Le rocce contro il mare.

di Ecilef
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ho voglia di un cornetto bigusto. ***
Capitolo 2: *** Labbra salate. ***
Capitolo 3: *** Le sue forti braccia. ***
Capitolo 4: *** Il nostro piccolo segreto. ***
Capitolo 5: *** Tristi saluti. ***
Capitolo 6: *** Un nuovo inizio. ***
Capitolo 7: *** Confessioni. ***



Capitolo 1
*** Ho voglia di un cornetto bigusto. ***


Salve, ecco il primo capitolo della storia. 
Mi farebbe molto piacere se lasciaste una recensione sui capitoli
: se vi piacciono o meno.
Grazie per essere qui :)

La sveglia di ogni mattina suona, quel suono assordante che ti pulsa nelle orecchie fino allo svenimento, odioso. 
Mi alzo, con tutta la lentezza possibile e mi dirigo verso la cucina, facendo capolino per notare il tempo, 
qualcosa non quadra: il cielo è ancora scuro e sono le 5:27 di mattina, eppure in casa mia sembra mezzogiorno. Mamma che urla perchè è tardi, e già non la sopporto, mia sorella che non trova la sua maglia preferita, mio padre che è metà addormentato.
-Buongiorno Antonio, cos'è questa faccia? Dai, fai colazione velocemente che se non ti muovi troviamo traffico sulla superstrada- Incita mia mamma. 
Superstrada? Cosa? 
- Ah, certo mà, faccio subito- Rispondo barbottando cercando di capire a cosa si riferisse mia madre.
-Sei in ritardo! Noi siamo svegli già da un'ora!- Mia sorella con la sua solita aria da maestrina acida.
-Ma te ne vai? Mi urti il sistema nervoso.- voglio solo capire cosa dobbiamo fare oggi. 
Improvvisamente ricordo il perchè di tutto questo: oggi si parte per le vacanze estive!
L'estate finalmente è arrivata, è la mia stagione preferita. Sole tutto il giorno, pelle abbronzata, la discoteca la sera, gli amici e le nottate; un miscuglio di tutte le cose per cui impazzisco in una sola cosa : L'estate.
Prendo la t-shirt Hollister con il pantalone della tuta in fretta e furia, lavo i denti, sistemo le ultime cose e prendo le cuffie. 
-Antonio, manchi solo tu, tuo padre sta suonando il clacson- 
-Si mamma, ti sto dicendo che arrivo-
Mia mamma è una donna strana, è l'insieme di sorrisi, divertimento, serietà e schizzofrenia. Non chiedetemi perchè. Ha i capelli rossicci ed è alta, ama truccarsi anche se i suoi 42 anni non li dimostra, ha il viso di una trentenne. 
Mio padre, al contrario, è un tipo molto silenzioso e riservato, sembra scorbutico ma ormai c'ho fatto l'abitudine. Ha pochi capelli brizzolati, un pò in carne ed è basso, che cosa buffa. 
Salgo in macchina, sono le 6:32, nel cofano ci sono valigie, zaini e buste, tanto da oscurare il vetro di dietro, fa abbastanza freddo, anche se oggi è il 25 Luglio, sono pur sempre le 6 di mattina.
Metto le cuffiette nelle orecchie, metto qualche canzone lenta di Demi Lovato, mia artista preferita, e chiudo gli occhi.
Arriviamo al porto dove prendiamo la nave e, giunti a destinazione continuiamo il nostro viaggio.
Intravedo il cartello 'CAMPING' e mi preparo per scendere: chiudo l'app Musica, metto le infradito, e gli occhiali da sole e scendo per andare in reception.
Il campeggio in cui vado ogni estate è situato in Sardegna, a pochi metri dal mare e dal centro abitato. 
I viali grandi del campeggio sono pieni di alberi giganti, sono così tanti che sembra essere in una foresta ed emanano un forte profumo di foglie, lo adoro. 
Sono nella mia piazzola, lì saluto i miei nonni che villeggiano anche loro poco distante da me. 
Sistemo con i miei la piazzola tirando tavolo, sedie e biciclette dalla roulotte, sperando che il tempo passi velocemente perchè io già non li sopporto più.
-Vabbè ora potete andare ragazzi- Mia mamma ci avvisa.
-Io voglio rimanere ancora qui, non mi va di scendere in spiaggia- Ok, non devo subirmi mia sorella a mare.
-Io scendo, a dopo!- Prendo l'asciugamano e corro verso l'uscita.
Sono finalmente sulla spiaggia, dopo un anno, stesso mare, stesse pietre, stessa isola vicino la spiaggia, mi è mancato questo posto.
Sblocco l'iPhone per vedere l'orario, sono quasi le 20:30 ed è ora di cenare: mia mamma sta cucinando, mia sorella mette la tavola, io sull'amaca e babbo si sta vestendo. In sottofondo si sente la musica dell'animazione, che ogni sera fa uno spettacolo diverso prima dei balli di gruppo.
-Hai già incontrato qualcuno che conosci?- mamma esce dal cucinotto, chiedendo con aria stupita.
-No, ancora nessuno- rispondo dando poca importanza.
-Strano, stiamo in questo campeggio da 10 anni, conosci tutti da quando eri piccolo e ancora devi incontrare qualcuno?- chiede con insistenza.
-Mà, no- Rispondo con tono secco, odio gli interrogatori.
-Penso- Riprendo il mio discorso per evitare un rimprovero per il mio tono - Arrivino tutti domani, oggi è venerdì-.
-Forse hai ragione; A TAVOLA!- urla a tutti per avvisarli.
Stasera: patatine, cotoletta e peperoni. Mamma ti amo.
Sono ormai le 23:15 e vado a farmi un giro dove c'è l'animazione per vedere cosa succede lì. 
C'è gente che balla ovunque, adoro. 
Riesco a distinguere qualcuno lì: Andrea, Isabella, Vincenzo con il fratello Marco e Paola.
Conosco tutti tranne Vincenzo, cioè lo conosco di vista. 
Andrea, Bella, Marco e Paola mi rincorrono e mi saltano addosso per salutarmi.
-Antooo, come stai?- mi domanda Bella  -mi sei mancato tantissimo!-. Ha un sorriso bellissimo.
-Bella, oddio, io bene e tu!? Che bello rivedervi!- Sono emozionato, seriamente. 
Dietro Bella c'è Vincenzo e noto che piano piano si avvicina.
Accenna un sorriso. Non so perchè ma è da quando siamo piccolini che a me sta un pò antipatico e sicuramente è lo stesso per lui.
-Ciao..- faccio un cenno a Vincenzo.
-Andiamo a prenderci il cornetto in paese? Dai ti prego vieni!- Marco mi dice ciò tenendo la sua mano sulla mia spalla.
Faccio un cenno di si, torno in piazzola per avvisare i mei e prendere qualcosa di soldi e scendiamo giù in paese con le biciclette.
Noto Vincenzo come era cambiato. Capelli all'indrietro, moro, fisico asciutto ma muscoloso, più basso di me, silenzioso, ha un tatuaggio dietro la spalla, penso sia un disegno tribale. Ha 18 anni, come me, mi piacerebbe conoscerlo meglio.
Arriviamo al forno, posiamo le biciclette vicino ad un palo: io metto la catena per sicurezza dato che non si sa mai.
Adoro il cornetto bigusto, così lo prendo anche questa volta. Mi giro per vedere chi si sia seduto vicino a me, Bella sulla sinistra, seguita da Marco e Andrea; a sinista Vincenzo è seduto dopo di me, seguito da Paola. 
Incrociamo lo sguardo e iniziamo a parlare.
Clicca qui per il secondo capitolo.

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Capitolo 2
*** Labbra salate. ***


Salve, ecco il secondo capitolo della storia. 
Mi farebbe molto piacere se lasciaste una recensione sui capitoli
: se vi piacciono o meno.
Grazie per essere qui :)
-Quale scegli?- mi chiese con aria curiosa, fissando il menù.
-Ci sono tantissimo gusti, non saprei quale scegliere. Tu?- Chiedo fissandolo negli occhi.
Il viso ha una dei lineamenti molto marcati: ha degli zigomi alti, e un metto che fa da v. Gli occhi color nocciola, sopracciglia che ne risaltano il colore e delle labbra molto carnose.
-Penso che prenderò quello bigusto, credo sia l'accoppiata vincente- Esclama con una risatina.
-Hai ragione, lo prendo anche io-.
Non era poi tanto antipatico. 
Una cosa che ho sempre notato è che quando si è in vacanza, il tempo vola. 12h di luce che sembrano soltanto poco tempo. Così i giorni scorrono senza freno.
Come avevo previsto,oggi è arrivata tantissima gente. Molte persone che conosco sono venute qui in Calabria e sono molto felice di ciò, è una cosa che accade una volta ogni anno. Il campeggio è come una grande città, dove ogni piazzola è una piccola casa e tutti viviamo nella stessa città con il divertimento a pochi metri da noi.
Le giornate stavano volando.
-Antonio, che giorno è oggi?- mia sorella mi domanda.
-Ora controllo- Mi alzo dall'amaca e vado vicino al calendario.
-10 Agosto- Rispondo con aria stupita.
-Di già? non può essere!-
-Senti, non posso farci niente, le cose che piacciono non durano per sempre, lo so-
Mi dispiace dire questa frase, ma è la verità.
In lontananza sento il rumore delle ciabatte sulle piccole pietre dei viali.
-Antonio? ci sei?- 
-Sta sempre a riposarsi- Afferma Bella
-Ma hai la ricotta nelle gambe?- ridacchiando Vincenzo gli fa da spalla.
Sono diversi giorni che quando usciamo, loro due stanno sempre insieme. Non sospetto nulla, o forse si?
-Hey ragazzi- Accolgo i miei amici nella piazzola.
-Vuoi venire sul pedalò con noi?- mi chiede Bella facendo la faccia da cucciola.
-Ja Antonio, non farti pregare- aggiunge Andrea.
-Si, ma io non pedalo, sono stanco- Affermo.
-Ma sono solo le 10:00 di mattina- 
HA HA HA, divertente.
-Ho detto no- 
Il pedalò è una specie di barchetta fatta in plastica dove per andare in avanti bisogna pedalare. Non esiste cosa più stancante.
Il posto dove lo affittiamo è due o tre lidi più avanti del nostro.
Mi squilla il telefono:
-Anto, dove sei?- 
-Mamma sono ancora al lido, penso che fra poco lascio tutto qui-
-Okkey, stai attento-
-Si, ok, ciao,ciao.-
Spengo il telefono.
Tempo 15 minuti e stiamo già pedalando verso un isolotto sulla sinistra, è abbastanza grande che per circumnavigarlo ci vuole un'ora.
-Fermiamoci qui- Vincenzo punta un posto dove possiamo salire per tuffarci-
-Raga, io ho paura delle meduse- Dichiara Paola scrutando il fondale.
Neanche il tempo di finire di parlare ed Andrea la getta in acqua e scoppia una risata generale.
Il posto perfetto per tuffarsi è su una roccia posta molto in atto, è veramente mozzafiato.
Ci mettiamo in fila e ogni tre, qualcuno prende la rincorsa per buttarsi.
Tocca a me.
Mi metto in posizione.
-Uno, due, tre.- Urlano in coro
Faccio finta di partire ma perdo la forza in un colpo.
-Scusate ragazzi, ricontate- Chiedo un pò imbarazzato.
-Uno, due, tre!-
Sono sospeso in aria, sotto di me il vuoto, mi manca il respiro. Sembrano pocchissimi secondi, mentre per me sembrano minuti.
Con un forte schianto arrivo in acqua, ho l'adrenalina che mi scorre nelle vene  e lancio un urlo per incitare tutti.
-Dai su, ti do una mano a salire- Bella mi porge una mano.
Lei non ama fare i tuffi ma comunque si era gettata in acqua.
-Grazie, sei gentile.- Rispondo salendo sul pedalò.
Ci sdraiamo entrambisulla parte di dietro vedendo e commentando i tuffi degli altri.
Ha i capelli un pò umidi, biondo cenere e mossi, la pelle bronzea e occhi verdo.
Ha ancora qualche gocciolina d'acqua sulla pancia piatta.
-Hey- Cerca di attirare la mia attenzione.
-Bella, dimmi- le chiedo
Non risponde, mi guarda fisso negli occhi. La situazione è imbarazzante.
-Ti sei addormentata?- Chiedo
-No, scusami, è che..- Si ferma.
-Posso abbracciarti?- Riprende facendo un sorriso forzato.
-Certo, mi sei proprio mancata tutto l'anno- Mi stringe le sue braccia al collo e posiziona dopo la sua testa tra la mia spalla ed il mio collo.
Odora di sale e di olio abbronzante, ho i brividi.
Sento che fa un movimento come se volesse salire un pò più su;
La guardo e lei mi guarda. Sento il mio cuore pulsare fortissimo tanto da non sentire più niente.
Si avvicina e mi bacia.
Le sue labbra sono carnose e raffinate, hanno un andamento così lento e convolgente.
Perchè mi ha baciato?
Le sue labbra hanno il sapore del mare, un pò salate, ma sembra è quasi impercettibile.
Si stacca dalle mie labbra che non si sarebbero mai fermate.
-Mi piaci- le sue parole escono di getto, con un tono secco ed indolore.
Clicca qui per il terzo capitolo della storia.
 

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Capitolo 3
*** Le sue forti braccia. ***


Salve, ecco il terzo capitolo della storia. 
Mi farebbe molto piacere se lasciaste una recensione sui capitoli
: se vi piacciono o meno.
Grazie per essere qui :)
Non so che fare, sono imbarazzato. 
Bella, dopotutto è una bellissima ragazza, ma nulla, c'era qualcosa che non mi convince.
Suona la sveglia.
-RAGAZZI! DOBBIAMO TORNARE, SONO QUASI LE 17!- urlo a gran voce.
-Ok, ora torniamo tutti- 
Tempo tre minuti e stiamo già ritornando sulla spiaggia.
-Ragazzi, mi sono accesa, sono rosso peperone!- effettivamente Paola era rossissima, si era ustionata.
-La prossima volta prova un pò di crema solare, sono in commercio dagli anni 30, lo sapevi?- Andrea adora stuzzicare Paola
-Ha Ha Ha, divertente, ma non mi piace, si appiccia tutto!-
-Come tu agli scogli?- risponde
-La finitamo? Già ho mal di testa.-
In realtà non ho mal di testa, sono solo un pò pensieroso e mi scoccia sentire litigare quei due, voglio solo capire perchè Bella mi ha baciato.
Ora è seduta con Vincenzo, scherzano e ridono. 
Un pò mi turba questo fatto. Ma perchè?
Il pomeriggio è passato così, tra chiacchiere e il tramonto in spiaggia.
La solita routine: mamma cucina e mia sorella prepara la tavola.
Ultimamente con Vincenzo sto stringendo amicizia, è un bravo ragazzo, una brava famiglia, sono contento di averlo conosciuto.
Apro Whatsapp, controllo l'ultimo accesso della mia ragazza che non è partita per le vacanze estive perchè stava traslocando.

online

La contatto per sapere come sta, ultimamente il rapposto non sta andando molto bene, si sà, l'estate porta alle copie solo guai.
-Amore mio, come va?-
-Bene, te? :)-
Come le dico del bacio?
-Bene bene, ma.. sei sicura?- Spesso quando digita una faccina non è un buon segno.
-Dobbiamo parlare-
OTTIMO.
Dopo la cena la chiamo allontanandomi dalla mia piazzola per non farmi sentire; sono un po' in ansia.
Risponde: -Ciao Anto-
-Hey amore, come va? Cosa succede?-
-Devo parlarti-
-Certo, dimmi tutto- Cosa vuole dirmi?
-Stavo pensando a noi due, da quando te ne sei andato io ho iniziato a frequentare una comitiva, nuova gente, mi sono fatta nuovi amici, ho fatto un piercing,e...-
UN PIERCING? 
-e?- Le faccio continuare la frase
-Mi sento come se mi fossi affezionata da un altro ragazzo, non so, ma provo qualcosa anche per lui.-
Non rispondo, le mie gambe tremono, io ho sempre amato la mai ragazza ed ora mi dice che non sa più cosa prova per me.
I miei sono usciti, io sono rimasto in campeggio a vedere su MTV Geordie Shore con al mia felpa dell'Hollister; si sta bene, ma voglio sentirmi abbracciato.
-Antonio, ci sei?- Qualcuno domanda.
Mi asciugo le lacrime, odio farmi vedere in lacrime e fragile, io che sono un tipo forte. Mi giro e trovo Vincenzo.
-Hey Enzo, entra, rimani a vedere Geordie Shore.-Mi fa bene un po' di compagnia.
-Si certo-
Prende la sedia sdraio e si siede accanto a me.
-Perchè piangi?- Mi chiede.
-Perchè..- Non ho il coraggio, non voglio iniziare a piangere nuovamente.
-Dai dici- Ha una voce così soave e sicura.
-La mia ragazza ha detto che ama un altro, ok? Come dovrei sentirmi? Mi sento una merda, ecco!- 
Sputo tutto fuori come per liberarmi di un peso. Mi scende una lacrima.
-So come ti senti, è successo anche a me- Come fanno a lasciare Vincenzo? BOH
-Ah si?-
-Si. E tutto quello di cui hai bisogno ora, come me tempo fa, è un abbraccio e distrazioni.-
Il consiglio è così futile ma detto da lui ha un qualcosa di allegro.
Si alza armoniosamente, senza essere goffo nei movimenti e mi abbraccia.
Perchè lo fa? Non abbiamo tanta confidenza e ci conosciamo pocopiù da 10 giorni
Le sue braccia forti mi stringono vicino al suo petto, un pò all'infuori, la sua felpa rossa ha un buon odore ed il suo collo anche.
Sto bene.
-Grazie mille- è l'unica frase che riesco a dire.
Sento il movimento del volto provocato da un sorriso.

 Clicca qui per il quarto capitolo della storia.

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Capitolo 4
*** Il nostro piccolo segreto. ***


Salve, ecco il quarto capitolo della storia. 
Mi farebbe molto piacere se lasciaste una recensione sui capitoli
: se vi piacciono o meno.
Grazie per essere qui :)
Il giorno dopo, mi sono alzato senza la minima voglia di scendere in spiaggia, sono già le 12.46 e incomincia a fare un caldo bestiale.
Mangiucchio qualche biscotto, metto il costume e scendo in spiaggia comunque, per vedere un pò come sta la situazione.
Camminando sulla passerella vedo in lontananza Bella, era veramente incantevole: capelli molto mossi e chiari di quelli bagnati con l'acqua di mare e asciugati al sole, un bikini celeste che risalta i suoi occhi, un paio di jeans corti che indossa quasi sempre e degli occhiali da sole in testa.
-Mamma mia!- Mi esce quasi spontaneamente dalla bocca.
Paola è la prima a venirmi incontro per darmi il buongiorno, è sempre dolce con me.
-Buongiorno, come state?- Domando a tutti facendo irruzione nel discorso.
-Giorno!- Mi risponde Vincenzo.
-Ciao.- Bella si sforza di fare un sorrisetto, è un pò fredda con me.
-Heyy!- Andrea mi saluta sempre molto felicemente.
-Allora come va?- Domando.
-Tu come stai?- Mi risponde subito Vincenzo.
-Perchè, che cosa è successo?- Chiede Paola.
-No no, ragazzi, nulla, sto bene..-
-Anto, cosa è successo?- Bella si china avanti per guardarmi meglio
-Ci devi dire qualcosa?-
-No, Andrea, è tutto okkey, seriamente hahaha- Fingo una risata.
-La ragazza l'ha lasciato per un altro, che stronza.- Vincenzo informa tutti con le braccia conserte, una voce calma e profonda e lo sguardo riverso verso il basso.
Sento le mie guance andare in fiamme e le vene della mia testa pulsare, sento anche il mio cuore battere molto velocemente, tanto da coprire il suono di tutto ciò che mi circonda.
Come ha potuto? io non volevo dirlo a nessuno, doveva essere un nostro 'segreto'.
-Cosa?- Barbotto
-Dai su.. passerà- Andrea mi da uno schiaffetto sulla spalla destra abbozzando un sorriso.
-Ma.. perchè..- Non riesco a mettere una parola insieme ad un'altra.
Non aveva senso continuare a stare lì.
Mi giro e scendo di corsa dal lido alla spiaggia, i miei passi sono veloci, sento gli occhi inumidirsi.
A qualche metro dal mare levo le ciabatte lanciandole per aria, mi levo la canotta e mi tuffo.
Sono in acqua, mi vengono in mente i flashback di quando mi sono lanciato dallo scoglio e tutti mi guardavano; quando ero per aria urlavo come un pazzo, ma era l'adrenalina, ora invece è rabbia.
Sono immerso e mi sento in un posto diverso, tutto è più chiuso è più sicuro.. che strano.
Esco dall'acqua per prendere fiato e nuoto a stile libero verso la boa che limita la balneazione, sono così infuriato che devo prendere fiato ogni due bracciate anche se ho 7 anni di piscina alle spalle.
Arrivo alla Boa, mi aggrappo e non mi giro, guardo l'orizzonte, la linea che divide il mare dal cielo.
Ho mille pensieri nella testa: perchè ha detto tutto questo avanti gli altri? Non ha rispettato la mia privacy. Lo odio. No, non è vero. 
Non ha pensato che potevo starci male?
Non so, ma tutte queste domande mi portano a pensare solo che se l'avesse detta un'altra persona, quella frase, non ci sarei stato tanto male, strano. 
-Bhu!- Sento da dietro le mie orecchie, riconosco la voce, è lui.
-Cosa vuoi?- Domando infastidito.
-Dai Antonio, volevo solo chiederti scusa.- Ha un tono dispiaciuto.
-Io non ti scuso per nulla.- 
-Dai, sicuro?- 
-No! Perchè hai detto ciò? Non hai potuto pensare minimamente che mi avrebbe potuto dare fastidio?- Mi giro urladogli in faccia, mi sento un nodo in gola che mi smorza le parole.
-Era una cosa che avevo detto a te e solo a te volevo che rimanesse l'informazione. Sono stato stupido a dirtelo, non ci conosciamo per niente, sono solo dieci giorni che frequentiamo la stessa comitiva!- Aggiungo cercando di trattenere la mia rabbia stringendo i pugni più forte possibile.
Mi guarda veramente con aria dispiaciuta, non posso fare a meno di abbassare i toni e di scusarmi.
-Semplicemente - respiro - non dovevi.-
-Lo so, perdonami.- 
-Tranquillo.. è tutto ok- Cerco di mandarlo via.
-Ah, comunque stasera andiamo all'acquapark nel paese vicino, ovviamente sei dei nostri!-
Mi piacciono molto i suoi modi di fare, sempre così allegri.
-Si, va bene- 
Torno a pranzo e vado a schiacciare un pisolino. Mi sveglio e noto che era già tardi, quindi preparo la borsa con asciugamano, acqua e panino e corro sotto la piazzola di Bella, avevo voglia di sentirla.
La incontro a metà strada, stava venendo da me.
-Oh ciao Isa, emh, sai dove stanno gli altri?- Domando.
-Sisi, sono già fuori, corriamo.- Era felice.
Il tempo che abbiamo impiegato per arrivarci a piedi è volato, ci abbiamo messo 35 minuti e nel giro di altri 10 minuti siamo già all'interno del parco.
La novità di quest'anno è una piscina con musica e luci psichedeliche e la schiuma, lo 'Schiuma Party', è una arena abbastanza grande: c'è un palco dove si balla, dei pali penso per fare quel tipo di balli, ecco, e dei cannoni, presuppongo 'sparaschiuma'.
La mezzanotte arriva in un baleno e siamo già tutti dentro. La musica rimbomba e tra me e Vincenzo è come se non fosse successo niente, stiamo tutti ballando musica reggaeton; io e vincenzo con altre venti persone (tra cui molte ragazze) sul palco ed il resto del parco ai piedi. C'è veramente tanta schiuma, non si capisce più niente: la luce negli occhi e la musica troppo alta; riesco a vedere Vincenzo, si bacia con un'altra ragazza, io tolgo lo sguardo, mi da fastidio. 
Eravamo solo io e lui a divertici e se ne va? 
Mi innervosisco e mi giro.
-Hey Bella sei salita anche tu?- Non riesco a concludere la frase che mi prende la nuca con la mano sinistra e mi bacia. 
Quei baci che si danno le sere in discoteca, quelle euforiche ma allo stesso tempo insignificanti. 
Alzo gli occhi e c'è Vincenzo che mi fa segno del 'battergli il 5', faccio la stessa cosa.
-Vai cosììì! - Mi incita Enzo.
Sorrido, non ho parole, l'unica cosa che faccio è sorridere e ballare, ma non sono felice, mi sento strano: come un buco nello stomaco.
Ballo avendo gli occhi puntati su Vincenzo quando improvvisamente sento un sussurro nelle orecchie:
-Devo dirti una cosa- Odio questa frase. Clicca qui per il quinto capitolo della storia.

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Capitolo 5
*** Tristi saluti. ***


Salve, ecco il quinto capitolo della storia. 
Mi farebbe molto piacere se lasciaste una recensione sui capitoli
: se vi piacciono o meno.
Grazie per essere qui :)
C'è veramente un gran baccano: urla, musica, e risate.
Ballavo e improvvisamente cercavo di catturare tutti i momenti dell'estate, sperando che non passasse mai e per poi ritornare a scuola.
Sento un sussuro e mi volto:
-Hey Isa, dimmi!- Le ho urlato nelle orecchie perchè la musica non faceva sentire nulla, ballo e alzo le mani per non far arrivare la schiuma sulla faccia e negli occhi, perchè altrimenti sono guai.
-Emh, io devo parlarti- Dice imbarazzata
-Si, certo, ti ascolto.- 
-Non qui, per piacere torniamo.- Mi propone.
Effettivamente non so cosa fare, ma mi giro intorno e vedo che Vincenzo sta continuando a limonare con alcune ragazze, Paola chiacchiera con Andrea e Marco, il fratello di Vin (oramai è il suo soprannome), è con altri amici che non si sono uniti al nostro gruppo.
Così faccio cenno con la testa ad Isabella di andarcene e mi dirigo verso gli zaini e gli asciugamani, levo il costume e mi asciugo e metto tutto dentro.
All'uscita stavano alcuni addetti che davano la birra gratis ad ognuno e così, con una birra in lattina ce ne andiamo.
-Eccoci qui, dove eravamo rimasti?- Domando.
Stiamo camminando lungo la riva del mare, sopra dei sassolini che non danno fastidio; la notte è veramente stupenda: le stelle brillano nel cielo e la luna si fa strada tra le montagne. 
-Volevo parlare di me. No, cioè di te, cioè di me e di te.- 
-Ah si..- So che si riferisce al bacio tra noi due di qualche giorno fa vicino gli scogli.
-Pensavo che....forse è meglio se ci fermiamo e ci stendiamo un pò sulle pietre- Lo dice con quel sorrisetto nervoso, cercando di evitare l'argomento.
Ci fermiamo molti lidi prima del campeggio, stendiamo gli asciugamani e noi su di essi e fissiamo le stelle. L'unica fonte di luce è la luna.
Sento un brivido lungo la schiena.
Prende un respiro.
-Io provo dei sentimenti per te.- Mi informa.
Mi giro delicatamente verso di lei.
Sto pensando a cosa dire. Cosa provo per lei? Ricambio? Si, cioè no, cioè forse... non lo so! Le farò del male? Aiuto.
-Isa ma l'estat..- 
-Shhh- Mi appoggia un dito sulle labbra, si avvicina lentamente e mi bacia.
E' una situazione davvero strana, il cuore mi batte all'impazzata, mi pulsa il sangue ovunque.
Sta diventando tutto passionale e improvvisamente mi lascio andare.
Mi bacia i pettorali, successivamente gli addominali che ho ottenuto dopo anni di piscina e palestra, arriva sempre piu giù.
Mi sbottona i pantaloni e sente la mia erezione, fa un sorrisetto, mi fissa e contemporaneamente mi abbassa i boxer.
Prende il mio pene ed inizia a farmi un pomino.
-Dio mio..- Mi esce quasi spontaneamente godendo, poggiando la testa all'indietro.
Continua con forza, ed il mio corpo è invaso di piacere.
Dopo 7 minuti circa, il mio corpo era in cerca di un altro con cui completarsi.
Con fretta cambiamo posizione, metto il preservativo che porto sempre dietro e, poco dopo, stiamo facendo sesso; lei urla, geme e ansiama, mi prega di non fermarmi.
-Ti prego, continua.- Mi spinge a volerla di più.
Mentre lei era in posizione canina noto che Vincenzo e gli altri stanno passando sul lungomare, Vin mi nota ma passa avanti facendo finta di non vedere.
Mi sento sul punto di esplodere, devo liberare me stesso e improvvisamente raggiungo l'apice del piacere, la prendo ed eiaculo sul suo seno.
Ci accasciamo entrambi esausti anche perchè deve essere passato molto tempo. Mi sveglio improvvisamente all'alba con un asciugamano sopra per coprire le mie parti intime.
-Anto, ci sei?- 
-Mmhh- rispondo assonnato.
-Dai Anto che hai fatto ieri eh?-
-Ma chi sei?- Mi giro dal letto, faceva caldo, è Vin che è entrato nella mia roulotte, fuori non sento rumori, forse i miei sono già scesi a mare. -Oh, ciao, Vin, buongiorno-
-Allora? Racconta!- Dopo aver detto questo mi tocca il pacco per strizzarlo, tipico di tutti i maschi che fanno per complimentarsi fra di loro dopo una serata di piacere.
Divento rosso peperone.
-Eh, è successo.- Spiego.
-Te l'ha data lei o l'hai chiesta tu?-
-Fatti i cazzi tuoi!- Rispondo.- Tu vatti a trombrare quelle di eri sera!-
-Non essere geloso, dai!-
-Non sono geloso-
-E perchè fai così?-
-Così come?- Domando.
-Così: così!- Aggiunge -Comunque, broncio a parte, oggi è il tuo ultimo giorno, è il 15 Agosto.-
A sentire quelle parole mi si spezza il cuore, sento un vuoto nello stomaco, è già finito tutto ciò?
-Ah si..- Aggiungo con aria dispiaciuta.
-Dai Pornostar, non essere triste! - Ha un sorriso veramente carino, i suoi denti bianchi risaltano sull'abbronzatura.
-Sei unico! Aspettami fuori che ora mi lavo, mi cambio ed esco.-
Stiamo scendendo a mare, Isa non c'è.
-Anto, hai portato i soldi?- Marco, fratello di Vin, si riferisce ai 5 Euro che ogni ferragosto diamo per comprare alcolici e cose da mangiare vicino al falò.
Ovviamente, Vincenzo mi aveva già avvisato, apro il marsupio e pago.
Marco è veramente diverso rispetto a suo fratello, è biondo e riccio, occhi celesti e robusto, ma non è palestrato. Ha una pelle molto chiara e labbra molto sottili.
Unica cosa in comune è il tatuaggio.
Passo la giornata tra ultimo bagno e cercare di capire dove sia Isabella, per chiarire la situazione ma non riesco a trovarla.
A tavola c'è silenzio oggi, abbiamo tutti uno guardo un pò spento.
Mangiamo pasta al sugo con la testa abbassata, siamo veramente tristi.
-Dai ragazzi, ritorneremo l'anno prossimo.- Mia mamma rassicura.
Io e mia sorella cerchiamo di fingere che per noi non cambi nulla, ma sappiamo entrambi che ogni volta è una tragedia.
-Goditi questa notte vicino al falò, Antonio- 
-Si si, non vedo l'ora.-
-Dove accendete il falò? Quanti siete? Avete alcolici? Droga?- Mio padre mi chiede insistentemente, ma io lo capisco, è preoccupato; in fondo non so che significa avere un figlio, anche se mi piacerebbe l'idea.
-Babbo, eddai, sono maggiorenne e posso bere, lo sai.-
-Ma cosa dici? Fin quando vivi da me, fai quello che dico io- Odio questa frase e mi sono già scocciato, ecco qua.
-Mamma mia, basta, ho capito non mi ubriaco tranquillo, sai che odio farlo; inoltre non so se portano droga o roba del genere, non mi drogo, quindi non mi assillate!-
Mi fissa per tre secondi con aria di sfida ma subito dopo si calma e abbassa lo sguardo.
Sinceramente, odio ubriacarmi. I motivi sono molteplici, ad esempio odio perdere il controllo: non so cosa posso dire, cosa posso fare e rischierei di perdere il mio iPhone e le mie chiavi etc. Secondo motivo: non voglio vomitare, una delle cose più schifose di questo mondo è rimettere mentre sei sbronzo, sembrando uno zombie; dunque evito.
La giornata passa così, tra la lettura di un libro che appartiene ad una trilogia, 'DIVERGENT' lo amo e non vedo l'ora di leggere il secondo libro.
Il mio iPhone vibra, sblocco e leggo un messaggio di Vin facendo caso al cielo che ormai è già scuro: 
 Alle 00.30  in spiaggia, c'è da divertirsi.  
Blocco il telefono e lascio perdere, sono troppo impegnato nella lettura.
Una cosa che desidero ogni anno in estate è che il tempo si fermasse, congelasse come in una fotografia incorniciata su una mensola; perchè il tempo vola e tutto ciò che sembra essere tra le nostre mani sfugge in un battito di ciglia.
Ultimo giorno di routine: spettacolo e balli di gruppo e subito tutti sulla spiaggia. Appena esco dal campeggio noto una grande fiamma in lontananza e tante persone vicino, tanta legna, tanto alcool e musica; alzo la zip della mia solita felpa Hollister e mi avvio.
Mi avvicino lentamente e noto Paola di spalle, lei è una ragazza molto paurosa ed è spesso soggetta a vari scherzi; la spingo vicino al fuoco, di scatto, quasi facendo il gesto di gettarla dentro.
-Attenzione, attenzione!- Urlo.
-ODDIO AIUTO, QUALCUNO MI AIUTI!- Paola urla piangendo quasi facendo una faccia che mi fa piegare in due.
Si beve, si mangia, qualcuno è già andato con qualche ragazza dietro qualche scoglio a divertirsi, qualcuno è già andato letteralmente per colpa dell'alcool, altri ridono e sono brilli ed io ho già bevuto 2 birre e 10 bicchierini di vodka e sono fuori.
-Ragazzi miei, devo fare un discorso- Sono molto brillo e non so cosa sto facendo.
-Dai Antonio siediti, sei andato, ridi con noi.- Vincenzo mi prende e mi fa sedere.
-Ma cosa vuoi? Io ti odio-
-Ah e perchè?- Chiede scherzosamente.
-Perchè vai sempre con ragazze diverse e non noti chi soffre.- Sto parlando a vanvera ma non riesco a fermarmi.
-Ma cosa stai dicendo?- Si preoccupa. Noto il suo sguardo imbarazzato.
-Io sono geloso!- Punto il dito con la bottiglia di vodka a menta in mano.
Mi guardano tutti, in quell'attimo ho capito di aver fatto la stronzata più grande del mondo, ovviamente non c'era nessuno a fermarmi.
-Che volete? Che guardate?- Mi giro proprio con l'aria da ubriaco.
Ricordavo di reggere bene l'alcool.
Che serata di merda. Mi appoggio affianco a Vin, Andrea e Paola che parlavano vicino perchè essendoci tutti i ragazzi del campeggio non riescono a sentirsi.
Ho un forte mal di testa, mi tocco i capelli e mi alzo dal letto, appoggio prima il piede destro, poi il sinistro e mi faccio forza per alzarmi. Inizialmente sbando ancora un pò, ho le vertigini.
-Divertito?- Mi chiede mia sorella.
-Buongiorno Vale, cosa hai detto?- Strizzo gli occhi.
-Non dirò niente a mamma e papà della tua sbronza, tranquillo.- Moltro strano, per la prima volta mia sorella mi copre.
-Grazie Valeria, ora fammi la colazione, ti preeeeego.- Chiedo facendo gli occhi dolci e le labbra a bacino.
-Dobbiamo partire prima di pranzo, per non trovare traffico- Aggiunge. -Devi salutare ora, quindi.-
-Lo farò.-
Mi cambio velocemente mettendo costume e canotta, proprio come il primo giorno, scendo in spiaggia e dalla passerella vedo che ci sono tutti; c'è anche una torta, bicchieri e una bottiglia di cocacola.
-Ragazzi, oddio.- Dico mettendo la mano vicino agli occhi,
-Ci mancherai- Paola afferma.
- Dai che ci vediamo a casa, tanto abitiamo vicini- Dice Marco.
Il problema è che solo Marco e Vincenzo abitano vicino a me, il resto no. 
-Ti vogliamo benissimo, sei un vero amico, ci dispiace veramente che tu debba partire- Andrea dice dispiaciuto.
Sento gli occhi inumidirsi e il respiro affannoso.
-Non vorrei piangere ora, siete fantastici- Dico con un nodo in gola.
-Anche tu lo sei per noi-
Vincenzo è lontano e mi guarda, non parla. 
Dopo la figuraccia di ieri voglio ignorarlo perchè il suo saluto mi farebbe male; ma ignorare tutto questo è impossibile. 
-Grazie- Mi soffermo con lo sguardo nei suoi occhi e poi li abbasso.
-Fetta di torta?- Marco mi chiede.
-No grazie, mi fa male lo stomaco- Dico toccandomi la pancia
Ho salutato tutti, con le lacrime agli occhi e con grande tristezza salgo in macchina per tornare da dove sono venuto, da casa mia, dal mio paese.
Sull'iPhone ho come schermata di blocco la foto di tutti noi al parco acquatico, Vin era vicino a me.
Perchè ho detto quello ieri sera? Come mi è potuto uscire dalla bocca? 
In riproduzione c'è un brano lento, ed io, come un pò nei video musicali guardo fuori dal finestrino fissando il mare, ripenso allo sguardo di Vincenzo, chissà se lo rivedrò e avrò possibilità di parlargli ancora da vicino dopo averlo messo in imbarazzo ieri sera.
Ho un buco nello stomaco, simile ad una bestia chiusa al buio che non riesce a trovare vie di fuga e ti imponesse di non pensare ad altro, diventando la tua ossessione.  
 Clicca qui per il sesto capitolo della storia.

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Capitolo 6
*** Un nuovo inizio. ***


Salve, ecco il sesto capitolo della storia. 
Mi farebbe molto piacere se lasciaste una recensione sui capitoli
: se vi piacciono o meno.
Grazie per essere qui :)
Perchè ho detto ciò? Cosa sta succedendo in me? Non mi sarei mai permesso di dire ciò per un ragazzo, sono etero, lo so per certo.
Sussurro sempre sotto la doccia questa frase, sono passate quasi 3 settimane e mezzo e ogni mattina, sotto la doccia, con l'acqua bollente che mi scorre sulla schiena.
Non importa ciò che abbia da fare quel giorno, se è tardi o presto, se fa caldo o fa freddo oppure se l'acqua è fredda o calda; mi sento rilassato, come se tutto in torno a me sparisse e riesco a chiudermi in me stesso.
Anche oggi la stessa routine,o quasi. Suona la sveglia, entro nella doccia velocemente ed esco, mi asciugo, mi vesto, faccio colazione e mi lavo i denti, scendo e vado a scuola.
Si, oggi è il grande giorno, la mia scuola è iniziata il 15 Settembre, quest'anno. 
Francamente odio questo periodo dell'anno, è un periodo di passaggio: la mattina fa freddo e il pomeriggio si muore di caldo e non sai come vestirti, quindi o rischi una febbre o puzzi di sudore tutta la giornata.
Noto la mia scuola in lontananza, è un edificio alto, arancio e giallo, è veramente grande; faccio un sospiro ma proseguo.
Entro in classe, nulla è cambiato, neanche quest'ultima. Anzi, l'unica cosa che è cambiato è il mio compagno di bianco. Era il mio compagno di banco fin dal primo anno ed ora che sono all'ultimo ha deciso di cambiare, ci sono rimasto un po' male, ma dopo avermi detto di voler allontanarsi da me perchè la sua dolce metà è gelosa del nostro rapporto, ha chiuso tutti i ponti.
-Buongiorno raga!- Esclamo levandomi gli auricolari.
-Ciao Anto, come stai!?- Daniela mi viene vicino abbracciandomi.
-Bene, bene, e tu?- 
-Stanca, ma bene, pronto per un nuovo anno scolastico?- Mi domanda porgendo l'indice in avanti.
-Puoi dirlo forte.- Le faccio l'occhiolino e lei si gira per andarsi a sedere al secondo banco.
In verità non sono pronto, non sono pronto per quest'anno scolastico, non sono pronto per lasciare il liceo ed iniziare l'università, non sono pronto per iniziare una vita normale.
Mi giro cercando qualche banco vuoto dove sedermi, dato che sono rimasto solo.
-Antonio! Vieni qui!- Sento dietro di me.
Mi giro e vedo Daniela che fa cenno con la mano di sedermi vicino a lei; faccio un cenno con la testa e un sorriso e appoggio la borsa sulla sedia accanto la sua.
Improvvisamente suona la campanella.
-Cazzo! Da oggi si inizia!- Esclamo.
Daniela ride sotto i baffi.
La porta si apre ed entra la nostra professoressa di Italiano e Latino che abbiamo dal primo anno, non ci ha mai abbandonati ed è come una mamma per noi.
-Buongiorno ragazzi! Come state?- Ci chiede elettrizzata.
-Ah prof, stanchi sicuramente.- Salvatore, un mio compagno di classe con cui ho una grande amicizia, risponde.
Ridiamo tutti.
-Bene grazie, e voi?- Chiedo.
-Bene, Antonio. Vedo che sei molto abbronzato.- 
-Effettivamente si. - Sono un pò in imbarazzo. 
-Allora ragazzi, quest'anno il programma è veramente impegnativo, avete l'esame e quindi [...] mi raccomando.
ESAME, nel momento in cui ho sentito quella parola mi si è gelato il sangue e, ad essere sincero, ho un po' d'ansia.
-Anto, quest'anno siamo fottuti- Daniela mi sussurra cercando di non farsi vedere dalla professoressa.
-Dani, voglio morire.- 
-Ragazzi, sorpresa! Quest'anno sarò la coordinatrice della vostra classe ed in quanto tale vi accompagnerò alla gita di una settimana, secondo voi: dove?- La prof si diverte a farci sclerare.
-Amsterdam!- Daniela tenta la risposta.
-No!-
-Parigi- Maria anche tenta.
-No ragazzi ci siete lontani.- Ci avvisa la prof.
-Londra?- Chiedo a Daniela a bassa voce.
-ESATTO! CHI L'HA DETTO?-
Alzo la mano.
-Quest'anno andremo a Londra e ci andremo nel periodo Natalizio, non lo trovate stupendo?-
Io amo Londra, ci sono già stato ma parecchi anni fa, non ricordo quasi nulla.
-E c'è un'altra piccola grande sorpresa..- Ci guarda per farci salire la curiosità.- Andremo in crociera!-
-COSA?- Daniela si gira con la bocca aperta.
-CAZZO, VERAMENTE?- Casualmente dico urlando. 
-Si, ragazzi, nel mediterraneo, ma poco prima dell'esame, quando incomincia a fare più caldo.-
Come prima giornata, tutto sommato non fa abbastanza schifo.
Il tempo in classe oggi è passato molto rapidamente, probabilmente perchè non abbiamo fatto nulla di molto impegnativo: abbiamo conosciuto nuovi prof, abbiamo visto la nuova palestra che hanno ristrutturato dall'anno precedente perchè aveva alcune perdite ed altri tipi di guasti, abbiamo mangiato a mo' di festino per l'inizio dell'anno e abbiamo ascoltato musica.
Fuori scuola ho visto e salutato i miei amici di altre classi, Francesco, Carmen, Federica, Fabrizio etc..
Francesco è cresciuto tantissimo, ora è più alto di me di 40 cm minimo; spesso ci hanno scambiati per fratelli, abbiamo un fisico ed un volto simile, abbiamo lo stesso problema al cuore (si, ho un leggero problema ma nulla di grave) e, i nostri nonni hanno avuto una relazione quando avevano la nostra età, ma lui non lo sa.
Fuori scuola c'è papà nel suo macchinone blu elettrico che mi aspetta. 
-Com'è andata la giornata?- Mi domando appena salgo in macchina.
-Bene bene, non abbiamo fatto nulla di impegnativo, stranamente.-
-Ora che vai a casa, vedi che tua madre ti ha preparato il piatto e la tavola, io devo andare a lavoro.- 
-Cosa mangio?- Domando.
-Pasta con il pesto.- 
-Si!- Quel piatto è uno dei miei preferiti.- Oggi ci hanno parlato anche dell'esame, ho un pò di paura sinceramente..-
-Tranquillo che sono sicuro che andrà tutto bene, tu sei bravo a scuola e ricorda che questo è l'ultimo anno! Quindi fatti forza che è quasi finita. Ora vai, è tardi, devo andare a lavoro.-
-Okkey babbo, ci sentiamo durante la giornata, ti voglio bene.-
-Anche io, ciao.-
Scendo dalla macchina e apro i cancelli e la porta di casa, nel frattempo mio padre è già andato via.
Entro in casa, getto tutto per terra e vado verso la cucina.

Non ho potuto cucinare pasta e pesto perchè stavo facendo tardi a lavoro, fatti un panino. TVB,Mamma.

Tvb,Mamma? PANINO? NIENTE PASTA COL PESTO? 
-Vaffanculo- 
Invio un messaggio di ringraziamenti a mia madre per il pranzo e per avvisarla che sono tornato a casa.
Accendo il mio pc e vedo lo streaming di Once Upon A Time, una delle mie serie preferite dopo The Vampire Diares.
Finita la puntata inizio a studiare ma devo sbrigarmi perchè tra poco mio zio mi bussa per andare in palestra, solitamente mi da un passaggio all'andata e al ritorno.
Dopo un'ora circa suona il citofono.
-Chi è?- Chiedo.
-Antonio, sono zio, scendi che dobbiamo andare.-
-Subito scendo!- Poso il citofono, chiudo i libri e prendo la borsa.
La mia palestra è un palazzo a tre piani, mai vista una così grande. Mi dirigo con i mie cugini nello spogliatoio ed io esco sempre per primo, quei due sono veramente troppo lenti.
Mi avvio verso la sala e vedo un tappeto libero e mi getto a capofitto.
Imposto durata 15 min, camminata veloce.
Con le cuffie nelle orecchie il tempo passa abbastanza velocemente, così, appena finito scendo e asciugo il sudore dal mio volto.
In lontananza vedo una ragazza familiare, i capelli erano simili ad una ragazza che conoscevo; mentre la fisso lei si gira e mi fa un sorriso.
Sono pietrificato, non so che fare, è lei, la mia ex ragazza.
Mi armo di coraggio e mi avvio verso di lei con la scusa della palestra.
-Cosa ci fai qui?- Domando.
-Stavo vedendo una palestra da cui andare, per tenermi in forma.-
-Proprio qui devi venire?- 
-Antonio, ti prego, possiamo parlare?-
-Okkey- Ci dirigiamo verso l'uscita, ma io sono una bomba ad orologeria, mi devo trattenere.
La timidezza e la rabbia si tagliano con il coltello.
-Io non ho nulla da sentire da una come te.- Le urlo in faccia, sono veramente nervoso e deluso.
-Ti prego Antonio, smettila, ci sto male ok? Mi devi perdonare.- Lei mi supplica.
-Mi dispiace, non lascio per telefono la mia ragazza perchè mi sto innamorando di altri.- Le rinfaccio puntandole il dito contro.
-Antonio, è stato uno sbaglio, io continuo ad essere innamorata di te!-
Nel momento in cui mi stavo girando per andarmene sento questa frase, mi fermo ed il mio cuore è come se si fosse gelato.
Ha risvegliato in me vecchi ricordi.
 

Clicca qui per il settimo capitolo.

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Capitolo 7
*** Confessioni. ***


Salve, ecco il primo capitolo della storia. 
Mi farebbe molto piacere se lasciaste una recensione sui capitoli
: se vi piacciono o meno.
Grazie per essere qui :)
Mi volto per guardarla negli occhi, era disperata, piena di lacrime.
-Mi dispiace, ma io non provo più le stesse cose per te, mi hai fatto male, avevo bisogno di qualcuno quando non c'era nessuno.-
-Ti prego, non farlo.-
-Scusami, ma non poso.- Torno dentro, fuori fa abbastanza freddo.
Scusa di che? Bah.  Quella stupida frase mi è rimbombata nella mente, come un martello pneumatico.
Il problema più grande è che il martello pneumatico lo sentivo in testa la mattina successiva, quando mi sono svegliato per andare a scuola.
-Mamma!- Cerco di chiamarla urlando da una stanza all'altra.
-Buongiorno, dimmi Antonio.- Entra in stanza.
-Mamma, ho una forte emicrania e mi gira tutta la testa, ho mal di gola, anche la nausea-
Mi sento veramente male, la gola mi brucia così forte che non riesco nemmeno ad ingoiare.
-Misuriamo la febbre, vieni.- Mamma mi mette il termometro sotto il braccio.
-Se hai la febbre non vai a scuola eh!- Mi avvisa.
-Ti prego non parlare.- Le mie parole si bloccano a metà frase, la mia gola non lo permette.
-Vediamo, alza il braccio.- Toglie e guarda il termometro facendo una faccia terrorizzata, occhi spalancati e bocca aperta.
-Dici-
-39 °C, è alta, ora ti porto una Tachipirina, riposati.-
Annuisco, e aspetto che mi porti la medicina per poi riaddormentarmi.
E' una cosa bruttissima, è passata una settimana e con tutte le medicine che ho preso, non si è abbassata minimamente; anzi, è salita a 40.
-Dobbiamo portarti al pronto soccorso.- Mamma mi avverte preoccupata, dopo avermi misurato la febbre ancora una volta.
-Si, hai ragione.- Mio padre annuisce.
Loro sono già vestiti, io sono ancora in pigiama, non perdiamo altro tempo e siamo diretti verso l'ospedale più vicino.
Che bella cosa: una famigliola felice, che sta andando al pronto soccorso.
Entriamo e subito mi fanno stendere in una stanzetta con le tende di colore lilla dove mi mettono le flebo nel braccio.
-Ommamma, che anno di merda.- Affermo molto schiettamente.
-Non avere paura- Mamma mi rincuora come sempre.
-Io sono tranquillissimo.- Cerco di rassicurarla.
Improvvisamente entra un medico, è giovane ed indossa un camice bianco fino alle ginocchia.
-Salve, Dottor Bianchi.- Dice stringendo la mano ai miei.
-Salve- Rispondono all'unisono.
-Cosa succede?- Si avvicina a me iniziando a visitarmi.
-Ha la febbre alta da una settimana, oggi ha toccato i 40, gli fanno male le orecchie, la gola, gli gira la testa..-
-Signora state tranquil...- Improvvisamente si blocca e poi riprende dopo alcuni secondi. -Ha le tonsille infiammatissime, c'è bisogno di un intervento di urgenza, deve rimuoverle.-
Devo essere sincero, in quel preciso istante mi sono sentito un pò abbattuto, non avevo forza per muovermi ne per reagire.
Vedevo mia madre che stava quasi per svenire.
-Dai, tranquilla.- Sussurro alzando il pollice in segno di 'ok'.
Mi portano su una barrella in un corridoio, le luci scorrono verso dietro, mi diriggono verso la sala operatoria. 
Sento in lontananza l'infermiera dire ai miei genitori -Non potete entrare, aspettare qui.-
Chiudo gli occhi e penso: ma che periodo di merda.
La mia autoironia non mi abbandona mai.
-Ok, Antonio, ora sentirai una puntura sul braccio, poi ti sentirai stanco ed è tutto normale, è l'anestesia, ti addormenterai e sarà tutto finito.- Mi informa l'infermiera.
Annuisco. 
Sento il pizzico leggero e poco a poco sento la parte della mano e delle dita tutta addormentata, successivamente il piede, poi la testa.
Decido di chiudere gli occhi per velocizzare l'effetto.
-Si sta svegliando, si sta svegliando!-
-Shhh- Sento in lontananza.
Vedo ombre sfocate, ma piano piano la mia vista diventa più nitida.
-Buon risveglio!- Sono i miei compagni di classe.
-Come ti senti?- Daniela mia accarezza il braccio e Franscesco si mangia le unghie.
Apro la bocca per parlare, ma nel momento in cui la mia voce sta per uscire dalla mia gola sento un bruciore come se le fiamme dell'inferno si fossero stazionate nella mia gola.
-Tutto Ok- Muovo le labbra senza parlare ed un pò mi dispiace, perchè volevo ringraziarli.
-Noi, Antonio, ce ne dobbiamo andare, speravamo ti svegliassi prima..- Mi avvisa Maria.
-Ci dispiace, ma verremo presto a trovarti.- Daniela aggiuge.
Sorrido per dire grazie.
-Ciao bello, rimettiti!-
-Ciaoo!-
-Ciao Anto!-
E' veramente uno strazio non poter parlare. 
Mi giro verso l'orologio, sono le 13.38, infatti sentivo un brontolio nello stomaco, ma ancora non riesco ad ingoiare, quindi faccio segno di 'no' ai miei genitori e mi metto in posizione per addormentarmi.
Sento la porta aprirsi e chiudersi, qualcuno  si è seduto vicino a me. 
-Ciao Antonio... come stai?- Sento una voce familiare, ma non mi giro. -Spero bene, ho parlato con i tuoi genitori, loro mi hanno rassicurato che è tutto ok, Marco è voluto rimanere fuori, odia gli ospedali..-
Apro gli occhi, spalancandoli, è Vincenzo!
-Tua mamma mi ha avvisato della sventura e siamo subito corsi..-Prende un respiro e dice: -Sai, da quella notte, mi sono sentito male, anzi no male, ma imbarazzato. Non sapevo cosa tu provassi, quali sono i tuoi gusti sessuali e a me non interessa saperlo. Ci ho pensato per tutte queste notti, non ti ho mai contattato perchè avevo paura che tu stessi male, perchè tu devi dimenticarti di quello che provi per me, perchè non potrai stare bene..-
Mi giro, verso di lui, guardandolo negli occhi. 
-Non provo nulla per te, tranquillo, mi piacciono le ragazze, lo sai..- la mia voce esce molto molto stanca, quasi con un filo di voce.
 Prendo un respiro profondo.
Chiudo gli occhi, vorrei che sparisse, anche perchè sono diventato di colore rosso in volto.
 -Ero mezzo ubriaco quella sera e non ho detto ciò che pensavo.. tutto qui. Stai tranquillo.- Non riesco più a parlare.
-Lo so, lo so, perdonami per aver pensato questo- Si tocca i capelli portandoli all'indietro.- Però boh, scusa..-
Dico non importa con un movimento del volto.
-Hai fatto palestra? Ti vedo più muscoloso.-
-Eh si, non avevo nulla da fare, dovevo sfogarmi..-
Improvvisamente suona il telefono di Vin.
-Oh, ecco, finalmente! C'e una sorpresa per te!- Mi guarda negli occhi. 
E' FaceTime, e dall'altra parte ci sono Isa, Paola e Andrea; nello stesso momento entra anche Marco.
-Oddiooo, ANTONIO COME STAI?- Paola si avvicina alla telecamera, anche troppo.
Vincenzo intanto si è sdraiato vicino a me, altrimenti non ci entravamo nella fotocamera.
-Ciao raga- Dico a bassa voce, sorridendo.
-Come stai?- Andrea mi domanda.
-Io bene, voi? che fate?- 
-Stiamo in un bar, non siamo potuti venire perchè sai che abitiamo troppo lontano.-
-Tranquilli, mi ha fatto un piacere enorme, vi voglio bene!- Con la mano faccio il gesto del bacio.
Loro mi salutano ed io faccio altrettanto. Mi ritengo molto fortunato ad avere amici come loro, mi sento importante per qualcuno.
-Ora devo uscire fuori, mamma mi sta aspettando..- Si alza e mi bacia la fronte.- ti voglio bene, mi sei mancato.-
Sento il mio cuore esplodere.
Vin esce dalla porta con Marco ed entra mamma.
-Come ti senti cucciolo mio?- Mi domanda.
-Cucciolo mio? Mamma ho 18 anni, ti prego..- 
-Sta zitto.- Mi accarezza i capelli.
-Mamma?- La chiamo cercando i suoi occhi
-Dimmi.-
-Voglio diventare qualcuno di importante, voglio essere importante per qualcuno.-
-Ma che dici? In che senso?-
-Mamma, tipo Barbara Bunnell, che è passata alla storia come la prima paziente a ricevere un rene.-
-Ma tu stai delirando.-
-E voglio anche essere importante come il suo donatore, Matt James che ha accettato di donare il rene a Barbara non perchè fosse una sua parente, o una cara amica, ma perchè era una perfetta sconosciuta.-
-Mmmh, come mai una persona dovrebbe donare un rene ad uno sconosciuto?- Mamma mi domanda confusa.
-E' proprio questo il punto, è soltanto una sconosciuta, ed è la gioia che è scaturita in lui per aver aiutato una persona. Penso sia una persona da ammirare, la vera gioia di un dono sta proprio nell'immaginazione della felicità del destinatario.- Tossisco, la mia voce è esausta.
-Sai, sei una persona intelligente, molto; sei importante per tantissime persone: a noi, ai tuoi compagni di classe, i tuoi compagni del mare, Vincenzo..-
-Anche Enzo?- chiedo.
-Soprattutto, abbiamo parlato fuori, prima che entrava, mi ha parlato di te, sono veramente contenta che tu sia importante per una persona così bella dentro.-
Annuisco e sorrido più forte che mai, poi mi giro verso la finestra ammirando il paesaggio che c'è fuori, poi chiudo gli occhi.
 

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