The werewolf and the vampire

di Nori Namow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** first. Time passes inexorably. ***
Capitolo 3: *** second. Hey, I must to understand. ***
Capitolo 4: *** third. Tell me with a song ***
Capitolo 5: *** fourth. If I'm not this, Who am I? ***
Capitolo 6: *** fifth. There are tears and memories. ***
Capitolo 7: *** sixth. Trapped in the past ***
Capitolo 8: *** seventh. I'm sorry. But I must to carry on. ***
Capitolo 9: *** eighth. No one has wiped my tears ***
Capitolo 10: *** nineth. I've missed you ***
Capitolo 11: *** tenth. They weren't demons, they were cursed angels. ***
Capitolo 12: *** eleventh. You were my best friend, but I love her. ***
Capitolo 13: *** twelfth. We must to live while we're young ***
Capitolo 14: *** thirteenth. I told you so. ***
Capitolo 15: *** fourteenth. Right before everything went black. ***
Capitolo 16: *** fifteenth. I tried to kiss you. ***
Capitolo 17: *** sixteenth. I'm wide awake. ***
Capitolo 18: *** seventeenth. I can't smile, if you don't do it. ***
Capitolo 19: *** eighteenth. Heads or tails ***
Capitolo 20: *** nineteenth. Keep on your toes. ***
Capitolo 21: *** twentieth. Then, darkness. ***
Capitolo 22: *** twenty-first. The bitter truth. ***
Capitolo 23: *** twenty-second. I wish you were here. ***
Capitolo 24: *** twenty-third. I'll be fine. With you. ***
Capitolo 25: *** Epilogue ***



Capitolo 1
*** Prologue ***








PROLOGUE



28 Giugno 1879
 
 
«Harry Styles, smettila!» urlai divertita al ragazzo dai capelli ricci e gli occhi verdi che mi faceva il solletico strusciando il naso sul mio collo. Lui mi sorrise sornione, poi mi diece un bacio sulle labbra, abbracciandomi.
«Non è colpa mia se hai un collo magnifico.» rispose lui fra i baci, accarezzandomi i lunghi capelli neri ondulati.
«Smettila di trattarmi come se fossi il tuo spuntino pomeridiano.» lo rimbeccai stizzita. Mi fingevo offesa solo perchè sapevo che mi avrebbe stretta di più a sè.
«Tu non sei il mio spuntino, Lilith Palmer. Tu sei la mia vita.» finì baciandomi il collo, mordendolo appena. Dei brividi mi attraversarono la schiena e trattenni un sospiro.
«Eh no, caro, so cosa stai per fare, scollati!»
«Dai, solo un pò. Te lo prometto, non ti farò male.» chiese con gli occhi da cucciolo, sporgendo il labbro inferiore.
«E va bene, ma solo un pò, ok?» accettai assottigliando lo sguardo, incastrando i miei occhi scuri nei suoi.
Mi diede un altro bacio sulle labbra, poi scivolò al collo, lasciandomi baci umidi. Allungò i canini, penetrando la gola e cominciando a bere il mio sangue.
Mi trattenni dall' urlare, era sempre un pò doloroso, nonostante fossi abituata. Era un anno che io e Harry ci amavamo, incondizionatamente.
Dopo circa un minuto si staccò dal mio collo e morse il suo polso, porgendomi la parte insanguinata.
«Dai, guarirai più in fretta. Lo so che ti fa schifo, ma devi farlo.» insistette.
Trattenni il respiro e cominciai a bere quel liquido rosso. In pochi istanti i due buchi che avevo al collo scomparvero.
«Ti amo, Lilith. Ti amerò per sempre, questa è una promessa.» sussurrò guardandomi negli occhi.
No, non mi stava soggiogando, non l' aveva mai fatto con me. Non ce n'era mai stato bisogno. Io l' amavo, gli avevo dato anima e corpo. Lui era tutta la mia vita.
«Lilith, prima o poi dovrai fare una scelta, lo sai.» disse abbracciandomi forte.
Ricambiai il suo abbraccio. Aveva ragione, io dovevo fare una scelta.
«Prima o poi dovrò andare via da Mystic Falls, e tu ne sei consapevole. La gente non reagirebbe bene se vedesse che un ragazzo ha lo stesso aspetto da troppi anni, specialmente in questo periodo.» continuò mentre mi prendeva la mano.
«Ti amo, Harry. Ma ho paura.» dichiarai finalmente, scossa da un brivido di terrore. Lì c'era la mia vita, i miei amici, la mia famiglia. Lui mi aveva completamente stravolto l' esistenza.
Mi prese il viso fra le mani e mi baciò dolcemente. Cercò la mia lingua con la sua, e ci perdemmo in un bacio appassionato.
«Vieni con me, Lilith. Lascia che ti trasformi in un vampiro. Conosco una strega che potrà farti un anello come il mio, così potrai camminare alla luce del sole. Saremo solo io e te, per sempre. Potremo amarci per tutta l' eternità.»
Sapevo che quel giorno sarebbe arrivato. Lo sapevo dal momento in cui mi innamorai di Harry Styles, nonostante mi avesse confessato il suo segreto più oscuro.
Mi ero lasciata amare, gli donavo il mio sangue, coprivo ogni sospetto che la gente avesse su di lui. Lo difendevo, lo amavo.
Ma avevo paura.
Paura di morire, paura di nutrirmi. Paura dell' eternità.
«Dovrai uccidermi per trasformarmi, non è vero?» chiesi con gli occhi lucidi.
«Sì, ma non ti farò del male, farò in modo che la tua morte sia indolore e ti aspetterò. Aspetterò che ti svegli, così staremo sempre insieme.»
Lo abracciai forte, incastrando la mia testa nell' incavo della sua spalla. Ero davvero pronta a rinunciare alla mia vita, al mio posto in quell' epoca, per Harry?
Sì, lo ero. Lo ero dal momento in cui i miei occhi incontrarono i suoi per la prima volta.
Lo baciai dolcemente, stringendogli la mano.
Ero pronta.
«Ti amo, Harry. E voglio passare l' eternità al tuo fianco. Sono pronta.» dissi scandendo bene le ultime parole.
Harry mi sorrise, poi si avvicinò al mio orecchio.
«Sei pronta ad avere ventidue anni, per sempre?» chiese ridendo.
«Non vedo l' ora di romperti le palle per tutta l' eternità.» dissi con lo stesso tono.
Mi diede un bacio, poi mi guardò negli occhi, in attesa di una conferma. Annuii convinta, pronta al peggio.
L' ultima cosa che vidi furono i suoi bellissimi occhi verdi. Poi sentii un sonoro 'crack', e non vidi più nulla.





Yeah, salve a tutti, belli e brutti (?)
Eccomi con un' altra FF, ambientata nel fantameraviglioso mondo di The Vampire Diaries *-*
Il prologo è cortino, ma i capitoli saranno più lunghi, promesso! u,u
Vi piace, eh? Vi incuriosisce? Fatemelo sapere con una recensione e non fatemi rimanere di cacca.
La trama è tutta qui, nella mia testolina, e non sarò nemmeno tanto lunga come storia.
Quindi sopportatemi, e recensite. E ricordatevi di recensire. Recensite. RECENSITEEE.
Ora vi mostro la nostra bella Lilith, l' attrice Lucy Hale



Addio ♥

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Capitolo 2
*** first. Time passes inexorably. ***






Time passes inexorably

 

 

10 Maggio 2012
 
Lilith
 
Ero seduta al tavolo del Mystic Grill, e stavo tracannando il terzo bicchiere di vodka lemon. Attorno a me c'era una folla impazzita che urlava il mio nome. Fischiavano ammirati, mi facevano i complimenti.
Sul tavolo, oltre ai bicchieri vuoti, c'erano delle banconote, segno che i presenti avevano scommesso, e avevano perso.
Mi piaceva fare soldi in quel modo. Mi piaceva la stupidità di quelle persone.
Li avevo sfidati a braccio di ferro, e avevano perso tutti. Naturalmente, dosavo la forza per non lasciar trasparire nulla su di me. Mi limitavo a fingere di essere in difficoltà, per poi batterli senza preamboli.
Culturisti, secchioni, donne, uomini, vecchi, bambini. Ogni tipo di persona mi sfidava, ma finiva per perdere. Era il mio modo per divertirmi, nonostante ci fosse di meglio da fare. 
«Allora..» cominciai a dire superando il frastuono creatosi attorno a me. «c'è qualcuno che ha il coraggio di sputtanarsi davanti a tutti?» chiesi ammiccando verso gli uomini in particolare.
Erano quelli che scommettevano di più. Riuscivo a portare a casa anche trecento dollari, se ci sapevo fare.
Calò il silenzio all' interno del bar, così decisi di ordinare un altro drink, tanto per cambiare.
«Hey, Matt Donovan! Portami un' altra vodka lemon!» urlai al cameriere biondo e con gli occhi azzurri, che scosse la testa ridendo. Cominciò a prepararmi il drink, mentre io osservavo le persone attorno a me.
«Avanti, siete tutti così coraggiosi! Chi vince, prende tutto.» urlai prendendo le banconote e sventolandole come un ventaglio. Centotrentasette dollari, contai.
Matt arrivò con il mio drink, lo ringraziai con un bacio sulla guancia. Era l' unico mortale con una personalità accettabile, in quel posto. Gli altri erano solo fastidiosi individui nati per far numero.
Bevvi la bibita tutta d' un fiato, tornando a concentrarmi sui presenti radunati al mio tavolo.
Mi sedetti sul tavolo, accavallando le gambe lunghe e affusolate. Indossavo degli short di jeans e una camicetta nera, che metteva in risalto le mie forme. L' avevo sbottonata abbastanza da far intravvedere il mio seno.
Era così che abboccavano. Vedevano una ragazza con un pò il seno scoperto e impazzivano. Volevano dimostrare di essere forti e scommettevano grandi somme, sicuri che avrebbero vinto.
Peccato che, se mi avessero conosciuta meglio, avrebbero saputo che con me non avevano alcuna speranza.
Una ragazza si era appena tagliata il dito con un vetro rotto. Il sangue scendeva appena, ma ne avvertii l' odore. Mi leccai le labbra, assetata.
«Bene, se proprio vi arrendete...» cominciai, pronta a tornare a casa con un' altra vittoria in tasca.
«Aspetta, voglio provare io.»
Facendosi spazio fra la piccola folla, un ragazzo dagli occhi color cioccolato, la pelle ambrata e i muscoli pronunciati mi sorrise, mettendosi di fronte a me. La camicia bianca metteva in risalto gli addominali.
Era di una bellezza sovrumana, era a dir poco sexy. Doveva avere la mia età, poco ma sicuro. I capelli scuri erano alzati con gel e lacca in modo impeccabile. Un pò mi dispiaque fargli fare una figuraccia.
Posò sul tavolo una banconota da cinquanta dollari, poi mi sorrise beffardo.
Mi passai una mano fra i capelli per provocarlo un pò, scesi dal tavolo e mi sedetti sulla sedia, di fronte a lui. Poggiai il gomito della mano destra sul tavolo, stringendo la sua mano.
«Io non andrei a vantarmi di aver perso a braccio di ferro con una ragazza.» sussurrai facendogli l' occhiolino. Lui scoppiò a ridere, aveva dei denti bianchissimi e perfetti.
«Al mio tre, allora.» annunciai per coinvolgere il resto del locale. La folla si zittì.
«Uno..» cominciai, stringendo la sua mano.
«Due..» lui strinse la mia. Aveva le mani calde, e per un attimo un brivido che non sentivo da tempo mi attraversò la schiena. Scacciai immediatamente quel pensiero, stringendo ancora di più la sua mano.
«Tre!» urlai, pronta a spingere il mio braccio per schiacciare il suo.
All' inizio, come sempre, feci finta di essere in difficoltà, poi, con uno scatto, cercai di spingere il suo braccio sul tavolo.
Ma non ci riuscii.
Il ragazzo mi guardò negli occhi, sfidandomi. Stavo usando tutta la mia forza, ma non riuscivo a batterlo. Quel ragazzo, era estremamente forte. 
Troppo forte per essere un comune mortale.
Mi concentrai al massimo, cercando di respingere il suo braccio che stava lentamente schiacciando il mio sotto il proprio peso.
Per un altro istante gli tenetti testa, poi spinse con ancora più forza il mio braccio contro il tavolo.
Rimanemmo tutti pietrificati di fronte a quella consapevolezza.
Lilith Palmer, la ragazza più forte di Mystic Falls era appena stata battuta a 'braccio di ferro' da un ragazzo misterioso.
Mi guardò negli occhi per un istante, sorridendo beffardo.
Poi prese i soldi, mi fece l' occhiolino sussurrandomi un «grazie piccola» all' orecchio.
Quando uscì senza preamboli, osservai i bicchieri vuoti.
«Matt, cazzo. Portami due vodka alla pesca con redbull! E voi andate via, non c'è più nulla da vedere.» dissi con tono glaciale. Li guardai negli occhi, uno ad uno, e si dissolsero, come ordinato.
Matt mi portò i drink, lo pagai, tracannai il liquido dei due bicchieri e uscii, ancora sconvolta.
Nessuno mi aveva mai battuta, nessuno.
O meglio, nessun essere umano.
Torna svelta nella grande casa che un tempo era appartenuta alla mia famiglia. Entrai in camera, senza sorprendermi affatto quando, dalla camera affianco, sentii gemiti e rumori molesti. 
Sorrisi tra me e me. Quel tipo era sempre il solito.
Mi accasciai sul letto, e appena chiusi gli occhi, il viso di quel ragazzo di fece spazio nella mia mente. Non l' avevo mai visto da quelle parti, e non aveva nemmeno detto il suo nome.
Una cosa era certa, però. Era un vampiro, e io l' avrei conosciuto.
 
 
Zayn
Tornai a casa con il gruzzoletto in mano. Non male per voler passare solo una serata a bere, pensai ridendo.
Quella ragazza, aveva un fascino irresistibile. Quei suoi capelli scuri e ondulati, quegli occhi verdi che parlavano. Aveva tentanto di provocarmi, ma non gliel avevo data vinta.
Era estremamente forte, lo sforzo che avevo dovuto fare per batterla era stato a dir poco abnorme.
Mi avrebbe cercato, ne ero certo. Leggevo nei suoi occhi la curiosità di sapere chi ero e come mai avessi quella forza inaudita.
Mi sarebbe piaciuto farmi una sveltina con lei, pensai sorridendo tra me e me nel buio della mia camera.
Ero tornato a Mystic Falls dopo dieci anni, e non me ne sarei andato più.
Non finchè c'era da fare quello che c'era da fare.





Oh yeah, eccomi con il primo capitolo, nonostante non abbia ricevuto molte recensioni (grazie alle due ragazze che hanno recensito *-*)
Dopo questa pubblicazione voglio più recensioni èwé voglio sapere se devo continuarla o no, perchè nessuno se la caga haha.
Hehe la nostra Lilith conosce ZEIN (?) per la prima volta, yeah!
Ma ci sono taaante cose ancora da sapere ù.ù
Quindi, recensite, fatemi sapere che ne pensate!
Ecco a voi una bella gif, oh yeah! (ah, e seguite l' altra mia ff *-* daaaai ♥) 


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Capitolo 3
*** second. Hey, I must to understand. ***






Hey, I must to understand

 

 

Lilith
La mattina dopo, avevo un mal di testa tremendo.
'Devo smetterla di bere!', pensai. 'Ma anche no!' conclusi dopo un millisecondo.
Scesi in cucina, ero l' unica sveglia, al momento. Andai nello scantinato, presi una sacca di sangue dal grande frigorifero e preparai la mia 'colazione'.
Sangue e caffè. Il mio mix preferito. Bevvi senza fermarmi un attimo, ero nervosa e assetata. Non facevo altro che pensare alla sera prima.
Non tanto al fatto che quel ragazzo mi aveva soffiato da sotto al naso centotrentasette dollari, nè alla forza inaudita che aveva.
Ma i brividi che mi aveva provocato stringendo la mia mano. Non provavo quelle emozioni da... troppo tempo.
Inaspettatamente, una lacrima mi accarezzò la guancia, e l' asciugai subito con il dorso della mano. Dovevo essere forte, perchè gliel avevo promesso.
Dovevo conoscere quel ragazzo. Mi incuriosiva, e mi piaceva. Aveva dei modi di fare.. eccitanti, a dirla tutta. 
Ma la domanda era.. come? Non potevo andare da lui e dirgli 'Hey, ciao! Ti va se parliamo un pò? Dimmi, qual è il tuo gruppo sanguigno preferito? A me piace bere il B positivo.' Dovevo prima assicurarmi che fosse uno di noi.
L' idea mi arrivò in testa come un fulmine. Sorrisi, consapevole che non avrei fallito, per nulla al mondo. Neanche se mi fossi trovata di fronte la fata dei denti che mi diceva che tre più tre faceva otto.
Ok, questa era strana, e pessima. Il sangue mi fa fare certi pensieri.
Presi i guanti da giardinaggio e scesi in cantina, aprendo la porta di una piccola stanza che aveva una grande finestra.
Sotto la finestra, illuminata dai raggi del sole, la mia piccola coltivazione del mio peggior nemico: la verbena.
Sì, era strano che un vampiro coltivasse verbena, ma sapevo che mi sarebbe servita, prima o poi. Ed era giunto il momento di utilizzarla.
Infilai i guanti, presi la forbice e tagliai uno stelo della pianta, osservando alla luce del sole i piccoli fiorellini bianchi.
Sentii qualcuno aggrapparmi da dietro, stringendomi i fianchi. Poi mi diede un bacio sul collo, mordendolo successivamente con i canini troppo lunghi.
Sentii una fitta, poi più nulla. La ferita si era rimarginata in fretta. Ma dico, sembra modo di salutare? E che cazzo.
«Hey, coglione! Ma sei impazzito?» urlai girandomi.
Il ragazzo con i capelli castani, lisci, e gli occhi azzurro cielo, mi guardò divertito. Notai che indosssava solo dei boxer, che mettevano in risalto il suo lato B perfetto.
Se non fosse il mio migliore amico, l' avrei violentato, senza ombra di dubbio. 
«Buongiorno anche a te, Lilith.» sussurrò facendomi l' occhiolino.
Lo minacciai con lo stelo di verbena, e lui indietreggiò, impaurito.
«Che stai facendo con quell' affare? Tu sei pazza.» chiese indicando la pianta micidiale.
«Non sono una tua preda, Louis Tomlinson. Smettila di mordermi. Buongiorno anche a te. Ti sei dato da fare, stanotte.» dissi con nonchalance.
«Stanotte, come tutte le notti.» precisò con un sorriso mozzafiato.
Aspetta, mozzafiato? Da quanto mi piace il sorriso di Louis?
«Dovresti darti da fare anche tu, Lilith. Che divertimento c'è nell' essere ventidueenne da centrotrentatrè anni, se non ti diverti?»
«Se per 'divertirmi', intendi soggiogare qualcuno, scoparmelo, prendergli il sangue, curarlo e mandarlo a cagare facendogli dimenticare tutto, no, Louis, non mi diverto abbastanza.» conclusi facendogli la linguaccia.
«È divertente, ammettilo. Tu non fai sesso da... quattro mesi? Devi ammetterlo, sembri una zitella acida a volte.» disse incastrando i suoi occhi azzurri con i miei, verde acqua.
Louis era tutto ciò che avevo. L' unico amico, oltre Matt. Era sempre stato la mia àncora di salvezza da quel maledetto giorno. Mi era sempre rimasto accanto, mi aveva sempre sopportata, e non avrei mai smesso di ringraziarlo.
Mi aveva salvata dalle innumerevoli volte in cui mi ero sfilata l' anello in pieno giorno, sperando di bruciare e morire. Mi aveva protetta quando combinavo casini, disperdendo le tracce.
Avevo 'superato', per modo di dire, quel periodo buio della mia vita. Ma, ogni volta che chiudevo gli occhi, quello sguardo, quei capelli, quei sorrisi tornavano a lacerarmi la mente.
I ricordi non mi abbandonavano mai, e Louis lo sapeva. 
Quando lui notò il mio sguardo perso, mi abbracciò divertito per tirarmi su il morale.
«Se vuoi, ci sono io per farti divertire.» sussurrò baciandomi la guancia. In tutta risposta, avvicinai la verbena alla sua guancia, che la bruciò. Si ritirò, massaggiando la parte bruciacchiata.
«Sul serio, cosa devi fare con quella verbena?» chiese incuriosito.
«Ieri sono andata al Mystic Grill. Ho sfidato alcuni a braccio di ferro, e ho vinto. Li ho battuti tutti, tranne uno. Un bel ragazzo, devo ammettere. La sua forza era straordinaria. Credo sia un vampiro e ho intenzione di smascherarlo.» conclusi convinta.
Nel frattempo, misi un fazzoletto di carta su un piccolo gabello che si trovava sotto il tavolino. Cominciai a sfregare fra le mani, fortunatamente protette dai guanti, la piantina, facendo cadere sul fazzoletto dei piccoli pezzetti di fiore.
«E vuoi provare che è un vampiro buttandogli la verbena addosso?» domando Louis divertito, avvicinandosi.
«No, idiota. Gli offrirò da bere e farò mettere questa nel suo drink. Quando berrà e stramazzerà a terra, avrò la prova che mi serviva. Era da tempo che non incontravamo un altro vampiro.» sospirai malinconica.
A dire la verità, era da tempo che non incontravo qualcuno che mi incuriosisse.
Sentimmo un lieve rumore provenire dal piano di sopra. Lei, chiunque fosse, si era svegliata.
«Bene, vado a congedare Jan... San... Oh chi cazzo se lo ricorda il nome. A proposito, vuoi bere anche tu?» chiese Louis andando al piano di sopra.
«No, grazie. Lo sai che io non bevo il sangue dal collo femminile. Mi fa sembrare lesbica.»
Scoppiai a ridere quando sentii Louis che la soggiogava, dicendole semplicemente «Tu non sai chi sono. Non ti ricordi di me. Ora vattene, questa è stata la scopata peggiore della mia vita.».
Ritornò da me in pochi secondi con la velocità che solo i vampiri possedevano. Chiusi il fazzoletto e tornai di sopra insieme a lui.
«Questo tipo... ti piace, non è vero?» chiese evasivo con lo sguardo basso.
Louis era strano, non era mai stato così.. insicuro? Forse temeva che dimenticassi lui, il suo migliore amico.
«Lou, non è come credi. Nessuno lo sostituirà mai, lo sai. È solo che ieri sera, quando mi ha stretto la mano, ho avvertito degli strani brividi. Io... non mi va di parlarne.» finii alzando la mano per scacciare i pensieri.
Louis se ne accorse, e corse ad abbracciarmi, lasciandomi dei baci fra i capelli. Era sempre stato dolcissimo con me, nonostante fosse un vampiro. La gente pensava che i vampiri fossero mostri, ma Louis è la prova che non è vero, che i veri mostri sono i mortali. 
«Non volevo dire questo. Lo so che nessuno lo sostituirà.» disse appena con la voce rotta. Corse al piano di sopra per cambiarsi, attento a non farmi vedere la lacrima che gli era scesa sulla guancia.
In quel preciso istante mi chiesi, per la prima volta nei miei 145 anni di vita, se Louis stesse piangendo per Harry o perchè nessuno lo avrebbe mai sostituito nel mio cuore.






Macciao a tutteee, ed eccomi con questo nuovo capitolo ù.ù
Yeah, Louis è un vampiroH, migliore amico di Lilith :3 È figo pure lui yeah!
Ciemmequ.. questo è un capitolo giusto per introdurre lo stile di vita dei due vampiri, poi,
più in là, scoprirete cosa è successo eccetera ;)
Grazie per le vostre recensioni, poche ma buone ù.ù se volete, ho scritto una nuova oneshot demente.
E seguite l' altra mia ff! E RECENSITE èWé vi amo tanto ♥


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Capitolo 4
*** third. Tell me with a song ***






Tell me with a song



 
Lilith.
«Dai, Louis, cosa ti costa venire con me?» chiesi al ragazzo che era nella doccia. Tenevo gli occhi chiusi, ma ciò non voleva dire che non potessi parlargli.
«No, Lilith. Il karaoke è una rottura di cazzo. Non capisco perchè ti ostini ad andarci!» rispose occhi-blu mentre continuava a lavarsi sotto il getto d' acqua bollente.
«Innanzitutto, non è una rottura di cazzo. Inoltre, ci saranno persone, quindi se vuoi portarti una a letto la troverai senza problemi. E poi tu hai una voce bellissima, io accettabile, e ci divertiremo. Dai, fammi compagnia! Poi te ne vai quando ti pare, ma almeno accompagnami!» pregai con la vocina che adorava.
Louis uscì dalla doccia, mettendosi un asciugamano intorno alla vita. Mi diede un bacio sulla guancia, risultando estremamente affettuoso.
«Tu vuoi che venga con te solo per quel tipo. Ti acconenterò. Verrò, troverò qualcuna da farmi e me ne andrò.» finì sorridendo.
«Se non fossi un maschio, direi che sei una puttana. Ma te lo dirò lo stesso. Puttana!» esclamai sorridendo a mia volta.
Si sa, quando Louis Tomlinson sorride, tu non puoi fare altro che sorridere a tua volta.
«Ora, mi piacerebbe vestirmi davanti a te, ma ho paura della tua reazione, quindi ti invito ad uscire da questo bagno.» mi spinse verso la porta e la chiuse.
Sorrisi, decidendo di andare a fare un giro in camera sua. Era incredibile l' ordine che regnava in quella stanza. A differenza della mia, che era sempre in disordine, la sua era impeccabile.
Mi avvicinai al suo pc, costantemente acceso e connesso ad internet, notando che la pagina aperta era quella di una email ricevuta. Lessi il messaggio, incapace di trattenermi.
 
Senti, non so cosa ti stia prendendo. Fatto sta che mentre facevamo sesso tu invece di chiamarmi Claire,
mi chiamavi con quel cazzo di nome strambo che ancora non mi viene in mente. Ho un piccolo problema di memoria, ultimamente.
Insomma, risolvi i tuoi problemi!
Ah, e per la centocinquantamiliardesima volta, mi chiamo Claire! CLAIRE, CAPITO? CLAIRE.
 
Scoppiai a ridere mentre Louis veniva in camera sua. Quando notò il pc acceso, divenne bianco come un cadavere. Si precipitò al computer e lo chiuse con uno scatto.
«Cosa hai letto?» chiese spaventato, scrollandomi.
«Oh Dio, Louis! Non dirmi che hai confuso i nomi ancora una volta!» ridevo troppo, non riuscivo nemmeno a parlare.
Lui aprì il computer e lesse l' email, tirando un sospiro di sollievo. Fece un sorriso, spingendomi appena.
«Hey, non puoi pretendere che ricordi i nomi di tutte quelle che mi porto a letto!»
Nel frattempo, io ridevo a crepapelle. Era tipico di Louis dimenticare i nomi delle ragazze che conquistava. A volte non chiedeva loro nemmeno il nome.
Lui non le corteggiava più, si limitava a soggiogarle, a farsele, a nurtirsi di loro. Poi le curava e le mandava a casa, chiedendo di dimenticarsi della sua esistenza.
Ed era così tutte le sere,da duecento anni. Io lo conoscevo solo da centotrentatrè, ma lui e Harry mi raccontavano che era così dal primo istante da vampiro.
Harry.. Dio, quanto cazzo mi mancava. 
Louis capì che pensavo a lui dallo sguardo triste e perso che avevo e mi abbracciò.
«Cacchio, mi sono dimenticato di dirle di dimenticarsi della mia esistenza.» sbuffò sorridendo.
«Come se poi mi interressasse minimamente il fatto che si chiamasse Claire.» continuò dandomi dei pizzicotti sulle guancie.
Gli sorrisi, i suoi occhi brillavano.
«Secondo me ti piace.» lo punzecchiai. Lui si rabbuiò all' improvviso.
«No. Io non sono innamorato. Non lo sono, ok?!» disse cercando una maglia all' interno del suo armadio super ordinato.
Quando si trattava di amore, Louis diventava triste. Non gli chiesi mai perchè, in quanto sapevo che le ferite del passato, se si riaprono, sono più dolorose di prima.
 
«E va bene!» disse esasperato, alzando le mani al cielo.
«Va bene, cosa?»
«Vengo con te a quel fottuto karaoke, ma se ti permetti di consigliare il mio nome per cantare, ti strappo i tuoi bellissimi capelli!» concluse indicandomi i capelli scuri e ondulati che possedevo.
Feci un sorriso a trentadue denti, correndo ad abbracciarlo e a ringraziarlo con molteplici baci sulla guancia. Lui scoppiò a ridere, stringendomi a sè.
«Ora vai a prepararti, invece di fare la ruffiana!»
Gli sorrisi ancora una volta, poi gli diedi una pacca amichevole sul sedere, correndo in bagno.
Louis era gelosissimo del suo lato B perfetto.
«Ci terrei a precisare che la prossima volta che succede, riceverai lo stesso trattamento!» urlò bussando freneticamente alla porta mentre io ridevo sotto la doccia.
 
 
Era un'ora che io e Louis eravamo al Mystic Grill, e nessuna traccia di quel ragazzo. Stranamente, occhi-blu non aveva guardato nemmeno una ragazza, nemmeno una. Si limitava a guardare il bicchiere
e a sorridermi, di tanto in tanto. Era diventato triste, e strano. Era sicuramente dovuto al fatto che quel giorno avevamo pensato ad Harry più del solito. Era una cicatrice che faceva un male cane ad entrambi,
da trentasei anni, ormai.
«Allora, chi è che vuole cantare al karaoke?» chiese Matt al microfono, sorridendo ai presenti.
Alzai la mano con lo stesso entusiasmo che usava Hermione Granger durante le interrogazioni. Mi avviai sul piccolo palchetto, scegliendo la canzone.
Scelsi You're the reason, di Victoria Justice. Cominciai a cantare e,come previsto, gli applausi non tardarono. Amavano la mia voce, anche io l' apprezzavo, a dire la verità.
Cantare era una delle poche cose che mi piaceva fare.
 
You might be crazy
Have I told you lately that I love you?
You’re the only reason that I’m not afraid to fly
And it’s crazy that someone could change me
Now no matter what it is I have to do, I’m not afraid to try
And you need to know that you’re the reason why.
 
Dopo vari applausi, era giunta l' ora di far cantare qualcun altro. Notai Louis, ancora assorto nei suoi pensieri, così decisi di distrarlo.
 
«Hey, Louis Tomlinson! Vieni, è il tuo turno!» urlai indicando il ragazzo.
Lui alzò la testa di scatto, pronto a scappare, ma lo sguardo omicida che gli rivolsi, gli fece cambiare idea. Quando arrivò sul palco con il passo più annoiato del mondo, gli sorrisi. Ricambiò per un attimo, rabbiuandosi nuovamente.
«Lou, quale canzone scegli?»
Lui mi guardò per un attimo che parve eterno, poi sorrise.
«Look after you, dei The Fray.» disse in un sussurro.
Partì la base, e la voce meravigliosa di Louis mi travolse. Travolse tutti, in realtà. La gente era incantata dalla voce di quel ragazzo che sembrava così stronzo. No, Louis non era stronzo.
Affogava il suo dolore in modi completamente diversi dai miei. Durante tutta la canzone, non fece altro che guardarmi negli occhi, spostando raramente lo sguardo verso la folla.
 
If I don't say this now I will surely break
As I'm leaving the one I want to take
Forgive the urgency but hurry up and wait
My heart has started to separate
 
Oh, oh,
Be my baby
Ohhhhh
Oh, oh
Be my baby
I'll look after you
 
Quella voce era una melodia dolce per le orecchie, e avremmo voluto ascoltarlo per sempre. Quando pronunciò l' ultima frase,
 
You are so beautiful to me
 
incastrò il suo sguardo al mio, e notai che aveva gli occhi lucidi.
 
Matt tornò al microfono, chiedendo a qualcun altro di venire ad esibirsi. Nel frattempo, Louis sparì, prendendo per mano una ragazza che probabilmente non l' aveva nemmeno visto arrivare.
«Vorrei venire io.» disse una voce che mi solleticò la memoria. Il ragazzo dalla pelle ambrata si diresse sorridente sul palco, salutando i presenti e soffermandosi su di me.






Ciaoo! Eccomi con il terzo capitolo. Cioè stamattina mi sono conness e ho trovato 17 recensioni quando ieri erano a mala pena 8.
Cio, io vi stra amo cazzo rtdfghjsgnmf. ♥
Ciancio alle bande, direi che questo è un capitolo di.. passaggio ecco. Al prossimo scoprirete che fine ha fatto ERRI STAIL. 
Questo è il vestito che aveva Lilith :3 
cliccaqui 
Vi ricordo che io ho un' altra ff in corso :D , leggetelaaH.  E leggete anche le altre one shot ù_ù


Tiè, sbavate C:

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Capitolo 5
*** fourth. If I'm not this, Who am I? ***






If I'm not this, Who am I?



 
Lilith.
Gli sorrisi beffarda, aspettando la sua esibizione canora. Toccai con la mano la tasca destra del mio jeans. Preparati a bere verbena!
Scelse la traccia e, ogni volta che c'era il ritornello, puntava i suoi occhi scuri nei miei.
 
Tell me I'm a screwed up mess
That I never listen, listen
Tell me you don't want my kiss
That you're need your distance, distance
Tell me everything but don't you say he's what you're missing baby
If he's the reason that you're leaving me tonight
Spare me what you think and
Tell me a lie.
 
Finita la canzone, mi sedetti ad un tavolo, tamburellandovi sopra con le dita. Poi spostai i capelli da un lato, ammiccando nella sua direzione.
Ok, ci stavo provando spudoratamente. Ma chi se ne fotte?
Quella sera indossavo un pantaloncino nero di raso e una maglia bianca larga con maniche medio-lunghe semi trasparente. Le mie scarpe avevano un tacco vertiginoso, che metteva in risalto le mie gambe lunghe.
Il tipo, d' altro canto, mi fissava sorridente, come se davvero si aspettasse che andassi da lui per fargli bere qualcosa con me. 
Giocherellai con una ciocca di capelli, fingendomi annoiata, e vidi qualcuno dirigersi verso di me.
«Tu sei la ragazza che ho battuto a braccio di ferro ieri, non è vero?» chiese divertito, sedendosi accanto a me.
«Sì. E nessuno mi aveva mai battuta, quindi voglio offrirti da bere.» gli dissi alzandomi.
«Aspettami qui.»
Andai da Matt, mettendo una mano in tasca per prendere la verbena. Gli feci segno di avvicinarsi.
«Matt, allora, prendo una vodka lemon e una vodka alla fragola con Redbull. In quella alla fragola mettici questa, ok?» sussurrai dandogli il piccolo sacchettino con i pezzetti triturati dell' erba.
Lui mi guardò interrogativo, poi spostò lo sguardo al ragazzo seduto al mio tavolo.
«Pensi che sia un vampiro?» chiese in un sussurro. Annuii appena con un sorriso a trentadue denti che credevo di non possedere più. Prese di nascosto il sacchetto e cominciò a preparare i cocktail.
Tornai a sedermi al mio posto, incrociando gli occhi scuri del ragazzo.
«Comunque io sono Lilith Palmer. Piacere.» gli dissi porgendogli la mano con tono seducente. Osservò un attimo la mia mano, poi la strinse, leccandosi le labbra e sorridendomi.
«Io invece sono Zayn. Piacere mio.»
«Da quanto abiti qui a Mystic Falls? Io sono qui da due anni, ma non ti ho mai visto prima d' ora.» cominciai, allusiva. Sapevo che lui non mi vedeva come una semplice mortale, era ovvio che non lo fossi, data la mia forza.
«Beh, io sono nato qui. A otto anni sono andato a vivere da mio zio, a Ottawa. Ma ho deciso di ritornare qui. Ho ventidue anni, e questo posto mi era... mancato.» finì alzando le spalle.
«Perchè proprio adesso?» domandai, notando i suoi occhi prendere una scintilla di vitalità.
«Ho delle cose da fare, e non posso più rimandare.» disse soltanto, prima che Matt arrivasse con i nostri cocktail. Poggiò quello di Zayn di fronte a lui e mi guardò negli occhi, annuendo appena. Poi mi diede il mio.
Matt sapeva cosa eravamo io e Louis, l' aveva capito in quanto aveva già avuto amici di questo genere. Non era mai stato un problema, conversare con lui, parlare della realtà mia e di Louis.
Zayn girava distrattamente il cocktal con la cannuccia, continuando ad osservarmi.
Bevilo, porco cazzo! Bevilo!
Cominciai a bere piano il mio, sperando che mi seguisse.
Solo che quel bastardo non accennava nemmeno a berlo. Forse avrà sentito l' odore, dannazione.
«Beh? Io ti offro da bere e tu non assaggi nemmeno?» chiesi sorridente.
«Non sapevo che nella vodka con Redbull aggiungessero la verbena.»
Sbarrai gli occhi. Cazzo, se ne era accorto. Ma la cosa che mi stupì di più, fu che bevve il suo cocktail tutto d'un fiato, ma non gli accadde nulla.
Cioè, minimo avrebbe dovuto urlare di dolore! Chi era quell' individuo? Cosa era? Perchè diamine la verbena non aveva effetto?
Notò il mio sguardo sconvolto e scoppiò a ridere.
«Ci sei rimasta male, eh?» chiese in un soffio. Si alzò e andò fuori, facendomi l' occhiolino. Voleva che lo seguissi, ovvio. Pagai Matt e gli sussurrai un breve «non è un cazzo di vampiro, dannazione.» e uscii.
Lo trovai appoggiato al muro, con quel maledetto, bellissimo sorriso che non voleva andare via. Mi prese per mano, attirandomi a sè. Mi lasciò baci sul collo, sulla guancia, poi si fermò a un centimetro dalle labbra.
«Se non sono un vampiro, allora cosa sono io, secondo te?» sussurrò guardandomi negli occhi.
A quelle parole, un ricordo mi travolse come un autotreno.
 
 
«Dai, Harry! La luna è così bella, perchè non possiamo dormire sotto le stelle, per una volta?» chiesi ad Harry che sembrava preoccupatissimo.
«Non possiamo e basta, Lilith. C'è la luna piena, e ci sono mostri in giro che è meglio che tu non veda.» rispose posando lo sguardo alle mie spalle e osservando il paesaggio intorno
«Mostri? Quali mostri? Harry, guarda la Luna, è piena, ed è magnifica.» dissi indicando il satellite, sperando che cambiasse idea.
«È piena, ed è pericolosissima. Dobbiamo tornare in città.» mi prese per mano, ma mi opposi.
«Mi ami, Harry?» 
Sospirò attirandomi a sè. «Certo che ti amo, ma non possiamo rimanere qui. Non stanotte.»
Mi lasciò dei baci fra i capelli, poi passò alle labbra. La sua lingua cercò la mia, ma si staccò presto, troppo presto.
«Vieni, dobbiamo andare.»
«Prima parlami di questi mostri della quale parli. Dicevi che gli unici esseri sovrannaturali fossero le streghe e i vampiri.» mi impuntai.
Harry sospirò e mi prese il viso fra le mani.
«Ci sono degli esseri che sono letali per noi, Lilith. Se ci mordono, siamo morti. Se non sono vampiri, cosa sono, secondo te?» chiese con uno sguardo pieno di significato.
 
 
«Sei un lupo mannaro.» dissi con la voce rotta. Quei ricordi, non dovevano tornarmi in testa, non ora.
Zayn sorrise, poi mi diede un bacio a fior di labbra. Poi un altro, e un altro ancora. Il bacio diventò più passionale, facendo intrecciare le nostre lingue. Gli misi una pano tra i capelli, mentre le sue si spostavano sui miei fianchi.
La consapevolezza che io stessi baciando qualcuno con trasporto, e che questa persona non fosse Harry, mi riportò alla realtà. Mi staccai bruscamente, guardandolo negli occhi.
I miei occhi erano lucidi, sentivo le lacrime pizzicarmi. Zayn mi accarezzò una guancia, un tocco simile a quello di Harry. Non ce la feci più e scoppiai a piangere fra le sue braccia.
Lui mi strinse forte a sè, accarezzandomi i capelli.
«Dimmelo. Dimmi perchè piangi.» disse solamente.
Alzai piano la testa, incontrando i suoi occhi che mi trasmettevano sicurezza. Era un lupo mannaro, ma non mi importava, in quel momento.
Per la prima volta raccontai ad alta voce cosa accadde trentasei anni prima.




SBEEEM. Vi ho lasciate sul più bello C: Lo so, mi odierete ù.ù 
rgdfklvmx,m finalmente scoprirete un pò il passato! Yeah!

Comunque, voglio puntualizzare alcune cose, visto che questa FF è ambientata in The Vampire Diaries.
-La verbena è un' erba che fa male ai vampiri, ma non ai lupi mannari
-L' erba che fa male ai lupi mannari è lo strozzalupo.
-Lupi mannari e vampiri sono entrambi molto forti. I primi si trasformano nelle notti di luna piena.
-Se un lupo mannaro morde un vampiro, questo prende una malattia incurabile e muore impazzendo.

Ora, vi invito a leggere l' altra mia ff (come sempre haha) You are my perfect combination
E adesso, sbavate!


 

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Capitolo 6
*** fifth. There are tears and memories. ***







There are tears and memories.





 
Lilith.
«Trentasei anni fa...» iniziai a raccontare, sperando che le lacrime smettessero di uscire. Feci un respiro profondo, chiudendo gli occhi. Zayn mi strinse la mano.
«Anzi, direi di iniziare molto prima. Nel 1876 conobbi un ragazzo, qui a Mystic Falls. Il suo nome era Harry Styles, ed era un ragazzo bellissimo, gentilissimo. Era dolce, e me ne innamorai. All' inizio lasciai perdere, perchè pensavo che un ragazzo come lui non avrebbe mai voluto una come me. Io ero la figlia di un ricco proprietario terriero, e dovevo sposare un tizio brutto e idiota. Ma sono sempre stata un pò.. ribelle. Harry cominciò a rivolgermi la parola dopo tre anni, facevamo lunghe passeggiate. Una sera disse che si era innamorato di me, ma aveva paura, perchè nascondeva un terribile segreto.» una lacrima sfuggì al mio controllo, e Zayn l' asciugò con l' indice.
«Mi disse di essere un vampiro, ma all' inizio non gli credetti, anche se avevo sentito parlare mio padre di... vampiri e di un' erba che potesse indebolirli. Faceva parte del Consiglio. Quando Harry allungò i canini per dimostrarmi che diceva la verità, non scappai. Lo abbracciai, dicendogli che l' amavo. In quel momento mi sentivo bene, per la prima volta. Harry non mi aveva mai soggiogata, mai. Mi amava incondizionatamente. Dopo un anno di relazione clandestina, le cose a Mystic Falls si stavano mettendo male. C'era un altro vampiro in giro e uccideva senza pietà. Alcuni cominciarono a sospettare di Harry, perchè in quattro anni non era cambiato per nulla. Ma non era stato lui, Zayn, Harry non ha mai ucciso nessuno. MAI.» altre lacrime, che questa volta Zayn lasciò scorrere, consapevole che ne stavano per arrivare altre.
«Doveva andarsene, ma io non volevo perderlo. Lo amavo, e decisi di farmi trasformare in un vampiro per poter stare sempre con lui. È andato tutto a meraviglia, Zayn. Siamo stati insieme per novantotto anni. Novantotto anni di amore incondizionato e puro. Nel 1976 tornammo a Mystic Falls per iniziare una nuova vita. Tornavamo spesso qui, quando eravamo sicuri che nessuno si ricordasse di noi. In quell' anno è cambiato tutto.» feci un profondo respiro. Quella era la parte che più abitava le mie notti insonni. Sentii Zayn stringere forte la mia mano.
«Eravamo arrivati da poco, ma c'era qualcuno che uccideva le persone in modo brutale. Un uomo diede la colpa ad Harry, dicendo che era un vampiro. Una sera gli chiese di incontrarlo, e lui andò da solo. Io e Louis lo seguimmo a sua insaputa. Ci accucciammo dietro un cespuglio, e li vedemmo discutere animatamente. L' uomo aveva circa quarant anni, ma era muscoloso, forte. Troppo forte. Scaraventò Harry a terra e gli buttò addosso della verbena. Poi fu un attimo. Prese un paletto che aveva nascosto e glielo conficcò nel cuore.» cominciai a singhiozzare, quel ricordo era così nitido nella mia mente, come se fosse accaduto pochi istanti prima.
«In pochi secondi arrivarono altre persone, armate fino ai denti. La pelle di Harry diventò scura e non si muoveva più.» mi strinsi a Zayn, non sapendo cos altro fare.
Non riuscivo nemmeno a spiegare perchè stessi raccontando a lui, un ragazzo della quale sapevo solo il nome, tutti i miei incubi.
«Quando andarono via, corsi da lui ed era troppo tardi. Arrivò anche Louis che era sconvolto quanto me. Seppellimmo il corpo di Harry in una tomba nel cimitero, poi tornammo a casa. Louis disse che dovevamo andarcene subito, ma io non riuscivo a muovermi, a pensare. Non facevo altro che rivivere quella scena, infinite volte.» poi scoppiai a ridere, sembravo una pazza. Il periodo buio della mia vita tornò a farsi strada dentro di me. Succedeva quando spegnevo le emozioni. E in quel momento non pensai ad Harry, ma a quello che era successo dopo. Zayn mi guardo con la fronte corrugata, indispettito.
«Ah, ma mi sono vendicata, Zayn. Due giorni dopo l' ho trovato, quel pezzo di merda, e l' ho ucciso. Ero andata solo a chiedergli: perchè? Ma lui voleva uccidermi. Peccato che il suo cuore si trovò dalla gabbia toracica al pavimento in meno di un secondo. Gli strappai il cuore e lo buttai a terra senza il minimo rimorso, come aveva fatto lui. Aveva ucciso Harry senza ritegno, e meritava la morte. Ma la vuoi sapere la cosa divertente, Zayn? Non sapevo nemmeno il suo cazzo di nome.» scoppiai nuovamente a ridere e non riuscivo a parlare perchè trattenevo le risate.
«Poi ho trovato gli altri e li ho uccisi tutti. Ma solo loro. Le famiglie non le ho toccate, loro non avevano colpa della stupidità di quegli uomini. Louis lo scoprì e mi stette vicino. Per trentasei anni, Zayn, non ho fatto altro che continuare ad amare Harry, lo capisci?» sussurrai prendendo la sua testa fra le mani. Lui annuì, ma i suoi occhi erano diventati più oscuri e impenetrabili.
«Harry era l' ultima persona che meritava di morire, ed è stata uccisa senza pietà. Sono passati tanti anni, ma a me fa male come se fosse successo solo ieri.» sentii le lacrime tornare, prepotenti.
«Mi sono chiusa in me stessa, non vivevo più. Mi limitavo a vivere alla giornata. Sono cicatrici che sono ancora perfettamente aperte, Zayn. Louis ha perso il suo migliore amico. Un amico che conosceva da duecento anni. Io avevo perso l' uomo della mia vita per colpa di uno stupido malinteso.» sussurrai, sperando che lui riuscisse a sentirmi.
«Come mai non hai mai voluto sapere il nome di quell' uomo?» chiese lui titubante, accarezzandomi la mano.
«Perchè quando un vampiro spegne le emozioni, Zayn, diventa senza cuore. Avrei ucciso tutti i suoi fottutissimi parenti, amici. Non mi sarei fatta scrupoli. Non avevo mai ucciso nessuno, e come vampiro, vedere le persone morire per mano mia mi rendeva.. felice. Non mi sono più innamorata, e non credo accadrà mai.»
Tolsi la mia mano dalla sua presa, avevo ricordato abbastanza, per quella sera. Lui mi guardò con sguardo complice, facendomi intendere che capiva che ora dovevo rimanere sola con i miei pensieri.
«Domani mattina ti andrebbe di passare un pò di tempo con me?» chiese soppesando le parole.
Volevo passare il tempo con lui? Lo guardai, affondando nell' abisso dei suoi occhi scuri. Sì, per la prima volta volevo davvero passare del tempo con una persona che non fosse Harry.
Forse il mio cuore mi stava urlando 'non cambierà mai nulla se ti chiudi in te stessa', o forse semplicemente, raccontare quell' episodio ad alta voce, metteva in chiaro la realtà: Harry non c' era più, e non ci sarebbe più stato.
«Sì, e scusa per la verbena. Volevo solo capire.» dissi scusandomi con un debole sorriso.
Un altro bacio, prima semplice, poi più passionale. Gli misi una mano fra i capelli, con l' altra stringevo forte la sua mano. Cosa mi stava succedendo?
«Finchè non è strozzalupo, puoi imbottirmi di verbena quanto vuoi.» sussurrò vicinissimo alle mie labbra. Un ultimo bacio, poi se ne andò, accarezzandomi la guancia.
 
Decisi di non usare la mia grande velocità, ma di camminare come un semplice essere umano. Erano le ore 1:30, e probabilmente Louis era impegnato a fare altro.
Mi ritornò alla mente il suo sguardo, la sua tristezza che aveva dimostrato di avere quella sera. Harry mancava molto anche a lui. Sorrisi tra me e me, ricordando il nostro primo incontro.
 
 
«Come si chiama questo tuo amico?» chiesi ad Harry che mi stava trascinando per mano in una casetta fuori dal paese.
«Louis. Louis Tomlinson. È simpaticissimo, ti piacerà, vedrai.» rispose con un sorrisone.
Erano passate poco più di otto ore da quando mi aveva trasformata. Avevo alla mano il mio anello, mi ero nutrita, e mi sentivo strana. Debole ma forte. Felice ma triste. Curiosa ma disinteressata.
Harry mi aveva parlato del fatto che i sentimenti dei vampiri sono più forti di quelli degli umani. Più potenti, più presenti, più tutto.
Harry bussò alla porta ed entrò, ma io non riuscii a muovermi dalla soglia. C' era una forza invisibile e misteriosa che mi teneva incollata lì, e non riuscivo ad entrare.
«Oh, scusa. Avevo dimenticato di dirti che se non vieni invitato dal padrone di casa, non puoi entrare.» un sorriso che metteva in risalto le fossette gli ornò il viso. Sparì in una stanza che doveva essere la cucina, poi uscì una signora anziana con i capelli bianchi. 
«Entra, tesoro.» sussurrò felicemente, e improvvisamente la forza invisibile svanì. Entrai in casa, attraversando il piccolo corridoio e salendo le scale con Harry che mi teneva per mano.
«Louis, vieni, è arrivata.» sussurrò Harry. Un' altra cosa che mi aveva spiegato, era che l' udito dei vampiri era molto più buono di quello umano. 
Un ragazzo dai capelli castani e lisci, con due occhi azzurri come il cielo senza nuvole, mi corse incontro con un sorriso sincero.
«Ciao! Io sono Louis Tomlinson! Tu devi essere Lilith Palmer. Harry mi ha parlato molto di te, e devo dire che aveva proprio ragione quando diceva che eri bellissima. Non mi stupisco affatto adesso, è normale che si sia innamorato di te!» disse tutto d'un fiato. Sorrisi, quel ragazzo aveva una parlantina da invidiare. 
«Piacere, signor Tomlinson.» l' educazione che la mia famiglia mi aveva imposto tornò a farsi sentire.
«Chiamami Louis, o Lou. Come preferisci. E ora scusatemi, c'è una dolce fanciulla nella mia camera da letto che devo congedare.» aprì una stanza e si chiuse dentro. Io e Harry scoppiammo a ridere.
Sì, Louis Tomlinson era simpaticissimo e mi sarebbe di certo piaciuto.
 
 
Quello era stato uno dei giorni più belli della mia non-vita. Ma tutti i giorni erano stati belli con Harry. Lui sapeva rendere ogni cosa più bella, più semplice, più speciale. Perchè lui era speciale, e io l' avevo capito subito. L' avevo capito quando quel giorno uscii per una cavalcata con il mio puledro, Fulmine, e l' avevo trovato al lago, steso sulla riva e con gli occhi chiusi. Ricordai che al mio arrivo aveva aperto gli occhi, ma poi li aveva chiusi come se non esistessi. Quello sconosciuto dai capelli ricci e gli occhi verdi mi aveva stregata sin dal primo istante.
Poi ricordai quando veniva ai balli organizzati da mio padre, dalle altre famiglie benestanti. Un cumulo di ragazze gli sorrideva, sorrisi che lui ricambiava, mettendo in risalto le sue fossette.
Ricambiava tutte, tranne me. Quando io gli sorridevo timidamente lui si ostinava a voltarsi dall' altra parte, lasciandomi ferita e delusa, ogni volta.
Poi, tre anni più tardi, cambiò tutto, e tutto ebbe inizio.




Aww, ecco svelata l' arcana verità. Ora molte di voi mi uccideranno perchè ho ucciso Harry C:
Vi dirò solo una cosa.. TUTTO È COLLEGATO. Quindi tenetevi pronte, vabbeeeeneee? Ok.
Questo capitolo mette un pò in chiaro le cose ù.ù Poi piano piano ci saranno altri colpi di scena yeah!
Grazie a voi che recensite, mi rendete così happy ♥


 

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Capitolo 7
*** sixth. Trapped in the past ***






Trapped in the past




 
Lilith.
Come sempre, Harry Styles non mi considerava. Da tre anni, non faceva altro che odiarmi. Non mi aveva mai rivolto la parola, se non per un 'Salve, signorina Lilith' di cortesia, regalatomi dalla presenza di mio padre, che lo etichettava come un ragazzo educato. Ero da sola, in quel momento, ed ero triste per la notizia che mio padre mi aveva dato.
'Sposerai il figlio degli Houston. Il padre possiede molti beni, e lui è un ragazzo gentile ed educato. Ti renderà felice.'
Ma io non volevo lui, io amavo Harry! Non avrei voluto nessun altro se non lui.
Ero seduta al gazebo, osservando le stelle alte nel cielo. Quanto avrei desiderato perdermi in quel grande Universo, magari scappando per sempre. Poggiai la testa su una colonna, persa nei miei pensieri.
«Anche tu guardi le stelle quando rifletti?» mi chiese una voce vagamente familiare.
Spaventata, mi voltai di scatto, osservando la figura alta e muscolosa di lui
Al contrario delle altre volte, però, mi sorrise, mostrando una fila di denti bianchissimi e perfetti.
Non gli risposi, non sapevo cosa dire. Il mio volto andò in fiamme, e il mio stomaco si svuotò del tutto. I classici sintomi dell' amore.
«Non guardo solo le stelle, signor Styles. Mi perdo nel loro luccichio, a volte mi soffermo a guardare la Luna. A volte cerco le stelle cadenti.» sussurrai, con gli occhi piantati nei suoi.
«Chiamami Harry. Posso... posso sedermi?» chiese in un sussurro.
«Certo, accomodati.» mi feci più in la per permettergli di sedersi accanto a me. Con quel sorriso di prima, osservò le stelle.
«Quando ho bisogno di prendere una decisione importante, osservo il cielo stellato. È come se fosse capace di darti il consiglio giusto, capisci?» posò lo sguardo su di me. Annuii, arrossendo.
«Cosa ti ha portata a guardare le stelle, stasera?» continuò, evidentemente curioso.
«Mio padre vuole che sposi un ragazzo che non amo.» affermai annoiata, sperando che quel problema sparisse in un soffio.
«E tu, cosa farai?»
«Lo sposerò. Non c'è altra scelta.»
Sentii la sua mano posarsi delicatamente sulla mia, per attirare la mia attenzione. Mi sorrise timidamente, e me ne innamorai ancora di più.
«C'è sempre un' altra scelta, Lilith.»
E in quel momento capii che Harry non era l' altra scelta, perchè lui era LA scelta. L' unica che potessi fare.
Gli sorrisi mentre si alzava e mi porgeva la mano, invitandomi a fare una passeggiata. La prima delle tante.
 
Ero ancora persa nei ricordi felici quando lo vidi.
Un ragazzo su una panchina, che aveva capelli ricci e occhi verdi, illuminati da un lampione.
 
Corsi velocemente verso il ragazzo con le lacrime agli occhi.
«Harry? Sei tu?» urlai al ragazzo che ora si degnava di guardarmi. Corrugò la fronte, non riconoscendomi.
«E tu saresti..?» chiese curioso.
Lo osservai bene. I capelli erano ricci, ma erano di una tonalità più chiara. Gli occhi, invece erano un misto tra il verde e l' azzurro. Quello non era Harry. Harry non sarebbe più tornato.
E quella consapevolezza mi uccideva ogni volta, ogni istante, ogni lacrima versata. Acchiappai il ragazzo per il colletto della camicia, guardandolo negli occhi.
«Questa sera tu ti chiamerai Harry. Intesi?» lo soggiogai scrollandolo appena.
Il ragazzo andò in una specie di trance, poi mi guardò con lo sguardo vuoto.
«Sì, io questa sera mi chiamo Harry.»
Lo presi per mano, percorrendo quei pochi metri rimasti prima di arrivare a casa.
Lo condussi velocemente in camera mia, buttandolo sul letto senza indugi. Cominciai a baciarlo, mentre lui schiudeva le labbra per un bacio più profondo. Indossava una camicia, che sbottonai con un gesto secco delle mani. Lo stesso feci con i pantaloni. Lui si mise sopra di me, baciandomi il collo, il seno, le labbra. Nel frattempo, mi stava togliendo i vestiti.
Gli misi una mano tra i capelli, mentre, inconsapevolmente, le lacrime mi rigavano il viso. Ritrovai quella bellissima sensazione di avere dei ciuffi di capelli tra le mani, quei capelli che mi erano mancati per così tanto tempo. No, quello non era Harry, ma non me ne importava. Desideravo solo perdermi nell' illusione che lui fosse ancora con me, anche se non del tutto.
Troppi ricordi, troppe confessioni da sopportare. Volevo solo che quel ragazzo mi regalasse la felicità di avere la persona amata accanto,per una volta. Forse per sempre.
Avrei potuto trasformalo, avrei potuto sostituire Harry, anche se sapevo bene che nessuno sarebbe mai riuscito ad essere perfetto come lui.
Perchè Harry era perfetto, sia d' animo, che d' aspetto. E mi chiedevo come avesse fatto quell' uomo, quella notte, ad ucciderlo senza alcun rimpianto nel cuore.
Mi persi in quei baci sconosciuti, in quella notte d' amore, che d' amore aveva ben poco.
 
Quando mi svegliai, il mattino successivo, il ragazzo stava dormendo. Mi vestii in fretta, scendendo giù per bere una buona dose di caffeina e sangue.
Quando arrivai in cucina, cominciai a trafficare con la Moka e osservando l' ora. Le otto e trenta.
Ripensai a Zayn, alla sera prima. I baci di Zayn erano stati diversi, non avevano nulla di Harry, ma mi piacevano lo stesso.
Era come se il mio cuore stesse rivivendo i momenti con il riccio, per cominciare a fare spazio a qualcun altro. 
Ora che il mio cuore voleva aprirsi, sarei stata capace di amare di nuovo? Sarei stata capace di non fare un continuo paragone tra Harry e gli altri?
Ripensando alla voce di Zayn mentre cantava, sorrisi istintivamente.
Sentii un rumore al piano di sopra, poi, un istante dopo, Louis mi si parò di fronte, lo sguardo che era un misto tra la tristezza e la delusione.
«Io... Non sono riuscito a trattenermi. Quando sono entrato in camera tua per un attimo avevo pensato che...» si interruppe, prendendosi la testa fra le mani.
«Sì, l' ho pensato anche io.» dissi solamente. Non servivano molte parole, e lo sapevamo bene.
«È a questo che ti sei ridotta?» sbottò ad un tratto, gesticolando.
«Cosa intendi dire? Spiegati.» dissi usando il suo stesso tono.
«Ora ti vai a cercare quelli che gli somigliano per placare il tuo dolore, Lilith? È questo quello che farai, d'ora in poi?»
Non riuscivo a credere a quelle parole. No, non poteva averle dette Louis, non lui.
«Quindi la verità alla fine viene a galla, Louis! È questo quello che pensi di me, eh? Che io vada a cercarmi i sosia di Harry per scoparmeli! È questo che credi? Beh, non è così, fidati. Tu puoi scoparti tutte quelle che vuoi e se io mi permetto di fare qualcosa tu devi mettere in mezzo Harry!» urlai come un' isterica, avvicinandomi pericolosamente a lui.
Sentivo che qualcosa si stava sgretolando, nella nostra amicizia.
Lui inspirava forte, tenendo le mani ferme sul tavolo per evitare qualche scatto di rabbia.
«Se solo tu ti guardassi intorno per davvero, vedresti che ci sono persone che ti vogliono bene. Ma tu sei ottusa, sei rimasta con il tuo fottuto cervello a trentasei anni fa. Tu non sei andata avanti, e sei un' idiota!» disse cercando di calmarsi. Ma non ci riuscì. Cominciò ad urlare.
«E invece tu non fai altro che pensare a quella sera di merda, dove tutto è cambiato! Per te potrei morire anche in questo istante, non te ne fotterebbe un cazzo! Sei solo una stupida, rimasta intrappolata nel passato. Perchè non vai avanti, una buona volta? Harry è morto, morto! E anche io ci sono stato da schifo, era il mio cazzo di migliore amico, ma non posso piangere la sua morte per sempre!»
vidi delle lacrime di rabbia uscire furiose dai suoi occhi azzurri. Io mi sentivo ferita. Era questo che pensava di me, che ero solo una stupida intrappolata nel passato.
Sentii le lacrime scivolare sul viso e cadere veloci. Il mio sguardo era fisso sulla tv spenta, pur di non guardare lui.
Louis asciugò frettolosamente le lacrime, poi corse ad abbracciarmi, lasciandomi dei baci fra i capelli.
«Scusami. Ti prego, perdonami.  Solo che io ti voglio un bene dell' anima, e non ce la faccio a vederti così. Neanche ad Harry farebbe piacere, e lo sai. Sei giovane, bella, divertente, dolce. Perchè non vuoi andare avanti?» disse in un sussurro.
Gli diedi un pugno nello stomaco, allontanandolo.
«Per tua informazione, quel ragazzo, Zayn, mi piace molto. E non somiglia ad Harry. È perfino un lupo mannaro. Più diverso di così, si muore. Contendo adesso?» urlai andando al piano di sopra per vestirmi.
Louis sussurrò un debole 'Cosa?', evidentemente sorpreso dalla mia reazione e dalle mie parole.
Mi vestii in fretta dopo una doccia e uno shampoo. Evitai di truccarmi, volevo essere acqua e sapone, quella mattina. Uscii velocemente di casa, tirando un sospiro di sollievo quando non vidi Louis.





SBEEEEM. Pensavate che quello fosse Harry? E invece no, solo uno che gli somigliava ù.ù
Spero che questo capitolo vi sia piaciuuto, cerco di essere il meno noiosa possibile C:
Sono diciamo... capitoli di passaggio (?) ma che servono a farvi capire cosa provano i personaggi ;)
Vi amo, le recensioni aumentano *-* e per questo   mi adoro ancora di più|
Non smettete di farlo ù.ù
Vi lascio con questa gif fiiiiga


 

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Capitolo 8
*** seventh. I'm sorry. But I must to carry on. ***






I'm sorry. But I must to carry on.


 
Lilith.
Lo trovai seduto al tavolino che sorseggiava un caffè, perso nei suoi cupi pensieri. Lo salutai con un debole cenno, poi mi sedetti di fronte a lui dopo aver chiesto a Matt un cappuccino.
«Hey, cosa ti è successo?» chiese Zayn preoccupato. Aveva sicuramente notato gli occhi arrossati.
«Niente, tranne il passato che mi perseguita.» dissi in un sussurro, evitando il suo sguardo. Le parole di Louis mi ferivano ogni volta che provavo a ricordarle.
«Tu pensi che io sia intrappolata nel passato?» chiesi poi, guardandolo negli occhi. Volevo solo la verità.
«Beh, se vuoi il mio onesto parere.. Ti conosco da ieri, e dalla storia che mi hai raccontato e da come l' hai raccontata.. Sì, Lilith. Forse un pò lo sei. Ma credo che il dolore che ti abbia causato quella perdita sia talmente forte da non morire mai. Sono i sentimenti di una ragazza di ventidue anni che era innamoratissima.» concluse posando la tazza sul tavolino e scrutando la mia reazione.
Misi il viso fra le mani. Mi sentivo così stanca, così distrutta. Mi sentivo così sempre. Mi sentivo vecchia, senza Harry a ricordarmi che ero giovane. Avevano ragione, io ero intrappolata nel passato. Ma non riuscivo ad andare avanti, non lo volevo.
«Ho paura di dimenticarlo, Zayn. Lui non merita di essere dimenticato.» sussurrai debolmente.
«Se è per questo, tu hai detto che non meritava di morire, eppure è successo. Lilith, io credo che tu debba ricordarlo, ma in modo proporzionato, ecco. Non serve a nulla passare l' eternità a piangersi addosso.» concluse stringendo la mia mano.
Matt mi portò il cappuccino, misi due bustine di zucchero e comincia a girare il liquido fumante, distratta.
«Questa notte sono stata con un ragazzo che gli somigliava.» 
Sentii Zayn irrigidirsi, poi tornò ad accarezzarmi la mano con il pollice.
«Beh, se proprio ti andava di divertirti, c'ero io.» scherzò. Sorrisi debolmente, poi bevvi il cappuccino bollette tutto d'un fiato. Sentii la gola ardere, probabilmente mi si stavano bucando le pareti dello stomaco, ma non me ne importava.
«Come mai te ne sei andato ad Ottawa?» chesi ad un tratto, pur di cambiare argomento.
«Mio padre si è suicidato, quattordici anni fa, e mia madre mi ha portata da mio zio.» sorrise appena, cercando di nascondere la tristezza.
«È dura perdere qualcuno che ami. Come hai fatto tu, ad andare avanti?» lo guardai negli occhi, il suo sguardo era vuoto.
«Non lo so. Semplicemente sono cresciuto, e siccome io, a differenza tua, morirò di vecchiaia, non potevo certo piangere la sua morte per sempre.»
Bevve il suo caffè fumante, perso nei ricordi. Non ero l' unica ad essere intrappolata nel passato. Tutti lo siamo, in fondo. Passiamo gran parte della giornata a rivivere i ricordi, invece di crearne di nuovi.
«Chi hai ucciso?» domandai poi, all' improvviso e con la voce fredda. Ero così, lunatica, e gli unici che avevano sopportato e accettato quel difetto erano morti, o idioti.
Fermò la tazza a mezz aria, poi mi guardò, un debole sorriso dipinto sul suo splendido volto.
«È successo due anni fa, ed è stato un incidente. Una rissa finita male, ecco. Legittima difesa, niente di più.»
«E prima che accadesse, tu sapevi cosa potevi diventare?» la curiosità faceva posto al dover sapere, per qualche strano motivo.
«Sì. Mio zio è un lupo mannaro, infatti. Una sera, quando avevo diciotto anni, non lo trovai in casa. Sentii degli strani rumori provenienti dalla cantina, così andai a vedere. Quello che trovai fu mio zio a terra che urlava di dolore, e che piano piano prendeva la forma di un lupo. Guardai in cielo e vidi la luna piena. Fine della storia.» rispose secco.
Mi alzai, andando da Matt per pagare, poi, senza salutare Zayn, mi avviai verso la strada, sapendo che lui mi avrebbe seguita.
Pochi istanti dopo, sentii delle forti mani stringermi i fianchi e qualcuno baciarmi il collo. Un buonissimo profumo maschile mi invase le narici, mentre lui mi lasciava dei baci.
Mi voltai verso di lui, sorridendo. «Ma guarda un pò chi è che usa il profumo di Abercrombie.» lui rise, poi mi attirò a sè, portando le labbra a pochi centimetri dalle mie.
«Dicono che sia capace di far cadere le ragazze ai propri piedi. Non che a me serva un profumo per conquistarti.» sussurrò, annullando la distanza tra le nostre labbra.
Il bacio diventò subito passionale non appena accennai a schiudere le labbra. La sua lingua cercò la mia, conducendo il gioco. 
«Credo che tu mi piaccia.» sussurrai quasi involontariamente fra un bacio e un altro. Lo allontanai subito da me, incapace di credere alle mie parole. Davvero avevo detto ad un altro ragazzo che mi piaceva? Mi sentii terribilmente in colpa, poi ripensai alle parole di Louis. Aveva maledettamente ragione, io ero solo una stupida ragazza intrappolata nei ricordi e nel dolore. Guadai Zayn, gli occhi sinceri che mi scrutavano, le sue mani poggiate sui miei fianchi. Quando tornai alle sue labbra, riuscii a formulare solo un pensiero, nella mia testa confusa.
Ti amo Harry, ma devo andare avanti, in qualche modo.

 
Sbattei violentemente la porta di casa, sperando di attirare l' attenzione di Louis. Zayn era venuto con me, avrebbe pranzato con me e non me ne importava nulla, in quel momento, di Louis.
Quando vidi un paio di occhi azzurri fare capolino dalla cucina, abbassai lo sguardo.
«Louis, lui è Zayn. Zayn, lui è Louis.» li presentai, mentre Louis stringeva svogliatamente la mano a Zayn.
«Sono Zayn Malik, piacere.»
«Il piacere è tutto tuo, fidati.» sbottò freddo, lo sguardo di ghiaccio.
«La prossima volta che ti scopi qualcuno sei pregata di soggiogarlo e rimandarlo a casa sua, grazie.» si rivolse a me, una freddezza nei suoi occhi e nel cuore che non avevo mai visto.
Aveva spento le emozioni.
Annuii, litigare era l' ultima cosa che volevo, in quel momento. A dire la verità, litigare con Louis era una cosa devastante per me, così irreale. Eravamo sempre stati così uniti, cosa era cambiato?
«Non essere troppo duro con lei solo perchè io non ti vado a genio.» a parlare fu Zayn, che guardava Louis negli occhi senza scomporsi minimamente.
In un istante, Louis lo scaraventò dall' altro lato della stanza, facendogli sbattere la schiena contro muro. Alcuni quadri caddero a terra, sommergendolo. Zayn si rialzò di scatto, gli occhi che avrevano preso una colorazione paglierina, i canini leggermente allungati, come quelli dei lupi. Il panico mi attanagliò, separai i due prima che potessero farsi davvero del male. Perchè sapevo che se un lupo mannaro avesse morso un vampiro, quest ultimo era praticamente morto.
Il loro morso ci fa ammalare, ci rende dei pazzoidi. E soffriamo, fin quando, disperati, non ci esponiamo alla luce del sole per bruciare, pur di porre fine alle nostre sofferenze.
«Vattene Louis, vattene adesso!» sbraitai verso il ragazzo, che sembrò risvegliarsi da un sogno. Guardò me, poi Zayn, e infine se ne andò, gli occhi che trasmettevano di nuovo emozioni e le lacrime che stavano per uscire dai suoi occhi.




Oh, yeah! Salve ragazzuole! Vas Happenin'?
Eccovi questo nuovo capitolo, allooora, cosa ne pensate? Ditelo, ditelo! ♥
Ringrazio le ragazze che recensiscono ogni capitolo e quelle che hanno messa la storia fra le seguite/preferite/ricordate.
Vi amo tutte, davvero.
Un pò movimentato questo capitolo, vero? Un pò, giusto un pò trololol.
Il prossimo hehe... Ma lasciamo perdere ù-ù
Leggete la mia nuova one shot? Si chiama 'it needs to be true'
Credo che nel prossimo capitolo ci sarà il punto di vista di Louis, devo ancora decidere ùù
Voi continuate a supportarmi e SOPPORTARMI, perchè vi amo rthgdfsd ♥

 

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Capitolo 9
*** eighth. No one has wiped my tears ***






No one has wiped my tears



 
Lilith.
Mi diressi verso Zayn, sistemandogli la camicia che si era sgualcita con l' impatto. Non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi.
«Mi dispiace.» sussurrai debolmente, sperando che non se la prendesse per quello spiacevole episodio.
«Non ti preoccupare, Lilith. Era solo un pò nervoso, può capitare a tutti.» lo giustificò con un gesto della mano.
«Sei fin troppo comprensivo.» risi spavalda, poi poggiai le mie labbra sulle sue. 
Zayn mi attirò velocemente a sè con un gesto secco, il bacio diventò più profondo. Gli saltai in braccio, allacciando le mie gambe al suo bacino mentre un sorriso malizioso compariva tra un bacio e un altro.
Sentii le sue mani accarezzarmi la schiena sotto la maglietta, fino ad arrivare al reggiseno, che venne sbottonato con un gesto della mano. Si morse il labbro inferiore, guardandomi con sguardo malizioso. Lo portai lentamente, tra un bacio ed un altro, in camera mia, che era stata accuratamente messa a posto da Louis. Mi avvinghiai a Zayn, togliendogli la maglia a maniche corte, mostrando gli addominali scolpiti e perfetti. Fece combaciare i nostri bacini, continuando a baciarmi. Trafficai con i suoi pantaloni, poi lo buttai sul letto. Mi misi a cavalcioni su di lui, continuando a baciarlo.
«Non dovremmo usare precauzioni?» domandò mentre mi sfilava la maglietta. Risi, mordendogli il labbro mentre lui sbottonava piano i miei pantaloncini e lasciando dei baci umidi sul mio collo.
«Non ti preoccupare, i vampiri non possono procreare.» dissi fiera. Si fermò, poi mi guardò con le sopracciglia alzate. 
«Questo sì che è comodo!» disse per poi sorridermi. Mi prese per i fianchi, ribaltando le posizioni. Mi accarezzava dolcemente, quasi temesse di spezzarmi con uno sguardo.
«Te l' hanno mai detto che sei bellissima?» mi sussurrò ad un orecchio, facendomi rabbrividire.
«Te l' hanno mai detto che sei un bugiardo?» sorrisi, mentre, nel buio di quella stanza, mi sentii felice per la prima volta, dopo tanto tempo.

 
 
Louis.
Quel tipo non mi piaceva affatto.
No, per niente proprio.
Neanche un pò. 
Come ha detto di chiamarsi, il coglione? Zyan Milak? Ma chi se ne fotte, maledetto figlio di puttana. Oltre ad essere un idiota, era anche un lupo mannaro. Di male in peggio, insomma. A questo punto, preferivo il sosia di Harry, che sembrava pure simpatico. Tom, si chiamava. Tom è un nome decente, a differenza di Zyan Milak.
Quale madre da a suo figlio il nome di Zyan? Solo una puttana, ecco chi.
Quell' idiota l' avrebbe fatta soffrire, lo sapevo. 
Lilith stava diventando intrattabile da quando l' aveva conosciuto. Non solo si comportava come una cretina, ma dimenticava pure la prassi dello 'scopa e manda a casa'. 
Ero stanco di vederla stare male per Harry, nonostante lui fosse stato il migliore amico di sempre. Ma non poteva piangere in eterno, doveva trovare la forza di andare avanti, solo non con quel tipo.
Io gli avevo fatto una promessa, e l' avrei mantenuta.
 
 
Lilith era uscita a fare compere, e io ed Harry stavamo bevendo un thè. Lui era pensieroso, e beveva a piccoli sorsi il liquido fumante, con lo sguardo perso nel vuoto.
«Cosa succede, amico?» mi azzardai a chiedere, non aspettandomi una vera e propria risposta.
«Ho paura di perderla, Louis. La amo troppo per permetterle che le accada qualcosa di male.» sussurrò con la voce stanca. Poggiò la tazza sul tavolino, le mani gli tremavano.
Era preoccupato per qualcosa, lo sapevo, glielo leggevo negli occhi verdi e sinceri che aveva.
«Louis, devi farmi una promessa. Promettimi che la proteggerai, se non ci sarò più. Promettimi che l' aiuterai a superare ogni difficoltà, ogni dolore. Promettimi che le starai sempre accanto, in qualunque situazione e in qualunque modo.» aveva gli occhi chiusi, poi li aprì, guardandomi negli occhi, serio.
«Te lo prometto.» dissi fiero con un cenno del capo. 
Se solo avessi saputo che quelle sarebbero state le ultime parole che gli dicevo, probabilmente gli avrei sussurrato il mio più intimo segreto.
 
 
Dovevo chiederle scusa, non potevo perderla. Ma non potevo neanche tornare a casa, perchè c'era quel Zyan.
Bussai piano alla porta di Claire, sperando che fosse in casa. 
Quando mi vide, il suo sguardo si indurì, ancora non aveva digerito il fatto successo poche notti prima.
Era bellissima, quei capelli neri, quegli occhi verde scuro. Forse era per quelle caratteristiche, che ero tremendamente attratto da lei.
Perchè le somigliava così tanto, dopo tutto.
«Tu mi hai chiamata Lilith mentre facevamo sesso. E ora ti presenti qui con gli occhi lucidi. Che vuoi, Louis?» chiese poggiata contro lo stipite, triste.
Le presi il viso fra le mani e la guardai negli occhi.
«Voglio che tu sia Lilith, oggi.» le sussurrai, soggiogandola. Quando annuì, mi invitò ad entrare, cominciando a togliere il pigiamone che indossava, rimanendo in intimo.
Le spostai una ciocca di capelli neri, odiandola perchè non erano belli come i suoi. Mi avventai sul suo collo, non avendo nessun rimorso. Sapevo che le stavo facendo del male, faceva di tutto per non urlare di dolore. Bevvi velocemente il sangue che fuoriusciva copioso dalla ferita, fregandomene di tutto ciò che mi circondava.
Quando avvertii che stava per svenire, mi fermai.
Morsi il mio polso, costringendola a bere. Pian piano, la ferita si rimarginò, e l' unica traccia di quell' abominio era del sangue sfuggito alla mia bocca.
«Vai a lavarti, ti aspetto in camera tua.» le dissi freddamente, scattando al piano di sopra. Mi gettai sul letto con le mani dietro la testa, pensieroso.
Non ci voleva una grande immaginazione per capire cosa stesse sicuramente combinando Lilith a casa. Sospirai, poi chiusi gli occhi.
Quando sentii il getto d' acqua della doccia placarsi, capii che Claire stava arrivando. Aveva i capelli asciutti, aveva evitato di bagnarli perchè sapeva che odiavo fare sesso con lei se i suoi capelli erano bagnati. Aveva addosso un semplice asciugamano, con le mani lo teneva per evitare che cadesse.
Si avvicinò al letto e si stese accanto a me, titubante.
Mi misi sopra di lei, togliendo con un gesto secco l' aciugamano, il suo corpo che combaciava al mio. Mi avventai sulle sue labbra, cercando di non ferirla.
Aveva un buon profumo, ma non era il suo profumo.
Misi una mano dietro i suoi capelli, mentre lei non esitava a sbottonarmi i pantaloni. Le strinsi forte i polsi e i fianchi, lasciandole dei lividi. 
Le stavo facendo del male, ma lei non protestava, perchè le avevo ordinato di tenersi il dolore tutto per sè, proprio come facevo io ogni volta che incrociavo gli occhi di Lilith.
Non persi tempo con degli stupidi preliminari, entrai subito, di fretta, senza delicatezza, nè dolcezza, nè tantomeno amore, mentre le lacrime di dolore scorrevano sul suo viso. 
Non le asciugai, perchè non me ne importava. 
Perchè anche io morivo di dolore, ogni volta che le labbra di Harry sfioravano quelle di Lilith, e nessuno mai mi aveva asciugato le lacrime versate in tutti quegli anni.
 
Se solo avessi saputo che quelle sarebbero state le ultime parole che gli dicevo, probabilmente gli avrei sussurrato il mio più intimo segreto. 
Io ero innamorato follemente della sua ragazza.



SBEEEM. 
Ok, tanto lo so che tutte ve ne eravate accorte che Louis provava qualcosa ù.ù
Però ecco finally il punto di vista di Louis, quindi ecco cosa passa per la testa di Tomlinson!
Nel frattempo, Lilith si da da fare con Zayn hehe C:
Povera Claire, è la prostituta di Louis solo perchè ha occhi chiari e capelli scuri simili a quelli di Lilith :(
Ma vabbè, lei poteva pure chiudere le gambe, eh!
Anche se è difficile con Louis che ti obbliga, tipo.
Ma io mi sto dilungando, haha!
Mbè, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, almeno un pò **
A me è piaciuto il pov di Louis, gne gne.
Recensite, mannaggia èwè Mi rendete happy. Ecco a voi Lilith and Louis, yeah!

 

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Capitolo 10
*** nineth. I've missed you ***



 
I've missed you.


 
Louis.
Il cellulare squillò. Una chiamata di Lilith, precisamente, la centrotrentaquattresima. Lo lasciai squillare a vuoto, non avevo voglia di parlare con nessuno, in quel momento. 
Neanche se la persona che mi stava cercando disperatamente era Lei.
«Sono due giorni che non ti fai sentire, sarà preoccupata.» disse Claire entrando nella camera in intimo, cercando i vestiti.
«Sei perspicace.» sibilai verso la ragazza, infuriato.
Gli squilli cessarono, ma iniziarono pochi secondi dopo. Non si dava pervinta.
«Dovresti risponderle.» mi guardò negli occhi, seria. Sì, dovevo, ma non l' avrei fatto. Dovevo schiarirmi le idee, capire cosa avrei dovuto fare.
Per due giorni mi ero limitato a stare lì, in quella camera a pensare. A volte mi avvalevo della dolce compagnia di Claire, che subito metteva a mia disposizione il suo sangue e il suo corpo.
Non volevo ancora tornare a casa, trovare quegli occhi verdi che mi scrutavano e mi consideravano un semplice amico. Non avrei più retto, non ce l' avrei fatta più.
«Smettila di scappare, Louis, e fai l' uomo, per una volta.» sbottò la ragazza. La guardai come se solo allora mi fossi accorto della sua presenza. Le feci segno di avvicinarsi, e titubante, si incamminò verso il letto. Allungai i canini, fiondandomi sul suo polso solo per farle del male. Si morse il labbro inferiore per non urlare.
«È facile da dire per te. Tu non sei stata innamorata della ragazza del tuo migliore amico per centotrentadue anni. Tu non hai dovuto soffocare, sopprimere il tuo sentimento per paura di ferire tutti e tre. Tu non hai dovuto sopportare le sue lacrime ogni volta che piangeva per lui. Tu non c'eri quando lei cadeva nel baratro, senza mai rendersi conto che io mi sarei strappato il cuore pur di vederla sorridere. Non osare venire a dirmi di fare l' uomo, Claire, quando tu non sai nemmeno più cosa significa essere una persona.» sibilai fra i denti, mentre lei abbassava lo sguardo.
«Pensi di risolvere qualcosa, tagliando i contatti, eh? Vai da lei, dille che l' ami e smettila di prendertela con me!» urlò alzandosi mentre si teneva il polso sanguinante, con le lacrime agli occhi.
Aveva ragione, aveva assolutamente ragione, ma io mi sentivo così perso, così stupido. Lei non avrebbe mai scelto me, mai.
Mi avvicinai alla finestra, osservando le stelle ormai alte nel cielo. Espirai, appannando un pò il vetro.
Presi il cellulare, che nel frattempo continuava a vibrare e me ne andai da quella casa.
 


 
Lilith.
«Rispondi, porca merda, rispondi!» urlai con il telefono all' orecchio e dando un calcio alla sedia che si trovava lì vicino. Sconfitta, mi accasciai sul divano.
Quando il mio cellulare squillò, il mio cuore perse un battito. «Pronto?» dissi senza neanche guardare il mittente di quella chiamata.
«Hey, sono Zayn. Ha chiamato?» chiese preoccupato.
Da quell' ultima discussione, non avevo più avuto notizie di Louis. Non una chiamata, non un messaggio. Nulla. Per un attimo, temetti il peggio, ma dovevo essere fiduciosa.
La casa era stranamente vuota senza di lui e mi sentivo vuota e persa come quando Harry morì.
Solo che Louis non era morto, semplicemente non c'era, ma la sua assenza era un paletto nel cuore ogni secondo d' attesa.
L' avevo chiamato decine e decine di volte, senza mai ottenere una risposta, senza mai ascoltare la sua voce.
Era come se avesse smesso di esistere, e questo mi distruggeva.
«No, quel maledetto idiota.» sbottai con le lacrime agli occhi. In quei due giorni Zayn era stato spesso da me e aveva chiesto in giro se qualcuno avesse visto Louis, con scarsissimi risultati.
Salutai Zayn, e riattaccai. Presi il viso fra le mani, inspirando profondamente.
Avevo sete, da quando se ne era andato non avevo avuto tempo nemmeno per un goccio di sangue da bere.
Andai svogliatamente in cantina, prendendo la prima sacca di sangue che mi capitò sottomano. Strappai l' involucro con i denti, ingoiando voracemente. 
Mi sentii un pò meglio, o quasi. Con uno scatto, andai in bagno, lavando i denti per tenermi occupata. Quando tornarono bianchi e perfetti, mi decisi a scendere in soggiorno, evitando accuratamente lo specchio nel corridoio. Sapevo cosa avrei visto: una me con gli occhi rossi e l' incazzatura evidente sul volto.
Sentii un rumore proveniente dalla porta, una serratura che stava per scattare. Mi precipitai alla porta, aprendola senza indugi.
Louis era davanti a me, sano e salvo, e mi guardava con sguardo colpevole.
«Ciao Lith.» mi salutò, usando quel maledetto soprannome che non avrei voluto più sentire.
Avrei desiderato abbracciarlo, dirgli che mi era mancato e che mi aveva fatta preoccupare tantissimo.
Invece, mi limitai a dargli un ceffone in faccia con tutta la forza che avevo, facendogli girare la faccia vero destra.
Non disse nulla, si limitò ad entrare e a rimanere in piedi, come se quella non fosse anche casa sua.
«Te ne vai, e per due giorni non ti fai sentire. Non dai notizie di te, non rispondi alle chiamate. E poi torni qui, come se niente fosse!» gli ringhiai contro, cercando il suo sguardo.
Lui non osava guardarmi negli occhi, sapeva che questa volta l' aveva fatta grossa. Non ci eravamo mai separati per così tanto tempo, e lui sapeva della mia paura di perdere anche lui.
«Scusa.» sussurrò lui, sempre evitando i miei occhi. Mi arrabbiai e cominciai a temperstarlo di pugni sul petto, mentre Louis non osava proferire parola, nè si difendeva.
Semplicemente subiva la mia rabbia, sapeva che avevo bisogno di sfogarmi. Nel frattempo, le lacrime scorrevano sulle mie guancie senza sosta.
Dopo due minuti di pugni e schiaffi, finalmente mi calmai. Gli presi il mento fra pollice e indice, costringendolo a guardarmi negli occhi.
Quegli occhi azzurri che conoscevo, sembravano diversi. Stanchi, distrutti, gli occhi di una persona che si arrende. Troppo simili ai miei. 
Senza pensarci lo abbracciai stretto, posando la testa sul suo petto, all' altezza del cuore. «Non farlo mai più, bastardo di merda. Hai capito?» sussurrai con un pizzico di disperazione nella mia voce.
Louis all' inizio rimase fermo come un palo, senza fare nulla. Poi ricambiò l' abbraccio, accarezzandomi i capelli. Sentii che il suo battito del cuore accellerò, così sciolsi l' abbraccio, avviandomi verso la cantina.
«Devi avere sete. Di solito anche a me prendono le palpitazioni quando non bevo da un paio di giorni.»
Gli porsi la sacca presa, mentre lui era intento a guardare la tv. Quando la prese, cominciò a leggere l' etichetta, sbarrando gli occhi. 
«Lilith? Lo sai che non mi piace lo zero negativo! Voglio un A positivo, vai a prendermelo.» disse facendo l' occhiolino. Scoppiai a ridere, dandogli un buffetto in fronte e sedendomi accanto a lui.
«Facciamo pace?» sussurrò pochi istanti dopo sbattendo ripetutamente le palpebre. Non ero abituata a litigare con lui, non era mai successo. Senza esitare, gli feci la linguaccia, abbracciandolo e cominciando a fargli il solletico. Ridevamo a crepapelle, lui come un pazzo, tentando di allontanarmi, e io che mi divertivo quanto lui. Riuscì a bloccarmi i polsi, e mi guardò negli occhi, fondendo gli sguardi. Sorridemmo, consapevoli che solo adesso eravamo completi. 
Louis sbuffò sonoramente, poi si raddrizzò, stiracchiandosi.
«Che c'è? Astinenza da sesso?» lo beffeggiai, ridendo.
«Chi, io? Mai!» si alzò dal divano, raggiungendo la sua stanza a grandi passi, fingendosi offeso.
Mandai un messaggio a Zayn, dicendogli che andava tutto bene, che Louis era a casa, e che volevo vederlo. Quando il suo messaggio di conferma arrivò, corsi in camera mia per prepararmi.
Una volta pronta, uscii dalla camera, scontrandomi con un Louis mezzo nudo, con addosso solo i boxer.
Mi osservò divertito, facendo le mosse dei culturisti, per mettere in risalto i pettorali.
Sì, mi era mancato il mio migliore amico.
Finsi di avere terribilmente caldo, sventolando una mano davanti al viso, e mi morsi il labbro inferiore.
«Lo sai, Louis? Se fossi un ragazzo etero, vedendoti diventerei gay!» esultai con tono malizioso, poi scesi al piano di sotto.
L' ultima cosa che udii, fu Louis che urlò divertito: «E se io fossi una ragazza etero, ti chiederei di fare una cosa a tre!»



 
Zayn
Osservai l' orologio per l' ennesima volta. Mi chiedevo come mai stessi aspettando proprio lei. Non ero il tipo da attendere una ragazza con ansia.
Io ero il tipo 'se vuoi venire, vieni. Altrimenti fottiti'.
Ma allora perchè quell' ansia di incontrarla? Perchè quell' attrazione fatale nei suoi confronti? Non dovevo innamorarmi, lo sapevo.
Io ero un lupo mannaro, lei un vampiro. Lei era immortale, io no. Avevamo ideali e esigenze diverse, più o meno. Ricordai il suo corpo bollente sotto il mio, due giorni prima, e sorrisi inconsapevolmente.
Presi una sigaretta e l' accesi, per ingannare l' attesa. C'era qualcosa, nei suoi occhi verdi, così magnetici. Era come se nascondessero miriadi di segreti, ma allo stesso tempo fossero i più sinceri dell' universo. E lei era così: era tutto e niente. Era furba, ma ingenua, matura ma capricciosa, felice ma si sente morire dentro.
Non aveva capito che quel suo amico, Louis, era cotto di lei. Chiunque, anche i sassi, avrebbero notato il modo in cui la guardava.
Ma lui non osava dirle nulla, perchè aveva il rimorso.
Era pur sempre il migliore amico di quell' Harry, e Harry era morto, alias i sensi di colpa lo divoravano fino all' anima, e non osava dirle quello che provava.
E a me, andava benissimo così, per ora.
Sorrisi maliziosamente quando sentii il campanello suonare. Il mio olfatto sviluppato sentì odore di Chanel n°5. Era lei.



SCIAO BELE
Boh, sto capitolo sembra più lungo, vero?
Hehe, Louis è tornato, fremete!
Voi siete proLouis o proZayn? Ditemelo in una recensione **
Io vi amo, lo sapete? Certo. Per questo mi faccio un PELRECALO
HAPPY BDAY NIALLER!


 

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Capitolo 11
*** tenth. They weren't demons, they were cursed angels. ***






They weren't demons, they were cursed angels.





Lilith.
Mi fiondai fra le braccia del ragazzo con dvd e pizze in mano. Lui mi accolse con un sorriso mozziafiato, e per un attimo sentii le farfalle nello stomaco.
Quella sensazione mi fece sentire bene, in qualche modo, nonostante il mio passato buio e tormentato, dopo la morte della mia unica ragione di vita. Semplicemente mi limitavo a esistere, senza vivere veramente. Diedi un bacio a fior di labbra a Zayn, poi mi spaparanzai sul suo divano, dopo aver poggiato dvd e pizze sul tavolino.
«Cosa guardiamo?» chiese curioso Zayn, sporgendosi per leggere il titolo del film. Ritirai la custodia del dvd, mettendola dietro la schiena. Lui si sporse, cominciando a lasciarmi dolci baci sulla guancia, poi sulle labbra, infine sul collo.
«O meglio, sicura di voler guardare un film?» domandò poi con sguardo malizioso. Si morse il labbro inferiore, fiondandosi sulle mie labbra. Schiusi le mie velocemente, intrecciando la mia lingua alla sua e rabbrividendo a quel contatto. Sentii dei brividi che rischiarono di spaccarmi la schiena, che inarcai quasi involontariamente. 
Senza alcun preavviso, un ricordo mi inondò la testa, strappandomi alla realtà. 
 
 
«Harry, cosa ti succede? Sei strano, oggi.» dissi al ragazzo riccio che torturava un fiore appena raccolto, in pensiero.
Mi guardò con sguardo triste, come se dovesse darmi una brutta notizia. Ero perdutamente innamorata di lui, ma mi ero abituata al fatto che mi considerasse una semplice amica.
Strinse il fiore fra le mani, poi lo lasciò cadere a terra. Vidi i suoi bellissimi occhi lucidi velarsi di lacrime, che asciugò velocemente.
Senza pensarci, mi avvicinai a lui, posandogli una mano sulla spalla. Era seduto accanto a me, ma sembrava così distante in quel momento.
Era stato strano sin dal mattino, quando mi aveva chiesto di fare una delle nostre passeggiate. Non sorrideva, nè parlava come le altre volte.
Si limitava a camminare con lo sguardo basso.
«Harry, puoi fidarti di me.» sussurrai dolcemente, per convincerlo che, qualunque cosa stesse succedendo, io c'ero.
«Lilith, io devo dirti una cosa importantissima.» esordì, prendendo le mie mani fra le sue, delicatamente. Annuii, mentre le mie guancie si coloravano di rosso.
«Io ti amo, Lilith. Dalla prima volta in cui i miei occhi hanno incontrato i tuoi.» un debole sorriso colorò il suo volto.
Mi prese il viso fra le mani e poggiò delicatamente le sue labbra sulle mie. Senza indugi, poggiai una mia mano sulla sua nuca, attirandolo ancora di più verso di me, verso le mie labbra che, disperate, avevano desiderato quel bacio. Sentii la lingua di Harry accarezzare la mia, mentre tutto intorno a me diventava infimo e stupido, in confronto a quel dolce tocco.
In cuor mio, però, sapevo che non era tutto. Sentivo che c'era qualcosa che non andava, così mi staccai, triste e in cerca di ossigeno. I suoi occhi verdi, se possibile, erano ancora più tristi di prima.
«Voglio dirti la verità, Lilith, non voglio nasconderti nulla.» sussurrò a occhi chiusi. Gli strinsi la mano, sperando che continuasse.
«Tu.. tu credi nell' esistenza dei vampiri?» domandò ad un tratto, cogliendomi alla sprovvista.
La verità era che sì, ne avevo sentito parlare, origliando una conversazione tra mio padre e il signor Salvatore. Ma come faceva Harry a sapere della loro esistenza?
«Sì.. ci credo. Alcuni anni fa ne sono stati catturati molti.» annuii convinta, rabbrividendo al ricordo di quella Katherine Pierce che anni prima mi incuteva uno strano timore.
«Lilith, promettimi che non fuggirai.» sussurrò con il volto pieno di lacrime. Gliene asciugai alcune, sorridendo.
«Non lo farei mai, Harry.»
«Sono un vampiro, Lilith.» chiuse gli occhi, ritirando le mani. Sentii il mondo cadermi addosso, il cuore spezzarsi. Avevo sempre visto i vampiri come dei... mostri senza cuore. Ma Harry aveva un cuore grande, un sorriso bellissimo. Lui era un angelo, non un demone.
«Non ti credo.» dissi con la voce spezzata. Mi alzai, impaurita, pronta a tornare a casa e a dimenticare quell' episodio. In un istante, Harry mi fu di fronte, senza nessuna spiegazione logica il tuo corpo era apparso di  fronte al mio. 
«Ti prego, devi credermi. Io ti amo, non ti farei mai del male.» il tono di voce era disperato, ma non demordevo. Mi stava mentendo, doveva per forza mentirmi.
Quando evitai il suo sguardo per tornare sui miei passi, mi alzò il mento con indice e pollice, costringendomi a guardarlo.
Vidi delle vene scure formarsi intorno ai suoi occhi, le occhiaie diventare giallo scuro e nere, gli occhi erano come la notte. I canini si allungarono a vista d' occhio.
Sbarrai gli occhi dalla paura, convinta che mi avrebbe uccisa. 
Scoppiò a piangere, gettandosi con le ginocchia per terra e la testa fra le mani. Singhiozzava rumorosamente, incapace di controllarsi.
Senza pensarci, mi avvicinai a lui, abbracciandolo. Quando gli presi il viso fra le mani per baciarlo, non ebbi paura, nè ribrezzo. Erano sempre le sue labbra, era sempre lui. Solo che celava un terribile segreto.
«Vorrei tanto non essere questo, Lilith. Vorrei tanto essere un semplice umano solo per poterti stare accanto. Ma non posso rimediare. Io ti amo, ma non potrò mai cambiare quello che sono.» sussurrò.
Asciugai le sue lacrime con dei baci, sorridendogli appena.
«Non fuggirò, Harry. Se non ti amassi, a quest ora non sarei qui, con te.» poggiai la mia fronte contro la sua, guardandolo negli occhi. Pian piano i suoi occhi tornarono verde chiaro.
Gli occhi del mio Harry, quelli della quale non mi stancavo mai. Mi abbracciò forte, poggiando la fronte sulla mia spalla.
In quel momento, capii che gli altri avevano torto. No, i vampiri non erano demoni, erano angeli maledetti, destinati ad essere fraintesi.
 
 
«Ok, guardiamo questo film!» urlai staccandomi da Zayn, che rise divertito. Non doveva riapparire ora quel ricordo, non ora.
«Che film è?» chiese di nuovo, beffeggiandomi.
«Daybreakers: L' ultimo vampiro.» presentai, fiera di me stessa e della mia scelta.
Zayn scoppiò a ridere, dimenandosi sul divano. Lo guardai con le sopracciglia alzate, seria più che mai. Quando notò il mio sguardo serio, si ricompose.
«Non stavi scherzando, vero?» chiese con la fronte corrugata. Scossi piano la testa, mostrandogli il dvd. Se possibile, rise ancora di più, tenendosi la pancia mentre le lacrime gli uscivano copiose.
«Sei fantastica, Lilith, dico davvero! Cioè, tu sei un vampiro, e affitti film sui vampiri?» trillò, senza smettere di ridere. Sbuffai, poi presi la pizza e cominciai a mangiare, fingendomi infastidita.
Stavo per azzannare il primo trancio, quando la mano di Zayn lo spostò piano, permettendo alle sue labbra di fondersi con le mie. Rise di nuovo, incapace di trattenersi, e gli diedi un leggero pugno nello stomaco, ridendo anche io. Misi il dvd, poi mangiai, mentre Zayn si teneva una mano sul viso, ridendo silenziosamente per tutto il tempo.
 
«Scacco matto, stronzo!» urlai alzando le braccia in aria, dopo aver vinto per la quarta volta a scacchi. Zayn sbuffò innervosito.
«Ma come fai a vincere sempre, maledetta? Tu imbrogli!»
«Giocavo spessissimo a questo gioco, con... Harry.» conclusi con un sorrisetto un pò triste.
Quando Zayn notò la mia tristezza, si precipitò ad abbracciarmi, lasciandomi dei baci sulla guancia. Poi scese piano al collo, mordicchiandolo appena.
Fortunatamente, non erano i morsi letali. Sentii la maglia alzarsi piano, mentre Zayn continuava a baciarmi dolcemente. Lo fermai, troppi ricordi mi travolgevano in quel momento.
«La verità è che sei lesbica. Ammettilo.» asserì Zayn sculettando in camera sua, facendomi scoppiare a ridere. Poi ripensai alle parole che aveva detto.
«Aspetta.. Cosa?!» urlai entrando nella sua stanza. Quando lo vidi a petto nudo sul suo letto, mi ci tuffai sopra, scoppiando a ridere.
Mi ribaltò, mettendosi sopra di me, bloccandomi i polsi. Mi baciò sul collo, le labbra, mordendo piano quello inferiore. Lasciò la presa ai polsi, per poi accarezzarmi la gamba e facendo scontrare i nostri bacini.
«Ti conviene non farmi impazzire. I lupi sono possessivi, lo sai?» sussurrò al mio orecchio mentre sbottonava piano i pantaloni.
«Puoi impazzire quanto ti pare, Zayn, ma i vampiri non apparterranno mai a nessuno, se non lo decideranno loro.» sussurrai maliziosamente mentre gli accarezzavo piano il petto.
Lui rise, poi cominciò a lasciare baci umidi sul mio collo, fino ad arrivare alle labbra. Una scarica di adrenalina improvvisa, e sentii la mia maglietta strapparsi in due.
«Ops.» sussurrò Zayn divertito, prima di buttare a terra la maglietta ormai distrutta.




SCIAO BELA.
Allora, questo credo sarà l' ultimo capitolo che leggerete per le prossime tre settimane.
Andrò a Canterbury, vacanza studio, e non potrò aggiornare.
Recensite in tante, passate anche a leggere le OS, non vi ruberanno troppo tempo *-*
Vi adoro, siete semplicemente fantastiche! 
Ma come farei io senza di voi? BOH.
Vi lascio con questa gif, bye bye! ♥

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Capitolo 12
*** eleventh. You were my best friend, but I love her. ***






You were my best friend, but I love her.



Zayn
Aprii piano gli occhi, svegliato da qualcosa che mi era finito sulla faccia. Presi l' oggetto, notando che era una maglia, una mia maglia.
Stropicciai gli occhi, per mettere a fuoco la scena che mi si presentava davanti. Lilith, con indosso i suoi vestiti, ma ancora in reggiseno, spiava nel mio cassetto delle maglie, lanciandole in aria alcune, osservando altre. Sorrisi istintivamente, era così bella.
«Cosa fai?» chiesi sorridendo. Lei sussultò, spaventata, per poi girarsi verso di me e sorridere.
«Siccome devo tornare a casa, ma tu mi hai praticamente strappato la maglietta, devo prenderne una tua.» spiegò continuando ad osservare le mie felpe.
«Questa mi piace!» gridò entusiasta, prendendo la mia felpa con il logo di Batman. La mise, osservandosi allo specchio. Poi frizionò i capelli, quei bellissimi capelli scuri e ondulati che aveva, rendendola ancora più sexy.
Era incredibile quanto fosse bello il contrasto fra i suoi capelli, così scuri, e i suoi occhi, di un verde brillante. Forse era quella combinazione di colori che la rendevano così irresistibile, oltre al fatto che avesse un corpo e dei lineamenti perfetti. Ora capisco perchè quell' Harry e quel Louis se ne erano innamorati. Anche se Lilith non lo sapeva, riusciva a far innamorare le persone con uno sguardo e un sorriso.
E sembrava fosse nata per diventare un vampiro, data la sua bellezza che non poteva certo andare sprecata con il passare degli anni.
Si avvicinò a me con quel sorriso perfetto e bianco, dandomi un bacio a fior di labbra. L' abbracciai forte, sperando che non se ne andasse, la volevo ancora.
La sentii ridere e dimenarsi per sfuggire alla mia presa, ma io ero più forte di lei, e sapevo anche perchè.
Avevo imparato, da mio zio, che più un vampiro è vecchio, più è forte. Lilith dovrebbe avere 145 anni, eppure io ero più forte di lei.
Mio zio mi aveva anche spiegato che se un vampiro non sfrutta la sua forza, vivendo passivamente, non la sviluppa. 
E Lilith non aveva mai avuto bisogno della sua forza, perchè la sua forza era sempre stata Harry, e quando Harry era morto, si era abbandonata, riuscendo solo a strappare il cuore a qualche umano.
«Mollami, Malik, o giuro che ti stacco i testicoli.» esordì ancora fra le mie braccia. Risi, poi la lasciai andare dopo un ultimo bacio.
Uscì dalla mia camera in fretta, ma riuscii comunque ad osservare ancora una volta il suo corpo perfetto. Mi morsi il labbro, poi sentii il cellulare vibrare.
 
Arrivo fra qualche giorno, preparati.
 
Finalmente Safaa si era decisa. Digitai una risposta veloce, in ansia.
 
Era ora che ti muovessi, sorellina.
 
Andai a fare una doccia, senza mai smettere di sorridere.
 
 
Louis.
Controllai l' ora: le dieci del mattino. E Lilith non era ancora arrivata. Fanculo quello Zyan. Non era possibile che Lilith si buttasse fra le braccia del primo imbecille che incontrava.
La odiavo, perchè era sembrata così preoccupata per me, ma poi appena arrivato a casa, era andata a passare la notte da quell' idiota. 
E non avevano certo giocato a carte, eh no. Conoscevo abbastanza bene Lilith da capire che era completamente cotta di quel maledetto bastardo. Ha uno sguardo, la guarda in un modo perverso. 
Come se volesse farsela in ogni posto possibile ed immaginabile. Nell' epoca in cui sono nato io le donne venivano rispettate, almeno quelle nobili. 
E Lilith era nobile d' animo, e lo era ai suoi tempi, e quegli sguardi schifosi non li sopportavo. Ripensai a Harry, a tutte le volte in cui mi ero sentito in colpa perchè desideravo che la sua ragazza fosse la mia.
Ma nonostante tutto io gli ho voluto davvero bene, avevo sempre soppresso quel mio sentimento per la sua amicizia.
 
Sentii la lama passarmi attraverso, mi accasciai a terra, senza fiato. Vidi il sangue uscire copioso, nonostante cercassi di coprire la ferita infertami con quel coltello.
L' uomo fuggì, lasciandomi lì, destinato a morire. Ero a Holmes Chapel, e mi ero diretto in uno dei quartieri più malfamati del paese, alla ricerca di lei, Janet.
Mi ero preso una bella cotta, ma lei non era proprio una donna di grande fama. Respirai a fatica, pregando Dio di morire il più presto possibile.
Sentii i passi di un uomo avvicinarsi velocemente verso di me, e lo sentii prendermi per una spalla. Aveva una forza incredibile, riuscì a sorreggermi un un braccio solo e senza fatica.
«Hey amico, tutto bene?» domandò la voce. 
Senza aspettare una mia risposta, lo vidi mordersi il polso, che subito dopo fu pieno si sangue. Lo portò alla mia bocca, facendomi spaventare.
Cosa era quell' individuo, cosa mi stava facendo? Mi costrinse a bere il suo sangue, poi non vidi più nulla.
 
Quando mi risvegliai, alcune ore dopo, era giorno. La luce del sole mi infastidiva, e ricordai a fatica la notte precedente. C' era quel ragazzo, quel demone. Non ero più per strada, sentii le lenzuola soffici accarezzarmi il corpo. Mi alzai a fatica, e vidi un giovane ragazzo che aveva all' incirca la mia età, con occhi di un verde brillante e i capelli ricci, disordinati.
Sedeva su una poltrona, e mi guardava, curioso. Si alzò, avvicinandosi a me e porgendomi la mano.
«Mi chiamo Harry Styles, e voi siete..?»
«Louis Tomlinson.» Gli strinsi la mano, titubante. Era quel demone, lo riconobbi dalla voce. Istintivamente, mi toccai il ventre, il punto colpito, ma non vidi nessuna fasciatura, nè sentivo alcun dolore.
Alzai la camicia bianca e pulita, trovando la mia pelle candida e senza un graffio. Guardai impaurito il ragazzo, e sentii una strana sete.
Quasi leggendomi nel pensiero, mi porse un bicchiere pieno di liquido rosso. Dall' odore, non era vino, ma sembrava buono.
«Devo spiegarti molte cose, Louis Tomlinson.» esordì, sedendosi accanto a me.
Mi sorrise, rassicurante, e sorrisi anche io, inspiegabilmente.
Ma in realtà una spiegazione c'era. Io mi ero fidato di Harry Styles dal primo istante, in fondo. E sapevo che lui sarebbe stato il mio migliore amico, l' unico.
 
Sbuffai, perso nei ricordi. Quel pirla di Harry non aveva fatto in tempo a curarmi, che ero morto e diventato un vampiro. Era sempre stata perfetta, la nostra amicizia. 
Poi, un giorno, cominciò a parlarmi di una ragazza conosciuta a Mystic Falls, una ragazza bellissima che si chiamava Lilith Palmer. All' inizio fui contento per lui, lo spronai in tutti i modi a conoscerla, a dirle che l' amava. Solo che poi, quando la trasformò, e la portò a vivere con noi, cominciai a sentirmi strano. Vuoti allo stomaco, sorrisi ebeti che apparivano dal nulla, quando c' era lei.
L' odio, quando le sue labbra erano su quelle di Harry, e il desiderio inspiegabile di baciarla.
Ed ero allo stesso punto di sempre, ma cominciavo a stancarmi. Troppi anni, troppe sofferenze da sopportare. Quante volte avrei desiderato abbracciarla, o semplicemente baciarla, per farle capire che l' amavo perdutamente. Il mio non era orgoglio, era paura. Paura di perderla definitivamente, paura che non mi avrebbe più voluto accanto a sè. 
E così rimanevo fermo, in un angolo, illuminato solo da qualche suo sorriso, facendomeli bastare.
Sentii la porta sbattere, e vidi Lilith con il volto rilassato e felice fare capolino. Notai che aveva una felpa maschile di Batman, e non era la sua.
«Dove l' hai presa quella felpa?» chiesi un pò acido. Lei mi guardò, poi mi sorrise, facendomi sciogliere.
«È di Zayn.» sussurrò con sguardo sognante. 
«Vi scambiate anche i vestiti, adesso?» domandai ancora con acidità.
Mi squadrò, non riuscendo a capire il perchè del mio comportamento. Fece spallucce, dirigendosi in cantina. Quandò tornò, svuotò il contenuto della sacca nel bicchiere.
«Mi ha strappato la maglietta, ieri sera, e non sapevo cosa indossare.» disse semplicemente, come se avesse detto 'buongiorno'.
Mi strozzai con il caffè che stavo bevendo, incredulo. Immaginare lui sopra di lei mi faceva venire conati di vomito. Lilith scoppiò a ridere, reggendosi al tavolo per non cadere per terra.
Continuò a guardarmi divertita mentre io morivo soffocato sotto il suo sguardo. Cercai di riprendermi, respirando forte. Se avessi commentato, avremmo litigato di sicuro, e io non volevo litigare con lei.
Bevve il sangue tutto d' un fiato, ma quando lo riposò, notai che un filo del liquido le accarezzava un angolo del labbro, scendendo giù fino al mento.
Lo osservai, come incantato, poi mi avvicinai piano a lei.




SCIAO BELA.
Eh già, vi lascio proprio con il dubbio ù.ù
Cosa accadrà nel prossimo episodio? Boh, hehehe :3
Voi non avete idea di quanto mi deprima sta cosa del non poter aggiornare èwé
Vedrò di trovare qualche internet point e leggere almeno le ff che seguo çç
Spero solo che, quando tornerò, non vi annoierete a continuare a seguirmi, perchè mi farete deprimere ._. ♥
Tanto love per voi, ecco delle gif faighe :3

 

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Capitolo 13
*** twelfth. We must to live while we're young ***







We must to live while we're young



Lilith.
Quando vidi Louis, non potei non notare quanto fosse realmente bello. Era di una bellezza disarmante, che riusciva ad abbagliare gli occhi. 
Io ero sempre riuscita a vederlo come un normale migliore amico, ma in quel preciso istante, i suoi occhi azzurri avevano in qualche modo rubato un battito al mio cuore.
Si fermò di fronte a me, fissandomi costantemente le labbra. Poi, come incantato, posò l' indice sull' angolo del mio labbro inferiore, catturando la goccia di sangue sfuggita al mio controllo.
Portò il dito sporco di quel nettare sulle sue labbra, sorridendo compiaciuto.
«Non ne va sprecata nemmeno una goccia.» disse con quello sguardo vivace che possedeva, gli occhi azzurri che sprizzavano scintille.
«La sai una cosa?» dissi all' improvviso, scrutandolo con lo sguardo.
«Cosa?» chiese curioso, poggiandosi sul tavolo.
«Sei davvero un bel ragazzo, e non solo perchè sei il mio migliore amico. Hai davvero dei bei lineamenti. Mi chiedo come mai tu non ti sia mai fidanzato, in tutti questi anni.»
Lo vidi mordersi il labbro, non sapendo cosa rispondere. In realtà, io non volevo una risposta, volevo, per qualche strano motivo, dire ad alta voce quello che avevo pensato.
Perchè lui era sempre stato il mio migliore amico, ma non è che mi dilungassi con i complimenti sul suo aspetto fisico. Non ce n'era mai stato bisogno.
«È la prima volta che mi dici una cosa del genere, Lith. Come mai proprio adesso?» strinse gli occhi, sorridendo compiaciuto di come avesse preso il coltello dalla parte del manico.
Alzai le spalle, rassegnata. «Non lo so. Non ti ho mai detto che sei bello, e volevo dirtelo.» 
Feci per andarmene al piano di sopra, quando lui mi trattenne per un braccio, costringendomi a girarmi verso di lui.
«Anche tu sei bella, anche se non l' hai mai capito del tutto.» disse in un sussurro appena udibile.
Osservai di nuovo i suoi occhi, così diversi da quelli di Harry, o di Zayn, ma ugualmente bellissimi e attraenti. Le pagliuzze dorate e quelle di un blu scuro, rendevano quelle pozze d' acqua un mare inesplorato.
Sapevo che mi considerava bella, o almeno accettabile, ma sentirmelo dire mi provocava strane sensazioni al cuore. Come se aspettassi solo una sua conferma.
Prese una mia ciocca ribelle, osservandone i dettagli, rigirandosela fra le mani, in pensiero. Era una specie di mania che aveva. 
Prendeva le mie ciocche scurissime e le osservava per minuti interi, e tu non riuscivi a capira cosa gli passasse per la testa.
«Sai, la prima cosa che mi disse di te, fu che avevi dei capelli stupendi. E aveva ragione. Lui aveva sempre avuto ragione, su qualunque cosa.»
Se mi avesse detto quelle cose qualche settimana prima, probabilmente mi sarei rabbuiata e avrei pianto. Ma mi sentivo cambiata.
Ora ricordavo Harry con il sorriso, non con le lacrime.
Perchè sapevo che nessuna lacrima me lo avrebbe riportato indietro, neanche per un instante. 
Perchè ora avevo Louis, e avevo Zayn.
«Cosa ti diceva di me, le prime volte?» domandai curiosa, consapevole che se Harry fosse stato presente, mi avrebbe tappato le orecchie. Non aveva mai voluto dirmi perchè proprio io, perchè all' inizio mi evitava.
«Diceva di aver conosciuto questa ragazza bellissima, ma che aveva paura. Diciamo che aveva paura di... farti del male.» tossicchiò, imbarazzato.
«Sì, sul fatto dei morsi, della sete di sangue, l' ho capito.»
«Non proprio di quello. Ecco, diciamo che aveva... impulsi forti, verso di te. Impulsi dei maschi, sai.» stava arrossendo, mentre io sbarravo gli occhi pian piano. 
«Oh. Oh mio Dio, ora mi è crollato un mito, smettiamola, ok?» scoppiai a ridere, posandomi le mani sulle guancie, imbarazzata.
Scoppiò a ridere anche lui e la sua risata mi riempì l' anima. Era il mio migliore amico, e non potevo desiderare niente di meglio.
«Giochiamo a scacchi?» chiesi con gli occhi lucidi, per convincerlo. Lui non se lo fece ripetere due volte, e corse a prendere la scacchiera al piano di sopra.
 
«Sei un imbroglione, non puoi aver fatto scacco matto dopo diciotto mosse, ok?» urlai disperata con i pugni alzati.
Louis scoppiò a ridere di gusto, asciugandosi una lacrima che non c'era. Dimenticavo che Louis non era Zayn, e che mi batteva sempre a scacchi.
L' unico che ci riusciva, inoltre.
«È inutile che ci provi, Lith. Possiamo giocare tutta la notte, tutto il giorno, puoi spogliarti per distrarmi, ma io vincerò sempre.» si mise in equilibrio sulle gambe posteriori della sedia, sfottendomi con quel sorriso sghembo e gli occhi che luccicavano. Risi anche io, spingendo la sedia e ridendo di gusto quando cadde rovinosamente a terra.
«E tu puoi indossare una maglietta con scritto 'stuprami', buttarmi in faccia i preservativi con scritto 'Eat my baguette', leccarti le labbra, ma rimarrai sempre un imbroglione.» imitai la sua voce in falsetto, poi mi alzai, buttando per terra le pedine. Andai a grandi passi verso la cantina, per innaffiare le piante di verbena.
«Metti tu a posto, vero?» chiesi sorridendo al ragazzo ancora a terra, che rideva a crepapelle.
«Eat my baguette, devo comprarli.» urlò mentre si teneva la pancia, soffocando dalle risate. Louis Tomlinson, il ragazzo che potevi offendere, ma che rideva per una cosa stupida, pensai mentre aprivo la porta della mia scorta personale di veleno.
 
Se c'era una cosa che Louis conosceva bene di me, era che ero vendicativa. In senso buono, ma anche in senso cattivo.
Molti anni fa, gli cavai gli occhi dopo che mi aveva presa in giro davanti ad Harry perchè non sapevo giocare a scacchi, poi, quando strappò per sbaglio il mio vestito preferito, facendomi rimanere quasi in intimo, gli bruciai tutti i suoi vestiti. La cosa bella di quei dispetti era che lui si disperava i primi minuti, poi scoppiava a ridere come un idiota, facendo ridere anche me ed Harry.
Solo che, da quando Harry era morto, erano deperiti anche quei piccoli scherzi, perchè sentivo la mancanza di quella massa di capelli ricci, e rievocare i ricordi mi faceva solo male.
Andai ad indossare una delle mie magliette preferite, abbastanza scollata. Poi, presi un pò di verbena e la misi nel suo thè, che sarebe stato bevuto a breve.
Posizionai la mia tazza e la sua tazza una di fronte all' altra, e andai a sedermi, aspettandolo. Quando arrivò, sorrise sghembo, mostrando la fila di denti perfetti. 
Si sedette di fronte a me, e solo allora notò la scollatura evidente. Alzò le sopracciglia ridendo sotto i baffi.
Faceva vagare lo sguardo, perchè sapeva che il suo punto debole erano proprio le maglie scollate.
Bevve senza accorgersene, e di fretta, pur di andarsene da quella situazione imbarazzante. La verbena entrò immediatamente in circolo, facendolo urlare di dolore.
Cominciai a battere i piedi per terra, ridendo, mentre osservavo la sua faccia che da una smorfia di dolore passava alle risate.
«Sempre la solita dispettosa. Solo perchè ti ho battuta a scacchi.» trillò poggiando la testa sul tavolo. 
Tre minuti dopo, quando rialzò la testa, rise scuotendo la testa, rassegnato.
«E ora puoi anche rimettere una maglia decente. Ti ricordo che, anche se sono il tuo migliore amico, sono un maschio.» 
rovesciò il contenuto della tazza nel lavandino, poi andò in camera sua, rimanendoci per gran parte del pomeriggio.




UATTAFFACCH. I'M BACK.
Ok, lo so che non vi sono mancata, ma vi perdono.
Premetto, sono state tre settimane fantastiche, ma mi è mancato tanto scrivere.
E ora devo riprendere un pò la storia, capira cosa devo far succedere.
Quindi questo è un capitolo di passaggio, i prossimi saranno più carini, almeno spero D:
per ora accontentatevi di questo obribio, e non dimenticatemi ç.ç 
Un grazie gigante a Ravenclaw, che mi ha dedicato un capitolo della sua ff e che mi segue sempre,
sei adorabile, caVa.
E ora eccovi sta bella gif. Non forgettatemi, please. ♥

P.S. Riso e CHEICIAP fa schifo, comunque. Maledetti inglesi D:




 

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Capitolo 14
*** thirteenth. I told you so. ***






I told you so.




Zayn.
Controllai nuovamente il calendario: sette giorni, e ci sarebbe stata la luna piena. Sette giorni, e avrei sentito la familiare sensazione delle ossa che cambiano forma, trasformandomi in un lupo.
Sapevo che non dovevo dare nell' occhio. Il Consiglio era vigile, specialmente da quando sapevano di Lilith e Louis. Per loro era importante l' apparire normali, e finchè i due vampiri non davano problemi, potevano vivere a Mystic Falls.
Presto se ne sarebbero andati da un' altra parte, e non potevo perdere Lilith. Non potevo perdere quell' unica occasione.
Per questo doveva venire Safaa ad aiutarmi. Da solo, non ce l' avrei fatta. Lei c'era sempre stata, anche quando avrebbe potuto mandarmi a quel paese e vivere la sua vita.
Eravamo fratelli gemelli, e questa cosa ci rendeva ancora più uniti e telepatici.
Sarebbe dovuta arrivare l' indomani, e io non vedevo l' ora di rivederla.
Inspirai profondamente, sentivo ancora il suo odore. Il bagnoschiuma al cocco, il profumo, era come se lei fosse ancora lì. Sorrisi come un ebete, ripensando a lei, al modo in cui ci siamo casualmente incontrati.
Era stata attratta da me sin da subito.
Io, un semplice lupo mannaro, ero riuscito a scaldare il suo cuore di ghiaccio dopo la morte di quell' Harry. E all' altro, Louis, non piacevo affatto, ma non me ne importava molto. Volevo Lilith, e la volevo tutta per me, almeno in questi ultimi sette giorni. Mi chiesi se per caso Lilith possa provare qualcosa per quel tipo, se abbia mai notato la specie di dipendenza che aveva sviluppato nei suoi confronti.
Era la sua àncora di salvezza, ma non se ne rendeva conto. Beh, Lilith non si rendeva conto di molte cose, vivendo per secoli sotto l' ala del suo amato.
Avevo paura, paura di innamorarmi sul serio di quella ragazza, l' unica che non avrei mai dovuto amare, per natura.
Ma i battiti che aumentavano, i sorrisi stupidi, non erano normali.
Il cellulare vibrò, e risposi senza esitazione.
«Safaa?» chiamai, un sorrisone che si faceva spazio sul mio viso.
«Fratellino adorato.» cantilenò lei.
«Solo perchè sei nata cinque minuti prima di me, non hai il diritto di definirmi fratello minore.»
Rise, sapeva quanto mi dava fastidio essere definito il più piccolo.
«Ma chi è la più Wow in famiglia? Io, naturalmente.»
«Certo, certo. Allora, come mai questa chiamata?» cominciai a spazientirmi. Sapevo che Safaa chiamava raramente, se non per le sue paranoie.
«Parto tra poco. Volevo solo assicurarmi di una cosa. Zayn, sei sicuro di quello che fai? Assolutamente sicuro?» domandò con calma, scandendo bene le parole.
«Sì Safaa, sicurissimo.» sussurrai con gli occhi chiusi. Sentii un fruscio, poi la chiamata terminò. Tipico di Safaa, interrompere bruscamente le conversazioni. 
Ma sarebbe venuta, e questo era l' importante.
 

 
Louis.
Chiamarla, o non chiamarla, questo era il problema. 
Ma volevo mettere le cose in chiaro, Claire era una brava ragazza e non meritava quello che le stavo facendo. Quando rispose, deglutii rumorosamente.
«Claire, potresti passare da me, fra poco?» chiesi titubante.
«Certo, dieci minuti e sono da te.» disse sicura di sè.
Che stupido che ero. Era normale che avrebbe accettato, l' avevo soggiogata a fare qualcunque cosa volessi senza mai fiatare. Ma quella era l' ultima volta che la usavo.
Presi una bottiglietta d' acqua, e inserii all' interno della verbena di Lilith che avevo rubato dalla sua scorta. Agitai la bottiglietta, rendendo il miscuglio omogeneo.
Volevo dire a Lilith che l' amavo, volevo smetterla di nascondermi, volevo smettere di essere solo un' ombra, un migliore amico.
Non mi bastava più. Perchè se per anni ero riuscito a nascondere il mio amore sconfinato per lei, ultimamente non ci riuscivo più.
Era quello Zyan, me lo sentivo fin dentro le ossa.
C'era qualcosa che non mi tornava, come se avessi un puzzle davanti, ma non mi accorgessi della tessera mancante. 
Mi ero cullato per trentasei anni, pensando che lei sarebbe stata solo mia, anche se in modo diverso. Ma stava cambiando, l' avvertivo.
Si stava innamorando di lui, e l' avrei persa.
Non sarebbe dovuto accadere, nè ora, nè mai. Lilith non doveva dimenticare Harry così, non con lui. Mi si sarebbe straziato il cuore.
 
 
«Ti sei mai innamorato, Louis?» chiese Harry, con lo sguardo triste ma un pò curioso.
Deglutii, poi tossicchiai, non sapendo cosa rispondere.
«Beh, sai già di Janet..» cominciai, ma lui mi interruppe alzando una mano.
«Intendo innamorato veramente. Le farfalle nello stomaco, la gelosia, la voglia di urlarle 'ti amo', ma la paura che lei possa scappare. Amare in silenzio, intendo. Ti è mai successo?»
Ci pensai qualche secondo, corrugando appena la fronte. No, l' amore della quale parlava Harry non lo conoscevo. Quella per Janet era una cotta, era una cosa un pò più.. fisica.
«No. Ma scommetto che questo amore della quale parli non è felice. Cosa è successo, amico?»
Harry espirò profondamente, chiudendo gli occhi. Erano un paio di giorni che era triste, un pò scontroso, e non aveva voluto dirmi perchè.
«Ha dei capelli bellissimi. Sono neri come la notte e ondulati. E i suoi occhi, così verdi e così simili ai miei. Me ne sono innamorato, Louis, senza neanche rendermene conto. Ma non posso farmi avanti, capisci? Lei è così bella, così pura, e io sono un mostro. E mi odio.» disse soppesando le parole.
«Ti odi? Cosa vuol dire?»
«Che non una volta ho desiderato farla mia, se sai cosa intendo. Mi sento un ragazzino.» rise appena, passandosi una mano fra i capelli scompigliati. Risi anche io, Harry era sempre stato un gentiluomo.
«Ecco cosa affligge il cuore del nostro Harry, allora. Impulsi maschili verso una giovane donzella. E dimmi, come si chiama?» domandai curioso, gli occhi che brillavano.
«È mia, non farti venire strane idee.» scoppiò a ridere, conoscendo l' amore spropositato che avevo per le donne. Ma lei non l' avrei mai trattata in quel modo, perchè era di Harry, era la sua musa.
«E comunque si chiama Lilith, credo. Ha un sorriso magnifico, vedessi come mi sorride. Cerco sempre di evitarla, però.»
Mi sorpresi di quell' affermazione, e lui se ne accorse.
«Harry, a cosa ti serve amare in silenzio? È stupido, lo sai? La ami? Diglielo! Le persone che amano in silenzio sono idiote, secondo me.» sentenziai, convinto più che mai.
Harry sbuffò divertito, poi mi diede una pacca sulla spalla. «Quando capirai cosa si prova, e ti innamorerai di una ragazza alla quale non puoi sventolare il tuo amore, io sarò lì e ti dirò: te l' avevo detto.»
Si alzò, cominciando a camminare. In quell' istante, pensai solo che non mi sarei mai innamorato in quel modo assurdo.
Che imbecille che ero stato. Era bastato l' arrivo di Lilith per scombussolarmi l' esistenza. Capii che Harry aveva ragione, amare non è solo sventolarlo ai quattro venti.
E io ero un idiota, un perfetto idiota.
E tu non c'eri Harry, non c'eri a dirmi 'te l' avevo detto'.
 
 
Vidi Claire arrivare a passo svelto verso il portone di casa mia. Attesi che suonasse, e che Lilith aprisse la porta. Mi precipitai al piano di sotto, e potei notare la bocca quasi spalancata di Lilith, quando la vide.
Aveva notato che erano molto simili, ma non le avrei dato alcuna spiegazione, non ora.  
«Ehm ehm..» cominciai, facendo capire a Lilith che dovevamo rimanere soli, anche se non per fare quello che lei pensava. Mi fece l' occhiolino, poi prese il cellulare e la borsa, chiudendosi la porta alle spalle.
«Ciao Louis.» sorrise, e sapevo che di quel sorriso mi sarei potuto innamorare, se non fosse stato per il fatto che sarebbe stata Lilith, la causa di un probabile innamoramento verso Claire.
«Vieni con me. È ora di mettere fine a questa storia.» la vidi rabbrividire, poi mi seguì senza proferire parola.
Arrivati in camera, le porsi la bottiglietta di acqua e verbena. Lei la osservò stranita, poi piantò i suoi occhi nei miei.
«Vuoi uccidermi, Louis?» vidi i suoi occhi diventare lucidi. Avrei voluto abbracciarla, ma lei non se lo meritava. Io non meritavo neanche il suo rispetto.
«No, Claire. Quella è verbena. Così non potrò più soggiogarti. Mi dispiace per tutto, tu hai ragione. Devo smetterla di fare il codardo.»
Rise appena, abbracciandomi un' ultima volta. Non le avevo mai ordinato di perdonarmi, ma lei l' aveva fatto lo stesso. Si avviò verso la porta, ma prima di chiuderla si fermò a guardarmi.
«Te l' avevo detto io, che era l' ora di fare l' uomo. Chiunque sia il tuo avversario, Louis, non l' amerà mai come potresti amarla tu. E l' ho capito, anche se mi dispiace non essere Lilith.»
Chiuse la porta, e se ne andò. Nella mia testa mi rimbombavano le prime parole che mi aveva sussurrato.
Te l' avevo detto.
 
 
 
Lilith.
Che quella ragazza mi somigliasse in modo impressionante, era ovvio. Quindi era lei la ragazza che aveva mandato quell' email a Louis. Risi fra me e me, sorseggiando un thè al Mystic Grill.
La cosa che mi incupiva di più, però, era la strana sensazione che avevo provato quando Louis mi aveva fatto capire che dovevo andarmene.
A lui non era mai importato fare sesso con una ragazza se nella stanza accanto potevo esserci io. Perchè aveva insistito per farmi andare via? 
Forse si stava innamorando di lei, o dovevano semplicemente parlare. Non sembrava molto felice di vederla, ma era come se avvertisse un disperato bisogno di stare insieme a lei, in quel momento.
Sapevo soltanto che mi ero soffermata troppo sui suoi occhi, cercando di capire cosa cappero stesse provando in quel momento.
Louis era un libro aperto, mi erano bastati due minuti per capire che guardava Dora l' Esploratrice in streaming, quando sgattaiolava nella sua stanza, rifiutando le visite delle sue amichette.
Ma quello che riusciva a capirlo di più, in assoluto, era Harry. Lui era capace di prevedere le sue mosse, le sue parole, i suoi sentimenti.
 
 
«Vi presento Lea, la mia ragazza.» esordì Louis, presentandoci una ragazza dai capelli neri e gli occhi scuri. Aveva un visino carino, ma si capiva subito che era una ragazza acida e scontrosa.
Esultai, felice che finalmente avesse trovato l' amore. Harry, invece, lo guardò con sguardo indagatore, serio.
«La amo.» aggiunse poi, per convincere più se stesso che noi.
«Bugiardo, tu non ami lei.» disse Harry indicandola e sorridendo appena. Lea non poteva credere alle proprie orecchie, stava per dire qualcosa di offensivo, quando Louis le ordinò di stare in silenzio, soggiogandola.
«Invece la amo, Harry.» continuò il ragazzo dagli occhi blu, leggermente nervoso.
«Tempo due giorni e la lascerai. Tu non ami lei.» rise, poi si alzò, dando una leggera pacca sulla spalla a Louis.
«Vieni, laciamo soli i piccioncini.» sussurrò poi al mio orecchio, prendendomi per mano. Risi, poi ci allontanammo, mentre lasciavamo Louis in balia di quella ragazza.
Due giorni dopo, Louis ci tenne il broncio per tutta la giornata. Harry aveva indovinato.
 
 
Sorrisi a quel ricordo, Harry le azzeccava tutte. Era un vero genio, e sarebbe potuto diventare uno psicologo, o un agente di polizia. 
A volte costringeva gli assassini a dichiarare le loro malefatte, riuscendo a risolvere casi di omicidi che altrimenti sarebbero rimasti irrisolti.
«È straziante perdere qualcuno e non conoscere perchè e chi l' ha fatto.» mi disse, quando gli chiesi perchè facesse quelle cose.
Aveva ragione, era straziante. Ma la mia scelta di non conoscere il nome del suo assassino, era stata quella più saggia, suppongo.
Pagai il thè, poi uscii a comprare un pacco di sigarette. Quando mi accomodai vicino ad una tomba del cimitero, cominciai a fumare, desiderando di perdermi nei ricordi.




SCIAO BELE.
Ed eccomi con un nuovo capitolo, vi gusta? 
C'è anche Harry, puccio ** E ci sarà anche nel prossimo, yeah!
Tell me, vi piace come sta andando la storia?
Io penso che altri sette, otto capitoli e DOVREBBE concludersi, non ne sono sicura haha :3
Ma boh, io vi amo, yeah! Grazie per le recensioni, siete sempre gentilissime. ♥
Ho scritto una nuova OS, se volete leggerla *-* 
CLICCAMI TUTTO.
E boh, passate anche da Ravenclaw_ che scrive FF bellissime. ♥
Vi lascio con queste gif :3 Al prossimo capitolo!
Ah, Claire è Selena Gomez xD con gli occhi più verdi, però ù.ù

 

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Capitolo 15
*** fourteenth. Right before everything went black. ***


 



Right before everything went black,
 

you wanna know the very last thing that entered my mind? You.



 
Lilith.
«Cosa succede a Louis? Sono due giorni che è depresso.» sussurrai a Harry, indicando Louis con lo sguardo, che sedeva scomposto sul divano, sospirando di tanto in tanto.
Era da un po' che era sempre sovrappensiero, triste. Non era dovuto a Lea, lo sapevamo. Era stato così felice di liberarsene.
Harry rise silenziosamente, osservando l' amico che ora si imbronciava, poi sbuffava, poi corrugava la fronte. 
«Non saprei, ma credo stia litigando con se stesso, in questo momento.»
Prese un bicchiere e lo riempì d' acqua. Poi si avvicinò all' amico, che sembrava non aver notato la sua presenza. Rovesciò il contenuto del bicchiere su Louis, che si alzò di scatto, confuso.
«Cosa combini, Harry? Ma dico, hai la cenere al posto del cervello, in quella testa riccia?» trillò come una bambina.
Scoppiai a ridere involontariamente a quel paragone, e sentii ridere anche lui. Harry si limitava a sorridere compiaciuto, scosse la testa e diede un ceffone alla nuca del ragazzo.
«Sembravi sul punto di suicidarti. Cosa ti succede?» domandò poi, la curiosità che si faceva largo sul suo viso. 
Louis sembrò pensarci su, poi esclamò, convinto più che mai «sono indeciso: ragazza mora o bionda, stasera?»
Misi le mani sulla pancia a causa del dolore causato dalle risate. Sempre il solito Louis, pensai ridendo. Harry rise insieme a me, tenendosi al tavolo.
«Voglio vedere se hai il coraggio di portarti a letto Miss Horben.» esultai ad un tratto, e le risate si spensero. Mi guardarono con una faccia inorridita, e scoppiai a ridere ancora di più.
«Ma quella ha cinquant anni!» piagnucolò Louis, battendo un piede a terra.
«Qualcuno ha paura...» sospirai, fingendomi dispiaciuta. Lui sbuffò, poi uscì a grandi passi dalla porta, chiudendosela alle spalle.
 
Sentii qualcuno che mi separava dalle braccia di Harry. Aprii gli occhi, trovandomi Louis furioso, di fronte al letto.
«Tu. Lo sai che per smaltire questo trauma mi ci vorranno anni? E che probabilmente il mio amico quaggiù ha pensato al suicido molte volte?» enfatizzò, puntandomi un dito contro.
Lo guardai con gli occhi spalancati, non riuscendo a credere che davvero fosse riuscito a vincere quella specie di scommessa. Cercai invano di trattenere una risata, e sentii ridere sommessamente anche Harry, che sembrava ancora addormentato.
«E non prendetevi gioco di me, ok? Quella donna è vecchia, ma voleva smontarmi, sul serio!» piagnucolò, buttandosi sul letto. Si accoccolò a Harry, facendomi la linguaccia.
«Puoi darglierla quanto ti pare, tanto lui amerà sempre me.» mi prese in giro, poi scoppiò a ridere. Una risata bellissima. Harry gli diede un pugno nello stomaco, scherzando.
«Spiegami perchè non ti ho ancora ficcato un paletto nel cuore, Louis.» rise e aprì gli occhi.
«Perchè mi ami.» urlò Louis, stritolandolo in un abbraccio.
 
Risi quando ripensai a quei momenti. Avevo finito la prima sigaretta. Ne iniziai immediatamente un' altra e richiusi gli occhi.
Quei ricordi mi facevano sentire così bene.
 
«Dov è Harry?» domandai al ragazzo che sorseggiava il suo nettare dal collo di una ragazza che aveva l' aspetto annoiato.
«Oh, l' ho visto uscire con una ragazza poco fa..» rispose facendo il vago. Strabuzzai gli occhi, non credendo alle mie orecchie. Louis rise, guardandomi con occhi vivaci.
«Scherzo. Se ti stesse tradendo, non sarei qui. Probabilmente cercherei un modo atroce per ucciderlo.» mi fece l' occhiolino, poi guardò il collo della ragazza, insoddisfatto.
«Il tuo sangue fa schifo, Lilith. Vai via.» la spinse appena per farla rialzare. Sorrisi curiosa, Louis era un tipo così particolare.
«Lilith? Si chiama come me?» 
«Sì, è stato un caso, a dire la verità. Comunque Harry sta organizzando una cosa romantica per il vostro ennesimo anniversario, ma mi ha chiesto di mantenere il segreto.» 
Cominciai a saltellare sul posto, contentissima. Harry sapeva essere così romantico. Lo era sempre stato, a dire il vero.
Louis si alzò, venendo verso di me con un sorriso sornione. 
Quando mi fu di fronte, mi tirò una ciocca di capelli, divertendosi a vedere la mia faccia annoiata. Mise una mano sulla mia schiena, avvicinandomi a lui. Mi stampò un sonoro bacio sulla fronte, prima di allontanarsi a grandi passi da quella casa. Prima di scomparire del tutto, però, si girò a guardarmi con sguardo malizioso.
«Divertitevi, tu ed Hazza.» mi fece l' occhiolino, e capii subito dove voleva andare a parare. Arrossii, e misi una mano sulla guancia, che sembrava andare a fuoco.
 
 
Zayn mi chiamò, e sentii un sorriso allargarsi sul mio volto. Non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo. Sapevo solo che lui mi piaceva, da impazzire. 
Non ebbi il tempo di dire la parola 'Pronto', che lui parlò, con la sua voce un pò roca e sensuale.
«Guardiamo un film insieme, stasera?» chiese sprizzando felicità da tutti i pori.
«Certo, perchè no? Da me alle nove e trenta. Affitta un film sdolcinato.» ordinai prima di chiudere la chiamata.
«Naturalmente, mia Regina.» scoppiò a ridere, beffeggiandomi. Sbuffai, ma non potei non sorridere. Mi alzai dalla lapide, e mi guardai intorno. I cimiteri, sapevano essere posti inquietanti, ma tranquilli.
Speravo solo che Louis avesse finito con la ragazza, non volevo cacciarlo di casa a calci. Volevo la compagnia di Zayn, sentire la sua risata, le sue labbra sulle mie.
Non c'era altra spiegazione, me ne stavo innamorando.
Come facevo a spiegarmi i brividi, le farfalle nello stomaco? No, Zayn non era Harry, ma io sentivo uno strano legame, con quel licantropo.
Amavo il modo in cui mi abbracciava. Amavo la sua risata, sempre così cristallina e sincera. Amavo i suoi occhi, scuri come la notte. Amavo la sua strafottenza, che era solo una maschera.
Era così diverso da Harry, e me ne sorpresi. Ero convinta che non sarei mai riuscita ad amare nessuno, se non Harold Edward Styles. E invece ero lì, a sorridere con le farfalle nello stomaco, al solo pensiero che l' avrei rivisto da lì a poco.
E volevo godermi ogni momento, ogni piccolo istante. Volevo ricominciare ad amare.
Me ne andai da quel cimitero piena di speranza, con i ricordi che mi regalavano solo una dolce compagnia.
 
 
Bussai alla porta di casa mia, incerta, sperando di non aver interrotto nulla. Louis aprì, accogliendomi con un debole sorriso.
«Mi hai praticamente detto con il pensiero 'vai via'. E deduco che tu non abbia concluso nulla con questa Claire. Ora dimmi, Louis. Devo picchiarti ora, o dopo?» lo minacciai con il pugno alzato.
In realtà, non gli avrei fatto nulla. Ma mi piaceva stuzzicarlo, era più forte di me.
Lo vidi sbiancare, per poi deglutire rumorosamente. Tenne lo sguardo basso e mi lasciò entrare. Subito dopo, salì la prima rampa di scale, pronto ad andare in camera sua.
«Dove vai, Lulù?» lo beffeggiai, cantilenando.
Si fermò all' improvviso, sentendo quel soprannome che odiava tanto. Si girò di scatto, apparendomi di fronte in pochi istanti. Mi spinse con forza contro il muro, bloccandomi i polsi.
Non ero un vampiro forte, io. Non lo ero mai stata. A differenza di Louis, che a volte era perfino più forte di Harry. La presa sui miei polsi era forte, e io non riuscivo a muovermi, visto che il suo corpo era praticamente incollato al mio, senza lasciarmi vie di scampo.
«Lo sai cosa ti succede se mi chiami Lulù, vero?» disse con voce sensuale, osservandomi il collo. Mi abbracciò tenendo stretti i miei polsi, costringendomi a mettere le braccia dietro la schiena.
Mi solleticò i fianchi con le braccia, e non riuscii a trattenere una risata. Quel contatto, però, riuscì a provocarmi degli strani brividi.
Cominciai ad avere il respiro affannato, ma era sicuramente dovuto al fatto che praticamente mi stava schiacciando contro il muro.
Lo guardai negli occhi, e dallo sguardo che mi rivolse, capii immediatamente le sue intenzioni. Cominciai ad agitarmi, cercando di svincolarmi dalla sua presa.
«Solletico!» urlò Louis, cominciando a pizzicarmi i fianchi. Scoppiai a ridere, accasciandomi a terra senza pietà.
Risi talmente tanto, che sentii le lacrime uscire e pizzicarmi il viso. 
Poi sentii un morso al collo, doloroso, segno che Louis aveva allungato i canini e perforato la mia carne. Gemetti dal dolore, e gli morsi un braccio. Sembravamo lottatori nel fango, stesi a terra, ma pronti a sbranarci. Dopo qualche minuto passato a ridere, lui si alzò, aggiustando la maglia e i capelli.
«Smettiamola, sembrava che stessimo facendo sesso violento sulla moquette.» Mi tese una mano per aiutarmi a tornare in piedi, ma la ritirò non appena accennai ad allungare la mia.
«Stronzo!» urlai scoppiando a ridere. Avevo ancora la ridarella per il solletico, e rimasi a terra ancora un pò, sfinita. Louis tornò in camera sua, e io tentai di alzarmi, per potermi preparare.
Nella risata e nei morsi, avevo dimenticato di dirgli che doveva lasciarmi la casa libera.
Ma l' avrebbe capito da solo, che sarebbe dovuto andare via, no?
 
 
Saltellai sul posto, nervosa. Erano le ventuno e trentatrè minuti, e Zayn era in ritardo.
Beh, tre minuti erano pochi, però non mi importava. Ero vicina alla porta, pronta ad aprirla non appena qualcuno avesse accennato a bussare.
Sentii il rumore di una macchina parcheggiare sul vialetto, e dei passi, i suoi, venire verso la porta. Mi trattenni dallo spalancarla, e attesi che bussasse.
Lo abbracciai non appena mi mostrò il dvd con un sorriso a trentadue denti, e lo invitai ad entrare. Osservai curiosa la custodia del DVD, cercando di leggerne il nome.
In quello stesso momento, scese Louis, che si bloccò sull' ultimo gradino, non appena vide Zayn. La mano, poggiata sul corrimano, si strinse a pugno. Zayn, invece, lo guardò con un ghigno beffardo.
«Ciao, Louis.» lo salutò, probabilmente per farlo arrabbiare. In pochi istanti, lo sguardo di Louis diventò dal furioso, al rilassato.
Salutò Zayn come se fosse un vecchio amico, poi notò la custodia del DVD.
«Che film guardiamo?» trillò strappando dalle mani di Zayn il dvd. Il lupo rimase alquanto sconvolto da quell' improvvisa confidenza, ma non disse nulla.
«Dear John. Sì, dicono che è bello. Guardiamolo!» si aprì in un sorriso sornione, poi corse a mettere il DVD nel lettore. Mi sedetti titubante sul divano, e cercai di dire a Louis, anche se con lo sguardo, che doveva andarsene. Ma lui sembrò non capire, e tanto per peggiorare la situazione, si sedette fra me e Zayn. Trafficò con il telecomando, facendo partire il film che si prospettava romantico.
Ma furono le prime frasi di John, il protagonista, a colpirmi come un fiume in piena.
-E c'è un'altra cosa che ti voglio dire. Un attimo prima che tutto diventasse nero, vuoi sapere l'ultima cosa a cui ho pensato? 
A te.
Notai che Louis mi guardava con la coda dell' occhio, un pò impaurito. Zayn tossicchiò, in imbarazzo.
E io, beh, io mi persi in quelle parole, come in un uragano, e non potei non pensare ad Harry.




SCIAO BELE.
Allora, questo capitolo mi garba. Ma solo la parte dove Louis e Lilith si fanno il solletico hehe.
E per quanto riguarda Zayn? Minchia, hai azzeccato proprio il film, eh?
Ciooè, lei cerca di azzerare i sensi di colpa per quanto riguarda Harreh, e tu affitti un film dove c'è una frase che sembra che Harreh le abbia dedicato?
Cioè, proprio vuoi che non te la dia più ù.ù
pff, comunque, io mi sento una cacca. Dovrei aggiornare più spesso, e invece il mio cervello lavora su altre due ff haha (non sono pubblicate, ma lo farò presto, promesso!)
Recensite, perchè vi amo, peipi!
Ah, vi piace il nuovo banner? **

 

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Capitolo 16
*** fifteenth. I tried to kiss you. ***







I tried to kiss you.




Louis.

Schifosissimo lupo. Maledetto, straluridissimo licantropo.
Avevo sentito parlare di quel film, ma non sapevo di quella frase.
Vidi Lilith alzarsi, tremante e con gli occhi lucidi. Conoscevo troppo bene quello sguardo per stare tranquillo. Quegli occhi che si riempivano di getto di ricordi e dolore.
E io non volevo che la mia Lilith soffrisse, lei non se lo meritava. Perché era fatta così: un minuto prima sprizzava gioia da tutti i pori, e quello dopo cadeva in ginocchio, in lacrime. Io e Zyan ci alzammo nello stesso momento, per aiutarla. Ma lei scansò entrambi, furiosa e con lo sguardo rivolto verso il pavimento.
Guardami negli occhi, guardami e cerca di capire che ti amo!,avrei voluto urlarle. Respirò profondamente, sperando di calmarsi.
«Lilith, non ne avevo idea, davvero.» cominciò quell’ idiota, ma Lilith lo bloccò prima che potesse continuare.
«Non scusarti. Scusami tu, invece. È che mi sento così male, alcune volte.» sussurrò con la testa fra le mani. Avrei voluto abbracciarla, se non fosse stato per le parole di Zyan.
«È solo un film, non pensi di esagerare un po’?» disse con nonchalance.
Furono quelle parole, a scatenare l’ ira di Lilith.
Alzò la testa di scatto, e notai subito i suoi occhi diventare sempre più scuri, le vene degli occhi diventare più pronunciate.
Stava spegnendo le emozioni, e questo non era buon segno. Ringhiò, per poi cominciare ad urlare.
«Esagerare un po’, Zayn? ESAGERARE UN PO’? Ma cosa ne sai tu, Zayn. Tu non c’eri quando hanno ficcato un paletto nel cuore del ragazzo che amavo, di fronte a me.
Tu non c’eri quando l’ angoscia era l’ unica compagnia che avevo. Tu non c’eri nemmeno nelle infinite volte in cui ho tentato di sfilarmi l’ anello in pieno giorno, pur di morire.
Tu non sai cosa ho passato io, non ne hai idea. E sentire quella maledetta frase, mi fa stare male, e sai perché? Perché io credo che Harry abbia pensato a me, prima che tutto diventasse nero.» urlò disperata, le lacrime che scorrevano veloci.
Zayn rimase immobile, non mosse un muscolo per tutto il tempo. Era teso, nervoso, e forse un po’ dispiaciuto.
Ma Lilith aveva ragione, lui non c’era. Lui non poteva capire.
Non so a cosa stessi pensando il quel momento, fatto sta che presi Zyan, anzi, Zayn, per un braccio, trascinandolo fuori prima che la situazione degenerasse.
Lui si lasciò accompagnare senza dire una parola, troppo scosso dalla reazione di lei.
«Mi sento un idiota. Dovevamo solo passare una bella serata.» si sfogò non appena uscì fuori. Dalla rabbia, diede un pugno al muro, e la mano cominciò a sanguinare.
Cercai di trattenermi, avevo sete. Pochi istanti, e la ferita di rimarginò, lasciando solo qualche scia di sangue sulla sua mano.
«Domani starà meglio.» dissi solamente, incapace di sussurrare altro. Ci guardammo negli occhi per un breve istante, e mi sentii terribilmente protettivo nei confronti di Lilith.
Annuì, poi andò via sulla sua auto, accelerando come se dovesse fuggire da quella casa.
 
Quando tornai dentro, mi limitai a rimettere il DVD nella sua custodia, per poi nasconderlo agli occhi di Lilith, che era andata in camera sua.
Preparai del thè alla fragola, che a lei piaceva tanto, e salii in camera sua il più silenziosamente possibile.
Era tutto buio, ma entrai comunque, chiudendomi la porta alle spalle. Mi avvicinai piano al letto, trovandola rannicchiata come uno scoiattolo.
Era così dannatamente bella, e odiavo vederla soffrire così. Poggiai la tazza sul comodino, per poi stendermi sul letto, accanto a lei.
Avrei voluto fermare il tempo, rimanere così per sempre.
Poggiai una mano sulla sua spalla, per farle capire che io ero lì, e non me ne sarei mai andato.
 
 
 
Mi intrufolai in camera sua, quella mattina, senza neanche sapere bene perché.
Sapevo solo che era bella anche quando dormiva, con i capelli spettinati che cadevano scomposti sul cuscino, gli occhi chiusi, la testa persa nei sogni.

Era il periodo in cui cominciai ad innamorarmene, senza rendermene conto.
Conoscevo Lilith da pochi anni, ma c’era qualcosa che ultimamente mi spingeva a volerla più vicino, a desiderarla, in qualche modo.
La luce filtrava appena, era ancora l’ alba, e Harry era andato a nutrirsi. Mi avvicinai il più silenziosamente possibile al letto, e mi inginocchiai, per poter avere il suo candido viso di fronte al mio. Dormiva beatamente, e mi incantai ad osservare i lineamenti perfetti del suo viso.
Mi immaginai, per un istante, le sue labbra sulle mie, e il mio cuore cominciò a pulsare all’ impazzata, senza darmi tregua.
Deglutii, per poi avvicinarmi a lei pian piano, fino a trovarmi a pochi centimetri dalle sue labbra.
Smisi di respirare, non ricordavo più come si facesse. Socchiusi gli occhi, avvicinandomi ancora.

Fu il rumore di una porta che si chiudeva, a risvegliarmi. Scattai in piedi, uscendo da quella camera in pochi attimi.
Trovai Harry, che mi rivolse un sorriso sincero e una pacca sulla spalla.
In quel momento, mi sentii uno schifo totale.
Non solo stavo per baciare la sua ragazza, ma me ne stavo anche innamorando, pregando ogni istante che lei se ne accorgesse, e scegliesse me.

 
 
 
Quando aprì finalmente gli occhi, li vidi scuri, vuoti, senza nessuna emozione. La guardai con sguardo supplichevole.
«Non spegnere le emozioni, Lith. Non serve a nulla.» sussurrai con calma, scandendo le parole e stringendo appena la presa sulla sua spalla.
Il mio cuore cominciò a battere all’ impazzata, e riuscii ad ascoltare un altro cuore, in quella stanza, che faticava a tenere un ritmo regolare.
Quando capii che si trattava del suo battito, un filo di speranza mi illuminò la serata. Mi alzai per prenderle il thè, e osservai Lilith berlo in pochi sorsi.
Ringraziò con un debole sorriso, e mi alzai per andarmene.
«Potresti rimanere, almeno per stanotte?» chiese con la voce spezzata.
Mi bloccai sul posto, la tazza stretta ancora fra le mani. Tentai invano di biascicare qualcosa, ma avevo perso l’ uso della parola.
Mi limitai a sorriderle nel buio, sapendo che mi avrebbe visto. Dopodiché, andai ad accoccolarmi accanto a lei, abbracciandola forte.
«Ti voglio bene, Louis.» sussurrò al mio orecchio, dopo un po’ di tempo.
Avrei voluto dirle che io l’ amavo, ma mi limitai a stringerla più forte a me.
 
 
Sentii qualcosa solleticarmi il naso, e aprii piano gli occhi. Trovai il viso di Lilith a pochi millimetri dal mio, ma non mi spostai minimamente da quella posizione.
Lilith dormiva beata, respirando profondamente. Avvertii l’ odore di mandorle del suo shampoo, e sorrisi quando avvertii le sue braccia avvolgermi.
Era una sensazione così bella, così pura. Quindi era questo, quello che provava Harry ogni mattina, svegliandosi al suo fianco. Una sensazione perfettamente meravigliosa.
Tracciai il contorno delle sue labbra con lo sguardo, per poi avvicinarmi impercettibilmente. Ora le mie labbra sfioravano appena le sue, e sarei andato avanti, se non fosse stato per il suo telefono che squillò. Mi allontanai appena in tempo, quando vidi Lilith stropicciarsi gli occhi, ancora assonnata.
Le lasciai un bacio sulla fronte, poi scesi a preparare la colazione.
Quando mi raggiunse, notai che era ancora un po’ triste, ma stava meglio.
«Era Zayn. Mi ha chiesto scusa per ieri sera.» iniziò a dire, e io annuii, un po’ felice per lei, cercando di nascondere la gelosia.
«Credo di essere innamorata di lui, Louis.» disse tutto d’un fiato, e io mi sentii mancare, per un attimo.
Speravo che quel giorno non arrivasse mai, e invece eccolo lì, prepotente.
Sapevo che prima o poi sarebbe successo, solo non con un altro. Volevo essere io, il ragazzo che amava.
E invece ero ancora uno stupido migliore amico.
E me l’ ero lasciata sfuggire ancora una volta, come un idiota.
«Non devi avere paura dei tuoi sentimenti, Lilith. Harry vorrebbe solo che vivessi la tua eternità al meglio.» riuscii a biascicare, sperando che non notasse il nervosismo nella mia voce. Mi abbracciò forte, e vidi i suoi occhi riempirsi di nuovo di emozioni.
«Vado da lui, voglio chiarire una volta per tutte. E grazie per avermi fatto compagnia.» aggiunse urlando, mentre scompariva dalla cucina, e dai miei occhi.




SCIAO BELE.
Innanzitutto, voglio ringraziare le ragazze che recensiscono ogni capitolo, e quelle che mi lovvano in silenzio (?)
Siete splendide, senza di voi questa storia non continuerebbe, lo sapete?
Mi scuso se non aggiorno più così spesso, ma la scuoal ruba tempo e voglia.
Siete davvero delle persone meravigliose, e spero di ritrovarvi anche in altre storie che ho intenzione di scrivere
(ebbene sì, morirete di noia appresso a me haha)
Sono un po depry (?) perchè ho appena visto la 4x02 di TVD ç_ç e ho pianto all' ultima scena. Dalaric ♥
Credo che nel prossimo capitolo ci sarà una sorpresina, ma non voglio spoilerare nulla haha
Vi amo da impaCCire.
Vostra ele.

Ah, e passate tutti a leggere  Back to Neverland , che è una storia fantastica, scritta da una mia friendy ù_ù


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Capitolo 17
*** sixteenth. I'm wide awake. ***








I'm wide awake.


 

Ehm, in questo capitolo, la parte in corsivo può essere un po'.. 'che schifoooo'
Quindi, se proprio non vi va, non leggetela xD
Ma so che voi siete coraggiose. ♥




Lilith.

«Avanti, Lilith. Non può essere così difficile, no? Hai un carattere orribile, ma sai anche essere estremamente dolce. È facile. Basta dire ‘sono fottutamente innamorata di te.’» continuai a ripetermi mentre, con passo fin troppo lento, mi avviavo verso la casa di Zayn.
Non sapevo cosa mi avesse spinto, in quel momento, a dirigermi verso casa sua e a sussurrargli che, in qualche strano modo, fosse riuscito a sciogliere quel cuore che non ne voleva più sapere di amare. Forse era la fretta di tornare a vivere liberamente, senza rimpianti.
Senza rendermene conto, il mio pensiero piombò su Louis e sulla sera precedente.
Era stato l’ unico, in grado di calmarmi. L’ unico che fosse riuscito a mettermi in riga, sempre. Anche quando avrebbe potuto mandarmi a fanculo e vivere felicemente.
Sempre così premuroso, così affettuoso nei miei confronti. In molti, nel corso degli anni, avevano pensato che fra me e lui ci fosse molto di più di una semplice amicizia.
In realtà, non sapevo spiegarmi nemmeno io cosa c’era a bloccare un possibile ‘passo avanti’.
Forse erano gli anni passati a vederlo come un semplice amico, o forse era il mio rifiuto di cercare qualcosa di più.
Fatto sta, che lui c’era sempre stato, in ogni istante. Anche quando meritavo di essere lasciata sola, lui era lì.
 
 
 
Sentii il dolore sparire in un attimo, e poi nulla.
Nessuna emozione.
Mi sentii immediatamente nuova, diversa, pronta a distruggere il mondo, se fosse stato necessario.
Era la magnifica sensazione che avevo rinnegato, ma alla quale aspiravo, da quando Harry non c’era più.
Sapevo che in fondo stavo sbagliando, ma era più forte di me. Volevo dimenticare, volevo svagarmi senza il peso delle conseguenze addosso.
Camminai a passo lento verso la coppia che si scambiava effusioni al riparo da occhi indiscreti, mentre un ghigno malvagio si dipingeva sul mio volto.
Il ragazzo aveva capelli ricci, biondi. Senza pensarci due volte, presi la ragazza per un braccio, scaraventandola lontano.
Svenne momentaneamente, ma sapevo che si sarebbe svegliata in pochi secondo. Aspettavo solo lei.

Vidi gli occhi del ragazzo riempirsi di terrore, ma non me ne curai. Volevo ucciderlo, volevo punirlo.
Punirlo perché lui aveva ancora la persona amata accanto, a differenza mia.
«Dicono che la morte sia qualcosa di incredibilmente paradisiaco.» dissi in un sussurro, mentre il ragazzo boccheggiava, in cerca di aiuto.
Osservai a lungo il suo petto, avvertivo il battito accelerare sempre di più. La ragazza stava riprendendo conoscenza, e capii che era giunto il momento perfetto.
Bloccai il ragazzo al muro, poi, con un gesto secco, affondai la mia mano destra nel suo petto, trapassandolo. Sentii il muscolo pulsante, lo afferrai, tirandolo fuori con forza.
Il corpo del ragazzo cadde a terra, senza vita, mentre il suo cuore, nella mia mano, esalava l’ ultimo battito.
La mano sporca di sangue, le goccioline rosse che cominciarono ad accarezzarmi il braccio.
Poi fu il turno della ragazza.
Mi guardava con gli occhi colmi di lacrime, mentre faceva guizzare il suo sguardo da me al suo ragazzo.
Gettai il cuore del giovane accanto a lei, per poi tirarla su, acchiappandola per i capelli.
«Credo di avere sete.» dissi, per poi azzannare il suo polso, ferendolo senza alcun rimorso, squarciandone i tessuti.
Si trattenne dall’ urlare, aveva capito che la sua ora era ormai vicina. Bevvi ogni singola goccia presente nelle sue vene, fin quando le forze non l’ abbandonarono.
Sorrisi involontariamente, le labbra e le mani erano sporche di sangue, così come i vestiti.
Avvertii il familiare rumore dei passi, e mi acquattai dietro un albero secolare lì vicino.
Il rumore cessò, ma potei chiaramente sentire un sospiro, probabilmente dovuto alla vista dei due cadaveri.
«Lilith, ma cosa fai?»
Era una voce familiare, la sua voce.Uscii allo scoperto, ritrovandomi Louis di fronte, che mi guardava spaventato, e un po’ deluso.
Scoppiai a ridere, per poi stappare una bottiglia di Rum rubata poco prima nella locanda del paesino. Cominciai a bere davanti a lui, tutto d’ un sorso, e mi sentii tremendamente bene.
«Cosa c’è? Non ci vedi? Mi diverto.» sussurrai acidamente, guardandolo male.
Si avvicinò in pochi instanti, scrollandomi violentemente per le spalle.
«Hai spento le emozioni, Lilith?» domandò con rabbia, e notai i suoi occhi diventare leggermente lucidi.
Mi limitai ad alzare un sopracciglio, disinteressata.
«Non otterrai nulla così, diamine. Torna in te, non posso vederti in questo stato!»
Diede un pugno al tronco dell’ albero, rassegnato. Notai una lacrima cadere dai suoi occhi, bagnando l’ erba.
Fu in quel preciso istante, che tutto il dolore tornò a galla, affogandomi completamente. Le emozioni riemersero, affollandomi la mente.
Sussultai alla vista di un’ altra lacrima di Louis.
 
Spensi molte volte, le mie emozioni. Avevo commesso tanti errori. Ma lui c’era, e non se ne era mai andato.
 
 
 
Era giunto il momento di diventare indipendente, di togliere a Louis il peso di una ragazza troppo distrutta per vivere davvero.
Chi lo sa, magari avrebbe conosciuto una ragazza, se ne sarebbe innamorato, e avrebbe provato ciò che io ed Harry avevamo vissuto per tanti anni.
Anche se non gli auguravo il nostro finale.
Volevo che Louis trovasse una ragazza giocosa, dolce, sensibile. Una ragazza che sapesse amarlo, perché lui era una persona che meritava di essere amata.
Mi posizionai di fronte alla porta di Zayn, e bussai piano.
Quando mi aprì, si stava stropicciando gli occhi, ancora assonnato. Mi riconobbe, e sorrise dolcemente, spostandosi per invitarmi ad entrare.
Quando mi accomodai sulla sedia che mi porse, presi fiato, cominciando a parlare.
«Ok, so che forse sembrerò una pazza, ma io voglio dirtelo lo stesso. Sono una ragazza lunatica, forse è per questo che ti piaccio. Sai, lunatica, luna, tu sei un lupo… Ok, questa era orrenda, è colpa del nervosismo, scusami.» sorrise alla mia battuta squallida, e cercai in tutti i modi di continuare senza sprofondare dalla vergogna.
«Voglio solo dirti che, per qualche strano motivo, tu sei stato il primo capace di farmi battere il cuore dopo Harry. Pensavo che avrei passato l’ esistenza a piangermi addosso, e effettivamente a volte lo faccio ancora. Sono venuta qui perché volevo dirti che mi sto innamorando di te, Zayn, e mi dispiace sbagliare sempre. Vorrei essere una persona migliore, ma i ricordi mi assalgono e finché non saprò governarli, sarò sempre la solita depressa barra pazzoide.» chiusi gli occhi, aspettando il suono della sua risata, segno che non mi credeva, neanche un po’.
Aspettai qualche secondo, poi sentii un tocco soffice sulle labbra. Aprii gli occhi, rendendomi subito conto che Zayn mi stava baciando, senza aver bisogno delle parole.
Mi costrinse ad alzarmi, stringendomi i fianchi. Ricambiai il bacio con passione, spingendolo leggermente verso il tavolo, mentre con le mani giocavo con i suoi capelli.
«Anche io mi sto innamorando di te, Lilith.» sussurrò fra i baci.
Avvertii una stretta allo stomaco, e un calore umano pervadermi le guance. Un calore che non avvertivo da tanto, troppo tempo.
Sentii tutti i nodi sciogliersi, come quando riesci a ‘svegliare’ un piede addormentato.
Perché era così che mi sentivo, in quell’ istante. Perfettamente sveglia. Pronta ad affrontare il presente, perché sapevo che per il futuro, c’era tempo.
L’ avevo trovato così, per caso, perdendo ad una scommessa. Aveva visto sin da subito le mie lacrime, aveva ascoltato la mia storia senza battere ciglio.
Avevo tentato di smascherarlo con della verbena, e lui si era preso gioco di me perché era un licantropo.
Avremmo affrontato la luna piena insieme, così come avremmo affrontato insieme la sete di sangue, e i ricordi dolorosi.
Mi staccai leggermente, guardandolo negli occhi.
Una scintilla illuminò quei pozzi scuri, non stava mentendo.
Sorrisi, per poi baciarlo nuovamente, con più passione e desiderio di prima. Mi spinse piano verso il divano, accarezzandomi la schiena, ormai nuda.
Perché noi, anche se tremendamente diversi, eravamo innamorati, ed eravamo questo:
Il lupo e il vampiro.





SCIAO BELE.
Allora, spero che questo capitolo sia un pò più lunghetto, non ne ho idea xD
Più di 1300 parole, quindi boh hahahaha.
Ciooè, io vi amo alla follia, sapete?
la storia ha 152 recensioni fino ad adesso, e quindi lasciatemi dire che vi amo alla follia.
Sì, perchè è grazie a voi se ogni giorno mi dico 'devo scrivere'.
Senza di voi, sarei solo una rotta di palle che sta su fb e twitter.
Ora, dopo sta cosa smielata, volevo avvisarvi che non vi libererete di me.
Eh no.
Ho nella testolina una mini long, due long (una long è tema fantasy :3)
E tre os (una la sto già scrivendo)
Quindi non vi libererete di me hahaha :3
Ciao belle, siete adoVabili.

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Capitolo 18
*** seventeenth. I can't smile, if you don't do it. ***




 

I can't smile, if you don't do it.



 

Lilith.

Avrei dovuto essere felice.
Avrei dovuto sentirmi completa.
E allora perché, mentre baciavo Zayn, pensavo a Louis?
Perché rivivevo quei ricordi?
 
 
Infilai i guanti, presi la forbice e tagliai uno stelo della pianta, osservando alla luce del sole i piccoli fiorellini bianchi.
Sentii qualcuno aggrapparmi da dietro, stringendomi i fianchi. Poi mi diede un bacio sul collo, mordendolo successivamente con i canini troppo lunghi.
Sentii una fitta, poi più nulla. La ferita si era rimarginata in fretta.
«Hey, coglione! Ma sei impazzito?» urlai girandomi.
Louis mi guardò divertito, scrutandomi con quegli occhi azzurro cielo. Notai che indossava solo dei boxer, che mettevano in risalto il suo lato B perfetto.
«Buongiorno anche a te, Lilith.» sussurrò facendomi l' occhiolino.
 
Avvertii dei brividi familiari lungo tutto il corpo, e Zayn pensò che erano dovuti al modo in cui mi baciava il collo, famelico.
Mi sentivo come una drogata, ero nel mondo reale, ma era come se non ci fossi del tutto.
 
If I don't say this now I will surely break
As I'm leaving the one I want to take
Forgive the urgency but hurry up and wait
My heart has started to separate
 
Oh, oh,
Be my baby
Ohhhhh
Oh, oh
Be my baby
I'll look after you
 
Louis stava cantando al karaoke del Mystic Grill. Il mio cuore perse un battito, e i suoi occhi azzurri mi rapirono completamente.
 
 
Ansimai, in preda al panico. Zayn pensò che ansimassi dal piacere, e slacciò il reggiseno con un gesto secco.
Era come se il mio cervello fosse impazzito. Un secondo prima vedevo i capelli e gli occhi scuri di Zayn, quello dopo il sorriso e gli occhi di Louis.
Graffiai la schiena nuda di Zayn, inspirando profondamente.
No, decisamente c’era qualcosa che non andava.
Mi fiondai sulle labbra di Zayn, cercando la sua lingua, senza lasciargli il tempo di respirare.
Forse quella pazzia era dovuta alla sete. Sì, sicuramente era la sete di sangue che mi faceva ragionare così.
 
 
Sentii un rumore provenire dalla porta, una serratura che stava per scattare. Mi precipitai alla porta, aprendola senza indugi.
Louis era davanti a me, sano e salvo, e mi guardava con sguardo colpevole.
«Ciao Lith.» mi salutò, usando quel maledetto soprannome che non avrei voluto più sentire.
Avrei desiderato abbracciarlo, dirgli che mi era mancato e che mi aveva fatta preoccupare tantissimo.
Invece, mi limitai a dargli un ceffone in faccia con tutta la forza che avevo, facendogli girare la faccia verso destra.
Non disse nulla, si limitò ad entrare e a rimanere in piedi, come se quella non fosse anche casa sua.

«Te ne vai, e per due giorni non ti fai sentire. Non dai notizie di te, non rispondi alle chiamate. E poi torni qui, come se niente fosse!» gli ringhiai contro, cercando il suo sguardo.
Lui non osava guardarmi negli occhi, sapeva che questa volta l' aveva fatta grossa.
Non ci eravamo mai separati per così tanto tempo, e lui sapeva della mia paura di perdere anche lui.
«Scusa.» sussurrò lui, sempre evitando i miei occhi.
 
In quel ricordo cominciai a tempestarlo di pugni, ma in qualche modo, su quel divano, ne vidi una versione distorta.
Invece di prenderlo a pugni, gli alzavo il mento con l’ indice, per poi baciarlo dolcemente.
 
 
Mi alzai di scatto, scaraventando Zayn a terra. No, non potevo andare avanti così. Semplicemente non doveva.
Avevo appena detto ad un ragazzo che sono innamorata di lui, ma pensavo ad un altro?
Io e Louis, amanti? Mai, neanche per sogno. Non era semplicemente concepibile un pensiero del genere. Oh, certo, il vampiro occhi blu era a dir poco bellissimo, una persona fantastica, ma non sarebbe mai stato qualcosa di più per me.
«Hey, stai bene? Hai la faccia sconvolta.» chiese Zayn accarezzandomi la guancia premurosamente.
Annuii poco convinta, per poi sorridere e baciarlo con foga.
Era solo un momento no. Non era nulla di grave.
Trafficai con i suoi pantaloni, mentre lui rideva sotto i baffi, ricominciando da dove ci eravamo interrotti. Cominciò a muoversi frenetico, con più bramosia, e lo lasciai fare.
Mi lasciai travolgere dalle emozioni, da quel corpo sopra il mio che era bollente, ed era tutto ciò che desideravo.
Fu come se ogni cosa intorno a me perse ogni senso, e persi anche il controllo. Poggiai una mano dietro la sua nuca, attirandolo verso la mia bocca.
Allungai i canini, visibilmente eccitata. Gli morsi piano il lobo, senza ferirlo in alcun modo.
«Louis…» sussurrai al suo orecchio, come se quello fosse il suo vero nome.
«Cosa?» domandò Zayn alquanto stupito da quella reazione. Prima che riuscisse a vedermi, ritirai i canini, e cercai una scappatoia.
Avevo appena detto Louis? Deglutii rumorosamente più volte, e poi mi venne un’ idea.
«Louis. Devo avvisarlo, non sa che sono venuta qui.» dissi a mezza voce, pregando che non se ne accorgesse. Sorrise, poi mi pose il mio cellulare, aspettando che gli mandassi quel maledetto messaggio.
 
Rimango da Zayn fino a stasera.
 
Stavo impazzendo. Non c’era alcun dubbio.
Dannazione.
 
 
 

Louis.

 
Ebbi la tentazione di sbattere il telefono al muro, dopo il messaggio di Lilith.
Inspirai profondamente, e cercai di calmarmi in tutti i modi. In quel momento, la prima cosa che avrei fatto, sarebbe stata chiamare Claire per divertirmi, ma io avevo smesso di usarla. Così mi limitai a scorrere la lunga lista di numeri di ragazze che avevo, e ne chiamai tre, invitandole gentilmente a casa mia.
Quando arrivarono, un’ora dopo, non lasciai loro nemmeno il tempo di parlare, che mi catapultai sui loro colli a denti scoperti.
Dopo un po’ di tempo, andai ad accendere lo stereo, con la musica a tutto volume, che riusciva a stordirti anche l’ anima. Avevo bisogno di sfogarmi.
Non appena chiudevo gli occhi, vedevo Lilith rotolarsi sotto le lenzuola con quello Zayn, e la mia rabbia aumentava a dismisura, facendomi bere vodka e sangue fino allo sfinimento.
 Avrei finito per vomitare, lo sapevo, ma me ne importava poco. Lilith era andata avanti, solo non con me.
E io dovevo farmene una ragione.
Forse mi sarebbe bastato guardarmi intorno per davvero, cercare una ragazza che mi piaceva, almeno un po’. Dovevo dimenticare Lilith, e questa volta non con la prima puttanella che mi capitava sotto gli occhi.
Congedai le tre ragazze con poco interesse, ordinando loro di dimenticare tutto. Quando andai a farmi una doccia, diedi un pugno al muro, lasciando una piccola crepa.
 
«Quel posto è occupato.» disse una voce familiare, rivolta a me. Ero al Mystic Grill, e riconobbi quella voce prima che riuscissi a guardarlo con la coda dell’ occhio.
Sorrisi, per poi accomodarmi all’ altro sgabello, affianco a Damon Salvatore.
«Damon, da quanto tempo.» dissi al ragazzo che intanto sorrideva beffardo, contento di avermi sorpreso alla grande.
«Matt? Portami gli alcolici più forti che hai, grazie.» dissi poi al ragazzo che annuì e si mise a lavoro. Osservai di nuovo Damon, sempre così sicuro di sé e strafottente.
Lo conoscevo poco, ma non troppo poco. Sapevo che, sotto quella maschera, si nascondeva un dannato d’ amore, proprio come me.
«Come sta Elena?» mi decisi a chiedere, e notai che i suoi occhi vennero attraversati da una scintilla.
«Sta bene. Se la cava, come vampira. Anche se comincia a somigliare molto di più a Katherine.»
«E a te va più che bene.» finii al posto suo, godendomi un sorriso a trentadue denti, che nascondeva molti secondi fini.
«Oh, certo. Ma tu dimmi, sei riuscito a dire alla tua adorabile Lilith che ti faresti strappare il cuore pur di ricevere una sua carezza, o fai ancora il candelabro?» rise, e non potei non dargli ragione. Damon aveva capito sin dall’ inizio, che ciò che provavo per la mia Lith andava ben oltre l’ amicizia.
«Si è trovata un’ altro tipo.» finsi di non interessarmi alla sua vita, ma sapevo che era inutile mentire. Matt arrivò con i miei drink, e lo ringraziai con un cenno.
«Fai sul serio? E tu hai lasciato che uno qualunque se la prendesse? Lasciatelo dire amico, sei un idiota.» bevve il suo Gin tutto d’un sorso, e ne ordinò un altro.
«È difficile, e lo sai. Ma ho intenzione di dimenticarla. Ci riuscirò, vedrai.» affermai convinto, più a me stesso che a lui.
«Certo, e io diventerò un’ adorabile fatina con le ali.» il suo sarcasmo si infiltrò nella conversazione, rovinando il momento. Scoppiai a ridere, massaggiandomi gli occhi.
Ero stanco di aspettare, stanco di Zayn che si era portato via la mia ragione di vita, con uno sguardo.
«Cosa dovrei fare? Sbatterla al muro e costringerla ad amarmi?»
Damon sembrò davvero pensarci su, e lo maledissi con la mente. Oh, anche Damon aveva sempre avuto un debole per Lilith. Debole che avevo costretto a far sopprimere.
«È un inizio.»
Per qualche minuto rimanemmo in silenzio, e guardai l’ ora sul grande orologio posizionato dietro al bancone: le sette e trenta, e il sole era già calato, lasciando spazio alla luna, che non era ancora piena.
«Ma se non le fai capire chiaramente che ti piace, dubito che aprirà mai gli occhi.» si alzò, e cominciò ad incamminarsi verso la porta.
«Almeno io non le ho detto che l’ amo, per poi farle dimenticare tutto.» dissi senza voltarmi, sapevo che si era fermato, e che mi aveva perfettamente sentito.
«Solo perché un vampiro non può soggiogare un altro vampiro, Lulù.»
Sentii la sua risata, e poi una porta che sbatteva.
 
 

Lilith.

Se per andare a casa di Zayn, quella mattina, avevo fatto un passo ogni quattro secondi, in quel momento, per tornare a casa, ne facevo uno ogni venti.
Dopo un po’ di sforzi, e un po’ di sangue rubato pochi minuti prima alla banca del sangue, ero riuscita a calmarmi e a scacciare quei pensieri a dir poco assurdi.
Io e Louis? No, non era normale. Era sicuramente dovuto alle migliaia di emozioni che mi avevano travolta.
Osservavo i passanti, con le loro stupide vite umane, senza alcun pensiero. Mi chiedevo cosa vedesse la gente, quando mi osservava da lontano, chiusa nel loro piccolo mondo, all’ oscuro dell’ esistenza di vampiri e licantropi. Avvistai la familiare casa, che in quel periodo era stata mia e di Louis.
Anche solo pensare a quel nome, mi provocava un tonfo al cuore.
Arrivata alla soglia, presi un respiro profondo e bussai. Avevo le chiavi che tintinnavano nella borsa, ma volevo vedere lui che con un sorriso mi faceva entrare.
E mi aprì pochi istanti dopo, solo che quel sorriso non lo vidi.
Era piuttosto triste, tormentato, oserei dire.
«Hey Lith.» mi fece spazio, permettendomi di entrare. Cercai di abbozzare un sorriso, ma non ci riuscii.
E lo notai solo in quel momento.
Quando Louis non sorrideva, non ci riuscivo neanche io.


-Da qui in poi, vi consiglio di mettere a ripetizione DNA delle Little Mix, da un effetto 'diverso' alla lettura. YEAH.-


Non aggiunse altro, se ne tornò in camera sua, e io lo seguii a ruota, come un magnete va verso la sua calamita, senza una seconda scelta.
Si sedette alla scrivania, osservando lo schermo del computer. In quel momento notò la mia presenza, e puntò i suoi occhi azzurri nei miei. Avvertii il cuore accelerare i battiti, e sperai che non se ne accorgesse.
«Cosa guardi? Non dirmi che guardi un porno.» cercai di ironizzare con una risatina nervosa, del tutto innaturale. Corrugò la fronte, se ne era accorto, di quella mia insicurezza.
«Tranquilla, stavo guardando Dora l’ Esploratrice.» sorrise divertito, e scoppiai a ridere come una pazza, cercando di non far vedere l’ improvviso rossore sulle guance, e il cuore che continuava ad accelerare.
Anche se, in un certo senso, un ragazzo bello come lui, che guarda un cartone animato tanto schifoso…
«Smettila di sfottermi! Vieni, guarda qualche minuto insieme a me.» sbattè le mani sulle sue cosce, invitandomi a sedermi su di lui.
Cercai di dimostrarmi naturale, così mi precipitai su di lui, facendogli un po’ male a causa del 'tuffo'.
«Bene, guardiamo questo cartone animato pieno di suspense!» trillai con un po’ troppo entusiasmo.
Mi sedetti di lato, in modo da avere il computer alla mia sinistra, e Louis alla mia destra. Lo sentii ridere, per poi avvolgermi con le sue braccia, facendomi sentire subito a casa.
Mi diede un bacio sulla guancia, e riuscii quasi ad avvertire una farfalla solitaria che vagava per il mio stomaco.
Non rideva, né parlava più, né tantomeno aveva cercato l’ episodio da vedere, così mi voltai a guardarlo, ritrovandomi con il viso completamente rivolto verso di lui.
Aveva la testa bassa, ma i suoi occhi guardavano me. Alzò leggermente il capo solo per potermi osservare meglio e quello sguardo, non era uno sguardo normale, o felice.
Era lo sguardo di qualcuno che si sentiva in colpa per qualcosa.
Si avvicinò, quel tanto che bastava per avere le sue labbra a pochi centimetri dalle mie. Continuavo ad avere gli occhi aperti, non riuscendo a credere a quello che stava succedendo.
Le nostre labbra si sfiorarono appena, e poi lui si tirò indietro, allontanandosi di qualche centimetro.
Ma non feci in tempo a formulare un pensiero o una frase di senso compiuto, che Louis annullò le distanze, definitivamente.
Avvertivo le sue soffici labbra accarezzare dolcemente le mie, mentre si muovevano in sincrono. Sentii la sua lingua solleticarmi il labbro inferiore, e le schiusi, cominciando a far giocare le nostre lingue.
Ogni parte del mio corpo, ogni fibra, ogni cellula, mi urlava che stavo sbagliando
Ma c’era qualcosa che mi spingeva ancora di più verso di lui.
Approfondii ulteriormente il bacio, mentre il respiro di entrambi cominciava ad essere affannato. In un istante mi misi a cavalcioni su di lui, per poi prendergli il viso fra le mani, baciandolo con più desidero e necessità di prima.
Ora le sentivo chiaramente, le farfalle nello stomaco. Erano interi stormi, e sbattevano le ali senza pietà, mentre io perdevo il controllo, e ogni mia sicurezza.
Crollò tutto, come una torre alla quale viene rubato un pezzo importante. Tutte le mie sicurezze, tutto quello che pensavo di conoscere, svanì, lasciando spazio a una marea di dubbi sui miei sentimenti, sulle mie emozioni.
Sentii la stretta di Louis diventare più forte, e il mio corpo si incollava al suo ancora di più. Mi staccai appena, per poter guardarlo negli occhi ed avere la conferma che stessimo diventando pazzi entrambi. Quegli occhi blu, illuminati solo dal riflesso della luna, erano limpidi, sinceri, e una scintilla li illuminava, rendendoli tremendamente più belli di quanto già non fossero. Gli diedi un bacio a fior di labbra, prima che lui cominciasse a lasciare baci umidi sul mio collo. I brividi che mi attraversarono, rischiarono di spezzarmi la schiena a causa della loro potenza.
Gli sbottonai la camicia con un gesto secco, accaezzandogli il petto nudo, scolpito probabilmente nel marmo. Tolsi anche la mia maglia, sentendola troppo pesante, in quel momento.
Louis fece scivolare le sue labbra vicino al seno, e un gemito sfuggì al mio controllo.
«Ti amo, Lilith.»
Fu un sussurro, una frase, a risvegliarmi completamente. La mia mente, assopita da quei baci, tornò funzionante.
E fu come sentire Harry, dopo trentasei anni.
Solo che quello che mi stringeva a sé, ansimante, non era Harry.
Era Louis. Il suo migliore amico. Il mio migliore amico.
Con uno scatto, sbattei la schiena contro la parete, guardandolo con terrore e il respiro irregolare. Ero lontana da lui poco più di un metro, ma era come se quella lontananza mi spezzasse il cuore.
«Cosa hai detto?» chiesi, sperando di aver capito male.
«Che ti amo, dannazione. Ti amo. Vuoi lo spelling? Ti amo!» 





KUYJTHRGFG SCIAOOO BELEEEEEE.
Occhei, finalmente Louis si è dato da fare, yeeeeee! Contente?
Io no. Cioè, ho letto e riletto la parte de lbacio, e non mi piace come è uscita çç
è come se avessi dimenticato qualcosa ._.
Ma boh, Louis si è dato da fare. YEEEEEEEEEEEEEEEE.
Continuate a recensire, perchè io vi amo ù-ù
Little things, rkhrtkhjnrk cosa non è quella canzone, così romantiCIA.
Ho scritto due OS. Leggetele, pliiiiiiis.
Little things.
And his change, brought the name of Scarlett.

Ed è entrato in scena anche quel figone di Damon Salvatoreee! (per chi non lo conoscesse, GIF sotto :3)
Hehe, Dalaric. L' ho voluto ricordare anche qui, perchè io amo quei due cazzo. (per chi non sa cosa è Dalaric: Damon + Alaric, due amici fighi. Alaric è morto çç)
Diciamo che Damon apparirà qualche altra volta.
Questo è o non è un crossover di TVD, no? **
Per non parlare del fatto che sono DELENA, ma non li ho fatti mettere insieme perchè non voglio perdere qualche Stelena che mi segue çç
E ora vi lascio, al prossimo capitolo, peipeeee!


 

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Capitolo 19
*** eighteenth. Heads or tails ***








Head or tails

 

Lilith.

BOOM.
Fu come se qualcosa si spezzasse, dentro di me.
Louis era di fronte a me, senza maglietta e con i capelli leggermente scompigliati, ma sempre bello.
Io, invece, ero incollata alla parete, come se staccandomi potessi precipitare in un vulcano pieno di lava bollente.
 
«Che ti amo, dannazione. Ti amo. Vuoi lo spelling? Ti amo!» 
 
Le parole mi rimbombavano in testa, e quel bacio mi affollava la mente, senza lasciare spazio ad altro. Sentivo gli occhi pizzicarmi, ma non avrei pianto.
La cosa che odiavo di più, in quel momento, era il disperato bisogno di un abbraccio che mi tirasse su il morale, ma l’ unica persona che poteva darmelo, era la causa di tutte quelle emozioni confuse. Io mi stavo innamorando di Zayn, Zayn Malik, il licantropo. No?
E allora perché continuavo a guardare Louis, che a sua volta mi osservava circospetto, e desideravo stringermi a lui?
«Tu non l’ hai detto davvero.» riuscii a sussurrare, e sentii la mia voce tremare. Lo vidi sorridere amaramente, per poi passarsi una mano sugli occhi, stanco.
«Oh, sì che l’ ho detto.» la sua voce era diversa, non era più il mio Louis.
«E invece no! Tu non l’ hai detto.» insistei alzando piano il tono.
«Sì invece, dannazione!» urlò, e vidi chiaramente i suoi occhi azzurri diventare lucidi. Dio, quanto stonavano le lacrime con quegli occhi.
Si avvicinò con cautela, sperando che non fuggissi all’ improvviso e mi poggiò dolcemente una mano sulla guancia, che scostai immediatamente.
«Non toccarmi.» ero fredda, gelida, spenta. Tutto quello che stava succedendo era semplicemente irreale e impossibile.
«Lilith, mi dispiace, ok? Avrei voluto dirtelo prima, tanto tempo fa. Ma tu eri sempre così distrutta, sempre così dipendente da Harry. Non vedevi altro che lui, non notavi altro che la sua assenza. E io ti amavo troppo per renderti la vita ancora più difficile. Ma da quando è arrivato Zayn…» lo interruppi dandogli un sonoro schiaffo in faccia.
Zayn non doveva nominarlo, sto stronzo.
«Sei solo un egoista del cazzo, Louis. È così che stanno le cose, eh? Lilith comincia ad essere felice, e tu devi intervenire!» urlai, e potei chiaramente sentire una lacrima scendere lentamente fino ad arrivare al mento. La cosa che mi faceva arrabbiare, era che lui non reagiva. Niente, semplicemente il vuoto. Avevo bisogno di litigarci, avevo bisogno di aprire gli occhi.
«Da quanto tempo ti fingi mio amico, Louis?» dissi con un odio che pensavo di aver accantonato.
«Fingermi tuo amico, Lith? Fingermi il tuo cazzo di migliore amico?!? Io ti amo da centotrentadue anni, hai capito? E mi dai anche dell’ egoista. Tu non sai quante volte ho dovuto sopportare i tuoi sguardi da diabete verso il mio migliore amico. Tu non hai la vaga idea di come ci si senta ad amare e sapere di non essere ricambiati. Fosse per te io potrei anche morire, tu te ne infischieresti! Io ho fatto una promessa ad Harry, cioè che ti sarei stato vicino in qualunque modo possibile, ma non ce la faccio più, va bene? Non ce la faccio più a guardarti, sapendo di non poterti stringere fra le braccia nel modo che vorrei. Semplicemente non ci riesco, perché….  » prese fiato, finalmente si stava liberando di tutto.
«Perché, cosa, Louis?» lo strattonai violentemente per un polso, e lui si liberò dalla presa con disinvoltura, e rabbia.
«Perché io posso amarti più di così, Lilith! Zayn vuole solo sbatterti dalla mattina alla sera, non te ne accorgi minimamente?»
Forse Louis non aveva capito che le parole potevano ferire più della verbena, nel mio caso. Gli diedi un altro ceffone, incapace di controllarmi.
«Tu sei uno stronzo! Come se la tua non fosse solo voglia di sbattermi, patetico idiota! Scommetto che quando Harry è morto tu hai goduto come un matto, sapendo che avevi campo libero!» mi pentii subito dopo di quelle parole, ma era quello che pensavo, in fondo.
«Non è vero. Io ho rispettato Harry, ho tenuto nascosto ogni sentimento, ogni gesto che avrebbe potuto farti capire qualcosa. Ci sono stato di merda, va bene? Perché lui è morto senza sapere nulla.»
Non avevamo mai litigato in quel modo. Anzi, semplicemente non litigavamo mai. I litigi erano iniziati da quando Zayn era entrato nella mia vita, e capii che la sua era stata gelosia.
«Mi hai parlato di una promessa, prima. Quando gliel’ hai fatta?» sussurrai a denti stretti, temendo una risposta che non tardò ad arrivare.
«La mattina di quello stafottutissimo giorno.» avevo lo sguardo basso, e lo vidi asciugarsi frettolosamente una lacrima sfuggita al suo controllo.
E ancora una volta, mi sentii morire dentro.
«Scommetto che quando l’ hai visto morire hai fatto i salti di gioia, dentro di te. Ammettilo!» urlai l’ ultima parola con tutto il fiato che avevo in corpo. Ancora non riuscivo a credere a quello che stava succedendo. Louis diede un calcio alla sedia dove poco prima era avvenuto il fattaccio, e mi guardò negli occhi, furioso.
«E invece no, stronza! Tutti i giorni, da trentasei anni a questa parte, ho desiderato tornare indietro nel tempo. Se potessi dare la ma vita per riavere quella di Harry, lo farei senza pensarci minimamente! Mi spezzava il cuore vederti piangere ogni volta, per quello stronzo che sapeva a cosa andava incontro, ma che si è lasciato uccidere lo stesso!
Io ti amo, Lilith, ti amo più della mia stessa vita. Mi farei torturare per vedere anche solo per un istante il tuo sorriso, lo capisci che io senza di te mi sento perso, inutile?»
Si era addolcito, nel dire l’ ultima frase, e mi sentii sciogliere, senza darlo a vedere.
«Non può funzionare, semplicemente non può Louis. E sai perché? Perché tu non sei Harry, né tantomeno Zayn!» sputai quelle parole con rabbia, ma era solo per ferirlo, per fargli capire che fra noi non avrebbe mai funzionato.
«Cos ha Zayn più di me? Capisco Harry, che era perfetto, e con lui non potevo competere. Ma quel bradipo?» corrugò la fronte e mi guardò intensamente.
Già, cos aveva Zayn che Louis non aveva? Non lo sapevo neanche io.
«Vaffanculo.» mi rivestii in fretta, mentre Louis mi intimava di rispondergli. Scesi al piano inferiore, in cucina, e aprii una credenza prendendo una bottiglia di Brandy. Dovevo fuggire da quella casa, dovevo schiarirmi le idee. E solo un posto poteva aiutarmi, in quel momento. Presi il cellulare, trovando un messaggio di Zayn, che non ebbi il coraggio di aprire, tanto mi facevo schifo da sola.
Stavo per chiudermi la porta alle spalle, quando avvertii Louis cingermi i fianchi con le sue braccia, attirandomi verso il suo petto.
«Non andartene, ti prego.» la sua voce tremava, come la mia.
«Mi dispiace, Louis.» mi scollai delicatamente, per poi incamminarmi a passo svelto.
«Lilith?» mi chiamò un’ ultima volta, e mi voltai, incapace di trattenermi.
«Tanto lo so che io sono più dotato di quel bradipo.» si dipinse un sorriso triste e amaro sui nostri visi.
Mi mancava scherzare liberamente con lui, in quel momento.
 
 
Mi sedetti con la schiena poggiata ad una lapide, e non feci altro che guardare le stelle, per un po' di tempo. Il cellulare vibrò, e tastai le tasche per capire dove diamine fosse.
Trovai anche le sigarette e l’ accendino, e le gettai vicino alla bottiglia di Brandy, pronte ad essere utilizzate.
Louis mi stava chiamando, ma non avrei risposto.
Stappai la bottiglia e cominciai a tracannarne il contenuto come un assetato nel deserto.
Perché doveva essere tutto così difficile? Perché semplicemente non accadeva ciò che mi faceva stare bene, e amen?
«Non si offre agli amici?» sussurrò la voce di un ragazzo a pochi metri da me.
Sorrisi, quando mi trovai di fronte un metro e ottanta di pura bellezza, simpatia e stronzaggine.
I capelli corvini, un po' più lunghi, gli ricadevano scomposti sul viso, rendendolo ancora più bello. Gli occhi color ghiaccio, che mi ricordavano leggermente quelli di Louis, saettavano dalla bottiglia a me, che non avevo nient’ altro da fare, ai suoi occhi.
Il giubbino di pelle nero, e tutto il suo abbigliamento (rigorosamente nero) lo facevano confondere con la notte, e quel cimitero poco illuminato.
«Damon Salvatore, chi si rivede.» dissi per poi fargli spazio, facendolo accomodare accanto a me.
Lo conoscevo da sempre, da quando eravamo bambini, per la precisione. I nostri genitori volevano farci addirittura sposare, ma poi successe il putiferio dei vampiri, e Damon, assieme a suo fratello, venne dato per morto. Solo anni più tardi, a pochi mesi dalla mia trasformazione, lo vidi mentre si struggeva d’ amore per la sua Katherine, che pensava fosse morta. Katherine Pierce, la ragazza più stronza dell’ Universo, probabilmente.
E poi era arrivata Elena Gilbert, e i fratelli Salvatore se ne erano innamorati.
 
 
«Tu non hai la vaga idea di come ci si senta ad amare e sapere di non essere ricambiati »
 
Io forse non lo sapevo, ma Damon sì. Damon amava Elena, e lei giocava a fare la vittima dicendo di amare Stefan, ma bramava le labbra di Damon.
Quando si sedette con un tonfo, prese a tracannare il mio Brandy, osservandomi di tanto in tanto, forse cercando di capire cosa mi passasse per la testa.
«È riuscito a dirtelo, non è vero?» affermò ad un tratto, e il mio cuore fece le capriole.
«Lo sapevi.» riuscii soltanto a dire, fredda.
«Lo sapevano anche i dinosauri, Lilith Palmer. Tu eri l’ unica a non saperlo.» rise divertito e gli strappai la bottiglia dalle mani, portandola alla bocca.
«È tutto un casino, Damon. Stasera ci siamo baciati, e non era proprio un bacio innocente.» schioccai la lingua contro il palato, ridendo tra me e me.
Damon ti faceva questo effetto: riusciva a rendere divertente e futile anche una guerra mondiale.
«Però, vi date da fare, a quanto vedo. E , di grazia, perché sei in questo cimitero, tutta sola, invece di rotolarti sotto le lenzuola con Tomlinson?»
Gli diedi un pugno nello stomaco, facendolo gemere nonostante stesse ridendo.
«Mi piace un altro.» dissi semplicemente, facendo finta di non sentire il ragazzo sbuffare, leggermente infastidito.
«Non è che ti piace un altro, è che ti piace anche un altro. E tu non sai decidere.»
«Proprio come Elena, non è vero?» lo stuzzicai, sperando di ferirlo almeno un po'. Lo vidi alzare gli occhi al cielo, per poi riprendere la bottiglia, arrivata quasi a metà.
«È diverso e tu lo sai. Non so come abbia fatto Louis a tenerlo nascosto per tutto questo tempo. Deve aver avuto una pazienza infinita.» e non potei che dargli ragione.
«Ma smettila. Louis è perfetto, ok? Bello, simpatico, dolce, divertente, romantico, almeno credo, ed è il ragazzo che tutte vorrebbero.»
«Ma..?»
«Ma io non riesco a vedermi accanto a lui, capisci?» lo guardai, aveva una smorfia disgustata dipinta sul volto.
«Non sai mentire, Palmer.» dannazione, perché non mi credeva? Forse perché non ci credevo neanche io, ecco perché.
«Facciamo un gioco.» lo sentii dire improvvisamente, mentre cercava qualcosa nella tasca dei suoi pantaloni.
«Che tipo di gioco?» lo incitai, osservando il suo viso illuminati dai raggi lunari.
Tirò fuori una moneta da mezzo dollaro, e la lanciò in aria, prendendola subito dopo.
«Io tiro in aria questa moneta, se uscirà testa, allora ti piace di più Louis, altrimenti, l’ altro tipo.» spiegò guardandomi attentamente.
«Dovrei lasciar decidere ad una moneta chi devo amare?» chiesi divertita. Era davvero un gioco stupido e assurdo.
«Non è questo lo scopo. Servirà per schiarirti le idee. Diciamo solo che non importerà tanto se uscirà testa o croce, ma quello che speravi che uscisse mentre veniva lanciata in aria. Capisci?» Annuii debolmente, per poi trattenere il respiro, mentre Damon lanciava in aria la moneta, per poi farla atterrare sul palmo della sua mano, coprendola immediatamente con l’ altra.
«Allora? Cosa speravi che uscisse? Testa o croce?» domandò incuriosito, e io non potei far altro che dirgli la verità.
«Speravo che perdessi la monetina.»
Scoppiò a ridere, scuotendo la testa, mentre tracannava altri sorsi dal mio Brandy.
E la confusione nella mia testa non poté che aumentare ulteriormente.



SCIAO BELE.
Oggi odio essere donna *if you know what I mean*
Ma parliamo del capitolo ù.ù Louis litiga con Lilith, Damon entra in azione ancora una volta (YEAH.)
Allooor, diciamo che mancano circa.. non so, cinque o sei capitoli? Insomma, il vero BOOOOOM ci sarà a breve, ecco.
Se ve lo state chiedendo: no, Lilith non combinerà nulla con Damon, lui è solo un amico, ma non un amico come Louis, un amico e basta.
Capito? Capito.
Vi amo alla follia, lo sapete? Siete sempre così gentili *_* Le vostre recensioni mi sciolgono ♥
Magari due capitoli prima della fine, comincio a postare l' altra FF, che sto scrivendo come una matta ghgh
Sempre a tema sovrannaturale *-*
Ma veniamo a noi. Ieri sono stata tutta la giorny su twittah a deprimermi perchè quei cazzoni erano in Italia e io a casa.
Ma vabbè, è la vita. Nel frattempo fantasticavo su unicorni volanti rosa che mi portavano a Milano.
E boh, godetevi ste gif :3  E leggete le mie os, recensite *-*
Un bacio baciocchioso,
Eleonora. ♥


 

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Capitolo 20
*** nineteenth. Keep on your toes. ***







Keep on your toes.





Lilith.

«Sul serio, Lilith. Metti fine alla confusione che hai in testa. Oppure allontanala temporaneamente.» concluse Damon, osservandomi attentamente.
Sapevo dove voleva andare a parare, e la risposta era semplicemente no.
«Scordatelo. Non spegnerò le mie emozioni. Va a finire sempre male.» sospirai, ricordando tutte le persone alla quale avevo fatto del male quando perdevo il controllo.
«Lilith la martire è un ruolo che non ti si addice.» sbuffò lui, prendendo il pacco di sigarette e cominciando a giocarci. Glielo strappai dalle mani, prendendo una sigaretta e portandola alle labbra. L’ accesi, aspirando la nicotina mentre ripensavo a lui.
«Damon, devi farmi un favore.» esordii ad un tratto, mentre poggiavo la testa sulla lapide, chiudendo gli occhi. Non rispose, tracannando il Brandy, e continuai.
«Non mi va di tornare a casa, stasera. Posso dormire da te? E precisiamo, dormire.» aprii gli occhi per guardarlo, facendogli capire che ero seria.
«Naturalmente non puoi andare dall’ altro perché ti senti in colpa.» rise sommessamente, ma era qui che ‘cascava l’ asino’.
Avrei dovuto sentirmi uno schifo, no? Avevo baciato il mio migliore amico quando, in teoria, stavo con un altro.
E dove cazzo erano i sensi di colpa? Perché desideravo ardentemente le labbra di Louis? Dio, che confusione.
Sbuffai infastidita, e lui mi cinse le spalle con un braccio, sapendo che era l’ unica cosa che mi serviva. Sorrisi automaticamente, ricordando quell’ episodio.
 
 
«Aspetta un attimo, ma tu non sei Lilith Palmer?» mi chiese una voce familiare con un pizzico di curiosità.
Mi voltai per scoprire a chi appartenesse, e riconobbi quel ragazzo che sarebbe dovuto essere morto da un bel po'.
Damon Salvatore era davanti a me, con un bicchiere pieno di liquido ambrato, probabilmente Brandy, e mi squadrava da capo a piedi, soddisfatto.
«Damon, ma tu.. non dovresti essere morto?» domandai corrugando la fronte.
«Tecnicamente lo sono. Diciamo che sono solo troppo sexy per morire davvero.» mi fece l’ occhiolino, sorridendo malizioso.
Il bar era strapieno di gente, e probabilmente il vampiro stava cercando qualcuno da mordere.
Ero un vampiro da pochi mesi, ed ero lì con Harry per imparare a ‘controllare i miei istinti omicidi’, come diceva lui.
Solo che lui era sparito con Louis, probabilmente alla ricerca di una vittima adatta a me.
Damon mi guardò intensamente negli occhi, voleva soggiogarmi.
«Seguimi e non fiatare. Non ti farò del male.» mi prese per mano, ma io lo strattonai con la forza. Mi squadrò nuovamente, intuendo cosa ero diventata.
«Oltre ad essere diventata bellissima, sei anche un vampiro.» sorrise malizioso mordendosi il labbro, e fece per avvicinarsi ancora di più.
«Se non ti dispiace, smettila di guardarla così. È la mia ragazza, non la tua.» Harry gli aveva poggiato una mano sulla spalla, e anche se il suo tono sembrava dolce e amichevole, in realtà non lo era affatto.
Louis lo salutò con un sorriso, mentre lo trascinava a qualche altro tavolo.
«Posso ucciderlo dopo?» domandò Harry furente, mentre lo torturava con lo sguardo. Risi, mi piaceva quando faceva il geloso.
Lo abbracciai, dandogli un bacio a fior di labbra, che lui non esitò ad approfondire.

«Dai, era ubriaco marcio.» dissi fra un bacio ed un altro, mentre non mi stancavo mai di osservare quelle pozze verdi.
«Però ha ragione, sei bellissima.» mi diede dei baci sul collo, facendomi rabbrividire.
«Ma la prossima volta che ci prova con te, gli cavo gli occhi.» concluse scoppiando a ridere, e trascinando anche me con la sua risata.
 
 
«Non stai pensando al nostro primo incontro da vampiri, vero?» domandò Damon ridendo appena. Sbuffai, ma sorrisi mio malgrado.
Come faceva a leggermi nel pensiero? Come faceva a capire cosa mi passasse per la testa?
«Come pensavo… Beh, a mia discolpa, voglio dire che ero molto ubriaco.» rise scompigliandomi i capelli, poi si alzò da terra con agilità, per poi tendermi la mano, aiutandomi.
«Per stanotte dormirai da me. Ma lascia che ti dia un consiglio: risolvi questa situazione, non tenere Louis sulle spine. Non se lo merita.» lessi nei suoi occhi la tristezza, perché sapevo che lui si sentiva come Louis: tenuto sulle spine dalla ragazza che ama.
Il fatto era che non sapevo come risolvere questa situazione. Questi sentimenti confusi erano talmente illeggibili, per me.
Raccolsi le sigarette e il Brandy, per poi seguire Damon al pensionato dei Salvatore.
 
La casa era sempre bella, non era cambiata molto. C’ eravamo solo noi due, e quella casa antica, ma pur sempre magnifica.
«Stefan e Elena?» domandai titubante, mentre scorrevo con lo sguardo i titoli dei vecchi libri posizionati sulla libreria.
«Oh, sai, cose da piccioncini vampiri…» rispose vago con un gesto della mano. «Diciamo che volevo tornare un po' qui. Mi mancava questo posto.» i suoi occhi divennero più lucidi.
«Alaric.» risposi solamente, e sapevo che non avevamo bisogno di nessuna precisazione.
Damon andò al piano di sopra, tornando pochi minuti dopo con degli short e una canotta nera. Me li lanciò, e io li presi al volo con agilità.
«Sono di Elena, ma dovrebbero starti. Vuoi bere ancora un po'?» chiese versandosi del liquido nel suo bicchiere.
Scossi la testa, per poi andare in bagno, pronta a rilassarmi e a non pensare. Riempii la vasca, inserendo nell’ acqua bollente i sali da bagno.
Dopo essermi spogliata, mi misi dentro, trattenendo il respiro mentre affondavo la testa nell’ acqua.
Era così rilassante, come se il mondo intorno a me si fosse annullato, fermato. Tutti i problemi si erano dissolti, lasciando spazio ad una profonda sensazione di quiete.
Era ciò di cui avevo bisogno: la quiete assoluta.
Rimasi tranquilla per circa mezz ora, poi i pensieri cominciarono a tornare, prepotenti. I pensieri, come i ricordi.
 
 
Harry era triste, quel giorno. Aveva la testa fra le nuvole, ed ero sicura che la causa era quell’ uomo con la quale aveva parlato la sera prima.
Gli avevo chiesto chi fosse, cosa volesse. Ma lui aveva liquidato il discorso con un ‘non preoccuparti, non è nulla’.
Mi sedetti sul divano accanto a lui, portandogli la colazione. Mi ringraziò con un debole sorriso, e mi sentii morire dentro. La tristezza stonava terribilmente con quel sorriso perfetto che aveva di solito. Stonava con le fossette da bambino che apparivano quando sorrideva felice.
Quella tristezza non faceva parte di Harry. Lui era la mia fonte di felicità, e vederlo sovrappensiero non faceva altro che rattristare anche me.
Poggiai la testa sulla sua spalla, mentre lui mi accarezzava i capelli come se avesse una mania incontrollata.
«Ti amo Lilith, lo sai, vero?» domandò in un sussurro, senza smettere di coccolarmi.
«Lo so. Ti amo anche io, Harry.» risposi per poi dargli un bacio a fior di labbra. Lo guardai intensamente negli occhi, osservando quegli occhi verdi che mi avevano fatta innamorare.
«Harry, perché stai così? Cosa ti ha detto quell’ uomo, dimmelo, ti prego.» lo pregai di confessare, di rendermi partecipe di quel dolore che a quanto pare non riusciva a controllare.
Scosse piano la testa, passando una mano fra i suoi ricci ribelli.
«Vuole vedermi, stasera. Ci sono state alcune morti misteriose, e pensano che siamo noi. È il Consiglio, non possiamo evitarlo. Possiamo solo scappare, o affrontarlo. Questa sera ci incontreremo, io e lui, e gli dirò che siamo innocenti.» mi strinsi ancora di più a lui, impaurita.
«Verrò anche io.» affermai con un coraggio che non sapevo di avere. Vidi il volto di Harry impallidirsi, per poi sciogliere l’ abbraccio. Poggiò le mani sulle mie spalle, guardandomi intensamente.
«Lilith, tu devi giurarmi che non ti muoverai da qui, intesi?» chiese disperato, quasi come se da quella promessa,dipendesse la mia vita.
«Harry, ma io…» tentai di ribattere, ma non ne ebbi l’ opportunità.
«Giuramelo, Lilith.» la sua voce era ferma, fredda. Lui era serio, mai stato così serio da quando lo conoscevo.
«Te lo giuro, Harry.» presi il suo volto fra le mani, cercando immediatamente la sua lingua mentre lo baciavo con passione.
Scusami, Harry. Scusa se ho infranto la promessa.
 
 
Cominciai a piangere, mentre le lacrime si confondevano con l’ acqua e la schiuma.
Mi sentivo così male, sia fisicamente che mentalmente.Forse era dovuto alle troppe emozioni di quel giorno, o semplicemente al fatto che ero una sporca masochista, che amava farsi del male avvalendosi della facoltà di perdersi nei ricordi.
Harry, l’ unica persona che mi avrebbe potuta aiutare. Ma d’ altronde, se Harry non fosse morto, non ci sarebbe stato nulla sulla quale piangere, o ragionare.
Perché alla fine, la domanda non era ‘Zayn, o Louis?’, ma era ‘Perché Louis? Perché proprio adesso?’
«Cazzo, Harry. Perché sono così stupida?» sussurrai involontariamente, dando voce ai miei pensieri.
«Non sei stupida, è solo che proprio non ti va di ammetterlo.» sentii un respiro sul mio collo, e sussultai, voltando la testa nella sua direzione.
Fortuna che c’era tutta quella schiuma, e Damon non poteva vedere nient’ altro che la testa.
«Ma sei scemo o cosa?» urlai infastidita, mentre lui rideva sommessamente.
«Cosa.» prese lo spazzolino da denti e il dentifricio, mentre si lavava i denti già bianchissimi. Quando finì, si poggiò al lavandino, guardandomi negli occhi.
«Sul serio Lith. Non sei stupida.»
«E sentiamo, genio. Cosa non mi va di ammettere?» domandai acida, mentre lo trucidavo con lo sguardo.
«Che Louis ti piace. Ti attizza. Ci fai i pensierini erotici. Avanti Lilith, è da un po' di anni a questa parte che apprezzi in modo esagerato il suo aspetto fisico!» concluse esasperato, notando probabilmente la mia faccia che disapprovava il tutto.
«Non ci faccio pensieri erotici.» ok, forse una volta, ma una sola volta, era capitato. Ed era perché era in boxer, e mi abbracciava. Arrossii, e affondai di nuovo la testa in acqua, cacciandola subito dopo.
«E quando è che ho apprezzato in modo esagerato il suo aspetto fisico?» domandai di nuovo, e quel fottuto sorriso gli apparve sul viso.
«Alcuni anni fa, eravamo proprio in questa casa. Lui si era alzato per prendersi da bere, e tu lo squadravi da capo a piedi mordendoti il labbro inferiore.
Tre anni fa, l’ ultima volta in cui ci siamo visti, l’ hai abbracciato mordendogli il collo, e poi gli hai dato un pizzico al fondoschiena, dicendo che glielo invidiavi. E poi ci fu…»
«Ok, ho capito. Basta!» lo fermai, esasperata.
Sì, a volte lo guardavo come se volessi stuprarlo. Ma era solo.. affetto?
«Io gli voglio bene. Sono commentini stupidi che si fanno ai propri amici!» tentai di difendermi, ma fui interrotta dalla sua alzata di occhi al cielo.
«A me non ne fai, però.» sorrise malizioso, per poi avvicinarsi a grandi passi verso la vasca. Se osa spostare la schiuma, lo uccido.
«Sei un bellissimo ragazzo, hai dei pettorali da urlo e un carattere di merda.» dissi piatta, guardandolo male.
«Grazie. Visto che siamo amici… Possiamo fare il bagno insieme, se ti va.» cominciò a dire, ma la mia risata sguaiata lo interruppe.
«Esci da qui se non tuoi trovarti impalettato.» dissi con un sorriso che lo convinse ad uscire.
Si riaffacciò pochi secondi dopo, senza smettere di sorridere.
«E ti ricordi quando una mattina te lo sei trovato davanti con solo un asciugamano intorno alla vita? Beh, il tuo sguardo era quello di una ninfomane pervertita.»
La mia bocca prese la forma di una ‘O’, mentre Damon chiudeva velocemente la porta.
Davvero avevo la faccia da ninfomane pervertita?
Ripensai al sorriso di Louis, ai suoi occhi che tendevano a guardare da un' altra parte, mentre sorrideva imbarazzato. Mi morsi automaticamente il labbro inferiore, sorridendo.
«Dannazione!» esclamai battendo i pugni sulla superficie dell' acqua. 

Perchè Damon aveva sempre terribilmente ragione?!




SCIAO BELEEEE.
Ok, questo capitolo era un pò depry, un pò a pippe mentali, un pò divertente.
Beh, Damon deve rendere il tutto divertente.
Peerchè lui è divertente ù.ù
E qui c'è anche Harreh, che dolce.
Mlmlmlmlml beh, se non ricordate, già al secondo capitolo Lilith fa un pensierino su Louis.. hehe C:
Ma ciancio alle bande.. questo era più un capitolo di passaggio.
Le cose cominceranno a cambiare dal prossimo in poi.. Anzi, direi che fra due capitoli ci sarà un piccolo boom, ecco ù__ù
Dio, se solo penso al fatto che mancano pochi capitoli, mi viene voglia di uccidermi.
E boh, io vi adoro, perchè mi sostenete sempre ♥
Ah, alcune cose sul chappy:
-Damon è ritornato a Mystic Falls perchè lì c'è la tomba di Alaric, il suo migliore amico.
-A Harry stava simpatico Damon, ma era comunque gelosissimo di Lilith.
-A Damon piaceva molto Lith, ci provava spesso, ma fra loro c'è solo amicizia C:
-Louis, Lilith e Damon hanno passato molte giornate insieme
Attente ragazze/ragazzi (se ce ne sono di maschi XD), Damon sarà molto importante, ad un certo punto della storia :3 anzi, MOLTISSIMO.
*uccide la me che ama lo spoiler*
Alla prossima, bedde!
@hypnoticdust
LOUIS MLMLMLMLMLMLMLMLML


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Capitolo 21
*** twentieth. Then, darkness. ***








Then, darkness.

 

Preparatevi, questo è uno dei capitoli BOOM.




Zayn.

Riprovai a chiamare Lilith per l’ ennesima volta, ma a quanto pare aveva deciso di spegnere il cellulare.
Era notte fonda, ma il sonno proprio non voleva arrivare. Guardai il calendario appeso al muro, proprio affianco alla tv: 2 Giugno 2012.
Sorrisi istintivamente, per poi aprire il cassetto, osservando quella foto che mi torturava da anni, ormai.
La riposi con rabbia, chiudendo il cassetto con uno scatto, e riprovai a chiamare Lilith. Nulla, assolutamente nulla.
Era una tipa strana, però. Prima mi diceva di essere innamorata di me, e poi spariva senza lasciare traccia.
Qualcuno suonò al campanello, e accelerai il passo per andare ad aprire. Ma non avvertivo il suo odore, non sentivo lo Chanel n°5 che usava mettere dietro al collo, e che mi faceva letteralmente impazzire.
Quando l’ aprii, una ragazza dagli occhi scuri come la notte e i capelli castano scuro, mi sorrise felice, mostrando la fila di denti bianchi e perfetti.
«Safaa!» esclamai mentre lei mi saltava in braccio, urlando come un’ ochetta. Mi era mancata tantissimo.
«Fratellino, mi sei mancato da impazzire!» trillò nelle mie orecchie, dandomi un bacio sulla guancia. Subito dopo, si gettò sul divano, osservandomi con la fronte corrugata.
«Anche tu… Ma cosa hai fatto ai capelli?» chiesi inorridito, quando notai che li aveva tagliati abbastanza corti, e aveva tinto qualche ciocca di rosa. Terribile.
«Lo so, sono terribilmente figa, fratello. Ma cosa vuoi farci? Non tutti i gemelli sono ugualmente belli.» mi prese in giro, passandosi una mano fra i capelli, fiera del suo lavoro.
«Ma smettila, sembra che un unicorno ti abbia cagato in testa» la beffeggiai, per poi ridere sguaiatamente della mia stessa battuta.
Pochi istanti dopo, un bicchiere mi arrivò ad alta velocità in faccia, frantumandosi completamente. I vetri rotti mi graffiarono, e io guardai mia sorella sconcertato.
Lei si limitò a scrollare le spalle, come se mi avesse appena lanciato un cuscino.
«Tanto guarisci in fretta.»
Sorrisi, per poi liberarmi dei vetri, e mi accomodai accanto a lei, cercando di non ridere dei suoi capelli. D’ altronde, se lei non rimaneva con me, ero fritto.
«Mi mancava questo posto, sai?» disse chiudendo gli occhi, mentre aveva la testa poggiata sullo schienale del divano.
«Sono andata a trovarli al cimitero. Ho pianto per un’ ora.» sorrise amaramente, e io l’ abbracciai. Sapevo che ci stava male.
«Papà ci voleva bene, e tu lo sai. Safaa, tutto questo finirà presto, ok?» le sussurrai per poi scompigliarle i capelli.
Si limitò ad annuire, aggrappandosi al mio collo. Gli occhi le si chiudevano da soli, segno che era molto stanca. Beh, chi non lo sarebbe alle due di notte? Io, ecco chi.
«Vado a dormire, o sbatto per terra e tu mi prenderai in giro a vita.» rise per poi alzarsi a fatica, mentre prendeva il suo borsone per portarlo su.
Quando andai a dormire, un’ ora dopo, non mi sorpresi affatto, vedendola dormire nel mio letto.
Era stronza sin da piccola. Mi rubava le mie cose anche allora.
 
 

Lilith.

Ero ancora in uno stato di dormiveglia, ma potei chiaramente avvertire l’ odore del sangue penetrarmi le narici.
Ancora con gli occhi chiusi, ne aspirai il profumo, e avvertii la sete che mi divorava lo stomaco e mi azzerava la salivazione. Pian piano aprii gli occhi, cercando di ricordare gli avvenimenti della sera precedente. La prima immagine che mi balenò nella mente, fu Louis.
O meglio, io su Louis che mi apprestavo a ficcargli la lingua in gola.
Mugugnai infastidita da quel ricordo, e poi mi venne in mente altro. Zayn. E Damon, quella sera, che mi aveva gentilmente ospitata in casa sua. Sbuffai infastidita, quel sangue doveva essere davvero buono.
«Damon, smettila di sventolarmi sotto al naso il sangue.» protestai ancora ad occhi chiusi, corrugando la fronte.
Quando li aprii, capii di avere ragione. Damon Salvatore, sempre il solio idiota.
«Bevi e smettila di parlare nel sonno, grazie.» mi diede il bicchiere pieno di liquido rosso, e lo guardai di traverso. Per poco non mi strozzai, quando capii cosa aveva detto.
«Ho parlato nel sonno?! E cosa ho detto?» chiesi allarmata, mentre sul suo viso si dipingeva uno sguardo pieno di malizia e divertimento.
«Nulla.. Cose del tipo: Damon, mi manchi. Oppure Damon, non può funzionare. E la mia preferita: Damon, sei troppo bello per essere vero.» mi fece l’ occhiolino, per farmi capire che scherzava e tirai un sospiro di sollievo. Per un attimo avevo pensato che…
«In realtà è vero, solo che invece del mio nome, hai detto quello di Louis.» disse prima di uscire, chiudendosi la porta alle spalle.
Sto diventando pazza, ne sono sicura.
Scesi giù alcuni minuti dopo, indossando dei pantaloni blu elettrico, molto stretti, e una maglia nera. Damon stava già bevendo alcolici, ed erano solo le undici del mattino.
Osservai lo schermo del cellulare: molte chiamate di Zayn, e moltissime di Louis. Sospirai rassegnata, non avrei potuto evitarli per sempre.
Prima o poi avrei dovuto affrontare la situazione, capire le mie emozioni. Non volevo nascondere nulla a Zayn, perciò decisi che gli avrei parlato, quella sera stessa.
Non meritava le bugie, lui non meritava nulla di tutto questo. Eppure non riuscivo a pentirmi di ciò che era successo la sera prima, e questo mi dava sui nervi.
Avrei desiderato andare da Louis, prenderlo a schiaffi e urlargli ‘Spiegami perché cazzo mi è piaciuto quel bacio!’.
«Non aspettare troppo, Palmer. Ho capito che siamo eterni e giovani, ma credo che Tomlinson abbia aspettato già abbastanza.» propose Damon, mentre mi passava un bicchiere con del liquido ambrato. Ne bevvi il contenuto tutto d’ un sorso, per poi posarlo violentemente sul tavolino, e lo guardai negli occhi.
«Non sto andando da Louis. Vado al Mystic Grill.» borbottai acidamente, per poi ringraziarlo con un bacio sulla guancia, e uscendo da lì.
 
«Lilith? Sei tra noi?» domandò Matt per l’ ennesima volta, probabilmente, mentre io guardavo il vuoto, pensando a fin troppe cose. Scossi piano la testa, ridestandomi, e lo guardai come se solo in quel momento mi fossi accorta di lui. Gli sorrisi educatamente, per poi ordinare un thè.
«Ah, Matt?» lo richiamai, indecisa se fargli o no quella domanda. Lui si voltò, attendendo la mia domanda.
«Hai visto Louis, ieri sera?»
«Sì, è stato qui tutta la sera. È stato con il cellulare all’ orecchio, ed era parecchio turbato. È successo qualcosa?» aggiunse poi, titubante, quasi come se sapesse il perché di quel suo comportamento. Oh no, non dirmi...
«Secondo te a Louis piaccio solo come amica?» domandai a bruciapelo, sapendo di coglierlo di sorpresa. Infatti strabuzzò gli occhi, deglutendo rumorosamente.
«Non saprei, forse… Sì… Cioè, a volte ti guarda come se fosse incantato.» sussurrò, per poi allontanarsi con il suo block notes, pronto a portarmi la mia ordinazione.
Perfetto, a quanto pare Damon ha ragione. Ancora.
Il telefono squillò, e non seppi se guardare o no il mittente di quella chiamata. Mi feci un po' di coraggio, e osservai il display: Louis.
Misi la testa fra le mani, e sentii qualcuno picchiettarmi la spalla. Mi voltai di scatto, pronta ad incontrare quegli occhi azzurri, ma non li trovai.
Una ragazza dai capelli neri e ondulati mi sorrideva bonariamente, e ricordai dove l’ avessi già vista.
Claire, la ragazza che pensavo piacesse a Louis.
Senza permesso, si accomodò di fronte a me, e si limitava ad osservarmi, studiando ogni mio dettaglio. Era impressionante la nostra somiglianza fisica.
«Cacchio, ora capisco perché Louis ti ami così tanto.» disse ad un tratto, lasciandomi spiazzata, completamente.
Notai che ad un polso postava una fasciatura, e intuii che era opera di lui, che forse aveva esagerato con i canini.
«Scusa?!» risposi acida, pronta a mandarla a quel paese.
«Hey, quella che dovrebbe incavolarsi qui, sono io, non tu.» specificò lei con una calma assordante.
«Che vuoi da me?» le domandai, pronta ad andarmene alla prima domanda inopportuna.
«Senti, la faccio breve, ok? Una sera me ne stavo tranquilla per fatti miei, quando vedo un tipo affascinante avvicinarsi. Mi sorride, mi offre da bere, e finiamo a letto insieme. Il problema, è che lui mi ha morso, e mi ha spiegato cosa era eccetera. Ora, il problema è che lui a me piaceva davvero, ma aveva un problema. Ogni maledetta, singola volta in cui finivamo a letto insieme, lui mi chiamava Lilith. Mi costringeva ad accettare ogni suo invito e ad essere chiamata con il tuo nome.Mi sentivo una pezza usata, e probabilmente lo ero. So che sei tu, quella ragazza, e voglio solo dirti di non lasciartelo scappare, perché io darei tutto per avere un po' del suo amore. E sono contenta che si sia deciso a dirti la verità, perché quando è sparito per due giorni, era da me e non era esattamente nella sua forma migliore. E fanculo, smettila di fare la vittima. Perché l’ unico che ci sta di merda, qui, è Louis, non tu. Quindi piantala di fare quello sguardo perso nel vuoto, e cerca di capire chi vuoi, una volta per tutte. Addio.» parlò a raffica, e ogni sillaba mi giunse come una coltellata sempre più dolorosa.
Si alzò velocemente, uscendo dal Mystic Grill. L’ avrei inseguita, presa a schiaffi se fosse stato necessario.
Ma vidi Matt con il mio thè fumante, e capii che dovevo assolutamente riprendere il mio autocontrollo, perso chissà dove.
 
La cosa che odiavo di più, in quel momento, era che Louis mi mancava terribilmente.
Così come mi mancava Zayn, e il suo sorriso, e le sue battutine. Era questo il problema, mi mancavano entrambi, solo non capivo cosa c’era di anormale.
Perché io scavavo dentro me, e avvertivo che c’era qualcosa che non andava. Ero troppo confusa, i sentimenti erano troppo in contrasto.
Il mio cellulare vibrò, segno che era arrivato un messaggio. Sorrisi teneramente, leggendone il contenuto.
 
Hey piccola, ti va se ci vediamo stasera? Sai, il 4 c’è la Luna Piena, e non potremo vederci.  Z<3
 
Corrugai la fronte, e poi osservare il calendario posto dietro il bancone del Mystic Grill. In effetti, il 4 Giugno ci sarebbe stata la Luna piena.
Risposi velocemente con un ‘certo , alle 21.00 a casa tua’, per poi sgattaiolare a casa mia, giusto il tempo di prendere le mie cose.
 
Quando arrivai, mi sorpresi nel vedere Louis ancora profondamente addormentato. Beh, era normale, date le tre bottiglie di Rum vuote.
Era steso sul letto a pancia in giù, e il braccio destro pendeva dal letto, toccando quasi terra. I capelli erano spettinati, ma rendevano quel suo viso sempre perfetto.
Ebbi l’ impulso di accarezzarlo, ma poi si sarebbe svegliato, e l’ ultima cosa che volevo, in quel momento, era parlargli.
Recuperai il necessario per prepararmi alla serata, ma non resistei. Prima di sparire da quella casa con uno scatto ad alta velocità, gli lasciai un leggero bacio sulla guancia.
 
«Sei rossa come un peperone. Cosa hai combinato?» domandò Damon con un sorriso storto.
«Ho corso.» mentii, per nascondere l’ imbarazzante bacio alla bella addormentata. Già mi prendeva abbastanza in giro.
Vidi che osservava i vestiti che avevo in una busta, e capii dove voleva andare a parare. Bloccai le sue parole sul nascere.
«Dormiva, non mi ha sentita. O forse ha fatto finta di non sentirmi. E adesso smettila.» mi chiusi in bagno, pronta per un bel bagno.
Questa volta, mi assicurai di aver chiuso bene la porta a chiave.
 
Respirai profondamente una, due volte, e poi bussai.
Zayn aprì la porta, mostrandosi in tutta la sua bellezza, e mi sorrise felice. Ed eccolo lì, il primo bastardo senso di colpa, spuntare come un fungo velenoso.
Gli regalai un sorriso falsissimo, e desiderai prendermi a calci da sola, tanto mi facevo schifo.
«Vieni piccola. Non ci tratteniamo qui, voglio portarti in un posto bellissimo. Vedrai, ci divertiremo.» sorrise malizioso, per poi prendermi velocemente per mano, chiudendosi la porta alle spalle. Quella fretta di andarsene era… strana, in qualche modo. E il sorriso che aveva sul viso, bellissimo, era ancora più strano.
Entrai in macchina, chiedendomi cosa avesse in mente per quella sera e quando si sedette al posto di guida, si piombò su di me, baciandomi con foga.
Ricambiai immediatamente, attratta fatalmente da quelle labbra che non meritavo.
Non sono morbide e sottili come quelle di Louis, però…
Scacciai immediatamente quel pensiero inopportuno, e sentii che mi stava mettendo la cintura di sicurezza.
«Oh, ma dai! Come se io potessi morire con un incidente stradale!» lo presi in giro, ma lo lasciai fare. Doveva essere un tipo protettivo.
«Bene. Ora chiudi gli occhi, e aprili quando te lo dico io, chiaro?» chiese sorridendomi e mettendo in moto l’ auto.
Annuii, serrando gli occhi e scacciando completamente i pensieri su un ragazzo con gli occhi azzurri.
Chissà cosa sta fac…
Smettila, Lilith!
 
Stavamo viaggiando da dieci minuti, quando mi disse di aprire gli occhi.
Eravamo in aperta campagna, e riuscivo a vedere le case di Mystic Falls in lontananza, piccolissime. C’era qualche nube in cielo, e mi guardai intorno, incuriosita.
Davanti a noi, c’era un grande deposito di ferro, e aveva un’ aria familiare, troppo. Quando vidi il campo alla sua sinistra, rabbrividii.
Non lì, non in quel posto.
«Zayn, andiamocene. Subito.» ordinai fredda, per poi poggiare la mano sulla portiera, pronta a rientrare in auto.
La sua mano fu più veloce della mia, e mi bloccò violentemente la mano, guardandomi con quegli occhi scuri.
«Perché?» chiese soltanto, e potei notare un sorrisetto sghembo, che però tentava di nascondere. Non volevo dirlo, desideravo solo andarmene da quel posto che pullulava di brutti ricordi e ferite che si stavano riaprendo, una più dolorosa delle altre.
«Ti prego. Te lo spiegherò. Prima andiamocene, ti prego.» lo implorai, senza alcun successo. Era irremovibile, e il suo sguardo, penetrante.
«È successo qui, ok? È qui vicino, che l’ hanno ucciso. Precisamente in quel punto, trentasei anni fa.» mi rassegnai, per poi indicare uno spiazzo verde a circa duecento metri da lì. E, osservando quella massa di alberi e cespugli, non riuscii ad evitare che il ricordo, uno dei tanti che tenevo per me, nel dimenticatoio, tornasse.
 
 
«Lith, dove vai? Harry ti ha detto che devi rimanere qui.» mi rimproverò Louis tenendomi per un braccio, mentre io cercavo di seguire Harry.
Lo strattonai, guardandolo negli occhi azzurri, così spaventati quanto i miei.
«Harry è in pericolo, me lo sento. E ora io e te lo seguiremo e vedremo cosa succede.» gli puntai un indice sul petto, per poi prenderlo per mano e condurlo da lui.
 
Corremmo per circa cinque minuti, ma eravamo lontani dal paese. Fortunatamente, la nostra grande velocità ci permise di arrivare in fretta in un posto così lontano.
Vidi Harry discutere con un uomo alto, muscoloso, sui quarant anni. Era da poco calato il tramonto, e i tratti non riuscii a distinguerli bene.
Ma riuscii a vedere quei capelli ricci, e capii di essere nel posto giusto. Louis si accucciò accanto a me, osservando spaventato i due, che a quanto pare litigavano.
«Non siamo stati noi, dannazione! Io vivo qui con la mia ragazza e il mio amico. Non vogliamo problemi. »
«Ce ne andremo presto, non preoccupatevi.»
«E il Consiglio aveva detto che non era un problema, finché non facevamo vittime ».
Riuscivo a sentire solo le sue frasi di risposta, quelle dell’ uomo erano dette con un tono di voce troppo basso, per essere udito da noi.
Solo una frase, riuscimmo a sentirla.
«Oh, ma lo so che non siete stati voi. Infatti sono stati alcuni dei nostri. Sai, la Luna Piena gioca brutti scherzi.» sorrise malignamente, e tutto accadde.
Quell’ uomo gettò della verbena addosso a Harry, che cadde in ginocchio in preda al bruciore. Cercai di scappare, di aiutarlo, ma Louis mi trattenne con una forza che non sapevo possedesse.
«Lith, ferma!» sussurrò, ma io continuavo a dimenarmi.
Osservai con le lacrime agli occhi, la scena che mi si parava davanti.
L’ uomo cacciò dalla tasca del suo enorme cappotto, un paletto di legno. Tentò di trafiggerlo, ma la mano di Harry fu più veloce, e gli piegò il polso all’ indietro, slogandolo.
Da dietro alcune siepi, spuntarono altri uomini, armati con paletti e verbena. Bloccarono Harry, tenendolo in ginocchio e bloccandolo per gli avambracci.
«Non preoccuparti, Styles. La tua fidanzatina proverà meno dolore, promesso.» rise beffardo, per poi alzargli il viso con le mani, costringendolo a guardare negli occhi il suo assassino.
«Per quanto riguarda l’ altro tuo amico, Louis… Sì, credo che a lui farò un po' più male.» rise sguaiatamente, per poi aggiustarsi il polso slogato, producendo uno scricchiolio.
L’ uomo prese il paletto di legno e lo conficcò nel petto di Harry, centrandone il cuore.
Un urlo di dolore, spezzato dalla morte.
Io e Louis eravamo congelati sul posto, incapaci di crederci. Le lacrime scesero più velocemente, quando notai che il colorito di Harry divenne più scuro.
L’ uomo trafficò con la camicia e i pantaloni di Harry, estraendone qualcosa, ma non capii esattamente cosa.
Quando se ne andarono, mi precipitai in lacrime accanto al suo corpo, e subito estrassi quell’ oggetto di legno, come se servisse a qualcosa.
«Harry… Harry… Ti prego, alzati! Harry!» urlai in preda ad una crisi isterica. Sentii Louis poggiarmi il mento su una spalla, ma non volevo arrendermi.
Lui era Harry, non era un tipo qualunque. Harry non poteva morire, Harry non doveva morire.
Eppure era così, Harry non si muoveva più, gli occhi verdi erano velati e una lacrima solitaria gli solcava la guancia.
Mi accasciai contro il suo petto, piangendo disperatamente, nonostante Louis mi chiedesse di alzarmi.
«Lith, dobbiamo andarcene e subito. Hai sentito cosa hanno detto? Ci stanno cercando.» mi attirò a sé, abbracciandomi forte. Sentii dei singhiozzi scuoterlo, stava piangendo anche lui. Sentii un dolore acuto al petto, era insopportabile.
Era dolore, rabbia, incapacità di rassegnarmi.
Ma non l’ avrebbero passata liscia.
«Non me ne andrò finché non saranno morti. Tutti.» specificai freddamente, rialzandomi in piedi. Osservai un’ ultima volta Harry, prima di prepararmi a seppellirlo.
Gli avevano rubato perfino l’ anello e la mia foto che portava sempre con me.
 
 
Non mi accorsi neanche che stavo piangendo a dirotto, quando mi ridestai.
Zayn mi condusse lentamente verso la porta del deposito, sorridendo appena.
«Vieni, non preoccuparti.» sussurrò dolcemente, ma improvvisamente volevo andarmene. Volevo solo dimenticare tutto e tornare a casa.
Ma la forza di Zayn mi costringeva ad avanzare, e mi lasciai trasportare.
Non appena le luci nel deposito si accesero, sentii un dolore lancinante alla testa e Zayn sorreggermi.
Poi, il buio.



SBEEEM, BELEEE.
Ed eccolo qui, uno dei primi colpi di scena.
Wohoo, questo deve essere il mio capitolo più lungo haha °-°
E ora vi lascio con il dubbio, so che mi odierete C:
Ma io vi amo lo stesso pff.
Ed è qui, che inizierete DAVVERO a capire cosa cacchio sta succedendo, perchè prima di questo, voi non sapevate nulla.
Mi ha resa triste scrivere la parte di Harreh :(
E Louis? Lo vedremo nel prossimo capitolo, e fidatevi, il prossimo sarà IL CAPITOLO.
Quello più importante, quello che risponderà a tutte le vostre domande.
E quello dopo? MLMLML non voglio incuriosirvi più di tanto haha.
Ecco, diciamo che mancano... boh... quattro o cinque capitoli? :) Si, circa quattro.
E boh, recensiteeeee non lasciatemi di cacca.
Scrivetemi pure cosa avete fatto oggi haha, non mi interessa, ma recensite.
Voglio sapere che ci siete.
E boh, mi dileguo dopo avermi sbemmato (?) con queste gif.
E sotto trovate anche la sorella di Zayn, Safaa *-* 
Ah, e prossimamente cambierò nickname qui su EFP **


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Capitolo 22
*** twenty-first. The bitter truth. ***




 

Ed eccoci al capitolo BOOM.
O meglio, quello che io chiamo 'il capitolo'.
Ogni domanda avrà una sua risposta.
Vi consiglio di ascoltare a ripetizione 'Lose Control' degli Evanescence, per dare un effetto più 'dark', ecco.
Buona lettura C:





 

The bitter truth







 

Louis.

Provai a chiamarla per l’ ennesima volta, ma il suo cellulare rimaneva spento. Osservai il display del cellulare: le 20:00 del 3 Giugno 2012.
E non sentivo Lilith da due giorni,  la cosa cominciava a preoccuparmi e non poco.
Capivo che era disastrata emotivamente, dopo quel bacio, ma quel suo silenzio era strano e assordante, e lo odiavo.
Probabilmente era andata da Zayn, e non avevo avuto il coraggio di cercarla lì. Varcai la soglia del Mystic Grill, sperando di trovarla lì, magari a bere e a fare scommesse con i presenti, come era solita fare prima che lui piombasse nelle nostre vite senza permesso. La loro attrazione fisica aveva qualcosa di lugubre, di anomalo.
Non poteva innamorarsi di lui dopo nemmeno un mese che lo conosceva! Era del tutto fuori luogo, considerando gli anni passati assieme ad Harry.
Sbuffai, e feci per accomodarmi ad uno sgabello, pronto ad ordinare uno dei liquori più forti che possedevano.
«Quel posto è occupato.» sentii una voce, e mi voltai immediatamente, ringhiando. Mi sedetti all’ altro posto, rassegnandomi.
«Ciao Damon.» dissi infastidito. Non era il momento adatto per scherzare, affatto.
«Toglimi una curiosità… Lilith bacia bene?» chiese con un sorrisetto storto, senza staccare gli occhi dal suo bicchiere.
Bloccai il braccio a mezz aria, pronto a chiamare Matt ed ordinare il solito drink. Mi voltai di scatto verso Damon, pronto a tempestarlo di domande.
«E tu come…?»
«L’ ho incontrata al cimitero un paio di giorni fa, e mi ha raccontato tutto. Ha dormito da me l’ altro ieri, solo che non è tornata.» specificò, poggiando il bicchiere sul bancone, e voltandosi completamente verso di me. Io sembravo una statua di cera, tanto ero sorpreso dalle sue parole.
Quindi lei non era da Zayn, ma da Damon.
«E ora dove si trova?» balbettai titubante, sperando in una risposta soddisfacente.
«Non ne ho idea.»
Appunto.
«Era ritornata a casa per prendere dei vestiti, ed è uscita. Non chiedermi dove.»
Strinsi le mani a pugno, mettendo in risalto le nocche bianche. Come avevo fatto a non accorgermi della sua presenza in casa? Perché ero ubriaco fradicio, ecco perché.
Perché forse, dopo quel bacio e quella confessione non del tutto romantica, mi ero limitato a svuotare la dispensa di alcolici e a chiamarla.
«Deve essere andata da quel patetico Zayn Malik, dannazione!» sibilai a denti stretti e immaginando Lilith che sorrideva a lui. Lo volevo io, quel sorriso.
Lo volevo io l’ amore di Lilith.
Damon si strozzò con la sua stessa saliva, perché mi guardò con gli occhi sbarrati, pieni di terrore.
E quando Damon Salvatore ha paura, c’è da preoccuparsi.
«Cosa cazzo hai detto?» urlò, senza preoccuparsi che i presenti stessero ascoltando. Lo guardai con la fronte aggrottata, cercando di capire il perché di quell’ innata paura.
«Non ti ha parlato del fatto che c’è un altro che le interessa?» chiesi acido. Solo pensare a quella faccia da schiaffi mi faceva venire da vomitare.
«Sì, ma non mi ha detto che si chiamasse Zayn Malik, accidenti!» sussurrò con rabbia, e io ero ancora più confuso.
Damon sbattè con violenza il bicchiere sul tavolo, per poi strattonarmi per un braccio.
«Hai una vaga idea di quanto sia ridicola questa situazione?!»
Lo guardai senza proferire parola.
«Arriva al dunque.» dissi freddamente.
«Quale parte del ‘conosci il nome del tuo nemico ’ non vi è mai stata chiara, eh?!» strinse la presa sul braccio, e fece anche male. Ma cosa diavolo gli prendeva?
«Nemico? Intendi…» cercai di suggerire, ma lui mi precedette.
«Intendo dire che il licantropo che trentasei anni fa ha ucciso Harry Edward Styles, si chiamava Jawaad Malik, il nonnino del nuovo amichetto di Lilith.» sibilò arrabbiato.
E mi sentii il mondo crollare addosso.
No, semplicemente non era possibile. Era semplicemente stupido. Presi con le mani tremanti il cellulare, e richiamai Lilith.
Spento. Nessun segno di vita. A quel punto cominciai davvero ad avere paura, e guardai Damon con occhi imploranti.
Ma lui non prestava attenzione a me. Era andato a prendere il calendario posato dietro al bancone del Mystic Grill e me lo aveva messo sotto al naso, indicando un punto con l’ indice.
«C’è la Luna piena stasera, cazzo!» urlò per poi gettare il calendario dall’ altro lato del locale.
Mi si bloccò il respiro, e tentai stupidamente di chiamarla. Damon prese il mio cellulare, stappandomelo dalle mani.
«Vieni, non dobbiamo perdere altro tempo.» disse per poi trascinarmi fuori, mentre il mio cervello aveva una sola immagine nella mente.
Il corpo senza vita di Lilith.
 
 

Lilith.

Avvertii un dolore lancinante alla testa, e cercai di muovere un muscolo, senza alcun risultato. La testa mi faceva un male assurdo, per poco non scoppiava, tanto era forte il dolore.
Mi decisi ad aprire gli occhi, e fui accecata dalla luce proveniente da una lampadina.
Dove mi trovavo? L’ ultima cosa che ricordavo era il posto in cui avevano ucciso Harry e… Zayn.
C’era Zayn, lì con me.
«Sveglia, piccola stronzetta.» sussurrò dolcemente qualcuno, e alzai a fatica la testa. Ero stordita, stanca, assetata. Mi sentivo come se ogni parte del mio corpo si fosse addormentata.
Aprii ancora di più gli occhi, e notai che ero su una sedia di legno, alquanto scomoda, e cosa più strana, ero legata.
Le mie gambe erano legate a quelle della sedia, e le mani erano dietro, legate allo schienale. Sentii i punti dove la corda stringeva forte, pizzicarmi, e sentii un nauseante odore di verbena.
La vista era ancora sfocata, ma quando riuscii a mettere a fuoco ciò che mi circondava, rabbrividii.
Non c’era nulla, al di fuori di due borsoni poggiati alla parete di fronte a me.
O meglio, oltre quello, c’ero io, al centro della stanza, e Zayn. Lui, che mi guardava sornione e non faceva nulla per aiutarmi.
«Finalmente si è svegliata!» cinguettò una voce femminile che non avevo mai udito prima. Voltai la testa verso destra, e dal panorama che riuscii a scorgere oltre la finestra, capii che eravamo in quel deposito di ferro dove ero svenuta, ed era sera. La ragazza, invece, aveva carnagione e occhi scuri, capelli con qualche ciocca rosa, e somigliava in modo impressionante a Zayn.
«Zayn… cosa succede?» sussurrai con voce impastata, e tentai di scogliere il nodo ai polsi.
Quella situazione era semplicemente assurda.
Urlai per il dolore, in quanto la testa prese a farmi male, e smisi di muovermi fin quando non cessò del tutto.
Ma cosa cazz..?
Zayn scosse la testa, contrariato, e si avvicinò piano a me, accarezzandomi. Quel contatto mi provocò i brividi, ma non erano brividi di piacere.
«Piccola, ingenua Lilith. Davvero devo spiegarti tutto, tutto?» sussurrò, per poi dirigersi verso i borsoni. Ne prese uno, e tornò da me, gettandolo ai miei piedi.
Si sedette a terra, e cominciò a cacciarne il contenuto.
«Comunque ti presento Safaa, la mia sorella gemella.» Mi indicò la ragazza, che mi salutò sorridente, come se ci stesse presentando ad una cena, e non in un capannone, dove io ero legata e dolorante.
«Sai, lei è speciale. È una strega.» trillò felice, per poi alzare una bottiglia d’ acqua e controllarne il contenuto depositato sul fondo. L’ agitò, e potei notare dei piccoli pezzettini di erba, che dall’ aspetto familiare, sembrava verbena. La paura dentro di me crebbe a dismisura e non capivo cosa o perché stesse succedendo.
«Tu ci hai rovinato la vita, Lilith.» sussurrò a bassa voce, mentre dal borsone prendeva tanti, troppi paletti di legno, il quale diametro misurava circa mezzo centimetro, e la loro lunghezza era di circa venti centimetri. L’ arsenale di un cacciatore di vampiri.
«C…Cosa? P…Perché?»  balbettai impaurita di fronte a ciò che voleva fare.
«Ti ricordi quando ti parlai di mio padre, quella mattina al Mystic Grill?» chiese ingenuamente, osservandomi. Annuii, invitandolo a continuare, nonostante il terrore prendeva possesso del mio corpo.
«Mio padre è sempre stato assente, non ci ha mai degnati di un gesto d’ affetto. E lo sai perché, Lilith? Perché nella sua testa c’eri tu. Non ci sorrideva mai, non rideva mai. Nella sua testa c’era solo quella vampira bellissima che gli aveva rovinato la vita, traumatizzato l’ infanzia. Per colpa tua mio padre è morto, non riuscendo a sopportare il peso di quel ricordo.» sibilò, per poi accarezzarmi la gamba con uno dei paletti. Rabbrividii, ma cercai di rimanere lucida, e capire dove volesse andare a parare.
«Da quando non c’è più, io e Safaa ci siamo promessi che avremmo portato a termine il suo compito.» continuò freddamente, mentre i suoi occhi scuri cercavano i miei.
«E quale sarebbe stato il suo compito?» riuscii a borbottare, e notai che Zayn aprì con una calma estenuante, la bottiglia d’ acqua e verbena.
«Ucciderti.» sussultai, per poi seguire i suoi movimenti. Uccidermi? Perché?! Io non conoscevo Zayn, né tantomeno il suo maledettissimo padre.
La sorella era concentrata, non capivo cosa stesse confabulando. Probabilmente qualche incantesimo.
Zayn prese uno dei paletti sottili, e lo inserì quasi completamente nella bottiglia, aspettando che si impregnasse d’ acqua. Nel frattempo, continuava a guardarmi con uno sguardo pieno d’ odio, e sentii gli occhi pizzicarmi. Cercai inutilmente di sciogliere i nodi, ma quella strega mi causava un aneurisma cerebrale ogni volta che osavo muovermi troppo.
Lui ripeté lo stesso procedimento con gli altri paletti, che erano circa venti. Il battito del cuore accelerò vistosamente. Strinsi le mani a pugno, e solo allora me ne accorsi.
Non avevo più l’ anello diurno al dito.
Voltai la testa di scatto, verso la ragazza che mi sorrideva sghemba, mentre al collo portava una catena con due anelli.
Uno degli anelli era il mio. L’ altro era…. Di Harry.
«Perché hai l’ anello di Harry?» ringhiai nella sua direzione, per poi urlare nuovamente a causa del dolore. La sentii sghignazzare, seguita subito dopo da Zayn.
«Tesoro, davvero non ci sei arrivata?» domandò con voce suadente, mentre avvicinava piano il suo viso al mio. Guardai quegli occhi scuri, che ora avevano una scintilla diversa, ma familiare.
E improvvisamente, il ricordo che più cercavo di evitare, tornò a galla. E tutto fu chiaro.
 
 
Controllai che Louis non ci fosse, e uscii di corsa da quella casa, dirigendomi da lui.
L’ avevo promesso. Avevo detto che sarebbero morti tutti. Ed era giunto il momento di fare una visitina all’ uomo che aveva ucciso Harry guardandolo negli occhi.
Mi ero rifiutata di conoscere il suo nome, non volevo che pagassero gli innocenti. Ne erano morti già abbastanza.
Ma lui non era innocente, era uno sporco bastardo senza cuore. Oh, quel cuore presto davvero non l’ avrebbe avuto più.
Mi accovacciai dietro un cespuglio, e vidi la donna, che doveva essere la moglie, apprestarsi ad entrare in casa sua.
Prima che riuscisse a varcare la soglia, la bloccai, costringendola ad invitarmi ad entrare. Acconsentì, soggiogata, e con uno scatto raggiunsi la sala da pranzo.
Era comodamente seduto a fumare la sua pipa, vicino al camino. Era spensierato, incurante di ciò che gli sarebbe accaduto di lì a poco.
In un istante, attraversai la stanza, nascondendomi dietro la tenda, e questa volta distolse lo sguardo dal fuoco che ardeva nel camino, insospettito.
«Marianne? Sei tu?» chiese ingenuamente. Risi sommessamente, e potei notare un leggero tremolio nella mano che manteneva la pipa.
Era alto, muscoloso, e i capelli erano neri ma composti. Gli occhi, scuri come la notte, e brillavano di luce propria.
Riattraversai la stanza, e questa volta si alzò in piedi, guardandosi cautamente attorno. Si voltò, e uscii allo scoperto, muovendomi silenziosamente.
«Dimmi solo perché.» sibilai, mentre l’ uomo si voltava di scatto, spaventato.
«Tu…» riuscì a sussurrare, mentre si apprestava a prendere il suo bastone da passeggio, di legno. Con uno gesto della mano, lo presi e lo lanciai dall’ altra parte della stanza.
Ogni mio passo in avanti, era un suo passo indietro, e questo non fece altro che accrescere la mia adrenalina.
«Hai ucciso Harry.» ringhiai, per poi esporre i canini. Non l’ avrebbe passata liscia.
Cominciò a ridere sommessamente, e sentii la rabbia crescere a dismisura.
«Sì… Tu sei Lilith Palmer, non è vero? Dovevo aspettarmela una tua visitina.» mi guardò maliziosamente, per poi fermarsi, mentre io mi trovavo a circa venti centimetri di distanza da lui.
Allungò una mano, accarezzandomi il fianco, e gli bloccai il polso, spezzandoglielo. Ringhiò a causa del dolore, ma io non battei ciglio.
«Puoi ancora salvarti. Dovrai fare solo quello che ti dico io…» insisté maliziosamente, mentre nei miei occhi si rifletteva il fuoco del camino.
«Dimmi perché l’ hai ucciso!» urlai, spingendolo indietro. La sua schiena sbattè contro il muro, ma lui continuava a guardarmi divertito.
«Ci serviva un colpevole, signorina Palmer. I lupi sono molto vivaci, ultimamente. Ma se vuoi, tu puoi rimanere qui. Consegnaci solo quel tuo amichetto. Com’è che si chiama? Louis Tomlinson?»
No, mi aveva tolto Harry. Non mi avrebbe tolto anche Louis.
Aveva ucciso Harry per ripicca, per divertimento probabilmente, e non meritava di vivere.
«Sporco, lurido, schifoso bastardo.» sibilai, mentre notai la prima scintilla di terrore nei suoi occhi. Allungò una mano dietro di sé, e cercò di colpirmi con una stecca di ferro, che scansai nuovamente.
Senza pensarci un secondo di più, lo bloccai contro il muro, per poi affondare la mia mano sinistra nel suo torace.
Boccheggiò, in cerca di ossigeno. Gli avevo bucato i polmoni, e la mia mano era stretta attorno al suo cuore. Il sangue cominciò a macchiare la parete, e alcune goccioline scendevano a terra, sporcando la moquette color salmone. Quell’ odore mi provocò altri brividi di piacere, misto alla consapevolezza che lo stavo uccidendo.
L’ organo pulsava ancora, stretto nella mia mano, mentre lui continuava a guardarmi.
«Sono felice, e sai perché? Perché l’ ultima cosa che hai visto, sono stati gli occhi del tuo assassino, proprio come hai fatto con Harry.» sussurrai, per poi stringere il cuore il una morsa, e strapparlo dal torace. Sentii il braccio pizzicarmi, e capii che quell’ uomo beveva verbena, che ora era in circolo nel suo sangue.
Il corpo cadde a terra, prendendo una posa innaturale, e vi gettai accanto il cuore.
Uscii da quella casa con il sorriso sulle labbra, ma prima mi voltai verso il ragazzino accovacciato dietro la porta, che mi guardava con terrore.
 
 
Faticavo a respirare, mi sentivo persa e delusa. No, non poteva essere vero. Non doveva essere vero. Guardavo Zayn, quegli occhi che fino a pochi giorni fa adoravo, e ora non riuscivo a non vedere gli occhi di quell’ uomo che trentasei anni prima, aveva distrutto ogni traccia di sogno.
Senza accorgermene, cominciai a piangere, e sul viso di Zayn si stese un gran sorriso malvagio.
«Anche io ho pianto tanto, Lilith. Pensa un po'. Ero tornato a Mystic Falls per cominciare a cercarti. Arrivo, esco di casa, entro al Mystic Grill, ed eccoti lì. In tutta la tua bellezza e stronzaggine. Sapevo che sarebbe stato difficile conquistarti, per questo Safaa ha preso un pezzo della tua foto, costringendo la tua mentre a rimanere affascinata da ogni mio movimento.»
La ragazza ridacchio nuovamente, mostrandomi una foto. La mia foto, quella che Harry mi aveva fatto e che portava sempre con sé.
Il dolore cominciò a diventare rabbia, e cacciai i canini, ringhiando verso Zayn.
«TU mi hai mentito per tutto questo tempo, nonostante sapessi che io…» mi bloccò, tappandomi la bocca con le mani. Immediatamente ne morsi una, e lui la ritirò, osservando i due buchetti che sparivano pian piano.
Tutto ciò che provavo per lui era frutto di un incantesimo di magia nera. Ogni convinzione, ogni certezza, si era sgretolata ancora una volta.
«È giunto il momento di vendicarmi, Lilith. Ed ecco cosa farò.» mentre parlava, osservava i paletti impregnati di verbena.
«Fra poche ore ci sarà la Luna piena.» a quella parola, scacciai un brivido di terrore.
«E quando mi trasformerò, deciderò se squartarti, o se limitarmi a morderti.» le parole di Harry mi rimbombarono in testa.
 
«Se ci mordono, Lilith, per noi è finita, capisci?»
 
«Comincerai ad avere le allucinazioni, ad avere una costante e incessante sete di sangue. Il morso farà ancora più male, e la carne marcirà, fin quando non ti dispererai a tal punto da sfilarti l’ anello diurno in pieno giorno, diventando polvere.» sussurrò con calma, mentre mi accarezzava la guancia con malizia.
«Il tuo nonnetto meritava la morte. Oltre ad essere un uomo di merda, era anche un pessimo marito e padre.» sputai con rabbia, fin quando non urlai di dolore.
Zayn aveva conficcato il primo paletto nella mia gamba destra, trapassandola completamente. Sentii la verbena bruciarmi i tessuti, e avvertii altre lacrime scorrere.
Faticavo a respirare, ma non mi fermai. Se dovevo morire, l’ avrei fatto con dignità.
«Era un lurido porco. Se fossi andata a letto con lui mi avrebbe risparmiata.» risi beffarda, e un secondo paletto venne conficcato nella gamba sinistra, assieme ad un terzo e ad un quarto.
Il sangue prese a scorrere giù, mentre cercavo di parlare, di riprendere fiato.
«Peccato, avrei voluto fargli ancora più male, magari uccidendo i suoi amici davanti ai suoi occhi.» sbraitai, mentre Zayn pianto un paletto nel mio stomaco, facendomi tossire.
Avevo dolori dappertutto, la verbena peggiorava la situazione. Le lacrime si confondevano con il sangue, creando una piccola pozza a terra.
«Uccidimi pure, tanto io ho vissuto la mia vita, e sai una cosa? Se c’è una cosa della quale non mi pento, è stato strappare il cuore del tuo nonnino. Rovinarvi la vita è stata la cosa migliore che potessi fare!» urlai con tutto il fiato che mi era rimasto, e Zayn, con le lacrime agli occhi, ficcò con rabbia dei paletti nelle mie braccia, che presero a sanguinare vistosamente.
Sentii chiaramente la carne strapparsi, le ossa rompersi a causa della troppa forza. Un paletto si spezzò in due, tanto era forte la sua rabbia.
Avvertii un altro dolore lancinante alla testa, segno che la strega si era arrabbiata e mi aveva causato decine di aneurismi, tutti insieme.
Per la fatica e il dolore, calai la testa in avanti, mentre aspettavo la Luna piena, pronta a morire.
«Ho portato anche gli stuzzicadenti, pensa tu.» lui rise sguaiatamente, per poi prenderne alcuni e bagnarli in quell’ acqua maledetta.
Cominciò a pungermi, infilando gli stuzzicadenti nelle mie braccia, fino in fondo. Mi morsi violentemente il labbro inferiore, non volevo dargli la soddisfazione di vedermi ancora più sofferente.
«Dovrei concederti l’ ultimo desiderio, no?» domandò Zayn, mentre prendeva dal suo borsone un paletto con due centimetri di diametro. Lo immerse nella verbena, perforandomi il polmone destro. Strillai, incapace di controllarmi, e tossii, sputando sangue.
Sembravo una bambola voodoo in carne ed ossa. Sembravo un portaspilli, ma poco importava.
L’ unica cosa che rimpiangevo, era che non avrei più visto il volto e il sorriso di Louis. Sentii come una morsa sciogliersi, e lo capii, finalmente.
Quasi in punto di morte, ma lo capii.
Mi mancava da impazzire Louis, avrei desiderato averlo accanto per l’ eternità. Amavo quel suo sorriso sghembo, o quello divertito. Amavo la scintilla che gli passava negli occhi quando mi parlava. Amavo il modo in cui si spostava i capelli da viso, o le smorfie che faceva mentre dormiva.
E pensare al suo sorriso riuscì a rassicurarmi e ad allentare il dolore.
«Hey, strega.» mi rivolsi a Safaa con disprezzo, mentre lei ricambiava l’ occhiata.
«Tu pratichi magia nera, no?» le domandai, riferendomi all’ incantesimo per manipolare i sentimenti. Ne avevo sentito parlare, e sapevo che la strega doveva essere molto potente, per praticarlo.
Lei annuì severa, e sorrisi, per quanto il dolore me lo permettesse.
«Voglio che mi fai parlare con un fantasma. Voglio che mi fai parlare con Harry Edward Styles.»
La vidi irrigidirsi, per poi toccare automaticamente il suo anello, che portava al collo.
«Ti concedo dieci minuti.» sibilò Zayn, prima di piantarmi l’ ennesimo paletto, questa volta a pochi centimetri dal cuore. Soffocai un urlo, e lo sentii uscire dalla stanza.






BOOM, BELE.
Allora, spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto, o almeno che vi abbia lasciare un pò così---> O__O
Ho cercato di rendere la scena 'usiamo Lilith come porta spilli' il più macabra possibile. Forse leggendola non fa schifo,
ma immaginatela in un film :') Cioè. 
Allora, ci tengo a precisare una cosa però:
-In TVD non esiste un incantesimo per manipolare i sentimenti, almeno per ora C: quindi quella parte l' ho inventata io xD
YEAH, ad alcune avevo spoilerato il fatto che Harry sarebbe... 'tornato', anche se in modo diverso.
Nel prossimo capitolo, finalmente Lilith parlerà di nuovo con Harreh, e capirà molte cose.
Cioè, amatemi, 3314 parole questo capitolo HAHAHA
E vabbè, sapete che comincia a mancarmi già, sapere che presto non scriverò più di Lilith? çç
Ma DON'T WORRY, perchè eccola qui, come promesso, la NUOVA STORIA, sempre in tema sovrannaturale :3
(cliccare sulla scritta, e andrete direttamente alla storia)


Leggetela, recensitela, fatemi sapere se devo cancellarla hahaha.
E boh, grazie a voi che recensite sempre e mi supportate in tutte le mie cagate *-*
VI AMO.
Ah, e mi dispiace per le proZayn, ma purtroppo l' idea di questa ff mi era nata con Zayn già cattivo, non potevo cambiare le cose hehe


 

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Capitolo 23
*** twenty-second. I wish you were here. ***







I wish you were here.



 

Lilith.
 

Vi consiglio di ascoltare 'Six degrees of separation- The Script' a ripetizione, fin quando non vi chiederò di cambiare.
Da un effetto diverso alla lettura, secondo me C:


 

Sentivo dolore ovunque.
Zayn aveva lasciato i paletti conficcati nelle mie gambe, braccia, stomaco, polmone.
Le ferite si rimarginavano, e poi tornavano ad essere fresche subito dopo, a causa della verbena.
Era un continuo guarire e ferirsi, e sapere di non poter morire a causa di quello, era frustrante. C’era un’ ultima cosa che volevo fare, prima di morire o diventare pazza. Volevo rivedere, anche se non in carne ed ossa, quei capelli ricci e quegli occhi verdi che mi avevano fatta sognare per novantotto anni, e distrutta negli ultimi trentasei.
Volevo solo guardarlo, parlargli, semmai una volta morta non fossi riuscita a ritrovarlo.
Era dura perdere le persone amate. Specialmente se le abbiamo lasciate in modo stupido, con i rimpianti.
Perché prima che Harry morisse, avrei voluto almeno avere il tempo di ricordargli che lo amavo, e che lo avrei fatto per molto tempo ancora.
Perdendo Harry, avevo perso anche il mio senso dell’ autocontrollo. La mia mente era una costante, totale confusione, e i miei sentimenti per Louis ne erano la prova.
Lou, mi sarebbe mancato da morire, quel maledetto idiota. Mi sarebbero mancati i suoi sorrisetti, le sue smorfie, la sua risata cristallina, la sua voce vivace, così diversa da quella di Harry, roca. Avrei sentito la mancanza di quegli occhi azzurri, sempre così sinceri, ma che riuscivano a nascondere un mondo pieno di sofferenza.
Avrei desiderato un ultimo abbraccio, un ultimo bacio. Perché sì, desideravo ancora le labbra di Louis Tomlinson, e mi odiavo per questo.
Perché capivo le cose quando ormai era troppo tardi, quando non potevo più rimediare ai miei errori. Mi ero fidata ciecamente di Zayn, mi ero lasciata cullare da quel piccolo senso di sicurezza che mi aveva donato, seppur falso.
Ma io desideravo solo essere felice, amare ed essere amata, e come una stupida non avevo capito che quella persona mi era sempre rimasta accanto.
Nella buona e nella cattiva sorte.
Proprio come nei matrimoni, peccato che io avessi la mente troppo annebbiata dalle lacrime, per notare quanto perfetto per una come me fosse Louis.
Inspirai a fondo, mentre Safaa accendeva delle candele con un solo sguardo, borbottando parole incomprensibili.
Tentavo di rimanere immobile, sperando che il dolore diminuisse. Avvertii un rumore, sotto ai piedi, e poi un movimento.
Dei simboli si stavano tracciando sul pavimento, e per un attimo pensai che volesse uccidermi.
«Hai massimo cinque minuti.» disse fredda, per poi chiudere gli occhi. Alzò le mani, allargando le braccia e portandole all’ altezza del collo, come in preghiera.
Sentii un dolore lancinante la testa e serrai gli occhi, pronta al peggio.
«Lilith…» sussurrò debolmente una voce roca che avrei riconosciuto fra mille. Aprii di scatto gli occhi, trovandomi di fronte un Harry Edward Styles spaventato, ma sorpreso di vedermi e di essere visto.
Cominciai a piangere silenziosamente, non riuscendo a credere ai miei occhi. Avrei desiderato abbracciarlo, ma le corde mi impedivano ogni movimento.
Fu lui ad avvicinarsi ulteriormente, mentre mi poggiava una mano sulla testa. Piansi ancora di più, quando non percepii il suo tocco.
«Harry…» tentai di dire qualcosa di sensato, ma tutto ciò che riuscii a sussurrare, fu il suo nome seguito da singhiozzi incontrollati.
Harry mi sorrise amaramente, per poi abbassarsi, in modo di avere i miei occhi esattamente di fronte ai suoi, sempre terribilmente belli e verdi.
«Lilith, cosa ti hanno fatto…» aveva gli occhi lucidi, e quella che mi fece, non era una domanda.
«Sono stata una stupida, Harry. Ho sempre fatto le cose di testa mia e ho sbagliato ogni volta. Mi manchi, ogni giorno.» una lacrima mi solleticò il mento, per poi cadere e atterrare sulla gamba. Sentii la risata familiare di Harry, e mi si riempì il cuore, per un attimo.
«Oh, Lith. Tu non hai sbagliato nulla… Ok, forse qualcosa l’ hai sbagliata, ma posso capirti.» tentò di farmi sorridere. Come se potessi farlo, sapendo che a breve sarei morta.
«Sapevo fin dall’ inizio cosa mi aspettava. Se l’ ho fatto, è stato perché sapevo che saresti sopravvissuta. Sapevo che c’era Louis con te, e ciò mi bastava.»
«I….Io mi sento uno schifo, Harry. In questi anni non ho fatto altro che piangere la tua morte, e speravo solo in un tuo ritorno, seppur impossibile.» risi di me stessa, quanto ero stata stupida ed ingenua.
«E tu mi hai lasciata sola. Sei stato un po' stronzo, lo sai?» gli dissi, sforzandomi di sorridere. Harry si avvicinò al mio viso, tentando di baciarmi la guancia, ma ancora una volta fu come se un venticello gelido mi accarezzasse.
«Non sai quanto odio non poterti toccare.» sussurrò tristemente, per poi permettermi di annegare in quel verde che apparteneva solo ai suoi occhi.
Improvvisamente, non avevo più voglia di piangermi addosso. Il tempo stringeva, e volevo salutarlo come avrei sempre desiderato. Con il sorriso, senza rimpianti.
«Cosa si prova? A morire, intendo.» chiesi titubante, abbassando leggermente lo sguardo.
«È solo un po' di dolore, e poi la pace e il silenzio assoluti. Ma non ce ne andiamo del tutto, Lith. Io sono ancora qui, ci sono sempre stato, anche se non riuscivi mai a vedermi.»
Rialzai lo sguardo, sperando che non mi mentisse. Quindi era solo un po' di dolore, e poi… nulla?
«Cosa vuoi dire con ‘ci sei sempre stato’?» domandai aggottando la fronte, indispettita.
Harry sorrise sghembo, mostrando quelle fossette che avrei tanto desiderato baciare di nuovo.
«Sono un fantasma, Lith. Io non vi ho mai abbandonato. Ero sempre lì, seduto accanto a voi, a sbuffare quando litigavate, a ridere come un idiota quando vi stuzzicavate. A volte tentavo perfino di darvi dei consigli, che voi puntualmente non seguivate, perché non riuscivate a sentirmi. Ma io c’ero, ero un ombra, ma non vi ho mai lasciati. E devi farlo anche tu, Lilith. Quando morirai, non lasciare mai Louis. Lui ha bisogno di noi, anche se non ci saremo.»
Mi morsi violentemente il labbro inferiore, pregando di non piangere di nuovo. Lui c’era stato, e mi era sempre stato vicino…
«Quindi tu hai visto cosa è… successo fra me e Lou.» arrossii violentemente, quando notai l’ ennesimo, amaro sorrisetto divertito.
«Sì, anche se me ne sono andato. Sai, rispetto la vostra privacy.» ancora una volta, provò ad accarezzarmi il volto, senza successo. Aggrottò la fronte, arrabbiato.
«Ho già detto che odio non poterti accarezzare?» chiese retorico, e sorrisi amaramente, lasciando che una lacrima solitaria cadesse dai miei occhi.
«Io ho sempre tifato per Lou, comunque.» disse ad un tratto, facendomi sobbalzare appena.
Perfino Harry?
«Io sono morto da ben trentasei anni. E non c’è stato giorno, dalla mia morte, in cui non abbia sperato che tu aprissi gli occhi e vedessi che avresti potuto essere felice anche senza di me. Pregavo che tu finalmente guardassi Louis con occhi diversi, sotto una luce diversa da quella che conoscevi. Lith, la vita, anche se a noi vampiri non sembra affatto, è breve e imprevedibile. Un momento prima sorridi e quello dopo potrebbe essere troppo tardi.»
Gemetti dal dolore, gli stuzzicadenti infilati nelle mie braccia mi graffiavano le ossa, e Harry lo notò.
«Vorrei solo che tutto questo finisse in fretta. Ti giuro, Lith, che non ti lascerò nemmeno per un attimo. Quando sarà giunto il momento, io sarò qui accanto a te. Immagina che ti stia stringendo la mano.» annuii, per poi porgli la domanda che più avevo paura di fargli.
«Harry, tu sei ancora innamorato di me?» non sapevo perché, ma era essenziale saperlo, in quel momento. Prima che tutto finisse.
«Ti voglio un bene dell’ anima e te ne vorrò per sempre. Ma sono passati troppi anni, e la Lilith che conoscevo è cambiata tantissimo. Sì, sono ancora innamorato di te, ma la domanda che dovresti fare è un’ altra. ‘Io sono ancora innamorata di Harry Styles?’» si morse il labbro inferiore, osservandomi con cautela.
Già, io ero ancora innamorata di lui? O amavo i nostri ricordi, le emozioni provate? Cosa sarebbe successo se avessi avuto la possibilità di scegliere fra Harry e Louis?
Ricordai la sera con Damon, al cimitero, e immediatamente immaginai una moneta da mezzo dollaro volare sulla mia testa.
Testa, Louis. Croce, Harry.
La monetina atterrava ai miei piedi. Qual era il risultato che avrei voluto che uscisse?
 
 
Damon tirò fuori una moneta da mezzo dollaro, e la lanciò in aria, prendendola subito dopo.
«Io tiro in aria questa moneta, se uscirà testa, allora ti piace di più Louis, altrimenti, l’ altro tipo.» spiegò guardandomi attentamente.
«Dovrei lasciar decidere ad una moneta chi devo amare?» chiesi divertita. Era davvero un gioco stupido e assurdo.
«Non è questo lo scopo. Servirà per schiarirti le idee. Diciamo solo che non importerà tanto se uscirà testa o croce, ma quello che speravi che uscisse mentre veniva lanciata in aria. Capisci?» Annuii debolmente, per poi trattenere il respiro, mentre Damon lanciava in aria la moneta, per poi farla atterrare sul palmo della sua mano, coprendola immediatamente con l’ altra.
«Allora? Cosa speravi che uscisse? Testa o croce?»

 
 
 
Testa. Volevo che uscisse Testa.
Testa. Testa. Testa. Testa.
«Harry, sarebbe troppo strano il fatto che mi piaccia Lou?» domandai sinceramente, osservando la sua reazione. Gli occhi furono attraversati da una scintilla, e mi sorrise.
«Non lo sarebbe se non fosse per il fatto che l’ hai capito un po' tardi. Non credi?» inclinò la testa su un lato, e poi si guardò intorno, spaventato.
«Cosa c’è?» chiesi allarmata da quella sua reazione.
«Il tempo è scaduto, Lith. Ma prima che vada via, voglio che tu sappia una cosa. Non è sbagliato andare avanti, mai. Bisogna farlo, perché la vita è una sola, e ci è stata concessa una sola possibilità. Voglio che tu sappia che se avessi scelto di amare Louis, anche dopo due giorni dalla mia scomparsa, io ne sarei stato felice.»
La sua immagine cominciò a sbiadire, e strabuzzai gli occhi. No, non poteva andarsene. Non di nuovo.
«Harry…»
«E un’ ultima cosa. Io l’ ho sempre saputo, Lith. L’ ho capito dal primo istante.» sorrise, e una lacrima gli solcò la guancia.
«Capito cosa, Harry?» trillai, ma non ricevetti risposta.
Le labbra di Harry toccarono le mie per un istante, prima che lui sparisse nuovamente nell’ Aldilà.
Ma questa volta, potei giurarlo, avevo avvertito quel dolce profumo che avevano le sue labbra.
 
 
Bene, e ora vi chiedo di mettere a ripetizione Lost in the Echo- Link in Park *-*


«Tempo scaduto, mostro.» Zayn rientrò con una sigaretta fra le labbra, riposizionandosi davanti a me. Prese la sigaretta fra le mani, e la spense sul mio braccio, come se nulla fosse.
Tentai di non urlare a causa del dolore. Ora ero più forte. Harry mi rendeva forte.
«Già, perchè tu che mi stai torturando da ore, non sei un mostro. Sai, per un momento avevo seriamente creduto che ti importasse qualcosa di me.» dissi acida, uccidendolo con lo sguardo.
Lui scoppiò in una risata sguaiata, tenendosi la pancia. «Fai sul serio, Lilith? Avanti, e cosa avremmo potuto essere noi, eh? Il lupo e il vampiro?» sputò quelle parole con odio, e poi guardò fuori dalla finestra, sorridendo ammaliato.
«Ancora pochi minuti, e ci sarà la Luna piena. Sei pronta a morire?» domandò indifferente, voltandosi verso di me. Continuai ad osservarlo, non intenzionata a rispondergli.
Si avvicinò velocemente, alzando con violenza il mio viso.
«Rispondimi, puttanella.» sibilò, per  poi spingere più a fondo il paletto conficcato nello stomaco, che sbucò dall’ altro lato, spezzandomi due costole.
Urlai, per poi guardarlo furioso. Gli sputai in faccia, soddisfatta, e non me ne importava nulla se mi avrebbe fatto del male.
Ringhiò, per poi percorrere la stanza a grandi passi, tentando inutilmente di calmarmi. Voleva uccidermi, ma voleva anche trattenersi.
E il fatto che fosse in difficoltà, non fece che farmi sorridere, nonostante fossi letteralmente a pezzi, su quella sedia.
«Cazzo, quando mi trasformerò ti staccherò un braccio, prima di morderti senza rimorso!» urlò infuriato, con i pugni stretti.
Risi sguaiatamente, ora conoscevo il suo punto debole: l’ orgoglio.
«Lo sai, Zayn? Dovresti scopare di più, invece di sprecare la vita a cercarmi. Avrebbe dovuto farlo anche tuo padre. Davvero sono così importante?» mi finsi dispiaciuta, per poi sorridere sghemba.
Lui si precipitò verso di me, strappando il paletto nel polmone, per poi riconficcarlo più in basso. Strillai, e le lacrime ripresero a scendere.
Vaffanculo, Zayn, io non mi arrendo.
«E la vuoi sapere un’ altra cosa? Quelle con te sono state le scopate peggiori della mia vita.» esclamai infuriata, per poi osservarlo contorcersi a terra.
Pian piano, la sua spina dorsale prese una forma innaturale, allungandosi. I suoi occhi diventarono giallo paglierino, e le orecchie cominciarono a diventare appuntite.
Urlava dal dolore, el sue ossa cambiavano forma, così come il resto del corpo. Rumore di ossa spezzate, una coda che si faceva spazio sul fondo schiena.
I vestiti si strapparono, non riuscendo a contenere la massa di Zayn.
In pochi minuti, un lupo nero come la notte mi ringhiava contro.
Osservai la Luna piena splendere sopra le nostre teste. Safaa sorrideva sghemba.
«Divertiti a morire, Lilith Palmer.»
«Mi mancherai, Lou.» sussurrai a mezza voce, e la mia ultima lacrima cadde a terra.
Inspirai a fondo e chiusi gli occhi, rassegnandomi al mio destino.











SCIAAAAAAO BELE çç
Wow, lo sapete che leggendo la parte di Harreh con la canzone, mi stava scappando la lacrimuccia? c':
Boh, sarà stato un momento di distrazione HAHAHAHA
Ok, volevo innanzitutto ringraziarvi. Cioè, l' ultimo capitolo pubblicato ha avuto 22 recensioni, ce ne rendiamo conto?!
Ma io vi amo, e vi ringrazio come sempre per tutti i complimenti che mi fate.
Siete sempre molto gentili, davvero.
Ma non mi dilungo troppo per ora, quello lo farà nel Prologo hahaha.
Manca un capitolo + il prologo, sì :3
Siamo alla fine çç
Ma mi ritroverete sempre. Nelle OS stupide che pubblico e nella nuova long!



Cliccate sul banner e vi porterà alla storia c:
Ah, e volevo chiedervi di passare anche da lei, e leggere la sua fighissima mini long ♥

Six degrees of separation.
Adieu, bele.

 

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Capitolo 24
*** twenty-third. I'll be fine. With you. ***








I'll be fine. With you.




 

Lilith.

A mio parere, ci sono due tipi di morti.
Una, è la morte che non vorresti arrivasse mai, quella dove dici ‘È troppo presto, ho ancora troppe cose da fare!’.
E poi c’è l’ altra, quella che accogli con serenità e rassegnazione, perché prima o poi tocca a tutti.
Io appartenevo alla seconda tipologia di morte, probabilmente.
Anche se avrei desiderato fare qualcos altro, prima che l’ oscurità mi inghiottisse, tipo dire addio a Louis, a Damon.
Ed ero semplicemente lì, tutta dolorante e legata ad una sedia, mentre Zayn prendeva la forma di un lupo.
Se ero pronta a morire? Avanti, chi lo sarebbe? Io non lo ero, ma lo accettavo. Accettavo il fatto che era giunto il mio momento.
Serrai ulteriormente gli occhi, aspettando che i denti di Zayn affondassero nella mia gola, squarciandola.
Solo che non accadde. Perché non ne ebbe il tempo.
Sentii un rumore di vetri rotti, e aprii a fatica gli occhi. Il vetro della finestra era stato frantumato dall’ esterno con una bomba che avevo visto altre volte.
Erano bombe che utilizzavano i cacciatori. Infatti, pochi istanti dopo questa emise un fumo, che fece urlare Zayn di dolore.
Non era verbena, era strozzalupo.
Cercavo di capire cosa stesse succedendo, quando Safaa venne sbattuta violentemente contro il muro da qualcuno che si muoveva troppo velocemente. Damon.
Damon era lì per me, e mi stava salvando.
Safaa svenne, mentre Zayn cercava di rimettersi in piedi, dolorante. Prima di gettarsi contro Damon, puntò i suoi occhi scuri nei miei, e si lanciò verso di me, pronto a mordermi.
Ma a quel punto, qualcuno lo bloccò, infilandogli una siringa dietro al collo. Il liquido entrò in circolazione nelle sue vene, e il licantropo svenne.
«Sbrigatevi, me ne occupo io.» disse Damon, prendendo Safaa in braccio e legandola con delle corde che aveva portato.
Il mio cervello non capiva più nulla, era confuso, ubriaco.
«Oh mio Dio, Lith…» sussurrò disperata una voce a pochi centimetri da me, mentre avvertivo un tocco gentile sulla guancia.
Avevo dolori dappertutto, e aumentarono, quando Louis cominciò a togliere tutti i paletti infilzati nelle gambe, nelle braccia e negli organi interni.
Urlai, e le lacrime cominciarono a scorrere, incontrollate. Notai che anche lui si tratteneva dal non urlare, in quando i paletti erano intrisi di verbena, che bruciavano le sue mani ogni qualvolta li toccava.
Poi passò alle corde, e tentò di scioglierne i nodi ben fatti. Damon, nel frattempo, aveva legato e imbavagliato Safaa, mentre controllava che Zayn non si svegliasse.
Era tutto un incubo, sicuramente. Tutto quello che avevo vissuto nelle ultime ore non poteva essere reale.
Louis estrasse l’ ultimo paletto, quello posto a pochi centimetri da cuore, e si diresse furioso verso Zayn. Cercai di parlare, ma le parole mi morirono in gola.
Non avevo neanche la forza di sorridergli, di guardarlo negli occhi.
«Lasciami! Devo ucciderlo quel pezzo di merda schifoso, togliti!» sbraitò Lou verso Damon, che lo tratteneva dallo scaraventarsi contro il licantropo.
«Smettila, non puoi ucciderlo, anche se avrei voglia di farlo. Fermati, dannazione!» tentò di fermarlo lui, ma Louis lo scaraventò lontano, tornando a concentrarsi su Zayn.
«Hai visto come l’ ha ridotta. Hai visto?» urlò con tutto il fiato le ultime parole, e si preparò a pugnalare Zayn.
Ma Louis non era debole come me, lui era quello che si arrabbiava quando perdevo il controllo. Lui non perdeva il controllo.
Louis era l’ unica cosa che mi spingesse a provare emozioni umane, non doveva diventare come me.
Prima che fosse troppo tardi, riuscii a tossire e a parlare debolmente.
«No. Non farlo.» fu un sussurrò, ma Louis si bloccò a mezz aria, per poi voltarsi verso di me. Fece cadere il paletto a terra e venne a sorreggermi. Stavo cadendo e non avevo neanche la forza di respirare. Le ferite erano state troppe e troppo profonde, per tanto anche la guarigione rapida non era molto efficace.
«Lith, sono qui. Non ti lascio.» sentii qualcosa di bagnato cadermi sulla fronte, segno che stava piangendo.
«Andatevene, muovetevi. Qui ci penso io.» disse Damon, per poi aiutarmi ad alzarmi. Non appena mi misi in piedi, le mie gambe cedettero, e Louis dovette portarmi fuori mettendo un mio braccio intorno alle sue spalle. Prima di mettere in moto e andare, chiamò Damon.
«Grazie.» gli disse, prima di premere il piede sull’ acceleratore.
 
Ancora non riuscivo a capacitarmi del fatto che ero salva. Ero viva, ed ero in auto con Louis. Mi chiesi se Harry stesse sorridendo, come avrei voluto fare io.
Ero stanca, volevo solo chiudere gli occhi e lasciarmi le ultime ore alle spalle.
Stavamo viaggiando da un quarto d’ora circa, e nessuno dei due stava spiccicando parola. Quasi mi immaginai il riccio seduto nei sedili posteriori che ci dava degli idioti.
«Dove stiamo andando?» chiesi debolmente, mentre il dolore delle ossa spezzate aumentò. Si stavano aggiustando, ma ciò non voleva dire che non facesse male.
«In un motel a un' ora da qui. È meglio se per stanotte stai lontana da lui.» il suo tono di voce era freddo, distaccato. Era arrabbiato con me, e come potevo biasimarlo?
L’ avevo piantato in asso dopo che si era finalmente deciso a rivelarmi i suoi sentimenti, e non mi ero più fatta viva.
«Come avete fatto a…?»
«A scoprire che a quanto pare, quello che era il nonno di Zayn, ha ucciso Harry? Damon lo conosceva a quei tempi, e non appena ho nominato Malik è andato nel panico. Poi abbiamo visto il calendario e segnava la luna piena. Non ci abbiamo messo molto a fare due più due.» sbottò acido, mentre cambiava marcia.
«Non ne avevo idea.» dissi soltanto, e potei chiaramente sentire la distanza che aumentava fra noi.
«Certo che non ne avevi idea, Lith! È normale che tu non ne avessi idea. Solo non capisco come cazzo ti sia venuto in mente di sceglierti, fra i tanti coglioni su questo orrido pianeta, proprio quello che ti voleva morta!» urlò dando un pugno abbastanza forte al volante, tanto che temetti potesse saltar via da un momento all’ altro.
«O meglio, perché fra i tanti coglioni non ho scelto te, vero Louis?» urlai con una cattiveria che non avevo in quel momento.
Avevo un dolore alla testa, e lui urlava pure.
Serrò la mascella e continuò a guidare, fingendo di non avermi sentito. Ma non avrei mollato la presa, non più.
«Rispondimi!» strillai quasi sull’ orlo delle lacrime, ma lui continuò a fare l’ indifferente. Mi arresi, almeno per il momento, e tornai a guardare il panorama che scorreva veloce sotto il mio sguardo. Se non stesse guidando, lo strozzerei.
«La strega mi ha fatto parlare con Harry. È riuscita a farmi parlare con il suo fantasma.» sussurrai dopo qualche minuto, cercando la sua attenzione.
Infatti, Louis frenò bruscamente, guardandomi con gli occhi strabuzzati e la bocca socchiusa.
«C… Cosa?» chiese con la voce che si spezzava. Se a lui piaceva fare l’ indifferente, allora piaceva anche  a me. Non gli risposi, per fargli capire che non ricevere una risposta che aspetti, può dar fastidio.
«Lith?» mi chiamò, più dolcemente questa volta. Mi toccò la spalla, avvicinandosi un po'.
«Lith, scusa…» e fu allora che scoppiai.
«E smettila di chiedermi scusa, patetico coglione! Sono io quella che ha sempre sbagliato fra i due, sono io che ti ho abbandonato, che ha fatto di tutto per non vederti perché avevo paura di quello che la mia bocca stupida avesse potuto dire. Io devo chiederti scusa, perché lo fai sempre tu? Di cosa ti scusi? Perché mi sei rimasto accanto? Perché mi hai sopportato? Per…»
«Perché ti amo.»
Fu un sussurro appena udibile, ma riuscii a sentirlo lo stesso. Ed ecco che la paura tornava ad attanagliarmi ugualmente, e il coraggio di poco prima venne a mancare.
Era così strano sentire quelle parole uscire dalla sua bocca. Ed era ancora più strano il fatto che quelle parole erano per me.
Louis tornò a guidare, e io a maledirmi mentalmente.
 
 
Quando Lou parcheggiò l’ auto nel parcheggio del Motel, mi prese la mano, osservandola mentre le dita si intrecciavano automaticamente alle sue.
Erano calde a differenza delle mie, fredde come il ghiaccio. Mi sentivo meglio, in fin dei conti. Debole, triste, distrutta, depressa, ma meglio.
«Cosa ti ha detto Harry?» chiese con lo sguardo fisso sulle nostre mani.
«Che lui non se ne è mai andato. È sempre rimasto con noi. E poi ha detto una cosa del tipo ‘L’ ho sempre saputo, l’ ho capito dal primo istante’. Ma non ho capito a cosa si riferisse.»
Lo guardai attentamente: i capelli erano spettinati, perfetti, e gli coprivano un po' il volto. Gli occhi azzurri erano spenti, di ghiaccio. Rise amaramente, mettendo la mano libera fra i capelli.
«Che idiota. E io che pensavo che non l’ avesse mai capito. Invece gli è stato chiaro fin da subito.» Sciolse la presa, e mi sentii di nuovo precipitare.
Ma fu come se un ennesimo tassello del puzzle tornasse al suo posto.
 
«E un’ ultima cosa. Io l’ ho sempre saputo, Lith. L’ ho capito dal primo istante.» 
 
 
«Da quanto tempo ti fingi mio amico, Louis?» dissi con un odio che pensavo di aver accantonato.
«Fingermi tuo amico, Lith? Fingermi il tuo cazzo di migliore amico?!? Io ti amo da centotrentadue anni, hai capito? E mi dai anche dell’ egoista. Tu non sai quante volte ho dovuto sopportare i tuoi sguardi da diabete verso il mio migliore amico. Tu non hai la vaga idea di come ci si senta ad amare e sapere di non essere ricambiati. Fosse per te io potrei anche morire, tu te ne infischieresti! Io ho fatto una promessa ad Harry, cioè che ti sarei stato vicino in qualunque modo possibile, ma non ce la faccio più, va bene? Non ce la faccio più a guardarti, sapendo di non poterti stringere fra le braccia nel modo che vorrei. Semplicemente non ci riesco, perché….  » prese fiato, finalmente si stava liberando di tutto.
«Perché, cosa, Louis?» lo strattonai violentemente per un polso, e lui si liberò dalla presa con disinvoltura, e rabbia.
«Perché io posso amarti più di così, Lilith! Zayn vuole solo sbatterti dalla mattina alla sera, non te ne accorgi minimamente?»

 
 
Harry l’ aveva sempre saputo. L’ aveva capito, che Louis si era innamorato di me e tentava di nasconderlo. Lui aveva capito tutto, sempre.
 
«Io sono morto da ben trentasei anni. E non c’è stato giorno, dalla mia morte, in cui non abbia sperato che tu aprissi gli occhi e vedessi che avresti potuto essere felice anche senza di me. Pregavo che tu finalmente guardassi Louis con occhi diversi, sotto una luce diversa da quella che conoscevi. Lith, la vita, anche se a noi vampiri non sembra affatto, è breve e imprevedibile. Un momento prima sorridi e quello dopo potrebbe essere troppo tardi.»
 
Scese dall’ auto, per poi prendere uno zaino che aveva messo nel cofano. Poi venne ad aprire la mia portiera, aiutandomi a mettermi in piedi.
Senza dirgli nulla, senza preavviso, lo abbracciai, affondando la testa nell’ incavo del suo collo.
Ero uno sbaglio. Io ero completamente, maledettamente, eternamente sbagliata.
Lo ero perché avevo avuto un ragazzo paziente e perfetto accanto, ma non me ne ero accorta.
Ero sbagliata perché avrei dovuto ringraziarlo, baciarlo, fare qualcosa, e invece mi limitavo a rimanere in silenzio, seguendolo piano in quella che sarebbe stata la nostra camera per quella notte.
Quando Louis girò le chiavi nella serratura e aprì la porta, si bloccò con lo zaino in mano e un sopracciglio alzato.
La camera era bella, e aveva un letto. Un letto matrimoniale. Corrugai la fronte e entrai in camera, accomodandomi su quel letto a due piazze con le lenzuola bianche e profumate.  
«Prendi questo zaino, dentro ci sono delle sacche di sangue e degli abiti puliti.» mi porse lo zaino nero, e poi mi accarezzò una guancia, uscendo fuori da quella stanza.
Prima di buttarmi nella vasca piena d’ acqua bollente e di schiuma, sentii solo la voce di Louis che parlava al telefono.
«Fai sul serio, Damon? Hai davvero prenotato una stanza matrimoniale?»
 
Le ossa erano ancora un po' doloranti, ma mi sentivo molto meglio, almeno fisicamente. Riuscivo a muovermi in modo normale, almeno.
Svuotai il contenuto dell’ ultima sacca di sangue, e poi mi precipitai a lavarmi i denti. Lou aveva pensato proprio a tutto, come sempre.
Quando uscii dal bagno, era seduto il malo modo su una poltrona dall’ aria scomoda, e non la smetteva un attimo di guardarmi.
Mi infilai sotto le coperte, aspettando che arrivasse anche lui, ma proprio non si muoveva, e capii.
«Davvero hai intenzione di dormire su quella poltrona? Avanti, muoviti e vieni qui.» gli intimai, mentre sistemavo il suo cuscino e aprivo le lenzuola, per invitarlo a mettersi sotto.
Si grattò la nuca, e si avvicinò titubante, con lentezza. Notai che indossava solo un pantaloncino che arrivava alle ginocchia, ed era a petto nudo.
Non poteva farmi questo, però.
Quando fu sotto le coperte, mi voltò le spalle, senza neanche darmi la buonanotte. Mi morsi il labbro inferiore, e gli toccai una spalla con la mano.
«Lith, ho preso una decisione.» affermò dopo un po' di silenzio, e rabbrividii. Non era niente di buono.
Non aspettò neanche una mia conferma, che continuò, balbettando velocemente la sua decisione che mi lacerò l' anima in mille pezzi.
«Ho deciso che domani mattina, quando torneremo a Mystic Falls, me ne andrò. E lo farò senza di te. Ho bisogno di capire cosa voglio, e il nostro rapporto di amicizia si è deteriorato così in fretta che non credo tornerà mai quello di prima. Ho bisogno di una nuova vita, di non pensare al passato.»
Mi bloccai, trattenendo il respiro. Solo immaginare una vita senza Louis mi faceva venire voglia di tornare da Zayn per farmi uccidere.
Non volevo rimanere sola, non volevo più stare senza lui. Lo volevo accanto a me e sapevo che era da egoista.
Sapevo che avrei dovuto semplicemente lasciarlo andare, permettergli di farsi la sua vita, di innamorarsi. Ma c’ero io che gli avevo sempre impedito tutto ciò.
Perché ogni volta che lui cercava di stare tranquillo, piombavo io, combinando qualche guaio.
Ero stata la sua rovina, e non me ne ero mai resa conto. Mai, fino a quell’ istante.
Avrei voluto urlargli di rimanere perché io ero innamorata di lui, e avevo bisogno di un pò di stabilità nella mia vita.
Ma non lo feci. Piansi silenziosamente.
«Perché sei venuto a salvarmi, se poi mi avresti abbandonata comunque?» chiesi dopo quasi un’ ora, credendo che stesse dormendo. Lo vidi stropicciarsi gli occhi, indeciso su cosa dirmi.
«Perché ti amo, Lilith. E si difendono le persone che ami, anche se sai che non faranno più parte della tua vita.»
No, dannazione! Se tu ami una persona fai di tutto per essere felice insieme a lei, non l’ abbandoni. E io in quel momento mi sentivo un cane che veniva lasciato sul ciglio della strada.
Quindi, la conclusione doveva essere solo una.
«Tu non mi ami. La tua è solo un’ attrazione fisica.» decretai convinta, mentre Lou si alzava di scatto, rimanendo seduto sul letto. Mi guardò con la fronte corrugata, studiandomi nel buio.
«Cosa? No, non è assolutamente vero.» trillò infastidito, e imitai il suo gesto. Ora eravamo entrambi seduti, e ci guardavamo in cagnesco.
«Oh, io penso proprio di si. Una notte e ti passa tutto, scommetti?» lui boccheggiò in cerca d’ aria, facendo vacillare quella sua aria incazzata.
«Non è solo attrazione fisica, io amo tutto di te. Il modo in cui sorridi, la tua dolcezza, la tua sensibilità, la tua testardaggine, la tua stronzaggine (sì, anche quella). Amo semplicemente il fatto che ti chiami Lilith Palmer e esisti. Non è solo attrazione fisica.» ribadì, mentre le sue guance si imporporavano di rosso.
Oh, era terribilmente buffo e dolce.
«Invece sì.» ribattei piccata, incrociando le braccia al petto.
«Invece no.»
«Sì.»
«No.»
«Sì»
«No.»
«Ho detto si!»
«No, cazzo. Nooo!» urlò sbattendo i pugni sul letto, che traballò appena. Mi morsi il labbro inferiore per non sorridere, e mi limitai a fissarlo, in attesa che se ne accorgesse di quello strano silenzio.
«E allora perché te ne vai?» continuai imperterrita.
«Perché per te non è lo stesso, cazzo. E io sono stanco di amare qualcuno che non mi vuole.» trillò con voce isterica, stringendo il lenzuolo.
«E va bene. Ma non farti venire in mentre smancerie del tipo ‘ti do l’ ultimo bacio visto che sto per abbandonarti come un cane in autostrada’» gli alzai il dito medio e gli voltai le spalle, sbattendo violentemente la testa contro il cuscino.
Era incredibile come riuscisse a farmi dimenticare l’ inferno passato poche ore prima. Noi due eravamo fatti così: continui battibecchi colmi d' affetto e amore.
Louis si stese nuovamente, avvicinandosi a me. Poggiò una mano sulla mia spalla, che scostai poco educatamente.
«Nemmeno un abbraccio?» chiese implorante, mentre faceva aderire il suo petto alla mia schiena. Ringhiai, e mi voltai verso di lui. Il suo viso era a pochissimi centimetri dal mio, e potevo sentire l’ odore di menta che tanto mi piaceva di lui.
Come se una forza invisibile lo avesse trascinato, in pochi secondi il suo busto si allontanò, mentre lui continuava a guardarmi, quasi impaurito.
 
 
«Allora? Cosa speravi che uscisse? Testa o croce?»
 
 
 
E poi persi il controllo.
Gli misi una mano dietro la nuca, attirandolo a me, e lo baciai con foga, desiderando disperatamente quelle labbra. All’ inizio lui probabilmente mi prese per pazza, ma poi chiuse gli occhi e si lasciò trasportare, mentre la sua lingua entrava in contatto con la mia. Mi misi a cavalcioni su di lui, mentre giocherellava con i miei capelli e ogni tanto sorrideva sulle mie labbra.
Non riuscivo a staccarmi, neanche desiderandolo disperatamente. Quelle labbra erano una nuova droga per me, e un’ esplosione di farfalle mi invase lo stomaco, mentre il cuore accelerava i battiti in modo impressionante.
Mi morse il labbro inferiore, e un piccolo gemito sfuggì al mio- già poco- controllo. Questo lo fece sorridere ancora di più, tanto che passò a lasciarmi dei baci di fuoco sul collo.
Ero visibilmente eccitata, non c’erano dubbi. E anche lui lo era. Cazzo se lo era.
Solo che qualcosa andò storto, perché mentre gli torturavo un labbro inferiore, si staccò, sorridendo sornione.
Mi buttò sul mio lato del letto e rise sommessamente, dandomi la buonanotte. No, non lo stava facendo davvero. Non poteva.
«Oh, tu non puoi farlo davvero!» mugugnai infastidita, sperando che cambiasse idea.
«Oh, sì che posso. L' ho appena fatto.» scoppiò a ridere, chiudendo gli occhi. Ok, forse me lo meritavo. Togliamo il forse.
Che dispettoso di merda.









SCIAOO BELEEEE ç_______ç
E boh, eccoci all' ultimo capitolo. Insomma, tutto è bene quel che sembra finire bene hahaha
E Louis per dispetto non gliel ha dato  ⊙‿⊙ bastadddddddo.
Ma boh, lo sapete che mi viene da piangere?
Ma vaaaabè, c'è ancora l' epilogo, che vi metterà di buon umore.
Non ho voluto uccidere Zayn, non era mai stato nei miei piani. Però negli ultimi giorni stavo pensando di uccidere Lith, ma ho scartato l' idea hahaha.
E boh, Zayn apparirà nell' epilogo, poi scoprirete in quale circostanza C':
Per quanto riguarda un continuo, forse non ci sarà, o forse sì.
Forse ci sarà qualche Slice-of-life, o una mini.
Insomma, ci sto pensando hahahahahah
Cacchio, lo scorso capitolo ha avuto ben 20 recensioni. Ma quanto posso amarvi? Troppo, perchè mi supportate sempre.
Perchè io sono così, una lunatica di merda.
Prima faccio piangere, e poi ridere. 
E boh, spero seguirete e recensirete anche la mia nuova long e le mie OS ** ♥
Ci rivedremo all' epilogo, spero non mi abbandonerete.


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Capitolo 25
*** Epilogue ***









Epilogue.




Spero di non avervi delusa. ♥


 



Tre settimane dopo…
 
Damon Salvatore compose il numero, che stranamente conosceva a memoria, e attese che il destinatario rispondesse.
«Pronto?» disse una voce maschile e squillante, dopo pochi secondi.
«Hey, Tomlinson. Come te la passi?» chiese lui, riempendo il suo bicchiere di Cognac. Non gli importava che fossero solo le dieci del mattino.
«Damon, ciao. Beh, diciamo che me la cavo…» tentò di mentire lui, ma lo sbuffo di Damon gli fece capire che era un pessimo attore.
«Sto da schifo, ok?» si arrese alla fine, sospirando tristemente. «Lei come sta?» chiese poi, aspettando una sua risposta con ansia.
«Si è suicidata l’ altro giorno.» esclamò Damon sarcasticamente, per poi ridere sommessamente. «Come vuoi che stia? Uno schifo, da quando te ne sei andato.» concluse poi, e poté giurare che Louis si stesse mordendo il labbro inferiore, pur di non scoppiare in un pianto isterico.
Se ne era andato da tre settimane, e nessuno sapeva dove. Semplicemente, la mattina dopo quella famosa notte di Luna Piena, Louis aveva raccolto baracche e burattini, e se ne era andato, lasciando a Lilith un biglietto in cui le diceva che era giusto che lui se ne andasse, che permettesse alla ragazza di farsi una vita senza rimpianti né brutti ricordi. Ma le aveva ricordato che l’ amava, e che sarebbe tornato, se l’ avesse ritenuto opportuno.
Quando Lilith aveva capito, era scoppiata in lacrime, accasciandosi a terra.
E in quelle tre settimane, entrambi avevano capito una cosa molto importante.
«Piuttosto, dove diamine sei finito?» chiese Damon, osservando il liquido ambrato danzare nel bicchiere di vetro.
«Oh, ho incontrato due vecchi amici, Niall Horan e Liam Payne. Sono vampiri e mi hanno offerto ospitalità da loro.» spiegò brevemente Louis, incastrando il telefono fra la spalla e l’ orecchio.
Proprio non capiva perché Niall insistesse tanto per avere un gatto, e perché a questo gatto, obeso fra l’ altro, dovesse dare da mangiare proprio lui.
«Però, sei stato fortunato. Scommetto che sei in North Carolina, non è vero?» lo beffeggiò Damon, bevendo in pochi sorsi il Cognac. Non esitò neanche un istante, prima di riempire nuovamente il bicchiere.
«Sì, adoro questo paese, dai. Almeno non c’è nulla che mi urli in faccia ‘ti ricordi una certa Lilith Palmer? torna da lei’» scherzò lui, cercando il gatto con lo sguardo.
«E scommetto che Tomlinson ha anche trovato qualche nuova ragazza da far cadere ai suoi piedi» lo beffeggiò Damon con un sorriso sghembo in volto.
«Cosa? No, non più. Non da quando ho baciato Lith.» confessò il ragazzo, rinunciando a cercare il felino, che a quanto pare era tornato a dormire fra le felpe di Liam.
«Bene. Perché lei non ti ha dimenticato. O meglio, non ha nessun giocattolo del sesso, se ti interessa saperlo. Anche se io mi sono offerto più volte.» risero entrambi, proprio come vecchi amici.
«Ora ho da fare, Tomlinson. Sai, io a differenza tua sono sexy, quindi ho la fila dietro la porta.» lo beffeggiò, per poi salutarlo.
Damon osservò lo schermo del cellulare, per assicurarsi che la chiamata fosse conclusa.
«Spero di esserti stato d’ aiuto.» disse con un sorriso alla persona di fronte a sé, offrendole un bicchiere di liquore. Lei lo prese e ne bevve il contenuto, per poi ridargli il bicchiere ormai vuoto.
«Sei stato utilissimo. Grazie, Damon.» rispose con un ghigno soddisfatto lei.
Lilith sistemò i capelli ondulati e mise gli occhiali da sole, per poi dirigersi verso la sua auto con un senso di vittoria che le vibrava nel sangue.
Destinazione? North Carolina.
 
 
 
 
 
 

Zayn.

Aspirò nuovamente la nicotina, lasciando che lo inebriasse completamente. Poi gettò il mozzicone a terra, schiacciandolo con il piede per impedire che continuasse ad emettere fumo.
Gli rimbombavano ancora in testa le parole di Safaa, sua sorella. Erano tre settimane che non capiva più nulla, agiva come un ubriaco.
E ancora si meravigliava del fatto che fosse davvero riuscito a farle del male.
 
 
Safaa si asciugò una lacrima sfuggita al suo controllo con la manica della maglia, e raccolse le sue ultime cose, rabbiosa.
«Basta, Zayn. Mi sono stancata di tutta questa storia. Abbiamo provato ad avere vendetta e non ce l’ abbiamo fatta.» trillò agitata, mentre cercava di smettere di tremare.
Ero da poco tornato umano, e il mio sguardo vagava nel vuoto. Mi sentivo… un mostro. Un perfetto mostro. E odiai chiunque avesse impedito la mia morte.
Perché quel senso di colpa, era peggiore di qualsiasi morte.
«Voglio vivere la mia vita, hai capito? Basta con la storia di Lilith, basta pensare a nostro padre. Basta tutto, Zayn. Io non voglio fare l’ errore di papà, che ha speso la sua vita a cercarla, a vendicarsi. Io sono giovane, e voglio lasciarmi il passato alle spalle.» continuò lei, cercando la mia attenzione.
Sembravo uno zombie; un patetico, schifoso, lurido zombie.
Mi decisi a guardare mia sorella, sperando che dai miei occhi non trapelasse alcuna emozione; non l’ avrei sopportato. Non avrei sopportato che capisse.
Lei mi scrutò con lo sguardo, e odiai il fatto che fossimo gemelli e che ci fosse una certa telepatia, fra noi.
«Ti eri affezionato a lei, dopotutto. Non è vero?» domandò con più dolcezza, e mi limitai a chiudere gli occhi, per evitare che potesse leggermi ulteriormente.
Safaa si avvicinò a me, abbracciandomi forte. Aveva ragione, il passato era passato, e dovevamo lasciarlo alle spalle.
Mio padre che definiva Jawaad Malik l’ uomo perfetto, il protettore di Mystic Falls, ma in realtà un bastardo manipolatore. E io ero suo nipote. Ciò mi faceva vergognare ancora di più.
«Quell’ Harry era davvero innocente, Zayn. La sua anima era pura.» balbettò Safaa, quasi sull’ orlo del pianto.
Ero stato uno stupido, lo eravamo entrambi. E io ero un perfetto idiota, perché avevo permesso a Lilith di farmi tentennare, di affezionarmi per davvero.
Ma era tutto finito.
Safaa uscì da quella che era casa mia, e promisi a me stesso che l’ avrei raggiunta.
 
 
Entrai nel Mystic Grill senza un motivo apparente. Lo facevo spesso, durante quelle tre settimane in cui lei non si era fatta più vedere.
Per scusarmi, semmai ci fosse riuscita a perdonarmi, avevo consegnato a quel Damon Salvatore l’ anello e la foto che un tempo appartenevano ad Harry.
La mia famiglia se ne era appropriata senza alcun permesso, ed era tempo di restituirle ai legittimi proprietari.
Mi meravigliai, come sempre, di essere ancora vivo. Ogni respiro, ogni passo che muovevo, era perché Lilith mi aveva risparmiato, io lo sapevo.
Quando notai una folta chioma nera e ondulata, appartenente ad una ragazza girata di spalle, affrettai il passo, in attesa di raggiungerla.
Volevo scusarmi con lei, glielo dovevo.
«Lilith…» la chiamai titubante, aspettando che si voltasse verso di me. Lei si voltò di scatto, ma non era Lilith.
Era una delle ragazze più belle che avessi mai visto, e somigliava molto alla Palmer, la vampira della quale mi ero sfortunatamente invaghito. Al danno la beffa, non è vero?
«Vedo che questa Lilith è molto famosa.» ribatté sarcastica la ragazza, sfoggiando un sorriso bellissimo.
L’ ansia, i nervi tesi di quei giorni, si dissolsero in pochi istanti, lasciando spazio ad una strana beatitudine. Era bello stare accanto a quella ragazza.
«Scusa, ti ho scambiata per un’ altra persona.» mi giustificai, sorridendo timidamente. Io, timido? Non sembrava possibile. Lei rise, la risata così cristallina e genuina.
«Comunque sono Claire, piacere.» mi porse la mano con sicurezza, e una scintilla negli occhi che non ha mai avuto nessuna.
«Io sono Zayn. Fidati, il piacere è tutto mio.» le feci l’ occhiolino, e poi cercai qualunque argomento, anche il più stupido, pur di sentire quella voce riecheggiare nelle mie orecchie.
 




 

 
Harry.

«Siamo arrivati?» chiese Rose per l’ ennesima volta, mentre eravamo in macchina con Lilith. Non poteva vederci, ma c’eravamo.
Chi era Rose? L’ avevo conosciuta dopo il mio incontro con Lilith, era un fantasma come me. Aveva conosciuto Damon, ed era morta a causa del morso di un lupo mannaro.
Era come se fossimo entrati in contatto, e da quella volta non mi ha più lasciato in pace. Non che la sua presenza mi disturbi. È carina e simpatica, e molto saggia.
«Cinque minuti e ci siamo, credo. Spero che Lith abbia fatto bene le sue ricerche.» dissi con una smorfia.
Volevo che ritrovasse quel ritardato di Louis, sul serio. Mentre quella mattina preparava le sue cose, per andarsene via, avevo addirittura provato a dargli un ceffone dietro la nuca, ma senza successo. Ero un fantasma, lui non poteva né vedermi, né sentirmi, pertanto le mie urla furono inutili.
Quale idiota scappa via dall’ amore, dopo tanti anni spesi per trovarlo? Louis Tomlinson, ovviamente. Ma io sapevo che Lilith era più determinata.
Lo era stata anche con me, e sapevo che quello che provava per Lou era molto forte. Era stata furba, chiedendo a Damon di riuscire ad estrapolare qualche notizia.
«Eccola, è quella la casa, è quella!» trillò Rose al mio fianco, abbracciandomi. Lilith parcheggiò l’ auto a duecento metri da quella che doveva essere la nuova casa di Louis, e la guardò pensierosa.
«Non tornerai indietro, capito? Ora alza quel bellissimo culo che hai, bussi prepotentemente a quella porta, e quando Louis uscirà lo riempirai di schiaffi per poi strappargli tutti i vestiti, chiaro?» urlai con un dito alzato verso di lei, per tentare di essere minaccioso. Ma lei, naturalmente, non poteva sentirmi.
Rose sì invece; infatti rideva e scuoteva la testa, rassegnata.
Lilith aprì il cruscotto, estraendone la sua foto e il mio anello. Damon glieli aveva dati la mattina dopo, ed ero felicissimo, perché lei non aveva pianto. Aveva sorriso, perché le erano venuti in mente i ricordi belli, non i brutti. Solo sapere che lei era presente al momento della mia uccisione, mi ammazzava per la seconda volta, se possibile.
«Cinquanta dollari che torna indietro!» esclamò Rose, dandomi una gomitata. Sbuffai, alzando gli occhi al cielo.
«Rose, a noi fantasmi non servono i soldi, né possiamo toccarli.» le ricordai a malincuore. In tutta risposta, le mi prese il viso fra le mani e mi diede un bacio a stampo, come se fosse la cosa più normale del mondo. Ma dico, era stupida?
«Ma dico, sei stupida?» trillai sbalordito dando voce ai miei pensieri, mentre lei mi alzava il dito medio con semplicità. Queste ragazze del ventunesimo secolo sono strane, davvero.
Lilith prese un respiro profondo, e rimise anello e foto nel cruscotto. Lo chiuse con uno scatto, e scese con altrettanta velocità dall’ auto, dirigendosi a passo spedito verso la casa.
«Ci siamo, ci siamo!» esclamai euforico, per poi prenderla per mano e trascinandomela dietro, seguendo Lith.
Si fermò vicino alla porta bianca, e prende un profondo respiro. Mi aspettai che la mia dolce, delicata Lilith bussasse con timidezza, sfiorando la porta…
Invece per poco non la sfondava. Bussò sei volte, dando dei sonori pugni alla porta e per poco non la ruppe. Dimenticavo che la mia Lith era cambiata, ma mi piaceva lo stesso.
«Vai così, Lilith! Distruggilo!» tifò Rose, alzando i pugni in aria. Solidarietà femminile, a volte non aveva limiti.
Scoppiai a ridere e mi mantenni a Rose per non cadere, quando un Niall Horan impaurito aprì la porta, notando Lith sulla soglia.
Lei lo guardò con sguardo di fuoco, a braccia conserte.
Subito dopo, Liam fece capolino con una sacca di sangue in una mano, e un bicchiere nell’ altro.
«Ciao bellezza, posso esserti d’ aiuto?» chiese maliziosamente Niall, squadrandola da capo a piedi. Oh amico, se Louis potesse vederti, saresti già morto.
Lith sorrise amabilmente, mettendo i mostra la fila di denti perfetti. «Dov’è Louis?» chiese a bassa voce, per non farsi sentire da Lou.
I due indicarono il piano superiore, spostandosi dalla soglia per farla entrare.
«Bene. Ora voi sparirete per qualche ora, intesi?» sibilò più acidamente ai due. Liam e Niall si guardarono un attimo negli occhi, e poi annuirono a Lith, sorridendo maliziosamente.
«Divertitevi.» soffiò Niall nell’ orecchio di Lilith, mentre entrambi uscivano da quella casa.
«Però, carini quei due.» Rose seguì con lo sguardo Payne e Horan, e mi sentii tradito, in qualche modo. La strattonai per un braccio, riconducendola al mio fianco. Seguimmo Lilith, salendo due rampe di scale. Ci fermammo, imitando Lith che cercava di capire dove potesse essere Louis, e la vidi sorridere sghemba quando sentimmo un rumore di passi proveniente dalla terza porta a sinistra. Si avvicinò alla porta in punta di piedi, e poi bussò delicatamente.
«Leeyum, hai rubato tu la mia fel…? Lilith?» urlò stridulo quando si ritrovò Lilith davanti. Lei aveva uno sguardo freddo e penetrante. Metteva paura persino a me.
Il palmo aperto di Lith colpì in pieno la guancia sinistra di Louis, che fece uno scatto all’ indietro, dolorante. Si massaggiò con una smorfia la guancia colpita, e nel frattempo guardava Lilith con gli occhi strabuzzati, non riuscendo a credere ai suoi occhi.
«Ma come hai fatto…?»
«Damon.» l’ anticipò lei, avanzando verso di lui. Impaurito, Lou strillò, chiamando l’ aiuto degli amici che erano chissà dove a ridere su cosa sarebbe successo in quella casa.
Era una scena divertente, dovevate esserci: Louis correva intorno al letto per scappare da Lilith, e lei lo rincorreva, insultandolo in francese, tedesco, giapponese e italiano.
Ah, l’ amore di Lilith per le lingue straniere.
«Pensavo che fosse tutto risolto, e tu che fai? Scappi come un coniglio la mattina dopo, lasciandomi sola!» urlò lei sbattendo il piede a terra.
«Lith, era la cosa migliore, davvero.» cercò di calmarla lui, ottenendo il risultato opposto.
«Vieni subito qui, Louis Tomlinson!» strillò nuovamente, continuando a rincorrerlo. La paura fu presto sostituita dal divertimento, e Rose si grattava confusamente la testa.
«Accidenti, sono davvero pazzi.» sussurrò mentre scoppiava a ridere per l’ ennesima volta.
Lilith finse di scattare verso destra per riuscire a prenderlo, e Lou andò nella direzione opposta; poi lei scattò verso sinistra, e riuscì finalmente ad acchiapparlo. Lo bloccò con il petto contro il muro e le mani dietro la schiena, come se lo stesse arrestando. Sbaglio, o Lith era diventata più forte grazie all’ allenamento con Damon?
«Ahia Lilith, mi fai male. Lith, mi sto mescolando con il muro.» si lamentò lui, quasi divertito.
«Bastardo.» sputò lei, facendogli sbattere la schiena contro il muro. Ora erano uno di fronte all’ altra: occhi negli occhi, verde nel blu.
«Mi sei mancata.»
«Mi sei mancato.» dissero nello stesso momento, e mi sarei sciolto, tanto ero felice. Abbracciai Rose, preso dall’ euforia, e cominciai a saltellare.
«Shh.» mi zittì lei, mollandomi uno schiaffo nulla nuca, e guardai i due, che continuavano a guardarsi silenziosamente.
Avete presente le bombe, che sembrano innocue e silenziose, ma che scoppiano all’ improvviso un istante dopo? Ecco, Lou e Lith erano così. Una bomba micidiale, insieme.
Nello stesso istante, si fiondarono l’ uno sulle labbra dell’ altro, cercandole con passione, desiderio e disperazione. Louis afferrò i due lembi della camicia di Lilith, e l’ aprì con uno scatto, facendo saltare via i bottoni. Uno mi passò attraverso, centrandomi in pieno la fronte.
Lilith allacciò le gambe intorno al bacino di lui, mentre Lou la sbatteva poco delicatamente sul letto. Cominciò a baciarla con foga d’ ovunque, sotto il mio sguardo allibito.
Non sapevo fossero così… passionali.
La maglia di Louis finì sul pavimento a pezzi, e subito dopo lei, presa da un impeto di passione, gli graffiò la schiena nuda, facendo rimanere dei segni rossi.
Allungai il collo, per vedere Louis che, spazientito dal reggiseno di Lilith che proprio non voleva staccarsi, lo strappava in due.
Le sue mani si diressero frettolosamente verso il seno…
«Ok, ora possiamo anche andare a farci un giro.» urlò Rose, prendendomi per i capelli e trascinandomi fuori da quella casa che urlava ‘sesso’ da tutte le parti.
«Ma io…» tentai di giustificarmi, ma mi bloccai sul nascere. Davvero volevo vedere loro mentre facevano sesso? Nah. O forse sì, non ne ero sicuro.
Prima che riuscissimo ad allontanarci del tutto, però, riuscii a sentire Lou e Lith sussurrarsi un ‘ti amo’, e sorrisi ancora di più.
Presi per mano Rose, come ormai d’ abitudine, e ci incamminammo verso qualche posto dove non potessimo sentire i loro gemiti.
Sorrisi: Louis e Lilith sarebbero stai perfetti, lo erano già.
E in quelle tre settimane, entrambi avevano capito una cosa molto importante. Era perdutamente innamorati, e nessun licantropo o vampiro avrebbe sfaldato quel loro amore così strambo, eppure così speciale.



FINE.





 


Sciao bele.
Oh mio Dio, non riesco a crederci, ho davvero scritto la parola FINE.
Wow. Mi sento.... vuota, davvero.
Cazzo, che brutta sensazione.
Vi invito a passare da Claw, una che scrive meglio di me. ♥  Six degrees of separation.
E passate dalla mia nuova storia, sempre tema sovrannaturale!  It's all about the way I fel when you came around
E boh, spero davvero di non avermi deluse, per questo voglio salutarvi come si deve.
Pertanto, vi chiedo di mettere in sottofondo la canzone sotto ♥ (A thousand years)







Voglio cominciare con il ringraziare Matt Donovan, il ragazzo del Mystic Grill,
che ha pazientemente venduto tutti gli alcolici a Lith senza lamentarsi mai HAHAHA
A lui, che è apparso poco, ma che stimo ugualmente.

 


Voglio ringraziare Claire, che ha fatto capire a Louis che è inutile tenersi tutto dentro, che prima
o poi l' amore arriva per tutti. Anche per lei. A lei, che nonostante sia stata trattata male, ha
perdonato Louis e ha fatto capire a Lilith quanto inutile sia non muovere un dito.




A Niall Horan e Liam Payne che, anche se sono stati presenti solo adesso, sono degli amici
leali e divertenti. A loro, che hanno capito sin da subito chi era Lilith, e quanto importante fosse.





A Safaa Malik, che ha capito che la vita è una sola, e non puoi passarla pensando agli altri e alla vendetta.
La ringrazio, perchè ha fatto capire tante cose a Lilith, facendole incontrare Harry.




 

A Zayn Malik, che nonostante tutto il male che ha fatto, era solo un ragazzo disperato per la morte del padre.
Lo ringrazio, perchè ha permesso al cuore di Lilith di battere nuovamente, facendole capire che la vita non è fatta 
per i rimpianti e per il dolore. Perchè in fondo, Zayn si stava innamorando di Lilith, ma l' orgoglio e la vendetta
gli hanno impedito di capirlo per davvero. Lo ringrazio perchè le ha permesso di essere salvata da Lou,
e per questo l' ho premiato, facendogli conoscere Claire. Perchè tutti meritano una seconda possibilità, una seconda scelta.




 

A Rose, che ha accolto Harry fra le sue braccia fantasma, e non l' ha lasciato più solo.
Perchè lei sa cosa significa morire e rimanere soli, osservando la persona che ami senza
poter fare nulla.
A lei, che tratterà Harry come un compagno di viaggio, e sorriderà insieme a lui, trascinandolo via nei momenti meno opportuni.





 

A Damon Salvatore, che è stato un ottimo amico per Lilith e Louis, e che ha fatto capire ad entrambi
quanto pazzamente innamorati fossero. Lo ringrazio per le sue battutine, per il suo sorriso.
Ho amato scrivere le parti in cui c' era lui.





 

A Harry, che nonostante l' abbia ucciso (poverino haha), è rimasto accanto a Louis e Lilith, senza lasciarli mai.
Perchè rimasto fedele alla sua ragazza fino alla fine, e l' ha amata sempre.
Lo ringrazio, perchè ha saputo accettare il fatto che non può tenerla con sè per sempre, e l' ha lasciata andare
nelle braccia sicure di Louis. Per questo, ho voluto che conoscesse Rose, la sua amica e , perchè no, qualcosa di più.
Lo ringrazio perché ha fatto conoscere a Lilith l' amore, quello vero, e le ha fatto capire che a volte i mostri sono i mortali, non i vampiri.





 

A Louis, che non si è mai arreso, nonostante abbia amato la stessa donna per moltissimi anni.
È stato un amico fedelissimo, e sarà un ragazzo fantastico per Lilith. Lo ringrazio perchè ha accettato
di proteggerla sotto la sua ala, ed è stato paziente e coraggioso. Perchè è terribilmente romantico (certo haha)
e spiritoso. Lo ringrazio perchè i suoi occhi non hanno mai smesso di cercarla, anche nel buio più totale.
Vorrei trovare qualcuno come lui, un giorno.





 

A Lilith, che ha sofferto per tanti anni a causa della morte di Harry, e che finalmente ha trovato qualcun altro
che l' ama e che sopporta il suo essere lunatica e a volte infantile.
A lei, che per anni è stata sorretta, afferrata prima che cadesse nel baratro, e che alla fine ha avuto coraggio e determinazione.
A lei, che ha guardato la morte in faccia e a testa alta. Vorrei davvero essere come lei: senza paura.
Mi ha fatto capire che prima o poi, il passato bisogna superarlo, che è inutile aggrapparsi ad esso e tenerlo stretto.
E scrivendo di lei, delle sue emozioni e della sua trappola, ho capito di essere un pò come lei, solo meno coraggiosa.




 

E infine a voi, che mi avete seguita pazientemente e mi avete riempita di complimenti,
nonostante sappia di non meritarli tutti. A voi, che mi avete resa davvero felice, perchè prima ero più
vuota, più insicura. Perchè grazie alle vostre recensioni, al numero di visite, ho capito che non faccio poi 
così schifo in tutto. Che almeno qualcosa mi riesce bene: inventare. E non finirò mai di ringraziarvi, una ad una 
se necessario, perchè siete tutte delle persone fantastiche, che meritano di trovare la felicità e la serenità.
Avete sopportato i miei scleri, i miei cambi d' umore nei capitoli, le mie assenze, i miei colpi di scena.
Senza di voi, io sono solo un corpo che cammina. Quindi grazie, grazie, grazie, grazie.

Siete una seconda famiglia per me, e vi abbraccerei tutte, se potessi.

 

E questo è tutto, spero mi seguirete nelle altre storie, perchè io non vi abbandono facilmente.
Ciao

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