavo la maglia e intanto prepariamo da mangiare.» annuisce. 

Usciamo dall’edificio e ci dirigiamo verso la casa.

Non so cosa intendesse, ma è accaduto tutto così velocemente. Poche parole mi hanno mandato in tilt. Lui mi ha mandato in tilt. Dannazione.











NON MI SONO SCOTTATA, LALALA. (?)
Sì, sono ancora in Sardegna e tornerò il 22, gnkgnrt. Qui è tutto molto bello, solo che sto in un paesino in culo al mondo, lol. Però il mare è WEPFERNLTNRL, capite? Altro che Caraibi, oh.
Cooomunque, gknrtg.
Ho aggiornato un po', anzi, molto in ritardo, ma veramente appena torno dal mare sono stanchissima, faccio la doccia, mangio, e dormo, AHAHAHAH. Ieri sera e stasera ho trovato un po' di tempo per aggiornare, lol. Poi sono svantaggiata perchè a differenza di alcune di voi io non scrivo i capitoli di fila e quindi non me li trovo già pronti, ma li scrivo al momento.
AHAHAHA pensate che mia mamma e mio papà stanno dormendo sul divano, quindi immaginate come sono messa io, lol.
Spero che il capitolo vi piaccia ed è anche abbastanza lungo, rgknrkg, dai. c:
Recensiteeeeeee. <3
Un bacio. xx

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Capitolo 10
*** I don't care about her. ***




10. I don't care about her.

 

Louis è in bagno e sta lavando la sua maglietta, inizialmente mi ero offerta io, dato che è stata la sottoscritta a sporcargliela, ma alla fine ha insistito perchè la lavasse lui. E’ chiuso in bagno da mezz’ora, ho paura che sia stato risucchiato.

«Lou, c’è pronto!» urlo dalla cucina, sperando che mi senta, cosa che, naturalmente, non accade. Appoggio i due piatti di pasta che tenevo in mano sul tavolo, dopo di che mi avvio verso il bagno, salendo le scale.

«Lou c’è pron... Oh, Santa Maria Vergine!» strabuzzo gli occhi, la mia bocca si spalanca automaticamente, ma la chiudo immediatamente per non far entrare le mosche. Ho di fronte a me l’ottava meraviglia del mondo. 

Reggetemi.

Louis Tomlinson. A torso nudo. Davanti a me.

«Eb, tutto okay?» mi domanda, come se capitasse tutti i giorni di trovarsi il ragazzo che ti piace in casa tua, mezzo nudo, a pochi metri da te.

«Sei photoshoppato?» ribatto, non rendendomi conto di quello che sto dicendo.

Louis scoppia a ridere.

Era una domanda seria.

«Andiamo a mangiare, dai.» mette un braccio intorno alle mie spalle e scendiamo in questo mondo le scale. E’ una sensazione stupenda averlo accanto, anche se per poco. Mi piace il fatto che Louis si senta a suo agio e mi tratti come un’amica, perchè è questo che sono, per ora. Davvero, voglio che si fidi di me e che sia se stesso, senza sentirsi osservato, anche se io lo osservo per tutto il tempo, ma questi sono dettagli.

«Tu vorresti mangiare così? - domando, voltandomi - intendo, senza maglietta, davanti a me.»

Sicuramente, se continuo così, non capirà che mi interessa.

Certo che sono proprio scema, oh.

«Ti dà fastidio?» faccio segno di no con la testa.

Non ho molta fame, ma mangio lo stesso, in questo modo trascorro del tempo con Louis ed è sempre un piacere per me.

«Sei un’ottima cuoca, Eb, non l’avrei mai detto.»

In effetti nemmeno io l’avrei mai detto.

Gli sorrido e per la prima volta nella mia vita non so che dire e nemmeno che fare.

Davvero è così che ti senti quando ti piace una persona? Non spiccichi parola, hai lo stomaco in subbuglio, le gambe tremano, le parole muoiono in gola. Non lo so, penso di innamorarmi ogni giorno di più del proprietario di quegli occhi azzurri, potrei annegarci dentro e Louis sarebbe il mio salvagente, se solo volesse. Sarebbe tutto molto più semplice se lui ricambiasse il mio sentimento, ma non mi lamento, il salto dal non cagarci al mettermi un braccio intorno alle spalle è veramente tanto.

«Tra un po’ dovrebbero tornare anche Aubree e Harry, giusto?» domando, dopo aver bevuto un po’ di acqua.

«Sì, ammesso che non si siano fermati a pranzare fuori.»

Non ci avevo pensato a questa opzione.

Almeno se fossero tornati a casa avrei potuto sbattere in faccia ad Harry il fatto che Louis fosse davanti a me a torso nudo e che avessimo pranzato insieme, invece mi toccherà raccontarglielo, naturalmente se Aubree si toglierà dai piedi.

Alla fine mangiamo un po’ di frutta, nessuno dei due ha molta fame. 

Mi alzo per prendere i piatti, le posate, i bicchieri e lavarli in cucina.

«Vuoi una mano? Tu lavi, io asciugo.» mi propone Louis, annuisco felice.

Si posiziona al mio fianco con un asciugamano in mano, mentre io gli passo i piatti.

E’ un ottimo aiutante. A torso nudo. Con degli addominali strepitosi.

Okay, devo smetterla, santo cielo.

«Ti andrebbe di andare a fare un giro dopo?» mi chiede Louis, una volta finito di asciugare i piatti.

Mi appoggio con i gomito al lavandino e lo osservo, come sempre.

«Certo, è un’ottima idea!» sbotto ad un tratto, sfoderando un sorriso e lui ricambia immediatamente.

Alt.

«Ma oggi non avevamo ripetizioni?»

«Per una volta possiamo saltare, ho voglia di passare del tempo con te, tutto qua.» 

Direi che non ci sarebbe miglior pomeriggio di quello che trascorrerò oggi con lui, ne sono sicura

Poco dopo suona il campanello.

Sono arrivati, al momento sbagliato, come sempre.

Potevano rimanere ancora un po’ in giro per Londra, no? Proprio ora sono tornati a rompere le palle.

Raggiungo la porta il più lentamente possibile, alla fine sono costretta ad aprire perchè il campanello mi sta fracassando i timpani.

Mi ritrovo Harry di fronte, mentre Aubree con l’indice ancora appoggiato al bottone di metallo.

«Giuro che se la prossima volta suoni il campanello in questo modo, il tuo dito lo amputo.» la minaccio, non curandomi della sua espressione stranita.

«Vabbè, come sei rompi scatole. Comunque, ciao Eb.. - mi saluta, Louis si sporge dalla cucina - ...e ciao Louis?!» la sua espressione è di assoluta sorpresa.

Beccati questa, Aubree.

L’unico che non ha ancora detto niente, come la maggior parte delle volte, è Harry.

«Styles, hai intenzioni di piantare le radici sulla soglia oppure di entrare?» domando sarcastica, pur essendo irritata dal suo comportamento di oggi, che sicuramente è causato da quella stronza con cui esce.

«Che ci fai a casa mia, con Ebony?» domanda Aubree rivolgendosi a Louis

«Ti correggo con il dire che è anche casa mia, sai.» la riprendo, ma non si cura di ciò che ho detto e attende la risposta del suo fidanzato.

«Ho pranzato con una mia cara amica.»

Sta parlando di me? Oh, che tesoro.

Aubree fa spallucce e finalmente Harry entra, chiudo la porta.

Ora che Lou ha visto la sua ragazza non sono più tanto sicura che voglia ancora uscire con me, ma posso capirlo. 

No, okay, non posso capirlo, santo cielo.

Spero solo non si sia pentito di avermi invitata.

Che situazione imbarazzante.

Uhm.

Nessuno dice niente.

Silenzio.

Minchia, parlate.

«Ebony, andiamo?» finalmente qualcuno interrompe questo silenzio imbarazzante ed è Louis. In un primo momento non riesco a capire cosa intende, solo quando rielaboro la sua richiesta mi accorgo che si stava riferendo alla nostra uscita. 

«Sì, andiamo.» apro nuovamente la porta - non so, potrei fare la portinaia - ed usciamo insieme. Louis sbuffa.

«Che c’è? Non eri obbligato ad uscire con me, se volevi potevi rimanere con Aubree.» affermo, dispiaciuta.

«No, tutto il contrario.» mi sorride, cercando di rassicurarmi.

Infilo le mani nelle tasche della felpa e cammino, tenendo lo sguardo basso, ogni tanto calcio qualche sasso. E’ una bella giornata, e ciò mi rasserena.

«So che nonostante il tuo carattere, sei un’ottima osservatrice. Molto probabilmente ti sarai accorta che il rapporto fra me ed Aubree è cambiato nell’ultimo periodo.»

Alzo lo sguardo.

«Sì, proprio così.» risponde velocemente, sapendo che non ha ancora finito di parlare.

«Ma credo sarebbe andata a finire così, intendo dire che forse non è stata una cosa dell’ultimo momento, ma un’accumularsi di vicende e situazioni. Credo non te ne freghi niente di quello che sto dicendo, solo che nell’ultimo periodo abbiamo legato molto ed io ti considero una cara amica, una carissima amica.»

«Ma che dici? A me fa piacere che tu ti confidi con me, quindi sentiti libero di parlarmi di ogni cosa.»

«Grazie, grazie davvero. Poi, non so, forse perchè ha legato molto con Harry, lui ci sa fare con le ragazze.»

«Questo non ha senso, dai. Se Aubree fosse stata veramente innamorata di te non credo che si sarebbe comportata in questo modo, a prescindere che sia Harry o un altro. Con questo non sto mettendo in dubbio che Aubree sia innamorata di te, per l’amor di Dio.»

Io? Mettere in dubbio l’amore di Aubree? Pff, ma quando mai, su.

«Sì, forse hai ragione. Non so che fare, davvero.»

«E, tu, cosa provi per lei?»

Qualunque sarà la sua risposta, sarò forte, sì.

«Ci credi che ora come ora è la cosa che mi interessa meno? Non prendermi per uno stronzo, per favore, ma non riesco più a vederla con gli occhi di un tempo.»

Mi solleva la sua affermazione.

«Non pensarci, dai. Lascia passare il tempo e poi si vedrà cosa fare.» mi volto, finalmente, verso di lui e ci fermiamo entrambi.

Vedo solo due braccia avvolgermi, e il mio viso appoggiarsi sulla sua maglietta appena lavata, che ha indossato prima di uscire, e che, nonostante tutto, porta ancora il suo profumo.











HEEEEEEY. :D
Ho aggiornato, yeeeah. c:
Il ritorno dalla Sardegna è stato traumatico, a Milano c'era un tempo di merda, cavolo. çç
Comunque, rgnkrtgnr, in questo capitolo Louis mette più chiaro la situazione con Aubree e Ebony si trova vantaggiata, c:
Volevo sapere: voi siete Team Eb o Team Au? 
Che poi a me fanno ridere 'sti soprannomi, AHAHAHAHAHA, loool.
Grazie mille per il vostro supporto e le vostre bellissime recensioni. <3
Vi ringrazio se recensirete anche questo capitolo. :D
Un bacio. xx

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Capitolo 11
*** You are a raccoon. ***




11. You are a raccoon.


Louis mi porge il cono gelato. Nutella, stracciatella, crema e un pizzico di panna montata per mandare a fanculo la dieta che non ho mai iniziato e credo che mai inizierò. Louis, invece, ha preso il cono gelato a due gusti, fragola e limone. Il mio gelato è così ingombrante, mentre il suo è proprio misero, sembra una macedonia frullata.

Fa veramente caldo oggi a Londra, infatti ci siamo seduti su una panchina all’ombra altrimenti mi sarei sciolta come un ghiacciolo e ci manca solo che mi mostri a Louis in versione sudata, con i capelli tutti bagnati e le gocce che mi scendono dalla fronte.

Rabbrividisco.

Il gelato è ricoperto dalla panna montana ed io non posso resisterle, perciò mi abbuffo. E’ così soffice, è deliziosa, santo cielo.

Louis ride.

Minchia, cosa c’è ora?

«Hai un po’ di panna montana sul naso.» abbasso lo sguardo verso la punta del mio naso e noto che ha ragione, è tutto bianco.

«Aspetta, faccio io.» il suo dito si posa delicatamente sulla punta e toglie la panna che vi si era depositata, infine il suo dito fa capolino nella sua bocca e noto dalla smorfia che gli è piaciuta.

«Sei un procione.» afferma di punto in bianco.

Da dove escono queste frasi?

«Un procione? - lo guardo stupita, non capendo la situazione - i procioni sono dolci?» domando, continuando a mangiare il mio gelato.

«Dolcissimi.»

«Allora okay, sono un procione.» sorrido.

Be’, significa che sono dolce, no? Anche se non l’ha detto apertamente, quello dovrebbe essere il significato, almeno spero.

«Stasera sei libera?» mi volto verso di lui e lo osservo per diversi minuti.

Tutti questi inviti mi mettono agitazione, ma soprattutto mi sorprendono.

«Eb...» mi richiama, indicandomi il gelato.

«Cazzo, cazzo.» si è sciolto ed è colato sulla mia mano, sporcandomi leggermente anche le gambe.

Ma è possibile che io non mi accorga mai di niente? 

Dove cavolo ho la testa? Bah, non lo so.

Louis mi porge un fazzoletto e mi aiuta a pulirmi. 

Dio, che disastro che sono.

«Comunque, sì, stasera sono libera. Perchè?»

«Perfetto. Non posso dirti niente, sarà una sorpresa.»

Oh, ma che cosa romantica, quasi quasi lo strapazzo di coccole.

No, meglio di no.

Calma gli ormoni.

«Verrò a prenderti un po’ tardi, verso le undici, credo.»

«Oddio, io, ehm...» tentenno.

«Non puoi?»

«Oh, no, certo che posso. Solo che sarà difficile rimanere sveglia per quell’ora, io mi addormento in fretta quando non ho niente da fare, dovrò tenermi occupata.»

«Fai un po’ di equazioni.»

«Ho detto che dovevo trovarmi qualcosa da fare, non favorire il sonno, Lou.» abbassa lo sguardo, all’improvviso si alza e va verso la fontana senza dirmi niente. 

Ho fatto o detto qualcosa che non andava bene?

Sgranocchio il cono, dopo di che mi alzo anche io per raggiungerlo.

Sei una merda, Ebony, combini solo guai.

Il punto è che non so nemmeno io cosa ho fatto, però mi dispiace a prescindere.

«Louis, perchè te ne sei andato? Ho detto qualcosa che non andava? La mia ultima frase non voleva essere offensiva, l’avevo detto per scherzare, se vuoi le faccio le equazioni.»

«Come mi hai chiamato?»

No, scusa, ho detto che mi dispiace per quello che è successo - che poi non so neanche cosa è successo - e lui se ne esce con “Come mi hai chiamato?”.

Okay, oh.

«Louis.» rispondo con ovvietà.

«No, intendo prima.»

Cerco di capire a cosa si riferisse, a dove volesse puntare.

«Ti ho chiamato Lou, perchè?»

«Così mi chiamava sempre Aubree.»

Oh, ora capisco tutto.

«Non lo sapevo.»

E che cazzo! Mica posso sapere tutto, e poi non era stato lui a dirmi che non gli importava di lei? Non lo capisco a volte, davvero, sembra tutto così complesso. Penso di fare un passo avanti, di raggiungerlo e invece mi allontano sempre di più.

«E’ stata una reazione impulsiva, non volevo reagire in quel modo, solo che non ero più abituato ad essere chiamato così e mi ha fatto uno strano effetto.»

«No, scusa, ora sono io a non capire. Dici che non ti importa di lei, che non sei innamorato di lei e poi al primo accenno di qualcosa che possa ricordarti quello che hai passato con lei o che diceva lei, tu reagisci come se fosse l’offesa più grande al mondo. Davvero Louis, non riesco a starti dietro. Dici le cose con una tale facilità e poi te le rimangi con altrettanta facilità.» sono abbastanza spazientita e questo credo che lui l’abbia notato.

«Non pensavo te la prendessi così tanto...» si gratta la testa, è imbarazzato.

«Non me la sono presa, solo tu non dici le cose come stanno.»

«Ma cosa dovrei dire, scusa?»

«Che ti importa di lei e che ti rode il fatto che lei passi più tempo con Harry che con te.»

«E’ la mia ragazza.»

«Ma che cazzo vuol dire scusa? Allora anche lei dovrebbe essere gelosa di me perchè tu passi più tempo con me che con lei - mi interrompo di colpo - un attimo, ti stai approfittando di me, per caso?»

«No, davvero. Ebony io mi diverto con te, io sto bene con te, io sono me stesso con te. Ma credo sia comprensibile la mia reazione, no? Come avresti reagito se una delle persone a cui tenevi di più ora si comporta in modo diverso e tu devi fare finta che non te ne importi?»

«Ma allora a te importa!»

«Ma di chi?»

«Di lei, cazzo.» sospiro affranta.

Sembrava troppo bello per essere vero.

Louis non risponde.

«Ci si sente Louis. Grazie del pomeriggio.» lo liquido così, mantenendo lo sguardo basso e i pugni serrati, ho caldo, mi sento avvampare.

Me ne vado così, senza lasciare traccia.

A Louis importa di Aubree.

A me importa di Louis.

A Aubree importa di Harry.

A Harry importa di Aubree.

Ma la domanda che mi attanaglia è solo una: a chi importa di me?

 

 

 

 

 

 

 

Aubree è a farsi la doccia, stasera lei ed Harry escono, ancora.

Il riccio è seduto sulla poltrona, di fronte a me.

«Allora, come va?» mi domanda, notando che io non dico niente.

«Oh, bene.» rispondo.

«Bene anche io. Grazie di avermelo chiesto.» risponde sarcastico, sorridendo divertito.

No, non c’è proprio un cazzo da scherzare.

«Non funziona niente, okay? Louis continua a pensare ad Aubree. Minchia, che palle.»

«Ebony, io non ci posso fare niente. Aubree non parla mai di lui, quindi sei tu che devi fare qualcosa con Louis, il mio compito l’ho portato a termine. Io interesso ad Aubree.»

«Che cazzo?!» salto sul divano, sorpresa.

Mi sono persa qualcosa, suppongo.

«Non è così stronza, okay, forse un po’ all’inizio, ma è anche simpatica. A volte è un po’ egocentrica, ma si può sopportare - si passa una mano fra i capelli - e poi mi sta aiutando a dimenticare una persona.»

«Chi?» domando curiosa, avvicinandomi a lui.

«Una ragazza.»

«Nome, cognome, età, aspetto fisico, carattere, precedenti penali. Fuma? Si droga? È una ragazza per bene?»

«Ehi, ehi, calmati - mi fa segno di smetterla - comunque, non sono affari che ti riguardano e nemmeno sotto tortura ti dirò il suo nome, il suo cognome, la sua età, il suo aspetto fisico, il suo carattere, i suoi precedenti penali - che non ha.»

Oh, che stronzo.

Solo ora mi accorgo che Aubree sta arrivando, indossa un vestito semplice e ha deciso di tenere i capelli sciolti, ma si è fatta i boccoli.

«Noi andiamo. Ciao Eb!» mi salutano entrambi con un cenno della mano, mentre io mi sdraio sul divano.

Il telefono vibra.

Lo afferro.

Leggo il messaggio.

 

“Ci vediamo stasera, mi raccomando. - L.”












Ciao bellissime, regkrtnr. *-*
Come state? Io abbastanza bene, ho il polso sinistro che mi fa male e non so che cazzo sia, ma vabbè, si vedrà cosa fare, intanto io scrivo, AHAHAHAH. :'D
Mi scuso per i ritardi nel postare, ma in questi ultimi giorni sono stata molto impegnata e ho lasciato le ff nel dimenticatoio (?).
Ma ora sono tornata, trololol.
Ora aggiornerò più velocemente, in modo che questa FF finisca prima dell'inizio della scuola. :'D
Stamattina sono andata ad ordinare i libri e sono passata davanti ai dizionari di latino e greco, miiiinchia. E' stato un colpo, AHAHAHAH. Quello di greco costava 174 euro, santa maria vergine, aiutaci tu. çç
Della serie che i dizionari costano di più di tutti i libri messi insieme, ma okay, lol.
Dopo avervi informato sulla mia giornata (?), vorrei ringraziarvi per le bellissime recensioni che mi lasciate. Siete sempre gentilissime. Vi adoro, ecco. <3
Vi ringrazio in anticipo per leggere questo capitolo e per chi lascerà una recensione. cc:
Un grosso bacio. :'D

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Capitolo 12
*** Make a wish. ***




12. Make a wish.

 

Mi sto per addormentare, me lo sento. Come mi aveva consigliato Louis, ho provato ad esercitarmi con le equazioni, ma dopo averne risolte quattro stavo per crollare sul quaderno, allora ho preferito guardare un po’ di televisione, ma non c’era niente di interessante e ora mi trovo qua, seduta sul divano, mezza incazzatta e mezza speranzosa nel vedere Louis ed uscire con lui.

Mi dispiace per aver reagito così oggi pomeriggio, ma non ho resistito, pensavo davvero che non gliene importasse più nulla di Aubree, invece, come al solito, mi sono sbagliata.

Voglio dire, ma lasciatela alle spalle, no? Pensa a divertiti, a scherzare, a frequentare altre ragazze - me - come fa lei. No, lui si deve complicare la vita.

Minchia, è peggio di me.

Pensare mi tiene sveglia, quindi continuerò a farlo.

Parlando di Harry, come fa a passare la maggior parte del suo tempo con la mia migliore amica? E’ difficile da sopportare, vabbè che se lui sopporta me può sopportare tutti, però così esagera. Magari sta sfruttando Aubree per dimenticare quella ragazza di cui non mi vuole dire niente. Ma i migliori amici non si dicevano tutto? Io tra un po’ gli dico anche quante volte vado al bagno, mentre lui nulla. Ne terrò conto, eh.

Che serata noiosa.

Louis, muoviti ad arrivare, santo cielo.

Il campanello suona.

Sia lodato il Signore Gesù Cristo. Qualcuno mi ha ascoltato.

Corro verso la porta, immediatamente la apro, ma non vedo nessuno.

Cos’è, uno scherzo?

Supero la soglia e sposto lo sguardo, finalmente lo vedo.

Sverrò.

Aiuto.

Ha in mano una coperta e un sacchetto di biscotti, le gocciole; sul suo viso è stampate un sorriso, di quelli che ti fanno sorridere di rimando.

Chiudo la porta alle mie spalle, mi avvicino a lui senza capire le sue intenzioni.

Che avrà in mente?

Afferra la mia mano con la sua mano libera, e mi porta verso il giardino della mia casa.

Oddio, mi sta tenendo la mano, vorrei non doverla mai lasciare, ma purtroppo devo, dato che deve stendere la coperta. Lo aiuto, cercando di non essere impacciata e goffa.

«Tutto questo?» domando, non capendo ancora la situazione, non rendendomi conto di quello che sta accadendo.

«E’ per te.» risponde, guardandomi negli occhi.

Ed è in quel momento che capisco quanto tutto sia perfetto in lui, non che già non lo sapessi, ma ci sono dei momenti in cui ti accorgi veramente quanto una persona possa essere splendida, e lui è una di quelle persone.

«Ho portato i tuoi biscotti preferiti, volevo prendere i muffin al mirtillo, ma Starbucks era chiuso.»

«Non ti preoccupare, i biscotti vanno benissimo.» sorrido, dopo di che afferro i biscotti, Louis ride divertito.

«Sdraiati.» seguo il suo consiglio, così mi stendo sulla coperta.

«Avevo voglia di vedere le stelle con te questa notte.» sussulto, sorpresa.

E’ davvero dolce, tuttavia ho ancora in mente la discussione di oggi e non riesco a non pensarci.

Louis si mette una mano dietro le testa, mentre con l’altra afferra un biscotto dal sacchetto e lo sgranocchia rumorosamente, faccio anch’io lo stesso, sono o non sono i miei biscotti preferiti? Oh.

«Io non ho ancora capito quale sia la stella polare.» ammetto, suscitando un suo ghigno.

E’ una cosa seria, voglio capire quale sia.

«Quella là, guarda.» indica con l’indice.

Ne so quanto prima. Ci saranno migliaia di stelle.

Louis si accorge della mia espressione, così mi incita ad avvicinarmi a lui, in questo modo avrei visto la stella dalla sua prospettiva.

«E’ la stella che brilla di più.» indica nuovamente qualcosa nel cielo, finalmente riesco a capire dove è indirizzata la traiettoria del suo indice e riconosco la stella.

Louis si volta verso di me. 

E’ la prima volta che siamo così vicini, i nostri nasi rischiano di sfiorarsi, posso sentire il suo respiro scontrarsi con il mio.

«Ebony...» sussurra, soffiando sulle mie labbra.

«Si?...» mormoro, non smettendo di guardarlo negli occhi.

«...Vuoi un biscotto?»

Mi prende per il culo? Io avrei preferito un “Ti amo”.

Annuisco, affranta.

Con la mano raggiunge il pacchetto e mi offre un biscotto, inizio a sgranocchiarlo, lui continua ad osservarmi.

«Oltre al biscotto, volevo dirti un’altra cosa...»

Che mi ama, lo sapevo.

«Mi dispiace per la discussione di oggi, non volevo che per una stupidata mandassimo a monte uno stupendo pomeriggio.» abbasso lo sguardo, imbarazzata. Posa l’indice sotto il mio mento e lo alza, costringendomi a guardarlo.

«Volevo anche dirti che sei una magnifica amica e che di Aubree non mi importa, davvero. Non so cosa mi sia preso oggi, non è da me reagire in quel modo. Te l’ho detto: non sono mai stato innamorato di lei. Mi piaceva, ma innamorarsi è qualcosa di diverso - sospira un attimo e noto che i suoi occhi mi guardano intensamente, mentre le mie guance avvampano per quella poca distanza che ci separa - e, se proprio vuoi saperlo, credo di starmi innamorando.»

«Di Aubree?» temo la sua risposta.

«Ma no. Di un’altra ragazza.» il suo sguardo si addolcisce, mi sfiora delicatamente una guancia. La mia pelle brucia ad ogni suo tocco.

«Comunque non è di questo che parleremo stasera, voglio solo trascorrere una bella serata con la mia migliore amica.»

Porca puzzola, ho sentito bene?

Go Ebony, go!

Basta, okay.

Solo ora mi accorgo di una stella cadente che sta attraversando il cielo, do uno strattone a Louis e indico il punto in cui si sta dirigendo l’astro.

«Esprimi un desiderio!» lo incito, non stando più nella pelle.

Non ho mai creduto in queste cose, ma tentar non nuoce.

Vorrei che Louis si innamorasse di me.

Noto l’espressione concentrata di Louis, forse anche lui sta esprimendo un desiderio. 

«Allora, che cosa hai desiderato che si avveri?» domando curiosa, voltandomi nuovamente verso di lui.

«Non posso dirtelo - sono un po’ amareggiata - ma ti prometto che se si avvererà, te lo dirò.» sorrido un po’ incerta.

Il mio sicuramente sarà solo un buco nell’acqua, inoltre ora che Louis mi ha detto che, molto probabilmente, si sta innamorando di una ragazza che, sicuramente, non sono io, rende tutto più difficile.

«Domani mattina ti vengo a prendere, così andiamo a scuola insieme, sempre se vuoi.»

«Ma certo, è un’ottima idea.» Louis mi abbraccia, ed è davvero bello averlo accanto.

Sento il motore di una macchina spegnersi, delle voci che, inizialmente, non riesco a riconoscere, ma piano piano diventano sempre più chiare e famigliari, sono Harry ed Aubree.

Propongo a Louis di andare, non voglio creare casini, anche se molto probabilmente ad Aubree non importerà niente, ma meglio prevenire.

Louis prende la coperta, mentre io tengo il sacchetto dei biscotti; convinco Louis a non accompagnarmi all’ingresso, dato che non è lontano.

Quindi mi avvio da sola verso la porta, il mio sguardo sfugge su di loro, Harry sta dando un bacio sulla guancia ad Aubree.

Be’, vedo che il riccio l’ha presa seriamente questa situazione, forse più di quanto glielo avessi chiesto.

Tossisco, per farli separare.

«Scusate.» dico, naturalmente si nota la mia falsità in quella breve parola.

«Che ci facevi fuori, all’una di notte, da sola?» domanda Aubree, cercando di cambiare discorso.

«Guardavo le stelle, e tu perchè sei rientrata così tardi?»

«Guardavo le stelle...»

«Con Harry?»

«Si possono guardare anche in due!» sbotta, mi lascio scappare un ghigno divertito.

Harry mi saluta con un cenno del mento.

Non sprecarti, Styles, mi raccomando.

«Buonanotte.» gli dico, sperando che mi risponda.

«Notte.» è tutto quello che dice prima di ritornare in macchina.











Bellezze, i'm here. :'D
Ho aggiornato in fretta, ktjrgnrtg. *^*
1. Ho cambiato il Banner, come avrete notato, e quella figa in mezzo è Ebony Day, la ragazza da cui ho preso ispirazione nonché protagonista. Questa ragazza che si chiama anche nella realtà Ebony Day fa delle cover magnifiche, io vi consiglio di ascoltare quella con Connor Maynard di Next To You di Justin Bieber ft. Chris Brown. Cover. - cliccate sopra la parole, lol. -
2. Non sono più sicura di continuare questa ff. Un po' per motivi personali e un po' perchè mi dispiace di non avervi coinvolto come magari con "Make you mine", quindi vedrò se cancellarla o meno.
Ringrazio le persone per le recensioni al capitolo precedente, rgkjrntg. :)
Un bacio. xx

P.s. Lasciate una piccola recensione. çç *occhi dolci*

L'altra FF: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1201690

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Capitolo 13
*** We are even. ***




13. We are even.


Mi rigiro continuamente nel letto, le coperte ormai sono sul pavimento.

Fa caldo. Troppo caldo.

Ho i piedi sul cuscino e la testa rivolta dove normalmente si poggiano le gambe, sono nella stessa posizione di Pippi Calzelunghe quando dorme.

Sono sudata, non ce la faccio più. Le finestre sono spalancate per far entrare un po’ di aria fresca, ma questa notte l’umidità è maggiore rispetto alle altre serate.

Mi alzo imperterrita, non riesco a reggere un’altra mezz’ora in quel letto che, secondo me, prenderà fuoco a breve. Mi volto verso la sveglia, sono le 5:06, anche i minuti ho guardato. Mi strofino gli occhi, a passo svelto mi dirigo verso il bagno, sono sicura che una doccia mi farà sentire molto meglio.

Mi spoglio e lancio il pigiama nella lavatrice, magari nel pomeriggio farò il bucato, ma per ora voglio togliermi questa sensazione appiccicosa. Una volta nella doccia, lascio che il getto freddo mi rinfreschi e mi risvegli. Non c’è niente di meglio di un bel bagno, alla mattina, per riattivare la circolazione e, nel mio caso, riattivare anche il mio cervello, anche se ormai non funziona da parecchi anni.

Una volta finita la doccia, esco e avvolgo il mio corpo nell’accappatoio. Decido di lasciar asciugare i capelli naturalmente, così almeno saranno mossi e si formeranno i boccoli, preferisco questa pettinatura agli artificiali spaghetti che Aubree realizza passandosi la piastra ogni mattina, come se fosse un rito.

Mi osservo allo specchio e noto che ho delle lievi occhiaie che mi contornano gli occhi, regalandomi uno sguardo da zombie.

Bene, molto bene.

Il mio sguardo si posa sulla piccola borsa contenente i trucchi di Aubree, ora capisco perchè ogni mattina passa un’ora rinchiusa nel bagno e guai a chi la disturba. Notando i miei occhi stanchi, decido di usufruirne.

Afferro il correttore e lo passo lungo le occhiaie, disegnano un arco, con le dita lo sfumo. Sono abbastanza soddisfatta del mio risultato, perciò decido di continuare, sperando di non trasformarmi in un clown. Siccome l’unica volta che mi sono truccata è stata per il carnevale, quando avevo dieci anni, preferisco non esagerare, quindi mi limito ad applicare del mascara sulle ciglia, ogni tanto pulisco delle sbavature ai lati con un dito, un po’ di fard sulle guance e del lucidalabbra.

Dio, che sciocca.

Solo ora mi ricordo che non ho ancora fatto colazione, di conseguenza mi toccherà mettere il lucidalabbra un’ulteriore volta. Mi passo la lingua sulle labbra.

Oddio, che buono.

Sa di lampone.

Okay, devo smetterla. Sembra che sto baciando me stessa.

Quanto sono scema.

Rido.

Che cazzo ridi Ebony?

Oh, niente.

E allora smettila.

Sei così scema che parli da sola.

Scuoto la testa, cercando di scacciare questa breve conversazione con me stessa. Prima di preparare la colazione, decido di vestirmi, quindi mi dirigo verso la mia stanza che condivido con Aubree. Cerco di fare il meno rumore possibile ma, come sempre, sbatto dappertutto, provocandomi dei lividi che sicuramente appariranno nel giro di poche ore, scelgo dei vestiti semplici, dei jeans e una canotta. Noto che l’aria si è rinfrescata, respiro profondamente e solo in quel momento mi ricordo che tra meno di un’ora Louis busserà alla mia porta e mi verrà a prendere. Questo breve momento di gioia, si spegne e mi domando se anche Harry verrà, spero solo che mi saluti, e comunque io e il riccio abbiamo un conto in sospeso, voglio scoprire chi è quella ragazza e aiutarlo come lui sta facendo con me.

C’è un dubbio che mi attanaglia: ma se ad Aubree interessa Harry, perchè non lascia Louis? Da quello che ho capito e da quello che vedo lei e il riccio sono molto affiatati, mentre nei confronti di Louis lei non prova più nulla, ammesso che in passato abbia provato qualcosa. Quindi credo che toccherà a Louis lasciarla, se lei non lo farà.

Accidenti.

Quest’idea è così folle che spesso mi ritrovo a ridere per le assurdità che escogito. Io, Ebony Day, ecco cosa sono costretta a fare per un ragazzo. E’ proprio vero: l’amore ti fa fare di tutto, perfino l’immaginabile.

Una volta vestita, mi dirigo verso la cucina e mi preparo la colazione, cercando di non fare troppo rumore.

«Come mai sveglia così presto?» la voce assonnata di Aubree mi fa sussultare, la fetta biscottata che avevo in mano mi cade sul tavolo.

«Faceva troppo caldo in camera mia, così ho scelto di farmi una doccia e poi il tempo è passato così velocemente, allora ho preparato la colazione.» rispondo.

«C’è qualcosa di diverso in te... - mi osserva, scrutandomi -...Ti sei truccata?» mi domanda stupita, mentre si siede di fronte a me.

«Solo un po’, per vedere che effetto faceva. Faccio così schifo?»

«No, al contrario, stai benissimo.» beve un sorso di thè, dopo di che afferra una fetta biscottata e inizia a mangiarla, sporcandosi con un po’ di marmellata ai lati della bocca.

«Vado a vestirmi.» mi avvisa, prima di scomparire oltre la soglia della cucina. Mi pulisco le labbra per eliminare le briciole, dopo di che estraggo dalla tasca dei jeans il lucidalabbra, lo applico sulle labbra facendo attenzione a non sbavare. Guardo l’orologio sul polso, sono le 7:30, Louis dovrebbe essere qua a momenti.

Quasi quasi torno in bagno e mi tolgo questa roba che ho in faccia, non mi sento a mio agio. Tutti questi prodotti sulla mia pelle, secondo me, faranno risaltare ancor di più le mie imperfezioni. 

Okay, basta.

Non sono mai stata così paranoica.

Datti una calmata, Ebony.

Oh, santo cielo.

Suona il campanello.

La solita routine. Un altro giorno della vita come gli altri. Eppure oggi c’è qualcosa di diverso, forse il fatto che Louis, per la prima volta, sia venuto a prendere me, ad aspettare me. Io aspetto ogni giorno, ormai ci sono abituata, forse sono nata per questo, per aspettare, per attendere qualcosa che non potrò mai sfiorare e fare mio.

Il campanello suona nuovamente.

Mi muovo a passo veloce verso l’ingresso, per la prima volta non sono nervosa, o almeno non come in passato, ho atteso con tanta trepidazione questo momento e ora che è arrivato non riesco a coglierlo. Appoggio la mano sulla maniglia e premo verso il basso. Il mio sguardo si posa su delle scarpe bianche, risalgo, pantaloni rossi e una maglietta a righe blu e bianche. E poi eccolo, il suo viso che sfodera un sorriso, mentre i suoi occhi si muovono svelti da un capo all’altro del mio corpo, come a cercare qualcosa, a notare un cambiamento che io non riesco ad afferrare. Quel sorriso rimane lì, immobile, e mano a mano si allarga facendo sorridere anche me. Poi lo noto, dietro di lui, il corpo chiuso nelle spalle ricurve, le mani nelle tasche dei pantaloni e gli occhi che guardano il pavimento, come se fosse più interessante di ciò che potrebbe vedere se alzasse lo sguardo.

«Buongiorno, Ebony.» mi abbraccia calorosamente, ed io ricambio un po’ imbarazzata da quel contatto così intimo a cui non sono abituata.

«Buongiorno, Louis.» sento il suo corpo caldo contro il mio.

Minchia, qua dentro si suda.

«Buongiorno anche a te, Harry.» aggiungo, sperando che il primo a salutarmi fosse lui.

«Oh, ciao.» è tutto ciò che dice, mantenendo lo sguardo fisso verso il basso.

Minchia, ora ti do un calcio nella pancia così sei costretto ad alzarli quegli occhi.

«Aubree?» mi domanda il riccio, finalmente incrocio i suoi occhi verdi.

«Si sta preparan...» vengo interrotta da una voce alle mie spalle che mi precede, non dandomi il tempo di dare un risposta esauriente.

«Eccomi, Harry.» riconosco subito la proprietaria di quel timbro, inoltre era l’unica persona presente nella casa quindi era sicuro che fosse lei.

Cerco di non dare peso al loro scambio di abbracci, concentrandomi, invece, sul braccio posato intorno alle mie spalle di Louis che intanto mi sta trascinando verso il marciapiede da percorrere per arrivare a scuola.

«Hai qualcosa di diverso oggi.» mi volto stupida verso Louis.

«E’ una cosa positiva o negativa?»

«Positiva, oddio, non saprei spiegare. Non so, il tuo viso sembra più luminoso e i tuoi occhi sono particolarmente in risalto e allegri - il mio sguardo è sempre sorpreso - okay, sto dicendo una cazzata.» trattiene una risata, nonostante gli riesca difficile.

Forse è grazie al trucco. La prossima volta ne metterò di più.

«Grazie, comunque.» mi sporgo verso la sua guancia e gli scocco un bacio sonoro. Solo dopo essermi accorta del gesto che ho compiuto mi allontano imbarazzata.

Ma che cazzo mi salta in mente di fare? 

«Scusa.» sussurro, sperando che mi senta perchè non avrei il coraggio di ripetere quella semplice parola.

«Di che?» mi domanda.

«Del bacio sulla guancia, sì, insomma, hai capito.» non mi risponde, sento i suoi capelli solleticarmi la tempia e delle labbra umide sfiorare delicatamente la mia guancia e poi premere dolcemente.

«Siamo pari.» mi fa l’occhiolino ed io rido divertita.

Noto di avergli lasciato l’impronta delle mie labbra sulla guancia a causa del lucidalabbra, ora quella zona sarà tutta appiccicosa.

Rido.

Dio, se sono scema.

«Perchè ridi, Eb?» la voce di Aubree mi fa bloccare all’improvviso.

«Uhm, niente di particolare.»

«Poi dovremo parlare.» 

Oh, cazzo.

«Di cosa?»

«Lo scoprirai.»

Merda, merda, merda.

Minchia, Ebony, tira fuori le palle. Ops, io non ce le ho le palle. Okay, tirerò fuori le ovaie. Ma dopo con cosa cazzo mi riproduco?

Che discorsi senza senso che faccio.

Finalmente arriviamo a scuola, Zayn è appoggiato alla colonna dell’entrata mentre fuma una sigaretta, Liam e Niall chiacchierano di fianco a lui.

Il moro mi fa un cenno con il capo ed io lo saluto alzando la mano, meglio evitare di corrergli incontro come ho fatto le settimane precedenti, credo che mi prenderebbero per pazza.

«Louis, posso rubarti Ebony?» mi volto verso Zayn non capendo le sue intenzioni, poi noto che anche Harry sta ascoltando.

«Va bene, ma poi riportamela.» mi sorride dolcemente, mentre la mano del moro afferra la mia ed entriamo nella scuola. Percorriamo il corridoio ed arriviamo in un luogo appartato, dove le urla e gli schiamazzi degli altri ragazzi diventano ovattati, guardo l’orologio e mi accorgo che manca un quarto d’ora prima dell’inizio delle lezioni, abbiamo tutto il tempo necessario.

Noto che il moro non ha più la sigaretta in mano, probabilmente l’ha buttata per terra mentre eravamo all’ingresso.

«Malik, dimmi cosa c’è, dato che non ho capito il motivo per il quale mi hai portata via dagli altri così velocemente senza...»

«Come procede il tuo piano con Louis?»

 

Che?











Vi prego non uccidetemi.
Sono tipo due settimane che non posto, non faccio un cazzo, praticamente, AHAHAH. Sono stata davvero impegnata, ho avuto dei problemi in famiglia e spero che ora si siano risolti, poi sono andata dalla mia migliore amica e siamo uscite con Cesare. Voi direte, chi è Cesare? Boh, uno alto due metri ed io mi sentivo una nana, AHAHAHA. 
Coooooomunque.
Questo capitolo è muuuuy muuuuy luuuuuungossss (?). Mi sono messa a scrivere e non riuscivo più a fermarmi. Sto continuando a rimandare il bacio fra Ebony e Louis, AHAHAHAH, ma ho un sacco di cose che devono accadere e quindi lo metto sempre al secondo posto, ma solo ora ho capito che è la cosa pù importante, trololol.
Appena sono entrata mi sono commossa. 
Le vostre recensioni.
SANTO CIELO.
Siete meravigliose, io non so che dire.
Vi ringrazio per il vostro continuo supporto e per spingermi ad andare avanti quando magari vorrei fermarmi...
Vi ringrazio in anticipo se recensirete e leggerete. <3
Un bacio, trololol. <3

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Capitolo 14
*** You are different, Ebony. ***




14. You are different, Ebony.


I suoi occhi mi scrutano, sta aspettando una risposta.

«Malik, te l’ha mai detto nessuno che quella leggera barbetta ti dona?» sorrido, cercando di cambiare argomento. Ma dimmi un po’ tu se proprio ora la sua intelligenza doveva fare capolino, non poteva rimanere di fronte allo specchio ad osservarsi i suoi lineamenti perfetti? No, naturalmente, lui deve complicare la vita alla gente.

«Lo noti anche tu? Penso che sia fantastica, mi dà un’aria più trasgry

«Trasgry? - strabuzzo gli occhi - Ti do un consiglio, non usare mai più questi termini davanti alle ragazze, rischi che ti sputino in un occhio.» ride divertito, forse si è dimenticato la domanda che mi aveva posto. Cerco di svignarmela, ma la sua mano è troppo veloce e mi afferra il braccio, costringendomi a voltarmi immediatamente.

«Rispondi a quello che ti ho chiesto, Ebony.» deglutisco a fatica.

Fa caldo, sto sudando.

«Non so di cosa tu stia parlando.» che grande cavolata che sto sparando, ma non posso ammetterlo, ci manca solo che per colpa di Zayn tutto vada a puttane.

«Non negare, dai. Non hai mai cagato Louis così tanto come in questo periodo.»

«Magari era lui che non cagava me, eh.» lo correggo. Io lo cagavo fin troppo, non che ora la situazione sia migliorata.

«Non fingere, sai di cosa sto parlando.» mi sorride maliziosamente.

«Guarda che con me ammiccare non funziona, e poi, se proprio vuoi saperlo, io sto dicendo la verità.» dopo questa conversazione credo che andrò a confessarmi.

«Ti rinfresco la memoria io, allora - respira profondamente prima di cominciare a parlare, il mio cuore accelera di colpo, ho paura che abbia scoperto un po’ troppe cose - tu stai frequentando Louis per far ingelosire Harry, dato che lui, nell’ultimo periodo, dedica le sue attenzioni ad Aubree, trascurandoti più del dovuto. Ho ragione o no?»

Oddio. Questo è scemo. Che cazzo si fuma alla mattina?

Ricoverate Zayn Malik, presto, è urgente.

Voglio dire, come cazzo gli viene in mente che a me interessi Harry? Stiamo parlando di Styles, dai, cavolo. Certo, non è un brutto ragazzo, anzi, ma innamorarsi di lui è come firmare la propria condanna a morte: porterà solo guai. 

«No che non hai ragione, idiota. La verità è che...» mi interrompo immediatamente, notando che sto spiegando più del dovuto, Zayn si accorge che ho smesso di parlare.

«La verità è che...?» mi incinta, gesticolando con le mani.

«Credo sia meglio andare in classe.»

«No, ora voglio sapere.»

Detesto la testardaggine di Zayn.

Ritiro quello che ho detto: non è per niente intelligente. Non capisce niente, non si accorge di niente. Questo però è un buon segno, vuol dire che sono abbastanza discreta e non mi sbilancio in presenza degli altri, solo che non capisco come sia arrivato a questa conclusione.

«Facciamo così, io ti spiego quello che sta accadendo, ma tu mi devi dire come sei arrivato a pensare a quest’assurdità.» porgo la mia mano a Zayn, lui l’afferra un po’ titubante, ma poco dopo la stringe con più sicurezza.

«Comincia tu.» gli dico, prima voglio essere sicura che non sia tutta una scusa per farmi ammettere che sono interessata a Louis.

Mmh, non credo che sia così intelligente.

«Sinceramente, non lo so nemmeno io. Dato che conosco il rapporto fra te ed Harry, so quanto siete amici, mi sembrava strano che ad un certo punto tutto questo fosse cambiato. Poi ho notato che lui trascorre molto tempo con Aubree, nonostante lei stia con Louis; allora ho pensato che tu e Louis vi eravate messi d’accordo per farli ingelosire, in questo modo Aubree sarebbe tornato con lui e tu ed Harry sareste tornati migliori amici.»

Questo ragazzo ha troppo fantasia.

Sto ridendo dalla prima frase, davvero, non ci posso credere che sia arrivato a pensare una cosa del genere. 

«Malik, sfoggia la tua bellezza e tieni chiusa la bocca.» li sferro un leggero pugno sul braccio, senza fargli male.

«Era davvero così sciocca come ipotesi?»

«Direi.»

«Tocca a te.» solo ora mi ricordo del patto, mi mordo nervosamente il labbro, sperando che lui non noti la mia tensione.

«Vedi... - respiro profondamente - ecco...» non ce la faccio.

Non ho mai parlato con nessuno dei miei sentimenti nei confronti di Louis, a parte con Harry, forse per non rendermi del tutto vulnerabile. Louis è il mio punto debole, e non volevo che la gente lo sapesse con così tanta facilità, per poi usare questa situazione a suo favore. Non è che io non mi fidi di Zayn, non mi fido di me stessa. Non so come reagirebbe a quest’idea del piano, molto probabilmente mi riderebbe in faccia oppure mi direbbe che sono una sciocca e che è una cosa orrenda tentare di rovinare una coppia.

«Mi devi promettere che non lo dirai a nessuno, se no giuro che ti stacco le palle a morsi.» Zayn guarda in basso, verso i pantaloni, rido.

«Da questa bocca non uscirà nulla, lo giuro sulle mie sacre palle.» prendo ancora alcuni secondi di pausa, almeno per tentare di farmi forza, anche se è tutto inutile.

«La tua ipotesi non era del tutto falsa, un piano c’è, ma lo attuato insieme ad Harry - il moro mi ascolta attento. Perchè la campanella non suona, santo cielo? - ora mi prenderai per scema, anche se lo sono, ma è da più di un anno che sono innamorata di Louis, ancora prima che Aubree me lo portasse via, naturalmente lei non lo sa e non lo deve sapere. Tutto è iniziato per scherzo, Harry aveva proposto quest’idea che al principio sembrava assurda, ma poi si è rivelata utile. Non so come Harry abbia conquistato Aubree e non voglio nemmeno saperlo, in quell’arco di tempo io ho avuto la possibilità di avvicinarmi a Louis e conoscerlo per quello che è veramente, ed è un ragazzo stupendo. Penserai che sono una stronza perchè voglio dividere una coppia, ma Louis mi ha confessato che non si è mai innamorato realmente, anzi, recentemente mi ha detto che, molto probabilmente, si sta innamorando di una ragazza. Io non so chi sia, ma spero con tutto il cuore di essere io.» Zayn non dice nulla, credo stia aspettando il momento giusto per ridermi in faccia e sputarmi in un occhio.

«Dammi un cenno ti vita, ti prego.» lo supplico, sperando che capisca che le mie intenzioni non sono cattive, al contrario.

«Ebony, tu sei pazzesca.» scuote la testa divertito. Sta sorridendo? Se fosse così, be’, potrei anche rivalutare l’opzione del strappargli le palle a morsi se dicesse qualcosa, bensì potrei semplicemente castrarlo, sarebbe sicuramente meno doloroso.

La campanella suona. Dieci minuti prima, no, vero?

«Ne riparliamo dopo.» mi dice, prima di scappare.

Ora sono nelle mani di Zayn, se dicesse qualcosa tutto andrebbe a finire male, e sicuramente perderei l’amicizia di Louis.

Oh, basta, non ci devo pensare.

Mi dirigo verso la mia aula, dove si terranno ben due ore di matematica.

Sparatemi, vi prego.

Sicuramente faremo degli esercizi riguardo alle equazioni.

Improvvisamente ho un vuoto, non mi ricordo nulla. Sono sicura che il professore chiamerà me, se non mi fa fare una figura di merda alla settimana non si sente in pace con se stesso.

Accelero il passo, almeno vorrei arrivare puntuale. Ci sono alcuni assenti, mi dirigo verso il mio solito posto, non curante degli sguardi degli altri presenti.

Sposto lo sguardo da una parte all’altra della stanza in cerca di quegli occhi azzurri, ma non li vedo, faccio spallucce. 

Non importa.

Invece sì che importa.

Sbuffo.

Due mani si posano sui miei occhi.

Chi cazzo è?

«Chiunque tu sia, togli quelle mani, prima che ti conficchi una matita nel...»

«Okay, okay, calma.» riconosco quella voce.

Harry.

«Guarda chi si rivede, eh.» il mio tono è acido.

«Dai, non trattarmi così.» si siede accanto a me.

«E’ esattamente come mi hai trattato tu per più di una settimana. Mi dispiace che Aubree a letto ti renda così esausto a tal punto da non riuscire nemmeno a spiccicare una parola.»

«Primo, non siamo mai andati a letto; secondo, mi sono concentrato su di lei in modo che il tuo piano funzionasse e mi sembra anche che stia andando tutto bene, perciò potresti evitare di essere incazzata con me.»

«E’ impossibile parlare con te, santo cielo.»

Vedo Louis ed Aubree entrare insieme, fortunatamente si siedono in due posti differenti. Aubree poggia il suo sguardo su Harry, noto sul suo viso un’espressione interrogativa.

«Ne riparliamo dopo, se vuoi.» si alza e va verso Aubree, si siedono nei due banchi vicini, mentre Louis prende posto di fianco a me.

Tutti che mi dicono “ne parleremo dopo”, “continuiamo il discorso più avanti”, alla fine si scorderanno. Sono stanca di ricordare tutto a tutti. Ho anche paura che Zayn si faccia scappare qualcosa con Niall e Liam, ci manca solo che si mettano in mezzo quei due e poi possiamo ballare la conga tutti insieme.

«Ehi.» Louis mi sorride ed io ricambio.

«Pronta per la lezione?»

«Sinceramente? No. Non vedo l’ora che queste due ore finiscano.» il professore entra in classe subito dopo che io ho pronunciato quella frase. Inizia a sfogliare il registro e a fare l’appello.

Bene, ora voglio proprio vedere se non chiamerà me.

«Day, alla lavagna!»

Minchia, ci sento, potrebbe evitare di urlare.

Mi alzo velocemente, prima comincio, prima finisco.

Afferro il gesso e aspetto che mi detti un’equazione.

«Dubito che lei riuscirà a risolverla.»

Mi verrebbe voglia di sbattere i cancellini, in modo che la polvere di gesso lo faccia tossire e poi muoia soffocato.

Okay, forse sono stata un po’ troppo crudele.

Respiro profondamente ed inizio a scrivere.

Prima di cominciare ho un attimo di esitazione, mi volto verso Louis e vedo che mi sta guardando, il suo sorriso mi conforta.

Questa volta, a differenza di quella precedente, inizio a scrivere, nella mente ripasso i passaggi, sperando di non sbagliare. Voglio dimostrare a quel professore che, se voglio, posso farcela. Scrivo il valore di x e aspetto che il professore alzi lo sguardo dal registro.

«Almeno qualcosa ha scritto, signorina Day, ora vedremo se è corretto.» reggo il suo sguardo di sfida. I suoi piccoli occhi si muovono velocemente da un numero all’altro, controlla più volte il risultato sul libro.

«E’ corretto.» afferma, sconcertato.

Si becchi questo, professore.

Ritorno al mio posto, il sorriso di Louis che non smette di esserci.

«Styles, ora venga lei alla lavagna.» non faccio attenzione a ciò che dice il professore, piuttosto mi concentro su di Louis.

«Oggi usciamo, ti va?»

«Certo.» mormoro, per non farmi sentire.

«Però pranziamo fuori, okay?»

«Sì, ma prima devo passare da casa, devo fare una cosa.» voglio ritoccarmi il trucco, magari modificarlo. Non so perchè, ma sto dando molta importanza all’aspetto fisico e non è da me. Voglio che Louis mi accetti per quello che sono, ma provare a migliorarmi con un po’ di prodotti cosmetici non credo sia un reato, no?

 

 

 

 

 

 

 

L’ultima ora, quella di chimica, l’ho passata a fare palline di carta e a lanciarle nel cestino. Quella materia è veramente noiosa. Ci sono troppe formule, troppi metalli, troppe lettere, troppi numeri, troppo tutto.

Zayn l’ho visto di sfuggita, Niall e Liam lo hanno trascinato fuori dalla scuola, non so dove siano andati. Siamo rimasti noi quattro: io, Louis, Harry ed Aubree.

«Pranzate a casa con noi?» domanda Aubree.

«Ehm, io e Louis pranziamo fuori, quindi credo che sarete solo tu ed Harry.» il riccio annuisce.

Una volta arrivate a casa, mi dirigo verso la mia stanza e mi cambio. Indosso un vestito semplice, a fiori. Il bagno, fortunatamente, è libero, afferro i trucchi di Aubree ed inizio ad applicarli. Questa volta utilizzo la matita nera, marcando bene la linea, applico più volte il mascara e, per quanto riguarda il rossetto, ne utilizzo uno tendente al rosso, ma non troppo appariscente. Mi guardo allo specchio: non sembro nemmeno io. I lunghi capelli castani mi cadono morbidi sulle spalle, mentre i miei occhi sono messi in risalto dal nero della matita. Sono soddisfatta del risultato, rispetto a stamattina ho esagerato di più con il trucco, ma per una volta non mi importa.

Apro la porta per uscire e mi trovo di fronte Harry.

«Che ti è successo?» mi domanda, squadrandomi.

«Niente.»

«Tu non sei solita a truccarti, sei diversa.»

«Tutto qua?» 

«No, sono venuto a cercarti per finire il discorso di stamattina.»

«Entrambi non abbiamo niente da aggiungere, davvero, va bene così. C’è solo una cosa che non mi hai chiarito: chi è la ragazza di cui ti sei innamorato?»

«Ebony, non mi va di parlarne.» infila le mani nelle tasche dei pantaloni, è nervoso.

«Perchè? Io ti ho parlato dei miei sentimenti nei confronti di Louis, perchè non puoi fare lo stesso?»

«Vorrei, ma non posso.»

«Dimmi almeno qualcosa su di lei.»

«E’ magnifica, solo che non lo sa. E’ una di quelle persone con il sorriso sempre stampato sulle labbra, adora ridere, fa cose folli. Non so davvero come io abbia potuto innamorarmi di lei, ma è successo, e forse è una delle cose più belle che mi siano mai capitate. Mi dispiace solo di una cosa: lei non potrà saperlo.»

Rimango stupita dalle parole di Harry, non l’avevo mai visto così preso da una ragazza.

«Perchè non puoi?»

«Perchè è meglio così.»

Non rispondo, non voglio continuare, so che non mi direbbe altro se non inutili frasi che non avrebbero alcun senso.

«Eb, sei pronta?»

Riconosco la voce di Louis, sul mio viso compare un sorriso, la risposta alla sua domanda sono i miei passi che si sentono mentre scendo dalla scala. La porta è aperta, lui è fuori, lo raggiungo.

«Eccomi.» si volta, i suoi occhi mi percorrono velocemente, rimangono fissi sul mio viso, non lo lasciano.

«Sei diversa, Ebony.» 

Non capisco, davvero, non capisco.












HEEEEEEEY, I'M HERE, YOH. 
Mi è arrivato il libro di greco. Oh, Santa Maria Vergine. Minchia, sembra russo. çç
Pregate per me, rkgnrtkg, tanto tra un mese mi ritroverete a fare la parrucchiera, trololol.
Poi venerdì devo uscire con un ragazzo e la sua famiglia, perchè sua madre era in classe con mia madre, e suo figlio sarà in classe con me. Che caso, AHAHAH.
Stamattina ho mangiato gli "Smiles", tipo delle faccine fatte di patate fritte, sono robe che prendi al mercato, AHAHAH. Poi ho anche fatto una figura di merda, stavo facendo il viale in bici e c'erano due ragazze, io ho scambiato una di loro per una mia amica dato che avevano le stesse scarpe e ho rallentato come una pirla, fortunatamente non si è voltata, ma credo che l'amica accanto mia abbia visto e mi abbia dato della scema nella sua mente. lol
Il capitolo è luuuungo. Visto come sono brava? grkrtkg
Pensavo che nessuna di voi ci sarebbe mai arrivata, ma c'è stata una ragazza che ha capito la domanda di Zayn, intuendo che lui intendeva dire che Ebony e Louis si erano messi d'accordo per far ingelosire Harry e di conseguenza anche Aubree. c:
'Sto capitolo fa un po' schifo, ma avevo voglia di aggiornare, gkjnrtgk.
Grazie mille per le recensioni. Quanto vi amo io? All'infinito.
Spero recensirete anche questa merdolina di capitolo. çç

Su Twitter sono @xharrysbreath
Sapete che dal 1997 hanno inventato un vibratore firmato Hello Kitty, AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH, sono sconvolta çç
Per chi avesse voglia questa è l'altra ff: We're always been too much, but never enough (cliccate sul nome lungo 58748574857 chilometri, lol)
Un bacio. c:

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Capitolo 15
*** Did you change for me? ***




15. Did you change for me?

 

«Ma sono sempre io, Louis.» corrugo la fronte, sul mio viso c’è un punto interrogativo, non capisco davvero cosa intenda.

«No, sei diversa, te l’ho detto.»

Oh, porca miseria, se mi spiegasse cosa intende magari potremmo risolvere questa faccenda. 

«Vieni.» intreccia la sua mano con la mia. Che sta facendo? Non può afferrarmi di colpo la mano e stringerla nella sua, io non sono preparata psicologicamente a queste cose, io ho bisogno di saperlo prima. Io rischio un infarto, santo cielo, sono debole di cuore quando sono in presenza di Louis.

«Dove mi stai portando?» domando, ma non ricevo risposta.

Odio il silenzio, davvero. Io non so stare in silenzio, io devo parlare, devo aprirmi perchè se sto zitta accumulo tutto. Io ho bisogno di far uscire parola da questa bocca, ho bisogno di soffocare una persona con le mie chiacchiere per non rischiare di soffocare me stessa. Io sono impaziente, non so aspettare, ho sempre voglia di fare tutto con frenesia, ho bisogno di tenermi occupata. Io non devo pensare troppo perchè sono una di quelle persone che si crea varie paranoie. Eppure con Louis tutto ciò non avviene, è come se con lui mi sentissi a mio agio. Io di lui mi fido. Ma non capisco cosa stesse intendendo pochi minuti fa.

Ti prego, Louis, parla.

Essendo troppo presa a riflettere tra me e me, non mi accorgo che mi ha portata nello stesso parco di pochi giorni fa, ci dirigiamo verso una panchina e noto che la sua mano stringe saldamente la mia. Non lasciarla.

Mi siedo di fianco a lui e per un po’ rimaniamo in silenzio.

Parla, per favore.

«Molto probabilmente non hai capito cosa intendevo. Tu sei cambiata sia fisicamente sia caratterialmente. In particolare stamattina ho notato qualcosa di diverso, forse per l’eccessivo trucco, non so, ma non eri l’Ebony che ho conosciuto.»

«Per l’eccessivo trucco?» ripeto scimmiottandolo.

«Sì. Se c’era una cosa che non amavo molto di Aubree era il fatto che lei si coprisse sempre di cosmetici, si nascondeva dietro ad una maschera. Sembra che tu stia facendo lo stesso.» abbasso lo sguardo, mi sento offesa, non pensavo che le parole potessero ferire così tanto, che potessero trafiggerti.

«Io non volevo.»

«Cosa?»

«Cambiare.» respiro profondamente e finalmente ho il coraggio di guardarlo negli occhi, sul suo viso è stampato un piccolo sorriso.

«Non pensavo davvero di poter cambiare così tanto solo attraverso degli stupidi trucchi. Forse tu non riesci a capire, ma ogni volta che mi vedo allo specchio, mi domando perchè. Perchè non sono perfetta, okay, forse la perfezione non esiste, ma io la cerco. Non sono mai stata una persona a cui dà peso a queste cose, ma da un po’ di tempo mi capita di soffermarmi di più su questo argomento. Hai visto Aubree? Le basta davvero poco per essere bella, io invece mi devo ridurre così. Non mi sento mai apprezzata, io non riesco ad apprezzare me stessa. Quando passo davanti a dei ragazzi, abbasso lo sguardo, non riesco a reggere le loro occhiatacce. Una volta non mi importava, ma ora come ora sì. Forse proprio perchè mi sono innamorata che mi sento così dannatamente sotto pressione, forse perchè quella persona non si accorge di nulla.» che sto dicendo? Perchè mi sto sfogando con Louis? No, santo cielo, Ebony. Non dovrei mostrarmi così ai suoi occhi, dovrei apparire come la ragazza sorridente e allegra, non come quella fragile e vulnerabile.

«No, non dire nulla perchè mi sentirei ancora più in imbarazzo. Scusa per la mia reazione, meglio che vada a casa così mi tolgo questa maschera e ritorno l’Ebony di sempre. Non è successo nulla, tranquillo.» abbozzo un sorriso, un sorriso finto. Non è successo nulla? Eccome se è successo. E’ successo che mi sono rivelata e non dovevo farlo. Il mio punto debole doveva rimanere fra me e me, ho sbagliato, come sempre.

«No. Parliamone.» la sua mano calda si appoggia sul mio ginocchio, facendomi segno che da quella panchina non mi sarei mossa.

«Non c’è nulla da dire.»

«Invece sì. Dicono che non so ascoltare e che devo imparare a farlo. Sarà una lezione per entrambi, su.»

«Non sono quel tipo di ragazza che farebbe diete folli per raggiungere le linea, se posso evitare qualcosa, lo faccio. Ho pensato che il trucco mi avrebbe migliorata, che sarei apparsa in modo diverso agli occhi degli altri. Per quanto riguarda il carattere, be’, sono diventata meno spavalda, ma le sciocchezze le dico sempre, eh.»

«Sei cambiata per me?» spalanco gli occhi, quella domanda mi coglie di sorpresa.

Sì, Louis, sono cambiata per te.

«No..ma che dici.» ci manca solo che io ora gli dica che la persona di cui mi sono innamorata è lui.

«Perchè se fosse così - la sua mano si posa sulla mia guancia destra, sfiorandola - non ce n’era bisogno. Sei stupenda così come sei e non hai bisogno di fingerti un’altra persona.» i miei occhi lo fissano e prego che quel contatto non finisca.

«Ebony, tu mi piaci così come sei. Con la tua goffaggine, con la tua ilarità, con la tua spavalderia, con la tua capacità di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Io non potrei chiedere di meglio, davvero. Ho sempre cercato una persona come te e non pensavo di averla così vicino, quindi, per favore, si te stessa.»

«V-va bene.» balbetto leggermente, quella vicinanza mi imbarazza, non so che fare né che dire.

Con entrambe le mani mi incornicia il viso, non smettendo di fissarmi, mi sposta i capelli dagli occhi.

«Posso?» mi chiede, inizialmente non capisco, ma poi un’idea mi balena negli occhi.

«Se non lo fai tu, lo faccio io.» ride divertito, e come faccio a non amare un ragazzo così?

Si avvicina sicuro alle mie labbra che aspettano da anni questo momento e che ora stento a crederci, molto probabilmente è un sogno e ora Aubree urlerà ed io mi sveglierò. Le sue labbra premono sulle mie, si schiudono. No, non è un sogno, è la realtà.

Io, Ebony Day, sto baciando Louis Tomlinson.

Okay, forse è stato lui a baciare me, ma non importa.

Sento la sua lieve barbetta solleticarmi il mento e le guance, è un bacio casto, semplice, non avrei potuto chiedere di meglio.

Vedere il suo sorriso sulle labbra una volta che ci separiamo è la più bella soddisfazione che potessi ricevere.

Ed è strano come tutto quello per cui ho lottato ora è proprio di fronte a me, non so cosa accadrà ora, non so cosa dirà Louis, non ho più certezze. Ripeterei questo istante all’infinito per rivedere alla fine del bacio il suo meraviglioso sorriso.

Non riesco a spiccicare parola. Dove è finita tutta la mia spavalderia?

«Io ti apprezzo così come sei.» è Louis ad interrompere il silenzio con questa semplice frase, ma che mi rincuora.

Louis afferra la mia mano, mi fa cenno di alzarmi e passeggiamo, ritornando verso casa.

«Sei sempre una scoperta, Ebony.» 

«Io direi che sono una rompi palle.» sghignazza divertito. Nessuno dei due accenna al bacio, è meglio così, avremo l’occasione per parlarne.

Infilo la chiave nella serratura ed entro in casa, Louis mi ferma.

«Che c’è? Non entri?»

«No, preferisco tornare a casa. Ci vediamo domani a scuola.» mi scocca un bacio sulla guancia, si volta ed io seguo la sua figura allontanarsi.

Entro in casa e vedo Aubree ed Harry seduti sul divano, staranno vedendo un film, be’, non importa. Non saluto nemmeno, meglio non distrarli, ma il riccio noto che mi ha vista e si è accorto di me. Salgo silenziosamente le scale, mentre Harry mi segue, cerco di non darci peso. Arrivo in camera mia e mi stendo sul letto.

«Perchè hai quel sorriso ebete sul viso?» mi domanda.

Cazzo dice? Io sono seria.

«Uhm, niente.»

«Cos’hai combinato con Louis?»

Io? Niente, oh.

«Mi ha baciato. L’ho baciato. Sì, insomma, ci siamo baciati, ecco.» il riccio non si muove, pensavo che si sarebbe messo a saltare con me o ad urlare, ma l’unica cosa che noto è un lieve sorriso.

«Non dici niente?» lo incito.

«Be’, è una bella cosa, sono felice per te.» si passa una mano fra i capelli nervoso.

«Smettila di saltare di felicità per me, se no rischi di rompere il pavimento, eh.» quanto sarcasmo nei suoi confronti sto facendo.

Comincia a saltare in modo isterico e a battere le mani. 

«Evvai, Louis ha baciato Ebony, non aspettavo altro!» rido divertita.

Quanto è sciocco, santo cielo.

Gli lancio un cuscino per farlo smettere e lo becco in piena faccia.

«E tu con Aubree?»

«Mh, niente di che, solite robe, mi sta appiccicata come una sanguisuga.»

«Non l’adoravi?»

«Ho detto che era simpatica, non che apprezzassi il fatto che mi stesse attaccata al culo ventiquattro ore su ventiquattro.» mi corregge, puntualizzando.

«Va bene, va bene. Comunque ti devo raccontare una cosa assurda: Malik pensava che io avessi attuato un piano con Louis per far ingelosire te, dato che, secondo lui, io ero innamorata di te.»

«E tu?»

«E io cosa?»

«Tu che gli hai detto, genio.»

«Gli ho detto che era una cavolata! Ti pare che io mi innamori di te, Harry, dai, tra tutte le cazzate che ho sentito questa è la più grande. Non la pensi come me?»

Non risponde.

«Oh, Harry, ci sei?!» lo richiamo, cercando di attirare la sua attenzione.

«Sì...certo...hai ragione.»

«Poi naturalmente ho dovuto dirgli la verità e ora sa tutto il piano. Spero che non gli venga in mente di dirlo a Louis altrimenti manderà tutto a quel paese.»

Harry non risponde. Sembra come se non ci fosse.

«Comunque oggi con Louis è stato magnifico, lui è magnifico, non pens...»

«Okay, Ebony, stop! Ho capito che è bravo a baciare e tutto quello che vuoi, ma non ti ho chiesto i dettagli.»

«Oh, scusa, se volevo condividere le mie emozioni con il mio migliore amico. Ah, già, dimenticavo che non si è più soliti farlo, in particolare per te, dato che non mi racconti nemmeno di chi ti sei innamorato.»

«Che cazzo c’entra? Saranno affari miei?»

«Minchia, a forza di stare con Aubree sei diventato stronzo come lei. Per caso hai il ciclo?»

«Quanto sei stupida, santo cielo.» si sdraia sopra di me e mi abbraccia.

«Ti voglio bene, Ebony, e scusa.»

«Ti voglio bene anche io.» mi dà un bacio sulla guancia. E’ sempre stato questo il suo modo di scusarsi, semplice, sbrigativo, ma efficace. Harry non ama le parole, non è mai stato bravo ad utilizzarle, si limita ai gesti.











ʘ‿ʘ vi ozervo. 


Tra un po' comincia la scuola. MA PERCHE'? Oddio, a dirla tutta sono felice, rtgktrkg, compagni nuovi, materie nuove e... taaaaanto studio. lol
No, a parte gli scherzi, sono molto motivata e ho tanta voglia di dare il massimo. 
Per quanto riguarda il capitolo? SI SONO BACIATI, AHAHAHAH. Minchia, era ora, lol.
Non so, mi sembra un po' una merdolina cotta questo capitolo. (?)
Non mi convince molto, però mi piace la parte in cui Ebony ha mostrato chi è veramente, quindi dietro al suo carattere sicuro e spavaldo, c'è comunque molta incertezza. 
Io spero che recensirete e che vi piaccia almeno un po', se diceste che fa cagare, vi capirei, perchè è quello che penso io, AHAHAH.
Grazie mille per tutte quella persone che stanno seguendo, preferendo, ricordando e recensendo la ff, IO VI AMO.
Ora scappo, trkgnrtg.
Un bacio. <3

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Capitolo 16
*** Maybe i fall in love with Harry. ***




16. Maybe i fall in love with Harry.


Aubree si sta torturando le unghie, continua a mordersele, e quel rumore mi dà un tremendo fastidio.

«Minchia, la pianti?»

«Di fare cosa?»

«Di mangiarti quelle unghie che chiedono pietà.» abbassa lo sguardo verso le sue mani e nota che la parte finale delle sue unghie è leggermente frastagliata.

Mi ha chiamata un quarto d’ora fa, esattamente dopo che Harry ha superato la soglia dell’ingresso ed è tornato a casa. Minchia, quel ragazzo può venire ad abitare qua, dato che sono più le volte che lo ritrovo a casa mia.

«Ascolta, se mi devi dire qualcosa dimmela, non tiriamola troppo per le lunghe.»

«Ti ricordi quando stamattina ti ho detto che avremmo dovuto parlare, be’, ecco, è arrivato il momento.»

Sono calmissima.

Se mi sbatterà in faccia il fatto che ha capito che mi piace Louis, io non negherò, e le dirò anche del bacio.

«Dai, spara.» mi siedo comodamente sulla poltrona e aspetto che parli.

«Vedi, io spero che tu non te la prenda, che non ti incazzi e che non mi strappi i capelli.» corrugo la fronte,  continuando a non capire.

Questa ragazza è peggio di me nelle spiegazioni, voglio dire, dovrebbe essere più schietta e non girarci intorno, ma andare dritta al punto, altr...

«Forse mi sono innamorata di Harry.»

Che cazzo?

«Cosa?!» spalanco gli occhi, mi rigiro nervosa nella poltrona. 

«Sì, lui è un ragazzo magnifico, è stupendo, davvero.»

«E Louis?» domando.

«Louis, be’, niente. Alla fin fine non c’è mai stato niente fra di noi, una semplice cotta che si è dissolta durante i mesi.»

«Quindi vuoi lasciarlo?» i miei occhi si illuminano, ora dipende tutto dalla sua risposta.

«E’ questo il punto. Io credo veramente che sia innamorato di me e non vorrei ferirlo, quindi suppongo mi toccherà aspettare che sia lui a farlo. Sai, io non sono così stronza, non voglio che soffra per me, Louis è un ragazzo d’oro.»

No, tu sei una puttana, una zoccola, una baldracca e tutto quello che di brutto c’è. Non posso crederci, oddio, in verità io ci credevo, ma non pensavo che in tutti questi mesi lei non provasse niente per lui. 

«Ma scherzi? Mollalo subito, vai da lui e digli “Ascolta, io non ti amo, io sono una cretina, io sono una testa di cazzo, ma ti lascio. Addio, a mai più, sparisci dalla mia vita, trovati un’altra.”» Aubree mi guarda sconcertata, okay, forse ho esagerato un po’ con gli aggettivi, però ho ragione, oh.

«Sei pazza? No, no e no.» e minchia, ora come cavolo farò? Be’, ho sempre la speranza che a mollarla sia Louis, spero che almeno lui sia un po’ più intelligente di questa qua che da un momento all’altro si è rivelata sentimentale e sensibile.

«E con Harry?»

«Credo di essere ricambiata. Insomma, ci hai visti? Siamo così simili.»

«No, non siete per niente simili: tu sei una stronza che si prende gioco dei sentimenti degli altri, mentre lui un meraviglioso ragazzo che aiuterebbe la sua migliore amica a fare cose folli pur di vederla felice.» sussurro.

«Hai detto qualcosa?»

«Io? No, no. Sì, in effetti penso proprio che anche lui sia pazzo di te.» che cazzo sto dicendo? Sono preoccupata per Harry, spero che non se ne innamori, ma perchè la ragazza che gli piace non lo caga, così sarebbe tutto più semplice, no? Se Harry si metterà con Aubree il mio piano sicuramente funzionerà al meglio, ma ho paura che lei lo stia solo usando e che dopo un mese lo butti via come un maglietta che non va più bene, che è troppo piccola.

«Tu che ne pensi, Eb?» sobbalzo per la domanda.

«Penso che è molto carino pensare che Louis potrebbe soffrire se lo lasciassi, ma, andiamo, è un ragazzo! Non credo ne farebbe una tragedia, dopo poco si riprenderebbe.»

«Ma io non sono così facile da dimenticare.»

Oh, no, ti sbagli: tu non sei così facile da sopportare.

«Stiamo parlando di Louis Tomlinson, quel bel ragazzo con due occhi celesti, un sorriso stupendo, dei pettorali che, santo cielo, sono la fine del mondo.»

«Tutto okay, Ebony?»

«Oh, sì, tranquilla, sto benissimo, davvero.» sembro una psicopatica. Ora mi metto pure a descrivere Louis, bene, molto bene.

Sbuffo.

«Ne hai parlato con Harry?» domando, curiosa.

«No, preferivo prima avere un tuo parere. Io mi fido di te.»

«Appunto per questo, quindi, lascia Louis!» esclamo, esausta.

«No, non lo farò. Te l’ho detto, è un ragazzo molto sensibile.»

Quale parola delle frase “tu devi mollare Louis” non le è chiara? Porca miseria. È più testarda di me e di questo passo non concluderò un bel niente. Vorrei solo che per una volta le cose andassero come voglio io. Tutto sembrava così perfetto, il bacio con Louis, Aubree che crede di essersi innamorata di Harry, ma non capisco perchè non voglia mollarlo. Non gliene è mai fregato nulla dei sentimenti delle persone e ora se ne esce con le frasi fatte dei film come “io ci tengo davvero a lui e non voglio che stia male per me, non se lo merita. Non voglio vederlo triste, sofferente.” ma chi cazzo crede che sia Louis? Un bambino dell’asilo a cui hai negato il lecca lecca e ora piange insistentemente finché non glielo comprerai? No. Inoltre lui ha detto espressamente che non si è mai innamorato. Ma il punto è un altro: queste cose le ha dette solo a me. Dovrebbe dirle anche a lei, in qualche modo, ma prima di tutto mi devo assicurare che per lui quel bacio sia significato qualcosa, non voglio essere un errore.

Respiro profondamente.

«Be’, io vado a dormire. Rifletti su questa situazione, se seguirai il mio consiglio andrà tutto bene.»

«Che palle che sei!» sbuffa spazientita, non ci faccio caso. Mi dirigo verso la mia camera, una volta messo il pigiama, sprofondo nelle coperte e penso a quanto sia stata bella questa giornata, togliendo la precedente conversazione con Aubree.

Il bacio con Louis.

Louis mi ha baciata.

Oh, non ci posso credere.

Stringo forte il cuscino e comincio a battere i piedi sul letto.

Okay, basta, meglio dormire.

 

 

 

 

 

 

 

Oggi niente scuola, ma stranamente mi sono svegliata presto, è da quattro ore che sono in piedi. 

Continuo a fissare lo schermo del mio cellulare.

Nessun messaggio, nessuna chiamata.

Be’, sono solo le dieci, magari dorme ancora. No, di solito lui si alza molto presto, anche durante il weekend.

Chiudo gli occhi.

Respiro

Li riapro.

Nessun messaggio, nessuna chiamata.

Riproviamo.

Chiudo gli occhi.

Incrocio le dite.

Corrugo la fronte.

Respiro.

Li riapro.

Nessun messaggio, nessuna chiamata.

«Porca cazzo, fatti sentire, brutto bastardo di uno stronzo che prima mi bacia e poi non mi caga!» esclamo, puntando il dito contro lo schermo del cellulare come se quello che devo incolpare fosse il mio telefono.

«Chi ti ha baciata?» mi domanda Aubree, spuntando dalla cucina.

«‘Sto cazzo, Aubree, ‘sto cazzo. Non rompere le palle che mi sto accigliando.» fa spallucce e ritorna a preparare la torta.

Devo stare calma, su. In fondo cosa vuoi che sia? Il ragazzo che ami, dopo averti invitato ad uscire un po’ di volte, ti bacia, ti fa sentire apprezzata, ti dice che per lui sei perfetta così, che non hai bisogno di trucco né di maschere, e il giorno dopo non si fa sentire. Sì, capita tutti i giorni...alle sfigate come me.

Il campanello suona.

Oh, lo sapevo, lo sapevo, è lui.

Mi precipito all’ingresso, molto probabilmente Aubree non ha sentito a causa del frullatore.

Apro la porta con un sorriso smagliante.

«Lou... Harry?» un’espressione affranta si fa spazio sul mio viso.

«Felice di vederti, Ebony. Oh, anche io sono molto contenta di vederti, Harry.» scimmiotta la mia voce, ma il risultato è veramente orribile.

Lo afferro per un braccio e lo trascino dentro.

«Dove cazzo è finito il tuo amico, eh? Cos’è, dopo avermi baciata ha deciso di cambiare identità e di fuggire in Antartide? Oppure si è sotterrato per la troppa umiliazione? Guarda che c’è gente che pagherebbe per baciare le mie labbra.»

«Stai delirando.»

«Sì, molto probabilmente hai ragione.» allento la presa, mentre lui delicatamente mi accarezza una guancia.

«Non doveva andare così.»

«Le cose non vanno mai come vogliamo.» nel suo tono c’è qualcosa di triste, come se si riferisse a qualcosa, a qualcuno.

«Per Aubree sì, invece. Quella stronza si è innamorata di te.»

«Dimmi che non è vero.»

«E pensa anche che tu la ricambi.»

«Minchia, sono messo bene.»

«Condoglianze.» batto la mia mano sulla sua spalla, cercando di infondergli sicurezza e di fingermi realmente dispiaciuta.

«Comunque di al tuo amico che è uno stronzo, che appena lo vedrò gli strapperò le palle a morsi, che è un codardo, che è un vigliacco, che è un Don Giovanni, che mi sono innamorata di lui, che...»

«Alt, ripeti quello che hai detto.»

«Comunque di al tuo amico che è uno stronzo, che appena lo vedrò gli strap...»

«No, no. L’ultima frase.»

Ora capisco dove vuole andare a parare. Abbasso lo sguardo e respiro profondamente come è mio solito fare quando sono agitata.

«Che mi sono innamorata di lui.»

«Lo pensi veramente? Ne sei sicura?»

«Harry, sì. È la prima volta che mi succede, è tutto così diverso, io sono diversa, sono più matura.»

«Parla colei che ha inventato questo piano.»

«A parte quello. Ma per quanto riguarda i sentimenti sono seria, io non sono come Aubree, io non lo faccio per divertirmi, io ci credo veramente. Vedi, io alla fine non ho fatto nulla di male, se Aubree teneva veramente a Louis non si sarebbe lasciata abbordare da te così facilmente, anzi, avrebbe reagito e ti avrebbe respinto. Questo vale anche per Louis, se lui era veramente innamorata di lei, non mi avrebbe baciata.»

«Tutti sbagliano.»

«Pensi che io sia...uno sbaglio?» pronuncio quell’ultima parola come un sussurro, temo davvero di essere stato quello.

«Ma no. Louis non è quel genere di persona.»

«E allora perchè non si è ancora fatto sentire?»

«Io non lo so. Davvero, Ebony, non lo so.»

«Hai ragione, scusa.» sorrido lievemente, capendo che Harry sta tentando davvero di fare il possibile per tirarmi su di morale, ma l’unica persona che potrebbe riuscirci sarebbe il diretto interessato, Louis.

«Harry, ma da quanto sei qua?» Aubree sbuca dalla soglia della cucina, raggiante.

«Mezz’oretta. Scusa se non sono venuto a salutarti.»

«Tranquillo. Vieni con me in cucina, così mi aiuti con la torta» il riccio si volta verso di me, molto probabilmente per assicurarsi che io stia veramente bene, annuisco e lui va con lei.

Mi precipito sul divano, dimenticandomi completamente del cellulare.

Solo ora mi ricordo che non l’ho più guardato, sono tentata dal lasciarlo lì sul tavolo e non controllare, in fondo so già che non ci sarà nulla. Tuttavia la curiosità prende il sopravvento e così do un’occhiata.

Un messaggio.

Da Louis.

Mi mordo il labbro.

Mi tremano le mani.

Leggo.

 

“Ci vediamo oggi alle 15 alla solita panchina. Dobbiamo parlare. -L.”













ʘ‿ʘ

Ciao a tutte, grjknrtgknt.
Sono tornata, yoh. (?)
Sarò veloce perchè devo andare, gjktrgrt, mia mamma mi chiama per vedere la tv, miiiiinchia, lol. çç
Ebony è tutta disperata, AHAHAHHA. çç
Spero che vi piaccia, gjkrnrtg.
Vi ringrazio per le bellissime recensioni. VI ADORO, TUTTE. DALLA PRIMA ALL'ULTIMA. <3
Evaporo, lol.

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Capitolo 17
*** I'd topple. ***




17. I'd topple.


Sfrego i palmi delle mani per cercare di eliminare il leggero strato di sudore che vi si è formato sopra a causa della mia agitazione. Continuo a camminare imperterrita per tutto il salotto. Manca un’ora all’appuntamento ed io sono tremendamente nervosa, ogni tanto Harry si affaccia dalla cucina per vedere come sto, io gli faccio dei piccoli cenni, ma capisce che sono veramente preoccupata.

Mi siedo sul divano, provocando un tonfo. 

Non ce la posso fare, no. 

Non riuscirò ad andare da lui e a guardarlo negli occhi, non sono fatta per queste cose.

«Ehi, Ebony.» la voce di Harry mi rassicura, mi ritrovo la sua braccia che circondano il mio collo, mentre appoggia la sua testa su una mia spalla. Essendo dietro al divano, non riesco a vederlo.

«Ho cambiato idea. Me ne torno in camera mia e al diavolo Louis.» sto per alzarmi, quando le sue mani fanno pressione sulle mie spalle, fermandomi.

«No, tu non andrai da nessuna parte, se non da lui. Hai aspettato questo momento da così tanto tempo.»

«No, in verità io ho aspettato il momento in cui mi dicesse che anche lui si era innamorato di me, ma non mi sembra che sia arrivato. Santo cielo, Harry, io non ce la faccio ad andare là e sentirlo dire “Ebony, ho fatto un errore, ieri non dovevo baciarti. Amici come prima?”. Io crollerei, okay? Amici un cazzo, porca miseria, ho fatto il possibile perchè tutto andasse nel migliore dei modi e alla fine la situazione è peggio di prima.»

«Ma tu che ne sai? Smettila di farti tante paranoie.» afferra la mia mano e mi alza, portandomi di fronte alla porta.

«Ora tu varcherai questa soglia e andrai da lui, a testa alta.»

Respiro profondamente. 

Ce la posso fare.

Ce a devo fare.

Abbraccio velocemente Harry, non mi preoccupo di salutare anche Aubree, in fondo che io ci sia o no in casa non le fa nessuna differenza.

Il mio passo è lento, le gambe mi tremano, non le sento. Il tragitto lo so a memoria, eppure ogni tanto fatico a ricordarmi dove devo svoltare.

Devo smetterla, cazzo.

Non posso permettere ad un ragazzo di fare questo effetto su di me. Devo cercare di non dare importanza a quello che accadrà. Se dirà che sono stata un errore, io annuirò, senza mostrare le mie emozioni. Mi sono rivelata fin troppo e non posso dargli il diritto di distruggermi.

Sento lo scrosciare dell’acqua della fontana che mi avvisa che sono arrivata al parco.

Potrei svenire, qua, in questo preciso istante oppure potrei tornare indietro.

No, devo essere adulta.

Proprio ora ti svegli?

Sempre meglio di mai.

Scuoto la testa, sto parlando da sola, nella mia mente.

Oddio, ora si che mi dovrei preoccupare.

Riprendo a camminare verso la panchina che è coperta dai diversi alberi, mi sposto leggermente a destra e lo vedo.

E’ seduto, guarda dalla parte opposta rispetto a me, i capelli arruffati che vengono scompigliati dal leggero vento, indossa dei pantaloni blu, con il risvolto in fondo e una maglietta bianca, che gli aderisce perfettamente al torace.

Ora è il momento della verità.

Accelero il passo, come se volessi far durare questo momento il minor tempo possibile, pensando che così farebbe meno male, ma il punto è che male farà, sempre, nonostante io cerchi di sdrammatizzare la situazione so che se Louis dovesse dirmi qualcosa di negativo riguardo al bacio e a quello che siamo diventati, non credo che la prenderei bene, come tutte le persone normali. Sento che per la prima volta potrei crollare, è una strana sensazione. Sembra come se tutto quello che hai intorno perdesse colore e tu non riuscissi a trovare te stesso. Se Louis mi dicesse che ha sbagliato compiendo quel gesto, prenderei il nostro rapporto come una sorta di illusione. Ecco, cosa mi avrebbe fatto, mi avrebbe illuso.

Smetto di pensare a queste cose quando sono a pochi metri da lui, ora devo affrontare la realtà e sarò forte.

«Ciao, Louis.» la mia voce è leggermente rauca, tossisco per eliminare quella sfumatura rude del mio timbro di voce.

«Ehi, Eb. Siediti.» mi accomodo di fianco a lui, stringendo i lembi della mia maglietta per cercare di scaricare la tensione.

Silenzio.

Nessuno parla.

Louis sposta lo sguardo da una parte all’altra del parco, come se io non ci fossi.

Basta. Ora diamo un taglio a tutto questo.

«Ascolta, ho capito. Volevi scusarti di persona per quello che è successo ieri, per il bacio e per tutte le cavolate che hai fatto nei miei confronti. Risparmiati la parte del “Oh, Eb, ho fatto un errore... Tu sei un errore” perchè non sarebbe carino nei miei confronti. Comunque, la prossima volta, avresti dovuto scrivermelo via messaggio, avrebbe fatto meno male.»

Non aggiunge nulla.

Non reggo più quest’atmosfera, mi alzo, ma una mano afferra la mia e mi fa cadere di peso sulla panchina.

«Tu hai pensato che dovevo dirti questo?» mi domanda, non lasciando la presa della mia mano.

«Sì. Ammettilo, su. Sono cagate che si fanno alla nostra età... Sono sbagli.» pronuncio le ultime parole con una voce che non mi riconosco, piena di rancore, di tristezza. Una voce che aspettava di sfogarsi.

«Perchè?»

«Perchè cosa?»

«Perchè hai pensato che questo fosse il motivo del mio messaggio?»

«Cazzo, Louis, tu non puoi capire quanto per me sia difficile essere qua, senza avere la tentazione di tornare a casa. Io non volevo nemmeno venire perchè sapevo che avrebbe fatto male, ma poi Harry ha insistito perchè, sai com’è, tra teste di cazzo ci si supporta. Se non vuoi ammetterlo, non importa. Okay, forse importa, ma vabbè. Te l’ho detto: potevi dirmelo tramite messaggio, senza farmi venire qua, sapendo che l’unica che avrebbe parlato sarei stata io!» sbotto, irritandomi.

«Scusa se preferivo dirtelo faccia a faccia che per me quel bacio è stato importante.» mi volto improvvisamente verso di lui. No, non ci credo. E’ frutto della mia immaginazione, me lo sono inventata.

«Scusa davvero se ti ho fatto star male, se ti ho fatto pensare che eri un errore. Comunque, se proprio vuoi ritenerti quello, sei stato il più bell’errore che io abbia mai fatto.» lo guardo sorpresa, non capendo più nulla. Batto le palpebre diverse volte.

«Io...pensavo che...»

«Tu pensi troppo, Eb. Ho passato questi due giorni a chiedermi come farti capire che baciarti è stata una delle mie più grandi iniziative, che per me sei importante, che durante questo periodo in cui abbiamo trascorso del tempo insieme ho realizzato che persona meravigliosa sei, che tu per me non devi cambiare, ma non sapevo come dimostrartelo.»

«Sei un bastardo, seriamente. Pensavo fossi scappato in Antartide.» mi mette un braccio intorno al collo e mi stringe a sé.

Gli scocco un rumoroso bacio sulla guancia, ma una domanda mi attanaglia e non posso non fargliela.

«Ma quindi?» mi guarda, senza capire cosa intendo, ma poi mi sorride e credo abbia afferrato il concetto.

«Tu mi piaci, Ebony, e non poco.» non so perchè, ma comincio a ridere. Forse è una risata per la felicità, per scaricare la tensione accumulata in quei giorni, per non piangere perchè non mi sembra vera che l’abbia detto, non ci posso credere. E’ strano udire la persona che hai rincorso per tanto tempo dire che gli piaci, che è interessata a te.

«Ma... Aubree?»

«Ci parleremo.»

«Dici davvero?»

«Sì, credo che capirà.»

Oh, eccome se capirà, Louis.

«Va bene, Lou.» sorride a quell’abbreviazione del suo nome, non riesco nemmeno a rendermene conto che mi ritrovo le sue labbra sulle mie.

Ed è tutto perfetto, per una volta. Le cose sono andate come volevo io. 

Eppure, sento che c’è qualcosa che mi turba, un tassello che non è ancora al suo posto, ma non riesco a capire cosa.

Basta, però.

Louis ha ragione, devo smetterla di pensare continuamente.

Ora mi godrò questo “noi” che ho atteso da tanto tempo.











ʘ‿ʘ


Eccomi qua, rgbjt. 
Che pensate? o:
Lou ed Eb sono teneri, gkrrtngrt. Ma ora cominceranno i guai, MUAHAHAH.
Minchia, dopo domani comincia già la scuola. NON CE LA POSSO FARE.
Vi auguro un bellissimo anno scolastico. Spaccate i culi, yoh. (?)
Mi raccomando studiaaaaaate - seee, certo AHAHAHA -
Vi volevo dire che dopo questa ff, ne comincerò un'altra, nrtgkrt.
Grazie mille per le stupende recensioni <3
Spero che recensirete anche questo capitolo. c:
un bacio c:

 

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Capitolo 18
*** You're lying. ***




18. You're lying.


Le dita di Louis sono saldamente incastrate fra le mie, stento ancora a crederci. Ogni tanto mi volto verso di lui e gli pizzico la guancia per vedere se è tutto realmente vero, lui risponde con un versetto da femminuccia per dimostrare la sua disapprovazione in quel piccolo dolore che gli provoco.

«Certo che i tuoi urletti sono veramente ridicoli.» mi spinge lievemente, facendomi quasi perdere l’equilibrio. Ogni tanto rido, non so perchè, mi viene naturale, inoltre con Louis di fianco è impossibile non farlo. Oggi è particolarmente bello, non so se sia il sole, o il suo continuo sorriso, ma ha qualcosa che non mi permette di distogliere lo sguardo dalla sua perfezione, infatti ogni tanto mi sventola una mano davanti agli occhi, notando che non sono presente.

«Sei tu che mi distrai.» mi giustifico, si volta verso di me, stranito.

«Non ci posso fare nulla se sono così attraente.» non posso trattenere una risata, ma mi riprendo subito, cercando di mantenere un’aria seria. 

Louis è quel tipo di ragazzo che, non importa cosa dica, troverà sempre un modo per farti sorridere, anche sparando delle cavolate. Adoro quando ride alle mie battute, pur sapendo che sono davvero pietose, oppure quando io gli indico qualche ragazza e lui mi risponde dicendo che rispetto a me non sono nulla, molto probabilmente lo dice per farmi felice, per farmi sentire unica, magari si farà pure dei filmini con quella ragazza, ma io nel suo tono di voce trovo sincerità, onestà ed è di questo che ho bisogno.

«Andiamo a casa tua?» mi domanda, i miei occhi strabuzzano.

«Louis, non pensi sia un po’ troppo presto per fare quello che fanno le coppie, di notte, in un letto, avvinghiati... Io non avrei nulla in contrario, ma non vorrei traumatizzare Aubree.»

«Ma che hai capito? - scoppia a ridere, mentre io ancora non riesco a cogliere il concetto - Avevo pensato di parlare con Aubree.»

«Oggi? Questo giorno? Tu? Con lei? Ma ne sei proprio sicuro? Non è meglio fissare un giorno, prepararsi un bel discorso...» sono leggermente agitata, non so come potrebbe prenderla questa notizia.

«Questo discorso ce l’ho preparato da tempo.» mi rassicura sorridendomi, ma quel sorriso così sicuro non fa altro che incrementare la mia inquietudine. Mi lascio trascinare da Louis, il quale è lui a guidare questa passeggiata; ogni tanto mi stringe la mano, per ricordarmi che lui è lì, accanto a me, ma l’unica cosa che vorrei fare è colpirlo con una padella per impedirgli di andare a casa mia. Non so, non so davvero perchè io mi senta così insicura, stento a riconoscermi; di solito sono sempre spavalda e affronto le situazioni con schiettezza, senza pensare alle conseguenze, ma ho davvero paura di come Aubree possa prendere il fatto che io piaccia a Louis. In fondo, lui che colpa ne ha? E poi posso sempre dire che io non ne sapevo nulla, che poi è anche la verità, visto che fino a poche ore fa mi stavo mangiando dalla paura, pensando che lui mi avrebbe detto che ero stata un errore. Inoltre, in questo modo, lei avrà campo libero con Harry. Già... Harry. Mi sembra di abbondarlo tra sue grinfie, lei è così convinta che lui sia innamorato di lei, ma lui è innamorato di un’altra ragazza che, da quanto ho capito, non sa nemmeno della sua esistenza. Ma perchè? Voglio dire, Harry è un bel ragazzo, la maggior parte delle ragazze della scuola lo corteggiano e allora perchè lui si è impuntato su quella ragazza? Potrebbe dirle quello che prova, eppure non lo fa e non so cosa lo scoraggi. Non l’ho mai visto così intimorito dall’amore, be’, perchè lui si è innamorato, almeno credo. Mi piacerebbe poter fare qualcosa, anche solo cercare di farsi notare da quella ragazza, ma me lo impedisce, è chiuso in se stesso e non mi lascia l’entrata libera. Ci siamo sempre aiutati a vicenda, lui ha fatto un grande sacrificio per vedermi felice con Louis,  ed io sono qua, mano nella mano con il ragazzo di cui sono innamorata, mentre lui non riesce nemmeno a sorridere, se non per poco. Sono una stronza.

In questo periodo ho pensato solo a me, a raggiungere il mio obiettivo, forse è per questo che Harry non me ne vuole parlare, vedrò di aiutarlo, anche se non me lo permetterà.

«Eb, siamo arrivati.» lascio la mano di Louis per prendere le chiavi e introdurle nella serratura. Mi sembra ieri, solo che a differenza di oggi Louis non voleva entrare, mentre ora quella che non vuole entrare sono io. C’è un bellissima luce fuori, inoltre fa caldo, perchè non possiamo tornare al parco? 

Scarto questa opzione quando vedo la figura di Louis farsi spazio davanti a me ed entrare, lo seguo, timorosa.

«Aubree, ci sei?» vedo una chioma bionda spuntare nuovamente dalla cucina.

Ma quanto cazzo c’è stata lì dentro?

Subito dopo la segue Harry, ha la maglia sporca di farina e anche il viso presenta dei residui. E’ così buffo.

«Eccomi.» lo abbraccia, come se quello che mi aveva detto pochi giorni fa non era mai uscito dalle sue labbra, come se Louis fosse ancora il suo ragazzo a tutti gli effetti e tutto ciò aumenta la mia paura.

Ma perchè sono così agitata? In fondo ho sempre aspettato questo momento, ma non avevo mai pensato che avrebbe potuto diventare realtà. Sono nervosa per il fatto che Louis dirà tutto ad Aubree, per come lei potrebbe reagire, per quello che accadrà fra lei ed Harry.

«Hai cucinato?» le domanda, cercando di trovare un argometo.

«Sì, ho fatto due torte: una per me ed Ebony, ed una per... - aspetta un attimo prima di pronunciare quel nome -...Harry.»

«Potremmo parlare?»

«Lo stiamo facendo.» sarcastica come sempre, la ragazza.

«Intendo seduti su un divano, uno di fronte all’altro, noi quattro.» mi si gelano le vene, ecco il momento tanto bramato.

Louis si siede accanto a me, mentre Harry è sull’altro divano di fianco ad Aubree, di fronte a me.

«Allora, che torte hai cucinato?» cerco di sviare il discorso, ma l’unica cosa che ottengo è un’occhiataccia da parte di Louis e una risatina divertita del riccio.

«Al cioccolato e alla frutta.» annuisco, convinta.

«Dopo questa breve parentesi culinaria, vorrei parlare di una cosa che sta accadendo.»

Oh, cazzo.

Sta parlando di me?

Certo che sta parlando di te, idiota.

La mia coscienza si prende gioco di me, che bello.

«Penso di essermi innamorato.» tossisco, Harry mi guarda confuso. Devo calmarmi.

«Davvero?» domanda Aubree, ancora più sorpresa di me.

«Sì. E quella persona non sei tu.» probabilmente se non fosse per la presenza di Harry, che le stringe la mano, la mia carissima amica avrebbe strappato tutti i capelli a Louis. Lo sta guardando in modo strano, come se volesse capire se sta dicendo la verità o meno. Comincio a fare diverse smorfie con il viso, arriccio le labbra, le distendo, corrugo la fronte, poi la smetto, mi sto comportando da sciocca. Louis sta facendo tutto questo per me, per noi, e non posso ripagarlo in questo modo, rendendomi ridicola.

«Mi dispiace, okay? Lo sappiamo entrambi che le cose non andavano più tanto bene, ci voleva solo la svolta, quello che ci permettesse di cambiare pagina.» Aubree annuisce, ha cambiato subito umore.

«Hai ragione, in effetti.» vedo Louis rilassarsi, molto probabilmente anche lui era teso, forse più di me.

«Perfetto. Possiamo alzarci?» interrompo il discorso.

«Un attimo. Vorrei sapere chi è la ragazza di cui pensi di esserti innamorato.»

Minchia.

«Perchè?»

«Così, per togliermi uno sfizio.» mi sfrego nervosamente le mani.

«Io penso che non freghi a nessuno a parte te.» sto per alzarmi, ma Harry mi ferma. «A me interessa.» dice.

«Ebony.» l’ha detto, ha pronunciato il mio nome e mi sembra come di aver fatto un torto a qualcuno.

«Quell’Ebony?» domanda Aubree, indicandomi; Louis annuisce. 

Non accade nulla.

Pensavo che mi avrebbe urlato contro i peggiori insulti, ma sul suo volto vedo solo un sorriso compiaciuto.

«Be’, allora tienitelo stretto, Eb.» mi fa l’occhiolino, ma io sono ancora troppo tesa per prenderla sul ridere, quindi faccio un lieve sorriso.

Ho la sensazione che in questo modo lei avrà campo libero con Harry, perchè io sarò troppo occupata a pensare al mio ragazzo. Al mio ragazzo. E’ così strano poterlo pronunciare ed indicare Louis, non riesco ancora a crederci. 

Sento qualcuno stringermi le mani, mi volto e noto due occhi azzurri fissarmi. Sorrido.

«Vado a casa, non voglio disturbare. A domani.» un bacio a fior di labbra, semplice, ma che mi procura dei brividi lungo la schiena. Aubree lo saluta con un cenno del capo e così fa Harry, la mia coinquilina ritorna in cucina, probabilmente per controllare l’ultima torta.

Non dico niente. Non so davvero cosa dire.

«Alla fine hai ottenuto ciò che volevi.» la voce di Harry mi riporta alla realtà.

«Sì, ma non tu...» sa cosa intendo.

«Non importa.»

«A me importa.» ribatto.

«Ascolta, Ebony, non posso fare nulla, davvero. L’ho capito troppo tardi.»

«Io non ho mai perso la speranza, e alla fine hai visto com’è andata a finire?» voglio infondergli speranza, so che ne ha bisogno.

«L’ultima cosa di cui ho bisogno è un piano strampalato come il tuo. Io sto bene così, anche senza di lei.»

«Stai mentendo.»

«Ho preso da te.»

«Smettila, cavolo. Io sto cercando di aiutarti, ma tu ti vuoi tirare indietro. Perchè?»

«Te l’ho già detto perchè. Basta con questa storia, non mi piace parlarne.»

«Okay, come preferisci. Mi prometti una cosa?»

«Sentiamo.»

«Se entro la fine della scuola tra te e lei non sarà successo nulla, mi dirai chi è.» lo vedo leggermente nervoso.

«Va bene, ma hai scelto tu di volerlo sapere, ricordatelo.» annuisco, sapendo che in qualche modo mi renderà partecipe a tutto ciò.










ʘ‿ʘ

Saaaaalve a tutti, lol.
E' cominciata la scuola, yoh. Minchia, sto scazzata per latino perchè la mia prof, vecchia, decrepita non spiega una minchia, inoltre a volte va in trans, trema, si accascia sulla cattedra. MA ANDIAMO BEEEENE.
Greco invece è jgnhkrhn, non so, mi ha subito ispirata. **
Oggi due ore di greco e due di latino, woow.
Poi ho un male all'addome destro, spero non sia appendicite. çç che poi il ciclo è in ritardo di tre giorni, secondo me ha perso il treno, AHAHAHAH. 
Stamattina non capivo se avevo sbagliato fermata o meno del treno, AHAHAHA, maddò, che ignorante.
I primi due giorni al Classico sono stati grkntrkg. Ho due fighi in classe, di cui uno è il figlio dell'amica di mia madre con cui siamo usciti, trololol.
Vabbè, dopo la parte personale, parliamo del capitolo.
In sintesi Ebony si cagava sotto, AHAHAHAHAHA, mentre Louis era forte. (?)
No, okay, me ne vado a fare i compiti di greco e di latino. Prima greco che è più figo.
Spero vi piaccia il capitolo e spero recensiate. c:
Adiossssssss.

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Capitolo 19
*** We are best friends. ***




19. We are best friends.


Aubree è distesa sul letto, mentre mi osserva a scegliere i vestiti; ho dimenticato di far andare la lavatrice, perciò le magliette migliori sono ancora da lavare, inoltre la mia coinquilina ha fatto il bucato solo per se stessa.
Nonostante sia passata una settimana da quando Louis le abbia detto come stanno realmente le cose, non abbiamo più osato parlare di quell'argomento, pensavo che non l’avesse presa male, ma molto probabilmente mi sbagliavo. Mi guarda attentamente, ma non mi sembra arrabbiata, anzi, sembra come se stese cercando di capire qualcosa.

«Spiegami un po’... - si interrompe, corrugando la fronte e riflettendo su come formulare la domanda -...come hai fatto a far innamorare Louis di te? L’hai corrotto? Hai fatto qualche strano spogliarello?» mi volto verso di lei, la mia espressione dice tutto. Questa ragazza ha veramente una grande immaginazione.

«Hai cambiato spacciatore?» il mio sarcasmo non manca mai.

«Non fai ridere. Dimmi come hai fatto perchè, da quello che ho capito, Louis non si è mai innamorato di me.»

«Scusa? Ora che lui ti ha lasciata, lo rivuoi indietro?»

«Mi basta Harry.» mi fa l’occhiolino.

«Harry non è un giocattolo, non lo puoi usare.» ribatto, inacidendomi.

«Oh, ma stai tranquilla, Eb, io tengo davvero a lui.»

«Meglio per te.» sbatto l’anta dell’armadio, mentre, con molta fretta, indosso la maglietta che ho preso a casaccio e afferro lo zaino, mi precipito giù dalle scale. 

Mi sono accordata con Louis che ci saremmo trovati direttamente a scuola, nonostante sia passata una settimana da quando lui ha parlato con Aubree del fatto che gli piaccio. Per quanto riguarda Harry, non so, ogni tanto me lo ritrovo in casa alla mattina presto mentre io sono in mutande e non capisco che utilità ci sia nel farlo venire alle 6.30. Vogliono vedere l’alba insieme? Bah.

Decido che per questa mattina farò il tragitto senza Aubree, quello che ha detto precedentemente mi ha irritata parecchio, principalmente per due motivi: primo, detesto il fatto che lei voglia sempre tutto e non accetti di mettersi da parte per gli altri, non può pretendere che tutti i ragazzi si innamorino di lei; secondo, non pensavo che avesse un opinione così bassa su di me. Okay, magari non sarò la ragazza perfetta, non sarò l’eccellenza della simpatia e della bellezza, ma non credo di essere così scadente, a tal punto da essere buttata via. Anche io ho sempre pensato che conquistare Louis sarebbe stata una missione impossibile, ma ogni persona ha un’opinione negativa su di sé perchè non si vede mai all’altezza, ma che lei mi sbattesse in faccia che far innamorare Louis di me è stato un miracolo e che non accadrà mai più con nessun altro, mi ha ferita.

Non voglio darci peso, però. Le parole della gente fanno sempre troppo male, ma ho cominciato ad abituarmici, solo che non pensavo che Aubree la vedesse in questo modo. Mi dispiace davvero per lei, per il semplice motivo che è una persona che non avrà nulla dagli altri perchè lei non dà nulla, mi dispiace che non conoscerà mai l’amore, mi dispiace davvero che sia così sicura di se stessa a tal punto da diventare egocentrica.

Mi blocco immediatamente. 

Cazzo, stavo per andare a sbattere contro un palo.

Mi dirigo verso l’ingresso della scuola, quando sento due mani cingermi i fianchi, mi volto.

«Ciao.» mormora al mio orecchio.

«Ciao.» rispondo, con lo stesso tono. Mi sfiora delicatamente le labbra con un bacio.

«Sbaglio o hai perso durante il tragitto Aubree?»

«Non so dove sia. Sono uscita prima di lei.»

«Come mai?»

«Mi ha irritata.» ride divertito, sapendo quanto quella ragazza mi dia fastidio, a volte. Mi scompiglia i capelli.

Non molla la presa sui miei fianchi, così ci dirigiamo insieme verso l’ingresso dove ci stanno aspettando Liam, Niall e Zayn. 

Harry non c’è. 

Già, come sempre.

Scrollo le spalle, cercando di non pensarci.

Ebony, non ha importanza, su.

Louis mi bacia delicatamente la guancia. Non so, non ci credo, non riesco ancora a farlo. E’ passata esattamente una settimana da quando lui ha parlato con Aubree e le cose, per una volta, stanno andando bene. Non so, mi sarei aspettata che il giorno dopo si rimangiasse tutto, dicendo che aveva fatto un errore, che ero un errore. Ecco, io mi ritengo tale. Non faccio mai la cosa giusta al momento giusto, sono imprevedibile, lunatica, chiacchierona, spavalda, ritardataria, estroversa, testarda, permalosa, ma tanto, tanto innamorata. E di chi? Di Louis, ovvio.

«Stamattina cos’hai?» mi domanda il mio ragazzo.

Oddio, il mio ragazzo. E’ lui, sì.

«Chimica, inglese e due ore di letteratura. Tu?»

«Due ore di inglese, biologia e geografia. Completamente diverso da te.» sbuffo, avevo voglia di essere sbattuta fuori durante l’ora di matematica con Louis, sarebbe stato piacevole ed emozionante.

«Ebony.» Zayn mi fa cenno con la mano di avvicinarmi. Louis sta parlando con Niall, quindi ne approfitto per raggiungere il moro.

«Che vuoi?» domando.

«Acida?»

«Un po’. Scusa.»

«Tranquilla. Vedo che sta andando tutto bene con lui.»

«Lui chi?»

«Louis, genio.»

«Ah.»

«Visto, alla fine sono stato zitto senza che tu mi dicessi niente. Sapevo quanto ci tenevi, ecco.»

«Grazie, Malik. Altrimenti ti avrei staccato le palle a morsi, lo sai.» deglutisce a fatica.

«Alla fine ha funzionato. Non ci posso credere, mi sembrava un’idea assurda però quando queste idee vengono a te diventano automaticamente sensate.»

«In effetti, hai ragione. Non pensavo nemmeno io che il piano avrebbe funzionato, il piano con Louis, intendo. Merito è stato anche di Harry, perchè...»

«Ebony...» non faccio caso al richiamo di Zayn e continuo a spiegargli.

«...lui ha cercato di conquistare Aubree, cosa che non è semplice, però il suo fascino fa sempre colpo tranne con la ragazza di cui si è innamorato...»

«Eb...» mi richiama ancora.

«Sono felice, davvero. Con Louis ora va tutto bene e per una volta le mie idee hanno funzionato, inoltre...»

«Ebony, ehm...» ancora una volta.

Minchia.

«Cosa cazzo hai da interrompermi, Malik? Ti sto spiegando la situazione. Minchia.» sbotto, inacidendomi ancora una volta.

«Non credo sia una buona idea continuare.» mi fa cenno di voltarmi.

«Perchè, scusa?.» non riesco a cogliere il concetto, ma poi un'idea si fa spazio nella mia mente, quella che mai e poi avrei voluto che accadesse. Guardo l'espressione sul volto di Zayn e capisco che la mia ipotesi è corretta. 

Mi giro e lo vedo. I suoi occhi azzurri che incrociano i miei, le sue labbra leggermente arricciate, la fronte corrugata, i pugni stretti lungo i fianchi.

«Che ci fai qua?» domando, allarmata.

«Ero venuto a salutarti prima che suonasse la campanella, dato che eri scappata via. Noto che avevi di meglio da fare. Di che piano stavi parlando?»

«Piano? Nessun piano.»

«Piantala, cazzo. Ho sentito quello che hai detto: piano, Louis, Harry che conquista Aubree, idea, felicità, fine.» 

«Louis... - interviene Zayn -...non stavamo parlando di niente di importante.»

«Infatti, Lou.»

«Mi prendete per il culo? Ebony, mi hai preso per il culo fino ad oggi?» osservo i suoi occhi, il suo viso e capisco di averla fatta grossa.

Capisco che dovevo rendermene conto che non sarebbe durata, in fondo va sempre a finire così, solo che non pensavo che sarebbe accaduto a causa del mio piano, pensavo più ad una fine causata dal fatto che si era stufato di me.

«Rispondi, cazzo.» impreca.

«Io non so cosa tu abbia sentito, però ti posso assicurare che non aveva un cattivo fine.»

«Ora come ora posso pensare solo ad una cosa: tu ti sei presa gioco di me ed anche Harry ha fatto la sua parte.»

«Lascia da parte Harry.»

«Lo difendi? Perchè mi sembra che tu faccia solo quello da un bel po’ di tempo - prende una pausa - comunque non ti preoccupare, non ce ne sarà più bisogno, dato che la cosa finisce qua, tranquilla.»

Apro bocca, ma non esce alcun suono.

Louis scuote la testa, affranto.

Ecco, ho rovinato tutto.

Una settimana e tutto quello che ho iniziato, è finito.

Me lo sentivo, comunque, che non sarebbe durata, in fondo quello che costruisco io non dura mai. Sono quel tipo di ragazza che rimarrà sempre nell’angolo, quella che ti guarderà sottecchi e intanto imparerà i tuoi lineamenti a memoria da lontano, quella che sorride sempre anche quando le cose non vanno bene, quella che sogna ogni giorno pur sapendo che è inutile, quella che cerca di esserci per tutti, ma per se stessa non c’è mai.

Riesco solo a prendermela con me stessa, con la mia stupidità e con quella speranza che mi teneva viva.

«Ebony...» mi richiama Zayn, posando una mano sulla mia spalla, mi scosto bruscamente.

«Non dire niente, per favore.»

«Mi dispiace, davvero. Me ne sono accorto troppo tardi che c’era anche lui ad ascoltare e quando te l’ho detto, be’...»

«Sì, so come è andata a finire.» mi sistemo lo zaino sulle spalle e mi incammino verso l’uscita.

«Dove vai?» la voce del moro rimbomba.

«Via.» oggi non mi va di stare a scuola, rinchiusa in queste mura.

La campanella è appena suonata, mi scontro contro alcuni ragazzi ma non ci do peso.

«Ehi, Eb.» la voce di Harry mi giunge all’orecchia dopo aver sbattuto contro la sua spalla, ma non gli rispondo. «Ebony, aspettami!» è sempre lui, ma non mi importa.

Ora sono io, me stessa e il tempo.

Esco dalla scuola, fa caldo e la luce solare mi fa chiudere gli occhi per alcuni secondi, non sono abituata ad un cambio così improvviso di luminosità.

Non ho molta voglia di camminare, mi basta stare fuori da quell’edificio, perciò mi siedo sul marciapiede, appoggio la schiena al muro scrostato color giallo paglierino.

Infilo la testa fra le gambe, mentre mi copro il volto con le braccia e non piango. Non scende nessuna lacrima, nemmeno un singhiozzo scuote il mio corpo. Sono così delusa da me stessa da non provare nemmeno un briciolo di commiserazione. Solo tristezza, rancore, rammarico, amarezza.

Sento dei passi, molto probabilmente sarà un passante, non ho voglia di spostarmi, quindi o mi scavalcherà o inciamperà in me.

Silenzio.

Si è fermato.

Tengo lo sguardo basso, sempre la testa fra le gambe.

Forse ha cambiato direzione, ha svoltato all’angolo precedente. Vengo scossa da un brivido... Magari è proprio sopra di me, che mi sta osservando.

Alzo il viso e porto lo sguardo in alto.

Eccolo.

I riccioli gli ricadono sulla fronte, le mani appoggiate sulle gambe, ansima, molto probabilmente ha corso per raggiungermi.

«Harry.» pronuncio il suo nome.

«Mai più, non lo farò mai più. Ho corso fino a qua, per te.» si accascia di fianco a me, cerca di respirare lentamente e profondamente. «Perchè te ne sei andata?»

«Louis.» con la coda dell’occhio noto un movimento brusco della testa, l’ha alzata velocemente. Ha capito cosa intendo.

«Oh, cazzo. Siamo messi male.»

«Sono messa male.» lo correggo.

«Oh, santo cielo, piantala. Siamo in due ad aver portato avanti questo piano, comunque, la prima cosa da fare è spiegargli come stanno le cose.»

«Non vuole ascoltarmi, dice che l’ho preso solo per il culo.»

«In effetti - colpisco Harry sul braccio - minchia, fai male, Ebony. Ci inventeremo qualcosa, insomma, tu gli piaci.»

«C’è una bella differenza tra il “mi piaci” e il “mi sono innamorato d te”.» puntualizzo.

«Ascolta, chissene frega, okay? Alza quel culo e va’ da lui, gli dirai la verità e lui capirà. Non voglio che gli sforzi e i sacrifici con Aubree risultino inutili, quindi ora mi devi ripagare.»

«Magari ci parlerò più avanti, ora non me la sento, non capirebbe.»

«Tu non te la senti mai di fare un cazzo!» sbotta.

«Oh, scusa, se il ragazzo di cui sono innamorata mi ha appena scaricata.»

«Oh, scusa, io una ragazza non ce l’ho nemmeno e lei non sa della mia esistenza. Come la mettiamo?» nel suo tono di voce c’è un pizzico di acidità.

Okay, devo smetterla di fare la vittima.

La colpa è mia.

«Hai ragione. Be’, che faccio?»

«Ora andiamo a casa tua, intanto che tu ti fai una bella doccia, io preparo il pranzo. A stomaco pieno si lavora meglio.»

«Tu sei Niall 2: la vendetta.» ride e con lui anche io. E’ la prima volta che rido veramente da quando ho litigato con Louis e mi mancava quel leggero dolore alla pancia per il troppo sforzo, il tirare dei lati della bocca, il rossore sulle gote.

Harry si alza e mi porge la mano, l’afferro.

«Siamo migliori amici.» mi dice, prima di schioccarmi un bacio sulla guancia.

Già, i migliori amici si aiutano, sempre.









ʘ‿ʘ

Minchia, sono esausta solo dopo una settimana di scuola.
A parte questo, ve l'ho detto che amo il greco? Santo cielo, che lingua antica stupenda, grthk. *-*
Ho finito Hunger Games da qualche giorno, intendo tutti i libri. LET ME DIE.
Uffa, perchè non c'è un quarto, un quinto, un sesto, ecc.. libro? D:
La frase finale mi ha fatto piangere. (?) ed io non mi commuovo facilmente con i libri, ma nemmeno con le storie, devono proprio entrarmi dentro e poi, non so, quella frase mi ha segnata. Comunque, ve la cito, vi consiglio anche di leggere la saga. Ho visto anche il film del primo libro... carino, dai, lol. Sicuramente i libri sono migliori, non c'è paragone, inoltre non mi è piaciuto il fatto che nel film ia Prim a dare a Katniss la spilla della ghiandaia imitatrice, mentre nel libro era Madge. 'Sta cosa mi ha irritata un po'.
Ecco la frase:

Così, quando sussurra: - Tu mi ami. Vero o falo? - io gli rispondo: - Vero.

Che ne pensate del capitolo? 
Sono una stronza, lo so, AHAHAHAH. Vi pare che Eb e Lou possano vivere felici e contenti? trololol.
Cosa pensate che accadrà? Sbizzaritevi. c:
Evaporo che devo andare a studiare latino e poi mi aspetta il mio adorato greco. *^*
Love you. :)

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Capitolo 20
*** I'll never let you go. ***




20. I'll never let you go.


Una volta indossato l’accappatoio, slego i capelli e li pettino, cercando di districare i nodi, cosa che mi risulta parecchio difficile.

«Quasi quasi mi faccio pelata.» mormoro, cercando di distogliere la mia attenzione sul dolore che mi causano i nodi. Sono in questi momenti che invidio Aubree, i suoi capelli sono lisci e quindi fa meno fatica rispetto a me che li ho leggermente ricci, anche se non possiamo mettere a confronto i miei boccoli con i suoi spaghetti. Dai, voglio dire, lo sappiamo tutti che le ricce regnano. Vero? Oddio, spero.

Harry, da quanto ho capito, sta preparando da mangiare, anche se, secondo me, combinerà qualcosa. Suvvia, chi è quell’incosciente che lascerebbe Harry Styles maneggiare dei fornelli? Io.

A parte gli scherzi, non riesco a smettere di pensare a Louis. Non so davvero che fare, non voglio peggiorare le cose, ma non posso nemmeno lasciare andare tutto. Non voglio credere che per questo lui voglia rinunciare a me, o forse sì... L’ho preso in giro, ho sfruttato Harry, mi sono avvicinata a lui... Ma Louis mi aveva espresso i suoi sentimenti nei miei confronti, è possibile che siano cambiati in questo lasso di tempo?

Scuoto la testa, bagnando lo specchio a causa dei miei capelli ancora umidi, con la manica passo sul vetro, ma l’unica cosa che ottengo è una striscia sfocata. Che disastro. Non riesco nemmeno a pulire uno specchio e come posso pensare di sistemare le cose con Louis?

Mi dirigo verso la mia stanza per potermi vestire, apro l’armadio e scelgo un paio di jeans e una t-shirt bianca. Semplice ma efficace.

Sto per togliermi l’accappatoio quando dallo specchio fissato all’alta del mobile, noto Harry che mi osserva.

«Styles, che cazzo ti viene in mente di fare? Volevi vedermi nuda?» sto per scoppiare a ridere, ma mi trattengo.

«No, no scusa - si passa una mano tra i capelli, nervoso - comunque ti stavo per avvertire che ero dietro di te.»

«Sì, certo, come no.»

«Davvero! Non sono un pervertito.» mi volto verso di lui.

«Sì, Harry, lo sappiamo tutti che sei un bravo ragazzo. Certo, certo. Ora se non ti dispiacerebbe, potresti portare il tuo bel culo fuori da questa stanza e chiudere la porta? Grazie.» annuisce con il capo, e alla fine sparisce dietro la porta.

Indosso velocemente i vestiti, dopo di che mi sdraio sul letto, con il volto rivolto verso il soffitto.

Uh, ma che bel colore che ha, è un viola tenue, mi piace.
Una pecorella.
Due pecorelle.
Louis.
Tre pecorelle.
Quattro pecorelle.
Louis.
Cinque pecorelle.
Louis.
Louis.
Louis.
Oh, cazzo. Non fa un bell'effetto l'amore su di me.

Sento bussare alla porta.

Non ho voglia di alzarmi.

«Chiunque tu sia, puoi entrare.» sbuca nuovamente Harry con in mano un vassoio, contenente un piatto di pasta al pomodoro e un bicchiere d’acqua, naturalmente ci sono le posate.

«Ero venuto a chiamarti per il pranzo, prima, ma ho pensato che sarebbe stato più carino portartelo in camera.» posa il vassoio sul comodino, poi si siede di fronte a me.

«Grazie, ma non ho fame.»

«Louis?

«Mh?» non capisco.

«Intendo, è per colpa di Louis che non vuoi mandare giù niente?»

«Molto probabilmente è a causa della tensione che mi causa questa situazione. Non riesco a non pensarci, ogni cosa mi ricorda lui e automaticamente il guaio che ho commesso - mi interrompo, so che quello che sto per chiedergli è davvero tanto e forse potrebbe anche non accettare - per favore, aiutami.» abbasso lo sguardo, imbarazzata.

E, alla fine ecco qua, come sempre sono io a chiedere aiuto ad Harry, nonostante tutto va sempre a finire così.

Vedo che la sua mano raggiunge la mia e la stringe, intreccia le sue dita con le mie.

«Certo che ti aiuterò, Ebony. Io non ti lascerò andare.» gli sorrido, è l’unico modo che ho per ringraziarlo. Sciolgo la stretta delle nostre mani, leggermente imbarazzata per quell’attimo così intimo, non sono abituata a questi contatti, tranne che con Louis.

«Be’, io opterei di scappare in Antartide, dopo essermi vendicata di lui.»

«Caso mai è lui che dovrebbe vendicarsi di te, eh.» mi corregge. In effetti, ha ragione.

«Okay, a parte questo. Cosa potrei fare?»

«Ora come ora, non saprei, ma fidati di me, troverò una soluzione.» mi fido di lui e so che sarà così, solo che non vorrei fosse troppo tardi.

 

 

 

 

 

 

 

Dopo la nostra breve conversazione, Harry è tornato a casa, promettendomi che avrebbe cercato una soluzione e me l’avrebbe comunicata. Ora sono distesa sul divano, sono quasi le quattro del pomeriggio, Aubree dovrebbe tornare tra un po’ e la cosa non mi rallegra affatto.

Ci manca soltanto a lei a completare il triangolo e poi siamo a posto; non so, ma il livello di sopportazione sta diminuendo a vista d’occhio e lei non migliora le cose con il suo carattere da egoista.

Assorta nei miei pensieri, non mi accorgo nemmeno che la porta si è aperta e una chioma bionda è spuntata. È arrivata.

«Ah, eccoti.» mi saluta in questo modo.

«Oh, eccoti.» rispondo, imitandola. Lascia cadere lo zaino a terra, vicino all’ingresso, dopo di che si avvicina a me.

«Eccola, l’approfittatrice - la sua figura si posizione di fronte alla mia visuale, di conseguenza sono costretta ad alzare lo sguardo per parlare - davvero, non me lo sarei mai aspettata da te, il tuo viso da innocente, la tua spavalderia. Ottima recita, Ebony.»

«Cosa stai insinuando, Aubree?»

«Io niente. Ho visto Louis entrare in classe con uno sguardo che non era il suo, l’hai proprio ferito, sai? Così abbiamo parlato e mi ha raccontato del tuo fantastico piano.»

«Dai, su, di quello che pensi.» la incito.

«Tu parli tanto male di me, ma alla fine io e te siamo uguali, sai. Non pensavo che avresti fatto così tanto solo per ottenere l’amore di Louis, che avresti coinvolto anche Harry per raggiungere il tuo obiettivo.» stringo i pugni.

«Noi non siamo simili. Io non sono egoista, spregevole, egocentrica, ipocrita, meschina, persuasiva come te. Ho sbagliato, lo so, ma in confronto a quello che fai tu è niente. Pretendi che i ragazzi si innamorino di te, credi davvero che possa accadere? No, Aubree. Volevi Louis, l’hai avuto, volevi Harry, l’hai avuto. Perchè non puoi lasciare qualcosa a me? Ho passato più di un anno cercando di farmi notare da lui, non mi sono mai intromessa fra di voi, ma quando ne ho avuta l’occasione, ho provato e ci sono riuscita, anche se per poco.»

«E dici che non siamo uguali? Tutte e due quando vogliamo raggiungere degli obiettivi diventiamo testarde e niente e nessuno potrà farci cambiare idea. Ti faccio solo i miei complimenti, per il semplice motivo che ci hai preso in giro tutti, compresa me.»

«L’unica persona che ho preso in giro è stata me stessa. Non ho mai preso in giro Louis, quello che provavo e provo tutt’ora per lui è reale e tu non puoi giudicarlo solo perchè non hai ottenuto ciò che volevi. Renditene conto, Aubree, non puoi avere tutto. E ti dico anche un’altra cosa, farò di tutto per sistemare le cose con Louis e non me ne frega nulla se tu mi ritieni una persona disonesta, perchè c’è una bella differenza fra me e te: io sono sempre stata innamorata di lui, mentre tu no e questo non lo puoi negare.»

«Potresti anche aver ragione, ma non stiamo parlando di me. Mi hai sorpresa, io non mi ero accorta di nulla, anzi, pensavo che ti piacesse Harry.»

«E’ proprio questo il punto, solo chi è stato innamorato può capire gli sguardi, i sospiri, il rossore sulle gote, il cercare di fare il possibile.»

«Be’, non importa. Ti auguro di sistemare le cose.» la guardo sorpresa.

«Mi prendi per il culo?» sono sicura che sia così, che si stia prendendo gioco di me.

«No. Vai a riprenderti il tuo Louis.»

«Ma tutte le cose che hai detto su di me fino a poco fa?»

«La cosa che detesto è ammettere che tu hai ragione. Tu non hai distrutto nessuna coppia, perchè alla fine io e Louis non eravamo nulla, lo notavi anche tu, non ci salutavamo nemmeno. Ti ho sempre invidiata, da una parte, tu hai anche Harry, chi non vorrebbe un migliore amico come lui? Ma ti rendi conto di cosa ha fatto per te? È andato contro uno dei suoi amici per vederti sorridere. Forse non te ne sei accorta, ma lui tiene veramente a te e farebbe di tutto per farti felice, perfino ideare piani assurdi. Così quando ho visto che si interessava a me, pensavo di avercela fatta, di averlo affascinato almeno un po’. Anche io vorrei accanto una persona che si comporti così nei miei confronti, che dia tutto pur non avendo niente.»

«Già, Harry è una persona meravigliosa e spero che la ragazza di cui si è innamorato lo noti.»

«Oh, Ebony, lei non potrà mai farlo perchè a sua volta è già innamorata.»

«Sai chi è?»

«Basta osservare, comunque, tranquilla, lo scoprirai anche tu.» già, ha ragione, Harry, una volta finita la scuola, me lo dirà e così potrò soddisfare la mia curiosità.

Pensavo che ci saremmo scannate a vicenda, strappate i capelli, così avrei controllato se lei avesse le extension, distrutto i vestiti. Una specie di rissa al femminile. Invece si è rivelata molto matura, o forse è solo una mia impressione.

«Be’, vado a fare i compiti. Buona giornata.» afferra lo zaino che aveva appoggiato all’ingresso e si dirige verso la nostra camera.

Sbadiglio, sono stanca.

Oggi è stata veramente una giornata di merda.

Controllo il cellulare: nessun messaggio.

Ma certo, che stupida, come posso pensare che Louis mi scriva dopo tutto quello che è successo, in effetti dovrei essere io a farlo, ma cosa potrei scrivergli? “Oh, amore mio, ti prego, perdonarmi, non posso vivere senza di te, salvami, sto sprofondando in questo oblio così buio che sono la luce dei tuoi occhi può illuminare”? Questo mi prende per pazza e mi risponde con un “ma vatti a curare”. 

Mancano esattamente quattro giorni alla fine della scuola e per la prima volta non ne sono felice. Quest’estate che cosa farò? Un cazzo, ecco. Starò davanti al computer come una nerd, mi farò crescere un monociglio e vivrò di sole patatine fritte, così alla fine l’unico modo per farmi andare da una stanza all’altra sarà farmi rotolare.

Ecco, sto già cominciando a degenerare.

Forse dovrei riprendere in considerazione l’opzione di inviare a Louis quel messaggio supplicandolo di perdonarmi.

No, okay, meglio le patatine.













ʘ‿ʘ

I miei capitoli sono assurdi, AHAHAHAHAH. Però, sono stata brava: ho aggiornato in fretta, tkhtrh.
LOVE ME, PLEASE.
Aubree si è riveltata molto matura, lol, in verità avevo pensato di farle litigare, ma poi ho pensato di far uscire il lato "adulto" di quella bionda stronza, lol.
Harry è sempre tenero, tkgnkgnthjk. Andiamo a stritolarlo.
Avete sentito LWWY? PORCA MISERIA, FATEMI MORIRE, SANTO CIELO.
Sono perfetti. Sono così fiera di loro. 
Okaaaaay, non sto bene.
Minchia, sono esausta, credo che mi verrà il raffreddore, uhuhuhuh. Che bello, yeeeeh.
Sopprimetemi, AHAHAHAH.
Ahhhhh, vi volevo dire che mancano tipo 3 capitoli alla fine + l'epilogo. D:
Comunque, non vi libererete di me perchè scriverò una nuova ff, trkjgnrt, ma non vi anticipo nulla, trololol. Che stronza che sono.
Evaporo, ladies.
Love you and live while we're young, yoh.

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Capitolo 21
*** Potato. ***




21. Potato.


Sono passati esattamente quattro giorni, sette ore, ventidue minuti e cinquantacinque secondi. È normale contare il tempo, vero? Tutte lo fanno quando il proprio ragazzo le lascia, alcune affogano i loro dispiaceri nell’alcool, altre vanno in discoteca e poi ci sono io, quella che sprofonda nei compiti. Ho cercato di distrarmi facendo esercizi di matematica, cazzo, la situazione è grave, non so se capite, almeno ho alzato la media, ho raggiunto il sette pieno e non avrò debiti. Mi godrò questa bellissima estate, da sola, senza fare nulla. Niente male, eh.

Harry mi ha proposto diverse volte di uscire, ma ho sempre rifiutato, non me la sentivo e nemmeno ora me la sento di uscire di casa per andare a scuola e rivedere Louis, alla fine lui si volta e fa finta che io non ci sia, devo proprio aver toccato il fondo.

Io sto bene, però. Davvero. Sto così bene che non faccio battute da più di settantadue ore, non prendo in giro Aubree, il prof di matematica non mi butta più fuori dalla classe e anche lui si è stupito del mio comportamento. In fondo non ho nulla da fare, perciò mi sono concentrata su qualcosa che non fosse Louis, anche se è parecchio difficile. E’ strano come, a volte, ti senti inutile. Se non hai nessuno scopo nella vita, se non ha un obiettivo, è difficile trovare qualcosa per cui andare avanti, per cui dare il massimo; per me Louis era questo, era qualcosa di irraggiungibile, sì, ma c’era una speranza che non se ne andava, era il motivo per cui io mi alzavo alla mattina sorridente e mantenevo quel sorriso per tutta la giornata, perchè non dovevo cedere, dovevo mostrare che potevo farcela, contando sulle mie forze. Per questo quando ho rivelato a lui la mia insicurezza, mi sono sentita vulnerabile, non era questo l’obiettivo del mio piano, non volevo che lui conoscesse l’Ebony debole e piagnucolona, perchè io non sono questo, io sono la ragazza spavalda, sono quella che appena ti vede ti sorride e dice una qualsiasi battuta pur di vederti ridere, quella che fa troppe figure di merda, ma adora questo suo modo di essere e non cambierà.

Ora come ora non ho motivo di essere così: Louis non c’è più, non vuole avere a che fare con me; Aubree va per la sua strada, ogni tanto ci parliamo, ma solo per le cose essenziali; Harry è parecchio nervoso e credo sia per la ragazza di cui è innamorato; Zayn, be’, con lui non ho più parlato da quando è successo questo inconveniente e un po’ mi dispiace, perchè la colpa non è stata sua, ma mia, a prescindere; Niall e Liam, loro li vedo alla mattina, ci salutiamo e stop. Finita anche la scuola per tre mesi non avrò nulla da fare.

Oddio, basta.

«Ebony, possiamo andare, se vuoi.» Aubree mi raggiunge una volta scese le scale, così usciamo insieme come ai vecchi tempi, che tanto vecchi poi non sono, si parla di qualche mese fa.

«Che farai durante l’estate?» mi domanda, tanto per rompere il ghiaccio.

«Io...io non lo so, penso che rimarrò qua, come ogni anno. E tu?»

«Avevo pensato di fare uno stage in Francia, che durerebbe tutto il periodo estivo - passano diversi minuti prima che mi proponga questa domanda - pensavo che, se ti farebbe piacere, potresti venire anche tu.»

«Sarebbe un’esperienza stupenda, ma il francese non lo conosco, il massimo che so dire  è “pomme de terre”: mela della terra.»

«Patata.»

«Eh?» cazzo, è diventata lesbica?

«“Pomme de terre” significa patata in francese.»

«Visto? Nemmeno quello so dire. Quindi preferirei rimanere qui, troverò un modo per divertirmi, poi ci sarà anche Harry.»

«Harry partirà.»

«Cosa?»

«Sì, passerà l’estate dai suoi genitori, a Holmes Chapel, ma non so dirti con precisione quando partirà.» sono stupita, sorpresa, sconcertata, tutti gli aggettivi possibili ed immaginabili. Insomma, lei sa cosa farà in questi tre mesi il mio migliore amico mentre io no? Credo di essermi persa qualcosa. Come è possibile che in quattro giorno sia successo tutto ciò? Io non riesco a starci dietro a questo mondo.

«Arrivate.» annuncia Aubree, prima di varcare il cancello.

Vedo con la coda dell’occhio Louis, Liam e Niall che parlano, mentre più lontani ci sono Harry e Zayn, seduti sui gradini dell’ingresso, entrambe ci dirigiamo verso di loro.

«Buongiorno, Zayn - saluto, prima di puntare l’indice contro il riccio - tu, per quale cazzo di motivo non mi hai detto che saresti partito quest’estate?» Harry strabuzza gli occhi, consapevole del fatto che io sappia tutto, ormai.

«Te l’avrei detto, prima o poi.»

«Quando, scusa? Quando ormai eri già ad Holmes Chapel, in modo che io non avrei potuto raggiungerti e ficcarti una pomme de terre su per il culo?»

«Mela della terra?» domanda il riccio, non capendo.

«Patata, Harry, vuol dire patata, santo cielo!» esclama Aubree, esausta. Be’, non sono l’unica ad aver interpretato così quel nome.

«Direi che potreste abbassare il tono della voce, non dobbiamo dare spettacolo a nessuno.» aggiunge Zayn, ma lo fulmino con lo sguardo e così si zittisce.

Afferro Harry per la manica della maglietta e lo trascino in un angolo, respiro profondamente.

Oh, mi sei mancata Ebony, mi è mancato il tuo carattere così impulsivo.

Grazie, tesoro, ma ora sono tornata.

Bene, parlo anche fra me e me, perfetto.

«Dai, non prendertela. Fino a pochi giorni fa non era una cosa sicura...»

«Quanti giorni fa?» lo vedo deglutire.

«Quasi due settimane.»

«Va’, avanti, santo cielo.»

«Passerò l’estate con mia madre e il mio patrigno, in fondo sono nove mesi che non li vedo e forse avrò anche occasione di vedere mio padre. Poi mi farà bene staccare da tutti e da tutti.»

«Quando partirai?» 

Non risponde.

«Harry, quando partirai?»

«Domani mattina presto.» sbuffo. Non ne posso più.

«Perfetto. Pensavo che avrei trascorso l’estate con il mio migliore amico, ed invece no. Be’, me ne starò davanti al computer e farò quelle stupide equazioni, per tre lunghissimi mesi.»

«Passeranno in fretta, su.»

«No, Harry, qui non passa in fretta un cazzo!»

«Okay, okay. Avrei dovuto dirtelo prima.»

«Non abbiamo finito, carissimo.» solo ora mi ricordo la scommessa e questa volta non se la svignerà.

«Cioè?»

«La scommessa. A quanto pare non è successo nulla con quella ragazza, quindi, come promesso, ora mi dirai chi è.» sbatte numerose volte le palpebre, poi si passa una mano fra i capelli, nervoso. Sa che è arrivato il suo momento.

«Dai.» lo incito, in fondo deve dire solo un nome, be’, se vuole anche il cognome.

Silenzio.

«Cazzo, Harry, un nome. Uno solo. Non ti chiedo tanto.» annuisce.

«Ebony, la ragazza di cui mi sono innamorato...» la campanella suona, succede tutto così velocemente, Aubree mi afferra per un braccio e mi porta verso l’ingresso, infine percorriamo il corridoio e mi ritrovo davanti all’aula di chimica. 

Mancava poco, davvero poco.

 

 

 

 

 

 

 

«Minchia, Ebony, stai sveglia.» Aubree mi dà una gomitata, facendomi sussultare.

«Presente!» urlo, tutti si voltano verso di me, compreso il professore di matematica.

«Cos’ha, Day? Anche l’ultimo giorno di scuola deve dire una delle sue solite castronerie? - che linguaggio obsoleto - torni a dormire, che fa un piacere a tutti.»

Mi aspettavo un “se ne vada fuori, altrimenti la manderò dalla preside e non mi importa se è l’ultimo giorno di scuola!” invece mi ha invitata a continuare a dormire, si vede che gli ho rotto così tante volte i coglioni che non ha più voglia di aggiustarli.

È l’ultima ora e naturalmente dovevo concludere l’anno con matematica.

Le prime due ore di chimica sono state piacevoli, ho quasi rischiato di far saltare in aria la scuola, ma fortunatamente Aubree mi ha fermata; a filosofia non abbiamo fatto nulla di particolare, ci ha lasciato l’ora libera. 

Ed eccoci qua.

Sposto lo sguardo da una parte all’altra della stanza: Harry è seduto vicino a Zayn e stanno ridacchiando, quello stronzo del riccio mi ha fregata ancora una volta; Liam e Niall seguono la lezione attenti, ogni tanto quest’ultimo afferra qualcosa da sotto il banco, suppongo sia cibo, dato che continua a masticare; e poi c’è Louis, è seduto accanto ad una ragazza che non avevo mai notato, o meglio, a cui non avevo mai dato molta importanza: ha lunghi capelli rossi, il viso è coperto da intense lentiggini, ma ciò che spicca sono gli occhi, di un verde acceso. Tuttavia non si parlano, credo che si sia seduto lì solo perchè era l’unico posto libero, o almeno spero.

Mancano dieci minuti.

È passato così velocemente questo anno, è stato piacevole, devo dire, a parte alcuni inconvenienti: i riferimenti a Louis non sono puramente casuali. Mi dispiace solo che sia andata a finire così...male.

«Secondo me, indossa il parrucchino.» afferma Aubree.

«Eh?»

«Ma sì. Non vedi che ogni tanto, quando ci sono le folate di vento, si appoggia la mano sulla testa e non la toglie finché la corrente non si attenuata?»

«Bah, se lo dici tu.»

Mancano cinque minuti.

Continua a spiegare, nessuno lo ascolta. Ma che senso ha? Cavolo è l’ultimo giorno di scuola, potevamo andare a fare un picnic, no?

Quattro minuti.

Occhi azzurri. Azzurri come il mare. Azzurri come la maglia che indosso. Azzurri come lo smalto di Aubree. Azzurri come le scarpe del prof. 

Tre minuti.

Mi manca tremendamente. Mi manca davvero. Forse troppo.

Due minuti.

Vorrei che mi ascoltasse, solo una volta, almeno per provare a fargli capire che le mie intenzioni non erano cattive.

Un minuto.

È andata a finire così, non importa. Be’, importa eccome, purtroppo.

Campanella.

Buone vacanze a tutti.

C’è chi si alza buttando tutto per terra, chi lancia palline di carta, chi urla, chi scalpita per uscire da questo inferno e poi ci sono io, sono ancora seduta nel mio banco, mentre Aubree è già in piedi, mi scuote.

«Arrivo.» afferro lo zaino e mi alzo, passando davanti alla cattedra.

«Prof, buone vacanze e le consiglio di cambiare parrucchino, non è molto resistente.» gli faccio l’occhiolino.

«Day, se ne vada!» sghignazzo divertita, mentre con la coda dell’occhio mi accorgo che si è sistemato quei quattro peli in testa che si ritrova e che sono finti.

Vedo una chioma riccia. Lo riconosco. È lui.

«Harry! - lo rincorro fino a raggiungerlo - io e te dobbiamo finire un discorso.»

«Fatti trovare pronta per le quattro del pomeriggio, indossa il vestito a fiori, passo a prenderti.» mi scocca un bacio sulla guancia e poi rimango lì, interdetta.









TODAY IS MY BIRTHDAY. e non ve ne fotte un cazzo. - finezza portami via - 
Esattamente alle 19:05 avrò 14 anni, AHAHAHAH. 
Maddò, trkjntrkh. Oggi è stata una gionata stupenda, non so se mi spiego, lol. 
Coooomunque, kjnth, avete visto com'è tenero Harry? *^* STRAPAZZIAMOLO DI COCCOLE, IHIHIHIH CAVALLINO BIMBOMINCHIOSO, IHIHIH. no, basta.
Vabbè, mi dissolvo, evaporo, mi estinguo, addio, rospi. <3
love youuuuuu.

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Capitolo 22
*** I'm sorry. ***




22. I'm sorry.


Cos’ha in mente quel coglione? Se è uno dei suoi soliti scherzi per salutarmi prima di partire giuro che gli ficco la famosa pomme de terre su per il culo. 

Bene, chiusa questa parentesi, festeggiamo per la fine della scuola.

Il massimo che riesco a fare è un sorriso forzato, anche se fa abbastanza schifo e si capisce che non è spontaneo.

«Eb, vieni con noi a mangiare?» mi volto verso quella voce e mi aspettano due grandi occhi azzurri, ma non sono i suoi, no. 

«No, preferisco tornare a casa. Grazie lo stesso, Niall.» mi sorride ed io faccio lo stesso, è il mio modo di ringraziarlo. Se c’è una cosa che adoro di Niall è il fatto che non è mai insistente, nonostante non abbiamo un rapporto stretto come quello che ho con Harry, so che lui capisce quando è il momento di mettersi da parte e lasciarmi da sola, perchè sa che ne ho bisogno. Non so come faccia, ma è molto maturo, nonostante non lo dia a vedere.

Sono tutti così felici che sia cominciata l’estate, tranne io, naturalmente. Da oggi cominceranno le solite mattine monotone dove ci sarà solo una domanda che mi attanaglierà per tutta la giornata: “Cosa farò oggi?”. Non amo organizzare le cose, perchè credo che sia la spontaneità e l’improvvisazione a rendere tutto più divertente, ma non riesco a pensare a nulla. Be’, qualcosa troverò da fare, magari potrei prendere in considerazione anche la proposta di Aubree, in fondo è stata l’unica che si è preoccupata della mia estate e di cosa avrei fatto.

Scrollo le spalle, lo zaino è leggero e quindi non mi fa male la schiena, tuttavia sono già stanca di portarlo. 

Cammino lentamente, questo tragitto non lo farò per un po’ di tempo e, se devo dire la verità, mi mancherà. Oddio, basta. Sto dicendo davvero che mi mancherà la scuola? Okay, forse non mi mancherà l’edificio, ma le persone al suo interno: Louis, Louis, Louis, Louis. Ho già detto che mi mancherà Louis?

Quante cavolate sto dicendo, devo smetterla.

Frugo nella tasca dello zaino e trovo le chiavi, le inserisco nella serratura ed entro. Non c’è nessuno. O Aubree è uscita con Harry o è andata a pranzo con Niall, Liam, Zayn e Louis. Già, Louis. Credo ci fosse anche lui, forse è proprio per questo che ho rifiutato, non volevo vederlo. Okay, sono una vigliacca, ma se devo affrontarlo non voglio farlo in mezzo a tutti, ma solo io e lui. È così strano? Insomma, che cazzo gliene frega agli altri, oh.

Butto lo zaino per terra, non curandomi del fatto che ho fatto barcollare il vaso della pianta preferita di Aubree. 

«I wanna party and bullshit, and party and bullshit, and party and bullshit...» canticchio la canzone di Rita Ora, voglio festeggiare e stronzate. 

Rido.

Non so che cazzo mi prenda.

Rido ancora.

Basta, oddio.

Rido nuovamente e questa volta non riesco a smettere.

Ecco di cosa ho bisogno: di divertimento, di fare stronzate e tutte le cose che si fanno alla mia età, solo che non ne sono più capace, perchè ora le stronzate le voglio fare in due: con Louis, e no, non mi basta più la solita cavolata, ora voglio lui.

Quanto sono cogliona.

Scuoto la testa e guardo l’orario: sono le due del pomeriggio; meglio che inizi a prepararmi, non ho nemmeno fame, quindi sarà tutto molto più veloce e per le quattro dovrei essere pronta, almeno spero.

Mi faccio una doccia veloce, tanto per apparire più serena e rilassata; Aubree ha messo il mio accappatoio da lavare, quindi sono costretta ad usare un semplice asciugamano, oltretutto rosa. Bah.

Asciugo i capelli con un altro asciugamano, anch’esso rosa. Minchia, ma dove siamo? Nella casa della Barbie? 

Pettino i capelli, almeno per districare gli ultimi nodi che si sono formati, applico la schiuma e poi li lascio asciugare al naturale, in fondo è giugno, il massimo che potrei prendermi è un raffreddore che mi durerebbe pochi giorni.

Mi dirigo verso la camera, lasciando gocce lungo il percorso, se in questa casa ci fosse un killer mi troverebbe immediatamente, basterebbe seguire le tracce di acqua sulla moquette.

Apro l’armadio e il primo vestito che noto è proprio quello a fiori, come mi aveva chiesto Harry, così lo afferro e lo indosso una volta che mi sono asciugata e passata un strato di crema esfoliante.

«And party and bullshit, and bullshit, and bullshit...» ripeto.

Cazzo, mi si è inceppato il disco? 

Stronzate. 

Ecco tutto quello che ho combinato: stronzate. Solo quelle, con tutti, sono stata troppo impulsiva perfino nei mie confronti; ho pensato di essere pronta ad affrontare tutto, ad amare, ma non lo ero e non lo sono. 

Io non sarò mai pronta ad amare.

Sono quel tipo di persona che prenderà l’amore così come viene, con le sue forme, le sue stranezze e si adatterà, ma non si abituerà, mai.

Bene, ho indossato il vestito, ora mancano le scarpe.

Ballerine o Coverse?

Signorina o ragazza?

Se dovessi uscire con Louis opterei sicuramente per le ballerine, ma dovendo trascorrere un semplice pomeriggio con Harry scelgo le Coverse, quella basse e bianche, come le sue.

Niente trucco. No.

Non devo nascondermi dietro ad una maschera, è il mio migliore amico, mi accetterà così, l’ha sempre fatto.

Sono le tre e mezza del pomeriggio. Cosa cazzo farà in questi restanti trenta minuti? Niente.

Giusto, mi devo ricordare che oggi Harry mi dovrà finalmente dire chi è quella famosa ragazza, stamattina c’ero quasi riuscita, ma quella maledetta campanella ha mandato a quel paese tutto. Possibile che niente e nessuno sia dalla mia parte? Oh.

Domani potrei fare qualche compito, sì, non sarebbe una cattiva idea, e poi pranzerei, guarderei un po’ di televisione, farei ancora un po’ di esercizi, una bella doccia, problemi di geometria, cena, un po’ di televisione e infine un bel letto caldo che mia aspetta. Moltiplichiamo questa giornata per circa novanta giorni. 

Sparatemi.

Manca un quarto d’ora, meglio che inizi a scendere. Saltello sulle scale, un gradino, due gradini, mi sposto a destra, meglio che la smetta altrimenti finirò con il farmi male ad una caviglia data la mia grande prudenza.

«Harry, muoviti ad arrivare, santo cielo.» borbotto tra me e me. Mi accorgo che Aubree non è ancora tornata...e se fosse in giro con il riccio e proprio per questo lui non è ancora qua? Oh, basta, mancano cinque minuti, è normale che non sia ancora arrivato. Inoltre, perfino Aubree aveva capito che Harry non era interessata a lei, e allora perchè mi faccio tutti questi problemi? Da quando sono diventata così paranoica? Tutta colpa di Louis, porca miseria. 

Suona il campanello.

Sono le sedici in punto. 

Perfetto.

Apro la porta e ciò che mi accoglie è un ragazzo, con un sorriso stampato sul volto, un’accoglienza migliore di questa non l’avevo mai ricevuta. Insomma, è stupendo aprire la porta e trovare qualcuno che ti sorride, senza che tu gli abbia detto nulla, è un po’ come dire: “Ehi, io sono arrivato e sono già felice di essere qua, di fronte alla tua porta, prima ancora che tu la apra, perchè il pensiero di vederti mi basta”.

«Andiamo?» annuisco, ritornando alla realtà.

«Dove andiamo?» domando, curiosa. Siamo a piedi.

«Vedrai, sarà una bella passeggiata.» sorride nuovamente, dopo di che appoggia il suo braccio sulle mie spalle e mi stringe a sé. Trascorrere un pomeriggio con il proprio migliore amico è la cosa migliore che ci sia.

«Allora domani parti, giusto?» non posso trattenermi dal fargli questa domanda, spero con tutto il cuore che mi risponda di no, ma so che non sarà così.

«Sì, ma non parliamone.»

«Invece dobbiamo parlarne. Quando potrò salutarti?»

«Quando preferisci.»

«Che cazzo di risposta è, Harry? - ride - io non so a che ore prenderai il treno.»

«Il treno parte alle otto della mattina, quindi magari, se vuoi, posso passare io alle sette e mezza, in fondo casa tua è vicina alla stazione.»

«Certo, sarebbe perfetto.» annuisco, felice di poterlo salutare. Oddio, non è che sia proprio così felice di farlo, però sempre meglio un abbraccio a niente.

È una bella giornata, fa caldo, sì, ma non è quel caldo afoso che ti toglie il respiro e sei costretto a fermarti ogni dieci minuti, all’ombra, per rinfrescarti.

«Allora, non devi dirmi niente?» sobbalza, si volta verso di me, sorpreso, forse anche leggermente preoccupato.

«Io?»

«Sì, e non fare il finto tonto. La famosa ragazza.»

«Quanto sei testarda, Ebony. Non riesco a capire perchè ti interessi così tanto, in fondo è solo una semplice ragazza.»

«No, Harry, ti sbagli, non è una semplice ragazza, quella è la ragazza di cui ti sei innamorato.»

«Già, innamorato. Credi davvero che sia così?»

«Sì, te lo posso assicurare. Tu non ne parli molto, ma quando lo fai, ti impegni, okay, forse non è il termine più adatto. Quando la descrivi, è come se lei fosse di fronte a te, come se stesse ascoltando. Capisci cosa intendo?»

«Sì, capisco, eccome se capisco.» abbassa lo sguardo.

«Che c’è?»

«L’amore non è per me.» e per un attimo penso che siamo così uguali da diventare una cosa sola, penso che quella frase che ha pronunciato racchiuda tutto quello è che successo in questi mesi. Non c’era modo migliore per esprimerlo, e lui l’ha fatto inconsapevolmente.

«Già, Harry, l’amore non fa per noi, non fa per me. Forse hai ragione, forse siamo quel tipo di persone che l’amore proprio non lo sa tenere, non lo sa stringere. L’amore non ci appartiene.»

«Io penso che da quando Louis ti ha lasciata, tu sei diventata un’altra persona e questa cosa mi spaventa.» lo dice in modo ironico, eppure nella sua voce noto un pizzico di serietà.

«Tutti cambiano, Harry - ripeto questa frase nella mia mente, ma poi mi correggo - o forse no, molto probabilmente con il passare del tempo ci avviciniamo a ciò che siamo realmente.»

«Ebony, ti prego, di una delle tue solite cavolate.»

«Vuoi una ciambella?» ride, e adoro la sua risata in questo momento, quella di un ragazzo innamorato che trascorre un pomeriggio con la sua migliore amica.

Una volto distolto lo sguardo dal suo viso, mi accorgo di ciò che ho davanti: il parco. Già, il famoso parco dove venivo con Louis.

«Perchè mi hai portata qua?» domando, non capendo la situazione.

«Lo so, ora mi vorrai castrare, oppure mi prenderai a calci nel culo, ma ascoltami: ora tu devi andare là, alla vostra solita panchina.» e so che con quel “vostra” intende mia e di Louis.

«Non capisco.»

«Tu vai e basta. Mi ringrazierai, un giorno.» mi abbraccia forte, ed io continuo a non capire le sue intenzioni. Mi fa segno di procedere ed io lo faccio, ed è proprio in quel momento che capisco tutto: il vestito a fiori, il parco, la panchina, Louis. Lui è proprio là, seduto che sta aspettando qualcosa, o forse qualcuno; mi tremano le gambe, vorrei ritornare indietro e so che potrei farlo perchè non c’è nessuna persona fisica a fermarmi, ma è qualcosa dentro di me che invece me lo impedisce, e si chiama coraggio. No, forse si chiama amore.

Cazzo, dovevo mettermi le ballerine.

Oh, chissene frega, sarà troppo occupato a prendermi a parole che non si accorgerà nemmeno delle scarpe.

Accelero il passo, fino a ritrovarmi di fronte a lui.

«Ciao.» sussurro, alza lo sguardo.

«Che ci fai qua?» mi domanda, confuso.

«Ehm, io non lo so, Harry mi ha portata qua e poi ho scoperto che c’eri anche tu.» scuote la testa, divertito.

«Dovevo capirlo, che sciocco. Zayn mi ha rifilato la stessa scusa.» 

Malik? Lui ha fatto questo per me? Dopo che io l’ho messo nei guai, dopo tutto quello che è successo, lui ha fatto questo gesto per me. Non ci posso credere. Ora ricordo, lui ed Harry, stamattina, mentre parlavano e sghignazzavano, stavano organizzando tutto.

«Be’, meglio che me ne vada.» sta per alzarsi. 

Devo fermarlo.

Dio mio, Ebony, fa’ qualcosa. Non puoi lasciarlo andare. Non ora.

«Aspetta.» è l’unica cosa che dico e basta, questa volta. Mi siedo di fianco a lui, un po’ più distante e ora so che è il mio momento, che potrei cambiare tutto e che mi tocca fare la cosa che mi riesce peggio: parlare.

«Ti prego, non interrompermi perchè potrei non riuscire più a continuare. Lo so, sono una stronza, ho combinato un casino, ma ti posso assicurare che non volevo prenderti per il culo. L’idea è nata da una battuta fatta da Harry, io l’ho presa sul serio e dopo svariati tentativi, l’ho convinto. Io non avrei agito se non fossi stata sicura che tra te e Aubree non ci fosse nulla, insomma si vedeva, eravate distaccati ed io ho tentato. Non ho fatto nulla di male perchè tu avresti potuto benissimo rifiutarmi, e non sai che gioia per me quando non l’hai fatto, anzi ti sei avvicinato e abbiamo instaurato un rapporto di amicizia bellissimo. Pensavo davvero che non ce l’avrei fatta, ma quando tu mi hai baciata, quando mi hai detto quelle cose sul fatto che sono meravigliosa così come sono, io ci ho ho creduto. Mi dispiace per averti deluso, per non essere stata abbastanza, per averti in qualche modo offeso. Mi dispiace per non averti fatto innamorare di me.» respiro profondamente, ho riassunto brevemente la situazione, altrimenti non avrei più finito.

Non dice nulla.

Okay, forse sta formulando i peggiori insulti. 

Ottima opzione.

«Be’, il tuo silenzio non è la cosa più rassicurante di questo mondo, ma va bene lo stesso.» affermo, leggermente ironica.

«Io non so come tu abbia fatto, dico davvero. Il tuo piano a un non so che di assurdo, perchè è assurdo, tu sei assurda! Ed io non ho mai conosciuto una persona più pazzesca di te e non so se ne conoscerò un’altra. Veramente, io non so come tu abbia fatto... - ed ora è lui a respirare profondamente - ...a farmi innamorare. Ricordi quella volta che ti dissi che se il mio desiderio, espresso dopo aver visto la stella cometa, si fosse avverato io te l’avrei rivelato? Ecco, quel desiderio si è avverato: volevo che tu ti innamorassi di me.» mi sento avvampare, probabilmente sarò un’incrocio fra una melanzana e un pomodoro molto maturo.

«Credici o meno, io avevo espresso la stessa cosa nei tuoi confronti.» mi guarda negli occhi, mi mancava questo contatto così intimo.

«Sei assurda, davvero.» ride e rido anch’io.

Sì, è proprio così: io sono assurda.

«Mi dispiace.» sussurro, imbarazzata.

«A me, in fin dei conto, no. Altrimenti non avrei conosciuto te e la tua assurdità.» mi stringe a sé e vorrei che non mi lasciasse mai.

«Se non mi avessi perdonato, avevo programmato con Harry di vendicarmi di te e poi fuggire in Antartide.»

«Dio, se mi sono mancate le tue stronzate, Ebony.» ride nuovamente.

Questa volta sono io a baciarlo, mi mancavano le sue labbra e la loro morbidezza, mi mancava lui e la sensazione di averlo accanto, sempre.

«Ti amo, Ebony - si volta verso di me, sento il battito del cuore accelerare - non l’ho mai detto a nessuno, credimi. Tu sei la prima e spero che sarai anche l’ultima.»

Sorrido. 

E penso che le uniche persone che dovrei ringraziare in questo momento sono Harry e Zayn, non mi hanno mai abbandonata. Dovrei ringraziare quel riccio a cui voglio un mondo di bene e che spero passi l’estate migliore della sua vita; dovrei ringraziare il moro che mi ha in qualche modo indirizzata sulla giusta strada.

Dopo tutto questo tempo, dopo tutti questi mesi, dopo tutte queste settimane, dopo tutti questi giorni, dopo tutte queste ore, dopo tutti questi minuti, dopo tutti questi secondi, posso finalmente dirlo.

«Ti amo anche io, Louis.»











AND PARTY AND BULLSHIT, AND PARTY AND BULLSHIT.
Vi prego, fermatemi. Sto in fissa con la canzone "How We Do (Party)" di Rita Ora, minchia, mi piace troppo, gkjnrt.
Iniziamo subito con il dire che questo è l'ultimo capitolo, naturalmente ci sarà l'epilogo che posterò tra pochi giorni e so già cosa accadrà, ma non dirò nulla, lascerò spazio alle vostre pippe mentali, AHAHAH.
Questo capitolo lo trovo tenero, kjgrtkh, inoltre si nota la maturazione di Ebony e ci tenevo molto a questo punto, non volevo che rimanesse per sempre la solita bambina che sa fare solo battutine. Si cresce.
Che ne pensate? Spero vi piaccia almeno un po'. çç
Beeeene, evaporo.
Ciao rospetti, trololol. (?)
love youuuuuu.

p.s. nell'epilogo vi linkerò la nuova ff che posterò tra pochi giorni. :D

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Capitolo 23
*** Epilogo. ***


Epilogo.
 

Queste coperte sono così soffici e morbide, per non parlare del cuscino, non avevo mai constatato che il letto fosse così comodo, dato che fino a ieri da quando mi svegliavo non potevo starci per più di cinque minuti, altrimenti sarei arrivata in ritardo a scuola. 

Scuola.

Uhm, tre mesi senza di lei. 

Che bellezza.

Ieri, dopo aver chiarito con Louis, abbiamo fatto un giro per Londra e alla fine siamo andati a mangiare in un fast food, è stato piacevole trascorrere nuovamente del tempo con lui. Aubree l’ho vista solo di sfuggita una volta rientrata, molto probabilmente sarà uscita e sarà andata a trascorrere la serata in discoteca o in un pub. Mi giro per controllare se dorme ancora, al contrario di quanto pensassi trovo il letto disfatto e le coperte per terra. Si sarà già alzata. Certo che è pazza, io come minimo avrei dormito fino alle dieci, e l’avrei fatto se non mi dovessi preparare per salutare Harry. 

Eh, cosa si farebbe per i migliori amici.

Infilo i piedi scalzi nelle pantofole, le ante sono già state aperte, merito di Aubree, suppongo; scendo velocemente le scale, dirigendomi di corsa vero la cucina, stranamente ho molta fame, di solito di mattina massimo bevo un po’ di tè e due biscotti.

«Buongiorno, Aubree! - urlo, alzando le mani in aria - per favore, preparami qualcosa, intanto io vado a lavarmi e poi a vestirmi, in modo che Harry non mi trovi in mutande.» la mia coinquilina si volta.

«Eb, aspetta...» non la lascio finire, non devo perdere tempo altrimenti non sarò pronta per l’orario prestabilito.

«Oh, dai, per favore, che ti costa una tazza di tè e tre fette di torta?»

Minchia, tre fette di torta, alla faccia della fame.

«Sì, ma ascoltami...» le sue parole mi giungono come un sussurro, sicuramente vorrà rifilarmi qualche scusa per non prepararmi la colazione, ma che si arrangi, le ho chiesto un solo favore in tutti questi anni che ci conosciamo, potrebbe anche farlo.

Vabbè, non importa.

Raggiungo il bagno ansimante, ho fatto le scale di corsa e nonostante sia già alzata non sono ancora del tutto sveglia; mi lavo il viso con un po’ di acqua fresca, rabbrividisco per il contatto così immediato. Mi schiaffeggio un po’ la faccia.

Minchia, che male.

Bene, ora sembro una a cui hanno dato due pugni sulle guance.

Muovo leggermente i capelli, dato che nel sonno mi si sono appiccicati e sembrano tanti stecchini.

Oddio, che ragionamenti che sto facendo di prima mattina.

Attraverso il corridoio, non curandomi di Aubree che continua a chiamarmi; i letti sono ancora disfatti, ma la voglia di rifarli proprio non c’è. Piuttosto penso a cosa mettere, be’, io opterei per un paio di jeans e una canotta, in fondo non avrà neanche il tempo di guardarmi che se ne sarà già andato.

Bene, sto già cominciando a diventare malinconica.

Okay, dovrei essere pronta.

Scendo ancora una volta le scale, grazie a Dio Aubree mi ha preparato la colazione.

Tre fette di torta al cioccolato, tutte per me.

«Grazie mille. Ho una fame che non ti puoi immaginare.» afferro un pezzo di torta ed inizio a masticarlo.

«Ci credo, sono le undici passate.» sputo la torta, non curandomi di sporcare il tavolo, scatto in piedi.

«Che cazzo dici? Sono le sette... - alzo lo sguardo verso l’orologio appeso sopra il frigorifero e mi duole dare ragione ad Aubree: sono le undici e un quarto -... Ma che cazzo? Perchè non mi ha svegliata?» respiro profondamente e solo ora mi accorgo del vero disastro. «Questo vuol dire che Harry è già partito, e forse anche arrivato ad Holmes Chapel.»

«Ebony, io ho provato a dirtelo, ma tu non mi hai ascoltato, eri troppo presa.»

«Ritieniti fortunata che non ti stia insultando a voce alta, dato che lo sto facendo nella mia mente, altrimenti saresti così scandalizzata dagli aggettivi che sto utilizzando che ti sotterreresti.» mi appoggio al tavolo, facendo pressione sulle mani tanto che dopo poco mi fanno male i polsi e sono costretta ad allentare la forza.

«Ti rendi conto?! Io non ho salutato il mio migliore amico, chissà lui come avrà reagito sapendo che stavo dormendo. Certo, tu potevi avere l’accortezza di svegliarmi, mi sarei presentata perfino in pigiama pur di abbracciarlo prima che partisse. Sei proprio una stronza, Aubree.» affermo.

«Ehi, piano con le parole. Se ti calmassi un attimo, ti spiegherei cosa è successo realmente.»

«Sentiamo.» mi siedo, aspettando che cominci a parlare.

Piuttosto che perdere tempo con lei, dovrei chiamare Harry e scusarmi, dicendogli che per colpa di Aubree non ho potuto salutarlo e che magari potrei prendere il prossimo treno e andare ad Holmes Chapel, almeno per farmi perdonare e per non rimanere con il rimorso tutta l’estate.

«Ascoltami, però.» mi sventola una mano davanti la faccia ed io sbatto le palpebre diverse volte prima di ritornare presente.

«Harry stamattina è venuto qua, ma prima del previsto, tu stavi ancora dormendo, allora io gli ho detto di aspettare cinque minuti che sarei venuta a chiamarti, sapendo quanto tu ci tenessi. Lui mi ha fermata immediatamente, dicendomi che l’unica cosa che avrei dovuto fare era darti questa lettera - afferra una busta appoggiata sul bancone e me la porge - devi leggerla, naturalmente.»

«Non capisco.» sono confusa. Perchè non ha mantenuto il nostro accordo? Che senso aveva venire prima, sapendo che io stavo dormendo.

«Capirai una volta che l’avrai letta, te lo assicuro.» rigiro la lettera fra le mani, dopo di che mi dirigo in salotto, non ho voglia di farmi tutte le scale, nuovamente.

Apro la busta, ed estraggo la lettera, curiosa di leggerla. Harry non è mai stato solito lasciare tracce del suo passaggio, in poche parole detesta le lettere, le cartoline; naturalmente se le scrivono a lui gli fa piacere, ma non farebbe mai il contrario. Perciò, per avermi scritto una lettera significa che ciò che deve dirmi è veramente importante.

Vabbè, cominciamo a leggerla così scopriremo cosa cela al suo interno.

Ah, che linguaggio forbito, Ebony. Cresci ogni giorno di più.

Oh, grazie coscienza, ti amo.

Io no.

Stronza.

Be’, i dialoghi fra me e me sono veramente bizzarri, ma in fondo con me tutto risulta bizzarro, anche le cose normali.
Comincio a leggere.

 

Ciao Ebony, 

Lo so, di solito le lettere si scrivono con un “cara” o “caro”, ma lo sai che non sono molto esperto, quindi accontentati di questo saluto semplice ma efficace.

Molto probabilmente non hai ancora capito il motivo per il quale ho scritto questa lettera, forse nemmeno io, ma mi sembrava giusto farlo perchè non potevo partire senza prima raccontarti tutto, e con raccontarti di tutto intendo lei. 

Scommetto che hai già capito a chi mi riferisco, ma se proprio non ci fossi arrivata, questa lettera parlerà della ragazza che mi ha fatto innamorare.

Lo so, ti avevo promesso che se avessi perso la scommessa, ti avrei rivelato chi fosse; ma il punto è che quella scommessa io l’avevo già persa in partenza, dato che sapevo che non sarebbe mai accaduto nulla con lei, ma per il piacere di vederti felice, l’ho accettata.

Non ti dirò come l’ho conosciuta perchè alla fine lo capirai da sola, suppongo.

A dirti la verità, non so come sia successo, voglio dire, lei è così strana, assurda, irrazionale, imprevedibile ed è tutto il contrario di ciò che sono io e forse è proprio questo che mi ha colpito, o ero talmente disperato che mi sono innamorato della prima persona che ho visto.

No, di lei è impossibile non innamorarsi, tra i suoi innumerevoli difetti ognuno riesce a trovare un pregio: la simpatia, il sorriso, l’allegria, la tenerezza e la stronzaggine. Sì, perchè è una stronza di prima categoria, te lo assicuro.

Nonostante a volte non lo dimostri, quando vuole sa veramente esserlo e ti posso garantire che ci riesce anche bene. Tuttavia, dietro a questo suo carattere così spavaldo, c’è una ragazza fragile, ma non così tanto da cedere. Io l’ho sempre ammirata, in ogni circostanza riesce sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno, anche se a volte le serve una spinta, ma poi fa tutto da sola, okay, quasi tutto. 

Adora l’inverno, pensa che sia la stagione più bella per la neve, il Natale, il caminetto, la cioccolata calda. Cavolate. Dice così solo per il semplice motivo che quando nevica ha una scusa per non andare a scuola.

Ha poca autostima, anche se non lo dà a vedere. Non dà molto peso a queste cose, ma a volte attraversa dei momenti in cui dedica la maggior parte del suo tempo a cercare un modo per migliorarsi. Per me è meravigliosa così, ma lei non lo sa.

Si sente soddisfatta quando vede le persone intorno a lei sorridere, soprattutto quando è merito suo. Vorrei dirglielo tutti i giorni che il mio sorriso è causato dal suo, ma scommetto che scoppierebbe a ridere e non mi prenderebbe sul serio, ma quando mai lo fa?

Ama i muffin al mirtillo. Non riesce a farne a meno, è il suo cibo preferito, credo che vivrebbe solo di quelli se ne avesse la possibilità.

Detesta il colore rosa, lo collega alle Barbie. Odia anche queste, da piccola non guardava mai i cartoni in cui comparivano, preferiva tutt’altri generi.

Certe volte non la capisco, nonostante io ci metta tutto me stesso. È quel tipo di persona che, non importa se la conosci da tanto tempo, non si rivelerà mai del tutto, qualcosa ti terrà nascosto, forse per il piacere di farlo.

L’amore non è per me.

Te l’ho sempre detto, Ebony, e continuerò a ripeterlo. Il punto è che doveva andare così ed io non potevo fare nulla per impedirlo, te lo assicuro. Io ci ho provato, davvero, ma non è bastato e mai basterà. 

A volte l’amore non basta, tutto qua. Non bastano i sorrisi, i baci, gli abbracci, gli sguardi, le carezze, le chiacchiere, ci vuole qualcosa in più.

L’amore non basta, per me.

Sai, in amore di solito c’è una strada da percorrere e ci si ritrova in due, in un unico punto. Tuttavia, io stavo percorrendo una strada a senso unico, non c’era nessuno dall’altra parte, non c’era chi volevo io.

Mi mancherà infinitamente ma, nonostante tutto, non sarà mai lo stesso per lei.

Così vanno le cose a volte e bisogna accettarlo. Tranquilla, ti assicuro che dopo quest’estate sarà tutto come prima, ma quando tornerò, per favore, non chiedermi più nulla su di lei. 

Lo so, forse questa lettera non ti basterà, ma è il massimo che potevo fare e non puoi capire quanto mi sia costato. Mi dispiace se forse ti aspettavi il suo nome o la sua descrizione, ma credo di averti rivelato involontariamente chi è e se non lo capirai oggi, forse lo capirai domani o tra un anno. Ti assicuro che lo capirai con il tempo e allora quando mi chiederai se era lei, io sorriderò e basterà quello, per una volta.

Buone vacanze, migliore amica.

Harry

 

Respiro profondamente, appoggio la lettera sul tavolo che si trova di fronte a me e mi lascio sprofondare nel divano.

«Io non sono fatta per queste cose.» mormoro. Davvero, io ho bisogno di cose dirette, semplici, svelte e non di giri di parole, enigmi.

Aubree mi raggiunge e si siede accanto a me, sta per afferrare la lettera, ma si ferma.

«Allora?» mi domanda.

«Allora cosa?» un’altra che gioca con le parole, oddio.

«Sembra che tu abbia reagito bene.» sorride.

«Reagito bene un cazzo. Non si capisce nulla in quella lettera, è tutto troppo complicato. Cosa gli costava scrivere quel benedetto nome e farla finita.»

«Ma lui l’ha scritto quel nome, Eb, solo che ha usato delle frasi e non delle semplici lettere. Dovresti smetterla di essere così superficiale e cercare di leggere attentamente bene quella lettera perchè ti posso assicurare che si capisce perfettamente chi è quella ragazza, e mi stupisco che tu non ci sia ancora arrivata.»

«Allora dimmelo, santo cielo.»

«No, perchè non spetta a me farlo. Harry te l’ha detto, ora tocca a te afferrare il concetto.»

«Che grande cagata stai dicendo, Aubree.»

«Certo che quando fai così sei proprio una stronza, eh.»

Ma vai a quel paese.

«Grazie, anche tu.» 

«I muffin al mirtillo sono pronti, se vuoi assaggiarli sono in cucina. Vado a farmi una doccia.» strano che non abbia risposto alla mia provocazione.

Be’, non importa, meglio dedicarsi ai muffin che sono sicuramente più gustosi.

In cucina c’è un profumo delizioso e scommetto che lo sarà anche ciò che ha cucinato Aubree; nonostante sia quasi l’ora di pranzo, afferro un muffin e lo mangio.

Sono buonissimi. Mangerei solo questi per tutta a vita.

Mi blocco di colpo.

Tossisco.

Oh, cazzo, quasi mi stavo soffocando. 

Appoggio il pezzo di muffin rimasto sul tavolo e corro in salotto, precisamente verso la lettera e l’afferro.

Rileggo alcuni punti e un’idea mi balena nella mente.

«Che idiota.» biascico, sbattendo una mano contro la fronte.

Mi siedo sul divano con ancora la lettera in mano.

Non sono stupita, stranamente. Non so, è come se fosse scritto da qualche parte, come se molto in fondo io già lo sapessi, ma non riuscissi a capirlo realmente. E solo ora mi accorgo di quanti sforzi abbia fatto Harry per rimanere se stesso, per non cambiare, per starmi vicino, anche se non nel modo che voleva. Sono stata un’egoista, non mi sono nemmeno accorta che... la ragazza di cui si è innamorato sono io.

Quanta forza di volontà ha avuto, non so davvero cosa dire, lo ammiro. Io non ce l’avrei mai fatta a stare ferma, anzi, lui ha anche favorito Louis, non c’è mai stato un momento in cui l’ha svalutato.

Sono felice e non so perchè.

Quella stronza sono io, proprio così.

Posso solo dire che l’amore non è per me. Non è per me ed Harry. Siamo fatti così, forse fatti male. Ed ha ragione, a volte l’amore non basta. 

È andata così ed io non me ne sono accorta, come sempre.

Rimetto la lettere nella busta, cercando di non rovinarla, dopo di che resto seduta sul divano a riflettere su tutto quello che è successo e del perchè io mi senta felice e sollevata.

Mi squilla il telefono.

Lo afferro.

È Louis.

Non rispondo.












I'M A RACCOON.
Non lo sapevate? Io sono un'adorabile procione, gkjrnht.
E' finita, oddio. 
E' strano, tkjgntrkng. Sono felice che sia finita così, a differenza vostra. Lo so, ora mi vorrete uccidere per il semplice motivo che preferivate Harry ed Ebony a Louis ed Ebony, forse anche io, AHAHAH, ma credo sia giusto così. E' una situazione molto reale, quando ami una persona non ti accorgi di quello che succede, non vedi nulla e non dai importanza a nulla; poi naturalmente Harry ha cercato di stare in disparte, non voleva interferire. Io ammiro molto il suo comportamento, io non l'avrei fatto. Sicuramente mi sarei distaccata da quella perona fino a farle capire ciò che stava accadendo, a differenza di Styles.
Spero di non avervi deluso, davvero.
Spero che questa ff vi sia piaciuta.
Spero che continuerete a seguirmi.
Ecco, naturalmente ho già cominciato un'altra ff che avrà come protagonista Zayn, gjknrtgjr, mi mancava, lo ammetto. Spero che la seguirete perchè ci tengo tanto, tratterà di una nuova situazione, ma non posso anticiparvi niente.
Questa è la ff: Flawless (Cliccate sul titolo).
Grazie mille a tutti per le bellissime recensioni. 
Grazie per le seguite/preferite/ricordate.
Grazie a voi. Ecco. Voi siete stupendi. Lo ammetto, inizialmente non ci credevo molto in questa ff, pensavo che non sarebbe piaciuta, ma poi mi avete convinto e supportato ogni volta per continuarla.
Quindi; GRAZIE.
Grazie a chi leggeva.
Grazie a chi recensiva.
Grazie a chi seguiva.
Grazie a chi ricordava.
Grazie a chi preferiva.
GRAZIE A CHI E' RIMASTO, RIMANE E SEMPRE RIMMARRA'.

Love you.

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