Una cotta pericolosa

di saffyj
(/viewuser.php?uid=857290)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Venerdi 20 novembre ***
Capitolo 2: *** Venerdì 27 novembre ***
Capitolo 3: *** Venerdì 4 dicembre ***
Capitolo 4: *** Venerdì 11 dicembre ***
Capitolo 5: *** Sabato 12 dicembre ***
Capitolo 6: *** Domenica 13 dicembre ***
Capitolo 7: *** Lunedì 14 dicembre ***
Capitolo 8: *** Martedì 15 Dicembre ***
Capitolo 9: *** Mercoledì 16 dicembre ***
Capitolo 10: *** Lunedì 4 gennaio ***
Capitolo 11: *** Martedì 5 gennaio ***
Capitolo 12: *** Mercoledì 6 gennaio ***
Capitolo 13: *** Venerdì 8 gennaio ***
Capitolo 14: *** Lunedì 11 gennaio ***
Capitolo 15: *** Giovedì 14 gennaio ***
Capitolo 16: *** Giovedi 15 gennaio ***
Capitolo 17: *** Sabato 16 gennaio ***
Capitolo 18: *** Lunedì 18 gennaio ***
Capitolo 19: *** Mercoledì 20 gennaio ***
Capitolo 20: *** Giovedì 21 gennaio ***
Capitolo 21: *** Sabato 23 gennaio ***
Capitolo 22: *** Domenica 24 gennaio ***
Capitolo 23: *** Lunedì 25 gennaio ***
Capitolo 24: *** Mercoledì 27 gennaio ***
Capitolo 25: *** Venerdì 29 gennaio ***
Capitolo 26: *** Lunedì 1 febbraio – Giovedì 4 febbraio ***
Capitolo 27: *** EXTRA ***



Capitolo 1
*** Venerdi 20 novembre ***


Ciao a tutte! Ed eccomi di nuovo qui!!!
Questa storia nasce da una scommessa tra me e mia sorella. Dovevo scrivere una storia seguendo un classico clichè, ma non scadere nel banale! Ci ho rimuginato e ho creato "Una cotta pericolosa" ... spero di esserci riuscita... altrimenti fuggo alle Maldive e non dico a mia sorella di aver perso la scommessa!
Ma bando alle ciance e, ringraziando di cuore AlmaRed e Jenny80_big per avermi spronata a pubblicarla, vi auguro una 

BUONA LETTURA!


Image and video hosting by TinyPic

Venerdi 20 novembre

 Dalla prima volta che l’ho visto nel cortile dell’università non riesco a smettere di pensare a lui. Lo osservo di nascosto nel corridoio, a mensa, nel cortile… ebbene sì, come un’adolescente, mi sono invaghita di Edward Masen, il ragazzo più sexy della scuola!
Ha un sorriso speciale da farti tremare le gambe, dei capelli così morbidi che ti invitano ad immergerci le mani, uno sguardo così profondo da farti mancare il fiato, il fisico asciutto e scolpito di un Dio Greco… ed ovviamente è un ragazzo che ha conosciuto molti letti… o come specifica sempre Alice, non solo letti, ma anche sgabuzzini, retro delle auto, sottoscala…
“Ehi, Bella sveglia” la voce squillante di Alice e la sua mano che sventola di fronte ai miei occhi mi fa riprendere dalle fantasie poco caste sull’Adone. “Hai un po’ di bava ai lati della bocca” mi prende in giro la mia migliore amica mentre con un tovagliolino fa finta di pulirmi.
“Dai lasciami stare” le rispondo ridendo “Fammi sognare!” e riappoggiando il mento sul dorso delle mani ricomincio a fissare l’Adone che scherza con i suoi amici al centro del giardino.
“Sognare fa bene, ma sognare su certi individui è pericoloso” mi riprende cercando di farmi voltare il viso e guardare da un’altra parte.
“Mica voglio provarci… uso solo la testa! Tranquilla gli starò lontana!” la tranquillizzo liberandomi dalla sua presa e ritornando a guardarlo. Sospiro mentre con la fantasia continuo ad immaginarmi stretta tra le sue braccia. Lo so, lo so è solo una fantasia, ma a me va bene così. Alla fine sono single, sono secchiona e la mia vita sociale è pari a zero. L’adone, che adesso ride con il suo splendido sorriso sghembo di fronte a me, lo uso solo per staccarmi un po’ dalla monotonia della realtà!
Edward scoppia a ridere per una battuta dei suoi amici e mentre si passa la mano tra i divini capelli si volta. Un sorriso ebete affiora sul mio volto, è bellissimo quando ride… e soprattutto quando i suoi occhi mi guardano in quel modo perforandomi.
“Merda” esclamo tuffando la testa dentro il libro che ho aperto di fronte a me.
“Cosa succede?” chiede Alice guardandosi intorno.
“Mi ha vista” rispondo sentendo le guance arrossarsi per la vergogna e mantenendo gli occhi incollati alla pagina.
“Chi?”
“Edward” rispondo tra i denti e strattonandola per vietarle di attirare maggiormente l’attenzione.
“Non sta più guardando, poi stare tranquilla” mi rassicura Alice porgendomi la mano per aiutarmi ad alzare.
Con la mano a terra mi do la spinta e mi alzo lanciando un’ultima occhiata verso il Dio greco, ma ahimè sta andando via e posso solo vedergli le spalle!
 
***
 
Arrivate in classe ci sediamo parlando del compito che avevamo da svolgere. Alice sta cercando in tutti i modi di farmi capire il concetto di trigonometria che non riesco in nessun modo ad assimilare! Eh già! Il mio tallone di Achille è proprio la trigonometria… più guardo il foglio con le formule e più mi sembra che prendano vita ed inizino a danzare impedendomi di leggerle!
“Dai Bella, non è difficile! Hai il cervellino fino… dai impegnati” e mi rispiega per l’ennesima volta l’esercizio, ma non c’è verso, riesco ad arrivare alla soluzione ma continuo a non capire i passaggi. Stropiccio il foglio ringhiando e lo lancio frustrata… ed indovinate? Finisce sulla testa di Edward che si volta irritato a cercare il colpevole!
Io scivolo sulla sedia per nascondermi, seguita da Alice che cerca di soffocare le risate tenendosi una mano sulla bocca.
“Smettila, o ci becca!” sibilo a denti stretti.
“La tua fortuna ha colpito ancora Bella!” mi canzona Alice cercando di ritornare seria. “Ottimo centro!”
L’entrata del professore ci salva. Tutti si siedono composti ed inizia la lezione. Ogni tanto adocchio verso l’adone, ma lui non si è più girato. Ha sussurrato qualcosa di simpatico all’orecchio della biondina seduta vicino a lui, le ha toccato i lunghi capelli boccolosi… ma non si è più girato a cercare il colpevole! Dato che le sue moine verso le altre non fanno bene alla mia autostima cerco di concentrarmi sulla lezione e, grazie ad Alice che cerca a bassa voce di spiegarmi concetti per lei semplici, cerco in ogni modo di far combaciare i numeri.
Ringraziando, la prossima ora avrò letteratura e finalmente capirò cosa dice il professore!
 
***
 
Terminata anche la lezione di disegno, io ed Alice ci incamminiamo verso la caffetteria. Alice cerca di spiegarmi cosa ha scritto negli appunti dato che ha una calligrafia “particolare” e fatico a decifrarla.
Sono così concentrata sui geroglifici di Alice, che non mi accorgo di una porta che si apre e ci sbatto contro con la fronte cadendo rovinosamente sul di dietro! Ahia!
Non so se massaggiare prima la testa o il fondoschiena. Faccio una smorfia imprecando contro me stessa e la mia sbadataggine, mentre scuoto la testa per allontanare le stelline.
“Oh! Non ti avevo vista. Tutto ok?” la voce sensuale di Edward mi fa alzare il volto rosso come un peperone. Lo ammiro dalle scarpe ai magnifici capelli molto spettinati. Ha la camicia fuori dai pantaloni e i primi bottoni aperti. Perfetto! Ho fatto la figura dell’idiota davanti all’Adone, e l’ho pure beccato dopo una sveltina. Ma si può essere può sfortunate?
“Sì, tutta intera” rispondo massaggiandomi la testa e prendendo la mano di Alice per rialzarmi. Trattengo la smorfia per il male al fondo schiena e la tranquillizzo con un cenno che sto bene.
Lui continua a ridere, mentre una ragazza con i capelli rossi ed il fisico da sirena, ride come una gallina strusciandosi su di lui.  Non dicono altro e si allontanano ridendo sguaiatamente. Ovviamente lui non perde l’occasione di palpare il culetto poco coperto della rossa e metterle il braccio sulla spalla! Grrr!
Mi rincammino per il corridoio appoggiata ad Alice. Mio Dio che male alla testa.
“Vuoi andare in infermeria?” mi chiede seriamente preoccupata.
“No, adesso mi passa, devo solo sedermi un attimo… e possibilmente su qualcosa di morbido!” faccio una smorfia buffa e Alice si tranquillizza scoppiando a ridere. Senza poca fatica riesco ad arrivare al cortile, man mano che cammino lo stordimento diminuisce ed anche il male al fondo schiena.
 
“Ehi, Bella! Alice!” la voce di Jacob ci fa voltare. Il suo sorriso smagliante in contrasto con la pelle abbronzata è visibile da lontano e mi strappa un sorriso.
“Ciao Jacob” lo salutiamo mentre ci fermiamo per aspettarlo.
“Che faccia, Bella! Cosa è successo?” mi chiede mettendomi un braccio intorno alla vita per sostenermi e baciandomi la guancia.
“Nulla! Ho sbattuto contro una porta e sono caduta! La storia della mia vita!” rispondo sbuffando e massaggiandomi il bernoccolo che mi sta crescendo in fronte.
“Sempre la solita con la testa tra le nuvole!” scherza scompigliandomi i capelli. “Dai venite, vi offro il pranzo, bisogna festeggiare!” e tenendomi per la vita mi trascina alla caffetteria.
Vi starete domandando chi è Jacob! Beh, Jacob è il mio miglior amico, ci conosciamo da quando siamo piccoli e insieme ne abbiamo passate parecchie. E’ il bambino che mi teneva compagnia nelle interminabili ore in cui mio padre pescava, è il ragazzo che mi difendeva dai bulli ed è l’amico che riesce sempre a tirarmi su di morale. Non siamo mai stati insieme, il nostro rapporto è fraterno e poi lui, un ragazzo molto bello con un fisico scolpito, dei capelli neri come la pece e due occhi profondi e scuri come la notte, non mi ha mai guardata in quel modo… Ha avuto qualche storia con delle ragazze, ma al momento è single. Le sue storie non durano mai tantissimo, ed ogni volta lo prendo in giro perché quando si mette insieme a qualcuna dice sempre che è la sua anima gemella… sì, anima gemella per poche settimane! Quella che ha durato di più ha superato di poco il mese! Il mio Jacob!
Arrivati in caffetteria ci accomodiamo insieme a Rosalie la coinquilina di Alice e una delle mie migliori amiche. Rosalie è una ragazza alta, con un fisico da urlo e capelli biondi lunghi oltre metà schiena, esattamente l’opposto di Alice, che è alta come me, il fisico asciutto con poche curve e capelli neri corti sparati in ogni direzione.
Io, Alice e Jacob siamo amici da sempre. Arriviamo tutti dal paesino sperduto di Forks e siamo cresciuti insieme. Rosalie, invece, è la figlia di amici dei genitori di Alice. Prima di trasferirmi a Seattle non avevamo mai avuto molte occasioni per frequentarci. La conoscevo per ciò che mi raccontava la nostra amica comune, o per le poche ore che passavamo a casa di Alice nei giorni che lei veniva a trovarla, ma non era mai venuta a La Push con noi o in giro per Forks, i suoi genitori non volevano che facesse amicizia con i nativi… gli Hale sono persone strane e molto snob. Rosalie è molto elegante e ha un portamento fiero, ed è una vera amica, sempre pronta a darti una mano, un consiglio ed ha sempre la battuta pronta… è molto affabile e disposta a fare nuove amicizie senza tener conto del ceto o della razza… l’esatto opposto dei suoi genitori!
Perché non viviamo tutte insieme se siamo così amiche? Beh! Con la borsa di studio sono riuscita ad avere un alloggio nel campus, mentre Alice e Rosalie hanno preferito vivere in uno degli appartamenti degli Hale a Seattle, ma questo non ha infierito sulla nostra amicizia ed io ho un luogo in cui rifugiarmi quando le due pazze vanno a fare shopping o fanno feste nel loro appartamento. Per quello siamo molto diverse. Loro hanno una vita sociale molto attiva e adorano partecipare o organizzare feste… io preferisco un buon libro e un rilassante bagno nella mia vasca!
 
Rosalie ha già ordinato, ma ci aspetta per cominciare. Jacob da bravo gentiluomo ci chiede cosa vogliamo e provvede da solo a portarci il cibo. Ritorna con due vassoi stracolmi di ogni ben di Dio.
“Cosa stiamo festeggiando?” gli chiedo appena si siede.
“Sono finalmente entrato nella squadra di Rugby della scuola. Non sarò più una riserva!!!” e allarga il sorriso pavoneggiandosi!
“Complimenti Jake!” urlano all’unisono Rose ed Alice volandogli addosso. Lo stringono in un forte abbraccio, e come due fan impazzite iniziano a riempirlo di baci. Più lui si imbarazza e più loro aumentano le moine!  Io mi godo la scena e rido a crepapelle.
Le mie amiche si accorgono che tutta la caffetteria si è girata verso il nostro tavolo, attirata dagli urletti di felicità delle ragazze e il vocione di Jacob che chiede di smetterla. Con non calanche si riaccomodano composte e, impettite, iniziano a mangiare. Ogni tanto ci scappa una risatina al ricordo dello spettacolo che hanno dato, ma riusciamo a rimanere abbastanza serie…
“Ehi, futuro campione!” il vocione allegro di Emmett e il suono forte della sua pacca sulla spalla del povero Jacob ci fa di nuovo scoppiare a ridere. “Cosa ho detto?” chiede interdetto guardandoci con gli occhi sgranati.
“Nulla Emmett, lasciale stare, oggi sono felici!” ci canzona Jacob.
Emmett risponde con una scrollata di spalle e, prendendo la sedia dal tavolo vicino, si siede con noi. Emmett è un ragazzone grande e grosso, muscoloso e molto alto. Ha i capelli corti ricci neri e dei bellissimi occhi azzurri. E’ un ragazzo solare e sempre pronto alla battuta… soprattutto se maliziosa. E’ un compagno di squadra di Jacob e da un paio di giorni ha iniziato a frequentarci. Ci fa compagnia a colazione, a pranzo e molte sere si è unito ai miei amici per andare in birreria o a qualche festa.
 
 
“Ciao Emmett. Posso parlarti?” la voce di Edward mi fa tornare al presente. Abbasso lo sguardo e, guardando intensamente il tavolo, attendo che si allontani. Il suo profumo di sandalo mi inebria i sensi ed in breve mi ritrovo nuovamente nel mondo della fantasia dove immagino momenti poco casti tra me e l’Adone.
“Respira Bella, è andato via” mi sussurra Jacob senza riuscire a nascondere un sorriso.
Lo fulmino con lo sguardo e alzo gli occhi per vedere che sia vero, diciamo che ha detto una mezza verità. Si è allontanato dal tavolo, ma solo di pochi passi, e posso sentire benissimo la sua voce, anche se sussurra.
La chiacchierata tra Edward ed Emmett termina con una pacca sulla spalla ed un grazie di Edward. Chissà cosa gli avrà chiesto… Bella, Bella, smettila, non è il tuo ragazzo, non sarà mai il tuo ragazzo e per di più lui non sa nemmeno della tua esistenza… quindi smettila, se vuoi sognare sogna ma non farti paranoie, solo bei sogni!

 
!! ATTENZIONE SPOILER !! 
... 
una festa con poca luce, musica assordante e tantissime facce ubriache non è proprio il posto che fa per me!
“Ehi, piccola! Dobbiamo festeggiare” la voce bellissima di Edward mi arriva prima del suo profumo di sandalo....


Cosa ne dite? E' vero, come in ogni mia storia, non si capisce mai una mazza fino al 5° o 6° capitolo...
ma così a occhio cosa ne pensate?
Fatemi sapere e a presto!!!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Venerdì 27 novembre ***


Ok! Il vostro entusiasmo per il primo capitolo mi ha spinto a pubblicare il secondo capitolo!!!
Vi avviso che non sarà come "Dalle Stelle alle Stalle" e non posterò tutti i giorni, perchè maggio è un mese infernale, ma cercherò di postare più capitoli alla settimana!!!
Grazie a tutti coloro che mi hanno agigunta nelle tre liste e tutte coloro che hanno scritto le loro opinioni
su questo racconto nato per scommessa!!!
Grazie anche a tutte coloro che leggono in silenzio!!!
BUONA LETTURA!!!
Image and video hosting by TinyPic

Venerdì 27 novembre

Come ogni mattina mi ritrovo alla caffetteria della scuola con il caffè fumante sotto il naso e lo sguardo perso oltre la vetrata nella speranza di vedere il mio Adone!
La sua macchina sfreccia davanti alla vetrina facendomi sobbalzare. Cerco di riacquistare una respirazione normale, mentre sento il cuore che batte furioso nel petto nell’attesa di poterlo ammirare mentre con la sua camminata sicura ed elegante cammina sul vialetto che porta alla scuola.
Lo vedo… che visione! Anche se la biondina che lo bacia sul collo, mentre lui le palpa il fondo schiena, smorza notevolmente le mie fantasie. E’ di nuovo in compagnia di un’oca, non sono una che giudica senza conoscere, ma da come sculetta e da come gli lecca l’orecchio scoppiando a ridere a bocca aperta, non riesco a giudicarla diversamente. Scusatemi… e poi lo ammetto, l’invidia è una brutta bestia!
Mi è passata la fame. Mi alzo ringhiando sottovoce e mi dirigo in classe a testa bassa. Per oggi mi sono già fatta abbastanza del male, meglio evitare di rivederlo avvinghiato con la nuova polipessa.
“Bellaaaa, Bellaaaa! Aspettami!” la voce trafelata di Alice mi fa alzare la testa. Mi fermo per aspettarla e la sostengo quando mi arriva vicino e cerca di riprendere fiato.
“Pensavo non venissi!” le dico massaggiandole la schiena per aiutarla a respirare.
“La sveglia non ha suonato!” sbuffa iniziando a camminare.
Ci accomodiamo in aula per seguire la lezione di trigonometria. Oggi è ancora più dura tenere la concentrazione perché Edward si è seduto nel banco di fronte a me e posso sentire le parole sconce che sussurra alla ragazza con i capelli corvini che gli è seduta accanto… bionde, rosse, nere, non l’ho mai visto con delle castane! Ed indovinate un po’? I miei capelli sono castani!!!
Non so se è una benedizione o una maledizione… non essere nel radar di Edward Masen è una buona cosa, perché sei sicura di non soffrire, ma il mio ego femminile si sente ferito! Anche noi castane possiamo essere delle donne affascinanti! Giusto?
 
***
 
“Oggi Bella non ci scappi!” mi assalgono Rose ed Alice appena entro in caffetteria. Jacob è seduto al tavolo insieme ai ragazzi della squadra ed io non ho nessuno che possa farmi da alibi… cavolo!
“Shopping!” dicono mentre io sto ancora cercando un modo per fuggire.
“Non posso ragazze, mi dispiace. Ma oggi ho da fare!” rispondo con il mio sguardo da cucciolo.
“Non è vero! E’ venerdì, e non hai nulla da fare e poi dobbiamo prenderti un vestito per stasera!” cinguetta felice Alice battendo le mani.
“Per stasera?” chiedo sempre più spaventata.
“Bella, Bella. La festa da Emmett! Non ti ricordi?” mi rimembra Rose guardandomi come fossi una bambina piccola che ha fatto una marachella.
“Ma…” inizio cercando una scappatoia.
“Nessun ma… oggi pomeriggio shopping e stasera FESTAAA!” esulta Alice.
Cerco rinforzi guardando verso il tavolo di Jacob, ma lui è troppo preso a ridere con gli amici per accorgersi che ho bisogno di lui.
Mangio con un nodo allo stomaco. Odio fare shopping ed odio ancora di più le feste private. Troppa gente, troppi alcolici…
 
***
 
Ma anche se prego tutti i Santi per far sorgere un’emergenza che mi liberi dalle mie due amiche matte, nessuno mi dà ascolto ed io mi trovo seduta su una sedia dell’ennesimo negozio della giornata mentre Alice e Rose sfilano davanti a me con dei magnifici vestiti.
Mi impongo almeno a non dover sfilare. Faccio scegliere un vestito ad Alice, lo provo, mi sta bene e lo prendo. E’ un vestitino sobrio, forse un po’ corto e scollato per i miei standard, ma devo ammettere che mi sento bella e quindi pecco di vanità e lo acquisto. Mentre sono nel camerino a provare il vestito, dei rumori imbarazzanti arrivano dal camerino vicino. Cerco di essere il più silenziosa possibile per non disturbare i due amanti e, imbarazzata dal movimento del divisorio e dai gemiti mal soffocati, mi rivesto e fuggo dalla cabina.
Dopo pochi minuti, dal camerino accanto a quello nel quale mi ero cambiata esce Edward mentre si sistema i capelli e si guarda intorno per vedere se qualcuno lo ha visto. Posa gli occhi su di me, l’unica persona presente nella saletta, mi sorride con il suo sorriso speciale e mi fa l’occhiolino (ringrazio di essere seduta altrimenti mi sarei trovata per terra). Si sistema e con non curanza esce dal negozio. Mentre sono ancora concentrata verso la porta, con la fantasia che vola vedendo me nel camerino insieme a lui, la porta del camerino degli amanti si apre e ne esce la commessa… wow, perfetto. Devo dire a Alice di aggiungere un luogo nuovo per le sveltine di Edward!
 
***
 
E come volevasi dimostrare… sono alla festa di Emmett e sto facendo da tappezzeria.
Alice e Rose si dimenano in pista mentre Jacob ed Emmett si abbeverano, per non dire ubriacano, al bar!
Ovviamente c’è anche Edward, è seduto, anzi svaccato su una poltroncina, con un bicchiere ambrato in mano e due ragazze che lo accarezzano e lo baciano strusciandosi addosso. Lui, per non essere maleducato dà pari attenzione ad entrambe, infilando la lingua prima in una e poi nell’altra bocca, senza contare le sue magnifiche mani che riempiono di carezze le cosce scoperte di entrambe le ragazze.
 
“Ehi! Tu sei Isabella Swan, giusto?” un compagno di squadra di Jacob richiama la mia attenzione obbligandomi a smettere di guardare Edward e le sue conquiste. Che poi dico, posso essere così idiota da sbavare dietro ad un ragazzo come Edward? Ebbene sì. Io, Isabella Swan, la ragazzina timida, brava a scuola e sempre al suo posto, stravede per il suo esatto opposto. Non giudicatemi, ho vissuto a Forks fino ad un anno fa, sono sempre stata una con i piedi per terra e ligia ai doveri. Durante l’adolescenza ho sognato sui classici e mentre le mie amiche baciavano i ragazzi, io imparavo a memoria i dialoghi di Shakespeare. Non mi sono mai interessata al genere maschile, ho avuto la mia piccola esperienza con Robert e a La Push ho passato fantastiche serate in compagnia dei miei amici Quielutes, ma non ho mai permesso alla fantasia di viaggiare e adesso che sono all’università, i miei ormoni e la mia fantasia si sono rivoltati e vogliono il loro spazio… e fin tanto che non mi fanno fare cavolate, non voglio imprigionarli!
“Ehi! Tutto bene?” la voce del ragazzo mi fa riprendere dai miei viaggi mentali.
“Si” rispondo tornando al presente “Sono Bella… e tu?”
“Paul! Sono un compagno di squadra di Jacob ed Emmett” e mi sfiora il braccio languidamente.
“Piacere di conoscerti, ci vediamo dopo, le mie amiche mi chiamano” e velocemente mi avvicino alle mie amiche che brille e felici mi ballano intorno. Provo a lasciarmi andare, ma il pensiero che qualcuno possa vedermi ballare mi imbarazza, ed essendo ad una festa piena di persone, sicuramente qualcuno mi vedrà.
“Bevi!” Mi urla nell’orecchio Alice porgendomi il suo bicchiere “Ti aiuterà a scioglierti”
Accetto il consiglio e bevo. Mio Dio se brucia, brucia così tanto che non ne sento nemmeno il sapore. Con una smorfia lo ripasso ad Alice e provo a farmi prendere dalla musica… mmmh è più facile!
Rose mi passa il suo bicchiere e assaggio anche il suo drink… faccio la spola da un bicchiere all’altro fin quando non inizio a sentire la testa girarmi. Ok, voglio sciogliermi, ma non voglio passare la serata nel bagno a vomitare e così decido di rifiutare qualsiasi altro bicchiere e mi abbandono alla sola musica. Ogni tanto apro gli occhi per controllare che le mie amiche non mi abbiano abbandonato, ed ogni volta mi trovo un ragazzo diverso che mi sorride e prova a ballare con me, ma io, con gentilezza, faccio finta di non averli notati e mi allontano.
Quando ormai la testa gira troppo e le gambe iniziano a chiedere pietà, mi allontano dalla pista alla ricerca di Jacob.
Lo trovo avvinghiato ad una ragazza vicino alla piscina. Ommiodio, ci sono solo coppiette a lato o dentro la piscina e tutte in atteggiamenti molto osé. Sorrido scuotendo la testa e ritorno dentro. Ma appena mi volto, mi scontro contro un petto duro come il marmo.
“Scusa” biascico mentre scuoto la testa per riprendermi.
“Ogni volta che ti incontro, ti faccio sbattere da qualche parte!” la voce roca di Edward mi fa passare in un secondo gli effetti dell’alcol. Alzo il viso e con la miglior faccia da poker che conosco gli rispondo.
“Eh già, dobbiamo fare più attenzione” e drizzandomi nelle spalle entro in casa per cercare le mie amiche. Wow! Edward l’Adone si è ricordato di me e mi ha parlato!!! La sua voce è ancora più divina sentita da vicino ed i suoi occhi sono ancora più ipnotici…
 
Appena entro nella sala alcuni ragazzi ormai molto alticci mi si appiccicano. Non so bene come comportarmi, non mi è mai successo di attirare l’attenzione del genere maschile, quindi faccio l’unica cosa che so fare: sorrido gentile e mi allontano senza dare confidenza.
Alice e Rose sono ancora in pista e si stanno sbaciucchiando con due ragazzi… perfetto!
Sbuffando mi siedo nella poltroncina più nascosta della sala e attendo che i miei amici si ricordino di me.
“Tranquilla, se ti annoi, basta che ce lo dici e ti portiamo subito a casa!” mi avevano promesso tutti e tre… ed io idiota ci ho pure creduto!
Mi metto più comoda sulla poltroncina e attendo che si ricordino di me e della promessa. Lo so che sono io quella sbagliata, dovrei buttarmi nella mischia e fare festa, ma non è proprio nelle mie corde. Io sono più una tipa da lunghe passeggiate, serate sulla spiaggia, una buona lettura, una serata tra pochi amici in pizzeria… ma una festa con poca luce, musica assordante e tantissime facce ubriache non è proprio il posto che fa per me!
“Ehi, piccola! Dobbiamo festeggiare” la voce bellissima di Edward mi arriva prima del suo profumo di sandalo.
“Isabella, e stiamo già festeggiando!” rispondo senza guardarlo. Non chiedetemi perché sono così acida con lui. Dovrei saltare di gioia perché mi sta parlando, ed invece gli ho risposto in maniera glaciale. Sarà l’alcol, o il buon senso, ma sicuramente non l’educazione che mi ha dato mio padre. Scuoto la testa per riprendermi e provo con tono gentile.
“Mi chiamo Isabella, non piccola e cosa dovremmo festeggiare?” riesco pure a girarmi a guardarlo, ovviamente mi perdo nei suoi occhi, ma l’alcol spero mi aiuti a trattenere la bavetta o la faccia da ebete, e se non mi aiuta, sarà una buona scusa.
“Festeggiamo la prima volta che ti incontro e non ti faccio cadere” risponde con il suo magnifico sorriso. Ok, è troppo per il mio autocontrollo. Cerco un bicchiere sul tavolo, per avere una scusa e smettere di guardarlo, e lo batto sul suo per fare il brindisi, ma non bevo e riposo il bicchiere.
“Il brindisi non vale se non bevi dopo!” mi riprende e mentre lo dice si avvicina pericolosamente. I miei ormoni stanno festeggiando, mentre la mia mente mi ammonisce ricordandomi le due polipesse di poche ore prima.
“Mi dispiace, ma non ho il bicchiere” gli rispondo allontanandomi leggermente, ma lui si riavvicina.
“Possiamo bere dallo stesso” mi sussurra all’orecchio con una voce così sensuale che i miei ormoni mi urlano di volargli addosso.
“No, preferisco fare un brindisi come si deve” e mi alzo alla velocità della luce per dirigermi al bar. Wow, ho la pelle ricoperta di brividi, nemmeno nelle mie fantasie la sua voce riusciva ad essere così sensuale! Ma sono stata brava, mi sono trattenuta e per tutto il tragitto fino al bar mi ripeto come un mantra: “Solo nella fantasia, è un farfallone. Devi fermarti alla sola fantasia”
Il tempo di appoggiarmi al bancone e ordinare una soda, che il profumo di sandalo mi investe e le sue braccia forti mi cingono la vita.
“Adesso non hai più scuse” mi sussurra nell’orecchio. Ormoni, ormoni, state al vostro posto e ascoltate il cervello!!!!!!
Mi allontano con uno scatto felino e mi giro verso di lui ponendo il bicchiere tra di noi, ma non riesco a liberarmi dalle sue forti e fantastiche braccia. I muscoli sono leggermente tirati per tenermi ed inizio ad avere molto caldo.
“All’incontro senza scontro” e batto il bicchiere con il suo prima di bere alla goccia la soda.
Mi sorride con il suo sorriso incantatore e continuando a guardarmi negli occhi si porta sensualmente il bicchiere alla bocca, tenendomi stretta a lui con una sola mano.
Finito di bere, posa il bicchiere, mi allaccia entrambe le braccia alla vita e mi stringe a sé facendomi sentire la sua eccitazione.
Mi irrigidisco per il contatto… cavolo, ma in che situazione mi sto trovando? Ho fantasticato per giorni e adesso che mi trovo tra le sue braccia, il cervello ha ripreso a girare e continua a ripetermi di non fare sciocchezze… e io non voglio fare sciocchezze… vero Bella che non vuoi fare sciocchezze? Sì, un conto è immaginarlo, un altro è lasciarmi andare e diventare la centesima, ma che dico, la millesima sveltina di Edward! Tu non sei così!
“Scusa potresti togliermi le mani da dosso?” l’ho detto io? Veramente?
Scoppio a ridere e per la prima volta la faccia di Edward non è sexy o sensuale, ma solo buffa.
“Scusa, scusa.” Provo a parlare cercando di smettere di ridere, ma più rido più la sua faccia diventa buffa ed io ricomincio a ridere. “Scusa. Devo andare” e tenendomi la pancia che duole per le troppe risate mi allontano a passo svelto.
Esco nel giardino. L’aria fresca della notte mi fa riprendere.
Mi siedo in un angolino nascosto, da dove posso vedere i miei tre amici in atteggiamenti amorosi, senza però sembrare una guardona, e mi rilasso.
Chiudo gli occhi con la testa appoggiata al muro e le gambe abbracciate al corpo. Ripenso alle ultime ore e tantissime emozioni si accavallano. Mi sento felice per aver parlato con Edward, mi sento un’idiota per aver permesso ai miei ormoni di fantasticare su di lui e poi, appena ne ho l’occasione tiro i remi in barca capendo perfettamente quale grave errore sia avvicinarsi a Edward, mi sento euforica nel ripensare alla sua faccia buffa, e mi sento male perché mi sento sola, fantastico con la testa su un uomo che so non potrà essere mio, pur di non pensare al fatto che ho vent’anni e sono sola, senza un uomo che mi ama, che mi fa stare bene, che mi fa sentire bella… ebbene sì, sono ubriaca, sono confusa e sono consapevole che fantasticare su Edward è pericoloso!


 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
“Quale è il problema? Bella, mi stai preoccupando” posso sentire il suo respiro farsi più veloce. Riusciamo ad influenzarci anche a chilometri di distanza. Se sono triste lui lo è anche… ed io idiota l’ho chiamato.
“Nessun problema. Volevo solo sentire la tua voce”
“Bella…” mi risponde triste.
“No tranquillo. Non è come pensi. E’ che per anni ho sentito la tua voce ogni giorno, e dopo tre mesi iniziavo ad essere in astinenza…”

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Venerdì 4 dicembre ***


Ciao a tutti e GRAZIEEEE!
Siete in tantissimi e sono felice di leggere tutte le vostre recensioni!!! 
Quindi, per farvi capire quanto mi avete reso contenta... non vi faccio più attendere ed aggiorno oggi!!!
Spero vi piaccia il prossimo capitolo ... finalmente si scoprirà con chi parlava Bella nello spoiler!
BUONA LETTURA!!!!


Image and video hosting by TinyPic
Venerdi 4 dicembre

Sono in caffetteria, seduta al mio solito tavolino, con il mio solito caffè aspettando, come al solito, la visione da lontano di Edward. Eh già, dopo che gli sono scoppiata a ridere in faccia Edward mi odia e l’unico momento in cui posso rifarmi gli occhi con la sua figura è la mattina mentre lo guardo entrare a scuola. Lo so, avevo detto di aver capito, che devo stargli lontana e farmi una vita, ma il mio cervello lo ha capito, il mio cuore lo ha capito, ma i miei ormoni no.
Capitemi anche voi. Sono una ragazza di vent’anni che si sorbisce ore e ore di racconti delle proprie amiche sulle avventure della sera prima… a me rimane solo la fantasia, ed i miei ormoni rispondono solo alla figura sensuale e fiera di Edward… ma ci sto lavorando e riuscirò a convincere anche gli ormoni a cambiare uomo!
Comunque, se pensavo che l’indifferenza di Edward mi facesse male, mi sono sbagliata. Adesso quando mi vede mi guarda con odio o, ancor peggio, come se fossi spazzatura.
Devo però ammettere che i suoi sguardi pieni di fiele mi stanno aiutando a guarire. Riesco a respirare anche se mi arriva il suo profumo, riesco a continuare un discorso anche se sento la sua voce e non sento più lo stomaco chiudersi quando lo vedo avvinghiato a un’altra… beh, ho detto una bugia, lo stomaco continua a chiudersi, ma riesco a farmene una ragione!
Lo vedo arrivare avvinghiato ad una stangona con la gonna troppo corta per il mese di dicembre e le labbra troppo carnose per essere vere. Si strusciano come pitoni ed io mi stritolo le mani continuando ad odiarmi… sì mi odio, perché al solo vederlo inizio ad avere caldo e cado vittima dei miei ormoni tornati all’adolescenza.
“Bella, Bella… non giocare con il fuoco se non vuoi bruciarti!” mi riprende Rosalie scuotendo il capo. “Ti ho già raccontato come si è comportato con Tanya, per non parlare di Kate ed Irina…”
“Ma io non sono come loro…” rispondo stizzita. Le ragazze che ha nominato sono le ragazze più belle e più facili della scuola. Io non sono così, anzi, sono l’esatto opposto. Sono una tappetta semplice, senza nessun particolare che possa attirare l’attenzione del sesso maschile, ed il mio abbigliamento più sexy è una maglietta maniche corte e dei jeans attillati! E poi la mia unica esperienza, in tutti i sensi, l’ho avuta con Robert.
Chi è Robert? Robert è il mio primo e unico ragazzo, il ragazzo che ha rapito per primo il mio cuore. Quando era triste lo ero anche io, quando era felice lo ero anche io, condividevamo le emozioni ed eravamo molto uniti. E’ un ragazzo dolce, la nostra amicizia è nata alle elementari, quando si è trasferito a Forks con i suoi genitori. Mi è entrato subito nel cuore. Era un bambino timido e introverso, mi sono rispecchiata subito in lui e da subito ci siamo presi in simpatia. Ci siamo sempre capiti, capivamo il nostro bisogno di stare ogni tanto soli, di non dover raccontare tutto ciò che ci passava per la testa e rimanevamo ore vicini, in silenzio, abbracciati, ognuno perso nei propri pensieri.
La nostra storia amorosa è durata ben quattro anni ed è finita pochi mesi prima di partire per l’università. Ci siamo dati il nostro primo bacio a quindici anni ed è stato fantastico, romantico e unico. Eravamo sulla spiaggia, durante una festa intorno al falò. Avevamo bevuto una birra in due, ma non essendo abituati ci ha dato subito alla testa togliendoci ogni imbarazzo. Ci siamo presi per mano, ci siamo seduti sugli scogli, ci siamo guardati negli occhi e ci siamo baciati. Da quel giorno ci siamo messi insieme ufficialmente. Abbiamo atteso ben tre anni prima di fare il passo importante. Ne abbiamo parlato, ci siamo avvicinati al momento con cautela e, la sera del nostro terzo anniversario, ci siamo donati la verginità.
Robert aveva organizzato tutto nei minimi particolari. La cena, le candele, il letto ricoperto di petali di rosa, la nostra canzone preferita in sottofondo. Abbiamo ballato, ci siamo spogliati lentamente scoprendo i nostri corpi come fossero opere d’arte (e posso assicurarvi che Robert non ha nulla da invidiare a Edward, anzi), ci siamo stesi sul letto senza smettere di guardarci negli occhi, ci siamo baciati come se fossimo di cristallo e ci siamo donati l’uno all’altra… ma non fu magico come immaginavo. Mi sembrava sbagliato, come se lo stessi facendo con mio fratello, ed anche se lui non me lo ha mai detto, so che ha provato le stesse sensazioni. Siamo rimasti insieme ancora un anno, con la speranza che qualcosa in quel particolare momento della nostra relazione mutasse, ma così non è stato e di comune accordo ci siamo lasciati. Robert è ancora nel mio cuore e ci rimarrà per sempre, ma purtroppo non è quello giusto. Secondo me quello giusto deve prenderti in tutti i sensi. Deve rapirti il cuore, capirti nella mente e farti fremere dall’emozione, non può mancare nessuna di queste tre cose; se manca non è quello giusto!
“Ehi! Bella. Smettila di pensare a Edward… ma hai sentito quello che ti ho detto?” la voce alterata di Rosalie mi fa ritornare al presente. Scuoto la testa per togliermi l’immagine del bacio di addio che ci siamo dati io e Robert e apro la bocca per spiegare…
“Stacci lontana” mi minaccia Alice con il dito senza permettermi di chiarire.
Alice è una ragazza con un visino da angelo, ma in questo momento, con gli occhi stretti, la ruga sulla fronte e le mani appoggiate ai fianchi è veramente molto minacciosa.
“Tranquille, tranquille!” rispondo alzando le mani in segno di resa “La nomea di Edward il sciupafemmine è arrivata anche a me, non sono così sprovveduta. Voglio solo fantasticare un po’, nient’altro!”
La colazione continua serena, allontano dalla mia testa Robert e l’Adone ed ascolto le mie amiche che organizzano l’ennesima giornata di shopping, al quale ovviamente non parteciperò perché l’ho già dovuto sorbire l’altra settimana e due settimane consecutive potrebbero spingermi al suicidio!
 
***
 
Lo so, adesso che sono a casa, da sola, senza amici e fuori il tempo è brutto, dovrei mettermi a studiare… avete ragione, ma il mio cuore è partito per la tangenziale.
Esatto, se non sono gli ormoni, è il cuore! Dovrei decidermi ad andare da uno psicologo!
Continuo a pensare a Robert, agli anni passati assieme, al momento della decisione, il nostro ultimo bacio, i suoi occhi dispiaciuti… anche lui credeva che il nostro fosse il vero amore.
Mi alzo dalla sedia, mi riempio il bicchiere di succo di frutta, guardo fuori dalla finestra facendo ampi respiri e cercando di concentrarmi su quali sono i miei doveri. Sono all’università, voglio laurearmi, voglio crearmi un futuro. Basta pensare al passato, devo sedermi, aprire il libro e studiare!
E così faccio. Leggo alcune pagine, prendo appunti… e chiudo il libro esasperata! Nulla. Oggi il mio cervellino si è messo d’accordo con il cuore… Cavolo!
Giro come un leone in gabbia per la sala guardando il cellulare. Potrei chiamarlo, forse sentire la sua voce mi farà smettere di pensarci… mi avvicino… no, abbiamo detto di darci del tempo, sono solo tre mesi, troppo pochi.
Faccio il giro del tavolino, osservo il cellulare, mi mordicchio il labbro passandomi nervosamente le mani tra i capelli. Al Diavolo!
“Pronto?” la voce di Robert mi riporta nel passato quando tutto era perfetto e semplice. Le mani iniziano a tremarmi e mille dubbi mi assalgono. “Bella?” mi chiama preoccupato.
“Sì. Ciao Rob!” lo saluto tirando un sorriso, lo so che non può vedermi ma dicono che aiuta.
“Tutto bene?” mi chiede preoccupato dal silenzio che ha seguito la mia risposta.
“Sì tutto a posto. Volevo solo sapere come è la vita a New York” eh già, lui ha scelto l’università dall’altra parte dello stato!
“Fantastica!” risponde entusiasta “Tutto un altro vivere! Dovresti venire a visitarla, New York è bellissima. Nessuna fotografia o racconto può descriverla!” 
“Wow” rispondo poco convinta.
“Sicura che vada tutto bene?” riesce a capirmi anche attraverso una cornetta.
“Ni…” gli rispondo facendomi cadere sul divano.
“Non ti piace la città? L’università non è come te l’aspettavi? Problemi con Alice o Jacob?”
“La città è bellissima, la scuola è fantastica, i corsi sono come li avevo immaginati. Con Alice e Jacob va tutto a meraviglia, ma…” e mi fermo, non so cosa c’è che non va. Ok, i miei ormoni si sono svegliati e rivolgono l’attenzione al ragazzo più bello e sbagliato della scuola, ma non credo sia quello il mio vero problema. Allora quale è il mio problema?
“Quale è il problema? Bella, mi stai preoccupando” posso sentire il suo respiro farsi più veloce. Riusciamo ad influenzarci anche a chilometri di distanza. Se sono triste lui lo è anche… ed io idiota l’ho chiamato.
“Nessun problema. Volevo solo sentire la tua voce”
“Bella…” sospira triste.
“No tranquillo. Non è come pensi. E’ che per anni ho sentito la tua voce ogni giorno, e dopo tre mesi iniziavo ad essere in astinenza…” rido cercando di stemperare l’imbarazzo. Non l’ho chiamato per dirgli che ci ho ripensato, che voglio riprovare a stare con lui. Lui è dall’altra parte del continente. Se non ha funzionato quando eravamo nella stessa città, non credo possa funzionare adesso!
“Anche tu mi manchi” lo dice piano, quasi in imbarazzo. Rimaniamo in silenzio per non so quanto tempo, finché lui non lo spezza con un sospiro.
“Sei la ragazza che mi ha rubato per prima il cuore e una parte di esso sarà sempre tuo…” arrossisco a quelle parole. “Ma…” continua “…non so come dirtelo” e sospira.
“Non ci siamo mai nascosti niente Rob. Non iniziamo adesso” lo sprono curiosa di sapere cosa lo turba.
“Ti voglio bene… e sarai sempre la mia miglior amica, la mia sorellina, la mia persona… ma ho…” e sospira.
“… hai trovato una ragazza” termino per lui.
“Sì” risponde in un sussurro.
“Wow!” rispondo euforica, anche se il mio cuore si stringe in una morsa dolorosa. Rob è riuscito ad andare avanti, mentre io, da buona patetica, mi sono rifugiata in fantasie che non mi sono mai appartenute per un ragazzo che non potrà mai condividere la vita con me.
“Non sei arrabbiata?” mi chiede preoccupato ed anche un po’ confuso.
“No. Sono felice per te. E lo sai, se tu sei felice lo sono anche io” gli rispondo sincera.
“Ti voglio bene Bella.” Mi dice con un calore nella voce che mi riscalda il cuore.
“Anche io Rob. Per sempre” gli rispondo quasi sussurrando “E spero che me la farai conoscere! Conoscendo il tuo buon gusto sarà sicuramente una ragazza fantastica!” continuo facendolo ridere. La sua risata mi ridà il buon umore.
“Posso chiamarti ancora?” gli chiedo tornando seria e preoccupata che la sua ragazza sia gelosa e non gli permetta di continuare la nostra amicizia.
“Tutte le volte che vorrai!” mi risponde felice. “Ed io? Posso chiamarti?”
“Certo! Tutte le volte che vorrai” gli rispondo con lo stesso tono. Ridiamo e chiacchieriamo ancora un po’, fin quando mi fa notare che per lui è arrivata l’ora di cena. Ci salutiamo con la promessa di sentirci almeno una volta alla settimana e con il cuore più leggero mi metto finalmente a studiare.
 
***
 
Alice e Rose passano dal mio appartamento per farmi vedere gli ultimi acquisti. Sono emozionate come due bimbe a Natale. Sorrido mentre invadono il mio letto con scatole e scatolette. Si sono date all’acquisto di accessori. Scarpe, borse, collane e hanno preso anche una borsa per me. Sono delle amiche uniche. Non tornano mai a mani vuote ed ogni volta si ricordano di me!
“Cosa ti è successo Bella?” mi chiede Alice scrutandomi. Mi guardo per capire cosa intende. Non ho nulla fuori posto, mi tocco i capelli, ma mi sembrano a posto.
“Sei strana… sembri felice come quando eri con…” non termina la frase per paura di ferirmi. Per i miei amici è strano pensare che io e Rob non soffriamo per la nostra separazione. Effettivamente parliamo di ben quattro anni, ma era giusto così. Se ci fossimo intestarditi a stare insieme avremmo rovinato il nostro rapporto, invece siamo stati intelligenti e ci siamo separati prima che accadesse. Il nostro rapporto è profondo, è particolare e unico. Non dobbiamo stare insieme per sapere che l’uno c’è per l’altro. Dobbiamo essere entrambi felici per assicurarci la felicità, ed insieme non lo eravamo più. “Robert?” chiedo sorridendo e abbassando lo sguardo imbarazzata “Beh! Gli ho telefonato” confesso. Rose e Alice si fermano e mi guardano con una muta O sulle labbra.
“E’ felice. Gli piace la città, gli piace l’università ed ha trovato la ragazza” dico in un fiato l’ultima parte. Le mie amiche mi guardano ancora più stupite. Si riprendono scuotendo il capo e mi abbracciano.
“Mi dispiace” dice Alice scrutandomi negli occhi. Qualcosa secondo lei non torna, mi vede serena anche se Rob ha la ragazza… come è possibile? Beh! Ve l’ho spiegato prima!
“A me no. Sentirlo felice mi ha reso felice. Sapete che tra noi due c’è sempre stato questa strana empatia.”  Mi libero dal loro abbraccio per guardarle negli occhi e far capire che sono sincera.
“Tu e Rob siete proprio strani” esclama Alice con un cipiglio che è tutto un programma. Scoppiamo a ridere e racconto le novità di Robert mentre le aiuto a prepararsi per la serata.
 
***
Ovviamente il fatto che non avessi un vestito per la serata non è bastata come scusa per farmi stare a casa. Così mi ritrovo in birreria con i miei amici al completo.
Chiacchieriamo di esami, di partite di Rugby, di donne, di uomini e ci sfidiamo a freccette.
Perdo malamente e mi tocca pure pagare da bere a tutti! Che simpatici i miei amici… sfruttano la mia sfortuna per spillarmi soldi! Mpf!
Mentre mi dirigo verso il tavolo con il vassoio pieno di birre, vengo urtata al braccio. Riesco, per non so quale fortuna, a non rovesciare nulla. Mi giro imbufalita, ma il sorriso speciale di Edward (anche se non è rivolto a me) mi fa morire le parole in bocca.
E’ avvinghiato ad una moretta con capelli corti e trucco pesante. Si stanno baciando e le mani stanno esplorando i loro corpi come se fossero soli in una stanza di albergo e non in un locale affollato. Non si sono nemmeno accorti di avermi toccata. Sbuffo per la loro maleducazione, ma non riesco a smettere di guardare le mani di Edward vagare sul corpo della ragazza e la mia fantasia parte per la tangenziale… se quelle mani toccassero me… scuoto la testa per riprendermi. Ho vent’anni, basta pensare come un’adolescente! 
Mi siedo al tavolo con i ragazzi cercando di allontanare i pensieri poco casti dalla mia mente e continuando a ripetermi che Edward non è il tipo giusto per me. Se non fosse per gli ormoni che ragionano da soli, non lo noterei nemmeno. Non abbiamo interessi comuni, anzi penso che i suoi unici interessi siano portarsi a letto le ragazze…
Io ho molti interessi anche se devo ammettere che quando Edward è nelle vicinanze la me che conosco va in vacanza lasciando spazio ad una depravata che si immagina in posizioni da film porno insieme all’Adone… non ho mai guardato un ragazzo in quel modo, nemmeno gli attori o i cantanti, non ho mai avuto certe fantasie o certe reazioni… ma che diavolo ha Edward l’Adone per farmi quest’effetto? Userà un profumo ai feromoni per attirare le sue prede? Ed io, idiota, voglio essere una delle sue prede? No. Io valgo molto di più, io non sono da una botta e via… io non sono un’oca-Masen … al diavolo!

 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
“Se mi dai la possibilità di conoscerti, troveremo sicuramente qualcosa in comune”
“Cosa vuoi?” gli chiedo esasperata.
“Un bacio” mi risponde sorridendo come un bambino scoperto con le mani nella marmellata.


 
IN ATTESA DEL PROSSIMO CAPITOLO
POTETE FARE UN SALTO NELLE ALTRE MIE STORIE!!!
from twilight to sunrise edward - POV Edward in NEW MOON (Completa)
Padre senza saperlo - un'isola, una regola... e le sue conseguenze! (Completa)
La donna più felice del mondo - un ragazzo, una ragazza e qualcuno di troppo! (Completa)
Dalle Stelle alle Stalle - un viaggio nei ricordi di un uomo che ha perso tutto (Completa)
Devi essere indipendente - facile innamorarsi di un uomo sexy pieno di soldi, e se fosse solo un sexy imbianchino? (In Corso)
Il mio incubo personale - a volte cambiare città non basta per dimenticare (In Corso)

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Venerdì 11 dicembre ***


Ciao a tutte!!!
Oggi è il mio compleanno e come promesso aggiornerò tutte e tre le storie che ho in corso perchè per me il più bel regalo che posso ricevere sono le vostre recensioni!!!
 BUONA LETTURA e fatemi tanti regali!!!!




Image and video hosting by TinyPic
 

 

Venerdì 11 dicembre

“Dai forza Bella, Rose ci aspetta” urla Alice dalla porta.
“Arrivo” rispondo prendendo la borsa mentre corro verso l’uscita.
Stasera grande festa in un locale appena aperto dove le mie pazze amiche mi hanno costretto ad andare.
E anche se posso sconvolgervi, devo confessare che ho accettato e non ho sbuffato durante le torture di Alice mentre mi pettinava, rasava e truccava, perché ho un nuovo obbiettivo: sono decisa a migliorare la mia vita sociale!
 
Arrivate al locale inizio a pentirmi della decisione appena vedo la fila senza fine che attende fuori dal locale, ma grazie alle conoscenze di Rose riusciamo a saltare la fila chilometrica. Ovviamente gli insulti che ci lanciano quelli che sono in coda e che stiamo bellamente superando non sono piacevoli, ma nemmeno rimanere al freddo per ore lo è. Giusto?
Appena entriamo le luci stroboscopiche e la musica alta mi stordiscono. Vedo Rose muovere le labbra, ma non sento assolutamente nulla di quello che dice. Mi arpiono al braccio di Jake e annuisco a Rose sperando di non aver annuito a qualcosa del quale mi potrei pentire.
Ci accomodiamo sui divanetti, dove c’è già Emmett e alcuni compagni di squadra di Jacob. Jacob confabula con i suoi amici e poi sorridendomi mi fa sedere sulle sue gambe.
Rose arriva con un drink per me e si accomoda vicino a Emmett… secondo me, tra quei due sta nascendo qualcosa!
Alice invece saltella tenendo per il braccio Jasper e continua a guardarlo con occhi dolci per riuscire a convincerlo a ballare. Jasper non fa parte della squadra di Rugby, ma è il nuovo coinquilino di Jacob, ed Alice si è offerta per farlo integrare nella nuova scuola e nelle nuove amicizie. E’ un ragazzo molto carino, posato e taciturno, non ho ancora avuto occasione di conoscerlo, ma mi sembra un bravo ragazzo, quando gli stai vicino, un’aura di tranquillità ti investe.
 
Bevo e chiacchiero con Jacob. Alcune volte veniamo disturbati da qualche suo amico che mi invita a ballare, ma io gentilmente rifiuto con la scusa che non ho le scarpe adatte.
Verso metà serata, mi dirigo verso i servizi.
Appena arrivo nel corridoio insonorizzato iniziano a farmi male le orecchie e l’alcol che ho bevuto si fa sentire maggiormente. Con la testa che mi gira lievemente mi incammino verso la porta dei bagni. Passo di fronte ad una saletta dove ci sono Edward ed alcuni amici di Jacob. Mi fermo come richiamata e, nascondendomi dietro alla porta, cerco di capire perché non sono nella mischia.
“10 a 1 su Jacob”
“Io punto 10 a 1 su Peter”
Stanno sicuramente parlando di sport, ma perché proprio in discoteca e di venerdì sera? Ah, già domenica ci sarà la partita. Sto per allontanarmi, quando la voce di Edward, mi fa fermare.
“Ci sono pure io in gioco” precisa altero.
“Se vuoi partecipa, ma penso che questa volta sei il cavallo perdente, già la prima volta hai perso…” scoppia a ridere Quill “qualcuno vuol scommettere su Edward?”
Silenzio.
“Scommetto 10 a 1 su me stesso” esclama con tono duro facendo scoppiare nuovamente una risata generale.
Una ragazza più ubriaca di me, mi crolla addosso ed io cerco di non cadere e non far cadere lei. Appena sono sicura che riesce a stare in piedi rivolgo di nuovo l’attenzione nella saletta, ma il rumore di passi e le risate che si avvicinano mi suggeriscono di svanire e mi nascondo nella porta più vicina. Quando sono sicura che siano tutti tornati in sala, mi fiondo nel bagno e mi risistemo.
 
Quando torno al tavolo lo trovo vuoto. Cerco i miei amici ma, essendo bassa, nella folla non trovo nessuno. Perfetto! Di nuovo sola e di nuovo a fare da tappezzeria! Ma perché mi faccio convincere sempre a partecipare a questi eventi se so esattamente come va a finire?
Mentre mi crogiolo nella mia triste vita, il profumo di Edward mi fa ritornare alla realtà.
“Scusa” mi urla nell’orecchio per sovrastare la musica.
Lo guardo con un enorme punto interrogativo sul capo.
Lui si avvicina di nuovo al mio orecchio e ricomincia ad urlare.
“Per come ti ho trattata…”
Gli sorrido per fargli capire che per me è tutto risolto e sono felice di non vedere più i fulmini che vogliono trafiggermi uscire dai suoi occhi.
“Andiamo in un posto meno rumoroso?” mi chiede alzandosi e porgendomi la mano fiducioso.
Annuisco e mi alzo invitandolo a farmi strada.
Mi prende per mano e mi porta nella saletta dove prima scommettevano.
 
Appena rientro nel corridoio, mi gira nuovamente la testa e Edward mi afferra per la vita.
“Tranquillo, sto bene, è solo questo silenzio in contrasto con il rumore” e cercando di non offenderlo, gli tolgo la mano che mi stringe il fianco.
Ci sediamo sul divanetto e senza attendere una sua mossa, inizio a parlare.
“Ti scuso” gli dico sorridendogli.
“Anche io, anche se devo ammettere che nessuno mi aveva mai riso in faccia”
“Mi dispiace” e mi stringo nelle spalle cercando di non scoppiare a ridergli di nuovo in faccia al ricordo della sua faccia buffa.
Mi mordicchio nervosamente le labbra, stringendo il tessuto della gonna tra le mani.
Non ho esperienza con gli uomini, ma so che rimanere soli in una saletta ed il silenzio non sono mai cose da mettere insieme se non vuoi baciarti con l’altra persona.
“Sono settimane che ti evito offeso e stasera voglio recuperare il tempo perso” mi sorride sfiorandomi la pelle nuda della spalla. D’istinto mi allontano.
“Tranquilla. Non voglio fare niente che tu non voglia”
“Ok” gli rispondo cercando di tranquillizzarmi. Gli ormoni non si sono ancora svegliati, eppure il mio cervello continua a mandarmi input di allerta…
“Quindi adesso stai con Jacob?” mi chiede appoggiandosi le braccia sulle gambe ed intrecciandosi le dita.
Scoppio a ride, ma il suo sguardo ammonitore mi fa smettere subito.
“Scusa.” Gli dico coprendomi la bocca “Ma non sto con Jacob, il solo pensiero mi fa ridere. E’ come un fratello” e faccio una smorfia al pensiero. Una strana luce gli attraversa lo sguardo e le labbra gli si tendono in un sorriso.
“Quindi sei single?” mi chiede sensuale avvicinandosi maggiormente e appoggiando il braccio sulla testiera del divanetto dietro di me. Con la mano mi sfiora la spalla spostandomi i capelli. I miei ormoni esultano per il tocco di quella bellissima mano calda.
Annuisco mordendomi maggiormente il labbro per mantenere il controllo e non cedere ai feromoni di Edward.
“Quindi se ti bacio… non rischio un pugno in faccia da ragazzi gelosi” continua facendomi girare verso di lui e prendendomi il viso tre le sue grandi mani.
Wow! Le mie fantasie si stanno avverando!! Ma che stai dicendo Bella? Edward non è quello giusto. Ti prenderà, ti farà toccare il paradiso e poi ti butterà nel cestino insieme alle altre mille che si è fatto.
Mi riprendo e, lentamente, mi allontano. La guerra interiore è al massimo. Il cervello e gli ormoni stanno litigando tirandosi per i capelli.
Lui mi guarda confuso e con un movimento di bacino si avvicina maggiormente e mi allaccia il braccio attorno alla vita per non farmi allontanare. Non riesco a smettere di guardargli le labbra. Edward, l’adone della scuola, che bacia Bella, la secchiona…
“Non ti piaccio?” mi chiede accarezzandomi la guancia con la mano libera e riservandomi il suo sorriso speciale.
Annuisco, perdendomi nelle sensazioni che mi fanno provare la sua mano che mi sfiora ed i suoi occhi incatenati hai miei.
Sorride e lentamente si avvicina alle mia labbra. Bella sveglia… vuoi essere la prossima oca?
“Ma non sei il mio tipo” dico alzandomi di scatto come una molla. Di nuovo la sua faccia è buffa, ma memore delle settimane di odio che mi ha riservato, mi trattengo dal ridere. 
Si riprende velocemente dalla mia reazione che sicuramente non si aspettava e si passa nervoso le mani tra i capelli. Serra la mandibola nascondendo il viso con le mani. Prende un paio di respiri e poi riemerge perforandomi con lo sguardo.
“Ma si può sapere quale è il problema?” mi chiede quasi ringhiando.
“Sei bello, ma non sei il mio tipo… mi dispiace!” gli rispondo mortificata.
Si alza come una furia e si avvicina con un solo passo troneggiando su di me. Mi guarda come se fossi pazza. Chiude gli occhi e respira cercando di recuperare una calma. Un sorriso spunta lentamente sul suo viso, mentre apre lentamente gli occhi per inchiodarmi con i suoi smeraldi.
“Non ti sto chiedendo di sposarmi” esclama scoppiando a ridere e guardandomi come fossi una povera illusa.
“Non ho detto questo” rispondo infastidita “Dico solo che non mi va di baciarti… non sei il mio tipo!” e mi volto per tornare al locale. Bello, sexy, affascinante, ma sicuramente non una buona compagnia.
Mi serra il polso con la mano e poco gentilmente mi attira a sé. Mi stringe tra le sue forti braccia e il suo profumo mi invade risvegliando gli ormoni. Sentire i suoi muscoli scolpiti a stretto contatto con il mio petto mi fa attraversare il corpo da un brivido che si ferma in un punto preciso. Il cervello continua ad urlare di scappare a gambe levate, mentre gli ormoni continuano ad urlare di cogliere l’occasione.
“Non scappare” mi dice con voce roca e fissando i suoi occhi nei miei “voglio solo sapere cosa devo fare per riuscire… a… a piacerti”
“Piaci già a troppe ragazze, non credo che una in meno sia un problema” gli rispondo cercando di fare forza sui suoi pettorali per allontanarmi, ma lui stringe maggiormente la presa.
“Voglio solo un bacio…” mi sussurra roco accarezzandomi la guancia con il naso. Ommiodio, i miei ormoni ormai stanno urlando, pretendono quel bacio richiesto con così tanta sensualità, ma il cervello continua a bombardarmi con immagini di Edward e le sue oche e io non sono un’oca!
“In pista è pieno di donne che sono disposte a darti molto di più che un bacio… oppure è solo una questione di orgoglio? La ragazzina insignificante ti snobba e tu, Edward il gran-figo non se lo può permettere?”
“Esatto” risponde avvicinando maggiormente i nostri volti. E’ così vicino che il suo alito caldo mi inebria. Le gambe iniziano a non reggermi e la testa inizia a girarmi. Ma la sua risposta è errata e con uno spintone più deciso riesco a liberarmi.
“Ehi piccola, dove credi di andare?” la sua voce è roca e sensuale, ma ha una sfumatura strana che mi fa rabbrividire e, con mia grande sorpresa, non di piacere.
“Primo: mi chiamo Isabella, Secondo: voglio andare a casa, Terzo: se è un bacio che cerchi buttati in pista e sfodera il tuo sorriso troverai molto di più” e tenendomi strette le braccia per evitare che possa ancora fermarmi cammino veloce verso il corridoio. Ma lui è più veloce e più forte di me. Mi prende per la vita e mi alza dal pavimento. Poco gentilmente mi riporta nella saletta e chiude la porta sbattendola.
Inizio a tremare e non riesco a trattenere le lacrime.  Non mi piace questa situazione, mi sento mancare l’aria e vorrei che fosse solo un brutto sogno.
Con due falcate si avvicina a me, lo sguardo non è più duro, sembra mortificato.
Alza le mani in segno di resa.
“Non voglio farti del male Isabella” mi dice con voce carezzevole. “Calmati. Voglio solo che ti calmi e poi potrai tornare dagli altri.” Annuisco cercando di diminuire i tremori.
“Scusa, mi sono fatto prendere dalla situazione…” e mentre parla si avvicina lentamente. Prova a toccarmi ma io mi allontano e, inciampando nel divanetto mi ci ritrovo seduta. Più si avvicina e maggiore è la tensione. Continuo a guardarlo negli occhi per capire quali sono le sue intenzioni.
“Non ti faccio nulla. Tranquilla… ok?” prende un bicchiere d’acqua e me lo passa ma io lo rifiuto.
“Non sono abituato ad essere rifiutato e ho reagito di conseguenza. Scusa” continua bevendo dal bicchiere che mi ha offerto.
“Vuoi che ti accompagni a casa?” chiede gentilmente, ma nego con la testa.
Sbuffa tirandosi i capelli e camminando per la saletta come un leone in gabbia. Adocchio la porta e poi adocchio lui.
“Senti, volevo solo chiarire, non volevo fare questo casino.” Annuisco.
“Perché non mi dai una possibilità?” non rispondo.
“Non sono cattivo, possiamo andare d’accordo se mi dai una possibilità” annuisco.
Si inginocchia di fronte a me e lentamente avvicina le sue mani al mio viso. Rimango immobile e continuo a fissarlo. Mi asciuga le lacrime con i pollici e si sofferma ad accarezzarmi.
“Non voglio fare nulla che tu non voglia, ok?” annuisco.
“Per favore dimmi qualcosa” mi chiede continuando ad accarezzarmi e asciugando le lacrime prima che lascino i miei occhi.
“OK” rispondo con voce tremante.
“Ok… riesci a perdonarmi?”
“Ok”
“Posso abbracciarti?” annuisco e lui mi abbraccia gentilmente. Lentamente inizio a tranquillizzarmi, il suo buon profumo di sandalo, le sue carezze delicate sulla mia schiena, il suo respiro regolare che solletica il mio collo. Quando smetto di tremare lui si allontana leggermente mantenendo le mani sulle mie spalle.
“Scusa” ripete per l’ennesima volta.
“Ti scuso” rispondo con voce più ferma “Ma adesso voglio andare a casa”
“Posso accompagnarti?” mi chiede piegando leggermente la testa e guardandomi negli occhi speranzoso.
“Se mi prometti che terrai le mani a posto” gli rispondo irrigidendomi in attesa della risposta. Sorride e accarezzandomi la guancia risponde.
“Prometto che non farò nulla che tu non voglia” accetto e mi alzo, ma ho le gambe molli e cammino instabile.
“Posso tenerti per la vita? Non sei molto stabile. Ti porterei in braccio, ma mi sembra eccessivo” e sorride stemperando la tensione.
“Ok, grazie” e mi ancoro a lui per camminare.
Appena torniamo in sala tutti gli amici di Jacob ci guardano con occhi sgranati. Edward li saluta e mi stringe a se.
 
Stiamo per uscire dal locale quando la voce inferocita di Jacob ci richiama, anzi lo chiama.
“Masen!”
Edward si gira con il suo sorriso sghembo e la faccia serena.
“Black!” lo saluta.
“Lascia stare Bella” ringhia cercando di strapparmi dalle sue braccia.
“La accompagno solo a casa. Tranquillo. Non si sente molto bene ed io mi sto annoiando. Torna dentro a divertirti, ci penso io a lei”
“Non ha bisogno di te. La accompagno io a casa.” E mi riprende tra le sue braccia. Mi sento come una bambolina di pezza, ho ancora le gambe molli e la tensione che scorre tra i due ragazzi non aiuta.
Dopo l’ennesimo passaggio mi riprendo.
“ADESSO BASTA! Nessuno mi accompagna a casa. Sto bene, sono solo stanca. Prendo un taxi tornate entrambi dentro e godetevi la serata” mi guardano entrambi a bocca aperta, mentre alzo il braccio per chiamare un taxi.
Mi siedo e do le indicazioni al taxista senza degnare Jacob e Edward di un solo sguardo. Non sono una bambina, sono ancora capace di tornare a casa da sola.
Durante il viaggio mi lascio andare sui sedili e cerco di farmi cullare dal rollio della macchina. Il tempo di un battito di ciglia che il taxista mi avvisa di essere arrivati. Lo pago, lo ringrazio e scendo respirando a pieni polmoni l’aria di fronte al mio appartamento.
 
“Ciao” la voce di Edward mi fa spalancare gli occhi. “Volevo solo assicurarmi che stessi bene” continua passandosi la mano tra i capelli avvicinandosi.
“Sì, grazie. Adesso sto benissimo”
“Volevo anche sapere se tra noi è tutto a posto”
“Tranquillo, non racconterò a nessuno del nostro incontro ravvicinato” e mi incammino verso il portone di casa.
“E siamo amici?” mi chiede alle spalle.
“Perché?” gli chiedo realmente curiosa “Perché vuoi per forza essere mio amico? Non abbiamo interessi comuni, non abbiamo storie comuni, non abbiamo niente in comune e abbiamo vissuto benissimo senza conoscerci…”
“Se mi dai la possibilità di conoscerti, troveremo sicuramente qualcosa in comune”
“Cosa vuoi?” gli chiedo esasperata.
“Un bacio” mi risponde sorridendo come un bambino scoperto con le mani nella marmellata.
Gli prendo il volto e poso le mie labbra sulle sue. Wow! Che labbra! Morbide, carnose… Tutto il mio corpo si è risvegliato e la voglia di approfondire diventa ogni secondo più prepotente… ma sono una ragazza con la testa sul collo e non approfondisco.
“Contento?” gli chiedo portandomi le mani sui fianchi.
Si avvicina maggiormente senza smettere di guardarmi le labbra.
“Posso farti vedere cosa intendo quando dico bacio?” mi sussurra all’orecchio con una voce così sensuale che il mio corpo si scioglie come neve al sole. I miei ormoni festeggiano e la mia fantasia è pronta per constatare di essere stata all’altezza della realtà.
Annuisco e lui, senza attendere oltre, si fionda sulle mie labbra.
Le accarezza con le sue e porta una mano alla base del mio collo ed una alla base della mia schiena. Mi avvicina a lui e posso sentire il suo intero corpo a contatto con il mio. Senza che nemmeno me ne accorga ho intrecciato le mani dietro alla sua nuca e mi rilasso nel turbinio di emozioni che mi scuotono il corpo. Con la lingua chiede il permesso di entrare nella mia bocca ed io acconsento perdendo completamente il senso del tempo e dello spazio.
Quando si allontana sono stordita e devo ancorarmi alle sue forti spalle per non cadere. Apro gli occhi lentamente cercando di far durare il più a lungo possibile quel sogno realizzato, e appena li apro definitivamente, lui mi dà il colpo di grazia con il suo sorriso speciale.
“Questo intendevo” e lentamente si allontana. “Buona notte Isabella, fai buoni sogni” rimango imbambolata come un’adolescente a guardarlo mentre si allontana...




 
Dato che ieri  invece era il compleanno del mio bimbo... vi invito a farsi due risate e vedere il video che ha creato con il suo papà!!!
https://www.youtube.com/watch?v=_WItxffJUkM
 
 
GLI AGGIORNAMENTI DEI RACCONTI CONTINUANO!!!
VI ASPETTO NELLE ALTRE STORIE!!!

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Sabato 12 dicembre ***


L'avventura da traduttrice è terminata e da oggi sono di nuovo completamente immersa nel mondo delle scommesse!!!
Ci vogliono ancora un paio di tasselli prima di entrare nel cuore della storia... e stasera ne posto uno!!!
BUONA LETTURA !!!


 

Image and video hosting by TinyPic

Sabato 12 dicembre

Sono ancora accoccolata sotto le coperte, mentre ammiro il cielo fuori dalla finestra e ripenso a ieri sera. Il mio cervello continua a ripetermi che ho fatto la più grossa cavolata della mia vita, mentre il mio corpo freme al ricordo del fantastico bacio che io ed Edward ci siamo scambiati.
Continuo a stringere il cuscino e a sospirare al ricordo, quando il campanello mi obbliga ad alzarmi.
Scendo dal letto sbuffando, sarà sicuramente Alice che vuole raccontarmi nei particolari le parti di serata che mi sono persa.
Non guardo dallo spioncino ed apro la porta salutandola.
“Ciao Alice”
“Sbagliato!” la voce di Edward mi coglie impreparata ed il mio cuore perde un battito mentre il mio cervello mi ricorda che sono scalza, ancora in pigiama e con un cespuglio al posto dei capelli. Di primo istinto mi viene da correre in camera a nascondermi, ma farei la figura dell’adolescente alla prima cotta. Quindi, prendendo un profondo respiro e dico la cosa più stupita che mi viene in mente:
“Edward?”
“Risposta esatta!” e mi sorride con il suo sorriso speciale che mi fa tremare le ginocchia “Posso entrare?” mi chiede facendo un passo avanti. Mi scosto per fargli spazio e lo passo ai raggi X mentre entra. Anche di prima mattina è uno schianto!
“Ho pensato di portarti la colazione” mi sorride mentre sventola lievemente il pacchetto che ha in mano.
“A cosa devo l’onore?” chiedo sospettosa.
“Gli amici non mangiano colazione insieme?” risponde confuso guardandomi con gli occhi da cucciolo. Scuoto la testa sorridendo e lo faccio accomodare in cucina. Preparo il caffè cercando di non pensare che l’adone è in casa mia, nella mia cucina… e, dopo avergli passato la tazza, addento il pancake. Squisito!
Mi faccio scappare un mugolio di piacere mentre lo gusto ad occhi chiusi.
“Però non puoi fare così” mi riprende malizioso. Apro subito gli occhi e sento le guance andarmi a fuoco. Copro la bocca con la mano e rispondo innocentemente.
“Scusa, e che è squisito!”
“Non è l’unica cosa squisita che vedo” risponde con voce roca inarcando il sopracciglio e facendo risvegliare completamente i miei ormoni.
Bella! Bella! Lascia a riposo gli ormoni! Ricordati che è Edward Masen, il ragazzo che ha scaldato più letti di uno scaldasonno!
“Tra amici non si fanno certe battute!” lo riprendo come una maestrina prima di scoppiare a ridere. Ma lui non demorde. Si alza continuando a tenere gli occhi allacciati ai miei, e si avvicina con fare predatore bloccandomi tra il suo scultoreo corpo e il tavolo. Mi inchioda con gli occhi colmi di desiderio e con voce roca ribatte.
“E se non volessi essere solo un amico?” mi soffia a pochi centimetri dalle labbra continuando a fissarle.
“Un amico di letto?” ribatto acida. Lui risponde con un’alzata di spalle inclinando leggermente il viso ed avvicinandomisi pericolosamente.
“No, grazie. Non sono interessata” rispondo voltando il viso per non permettergli di baciarmi, ma lui non si demoralizza ed inizia a baciarmi il collo, mentre con una mano mi accarezza il fianco. Il mio corpo viene attraversato da mille scariche, ma stringo i denti e cerco di mantenere la maschera dell’indifferenza… anzi provo a sembrare infastidita.
“Non ti è piaciuto il bacio di ieri sera?” soffia nel mio orecchio facendomi riempire di brividi.
“E a te non è bastato il bacio di ieri sera?” rispondo con voce ferma… o almeno spero.
“No, anzi. Vorrei replicare. Vorrei potermi perdere di nuovo tra le tue soffici labbra” la sua voce sensuale ed il suo naso che accarezza come una piuma la pelle del mio collo, abbattono completamente le mie barriere. Deglutisco cercando di mantenere il controllo, ma appena mi posa la mano alla base del collo e sento il suo alito caldo sulle mie labbra, il cervello va in vacanza ed io mi perdo tra mille emozioni.
Ci baciamo con passione, il mio corpo vorrebbe di più e le mie mani volano tra i suoi capelli per aumentare il contatto. Mi sento come se fossi in paradiso, emozioni mai provate mi inebriano il cervello ed il mio corpo inizia a scaldarsi come se fossimo in piena estate.
Edward mi tiene il viso incorniciandolo con le sue grandi e perfette mani mentre muove il bacino per farmi sentire la sua eccitazione.
Mi perdo tra le sue labbra mentre le nostre lingue si rincorrono vogliose e le mie mani vagano sulla sua schiena venerandone i muscoli. Gli strofinamento di Edward iniziano ad essere più eccitati. Il nostro fiato è corto ed i suoi occhi sono neri di eccitazione. Prendiamo fiato mentre insinua le sue mani sotto la mia maglietta. La mia pelle si ricopre di brividi e con fatica trattengo un gemito quando arriva a toccare i miei seni. Edward l’Adone, nella mia cucina, che mi bacia e mi vuole… la fantasia inizia a viaggiare libera mentre le mani di Edward mi toccano ogni singolo centimetro di pelle sotto la maglietta. Il mio ego femminile saltella felice. Bella la secchiona che fa eccitare un ragazzo come Edward… Wow! Alla fine non sono proprio da buttare!
Sveglia Bella!!!! Lui vuole tutte! Basta che siano di sesso femminile e siano disponibili.
Il magico momento viene rovinato dal mio cervellino, proprio mentre Edward infila la mano nell’elastico delle mie mutandine… Mi irrigidisco e allontano le mie labbra dalle sue come se fossi scottata, ma lui non sembra rendersi conto del mio cambio di umore e continua a baciarmi il collo, mentre con la mano scende verso il mio centro. Lo allontano facendo forze sulle sue spalle. La sua prima reazione è stringermi maggiormente a lui.
“Edward, aspetta!” gli dico bloccandogli la mano che sta scendendo tra le mie gambe e con una spinta più decisa riesco ad allontanarlo.
“Ma cosa ti è preso?” mi chiede stupito e con le braccia allargate. Ha i capelli scompigliati e il viso è stravolto come se avesse fatto la maratona, le labbra tumefatte dai nostri baci, gli occhi neri come la pece per l’eccitazione… è divino… no Bella, è un porco!
“Cosa è preso a te!” rispondo arrabbiata. Lo ammetto sono più arrabbiata con me stessa che con lui.
“Credevo che anche tu lo volessi” risponde con voce carezzevole e facendomi ritornare tra lui ed il piano della cucina. Ma riesco a sfilarmi passandogli sotto il braccio e a mettermi a distanza di sicurezza.
“Non voglio, Edward.” Rispondo sistemandomi la maglietta e i capelli.
“A me non sembrava…” risponde malizioso sciabolando le sopracciglia “Dai vieni qui, lo so che lo vuoi anche tu!” e allarga le braccia invitandomi a tornare da lui e riprendere da dove ho interrotto.
“Senti. Mi dispiace, non so cosa mi sia preso, ma non posso… non voglio… quindi…” abbasso lo sguardo in imbarazzo, i miei ormoni si ribelleranno, ma la ragione ha il sopravvento “…è meglio che tieni le mani a posto”
Si avvicina con passo felino minando il mio autocontrollo.
“Hai a disposizione Edward Masen, piccola” e si indica con entrambe le mani “Mica vorrai farti scappare questa occasione?” e guardandomi malizioso mi stringe le mani in vita e mi riavvicina al suo corpo ricominciando a baciarmi le guance avvicinandosi sempre di più alle labbra.
“No!” rispondo allontanandolo e facendo un passo indietro. “Senti, se stai cercando una amica di letto, hai sbagliato campanello. Non sono interessata al ruolo e non sono interessata a te” lo so che è una bugia e che Edward è il soggetto dei miei sogni erotici negli ultimi mesi, ma sono comunque sempre Isabella Swan e ci tengo alla reputazione, non voglio essere conosciuta nella nuova scuola come una delle oche di Edward Masen… va bene dar voce agli ormoni, ma l’amore per me stessa è più importante.
“Sei una bugiarda. Da come mi guardi, non ci credo quando dichiari che ti sono indifferente!”
“Mi sei indifferente! Sai usare le mani ed anche le labbra, questo te lo concedo, ma tu, EDWARD MASEN mi sei indifferente. Quindi, se cerchi solo una scopata, sei pregato di uscire da casa mia”
Ringhiando si passa le mani tra i capelli e con lunghe falcate e i pugni serrati dalla rabbia si dirige alla porta.
“Pensaci Isabella. Non ti sono indifferente… e quando lo capirai sai dove trovarmi! ... Spera solo che non sia troppo tardi!”
E sbattendo la porta se ne va.
Cado a terra e inizio a piangere. L’intensità delle emozioni che ho provato in meno di un’ora mi crollano addosso come una valanga. Stavo per farlo con Edward, stavo per trasformarmi nella sua prossima oca…
 
***
 
Sono ancora seduta sul pavimento che sfogo tutte le mie lacrime quando suonano alla porta.
Mi alzo come un toro imbufalito, spalanco la porta ed urlo.
“Se non te ne vai subito…” mi blocco nel vedere la faccia sorpresa di Alice.
“Scusa Alice. Credevo fossi un’altra persona. Entra” e mi sposto a lato della porta per farla entrare.
“Chi credevi che fossi?” mi chiede preoccupata entrando e scrutandomi per capire. Scuoto la testa facendo una smorfia sperando di convincerla a non continuare con le domande, ma è Alice e lei non demorde mai.
“Ma stai piangendo!” continua facendomi accomodare sulla sedia della cucina e accarezzandomi dolcemente la schiena. “Bella. Siamo amiche. Cosa è successo?”
Prendo un bicchiere d’acqua, ne offro uno ad Alice, e la invito a sedersi sul divano. Non voglio stare in cucina. Non dopo quello che stava per succedere pochi minuti fa.
“Sono un’idiota!” inizio a testa bassa “Edward è riuscito a farmi cadere nella sua rete”
Alice spalanca la bocca e gli occhi “COSA? Non avrai mica…”
“No, sono riuscita a fermarmi in tempo… ma è stato difficile!”
“Quindi piangi perché ti sei fermata?” chiede confusa ed io nego con la testa.
“Piango perché sono un’idiota. Dovrei permettere ai miei ormoni di farmi volere un uomo più adatto a me.” Piagnucolo stringendo il bicchiere con entrambi le mani e trattenendo le lacrime che spingono per uscire.
“In che senso?”
Sorrido asciugandomi una lacrima che mi è sfuggita. Non è facile esporre cosa pensa la mia testolina. Cerco le parole facendo un sorso d’acqua e provo a spiegarmi... o meglio provo a fare ordine nel turbinio di pensieri che mi invadono la testa.
“Dato che i miei ormoni hanno deciso di risvegliarsi, sarebbe stato preferibile si fossero risvegliati per un ragazzo migliore di Edward. Anche meno attraente ma che ragiona con il cervello ed ha le giuste priorità nella vita. Capito? Potevano farmi perdere la testa per Jacob, o per Mike, o per Erik… non per Edward. Se mi fossi invaghita di Jacob, per esempio, non avrei ceduto al fascino di Edward…” e le racconto tutto ciò che è successo tra me e lui, dalla prima parola al locale all’ultima frase che lui ha detto prima di uscire da casa mia.
Più volte Alice ha scosso la testa o ha sgranato gli occhi, ma non mi ha mai interrotta, e per questo le sono grata, perché è abbastanza imbarazzante rivivere quei momenti.
“Però non capisco!” esclama appena termino il racconto. “Se voleva solo un bacio… perché ti ha portato la colazione?” si alza ed inizia a passeggiare grattandosi la testa. “Nel senso… Ho sentito tantissime storie su Edward, ma non ho mai sentito parlare di galanteria o secondo appuntamento… mi spiego?” nego con la testa perché non ho capito.
“Edward è uno che prende ciò che vuole. Bacia o si scopa chi gli pare, ma sempre e solo una volta.
Il bacio lo ha ottenuto già ieri sera. Quindi secondo il suo schema, oggi dovrebbe essere a caccia della nuova preda, o essere tra le gambe della nuova oca che gli si è lanciata addosso…. Invece lui è tornato…mmmh” si siede sul divano accanto a me. “Qualcosa non torna… capito?”
Sì, adesso ho capito. Edward con me si è comportato in modo anomalo. Ma non mi interessa. Edward deve scomparire dalla mia vita, dalla mia testa, dai miei ormoni e da ogni posto in cui si è insediato.
 

!! ATTENZIONE SPOILER !!
“Voglio esserti amico per farti cambiare l’idea che ti sei fatta di me. Non sono solo un bel corpo…” e si struscia le mani sui fianchi facendo aderire la maglietta mettendo in risalto il petto scultoreo… mi sta provocando! “…sono anche un cervello fino!” e si picchietta la tempia scavandomi nell’anima con gli smeraldi che ha al posto degli occhi. Alice, Rose… arrivateeee!!!!


 
IN ATTESA DEL PROSSIMO CAPITOLO
POTETE FARE UN SALTO NELLE ALTRE MIE STORIE!!!
from twilight to sunrise edward - POV Edward in NEW MOON (Completa)
Padre senza saperlo - un'isola, una regola... e le sue conseguenze! (Completa)
La donna più felice del mondo - un ragazzo, una ragazza e qualcuno di troppo! (Completa)
Devi essere indipendente - facile innamorarsi di un uomo sexy pieno di soldi, e se fosse solo un sexy imbianchino? (In Corso)
Il mio incubo personale - a volte cambiare città non basta per dimenticare (In Corso)

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Domenica 13 dicembre ***


Ciao!!! E buon Sabato a tutte!
Dato che stasera gli uomini mi hanno lasciato casa libera sfrutto l'occasione per continuare con le avventure del pallone gonfiato e la bella addormentata (o anche chiamati Edward e Bella)!!!

BUONA LETTURA

 

Image and video hosting by TinyPic


Domenica 13 dicembre

Aver parlato con Alice ieri pomeriggio mi ha tranquillizzata anche se, purtroppo, non ha cancellato i sogni erotici con l’Adone Masen. Anzi, aver provato le sue mani sul mio corpo, le sue labbra sulle mie, il suo fiato che accarezza la mia pelle… ha reso i sogni ancora più vividi… e più volte mi sono svegliata spaventata di essere la nuova Oca Masen…
 
Per cancellare la nottata passata tra sogni erotici e risvegli tra urla, ho deciso di coccolarmi e liberarmi la mente per tutta la giornata dimenticandomi definitivamente l’uomo più pericoloso e sexy del mondo.
Mi sono svegliata presto, ho fatto un’abbondante colazione, mi sono coccolata nella vasca da bagno con Sali, creme e cremine e ho iniziato a leggere “Gli inferni di Zandru” con la musica dei Coldplay in sottofondo… divano, copertina, libro e buona musica: la mia giornata ideale!
All’ora di cena ho continuato a coccolarmi, mangiando direttamente sul divano una coca-cola e una pizza mentre continuavo a viaggiare tra le terre dei darkoviani… sono quasi arrivata alla Torre di Arilinn, quando il campanello spezza la magia. Alice e Rose per la serata cinema… una serata tra amiche, con gelato e film romantico, è il degno finale di una giornata piena di coccole!!!
Mi alzo con il naso piantato nel libro, sono ad un punto cruciale e voglio capire come riuscirà la protagonista ad arrivare alla meta, ed apro la porta continuando a leggere. Le invito con un cenno del capo ad entrare e mi dirigo nuovamente sul divano.
“Mettete pure il film, arrivo subito, solo più due frasi”
“Dovresti chiedere chi è prima di aprire ed invitare ad entrare.” Il libro mi cade dalle mani e il respiro mi si ferma al suono della sua voce. Riprendo con fatica il controllo di me stessa e la Bella acida ha il sopravvento. Mi giro come una furia e pestando i piedi ritorno sui miei passi.
“Prima di conoscere te, chiunque suonasse alla mia porta era ben accetto e non avevo bisogno di chiedere chi era prima di aprire. Ma tranquillo, da ora in poi starò più attenta” rispondo acida ritornando all’entrata e sbattendogli la porta in faccia, ma lui mette un piede bloccandola prima che si chiuda.
“Cosa vuoi?” gli chiedo sbuffando e incrociando le braccia al petto.
“Fare la pace” risponde con un sorriso e porgendomi una vaschetta di gelato al cioccolato.
“Sono a dieta. Odio il cioccolato e odio te. Quindi fuori” e con un calcetto cerco di fargli spostare il piede per chiudere la porta. Ma lui la tiene con la mano aprendola maggiormente.
“Senti. Non sono abituato ad essere gentile. E sinceramente non sapevo fossi a dieta, anche se con il fisico che ti ritrovi dovevo immaginarlo…” mi guarda da capo a piedi malizioso “…ho fatto lo sforzo di tornare, anche se continui ad insultarmi ed a scacciarmi. Potresti fare anche tu uno sforzo e provare ad essermi amica?” finisce la frase porgendomi nuovamente il gelato.
“Ma si può sapere cosa vuoi veramente?”
“Quello che ho chiesto. Essere amici…”
“Non sono interessata ad amici di letto” controbatto drizzandomi nelle spalle e fulminandolo con lo sguardo. La rabbia che provo al pensiero di diventare la futura oca-Masen riesce a non farmi perdere nei suoi magnifici occhi che mi guardano con una strana luce.
“Non ho bisogno di fare regali per avere un’amica di letto” risponde piccato.
“E allora cosa vuoi?”
“Posso entrare così ne parliamo con calma? Mi sento a disagio qui sul pianerottolo” si guarda alle spalle come se avesse timore che qualcuno lo vedesse. Ritorna a guardarmi con il suo sorriso sghembo e gli occhi da cucciolo mentre allunga nuovamente la vaschetta verso di me. Faccio un passo indietro sbuffando, in un poco convinto invito ad entrare. Ad ogni suo passo, io faccio un passo indietro. Entra completamente e chiude la porta con il piede senza perdere il contatto visivo con i miei occhi. Cerca di ipnotizzarmi lo so, ma io sono una Swan… non un’oca-Masen!
“Parla!” lo esorto battendo il piede a terra nervosamente.
“Possiamo sederci e parlare mentre ci mangiamo il gelato?” propone con voce gentile.
“Aspetto gente”
Fa un profondo respiro ad occhi chiusi e modulando la voce, come se parlasse con una bambina, riprova.
“Ti chiedo scusa per come mi sono comportato ieri. Mi sono fatto travolgere dal tuo profumo e non ho più capito nulla. Mi piaci. Mi piaci sul serio. Hai un bel corpo, un profumo divino, e baci come una Dea… sono un uomo, non giudicarmi, ma cerca di comprendermi. Voglio veramente esserti amico, e sono disposto a tenere a freno gli istinti pur di poter continuare a frequentarti. Dammi una possibilità ed io ti prometto di comportarmi bene” non mi guarda negli occhi mentre parla, sembra in imbarazzo, e i suoi capelli sono ormai un groviglio a causa delle sue mani che continuano a strapazzarli.
Rimango in silenzio, cosa posso rispondergli, posso fidarmi?
“Ok. Ultima possibilità. Tieni le mani a posto e potremo provare ad essere amici.” Allungo la mano per siglare il patto, ma lui la scansa e mi abbraccia. Vorrei protestare, avevo detto le mani a posto e lui mi abbraccia… però sta tenendo le mani ferme e il contatto con il suo corpo mi fa sentire stranamente serena… quindi posso sorvolare.
“Posso darti un bacio… sulla guancia?” mi sussurra all’orecchio facendomi rabbrividire. Annuisco e lui mi bacia lentamente e senza fretta. Muove le labbra come se stesse baciando le mie ed io inizio a sentire gli ormoni risvegliarsi. Rimango ferma, incapace di allontanarmi da quelle forti e mai provate sensazioni. Ma appena inizia ad accarezzarmi i capelli ed avvicinarsi alla mia bocca, mi allontano fulminandolo.
“Non ho ancora capito perché vuoi essermi amico, e sono disposta a darti una possibilità, ma tu devi comportarti bene” lo minaccio picchiettandogli l’indice sul petto.
Mi guarda con occhi carichi di desiderio e si mordicchia il labbro inferiore facendomi nascere un incendio tra le gambe.
“Voglio esserti amico per farti cambiare l’idea che ti sei fatta di me. Non sono solo un bel corpo…” e si struscia le mani sui fianchi facendo aderire la maglietta e mettendo in risalto il petto scultoreo… mi sta provocando! “…sono anche un cervello fino!” e si picchietta la tempia scavandomi nell’anima con gli smeraldi che ha al posto degli occhi. Alice, Rose… arrivateeee!!!!
E come richiamate i miei due angeli custodi suonano alla porta.
“Beh! Credo che tu debba andare. Serata solo donne…” lo avverto stringendomi nelle spalle e spingendolo verso l’uscita.
“Mh! Interessante…” ed ecco ritornato l’Adone sciupa femmine Masen.
“Credo che dovrai impegnarti parecchio per riuscire a farmi cambiare idea!” rido nervosamente mentre finalmente raggiungo l’entrata ed apro la porta.
“Ciao Bell…” Alice si paralizza nel vedere Edward in casa mia, mi guarda stupita e fulmina l’adone.
Rosalie è una statua, con la bocca aperta e gli occhi sgranati.
“Entrate ragazze, non state sulla porta. Edward stava andando via.”
Edward mi saluta con il suo sorriso speciale e il suo fare ammaliatore mentre esce sul pianerottolo.
“Ci vediamo domani, Isabella.” E mi sfiora la guancia con le labbra. “Mi impegnerò…” mi sussurra nell’orecchio. Mi fa l’occhiolino e con le mani in tasca scende elegantemente le scale. Wow! Ma perché non ha una fama perfetta come il suo corpo????
“Cosa ci faceva lui qui?” strilla Alice ancor prima che chiuda la porta.
“Ha portato il gelato per fare la pace” rispondo stringendomi nelle spalle.
“Il gelato? Edward Masen? Fare la pace?” chiede Rosalie sconcertata.
“Sì. Non chiedetemi il perché, ma vuole essermi amico e mi ha portato il gelato per fare la pace. L’ultima volta che ci siamo visti non è finita bene…”
“L’ultima volta?” Chiede Rose sempre più stupita. E mi ritrovo nuovamente a raccontare ciò che è successo tra me e l’adone negli ultimi giorni.
“Sento puzza di bruciato!” esclama Rosalie scuotendo il capo “Non mi fido… c’è qualcosa sotto!” lo dice quasi ringhiando.
“Non potrebbe essere che Bella, non gettandosi tra le sue braccia, lo abbia fatto innamorare?” azzarda Alice facendomi arrossire.
“Senza nulla togliere a Bella, ma i tipi come Masen non si innamorano…” risponde Rose turbata.
“Forse vuole veramente essermi solo amico. Forse vuole che lo aiuti a scuola, ma non sa come chiedermelo, oppure…” effettivamente non trovo molte giustificazioni al fatto che l’Adone voglia essermi amico. Siamo opposti in tutto…
“Non credo che sia per quello, anche se pensa più con la terza gamba che con il cervello, prende sempre ottimi voti. E’ un piccolo genio, quindi non credo ti stia puntando per gli appunti o qualche lezione privata. I tipi come lui vogliono solo certi tipi di ‘lezione’…”
“Forse ha trovato una ragazza con il quale può parlare di libri…” prova Alice.
“Avete parlato di libri?” mi chiede Rose ed io nego. “Quindi non vuole parlare di libri” constata sempre più dubbiosa.
“Beh! L’ho mandato in bianco, quindi non credo sia per portarmi a letto. Sono stata molto chiara su quel punto e lui lo ha accettato…”
“Non lo so… qualcosa non torna…” continua Rose grattandosi il capo. Con uno scatto mi si avvicina e mi prende le mani nelle sue.
“Fai attenzione ok? Se non sei interessata a farti una bellissima scopata con un ragazzo ultra mega figo e bravo a letto… fai attenzione, ok? Tu non sei da una botta e via, e con tutto quello che hai fantasticato su di lui, sono preoccupata…”
“Tranquilla. Ho messo gli ormoni in una scatola di ferro!” le strizzo l’occhio facendola sorridere “Gli sarò amica, e se vedo che non riesco a gestire la situazione… chiamerò i rinforzi!” mi guardano con un enorme punto interrogativo sul capo.
“VOI!” e scoppiamo a ridere chiudendo definitivamente il discorso Edward l’Adone.


 
!! ATTENZIONE SPOILER !!

“Abbiamo già due cose in comune!” e facendomi l’occhiolino si alza, mi viene vicino e mi bacia sul capo.
“Vedi Isabella… la nostra amicizia è possibile!” ed io annuisco sorridendogli mentre si allontana con il suo fare elegante... 

 
IN ATTESA DEL PROSSIMO CAPITOLO
POTETE FARE UN SALTO NELLE ALTRE MIE STORIE!!!
from twilight to sunrise edward - POV Edward in NEW MOON (Completa)
Padre senza saperlo - un'isola, una regola... e le sue conseguenze! (Completa)
La donna più felice del mondo - un ragazzo, una ragazza e qualcuno di troppo! (Completa)
Devi essere indipendente - facile innamorarsi di un uomo sexy pieno di soldi, e se fosse solo un sexy imbianchino? (Completa)
Il mio incubo personale - a volte cambiare città non basta per dimenticare (In Corso)

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Lunedì 14 dicembre ***


Ciao!!!! La fine della scuola del pupo è vicina e le fiere da preparare per il lavoro sono iniziate togliendomi anche i week-end... 
quindi il tempo si dimezza drasticamente!!!
Sono arrivata solo ora e ho dovuto fare una scelta sull'aggiornamento.... ed ho deciso questa FF... spero di aver scelto bene!!
Per "Il mio incubo personale", spero di riuscirci domani sera... sempre che l'inizio fiera non mi uccida come ogni volta!!! 
Quindi vi lascio con il nuovo capitolo di "Una cotta pericolosa"... cosa combineranno il pallone e l'addormentata?????
BUONA LETTURA!!!! 



Image and video hosting by TinyPic

Lunedì 14 dicembre
Come ogni lunedì mattina, mi ritrovo in caffetteria con il mio buon caffè sotto il naso e gli occhi ancora chiusi dal sonno. L’inizio settimana è sempre tragico. Soprattutto se la sera prima improvvisi un pigiama party con le tue amiche e svuoti un intero barattolo di gelato al cioccolato!
Alice e Rose sono nella mia stessa situazione! Tutte e tre abbiamo gli occhiali da sole per coprire le occhiaie, dato che nemmeno il fondotinta miracoloso di Rose è riuscito a coprirle, e tutte e tre abbiamo la testa appoggiata stancamente alla mano sul tavolino.
“Ciao ragazze!” il vocione allegro di Jacob ci fa risvegliare.
“Ehi!” rispondiamo rauche e assonnate.
“Il ritorno degli zombi parte terza… ma che diavolo avete fatto ieri sera?” chiede sorridente mentre cerca di alzarmi gli occhiali e vedere le condizioni delle mie occhiaie.
“Pigiama party… gelato… film melensi…” Rispondo.
“E abbiamo parlato di Masen…” termina sbadigliando Rose come se parlasse del tempo. Non mi sfugge la mandibola che si serra di Jacob, non sembra contento.
“Di Edward Masen?” sibila stringendo gli occhi fulminandomi.
Annuiamo in sincrono.
“E perché parlavate di lui?” cerca di simulare un tono scherzoso, ma lo conosco troppo bene e so che in realtà Masen non gli piace.
“Perché Bella lo ha baciato” confessa Alice stiracchiandosi tranquillamente. Vorrei ucciderla. E’ vero, tra noi quattro non ci sono mai stati segreti, ma vorrei essere io a confessare i miei peccati!
“Tu lo hai baciato?” ringhia prendendomi per il polso ed obbligandomi a voltarmi verso di lui.
“Beh! Per fare certe cose bisogna essere in due!” rincara la dose Rose con fare ovvio e Jacob aumenta la stretta sul mio polso.
“Lasciami Jake, mi fai male!” e come scottato lascia la presa.
“E vi siete fermati al bacio o…” chiede mentre mi guarda come se non mi conoscesse.
“Ma che domande fai, Jake?” chiedo stizzita.
“Tu rispondi!” chiede perentorio parandomisi davanti in tutta la sua grandezza. La vena del suo collo sta pulsando, le mani sono strette a pugno e dai suoi occhi fuoriescono fulmini … è arrabbiato come non lo avevo mai visto in vent’anni.
“Non ci sono andata a letto, ok!” rispondo arrabbiata per il suo comportamento ed alzandomi con uno scatto “Credevo mi conoscessi ed avessi una stima più alta nei miei confronti” e fuggo dalla caffetteria. Maledetta Alice, maledetto Jacob, maledetta Rose, maledetto Edward… maledetta me ed i miei ormoni!
 
Mi rifugio in biblioteca. Non voglio farmi vedere sconvolta dai miei compagni e sicuramente non riuscirei a seguire la lezione. E’ meglio tranquillizzarsi nascondendosi in biblioteca il luogo nel quale riesco a trovare la pace che cerco nei momenti difficili.
Mi siedo sul divanetto vicino alla finestra e, abbracciando le gambe al petto, nascondo il viso e libero tutte le lacrime. Le emozioni sono confuse come i miei pensieri. Seattle ha una brutta influenza su di me… e mi fa provare emozioni che non conosco. L’attrazione che provo per l’uomo più sbagliato dell’università, gli sguardi preoccupati delle mia amiche che per tutta la serata non hanno perso occasione di ricordarmi la pericolosità di quell’uomo, la sensazione di persona sporca che ho provato quando Jacob pensava che avessi ceduto al fascino di Masen, …
“Sapevo di trovarti qui!” la mano calda e grande di Jacob mi accarezza la schiena.
“Scusa per prima. Non dovevo reagire così. E ti conosco, lo so che non sei una delle oche di Masen” mi bacia la testa stingendomi tra le sue forti braccia.
“Perché hai reagito così?” gli chiedo con voce tremante e mantenendo il viso appoggiato al suo petto. Attendo alcuni secondi, ma non ottengo risposta. Alzo il viso e guardandolo negli occhi ripongo la domanda. “Perché mi hai trattata così?”
“Sono geloso Bella, e lo sai. Sei la mia sorellina e non voglio che una persona infima come Masen ti faccia del male. Sono geloso come ogni fratello lo è della propria sorella. Se fosse un bravo ragazzo, se fosse quello giusto per te, non avrei reagito così…” ride sottovoce “Beh! Non posso prometterti che non darò filo da torcere alla tua anima gemella, ma solo per testarlo… e se supererà i miei esami avrete la mia benedizione… ma Edward non è la tua anima gemella” mi accarezza il viso asciugandomi le lacrime “Edward Masen è la rovina delle brave ragazze come te, ed io non gli permetterò di rovinarti. Ok?” e stringe l’abbraccio cullandomi.
“Grazie Jake” sussurro con il viso affondato nel suo maglione.
Rimaniamo in biblioteca per quasi tutta la prima ora di lezione. Parliamo della nuova città, della nuova scuola… senza mai slacciare l’abbraccio. Tra le sue braccia mi sento al sicuro, mi sento a casa e tutte le paranoie sono lontane… rimarrei in eterno in quel bozzolo di pace!
 
***
 
Rientro in classe alla seconda ora. Mi siedo accanto ad Alice e dopo averla tranquillizzata che tra me e Jacob è tutto risolto, le spiego gli ultimi passi di “Re Lear”.
Un profumo delicato di sandalo mi inebria i sensi facendomi incantare. Scuoto il capo per riprendere la concentrazione e finisco il mio monologo. Alice mi guarda come se stessi parlando un’altra lingua e riscrive pedestremente le mie parole. Scoppio a ridere per la faccia buffa della mia amica. Ha le rughe sulla fronte e le labbra strette come se stesse risolvendo un difficilissimo problema esistenziale.
“Posso ridere anch’io?” la voce sexy di Edward mi arriva alle spalle facendomi ripercorrere in un secondo tutte le emozioni provate negli ultimi giorni, dalle più belle a quelle meno belle.
“Nulla, parlavamo di Re Lear” rispondo con fare non curante ed evitando di guardarlo negli occhi, in quei magnifici occhi…
“E cosa c’è di divertente in Re Lear?” dalla voce lo sento confuso.
“Nulla” rispondo mettendomi composta nel banco e salutando il professore che è appena entrato in classe.
Per tutta la lezione mi sento osservata, ma cerco di non perdere nessuna parola del professore e mi immergo nel magico mondo della letteratura. Ok, non voglio mentirvi! Cerco di concentrarmi sulla lezione ma gli ultimi incontri con Edward continuano a vorticarmi nel cervello facendomi perdere la concentrazione! Ecco l’ho ammesso!
Finita la lezione mi avvicino ad Alice, le sorrido passandole gli appunti che ho preso e inizio a spiegarle alcuni miei geroglifici…
“Potrei chiederti anche io gli appunti?” di nuovo la voce di Edward arriva alle mie spalle facendomi perdere un battito per lo spavento. Credo che si sia deciso a farmi morire entro fine giornata. Mi volto cercando di non far trapelare l’agitazione e con voce il più possibile ferma gli rispondo.
“Perché dovrei darti i miei appunti?”
“Beh, alla tua amica li hai passati senza che nemmeno te li chiedesse, e dato che vorrei capire cosa c’è di divertente in Re Lear volevo leggere i tuoi appunti” mi risponde con il suo sorriso speciale che mi fa capitolare. Mi fa anche l’occhiolino e apre leggermente le labbra umettandosele.
Gli ormoni urlano, ma il cervello riesce a tenere le redini della situazione.
“Non c’è nulla su Re Lear nei miei appunti, quindi mi dispiace non posso esserti d’aiuto. Ciao” e con tutta la forza che possiedo in corpo mi volto e mi allontano. Lo so vi domanderete perché non gli ho dato comunque gli appunti, poteva essere una buona occasione per testare se l’amicizia tra secchiona e adone è possibile… beh, la risposta è semplice: i miei ormoni non sono ancora pronti per superare il test ed Alice ha ragione quando dice che con lui devo fermarmi alla sola immaginazione!
 
***
 
Nel pomeriggio non ho lezione, quindi decido di aspettare i miei amici rintanandomi in biblioteca a leggere.
Adoro la biblioteca, è silenziosa e la fantasia è libera di correre senza rischiare di mettermi nei pasticci.
Prendo il libro della Bradley “La donna del falco” e mi accomodo sul divanetto vicino alla finestra che dà sul cortile. Tutto intorno a me è pace. Nel cortile ci sono solo pochi studenti che camminano chiacchierando e la biblioteca è completamente deserta, ci siamo solo io e la bibliotecaria… che pace! Bellissima pace! Mi metto più comoda con le pagine rivolte verso la luce che penetra dalle finestre e mi preparo per il viaggio verso “Darkover” immaginandomi nei panni della magica Romilda MacAran.
“Allora non leggi solo Shakespeare” la voce di Edward mi fa trasalire. Strozzo un urlo ricordandomi in tempo il luogo in cui mi trovo e lo fulmino con uno sguardo.
“Mi piace spaziare!” rispondo riprendendo il libro e cercando il segno.
“La Bradley, mmmh, interessante, Anche se a Darkover preferisco il ciclo di Avalon” continua mentre si siede sulla poltrona di fronte alla mia.
“Lo puoi trovare nella stessa sezione. Corridoio B, ripiano 8.” Rispondo cercando di nascondere il tremore della mano. Bella riprenditi è Edward, l’ex adone delle tue fantasie… adesso non ti interessa più, sei rinsavita! … ma a chi la voglio raccontare?
“Li ho già letti tutti!” risponde mettendosi più comodo.
“Anche Darkover?” lo sfido.
“Beh, ne ho letti solo alcuni, ma non mi hanno intrigato!” risponde stringendosi nelle spalle e svaccandosi sul divanetto di fronte al mio.
“Peccato…” e ritorno a leggere… beh, mi obbligo a guardare la pagina e a leggere le lettere, ma la magia è svanita. Con Edward che mi fissa non riesco ad immergermi nel libro. Ci provo, ma alla seconda volta che leggo la stessa pagina perdo la pazienza. Ok, che è bello, sexy, conturbante etc… ma caspita, non gli hanno insegnato che fissare le persone è maleducazione?
“Volevi leggere questo libro?” gli chiedo porgendoglielo, mettendo però il dito come segnalibro.
“No” risponde tranquillo.
“Cosa vuoi?” gli chiedo spazientita perché mi sta rovinando il momento di pace.
“Esserti amico, te l’ho già detto, e i libri sono una cosa che abbiamo in comune” sorride indicando con gli occhi il libro che tengo in mano.
“Ma tu non hai un libro…” gli faccio notare, mentre le parole di Alice mi riecheggiano nelle orecchie “Forse ha trovato una ragazza con il quale può parlare di libri…”
“Tu quale mi consigli?” mi chiede appoggiando le braccia alle gambe e avvicinando il viso al mio. Mi ritraggo sul divano e torno seduta con le gambe al petto.
“Romeo e Giulietta” gli propongo prendendolo in giro. Non penso proprio che un libro romantico, dove l’uomo rispetta la donna e la ama al punto da uccidersi sia il libro adatto a lui, anche se avrebbe molto da imparare. Mi guarda alzando un sopracciglio.
“Shakespeare…mmm…romantico… però preferisco il fantasy. Altre proposte?” mi chiede sorridendomi e avvicinandosi ancora di più.
“Le libere Amazzoni!” gli propongo. Donne emancipate che non hanno bisogno di uomini, anzi…
Mi perfora con lo sguardo e poi scoppia a ridere, senza tener conto di essere in una biblioteca.
“Shht, fai silenzio, altrimenti ci sbattono fuori” lo riprendo controllando che non arrivi la bibliotecaria.
“Ok. Ok” dice risistemandosi e tornando a fissarmi. Ha degli occhi stupendi, verdi come zaffiri e incantatori. Parlano più delle sue labbra e, forse lo sto solo immaginando, in questo momento mi stanno proponendo cose sconce… scuoto la testa sorridendo alla mia fervida fantasia e chiudo gli occhi per liberarmi dalla sua magia. Sospira e si passa la mano nei capelli leggermente frustrato mentre si volta verso l’immenso scaffale “E vada per un libro su Darkover… ma hai poca fantasia” mi canzona alzandosi per dirigendosi verso gli scaffali.
Ritorna con il libro in mano, me lo fa vedere con un sorrisino ed inizia a leggere.
Leggiamo in silenzio per un’oretta e mi diverto a guardare le facce che fa mentre legge. Ad un certo punto fa una faccia schifata veramente buffa ed io non trattengo una risata, che soffoco subito con le mani.
Alza gli occhi dal libro e mi guarda perplesso.
“Cosa è successo?” mi chiede confuso.
“La tua faccia!” gli spiego tenendomi la mano sulla bocca per non ricominciare a ridere.
“Cosa ha la mia faccia?” mi chiede offeso e tastandosela con le magnifiche mani affusolate.
“Hai fatto una faccia buffa…” e ricomincio a ridere rivedendo nella mia mente la faccia che ha fatto pochi secondi prima.
“E’ la seconda volta che me lo dici…” mi riprende offeso.
Smetto di ridere dispiaciuta e lui inizia a ridere. Adesso sono io che lo guardo confusa.
“Anche tu hai una faccia buffa quando ti imbarazzi” mi spiega continuando a ridere, ma poi si ferma come se l’interruttore si fosse spento “Abbiamo già due cose in comune!” mi accarezza con l’indice la guancia, facendomi diventare ancora più rossa, e facendomi l’occhiolino si alza, mi viene vicino e mi bacia sul capo.
“Vedi Isabella… la nostra amicizia è possibile!” sussurra accarezzandomi i capelli con le labbra. Annuisco sorridendogli mentre si allontana con il suo fare elegante... sì, la nostra amicizia potrebbe essere possibile!


 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
“Che diavolo stavate facendo?” mi chiede Alice confusa da ciò che ha visto, appena Edward si accomoda al tavolo con gli amici.
“Nulla. Mi stava tenendo compagnia in attesa che…” cerco di spiegarle.
“Bella. Quando sono entrata pensavo vi steste baciando… vuoi essere la prossima oca-Masen?” mi chiede arrabbiata.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Martedì 15 Dicembre ***


Ciao!!! Forse vi ho tratto in inganno facendovi credere che Jacob sapesse della scommessa, dato che è stato fatto il suo nome nella saletta... beh! Chiedo scusa, ma è stato solo nominato, ma lui in quel momento stava ballando con gli altri amici...
ignaro di cosa facessero i suoi compagni di squadra!!!
Adesso che l'ho specificato vi lascio al prossimo capitolo!!!!
BUONA LETTURA!!!


 
Image and video hosting by TinyPic

Martedì 15 Dicembre
Mentre mi dirigo in classe le parole che Jacob mi ha detto stamattina a colazione continuano a vorticarmi nel cervello.
“Stai lontana dal genere maschile, in particolar modo dalla squadra di Rugby e da Edward Masen”
Più ci penso e più mi accorgo che qualcosa non quadra. Effettivamente dalla sera della festa al locale, mi sono trovata più volte faccia a faccia con un suo compagno di squadra.
Sono diventati tutti ben disposti nei miei confronti. Si offrono per portarmi i libri, mi pagano colazione, mi aspettano fuori dall’aula con il caffè, mi invitano alle loro feste… ho cercato di tenermeli lontani, ma la buona educazione prevede che li ringrazi e che gli risponda gentilmente. L’unico con il quale ho perso le staffe è stato Quill che ha provato a baciarmi ed io gli ho risposto con un sonoro ceffone che ha fatto girare l’intero corridoio.  Ok, essere gentili, ma preferisco che mantengano le distanze e tengano le mani e le labbra a posto. Ok, è vero, non ho picchiato Edward quando mi ha baciata, ma volete mettere l’Adone sogno erotico di tutta la scuola contro Quill?
 
Continuando a viaggiare nelle mie paranoie mentali mi siedo al banco e seguo la lezione… cioè, guardo verso la lavagna e cerco di prendere appunti, anche se le facce di tutti i rugbisti e di Edward continuano a vorticarmi davanti agli occhi, insieme allo sguardo serio e ammonitore di Jacob.
Dopo estenuanti e poco produttive ore di lezione, finalmente arriva la pausa pranzo!!!
Esco come una scheggia dalla scuola e corro verso la caffetteria, come se dovessi mettermi al riparo da una bomba.
Al nostro tavolo non è ancora arrivato nessuno. Mi siedo e da sola mi faccio la ramanzina.
Bella, Bella. Sei sempre stata una ragazza con la testa sul collo. Non hai mai avuto certi istinti, ed adesso, lontano da casa, all’università che i tuoi genitori stanno pagando per assicurarti un futuro migliore… tu pensi ai ragazzi come un’adolescente. Devi studiare!!!  Ai ragazzi ci penserai quando avrai la laurea in mano!
“Ciao” la voce di Edward mi risveglia dai miei ammonimenti… appunto, non devo pensare ai ragazzi! Mpf!
“Ciao” gli rispondo scocciata.
“Ho fatto qualcosa che ti ha offesa?” mi chiede posando la mano sulla mia.
“No, no scusa… stavo pensando… non ce l’ho con te” ce l’ho con me stessa!  E ritraggo la mano nascondendomela in grembo.
“Posso farti compagnia?” mi chiede sorridendomi dolcemente.
“Tra pochi minuti arriveranno i miei amici… non credo ci siano problemi se ti siedi” e prendo il menù per decidere cosa ordinare. Le voci dei ragazzi della squadra di Rugby ci fanno voltare. Lui sorride ai suoi amici che ci guardano stupiti. Io li saluto imbarazzata e mi nascondo nel menù. Non mi piace come mi stanno guardando, mi stanno mettendo in soggezione.
“Tutto bene?” mi chiede Edward spostando il mio nascondiglio e facendomi alzare il volto posandomi due dita sotto il mento.
“Certo” gli rispondo sorridendo nervosa.
“Sei diventata rossa in viso e ti sei ammutolita. Sicura che sia tutto a posto?” chiede con voce roca mentre si avvicina maggiormente a me.
“Tutto a posto” sussurro con il fiato corto per la vicinanza della sua bocca. Lui si passa la lingua sulle labbra e mi sorride con il suo sorriso speciale… il suo alito caldo mi accarezza la bocca e la mia mente ritorna al bacio passionale che ci siamo scambiati in cucina. Il cuore inizia a battere velocemente, mentre gli smeraldi di Edward mi guardano come se fossi la donna più bella del mondo. Come se una corda invisibile mi attirasse, diminuisco le distanze…
“Ciao Bella!” la voce di Alice mi fa riprendere dall’incantesimo di Edward. Lo sento ringhiare, ma quanto lo guardo sul suo volto c’è un sorriso smagliante.
“Ciao, Alice! E gli altri?” le chiedo guardando alle sue spalle cercando di nascondere l’imbarazzo e allontanare certi pensieri poco casti dalla mia mente.
“Jacob e Rose sono stati trattenuti dal professore, arrivano subito.” Risponde rigida sedendosi tra me e Edward.
“Beh! Adesso che hai compagnia ti lascio. Ci vediamo dopo Bella!” mi saluta Edward alzandosi. E mentre lo fa mi accarezza con la punta delle dita tutto il braccio e mi guarda con occhi che mi incantano.
“Che diavolo stavate facendo?” mi chiede Alice confusa da ciò che ha visto, appena Edward si accomoda al tavolo con gli amici.
“Nulla. Mi stava tenendo compagnia in attesa che…” cerco di spiegarle.
“Bella. Quando sono entrata pensavo vi steste baciando… vuoi essere la prossima oca-Masen?” mi chiede arrabbiata.
“Assolutamente no! Hai frainteso!” le dico stizzita ed offesa.
“Beh! Come ho frainteso io ha frainteso metà della caffetteria!” spiega facendomi imbarazzare.
“Non stavamo facendo nulla. Mi stava solo chiedendo come stavo”
“E parlavi così piano che doveva stare attaccato alla tua bocca?” infierisce.
“Basta Alice. Pensala come vuoi. Io non sono una oca-Masen, ok!” mi alzo ed esco dalla caffetteria senza mangiare o salutare.
Ma che diavolo!
Possibile che l’università abbia una cattiva influenza su di me? Non ho mai sbavato dietro nessun ragazzo, non ho mai consegnato una relazione in ritardo e non ho mai litigato con Alice o Jacob… tre mesi che sono all’università ed ho già fatto tutte queste cose.  
 
Mi rintano in classe con la testa piena di immagini, dalla prima volta che ho parlato con Robert, alla prima volta che ho visto Edward… le immagini si accavallano e la forte differenza che c’è nelle due situazioni sarebbe palese anche ad un cieco. Gli occhi innamorati del mio ex che mi sorride riscaldandomi il cuore contrapposti agli occhi neri di passione di Edward che mi sorride malizioso. Sbuffo scuotendo la testa con la speranza di riuscire a far uscire definitivamente Masen dal mio cervello. Era molto più semplice la vita nella piovosa Forks, forse un po’ noiosa, ma sicuramente molto più semplice.
“Scusa Bella” la voce di Alice riesce a farmi tornare al presente e scaccia definitivamente ogni immagine “Non dovevo dirti quelle cose, ma sono preoccupata per te. Non ti riconosco più” mi dice allargando le braccia chiedendomi il permesso di abbracciarmi.
La abbraccio forte e sospiro stanca.
“Non solo tu non mi riconosci. Nemmeno io. Questo posto sta avendo una cattiva influenza su di me. Forse l’università o Seattle …”
“…O Edward…” finisce per me slacciandosi dall’abbraccio. “Ma si può sapere che cosa ha Masen oltre ad un corpo da urlo?”
“Nulla. Non ha nulla. Se mi fermo a riflettere so che è solo una questione fisica e non mi è mai successo. E come se mi avesse lanciato un incantesimo” e scoppio a ridere seguita dalla mia migliore amica.
“Beh! Stai vivendo l’adolescenza che ti sei negata a Forks… ma ricordati di non cadere nella sua trappola… ok?” annuisco tranquillizzandola.
“Tornerò ad essere la vecchia Bella. Promesso. Più nessun Edward, più nessuna distrazione. Solo più studio, studio e studio…” rispondo convinta.
“Beh! Adesso non esageriamo… stai solo lontana dai tipi come Masen! Per il resto proporrei: studio, shopping, studio, feste ed un bel ragazzo con cervellino fino per allietare le tue serate e sbollire i tuoi ormoni!” mi risponde Alice scoppiando a ridere. Cerco di guardarla con rimprovero, ma non mi trattengo e scoppio a ridere con lei.
 
Le lezioni passano veloci e ogni preoccupazione scivola via permettendomi di seguire e capire i professori. Esco dall’aula con tantissimi appunti e felice di essere riuscita a seguire tutto senza pensieri da adolescente... bentornata Bella!!!
Rose raggiunge me e Alice fuori dall’aula ed insieme scherziamo e ridiamo fino al giardino, quando delle urla da rissa attirano la nostra attenzione.
Ci avviciniamo al capannello di persone che circondano i due litiganti, ed appena riesco a vedere “l’arena” sbianco nel riconoscere Jacob ed Edward.
Emmett è tra gli spettatori insieme alla squadra di Rugby, ma non interviene. Tutti incitano il loro preferito, solo Emmett è immobile e da come stringe la mandibola e le braccia al petto capisco che si sta trattenendo dall’intervenire. Ma perché non interviene? Perché non li ferma?
Edward è a terra e cerca di tirare pugni a Jacob, che gli è seduto sullo stomaco. La faccia del mio amico è sfigurata dalla rabbia mentre continua a riempire di pugni l’avversario come fosse un pungiball. Con un colpo di reni Edward riesce a capovolgere la situazione, ma dopo solo due colpi ben assestati si ritrova di nuovo sotto a Jake. Iniziano a rotolare per il giardino tirandosi pugni appena possono, ma quando Jacob è sopra ad Edward e gli stringe le mani intorno al collo, io non mi trattengo ed intervengo.
“Jake!” urlo avvicinandomi.
Lui si gira per guardarmi e Edward sfrutta l’occasione per colpirlo nuovamente.
Mi avvicino ancora di più, lo so che se mi prendo un pugno finisco all’ospedale, sono due ragazzi grandi e grossi con muscoli ben definiti, ma non voglio che qualcuno si faccia male veramente.
Faccio un solo passo, e ciò che temevo succede! La mia solita fortuna! Non so chi, non so come, ma un gomito mi colpisce in pieno volto facendomi cadere a terra.
Vedo le stelline e la faccia mi fa malissimo.
“Bella… Bella…” la voce di Jake mi arriva da lontano. Provo ad aprire gli occhi ma vedo sfuocato e lo zigomo mi fa malissimo.
Mi sento sollevare, sento i mormorii, e mi abbandono contro il petto di Jake cullata dal dondolio della sua camminata.
 
Quando riapro gli occhi sono in infermeria. Il viso preoccupato di Jake è la prima cosa che vedo. Provo a sorridergli, ma dio mio se mi fa male il viso.
“Ma perché diavolo ti sei messa in mezzo?” mi chiede Jake accarezzandomi con la punta delle dita la parte dolorante.
“Non volevo che il preside ti sospendesse” rispondo cercando di mettermi a sedere, ma lui mi ferma con una mano sulla spalla e mi fa ricoricare.
“Sto bene.” Lo rassicuro “Ho solo un po’ male qui.” E con la mano provo a toccare lo zigomo che sento gonfio, ma il solo sfiorarlo mi fa gemere. “E tu?”  gli chiedo mentre con le dita accarezzo delicatamente l’ematoma che ha sulla guancia e il labbro rotto.
“Sto bene, ci sono abituato alle botte… sono un rugbista!” risponde pavoneggiandosi e facendomi l’occhiolino mentre allarga il sorriso.
“Giusto!” e rido con lui.
 
L’uscita dall’infermeria è imbarazzante. Mezza scuola è nella saletta d’attesa e mi guardano tutti come se fossi un’aliena. Cerco Alice e Rose, ma non le trovo, così, aggrappandomi meglio all’abbraccio di Jacob, esco dalla scuola.
In macchina cala il silenzio. Jacob è perso nei suoi pensieri e a volte stringe le mani sul volante. Lo conosco so che quando è nervoso è meglio farlo sbollire, ma sono una donna e sono curiosa.
“Chi mi ha steso?” chiedo spezzando il silenzio.
“Io” risponde mortificato e stringendo maggiormente il volante.
“Bel gancio!” scherzo per fargli capire che non sono offesa.
“Scusa, ma ero concentrato sul verme e non ho visto che eri così vicina”
“Il mio k.o. vi ha fatti smettere?” Annuisce “Perfetto. Almeno ne è valsa la pena” scuote la testa sorridendo e ricala di nuovo il silenzio.
Arrivati sotto casa mia, prima di scendere voglio togliermi un’altra curiosità.
“Perché vi stavate picchiando?”
Apre la bocca per rispondere e poi si ferma… riprova e poi si ferma…
“Sei la mia sorellina, la mia miglior amica, la persona più importante della mia vita…” si ferma ed abbassa lo sguardo. Gli alzo il viso con la mano e lo guardo con i miei occhioni da cucciola al quale so che non può resistere.
“Perché vi stavate picchiando?”
“Edward Masen è infimo, viscido… ama solo se stesso… stagli lontano. Non credergli quando ti dice che vuole esserti amico. Non farlo entrare in casa tua e se lo vedi in giro cambia strada…”
“Cosa sai che non so?” gli chiedo preoccupata.
Scuote la testa facendo una smorfia.
“Devo trovare il modo di dirtelo senza venir meno ad un giuramento… fidati di me e promettimi che gli starai lontano” ma che diavolo sta succedendo?  “Promettimelo Bella!” mi implora quasi urlando.
“Ok, te lo prometto. Ma dimmi cosa sai, mi stai preoccupando.”
“Ho fatto un giuramento… ma mi conosci, troverò il modo, tu per il momento stagli lontana ok?”
“Ok…” gli rispondo demoralizzata. Vorrei arrabbiarmi perché mi sta nascondendo qualcosa, ma conosco Jake e so quanto è fedele ai giuramenti. Non ho speranza di cavagli una parola in più, l’unica cosa che posso fare è aspettare che trovi il modo di dirmelo e nel frattempo seguire il suo consiglio.
Scendo dalla macchina con la testa piena di paranoie. Edward e Jacob si sono picchiati. Jacob ha fatto un giuramento. Devo stare lontano da Edward…
 
Entro in casa e mi fiondo nella vasca. Accendo la musica, le candele e mi immergo nell’acqua con gli occhi chiusi, continuando a ripetermi come un mantra gli unici tre punti che conosco di tutta la situazione:
Rissa-giuramento-lontano da Edward.
Nella mente riaffiorano le immagini della squadra di Rugby, di Emmett, la sera nella saletta del locale con Edward, le scommesse sportive della stessa sera, il bacio, la colazione, la biblioteca… e mentre sto viaggiando da un ricordo ad un altro, il suono del campanello mi risveglia.
Mi infilo l’accappatoio e gocciolante vado alla porta.
Ho imparato dai miei errori e prima di aprire chiedo chi è.
“Sono Edward” perfetto… e adesso cosa faccio?
“Un attimo arrivo” e corro in camera per vestirmi mentre penso a cosa fare. Chiamo Jake? No, altrimenti si riazzuffano, chiamo Alice? E con che scusa? Gli parlo attraverso alla porta? E come lo giustifico?... uff, cosa faccio?
Apro la porta… ecco cosa faccio!
“Ciao. Dimmi” lo saluto cercando di sembrare tranquilla. Il suo viso è livido in più punti e sul collo si possono vedere i segni delle mani di Jake. Però… devo ammettere, che anche così mal concio non ha perso il suo fascino… anche il labbro leggermente gonfio e l’occhio semi chiuso lo rendono sexy…. Bella BASTA!!!
“Volevo sapere se stavi bene” e allunga la mano per accarezzarmi la guancia ammaccata.
“Sto bene. Un po’ di pomata e passa tutto.” Gli rispondo cercando di non dar peso ai brividi che stanno attraversando il mio corpo a causa del suo tocco.
“E’ stato Black a colpirti” si giustifica prontamente. Che vigliacco!
“Lo so. Me lo ha detto e non importa.” Gli rispondo piccata allontanandomi per farlo smettere di accarezzarmi il viso.
“Non importa?” mi chiede realmente sorpreso.
“Sì, non importa. Avete smesso di picchiarvi…” e una lampadina mi si accende nel cervello. Stringo il cellulare che ho in tasca (se si mette male, chiamo subito Alice) “Ma non rimanere sul pianerottolo, entra.” E con un gesto teatrale della mano lo invito ad entrare.
Non se lo fa ripetere e sorridendomi felice entra chiudendosi la porta alle spalle. Sto per invitarlo in cucina quando le immagini di me e lui l’altra mattina mi fanno cambiare idea, così lo invito ad accomodarsi in salotto… ok, nessun commento grazie!
“Dicevo. Volevo farvi smettere e ci sono riuscita. Conosco Jake da vent’anni e so che non mi ha colpita intenzionalmente, quindi… tutto dimenticato!” e mi stringo nelle spalle sorridendo “Però…” e lascio la frase a metà non sapendo come porre la domanda in modo corretto.
“Però?” chiede curioso.
“Perché vi stavate picchiando?”
“Black non te lo ha detto?” chiede. E mi turba vedere la felicità che cerca di celare.
“No. Potresti illuminarmi?”
“E’ iniziato come uno scherzo, sai una parola tira l’altra fino a quando hanno iniziato a partire i pugni…”
“Jake non è un manesco… non l’ho mai visto picchiare qualcuno… strano!” difendo prontamente il mio miglior amico.
Si passa la mano nei capelli, e da come stringe la mandibola sono certa di averlo messo all’ angolo. Voglio sapere perché si picchiavano e, se Jake non può dirmelo, voglio saperlo da Edward.
“Non saprei… pochi minuti prima ridevamo e scherzavamo e pochi minuti dopo mi rotolavo con Black nel cortile della scuola” risponde senza guardarmi negli occhi. Ok, sta mentendo!
Ho capito, nemmeno da Edward avrò le risposte!
“E tu stai bene?” gli chiedo ricordandomi l’educazione.
“Sì, solo un po’ ammaccato… è molto forte il tuo amico e i suoi pugni sono veramente pesanti…” sorride massaggiandosi il viso.
“Vuoi un po’ di pomata? E’ miracolosa…” annuisce e corro in bagno a prendere l’unguento.
Lo faccio accomodare sul divano e gliela spalmo massaggiando come mi aveva indicato il medico che me l’aveva prescritta.
Lui si rilassa sotto il mio tocco, appoggia la testa sul divano e chiude gli occhi. Passo la pomata anche sui segni che ha sul collo e mentre lo massaggio rivedo la faccia deformata dalla furia di Jacob. Cosa mi stanno nascondendo?
“Fatto!” lo avverto rimettendo il tappo al tubetto.
Fa una smorfia e continua a tenere gli occhi chiusi, senza dar cenno di volersi alzare.
“Non puoi mettermene ancora un po’… sento che mi fa ancora male…” chiede con la voce rilassata e dannatamente sexy.
“No. Ne ho messo in abbondanza ed adesso devi attendere che agisca” provo ad alzarmi dal divano per posare la pomata, ma lui mi prende per il polso e mi trattiene.
“Grazie” mi sorride trafiggendomi con i suoi smeraldi.
Sto per rispondere, ma lui mi zittisce sfiorandomi le labbra con le sue. Non approfondisce, si allontana di pochi millimetri e attende con il fiato corto un mio movimento. Non mi allontano e lui ritorna sulle mie labbra accarezzandole come fossero petali. Vorrei abbandonarmi e approfondire il bacio, ma la promessa fatta a Jacob continua a martellarmi le orecchie.
“Credo… che sia… ora… che… tu vada” gli soffio poco convinta.
“Sicura?” chiede avvicinandosi maggiormente e continuando ad accarezzarmi le labbra.
“S…Sì.” e con un enorme sforzo mi allontano.  


 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
Come richiamato, il cellulare mi segnala l’arrivo di un messaggio. E’ di Jacob.
“Alle 14:00 in palestra. Dagli spogliatoi maschili. Nasconditi nella doccia fuori uso e utilizzata come ripostiglio delle scope.
Stai attenta a non farti scoprire!”

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Mercoledì 16 dicembre ***


DICO SOLO: SIATE BUONE!!!!
Buona lettura!!!
 
Image and video hosting by TinyPic
 

Mercoledì 16 dicembre

Il ritorno a scuola è più imbarazzante dell’uscita dall’infermeria.
Sono abbracciata a Jacob che è venuto a prendermi a casa per accompagnarmi a scuola e non mi lascia nemmeno un istante, come se volesse proteggermi da chissà quale pericolo. Riesco ad allontanarlo solo con l’arrivo di Alice.
“Ciao Bella!” mi saluta accarezzandomi la guancia.
“Ciao Alice! E Rosalie?” chiedo cercandola tra la gente che popola in quel momento il cortile.
“Rosalie si è trasformata in detective… dopo la rissa di ieri, sono trapelate alcune voci e lei si è messa ad indagare…”
“Quali voci?” chiedo curiosa. Forse loro sanno e possono dirmelo.
“Riguardano Edward…” risponde imbarazzata.
“E …”
“Beh… se devo essere sincera ho capito poco. Infatti sto aspettando Rose per sapere a quali voci di corridoio dare retta…” la guardo spronandola a continuare.
“Beh. Dicono che è a causa di una scommessa che hanno fatto i ragazzi della squadra e che Edward vuole vincere. Ma i dettagli li conoscono solo i ragazzi e le loro bocche sono sigillate. Dicono anche che c’entri una ragazza… qualcuno dice che sia per Jenny, la ragazza che Jacob si è sbaciucchiato nelle ultime uscite e qualcun altro dice …”
“Dice?” chiedo ormai con i nervi a fior di pelle.
“Qualcuno dice che si sono picchiati per te!” spalanco gli occhi e copro la bocca con la mano. Nego con la testa e mi guardo intorno in cerca di aria.
“Jacob non ha mai picchiato nessuno per me. Gli ho anche chiesto conferma ieri mattina, dopo che ha reagito male alla scoperta del bacio tra me e Edward, ma lui mi ha assicurato che non è geloso e che sono la sua sorellina” come tutta risposta Alice si stringe nelle spalle.
“Quindi ci tocca aspettare il detective per capirci qualcosa… e tu? Jacob non ti ha detto nulla?” chiede curiosa.
“Gliel’ho chiesto, ma dice che non può dirmi nulla perché è legato da un giuramento, mentre Edward dice che il tutto è iniziato per scherzo, una parola tira l’altra e si sono ritrovati a rotolare nel prato…” prendo un bel respiro “Ma la versione di Edward non mi convince, anzi sono certa che sia una bugia, mentre quella di Jacob mi fa venire l’ansia… odio non sapere e il fatto che abbia dovuto giurare vuol dire che è importante… non voglio che Jake si metta nei guai!”
Come richiamato, il cellulare mi segnala l’arrivo di un messaggio. E’ di Jacob.
“Alle 14:00 in palestra. Dagli spogliatoi maschili. Nasconditi nella doccia fuori uso e utilizzata come ripostiglio delle scope. Stai attenta a non farti scoprire!”
Con il cuore che mi martella nel petto faccio leggere il messaggio a Alice.
“Vengo con te!” e mi stringe la mano sorridendomi incoraggiante.
 
***
Mancano ancora quindi minuti alle 14, ma io ed Alice siamo già nascoste nella doccia che ci ha indicato Jacob. Ringraziando lo spazio è grande, e ci permette di aspettare attendendo comodamente sedute. Per sicurezza abbiamo spostato delle scope davanti alla porta, per essere maggiormente nascoste e aspettiamo con ansia crescente il momento della verità.
 
Il vociare e le risate dei ragazzi ci avvisa che il momento è vicino. Trattengo il fiato per la paura di essere scoperta e stringo la mano di Alice per prendere coraggio e non fuggire a gambe levate.
“Manca solo più Jacob e poi possiamo iniziare” la voce di Peter ci conferma la loro presenza.
“Ma perché glielo avete detto? Sapete che Jacob è protettivo con la frigida” chiede Quill
“Perché…” sta per rispondere Peter, ma il rumore di una porta che si apre lo blocca.
“Ci sono, diamo un taglio a questa pagliacciata” esclama Jacob irritato sbattendo la porta.
“Per prima cosa, Jacob devi chiedere scusa a Edward, lo sapevo che dovevo tenerti fuori da questa storia, ma siamo una squadra e tu hai fatto un giuramento e poi non è corretto intromettersi…” ma Jacob lo interrompe ringhiando.
“tz… non è corretto! Io al damerino non chiedo scusa. E non parlatemi di correttezza! La scommessa che avete fatto è tutto tranne che corretta, è una vera….”
La risata di Edward blocca il battibecco.
“Non fare il cavaliere senza macchia Black! Se la scommessa riguardasse qualsiasi altra ragazza non avresti alzato un dito…” dice sprezzante Edward.
“… avrebbe alzato la posta, semmai” termina qualcuno facendo scoppiare tutti a ridere.
“Beh! Ciò non toglie che Edward ha perso la scommessa per la seconda volta!” la voce di Seth fa smettere le risate.
“Io non ho perso la scommessa!” ringhia Edward.
“Ti ricordo che la scommessa comprendeva portarsi a letto la Swan, non rubarle qualche bacetto!” lo sfotte Peter, mentre io mi sento rompere in mille pezzi. Stanno parlando di me, e lo stanno facendo come fossi un trofeo.
“Beh! Almeno io sono riuscito a baciarla, mentre voi non siete nemmeno riusciti ad avvicinarvi!” risponde ridendo Edward “Nemmeno la frigida Swan può resistere al mio fascino” conclude facendomi rivoltare lo stomaco… ed io gli ho pure curato gli ematomi….
“Beh! Tutti sanno che la Swan è un bocconcino difficile” gli dà man forte qualcuno che non riconosco.
“Smettetela di parlare di Bella come fosse un oggetto, cazzo!” ringhia Jacob. “La scommessa è terminata. Nessuno ha vinto ed adesso lasciatela in pace!”
“Ha ragione Black. La scommessa è chiusa e Edward ha perso. Adesso troviamo qualcos’altro su cui scommettere” propone Emmett.
“Ha ragione Emmett, lasciate stare Bella o giuro che spacco la faccia a chiunque le si avvicini” ringhia Jacob.
“Frena, frena Black!” lo zittisce Peter. “Nessuno ha messo paletti di tempo. La scommessa termina quando qualcuno riuscirà a farle aprire le gambe!” e scoppiano di nuovo tutti a ridere. Solo un ringhio ed un colpo bloccano l’euforia.
“Calma Jake, o saremo obbligati a metterti in panchina … e non parlo solo della scommessa” lo minaccia Peter.
“Quindi? Adesso?” chiede qualcuno.
“Quindi adesso vi fate da parte, e mi fate terminare il lavoro. Sono giorni che me la lavoro, e sono a un passo dalla vittoria.”
“E chi lo ha detto? La scommessa era rivolta a tutti!” dice qualcuno.
“Beh! Dato che a tutti voi ha dato il benservito, rimango solo io sulla piazza!” Edward scoppia a ridere facendomi tremare dalla rabbia e dallo schifo.
“Quindi la scommessa è cambiata?” chiede Seth.
“Sì. Scommetto che entro il 30 gennaio farò allargare le gambe alla signorina Swan!”
“Troppo tempo. Cambiamo scommessa e cambiamo soggetto” riprova Emmett.
“Ci sono le vacanze natalizie in mezzo… quindi la scommessa partirà dal ritorno a scuola” conclude Peter.
“Non sono d’accordo!” urla Jacob. “La scommessa è annullata. Non potete cambiarla. Nessuno ha vinto e nessuno infastidirà più Bella”
“Ai voti” esclama Peter “Chi vuole dare un’ultima possibilità a Masen e chi vuole cambiare completamente il soggetto della scommessa?” sento diversi fruscii, risatine e ringhi. I minuti sono interminabili. Stringo la mano di Alice e mi mordo il labbro fino a farlo sanguinare.
“Così è deciso. Ci ritroviamo il 30 gennaio per concludere la scommessa. Buona fortuna Masen”
Il mondo mi crolla addosso. Uso tutto il mio autocontrollo per non uscire e gridare a tutti che sono solo dei gran bastardi. Mi mordo la mano per vietarmi di urlare e stringendo gli occhi per non piangere aspetto che quei viscidi escano permettendomi di correre a prendere aria.
Alice mi abbraccia continuando a ripetere “Che figli di…” fin quando la porta della doccia non si apre, e le braccia forti di Jacob mi aiutano ad alzarmi.
“Mi dispiace Bella. Io ci ho provato…” e mi stringe forte a lui. Scoppio a piangere e mi abbandono tra le braccia forti di Jacob sperando di svegliarmi e scoprire che è solo un brutto sogno.
 
***
 
“Potresti cambiare scuola” propone Alice camminando come una pazza su e giù per la sala di Jacob.
“No, gliela daresti vinta. Non è nessuno per farti cambiare scuola” risponde Rosalie “E’ solo un uomo con troppo ego”
“Potremmo fare una spedizione punitiva. Io, te, Emmett e Jacob, lo aspettiamo in un vincolo e gli speziamo le gambe” ripropone Alice.
“Ehi, ehi… io non spezzo le gambe a nessuno a volto coperto!” risponde Emmett “Sono disposto a farti da guardia del corpo e a picchiare, ma non sono un codardo, non aspetto nessuno in un vicolo!”
“Jacob potresti riproporre la scommessa e cambiare i termini” propone Rosalie facendo alzare il viso di tutti “potresti raddoppiare la posta e metterti in gioco. Vince chi entro il 30 gennaio si porta per primo a letto Bella, tra te e Masen!”
“Ma sei impazzita?” esclama Jacob stingendo il braccio che mi tiene sulla spalla.
“Beh! Preferisci che Edward la tormenti fino al 30 gennaio?” inarca il sopracciglio sfidandolo. “Cambi i termini, torni a casa, vi coccolate un po’ a letto e torni vincitore. Bella testimonierà per te!”
“Non faccio sesso con mia sorella! Non siamo fratelli di sangue, ma è come se lo fosse!”
Tutti mi guardano per capire cosa ne penso.
“Non ce la posso fare” dico soltanto asciugandomi le lacrime e stringendomi maggiormente al petto di Jacob.
“Beh! Devi decidere, o lui o Edward! Non vedo altre soluzioni”
“Secondo te accetteranno le nuove condizioni?” chiede Emmett a Jacob.
“Se alzo la posta sicuramente, ma…”
“Io non vado a letto con nessuno” urlo “sono disposta a cambiare scuola o a rinchiudermi in casa fino al 30 gennaio, ma non allargo le gambe per il divertimento di quattro trogloditi!”
Il silenzio cala nella stanza, ognuno perso nelle possibili soluzioni.
“E se studiassimo un contro attacco?” propone Jasper parlando per la prima volta.
“In che senso?” chiede curioso Emmett.
“Beh! Loro non sanno che noi sappiamo, e questo è un vantaggio! Edward vuole giocare con Bella? E noi giocheremo con lui…” e sedendosi al tavolino ci spiega nei minimi dettagli il suo piano!!!



 
!! ATTENZIONE SPOILER !!

“Tanto Edward non scappa. Ha già perso una volta la scommessa contro Bella, non lo farà una seconda volta. Bella potrebbe anche sputargli in faccia
che lui continuerà a rincorrerla!”
“Quale scommessa ha perso con me?” chiedo confusa.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Lunedì 4 gennaio ***


Ciao!! Ce l'ho fatta! 
Riesco ad aggiornare anche questa storia!!!
Volevo ringraziare tutte coloro che mi hanno aggiunta negli autori preferiti, tutti quelli che aggiunto le mie storie nelle seguite/ricordate/preferite, e tutte coloro che condividono con me le loro impressioni su questo e gli altri racconti!
Ma adesso basta con i rigranziamenti ed iniziamo con il contrattacco contro Masen!!!
BUONA LETTURA!!!
 
Image and video hosting by TinyPic  

Lunedì 4 gennaio

Ebbene sì! Oggi è il giorno X… ed io ho le gambe molli e tantissima voglia di tornare a Forks, tra i miei amici e la mia famiglia.
Ma facciamo un passo indietro!
Dopo aver scoperto la meschina scommessa, Jasper mi ha consigliato di tornare a scuola il giorno dopo e non seguire il mio istinto di scappare a gambe levate anticipando le vacanze natalizie!
Quindi sono andata a scuola, ho frequentato le lezioni, ho sorriso a quei viscidi della squadra di Rugby e mi sono trattenuta dal prendere a sberle Masen.
Il signorino si è di nuovo presentato a casa mia la sera ed io, come da accordi, ho telefonato ad Alice prima di farlo entrare, riuscendo a liberarmene velocemente. Ho provato a far finta di nulla, ma dopo soli due giorni ho ceduto alla tentazione di scappare e, dopo aver sparso la voce di aver problemi famigliari, ho anticipato le vacanze. Mi sono scusata con Edward per non essere riuscita ad avvisarlo prima e lui voleva il bacio del “Buon Natale” in anticipo, ma, come da copione, Rosalie mi ha salvata volandomi al collo gridando felice per una notizia strepitosa!
Emmett, Rosalie e Jasper hanno raggiunto me, Alice e Jacob a Forks ed insieme abbiamo passato uno splendido Natale e un indimenticabile capodanno! Ho rivisto i miei amici de La Push e ho goduto della loro compagnia riempiendomi il cuore di amicizie sincere. Ho anche rivisto Robert, e Jacob ha voluto informarlo della mia situazione. Robert ha reagito da Robert. Mi ha abbracciato a lungo e mi ha infuso coraggio. Si è proposto di venire a Seattle con noi e di presentarsi come il mio ragazzo, in modo da tenere lontano Edward, ma non glielo abbiamo permesso. Non voglio che quei viscidi rovinino anche la sua vita. Adesso ha la ragazza e frequenta l’università a New York e non gioverebbe alla sua media assentarsi per un mese intero… senza contare che rischierebbe il rapporto con Kristen, ed io non voglio!
Durante le vacanze non solo abbiamo festeggiato, ma abbiamo anche studiato il piano, considerando ogni minimo dettaglio. Ognuno di noi avrà un ruolo, anche se quella in prima linea sarò io.
Emmett e Jacob, le mie due guardie del corpo, mi hanno assicurato che non permetteranno a Edward di avvicinarsi alla zona rossa! Mentre Alice e Rosalie le vedo molto motivate. Jasper ha parlato anche di suo cugino Garrett, un ragazzo che studia recitazione e che può tornarci utile. Lo ha già avvisato e gli abbiamo parlato in vivavoce. Sembra un ragazzo a modo ed è felice di poterci essere d’aiuto…
Edward Masen deve stare attento, la squadra Swan&C può essere pericolosa!
Beh! Questo è ciò che pensavo a Forks, tra le mura della mia stanza in compagnia dei miei migliori amici, invece adesso, nel cortile della scuola, nella vasca degli squali, non mi sento più così sicura.
Edward mi vede appena metto piede nel corridoio, e con il suo sorriso speciale e la camminata felina, mi viene incontro… non perde tempo il bastardo!
“Ehi, Isabella! Bentornata!” e si china per darmi un bacio sulla guancia sfiorando il lato della mia bocca.
“Ciao Edward! Bentornato anche a te!” rispondo cercando di simulare un entusiasmo che non ho.
“Passate bene le vacanze?” continua mettendomi il braccio sulla spalla.
Premo la chiamata sul cellulare nascosto nella tasca, e prego che Alice sia nelle vicinanze.
“Sì, bene. Ne avevo bisogno!” sorrido continuando a pregare.
“E i problemi famigliari si sono risolti?” mi chiede iniziando ad accarezzarmi la spalla e stringendomi maggiormente a sé. Problemi famigliari? Ah sì, la bugia per fuggire prima di Natale!
“Sì, alla fine tutto risolto!”
“Bellaaaaa!” mi saluta Alice saltandomi addosso e facendomi allontanare da Edward. “Ma dove eri finita? Ti ho cercata dappertutto! Ho bisogno di un tuo consiglio…” si ferma, guarda Edward e poi me e con faccia finto dispiaciuta continua “Non ti offendi vero se te la rapisco?” e senza attendere la risposta mi prende per mano e mi trascina per il corridoio. Lo saluto con la mano e faccio finta di essere amareggiata per l’atteggiamento della mia amica.
Appena svoltiamo l’angolo ci fermiamo e scoppiamo a ridere.
“Ma hai visto che faccia ha fatto?” mi chiede Alice con il fiato rotto dalle risate.
“Sì… che buffo! Grazie Alice!” e la abbraccio continuando a ridere.
Beh! Una cosa positiva di tutta questa situazione c’è: i miei ormoni hanno capito che non devono perdere tempo con un viscido come Edward!
 
***
 
“Perché hai chiamato Alice?” mi chiede Jasper mentre mangiamo in caffetteria.
“Sono stata presa dal panico! Non ha perso tempo. Mi ha baciato a lato della bocca e poi mi ha messo il braccio intorno alla spalla…. Cosa dovevo fare?” chiedo piccata.
“Stare al gioco come abbiamo deciso!” risponde scuotendo la testa “E’ solo il primo giorno Bella, se sei in difficoltà già adesso, rischiamo che tutto vada a monte!”
“Hai ragione Jasper, scusa.” Abbasso la testa mortificata.
“Secondo me, Bella deve fare un po’ la sfuggente i primi giorni… si renderà ancora più appetitosa!” consiglia Emmett.
Jasper lo guarda come fosse una visione, ma non replica e ricomincia a mangiare. Fa due morsi e poi si immobilizza.
“Ok! Te lo concedo… ma solo per un paio di giorni… poi dobbiamo seguire la scaletta… il tempo stringe!”
“Tanto Edward non scappa. Ha già perso una volta la scommessa contro Bella, non lo farà una seconda volta. Bella potrebbe anche sputargli in faccia che lui continuerà a rincorrerla!”
“Quale scommessa ha perso con me?” chiedo confusa.
Emmett si accorge di aver parlato troppo, cerca un aiuto da Jacob che alza le mani lasciandogli la patata bollente.
“Jake?” lo richiamo quasi ringhiando.
“Beh! Vedi. L’ho scoperto molto tempo dopo….”
“Cosa?” lo esorto avvicinandomi minacciosa.
“La sera della festa a casa sua” ed indica Emmett che sta leggendo il menù “Tutti ci hanno provato con te, ma tu non hai dato corda a nessuno…” mi guarda per capire se mi sto innervosendo maggiormente, ma io lo incito con un cenno della mano “lui ha sentito i ragazzi che si lamentavano e ha fatto la scommessa. Lui sarebbe riuscito a baciarti… ma gli hai riso in faccia!” e scoppia a ridere per stemperare la tensione. Ripenso alla serata, alla sua voce roca nell’orecchio, le sue mani sui miei fianchi, alla scusa del brindisi e alla sua faccia buffa seguita dalla mia risata! Scoppio a ridere anch’io.
“Ben gli sta!” esclamo orgogliosa di me stessa.
“Beh! A causa del tuo rifiuto, sei diventata un trofeo… per quello che hanno fatto la seconda scommessa” spiega Emmett tranquillo facendomi passare in un secondo l’ilarità.
“Perfetto!” esclamo chiudendomi a riccio. “Quindi fin quando non vincerà una scommessa contro di me, continuerà a tormentarmi?” chiedo in generale.
Jasper mi posa una mano sulla gamba e mi guarda sereno “Tranquilla. Con ciò che abbiamo escogitato, penso che non scommetterà più a vita!” e con una sola frase riesce a tranquillizzarmi e a far tornare le risate.
 
***
 
Nel pomeriggio le ragazze mi aiutano per il trasloco. Ebbene sì! Mi trasferisco da Alice e Rosalie, per evitare di trovarmi sola con Edward in un appartamento.
Le ragazze sono entusiaste e quando arrivo nella mia camera momentanea rimango senza fiato.
E’ grossa come l’intero mio appartamento e c’è una cabina armadio da far invidia ad una boutique! Ha un bagno personale con vasca idromassaggio e un terrazzino che si affaccia sul giardino.
“Benvenuta nella tua nuova casa!” esclamano insieme.
“Abbiamo pensato che per i nostri scopi, questo fosse necessario” esclama Alice aprendo la cabina armadio piena di vestiti. Sono tutti molto femminili, ce ne sono di eleganti ed alcuni un po’ osè… rimango a bocca aperta mentre sfioro con la punta delle dita i tessuti.
“Grazie ragazze! Non dovevate!”
“Ed invece sì… dobbiamo far morire quel pallone gonfiato e il modo migliore è un tuo completo restyle!” e ancor prima di capire cosa intendono, mi trascinano nell’immenso bagno ed iniziano con creme, cremine, balsami, scrub, cerette, maschere per capelli… passiamo il pomeriggio in bagno e la sera, quando ritorniamo finalmente in camera, stento a riconoscermi. Continuo a passarmi le mani nei capelli, che sono così delicati da sembrar seta e mi accarezzo il viso che è così vellutato da sembrare la pelle di un bambino.
“E adesso il tocco finale!” esclama Rosalie battendo le mani ed avvicinandosi alla cabina armadio.
Ci rimane per alcuni minuti e ne esce con un vestito molto luccicoso e molto corto.
“Devo farlo capitolare, non fargli vincere la scommessa!” la riprendo misurando il vestito. “Secondo me è meglio se metto i Jeans!” propongo. Lei ci pensa e ritorna nella cabina.
Un paio di giri, un paio di prove… e sono pronta per uscire. Wow! Sono uno schianto!
Abbraccio le mie migliori amiche e prendendoci per mano usciamo di casa. Appuntamento al New Moon!
 
Al locale ci stanno già aspettando i ragazzi. Emmett e Jacob sgranano gli occhi appena mi vedono mentre Jasper mi viene incontro.
“Sei uno schianto Bella! Lo farai morire!” e facendomi l’occhiolino mi accompagna al tavolo.
Ordiniamo il cibo ed il bere e chiacchieriamo del più e del meno in attesa che il simpatico Edward faccia la sua comparsa!
Secondo le ricerche di Jasper, Edward dovrebbe arrivare verso le dieci insieme ad un paio di amici… ed infatti, alle dieci precise fa la sua comparsa.
“Si va in scena!” sussurra Jasper guardandoci uno ad uno.
Prendo una grande boccata d’aria e stringo la mano di Jacob. Controllo dove si è posizionato Edward e ricomincio a parlare con i miei amici.
Appena le luci del locale si abbassano e la musica si alza, Alice mi prende per mano e mi trascina in pista. Ci seguono anche gli altri e si posizionano a cerchio intorno a me.
“Bevi… ti aiuta!” mi consiglia Alice passandomi il bicchiere ambrato. Annuisco e faccio un sorso molto lungo. Mi brucia la bocca e la gola, ma sarei disposta a tutto pur di riuscire a seguire il piano.
Balliamo e ridiamo per alcune canzoni, fin quando, un movimento di Jasper mi fa capire che Edward mi ha vista. Inizio a strusciarmi contro Alice seguendo la musica ed insieme improvvisiamo un ballo sensuale… ridiamo divertite dalla situazione, e continuiamo il nostro spettacolino.
Quando la musica cambia, mi allontano dal gruppo per andare al bar.
Edward mi intercetta e, come previsto, mi segue.
“Buonasera Miss Swan” mi sussurra all’orecchio con voce sensuale mentre mi allaccia la vita facendo scontrare la mia schiena al suo petto.
“Buonasera Mr Masen” ricambio facendo cenno al barista che voglio ordinare.
“Ti ho cercata a casa, ma non hai aperto!” mi informa facendomi girare verso di lui, e continuando a tenermi tra le sue braccia.
“Derattizzazione!” rispondo solamente facendo spallucce.
“Derattizzazione?” chiede alzando un sopracciglio.
“Sì. Un vero problema. Per alcune settimane starò da amici… peccato, non potrò più beneficiare delle tue colazioni o dei tuoi gelati!” rispondo dispiaciuta, mescolando con la cannuccia il drink.
“Sì, un vero peccato!” risponde diminuendo la presa sui miei fianchi e guardando il bancone. Non se lo aspettava! Dovrà cambiare la strategia! Perfetto 1 a zero per me!
“Nessuna compagnia stasera?” gli chiedo cercando l’oca di turno alle sue spalle.
“Ci sei tu!” risponde con voce profonda e fissandomi le labbra. Si passa la punta della lingua sul labbro inferiore ed io, cercando di reprimere la voglia di schiaffeggiarlo e, ricordando ai miei ormoni che l’uomo di fronte a me non è sexy, ma solo stronzo, mi spiego meglio.
“Intendo qualche oca con minigonna ascellare e top con scollatura vertiginosa, disposta a soddisfare la tua libido!”
“No. Nessuna!” risponde con una smorfia come se non ne volesse parlare.
“Mi deludi Masen! Il tuo charme è diminuito?” lo stuzzico, e lui stringe le mani sui miei fianchi e serra la mandibola infastidito. Colpito e affondato!
“E’ ancora presto per trovare qualcuna che mi scaldi il letto!” mi risponde lasciandomi i fianchi e passandosi nervosamente le mani nei capelli.
“Beh! E’ quasi mezzanotte e domani c’è scuola. Meglio che ti metti all’opera o stasera andrai in bianco!” e finito il drink, poso il bicchiere, gli do un bacio sulla guancia sussurrandogli buona fortuna e mi allontano riunendomi al gruppo.
Rimaniamo ancora un po’ al tavolo e vedo Edward che parla all’orecchio di un’oca mentre fa scivolare la sua mano sul fianco scoperto della stangona, lui le infila le mani ovunque e lei gli si struscia contro come un orso contro un albero. Edward intercetta il mio sguardo e alza il bicchiere come per dirmi “il mio charme non l’ho perso”. Rimango di sale, ma recupero subito il controllo e sorridendo come un’amica felice che lui abbia trovato compagnia, alzo il bicchiere e il pollice!
Lui si allontana e noi ce ne andiamo…
Ricordarsi: non stuzzicarlo sulle sue capacità di seduzione, altrimenti il piano sfuma!


 
!! ATTENZIONE SPOILER !! 
... Esco e con la coda dell’occhio vedo Edward che mi fissa. L’oca di turno continua a parlargli
mentre lo accarezza languidamente con le mani smaltate, ma anche se annuisce i suoi occhi sono fissi su di me...

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Martedì 5 gennaio ***


Ciao!! Lo so è tardissimo, ma ormai il lavoro mi sta uccidendo!!!
Aggiorno velocemente e poi rispondo a tutte le vostre bellissime recensioni!! GRAZIE ancora per il vostro supporto!!!!
Ci leggiamo presto!!!
BUONA LETTURA!!!
 
Image and video hosting by TinyPic  

Martedì 5 gennaio

 
Dopo il mini buco nell’acqua di ieri sera, stamattina sono più agguerrita e decido di fare io il primo passo.
 “Ciao Edward!” lo saluto sorprendendolo alle spalle. I ragazzi che sono con lui, i simpaticoni del rugby, gli strizzano l’occhio e ci lasciano soli. Bravi, bravi, ridete! Idioti!
“Ciao Bella!” mi saluta felice continuando ad adocchiare gli amici che si allontanano e che gli fanno strani segni.
“Come è finita ieri sera con la stangona?” gli chiedo dandogli un colpetto sul fianco e guardandolo sorniona.
“Vuoi i dettagli? O ti basta sapere che non ho perso il mio charme?”
“I dettagli!” gli rispondo sperando di spiazzarlo così tanto che cambi discorso.
“Veramente?” chiede strabuzzando gli occhi.
“Beh! Tra amici non ci si racconta tutto?” continuo con fare innocente e sfoderando i miei occhioni da cucciolo.
“Tra amici maschi…” risponde imbarazzato… vi posso assicurare che è veramente buffo quando è in soggezione.
“Ok, ok, ho capito… pazienza! Ciao” e mi allontano lasciandolo a bocca aperta.
“Ehi, aspetta!” mi richiama facendomi nascere il sorriso. Ha abboccato! “Veramente vuoi sapere i dettagli?” chiede confuso e scrutandomi negli occhi per capire se scherzo. Non riesco a continuare la recita e gli scoppio a ridere in faccia.
“No. Ti stavo prendendo in giro.” Lo rassicuro “Sei uno spasso!” e continuando a ridere riprendendo a camminare. Lui mi blocca prendendomi per il polso e facendomi girare poco gentilmente.
“Smettila di ridermi in faccia!” ringhia facendomi spaventare. Smetto immediatamente e mi allontano di un passo. Ho lo sguardo sbarrato e non sto fingendo. Mi ricorda la nostra serata nella saletta e la brutta sensazione mi fa accapponare la pelle. Ha gli occhi che sprigionano scintille e i pugni stretti.
“Ok. Scusa…” gli rispondo abbassando il capo. Cerco di rimanere lucida e ritorno nella parte. “Forse ho sbagliato a pensare che potessimo essere amici…” gli dico con la voce rotta dalla tensione “Forse è meglio che ognuno faccia la sua strada. Scusami ancora Edward!” e mettendomi a correre mi allontano.
Lo sento che mi chiama ma non mi fermo. L’esca l’ho lanciata… adesso devo solo aspettare…
Appena giro l’angolo Jacob mi blocca prendendomi per le spalle.
“Brava Bella! Ottimo lavoro! Ma la prossima volta evita di farlo arrabbiare così, ho avuto paura che ti colpisse!” e mi abbraccia protettivo.
 
La mattinata scorre tranquilla, Alice vaneggia su Jasper e sulle sue qualità tattiche, mentre io cerco di capire cosa dice il professore. Quando esco dalla classe rimango delusa nel non vedere Edward, ma non mi preoccupo, anche a lui interessa mantenere un rapporto con me. Alla seconda ora, idem come sopra, mentre alla terza, finalmente lo vedo. E’ appoggiato al muro di fronte alla porta con le braccia incrociate al petto. Appena mi vede mi sorride con il suo sorriso speciale e si avvicina.
“Posso parlarti un attimo?” mi chiede cercando di non farsi sentire dai ragazzi che stanno uscendo dall’aula.
“Preferisco di no.” E prendendo a braccetto Alice mi allontano con le gambe che tremano. Speriamo di non tirare troppo la corda.
La pausa pranzo la passo in allegria con la solita comitiva. Emmett e Rosalie sono uno spasso. Lei, così impettita e precisina, mentre lui grezzo e sempliciotto. Si stuzzicano a vicenda e noi ridiamo delle loro gag.
Intravedo Edward entrare accompagnato da un paio di ragazzi ed un paio di ochette.
Lancio occhiate furtive al tavolo e noto che lui non ha nessuna oca avvinghiata addosso e mi sta guardando senza vergogna. E’ seduto svaccato. Con le gambe allungate davanti a sé e le braccia appoggiate alle sedie vicine. Fissa verso il nostro tavolo ignorando i ragazzi che sono con lui.
“Ti sta guardando!” mi fa notare a bassa voce Alice.
“Lo so!” rispondo continuando a tenere la testa bassa.
“Forse è meglio se ti lasciamo sola, così può avvicinarti” propone Rosalie.
“Staremo qui fuori, tranquilla, se qualcosa va storto interveniamo subito” mi rassicura Jacob stringendo la mano sulla mia gamba. Ci penso mordendomi il labbro per la tensione. Sento gli smeraldi di Edward trafiggermi, vorrei non dover star sola… ho timore di non riuscire a seguire il piano o che i miei ormoni mi facciano qualche brutto scherzo… o che Edward si comporti di nuovo in maniera aggressiva nei miei confronti… guardo Jasper, lui è più lucido e sa sempre quale è la cosa giusta da fare. Osserva me, osserva lui, e dopo aver terminato il caffè mi dà il consenso con un gesto del capo ed un sorriso rassicurante.
“Ok” rispondo tenendo il volto basso e stropicciandomi le mani in grembo per la tensione.
I miei amici si defilano alla spicciolata ed io rimango sola pensando a cosa fare. Continuare il giochino “non voglio esserti amica” o passare alla seconda parte del piano accettando la sua amicizia?
 
“Posso?” la voce di Edward pone fine alle mie domande. Non ho ancora deciso cosa fare… improvviso.
“Se non ci sono altri posti” gli rispondo acida continuando a “leggere” il libro che ho sotto il naso.
“Scusa per prima” e con un dito sotto il mento mi fa alzare il viso. Ci guardiamo negli occhi, sembra dispiaciuto, e la mia sicurezza inizia a vacillare…
“… è che non sopporto che ridano di me.” Ammette con voce carezzevole. Non sapessi che è un bugiardo patentato, lo perdonerei all’istante. “Voglio esserti amico!” continua vedendo che non rispondo “Pace?” e mi porge la mano per sancire la tregua.
Gli guardo la mano, ancora indecisa sul da farsi… non posso farlo vincere così facilmente, ma non voglio tirare troppo la corda...
“Scusa se ti ho riso in faccia, non era una risata denigratoria, era una risata tra amici… hai fatto la faccia buffa…” sbuffa “Scusa, non volevo dire buffa…” mi fermo cercando le parole che non lo offendano, ma non ne trovo, è un ragazzo permaloso e quindi decido di essere sincera.
“Vedi? Ogni cosa che faccio ti offende. Non lo faccio apposta. Mi dispiace!” e gli accarezzo il viso per fargli allentare la morsa della mandibola. “Ci ho provato, veramente, ma non credo che la nostra amicizia possa funzionare. Meglio evitarci, così non ci faremo del male. Buona vita Edward” e gli bacio la guancia delicatamente, stringendolo in un abbraccio fraterno. Mi alzo e me ne vado senza più guardarlo.
Forse ho tirato troppo la corda e il nostro piano è sfumato, ma se è sfumato il nostro è anche sfumato quello di Edward e a me va bene anche così!
 
***
 
Il pomeriggio non ho lezione, così decido di andare in spiaggia. Il clima non è il migliore, ma perdersi nel guardare le onde mentre il vento ti accarezza i capelli è un buon modo per rilassarsi.
Ripenso alle giornate passate a La Push. Le risate, i falò, il primo bacio con Robert, le serata intorno al fuoco a raccontarci racconti dell’orrore, i tuffi dagli scogli… momenti felici, semplici, senza sotterfugi o scommesse… momenti da vivere e da ricordare, momenti in cui potevo essere esclusivamente me stessa senza ragionare su quale mossa fare, o la paura di cadere nella tela di qualche bastardo che mi vuole solo per scommessa… voglio tornare a casa!
Le lacrime scendono silenziose, ed io non le arresto. Sono sola, nessuno è così pazzo da venire in spiaggia con queste temperature. Sposto la sabbia con le dita, gustandomi il solletico che ne deriva e inalo l’odore salino a occhi chiusi immaginandomi di essere a Forks.
“Ehi, Bella!” la voce di Rose mi fa tornare a Seattle.
Mi alzo per andarle incontro asciugandomi le lacrime.
“Cosa succede?” mi chiede accarezzandomi le guance ormai asciutte.
“Un po’ di malinconia… adesso passa. Dimmi? Mi cercavi?” le chiedo sorridendole.
“Sì. Edward è al centro commerciale. Nel negozio di intimo insieme ad una ragazza. Vieni, dobbiamo farlo morire…” e mi trascina fino al negozio.
 
Alice è già dentro che parla con la commessa. Lo cerco ma non lo vedo. Sarà nel camerino insieme ad una ragazza.
Rosalie mi trascina all’interno del negozio spingendomi con la mano sulla schiena.
“Bella!!!!” mi saluta Alice urlando.
“Alice” rispondo con un tono di voce bassissimo.
“Vieni, ho trovato alcuni completini…” e mi porta dai camerini, dove trovo Edward appoggiato vicino alla tenda di un camerino chiuso.
Lo saluto con un gesto del capo. E lui, riprendendosi velocemente dalla sorpresa, ricambia con un gesto della mano.
“Prova questo” dice Alice appoggiandomi un completino succinto al petto. E’ di pizzo blu ed è più ciò che lascia in mostra che ciò che copre. Imbarazzata non guardo Edward e prendendo il completino mi dirigo nel camerino.
“Alice!” la chiamo appena sono dentro. Lei fa capolino con la sola testa.
“Cosa devo fare?” sussurro restituendole il completo.
“Lascia fare a me, tu tienimi il gioco” e facendomi l’occhiolino esclama “No, troppo piccolo, aspetta, ti prendo la taglia superiore” ed esce rientrando con un altro completo. Rimango nel camerino lasciando fare la scenetta ad Alice e rispondendole quello che lei mi suggerisce.
Svariati completini dopo, Alice mi dice di uscire.
Esco e con la coda dell’occhio vedo Edward che mi fissa. L’oca di turno continua a parlargli mentre lo accarezza languidamente con le mani smaltate, ma anche se annuisce i suoi occhi sono fissi su di me.
“Ok, prendiamo questi. Dimmi se sei d’accordo” e alzandoli in modo che possa vederli, e che possa vederli anche Edward, mi fa sfilare sotto gli occhi tutti i completini più sexy e succinti che mi ha portato in camerino. Annuisco a tutti e, dopo aver salutato Edward con un gesto del capo, esco dal negozio, dove mi attendono i miei amici.
“Stasera Bella dovrai farci una sfilata!” esclama Emmett prendendomi le borse dalle mani.
Rosalie gli tira uno schiaffo alla base del collo e gli riprende le borse. “Scordatelo!” esclama facendoci scoppiare tutti a ridere.
 
Beh! Questo giochino mi sta divertendo, è vero, alcuni momenti sono imbarazzanti, ma nell’insieme posso reputarmi soddisfatta. Quella maledetta scommessa mi ha permesso di conoscere persone eccezionali e avere la conferma che non sono sola, ma che ho amici con la A maiuscola.



 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
“Nessuna ochetta da spupazzare?” gli chiedo scocciata guardandolo finalmente in faccia. Serra la mandibola, ma i suoi occhi non mi guardano con odio,
anno un velo che non riesco a capire.
“Mi sono preso una pausa” risponde serio ed io scoppio a ridere, coprendomi immediatamente la bocca dopo l’ammonimento di un ragazzo seduto poco distante da noi.
“E la moretta di stamattina nella classe di musica? Non conta?” ...

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Mercoledì 6 gennaio ***


Ciao!!! Lo so lo so, l'altra settimana ho saltato, ma ci sono stati mille casini e sono solo riuscita a rispondere alle vostre recensioni grazie al cell!!!
Ma sono tornata e per un pò di giorni vi farò compagnia!!!
BUONA LETTURA!!!!
 
Image and video hosting by TinyPic

Mercoledì 6 gennaio

Ebbene sì, siamo solo al terzo giorno ed io vorrei già scappare.
La tensione che mi crea tutta questa situazione è troppa, non sono abituata a mentire, a guardarmi alle spalle, a fuggire dai ragazzi… non mi piace! Rivoglio la mia vita.
Facoltà, libri, pomeriggi tra amiche e serate tra amici. Con uniche preoccupazioni dove andare a festeggiare e se il compito che ho consegnato è corretto.
Mi manca Robert, mi manca avere vicina una persona che mi abbraccia e mi capisce… mi manca la mia vecchia vita.
Lo ammetto mi sono divertita a mettere nero su bianco il piano con i miei amici, per un momento mi sono sentita parte di un film, con la squadra che segna sulle piantine i punti di appostamento, sul blocco degli appunti gli orari, le mosse, le parole… ma adesso che vivo realmente tutto ciò che è stato deciso, mi sento mancare l’aria e l’emicrania non mi abbandona.
Ok, me la sono cercata. Ho iniziato a sbavare come un’idiota dietro al figo della facoltà, ma dove sta scritto che sognare è un reato?
Ho sempre fatto attenzione a non farmi notare, ho sempre sognato da lontano… ed adesso sono qui. Vedo Edward avvicinarsi a me e l’emicrania aumenta insieme a tutte le variabili che il mio cervello sta elaborando!
Merda.
“Ciao Bella!” mi saluta con il suo sorriso … finto.
“Ciao Edward!” gli rispondo esasperata.
“Lo so, mi hai detto di starti lontano, ma non ci riesco…” e si stringe nelle spalle con la faccia da angelo.
“Certo. Capisco” rispondo acida continuando a camminare.
“Volevo parlarti ieri, quando ti ho vista nel negozio…”
“Ma l’oca che ti faceva compagnia non avrebbe capito!” finisco per lui la frase.
“No. Non volevo avvicinarmi a te, con tutti quei completini sexy in mano… sono un uomo e a certe tentazioni fatico a resistere” ma si crede simpatico?
“Senti ho mal di testa. Ho una relazione da consegnare e nessuna voglia di parlare. Quindi ciao” e aumento il passo per distanziarlo. Non mi segue, non mi chiama. Perfetto!
 
Finite le lezioni corro in biblioteca saltando completamente il pranzo. Ho lo stomaco chiuso dal nervoso e il pensiero di vederlo in mensa mi fa salire la nausea…
Mi siedo al tavolo della biblioteca ed inizio la ricerca per la relazione. Provo a concentrarmi, ma i crampi allo stomaco ed i volti di tutti coloro che sono mischiati in questa schifosa scommessa continuano a fluttuarmi davanti agli occhi facendomi perdere la concentrazione. Ringhio lanciando la matita quando il volto sorridente di Edward fa capolino nella mia mente insieme a quello della sua ultima conquista… Gelosa, Bella? No! Solo incazzata, delusa… ma non gelosa. Meglio che venga etichettata la stangona bionda come oca-Masen, che me!
“Web-design… ottimo!” la voce di Edward mi fa svanire i volti sorridenti dalla mente. Scuoto la testa, forse la mia immaginazione sta correndo troppo se sento pure la sua voce.
“Posso sedermi?” non è frutto della mia immaginazione… la voce è quella di Edward perché è Edward a parlarmi e a guardarmi preoccupato.
“In biblioteca i posti non sono assegnati” gli rispondo tornando alla ricerca e cercando di mantenere lo sguardo lontano da lui.
“Questa è tua?” continua passandomi la matita che ho lanciato tre secondi prima.
“Grazie” sussurro continuando a fissare il monitor. Sento la sedia spostarsi ed il suo profumo di sandalo mi invade le narici risvegliando completamente gli ormoni…
“La relazione per il prof. Whatson?” chiede tranquillo ed io annuisco.
“Io l’ho preparata l’altro anno… se vuoi ti do una mano” continua imperterrito.
“Credo che ci diano le relazioni per imparare qualcosa… se me la fai tu credo che perda la sua efficacia” gli rispondo cercando di mantenere un tono cortese.
“Non ho detto che voglio fartela” risponde sospirando “Ho solo chiesto se vuoi una mano… mi piace web-design e ti aiuto volentieri”
“Nessuna ochetta da spupazzare?” gli chiedo scocciata guardandolo finalmente in faccia. Serra la mandibola, ma i suoi occhi non mi guardano con odio, hanno un velo che non riesco a capire.
“Mi sono preso una pausa” risponde serio ed io scoppio a ridere, coprendomi immediatamente la bocca dopo l’ammonimento di un ragazzo seduto poco distante da noi.
“E la moretta di stamattina nella classe di musica? Non conta?” gli chiedo rivedendo la scenda della sua testa inclinata sul collo della morettina seduta sulla scrivania di musica e le gambe di lei allacciate sulla sua schiena.
“Touché” risponde imbarazzato e mi regala un sorriso.
Scuoto la testa con un sorriso e torno a scrivere la relazione.
“Abbiamo molte cose in comune…” spezza il silenzio dopo che ho scritto poche righe “e stare con te mi fa stare bene…” continuo a scrivere per nascondere il tremore delle mani, non so se tremo per rabbia dato che vorrei che dicesse quelle cose pensandole veramente o perché anche se so che sono solo bugie le sue parole mi hanno toccato il cuore “ti chiedo solo di essere amici… e ti prometto che cercherò di essere meno permaloso, ok?” scuoto la testa con un sorriso.
“Non possiamo essere amici perché abbiamo poco in comune, per non dire nulla. Non possiamo essere amici perché sei solo un farfallone che pensa a farsi la prima che gli vola tra le braccia, non possiamo essere amici perché con te devo fare attenzione a cosa dico e a cosa faccio… e poi, non possiamo essere amici perché non vedo nessun motivo per esserlo. A te sicuramente non mancano le amicizie, dato che sei il più popolare della facoltà e a me non interessa fare nuove amicizie” mi sono fermata per parlare e l’ho anche guardato negli occhi e ci ho visto delusione. Poverino, il suo piano non sta funzionando. Ed anche se so che Jasper mi sgriderà per non avergli permesso di essermi amico come era nei piani, mi sento un peso in meno ad aver parlato sinceramente.
Edward non risponde, lo sento respirare e sento i suoi occhi su di me mentre ritorno a scrivere.
“Isabella…” mi chiama con un sussurro che mi fa vibrare l’intero corpo ed aumento la velocità di battitura “dammi solo un possibilità” me lo chiede quasi disperato e se non sapessi della scommessa avrei già ceduto, ma purtroppo i miei ormoni non sono ancora ben addomesticati e fare il gioco di Jasper è ancora troppo pericoloso per me, quindi faccio finta di non averlo sentito e continuo a scrivere. 
Mi blocca le mani sulla tastiera e le stringe tra le sue. Una scarica elettrica mi attraversa il corpo, è una sensazione piacevole che però mi fa spaventare… è pericoloso provare certe sensazioni con scommessa-Masen. Allontano le mani come scottata e vorrei ammonirlo con lo sguardo, ma la sua espressione confusa mi fa desistere. Ci fissiamo negli occhi per svariati secondi e mi sento bene… non c’è odio, malizia, desiderio… c’è solo pace.
“Bella!” la voce di Rosalie mi fa voltare spezzando l’incantesimo. “Scusa il ritardo, ma mi hanno trattenuta… dove sei arrivata?” e dopo aver salutato gelidamente Edward si posiziona davanti al computer iniziando a digitare sui tasti.
“Sull’impaginazione…” mormoro posizionandomi meglio sulla sedia e ancora frastornata per ciò che è successo.
“Ci vediamo” mormora Edward e senza aggiungere altro svanisce… non so se è perché sono ancora stordita dal suo sguardo, ma la sua voce mi è sembrata per la prima volta calda, dolce… noooo, me lo sono solo immaginato!
 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
“Wow, Jasper non mi aveva detto che l’amica da aiutare era così carina” esclama a mezza voce Garrett sorridendomi.
“Solo carina?” lo prendo in giro facendolo ridere. E con la coda dell’occhio vedo Edward appoggiato al bancone. Il caffè in una mano e tutto il corpo rivolto verso di noi.
“Sono un gentiluomo” e mi sfiora il dorso della mano con un bacio “Non lo fossi, direi: conturbante, sensuale, sexy … con degli occhi color cioccolato nel quale perdersi” abbasso il viso rossa dall’imbarazzo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Venerdì 8 gennaio ***


Ciao a tutte!!!
Siete veramente tantissime e sono felicissima che questa storia piaccia e che vi faccia divertire perchè io mi sto divertendo tantissimo!!!
Ogni giorno il numero di persone che la aggiunge alle tre categorie aumenta ed io ve ne sono veramente grata! E' una storia nata per scommessa, ma devo ammettere che mi sto affezionando tantissimo a questi personaggi e a voi che mi seguite ... GRAZIEEEEE!!!
Ma adesso bando alle ciance e Buona lettura!!!
Fatemi sapere cosa ne pensate del nuovo personaggio!!!
Un bacio a tutte!!!
 
Image and video hosting by TinyPic
 

Venerdì 8 gennaio

Beh! Sicuramente le mie parole in biblioteca hanno fatto breccia, il problema è che i miei amici non sono contenti per come ho gestito la situazione. Ieri Edward non mi ha nemmeno salutato. Ammetto che ogni volta che lo guardavo lo trovavo a fissarmi, ma non si è più avvicinato.
Durante la pausa pranzo mi ritrovo con i miei amici e discutiamo su come procedere.
Ripeto per l’ennesima volta per filo e per segno tutto ciò che ho fatto e detto e i miei amici azzardano ipotesi. Ripensandoci credo che ci stiamo tormentando per niente. Abbiamo ideato un piano perché non volevo cadere vittima della scommessa, ma da come si comporta Edward non corro più il pericolo, quindi perché rimuginarci? E di questo pensiero rendo partecipi i miei amici.
“Forse è inutile pensarci! Forse Edward si è arreso… abbiamo vinto comunque!” esclamo felice e (quasi) sicura.
Emmett, Jacob e Jasper negano con la testa facendo una smorfia.
“I tipi come Edward non mollano, soprattutto se hanno già perso una volta… sta escogitando qualcosa” mi toglie ogni speranza Jacob.
“Non possiamo permettergli di avere il controllo della situazione… dobbiamo mantenere noi il controllo” dice Jasper mantenendo la testa bassa e tormentandosi la punta del naso con l’indice ed il pollice.
“Non possiamo aspettare una sua mossa… troppo rischioso!” esclama preoccupata Alice guardando fiduciosa Jasper. Tutti i miei amici rimuginano sulla questione, mentre io attendo il loro verdetto. Ogni tanto lancio un’occhiata verso il tavolo dove è seduto Edward, ma lui non se ne accorge dato che è troppo preso a fare un controllo odontoiatrico approfondito alla biondina che tiene in braccio.
“Ho capito! Aspettate un attimo!” esclama Jasper facendoci sussultare e si allontana con il cellulare all’orecchio.
 
“Ok. Entra in scena Garrett! Arriverà per la fine delle lezioni. Ti aspetterà fuori dalla facoltà e tu gli volerai al collo appena lo vedrai… tutti devono credere che sia il tuo ragazzo!” esclama quando torna dalla telefonata.
Annuisco poco convinta. Sono felice di conoscere il cugino di Jasper, dalla telefonata di Natale mi è sembrato un ragazzo simpatico e a modo, ma non sono sicura che sia una buona idea aggiungere altre persone a una farsa che forse non ha più nemmeno senso di esistere.
“Come facciamo a riconoscerci?” gli chiedo perplessa evitando di porre i miei veri dubbi.
“Tranquilla, gli ho mandato una tua foto, appena ti vedrà attirerà la tua attenzione” mi rassicura Jasper mostrandomi la foto di un ragazzo veramente carino con degli occhi azzurri bellissimi che sorride disinvolto alla fotocamera.
 
Con lo stomaco chiuso per la tensione ritorno in classe e seguo malamente le lezioni. Prendo appunti, ho gli occhi incollati alla lavagna o al foglio, ma la mente vaga per i suoi film mentali!
Finalmente arriva la fine delle lezioni. Esco dalla facoltà cercando un indizio per riconoscere il cugino di Jasper, ma non trovo nessuno. Inizio ad agitarmi… e se non viene? Cosa faccio?
“Bella!” una voce sconosciuta mi chiama in modo molto amichevole.
Mi volto e il cugino di Jasper richiama la mia attenzione muovendo un braccio in aria. Mi sorride come se mi conoscesse da una vita e allarga le braccia in attesa che lo saluti. Gli corro incontro e lo abbraccio esattamente come mi ha indicato Jasper “Garrett!” lo saluto felice gettandogli le braccia al collo.
Lui mi stringe a sé con trasporto e mi bacia sulla guancia a pochi millimetri dalla bocca.
“Ho atteso che uscisse Edward… non volevo che si perdesse la scenetta” mi sussurra accarezzandomi le labbra con il suo fiato caldo ed io mi irrigidisco. Le sue mani mi accarezzano delicatamente la schiena facendomi sentire terribilmente a disagio.
“Tranquilla, sono un attore” mi sussurra stringendo l’abbraccio. “Cerca di rilassarti… non ti bacio, tranquilla!” e mi strizza l’occhio rimanendo a pochi centimetri dal mio viso. “Siamo due fidanzati che si ritrovano, un finto bacio è da copione!” mi ricorda inarcando un sopracciglio.
Rimaniamo abbracciati in una posa che da lontano può sembrare che ci stiamo baciando, mentre mi sussurra parole utili per farmi eseguire la scenetta in modo corretto.
“C’è ancora?” gli chiedo appoggiando il viso alla sua spalla.
“Sì, ed ha una faccia veramente buffa… da fotografare!” e scoppiamo a ridere liberandoci dall’abbraccio.
“Vieni ti offro un caffè” dice con tono leggermente più alto per farsi sentire e mi cinge le spalle con il braccio. Appoggio la testa alla sua spalla e lo seguo in caffetteria.
“Vedi, non è difficile. Lasciati andare e vedrai che abboccherà presto!” mi sussurra chinandosi al mio orecchio. Sembriamo veramente molto intimi.
“Ok, maestro sono nelle sue mani” e stringo il braccio che gli circonda la vita sentendomi completamente a mio agio. Si sente che è il cugino di Jasper. Ha la stessa capacità di infonderti tranquillità con un solo sguardo, ed i suoi occhi sono così profondi e sinceri che mi sembra di conoscerlo da una vita.
 
Arrivati in caffetteria ci sediamo in un angolino appartato, ma visibile dal bancone. Ci sediamo uno di fronte all’altro e allacciamo le nostre mani sul tavolo.
“Wow, Jasper non mi aveva detto che l’amica da aiutare era così carina” esclama a mezza voce Garrett sorridendomi.
“Solo carina?” lo prendo in giro facendolo ridere. E con la coda dell’occhio vedo Edward appoggiato al bancone. Il caffè in una mano e tutto il corpo rivolto verso di noi.
“Sono un gentiluomo” e mi sfiora il dorso della mano con un bacio “Non lo fossi, direi: conturbante, sensuale, sexy … con degli occhi color cioccolato nel quale perdersi” abbasso il viso rossa dall’imbarazzo.
“Ehi! Non ti volevo mettere in imbarazzo” dice carezzevole mentre con la mano mi fa alzare delicatamente il volto.
“Scusa, ma non sono abituata ai complimenti” mi giustifico mordendomi il labbro.
“Male! Una ragazza bella come te dovrebbe ricevere i complimenti in ogni momento” mi sorride accarezzandomi la guancia e guardandomi negli occhi dolcemente.
“Grazie! Sei un vero gentiluomo, dovremmo frequentarci, così mi aiuti ad aumentare l’autostima” scherzo cercando di stemperare l’imbarazzo.
“Vieni qui” e si allontana dal tavolo per farmi sedere sulle sue gambe. Lo guardo senza capire.
“Ci sta guardando e mi piace stuzzicarlo… non ti ha ancora tolto gli occhi di dosso!” e tenendomi per mano, mi fa accomodare sulle sue gambe.
“Vogliamo farlo morire?” mi sussurra all’orecchio sogghignando. Annuisco. Prende con il cucchiaino un pezzo di torta e mi imbocca. Ringraziando i capelli mi coprono il viso, o Edward noterebbe il mio imbarazzo.
“E’ rosso come un peperone e se stringe ancora un po’ il bicchiere lo manderà in frantumi.” Mi informa mentre mi bacia sulla guancia.
“Ti stai divertendo vero?” gli chiedo stando al gioco e appoggiando la testa sulla sua spalla e cingendogli le spalle con entrambe le braccia.
“Sì… mai divertito tanto” e nasconde la risata coprendo il viso nell’incavo del mio collo solleticandomi con il fiato.
Non ho mai flirtato con nessuno e una vicinanza così ristretta non l’ho mai avuta nemmeno con Seth o Jacob… è strano, mi fa sentire bella e sicura di me stessa.
 
Ormai Garrett ci ha preso gusto.
Dopo il bar abbiamo passeggiato mano nella mano fino alla spiaggia. Non so se Garrett ha gli occhi anche dietro alla nuca, ma più volte mi ha confermato che Edward ci stava seguendo.
Siamo scesi in spiaggia e come due fidanzati ritrovati ci siamo accomodati sugli scogli, con la mia schiena appoggiata al suo petto e le mani intrecciate appoggiate alle mie ginocchia.
“Quindi vuoi aprire un negozio con le tue amiche?” mi chiede tenendo il mento appoggiato alla mia nuca.
“Sì. Alice disegna, Rosalie pubblicizza ed io amministro” spiego orgogliosa il mio progetto.
“Una bella squadra! E dove lo aprireste?”
“Ci piacerebbe qui a Seattle, anche se Alice spinge per trasferirci a New York.”
“Mmh… New York è una sfida difficile, soprattutto nel campo della moda”
“Sì, ma è anche dove è più facile farsi conoscere… sta nella bravura dello stilista non farsi affondare dalla concorrenza!” rispondo sicura.
“Combattiva… devo aggiungerlo ai tuoi pregi… mi piace!”
“Invece tu?” chiedo spostando il viso per poterlo guardare in faccia.
“Al momento sto studiando per diventare attore, ma se devo essere sincero sono ancora molto confuso! Mi piace recitare delle parti, ma mi piace anche aiutare la gente… vorrei fare l’infiltrato per l’FBI” e scoppia a ridere come se avesse detto un’assurdità.
“Perché ridi?”
“Beh! Per entrare nell’FBI dovrei ricominciare gli studi. Buttare dalla finestra due anni di facoltà e ricominciare da capo. Superare i vari esami ed incrociare le dita che mi assumano per fare l’infiltrato e non per sistemare gli archivi” e mi stringe a sè, dato che mi ero allontanata.
“E’ ancora qui?” chiedo cercando di scrutare la spiaggia senza farmi vedere.
“Chi?” mi chiede riemergendo da qualche pensiero.
“Edward”
“Oh. Aspetta.” Si immobilizza per alcuni secondi. “No. Lo abbiamo perso… mi dispiace!” e si stringe nelle spalle dispiaciuto. “Vuoi andare a casa?” mi chiede senza muoversi.
“No. Ma voglio cambiare location. Ti va un gelato?” gli propongo alzandomi e porgendogli la mano.
“Solo se è al cioccolato!” annuisco felice e tenendoci per mano ci dirigiamo alla gelateria.
 
Mangiamo il gelato e continuiamo a parlare dei nostri progetti, dei nostri sogni, del nostro futuro… è piacevole parlare con Garrett, è un uomo colto e con una buona parlantina! Speriamo che Edward non abbocchi per molto tempo, così potrò gioire della sua compagnia ancora per un po’!
“Ma a Seattle dove alloggi?” gli chiedo mentre usciamo dalla gelateria.
“Da Jasper e Jacob, ma se la mia permanenza dovesse prolungarsi, credo che mi cercherò un alloggio.”
“Ma come fai con l’università?”
“La abbandono! Non avevamo deciso che la cambiavo?” mi chiede facendo una faccia buffa. Scoppio a ridere e lui mi segue e continuando a ridere mi abbraccia.
“L’ho visto. E’ su una Volvo grigia alle mie spalle” mi avvisa smorzando la mia risata. Mi stringe maggiormente tra le sue braccia.
“Sembra uno stalker il tuo amico” scherza mentre mi sfiora i capelli con il naso. Ma non lo trovo divertente, effettivamente non mi piace che mi segua.
“Cosa facciamo?” gli chiedo incamminandomi mantenendo l’abbraccio.
“Tranquilla Bella” cerca di calmarmi accorgendosi del mio tremore “Ci sono io qui, e se non ti basto c’è anche Emmett pochi passi più indietro… non può farti nulla ok?” annuisco cercando di riprendere il controllo del mio corpo. Non sono più così sicura di voler fare quel gioco pericoloso. Ho già assaggiato l’aggressività di Edward nella saletta la prima sera, non voglio replicare.
“Comunque rispondendo alla tua domanda: Ti porto fuori a cena!” e stringendomi maggiormente si incammina sul lungo mare.
 
La cena passa piacevole, come ogni momento in sua compagnia. E tolto la sgommata della Volvo di Edward quando ci siamo seduti al tavolo che dava sulla strada, di Masen non abbiamo più visto nemmeno l’ombra. Mi sono rilassata e ho scherzato e riso come facevo a Forks. Ho mangiato tantissimo, attirandomi occhiatacce da parte di Garrett.
“Assimilo facilmente, tranquillo, non diventerà un’obesa!” lo tranquillizzo riempiendomi la bocca con i tortellini ai funghi.
Alza le mani stringendosi nelle spalle.
“Appurato che hai un buon appetito… posso chiederti una cosa?” mi chiede facendosi improvvisamente serio.
“Spara!” lo incito scherzosamente.
“La tua versione di cosa sta succedendo… chi è Edward e perché io sono qui?”
Perfetto! Tra tutte le cose che poteva chiedermi, mi ha chiesto l’unica che mi ha fatto passare l’appetito, ma è giusto che gli risponda dato che ormai c’è dentro fino al collo.
Gli spiego della scommessa, di come involontariamente ho provocato Masen e del piano di Jasper per metterlo nel sacco…


 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
“E’ inutile che neghi cosa è successo… mi hai baciato… cos’è? Avevi bisogno di qualcuno che ti tenesse compagnia dato che il tuo grande amore non c’era?” mi chiede furente fermandomi la mano a pochi centimetri dalla sua guancia. 


 
IN ATTESA DEL PROSSIMO CAPITOLO
POTETE FARE UN SALTO NELLE ALTRE MIE STORIE!!!
from twilight to sunrise edward - POV Edward in NEW MOON (Completa)
Padre senza saperlo - un'isola, una regola... e le sue conseguenze! (Completa)
La donna più felice del mondo - un ragazzo, una ragazza e qualcuno di troppo! (Completa)
Devi essere indipendente - facile innamorarsi di un uomo sexy pieno di soldi, e se fosse solo un sexy imbianchino? (Completa)
Il mio incubo personale - a volte cambiare città non basta per dimenticare (In Corso)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Lunedì 11 gennaio ***


Ciao a tutte!!! E come promesso sono riuscita ad aggiornare!!! Sono di corsissima e quindi bando alle ciance e BUONA LETTURA!!!!
Fatemi sapere cosa ne pensate del dolce Garrett... e del Signor scommessa!!!
Ci leggiamo prestoooo!!!
P.S: corro ad aggiornare Incubo! Spero di vedervi anche di là!!!


 Image and video hosting by TinyPic

Lunedì 11 gennaio

Da buon finto fidanzato, Garrett mi viene a prendere a casa per accompagnarmi in facoltà. Mi offre la colazione e io colgo l’occasione per presentarlo al resto del gruppo, compreso a Jasper perché Edward è presente, anche se seduto con i suoi amici in un altro tavolo.
Garrett racconta un paio di aneddoti e riesce a conquistare la simpatia di tutti. Mantiene sempre un contatto con me: il braccio sulle spalle, la mano intrecciata con la mia… sembriamo proprio innamorati!
Purtroppo però la sua protezione termina all’entrata della facoltà.
“Tranquilla, ci saranno gli altri con te” e mi bacia una tempia prima di lasciarmi andare.
Nel corridoio vengo scortata da Rose e Alice. Incrocio Edward, ma sta parlando con l’oca di turno ed io rilascio un sospiro di sollievo per il contatto evitato. Oddio! Inizio a parlare come Jasper! Aiuto!
 
A lezione sento gli occhi di Edward su di me, ma lo ignoro e seguo la lezione o parlo con Rose. Al termine però, il professore chiede a Rose di avvicinarsi alla cattedra per vedere la relazione ed io rimango sola.
“Ciao Bella!” mi saluta Edward arrivandomi alle spalle e soffiandomi all’orecchio.
“Ciao Edward” lo saluto battendo il piede a terra nervosa mentre continuo a guardare Rose e cerco di convincere con la mente il professore a sbrigarsi.
“Possiamo parlare un attimo?” mi chiede prendendomi per il polso assicurandosi che non scappi.
“Credo che ci siamo già detti tutto” rispondo acida continuando a minacciare con lo sguardo il professore e chiamando telepaticamente Rose.
“Non ci siamo detti tutto.” Risponde sfrontato mentre mi volta completamente per potermi guardare negli occhi. “Ad esempio non mi avevi detto di avere un fidanzato” con il dito accarezza il mio polso.
“Non me lo hai chiesto” gli rispondo tranquilla stringendomi nelle spalle come se fosse una motivazione valida, ma non lo guardo negli occhi perché faccio schifo a mentire e se lo guardassi negli occhi mi scoprirebbe subito.
Sbuffa una risata e scuote la testa “Non credevo fossi una che tradisce il proprio ragazzo” mi ammonisce come un maestro riprende un bambino che ha appena fatto una marachella.
Lo guardo con occhi sgranati. Vorrei schiaffeggiarlo, io non sono quel genere ragazza … e non ho mai tradito nessuno!
“Ma come ti permetti?” gli rispondo arrabbiata e con un gesto secco libero il polso dalla sua presa per poterlo finalmente schiaffeggiare.
“E’ inutile che neghi cosa è successo… mi hai baciato… cos’è? Avevi bisogno di qualcuno che ti tenesse compagnia dato che il tuo grande amore non c’era?” mi chiede furente fermandomi la mano a pochi centimetri dalla sua guancia. I suoi occhi emanano fulmini ed il viso è accaldato.
“Non credo siano affari tuoi… e io non ti devo nessuna spiegazione” ringhio cercando di non compromettere ulteriormente la situazione.
“Credevo fossi diversa dalle altre oche! Credevo che fossi una ragazza seria ed invece…” mi deride guardandomi da testa a piedi sprezzante, facendomi sentire una brutta persona.
“Eravamo in pausa… aveva bisogno di tempo… anche io… le nuove scuole… le nuove vite… credevamo…” inizio a farfugliare sperando che capisca tra le righe che non sono un’oca, ma nello stesso tempo non intuisca che qualcosa non torna nelle mie scuse inventate.
“… e il grande amore ha deciso di tornare…” finisce per me con voce roca.
“Sì. E sono felice che non abbiamo buttato alle ortiche il nostro amore per un semplice fatto di lontananza…” rispondo in un sussurro, mentre il cuore si stringe nel pensare a Robert.
“Ti rende felice?” mi chiede con voce calda e accarezzandomi una guancia con il dorso delle dita.
“Sì” rispondo senza riuscire a guardarlo negli occhi.
“Voglio solo che tu sia felice e che sia mia amica…” sussurra continuando a sfiorarmi la guancia “Perché noi due siamo amici, vero?” mi chiede sorridendomi.
“Mi dispiace Masen, ma amici si diventa per affinità, per una storia comune o per simpatia e tra di noi manca tutto questo. Ci conosciamo da poco e ogni nostro incontro finisce in litigio… non credo che la nostra amicizia sia possibile… nemmeno impegnandoci”
“Dammi una possibilità” mi chiede per l’ennesima volta sorridendomi con il suo sorriso sghembo, che mi fa fremere come un’adolescente davanti al suo idolo.
“Di nuovo?” rispondo spazientita per mascherare nel migliore dei modi il mio vero stato d’animo. “Io non ho idea di chi tu sia o come tu viva. Io non ti do nessun’altra possibilità. Dopo il nostro discorso in biblioteca sono diventata vetro per te… e adesso che si è presentato Garrett tu ti ripresenti con questa impossibile richiesta di essere amici pochi secondi dopo avermi dato dell’oca traditrice. Se sarà destino diventeremo amici, forse, altrimenti saremo due semplici compagni di facoltà che si salutano per cortesia e si fanno gli affaracci propri.” E finalmente Rosalie mi raggiunge liberandomi da quella scomoda situazione.
Edward si passa la mano nei capelli nervoso e mi guarda con uno sguardo che non riesco a decifrare. Stronzo! Se solo fosse sincero e volesse realmente essermi amico una possibilità gliela darei, ma più penso a come parlava di me negli spogliatoi e più il mio odio nei suoi confronti aumenta, a dispetto degli ormoni che continuano a non voler sentir ragioni.
***
 
In pausa pranzo Garrett ci raggiunge facendomi dimenticare Edward e la battaglia interna che nasce in me ogni qualvolta che Masen è nei paraggi.
Da vero gentiluomo mi sposta la sedia per farmi sedere e prende le ordinazioni di tutti noi prima di andare al bancone.
Edward entra in caffetteria e mi fulmina con lo sguardo, anche se non mi passa inosservato il sorrisetto compiaciuto vedendomi senza “fidanzato” … ma la mia rivincita ci mette poco ad arrivare.
Garrett arriva dopo pochi secondi e mi fa accomodare sulle sue gambe chiamandomi amore e chiedendomi scusa per l’attesa. Il sorrisino di Edward si trasforma in ringhio e, nascondendo malamente il suo fastidio, si accomoda insieme ai suoi amici, che rincarano la dose prendendolo in giro… questo si chiama karma mio caro Edward!
Ovviamente per tutta la pausa pranzo io e Garrett ci divertiamo a stuzzicarlo.
“Credo che lo avete fatto cuocere a puntino… dobbiamo lasciargli la possibilità di avvicinarsi” dice Jasper passandomi il caffè.
“Secondo me dobbiamo farlo rosolare ancora un po’” gli risponde Garrett mentre mi sorride e mi accarezza i capelli alla base del collo.
“Se volete, oggi in palestra posso stuzzicarlo…” propone Emmett con un ghigno.
“Sì. Ho già in mente un paio di battutine…” gli dà man forte Jacob mentre si strofina il mento con l’indice ed il pollice. “Masen, forse è meglio che dimentichi la scommessa… il morosino è tornato e tu sei fuori dai giochi” fa le prove con viso compiaciuto.
“Masen… le gambe Bella le ha aperte, ma non per te… mi dispiace paga” prova anche Emmett prendendosi un coppino da Rosalie. “Ma che ho detto?” chiede guardandoci innocente e massaggiandosi la parte lesa.
“Volgare” sibila Rosalie accavallando le gambe e incrociando le braccia.
“Masen… Bella non si fa ingannare da un bel corpo… devi anche avere un cervello, per non parlare di un cuore…” prova Alice.
“Mi piace” esclama Jasper puntando l’indice verso Alice. “Sì. Ottima idea. Ormai il tempo stringe, dobbiamo smuovere le acque e la frase di Alice è quella che ci vuole…”
“Presto sarò lasciato…” piagnucola Garrett strofinandomi il naso sul collo, ed io lo abbraccio per consolarlo.
“Poverino… ma stai tranquillo. Il nostro amore è stato breve ma intenso” e stringo l’abbraccio dandogli tanti bacini sulla testa e lui strofina il suo viso nell’incavo del mio collo.
I ragazzi ci lasciano soli ed io e Garrett rimaniamo ancora a chiacchierare sotto lo sguardo attento di Edward.
“Posso confidarti una cosa?” mi chiede accarezzandomi le spalle.
“Dimmi!”
 “Non mi piace Masen… capiscimi. Mi piace farlo ingelosire, ma il suo sguardo non promette nulla di buono. Stai attenta ok?” ed io annuisco deglutendo.
“Dici che può arrivare a…” non riesco nemmeno a finire la frase e scuoto la testa cercando di scacciare il pensiero. Quando eravamo nella saletta, la famosa prima sera, poteva abusare di me. Nessuno lo avrebbe sentito, eppure non lo ha fatto, anzi era veramente dispiaciuto e si è comportato correttamente.
Credo che il suo grande ego lo faccia sembrare pericoloso, ma se non stuzzico quella parte, sicuramente non corro nessun pericolo.
“Non credo che sia capace di arrivare a tanto. Ma non ho mai visto un ragazzo guardare una ragazza come lui guarda te…” e per un attimo guarda nella direzione di Edward.
“Anche se non ti sarò vicino, sappi che sarò sempre nei paraggi e pronto ad intervenire. Tu fai attenzione” e mi bacia mantenendo le labbra sulla mia guancia per alcuni secondi e tenendo la sua grande e calda mano sull’altra.
 
***
 
“Se avesse potuto ti avrebbe spaccato la faccia!” ride a crepa pelle Jacob coricandosi sul divano e tenendosi la pancia con le mani.
“Ti sogni un corpo come il mio” fa il verso Emmett a Edward, e riscoppia a ridere asciugandosi gli occhi.
“Non è colpa mia se Bella non ha buon gusto” continua Emmett. Garrett si irrigidisce ed io intervengo senza smettere di ridere.
“Beh! Se stare con un ragazzo da urlo, con un cervello sopraffino ed un cuore d’oro è non avere buon gusto… Piacere sono Isabella cattivo gusto” continuo a ridere dopo aver detto l’ultima parte della frase seria e alzando la mano come per presentarmi. Ridiamo tutti continuando a fare il verso al damerino, ma dopo la mia frase Garrett non ha più riso e si è bloccato a fissarmi.
“Cosa succede?” gli chiedo cercando di non farmi sentire dagli altri.
“Davvero lo pensi?” mi chiede con uno strano luccichio negli occhi. “Ciò che hai detto di me? Il fisico, il cuore…” annuisco.
“Certo. Ma ti sei mai visto allo specchio?” gli chiedo ridendo.
“E se non fingessimo?” mi chiede scavandomi nell’anima attraverso gli occhi.
Rimango basita e a bocca aperta, mentre cerco di mettere ordine nei pensieri ormai ingarbugliati.
“Scusa lascia stare” si allontana mascherando con un sorriso la delusione e si avvicina a Emmett per scherzare con gli altri.
Cerco di farmi distrarre dalle risate degli amici. Non posso credere a ciò che mi ha chiesto. Ho la vita già abbastanza incasinata senza bisogno di aggiungere un ragazzo reale nella mia vita… anche se devo ammettere che Garrett sarebbe veramente il mio ragazzo ideale.
Lo so cosa pensate. E allora perché non ci stai?
Beh. Sarà solo una cotta quella che provo per Masen, ma purtroppo le sensazioni forti che il bastardo riesce a farmi provare, non le provo per Garrett… non pensate subito che vorrei stare con Masen. Vorrei stare con una persona che sia esattamente Garrett e Edward messi assieme. Che sia perfetto come il mio finto fidanzato e che mi faccia volare le farfalle nello stomaco come il signor scommessa… capito?
 
“E anche la squadra ha dato man forte?” chiede Jasper seriamente.
“Sì. Tutti hanno iniziato a sfotterlo. Dovevi vedere come era incazzato.” Risponde soddisfatto Emmett.
“E’ pericoloso farlo arrabbiare” esclama Garrett teso come una corda di violino.
“Ha ragione mio cugino. Ho studiato bene i suoi atteggiamenti. Non dovete farlo arrabbiare troppo potrebbe diventare pericoloso… dovete solo fargli capire che se non si dà una mossa non concluderà nulla con Bella.” Tutta l’ilarità svanisce.
“Masen è tutto fumo e niente arrosto” spiega Jacob convinto.
“Meglio non rischiare… comunque va bene. Sicuramente le vostre battute gli daranno una motivazione in più per non perdere tempo…”
“Meglio che Bella gli dia un po’ di spago per renderlo meno arrabbiato?” chiede Alice avvicinandosi a me e prendendomi la mano.
“Sì. Se domani si avvicina, dagli una possibilità e non rispondere acida… anche se…”
Rimaniamo tutti in attesa che Jasper finisca la frase.
“Anche se, un tuo cambio repentino potrebbe insospettirlo…”
“Bella e Garrett possono litigare davanti a lui. Così Bella può essere più disponibile passando per la ragazza bisognosa di conforto.” Propone Rosalie.
“Ma non è troppo presto? Garrett è arrivato solo pochi giorni fa…” fa notare Alice.
“Alice ha ragione… troppo presto e troppo poco credibile… prendiamoci più tempo, almeno fino a fine settimana… qualcosa lo troveremo!”
“Quindi per domani sera nessun teatrino?” chiede Alice delusa.
“Perché? Cosa avevi in mente?” le chiedo preoccupata.
“Domani sera ci sarà l’apertura di un nuovo locale… pensavo di andarci. Ci sarà tutta la facoltà e sicuramente anche Edward.”
“Andiamoci. Non lasceremo mai sola Bella, nemmeno quando va in bagno. Così possiamo gustarci la serata e Bella sarà al sicuro. E al diavolo Masen” esclama Rosalie battendo un pugno sul tavolo.
“Ottima idea. Lo faremo rosolare ancora un po’ e avremo la possibilità di incontrarlo senza aggiungere legna al fuoco. Sia Emmett che Jacob gli parlerete evitando il discorso Bella, facendogli credere che le battute negli spogliatoi erano dovuti ad un momento di euforia. Bella starà sempre con Garrett così lui potrà vedere con i propri occhi che Bella sta diventando un miraggio, ed io, Alice e Rosalie ci divertiamo a ballare e a bere.” Rimaniamo tutti a bocca aperta per la divisione dei ruoli.
“Ho dimenticato qualcuno?” chiede innocente Jasper facendoci scoppiare tutti a ridere.
 
La serata continua parlando di altro. Accantoniamo il discorso Masen-scommessa e passiamo una piacevole serata tra amici. Ci sfidiamo tutti alla console: maschi contro femmine ed esultiamo quando vinciamo, infierendo sui perdenti!!!
Garrett non si è più avvicinato, ogni tanto l’ho scorto mentre mi guardava, ma distoglieva subito lo sguardo.
Non sarà facile continuare a fingere di essere fidanzati se lui prova realmente qualcosa per me…

 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
... “Proviamoci!” mi sussurra scavandomi nell’anima con i suoi occhi azzurri come il cielo. “Proviamo a stare insieme… ti difendo io dal signor Scommessa” sorride indicando con un piccolo gesto del capo il privè e annullando quasi completamente le distanze.... 
 
IN ATTESA DEL PROSSIMO CAPITOLO
POTETE FARE UN SALTO NELLE ALTRE MIE STORIE!!!
from twilight to sunrise edward - POV Edward in NEW MOON (Completa)
Padre senza saperlo - un'isola, una regola... e le sue conseguenze! (Completa)
La donna più felice del mondo - un ragazzo, una ragazza e qualcuno di troppo! (Completa)
Devi essere indipendente - facile innamorarsi di un uomo sexy pieno di soldi, e se fosse solo un sexy imbianchino? (Completa)
Il mio incubo personale - a volte cambiare città non basta per dimenticare (In Corso)
 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Giovedì 14 gennaio ***


Ciaooo!!
Grazie per le tantissime recensioni e grazie a tutte coloro che hanno aggiunto la mia storia nei tre elenchi....
e grazie anche a chi legge silenzioso!
Siete tutti fantastici e per ringraziarvi come si deve vi posto subito il capitolo...
Chissà cosa decideranno gli ormoni di Bella!!! 

BUONA LETTURA!!!
 
Image and video hosting by TinyPic  

Giovedì 14 gennaio

Questi ultimi due giorni sono stati favolosi!

Il martedì pomeriggio l’ho passato in casa da sola a leggere la fine del libro e mi sono coccolata per la maggior parte del tempo. Ho letto sul divano, nella vasca… e solo quando le ragazze sono tornate dallo shopping sono tornata con la testa sulla terra.
La serata è andata ancor meglio del previsto. Jacob ed Emmett hanno riso e scherzato con Edward. Hanno pure azzardato ad invitarlo al nostro tavolo e lui ha accettato. Jasper e Garrett si sono dimostrati subito suoi amiconi, anche se tra Garrett ed Edward la tensione era palpabile.
Non sono mai stata da sola come ordinato da Jasper e Garrett è stato perfetto. Quando Edward era nei paraggi o ci guardava Garrett riusciva a vestire i panni del fidanzato innamorato, anche se il feeling che avevo sentito nei giorni precedenti era svanito. Quando poi Edward si è allontanato con l’ennesima oca che ci aveva provato con lui il muro tra me e Garrett è diventato insostenibile.
Tutti erano a ballare e scatenarsi in pista, ovviamente non Edward che era svanito nel privè insieme alla stangona di turno… e forse sono paranoica, ma mi è parso di vederlo rivolgermi il classico sguardo di “ecco come si comportano le donne con me” mentre teneva la porta aperta all’oca e la seguiva con il suo fare felino.
Io e Garrett siamo rimasti in silenzio a guardare la folla per diversi minuti e cocktail, e quando l’alcol ha iniziato a fare effetto ho preso il coraggio a due mani e, voltandomi completamente verso di lui, gli ho parlato!
“Garrett. Tu mi piaci. Dico sul serio. Sei il ragazzo perfetto per me. Siamo identici, amiamo le stesse cose, ridiamo per le stesse battute ed hai quel fare da gentiluomo che mi fa impazzire, ma…”
“Ma…” mi chiede prendendomi le mani tra le sue e guardandomi come un cucciolo ferito.
“Ma sei arrivato nel momento più sbagliato della mia vita.” Gli spiego abbassando lo sguardo sulle nostre mani allacciate.
“O forse il destino ti ha giocato il brutto scherzo della scommessa per farci incontrare” propone roco alzandomi il viso con il dito e diminuendo la distanza tra i nostri visi.
Non so cosa rispondere, le sue labbra così vicine ed il suo dolce alito che mi sfiora le labbra mi fanno annebbiare ancora di più il cervello già confuso.
“Proviamoci!” mi sussurra scavandomi nell’anima con i suoi occhi azzurri come il cielo. “Proviamo a stare insieme… ti difendo io dal signor Scommessa” sorride indicando con un piccolo gesto del capo il privè e annullando quasi completamente le distanze. Sento la sua mano appoggiarsi alla mia schiena mentre l’altra mi accarezza dolcemente la guancia. Chiudo gli occhi per assaporare a pieno quel contatto così delicato e dopo nemmeno un respiro le sue soffici labbra accarezzano le mie come fossero di cristallo, mentre la sua mano mi accarezza il fianco come fossi di porcellana. Mi immergo in quelle bellissime sensazioni, cercando di allontanare i ricordi di altre labbra dalla mia testa. Gli cingo le spalle e mi siedo su di lui per diminuire maggiormente la distanza. Sento la sua lingua chiedere il permesso ed inizia a danzare con la mia in un dolce e delicato ballo. Mi fa sentire bella, unica, desiderata… ma purtroppo le farfalle nello stomaco giacciono sopite.
Mi allontano per prendere fiato, senza slacciare le braccia dal suo collo.
“E’ un sì?” mi chiede con gli occhi che luccicano di passione ed il fiato corto.
“Mi piaci… veramente. Ma…”
“Ma non è il momento giusto” finisce la frase per me sconfitto. Sta per farmi scendere dalle gambe quando Edward passa davanti a noi stranamente solo. Garrett mi ribacia con più passione, le sue mani vagano con frenesia sul mio corpo e la sua lingua irrompe nella mia bocca con prepotenza. Rimango sconcertata, ma solo per pochi secondi, prima di ricambiare il bacio e metterci la stessa passione. Mi piace Garrett, voglio darci una possibilità… ma voglio iniziare una relazione senza nulla in sospeso… senza dover lottare con i miei pensieri per allontanare Masen dalla mia testa!
 
***
 
Ormai siamo un gruppo affiatato e viviamo quasi in simbiosi ed il mercoledì avevamo tutti poche ore di lezione. Abbiamo così deciso di passarlo al lago con la scusa: Stiamo un giorno lontano da Masen… sicuramente ci verrà qualche idea! Ed infatti ci è venuta: io e Garrett litigheremo furiosamente davanti a lui!
.
Io e Garrett siamo seduti sul prato, mentre Alice e Jasper si sorridono timidi a pochi metri da noi. Tra loro sta nascendo qualcosa, lo si vede da come si guardano, dal rossore sulle guance di Alice, dal bisogno di Jasper di toccare la mia amica anche solo con un sfioramento. Sono belli insieme, delicati, romantici… l’esatto opposto di Rosalie e Emmett. Eh già, tra i due opposti è scoppiata la passione dopo un lungo ed interminabile giro in barca soli soletti.
Anche Jacob faceva il Romeo con la nuova anima gemella…
Invece io e Garrett non abbiamo fatto progressi. Ci siamo abbracciati, accarezzati, coccolati, ma non ci siamo più baciati. Solo una volta Garrett ha iniziato il discorso. Stavamo ridendo e una ciocca di capelli si è liberata dalla coda. Lui me l’ha posizionata dietro l’orecchio e, dopo secondi interminabili a guardarci negli occhi, mi ha sussurrato. “So aspettare… e ti aspetterò” … dopo di che è tornato a fare l’amicone senza più tornare sull’argomento… quanto vorrei che tutto il mio corpo rispondesse a lui come gli ormoni rispondono a Masen!
 
***
 
Oggi, invece, è iniziato malissimo.
Appena arrivata in caffetteria ho trovato Edward seduto al mio tavolino con il volto super sexy concentrato verso l’esterno del locale. L’ho ignorato, come ho ignorato le farfalle nello stomaco. Mi sono seduta in un tavolino appartato ed ho ordinato il caffè tenendo la testa sulla relazione che la prossima ora devo consegnare. Il rumore della sedia che si sposta mi fa alzare il viso sorridente credendo che sia Alice, ma appena noto che è Edward grugnisco e mi rimmergo nei fogli. Cerco di non respirare per non farmi inebriare dal suo profumo e continuo a ricordare ai miei ormoni che Edward è solo un bastardo.
Si schiarisce la voce ed io alzo il viso spazientita… o almeno, spero di sembrare spazientita e non curiosa.
“Ciao” saluta con un sorriso passandosi la mano nei capelli.
“Ciao” rispondo atona continuando a guardarlo chiedendogli cosa vuole.
“Sola?”
“Stanno arrivando… Alice ha avuto un contrattempo…” rispondo scuotendo le spalle.
“Anche Garrett?” mi chiede appoggiando i gomiti al tavolo.
“Sì, anche Garrett” rispondo sfrontata ricominciando a controllare la relazione.
Arriva il caffè e sento Edward ordinarne anche uno per lui, insieme a due brioches.
Rimaniamo in silenzio e la mia ansia sale nel sentire il suo sguardo su di me.
“… Isabella Swan la single dell’università che da un giorno all’altro è fidanzata… curioso!” rompe il silenzio. Alzo il viso lentamente cercando di nascondere l’agitazione che mi assale per il timore che mi abbia scoperta e lo trovo sorride compiaciuto.
“Eravamo in pausa di riflessione” gli spiego calma tornando velocemente con lo sguardo sui fogli.
“Nessuno lo aveva mai visto… e tu non ne hai mai parlato” continua come se parlasse del tempo.
“Nessuno si è mai preoccupato di chiedermelo” rispondo usando il suo stesso tono e guardandolo dritto negli occhi.
Alza un sopracciglio sorridendo beffardo, ma non mi faccio intimorire e continuo “Non credevo che la mia vita privata dovesse essere di dominio pubblico” lo sfido con lo sguardo appoggiando le braccia incrociate sul tavolo.
“E… lui lo sa che …” e con la mano indica lo spazio tra di noi.
“No! Non lo sa, perché è stato un errore…” rispondo gelida gongolando nel vederlo offeso dall’essere reputato un errore.
“Un errore che si è ripetuto” specifica avvicinandosi pericolosamente al mio viso e incatenandomi con lo sguardo.
“Lo ami?” mi chiede scavandomi negli occhi e accarezzandomi dolcemente la guancia. Mi mordo il labbro ed il mio cervello inizia a volare tra mille pensieri.
“Il tuo silenzio è la miglior risposta” sussurra ormai a pochi centimetri dalle mie labbra.
“BELLA!” la voce di Garrett mi fa gelare. Edward sembra contrariato dall’interruzione, ma io lo allontano malamente e corro dietro a Garrett che è uscito dal bar.
 
“Brava ragazza… perfetto!” mi sorride Jasper mentre esco dal locale, ma io non lo considero e continuo a correre dietro a Garrett.
“Garrett, ti prego aspetta!” urlo cercando di raggiungerlo.
Si ferma solo quando è arrivato di fronte alla macchina, nel parcheggio, lontano da tutti e si volta con lo sguardo di fuoco.
“Cosa vuoi?” mi ringhia.
“Spiegarti” gli rispondo facendo ancora un passo per avvicinarmi.
“Spiegarmi cosa Bella? Del perché vi stavate baciando? Lo sai che la nostra relazione era solo una finzione, non mi devi nessuna spiegazione. Io non servo più, hai ottenuto ciò che volevi. Addio” fa per voltarsi, ma lo fermo prendendolo per la manica.
“Mi dispiace comunque… avrei preferito una finta litigata tra me e te, non questo!” e mi avvicino per accarezzargli la guancia ed asciugargli una lacrima che è sfuggita ai suoi occhi.
“Va bene così Bella. Sono maturo è so qual è il mio posto. Ti chiedo solo di fare attenzione. Ho visto i tuoi occhi pochi minuti fa… a te lui piace e penso proprio che non siano gli ormoni a fartelo piacere, ma… questo” e si avvicina mettendomi una mano sul cuore “Fai solo attenzione. Lui non è quello giusto per te… segui il piano di mio cugino, ma proteggi il tuo cuore… vorrei trovarlo ancora intatto la prossima volta che ci rivedremo” e mi sorride prima di stringermi nel suo abbraccio. Non so quanto tempo passa, so solo che il battito del suo cuore e le sue forti braccia mi fanno dimenticare per un momento tutti i problemi e la scommessa… mannaggia! Se solo i miei ormoni… o il mio cuore reagisse a lui come fanno con Masen!
Il tempo di formulare quel pensiero che Garrett si irrigidisce e con uno strattone mi allontana.
“Mi dispiace Bella! Credevo che tra me e te potesse funzionare, ma è meglio finirla qui!” mi si avvicina per baciarmi sulla fronte. “C’è Edward… recita bene!” mi sussurra.
“Ti prego Garrett… non possiamo buttare al vento tutti questi anni!” gli dico con la voce il più possibile triste.
“Non voglio buttare al vento la nostra storia, ma ciò che ho visto mi ha fatto capire che sei confusa… ed io… io… preferisco prendermi del tempo… Ci vediamo Bella” e si gira aprendo lo sportello dell’auto. Lo so che il nostro non è un vero addio, ma la sua faccia triste ed il pensiero che passeranno giorni prima di rivederci mi fa agire. Lo strattono per la manica e lo bacio per l’ultima volta, sussurrandogli “Mi dispiace”.
Mi volto e piangendo scappo dal parcheggio. Non entro in università, perchè non sono dell’umore e non voglio farmi vedere con gli occhi rossi e gonfi.
Mi siedo sotto l’albero più lontano del giardino e piango riflettendo su come Seattle mi abbia incasinato la vita. Il mio cuore, come dice Garrett, è stato rapito da un bastardo, ho fatto star male un uomo buono perché sono così stupida da provare qualcosa per uno stronzo…
“Ehi!” la voce di Edward mi fa aumentare i singhiozzi. “Ehi! Principessa… mi dispiace!” dice carezzevole asciugandomi le lacrime, ma io con uno strattone allontano il viso dal suo tocco girandomi dall’altra parte.
“Scusa” sussurra e lo sento inginocchiarsi dietro di me.
“Non me ne faccio nulla delle tue scuse” sibilo cercando di riprendere il controllo. “Sei uno stronzo Edward!” sto meglio dopo averlo detto e lo sento trattenere il fiato.
Mi abbraccia facendomi appoggiare la schiena al suo petto. “Shh! Non piangere Bella. Mi dispiace.” E mi culla continuando a sussurrare le sue scuse… peccato che lo faccia solo per la scommessa…
Appena mi tranquillizzo, mi sposto per potermi inginocchiare di fronte a lui.
“Perché?” gli chiedo soltanto e lui allarga gli occhi confuso. “Perché sei così stronzo? Perché devi per forza intrometterti nella mia vita? Cosa ti ho fatto?” gli chiedo disperata senza trattenere le lacrime. Spero che capisca il male che fa alle persone per il suo semplice tornaconto. Che la sua coscienza si risvegli e che mi lasci in pace.
“Perché mi piaci” risponde sorridendomi e accarezzandomi il viso. Vorrei vomitare. Ma come fa a mentire così bene? Solo per una scopata, quando ne può avere mille con mille persone diverse.
“Perché da quando ho iniziato a parlarti ho capito che sei una persona speciale” certo, sono l’unica che non te l’ha ancora data.
“Perché quando ti ho vista nel locale avvinghiata al tuo ragazzo, per la prima volta ho sentito lo stomaco contorcersi dalla gelosia” e mi prende il viso tra le sue calde mani, facendomi ricoprire di brividi l’intero corpo. Lo guardo negli occhi e sono due pozze verdi liquide, sembra sincero… ma come diavolo fa?
“Perché mi piace sentire la tua voce, mi piacciono le tue risposte non scontare, i tuoi occhi dolci e sinceri!”
“BASTA” urlo alzandomi stufa di tutte quelle parole così dolci quanto false e lui cade sulla schiena guardandomi stranito. Ma ci mette poco a riprendersi ed in un secondo è in piedi di fronte a me.
“Ti prego, Bella. Dammi una possibilità. Lo so quale è la mia reputazione… ma con te…” ok, vuoi giocare così sporco? Perfetto! Che si dia il via al piano di Jasper!
“Ok. Una possibilità. UNA. Ma dovrai seguire delle regole…” mi asciugo le ultime lacrime con rabbia e mi drizzo nelle spalle.
“Sono pronto a tutto pur di farti…” non lo faccio finire e inizio ad elencare.
“Non voglio vederti con altre ragazze…”
“Gelosa?” chiede sornione.
“Forse!” rispondo fredda per troncare il discorso. “Voglio che mi aiuti per le relazioni più difficili e la preparazione dell’esame.” Annuisce con il sorriso sghembo.
“Voglio che almeno un giorno alla settimana tu mi stupisca…” e mi fermo per pensare… quante cose vorrei fargli fare, ma per il momento penso che sia un buon inizio.
“Basta?” chiede sorridendomi.
“Per il momento si… ma non gongolare… già con la prima regola so che ti brucerai la tua occasione”. E impettita rientro in università.
 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
“Ti ricordi il nostro appuntamento?” mi bisbiglia all’orecchio pochi minuti prima della fine della lezione. Annuisco mordendomi il labbro inferiore. Anche se continuo a ripetermi che è un gran bastardo, non riesco a rimanere indifferente alla sua voce vellutata.
“Ti aspetto in biblioteca. Solito posto”

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Giovedi 15 gennaio ***


 Image and video hosting by TinyPic

Venerdì 15 gennaio 

Ed ora sono qui, in caffetteria, con le mani che tremano e lo sguardo fisso sulla tazza da caffè ormai vuoto. Alice e gli altri non sono ancora arrivati ed io sono tesa come una corda di violino. Le gentilezze che Edward mi ha riservato ieri pomeriggio mi stanno destabilizzando. E come richiamato dalle mie paure, il profumo di Edward mi avvisa della sua presenza.
Sento una sedia spostarsi e stringo maggiormente la tazza.
“Tutta sola oggi?” mi chiede con la sua voce melodiosa.
Annuisco facendomi forza per guardarlo negli occhi e non cedere alla profondità dei suoi smeraldi.
“Posso offrirti un caffè?” chiede gentile.
“Sì grazie, ne ho bisogno” e gli faccio vedere la tazzina vuota. Mi sorride con il suo sorriso speciale ed alza un braccio per chiamare la cameriera.
“Oggi vuoi che ti aiuti in qualche relazione?” mi chiede appoggiando il braccio sulla mia sedia.
“No. Oggi faccio pausa. Voglio cercare un libro… sei esonerato dai tuoi compiti!” gli rispondo facendo un cenno da gran dama che congeda il servetto.
“Quale libro?” mi chiede appoggiando i gomiti sul tavolo e guardandomi strizzando gli occhi.
“La torre proibita” rispondo facendo una smorfia pensando che sarà un’impresa epica trovarlo.
“Perché quella smorfia?” sembra realmente curioso.
“E’ il terzo di una trilogia che sto leggendo, ma in biblioteca non ce l’hanno” e mi stringo nelle spalle abbattuta. Dovrò setacciare mezza Seattle per sapere la continuazione.
“Mi piacciono le trilogie, ti danno il tempo di affezionarti ai personaggi… a me piace molto la “Trilogia di Bartimeus”…” continua cambiando discorso ed io lo guardo stupita per la tranquillità della sua voce mentre parla.
“Che c’è?” mi chiede “Non ti piace?”
Scuoto la testa senza riuscire a trattenere un sorriso. “Mi dispiace non l’ho mai letta” rispondo un po’ imbarazzata.
“Te la consiglio. Io l’ho letta una ventina di volte” e ride spensierato. Sgrano gli occhi. L’Edward Masen che ho conosciuto fino ad oggi non aveva mai emesso un suono così celestiale.
“Ho detto qualcosa di sbagliato?” si fa serio velocemente.
“No, è che mi fa strano vederti sereno” gli spiego tranquillamente e lui abbassa il viso in imbarazzo. “E poi sono già diversi minuti che parliamo e non abbiamo ancora litigato” continuo sorridendo.
“… o non ci siamo ancora baciati…” termina malizioso guardandomi di sottecchi e sciabolando le sopracciglia.
“Edward…” lo riprendo scuotendo la testa.
“Ok, scusa.” Sussurra come un bambino colto in fallo. Passano alcuni secondi mentre entrambi, persi nei nostri pensieri, giochiamo con le nostre tazzine ormai vuote.
Ad un certo punto Edward alza la testa di scatto con un sorriso a trentadue denti e esclama felice come se avesse scoperto il nodo dell’arcano.
“Dato che il discorso libri è un punto che abbiamo in comune… parlami di Darkover” ok, con questa frase ha riacquistato mille punti.
“Beh! Credo che non bastino i pochi minuti che abbiamo a disposizione… è una storia di tremila anni…”
“Allora ci vediamo in biblioteca oggi pomeriggio e insieme viaggeremo verso la terra di Darkover” mi strizza l’occhiolino.
“Dovrei cercare il libro” rispondo dispiaciuta.
“Non preoccuparti del libro… lo troveremo… voglio conoscere il mondo di Darkover, ma soprattutto voglio capire cosa ti affascina di quel mondo!” annuisco sorridendo, se cercava il mio punto debole lo ha trovato...
“Perfetto! Ci vediamo alle quattro in biblioteca!” gli confermo alzandomi per andare a lezione.
Jasper sarà felice di sapere le novità. Abbiamo di nuovo la situazione in pugno e Edward vuole incontrarmi in un luogo pubblico…
 
Mentre cammino verso la classe continuo a rivivere l’inaspettata colazione. Cerco di leggere gli occhi di Edward, sembravano sinceri e sereni, non c’era ombra dell’Edward pieno di sé e pronto a perdere le staffe. Forse il pensiero che c’è un fidanzato che aspetta il mio ritorno lo ha fatto desistere!
Appena arrivata in classe mi siedo nel primo banco libero e mi immergo nella lettura della lezione in attesa che entri il professore.
“Uff” rilascia un sospiro Alice lasciandosi cadere sulla sedia “Maledetta sveglia!” e si lascia andare sullo schienale per riprendere fiato.
“Ben arrivata” la saluto sorridendole.
“Perché non mi hai svegliata?” mi chiede guardandomi scocciata.
“Ehm…”
“Eravamo vestiti!” risponde come se il fatto che ci fosse Jasper nel suo letto non fosse una buona scusa per averla lasciata dormire.
“Ok, Alice. Lo terrò presente le prossime volte” e nascondo con la mano la bocca per coprire la risata.
 
In pausa pranzo racconto ai miei amici l’incontro con Edward. Rimangono tutti molto stupiti dal comportamento di Masen e nessuno crede al fatto che si sia dato per vinto.
“Forse ha capito che con te deve usare un’altra tattica” esclama Jacob guardando Jasper, anche se si riferisce a me.
“Penso anche io, ma va benissimo, anzi ci aiuterà nel nostro piano. Più si impegnerà a conquistare Bella, e più ci renderà facile il lavoro” risponde Jasper felice di come si stanno evolvendo le situazioni. Decidiamo le nostre nuove mosse e organizziamo i turni della mia scorta in previsione dell’incontro con Edward in biblioteca ed il ritorno a casa.
Gli studenti che si alzano in massa ci ricordano che abbiamo ancora lezione e che sta per cominciare.
Ci dirigiamo verso le classi senza parlare. All’entrata ci siamo divisi ed io cammino a fianco di Rosalie mentre continuo a pensare a Edward e alla sua risata cristallina della mattina, non sembrava sforzata come le altre, sembrava sincera come i suoi occhi, ieri, quando mi diceva quelle parole tanto belle quanto false… ma come fa a mentire con gli occhi? Gli occhi sono lo specchio dell’anima… forse lui non ha un’anima e quindi riesce a mentire benissimo… ma che diavolo sto dicendo? Masen è uno stronzo di prima categoria, ma mettere in dubbio la sua anima???
“Non pensare a Edward…” Mi riprende Rose e io le sorrido perché come sempre è riuscita a leggermi nel pensiero.
“Stavo solo cercando di capire come faccia a mentire con gli occhi… sembrava così sincero ieri nel parco…”
Rosalie scuote la testa e si fa pensierosa.
“Non farti fregare dagli smeraldi che ha al posto degli occhi… ricordati sempre del perché ti sta così vicino…!” esclama prima di entrare in classe.
Appena entriamo il sorriso speciale di Edward mi accoglie, si è seduto nel banco dietro a quello nel quale mi siedo di solito. Perfetto!
Lo saluto prima di sedermi e inizio a parlare con Rosalie di come organizzarci per la relazione che dovremo presentare la prossima settimana.
 
“Ti ricordi il nostro appuntamento?” mi bisbiglia all’orecchio pochi minuti prima della fine della lezione. Annuisco mordendomi il labbro inferiore. Anche se continuo a ripetermi che è un gran bastardo, non riesco a rimanere indifferente alla sua voce vellutata.
“Ti aspetto in biblioteca. Solito posto” sussurra appena suona la campanella e con la mano mi accarezza la spalla. La pelle mi si ricopre di brividi, stupidi ormoni!
Rose mi fa l’occhiolino, ha sentito tutto.
 
“Jacob sarà all’interno della biblioteca pronto ad intervenire se succede qualcosa, Anche Alice ci sarà in modo da attuare il piano. Io e Emmett saremo fuori dalla biblioteca. Siediti sulle poltrone che danno sul giardino, così possiamo vederti. Se vuoi che ti interrompo appoggia il libro sul davanzale, ok?” Rose mi sta ripetendo per l’ennesima volta il piano.
Io devo solo stare tranquilla, parlare di libri e cercare di allacciare un rapporto di amicizia con Edward. Vedendo come è andata stamattina, sono molto fiduciosa.
Appena arriviamo davanti alla biblioteca Rose mi saluta con un bacio sulla guancia e strizzandomi l’occhio si allontana. Prendo un profondo respiro ed entro stringendo tra le braccia il libro che voglio leggere.
“Benarrivata” mi saluta Edward alzandosi dalla poltrona e venendomi incontro con il suo passo elegante.
Gli sorrido e ricambio il saluto… ed anche il bacio che mi ha dato sulla guancia.
Posandomi la mano alla base della schiena mi accompagna alla poltrona.
“Mi sono portato avanti” esclama sventolando il libro.
“Bravo, ma se vuoi leggerlo in modo corretto dovresti iniziare con ‘Naufragio sulla terra di Darkover’, quello che stai leggendo è il primo che ha scritto, ma cronologicamente si trova verso metà della storia” gli spiego sorridendogli. Fa una faccia buffa e si rigira il libro tra le mani.
“La Bradley mi ha fregato” e scoppiamo insieme a ridere.
Passiamo molte ore in biblioteca ed il tempo scorre piacevole. Non si offende se gli scoppio a ridere in faccia e ascolta assorto le mie elucubrazioni su un mondo che è sì di fantasia, ma nel quale sto viaggiando da un paio di mesi!
Fatico quasi a riconoscerlo, ha la battuta pronta ma non acida. Ride volentieri e non si è mai avvicinato in modo malizioso. Le nostre mani si sono sfiorate più volte, ma nulla a che vedere con i nostri incontri precedenti. Si propone di accompagnarmi a casa, e vedendo che ormai è buio accetto.
Quando esco dalla biblioteca il cellulare mi vibra per l’arrivo di un messaggio. E’ Jasper e scrive soltanto:
“Non fidarti” poche parole ma ben chiare. Non so come uscirne, ormai ho accettato. Se mi tiro indietro potrebbe tornare il vecchio Edward e non voglio.
Mi guardo un attimo intorno cercando una soluzione.
“Qualcosa non va?” mi chiede Edward avvicinandosi e allacciandomi il braccio alla vita.
“No. E’ che sono stata troppo seduta… mi fa male il collo e cerco di rimettere in modo la circolazione” lo guardo cercando di convincerlo con i miei occhi cucciolosi “Ti fa niente se andiamo a piedi?”
Casa di Alice non è distante e se andiamo a piedi i ragazzi possono seguirmi e Edward non può farmi brutti scherzi.
Ci pensa un attimo, si passa le mani nei capelli e si strofina il collo. Mi guarda e allargando un sorriso annuisce.
“Va bene!” mi mette il braccio sulla spalla “Anche se fa freddino!” e ci incamminiamo mentre continua a farmi domande su quali altri libri ho letto, quali sono i miei personaggi preferiti e cosa mi fa piacere più un personaggio in confronto ad un altro.
“Bella” Alice mi chiama correndomi incontro “Stavo venendo a cercarti… non rispondevi al cellulare ed è già buio” mi spiega abbracciandomi. Si allontana e saluta Edward calorosa.
La mandibola di Masen è stretta ed io suoi occhi non sono più due pozze verdi, ma un’ombra li attraversa ed il suo corpo è rigido. Deglutisco cercando di mantenere il sorriso.
“Grazie per il bellissimo pomeriggio” gli dico accarezzandogli il braccio.
Mi guarda cercando di nascondere la… delusione? …e tira un sorriso.
“Ci vediamo domani Isabella. Buona serata.” E si allontana velocemente con la schiena tesa e i pugni serrati.  “Ah! Isabella…” si gira e mi si avvicina chiedendo con lo sguardo ad Alice di allontanarsi. “Posso avere il tuo numero?”
“Perché?” gli chiedo timorosa.
“Tra amici ci si scambia il numero… e poi, se dobbiamo organizzarci per preparare l’esame dobbiamo scambiarci i numeri, è più comodo che decidere all’ultimo minuto” e mi fa l’occhiolino.
“Ok” gli sorrido e, come un’adolescente, senza pensare a tutti i problemi che può causare dargli il numero del mio cellulare, glielo detto.
Appena è lontano Alice mi aggredisce.
“Ma sei impazzita?” mi urla contro prendendomi per le spalle.
“Non credo che possa vincere la scommessa tramite telefono” le rispondo piccata, anche se sono consapevole che non è stata una buona mossa.
“Non parlavo del numero di telefono… ma della passeggiata!” mi riprende Alice.
“Cosa ho fatto? Jacob è a pochi passi quindi non ho rischiato niente” spiego mentre mi sballotta avanti ed indietro.
“Lo stavi per portare a casa nostra… non deve sapere dove abiti, o rischiamo che ti venga a trovare quando sei sola!” a quelle parole la mia fantasia inizia a viaggiare.
Il campanello che suona, lui che entra, i miei ormoni che vanno in vacanza, noi che rotoliamo sul divano, lui che se ne va soddisfatto e i suoi amici che gli battono il cinque mentre pagano la scommessa. Rabbrividisco.
“Scusa Alice, non ci avevo pensato” e ci incamminiamo verso casa guardandoci più volte alle spalle.

 
DATO CHE OGGI E' IL COMPLEANNO DI VALE_LOVE... POSTO SUBITO IL PROSSIMO CAPITOLO!!!
BUON COMPLEANNO!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Sabato 16 gennaio ***


ED ECCO A VOI IL SECONDO CAPITOLO DELLA SERATA!!!
BUONA LETTURA!!

Image and video hosting by TinyPic
Sabato 16 gennaio

Ben svegliata Principessa!” è il messaggio che continuo a rileggere da questa mattina ed è lo stesso che mi ha svegliata…
Non ha perso tempo! Ed io non so se rispondergli o meno… dovrei rispondergli… tra amici ci si risponde! Ma noi purtroppo non siamo amici, siamo due pedine che giocano ad un gioco pericoloso e dal quale qualcuno uscirà ferito! Scuoto la testa e decido di giocare.
“Buongiorno!” veloce, concisa ed educata.
“Programmi per la giornata?” mi risponde dopo pochi secondi. Mi distendo sul letto e gli rispondo.
“Riposare-studiare-riposare”
“Vuoi compagnia?” il cuore fa una capriola… ma è impazzito pure lui? Reagire ad un messaggio del bastardo? Lui vuole farmi compagnia per vincere la scommessa… sveglia!
“Non credo che sia una buona idea!”
“Paura che ti distragga?”
“No, bisogno di tranquillità per studiare” oltre al fatto che non deve sapere dove abito o Alice mi uccide.
“Conosco un posto perfetto per studiare in tranquillità…” “E posso aiutarti a studiare… conosco bene il programma che stai seguendo…”
Ok! Le gambe sono molli al pensiero di me e lui che ridiamo spensierati sul libro di marketing, seduti su una coperta a quadri a lato di un laghetto… il sole che brilla sui suoi capelli, la sua risata cristallina che mi riscalda il cuore… e lui che mi fa capitolare vincendo la scommessa…. Arg!
“Non credo che un luogo diverso dalla mia camera sia adatto per lo studio. Mi dispiace! Buon week-end!”
Lancio il cellulare sul letto e mi dirigo in cucina per colazione.
Ci sono già Alice e Rosalie in piedi che stanno sistemando le stoviglie e sono già tutte agghindate per uscire.
“Dove andate di bello?” chiedo mentre mi preparo il caffè.
“Al centro commerciale… dobbiamo fare un paio di acquisti!” risponde Alice saltellando e battendo le mani. Alzo un sopracciglio senza capire.
“Ormai lo hai preso al lazo… dobbiamo prendere un po’ di cose per il piano di Jasper!” scuoto la testa e sorseggio il caffè.
“Bella! Ti sta suonando il cellulare” mi avvisa Rosalie indicando con la testa la porta della cucina.
Mi alzo e corro veloce a rispondere. Sul display lampeggia il nome di Edward ed io mi siedo sul letto continuando ad osservare il suo nome che lampeggia. Cosa devo fare? Rispondergli?  E se insiste per uscire insieme? Oggi i ragazzi hanno altri programmi e non possono farmi da guardie del corpo… alla terza telefonata decido di rispondere.
“Pronto?” chiedo cercando di mantenere la voce alta e ferma. Non risponde subito, forse stupito dal fatto che abbia risposto.
“Pronto?” riprovo spostando già il dito sul pulsante rosso per spegnere la telefonata.
“C…Ciao Isabella.”
“Ciao Edward. Dimmi”
“Dato che con i messaggi non ti ho convinta, pensavo di riuscirci telefonandoti” scuoto la testa sorridendo. Ha la voce impacciata, sembra veramente interessato ad uscire con me e preoccupato che non accetti. Dovrebbe fare l’attore e non studiare per diventare un pubblicitario.
“Non ho cambiato idea…” e mi corico passandomi le mani tra i capelli.
“E’ un posto fantastico. Ci vado sempre prima di un esame importante… a me porta fortuna. Vieni, non te ne pentirai!” esclama entusiasta.
“Ho già organizzato con le ragazze…”
“Ok… allora facciamo per domani?” mi chiede speranzoso.
“Vedo se riesco a liberarmi… altrimenti sarà per la prossima.”
“Ci conto… devo rispettare le tre regole o perdo la mia opportunità!” mi rinfaccia sorridendo.
“Tranquillo. Non conta se sono io a non fartele rispettare!”
“Quindi se tu mi dici che devo andare con una donna… ed io ci vado… non trasgredisco le regole?”
“Ma ti senti quando parli?” gli chiedo scioccata e lui scoppia a ridere.
“Scusa, scusa Isabella… hai ragione… nessuna donna, solo studio e aiuto nelle relazioni” risponde serio come un soldatino ed io scoppio a ridere. Chiacchieriamo ancora per alcuni minuti fin quando non arriva Rose a chiamarmi e con la bocca mi mima: “Vieni con noi?” ed io annuisco alzandomi dal letto.
“Mi stanno chiamando, devo proprio andare… Ci sentiamo Edward” e come una scheggia mi preparo per uscire con le mie pazze amiche. Lo so, non sono una fanatica dello shopping, ma hanno parlato di spese inerenti al piano e sono curiosa di vedere cosa si sono inventati.
 
***
 
Il centro commerciale è pieno di gente che corre frenetica peggio che fossimo nel periodo natalizio. Le mie amiche hanno perso ore a rifarsi gli occhi davanti alle vetrine e, anche se ormai è ora di pranzo, non abbiamo ancora preso nulla della lista di Jasper.
Ci accomodiamo al bar del centro commerciale e ordiniamo un panino. Mentre mangiamo e parliamo allegramente vedo Edward mano nella mano con una ragazza. Non sembra la classica oca con il quale si accompagna di solito, anzi, ha il viso pulito e un abbigliamento sobrio. Ridono spensierati e lui più volte le sfiora la guancia. Il mio stomaco si attorciglia facendomi passare la fame e, senza nemmeno rendermene conto sono già in marcia verso di lui. Non mi ferma nemmeno la voce di Jasper che mi chiama.
“Ciao Edward!” lo saluto alle spalle. Lui sobbalza e si gira con gli occhi sgranati.
“C…C…Ciao Isabella” e allontana velocemente la mano dalla ragazza. Lo squadro con aria compiaciuta e gli volto le spalle senza permettergli di dire altro. I miei occhi hanno detto tutto. Prima regola infranta… addio opportunità.
Una mano sulla spalla mi fa voltare. E i suoi occhi smeraldo ancora sgranati mi fanno tremare le ginocchia… ma quanto sono idiota? L’ho appena beccato con l’ennesima ragazza e il mio corpo reagisce come fosse l’uomo della mia vita.
“Non è come pensi… lasciami spiegare!” mi chiede stringendomi i polsi e guardandomi implorante.
“Nessuna donna… era la prima regola. Te lo avevo detto che sarebbe stata la regola che ti faceva bruciare l’opportunità” gli spiego gelida e cercando di fargli molare la presa dai miei polsi.
“E’ mia cugina” dice in un fiato ed io scoppio a ridere isterica.
“Pensavo avessi più fantasia. Mi deludi Masen” e lo guardo picchiettando il piede a terra in attesa che mi liberi i polsi.
“Renesmee!” chiama Edward rivolto alla ragazzina. E lei corre verso di noi con lo sguardo preoccupato.
“Ciao!” mi saluta imbarazzata.
“Ciao” ricambio gelida.
“Renesmee ti presento Isabella, una mia compagna di università. Isabella ti presento Renesmee, mia cugina.” E mi lascia i polsi per permettermi di stringerle la mano.
“Piacere Renesmee” ripete il nome stringendomi la mano e sorridendomi.
“Piacere Isabella” e continuando a scrutarla poco convinta ricambio la stretta.
“Lo so ho un nome strano” si giustifica forse vedendo il mio sguardo poco convinto “ma è un miscuglio di nomi che i miei genitori hanno trovato carino senza pensare che avrei dovuto portarlo per il resto della vita” ed alza gli occhi al cielo esasperata facendomi sorridere.
“No, no. E’ un bellissimo nome, molto particolare e sicuramente unico” e mi rilasso dimenticando l’atteggiamento che avevo riservato a Edward.
“Io e mio cugino stavamo andato a mangiare… vuoi unirti?” mi chiede indicandomi il bar dove ci sono anche i miei amici.
“Volentieri. Solo se vi unite a me ed ai miei amici” propongo imbarazzata per la scenata di gelosia che ho appena fatto… sua cugina… possibile?
 
Entriamo nel bar e rispondo con un cenno del capo ai miei amici che mi guardano sorpresa. Faccio le dovute presentazioni e mi siedo senza più appetito al tavolo vicino a Alice.
Il pranzo passa piacevole. Edward, Emmett e Jacob parlano di rugby e delle tattiche che dovrebbero modificare, mentre Alice e Rose sono rapite da Renesmee e dai suoi racconti.
E’ veramente la cugina di Edward e si trova a Seattle per visitare l’università e decidere quale corso seguire il prossimo anno. Ci racconta di come è la vita a New York e risponde alle mille domande che Alice le fa a proposito della possibilità di aprire un negozio nella grande mela.
Quando mi allontano per andare ai servizi Edward mi segue. Mi ferma prima che possa entrare nella toilette delle donne.
“Se mi danno delle regole le seguo… soprattutto se non rispettandole rischio di perdere qualcosa di importante” un brivido mi attraversa la schiena pensando che le sue parole si riferiscano alla scommessa ed alla sua reputazione davanti alla squadra di rugby.
“Ok. Devo dartene atto!” ammetto abbassando il viso. Lui me lo fa alzare con il dito sotto il mento e, dopo aver affondato gli occhi nei miei continua “Anche senza quella stupida regola non sarei comunque in giro con altre donne… l’unica donna che mi interessa sei tu” mi soffia a pochi millimetri dalla bocca. Chiudo gli occhi per riprendere il pieno possesso del mio corpo e mi allontano leggermente.
“Vedo che leggere Shakespeare ti aiuta… ma dovresti pensarle veramente le parole che dici… farebbero più effetto!” e con uno scatto entro nei bagni sfruttando la porta aperta dalla signora che ci è appena uscita.
Credevo di essermi salvata, ed invece Edward è fuori dai servizi che mi aspetta appoggiato al muro. Lo sguardo è duro e la posa non promette nulla di buono.
“Perché mi hai aspettata?” gli chiedo cercando di usare il tono più dolce che conosco.
“Perché non mi piace non finire i discorsi” e mi blocca tra lui ed il muro del bagno. Mi prende il viso tra le mani costringendomi a guardarlo negli occhi.
“Non parlo mai a vanvera o per far piacere a qualcuno. Sei libera di non credermi, ma non darmi del bugiardo” trattengo a stento la mano che freme per dargli uno schiaffo. Ma come fa ad essere così falso? Non darmi del bugiardo? Ma se da quando lo conosco non ha detto altro che falsità con secondi fini.
“Ed io dico sempre quello che penso. E se penso che tu sia un ottimo attore ed un bugiardo di prima categoria te lo dico senza riserve.” Sospira e mi lascia libera.
“Ok. Pensala come vuoi… riuscirò a farti cambiare idea” e posandomi la mano in fondo alla schiena mi spinge per tornare al tavolo.
“Perché mi hai invitata ad uscire oggi se c’era tua cugina?” gli chiedo prima di entrare nel bar.
“Perché non era in programma di stare con lei, doveva arrivare domani, ma ha anticipato per suoi motivi personali” e si stringe nelle spalle.
“Quindi anche domani sarai impegnato?”
“No. Domani arriva il suo ragazzo e non mi piace fare da candela!” risponde con il suo sorriso speciale facendomi nuovamente vacillare.
 
***
 
Il pomeriggio lo passiamo in compagnia di Edward e Renesmee. Sono simpatici, di compagnia anche se Edward è molto più sulle sue in confronto a quando siamo solo io e lui.
Jasper ed Emmett si allontanano per un’oretta con la scusa di dover prendere dei pensieri alle loro amate, anche se so che sono andati ad acquistare gli oggetti che ci servono per il piano. Edward non si è accorto di nulla. Ha continuato a parlare con Jacob della squadra e a guardarmi senza farsi notare dagli altri.
Mentre i miei amici caricavano le borse in macchina aiutati da Renesmee, Edward con la scusa di aver dimenticato il cellulare nell’ultimo negozio, mi trascina con lui senza darmi il tempo di rispondere. Ho guardato Alice per capire cosa dovevo fare e lei mi ha annuito rassicurandomi con un sorriso e un occhiolino.
Appena siamo rimasti soli si è fermato e mi ha fatto entrare in un corridoio a lato delle porte d’ingresso. Mi ha fatto appoggiare alla parete e senza parlare ha iniziato ad accarezzarmi il viso ed i capelli… e lentamente si è avvicinato alle mie labbra. Le mie barriere sono completamente cadute e mi sono lasciata trasportare dal momento. Wow! Non posso nemmeno spiegarvi cosa ho provato, è stato solo wow! E stra wow! Lo so, lo so… devo fare attenzione, devo seguire il piano di Jasper, devo trattenere gli istinti… ma penso che un piccolo incoraggiamento non possa fare male!
Quando siamo usciti dal centro commerciale Alice e Jasper erano entusiasti, mentre Jacob mi fulminava con lo sguardo. Abbiamo salutato i due cugini e siamo tornati a casa dove i miei amici hanno iniziato ad analizzare ogni singolo momento della giornata, modificando alcune parti del piano!
 
***
La domenica l’ho passata a letto. Beh! Ho fatto colazione con Alice e Rosalie zombi, ancora provate dalla festa al quale hanno partecipato il sabato sera e poi mi sono fiondata nella vasca. Mi sono coccolata, ho letto alcune pagine del libro. Ho fantasticato su me ed Edward in una realtà parallela dove le sue parole e i suoi sguardi sono frutto di un amore sincero e non dalla voglia di dimostrare di essere il migliore… poi mi sono coricata a letto e non sono più scesa, nemmeno per i pasti. Ho studiato, dormicchiato e messaggiato con Edward… dato che gli avevo dato buca con la scusa di stare poco bene, mi sembrava il minimo rispondere ai suoi messaggi… sono una persona educata io!
 
La giornata è stata rovinata solo nel dopo cena, quando i ragazzi sono venuti a trovarci e mi hanno beccata mentre messaggiavo con Edward. A dire di Jacob avevo il sorrisino ebete da adolescente innamorata mentre rispondevo, e a dire di Emmett gli è salita la glicemia a leggere i messaggi che ci siamo scambiati. Avete capito bene! I miei amici hanno letto la conversazione tra me e Edward. Non ne sono stata contenta, mi è sembrata una invasione della privacy, ma appena ho provato a dire qualcosa a tal proposito tutti i miei amici mi hanno ammonita con lo sguardo e Rosalie ha rincarato la dose.
“Sentimi bene Bella! Se vuoi fargli vincere la scommessa per noi non ci sono problemi. Ce lo dici, ti lasciamo casa libera. Vi divertite e domani potrai vedere con i tuoi occhi chi è veramente Edward Masen” e con il sopracciglio alzato a mo’ di sfida attende una risposta, ed appena abbasso il capo mi strappa il cellulare dalle mani leggendo ad alta voce i nostri messaggi ed io muoio di vergogna… 

 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
Ma dico, Edward è un farfallone bastardo che mi fa la corte per vincere dei soldi e farsi bello con gli amici! Come fanno i miei ormoni ed il mio cuore a non capirlo? 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Lunedì 18 gennaio ***


Ciaoooo!!! ebbene sì... anche se poteva sembrare... non sono svanita!!! Sono solo stata presa dalla frenesia dell'estate!!!
E dato che mi sono fatta attendere troppo... non mi dilungo e vi auguro BUONA LETTURA!!!!!

 
Image and video hosting by TinyPic

Lunedì 18 gennaio
 
“Devi fare più attenzione. Edward non è quello che vuole farti credere. E’ un calcolatore. Ha capito come farti capitolare” mi ripete per l’ennesima volta Jacob prima di addentare con un morso frustrato un pezzo di pancake.
“Bellina, Bellina, basta un bel sorriso e il cervello va in vacanza?” mi sfotte Emmett.
“Ma la smettete? Ho capito! Me lo avete ripetuto per tutto il week-end!” ringhio nascondendomi il volto tra le braccia appoggiate al tavolino del bar.
“Tranquilla Bella ci siamo noi. I tuoi angeli custodi” cerca di tirarmi su di morale Alice mentre mi massaggia la schiena.
“Ci siamo noi, ma per la maggior parte del tempo sei da sola con lui, devi fare più attenzione” mi rimprovera Jasper serio.
“Ve lo prometto. Nessun passo falso… solo più … oh… ancora dodici giorni” e ricrollo sulle braccia sfinita dalla situazione.
Non dico che pensavo fosse una passeggiata, mettere nel sacco un ragazzo come Edward non è semplice, ma non pensavo nemmeno che fosse così difficile.
Sono sempre stata una ragazza semplice, con pochi amici ma sinceri. Non ho mai detto bugie e non ho mai finto di essere ciò che non sono, e doverlo fare mi viene veramente difficile, in particolar modo con gli ormoni ed il cuore che continuano a spingermi nelle sue braccia. Ma dico, Edward è un farfallone bastardo che mi fa la corte per vincere dei soldi e farsi bello con gli amici! Come fanno i miei ormoni ed il mio cuore a non capirlo? Eh già, sono completamente compromessa con lui. E purtroppo devo dare ragione a Garrett quando ha detto che per Edward non provo solo un’attrazione fisica, e negli ultimi giorni ho avuto più di un’occasione per averne conferma… il bellissimo pomeriggio in biblioteca, il bacio al centro commerciale, le capriole del mio cuore ad ogni messaggio che Edward mi ha inviato durante il week-end… mio Dio… lo so che alla fine di questo maledetto mese il mio cuore sarà comunque in frantumi… sia che lui vinca o perda la scommessa!
 
“E’ arrivato!” ci informa Rosalie facendo un cenno con il capo in direzione di Edward. “Noi andiamo. Attenzione a cosa dici e non farlo avvicinare a casa nostra!” e baciandomi una tempia si allontana invitando Emmett a seguirla.
Vanno via tutti, rimane solo Jacob. Lo guardo chiedendogli con lo sguardo cosa sta aspettando.
“Non mi fido a lasciarti sola. Ti accompagno in classe.” Dice guardando in cagnesco Edward.
L’adone lo guarda fingendo di non capire il perché dello sguardo incazzato, e sposta subito l’attenzione su di me regalandomi un sorriso. Mi mima “Ci vediamo dopo” e si volta dopo aver incenerito con lo sguardo Jake.
“Che bastardo!” sibila Jacob alzandosi e porgendomi la mano.
“Lascia stare e pensiamo al piano. Ti prometto che farò più attenzione, ma non perdiamo di vista il nostro scopo”
 
Entro in classe e poco dopo arriva Alice.
“Perché Jacob è rimasto?”
Mi scrive su un bigliettino per non farsi sentire da Edward che si è seduto di nuovo dietro di me… non mi ero accorta che frequentasse la mia stessa classe di marketing… strano!
“Ha paura che io faccia qualche errore”
Le rispondo passandole il bigliettino con una smorfia. Sorride stringendosi nelle spalle e ritorniamo a seguire la lezione.
“Ti aspetto in biblioteca dopo pausa pranzo. Ho una sorpresa”
C’è scritto nel bigliettino che Edward mi ha passato sulla spalla. Mi volto per guardarlo negli occhi e sorridergli e lui ricambia il sorriso soddisfatto.
Passo il resto della giornata a pensare all’appuntamento con Edward. A quale sorpresa si riferisce?
Continuo a guardare l’ora e i minuti sembrano non passare.
In pausa pranzo avverto i ragazzi dell’appuntamento e insieme organizziamo i vari compiti. Alice e Jasper sono contenti che il piano proceda bene mentre Jacob è sempre più preoccupato. Parla poco e mangia con poco appetito.
“Tutto bene?” gli chiedo avvicinandomi e accarezzandogli la ruga che ha sulla fronte, la classica ruga che gli nasce quando è preoccupato.
“Non mi piace… mi spaventa di più questa nuova personalità di Edward che quando fa il solito bastardo.” Mi guarda negli occhi e posso leggervi tutta la sua preoccupazione. “Non riesco a capirlo, mi sento impreparato!”
Gli sorrido scuotendo il capo e scompigliandogli i capelli.
“Tranquillo fratellino. Edward è innocuo ed io non sono una sprovveduta” e con ancora il sorriso sulle labbra mi dirigo all’appuntamento.
 
Arrivo in biblioteca e lo trovo assorto nella lettura di un libro su Darkover. Lo osservo prima di palesare la mia presenza e sono contenta di vederlo realmente interessato all’argomento.
Mi avvicino e gli accarezzo la spalla facendolo sussultare.
“Ciao” dice con la voce impastata e lanciando delle occhiate al libro.
“Finisci pure di leggere” e gli mostro il libro che ho tra le mani. Mi siedo e mi immergo anche io nella lettura, volando da una torre all’altra e nel sopramondo… che bello sarebbe se esistesse realmente il sopramondo, la possibilità di leggersi nel pensiero, di vivere in un mondo magico…
Quando arrivo al termine del capitolo alzo lo sguardo e trovo Edward che mi osserva.
“Finito?” gli chiedo chiudendo il libro.
“Diciamo che sono arrivato ad un punto nel quale posso staccare…” e mi sorride imbarazzato.
“Vedo con piacere che Darkover ha stregato pure te!”
“Avevi ragione, è veramente un mondo fantastico e la parte del sopramondo mi affascina…”
“Sarebbe bello esistesse anche qui…” penso ad alta voce.
“Sì. Se esistesse potremmo utilizzarlo per esaudire i nostri desideri lontano da occhi indiscreti” mi risponde con lo sguardo perso fuori dalla finestra.
“Ma il sopramondo serve per spostarsi negli spazi… e molte volte porta solo complicazioni…”
“Ma porta anche tante possibilità… come vedere persone lontane o parlare con persone senza essere sentiti…” Assorto nei suoi pensieri con il viso rilassato e gli occhi sognanti è un qualcosa di indescrivibile. Non pensavo che un adone come lui potesse essere ancora più bello… smettila Bella! Pensa che è tutta scena…
“Mi hai scritto di una sorpresa…” azzardo imbarazzata.
“Oh! Sì, scusa” e si mette composto sulla poltrona passandomi un pacchetto blu con il fiocco bianco.
Lo prendo con mano tremante e lo guardo senza capire.
“E’ solo un pensiero… una delle regole era stupirti…”
Strappo la carta e appena vedo il titolo del libro non controllo più il mio corpo e in un secondo gli allaccio le braccia al collo abbracciandolo con trasporto. Non importa che sia un bastardo e che la mia reazione abbia fatto spostare l’ago della bilancia a sua favore… mi ha regalato “La torre proibita” … il libro che avevo smesso di cercare perché impossibile da trovare!!!!
“Grazie! Grazie! Grazie!” gli dico mentre lo bacio su tutta la guancia. Sorride felice e mi accarezza la schiena chiudendo gli occhi ad ogni bacio.
“Quindi ti ho stupita?” mi chiede continuando a sorridere.
“Certamente! Sei fantastico! Ma come hai fatto?” gli chiedo smettendo di baciarlo e cercando di alzarmi dalle sue gambe. Adesso che l’euforia è passata, è meglio ripristinare le distanze. Ma lui stringe il braccio intorno alla mia vita e mi risponde come se fosse normale quella posizione.
“Amazon!” e scrollo la testa ridendo di me stessa. Ho fatto chilometri, cercato in ogni singolo rivenditore di Seattle, quando bastava un click per acquistarlo.
“Oh!” rispondo imbarazzata e lui scoppia a ridere. “Non ci ho pensato… non sono molto amica dello shopping on-line!” mi giustifico.
“Beh! Meglio, così ho potuto farti una sorpresa… ed adesso vorrei qualcosa in cambio” mi propone con voce sensuale. Mi irrigidisco e faccio per alzarmi, ma lui mi blocca.
“Tranquilla, non voglio fare nulla che tu non voglia. Vorrei solo che accettassi un invito a cena” e mi sorride allentando la presa sul fianco. Sgrano gli occhi sorpresa per la proposta.
“Un invito a cena?” chiedo senza sapere cosa rispondere.
“Sì. Io, te e un ristorante… o una pizzeria… o un mc Donald…”
“Una pizzeria sarà perfetta!” gli rispondo alzandomi finalmente dalle sue gambe. Il suo profumo di sandalo e il suo alito caldo così vicino alla mia pelle mi stavano facendo cadere sotto l’incantesimo-Masen.
“Alle otto da te?” mi chiede fiducioso.
“Stasera non posso…” alza un sopracciglio per ammonirmi “Non è come pensi. Ho veramente un impegno al quale non posso mancare”
“Qualche fidanzato nascosto?” mi chiede cercando di sorridere, ma la mandibola stretta e l’ombra che gli vela gli occhi rivela il suo fastidio.
“No. Nessun fidanzato. Ho appuntamento via Skype con mio padre e mia madre… non sono molto bravi con la tecnologia, e per vederci devono andare a casa di amici e usare Skype” ammetto rivelando una parte di me… Jasper non ne sarà felice!
“Abitano lontano?” mi chiede incuriosito.
“A Forks… un paesino sperduto sui monti Olimpia…”
“Ti mancano?” mi chiede prendendomi le mani.
“Molto. Anche se li ho visti a Natale e li sento tutti i giorni, mi manca la mia dolce mamma ed il mio scorbutico ma attento papà” perfetto… digli anche che sei innamorata di lui e sai della scommessa e poi gli hai raccontato tutto…
“Se vuoi posso accompagnarti da loro questo fine settimana!” si propone felice.
Nego con la testa. “Questo fine settimana c’è la festa a La Push, anche andassi a trovarli non riuscirei a passare del tempo con loro. Mamma è una delle organizzatrici e papà sarà in servizio”
“Tuo papà è un poliziotto?”
“Sì! Lo sceriffo di Forks… un personaggio illustre!” mi pavoneggio scoppiando a ridere.
“Wow! Sei la figlia di uno sceriffo… ma non…” scuote il capo e si passa la mano tra i capelli nervoso.
“Ma non…” lo sprono.
“Niente, lascia stare. Quindi per la cena?” cambia discorso ritornando a sorridere.
“Domani sera?” propongo stringendomi nelle spalle e facendogli gli occhi da cucciolo.
“Vada per domani sera… ma dato che mi hai dato buca stasera, sceglierò io dove mangiare” e ci stringiamo la mano per siglare il patto!

 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
... chiudo gli occhi immaginandomi Edward vestito con lo smoking e li apro velocemente prima che i miei ormoni ricomincino a ballare la samba
“Ok! Accetto!” ... 


 
IN ATTESA DEL PROSSIMO CAPITOLO
POTETE FARE UN SALTO NELLE ALTRE MIE STORIE!!!
from twilight to sunrise edward - POV Edward in NEW MOON (Completa)
Padre senza saperlo - un'isola, una regola... e le sue conseguenze! (Completa)
La donna più felice del mondo - un ragazzo, una ragazza e qualcuno di troppo! (Completa)
Devi essere indipendente - facile innamorarsi di un uomo sexy pieno di soldi, e se fosse solo un sexy imbianchino? (Completa)
Il mio incubo personale - a volte cambiare città non basta per dimenticare (Completa)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Mercoledì 20 gennaio ***


Ciao!!! Anche se è tardissimo posto il nuovo capitolo e lo dedico a tutte coloro che durante questa calda pausa estiva continuano a seguirmi!!! 
GRAZIE DI CUORE A TUTTE PER LE VOSTRE BELLE PAROLE O ANCHE SOLO PERCHE' LEGGETE!!!
BUONA LETTURA!!!
E... incrociamo le dita che Edward si comporti bene!!!

 
  Image and video hosting by TinyPic

Mercoledì 20 gennaio

 
Purtroppo non sono riuscita a vedere i miei genitori. Qualcosa sulla linea internet del signor Newton non ci permetteva di vederci se non a scatti e così mi son dovuta accontentare di sentire le loro voci al telefono. Che peccato! Mi mancano i miei genitori, e avevo bisogno di rivedere il sorriso sincero di mia mamma e gli occhi dolci del mio papà.
Entro in classe ripensando alle follie della mia pazza mamma, alle sue raccomandazioni e frasi a doppio senso… scuoto la testa sorridendo mentre l’immagine del volto scandalizzato di mio padre nel sentire certe raccomandazioni di mia madre mi si forma nella mente. Quanto mi mancano!
“Noto con piacere che la chiacchierata via skype è andata bene” la voce di Edward fa sfumare il volto dei miei.
“Purtroppo la linea era disturbata e ci siamo dovuti accontentare di una telefonata” ammetto stringendomi nelle spalle e accennando un sorriso amaro.
“Beh! La proposta di accompagnarti da loro è sempre valida!” esclama con uno strano luccichio negli occhi. Quanto vorrei che la sua premura e gentilezza fossero vere…
Sto per rifiutare, quando mi vibra il cellulare.
Accetta
È l’unica parola che mi scrive Jasper. Lo cerco con lo sguardo e lo trovo due file sotto di noi che scrive impegnato al cellulare. Attendo di ricevere altri messaggi, ma il mio telefono tace.
“Brutte notizie?” mi chiede Edward sedendosi nel banco accanto al mio.
D’istinto nascondo il cellulare per non fargli leggere e scuoto la testa negando.
“Nessun problema. Rose vuole incontrarmi dopo lezione.” Invento mentre cerco di captare qualche gesto di Jasper per capire che intenzioni ha. Edward segue il mio sguardo, vede Jasper, ma non dice nulla a proposito.
“Quindi… domenica in quel di Forks?” mi chiede appoggiando il braccio sullo schienale della mia sedia.
“Non so. Ci sarà la festa e non avranno tempo per me, anzi… mi sfrutteranno come porta pacchi” rido al pensiero di come mia madre sia brava a sfruttare tutti quelli che le capitano a tiro quando è affaccendata a organizzare una festa.
“Divideremo il lavoro” si propone sorridendomi e guardandomi speranzoso.
“Edward Masen che si abbassa a far da portantino e cameriere?” gli chiedo inarcando un sopracciglio.
“Certo!” risponde pavoneggiandosi “Sono un ottimo cameriere! E non mi mancano di sicuro i muscoli per trasportare pacchi pesanti! Sono al servizio delle signore Swan” e si inchina con fare teatrale. Scoppio a ridere nell’immaginarlo nelle grinfie di mia madre… senza contare di come lo tratterebbe mio padre se sapesse che il Santo-Masen non è altro che il Scommessa-Masen! Ma quanti soldi hanno scommesso per convincere il damerino a trasformarsi in un cameriere pur di portarmi a letto?
“Mi alletta la tua proposta! Soprattutto il pensiero di vederti vestito da pinguino!” chiudo gli occhi immaginandomi Edward vestito con lo smoking e li apro velocemente prima che i miei ormoni ricomincino a ballare la samba “Ok! Accetto!” esclamo, forse troppo entusiasta, stupendolo.
Mi guarda con occhi sgranati e boccheggia guardandomi dritta negli occhi. Non sembra più così convinto di voler passare un week end a faticare, invece che rimanere comodo nel letto… e sicuramente non da solo!
“Ok! Fa nulla…” mormoro mordendomi il labbro inferiore ed abbassando il capo “Pazienza! I miei li vedrò la prossima settimana… se la connessione viene sistemata”
Edward sembra riprendersi dai pensieri e dopo aver scocco la testa con decisione, mi stordisce con il suo sorriso.
“Ma cosa dici? Devo stupirti giusto? E stavo solo pensando che riuscirò a stupirti quando saremo a Forks!” sorride passandosi nervosamente una mano tra i capelli e guardando la classe in tutta la sua ampiezza.
“Ok.” Rispondo poco convinta “Domenica andremo a Forks… se partiamo presto dovremmo arrivare per pranzo” cerco di organizzare, anche se il pensiero di un viaggio di quattro ore in macchina sola con Edward mi fa sentire strana. Da una parte sono emozionata come un’adolescente al quale è stato promesso di incontrare il proprio idolo, dall’altra sono preoccupata che l’Edward scommessa esca allo scoperto in un momento nel quale i miei amici non potranno aiutarmi… ma perché Jasper mi ha messo in questa situazione?
“Non sarebbe meglio partire sabato sera? Così saremo già lì al mattino e potrai gustarti i tuoi genitori per più tempo” propone ampliando il sorriso, ma i suoi occhi fissi sulle mie labbra mi suggeriscono i suoi veri pensieri.
“E dove dormiresti?” gli chiedo prendendolo in contro piede “Mio padre è molto geloso della sua bambina oltre che un possessore di fucile… non potrai dormire da me… e non credo che Edward Masen si accontenti del piccolo e unico albergo esistente a Forks” lo canzono sicura che non possa ribattere.
Stringe la mandibola e serra i pugni. Il suo sguardo mi trapassa e non c’è velo di dolcezza o ironia, ma tantissima rabbia. Sbuffa infastidito e risponde tagliente.
“Non so perché per il tuo cervellino Edward Masen è sinonimo di signorino viziato” e man mano che le parole gli escono dalla bocca, le mani allentano la morsa “Ti posso assicurare che Edward Maser è sinonimo di molte cose… ma non di signorino viziato!” l’ultima frase la dice quasi ringhiando “Isabella Swan non conosce Edward Masen e Isabella Swan farebbe bene a smetterla di giudicarlo in base a ciò che dicono di lui” e si alza lasciandomi a bocca aperta. L’ho offeso… e non ho nemmeno capito bene come ho fatto.
 
***
Per tutta la mattinata ho seguito la lezione cercando di chiudere in un cassetto la discussione con Edward, ma bastava una parola, un gesto del professore che il mio cervellino ricominciava a rimuginare su cosa avevo detto di così offensivo…
“Forse lo ha fatto solo per vedere se ormai sei nella sua rete” azzarda Rose al mio ennesimo sbuffo. “E cosa dovrei fare adesso?” le chiedo frustrata facendo cadere stanca la testa sulle braccia incrociate sul banco.
Rose sogghigna e mi accarezza i capelli “Faglielo credere… sarà più facile procedere con il piano”
“Era veramente offeso e io sono veramente mortificata” le faccio notare stizzita. E’ vero sto seguendo il piano di Jasper, ma non posso nemmeno negare i miei sentimenti.
“Chiedigli scusa” risponde semplicemente stringendosi nelle spalle.
Senza farmelo ripetere tiro fuori il cellulare e digito velocemente il messaggio senza farmi vedere dal professore che gira tra i banchi spiegando le basi del marketing.
“Scusa se ti ho offeso… non era mia intenzione… io stavo scherzando… forse… B.”
Come scuse fanno pena, ma non riesco proprio a capire cosa ho fatto per renderlo così irascibile.
Nemmeno il tempo di nascondere il telefono in tasca che lo sento vibrare.
Potrai farti perdonare stasera a cena. ;-) Alle otto sono da te! E.
Perfetto! Io mi sono tediata per tutta la mattina a pensare come farmi perdonare ed è bastato un messaggio per cancellare tutto con un colpo di spugna. Ha ragione Rose, lo ha fatto solo per vedere se ero caduta nella sua rete, ed io da emerita idiota gli ho dato la conferma.
Preferisco alle otto di fronte alla biblioteca… B.
Perché dalla biblioteca? E.
“La frequenza delle mie lezioni non è obbligatoria, ma è obbligatorio fare attenzione se si decide di entrare in classe e ascoltare la mia spiegazione.” Mi riprende il professore torreggiando di fronte a me. Sento i mormorii dei miei compagni e le loro risatine mal celate. Il mio volto va a fuoco e annuisco soltanto riponendo il cellulare in borsa senza smettere di guardare negli occhi il professore. E’ la prima volta nella mia vita che un docente mi riprende e mi guarda arrabbiato. Seattle ha un brutta influenza su di me!
Cerco di recuperare un po’ di autostima seguendo tutte le lezioni del giorno con interesse e prendendo una montagna di appunti. Sono sempre stata una studentessa modello e non voglio abbassarmi la media per seguire fantasie adolescenziali, e soprattutto per un ragazzo che nei miei confronti non prova nulla!
 
Durante la pausa pranzo i miei amici parlano dell’organizzazione della serata e solo quando mi chiedono in che ristorante mi porterà Edward io riporto l’attenzione ai loro discorsi.
“Non lo so” rispondo sincera. Ed una lampadina mi si accende nel cervellino. Dopo la brutta figura fatta alla lezione di marketing ho spento il cellulare.
Lo riaccendo e mille messaggi lo fanno suonare per quasi un minuto intero.
Sono tutti di Edward e variano di umore. I primi sono solo battutine sulla mia paura di riprovare ciò che successe nella mia cucina con lui… poi passano a messaggi più ruvidi e staccati, intervallati a messaggi di scuse e conferme che stesse scherzando e che vuole solo passare una serata tra amici… fino all’ultimo che cita:
Se non vuoi venire a cena con me basta dirlo. Sono abbastanza maturo da capire un rifiuto, ma non sopporto chi fa finta che non esista solo perché non ha il coraggio di dirmi in faccia cosa pensa! Buona vita e spero che per la serata troverai qualcuno a tenerti compagnia! E.
Lo rileggo cercando di calmarmi, ma la rabbia, più leggo, più sale fino a quando, senza dare spiegazioni a nessuno mi alzo dal tavolo e digito il suo numero mentre esco a passo di carica dal bar.
“Pronto?” la sua voce irritata mi fa perdere l’ultimo pezzetto di pazienza.
“Sentimi bene Edward Masen! Primo: se invece che bombardarmi di messaggi avessi avuto l’accortezza di telefonare ti saresti accorto che avevo il cellulare spento. Secondo: per la prima volta nella mia vita sono stata ripresa da un professore che mi ha beccata mentre ti mandavo un messaggio durante la lezione, ed io non ho intenzione di abbassarmi la media solo per seguire queste sciocchezze da adolescenti. Terzo: tra i due quello che fa finta che l’altro non esita quando c’è una discussione o un problema non sono io, ma tu! E in questi pochi mesi che ti conosco più volte hai passato giorni facendo finta che non esistessi. Quarto: io non nascondo nulla, ogni cosa che penso o che provo lo dico senza problemi, quindi se non avessi voluto venire a cena con te, te lo avrei detto senza nessun sotterfugio! Quinto: ringraziando il cielo ho dei buoni amici e sono certa che le mie serate non saranno mai trascorse in solitudine se non per mia scelta! Sesto: … Non c’è un senso! Addio Masen!” spengo la telefonata senza attendere risposta, e ringhiando mi trattengo dal lanciare il cellulare! Vai al diavolo Masen! Tu, i tuoi amici, i tuoi sotterfugi e le tue parole! Andate al diavolo tutti!!!!
“Tutto bene?” mi chiede Jacob abbracciandomi e facendomi appoggiare la schiena al suo petto.
“Sì, adesso si!” sussurro voltandomi per abbracciarlo e nascondendo il viso nel suo maglione.
“Vuoi parlarne?” mi chiede appoggiando il mento sulla mia testa.
Mi allontano leggermente per guardarlo in viso. Il suo sorriso sincero e dolce è sempre stato un ottimo rimedio ai miei momenti di sconforto.
“Cosa posso dirti che tu non abbia già sentito?” gli chiedo alzando un sopracciglio, ben consapevole che ha ascoltato la mia sfuriata.
Lui si stringe nelle spalle colpevole e ampliando il sorriso ribatte “Non so. Che vuoi che ti rapisca e ti porti a Forks nell’attesa che passino i prossimi giorni?”
Nego con la testa “Credo che dopo la mia sfuriata non ce ne sia più bisogno.” Rispondo convinta e sentendomi finalmente leggera dopo giorni. Solo in quel momento mi accorgo di non sentire una spada di Damocle sulla testa e i miei polmoni sembrano quasi patire per l’ossigeno che inalo, come se non fossero più abituati a respirare da tempo.
Lui mi stringe a sé. “Non vorrei deluderti, ma Masen non si farà abbattere da una semplice sfuriata. I giorni stanno per scadere e lui non è un tipo che perde senza lottare” mi avvisa grave stringendomi forte per farmi sentire la sua presenza e confermandomi che mi sarà vicino sempre.
Come richiamato dalle parole di Jacob, Edward fa la sua apparizione sul vialetto. Ha le mani strette a pugno, ed un viso che non riesco a decifrare, sembra dispiaciuto, imbarazzato, offeso, arrabbiato… faccio finta di non averlo visto e mi nascondo nel confortevole abbraccio del mio miglior amico.
“Isabella” mi chiama dolcemente “Possiamo… posso parlarti un secondo?” chiede gentile e quasi timoroso.
“Vuoi che lo mandi via?” mi sussurra Jacob prima di slacciare l’abbraccio. Sposto gli occhi tra il mio nemico ed il mio amico… pochi giorni Bella e lui sparirà dalla tua vita, ascolta cosa ha da dirti e ricordati che il piano di Jasper è la cosa più giusta da seguire per te e per tutte le prossime...
Con un cenno del capo confermo a Jacob che mi sento pronta ad affrontare Masen e con un sospiro sposto lo sguardo verso Edward. Jacob se ne va dopo avermi dato un bacio sulla tempia e mentre si allontana dà una spallata “involontaria” a signor-scommessa.
Edward non risponde all’affronto, ma continua a guardarmi come se fossi la cosa più importante. Devo ammettere che è veramente bravo a mascherare le sue vere intenzioni.
Non parlo e rimaniamo in silenzio fin quando Jacob non è abbastanza lontano.
“Lo so che posso sembrarti ripetitivo, ma ti chiedo scusa per il messaggio…” si passa la mano nei capelli sorridendo nervoso “… i messaggi…” si corregge mentre fa un passo cauto verso di me.
“Non sono abituato a essere ignorato… e qualcosa che non so definire continua a ripetermi che tu non voglia uscire con me…” spiega gentile avvicinandosi maggiormente. Arrivato a pochi passi si ferma e mi guarda in attesa di una risposta che non arriva. Lo guardo solamente mentre nella mia mente lo maledico per essere estremamente bravo a fare il dispiaciuto. Se non conoscessi le sue vere intenzioni lo avrei già perdonato e gli avrei già chiesto scusa per lo sproloquio che gli ho fatto al telefono.
“Forse i nostri battibecchi sono causati dalla poca conoscenza che abbiamo l’uno dell’altra.”
Ti conosco molto bene e so quali sono i tuoi intenti! Penso mordendomi la lingua.
“Ti chiedo solo di venire a cena con me. Parliamo. Ci conosciamo e se stasera non andrà come deve andare, da domani sparirò dalla tua vita” mi propone fingendo uno sguardo addolorato sulle ultime parole. Che grande attore.
“Non vengo mai meno alla parola data. Ho detto che avrei cenato con te, e così farò” rispondo fredda continuando a guardarlo negli occhi… purtroppo è una delle cose che abbiamo in comune… anche lui non viene meno alle parole date, peccato che le promesse che ha fatto sono a discapito mio.
Lui sorride sollevato dalla mia conferma per la serata e allunga un braccio per toccarmi, ma io faccio istintivamente un passo indietro.
“Alle otto davanti alla biblioteca?” mi chiede facendo cadere il braccio a lato del suo corpo.
Annuisco e gli volto le spalle per ritornare al bar dove i miei amici mi stanno aspettando.
 
***
Sono le otto meno cinque e passeggio davanti all’entrata della biblioteca maledicendo il freddo che mi sta sferzando la pelle e le farfalle che stanno volando nel mio stomaco al pensiero che tra pochi minuti mi troverò a una cena romantica con Edward.
Guardo verso il punto in cui sono nascosti Jasper e Alice. La loro macchina è nera e non è visibile se non sai dove guardare.
“Ciao” la voce di Edward mi fa sussultare per la sorpresa.
“C…Ciao” balbetto cercando di non far battere troppo i denti dal freddo.
“Vieni, la macchina è vicina” e dopo avermi chiesto il permesso con lo sguardo, mi posa un braccio sulle spalle e mi avvicina al suo corpo per scaldarmi “Stai congelando! Potevi decidere un posto al caldo come punto di incontro” scherza massaggiandomi un braccio per scaldarlo.
“Ci… ci penserò la… prossima volta” balbetto stringendomi maggiormente a lui. La sua giacca è calda e mi fa stare bene.
Arrivati alla macchina mi apre la portiera da vero gentiluomo e, dopo avermi fatto accomodare, si dirige a passo svelto dal lato guidatore. Appena seduto accende il riscaldamento al massimo e mi sorride.
“Hai un locale preferito… o posso scegliere io?” mi chiede sorridendomi.
“L’importante è che facciano una buona pizza” rispondo scherzosamente mentre appoggio le mani al bocchettone dell’aria per scongelarle più velocemente.
“Allora so dove portarti” esclama sicuro ingranando la marcia e facendo rombare il motore.
 
I primi minuti passano nell’assoluto silenzio. Io cerco di scongelarmi, mentre lui cerca di creare un’atmosfera rilassata. Accende l’autoradio e le note di “Mississippi Isabel” riempiono l’abitacolo immergendomi nel magico e strano mondo di King Charles.

https://www.youtube.com/watch?v=lQzsUcRBEKI
Le mie mani si muovono come se avessi un pianoforte davanti. Non so suonare il pianoforte, ma questa canzone è bellissima. Malinconica, frizzante… quante ore ho passato ad ascoltare quel cantante inglese… sulla spiaggia a La Push, in camera mentre preparavo gli esami finali, i primi giorni che sono arrivata a Seattle…
“Suoni il pianoforte?”
“Come?” gli chiedo ritornando al presente.
“Ho visto che muovi le dita. Suoni il pianoforte?” mi chiede indicando con lo sguardo le mani che ho appoggiato alle ginocchia.
“No” rispondo sorridendo e nascondendole in grembo “Adoro solo questa canzone” rispondo continuando a farmi cullare dalle note.
“Conosci King Charles?” mi chiede stupito.
“Mm-mm! Adoro Mississippi Isabel, è come le mie emozioni. Malinconiche, ma frizzanti.” Ammetto rendermi conto tardi che sto dicendo troppo di me.
Lui sorride compiaciuto e risponde cantando con Charles.
“I rode around on my bicycle
All the way in the rain
She kissed me once I took her out for lunch
And she never kissed me again”
Le mie guance si imporporano e mi mordo il labbro per l’imbarazzo… non ha messo una canzone a caso.
“To look at the universe
She'd abandoned the world
I'd go with her back to the darkness
Abandon my life for this girl”
“Però preferisco LoveBlood” esclamo guardando fuori dal finestrino e distruggendo l’incantesimo che stava lanciando su di me.
“Non credo che tu abbia poco sangue e che non possa amare abbastanza” sorride prendendomi una mano nella sua.
“Tu suoni il pianoforte?” gli chiedo senza riuscire a convincere il mio corpo ad allontanare la mia mano dalla sua stretta.
Il sorriso gli svanisce e ritorna con entrambe le mani sul volante.
“Non più” e ricala il silenzio nell’abitacolo. Nemmeno le note frizzanti di King Charles riescono a stemperare la tensione. Cavolo! Con Edward non si sa mai cosa bisogna dire senza innescare il suo atteggiamento distaccato.
Appena vedo le luci della città allontanarsi trovo una scusa per rompere il silenzio.
“Dove mi stai portando?” gli chiedo cercando nello specchietto retrovisore la macchina di Jasper.
“Nel miglior ristorante delle vicinanze.” Risponde tornando a sorridere.
“Ma non dovevamo andare in pizzeria?” gli chiedo preoccupata.
“Anche! E’ sia ristorante che pizzeria… la migliore pizza che io abbia mai assaggiato!”
“E… quanto manca?”
“Fame Swan?” chiede canzonandomi.
Il mio stomaco risponde per me facendoci scoppiare a ridere “Credo proprio che il mio stomaco ti abbia risposto”
“Tranquillo stomaco, ancora un paio di minuti” e mi accarezza la pancia con fare paterno.
Svolta in una stradina sterrata e poco illuminata ed io inizio ad andare in iperventilazione.
“Sicuro di essere sulla strada giusta?” gli chiedo cercando di non far trapelare l’ansia che in un secondo mi ha fatto passare la fame.
“Tranquilla Swan, non ti porto in mezzo al bosco per violentarti…” risponde come se mi avesse letto nel pensiero “E’ un locale particolare… a conduzione famigliare… vedi? Siamo arrivati”
Guardo fuori dal finestrino ed un rustico con una piccola insegna disegnata a mano con scritto
“Da Tina” è appesa sulla porta d’entrata.
“Sicuro che sia una pizzeria?” gli chiedo poco convinta.
Lui annuisce.
“Terza regola: stupirti!” risponde soltanto mentre apre la portiera per correre ad aprire la mia.
 
Entriamo nella casetta e con stupore noto che è effettivamente un ristorante. Con pochi posti a sedere e un ambiente accogliente e caldo. Sembra di essere a casa di amici!
“Qual buon vento!” esclama un omone con i baffoni e il camice da cuoco mentre assesta una pacca degna di Emmett sulla spalla di Edward. “Sono anni che non ti si vede!”
“Sono stato un po’ impegnato… ma adesso sono qui! Hai un tavolo libero?” gli chiede massaggiandosi la spalla.
“Per te ho sempre un tavolo disponibile! Vieni!! Tina… vieni a vedere chi si è deciso a venirci a trovare!” urla verso una finestrella nel muro e dopo pochi secondi una vecchina esce dalla portina pulendosi le mani. Sgrana gli occhi nel vedere Edward ed emozionata lo abbraccia come se fosse un figliol prodigo.
“Sei ancora vivo! Ma quanto sei cresciuto! E quanto sei diventato bello!!” esclama senza pudore la vecchina ammirandolo da capo a piedi soddisfatta di ciò che vede.
“Ciao tina! Anche tu sei ogni giorno più bella!” la loda facendola arrossire “Lei è Isabella” mi presenta facendomi fare un passo avanti “Una mia compagna di università e una grande intenditrice di pizze!” mi fa l’occhiolino mentre Tina mi abbraccia come se ci conoscessimo da anni.
“Un’amica?” gli chiede la vecchina guardandolo saputa e maliziosa.
“E grande intenditrice di pizze… so che non mi farete sfigurare!” le risponde glissando la domanda.
“Dai, venite! La saletta è libera e ben riscaldata” ci salva l’omone incamminandosi verso una saletta appartata.
 
Edward mi scosta la sedia per farmi sedere e, come se fosse di casa, prende il menù su un comò e me lo porge.
“Sono tuoi parenti?” gli chiedo appena rimaniamo soli.
“No.” risponde sorridendo “Vecchi amici di famiglia” e scuote la testa come per scacciare qualche pensiero.
“Ti sono molto affezionati” gli faccio notare l’ovvio.
“Sono esuberanti e si comportano così con ogni cliente… sei sicura di voler mangiare la pizza? Tina è molto brava a cucinare antipasti e primi” cambia discorso mentre ripone il menù a lato del piatto.
“Sono uscita di casa con l’idea della pizza…” penso ad alta voce “Non posso fare questo torto al mio stomaco” concludo solenne e chiudendo anche io il menù “Hai qualche consiglio su quale pizza prendere?”
“La specialità di Tina senza acciughe” mi sussurra come fosse un segreto.
“Perfetto!” rispondo sicura che mi piacerà.
Ordiniamo e mangiucchiamo degli stuzzichini che l’omone ci ha portato per ammazzare l’attesa.
“Ti ho stupita?” mi chiede mentre allarga le braccia indicando l’intera saletta.
“Sì, Masen! Sono molto stupita!” rispondo addentando un’oliva ascolana. “Anche se non capisco perché ti impegni così tanto” mi faccio sfuggire mordendomi subito dopo la lingua.
Serra la mandibola, ma camuffa subito il suo disappunto. “Non fraintendermi” provo a rimediare “Ma per una pizza bastava andare alla pizzeria al porto” termino sorridendo.
“Mi hai chiesto una buona pizza” mi fa notare tornando sereno “E qui è la migliore!” risponde pavoneggiandosi. “E poi volevo un posto non troppo vicino alla città per riuscire a parlarti senza che i tuoi amici sbucassero dal nulla o tu fuggissi” mi irrigidisco alle sue ultime parole.
“Perché… dovrei fuggire?” gli chiedo smettendo di mangiare.
“Perché ogni volta che parliamo finisce che litighiamo e vorrei una tregua” si fa improvvisamente serio “Lo so che non ho una buona reputazione e che le ragazze come te mi vedono con un pollo nel pollaio, ma non sono solo quello… posso essere anche un buon amico” mi trattengo dal rispondergli con stizza. Se non fosse per la scommessa non si darebbe tanto da fare… altro che un buon amico.
“Siamo qui per parlare apertamente e sinceramente?” lo sfido appoggiandomi al tavolo ed avvicinando i nostri visi.
Annuisce sicuro. Che attore!
“Bene! Allora dimmi perché ci tieni così tanto ad essermi amico! Lo hai detto anche tu, non riusciamo a parlare senza finire con il litigare” e mi ritraggo appoggiandomi allo schienale della sedia.
Rimane per alcuni minuti in silenzio, trapassandomi con il suo sguardo e, dopo aver sospirato e passato la mano nei capelli risponde “Diciamo che voglio… conoscerti… sei diversa dalle altre e mi incuriosisci.” Ok, per una frazione di secondo ho pensato che avrebbe ammesso le sue infime trame. Sospiro ormai certa del suo gioco e decido di starci.
“Perfetto! Conosciamoci! Io dico qualcosa di me e tu qualcosa di te. Sei originario di Seattle?” inizio riappoggiandomi al tavolo.
“No.” risponde adombrandosi, ma io non demordo.
“Arrivi da…”
“Port Angeles” risponde freddo e addentando uno stuzzichino con lo sguardo basso.
“Ti piacciono i libri, le ragazze e…” continuo la sequenza di domande senza soffermarmi sul fatto che è nato vicino al paesino che mi ha vista crescere.
“Le domande sono solo rivolte a me?” chiede spazientiti. Alzo le mani in segno di resa e mi riappoggio allo schienale incrociando le braccia.
“Senti…” sospira “Non so come si corteggia una ragazza… non mi piace parlare di me, non mi piacciono solo i libri e le ragazze… e vorrei veramente che tra di noi nascesse una buona amicizia” ammette vedendo che sto innervosendomi.
“E non vuoi portarmi a letto…” lo provoco. Lui spalanca gli occhi ed io sorrido trionfante. Adesso vediamo come ne esci Adone dei miei stivali.
“Mi piacerebbe…” ammette con mia grande sorpresa “Ma so che non ho speranze con te” bravo, gioca la carta della psicologia inversa.
“E anche se sai che non verrò mai a letto con te, tu ti impegni così tanto?” gli chiedo allargando le braccia indicando la situazione in cui siamo.
“Non ho solo quello in testa” ringhia. Certo, forse hai in testa anche i soldi della scommessa e le pacche di complimenti che ti daranno i tuoi compari.
“Perché stento a crederci?” chiedo civettuola e sbattendo le ciglia.
“Perché ti sei fatta un’idea sbagliata di me!” risponde sbattendo anche lui le ciglia facendomi il verso “Ed invece tu? Non hai mai pensato di venire a letto con me? Non hai mai rimuginato sui baci che ci siamo dati?” mi chiede guardandomi con quei magnifici smeraldi e arrochendo la voce. I miei ormoni esultano e cercano di zittire il cervello urlandomi di fargli vedere quanto non ho rimuginato sui suoi baci.
“Io… sì… ma… preferisco non replicare” mento senza riuscire a smettere di guardarlo negli occhi.
“Non ti è piaciuto?” mi chiede a pochi centimetri accarezzandomi con il suo fiato caldo.
Nego con la testa, ma lui non crede alle mie bugie “Non sei capace di mentire Swan” mi sussurra prima di unire le nostre labbra.
Un’esplosione di emozioni mi fan vibrare ogni parte del corpo. Il suo sapore sulla mia lingua mi fa toccare vette mai sfiorate, mentre le sue grandi e calde mani mi lasciano scie bollenti al passaggio sulla schiena e nella mia mente un’esplosione di fuochi d’artificio festeggiano il passaggio al comando dal cervello agli ormoni.
Sono giorni che me la lavoro, e sono a un passo dalla vittoria.
Le sue parole mi riecheggiano nella mente ridandomi un barlume di ragione, mi allontano come scottata e ogni emozione provata pochi secondi prima viene sostituita dalla rabbia, ma non la sfogo perché mi rende più determinata a portare a termine il piano di Jasper.
“Cosa succede?” mi chiede con il fiato corto e gli occhi neri di passione. La sua eccitazione è evidente ed io mi allontano con una smorfia.
“Non voglio Edward.” Gli spiego cercando di mantenere la calma “Lo hai detto anche tu, sono diversa dalle altre e non mi bastano le tue moine per convincermi a stare con te…”
“Non…” prova a parlare, ma lascia stare.
“Sei una compagnia piacevole e pieno di sorprese. Ti piace King Charles, ti piace Darkover, sei un genio nel marketing… e sicuramente non mi annoio quando sono con te.” Sospiro passandomi le mani nei capelli per farmi coraggio e trovare le parole giuste “Ok! Basta giocare!” ammetto lanciando la tovaglietta sul tavolo e prendendogli le mani tra le mie “Voglio esserti amica, voglio continuare a frequentarti, ma devi essere consapevole del fatto che non sei il mio tipo. Non mi piaci e non provo per te ciò che provo per…” scuoto la testa nel vedere il dispiacere nei suoi occhi, cavolo, gli sto parlando con il cuore in mano e lui pensa solo a se stesso “… se vuoi veramente quest’amicizia io sono d’accordo con te. Conosciamoci, scopriamoci… e dimostrami che non sei solo il pollo nel pollaio che sta con una donna solo per farsi scaldare il letto… dimostrami chi sei veramente” non sono sicura di aver detto quelle parole solo per seguire il piano, ma non sono stolta e non mi farò imbambolare da lui.
“Ti dimostrerò chi è Edward Masen” risponde sicuro, accettando la mia sfida con onore… o almeno così vuol farmi credere “Cambierai idea su di me… e sarò io a dover fare attenzione a non trovarti nel mio letto!” esclama malizioso prima di darmi un buffetto e tornare a mangiare.
La serata passa piacevole, purtroppo ho scoperto poco di lui, perché su molte domande dirette ha risposto a monosillabe o con un’altra domanda rivolta a me… ma va bene ugualmente, non devo conoscerlo per forza, anzi meglio che non mi addentri troppo nella conoscenza o potrei affezionarmi veramente e il 30 del mese rimarrei comunque scottata!

 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
“Dammi la possibilità di farti capire cosa provo per te e lasciati andare…” mi accarezza la guancia guardandomi con occhi “sinceri”.
Nego con il capo “Non farò nulla che tu non voglia… ma ti prego non negarmi la tua compagnia e le tue labbra” mi prega sfiorando con il pollice la mia bocca e allacciando il braccio intorno alla mia vita.

 
IN ATTESA DEL PROSSIMO CAPITOLO
POTETE FARE UN SALTO NELLE ALTRE MIE STORIE!!!
from twilight to sunrise edward - POV Edward in NEW MOON (Completa)
Padre senza saperlo - un'isola, una regola... e le sue conseguenze! (Completa)
La donna più felice del mondo - un ragazzo, una ragazza e qualcuno di troppo! (Completa)
Devi essere indipendente - facile innamorarsi di un uomo sexy pieno di soldi, e se fosse solo un sexy imbianchino? (Completa)
Il mio incubo personale - a volte cambiare città non basta per dimenticare (Completa)

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Giovedì 21 gennaio ***


CIAO A TUTTE E BUON FERRAGOSTO!!!
 
Image and video hosting by TinyPic
 

Giovedì 21 gennaio 

Cosa dire di ieri sera? Tutti ne siamo rimasti entusiasti.
Lo so che è solo commedia quella di Edward, ma non ho voluto rovinarmi la serata continuando a ripetermi che lo faceva solo per un secondo fine, e mi sono gustata la sua compagnia.
Non sono mancati sfioramenti e frasi ambigue, e mi sono crogiolata in quelle emozioni come fossero vere. Sono una donna e mi piace sentirmi bella… e Edward ci riesce benissimo!
E adesso sono qui, nel solito bar, con il solito caffè che continuo a mescolare con la testa stancamente appoggiata alla mano mentre rivivo ogni singolo momento della serata.
Le risate, le prese in giro, i discorsi seri… i gesti galanti come aprirmi la portiera, salutarmi con un bacio sulla fronte e la sua domanda, quasi timorosa di un rifiuto, se potevamo ripetere la serata.
“Ricordati che è tutta finzione” mi risveglia come una doccia fredda Rose sedendosi accanto a me seguita da tutti gli altri.
“Lo so” ammetto triste “Ma devo ammettere che è stata veramente una bella serata” rispondo sconfortata.
“Ci sa fare il ragazzo… ma tu non devi farti ingannare!” mi ricorda Jacob stampandomi un bacio sulla guancia.
“Lo so, lo so. Tranquilli! E’ solo che non riesco a essere falsa, e se dobbiamo portare a termine il nostro piano devo lasciar andare un po’ le emozioni” ammetto sapendo che sto giocando troppo vicino al fuoco.
“Chi deve rimanerne ferito è lui, non tu!” mi ricorda Rose ed io sento uno strano e inappropriato senso di colpa che mi fa dolere il petto.
Che poi non è detto che il nostro piano lo ferisca… sarà già abbastanza arrabbiato per aver perso la scommessa… 9 giorni… 9 giorni e tutto sarà finito!
“Voi statemi vicino e continuate a seguire il piano… io cercherò di non bruciarmi troppo”
“Sta arrivando!” esclama Jasper indicando la macchina di Edward che sfreccia davanti al bar “Andiamo e lasciamoli soli, mi mancano ancora alcune parti” e dopo avermi salutato e fatto le dovute raccomandazioni mi lasciano sola.
Edward entra nel bar dopo pochi minuti e il suo volto si illumina nel vedermi sola.
“Ciao” mi saluta con un sorriso che gli attraversa il viso.
“Ciao” lo saluto con altrettanto entusiasmo.
“Sola? Posso farti compagnia?” annuisco spostandogli la sedia per invitarlo a sedersi vicino a me.
“Hai già mangiato?” mi chiede chiamando il cameriere.
“Sì, ma ho ancora un leggero languorino e quella torta al cioccolato è da quando sono entrata che mi chiama” rido indicando un pezzo di torta nella vetrinetta dei dolci.
“E allora rispondi al richiamo!”
E come la cena, anche la colazione scorre piacevole, così piacevole che arriviamo in classe in ritardo. Edward si prende le colpe mentre si siede al banco vicino al mio.
“Ma tu non sei all’ultimo anno?” gli chiedo quando il professore inizia a spiegare.
“Sì” risponde tranquillo continuando a guardare verso la lavagna, anche se il suo sorriso sghembo mi fa capire che mi sta prendendo in giro.
“E… non dovresti seguire le lezioni dell’ultimo anno?”
“Le compagne di classe del primo anno sono più interessanti” e mi fa l’occhiolino riportando subito l’attenzione al professore che ci sta guardando.
“Se non segui le lezioni ti abbasserai la media… o perderai l’anno” gli bisbiglio.
“Tranquilla ho tutto sotto controllo” e con un gesto della mano dichiara chiusa la discussione.
Finita l’ora mi bacia sulla tempia e mi dà appuntamento per il pranzo.
Non lo vedo per le ore successive, nemmeno nella classe di letteratura dove l’ho sempre visto dall’inizio dei corsi… forse ha seguito il mio consiglio! Naaahhh!!!
 
Avverto con un messaggio i miei amici che a pranzo sarà con Edward, e Jasper, in pochi messaggi, prepara l’intera organizzazione.
Appena esco dalla classe dell’ultima ora trovo Edward appoggiato al muro di fronte alla porta. Bello come un Dio. Ha gli occhi che brillano e un sorriso smagliante. Ovviamente un’ochetta sta parlando con lui accarezzandogli il braccio, ma lui non la degna nemmeno di uno sguardo. Appena mi vede mi viene incontro allontanando con un gesto della mano la stangona rossa che fino a pochi secondi prima lo guardava in adorazione e adesso brontola offesa scomparendo nel corridoio. Sorrido nel pensare che questa scommessa non mi farà trovare l’amore della mia vita, ma sicuramente per i prossimi nove giorni mi farà avere tante piccole vendette verso le oche-Masen che mi hanno sempre guardato come fossi un inutile scarafaggio!
“Era la tua ultima lezione vero?” mi chiede Edward ed io risposto lo sguardo su di lui.
“Sì. Oggi pomeriggio devo fare la relazione per lunedì e poi sono libera per tutto il week end” esclamo felice.
“Anche per me non ci sono lezioni oggi pomeriggio e se mi permetti vorrei onorare la prima regola aiutandoti con la relazione!” e mi prende i libri che tenevo in mano.
Rimango imbambolata nel guardarlo mentre si allontana. Cavolo! Perché non può essere tutto reale?
“Andiamo?” mi chiede Edward appena si accorge che non lo sto seguendo. Annuisco e affretto il passo per raggiungerlo.
“E dato che oggi sono in vena vorrei onorare anche la terza regola stupendoti” sorride mentre camminiamo nel corridoio.
“Lo hai già fatto di questa settimana” gli rispondo anche se sono curiosa di sapere come vuole stupirmi.
“Non fare la pignola Swan! E avvisa i tuoi amici che per pranzo Masen ti rapisce!” e facendomi l’occhiolino affretta il passo fino ad arrivare fuori dalla facoltà.
 
***
Stupire mi ha stupito! Mi ha portata a casa sua… e cavoli che casa!
Beh! Per essere corretti è un appartamento poco distante da quello di Alice e Rose. E’ luminoso, arredato con ottimo gusto e ordinato. E’ un’unica immensa stanza, con cucinino diviso dal salotto da un’isola attrezzata ed immensa. Una libreria divide la zona giorno dalla zona notte, dove un letto futon fa bella mostra di sé. Ci sono solo due porte. Una vicino al frigorifero a doppia anta e una tra il salotto e la camera da letto.
I colori principali sono il bianco e il rosso, con particolari neri. Molto moderno e di lusso.
“Mi hai portato nella tua tana?” gli chiedo entrando preoccupata senza smettere di guardare il letto disfatto.
“A casa mia” mi corregge prendendomi la giacca e appendendola a uno strano appendiabiti.
“Sei la prima che ha l’onore di entrarci” continua credendomi un’ingenua.
“Sì, la prima a entrarci per studiare marketing e non anatomia” rispondo tagliente.
Lui sorride scuotendo la testa.
“Anatomia la studio nell’appartamento vicino all’università. Non è intelligente far sapere a certe donne dove abito” sciabola le sopracciglia come se avessi capito il motivo.
“Certo!” taglio corto mentre con lo sguardo ispeziono la casa. E’ veramente bella. Anche se non vedo fotografie o qualche oggetto che possa farmi capire qualcosa di più di scommessa-Masen.
“E’ poco personalizzato per essere un appartamento abitato” esclamo ancor prima che il mio cervello mi dia l’input di parlare.
“Lo so. Ma è momentaneo. Appena ho finito l’università voglio lasciare Seattle…” e la sua affermazione stranamente mi rattrista, non so perché ma sento che mi mancherà. Ma cosa stai pensando? Dopo il 30 tornerai ad essere invisibile per lui!
“Quindi questo è l’ultimo anno a Seattle?” gli chiedo nascondendo il mio disagio nel pensare che l’amicizia che ha finto di bramare tanto ha una data di scadenza.
“Ti mancherò?” mi chiede con una strana luce negli occhi ed avvicinandosi oltre il consentito a due amici.
“Speravo di poter utilizzare i tuoi servigi anche il prossimo anno” scherzo facendo una smorfia.
“Ti mancheranno solo i miei servigi?” mi chiede roco avvicinandosi sempre di più e appoggiandomi le sue grandi e vellutate mani sulle spalle.
“E anche i nostri battibecchi?” gli chiedo ormai con la voce che trema.
“Nient’altro?” mi soffia ormai a pochi millimetri dalle labbra.
“Nient’altro…” sussurro chiudendo gli occhi mentre le sue labbra si appropriano delle mie.
Mi mancheranno anche i suoi baci, le sue mani, la sua voce roca, il suo sguardo che mi fa sentire desiderata e bella… mi mancheranno molte cose di lui… anche la scommessa?
Ed il mio cervello mi fa riprendere in tempo, mentre le sue mani sono già infilate sotto la mia maglietta e le mie stringono le sue spalle per farlo aderire meglio al mio corpo.
Mi stacco velocemente e faccio un passo indietro per aumentare le distanze.
“Perché resisti a ciò che provi?” mi chiede con una voce che mi fa accaldare e annullando nuovamente le distanze.
“Sei tu…” provo a difendermi “… che continui a baciarmi.”
“E tu rispondi…” ribatte stringendomi nuovamente a sé e affondando i suoi smeraldi nei miei occhi.
“Se mi hai portato qui per studiare anatomia… è meglio che vada” e con non so quale forza riesco ad allontanarlo da me e dirigermi verso la giacca. Ma lui si appoggia alla porta di entrata impedendomi di uscire.
“Ti stai comportando come un’adolescente frigida” mi attacca facendomi stringere i pugni per non prenderlo a sberle “Dimmi che sbaglio quando penso che tu provi una forte attrazione per me ed io ti lascio andare” mi chiede senza malizia o ironia. Sento il cellulare vibrarmi nelle tasche, ma lo ignoro.
Scuoto la testa cercando di mettere insieme i pensieri e trovare una frase che smorzi il suo ego… “Sarei una bugiarda se ti dicessi che i tuoi baci non mi toccano o se ti dicessi che non sei un ragazzo attraente e sexy, ma sarei altrettanto una bugiarda se mi lasciassi andare con te. Non sono un’adolescente frigida, ma sono una ragazza che ama sè stessa a cui non piace donare il suo corpo a un uomo per il quale non prova nulla… e con la mente e il cuore rivolti verso un altro uomo.” Affondo il coltello con l’ennesima bugia, ma sono sola nel suo appartamento e devo smorzargli l’ego nell’unico modo che conosco.
“Quindi reputami pure un’adolescente frigida, non mi interessa il tuo giudizio.” guardo il letto ancora disfatto “Sei pieno di donne pronte a scaldarti il letto e molto vogliose… vai da loro, sbollenta le tue voglie e cercami solo se sei realmente interessato ad aiutarmi con la relazione!” lo strattono perché mi liberi il passaggio ma lui mi blocca tenendomi per il polso.
“Il tuo cuore e la tua mente saranno rivolti a Garrett… ma adesso sei qui con me e il tuo corpo mi desidera” lo schiaffo parte ancor prima di pensare. Il cellulare ricomincia a vibrarmi nella tasca, ma sono troppo arrabbiata per rispondere e non permetterò a nessuno di combattere le mie battaglie.
“Io non ti desidero! Il pensiero che mille mani abbiano toccato il tuo corpo mi disgusta! L’unica cosa che mi affascinava di te e che mi attraeva era la tua compagnia, il tuo essere brillante, colto e ironico, ma dopo le tue ultime affermazioni penso solo che sei un ottimo attore, e che saresti pronto a tutto pur di scoparti l’unica ragazza che non te l’ha servita su un piatto d’argento!”
“Non sono un attore, e cancellerei ogni singola donna che ho avuto pur di poter stare con te! Quando ti bacio il mondo svanisce, il mio corpo prova sensazioni che non ho mai provato e dal nostro primo bacio continuo a immaginare come è essere dentro di te, baciarti, accarezzarti, perdendomi nel tuo profumo e sentire la tua pelle sulla mia… credo che tu sia la porta del paradiso e lo ammetto voglio toccarlo… voglio toccarlo con te. E non sono l’unico che prova la scarica elettrica che attraversa il mio corpo ogni volta che ti sfioro…” lo dice così convinto che quasi gli credo… sembra una dichiarazione d’amore, ma se si legge tra le righe si può intuire che ha ammesso la scommessa. Sono la porta del paradiso? No, sono la chiave per vincere la scommessa.
“Dammi la possibilità di farti capire cosa provo per te e lasciati andare…” mi accarezza la guancia guardandomi con occhi “sinceri”. Nego con il capo “Non farò nulla che tu non voglia… ma ti prego non negarmi la tua compagnia e le tue labbra” mi chiede sfiorando con il pollice la mia bocca e allacciando il braccio intorno alla mia vita.
“Sono solo una semplice ragazza… non c’entro nulla con le modelle con il quale ti accompagni solitamente.” Ammetto.
“Non c’entri nulla perché tu sei molto più bella. Non hai bisogno di trucchi o vestitini striminziti per farmi questo effetto” mi strofina la sua eccitazione sulla coscia “Mi basta guardarti negli occhi, sentire la tua risata o vederti mordere il labbro quando sei concentrata o in imbarazzo… tu sei bella dentro e fuori… e io voglio essere il fortunato che potrà godere della tua compagnia e della tua bellezza”
“Ma andrai via da Seattle” sussurro ormai stregata dalle sue parole. Nemmeno la mente che continua a ricordarmi le parole che ha detto negli spogliatoi riesce a non farmi sentire amata e bella.
“No, se tu me lo chiederai”
“Non voglio intralciare i tuoi piani… e non voglio prendere un’insufficienza per la relazione che non stiamo facendo” riesco a smorzare il momento romantico ritrovando la retta via.
Mi guarda stupito scoppiando a ridere con la sua risata cristallina, che mi fa sciogliere ancor più che il suo sorriso speciale “Sai sempre come stupirmi” sussurra mentre mi bacia sulla fronte e, prendendomi per mano e portandomi in cucina.
  
 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
“Ma sei impazzita?” mi strilla Leah appena faccio capolino in sala.
“Cosa ho fatto?” le chiedo cercando di capire perché tutti i Quielutes sono radunati alle sue spalle e mi guardano in cagnesco.
“Alice è qui e ci ha detto chi è Edward! E’ il bastardo della scommessa e tu stavi per fargliela vincere!!!...


 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Sabato 23 gennaio ***


Ciao a tutte! Lo so ho postato solo poche ore fa il capitolo... ma proprio mentre lo postavo...
SAFFY, quella vera (cioè il mio cagnolino che mi teneva compagnia mentre scrivevo) ci ha lasciati!
Era anziana poverina... e quindi voglio ricordarla con un sorriso e dedicarle questo capitolo...
uno degli ultimi che ho scritto con la sua supervisione!
Quindi, se noterete che la mia scrittura cambierà, è perchè ho perso la mia beta preferita, che mi avvisava con una scodinzolata se la frase le piaceva o con uno sbuffo se era noiosa!
BUONA LETTURA!!! E buon viaggio Saffy!!! 

 

Image and video hosting by TinyPic

 

Sabato 23 gennaio

Tra sette giorni come oggi la bomba esploderà ed io dovrò dire addio per sempre al bellissimo e sexy Edward Masen!
Non so ancora se esploderà addosso a me o addosso a lui, l’unica cosa certa è che ormai la nostra amicizia ha i giorni contati ed io ho deciso di gustarmela fino alla fine.
Mi mancherà sicuramente, anche se sono consapevole che la sua dolcezza e premura è dettata dalla voglia di vincere la scommessa e non da un sentimento vero. Sono tornata adolescente e lo avevo già ammesso, e quindi seguo i miei istinti, tenendo a freno gli ormoni.
Giovedì e venerdì pomeriggio sono stati fantastici. Abbiamo preparato la relazione e ho imparato di più con lui in due giorni che nell’intero semestre. Ha una grande capacità comunicativa e spiega in modo chiaro e preciso ogni concetto. Non ho mai amato marketing, ma spiegato da lui è diventata la mia materia preferita. Può essere utilizzata in molti campi, anche nella vita e finalmente molti concetti che mi erano oscuri adesso mi sono chiari come il sole.
Vi posso assicurare che Edward Masen è una sorpresa continua: non solo è un ottimo insegnante, ma è anche un ottimo accompagnatore.
Venerdì sera siamo andati alla festa che Alice ha organizzato ad oc per il piano di Jasper e Edward si è comportato da vero gentiluomo.
Mi è passato a prendere al mio appartamento (esatto, secondo il piano di Jasper era il momento di tornare nel mio vecchio alloggio, ovviamente con Alice come coinquilina) e si è presentato con una rosa bianca che mi ha donato citando Oscar Wilde “Meglio vale godersi una rosa che esaminarne la radice al microscopio.”
Alla festa ha evitato ogni polipessa con maestria, tenendomi stretta a sé e declinando ogni invito anche sussurrato.
Abbiamo ballato il lento dimenticando il mondo che ci circondava. Ha sussurrato nel mio orecchio le parole di “I don’t want to Miss a thing” e ci siamo persi occhi negli occhi, mentre con la mano mi accarezzava la schiena. Ci siamo baciati con dolcezza, cullati dalla canzone. Non c’era passione o desiderio, ma solo voglia di sfiorarsi, coccolarsi e “amarsi”.
E’ stata la festa più bella e romantica della mia vita!
Lo so lo so, è tutta finzione, ma anche quando guardi un film ti immagini di essere la protagonista ed io ho voluto per una sera immedesimarmi nella parte, godendomi ogni singolo momento, brivido e sussurro.
E voglio ancora perdermi in questa messa in scena… ed è per questo che adesso sono qui, seduta sulla Volvo di Edward in direzione Forks!
 
“Felice di rivedere i tuoi genitori?” mi chiede Edward stringendomi la mano nella sua.
“Curiosa di vedere la loro faccia quando mi vedranno” ammetto sorridendo e coprendomi le orecchie al pensiero degli urletti di felicità di mia madre.
Edward sorride scuotendo la testa. “Non li hai avvisati?”
“No! Avrei dato più tempo a mia madre di organizzarsi per sfruttarmi!” esclamo fingendomi scandalizzata e scoppiando a ridere seguita da lui.
Il viaggio è piacevole. La musica di King Charles ci fa compagnia e Edward, finalmente, mi sta raccontato un po’ di sé. Del suo passato non dice nulla, ma si dilunga molto sui suoi progetti.
Vuole andare a New York, gli hanno proposto uno stage per gli ultimi mesi di università, presso una famosa azienda pubblicitaria. Mira in alto e vuole essere ricordato per le sue capacità. E’ una mente del marketing e un ottimo artista. Ho visto alcune sue bozze e sono delle vere opere d’arte.
Vuole affermarsi nel campo, poi vuole acquistare una mega villa con piscina e un cottage nel Vermont. Non vuole animali che girino per casa, il massimo che può accettare è un pesce rosso, perché non sopporta i peli per casa o le bave che lasciano certe razze di cani…
Parla molto di lui e io rimango in silenzio affascinata da come, man mano che ci allontaniamo da Seattle diventi più sciolto e “umano”.
 
Quando arriviamo di fronte a casa dei miei li troviamo affaccendati sotto il portico.
“Tranquillo Masen, mio padre è gentile, non farti trarre in inganno dal baffo folto. E poi… il fucile lo tiene in casa! Finché rimaniamo in giardino non rischi nulla!” lo prendo in giro e, dopo avergli fatto l’occhiolino, corro ad abbracciare la mia dolce mamma.
Papà mi saluta con la classica pacca sulla schiena mentre mamma continua a stritolarmi mormorandomi quanto sia felice.
“Capo Swan” la voce di Edward ci fa voltare, ma ciò che mi stupisce maggiormente è la risposta di mio padre.
“Edward Masen?” gli chiede avvicinandosi lentamente e studiandolo in ogni singolo dettaglio “Sei cresciuto” continua porgendogli la mano.
Edward si stringe nelle spalle facendogli il suo sorriso particolare, mentre io e mia madre guardiamo la scena con le bocche spalancate dalla sorpresa.
“Vi conoscete?” chiedo riprendendomi velocemente.
Mio padre e Edward si scambiano uno sguardo veloce.
“Conosceva mio padre… ci siamo conosciuti molti anni fa…” risponde Edward lanciando uno sguardo strano mio padre Charlie.
“Sì, anni fa ho avuto a che fare con la sua famiglia…” conferma massaggiandosi il collo a disagio. “Ma non rimaniamo qui sulla porta, entrate! Sarete affamati dopo il lungo viaggio”
Mia madre mi trascina in cucina, dopo che mio padre la invita a suon di sguardi di entrare e non fare altre domande.
Ho sempre adorato il loro modo di comunicare. Non hanno bisogno di parole, si capiscono al volo… e se devo essere sincera li ho sempre un po’ invidiati. Si amano, di un amore puro, profondo e a trecentosessanta gradi… ma in questo momento non sopporto che mi taglino fuori.
Perché mio padre conosce Edward? Perché sembra che mi stiano nascondendo qualcosa? E il fatto che non abbiano seguito me e mia madre in cucina, ma si sono fermati sul portico a parlare, me ne dà la conferma.
“Ma che bel ragazzo!” esclama mia madre sciabolando le sopracciglia e facendo un cenno con il capo verso la porta.
“E’ solo un mio compagno di università che si è offerto di darmi un passaggio” rispondo mordicchiandomi il labbro.
“Mmmh… un semplice compagno che si è fatto ore di macchina per farti un favore” continua dandomi una leggere gomitata sul fianco. Alzo gli occhi al cielo esasperata. Ci manca ancora mia madre in versione cupido.
“Siamo solo amici… e non voglio nient’altro da lui. Quindi riponi le frecce di cupido”
“Non credo ci sia bisogno che le scocchi…” risponde sorniona “Credo che Cupido abbia già fatto la sua parte” e mi sorride maliziosa dandomi le spalle per mettersi ai fornelli mentre Edward e Charlie fanno la loro apparizione in cucina.
“Adesso che ho reso chiaro al ragazzo quali sono le regole di comportamento con mia figlia possiamo dargli il giusto benvenuto” esclama mio padre dandogli una pacca sulla spalla. Io arrossisco per la vergogna e Edward mi sorride cercando di tranquillizzarmi.
“Ma ditemi, cosa ci fate qui a Forks?” continua mio padre spostando la sedia in un chiaro invito a sederci vicino a lui.
“Dato che non ci siamo riusciti a vedere via Skype, Edward si è offerto di accompagnarmi a trovarvi… e…” guardo Edward sorridendo demoniaca “… si è anche offerto di aiutare Renèe alla festa di domani a La Push!” mia madre reagisce con degli urletti di felicità da far invidia a Alice e abbraccia calorosamente Edward.
“Mi mancava un bel ragazzo nella parte del buffet! Tu e Bella sarete perfetti come camerieri!” Edward sorride a mia madre, mentre mi fulmina con lo sguardo, ma io mi stringo nelle spalle facendo la mia miglior faccia innocente.
“E quindi Edward si è fatto chilometri per portare mia figlia a casa, si è offerto volontario come servetto di mia moglie… come mai tutta questa bontà?” chiede mio padre studiandolo attentamente.
“Io…” cerca di spiegare Edward, ma io rispondo per lui.
“Ha perso una scommessa con me e deve pagare pegno” rispondo guardando fisso negli occhi il signor scommessa.
Mio padre scoppia a ridere e dando una pacca sulla spalla del mio amico esclama
“Ragazzo! Se vuoi vivere tranquillo è meglio che impari una regola fondamentale: mai scommettere contro le donne Swan!” non riesco a nascondere un sorriso compiaciuto mentre Edward sbianca visibilmente.
“C’è una cosa che non mi torna” mormora mia madre mentre addenta il secondo. “Dove dorme Edward?”
Il boccone mi va di traverso e Edward, con la sua classica tranquillità e dandomi colpetti leggeri sulla schiena per farmi tornare l’ossigeno, risponde: “Credo che dormirò nella mia vecchia casa a Port Angeles. Ci abita mia zia adesso ed è felice di ospitarmi”
“Non se ne parla nemmeno!” esclama Renèe pulendosi le mani “Domani mattina dovete essere attivi presto… e sicuramente stasera vorrete uscire per salutare i vecchi amici di Bella… non posso permettere che tu ti affatichi con viaggi inutili! Dormirai qui… in salotto!” e guarda mio padre per avere conferma.
Mio padre cerca di mascherare la sorpresa per la proposta di mia madre.
“Se il ragazzo segue le regole, sarò ben lieto di ospitarlo” risponde sfidandolo con lo sguardo.
“E’ stato più che chiaro prima. Seguirò ogni regola e sono onorato di essere vostro ospite. Devo solo avvisare mia zia. Scusate.” Si alza prendendo il cellulare dalla tasca ed esce sul portico per fare la telefonata.
“Ma sei impazzita?” chiedo a mia madre appena sento la porta chiudersi.
“No. Sono educata. Non me la sento di sfruttarlo per tutta la domenica senza nemmeno offrirgli un letto su cui dormire.”
“Divano, Renèe! Il ragazzo dormirà sul divano” chiarisce mio padre teso quanto me.
“Che problemi hai Bella? Non è il tuo ragazzo e non ti interessa, quindi non devi preoccuparti e devi trattarlo come tratteresti qualsiasi mio ospite! Siamo una famiglia educata noi!” e offesa per la reazione di me e mio padre, si alza per lavare le stoviglie.
Mi alzo per aiutare, ma Renèe mi blocca facendomi posare il piatto che avevo preso.
“Andate a La Push. Presentalo ai ragazzi della riserva, così domani sarà più facile collaborare con loro!” sbuffando prendo la giacca e raggiungo Edward sul portico.
E’ seduto sul dondolo con lo sguardo perso verso il bosco.
“Avvisato tua zia?” gli chiedo facendolo sobbalzare.
“Sì! Avvisata” risponde con il suo sorriso sghembo.
“Alla fine il tuo fascino ha ammaliato anche mia madre” lo accuso scherzosa mentre mi siedo accanto a lui.
“Peccato che il mio fascino non abbia effetto su tutte” risponde guardandomi malizioso.
“Non ti bastano tutte le oc…donne che ti saltano addosso all’università?”
Sbuffa distogliendo lo sguardo. “Ancora con questa storia” mormora più a sé stesso che a me.
“Mia madre ci ha spediti a La Push, vuole che ti presenti agli altri così domani li conoscerai già tutti”
“Andiamo a conoscere i miei futuri collaboratori!” esclama alzandosi con un balzo e porgendomi la mano.
 
***
 
Il mio arrivo a La Push è come sempre un momento di festa. Seth mi stritola nel suo abbraccio, mentre Paul non mi risparmia le sue classiche battutine maliziose mentre Sam lo riprende con dei sonori coppini.
Leah e Emily ci raggiungono solo nel tardo pomeriggio quando ormai siamo già nel grande salone dove si terrà la festa.
Rimangono anche loro affascinate da Edward e devo trascinarle a forza verso le cucine per riuscire ad avere la loro completa attenzione.
Edward sembra legare facilmente con tutti, soprattutto con il piccolo Seth. E’ diverso dal Masen che ho conosciuto a Seattle. E’ più loquace, più pronto alla battuta e agli scherzi e nemmeno per un secondo ho intravisto l’Adone altezzoso e sicuro di essere il più figo!
Si è reso subito disponibile ad aiutare i ragazzi nei primi preparativi.  
“Vedo che La Push ti fa bene” esclamo quando finalmente riusciamo a stare un po’ da soli.
“Mi piace qui e mi piacciono i tuoi amici. Sono calorosi e socievoli. Non hanno grilli per la testa e si divertono con poco… farei firma per vivere in questa riserva.” Ammette guardando il sole che inizia a calare sull’oceano.
“Sicuramente non potrai diventare un famoso pubblicitario se ti rileghi in un riserva indiana” gli faccio notare e lui fa una smorfia.
“Tu, questo paradiso e una capanna… sarei più ricco di qualsiasi pubblicitario famoso” mormora prendendomi tra le sue braccia.
“La Push la rende molto romantico signor Masen” scherzo cercando di non perdermi nei meravigliosi smeraldi che mi guardano come se fossi veramente tutto ciò che chiede nella vita.
“TU mi rendi così…” e unisce le nostre labbra prima che possa replicare.
Il bacio da dolce e delicato si trasforma in breve in passionale e pieno di desiderio.
Mi appoggia con delicatezza al bancone della cucina e con la punta delle dita mi accarezza il fianco, mentre con l’altra mano mi accarezza i capelli della nuca trattenendomi a lui.
Lo attiro maggiormente a me, non voglio che smetta, voglio che continui a farmi sentire in paradiso.
Le nostre lingue danzano insieme mentre le nostre mani esplorano uno il corpo dell’altro.
“Sei bellissima” soffia sulle mie labbra guardandomi negli occhi.
Lo riattiro a me, come se solo dalle sue labbra potessi prendere l’ossigeno per continuare a vivere e gemo quando la sua mano si chiude a coppa sul mio seno.
Gli accarezzo l’ampia schiena da sotto la maglietta e involontariamente muovo il bacino per avere un po’ di sollievo dall’incendio che si è innescato nelle mie mutandine. Geme facendomi sentire tutta la sua eccitazione ed io dimentico ogni cosa cadendo felice in un vortice di emozioni così forti e magiche da non volerne più uscire.
“BELLA!!!” la voce di Leah mi riporta alla realtà.
Edward ringhia spazientito, quando blocco le sue mani e guardo verso la porta dal quale arriva la voce.
“Non rispondere” mi sussurra roco continuando a dondolare la sua eccitazione sul mio centro.
“BELLA!!”
“Devo andare” gli dico poco convinta cercando di farlo allontanare da me. Gli poso le mani sul petto e lui si allontana mentre sbuffa la sua disapprovazione. Si appoggia al muro e strizza gli occhi infastidito.
“Devi darmi un momento” borbotta cercando di sistemarsi i pantaloni.
“Fai con comodo… io vado da Leah prima che ci veda” sorrido dandogli un veloce bacio sulle labbra schiuse. Prova a bloccarmi, ma sono più veloce e riesco a sfuggirgli facendolo ringhiare nuovamente.
 
“Ma sei impazzita?” mi strilla Leah appena faccio capolino in sala.
“Cosa ho fatto?” le chiedo cercando di capire perché tutti i Quielutes sono radunati alle sue spalle e mi guardano in cagnesco.
“Alice è qui e ci ha detto chi è Edward! E’ il bastardo della scommessa e tu stavi per fargliela vincere!!! Ma ti sei rincretinita?” mi strilla a bassa voce guardandomi delusa.
Come con una doccia fredda mi risveglio dal momento magico che ho appena trascorso con mister Scommessa e torno lucida.
“Il piano di Jasper non prevede scene a luci rosse…” mi riprende Paul.
“Mancano solo più sette giorni, e tu sei capace di fare di meglio che non trasformarti in un’oca Masen!” mi riprende Seth con il suo dolce e incoraggiante sorriso.
“Domani arriveranno i rinforzi… noi faremo la nostra parte, ma tu non devi dimenticarti chi è veramente l’uomo che hai vicino” mi tranquillizza Emily asciugando la lacrima che è sfuggita dai miei occhi. Sono patetica. Mi è bastato allontanarmi da Seattle per cadere nelle spire del serpente.
“Grazie ragazzi… e… scusate” mormoro abbassando la testa colpevole.
“Cosa è successo?” chiede preoccupato Edward abbracciandomi e asciugandomi le lacrime.
“Nulla.” Risponde prontamente Seth “Sì è solo emozionata nel sapere che domani si unirà a noi un amico che non vede da tempo”
Annuisco e cerco di sorridere.
“Sì. Domani mi aspetta una giornata intensa” confermo stringendomi a lui. Intensa e difficile…
 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
“Credevo che fossi diversa dalle altre. Credevo che tra me e te stesse nascendo qualcosa… ed invece escono ex da ogni parte” mi accusa adirato intrappolandomi tra lui e il muro.
“Tra di noi c’è una buona amicizia… e l’amicizia non prevede gelosie per gli ex!” rispondo piccata.
“Smettila di mentire a te stessa” 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Domenica 24 gennaio ***


Ciaooo! Mi sono fatta attendere tantissimo... lo so, ma non è stato facile e questa settimana è stata di fuoco, ma spero di riuscire nei prossimi giorni ad essere più celere!!!! Anche perchè ho altre sorprese e avventure per voi... quindi...
Ci leggiamo presto!!!
BUONA LETTURA!!!!
 
Image and video hosting by TinyPic  

Domenica 24 gennaio

La serata è stata fantastica. Come ai vecchi tempi abbiamo cenato tutti insieme e i ragazzi si sono divertiti a raccontare storie del terrore creando la giusta atmosfera nel salone. Ci siamo seduti in cerchio sulla pista da ballo, con le sole luci del piano bar a rischiarare la stanza e le torce elettriche che illuminavano il volto del narratore.
Edward ha raccontato delle storie che hanno affascinato tutti. Forse perché non le avevamo mai sentite, o forse perché è proprio bravo a raccontare e si diletta a fare anche i rumori e le voci terrificanti. Sta di fatto che a ogni racconto di Edward tutti abbiamo urlato alla fine e Seth si è pure accoccolato vicino alla sorella Leah, con grande disappunto di Paul!
Ovviamente ogni volta che ero spaventata Edward mi ha stretta a lui e, purtroppo, io mi sentivo protetta, nel posto giusto… ma ho cercato di rimanere lucida e seguire il piano di Jasper.
Li ho scorti oltre la porta della cucina e ho tremato quando Alice ha urlato… ma ringraziando Emily ha urlato nello stesso momento nascondendo la sua voce.
Nel viaggio di ritorno a casa Edward mi ha sempre tenuto la mano e, al momento di separarci, mi ha chiesto se volevo compagnia per non avere incubi dopo la serata passata a parlare di vampiri, licantropi e zombi…
Avrei voluto cedere e chiedergli di stare con me, almeno fino a quando non mi fossi addormentata, ma sono riuscita ad essere forte e, con il cervello che continuava a ripetermi che avevo già rischiato una volta di farlo vincere, mi sono convinta a salutarlo ai piedi delle scale che portano in camera mia con un bacio.
 
Mi sveglio urlando a causa di un incubo in cui Edward era un bellissimo vampiro che mi aveva ammaliata e mentre gli porgevo il collo per essere morsa, Robert è entrato dalla finestra, si è trasformato in lupo, e lo ha attaccato.
“Shhh! Era solo un sogno” sussurra Edward facendomi appoggiare al suo petto. Cerco di far rallentare i battiti del cuore, mentre chiudo gli occhi cullata dal battito del suo cuore e dal suo profumo. “Sono qui. Nessun zombi, vampiro o licantropo ti può toccare” continua con voce dolce mentre mi accarezza i capelli per rilassarmi.
“Non mi lasciare… resta con me” mormoro stringendo la sua maglietta nel pugno.
“Non vado da nessuna parte” lo sento sorridere “Fosse per me rimarrei con te per sempre.”
Il mio cervello segnala il pericolo ed io mi sveglio definitivamente. Mi siedo con uno scatto e lo guardo dritto negli occhi, anche se posso vedere poco a causa del buio rotto solo dalla luce che filtra dal corridoio.
“Cosa ci fai qui?” gli chiedo allarmata.
“Sono salito per andare in bagno e ti ho sentita parlare nel sonno” sorride sornione come se avessi detto qualcosa di compromettente ed io mi copro la bocca preoccupata.
“Tranquilla, non hai detto nulla che posso usare contro di te” sciabola le sopracciglia sorridendomi “Mi hai chiamato…” si avvicina malizioso e mi accarezza la guancia “credo che il sogno fosse piacevole… ma poi hai urlato e sono venuto a tranquillizzarti” cerca di farmi tornare nel suo abbraccio, ma io mi divincolo.
“Non dovresti stare qui.” Gli faccio notare fredda e lui abbassa il capo. “Se mio padre ti scopre siamo morti entrambi”
“Sono disposto a rischiare, se la mia presenza di assicura sogni più tranquilli” sussurra avvicinandosi e riprovando a farmi sdraiare sul suo petto.
Sospiro e mi accoccolo su di lui. Mi abbraccia e con una mano mi accarezza la schiena facendomi rilassare completamente. Non c’è malizia nei suoi movimenti, ma non mi fido più di me stessa.
“Oggi in cucina è stato un errore che non voglio ricommettere” mormoro e lo sento irrigidirsi.
“Dormi” sussurra baciandomi la fronte “Stanotte non succederà nulla”
E in pochi secondi mi ritrovo nel mondo dei sogni dove io e Edward siamo anime gemelle, che si amano senza riserve, che si baciano e si possiedono senza secondi fini, solo la voglia di essere l’uno parte dell’altra.
 
***
“Sveglia dormigliona” la dolce voce di Edward mi fa ritornare alla realtà. Apro di poco gli occhi e vedo che fuori è ancora buio. Mi copro il viso con il cuscino e borbotto “Ancora cinque minuti”
“Sicura di voler incorrere nell’ira di Renèe?” mi chiede alzando leggermente il cuscino per potermi guardare in faccia.
“Che inizi con lo sfruttare te… io arrivo appena ritrovo il cervello” mormoro con la voce impastata dal sonno e girandomi per ritrovare una posizione comoda.
“Signorina Swan! Le ho preparato la colazione e lei me la snobba così?” mi chiede togliendomi definitivamente il cuscino dalla testa e mettendosi in piedi con le mani puntate sui fianchi.
Mi stropiccio la faccia e cerco di mettermi seduta. Colazione è la parola magica che mi fa venire voglia di svegliarmi.
Apro definitivamente gli occhi e rimango stupita dalla quantità di cibo che imbandisce il vassoio.
“Non conosco i tuoi gusti, quindi ho fatto un po’ di cose” si giustifica sedendosi sul letto e posando il vassoio tra di noi. “E poi, qualcosina è anche per me!” sorride prendendo un muffin.
“Hai fatto tutto tu?” gli chiedo stupita mentre decido se iniziare con il muffin o il bacon e uovo.
“Renèe mi ha dato una mano” ammette affondando i denti nel muffin e risvegliando ogni mio istinto.
Di prima mattina è difficile resistere al fascino-Masen!
Chiudo gli occhi e scuoto la testa ripetendomi Scommessa-Masen Scommessa-Masen!
Mangiamo colazione mentre mi spiega i programmi di mia madre. E’ entusiasta come un bambino a Natale, forse non si rende conto che mia madre lo sfrutterà per tutto il giorno!
“Felice di vedere il tuo amico?” chiede cambiando repentinamente discorso.
“Sì.” Rispondo anche se non capisco a cosa si riferisce, ma con tutte le bugie che sono state dette, sono certa che non posso chiedere delucidazioni.
“Deve essere stata una persona molto importante per te se il pensiero di rivederlo ti ha emozionata fino alle lacrime” e la lampadina si accende nel mio cervello ancora addormentato. La bugia di Seth!!!
“Ogni persona che ha fatto parte della mia vita per me è importante e rivederla è sempre un’emozione!” potrei fare politica per le risposte non risposte che sto imparando a dare.
“Spero che un giorno ti emozionerai nel sapere che mi stai per rivedere” mormora accarezzandomi la guancia e sorridendomi amaro.
Mi allontano come scottata. Credo che tra sette giorni piangerò appena sentirò nominarlo, ma non per emozione… forse per rabbia, o per odio, o per ciò che sarebbe potuto essere tra di noi se fossimo vissuti in una realtà parallela…
“Se riuscirai a lasciare un segno positivo, sicuramente sì… se lascerai un segno negativo…” mi stringo nelle spalle mordendomi il labbro “mi dimenticherò di te…” lo guardo negli occhi per vedere la sua reazione. Odio la sua capacità di mentire anche con lo sguardo! Sembra turbato dalle mie parole… dispiaciuto e pure ferito…
“Spero che non ti dimenticherai di me” mormora accarezzandomi la mano con il pollice.
“Dipende da te” ammetto stringendogli la mano e guardandolo fiduciosa. Forse qualcosa di buono esiste in lui… Bella! Non iniziare con questi pensieri pericolosi… solo più sei giorni… e il vero Edward Masen uscirà in tutto il suo “splendore”!
 
***
Appena entriamo nel salone la prima persona che noto è Robert.
E’ accerchiato da tutti i Quielutes e sorride ricevendo e donando pacche sulle spalle. E’ sempre bellissimo e il suo sorriso è così radioso da illuminare la stanza.
“Robert” dico a mezza voce senza riuscire a smettere di guardarlo e facendo scivolare la mia mano da quella di Edward.
“Chi?”
Come richiamato si volta e mi sorride venendomi incontro.
“BELLA!” mi chiama affrettando il passo e stringendomi in un forte abbraccio appena mi raggiunge. “Quanto mi sei mancata” sussurra stringendomi forte a sé.
“Anche tu” ammetto senza riuscire a trattenere le lacrime. Inspiro il suo profumo e chiudo gli occhi per assaporare con tutta me stessa il suo abbraccio tanto famigliare quanto curativo.
“Ti vedo in forma! L’aria di Seattle ti fa bene!” esclama mettendomi a terra e osservandomi da capo a piedi con gli occhi illuminati dalla felicità. “Sapevo che Alice esagerava” mi dà un buffetto sulla guancia prima di posarmi il braccio sulla spalla per portarmi dagli altri.
Edward si schiarisce la voce per ricordare la sua presenza.
“Oh! Robert, ti presento Edward” recupero la mancanza ritornando sui nostri passi.
I due uomini si squadrano come se fossero in un’arena e poi entrambi si sorridono come prevede la buona educazione.
“Piacere, io sono Edward. Un compagno di università di Isabella e futuro cameriere alle dipendenze della signora Swan” si presenta stringendogli la mano un po’ troppo forte.
“Piacere, io sono Robert. Ex fidanzato di Bella e spero futuro marito… adesso che Garrett è in panchina!” gli risponde facendogli l’occhiolino e stringendo anche lui la mano con troppa foga.
Le saette che intercorrono tra i due rendono l’aria irrespirabile e decido di intervenire.
“Adesso che vi siete presentati credo che sia meglio andare da mia madre, prima che dia di matto.
E prendendo entrambi sottobraccio mi incammino verso Renèe.
 
“Non mi avevi mai parlato di Robert” mi fa notare mentre imbandiamo il tavolo del buffet.
Mi stringo nelle spalle mordendomi il labbro.
“Ci sono altri ex che devo conoscere?” mi chiede continuando a sistemare i piatti.
“No. Nessuno”
“E questo Robert da dove è uscito?”
“Studia a New York e torna a casa appena gli è possibile”
“Sapevi che ci sarebbe stato anche lui?”
“L’ho saputo ieri da Seth”
“E con lui…”
“Senti Edward. Io non ti chiedo delle tue ex, e poi questo interrogatorio mi sembra fuori luogo”
Alza finalmente lo sguardo e dopo aver dato una veloce occhiata alle mie spalle, mi prende per il polso e mi trascina nel magazzino dove ci sono le scorte.
“Credevo che fossi diversa dalle altre. Credevo che tra me e te stesse nascendo qualcosa… ed invece escono ex da ogni parte” mi accusa adirato intrappolandomi tra lui e il muro.
“Tra di noi c’è una buona amicizia… e l’amicizia non prevede gelosie per gli ex!” rispondo piccata.
“Smettila di mentire a te stessa” mi incatena con lo sguardo furente. Per alcuni secondi rimaniamo immobili con i nostri respiri che si mischiano mentre i nostri occhi cercano risposte l’uno nell’altro. Lo guardo dritto negli occhi spaventata dalla sua furia e confusa dai miei sentimenti. Si allontana sbuffando e si passa nervoso una mano nei capelli prima di sfregarsi la faccia stancamente “Tra me e te non c’è solo amicizia e ieri me lo hai dimostrato” afferma guardandomi dolcemente e posando le mani a lato della mia testa.
“Ieri…”
“Non dire che è stato un errore!” ringhia battendo un pugno sul muro “Perché ciò che c’è tra me e te può essere chiamato in molti modi, ma non che è un errore!”
“Non sono un’oca-Masen, Edward!” mi difendo cercando di allontanarlo.
“LO SO!” risponde frustrato battendo un altro pugno. Mi guarda arrabbiato e poi si fionda sulle mie labbra con forza.
E’ rude, possessivo, animale e mi piace oltre il lecito. Non riesco a trattenere i gemiti mentre spinge il suo corpo sul mio e si impossessa della mia bocca lottando con la mia lingua.
I nostri fiati sono corti e posso sentire il desiderio che ha di me trasudare da ogni poro. Mi imprigiona il viso tra le mani e continua a baciarmi anche se ormai siamo senza fiato.
“Non sei un’oca-Masen, e vorrei che fossi solo mia” mi sussurra roco continuando a tenere il suo corpo schiacciato contro il mio e spingendo la sua eccitazione verso il mio centro.
“Solo se tu sei solo mio” gemo sentendo ormai esplodere il mio corpo.
“Solo tuo” mi soffia sulle labbra prima di ricominciare a baciarmi con passione.
…noi faremo la nostra parte, ma tu non devi dimenticarti chi è veramente l’uomo che hai vicino…
“Possono vederci” cerco di allontanarlo prima che qualcuno scopra che sono di nuovo quasi caduta nella rete.
Lui ringhia frustrato e con lentezza si allontana da me.
“Mi farai impazzire” dice con voce roca accarezzandomi con mano tremante la guancia e spostandomi una ciocca ribelle di capelli dietro l’orecchio “Sono un uomo e tu sei la donna più conturbante che abbia mai incontrato” confessa guardandomi con occhi ardenti di desiderio.
 
“Ma dove vi eravate cacciati?” ci chiede mia madre mentre si muove come una cavalletta tra il tavolo del buffet e quello degli aperitivi “Tra pochi minuti arriveranno tutti e manca ancora metà tavolo del buffet”
“Rimedio subito signora Swan” si propone Edward correndo a sistemare gli ultimi piatti.
E’ preciso nel posizionarli e li sistema in modo impeccabile, tenendo conto delle quantità che abbiamo e l’ordine in cui deve essere gustato il cibo.
“Posso parlarti un attimo?” mi chiede Robert arrivandomi alle spalle.
“Certo” rispondo tranquilla e fingendo di non aver notato le nocche bianche sulle mani di Edward.
 
“Alice e Jacob mi hanno chiamato per tenerti d’occhio dato che loro non possono farsi vedere dal damerino, ma anche tu devi darmi una mano!” mi aggredisce appena chiudo la porta di casa Black.
“E’ difficile per me” ammetto senza pentirmene.
“Sono preoccupato Bella. Lo guardi come fosse il tuo principe azzurro. E ho paura che cadrai nella sua rete uscendone distrutta.”
“Lo so. E’ solo che è tremendamente bravo.” Piagnucolo facendomi ricadere sul divano e prendendomi la testa tra le mani.
“Potrei sentirmi offeso” risponde stizzito. Alzo gli occhi preoccupata, ma mi guarda con un sorriso che raggiunge gli occhi.
“Mi piace veramente, Robert. Mi piace la sua compagnia, la sua voce, il suo profumo, il suo corpo… ogni parte di lui mi piace e mi attira nelle sue spire. Quando sono con lui, quando siamo da soli, mi sento completa, come se tra le sue braccia fosse il mio posto nel mondo.”
“Posso capire cosa provi, perché è ciò che provo quando sto con Kris. Ma Edward non sta con te per amore nei tuoi confronti, ma per la scommessa” cerca di farmi ragionare sedendosi anche lui sul divano.
“E se invece anche lui provasse le cose che provo io?” azzardo, ma Rob fa una smorfia.
“Non lo conosco così bene da poterlo capire, quindi non posso dire con certezza che è un uomo infimo che pensa solo a sè stesso… ma credo che se ti amasse almeno la metà di quello che lo ami tu… ti avrebbe detto della scommessa” adesso sono io a rispondergli con una smorfia.
“E’ inutile che fai così! Se proprio non volesse dirtelo in faccia per evitarsi una sberla, potrebbe fartelo capire… o almeno trattenersi fino al termine della scommessa!” mi guarda con la testa inclinata sulla spalla e sorridendomi amichevole “Ma da quello che ho saputo, più si avvicina la scadenza e più diventa ‘voglioso’…”
Purtroppo devo dargli ragione e il suo ragionamento non fa una piega.
“Ricordati Bella, se sono rose fioriranno, ma al momento stai seminando in un deserto…”
“Sono patetica!” ammetto stringendolo forte.
“Non sei patetica… sei speciale e anche se Masen è un gran bastardo, ha buon gusto e non è uno stupido… ha capito che sei un fiore raro, peccato che non abbia capito quanto tu sia delicata…”
 
Ritorniamo in mezzo alla folla che nel frattempo si è radunata alla festa.
Edward serve con maestria gli invitati e mia madre lo guarda con occhi sognanti.
“E’ veramente un ottimo acquisto!” esclama appena la avvicino “Riesce a convincere la gente ad assaggiare ciò che desidera e nel frattempo ha anche venduto i biglietti della lotteria… se sei furba lo tieni stretto!” e pizzicandomi il sedere si dirige verso Leah che la sta chiamando per un problema con gli aperitivi.
“Posso darti una mano?” chiedo ad Edward avvicinandomi.
“No. Tranquilla. Vai pure a fare le passeggiate romantiche con Rob, qui ho tutto sotto controllo… certo signora, quell’insalata è veramente deliziosa”
Scuoto la testa cercando di allontanare il fastidio che provo allo stomaco per le sue parole fredde e dette con distacco.
Mi allontano di un passo, ma lui mi ferma tenendomi per il polso.
“Scusa” sussurra “Lo so che non ho nessun diritto… e mi farebbe piacere mi aiutassi con questa banda di affamati” mi sorride indicando con un gesto del capo la folla che si è ammassata davanti al buffet.
Annuisco felice e mi riavvicino al tavolo per aiutare la gente a servirsi.
Per la prima volta il lavoro da cameriera non mi è pesato. Lavorare con Edward è divertente. E’ veloce e preciso. Sa trattare anche i più maleducati e riesce ad arrivare a tutto… è perfetto anche a fare il cameriere!
E’ perfetto in tutto… ci vuole qualcosa che lo renda meno perfetto… e la sua sicurezza di vincere la scommessa e illudere una ragazza ignara è ottimo per ripristinare l’equilibrio!
Mentre serviamo riusciamo anche a mangiucchiare qualcosa e più volte scoppio a ridere nel vedere le facce di Edward. Non è abituato alla cucina indiana e molti gusti sono troppo forti per lui, che corre a bere per sciacquarsi la bocca.
“E’ inutile che ridi delle mie disgrazie!” afferma mentre si pulisce la bocca dopo aver assaggiato i dolci di Billy. “Anche io riderò quando ti porterò al ristorante giapponese!” sorride malefico.
“Ho già assaggiato il giapponese e non mi dispiace!” rispondo orgogliosa.
“Anche le cavallette ti sono piaciute?” mi chiede inarcando il sopracciglio.
Spalanco la bocca e poi la richiudo cercando di riprendere il contegno e lui scoppia a ridere.
“Lo sapevo! Tu sei andata dai finti giapponesi! Ma appena torneremo a Seattle ti porterò in un locale dove fanno il vero cibo giapponese… e mi vendicherò di tutte le tue risate!”
 
***
 
“Cosa voleva Robert oggi pomeriggio?” mi chiede mentre stiamo ritirando i piatti ormai vuoti.
“Essere sicuro che non stessi giocando con il fuoco” confesso continuando a riempire i sacchi.
“Con il fuoco?” mi chiede fermandosi ed io annuisco soltanto.
Mi prende le mani tra le sue e mi fa alzare il volto.
“Io non sto giocando con te, Bella. E non voglio bruciarti” mente guardandomi negli occhi ed io capisco che Robert ha ragione.
“Ne riparleremo tra un paio di mesi” rispondo ormai certa che se voglio vivere questo sogno lo devo fare sigillando bene il mio cuore.
“Perché non possiamo parlarne adesso?”
“Perché sarebbe inutile… non credo che tu… sia pronto per una storia seria”
“Io non ti chiedo questo” e la spada di Damocle cade direttamente al centro della mia testa. Sospiro e recupero ogni singolo pezzetto di falsità e tranquillità che dimora nel mio corpo.
“Non sono una persona che riesce a donarsi a metà… e lo avevo capito che tu non sei il tipo da storia seria. Quindi va bene così. Gustiamoci la nostra compagnia e quando verrà il momento ognuno troverà la sua via.”
“Io vorrei che sulla mia via ci fossi tu”
Nego sorridendo per la sua contraddizione “Sulla tua via potrei esserci solo se pensi a qualcosa di più serio di una sveltina”
“Io con te non voglio una sveltina!” risponde offeso “Io con te vorrei una serata speciale, con tanto di lume di candela, musica in sottofondo, lenzuola di seta e un’intera notte di fronte a noi per poterci amare in ogni modo umanamente possibile”
“Mi dispiace… ma né una sveltina, né una notte completa di sesso… non sono un’oca-Masen”
“Un’oca-Masen” ripete sorridendo “Un’oca-Masen è esclusivamente una sveltina e non la voglio trovare nel mio letto quando mi sveglio… invece con te, vorrei addormentarmi, svegliarmi, farmi sfruttare da tua madre, preparare le relazioni…”
“L’aria di La Push ti sta facendo male…” lo canzono scuotendo il capo.
Sorride finendo di togliere le ultime stoviglie rimaste sul tavolo.
“Isabella Swan mi fa male…” sussurra allontanandosi per portare il tutto nel furgone nel catering.
Ovviamente viene subito intercettato dalle ragazze del catering che con sorrisi e sculettamenti lo aiutano a sistemare tutto nel furgone.
Scuoto la testa nel vedere come si ringalluzzisce e come sfrutti il suo sorriso sghembo per farsi servire da quelle poverine… Masen è un donnaiolo e non cambierà mai!
“Vieni anche tu a sentire i racconti degli anziani? Ci sono tutti!” mi chiede Seth trascinandomi per un braccio. Di istinto guardo verso Edward. Sta facendo in carino con una biondina e si passa la mano nei capelli in modo sexy, mentre con l’altra mano si tiene appoggiato al cassone del furgone bloccando la fuga della povera ragazzina che lo guarda sbavando…
“Quando avrà finito ci raggiungerà” esclama Seth sorridendo mentre anche lui guarda la triste scenetta “Dai vieni, altrimenti ci perdiamo l’inizio dei racconti di Billy” e lo seguo correndo per fuggire a quell’immagine che mi fa attorcigliare lo stomaco per la gelosia.
Dovresti rimanere così ti rendi ben conto di chi è veramente Edward Masen e smetti di fantasticare su di lui! Mi ammonisce la coscienza, ma non gli do retta, perché non ho bisogno di farmi ulteriore male per saperlo!
Senza farci notare troppo ci sediamo vicino ai nostri amici. Billy sta raccontando la storia della sua tribù, ed anche se tutti ormai la conosciamo, rimaniamo sempre a bocca aperta nel risentirla.
“Tutto bene?” mi sussurra Robert facendomi sedere tra le sue gambe come eravamo soliti fare quando stavamo insieme.
“Sì” rispondo poco convinta.
“Se sono rose fioriranno…” e mi bacia sulla guancia stringendomi a lui ed insieme ci perdiamo nei racconti del capo tribù.
Quando ormai l’immagine di Edward che fa il carino con la biondina si allontana dalla mia mente, Masen decide di fare la sua apparizione dall’altra parte del cerchio.
Lo squadro per vedere i segni della sveltina che avrà appena finito, ma non trovo nessun indizio, vedo solo un forte odio sprizzare dai suoi occhi. Mi fulmina con lo sguardo e scuotendo il capo esce dalla stanza.
“Non andare… non ne vale la pena” mi sussurra Rob stringendo l’abbraccio.
“Ma può perdersi nel bosco…” gli faccio notare preoccupata.
“Se è quello che ti preoccupa aspettami qui, vado io a cercarlo” e mentre lo dice si alza pulendosi i jeans e dopo avermi fatto l’occhiolino esce dalla stanza all’inseguimento di Edward.
Ritornano insieme dopo soli pochi minuti. Robert mi sorride, mentre Edward continua ad uccidermi con lo sguardo.
“Non ho bisogno della balia” mugugna mentre si siede sbuffando vicino a me.
“Non conosci il posto ed è buio per fare trekking” gli faccio notare con la stessa nota acida che ha utilizzato lui.
“Cosa ti importa?” lo guardo per capire dove vuole andare a parare, ma lascio perdere e mi stringo semplicemente nelle spalle ritornando ad ascoltare le storie degli anziani del luogo.
 

 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
“Voglio crederti… ma devi capirmi… ci conosciamo da troppo poco tempo per cambiare un’idea che mi sono fatta in mesi…”
“Non abbiamo più molto tempo…” sussurra stringendo la mandibola e indurendo i tratti del viso.
Rabbrividisco al pensiero della scommessa e mi maledico per essere una stupida che crede ogni volta alle sue moine…
solo più cinque giorni Bella!


 
IN ATTESA DEL PROSSIMO CAPITOLO
POTETE FARE UN SALTO NELLE ALTRE MIE STORIE!!!
from twilight to sunrise edward - POV Edward in NEW MOON (Completa)
Padre senza saperlo - un'isola, una regola... e le sue conseguenze! (Completa)
La donna più felice del mondo - un ragazzo, una ragazza e qualcuno di troppo! (Completa)
Devi essere indipendente - facile innamorarsi di un uomo sexy pieno di soldi, e se fosse solo un sexy imbianchino? (Completa)
Il mio incubo personale - a volte cambiare città non basta per dimenticare (Completa)


“Non sapevo avessimo una data di scadenza” provo 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Lunedì 25 gennaio ***


Ciaooo!! Grazie per essere ancora qui a seguire questi pazzi furiosi!!!
Sono felice che vi piaccia la loro storia e
vedere che le persone che hanno aggiunto "Cotta" nelle tre categorie sia lievitata tantissimo nell'ultima settimana... mi ha emozionato tantissimo, come anche le vostre recensioni ed il vostro essermi sempre vicine nelle mie follie!!!
Mi dispiace non aver risposto alle vostre recensioni, ma è tardissimo e ci tenevo a postare il capitolo... ma vi prometto che non succederà mai più e che se riesco, domani rispondo a tutte voi!
Per rispondere alle domande che sicuramente vi frullano in testa...
Posso solo dirvi che avete ragione... ormai non si capisce più nulla... Edward è una contraddizione vivente e non invidio assolutamente Bella... fossi in lei sarei già scappata a gambe levate cercando un altro Adone...
ma si sà, all'amore non si comanda e la speranza è sempre l'ultima a morire!!!
Per gli amici che fanno da balia a Bella... diciamo che... leggendo si scoprirà... posso solo dirvi che non hanno nulla di personale contro Edward, semmai contro le persone come lui... e poi sono dei ragazzi giovani che hanno voglia di giocare... ed Edward è perfetto...
Non dico altro altrimenti spoilero... BUONA LETTURA ... e ci leggiamo presto!!! 
 
Image and video hosting by TinyPic

Lunedì 25 gennaio

 
Il ritorno a casa Swan è stato silenzioso con Edward che stringeva il volante fino a far sbiancare le nocche e guardava fisso la strada. Ho provato a parlargli, ma rispondeva solo a ringhi ed ho preferito lasciar perdere. Non mi ha nemmeno salutato prima di sparire nel salotto dove mia madre gli aveva preparato il letto.  
A colazione era gentile e sorridente con i miei genitori, ma ha evitato accuratamente di rivolgermi la parola o anche solo di guardarmi.
Quando siamo partiti ha salutato calorosamente i miei genitori, ma appena è salito in macchina il gelo è calato di nuovo su di noi.  Passiamo diversi minuti in completo silenzio, e mi mordo le dita mentre cerco di non farmi prendere dalla voglia di obbligarlo ad accostare per scendere della macchina e tornare a Seattle facendo autostop.
“Voglio capire a che gioco stai giocando” sbotta stringendo il volante e lanciandomi uno sguardo di fuoco.
“Non sono io quella che sta giocando” rispondo arrabbiata incrociando le braccia al petto e guardando fuori dal finestrino.
Frena bruscamente la macchina facendomi sbilanciare in avanti, ma blocca una mia sicura musata contro il parabrezza con il braccio. Accosta e si slaccia la cintura.
Si volta completamente verso di me e con il volto distorto dalla rabbia continua.
“Io non sto giocando, Bella! Non sono io che ho ex che escono da tutte le parti e mi abbraccio con loro come fossero i miei fidanzati” ringhia tirando un pugno al volante.
“No, tu non hai bisogno delle ex… a te serve sempre carne nuova” rispondo acida e voltandomi anch’io completamente verso di lui. Sgrana gli occhi come se avessi detto un’assurdità.
“La biondina” cerco di rinfrescargli la memoria con un gesto stizzito della mano.
“Amanda?” mi chiede spalancando la bocca.
“Non ho idea di come si chiama e non mi interessa.” Rispondo rimettendomi seduta e incrociando le braccia.
“Sei gelosa?” mi chiede quasi divertito.
“No. Ma ho una buona memoria e la prima regola era: nessuna ragazza.”
“Amanda è una compagna di Renesmee…” cerca di giustificarsi passandosi la mano nei capelli nervosamente.
“Non cambia nulla” gli faccio notare sempre più stizzita.
Mi fa voltare il viso accarezzandomi la guancia e mi ammaglia con il suo sorriso perfetto.
“Mi stava raccontando alcune cose su mia cugina… e… mi sono perso ad ascoltare le pazzie che compie quella ragazzina quando non la tengo d’occhio.” Scoppia a ridere ripensando a qualcosa di divertente.
“E dovevi fare il cascamorto per scoprirlo?” continuo senza riuscire a farmi influenzare dal suo momento ilare.
“No” risponde sicuro “Non facevo il cascamorto! Tu facevi la cascamorta con ROB!” mi accusa perdendo nuovamente l’euforia.
“Cooosa? Ma sei impazzito? Rob è fidanzato, e tra me e lui non c’è più nulla se non un profondo affetto! Ma tu come puoi capire una cosa del genere” esclamo facendo una smorfia “Tu l’unico affetto che provi è solo verso te stesso… se sei gentile con qualcuna è solo per portartela a letto”
“Quindi io sarei gentile con te solo per portarti a letto?” mi chiede sfrontato.
“SI” e che la verità salti fuori, cavolo!
“Non sai quanto ti sbagli…” mormora in un sussurro fiondandosi sulle mie labbra e baciandomi con passione. I miei ormoni prendono il controllo e la mia mente si mette in sciopero perché non viene mai ascoltata quando dovrebbe.
Le nostre mani accarezzano i nostri corpi con frenesia. I vetri si appannano ed io, non so come, mi ritrovo a cavalcioni su di lui.
“Non sono gentile perché voglio portarti a letto” sussurra con voce roca mordicchiandomi l’orecchio mentre le sue mani scivolano sensuali sui miei fianchi.
“Perché non sei sincero almeno una volta…” mugolo continuando a baciarlo.
“Sto bene con te e…” mi passa la lingua sulle labbra “sono gentile perché…” mi morde il labbro inferiore innescando inesorabilmente l’incendio tra le mie gambe “voglio farti star bene… voglio che tu scelga me sempre” e mi bacia con passione mettendo a dura prova il mio autocontrollo.
Il mio cellulare inizia a squillare, ma lui mi arpiona maggiormente a sé “Lascialo suonare…” mi consiglia con voce roca “Lasciati andare…” e prende i lembi della mia maglia per sfilarmela, ma lo blocco.
“E se fosse mio padre?” gli chiedo con il fiato spezzato dall’eccitazione.
“Non penso… vieni qui” e ricomincia a baciarmi spingendo la sua eccitazione verso il mio centro “Ti desidero Bella… voglio fare l’amore con te…” mi sussurra mordendomi il lobo dell’orecchio e scendendo lascivo con le mani sui miei fianchi.
Appena inizia a slacciarmi i pantaloni riprendo la piena lucidità e con un colpo di reni mi ritrovo sul sedile del passeggero. Lui mi guarda stupito con le braccia ancora aperte che cingono il vuoto nel punto in cui ero pochi secondi prima.
“Non sono un’oca-Masen…” cerco di dire prendendo fiato e risistemandomi i pantaloni “non lo faccio in macchina, in mezzo ad una strada…” continuo cercando di ricompormi.
Si stropiccia la faccia con le mani facendo ricadere la testa sul sedile sbuffando.
“Mi farai morire di autocombustione” afferma roco riaccendendo il fuoco in me. “Come faccio a guidare in queste condizioni?” mi chiede inarcando malizioso un sopracciglio ed indicandosi l’eccitazione che rigonfia in modo spropositato i pantaloni.
“Se hai bisogno di un momento in solitaria… ti lascio solo” gli propongo afferrando la maniglia per scendere. Ho bisogno di aria fresca!
Mi ferma prendendomi per il braccio.
“Anche tu non sei messa meglio di me… non è importante il posto, ma con chi lo fai” esclama cercando di essere romantico.
“Non sono un’oca-Masen” ribatto uscendo finalmente dall’abitacolo.
Mi guardo intorno prendendo alcune boccate d’aria, la strada è deserta… se non si tiene conto della macchina di Jasper ben nascosta dietro la curva.
Decido di rientrare in macchina prima che Edward scenda e li veda.
“Fatto?” chiedo tranquilla allacciandomi la cintura di sicurezza.
“Non sei divertente” risponde amaro.
“E tu mi hai solo dato la conferma che sei gentile con le persone per un unico scopo”
Mi slaccia la cintura e prendendomi per le spalle mi fa voltare verso di lui.
“Ma la smetti? Possibile che questi giorni passati insieme non ti abbiano fatto cambiare idea sul mio conto?” mi chiede guardandomi frustrato.
“Non conoscevo ancora il tuo nome, che già conoscevo la tua fama” ammetto stringendomi nelle spalle e mordendomi il labbro imbarazzata “non bastano un paio di galanterie per cambiare una reputazione come la tua.” Continuo con più sicurezza e sorridendogli gentile.
“Io sono cambiato da quando ti conosco!” esclama lasciando la presa sulle mie spalle per poter stringere il volante. Stringe la mascella mentre guarda la strada deserta... sembra… deluso… arrabbiato… dispiaciuto…
“Voglio crederti… ma devi capirmi… ci conosciamo da troppo poco tempo per cambiare un’idea che mi sono fatta in mesi…”
“Non abbiamo più molto tempo…” sussurra stringendo la mandibola e indurendo i tratti del viso.
Rabbrividisco al pensiero della scommessa e mi maledico per essere una stupida che crede ogni volta alle sue moine… solo più cinque giorni Bella!
“Non sapevo avessimo una data di scadenza” provo sperando che colga l’occasione per confessare.
Mi guarda in modo indecifrabile per alcuni secondi. Mi fissa negli occhi e, mordendosi il labbro inferiore, fa scendere lo sguardo. Si sofferma sulla mia bocca, poi sul collo e, passandosi le mani tra i capelli, sbuffa distogliendo lo sguardo.
“Tra poco partirò per uno stage… e se non ti fidi adesso che sono vicino a te… non credo riusciremo a superare la distanza” e il premio per miglior attore va a… Edward Masen!!!
“E allora non iniziamo nulla che non possa durare” concludo per lui sedendomi composta sul sedile “E’ meglio che partiamo se non vogliamo arrivare tardi” incrocio le braccia al petto e, guardando dritto di fronte a me, lotto contro le lacrime che vogliono scendere.
Non vale la pena piangere per un bugiardo!
“Bella…” mi chiama dispiaciuto, stringo i pugni e mi mordo la lingua. Se parlassi gli urlerei in faccia che so tutto della scommessa e che mi fa schifo, ma mancano solo più cinque giorni e quello che ha ideato Jasper è proprio ciò che Edward si merita.
Mi prende la mano e la accarezza mentre con l’altra mi fa voltare verso di lui.
“Vorrei avere un’opportunità con te…”
Ci guardiamo per secondi che sembrano secoli dicendoci tutto con lo sguardo… sembra veramente che provi qualcosa per me e che il pensiero che tra noi non ci sia futuro lo faccia star male.
“Non passiamo il tempo che ci rimane a litigare… ti prego” mi implora stringendo la presa sulla mia mano e guardandomi con occhi addolorati. Annuisco soltanto ed accetto il compromesso, esortando i miei ormoni di non tradirmi!
Il viaggio scorre più piacevole, anche se purtroppo ormai fingo. Non riesco a lasciarmi andare completamente e le parole di Robert continuano a vorticarmi nel cervello…
… credo che se ti amasse almeno la metà di quello che lo ami tu… ti avrebbe detto della scommessa…
Non provo più a farlo confessare, perché ogni volta che elude la risposta mi fa male, e quindi mi lancio in discorsi più neutri.
 
Quando arriviamo a Seattle mi faccio accompagnare al mio vecchio appartamento e ci salutiamo con un bacio dolce, quasi di addio.
 
***
 
“Non ci provare mai più a farmi uno scherzo del genere!” sbraita Alice entrando come un ciclone in casa “Se non fosse stato per Jasper sarei corsa da voi per dividervi!” sbotta lasciandosi cadere a peso morto sul divano e coprendosi gli occhi con la mano.
“Non è successo nulla” le faccio notare sedendomi accanto a lei e porgendole una tazza fumante di tisana rilassante.
“Dai vetri appannati non si sarebbe detto” mi ammonisce alzando un sopracciglio ed io sorrido scuotendo la testa.
“Ammetto che i miei ormoni, per alcuni secondi, hanno preso il sopravvento… ma mi sono trattenuta e…” non continuo perché mi sento ridicola ad ammetterlo, ma sto parlando con Alice e a lei non sfugge nulla.
“E…”
“E per un momento ho sperato che ammettesse le sue vere intenzioni” borbotto abbassando il capo imbarazzata.
“Ma allora non hai ancora capito chi è Masen!” sbuffa scuotendo la testa.
“E’ che mi piace veramente e la speranza è sempre l’ultima a morire” mormoro nascondendo il viso nella tazza.
“Sarò io a morire di infarto se mi fai ancora uno scherzo del genere” esclama sorridendo, ma si fa subito seria e, sedendosi composta, mi guarda come una sorella. “Se sarà destino starete insieme, ma non puoi cedere a pochi giorni dalla fine… perché se ciò che tu vedi nei suoi atteggiamenti non è dettato da un vero sentimento ma dalla sola voglia di vincere, tu ne uscirai distrutta e io non permetterò a Signor Scommessa di distruggerti… ma se lui prova veramente qualcosa per te… saprà aspettare…”
“Non credo che mi rivolgerà ancora la parola dopo quello che gli stiamo facendo”  
Non sono più così convinta che sia davvero giusto portare a termine il nostro piano.
Alice mi rivolge uno sguardo pieno di comprensione spostandomi delicatamente una ciocca di capelli che mi è scivolata sul viso.
“Se ti ama… supererà anche questo piccolo e “innocuo” scherzo!” mi abbraccia forte “Fidati… l’amore non conosce scogli insuperabili… se è amore!”
 
***
Alice e io ceniamo discutendo di quanto siamo in arretrato nello studio a causa della gita a Forks, quando suona il campanello, interrompendoci.
Guardo dallo spioncino e un Edward con un viso che irradia felicità mi si pone davanti in tutto il suo splendore. E’ bellissimo con quel sorriso che gli illumina il volto e quella luce negli occhi… rimango imbambolata a guardarlo mentre trattengo il fiato per paura di spezzare il momento magico.
“Chi è?” chiede Alice con la bocca piena e venendomi incontro.
“E’ Edward” bisbiglio riprendendomi e sentendo le guance andare a fuoco per l’imbarazzo di essere stata beccata imbambolata con l’occhio sullo spioncino. Il campanello suona nuovamente facendoci sobbalzare. Alice con un sorriso e scuotendo la testa a mo’ di sei senza speranza mi fa cenno con la mano di aprire.
Prendo un profondo respiro e apro la porta.
“Ciao”
“Ciao!” esclama con entusiasmo “Posso rapirti e portarti via con me?” chiede porgendomi la mano rimanendo fermo sul posto.
“Rapirmi?” chiedo prendendogli, senza pensare, la mano.
“Sì! Ho delle ottime notizie da festeggiare…” risponde tirandomi con un colpetto leggero verso di sé.
“Quali ottime notizie?”
“Hanno accettato la mia domanda per lo stage alla Volturi Group! Parto tra tre settimane!”
“Ohhh!” rispondo soltanto abbassando il capo per nascondere la delusione di non poterlo più vedere.
Mi accarezza i capelli avvicinandosi con un solo passo “E’ l’azienda più rinomata nel campo della pubblicità! Averla in curriculum mi aprirà molte porte!” spiega abbracciandomi “Un’ulteriore passo verso il mio sogno… e vorrei festeggiarlo con te” ammette facendomi alzare il viso e regalandomi il suo miglior sorriso.
“Perfetto!” rispondo con un’euforia che non mi appartiene. “Entra! Dammi il tempo di cambiarmi e arrivo!” dico trascinandolo all’interno dell’appartamento. Con la coda dell’occhio vedo Alice che parla agitata al cellulare e sorrido a Edward, invitandolo con un gesto del capo ad attendermi sul divano.
Corro in camera e mi vesto con i primi jeans e felpa che trovo. Passando davanti allo specchio mi accorgo di non essere proprio elegante o femminile, così faccio retro front e mi vesto con indumenti pesanti, ma mooolto più femminili.
Sorrido nel vedere come Edward mi mangi con lo sguardo, mentre si alza dal divano e mi viene incontro con passo felino.
“Sei bellissima” sussurra come se indossassi il più elegante vestito di Armani. “Ma credo che dovresti prendere una giacca, perché dove voglio portarti non fa molto caldo” sorride sfiorandomi con un bacio le labbra.
Annuisco e come un fulmine corro in camera a recuperare il giubbotto.
“Esco!” urlo a Alice mentre vengo trascinata fuori da Edward.
 “Dove mi porti?” gli chiedo mentre scendiamo le scale.
“Adesso vedrai!” e strizzandomi l’occhio intreccia le sue dita alle mie.
 
***
 
“Ho già mangiato cena” gli faccio presente appena vedo che svolta per la stradina del ristorante di Tina.
“Anche io… ma i posti migliori sono tutti qui vicino” mi risponde svoltando per una via sterrata poco dopo il ristorante.
Dopo alcuni piccoli scossoni dovuti alla strada accidentata ci fermiamo di fronte ad una piccola baita in legno sperduta nel bel mezzo del bosco.
Edward mi apre la portiera e mi porge la mano, regalandomi un sorriso speciale mentre con un cenno del capo mi invita a seguirlo.
Entriamo e rimango affascinata. E’ una sola stanza, piccolina, con una cucina perfetta per le bambole, un letto dal lato opposto ed una poltrona di fronte ad un camino acceso. Le candele posizionate ad oc illuminano l’intera stanza regalandole un effetto magico.  
“Ho chiesto a Tina di preparare e portare una bottiglia per festeggiare…” e mi indica un piccolo cesto posto di fronte al camino.
“Questo è il luogo in cui mi nascondo quando voglio rimanere solo… se devo pensare, studiare…”
“Volevi portarmi qui quel giorno?” gli chiedo ricordandomi la domenica che voleva aiutarmi a studiare.
“Sì… anche se non ero ancora sicuro di volertelo mostrare… forse ti avrei portato al lago”
“Scontato” esclamo facendo una smorfia.
“Sì, scontato” e scoppia a ridere.
Mi fa segno di sederci sul tappeto per essere più vicini al fuoco e mi fa accoccolare tra le sue gambe chiudendomi nel suo abbraccio. Posa il mento sulla mia testa e continua.
“E’ speciale per me… ed è perfetto per festeggiare la grande notizia!”
“E così mi abbandoni per un vecchio pieno di soldi” scherzo strusciando la testa contro il suo collo.
“Aro non è il mio tipo!” esclama scandalizzato scoppiando a ridere “Troppo vecchio e poche curve”
“Ma tanti soldi!” rimarco.
“Quelli non mi mancano! Ma la fama… quella sì che Aro ha la possibilità di farmela avere! Conoscere gente famosa, dialogare con persone che fino ad oggi ho visto solo sui giornali, conoscerli come adesso conosco i miei compagni di corso… stringere la mano a attori, scrittori, cantanti…” sospira sorridendo e stringendomi di più sul suo petto “Discutere insieme ai loro manager come gestire le loro pubblicità, la loro immagine… potergli dire Mi chiamo Edward Masen, ma mi chiami pure Edward!” e scoppia a ridere dandomi un bacio a schiocco sulla guancia.
“Vola alto signor Masen!” gli faccio notare senza però voler smorzare la sua euforia.
“Solo volando in alto si arriva da qualche parte… e le mie mete sono molto alte!” esclama pavoneggiandosi “Una bella casa, un ottimo stipendio, conoscenti che i comuni mortali possono vedere solo in fotografia, una bella donna al mio fianco…” l’ultima parte la sussurra baciandomi il collo.
“Non sei ancora partito che già pensi a infrangere la prima regola” rido nervosa.
Non risponde, ma ride sulla mia pelle facendomi il solletico.
Rimaniamo alcuni minuti persi nei nostri pensieri mentre guardiamo il fuoco scoppiettare di fronte a noi.
“Dobbiamo festeggiare” esclama interrompendo i miei film mentali e alzandosi per prendere la bottiglia dentro il cesto. La stappa e versa dell’ottimo vino rosso dentro i calici.
“Ad Aro e alle porte che aprirà all’insignificante Edward Masen!” brinda facendo tintinnare insieme i bicchieri.
“E che il futuro sia esattamente come lo sogniamo” esclamo prima di bere.
Passiamo la serata a fantasticare sul nostro futuro, sulle persone famose che Edward incontrerà e su come sarà difficile tornare tra i comuni mortali… ridiamo tantissimo e più volte Edward si immagina gala con me come sua dama, si immagina la gelosia che lo invaderà quando qualche personaggio famoso mi guarderà… pianifica anche i ritorni a casa per poterci vedere… se qualcuno ci sentisse penserebbe veramente che siamo una coppia rodata e prossima al matrimonio!
“E tu? Cosa vuoi fare dopo l’università?” mi chiede versandomi l’ennesimo bicchiere.
“Non ho l’estro artistico di te e Alice” ammetto con una smorfia “Ma vorrei aprire un negozio di moda con le mie amiche.”
“E tu che parte avresti?”
“L’amministrazione”
“Ma la matematica non è il tuo peggior incubo?” mi fa notare guardandomi curioso.
“Lo so… è che…” mi passo la mano nei capelli nervosa e sposto lo sguardo sul fuoco “Vorrei aprire veramente il negozio con Alice e Rose… ma non è il campo nel quale emergo…”
“Ti vedrei bene come insegnante di letteratura o scrittrice” esclama continuando ad accarezzarmi dolcemente le braccia.
“Io e le ragazze sogniamo il negozio da quando siamo piccole…”
“Ma non è ciò che ti rende felice…”
“Se prendessi la via della letteratura dovrei abbandonare un sogno che inseguo da quando ho conosciuto Alice…”
“Il vero sogno di ogni persona è essere felice… e credo che una sognatrice come te sarebbe felice solo seguendo il suo vero amore per la letteratura.”
Nego con il capo facendo una smorfia. Non avevo mai pensato di seguire un’università con sbocco letterario.
“Paura di ricominciare?” mi chiede stringendomi e baciandomi la guancia con tanti piccoli baci leggeri.
Mi stringo nelle spalle come risposta “Non ci ho mai pensato”
“Dovresti… sei ancora in tempo per cambiare indirizzo e seguire la tua vera via… cambiare spaventa tutti… ma se trovi la tua strada ogni rischio corso passa in secondo piano” mi consiglia serio. “Se invece segui la strada errata ti troverai vecchia e triste senza rendertene conto” sorride soffiandomi nell’orecchio.
“Sono appena ventenne e già mi immagini vecchia?” gli chiedo fintamente stizzita.
“Ti immagino in molti modi… e penso che anche da vecchia sarai in grado di farmi questo effetto” e spinge la sua eccitazione contro la mia schiena “Ma solo se continuerai ad avere questo sorriso” mi bacia le labbra “e questa luce negli occhi” mi fa voltare per guardarmi dritta negli occhi. “Abbiamo una sola vita… non sprechiamola seguendo sogni di altri…”
“Sei molto filosofo stasera” scherzo allacciandogli le braccia al collo e posando la testa sulle sue spalle.
“Sarà il vino di Tina” risponde stringendomi “O la tua presenza” continua con voce arrochita prima di fiondarsi sulle mie labbra. Il bacio inizia delicato, come se fosse la prima volta. Le farfalle nel mio stomaco si risvegliano e la testa diventa leggera. Seguo i movimenti di Edward e mi corico sotto il suo corpo, mentre i nostri baci diventano sempre più passionali.
“Non vorrei essere in nessun altro posto” mormora baciandomi il collo mentre mi apre la zip della maglia e con il viso scende seguendo il percorso della sua mano.
“Nemmeno alla Volturi Group?” gli chiedo cercando di rimanere lucida.
“Nemmeno alla Volturi Group” risponde ritornando con il viso all’altezza del mio e guardandomi con occhi neri di passione “Ti voglio Bella… voglio fare l’amore con te” ammette con il fiato corto.
La dolcezza con il quale lo dice mi fa sciogliere e chiudo gli occhi per poter assaporare al massimo la bellissima sensazione delle sua labbra sulle mie e delle sue mani che mi accarezzano la pelle…
…Edward non sta con te per amore nei tuoi confronti, ma per la scommessa…
Le parole di Robert mi fanno rinsavire e con un gesto brusco lo allontano da me, facendolo scivolare sul tappeto.
Mi guarda stranito ed io mi metto seduta.
“Non ci riesco” mormoro riallacciandomi la maglietta.
“Credevo che anche tu volessi…” mormora confuso.
“Non ci riesco…”
Si inginocchia di fronte a me e mi prende il viso tra le mani obbligandomi a guardarlo negli occhi.
“Tu mi piaci Bella… tantissimo… e… vorrei… almeno una volta sentirti solamente mia…” sussurra dandomi baci sfiorati sulla guancia “io e te un’unica cosa…”
“Non ci riesco…” ripeto come un disco rotto.
“Non riesci… o non vuoi?” mi chiede con voce arrochita continuando a minare i miei ormoni ormai fuori controllo.
“Vorrei tornare a casa…” rispondo alzandomi, ma lui mi ferma e mi fa tornare sul tappeto.
“Non provi nulla per me?” mi chiede come se fosse un innamorato che è stato appena rifiutato.
“Un profondo affetto… ma non riesco ad andare oltre…”
“Sei vergine?”
Sbarro gli occhi alla sua domanda e lui rilascia un sospiro.
“Non sono un’oca-Masen! Non vado a letto con il primo che capita…” rispondo acida.
“Non sono il primo che capita!” mi blocca con voce dura.
“E cosa sei? Il mio fidanzato? Il mio ragazzo?”
“Ci siamo baciati. Ti ho accompagnata a Forks. E da quasi un mese facciamo coppia fissa… quindi sì… penso che posso reputarmi il tuo ragazzo!” risponde guardandomi dritto negli occhi iniziando una guerra di sguardi.
“Edward Masen monogamo” ribatto con una smorfia.
Non risponde, abbassa il viso ed io mi alzo incamminandomi verso la porta.
“Voglio tornare a casa…”
Lui mi raggiunge appena faccio girare la maniglia e mi stringe in un abbraccio.
“Voglio provarci Bella. Voglio essere il tuo unico ragazzo e… voglio che tu sia la mia unica ragazza” sussurra stringendomi maggiormente a sé.
“Tra pochi giorni partirai per New York… perché vuoi iniziare una cosa che sai che non durerà?”
“Perché…” e mi bacia con ardore…


 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
“Noto con piacere che Masen è riuscito a far capitolare l’impeccabile Swan!” la voce di Paul mi arriva alle spalle facendomi irrigidire. Edward gli sorride facendogli l’occhiolino ed io deglutisco per non scoppiare. “Lo sapevo che eri un cavallo vincente!” e dandogli una pacca sulla spalla si allontana ridendo con i compagni della squadra che lo seguono come dei bravi cagnolini.


 
IN ATTESA DEL PROSSIMO CAPITOLO
POTETE FARE UN SALTO NELLE ALTRE MIE STORIE!!!
from twilight to sunrise edward - POV Edward in NEW MOON (Completa)
Padre senza saperlo - un'isola, una regola... e le sue conseguenze! (Completa)
La donna più felice del mondo - un ragazzo, una ragazza e qualcuno di troppo! (Completa)
Devi essere indipendente - facile innamorarsi di un uomo sexy pieno di soldi, e se fosse solo un sexy imbianchino? (Completa)
Il mio incubo personale - a volte cambiare città non basta per dimenticare (Completa)

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Mercoledì 27 gennaio ***


Ciaooo!!!
Lo ammetto... non ho aggiornato prima perchè ho avuto una discussione con me stessa per questa storia!
Quindi volevo prendere tempo per decidere... ed alla fine oggi è arrivata l'illuminazione, quindi sono qui ad aggiornare!!!
Per cosa ero in conflitto? Lo scoprirete moooolto presto! Vi premetto solo: Non odiatemi... mi farò perdonare con ben 2 sorprese!!!
BUONA LETTURA!!!

 
Image and video hosting by TinyPic  
 
 

Mercoledì 27 gennaio

La serata alla baita è finita con noi due accoccolati sul tappeto a parlare di noi mentre ci coccolavamo come due adolescenti. Ci siamo addormentati sul tappeto, di fronte al camino, abbracciati come due veri innamorati.
Ringraziando, Alice mi ha telefonato per svegliarci, altrimenti saremmo rimasti alla baita anche tutto il giorno… e non sono sicura che sarei riuscita a tenere ancora a bada gli ormoni dopo la serata e nottata passata.
Ieri, dopo che mi ha lasciata all’appartamento per prendere i libri dell’università, Edward è letteralmente svanito per ripresentarsi stamattina alla mia porta con la colazione ed un sorriso smagliante.
Dopo il bacetto del buon giorno e alcune battute simpatiche sulla mia faccia da zombi e il mio pigiamino con le rane… ha iniziato a parlare dell’università di lettere.
Si è accomodato e, mentre gli versavo il caffè con gli occhi ancora chiusi e la testa che scoppiava per le mille informazioni che mi stava dando di prima mattina, ha posato i moduli per la richiesta di trasferimento sul tavolo e mi ha spiegato per filo e per segno cosa devo fare per evitare di perdere completamente l’anno. Ha continuato a sciorinare i lati positivi della nuova facoltà fino a quando non siamo arrivati di fronte all’aula di trigonometria, dove ho ringraziato, per la prima volta, di non essere più in classe con lui, ed avere due ore lontano dalle mille parole che stava dicendo senza rendersi conto che il mio cervello era ancora a letto.
La mia euforia per la mancanza di Edward è svanita appena il professore ha iniziato a scrivere formule incomprensibili sulla lavagna. Da quando gli ho fatto notare che non può seguire i miei corsi dato che è all’ultimo anno, non l’ho più visto in aula e devo ammettere che mi manca… le sue spiegazioni rendevano meno difficile seguire il professore.
Esco dall’aula con la testa che esplode a forza di numeri e formule per me indecifrabili, ma la visione del mio (anche se solo più per tre giorni) adone, mi fa tornare il buonumore.
“Vedo che continui a non digerire trigo…” mi canzona posandomi un braccio sulle spalle.
“Credo che seguirò il tuo consiglio e passerò in direzione a consegnare i moduli per il trasferimento… anche se credo di essere in ritardo per quest’anno e che dovrò attendere il prossimo anno…” sbuffo appoggiando il capo sulla sua spalla mentre ci dirigiamo alla prossima lezione.
“Chiedere non costa nulla… mal che vada ti dicono di no… ma promettimi che farai domanda” e mi bacia sulla tempia prima di fermarsi davanti all’aula di letteratura “Questa è la tua ora… divertiti e pensa quanto sarà più semplice frequentare un’università in cui parlano la tua stessa lingua” mi canzona stringendomi in un abbraccio. Gli faccio la linguaccia, ma non resisto al richiamo delle sue magnifiche labbra.
“Noto con piacere che Masen è riuscito a far capitolare l’impeccabile Swan!” la voce di Peter mi arriva alle spalle facendomi irrigidire. Edward gli sorride facendogli l’occhiolino ed io deglutisco per non scoppiare. “Lo sapevo che eri un cavallo vincente!” e dandogli una pacca sulla spalla si allontana ridendo con i compagni della squadra che lo seguono come dei bravi cagnolini.
Il non celato riferimento alla scommessa è palese, ma Edward fa finta di nulla e continua a sorridergli soddisfatto mentre lo guarda allontanarsi.
Mi stacco dal suo abbraccio e pulendomi le labbra mi dirigo verso l’aula.
“Ehi! Non far caso a quei cretini” mi dice Edward notando il mio cambio d’umore.
“Non so se mi fa più ribrezzo il pensiero di tutte le mani che ti hanno toccato o l’idea di passare per un’oca-Masen” ringhio senza nemmeno guardarlo in faccia e entrando spedita in classe.
La lezione passa veloce e grazie ad una discussione con il professore sul comportamento misogino di alcuni autori ogni mio pensiero su Edward viene spazzato via… ma ovviamente la spensieratezza non può durare a lungo…
Edward mi aspetta fuori dall’aula e il suo sguardo non preannuncia nulla di buono. Lo saluto con un gesto della mano e mi incammino per il corridoio con la testa bassa per evitare di incrociare lo sguardo di chiunque e stringendo i pugni per stemperare la tensione. Il mio stomaco si attorciglia per la rabbia appena il profumo di sandalo mi investe.
Sento le sue mani stringersi sulle mie braccia e con un gesto secco mi trascina dentro lo sgabuzzino delle scope dove sicuramente ha passato la maggior parte del suo tempo in facoltà.
“Se volevi dimostrare a tutti che sono un’oca-Masen, ci sei riuscito perfettamente con questa mossa” gli faccio notare arrabbiata e cercando di uscire da quel spazio angusto.
Mi strattona facendomi urtare contro l’unica parete libera e mi blocca tra lui ed il muro.
“Smettila con queste stronzate!” ringhia stringendomi i polsi “Non sei un’oca-Masen. Se ti reputassi un’oca da scoparsi una volta ti avrei trascinata qui dentro molto tempo fa…”
“E le parole di Peter ti hanno fatto cambiare idea?” gli chiedo schifata.
“No. Ma hanno fatto cambiare idea a te! E tra tre giorni parto per lo stage… non voglio che un idiota rovini tutto!”
“Parti per lo stage tra tre settimane, non tra tre giorni…” gli faccio notare l’errore… e un dubbio si insinua in me. Non esiste nessuno stage… è tutto un inganno per farmi capitolare più velocemente.
“Sono andato in presidenza e mi hanno informato che lo stage è stato anticipato…” prova a rimediare, ma non mi guarda negli occhi e si passa nervosamente la mano nei capelli.
“Buon viaggio!” e lo spintono per poter finalmente uscire da quello spazio così angusto che stavo per avere un attacco di claustrofobia.
“Ti prego Bella… abbiamo solo più tre giorni… passiamoli piacevolmente… poi ti libererai di me… se vuoi per sempre” sussurra l’ultima parte.
Mi fermo con ancora il piede a mezz’aria e mi giro come una furia.
“Sei tu che vuoi liberarti di me per sempre” gli faccio notare spintonandolo “Sei tu che hai accettato uno stage dall’altra parte dello stato” un altro spintone “Sei tu che hai fatto l’occhiolino a Peter quando mi ha paragonato a un’oca-Masen” un altro spintone “Sei tu che fai tanto il carino dicendomi parole da libro romantico e comportandoti da vero gentiluomo e appena ti do un po’ di fiducia torni ad essere uno stronzo” e dopo avergli dato uno spintone più forte mi allontano correndo.
Non trattengo le lacrime perché non piango per lui, ma piango per me e la mia vena romantica che si è fatta abbindolare dallo stronzo-Masen!
“Non so come si corteggia… ti avevo avvisata… ma non ho mai finto con te… voglio veramente creare qualcosa con te” la sua voce mi arriva alle spalle seguita dalle sue braccia che mi cingono da dietro “Provo qualcosa per te… e quando mi hanno avvisato del cambio data il mio primo pensiero è andato a te” mi bacia sulla nuca ispirando il mio profumo “Ho vacillato e per la prima volta ho messo in dubbio che la carriera valga più di ciò che provo per te…”
“Non dirmi queste cose se non le pensi veramente” singhiozzo asciugandomi le lacrime.
Mi fa voltare e mi perdo nei suoi occhi. Sono di un verde brillante e il suo sorriso è timido, imbarazzato.
“Non so cosa mi hai fatto Bella… e sono spaventato perché sono emozioni che non ho mai provato… ma non dubitare di ciò che ti dico” e mi bacia con dolcezza siglando la bellissima “confessione” che mi ha appena fatto.
“Non ho lezione e vorrei passare con te più tempo possibile” esclama appena ci stacchiamo per carenza di ossigeno e appoggiando la sua fronte alla mia “Lontano da tutti… solo io e te…”
Ed io annuisco mentre lo abbraccio e ammicco ad Alice che ci sta spiando da dietro la vetrata della segreteria.
 
Il pomeriggio lo passiamo come una vera coppia passeggiando per Seattle e visitandola come se fossimo due turisti. Facciamo foto buffe nei posti più caratteristici e ci riempiamo di schifezze mentre passeggiamo sulla strada principale.
Ridiamo, ci prendiamo in giro e ci baciamo… una vera coppia perfetta!
“Resta con me stanotte” mi sussurra mentre riprendiamo fiato dopo un bacio che non aveva nulla di casto.
Sto per rispondergli quando il mio cellulare inizia a squillare.
“Buuuuh!! Bellaaaa!” Alice piange dall’altra parte della cornetta facendomi preoccupare “D…Dove sei?” mi chiede tirando su con il naso e continuando a piangere.
“Sono al molo. Ma cosa è successo?” le chiedo allontanandomi leggermente da Edward.
“Una tragediaaaaa!” e scoppia nuovamente a piangere parlando in modo incomprensibile.
“Arrivo subito, dimmi dove sei” cerco di tranquillizzarla mentre prendo la mano di Edward per ritornare alla macchina. Fa resistenza e sbuffa, ma appena lo incenerisco con lo sguardo, mi segue alzando le mani in segno di resa.
“Sono a casa… ti prego vieni subito” piagnucola attaccandomi il telefono in faccia.
“Alice sta male… devo andare da lei…” gli dico anche se credo abbia sentito tutto dato che Alice urlava alla cornetta.
“Riusciremo mai a rimanere da soli io e te?” chiede infastidito mentre si dirige al parcheggio senza nemmeno aspettarmi.
Sale in macchina e mette in moto prima ancora che io mi possa accomodare.
“Avere amici è una fregatura” borbotta sfrecciando per le vie della città.
“Ma anche il miglior tesoro” lo correggo sorridendogli.
“I tuoi sono sempre in mezzo”
“E i tuoi invece? Dove sono?” gli chiedo spazientita.
“Non ho bisogno di amici stressanti come i tuoi… io sono popolare, la compagnia non mi manca, ma almeno sono libero di vivere come voglio senza avere sempre qualcuno tra i piedi”
“Ma ti senti quando parli?”
“E tu ti accorgi che i tuoi amici sono più ingombranti di un Big-foot dentro una baita?”
“Cosa dovrei fare? Lasciarla sola in un momento così difficile? Piangeva!” gli faccio notare scandalizzata dalla sua poca empatia.
Sbuffa passandosi la mano nei capelli e si chiude in uno stato di mutismo.
Arriviamo sotto casa e scendo come un fulmine senza nemmeno salutarlo. Faccio le scale due a due e mi fermo con il fiatone di fronte alla porta di casa cercando le chiavi.
Entro come un tornado e mi fiondo in casa urlando il nome di Alice.
“Sono qui” risponde con voce fioca dalla sala.
Entro e lo sguardo sbarrato di Alice mi fa voltare. Edward è alle mie spalle e tiene il capo chino.
“Cosa ci fai ancora qui?” gli chiedo acida.
“Volevo accertarmi che Alice stesse bene” ammette con il viso imporporato dall’imbarazzo.
“Ho solo bisogno… sniff… di parlare con Bella da sola” risponde per me Alice asciugandosi gli occhi con il fazzoletto e stringendosi il cuscino al petto.
“Ti prego tienimi aggiornato… e chiamami se hai bisogno di qualcosa” sussurra accarezzandomi la guancia e sorridendomi dolcemente. Annuisco perplessa dal suo cambio di umore. Masen mi confonde, riesce a trasformarsi da stronzo a uomo perfetto in un batter di ciglia.
Appena sentiamo la porta chiudersi, Alice si alza con uno scatto e mi viene incontro sorridendomi.
“Cosa è successo?” le chiedo preoccupata per il suo stato mentale.
“Nulla! E’ solo che stavi per dirgli di sì alla proposta di passare la notte con lui e noi non siamo ancora pronti per quella evenienza”
“Cooosa?” urlo arrabbiata “Mi hai fatto preoccupare per niente?”
Si stringe nelle spalle come risposta.
“Solo più domani e poi tutto questo finirà” la voce di Jasper mi arriva alle spalle e mi giro per rispondergli a tono, ma ci sono tutti: Rose, Emmett e Jacob, e mi ammutolisco.
“Non fare così sorellina” mi rassicura Jacob accompagnandomi al divano “Dovrai reggere ancora domani e poi finalmente Masen avrà ciò che si merita.”
“Siamo sicuri che stia fingendo con me e non con i ragazzi della squadra?” la domanda mi esce senza che il mio cervello lo comandi. Jacob spalanca gli occhi.
“Certo che ne sono sicuro” risponde irritato estraendo il telefonino dalla tasca “Tiene aggiornati i compari… ed è così certo di portarti a letto che ha alzato la posta” e mi porge il telefonino per leggere la chat della squadra di rugby.
Peter: Ricorda Masen: la scommessa prevede portarla a letto, non baciarla come se foste due fidanzatini… cos’è ti sei innamorato della frigida?
Masen: Ricordo perfettamente la scommessa e tranquillo, Masen non si fa imbambolare da due occhi di cioccolata… vincerò la scommessa… anzi propongo di aumentare la posta!
Quil: Siamo tutt’orecchi.
Masen: Se vinco, la Swan diventa di mia esclusiva proprietà. Con quello che ho dovuto faticare mi sembra il minimo!
Paul: inizia a vincere la scommessa Masen e vedremo… hai solo più tre giorni… tic tac…
 
“Masen è uno stronzo… ricordatelo! Ma tranquilla, solo più domani e poi sarà solo un ricordo” mi sorride Jacob asciugandomi le lacrime che silenziose mi rigano il volto.
“E non esiste nessuno stage… la Volturi Group non è nell’elenco delle aziende per gli stage della nostra università” mi dà il colpo di grazia Jasper.
“Meglio che vada a riposarmi, domani sarà una lunga giornata” mormoro dirigendomi triste in camera mia.
“Ciò che stiamo architettando è la miglior lezione che Masen possa avere… deve imparare a non giocare con i sentimenti degli altri” mi ricorda Rosalie mentre chiudo la porta di camera mia.
Mi lancio sul letto e sfogo tutte le lacrime. Sono una stupida! Fino all’ultimo ho sperato che Edward fosse sincero con me e fingesse con i suoi compagni per non perdere la faccia… ed invece è solo uno stronzo molto bravo a corteggiare le povere imbecilli come me!
Il mio cellulare vibra e con ancora la vista offuscata dalle lacrime provo a leggere il messaggio.
Spero che Alice stia bene. Scusa per ciò che ho detto… non penso veramente quelle cose dei tuoi amici! E. J
Vorrei spegnere il telefono e dimenticarmi di lui, ma Rose ha ragione e per fargli pagare ogni bugia, sotterfugio e cattiveria che ha fatto nell’ultimo mese con me, senza contare tutte le altre povere ragazze ignare, decido di rispondergli.
Alice sta bene… del gelato al cioccolato risolve sempre tutto! B. ;-)
Posso chiamarti? E.
Sto per digitare un no secco prima di spegnere il cellulare, ma poi ci ripenso… solo più domani… meglio fare le cose per bene…
Ok!
Il tempo di cliccare invio che il cellulare inizia a squillare.
“Ciao” mi saluta cauto.
“Ciao” gli rispondo con lo stesso tono.
“Sono uno stronzo e me ne rendo conto” continua facendomi sorridere. Beh! Almeno lo ammette “Vorrei anche io avere degli amici come i tuoi. Sempre pronti a sorreggerti, a darti una mano… essere popolare fa schifo… sei solo e tutti sono pronti ad additarti, mai a consolarti” si sfoga cercando di farmi pena.
“Le amicizie sincere sono come i fiori, bisogna coltivarle, altrimenti appassiscono”
“Appassiscono se il seme è difettoso” mi corregge triste.
“Anche la pianta più malata, guarisce con un po’ di cure e amore”
“Non se viene spezzata da un forte tornado”
“E quale tornado ti ha spezzato?” gli chiedo sperando di capire chi è veramente Edward Masen.
Lo sento sbuffare e dai rumori sono certa che si stia passando la mano nei capelli.
“Cosa è successo a Alice?” mi chiede cambiando discorso.
“Nulla di grave… ma mi dispiace non posso dirti nulla…” mi salvo.
“Capisco. Essere amici significa anche essere leali”
“Essere leali, sinceri e disposti a darsi una mano… è vero a volte una grande amicizia può sembrare soffocante, ma non cambierei i miei amici con niente al mondo”
“Sei fortunata, spero che tu te ne renda conto”
“Sì, me ne rendo conto e ringrazio tutti i giorni”
“Quindi se volessi stare con te dovrei prendere il pacchetto completo: Rosalie, Alice, Emmett, Jacob e Jasper!” esclama sogghignando.
“Credo proprio di sì” gli rispondo scoppiando a ridere.
“Beh! Non sono male e poi… sarei disposto a diventare amico di Jill pur di stare con te” dice con voce sensuale.
“Noooo! Jill no! E’ impossibile come persona!” esclamo pensando alla ragazza più noiosa della scuola.
“Mh-Mh” risponde soffiando nella cornetta in modo sensuale, ed io ringrazio di essere lontana da lui perché gli ormoni si sono risvegliati. “Domani a che ora hai lezione?” mi chiede cambiando di nuovo discorso.
“Solo due ore al mattino e poi sono libera per terminare la tesina del prossimo esame”
“Io non ho lezione… se vuoi posso aiutarti…”
“Certo! Devi mantenere le tre regole se vogliamo continuare questa amicizia…”
“Siamo solo amici?” mi chiede malizioso.
“Beh… forse…”
“Non sei il tipo da baciare un semplice amico… non siamo solo amici” mi canzona prima di tornare serio “… io non voglio esserti solo amico” mormora roco facendomi galoppare il cuore.
“No. Non siamo solo amici… anche se tra tre giorni, credo che non saremo più nemmeno quello” mi lascio sfuggire.
Trattiene il fiato, ma si riprende velocemente mentre io mi mordo il labbro così forte da farlo sanguinare.
“Possiamo provare una relazione a distanza… lo stage dura solo tre mesi”
“No! Non posso chiedere all’Adone Masen tre mesi di astinenza…” rido amara pensando che tra tre giorni ci odieremo per l’eternità.
“Sono in astinenza da un mese” mi fa notare compiaciuto.
“Oh! Poverino… e non ti sei ancora ammalato?” gli chiedo scoppiando a ridere.
“Adesso che mi ci fai pensare il mio corpo ne sta patendo e sento che presto mi ammalerò… mica vorrai avermi sulla coscienza!”
“Non sia mai!” rispondo senza pensare.
“Allora aspettami che arrivo” esclama roco facendomi rimanere senza fiato.
“NO!” rispondo urlando, ma abbasso subito la voce coprendomi la bocca con le mani e adocchiando la porta “Alice non si è ancora completamente ripresa e credo sia meglio che stasera ognuno stia a casa propria”
“Rischierò di ammalarmi…” piagnucola.
“Un buon momento in solitaria e tutto si risolve” gli rispondo seria scoppiando subito a ridere.
“Sei malefica!”
“Lo so! Buona notte Edward e mi raccomando non trascurare il povero EJ”
“Chi?”
“Il tuo amichetto… un mese… poverino!”
“Stronza”
“Ti voglio bene anche io” gli rispondo di rimando continuando a ridere.
“Anche io te ne voglio, Bella” esclama serio lasciandomi senza parole “Buonanotte...” e abbassa senza aspettare una mia risposta.

 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
“Ti prego Bella… parto tra pochi giorni e non voglio che ci lasciamo così… HO SBAGLIATO… SCUSA … sono un coglione e lo ammetto, ma ti prego lasciami modo di spiegare…” ed io mi accascio sotto la finestra piangendo senza ritegno. Perché continua con questa farsa… perché non mi lascia in pace…

 

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Venerdì 29 gennaio ***


Ciaooo!!
L'altro giorno EFP ha avuto alcuni problemi e alcuni messaggi e Feedback sono andati perduti! Spero di aver risposto a tutti!!!

Ormai il giorno della scommessa si avvicina... ricordatevi di tenere i pomodori per le insalate e non lanciarli a me o ai miei personaggi! ahahahahah
Il capitolo è corto... ma per farmi perdonare aggiornerò prestissimo! Anche perchè non vedo l'ora di leggere le vostre impressioni e sapere se ho vinto la scommessa con mia sorella!!!
BUONA LETTURA!

Image and video hosting by TinyPic  

Venerdì 29 gennaio

 Sono nella mia camera a Forks e osservo il bosco dietro casa mentre le immagini dell’ultimo mese scorrono come un film davanti ai miei occhi.
Stringo il cuscino al petto e le lacrime mi solcano le guance mentre rivivo il giorno in cui ho scoperto la scommessa: le parole di Edward, le risate dei suoi compari…
Scoppio a ridere rivivendo la sera in cui gli sono scoppiata a ridere in faccia e per tutte le volte che abbiamo riso spensierati prendendoci in giro senza cattiveria….
Sorrido rilasciando un sospiro mentre ripenso alle parole dolci di Edward. Mi accarezzo le labbra con la punta delle dita ripensando ai nostri baci, e mi abbraccio rivivendo le emozioni che provavo nel sentire il suo corpo stretto al mio…
Sfioro la copertina del libro che mi ha regalato ripensando alle nostre giornate passate in biblioteca e a come sia riuscito, in poco tempo, a capirmi più di quanto abbia capito me stessa, facendomi aprire gli occhi su quale sia la mia vera strada ….
Prendo il libro e lo scaravento dall’altra parte della stanza mentre ringhio furiosa ripensando al giorno prima…
Ero riuscita a comportarmi normalmente, cercando di non pensare ai messaggi che Edward aveva scritto nel gruppo, ed ero anche riuscita a salutarlo come se non avessi avuto la conferma che era solo un gran bastardo. Mi ero anche morsa la lingua quando avevamo iniziato il discorso di cambio università, perché la tentazione di dirgli di fare l’attore invece che il pubblicitario era stata fortissima.
Abbiamo passato la giornata piacevolmente, chiacchierando del più e del meno e, anche se ormai il piano di Jasper era terminato, sapevo che le mie guardie del corpo non mi avrebbero mai lasciata.
Dopo aver finito di studiare in biblioteca, Edward mi ha invitata in pizzeria, dove abbiamo mangiato mentre ci interrogavamo a vicenda su ciò che avevamo studiato.
Ho abbassato di nuovo le barriere e nel mio cervellino idiota si è anche insinuato il pensiero che Edward fosse sincero con me e che stesse mentendo con i suoi compagni di squadra, ma purtroppo Masen ha confermato i pensieri di Jacob: mentiva con me!
Abbiamo passeggiato fino alla spiaggia, mano nella mano, continuando a parlare come due veri innamorati. Ci siamo seduti in una piccola rientranza degli scogli per coprirci dal freddo del vento e lì tutto è andato a rotoli.
Abbiamo iniziato a baciarci dolcemente, fin quando Edward non si è trasformato, baciandomi con una passione che mi ha spaventata… e lo ammetto, anche un po’ eccitata…
Ha iniziato a toccarmi i seni mentre con il suo petto cercava di farmi coricare sulla spiaggia. Ho cercato di chiamarlo, anche se ammetto che la mia voce è uscita più un gemito che un rimprovero, ma mi teneva le labbra schiacciate sulle mie e senza ascoltare le mie misere e poco convincenti proteste, ha iniziato a slacciarmi i pantaloni… il suo corpo era teso e non mi guardava negli occhi, ma li teneva chiusi come se volesse assaporare ogni singolo momento.
Le sue mani mi toccavano possessive e il loro passaggio lasciava scie di fuoco sulla mia pelle riempiendomi di brividi, il mio cuore batteva forte al petto mentre cercavo di rimanere lucida e non soccombere alle emozioni che stavo provando.
“Edward…”
“Anche io ti voglio” mi ha risposto senza guardarmi negli occhi e rimpossessandosi delle mie labbra. Con sempre più impazienza le sue mani sono scese sul mio corpo fino ad entrare nelle mutandine. “Sei già pronta per me” ha mormorato infilando con urgenza un dito in me.
Una forte vertigine ha attraversato il mio corpo mentre gli ormoni esultavano e il mio cervello continuava ad urlarmi di scappare.
Quando si è posizionato tra le mie gambe ed ha aperto la zip dei suoi pantaloni, finalmente il mio cervello ha avuto la meglio.
Sono riuscita a fargli alzare lo sguardo su di me, i suoi erano neri di passione e le sue labbra erano distorte in un sorriso di lussuria e soddisfazione mentre mi guardava famelico.
“Sei finalmente mia”
“NO!” ho urlato ritrovando la lucidità e la forza di farlo allontanare da me rannicchiandomi il più possibile lontano da lui, cercando di coprirmi.
“Bella…” mi chiama dolcemente capendo di aver superato il limite e avvicinandosi cauto.
“Non mi toccare!” gli ho ringhiato piangendo ed alzandomi per scappare.
“Bella aspetta!” mi ha urlato, ma non l’ho ascoltato ed ho corso sulla spiaggia fin quando non mi sono ritrovata tra le braccia di Emmett.
Ha provato a chiamarmi più volte sul cellulare e mi ha bombardato di messaggi di scuse, ma non gli ho risposto e sono scappata a Forks…
Jacob ha inveito contro Emmett per non essere intervenuto in tempo, mentre Alice cercava di tranquillizzarmi. Jasper è stato d’accordo con Rose quando ha proposto di nascondermi a Forks fino a quando non fosse passato il termine della scommessa. Ormai avevamo tutto il materiale disponibile e dopo ciò che era successo era meglio per me allontanarmi il più possibile e riprendermi da ciò che era appena successo.
Non fraintendetemi, Edward non ha provato a violentarmi, e più ripenso a quel momento, più mi accorgo che gli ho dato tutti gli input per fargli credere che volevo anche io andare fino in fondo.
A essere proprio sinceri, non gliel’ho fatto credere… lo volevo veramente! Le sue mani sono magiche e le sue labbra sono un qualcosa di indescrivibile. L’energia che ci circondava era unica, mi sentivo leggera e nel posto giusto… se non ci fosse stata la scommessa di mezzo ed il mio cervello che me la ricordava… sarebbe stata una serata bellissima… peccato che la sua voglia di me era solo dettata dal bisogno di vincere quella ignobile scommessa!
“Non ci pensare più…” mi fa ritornare al presente Alice abbracciandomi.
“Lo volevo anche io…” ammetto finalmente sentendo un peso in meno sul cuore.
Alice mi guarda con occhi sbarrati, scuote la testa e mi sorride.
“E’ un bell’uomo e ci sa fare…” cerca di trovarmi una scusa, ma la mia smorfia le fa capire che non ci riesce.
“Se non fosse stato per la scommessa…”
“Ma c’è! E tutto ciò che è successo devi dimenticarlo, o ricordarlo come un mese particolare dell’università!” mi zittisce guardandomi senza possibilità di replica.
“Hai ragione… devo dimenticarlo” sussurro distogliendo lo sguardo e chiudendo gli occhi per non far uscire le lacrime.
“Esatto! E da lunedì potrai ritornare ad essere la nostra Bella, consapevole di aver fermato un bastardo che gioca con i sentimenti altrui”
“Già” esclamo poco convinta coricandomi sul letto e stingendo forte il cuscino per non cadere a pezzi.
“Se sono rose fioriranno…” mi sussurra accarezzandomi la testa.
“Già” e chiudo gli occhi per cadere in un mondo senza sogni.
 
***
 
“BELLA! ISABELLA!” la voce di Edward mi fa risvegliare e mi alzo con un sorriso. Mi guardo intorno e vedendo le pareti della mia stanza di Forks, ricordo del perché mi trovo a casa dei miei.
Mi avvicino alla finestra cercando di non farmi vedere e ricomincio a piangere nel vedere la Volvo.
“BELLA! TI PREGO!” non riesco a vederlo, ma la sua voce mi fa stringere il cuore, mentre sussulto a ogni colpo che dà alla porta d’entrata.
“TI PREGO BELLA, VOGLIO SOLO PARLARTI…” e dà altri colpi alla porta sempre meno violenti, fino a smettere.
Mi sporgo maggiormente per vederlo e faccio un grave errore, perché lui nota qualcosa e si volta verso la mia finestra.
Mi nascondo e trattengo il fiato.
“Ti prego Bella… parto tra pochi giorni e non voglio che ci lasciamo così… HO SBAGLIATO… SCUSA … sono un coglione e lo ammetto, ma ti prego lasciami modo di spiegare…” ed io mi accascio sotto la finestra piangendo senza ritegno. Perché continua con questa farsa… perché non mi lascia in pace…
“Non ho scusanti per ciò che ho fatto, ti chiedo scusa e te lo chiederò in eterno se serve, ma ti prego, lasciami spiegare… ti prego” la sua voce è rotta della emozioni e mi stringe il cuore sentirlo così triste.
Forse vuole confessarti la scommessa… forse non tutto è perduto.
Con quel pensiero ritrovo la forza e mi alzo per correre all’entrata.
“Bella, non farlo” mi riprende Alice cercando di fermarmi mentre scendo le scale.
“Vuole confessarmi la scommessa Alice” le dico con gli occhi pieni di speranza. Alice mi guarda poco convinta, ma lascia la presa sul mio braccio.
Apro la porta e con passo lento mi avvicino a un Edward che mi guarda come fossi una visione.
Appena sono a pochi passi, mi stringe tra le sue braccia e posandomi piccoli baci sulla nuca continua a mormorare “Scusa”.
Lo prendo per mano e lo faccio accomodare sulle panchine dietro casa. Non parlo, ma lo guardo in attesa della sua confessione.
“Non volevo fare nulla che tu non volessi.” Inizia stringendo le mie mani tra le sue e guardandomi con occhi pieni di sensi di colpa. “Mi piaci e sono un uomo…” prova a giustificarsi, ma io faccio una smorfia. Lui sorride e riprova “Mi vergogno per ciò che è successo in spiaggia. Non riesco a smettere di rivedere i tuoi occhi, la paura che vi ho letto… ma ti giuro Bella, non volevo violentarti… pensavo che anche tu lo volessi”
“Lo volevo… e so che non volevi violentarmi” ammetto a mezza voce abbassando il viso. Rilassa le spalle facendo un sospiro. Poi capisce l’intera frase e mi guarda sconcertato.
“Ma… ma se lo volevi… perché…”
Nego con il capo.
“Sono un idiota” esclama battendosi la mano sulla fronte. “Scusa. Hai ragione” ed io lo guardo alzando un sopracciglio senza capire su cosa ho ragione.
“Tu sei una donna da serata speciale, con tanto di candele, musica in sottofondo, lenzuola di seta e un’intera notte di fronte a noi…” mi spiega senza nessuna malizia, ma come se fosse ovvio che non sono una donna da sveltine.
“Non è per quello…” gli rispondo piatta.
“E allora per cosa?” mi chiede realmente confuso. Prendo coraggio e, incrociando mentalmente le dita, gli do l’ultima possibilità di confessare. Mi metto composta e lo guardo dritto negli occhi.
“Volevi darmi delle spiegazioni. Sono qui e ti ascolto”
“Credevo pensassi che volessi violentarti, e quel pensiero mi stava facendo uscire di testa”
“Nessun’altra spiegazione?” gli chiedo sperando che confessi.
Mi scruta per un attimo e poi mi avvicina a lui abbracciandomi e facendomi appoggiare la testa sul suo petto.
“Da quando ti ho conosciuta sei entrata nella mia testa. Frequentandoti ho capito che non voglio esserti solo amico e che voglio qualcosa di più tra di noi. Tre mesi passano in fretta ed io voglio avere te che mi aspetti…”
“Erano queste le spiegazione che volevi darmi?” gli chiedo asciugando la lacrima che mi scivola silenziosa sulla guancia.
“Volevo che sapessi che non volevo violentarti. Volevo che sapessi che mi sto innamorando di te…” e mi bacia sulla testa dolcemente stringendo leggermente l’abbraccio.
“Nient’altro?” gli chiedo con un filo di voce.
Mi allontana e mi guarda spaesato.
“Sei la prima donna alla quale dico che mi sto innamorando di lei… e l’unica cosa che sai rispondere è: nient’altro?” mi chiede alterato e stringendo le mani sulle mie spalle.
Abbasso il capo sconfitta e ferita da quelle parole così belle quanto false.
“Forse non sai cos’è l’amore” sussurro spostandomi da lui e alzandomi. “Torna a Seattle. Ci vediamo a scuola” e lentamente ritorno in casa.
“Ma cosa diavolo stai dicendo?” mi chiede fermandomi e facendomi voltare verso di lui.
“Che parli d’amore quando non hai idea di cosa significhi…” lo guardo in faccia senza preoccuparmi che veda i miei occhi lucidi.
“Io ti amo Bella! E so cosa significa, perché lo sto provando per te!” esclama con passione guardandomi dritta negli occhi.
Lo schiaffo gli arriva in faccia ancor prima che lo ordini al mio corpo.
“Tu non mi ami. Sei solo un gran bastardo” sibilo prima di voltarmi e rientrare in casa.


 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
“Vuoi vedere il lavoro finito?” mi chiede cospiratore Jasper indicandomi la classe di informatica. Annuisco mordendomi il labbro e stringendo maggiormente la mano di Rose....


 
IN ATTESA DEL PROSSIMO CAPITOLO
POTETE FARE UN SALTO NELLE ALTRE MIE STORIE!!!
from twilight to sunrise edward - POV Edward in NEW MOON (Completa)
Padre senza saperlo - un'isola, una regola... e le sue conseguenze! (Completa)
La donna più felice del mondo - un ragazzo, una ragazza e qualcuno di troppo! (Completa)
Devi essere indipendente - facile innamorarsi di un uomo sexy pieno di soldi, e se fosse solo un sexy imbianchino? (Completa)
Il mio incubo personale - a volte cambiare città non basta per dimenticare (Completa)

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Lunedì 1 febbraio – Giovedì 4 febbraio ***


Ci leggiamo sotto!!!!

Non scrivo mai commenti finali... quindi 
LEGGETE PRIMA DI ARRIVARE A CONCLUSIONI AFFRETTATE!!!


BUONA LETTURA!

 
Image and video hosting by TinyPic
 

Lunedì 1 febbraio – giovedì 4 febbraio

 
Il grande giorno è arrivato!
La scommessa è terminata ed Edward ha già saldato i debiti con i suoi compagni di squadra.
Jacob mi ha tenuta aggiornata per tutto il sabato e la domenica, anche se c’era poco da dire dato che, dopo aver pagato, Masen è svanito dalla circolazione.
Alice e Rosalie mi state vicino per tutto il week end. Abbiamo mangiato chili di gelato al cioccolato, guardato film fantasy dove il buono vince sempre e non abbiamo più parlato di Signor-scommessa.
Jasper si è impegnato a finire il lavoro e ha dovuto star sveglio anche la notte per riuscire a finire in tempo, dato che Emmett è irraggiungibile da venerdì.
 
Adesso sono qui, tra Jacob e Rosalie, a guardare l’entrata della scuola come fosse la porta dell’inferno.
La nostra “vendetta” è stata mandata on-line stanotte e quindi ormai tutti ne sono a conoscenza.
Vedo i ragazzi ridere mentre si passano dei fogli e vedo lo sguardo di odio che mi lancia Peter, insieme agli altri trogloditi della squadra, quando mi vedono arrivare.
“Tranquilla, ci siamo noi… e poi, sei l’eroina della scuola!” mi rassicura Jacob regalandomi il suo sorriso caldo e fraterno.
Faccio i primi passi sentendo le gambe pesanti e lotto con il mio corpo che vuole solo scappare a nascondersi.
“Grande Swan! Il tuo test è fenomenale… chi lo avrebbe mai detto!” mi sorride una ragazza che frequenta la mia classe di lettere.
“Brava! Masen aveva bisogno di qualcuno che lo raddrizzasse!” si congratula un’altra ragazza che non ho mai visto.
“Bisognerebbe espandere il test su altre persone!” mi urla ridendo una ragazzina dell’ultimo anno dando uno scappellotto al ragazzo che le sta vicino.
Man mano che mi avvicino all’entrata le persone si congratulano ed io mi sento più tranquilla.
“Vuoi vedere il lavoro finito?” mi chiede con fare cospiratore Jasper indicandomi la classe di informatica. Annuisco mordendomi il labbro e stringendo maggiormente la mano di Rose.
 
“Guarda!” esclama felice voltando il monitor in modo che lo possa vedere anche da in piedi.
“TEST DI LABORATORIO effettuato da ISABELLA MARY SWAN: E’ POSSIBILE IN UN MESE TRASFORMARE UN DONGIOVANNI IN UN UOMO GALANTE?” è il titolo a caratteri cubitali che troneggia al centro della pagina del blog della scuola.
Jasper inizia a far scorrere la pagina e ogni momento passato con Edward è impresso sul monitor.
La nostra cena al ristorante, la serata nella baita, alla festa di Forks, il ritorno a casa, le giornate passate in biblioteca o a casa sua… foto che non credevo possibile riuscissero a fare.
Ogni foto ha la didascalia con ben spiegato cosa è successo. Sono riportate le frasi di Edward, da quelle più romantiche a quelle in cui si pavoneggiava di essere l’uomo a cui nessuna donna poteva resistere.
La nostra vita dell’ultimo mese è di dominio pubblico.
Jasper è stato abbastanza sensibile da non pubblicare i momenti per me troppo importanti ed è riuscito a unire il tutto facendolo sembrare realmente un test di laboratorio, con foto di Edward che lo ritraevano in situazioni prima di conoscermi, o nei primi giorni dove non riuscivamo ad andare d’accordo, e foto che lo ritraevano negli ultimi giorni. La differenza era palese, anche se sicuramente evidenziata dalla maestria di Jasper. Alcune scene erano state enfatizzate per far capire che Edward, in quel mese, era stato utilizzato come cavia da laboratorio e… come ciliegina sulla torta, c’erano anche alcuni aneddoti sui suoi compagni di squadra, ma le loro didascalie dicevano soltanto: con questi esemplari nemmeno la bravura del miglior psicologo può fare qualcosa, sono cause perse!
 
“Quindi alla fine ero solo una cavia da laboratorio” ringhia Edward alle nostre spalle facendomi sobbalzare. “Ti sei divertita Swan?” mi chiede facendo un passo minaccioso verso di me.
Jasper e Rosalie mi si parano davanti, mentre io continuo a guardarlo senza riuscire a distogliere lo sguardo.
“Vattene Masen!” ringhia Rosalie.
“Me ne vado solo dopo essermi complimentato con la signorina Swan. Mi ha fatto fesso in un modo impeccabile” risponde strafottente.
“Ha sentito i tuoi complimenti, adesso vattene. Non ti voglio vedere vicino a lei!” la voce dura di Jacob arriva alle spalle di Edward.
“Manca solo più la nana e l’orso e la famigliola è al completo.” Ride Edward senza gioia “Oh! Scusate, che maleducato” esclama posandosi la mano sulla fronte fingendosi dispiaciuto. “I complimenti non sono solo per la Swan. Lei non sarebbe stata in grado di fare tutto questo da sola. Chiedo venia, e mi congratulo con tutti voi!” e si inchina voltandosi verso ognuno di noi con un gesto teatrale. Si alza applaudendo e con un ghigno malefico continua. “Bravi! Veramente complimenti! Avrete futuro nel campo del cinema!”
“Siamo felici che ti piaccia il nostro lavoro, ma adesso ti chiedo cortesemente di andartene” sibila Jasper facendo un passo verso di lui. Edward alza le mani in segno di resa e sorride divertito.
“Ok, ho capito. Me ne vado… spero solo di poter avere una copia di alcune foto… dato che sono veramente fotogenico” e scoppiando a ridere esce dall’aula lasciandoci tutti a bocca aperta.
Cado a terra sconfitta.
Il nostro piano era quello di fargli capire che non è bello essere il soggetto di un gioco, volevamo fargli assaggiare cosa si prova nel sentirsi usati e come brucia sapere che qualcuno del quale ti fidi è solo un buon attore che ti tratta bene solo per proprio tornaconto, ed invece… lui ha notato solantanto di essere bello anche in fotografia.
“Abbiamo perso…” sussurro scoppiando a piangere.
“No, Bella. Non abbiamo perso… forse Masen non ha capito la lezione, ma molti altri come lui l’hanno capita e non giocheranno più con la vita degli altri!” cerca di confortarmi Jacob abbracciandomi.
 
La mattinata passa tranquilla, per così dire. Il nostro “scherzo” a Masen è sulla bocca di tutti.
Tutti si complimentano e molte ragazze mi avvicinano per sapere quale è il mio segreto, come ho fatto a far capitolare un uomo affascinante e irraggiungibile come lui.
Nella pausa pranzo circondano il nostro tavolo facendomi mille domande, ma io non rispondo a nessuna, tenendo il volto basso sperando che se ne vadano in fretta.
“Volete la verità?” chiede Edward facendosi spazio tra la folla che si accalca intorno a me.
“La Swan non mi ha fatto capitolare! Dai, siate seri. Secondo voi…” si gira guardandomi con disprezzo “Una ragazza sempliciotta come lei. Senza curve, senza un viso particolare e con un quoziente intellettivo pari alla media… mi ha fatto capitolare? Veramente?” chiede guardando tutti sorridendo “Mi dispiace deludervi… ma ho buon gusto io, e sono stato al suo gioco per aiutarla nel test. Lei aveva bisogno di qualcuno per questo scherzetto ed io avevo bisogno di pubblicità.”
“Ma nel video dove dici che la ami… sembra che tu sia sincero” gli fa notare una ragazzina sfidandolo.
Lui scoppia a ridere, poi la guarda dritta negli occhi e, accarezzandole la guancia, sussurra sensuale.  “Io ti amo! E so cosa significa, perché lo sto provando per te” e si allontana continuando a tenere allacciato lo sguardo alla povera ragazzina che quasi sviene. “Vedete? E’ solo recitazione! Ma secondo voi mi innamoro di una così?” e mi indica facendo salire e scendere la mano di fronte a me “Naaaa! Merito di meglio! E adesso scusate… ma se volete sapere come far capitolare qualcuno chiedete a una donna che è veramente in grado di far innamorare un uomo…” e se ne va seguito da un paio di ochette.
Sospiro sconfitta, perché lo scherzo mi si è rivolto contro? Eppure Jasper è sempre stato un abile stratega…
 
 

Giovedì 4 febbraio

Come ogni volta che devo pensare, mi nascondo in biblioteca. Prendo un libro e mi immergo nella lettura cercando di tranquillizzarmi. Il piano di Jasper non ha funzionato, o almeno, non ha funzionato con Edward, ma devo ammettere che ha funzionato con la squadra di rugby!
Jacob ha confermato che, dopo lo scherzo che abbiamo giocato a Masen, la squadra ha deciso di fermarsi alle scommesse sportive e alcuni di loro hanno confessato alla propria ragazza i loro veri sentimenti… Dai! A qualcosa è servito comunque… e poi lo ammetto, anche se la scommessa mi pendeva sulla testa come la spada di Damocle, ho comunque vissuto un bellissimo mese. Lo sapevo che fingeva con me, ma ho comunque potuto provare delle emozioni che non scorderò mai. Peccato che l’Edward che ho conosciuto è solo frutto di un suo tornaconto personale, perché di un uomo così mi sarei innamorata senza riserve!
Sono passati pochi giorni dallo sgancio della bomba e per Edward sono tornata ad essere invisibile.
Mi ha rivolto solo una volta lo sguardo ed ho capito che lo “scherzetto” che gli abbiamo tirato mi ha fatto cadere al suo livello. Lui ha giocato con me, ed io ho giocato con lui. Però, a differenza sua, non l’ho fatto per tornaconto personale e non lo avrei fatto se non avessi dovuto difendermi da lui e dai suoi amici trogloditi. Ok, è vero, sto cercando di giustificarmi, ma poi penso a cosa avrei potuto fare… Scappare? Farlo vincere? Dirgli che sapevo della scommessa? Su quest’ultimo punto ci ho riflettuto parecchio. Potevo urlarglielo in faccia mille volte, ma cosa sarebbe successo? Vedendo come ha reagito allo scherzo, credo proprio che mi avrebbe riso in faccia negando con tutto sé stesso la veridicità delle mie parole. O forse lo avrebbe ammesso, ma poi avrebbe girato le parole dette negli spogliatoi a suo favore, facendomi capitolare e vincendo realmente la scommessa.
Edward è un uomo pieno di sé, non credo che sarebbe bastato dirgli che sapevo la verità, anzi sono più che convinta che se glielo avessi fatto sapere, lui lo avrebbe sfruttato a suo vantaggio.
E se ero poco convinta durante la realizzazione del nostro piano, adesso sono certa che era l’unica cosa che potevo fare… peccato che non sia servito per farlo redimere.
 
È partito ieri per lo stage alla Volturi… ebbene sì, lo stage esisteva veramente, non era negli elenchi della scuola perché è stato chiamato direttamente dal rinomato studio, dopo che lui stesso aveva fatto domanda e un professore lo aveva caldamente consigliato.
È un genio nel campo della pubblicità e con il suo carisma credo proprio che farà carriera.
Avrà la bella villa, le belle macchine e le belle donne che sognava, ed anche se mi ha fatto soffrire e non ha capito nulla della lezione che volevamo dargli, gli auguro comunque di riuscire ad avverare il suo sogno, perché è veramente perfetto per questo mestiere e molti personaggi famosi potranno beneficiare della sua bravura!
Ed io? Beh! Credo che seguirò il consiglio di signor-scommessa e seguirò la mia vera strada.
Ne ho parlato con Alice e Rosalie e loro hanno reagito benissimo… Alice ha pure pensato di aggiungere una libreria nel nostro futuro atelier per poter lavorare insieme seguendo ognuna i propri sogni… è proprio pazza!
Dalla prossima settimana cambierò facoltà ed andrò a vivere con le mie due pazze amiche e, nel week end, incontrerò Garrett per raccontargli l’evoluzione del nostro piano e del clamoroso buco nell’acqua!
Mese nuovo, vita nuova!!!
 
Fine… 
... 
Prima parte ....

Esatto!! Questo è l'ultimo capitolo di "Cotta pericolosa"!
Ok! Ok! Non odiatemi e ricordatevi che gli ortaggi e le uova sono buone in insalata e non contro di me!!!
Lo so, ho sempre detto di essere la paladina del lieto fine... e forse questo non lo è... o forse sì! Solo che il lieto fine di Edward e Bella non è con loro come coppia... Bella correrà tra le braccia di Garrett (la sua ancora!) e Edward incontrerà una super modella che lo amerà per sempre....
oppure... il lieto fine deve ancora arrivare!!!

Ma andiamo in ordine...
come ben ricordate, questo racconto è nato come Scommessa tra me e mia sorella... quindi... dalle recensioni che riceverà questo capitolo (unite a quelle già ricevute)... scoprirò se il mio destino è quello di pulire per i prossimi mesi casa di mia sorella o... poter scrivere di più perchè ci penserà lei a pulire la mia!!!
Quindi: secondo voi? Chi deve pulire casa a chi? 

Ed adesso spezzo una lancia a favore di questo finale.
Non ho mai spiegato ciò che scrivo perchè adoro leggere le vostre interpretazioni, ma voglio fare un'eccezione!
Il racconto in principio doveva essere molto più lungo, con un'evoluzione molto differente, ma... dopo aver riscritto tre volte i capitoli successivi a questo ultimo capitolo e averli cancellati perchè non mi piacevano... ho capito che "Cotta" non poteva avere una fine diversa... i nostri beniamini hanno giocato con il fuoco e non potevano pretendere di non bruciarsi! Che rapporto può nascere da delle bugie? Un rapporto malato, pieno di dubbi... quindi... la cosa giusta da fare era quella di chiudere così... ognuno per la propria strada! Senza rancori o odio... ma la semplice consapevolezza che non erano fatti l'una per l'altro. Andranno avanti con le loro vite, tenendo stretto ciò che hanno imparato in questo gennaio pazzerello ed entrambi ricorderanno con un sorriso questo particolare periodo universitario! 

... Devo però ammettere che mi sono affezionata a  questi due Edward e Bella... e mi sono affezionata anche a ognuna di voi, che mi sostenete con le vostre recensioni, o anche solo leggendo silenziosamente (perchè ho visto con immenso piacere che più di 1000 persone hanno letto ogni singolo capitolo fino all'ultimo!) ... e quindi... ho deciso di fare due sorprese per poter continuare a vivere con voi le avventure di questi due pazzi!!
La seconda sorpresa la scoprirete più avanti... (AlmaRed mi ha soprannominta Enigma e non vorrei perdere il titolo proprio adesso!)...
ma per la prima sopresa...


... "​Il negozio è vuoto, c’è solo una mia compagna di università seduta composta sulla poltroncina. Una che non ho ancora provato. Le faccio l’occhiolino sorridendole. Tranquilla piccola…un altro giorno farò sognare anche te… oggi ho già un impegno!
Mi sistemo la camicia nei pantaloni, mi do un’ultima occhiata allo specchio per essere sicuro di essere perfetto e scappo dal negozio prima che la commessa esca dal camerino e mi chieda di rivederci…

Avete capito?
Sono perdonata per il momentaneo non lieto fine Edward/Bella? 

Non faccio i soliti ringraziamenti di rito di quando finisco una storia... perchè la storia non è ancora finita!!!!

Ci leggiamo presto!!! BACIIIII !!!!


 

FATE UN SALTO NELLE ALTRE MIE STORIE!!!
from twilight to sunrise edward - POV Edward in NEW MOON (Completa)
Padre senza saperlo - un'isola, una regola... e le sue conseguenze! (Completa)
La donna più felice del mondo - un ragazzo, una ragazza e qualcuno di troppo! (Completa)
Devi essere indipendente - facile innamorarsi di un uomo sexy pieno di soldi, e se fosse solo un sexy imbianchino? (Completa)
Il mio incubo personale - a volte cambiare città non basta per dimenticare (Completa)
 
 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** EXTRA ***


CIAOOOO!!!!
Lo ammetto... volevo farvi patire ancora un pò prima di pubblicare la prima delle sorprese, ma... visto che qualcuno ha saltato a piè pari la spiegazione del finale/ non finale... ho deciso di pubblicare subito per evitare che altre persone cadano nel tranello: è la fine della storia, ma non è la fine della storia!

Per tutte coloro che se lo stanno domandando... HO VINTO LA SCOMMESSA! E il voto migliore è stato dato proprio da mia sorella che ha adorato il finale e l'enigma: Edward è buono o no?
Quindi, da anima pia quale sono, ho patteggiato la pena... e l'ho sfidata in un'altra storia che prevede l'unione di due clichè difficili (secondo me) da unire... sarà un bagno di sangue! ahahahaha ... ma tanto pulisce lei!!! Ahahahah

MA TORNIAMO A NOI!!!
Pronte a scoprire la versione di edward e non solo?
ed allora... vi aspetto qui

Outtakes Cotta Pericolosa

E per chi saprà aspettare... presto ... il tempo di esporre l'intera prima sorpresa... arriverà la seconda sorpresa!!!

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3446862