Hinata in Seven Weeks

di Mokochan
(/viewuser.php?uid=81458)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ~ Silenzioso come la neve ***
Capitolo 2: *** 2 ~ Prigioniero ***
Capitolo 3: *** 3 ~ Mentre il petto si fermava ***
Capitolo 4: *** 4 ~ Angelo in Fiamme ***
Capitolo 5: *** 5 ~ Mai con lei ***
Capitolo 6: *** 6 ~ Per ogni caduto ***
Capitolo 7: *** 7 ~ Stava tutto nei suoi occhi ***



Capitolo 1
*** 1 ~ Silenzioso come la neve ***


Sile come neve
[Le flashfic di questa raccolta partecipano al Contest 'Seven Weeks 3 - Winter Edition' indetto da Shark Attack sul Forum di EFP]

Autrice: Mokochan
Titolo: Silenzioso come la neve
Personaggio base: Hinata
Personaggio Aggiunto: Neji
Prompt: Neve
Genere: Slice of Life, fluff (?)
Rating: Verde
Avvetimenti: Flashfic
Note: Questa flashfic è stata scritta una settimana prima del capitolo 614 (e sì, ci sto piangendo ancora *ama tutti gli Hyuuga* ;A;).
Grazia a chiunque leggerà
 


[Con questa flashfic ho ottenuto [6] punti per un totale di [6] punti nella sfida]

Silenzioso come la neve

La neve e il suo magnifico silenzio. Non ce n’è un altro che valga il nome
di silenzio, oltre quello della neve sul tetto e sulla terra.
Erri De Luca


I giorni passati in quei luoghi devastati avevano reso l'atmosfera tanto opprimente quanto lo erano le tombe che circondavano gli accampamenti degli shinobi,  ripari silenziosi e quasi privi di vita, attorno a cui - in quelle poche ore dall'inizio del tramonto - si era posata un po' di neve.
Era scesa senza produrre alcun suono; si era radunata fra le tende e aveva iniziato ad accumularsi sotto lo sguardo attento dei pochi ninja ancora svegli, anime tristi che si aggiravano per l'accampamento per controllare che non vi fossero intrusi e prevenire eventuali attacchi nemici, privi ormai dell'energia che li aveva animati all'inizio della guerra.
Hinata li osservò accucciata in un angolo riparato, fra le tende che ospitavano la squadra medica e gli shinobi rimasti feriti durante i combattimenti.
Il suo byakugan era attivo, bianco in mezzo a quella neve candida che cadeva a fiocchi poco più piccoli del palmo della sua mano, e scrutava ogni ombra e albero, alla ricerca di eventuali aggressori o spie, senza però trovarne.
— Madamigella Hinata, da quanto state qui? —
La voce di Neji infranse il silenzio facendola sussultare, e per un attimo la Hyuuga assunse un'espressione diffidente, che si sciolse quando intravide perfettamente il volto impassibile ma preoccupato del cugino.
Abbozzò un sorriso. — Un'ora o due... ma ne avrò ancora per un po' —  rispose, tornando a guardare il grande accampamento e il bosco che lo circondava completamente.
Neji annuì e non disse altro, portando lo sguardo bianco davanti a sé; restò a studiare il campo per una buona mezz'ora, poi salutò Hinata e si allontanò.
Hinata lo guardò andarsene come era arrivato: silenzioso quasi come i fiocchi di neve che si posavano sul terreno attorno a loro.


Per quanto avrebbe nevicato ancora? Sentiva l'aria ghiacciata pizzicarle la pelle e i vestiti che indossava sembravano essersi parzialmente bagnati, tanto più che dopo alcuni minuti aveva cominciato a tremare impercettibilmente, sfregando le mani per scaldarsi almeno un poco.
— Non me ne posso andare  — mormorò, scrutando malinconicamente nell'oscurità.
Da quando la guerra era cominciata, si era messa in testa di dare il massimo, anche solo facendo la guardia durante la notte per proteggere i propri compagni.
Non sarebbe mai stata forte come i suoi amici, lo sapeva; ciò nonostante, voleva dare tutto l'aiuto possibile, perché non le restava altro da fare.
Ma lo faceva davvero per i suoi amici? O in realtà stava pensando egoisticamente a se stessa?
Mentre rifletteva su ciò, un leggero calore le premette sulle spalle.
Hinata sussultò: balzò in piedi e si voltò mentre i fiocchi di neve continuavano a cadere, sfiorandole appena il viso, ma non vide nessuno.
Si guardò attorno, poi si posò una mano sulla spalla e guardò il terreno ormai completamente imbiancato: passi leggeri si allontanavano verso la tenda più vicina, sparendo poco prima di essa.
Strinse con le dita la coperta caldissima che la proteggeva e sorrise, pensando che Neji sapeva essere decisamente più silenzioso della neve, quando lo desiderava.



{500 parole}



Mokochan con “Silenzioso come la neve ”

☑Originalità
☑Grammatica
☑IC Personaggio Base
☑IC Personaggio Aggiunto
☑Uso del Prompt
☑Gradimento personale
☐Bonus/Malus
Totale: 6punti







Spazio Pubblicità!

Smile? [Kiba/Hanabi - Comico, AU - One-shot]
Spiral Static [Kiba/Hanabi - Guerra, Lime, Triste - Raccolta di Drabble]
Ehi, Biondo [Naruto/Karin - Comico, Fluff - Flashfic]
Chiusa Fuori [Naruto/Hinata - Fluff, Comico, AU - One-shot]
Bloody Rose [Naruto/Hinata (accenni ShikaIno, SaiHanabi, SasuSaku) -
AU storica, Drammatico, Romantico, Lime, Azione - Long-fic]

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2 ~ Prigioniero ***


[Le flashfic di questa raccolta partecipano al Contest 'Seven Weeks 3 - Winter Edition' indetto da Shark Attack sul Forum di EFP]

Autrice: Mokochan
Titolo: Prigioniero
Personaggio base: Hinata
Personaggio Aggiunto: Hiashi
Prompt: Perdono
Genere: Slice of Life, Triste
Rating: Verde
Avvetimenti: Flashfic
Note: premetto una cosa: io amo tutti gli Hyuuga, dal primo all'ultimo. Il Clan Hyuuga è il mio preferito da sempre. Amo anche Hiashi (non sembrerà, visto che spesso e volentieri lo faccio diventare il rompiballe nelle mie storie XD). Però adoro anche lui, nel bene e nel male. E ho voluto... provare a renderlo diverso da come l'ho sempre reso. Da come lo hanno sempre reso un po' tutti, a ben pensarci. D'altronde, anche lui è un essere umano - anche lui, dietro quella maschera che porta spesso e volentieri, prova amore, odio, dolore. Credo che questo sia stato anche evidenziato nella prima serie, quando si è diciamo scusato con Neji. O... beh, negli ultimi capitoli di Naruto, dove mi è parso molto meno freddo del solito, molto più vulnerabile.
Ho pensato anche che fosse un po' OOC XD e invece pare proprio di no. Meglio così
  Perché anche lui, come tutti gli Hyuuga, merita.
Buh, ora sparisco!  Grazie a chiunque leggerà
 


[Con questa flashfic ho ottenuto [7] punti per un totale di [13] punti nella sfida]

Prigioniero




Stava lì, seduto a terra, e fissava il corpo di suo fratello con lo sguardo perso, la maschera fredda che aveva sempre poggiata sul viso era scivolata a terra e ora si vedeva ciò che per anni aveva celato.
Pentimento.
Forse anche biasimo per se stesso.
Hinata fece qualche passo verso di lui, sentendo dietro di sé la presenza silenziosa e segretamente addolorata di Neji, che assisteva a ciò che aveva sempre temuto, e cioè alla comparsa del proprio padre sul campo di battaglia, insieme a coloro che erano stati resuscitati da Tobi qualche tempo addietro.
Hinata avrebbe voluto dirgli qualcosa, ma conosceva abbastanza Neji per sapere che l'avrebbe superato con le proprie forze e da solo, dentro di sé.
Si morse il labbro e allora scrutò nuovamente il padre, i cui capelli ora gli nascondevano parte del viso e forse quelle lacrime invisibili che non avrebbe versato nemmeno lì, davanti al suo gemello morto.
L'ostinazione e la freddezza degli Hyuuga vincevano persino sul dolore.
Hinata rabbrividì e studiò lo zio, provando un sentimento indefinito.
Hizashi sarebbe sparito da un momento all'altro.
Con quella consapevolezza, la ragazza si avvicinò a Hiashi con cautela, reprimendo ogni pensiero negativo, finché non arrivò a chinarsi su di lui; fu allora che lo sentì mormorare.
Parole a metà che le si conficcarono nel petto con una violenza inaspettata.
—... nami.
Ancora.
—Perdonami.
Hiashi Hyuuga stava chiedendo perdono.
Hinata aprì la bocca per respirare, ma le uscì solo il rantolo di chi non sa come comportarsi di fronte al nuovo — perché suo padre era sempre stato duro, serio, indistruttibile, un uomo che riusciva a nascondere i propri sentimenti persino a se stesso.
—Perdonami, fratello.
Un'altra volta, con più forza, quella supplica giunse limpida alle orecchie della Hyuuga —  decisa e priva d'orgoglio, poi rassegnata, triste.
—Perdonami.
Per quanto tempo si era tenuto dentro quelle parole? Per quanto, in tutti quegli anni, aveva guardato Neji pensando a ciò che era accaduto a Hizashi?
Hinata scrutò il padre con occhi diversi, per la prima volta partecipe di un sentimento che probabilmente Hiashi non si sarebbe più lasciato scappare, non avrebbe più fatto vedere, trincerandosi dietro l'impassibilità di quella casata che li rendeva tutti freddi, tutti uguali.
Tutti soli.
Allora allungò una mano e con le dita gli sfiorò appena il braccio, facendogli sentire la propria presenza.
E lui la guardò, un solo attimo in cui i loro occhi bianchi si incrociarono e cercarono a vicenda — compresero, malgrado la situazione e i ruoli che spettavano loro.
Ma durò poco.
Hiashi chiuse occhi, poi li riaprì e si alzò in piedi con lentezza, interrompendo ogni contatto con la figlia — rimettendosi la maschera.
Hinata  però aveva capito, guardandolo torreggiare su di lei, che quel chiedere perdono era stata per lui una sorta di liberazione.
Non era stata quella di Hizashi, già... ma quella di Hiashi.
Per anni, Hiashi Hyuuga era stato prigioniero di quel perdono mai chiesto a quel fratello morto troppo presto per poterlo udire e accettare.




{500 parole}



Mokochan con “Prigioniero”
☑Originalità
☑Grammatica
☑IC Personaggio Base
☑IC Personaggio Aggiunto
☑Uso del Prompt
☑Gradimento personale
(molto toccante e davvero ben orchestrato, mi è piaciuto molto)
☑Bonus/Malus (primo posto nel turno precedente)
Totale: 7 punti!



Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3 ~ Mentre il petto si fermava ***


[Le flashfic di questa raccolta partecipano al Contest 'Seven Weeks 3 - Winter Edition' indetto da Shark Attack sul Forum di EFP]

Autrice: Mokochan
Titolo: Mentre il petto si fermava
Personaggio base: Hinata
Personaggio Aggiunto: Sakura
Prompt: Gioielli
Genere: Slice of Life, Angst
Rating: Giallo
Avvetimenti: Flashfic
Note: Non so come mi sia uscita e devo dire che non era nemmeno nelle mie intenzioni fare questo a Sakura, anzi. Però il prompt 'gioielli' mi ha veramente messa in difficoltà, così alla fine ho cercato di utilizzarlo in maniera tale da essere coerente col racconto (la raccolta è ambientata durante la guerra e le ninja presenti certo non indossano gioielli - almeno mi sembra XD -, così mi son dovuta arrangiare ._.).
Quindi è arrivato il paragone e il collegamente alla prima flashfic - cioè l'ambientazione, o meglio, la neve, che mi è stata molto utile (diciamo che la brina lo è stata di più e ringrazio Wikipedia per alcune cosette che mi ha chiarito! °^°). E buh, niente XD
Buona lettura! (spero)
, e grazie a chiunque leggerà


[Con questa flashfic ho ottenuto [7] punti per un totale di [20] punti nella sfida]

Mentre il petto si fermava




Il sangue della kunoichi era sparso per terra, in mezzo a quello che era rimasto impresso sulla neve coperta da brina e kunai inutilizzabili, dove i cadaveri di altri ninja giacevano supini, gli occhi privi di luce, il petto fermo, duro.
Ma il suo no, non lo era: si muoveva, mostrava ancora di non volersi arrendere agli eventi e a quella spada che gli era stata conficcata proprio lì, dove la vita non voleva andarsene.
Hinata le premette una mano sulla spalla e cercò di trattenere le lacrime.
Non avevano mai parlato molto, né c'era stata occasione di dialogo - l'unico punto in comune era colui che forse li avrebbe salvati tutti.
Forse.
Stava cominciando a dubitare di Naruto?
— Lo sapevo...che sarebbe finita così — Sakura si intrufolò nella sua mente con quelle parole, gli occhi un po' spenti, le labbra piegate in un falso sorriso.
— No, non lo sapevi, nessuno lo...
Io sì. L'ho capito nel preciso istante in cui lui... se n'è andato dal villaggio. Sarei morta, prima o poi.
Sasuke.
Hinata chiuse gli occhi e aumentò la presa sulla sua spalla, mentre sentiva alle spalle le grida dei loro compagni e i gemiti di chi, come Sakura, stava cadendo per diventare più freddo della neve.
— Spero che almeno... Naruto ci riesca... almeno lui.
La Hyuuga tornò a osservarla e la vide piangere: calde lacrime le stavano rigando le guance arrossate e fredde, mentre quel petto iniziava a rallentare, a mollare, e le mani si chiudevano arrendevoli attorno alla neve, la stringevano, lottavano come il petto non voleva più fare.
Per un secondo, Hinata pensò di essere nel posto sbagliato, di essere la persona sbagliata; lì dovevano esserci Naruto, il maestro Kakashi... persino Sasuke, in un certo senso.
Ma loro non c'erano o erano troppo lontani per accorgersi di quello che stava accadendo.
E così lei era lì, al posto loro, incapace di fare qualcosa, l'unica compagna di una donna che per anni aveva sperato che il proprio team tornasse quello di una volta, con tutti i suoi membri, unito, forte - una seconda famiglia che non sarebbe più andata in pezzi.
Tuttavia, a causa della guerra, non avrebbe visto nulla di tutto ciò: sarebbe morta come tanti altri, coperta di neve e brina, piccoli cristalli simili a gioielli che però non avevano nulla a che fare con essi - troppo falsi, troppo brillanti e freddi per essere tali.
Gioielli falsi come i ricordi di un futuro che non avrebbe visto mai e che ora cercava con le mani, senza poterli scaldare, tenere con sé.
E che lasciò andare, inevitabilmente, mentre il petto si fermava.
Hinata tremò, deglutì, si chiese perché, alle spalle l'urlo di chi aveva appena capito cos'era successo.
Di chi a propria volta vedeva infrangersi quei ricordi futuri.
— Mi dispiace... mi dispiace tanto...
Già, erano davvero troppo falsi.



{477 parole}



Mokochan con “Mentre il petto si fermava”
☑Originalità
☑Grammatica
☑IC Personaggio Base
☑IC Personaggio Aggiunto (oh povera! ç_ç)
☑Uso del Prompt (brava!)
☑Gradimento personale
☑Bonus/Malus (primo posto nel turno precedente e prima a consegnare)
Totale: 7 punti!
 


Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4 ~ Angelo in Fiamme ***


[Le flashfic di questa raccolta partecipano al Contest 'Seven Weeks 3 - Winter Edition' indetto da Shark Attack sul Forum di EFP]

Autrice: Mokochan
Titolo: Angelo in fiamme
Personaggio base: Hinata
Personaggio Aggiunto: Naruto
Prompt: Angelo
Genere: Triste, Introspettivo, Malinconico
Rating: Giallo
Avvetimenti: Flashfic
Note: Altro prompt per me difficile - io la faccio sempre difficile - e quindi niente... è andata bene lo stesso. Dalla prossima flashfic però vedrete il declino <3  [della serie 'quando ti pesa troppo il culo, non c'è niente da fare']. Bon, ringrazio con tutto il cuore coloro che hanno recensito il precedente capitolo :) siete sempre troppo gentili.
E ora fuggo (come al solito, lol).
Buona lettura! (spero)
, e grazie a chiunque leggerà  


[Con questa flashfic ho ottenuto [7] punti per un totale di [27] punti nella sfida]

Angelo in Fiamme




Saltò da un ramo all'altro, l'abbaiare di Akamaru nelle orecchie, i passi leggeri di Neji accanto, mentre il cielo si schiariva per lasciar posto alla luce del sole.
Hinata respirò con forza e saltò ancora, avvertendo sulla pelle una tensione crescente, che arrivò al culmine nel momento stesso in cui pensò a lui.
Immaginandolo, finì per chiedersi quante volte Naruto l'aveva salvata, anche solo sorridendo, spingendola a migliorare, a non arrendersi, a rialzarsi persino quando era impossibile farlo.
Era stato il suo angelo salvatore.
Un angelo un po' diverso, però, che aveva dovuto attraversare l'inferno per essere apprezzato, capito e, a volte, persino perdonato.
Respirò di nuovo, e fu in quel momento che un'ondata di calore le passò sopra la testa scompigliandole i capelli - togliendole il fiato.
— Guarda tu quell'idiota... — borbottò Kiba dietro di lei, scuotendo il capo.
Hinata alzò gli occhi verso l'alto proprio mentre Naruto scendeva in mezzo a lei e Neji, facendo però imprecare l'Inuzuka, che vedendosi piombare davanti il jinchuuriki dovette bloccarsi di scatto per non finirgli addosso.
— State bene? — domandò Naruto, guardando prima Neji, che annuì con un cenno del capo, poi Hinata, che fece lo stesso.
Kiba in risposta grugnì.
L'Uzumaki mormorò un 'bene', ma mantenne lo sguardo fisso su Hinata, cosa che le permise di vedere quanto fosse stanco e quanto la perdita di Sakura avesse inciso su di lui.
Lei è al campo?
— Sì.
Naruto sussurrò un altro 'bene',  tornò a fissarla e abbozzò un sorriso - qualcosa di forzato che la ferì.
L'angelo cercava di tenersi su, di non cadere nel vuoto.
Di non tornare in quell'inferno da cui era riuscito a scappare.
Il negativo stava tutto lì, nella perdita di un pezzo della propria famiglia.
Stava in un finto sorriso.
Hinata sospirò.
— Non così.
Naruto smise di sorridere, esitante. — Non... così? Cosa intendi?
— Finto. Non così finto. Se stai soffrendo non nasconderlo. Non lasciare nemmeno che il dolore ti assalga, però... perché se accadesse non riusciresti a porre fine a questa guerra. Quindi piangi, arrabbiati. Fai qualcosa, ma non questo.
Naruto spalancò gli occhi - trattenne ciò che avrebbe voluto dire.
Proseguirono in silenzio, l'Uzumaki che guardava davanti a sé, irrequieto, Hinata nelle sue stesse condizioni, le parole dette in precedenza a impedire ogni contatto.
Per un attimo, la Hyuuga pensò di aver sbagliato, di essersi infilata in un vicolo cieco nel tentativo di essere ciò che lo avrebbe tirato su.
Di essere l'angelo che probabilmente non sarebbe mai stata.
— Credo che Sakura mi ucciderebbe, se continuassi così.
Hinata voltò la testa, rendendosi conto di essere osservata, e intravide un sorriso a fior di labbra.
Un sorriso vero.
Deglutì. — Già, lo penso anch'io.
Naruto ridacchiò. —Sai, Hinata, ogni volta mi stupisci! — una pausa. — Grazie.
Prima  che lei potesse rispondere, il ninja balzò su un ramo e schizzò in alto, salutando con una mano, una scia di fuoco alle spalle, la decisione nello sguardo.
Di nuovo, un angelo in fiamme.



{500 parole}



Mokochan con “Angelo in fiamme”
☑Originalità
☑Grammatica
☑IC Personaggio Base
(le hai dato spessore come mai prima d'ora, in questo contest)
☑IC Personaggio Aggiunto
☑Uso del Prompt
☑Gradimento personale
(molto profonda e delicata, mi è piaciuta molto questa shot!)
☑Bonus/Malus (primo posto nel turno precedente)
Totale: 7 punti!



Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5 ~ Mai con lei ***


[Le flashfic di questa raccolta partecipano al Contest 'Seven Weeks 3 - Winter Edition' indetto da Shark Attack sul Forum di EFP]

Autrice: Mokochan
Titolo: Mai con lei
Personaggio base: Hinata
Personaggio Aggiunto: Kiba
Prompt: Sesso
Genere: Comico(?), Fluff 
Rating: Giallo
Avvetimenti: Flashfic
Note: E sì, insomma, invece di usare il prompt banalmente facendo copulare selvaggiamente questi due (LOL), ho deciso di far divertire altra gente e in maniera anche abbastanza... beh, insomma, un po' cattivella - almeno nei confronti della povera Hinata, uhm. Ché se io sentissi robe del genere, vi assicuro che mi piglierebbe un colpo X°D
Comunque! Ringrazio Fefy_07, Nejisfan e Killuale 94 per aver commentato la precedente flashfic! :).  
Vi consiglio di leggere anche le flashfic delle altre partecipanti :) sono davvero molto belle. Ve le linko qui:  Gaara in Seven Weeks / Kiba in Seven Weeks / Sasuke in Seven Weeks / Naruto in Seven Weeks / Sasori in Seven Weeks.
Bene, credo di aver finito! x3
 
Scappo! Grazie a chiunque leggerà o commenterà
 


[Con questa flashfic ho ottenuto [6] punti per un totale di [33] punti nella sfida]

Mai con lei




Hinata era seduta a terra, Akamaru accanto, nella tenda che condivideva con Kiba e Shino,  a rimuginare su tutto ciò che era accaduto, su tutte le persone che erano morte, su tutto ciò che avrebbe perso in futuro - su ciò che faceva male.
Sospirando, Hinata allungò una mano verso Akamaru e gli accarezzò la testa, abbozzando un sorriso.
—Almeno possiamo riposare, qui,  vero? — gli sussurrò affettuosamente.
Quando Akamaru le strofinò il muso sulla coscia per dirle 'sì', uno strano verso spezzò il silenzio della tenda.
Sconcertata, Hinata corrugò la fronte e si mise in ascolto, e solo dopo - quando quel suono si fece un po' più forte  -  capì cosa fosse e da dove provenisse.
E, nel medesimo istante, Kiba entrò nella tenda.
Hinata fece per salutarlo, ma si bloccò quando udì ancora quel suono.
E arrossì.
In un primo momento l'Inuzuka parve non far caso alla reazione di Hinata; semplicemente si sedette accanto a lei e Akamaru, si guardò attorno e diede una pacca affettuosa al cane.
Poi parlò.
— Come mai sei arrossita, prima?
La fissava, lo sguardo attento e le labbra appena dischiuse, l'espressione stranamente... accattivante.
Hinata avvertì un certo disagio.
— N-No, non sono arrossita.
Kiba sbuffò e, pronto a ribattere, venne interrotto da un grido.
Una voce di donna.
Hinata deglutì, pensando che le sue preghiere non sarebbero state accolte: quei due avrebbero continuato imperterriti, forse per ore.
A fare sesso.
In guerra tutto era lecito, ma non quello, non in quel momento, non mentre c'era Kiba.
E altri gemiti - intensi, provocanti - riempirono la tenda, tant'è che persino Akamaru parve sentirsi a disagio.
Kiba ridacchiò. — Okay, ho capito perché...
— Già.
Rimasero in silenzio per alcuni minuti, entrambi incapaci di parlare, ascoltando i gemiti e i sospiri che accompagnavano l'amplesso dei due amanti della tenda accanto, Hinata sempre più ansiosa, Kiba con le labbra piegate in un sorriso che di innocente, in quel momento, aveva poco o niente.
E proprio quando la Hyuuga era al limite e decisa a uscire perché lui la faceva sentire a disagio con quel suo sorrisetto a tratti famelico, Kiba allungò una mano e le picchiettò due dita sulla guancia.
— Non ti salto mica addosso, sai? Non ti farei mai una cosa del genere.
Le parole del ragazzo la fecero sussultare, bloccandola, ma ebbero anche l'effetto di rassicurarla.
Kiba era il tipo che spesso faceva tutto fuorché mostrarsi innocente agli occhi degli altri.
Però non con lei, mai con lei.
Forse perché teneva al loro rapporto, forse perché la conosceva abbastanza da sapere che ogni gesto sbagliato avrebbe potuto ferirla.
Forse perché le voleva semplicemente bene.
Hinata si rilassò. — Sì, io... lo so. S-Scusa.
Kiba  le regalò un sorriso, tanto animalesco quanto umano.
—Non ti scusare. Comunque  quei due finiranno presto. Non penso che lui duri all'infinito.
Hinata non riuscì a trattenere una risata e guardò Kiba serenamente, senza più badare ai due amanti e al loro focoso amplesso.
Priva di quel disagio senza alcun senso.


{500 parole}



Mokochan con “Mai con lei”
☑Originalità
☐Grammatica (“Hinata era seduta a terra, Akamaru accanto, nella tenda che”: non mi piace quell'inciso di “Akamaru accanto”, penso che avresti potuto sprecare una parola e scrivere “accanto ad Akamaru”...)
☑IC Personaggio Base
☑IC Personaggio Aggiunto
☑Uso del Prompt (ottima l'idea di non usarlo su loro due ma nella tenda accanto! Molto originale!)
☑Gradimento personale
☑Bonus/Malus (prima nel turno precedente)
Totale: 6 punti

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6 ~ Per ogni caduto ***


[Le flashfic di questa raccolta partecipano al Contest 'Seven Weeks 3 - Winter Edition' indetto da Shark Attack sul Forum di EFP]

Autrice: Mokochan
Titolo: Per ogni caduto
Personaggio base: Hinata
Personaggio Aggiunto: Shino
Prompt: Bottone
Genere: Malinconico
Rating: Giallo
Avvetimenti: Flashfic


[Con questa flashfic ho ottenuto [5] punti per un totale di [38] punti nella sfida]

Per ogni caduto




Erano arrivati in un piccolo paese appena prima di mezzogiorno, trovandolo quasi del tutto distrutto.
C'era poca gente per strada, i ninja sembravano stanchi, amareggiati, corrosi dalla fine del proprio villaggio, della pace, privi di un motivo per combattere - la morte si era presa la volontà che durante la guerra li aveva animati.
Era toccata loro la sorte peggiore.
Spaesata, Hinata si guardò brevemente attorno, sentendo crescere dentro di sé un disagio sgradevole, nauseante, privo di sicurezze.
Trettenne il respiro, in cerca di un equilibrio, e fu in quel momento che
, appena poco distante da lei, notò alcuni negozi.
Uno, stranamente, era aperto.
—Sarebbe meglio accertarsi che stiano bene.
La voce di Shino le causò un sussulto; voltò la testa e se lo ritrovò accanto, le mani nelle tasche, il volto - e di conseguenza gli occhi - apparentemente rivolto al locale che lei stessa si era messa a studiare.
Confusa, Hinata si limitò ad annuire e si incamminò con lui verso quello che pareva un negozio di stoffe e tessuti di vario tipo, la mente invasa da immagini differenti che non avevano nulla di rassicurante.
Fu Shino a entrare per primo nel locale: varcò la soglia in silenzio e si premurò di tenerle aperta la porta, cosicché la Hyuuga notò immediatamente le buone condizioni in cui il negozio era riuscito a mantenersi.
Un profumo fortissimo d'incenso le arrivò alle narici quando l'Aburame, subito, richiuse la porta.
Scrutarono ogni gomitolo di lana, ogni spillo, ogni stoffa, senza dire nulla.
O quasi.
— Questi bottoni sono tutti rovinati.
Di nuovo, la voce di Shino la prese alla sprovvista, e Hinata aprì la bocca per dire qualcosa, salvo poi richiuderla quando alcuni bottoni le volarono davanti alla faccia, sparpagliandosi al centro del negozio con un brusio appena udibile.
Erano gli insetti di Shino a farli librare in aria.
— Cosa significa? — domandò Hinata, sfiorando con la punta dell'indice il bottone più vicino.
Shino non le rispose, si limitò a ordinare ai suoi insetti di rimettere a posto alcuni dei bottoni, mentre la Hyuuga, disorientata, osservava il proprio dito.
Sangue.
Sconvolta, Hinata si pulì il dito sui pantaloni e puntò gli occhi su Shino, che a propria volta la stava fissando.
— Andiamocene, nessuno ha bisogno di aiuto qui.
Non era la risposta che Hinata si aspettava.
Sempre più confusa, la Hyuuga annuì e lo seguì fuori, lasciandosi alle spalle l'odore d'incenso e quei bottoni sporchi di sangue.
La tensione creatasi poco prima si allentò mentre camminavano.
—Shino, potrei sapere cosa...?
— Un bottone per ogni caduto — Shino stava guardando davanti a sé. — Con ogni probabilità sono dei caduti del villaggio. Chiunque sia, li sta mettendo da parte.
Hinata non osò chiedere altro, l'impressione che quella supposizione fosse in qualche modo veritiera, e la sensazione che, molto più di lei, Shino avesse colto la tristezza di chi lavorava in quel negozio senza più alcun motivo se non quello di tenere il conto di coloro che erano morti ingiustamente durante la guerra.



{495 parole}



Mokochan con “Per ogni caduto”
☑Originalità (assolutamente impeccabile)
☑Grammatica
☑IC Personaggio Base
☑IC Personaggio Aggiunto
☑Uso del Prompt (bottoni sporchi di sangue come tributi? Speravo di averti messa in crisi con un prompt impossibile, ma sei riusciva a fronteggiarlo alla grande!)
☑Gradimento personale
-☑Bonus/Malus (uso di proroga)
Totale: 5 punti

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7 ~ Stava tutto nei suoi occhi ***


[Prima Classificata al Contest 'Seven Weeks 3 - Winter Edition' indetto da Shark Attack sul Forum di EFP]

Autrice: Mokochan
Titolo: Stava tutto nei suoi occhi
Personaggio base: Hinata
Personaggio Aggiunto: Sasuke
Prompt: Rosso
Genere: Malinconico, What If?
Rating: Verde
Avvetimenti: Flashfic
Note dell'Autrice: okay, sono appena tornata da un bel viaggetto in Calabria (LOL) e ho deciso di postare l'ultima flashfic. Volevo aspettare il bannerino del contest per farlo, ma tocca aspettare! Lo aggiungerò a breve, quando la giudicia li posterà nel topic del contest :3
Che dire? Sapevo che la flashfic con Sasuke mi avrebbe dato un punteggio bassissimo, dato che mi ci sono impegnata poco o niente (come se non bastasse, tutti dovrebbero sapere che io e Sasuke non andiamo d'accordo, nono. Infatti lui mi odia e io odio lui <3). Buh, quindi niente... sono felicissima perché sono arrivata PRIMA (è il primo contest in cui arrivo prima, e quest'anno farò pure 5 anni sul sito... meglio di così non può andare XD).
Bene, vi lascio alla schifezza qui sotto! Grazie a chi ha commentato i precedenti capitoli, grazie a chi ha inserito questa raccolta fra i preferiti, le seguite e le ricordate.
Grazie a chi ha semplicemente letto!
Un bacione :3
EDIT: Ecco i bannerini! XD





[Con questa flashfic ho ottenuto [4] punti per un totale di [42] punti nella sfida]

Stava tutto nei suoi occhi




Guardandolo attentamente, Hinata pensò che quegli occhi privi di odio avrebbero fatto accapponare la pelle a chiunque avesse avuto la sventura di averli puntati addosso.
Eppure, mentre attorno ai pochi ninja rimasti sul campo di battaglia calava un silenzio tutt'altro che confortante, la Hyuuga poté avvertire quanto quello sguardo fosse confuso nel comprendere che uccidere non sarebbe servito comunque a nulla.
Che, dinanzi ai propri occhi, giaceva solo ciò che l'amore maledetto degli Uchiha aveva creato.
Lentamente, Naruto e Kakashi si avvicinarono a lui, e così fecero altri ninja, forse spinti dalla curiosità.
Persino Hinata decise di andargli vicino, sebbene questo la facesse sentire un'intrusa, una persona che non c'entrava niente con la vendetta di Sasuke Uchiha.
Una vendetta che avrebbe versato altro sangue.
Stesso clan, stessa maledizione, stessi occhi.
Stesso destino.
— Non sei degno di morire. —
Quelle parole spezzarono l'attesa, la spada che puntava alla gola di Obito Uchiha si levò verso l'alto, per poi essere gettata a terra, nel fango, un tonfo che non produsse alcun suono.
Colui che per tanto tempo si era fatto passare per Madara sgranò gli occhi, le dita affondate nel terreno, il sangue che gli colava dalla bocca, la fronte madida di sudore.
E Sasuke restò immobile, si accorse Hinata, talmente immobile che a stento sembrava che respirasse, ogni parte del suo corpo protesa verso il carnefice.
Poi gli occhi.
Hinata si avvicinò ancora, arrivando a sfiorare inavvertitamente la spalla di Naruto, che non ebbe alcuna reazione, e scrutò per qualche istante lo sharingan attivo, quasi pulsante, dello stesso colore del sangue versato dal Clan Uchiha, per il Clan Uchiha, con il Clan Uchiha.
Verso gli altri e verso se stessi.
E scomparve.
Sasuke disattivò lo sharingan nel momento stesso in cui si accorse dello sguardo fin troppo attento di Hinata, lo disattivò per reprimere ciò che per anni aveva causato morte, dolore, distruzione.
Il rosso che caratterizzava lo sharingan non era forse il colore del sangue?
Non era il colore della rabbia, dell'amore, e addirittura dell'odio?
— Ne sei sicuro, Sasuke? Se lo lascerai vivere, non avrai una seconda possibilità in futuro. — Kakashi spostò lo sguardo da lui all'ex compagno di squadra, la voce venata di stupore.
Ma Sasuke non rispose, continuò a tenere gli occhi fissi su Obito - rantolò appena.
Era cambiato.
Hinata un poco se ne stupì, così come tutti, eppure... guardandolo come mai le era capitato di fare da quando lo conosceva, una parte di lei si chiese se quel rosso non significasse anche altro.
Alla fine, stava tutto nei suoi occhi.
E mentre Sasuke abbassava le palpebre e si voltava per andarsene, lasciandosi alle spalle la causa di tutto il suo dolore, Hinata pensò che il suo sharingan, prima di sparire, si era venato di un'insolita compassione.
Il rosso voleva dire anche compassione.
Pietà.
Quella che a molti Uchiha, in quegli anni, era mancata, e che ora segnava la fine di una guerra e la rinascita di un ragazzo.





{500 parole}


* "Il rosso voleva dire anche compassione" --> Il colore rosso, secondo il buddhismo, non sta a significare solo 'amore', ma anche compassione(pietà) (fra gli altri significati correnti - al di fuori del buddhismo - vi sono amore, passione, pericolo, determinazione, guerra, collera, persino odio, distruzione e potere - sì, ho fatto qualche ricerca ._.'').


Mokochan con “Stava tutto nei suoi occhi”
☑Originalità
(associare il prompt “rosso” agli occhi di Sasuke è banale, ma si vede che sei riuscita ad andare oltre... e poi l'ambientazione della guerra è perfetta e ben descritta)
☑Grammatica
☐IC Personaggio Base
(l'azione le è stata rubata da Sasuke, mi è sembrata molto a bordo campo)
☑IC Personaggio Aggiunto (però non credo che spetterebbe a Sasuke decidere della vita di Obito e non credo che Hinata potrebbe smuovergli qualcosa solo con uno sguardo)
☑Uso del Prompt (nessuno ha mai ricercato tanti significati per un solo prompt! Complimenti!)
☐Gradimento personale (non mi ha colpita particolarmente)
☐Bonus/Malus
Totale: 4 punti

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1506933