Voglio un bambino!

di saffyj
(/viewuser.php?uid=857290)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PRIMA PARTE ***
Capitolo 2: *** Parte Seconda - POV Edward ***
Capitolo 3: *** Parte Terza - Pov Bella ***
Capitolo 4: *** Parte Quarta - POV Edward ***
Capitolo 5: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** PRIMA PARTE ***


Ciao e BUON ANNO!
Sono mesi che non mi faccio viva, ma il 2016 è stato veramente un casino!
Volevo postare la continuazione di "Cotta" per Natale, ma ovviamente il 2016 ha dovuto rompere le scatole fino all'ultimo... volevo allora postarlo per capodanno... ma il 2016 era ancora troppo vicino...
Stavo perdendo le speranze... ma la Befana mi ha portato questa storia!
Lo so, non è la continuazione di "Cotta"... ma giuro che presto arriverà... per il momento... spero di allietarvi con questa storiella che è nata nella mia mente malata nel giorno dell'epifania! E' breve ed è nata come risposta alle mille Fanfiction che descrivono Edward uno scopatore pazzo e Bella la povera innamorata che spera (e ovviamente si avvera) che sia lei quella giusta...
Ho voluto ritorcere contro allo stallone-Edward la sua instacabile voglia di darlo a destra e manca... ed è nata questa storia!
BUONA LETTURA!!!
Spero vi piaccia!
P.S: E' di soli 5 capitoli + epilogo... cortissima e la pubblicherò in brevissimo... mentre corrego le ultime cose di "Cotta" !
Un abbraccio... ci leggiamo presto! 
 
Image and video hosting by TinyPic  

PARTE PRIMA

“No, no, no!” sbotto chiudendo lo schermo del portatile.
“Dai, non fare così! Lo troverai prima o poi l’uomo giusto” cerca di consolarmi Alice avvicinandosi ed accarezzandomi la schiena “Hai venticinque anni, un fisico da urlo e una testolina niente male. Non devi per forza trovare un donatore”
“Ma io non voglio un uomo in carne e ossa! Voglio solo un bambino! Un adorabile pargoletto, un piccolo omino del quale prendermi cura!” piagnucolo riaprendo il pc per ricominciare la ricerca.
“Senza un papà?” chiede inarcando le sopracciglia dopo aver puntato le braccia sui fianchi con fare ammonitore.
“Gli uomini sono tutti uguali… ammaliano, dicono parole dolci, promettono amore eterno e poi svaniscono appena il rapporto diventa più serio” scuoto il capo per allontanare le immagini di tutti gli uomini che sono fuggiti da me. “Preferisco che svaniscano ancor prima di illudermi”
“Non tutti gli uomini sono così” cerca di farmi ragionare, anche se sa che ho ragione e la guardo inarcando a mia volta il sopracciglio “Ok, tuo padre e mio padre lo hanno fatto, e anche James quando pensava tu fossi incinta, come Alec con me… ma non importa… siamo solo state un po’ sfortunate” ma la sua voce, ormai solo un sussurro, conferma la sua poca convinzione.
“E allora perché dovrei continuare a cercare la fortuna se già so che mi ha abbandonata? Meglio un uomo in provetta! Nessun vincolo, nessuna aspettativa!”
“Ma perché vuoi questo bambino? Hai un lavoro fantastico che ti riempie le giornate, degli amici che riempiono le serate… e hai me che riempio sia le giornate che le nottate!” si indica per intero drizzandosi nelle spalle ed io scoppio a ridere. “Perché vuoi un bambino?” mi chiede facendosi seria e sedendosi vicino a me.
“Da tempo sento che mi manca qualcosa e, quando ho preso in braccio Bree, ho capito cosa manca nella mia vita” ammetto ripensando alle forti emozioni che quegli occhioni grandi e puri mi hanno trasmesso quando ho preso in braccio la bellissima figlia di Rose ed Emmett.
“Arriverà…arriverà anche per noi l’uomo giusto e poi un bellissimo bambino…” mi prende le mani nelle sue e mi guarda con la speranza di avermi convinta.
“Non mi interessa l’uomo giusto. Ho te, i nostri amici, il lavoro… non ho bisogno di un uomo che mi faccia innamorare e poi mi strappi il cuore perché ha capito che non sono quella giusta, o perché il mio lavoro lo fa sentire inferiore, o perché è geloso che gli altri mi guardino o perché…”
“Ho capito, ho capito… meglio prevenire che curare” esclama ed io annuisco. “Quindi vuoi rimanere zitella” mi stuzzica facendo una smorfia.
“Voglio una vita serena, senza illusioni…”
“Senza marito… a una certa età… si è zitelle”
“Sarò una mamma!”
“… zitella”
Sbuffo rumorosamente. E’ inutile, con Alice non si riesce mai ad avere l’ultima parola!
“Secondo me dovresti attendere ancora qualche anno… forse cambierai idea sugli uomini… troverai l’uomo giusto. Ti innamorerai. Lui si innamorerà. Vi sposerete e avrete tantissimi bei bambini!” esclama battendo le mani e guardandomi sognante.
“Non voglio nessun uomo nella mia vita! Ne ho abbastanza del genere maschile! Non sono esseri affidabili!”
“Quindi… niente sesso per… sempre?” sbatte le ciglia e si stringe nelle spalle con fare innocente.
“Ho detto che non sono affidabili, non che non sono utili” le strizzo l’occhio maliziosa “Se un uomo mi piace e accende il desiderio… perché non usarlo per spegnerlo?”
“Ma… ma..” balbetta ed io sorrido vittoriosa. Sono rare le volte che si riesce ad ammutolire Alice.
“Senti. Non so cosa succederà nel futuro. Non so come e quando risolverò i miei problemi con il genere maschile, ma al momento non è un uomo quello che cerco. Voglio un bambino. Voglio essere madre. Ho provato ad essere figlia ed ho fallito. Ho provato ad essere amante e compagna ed ho fallito… ma so che come madre non potrò fallire. Ho avuto un’ottima insegnante e saprò essere come lei!”
“Ok. Mi hai convinta… anche se penso che, da qualche parte, c’è la nostra anima gemella e noi la troveremo!” Si volta verso il pc senza permettermi di replicare e riapre la pagina dove si scelgono i donatori di sperma. “Come lo vuoi? Medico, ingegnere, avvocato…”
Sbuffo e le rubo il mouse “Non credo che uomini con una laurea si abbassino a donare il loro seme. I dati sono alterati per convincerci a sceglierlo… mio figlio sarà intelligente anche se lo sperma me lo dona uno spazzino che non ha finito il liceo... ma se suo padre non è bello… non credo che il mio solo DNA basti!” e facendole l’occhiolino inizio a sfogliare le immagini di adoni con il torso nudo e dei muscoli che solo guardarli già mi eccitano. Voglio che il mio bambino abbia gli occhi verdi, come i miei e quelli di mia madre, voglio che abbia i capelli chiari e sia sano…
Dopo ore passate a sfogliare milioni di fotografie senza trovare nulla che mi ispiri, decido di lasciar perdere, ma, invece che cliccare il tasto per uscire dal sito, clicco per errore l’avanzamento dei candidati e l’immagine di un uomo con un fisico perfetto e con degli occhi che bucano l’obbiettivo da quanto sono verdi mi fa saltare sulla sedia per la gioia: ho trovato il DNA per mio figlio!!!
***
Canticchiando spensierata, come da tempo non succedeva, mi dirigo verso la clinica in cui praticano la fecondazione assistita pronta a farmi impiantare il DNA di quel maschione tutto muscoli e con gli occhi più belli che abbia mai visto. Sorrido e chiudo gli occhi immaginando mia figlia (perché sarà sicuramente femmina) che mi corre incontro con i capelli castani racchiusi in due trecce, che mi sorride con le fossette sulle guance, come mia madre, e gli occhi verdi smeraldo illuminati dalla gioia.
L’urto contro un passante mi fa tornare alla realtà ed affretto il passo verso la clinica, impaziente di sentire una nuova vita crescere in me.
“Buongiorno!” saluto l’infermiera seduta alla scrivania dell’entrata.
“Buongiorno!” ricambia cercando non so bene cosa alle mie spalle “Desidera?”
“Vorrei parlare con la dottoressa Cope”
“Ha un appuntamento?” chiede distruggendo il mio buon umore insieme all’immagine di Angela, mia figlia, che mi sorride mentre crolla in mille pezzi.
“N…No” balbetto cercando di ricacciare le lacrime. Cavolo, non sono ancora incinta e già ho le crisi ormonali!
Scuote il capo facendo una smorfia dispiaciuta. “Mi dispiace, ma la dottoressa riceve solo su appuntamento. Ma se vuole posso fissargliene uno” mi propone sorridendo gentile mentre apre l’agenda che, da quel che posso vedere, è stracolma di appuntamenti. Piagnucolo appoggiando la testa sulle braccia conserte sul bancone mentre mentalmente conto il tempo che devo aspettare e le probabilità che l’uomo che ho scelto ci sia ancora come donatore.
“Addio uomo dagli occhi verdi” mormoro vedendo anche la sua immagine andare in mille frantumi.
L’infermiera mi sorride e, tenendo la mano sul primo foglio dell’agenda libero… e parliamo di maggio, tra due mesi… mi risponde “Non si preoccupi, i nostri donatori sono sempre gli stessi”
Si ammutolisce come se avesse detto troppo e prova a rimediare “Nel senso che… che… utilizziamo sempre gli stessi donatori perché devono superare dei test molto severi… quando troviamo il donatore… I donatori perfetti… non li facciamo più fuggire” ed arrossisce riportando lo sguardo sull’agenda “Se vuole, la dottoressa può visitarla e farle il colloquio il 6 maggio alle 10:00 di mattina…” non mi guarda più negli occhi e tamburella con le dita sul foglio… con il lavoro che faccio riconosco quando qualcuno mente.
Una porta alle mie spalle si apre, ed un ragazzo di circa diciotto anni, magro e con i capelli unti, arriva dal corridoio centrale tenendo in mano un giornaletto porno e un vasetto. Si guarda intorno spaesato e sorride nell’individuare un’infermiera che gli indica la collega addetta al ritiro del seme.
“Va bene per quel giorno?” l’infermiera richiama la mia attenzione, ma io continuo a guardare il ragazzino, cercando di ricordarmi il suo viso tra quelli che ho esaminato e riesaminato in questi giorni. “Signorina! Va bene per il sei maggio?” riprova, ma ormai la frittata è fatta.
“No, mi dispiace.” rispondo cercando di nascondere il disgusto con un sorriso “Ho già un impegno per quel giorno. Buona giornata” e scappo a gambe levate da quella clinica poco professionale e truffaldina.
***
“Mi vuoi dire che è una truffa?” esclama Alice passandomi il bicchiere di whisky che ho ordinato.
Annuisco e crollo con la testa sul tavolo. “Sì” mugugno con il viso sepolto nelle braccia.
“Ma forse il ragazzino era nuovo e non avevano ancora avuto tempo di metterlo nell’album”
Scoppio a ridere per la sua ingenuità e la sua voglia di vedere sempre il buono anche dove non c’è.
“Mi dispiace, Alice, ma non esiste nessun adone con occhi di smeraldo, ma solo ragazzini che devono pagarsi la retta degli studi o chissà cosa…” e tracanno il whisky per mandare via l’amaro che sento in bocca per la mia ultima speranza andata in fumo.
“Adone, occhi di smeraldo, ragazzini...” esclama Rose palesandosi e baciandomi sulle guance. “In due settimane che non vi frequento avete trovato un adone ragazzino e non mi avete resa partecipe?” ci ammonisce con lo sguardo mentre si siede alzando il braccio per chiamare il cameriere “Raccontatemi tutto! Sono assetata di pettegolezzi: oggi la pupa è esclusiva di papà e io sono tutta per voi!”
“Nessun adone… nessun smeraldo… solo sogni in frantumi” mormoro indicando il bicchiere vuoto al cameriere per ordinarne un altro.
“Non capisco…”
“Bella vuole diventare madre… ma oggi ha scoperto che gli uomini in provetta non sono adatti a lei” spiega in sintesi Alice facendo una smorfia ed incrociando le braccia.
“Vuoi diventare madre? Uomini in provetta?” chiede sempre più confusa.
“Lascia stare Rose. Non importa” provo a chiudere l’argomento, ma Alice non resiste e Rose è troppo curiosa.
“Dopo aver preso in braccio Bree, Bella ha scoperto il suo lato materno e vuole un bambino”
“Ma i bambini non sono oggetti, Bella!” mi sgrida come fossi sua figlia, ormai è in modalità madre.
“Lo so!” rispondo stizzita.
“Non hai un uomo, non lo cerchi nemmeno… perché vuoi un bambino?” mi chiede addolcendo la voce e prendendomi la mano sul tavolo.
“Perché è quello che mi manca. Voglio un figlio che mi guardi come tua figlia guarda te. Voglio qualcuno da accudire, qualcuno per il quale valga la pena lottare ogni giorno, qualcuno che mi amerà incondizionatamente, qualcuno che condivida il mio DNA…”
“Oh, Bella!” Rose mi abbraccia e io mi lascio andare, piangendo le lacrime che negli ultimi mesi ho trattenuto. “Un figlio non è solo gioie, un figlio è un impegno grande, importante… che ti dona amore in pari quantità di dubbi e dolori…”
“Ma…”
Sorride dolcemente mentre mi accarezza il viso asciugandomi le lacrime “Bree è la mia vita. La amo come non credevo potesse essere possibile amare. Non riesco ad immaginarmi una vita senza di lei e hai ragione, è bello, favoloso, splendido essere madre. Ma è una responsabilità enorme…” Scuote il capo e fa un sospiro. “Molte volte mi trovo in difficoltà. Non so perché piange, non so se mi comporto nel modo corretto, penso al futuro e mille domande mi invadono. Per non parlare della notte, quando non dorme, o quando non mangia o piange perché devo farle il bagnetto… o quando si ammala… ci sono momenti in cui mi sento inadeguata… ma c’è Emmett… c’è mia madre… mia suocera…”
“Ci sono io per lei!” mi difende Alice impettita e Rose le sorride.
“Lo so, ma non è facile. Non sto dicendo che non saresti, anzi sareste, delle buone madri! Ma conosco il lato negativo della situazione e come affrontarlo. Mia suocera e mia madre mi danno consigli preziosi perché ci sono già passate… ma se fai un figlio in provetta… non avrai una suocera alla quale chiedere consiglio”
“Avrò te” rispondo prontamente e lei fa la faccia offesa nel sentirsi mettere alla pari della suocera e scoppia a ridere.
“Io ci sarò e ti starò vicina… ma sarebbe meglio per te e il bambino che nella sua vita ci fosse un padre… una suocera…”
“Non voglio che abbia un padre!” sbraito alzandomi in piedi “Non avrà un padre che la abbandonerà ancor prima che compia un anno per scappare con una spogliarellista appena maggiorenne, e nemmeno un padre che negherà la sua paternità quando lo troverà. Nessun padre la farà soffrire. Avrà solo una madre amorevole che userà tutte le sue energie in funzione di lei!” urlo senza preoccuparmi di attirare l’attenzione dell’intero bar.
“Esistono anche padri amorevoli” ribatte a voce bassa e invitandomi a sedere.
“Come il tuo?” la sfido perfida “Che ha amanti ovunque e non si preoccupa neppure di nascondertele?” mi pento delle mie parole vedendo gli occhi di Rose arrossarsi. “Scusa…” mormoro abbassando il capo “Ma non ho conosciuto nessun padre degno di questo nome e non voglio che mia figlia soffra come abbiamo sofferto noi” Rose nega con la testa asciugandosi la lacrima che le scende sulla guancia.
“Emmett è un buon padre” sussurra guardandomi negli occhi.
“Lo so e sono felice per Bree e per te, ma è un’eccezione e l’hai presa tu!” ironizzo sorridendo per stemperare la tensione.
“Non sarà facile… e ho paura che quando sarà troppo tardi, scoprirai che è solo un capriccio…”
“Ti sembro una viziata?” sbotto ormai con i nervi a pezzi “Una persona che vorrebbe un figlio solo per togliersi uno sfizio? Mi conosci da sempre e conosci la mia vita! Hai visto con i tuoi occhi come ho reagito quando mia madre mi ha detto la verità su mio padre, quando lui si è negato. Non ho mai chiesto aiuto o mancato un giorno di scuola o lavoro quando mia madre si è ammalata ed è venuta a mancare dopo mesi di agonia. Mi hai vista raccogliere i cocci senza lamentarmi e smettere di sorridere dopo che James mi ha lasciata anche se dentro di me stavo morendo. Conosci i sacrifici che ho fatto per poter comprare casa, le notti che ho passato in bianco per laurearmi in anticipo mentre mi dividevo tra scuola, ospedale e lavoro. Sei stata la prima a congratularti con me quando sono diventata dirigente della Volturi Group perché sapevi quanti sacrifici ho dovuto fare, quanti straordinari e quante palate di merda ho dovuto ingerire per scalare la vetta in quel mondo prettamente maschilista. Come puoi pensare che metterei al mondo una bambina solo per togliermi uno sfizio? Come???”  Rose prova a ribattere, ma la zittisco con un gesto della mano e, dopo aver finito in un sorso il bicchiere, fuggo dal bar.
 
Corro fino al parco e mi siedo ai piedi dell’albero che negli anni è stato testimone di lacrime, risate e momenti spensierati. Piango rivolgendo il viso al cielo e pregando mia madre di mandarmi un segno, di aiutarmi a capire se Rose ha ragione… se sono destinata a vivere per sempre sola, senza eredi da accudire e a cui donare tutto il mio amore.
Continuo a piangere lacrime silenziose mentre l’immagine del mio futuro da single senza figli mi si para davanti. Una donna sulla cinquantina, con il viso tirato e stizzito che cammina impettita nei corridoi della Volturi Group mentre tutti si inchinano al suo passaggio e lei li guarda dall’alto in basso. Veste elegante, firmata, è impeccabile in tutto, ma è sola e la solitudine l’ha resa acida, mentre i suoi amici si sono fatti una vita con le loro famiglie ed i loro figli.
“NOOOOO!” urlo al cielo strappando l’erba che stringo tra le mani. Scuoto il capo e strizzo gli occhi. L’immagine di Angela mi sorride con i suoi occhietti vispi ed in un attimo è un’adolescente che volteggia nella sua camera mentre si guarda allo specchio e mi guarda per avere conferma che il vestito le stia bene. Mi corre incontro e mi abbraccia ringraziandomi per non so cosa. Guardo lo specchio ed il viso di mia madre mi sorride annuendo orgogliosa.
“Andiamo a casa” la voce di Alice mi fa tornare al presente. Non voglio aprire gli occhi, voglio continuare a godere dell’abbraccio di Angela, del sorriso di mia madre… “Dai, vieni” mi sento prendere per il bacino e apro gli occhi che bruciano per il pianto. “Non voglio diventare un’acida zitella” mormoro appoggiata alla mia amica mentre camminiamo verso casa.
“Non lo diventerai… e se lo diventerai, lo diventeremo insieme…”
****
I giorni scorrono tutti uguali mentre il tarlo del bambino continua a logorarmi.
Ho pensato alle parole di Rose, non sono più arrabbiata con lei, e capisco i suoi dubbi, le sue preoccupazioni, ma so che il mio non è un capriccio.
Ho iniziato a fare volontariato in una casa famiglia per capire cosa intendesse Rose. Lo so, non è come avere un figlio proprio. Se gli impegni lavorativi mi trattengono oltre l’orario non ho il problema di come fare con il bambino, se un bambino della casa famiglia è ammalato, ci pensa l’infermiera ed io mi dedico ad altri bambini, se un bambino ha qualcosa che lo turba, gli assistenti mi aiutano a capirlo e mi indicano l’approccio… ok, non è assolutamente come avere un bambino, ma si avvicina e mi aiuta a colmare quel vuoto che sento dentro di me.
Ho anche fatto da baby sitter a Bree e, invece che farmi desistere, mi ha convinta ancora di più a volere il mio bambino.
“Hai solo 25 anni… troverai un uomo… farete molti figli… non avere fretta…”
Sono le classiche frasi che ormai ripetono come un disco rotto tutti i miei amici, anche gli assistenti della casa famiglia… Ma non hanno capito che io un uomo non lo voglio, io voglio un bambino, il mio bambino!
“HO TROVATO!” esclama Rose entrando come un tornado in casa.
“Cosa hai trovato?” chiede Alice sbucando dalla cucina con il cucchiaino del gelato in bocca.
“La soluzione per Bella!” e mi corre incontro abbracciandomi forte. “Ho riflettuto a lungo sulla tua idea di diventare madre e… se sei così sicura… io sono con te… ed ho trovato una soluzione…” mi guarda sorridendo stringendomi le spalle così forte da farmi male. “Tu vuoi solo un donatore…” annuisco cercando di capire dalle sue pupille se si è drogata “Ma non vuoi un uomo” nego con vigore “Perfetto!” e si alza come una molla ed inizia a saltellare “Ho trovato l’uomo giusto per te!”
Alice si avvicina e la guarda come se fosse indemoniata. Anche io sono preoccupata per il suo stato mentale, non l’ho vista così eccitata nemmeno quando ci ha detto che era incinta… beh, forse sì… diciamo, come quando ci ha detto che Emmett le aveva chiesto la mano.
“Lei non vuole un uomo” le ricorda Alice affondando il cucchiaino nel gelato e passandomene un po’.
“Lei non vuole una relazione!” la corregge “Ma vuole un uomo che le dia il seme”
“Hai trovato un donatore?” le chiedo senza entusiasmo dato che non voglio più illudermi.
“MEGLIO! Ho trovato un uomo con il quale potrai fare del sesso stratosferico. Un uomo che come DNA sicuramente è perfetto... a parte la testa di cazzo, ma su questo potremo lavorare sull’educazione del bambino”
“Della bambina” la correggo. Non voglio uomini nella mia vita.
“Della bambina” mi fa eco e si siede sul tappeto di fronte a me. “Stavo passeggiando sul viale con Bree mentre riflettevo su come potevo aiutarti… non vuoi un uomo per paura di una relazione che nel tempo ti spezzi il cuore e non vuoi un uomo in provetta per paura che ti rifilino il seme di qualche diciottenne butterato… e, come per magia, la risposta mi si è parata davanti: Edward Cullen!” esclama con gli occhi che le brillano. Un brivido mi attraversa la schiena per lo sguardo che ha la mia amica. Sembra eccitata, ma anche assetata di vendetta, sembra felice, ma non solo perché ha trovato una soluzione al mio problema. Io ed Alice rimaniamo in silenzio. Il nome del portatore di seme non ci dice nulla.
“Edward Cullen!” ripete sorridendo a centomila denti e annuendo, ma io ed Alice continuiamo a guardarla senza capire.
Sbuffa e si lascia ricadere pesantemente sulla poltrona “L’adone che chiamavano Leggenda al college” prova con meno entusiasmo ma senza smettere di sorridere ed annuire, ma io ed Alice neghiamo con il capo. Poi Alice ha una specie di illuminazione e si alza di scatto con la bocca aperta.
“Edward stronzo bastardo leggenda Cullen” esclama quasi strillando e Rose ricomincia a saltellare.
“Sì, sì, sì… lui, lui, lui!!!”
“Mi sono persa” mormoro cercando di ricordarmi chi è Edward Cullen, sicuramente ne ho sentito parlare se Alice lo conosce.
“Ti ricordi il bastardo che ci ha provato con me la sera del ballo di fine anno? Quello che…”
“… che l’ha fatta litigare con Tyler” la blocca Alice “e che dopo aver...” fa un gesto esplicito con il bacino “L’ha lasciata dicendole che non è il tipo che va oltre la scopata!”
Nego, mentre nella mia mente ritornano le immagini di Rose seduta in macchina, con il vestito del ballo ancora slacciato sulla schiena, che singhiozza disperata. Man mano le immagini si fanno più vivide. Leggenda Cullen… l’adone che si è scopato l’intera scuola e non solo… il ragazzino pieno di sé che non voleva storie serie e che ha fatto piangere tantissime ragazze innamorate di lui… un ragazzino che non voleva relazioni, ma solo del sano e, da quanto dicono, strepitoso sesso occasionale.
“Non mi guardava al liceo, secondo voi, mi guarda adesso?” chiedo indicandomi per intero.
“Tesoro! Lui voleva tutte le ragazze… ma tu eri troppo presa dai libri per notarlo e lui sicuramente non aveva tempo per chi non lo vedeva nemmeno” mi risponde Rose sedendosi di fianco a me. “E’ la persona giusta per te!” continua sorridendomi.
“Forse con gli anni è maturato e adesso sta con qualcuna” provo a ipotizzare, ma lei nega sicura.
“Assolutamente no! E’ sempre il solito marpione e con gli anni è diventato ancora più attraente, carismatico. Dovevi vedere come, ogni donna presente sul viale, se lo mangiava con gli occhi e lui non disdegnava nessuna, cercava solo quella che preferiva… e l’ha trovata…”
“Cosa vuoi dire?”
“Che dopo aver chiacchierato con un paio di ragazzine, si è allontanato con una di queste… e da come le palpava il fondoschiena, non credo che l’abbia invitata a vedere una mostra.” Mi fa l’occhiolino e muove i fianchi come ha fatto prima Alice.
“Quindi l’uomo giusto per me… sarebbe un porco!”
“Nooooo!” si difende subito Rose “Cioè, sicuramente non è uno stinco di santo, ma è perfetto. Occhi verdi, corpo tonico e perfetto, capelli di quel colore particolare che solo pochi hanno, denti perfetti, dita affusolate… tua figlia ha buone probabilità di diventare una pianista con un “donatore di seme” come lui. Senza contare che è il CEO di una famosa azienda, suona il pianoforte ed è discreto nel gioco del basket…”
“Ma e tu come le sai tutte queste cose?” le chiede Alice sedendosi alla mia destra.
“Ho chiesto ad Emmett!” risponde ovvia “Sono parenti, anche se non si direbbe, e Edward non viene mai alle cene di famiglia”
“Ma Emmett sa cosa…”
“NO! e non dovrà mai saperlo!” risponde alzando la voce preoccupata “Fa parte del passato e non mi interessa rivangare certi ricordi… anche se vederlo per una volta usato, non mi dispiace affatto! Due piccioni con una fava!” mi strizza l’occhio e continua a sorridere… sembra abbia una paralisi!
“Tu ti vendichi di lui e Bella ha il suo donatore di seme” conclude Alice pensierosa. Rose annuisce e mi guarda in attesa di risposta.
“Lo userò come lui ha usato te…”
“E sarai certa che tua figlia sarà una figa pazzesca!” conclude per me Rose facendoci scoppiare tutte a ridere.
Ripenso al liceo e a quel ragazzo che faceva girare la testa a tutto l’universo femminile. Il suo sorriso, il passo sicuro, i voti eccellenti a scuola, il discorso di fine anno… la faccia stravolta dopo una sveltina nello sgabuzzino dei bidelli, i capelli indomabili che risplendevano di un colore favoloso sotto i raggi del sole, gli occhi verdi come un prato in primavera, così ipnotizzanti … e l’immagine di Angela con quei capelli e quegli occhi prende il posto di quella del suo probabile padre biologico. E’ splendida mia figlia, con quel sorriso sghembo quasi da schiaffi, le fossette sulle guance, gli occhi di un colore misto tra i miei e quelli di Cullen…
“Affare fatto!” esclamo aprendo gli occhi soddisfatta.
Rose e Alice saltellano felici mentre, parlando una sopra l’altra, decidono il piano d’attacco.
Mi spaventa l’idea di scopare con Leggenda Cullen, ma per Angela ne vale la pena… e poi, sono mesi che sono in astinenza… un po’ di sano esercizio da camera non può che giovarmi!
***
Rose quando si mette è peggio di un segugio. Sarà anche il cugino di Emmett, ma non credevo riuscisse ad ottenere tutte le informazioni che ci servivano in un solo giorno e si è presentata in ufficio da me con un dossier che, se i miei collaboratori lo stilassero per i miei concorrenti, la Volturi Group avrebbe già completamente in mano il mercato pubblicitario!
Nel dossier c’è tutto, persino l’atto di nascita e un referto medico che dichiara la sua perfetta salute fisica. C’è l’elenco dei locali che frequenta e in quali giorni li frequenta. Ci sono fotografie di donne con il quale ha fatto il bis o tris, quale è il suo colore preferito, la sua bevanda preferita e i luoghi che preferisce per le scopate. Ha trovato i suoi orari di lavoro, i negozi nel quale si veste o compra il cibo… persino la marca di profumo che usa e che adora sulle donne! Ovviamente non potevano mancare le foto: vestito con il completo che usa al lavoro, o in tuta mentre fa il jogging mattutino, e in costume mentre si allena in piscina… non chiedete come, ma c’è anche una foto di lui in nudo integrale e sarei una bugiarda se negassi che un piccolo incendio si è acceso tra le mie gambe nel vedere le sue “doti”.
Ogni singola curiosità su di lui è scritta nera su bianco nel dossier e confermano che Cullen è l’uomo giusto per me! Raffinato, con buon gusto, un ottimo quoziente intellettivo e un fisico da urlo… ma soprattutto… è allergico quanto me alle storie serie!
Decidiamo di avvicinarlo senza farci notare, seguendo i suoi spostamenti e studiandolo più da vicino.
Solo io ed Alice Iniziamo a frequentare, i locali che frequenta Leggenda Cullen, dato che Rose ha famiglia ed Emmett inizia ad essere geloso delle uscite tra donne,
Sono tutti locali chic, di un certo livello. Nulla di volgare o rumoroso, i classici locali da trentenni, dove si può ascoltare buona musica e i tavoli sono separati gli uni dagli altri con dei separè.
In base al giorno della settimana, il signor Leggenda cambia locale. Sembra che prediliga i concerti dal vivo, in particolar modo quelli di musica jazz. Gli piace sedersi al bancone quando il locale è ancora vuoto. Beve il suo drink ambrato ed ascolta la musica facendosi rapire completamente. Sembrerebbe un ragazzo a modo, sognatore pure, ma la sua vera natura esce appena il locale si riempie di gente e belle donne.
Una sera sono riuscita a contare cinque donne. Cinque! Ma vi rendete conto? Ovvio che viene chiamato Leggenda! Quale uomo ha una durata così? Vero anche che sono state tutte sveltine nel bagno, tranne una che, non so per quale motivo, ha preferito trombarsi fuori dal locale, e l’ultima che si è portato a casa.
Un brivido mi attraversa la schiena pensando all’immoralità di concepire Angela, la mia dolce e pura Angela, nel bagno di un locale… ma poi penso alla fredda provetta, alla siringa e all’asettica camera d’ospedale nel quale volevo fare la fecondazione e capisco che non importa come la concepirò, l’importante è poter vedere un giorno il viso sorridente della mia dolce Angela!
Faccio la visita dal ginecologo e mi munisco di un marchingegno che mi indica quale è il giorno più propizio per rimanere incinta. Dato che ho una sola occasione, decido di testare il marchingegno aspettando il passaggio di due mestruazioni. Voglio essere certa che i suoi calcoli siano corretti!
In due mesi sono riuscita a farmi un’idea di quanto sia distante dal volere un rapporto serio il signor Leggenda e di come sicuramente sarà una serata indimenticabile… ok, lo ammetto, una sera, presa dalla curiosità, l’ho seguito nel bagno. Si è chiuso dentro insieme alla ragazza con cui aveva deciso di spassarsela, e i gemiti e le urla soffocate della tipa, oltre le parole sconce che lui le diceva, mi hanno portato sull’orlo di un orgasmo… non oso immaginare quanto sia leggendario avere le sue labbra e le sue mani sulla mia pelle e il suo uccello, che da come lo descrive chi lo ha visto è possente e perfetto, dentro di me.
 
Il grande giorno si sta avvicinando e le mie due migliori amiche sembrano possedute. Non parlano d’altro che del grande incontro e dell’organizzazione degli ultimi preparativi.
Alice ha cambiato completamente la mia dieta, ha consultato un nutrizionista e da giorni mi imbottisce di tisane e frullati che dovrebbero agevolare la fecondazione. Solo cibi che aumentano la possibilità, peccato che non abbiano gusto o lo abbiano pessimo!
Non mi permette di vestire attillata, solo vestiti che agevolino l’ovulazione, e tutte le sere mi obbliga a sessioni di yoga per canalizzare l’energia.
Secondo “Hope”, così ho battezzato il marchingegno, mercoledì è il giorno giusto.
Alice ha affisso un mega tabellone in cucina con appuntato tutto ciò che devo fare per essere perfetta e pronta.
Lunedì ho un appuntamento dall’estetista per la depilazione completa-completa. Pulizia del viso e reidratazione del corpo.
Martedì passerò la giornata alle terme e in programma ci sono massaggi, bagni turchi, saune…
Mercoledì giornata shopping che terminerà con una cena a base di frullati ultra magici per l’ovulo e serata al New Moon, dove incontrerò “casualmente” Cullen prima che il locale si riempia.
 
***
Il grande giorno è arrivato e “Hope” ha dato il suo benestare, la stanghetta è rosso fuoco, quindi sono pronta.
Mi guardo allo specchio e mi ammiro lisciando il vestito sui fianchi. È blu, il colore preferito di Leggenda, con il decolté generoso, ma non volgare, e lo spacco a lato della gamba fa quell’effetto vedo-non-vedo che piace al signorino, le braccia sono nude e lasciano in vista il mio tatuaggio tribale, altro particolare che l’investigatrice Rose ha scoperto piacere a Cullen. La matita risalta il colore dei miei occhi e l’ombretto c’è, ma Rose l’ha messo con maestria e sembra non ci sia, anche se modifica il mio sguardo rendendolo più accattivante.
Il rossetto è color pesca e rende le mie labbra più carnose, ma senza esagerare. Gli orecchini, che rappresentano la chiave musicale, sono in argento, in pendant con la borsetta e le scarpe.
Faccio una piroletta su me stessa e mi strizzo l’occhio.
Con Leggenda vado sul sicuro essendo donna, ma così agghindata non posso sicuramente passargli inosservata.
Prendo il pacchetto di preservativi rigorosamente bucati dal comodino e li infilo in borsa, insieme al cellulare ed il portafogli.
Esco dalla stanza con passo da diva e scoppio a ridere nel vedere la bocca spalancata e gli occhi sgranati di Jake.
“Sei un schianto” fischia Jake venendomi incontro ed allungandomi un braccio. Mi fa fare la piroletta e fischia nuovamente, estasiato “Lo stenderai sicuramente!” mi fa fare il casquè baciandomi il collo “Quasi quasi divento etero e ti dono io il mio seme” mi sussurra all’orecchio con voce sensuale.
“Sarei onorata, ma Embry non ne sarebbe felice” gli strizzo l’occhio e mi ricompongo, pronta ad affrontare la serata che mi donerà la figlia che desidero.
 
***
 Le cose purtroppo non vanno come avevamo programmato.
Nel locale non c’è traccia di Leggenda. Lo cerchiamo ovunque. Nei bagni, nel parcheggio, nei posti dove solitamente si apparta con le donne, ma nulla.
Decidiamo di sederci ed attendere, forse è solo in ritardo. Forse la donna con cui sta copulando è esigente e ne vuole ancora… forse è stato trattenuto al lavoro… forse è malato… o forse è solo in ritardo!
La serata sembra completamente rovinata. Alice si guarda intorno cercandolo e sbuffando.
All’ennesimo sbuffo di Alice ne ho abbastanza. Ho lo stomaco sottosopra, non so se per le porcherie che ho ingoiato o per il mancato accoppiamento, sta di fatto che sono nervosa e Alice non aiuta. La prendo per il braccio e la trascino in pista. La conosco e mi conosco, per superare la tensione dobbiamo ballare.
Non nego di essere delusa e un po’ depressa, ma non credo serva molto farsi abbattere. Meglio bere e divertirsi. Pazienza per la serata. Angela dovrà aspettare e, come mi hanno ripetuto negli ultimi mesi, sono giovane e se non sarà oggi sarà il prossimo mese… o sarà fecondazione artificiale!
Ballo senza freni mentre bevo il whisky che mi è stato negato nell’ultimo mese. Posso berlo di nuovo, non ho nessun ovulo da accudire e non stordire, può stare a riposo anche lui per il prossimo mese e gustarsi con me la serata. La musica è favolosa, il gruppo è bravissimo e l’atmosfera è rilassante.
Chiudo gli occhi e sorrido alla vita come mi ha insegnato mia madre. Mai abbattersi, sorridi se vuoi che la vita ti sorrida e così faccio. Non è andata come mi ero programmata… ma quando mai la vita ha fatto ciò che volevo! Non mi sto lamentando, sia chiaro! Ho degli amici fantastici, la casa dei miei sogni, il lavoro che adoro ed ho Alice… Angela arriverà… prima o poi… arriverà.
Bevo e alzo il viso verso le luci del soffitto mentre il liquido mi brucia la gola e mi scalda lo stomaco. La musica mi avvolge e mi lascio cullare dalle sue note dimenticando per un momento il mondo ed i miei propositi ripetendomi come un mantra… Angela arriverà, adesso goditi il momento.
Bevo, ballo e sorrido. Parlo con il mio ovulo che ha sofferto con me in questi giorni in attesa del grande evento, lo consolo e sorrido e ballo e bevo.
Delle braccia mi avvolgono ed io le lascio fare, mi piace la sensazione di protezione che mi danno. Tengo gli occhi chiusi e oscillo seguendo le note mentre il mondo torna ad essere una sensazione lontana e il viso di Angela mi sorride indicandomi di voltarmi.
Delle labbra soffici e delicate mi accarezzano il collo salendo fino al lobo dell’orecchio. L’incendio si propaga nelle mie mutande e le gambe cedono leggermente quando la voce melodiosa ed estremamente sexy di Leggenda mi sussurra all’orecchio “Credevo che le ninfe esistessero solo nei sogni… balla per me ninfa… balla per me”
Il profumo del ragazzo mi inebria mentre le sue labbra continuano a baciarmi ogni centimetro di pelle dalla spalla all’orecchio, e le sue mani mi accarezzano gentili i fianchi accompagnandomi nei movimenti.
“Sei una visione… una ninfa…” mormora roco soffiandomi nell’orecchio e stringendo maggiormente la mano sul mio fianco in segno di possesso. Apro gli occhi e d’istinto mi allontano, ma lui mi trattiene.
Alice cerca di dirmi qualcosa con il labiale e muove la testa con un tic. Le sorrido, so chi mi sta abbracciando… dopo mesi di pedinamento riconoscerei il suo profumo e la sua voce tra mille.
Mi volto continuando a ballare in modo sensuale e gli allaccio le braccia al collo umettandomi le labbra. Struscio in nostri corpi sorridendo nel sentirlo eccitato. Sarà il whisky, la musica o il suo sguardo che sembra voglia mangiarmi… ma accantono ogni inibizione e sfodero tutta la sensualità e femminilità che ho.
Balliamo tenendo gli sguardi allacciati. Non parliamo, lasciamo fare tutto ai nostri corpi che si sfiorano, si toccano, si incendiano a vicenda, mentre i nostri occhi si scambiano promesse di una notte all’insegna del miglior sesso che potremo mai fare.
Si avvicina, chinandosi per baciarmi, ma mi volto continuando a strusciare con le natiche la sua erezione che sta per esplodergli nei pantaloni. Lo sento grugnire mentre mi afferra ai fianchi facendomi scontrare contro di lui. Le sue mani risalgono il mio corpo come un serpente e si fermano sul mio seno facendomi gemere. Le sue labbra mi baciano, mi mordono… e la testa inizia a girarmi per le sensazioni forti che sto provando, amplificate dall’alcol e dalle luci intermittenti del locale.
Non resisto oltre e, senza cerimonie, lo prendo per mano e lo trascino nei bagni.
Il silenzio del corridoio, in contrasto con la musica del locale, mi fa definitivamente allontanare dalla realtà e, appena rimaniamo soli, mi fiondo sulle sue labbra con avidità. Lui ricambia stringendomi a sé e trascinandomi all’interno di una porta che non è quella del bagno. E’ una saletta con divanetti ai lati e un palo da lap dance al centro.
“Non voglio giocare… voglio solo godere…” mormoro sulle sue labbra mentre gli sfilo la giacca.
“Sei molto eccitata mia ninfa…”
“E non voglio nemmeno parlare” gli sbottono la camicia e lo spingo sbattendolo sul divanetto.
Mi guarda con lussuria e con il pollice si accarezza il labbro guardandomi come fossi una prelibatezza da divorare.
Cerco i preservativi nella borsetta e li appoggio vicino a lui prima di inginocchiarmi tra le sue gambe e liberargli l’erezione. Mio Dio quanto è… è… wow!
Mi lecco le labbra come se di fronte a me ci fosse un gelato delizioso ed inizio a massaggiarlo mugolando quando inizia ad ingrossarsi maggiormente.
Credo che mesi di astinenza e l’alcol non siano un ottimo cocktail… ma alla fine sono qui per farmi prendere ed ingravidare… non lo vedrò più e lui sicuramente si dimenticherà di me appena avrà soddisfatto il suo piacere… quindi perché fare la pudica! Ho sempre sognato di prendere l’iniziativa, di liberare il mio lato selvaggio e non preoccuparmi delle conseguenze… ed oggi è la mia unica occasione.
Inizio a massaggiargli l’uccello mentre con la lingua lo lecco dalla base alla punta ed i suoi gemiti mi fanno eccitare ancora di più. Lo infilo in bocca e me lo gusto completamente mentre Leggenda mi detta il ritmo tenendomi le mani nei capelli. Quando sento che è sul punto di esplodere, mi allontano e prendo il preservativo. Il primo sperma è quello più fecondo, non voglio rovinare tutto solo per seguire l’istinto.
“Tesoro… uso solo i miei preservativi” mormora con la voce roca e fermandomi la mano.
“Ma io uso solo preservativi che si illuminano al buio” gli rispondo facendogli vedere la magia.
“Sono una fan di Star War…” ironizzo infilandolo “Senza spada laser non si gode…” e gli salgo a cavalcioni impalandomi. Un urlo mi esce dalla gola. E’ enorme e forse dovevo fare con più calma.
Prendendomi per le natiche, mi fa sedere al suo posto. Allargo le gambe per dargli miglior accesso e lui muove il bacino lentamente facendomi abituare all’intrusione.
“Con certe armi non bisogna avere fretta” mi sorride abbassandomi le spalline per liberare il seno “Bisogna essere preparate per ricevere la mia forza…” e si avventa sul mio seno massaggiandolo e mordendolo. Le sue mani sono magiche, come la sua bocca e in pochi secondi il dolore lascia il posto al piacere.
Mi sento fluttuare a mezz’aria dalle sensazioni strepitose che mi sta donando Leggenda e rimpiango di aver preferito i libri a lui quando eravamo al liceo.
Ci baciamo con passione mentre i nostri corpi si scontrano con sempre più foga. Le nostre mani sono ovunque, le nostre lingue assaggiano ogni pezzo di pelle dell’altro mentre la passione ci assale facendo scontrare i nostri sessi con una velocità sempre più crescente.
Una scarica mai provata mi risale dai piedi attraversandomi l’intero corpo e vengo copiosamente urlando “DIOOOOO!!!!”
Gli stringo le natiche in uno spasmo incontrollato e lo faccio affondare completamente in me. Lo sento pulsare mentre rilascia il suo seme e la  “Ninfa” strizzando gli occhi.
Si lascia cadere esausto sul mio corpo. Siamo sudati, mezzi vestiti, ed il suo membro è ancora in me che muove negli ultimi spasmi.
Chiudo gli occhi ringraziando il signore per l’esperienza appena provata e prego ogni santo che tutto sia andato come previsto.
Rimaniamo alcuni minuti in quella posizione scomoda e comoda al contempo. Quando si alza e mi sorride, io ricambio e, accarezzandogli la guancia ancora arrossata, mormoro un grazie sincero.
Si sfila da me ed io lo bacio con foga mentre lo libero del preservativo. Non deve accorgersi che è bucato, e me lo infilo in borsa, avvolgendolo in un fazzoletto.
“Un ricordo di questa serata” gli spiego strizzandogli l’occhio ed alzandomi.
“Hai ancora una scatola piena” mi propone indicando i preservativi “Se vuoi posso lasciarti altri souvenir”
Ma io mi alzo ricomponendomi. E’ troppo rischioso per me continuare questo giochino, mi conosco e so che se rimanessi ancora un po’ rischierei di sciogliere lo strato protettivo dove ho riparato il mio cuore…. E con Leggenda la distruzione è assicurata.
Il primo sperma è quello buono… o forse no?
“Le mie amiche si chiederanno dove sono finita” se insiste cedo
Si alza senza ricomporsi. Il suo uccello è di nuovo pronto ed io istintivamente mi lecco le labbra.
Si avvicina con fare predatore e decido che non conviene rischiare… voglio Angela e con il DNA di questo adone sarà una bambina bellissima.
Mi sciolgo tra le sue braccia e ricominciamo una sessione di sesso che mi fa scoprire un’elasticità del mio corpo che non credevo avere. La scatola di preservativi non finisce, ma poco ci manca. Sono dolorante ed in estasi. Lui è sfinito sul divanetto. E’ sudato e completamente nudo. Allunga un braccio per fermarmi. Mi avvicino e lo bacio sulla fronte.
“Grazie! Il tuo soprannome è azzeccato. Addio” e me ne vado felice.
Appena chiudo la porta della saletta d’istinto mi posiziono la mano sulla pancia “Ci vedremo presto, Angela” e con un sorriso che mi attraversa il viso mi ricongiungo alle mie amiche e torno a casa con la testa tra le nuvole e il ricordo della serata più bella della mia vita.

 
COME VI SEMBRA? Vi sta piacendo o è meglio lasciarla nel cassetto e continuare con la terza e ultima parte di "Cotta"?
Ditemi voi!!!


 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Parte Seconda - POV Edward ***


Ciaooo!! Sono felice che vi sia piaciuta questa pazzia da Epifania e vi ringrazio
per i vostri bellissimi commenti... e come promesso... a voi la seconda parte... BACIII!!

Image and video hosting by TinyPic

PARTE SECONDA - Edward

 
Mi fermo con l’auto nel parcheggio del locale e, guardandomi nello specchietto, controllo che quella pazza di Tanya non mi abbia lasciato succhiotti. Sono settimane che la poverina mi sbavava dietro, e stasera non sono proprio riuscito a tirarmi indietro. E’ una bella ragazza, giovane, bionda, occhi azzurri, seno prosperoso e tonico, culetto sodo e una bocca creata apposta per farmi pompini… e che pompini! Ma cazzo quanto odio quando vogliono a tutti i costi marchiarmi con quei maledetti succhiotti! Non siamo più al liceo ed io non voglio nessun marchio perché io sono solo di me stesso!
Sono generoso e mi concedo volentieri alle donne belle e vogliose… ma non voglio, e questo lo chiarisco sempre, un rapporto che vada oltre ad una sana e piacevole scopata!
E’ il mio motto, lo è sempre stato… e pure le pietre lo sanno!
Io sono a posto così, non ho bisogno di nessuna che mi completi… ho tutto ciò che desidero e avere molte donne che cadono ai miei piedi è quello che più adoro della mia vita. Sono vanitoso, lo ammetto, ma sono figo e quindi me lo posso permettere!
Sono giovane, bello, ricco e la vita è stata ultra generosa con me… l’unico modo in cui una donna può completarmi e rendermi felice è facendosi scopare in ogni modo immaginabile. Adoro quando mi completo con il loro corpo, quando il mio obelisco si unisce alle loro passere… mmmmh… che goduria sentirle bagnate e calde… pronte per me, che mi circondano e mi strizzano mentre vengono urlando il mio nome accostato a quello di Dio!
L’amore, quello del vissero felici e contenti li lascio a quegli sfortunati che non hanno una vita meravigliosa come la mia. Quei poveracci che non riescono a trovare appagamento nel lavoro, nella famiglia, nel loro stipendio… Li capisco quando parlano di volere una donna che migliori la loro vita e mi dispiace per loro. Ogni volta che ne incontro uno mi rendo conto di essere stato fottutamente fortunato, perché la vita mi ha sorriso dal momento in cui ho emesso il primo vagito! Quindi, dato che sono generoso, lascio a loro la ricerca della donna perfetta, dell’amore eterno… io nel frattempo tengo in allenamento le loro future anime gemelle!
E stasera voglio tenerne un paio in allenamento… la scopata con la biondina non ha prosciugato tutte le mie energie, anzi…
Entro nel locale ormai pieno e saluto con il mio sorriso strappa mutande le donne che mi guardano lussuriose. Bellezze, datemi almeno il tempo di bere qualcosa!
Non disdegno nessuna e le saluto tutte con il mio occhiolino tranquilla, presto ti farò godere come non hai mai goduto e mi avvicino al bancone del bar per ordinare il mio solito scotch di inizio serata.
 “Quanto darei per poter ballare con lei” mormora il barista passandomi il bicchiere mentre si mangia con gli occhi qualcuno sulla pista da ballo.  Mi volto per capire chi abbia attirato la sua attenzione e rimango senza fiato nel vedere una ninfa. Sembra una visione, mentre balla in modo sensuale sorridendo ad occhi chiusi e facendosi cullare dalla musica.
“Peccato che sia di turno, altrimenti ci farei un pensierino” mi strizza l’occhio.
“Credo che sia di quelle che ti schiaffeggia appena la avvicini” esclamo facendo dondolare il bicchiere per farmelo riempire di nuovo.
L’avevo già adocchiata alcune settimane prima in un altri locali, mi aveva attirato il suo corpo snello e perfetto, ma non l’ho mai avvicinata. Sembra una ragazza timida, discreta. Non l’ho mai vista ballare o bere… in tutte le occasioni in cui l’ho vista rimaneva seduta ore al tavolo, sorseggiando strani intrugli mentre chiacchierava con la sua amica stramba. Ho persino pensato fossero lesbiche perché allontanavano qualsiasi ragazzo le avvicinasse e rimanevano sempre e solo loro due a confabulare e ridere per ore. Non mi ha mai degnato di uno sguardo, solo l’amica lo aveva fatto e mi aveva messo a disagio. Sembrava mi stesse soppesando, studiando…
 
“Non credo” nega con il capo il cameriere continuando a guardare verso la pista “In particolar modo se la avvicini tu” mi sorride complice “L’ho sentita mentre parlava con l’amica… credo proprio che si sia agghindata così per te”
“Per me?” chiedo confuso.
Lui annuisce e riporta lo sguardo lussurioso verso la ragazza “Ci sono rimaste male nel non vederti seduto al bancone quando sono arrivate…”
“Ma se nemmeno mi conoscono!”
Scoppia a ridere e si appoggia al bancone avvicinandosi pericolosamente “Chi non conosce Leggenda Cullen?”
Il mio ego saltella orgoglioso. Vero! Chi non conosce la Leggenda!
“Dici che…?” gli chiedo tracannando il bicchiere.
“Amico. Ti vedo in questo locale da anni e non ti ho mai visto dubbioso sul sicuro successo con una donna… cos’è… hai paura che non ceda al fascino della Leggenda? Sei ormai così abituato alle donne che ti saltano addosso che non sai più come si fa a provarci con una di loro?” mi stuzzica sorridendo ed io drizzo le spalle.
“Non è ancora nata la donna che rifiuta le mie avances ed io sono il maestro dell’accalappiare le donne!” mi alzo e sistemo la giacca, pronto a fiondarmi sulla preda.
“Bravo! Adesso ti riconosco… vai, tu che puoi… mentre io rimango qui a rodermi dall’invidia…”
“Vado, sfondo e torno… tu preparami un bicchiere per brindare al mio successo!” Mi ravvivo i capelli come so che piace alle donne e mi dirigo verso la donna che mi attrae come una calamita.
Mi mischio alla gente in pista e saluto con un occhiolino le donne che mi si avvinghiano, promettendo loro di soddisfarle entro fine serata. Mi posiziono dietro la preda ed inizio a ballare avvicinandomi sempre di più.
Devo ammettere che non sono proprio abituato a questo teatrino. Da quando ho scoperto l’universo femminile, non mi è mai successo, se non i primi anni, di dover approcciare con qualcuna. Mi bastava uno sguardo, un sorriso… ed il gioco era fatto, ma lei ha gli occhi chiusi e sembra che si sia estraniata dal mondo, rapita dalla musica.
Mi avvicino maggiormente e mi blocco quando la sua amica mi guarda. Sembra stupita, preoccupata… ma dopo pochi secondi il suo viso si rilassa in un sorriso e, con un gesto del capo, mi sprona a ballare con l’amica.
L’abbraccio da dietro, tenendo distante il viso, pronto a deviare l’eventuale schiaffo, ma la ninfa reagisce appoggiandosi al mio corpo e muovendosi sinuosa seguendo le note. Mi faccio più ardito e inizio a baciarle il collo mentre le sussurro nell’orecchio e le chiedo di ballare per me.
La sensazione del suo corpo che struscia sul mio è qualcosa di… di… indescrivibile. Sono eccitato come un adolescente alla prima cotta e, quando si volta continuando a ballare, la voglia di baciarla è irresistibile. Ci provo, ma lei non me lo permette e, dopo vari strusciamenti e promesse non dette, mi trascina nel corridoio dei bagni e si fionda sulle mie labbra con una passione che mi toglie il fiato.
Altro che timida ed introversa… è una tigre affamata ed io sono il suo pasto!
La porto nella saletta della lap dance e le faccio toccare il paradiso una, due… mille volte. Lo facciamo in ogni modo, posizione… non ci neghiamo nulla e ci doniamo completamente presi da una frenesia che non avevo mai provato. Più affondo in lei e più voglio rimanerci. E’ stretta, calda e i nostri corpi si uniscono in modo perfetto. Mi lascia fare tutto ciò che desidero ed io faccio tutto ciò che desidera. Ogni mio sogno, ogni mio desiderio viene esaudito, ed esaudisco ogni suo peccaminoso pensiero. E’ una piacevole sorpresa la mia tigre. Non ha inibizioni e sembra che voglia provare tutto il repertorio del kamasutra in una sola notte!
Dopo ore passate a strusciarci, baciarci, morderci e scoparci… mi lascia senza forze, nudo e sudato sul divanetto. Quando ho la forza di riaprire gli occhi, lei è già rivestita e perfetta. Mi bacia, mi ringrazia e se ne va soddisfatta.
Il tempo di capire cosa è successo che la porta della saletta è già chiusa e di lei non ci sono più tracce.
Mi rivesto velocemente. Voglio il suo numero, voglio replicare la nottata… voglio quella tigre nel mio letto, sulla scrivania del mio ufficio, nella limousine… voglio farle vedere che esistono altre posizioni che possiamo fare… ma si è volatilizzata.
Mi avvicino al bancone del bar e chiedo un whisky, esattamente quello che lei stava bevendo.
“Vedo con piacere che la ragazza ti ha prosciugato” esclama il barista passandomi la bevanda ambrata ed io annuisco.
“Hai visto dove è andata?”
“E’ andata via con la sua amica. Era felice e soddisfatta! Bravo Leggenda! Anche questa sera hai fatto la tua buona azione!” mi strizza l’occhio ed io brindo alle sue parole.
“Vorrei poter replicare la buona azione con la ninfa…” mi lascio sfuggire e il barista spalanca gli occhi.
“Non credo ti sarà possibile… Bel… la ninfa non è una donna che concede il bis”
“Non mi sembra una donnetta facile” la difendo anche se effettivamente non sembrava nemmeno la tigre che mi ha tenuto in tiro nelle ultime ore.
“E non lo è… ma ti consiglio di continuare con le tue abitudini…”
“Sicuramente non le cambierò per una tigre camuffata da agnello” rispondo stizzito.
“Una tigre?” scoppia a ridere “Quella donna è piena di sorprese!” scuote il capo divertito e torna a sistemare i bicchieri.
Rimango al bancone ripensando alla strana serata, e dopo aver allontanato l’ennesima donna che vuole divertirsi con me, mi decido a tornare a casa… la ninfa mi ha spompato, se lo pianto ancora in qualcuna rischio di morire per mancanza di forze.
“Ci vediamo il prossimo mercoledì… chissà se ci sarà un’altra tigre mascherata da agnello” mi saluta il barista sorridendomi amichevole.
“Ci spero…”
“Buona notte Leggenda Cullen”
“Buona notte…”
“Jake”
“Buona notte, Jake”
 
****
E’ passato poco meno di un mese da quella strana e magica serata. Sono passate mille donne, una più bella dell’altra, una più vogliosa dell’altra, ma ormai il mio cervello è andato in pappa per una donna del quale non conosco nemmeno il nome.
Non sto dicendo che sto cambiando idea e sono diventato uno di quelli che ha bisogno di una donna per sentirsi completo, ma quella pupa mi ha regalato una notte unica e vorrei solo replicarla… così, tanto per togliermi lo sfizio!
L’ho cercata nei locali in cui l’avevo intravista nei mesi precedenti al nostro incontro, ma si è volatilizzata. Nessuno la conosce, nessuno sa di lei… forse me la sono sognata! Anche se ho il barista che mi conferma di averla vista anche lui!
Pazienza! La vita va avanti anche senza tigri travestite da agnelli… anche se sarebbe più corretto definirla ninfa… e poi la mia fantasia è più fervida di quella di un bambino e basta che chiuda gli occhi mentre scopo con qualcuna, bevuto il whisky di quella sera… ed il gioco è fatto… più o meno!
Vabbè, chissenefrega! Non pensiamo più a lei e continuiamo a vivere la vita a pieno regime!
Oggi è un giorno importante! E’ il mio compleanno e devo festeggiare alla grande questo grande evento! Il giorno in cui al mondo è stato donato un talento come me!
Jasper ha organizzato una festa a sorpresa in un locale che non conosco. Lo so, essendo a sorpresa non dovrei saperlo, ma non è molto bravo a nascondere gli indizi. Il locale è fuori città, e da quello che so è un localino niente male. Con un’acustica perfetta per i concerti jazz ed un palco sul quale sono certo il mio amico vorrà che suoni… Jasper, Jasper… il solito romantico!
Spero solo che abbia anche pensato alle esigenze del festeggiato e non abbia organizzato la classica festa con tutti i conoscenti, amici e non, che sbucheranno fuori urlando Auguri! seguito da un concertino jazz con la sua band… serata di sorrisi e saluti e poi tutti a nanna! Mi auguro proprio che abbia programmato qualche spettacolino privato per il festeggiato con qualche bella mora o rossa che mi festeggi in modo adeguato… il locale ha delle salette, quindi sicuramente ci avrà pensato… o forse no?
Beh! Lo scopriremo presto. Ancora mezz’oretta e posso uscire da questo ufficio dove sono stato festeggiato a dovere da alcune mie colleghe! Che dolci che sono state! Me le sono trovate in ufficio, sulla scrivania, tutte e tre messe in fila, con un fiocchetto a coprire il loro seno, Dio! Sono state eccezionali! Si sono prese cura di me senza voler nulla in cambio. Ho solo dovuto sedermi sulla poltrona ed hanno pensato tutto loro! Bravissime!!!!
Credo proprio che, se saranno presenti alla festa, ricambierò il favore e le farò godere fino a farle svenire!
***
E come volevasi dimostrare: la festa a sorpresa non prevedeva nessun spettacolino privato! Voglio bene a Jasper, è come un fratello per me, ma non ha ancora capito cosa mi renda felice!
Lui è di quelli che crede nell’amore e pensa che io abbia avuto chissà quale trauma per fuggire, così dice lui, dall’amore vero. Eppure mi conosce da sempre, sa che non ho mai avuto traumi, che ho un rapporto bellissimo con mia madre e mio padre, che nessuna mi ha mai spezzato il cuore e che la mia scelta di vita è solo dovuta al fatto che sono un figo pazzesco e preferisco l’amore di una notta che quello eterno!
Ma sorvoliamo e gustiamoci il concerto! I ragazzi sono veramente bravi e tra pochi minuti dovrò salire sul palco. E’ tradizione, inventata sempre da Jasper, che suoni allo scoccare delle 11:15 l’ora esatta in cui sono nato.
Salgo sul palco acclamato come adoro e sorrido fingendo imbarazzo. Continuate ad applaudire e invocare il mio nome… mi piace!!
Mi accomodo sullo sgabellino, attendo che abbassino le luci per creare l’atmosfera, e suono la canzone che mia madre ha scritto per il mio sedicesimo compleanno, l’anno in cui sono diventato uomo!
Mi faccio cullare dalla musica. Un altro momento della mia vita che adoro. Io e le note. Io e il pianoforte. Il mondo scompare e io entro nella mia bolla di assoluta estasi. Meglio di una scopata… tranne una… meglio di un contratto sottratto alla concorrenza… meglio di qualsiasi altro momento della mia vita.
La mia bolla viene disturbata da non so cosa. Mi sento osservato. Mi sento disturbato, ma nel contempo eccitato. Apro gli occhi e, tra la folla che mi ascolta estasiata, vedo lei, la donna che popola i miei sogni più erotici e sconci.
Sbatto gli occhi e stecco una nota. Argh! Li richiudo e mi concentro. E’ solo frutto della mia immaginazione… maledetta tigre che mi sei entrata nel cervello dopo che ti sono entrato dentro con il mio obelisco … prendo un bel respiro e mi concentro per ritornare nella mia bolla di note, lasciandomi cullare e coccolare come solo loro sanno fare. Termino il brano e apro gli occhi per ringraziare tutti dell’applauso che mi stanno regalando. Chiedono il bis… ma sorrido, non concedo mai il bis, nemmeno quando suono.
Le mie colleghe, quelle che mi sono ripromesso di ringraziare, si avvicinano e con baci e toccatine mi fan capire il loro apprezzamento.
“Dai vieni! E’ l’ora della torta… ci penserai dopo all’altro dessert!” mi disturba Jasper strappandomi dalle braccia vogliose delle pupe. Mi scuso, veramente dispiaciuto, e seguo il mio amico appuntandomi mentalmente di informarlo che, se si permetterà ancora di prolungare la mia astinenza per queste stronzate, giuro che lo uccido!
Soffio sulle candeline ed esprimo il classico desiderio: che la mia vita rimanga perfetta come è!
Apro gli occhi ritrovandomi la ninfa che sorride con la sua amica stramba. A differenza del resto della sala, loro non mi guardano, sono impegnate in qualche discorso divertente… e questo mi dà fastidio!
Sono il festeggiato. Sto spegnendo le candeline e tutti stanno cantando gli auguri a me! Perché non lo fanno anche loro?
Con passo deciso mi avvicino a loro pensando a cosa dire, perché ovviamente non le posso sgridare perché non stanno cantando, anche se punirei volentieri la tigre impalandola sul palco con il mio uccello fino a quando non mi implora di smettere.
Non si accorgono di me, troppo prese a ridere ed allora mi schiarisco la voce.
“Buonasera belle signore” le saluto con il mio sorriso strappa mutante, ma credo che ce le abbiano d’acciaio perché mi degnano di un’occhiata veloce e mi salutano frettolosamente ritornando a chiacchierare. E che cazzo!
“Chiedo scusa, ma non mi ricordo come facciamo a conoscerci…” riprovo ad attirare la loro attenzione.
“Non credo che ci conosciamo, anche se abbiamo frequentato lo stesso liceo.” Mi risponde finalmente la tipa stramba mentre la ninfa continua a bere “Siamo amiche di Jasper e ci ha invitate…”
“Oh! Jasper! Certo! Allora benvenute! Io sono Edward Cullen” mi presento allungando la mano alla tipa stramba.
“Alice Brandon” si presenta sorridendomi l’amica. Sposto lo sguardo verso la pupa.
“Isabella” dice solamente “E sono in ritardo! Tanti auguri ancora per il compleanno e complimenti per la festa! Ci vediamo a casa, Alice” bacia l’amica e se ne va senza più guardarmi. E no, carina! Non si tratta così Leggenda! La seguo e, appena fuori dal locale, la fermo prendendola per il braccio.
“Isabella” la chiamo accarezzando il suo nome mentre lo dico “Non è cortese lasciare una festa in questo modo.”
“Ho solo accompagnato la mia amica. Devo andare… sono in ritardo…” risponde liberandosi dalla mia presa e ricominciando a camminare.
“Come mai sei sempre così di fretta quando non c’è la spada laser a trattenerti?” la stuzzico seguendola con passo calmo. Lei si ferma ed io sorrido vittorioso.
“Allora ti ricordi come ci siamo conosciuti” afferma voltandosi e guardandomi compiaciuta. Io annuisco e mi lecco le labbra al ricordo.
“Non dimentico mai un bel viso e un fantastico fondoschiena” le sorrido sciabolando le sopracciglia.
Si avvicina guardandomi maliziosa e con l’unghia mi accarezza la guancia scendendo fino al colletto della camicia “E allora saprai che hai già giocato con me. Non concedi mai il bis…” mormora sensuale e il mio uccello soffre stretto nei pantaloni.
“E’ il mio compleanno!” le ricordo “Voglio essere generoso… e voglio concederti il bis” le allaccio il braccio alla vita e umetto le labbra appoggiando la mia fronte alla sua.
“Non mi interessa” risponde allontanandosi “Grazie per la gentile concessione. Ma non mi interessa”
Cosa?
Mi dà un buffetto e se ne va. E no carina!
“Scusa?” le chiedo, stupito dalla sua risposta. Mai nessuna si era rifiutata, anzi, ho dovuto cambiare molte volte il numero di telefono per scollarmi alcune ragazze che non erano mai sazie.
“Forse con l’età che avanza inizi ad avere problemi di udito o comprendonio!” affila la lama e mi pugnala. Mi ha dato del vecchio e dell’idiota pochi secondi dopo avermi rifiutato! La ninfa non è un sogno, ma è un incubo! “Non sono interessata. Sai, volevo anche io provare le favolose mani, labbra e…” indica con un gesto svogliato della mano la mia eccitazione ultra evidente “… di Leggenda… e ci sono riuscita. Wow! Bravo! Il tuo soprannome è azzeccato! Ma quella voce dell’elenco è stata cancellata.” Con un gesto secco fa una riga immaginaria nel nulla “Fatto! Adesso devo concentrarmi sulle altre cose da fare prima di morire!”
“Stai morendo?” le chiedo preoccupato. E’ giovane come è possibile che stia morendo?
Scoppia a ridere facendo ricadere la testa all’indietro, ed il mio obelisco pulsa nei pantaloni nel vedere il suo collo liscio e i capelli che le accarezzano i fianchi.
“NO!” risponde tra le risate “Ho solo 25 anni e sono sana come un pesce!” scuote la testa e cerca di ricomporsi, ma difficilmente “E’ solo che la lista è veramente molto lunga… ho dovuto iniziare presto a stilarla”
“E nella lista ci sono altre Leggende?” le chiedo offeso.
“Nah! Adesso ci sono cose più divertenti! Lanciarsi dal paracadute, vedere la barriera corallina, salire sull’ascensore dell’arco di trionfo, urlare nel gran canyon, andare a Las Vegas…” le elenca alzando un dito ad ogni proposta.
“… fare il bis con Leggenda” provo ad azzardare.
“No grazie! Già dato… e adesso è meglio che rientri o passerai la sera del tuo compleanno a parlare con l’unica donna che non è interessata invece che soddisfare quelle poverine che ti stanno aspettando…Ancora auguri e mi raccomando… falle godere come solo tu sai fare!” mi strizza l’occhio e se ne va lasciandomi senza parole.
Quella donna è un sogno e seguo il suo consiglio facendo godere come matte tutte le ragazze che sono venute a festeggiarmi! Altro che vecchio e rincoglionito… sono sempre una Leggenda e le donne continuano a chiedermi il bis… che concedo alla faccia di Isabella!!!
 
***
“Cosa vuol dire: sono innamorato?” chiedo uscendo dalla doccia della palestra.
“Che ho trovato la mia anima gemella! La donna della mia vita… il mio amore eterno!” esclama Jasper rivestendosi con i capelli ancora bagnati.
“Come Maria? Un amore eterno durato due mesi?” lo canzono ammirandomi allo specchio.
“No! Maria era solo una questione di attrazione, sesso sfrenato… ma con Alice è amore! Lo so, lo sento! Lei è la mia metà!” sospira sognante ed io scoppio a ridere.
“Io ti ho sempre visto intero… e immaginarti mezzo uomo e mezza donna mi fa un certo ribrezzo!” scoppio a ridere da solo per la battuta mentre Jasper mi lancia l’asciugamano.
“Non so cosa sia andato storto mentre ti creavano il cervello! Ma prima o poi troverai anche tu la tua anima gemella e allora sì che smetterai di sfottermi!”
“Non la troverò perché non la sto cercando e non la voglio! Non voglio condividere il mio attico con qualcuna che lascia in giro le sue mutande, il suo spazzolino da denti o mi sposti le cose negli armadi… e poi, per smaltire lo stress del lavoro o festeggiare a dovere la stipula di un contratto… non c’è niente di meglio del sesso occasionale! Prenderle come più mi aggrada senza timore di offenderle… e anche se le offendessi… pazienza, avanti un’altra!” e faccio il gesto con la mano invitando a lasciare spazio.
“Quando sarai vecchio ti pentirai di non aver cercato qualcuno con cui condividere gioie e dolori! La bellezza appassirà, il lavoro diventerà monotono, gli amici e le donne si accaseranno e tu ti troverai solo con la tua manina”
“Mio padre fa ancora stragi di cuori, come anche mio nonno! Il nostro DNA non prevede appassimenti, ma semmai maturazione della bellezza! Il lavoro non mi annoierà mai, perché c’è sempre qualcosa di nuovo da fare… e quando tutti si accaseranno… io continuerò a godermi la vita tra locali, belle donne e soddisfazioni lavorative!” mi difendo sicuro.
“Te lo auguro amico! Te lo auguro con tutto il cuore! Ma io preferisco una vita più monotona con Alice al mio fianco! Lei è… è…”
“…La donna che ti completa” termino per lui sincero “E sono felice per te! Ti auguro anche io che sia quella giusta… ma chi è Alice?” gli chiedo cercando di ricordarmi dove ho già sentito quel nome.
“Lei!” esclama orgoglioso mostrandomi una foto e facendomi mancare l’aria. Alice è l’amica stramba di Isabella!
 
***
Abbiamo perso Jasper! Cupido ha scoccato la sua freccia e ha preso il mio amico in pieno cervello. Esatto. Jasper è cotto come una pera e ogni discorso che provo a intavolare con lui finisce con la descrizione di Alice… di quanto è bella, di quanto è piena di vita… di quanto è perfetta per lui!
Ed oggi è stato impossibile anche lavorarci insieme perché stasera ha un appuntamento galante con lei e per tutto il tempo mi ha chiesto consigli su cosa fare, come fare, come vestirsi… una donnicciola alla prima cotta! Povero Jasper.
Ovviamente, da buon amico, gli ho dato tutti i consigli del caso e gli ho anche messo a disposizione l’appartamento che uso per le mie scopate… non voleva accettare le chiavi, ma io gliele ho comunque infilate in tasca!
 
***
 
“Oh sì… così… sì…” cerco di tappare la bocca alla bionda, ma deve essere una banshee da quanto strilla. “Così… non ti fermare…” continua a urlare come se avessi intenzione di smettere prima di venire.
“Tranquilla…” ansimo aumentando le spinte “Non mi fermo…” e lo infilo fino in fondo lasciandola finalmente senza fiato.
E’ una donna bellissima con dei seni che sono una visione mentre ballonzolano sotto le mie spinte, ma non riesco ad eccitarmi come vorrei.
Forse sono le sue urla… mi alzo di scatto lasciandola confusa con il broncio e prendo una cravatta dal cassetto. “Mai visto 50 sfumature?” le chiedo con voce roca mentre la imbavaglio e, per coprire il mio vero intento, le lego i polsi alla testiera del letto. Lei mi guarda ancora più lussuriosa annuendo con decisione ed io mi rifondo su di lei pompando come se non ci fosse un domani. Oh sì… era solo il silenzio che cercavo… e vengo copiosamente mentre lei continua a muoversi allungando il momento.
Mi prendo cura di lei che non è assolutamente male imbavagliata… sta per venire ed io sono di nuovo pronto per il terzo round… ma lo squillo del mio cellulare privato spezza il momento.
Quel numero ce lo hanno solo i miei famigliari e Jasper, se suona è per qualcosa di importante.
“Cazzo scusa mi sono dimenticato!” rispondo al mio amico ricordandomi che dovevo lasciare libero l’appartamento per la sua serata. 
“Tranquillo. Alice mi ha dato buca. La sua amica non sta bene e lei non se la sentiva di lasciarla sola… ho bisogno di una serata all’insegna dell’alcol… mi fai compagnia?” potrebbe sembrare una stronzata e nulla di importante, ma non ho mai sentito così giù di morale il mio miglior amico.
“Dammi dieci minuti… ci vediamo al New Moon”
Velocemente finisco con la bionda… è una delle mie regole, mai lasciarle insoddisfatte… e la sbatto fuori dall’appartamento per prepararmi e correre dal mio amico con il cuore spezzato. Vedete che ho ragione? Perché dovremmo cercare la nostra anima gemella? Non esiste, e se esiste porta con sé solo dolori.
 
Jasper è già al bancone ed è già al terzo bicchiere. Saluto Jake con un gesto della mano e lui arriva con il mio scotch preferito.
“Raccontami tutto” esclamo sedendomi vicino al mio amico e dandogli una pacca sulla spalla.
“Non so. Mi ha telefonato all’ultimo momento. Ha detto che Isabella aveva avuto una brutta notizia e che non se la sentiva di lasciarla sola.” scuote il capo e tracanna il quarto bicchiere “Non so. Mi sembra una scusa… forse non vuole stare con me… forse mi sono illuso… ho visto e capito cose sbagliate…”
“Alice è una ragazza sincera. E posso mettere la mano sul fuoco che anche lei prova qualcosa per te” si intromette il barista, ma Jasper nega ingurgitando il quinto bicchiere.
“Non la conosco. Non la conosci…” biascica Jasper.
“La conosco e anche tu la conosci… sai che Alice è cristallina. Non direbbe mai una cosa per un’altra… e quello sguardo da innamorata lo ha solo con te…” risponde sicuro Jake guardandolo serio. Posa il bicchiere che stava pulendo e si avvicina preoccupato “Cosa è successo a Bella?”
“Non lo so… qualcosa non è andata come avevano previsto… e Bella è a pezzi”
“Chi è Bella?” chiedo cercando di seguire il loro discorso.
“L’amica di Alice. La sua coinquilina… Isabella” mi risponde Jasper chiedendo un altro giro, ma vedendoselo negato da Jake.
“Smettila di bere. Domani ti chiamerà e sicuramente avrete la vostra cena… ma dimmi… Bella sta… è…”
“Non so…”
E Jake scappa sul retro prendendo il cellulare. Jasper crolla nello stesso momento con la testa sul tavolo ed io mi trovo indeciso su cosa fare. Vorrei seguire il barista e chiedergli come mai era così interessato a sapere come stava Bella, nonché Isabella, nonché la mia ninfa. Ma non posso lasciare il mio amico svenuto sul bancone.
Chiamo Jake e mi faccio aiutare a portare Jasper alla macchina.
“Come fai a conoscere così bene Alice e Isabella?” gli chiedo a bruciapelo mentre camminiamo verso la macchina.
“Frequentano il locale… sono delle clienti…” mi risponde senza guardarmi negli occhi. Sembra in imbarazzo.
“Quindi… quando chiedevo della ragazza di quella sera… tu sapevi dove potevo trovarla…” ringhio cercando di tenere in piedi Jasper e mettergli meglio il suo braccio sulla mia spalla.
“Tu non devi trovarla… devi continuare la tua vita lontanissimo da lei…”
Posiamo Jasper sul sedile posteriore della sua auto “E perché dovrei?”
“Perché è meglio per entrambi” mi risponde sfidandomi con lo sguardo.
“Per me e per te?” chiedo sicuro che sia innamorato di lei.
“Per te e per lei… siete così simili da essere pericolosi l’uno per l’altra…” e si volta senza aggiungere altro, ma aumentando la mia malsana voglia di rivedere la ninfa e replicare la nottata di sesso!
 
****
 “Non era una scusa!” esclama felice Jasper entrando nel mio ufficio.
Alzo il viso dal contratto che stavo controllando e lo guardo sorridendogli. Illumina la stanza da quanto è felice.
“La sua amica Bella ha avuto una notizia bruttissima e non se la sentiva di lasciarla da sola. Ha detto che tutto si sta risolvendo con tonnellate di gelato al cioccolato e film fantasy! Sta reagendo alla notizia e stasera sarebbero felicissime di cenare con noi” mi strizza l’occhio e si sistema la giacca “Lo sapevo che Alice non mi mentiva! Lei è il mio amore eterno” ha gli occhi a cuoricino come un adolescente alla prima cotta ed io sono veramente felice per lui, anche se non riesco proprio a vederlo insieme a quella ragazza stramba!
“Felicissime? Cenare con noi?” gli chiedo non capendo cosa c’entro con una cena romantica.
“Non vuole lasciare da sola l’amica dopo la notizia di ieri… ma non vuole nemmeno rinunciare a una cenetta romantica con me!” mi spiega innamorato ed io scuoto il capo.
“Una cena con me e Isabella che facciamo da candele… è una cena romantica?”
“TU VIENI!” mi ordina senza possibilità di replica “Ci vediamo alle otto al MidnightSun. Vestiti elegante e comportati da gentiluomo. Semmai sfoga un po’ del tuo testosterone prima di presentarti, perché l’amica di Alice è off-limits per te!” e dopo avermi fulminato con lo sguardo per farmi capire che non accetta nulla di diverso da ciò che ha detto, si volta ed esce sbattendo la porta.
Sorrido nel pensare a come l’amore stia cambiando il mio miglior amico… e sorrido perché stasera rivedrò la mia ninfa… triste per chissà quale notizia e sicuramente più disponibile a farsi consolare…
 
Arriviamo al locale in anticipo. Jasper continua a camminare nervosamente all’entrata del ristorante e a guardare il cellulare.
“Strano. Ha detto che sarebbe arrivata alle otto… non capisco” continua a borbottare camminando.
“Tranquillo! Sai come sono le donne! Adorano farsi aspettare… e noi aspettiamo! Ti ordino un aperitivo?” non ottengo risposta perché Jasper è rapito dalla visione della sua Alice che entra nel ristorante… seguita da Isabella.
Mi avvicino cauto abbandonando ogni proposito di consolazione sessuale.
Ha lo sguardo spento e tiene il viso basso mentre segue l’amica che la trascina per mano, ma si accende di rabbia appena lo posa su di me.
“Cosa ci fa lui qui?” chiede arrabbiata Alice mentre Isabella scappa fuori dal locale “Bella, aspetta!” la chiama seguendola lasciandoci senza parole e senza capire il perché di quella reazione… o forse la spiegazione la so, ma non voglio ammetterla.
“Adesso basta” mormoro prendendo Jasper per il braccio e trascinandolo fuori dal ristorante. “Alice aspetta!” la chiamo affrettando il passo.
“Ma tra tutti gli amici che hai proprio lui dovevi portare?” sbraita Alice indicandomi a braccio teso e inveendo sul povero Jasper che continua a spostare lo sguardo da me a lei senza capire.
“Ma si può sapere quale è il problema?” sbraito anch’io ormai stufo di questa pazza “Ho una buona memoria e sono sicuro di non aver fatto nulla per essere trattato così o per permetterti di trattare così il mio amico!”
“A sì?” mi risponde puntando le mani sui fianchi e parandomisi davanti “Oh, certo! Uno stallone come te non può ricordarsi tutto ciò che gli succede…” inizia a sparlare con voce tremante dalla rabbia e alzando le braccia al cielo “Certo che Mister Leggenda non fa mai nulla di male…”
“Alice…” sussurra Isabella prendendola per un braccio pregandola di smettere, ma la stramba è partita.
“Alice un corno! Lui è l’ultima persona che devi vedere e Jasper lo ha invitato a cena…”
“Non poteva saperlo…” lo difende la ninfa.
“E poi non credo di aver mai fatto nulla di male alla tua amica. Tutto ciò che è successo era consenziente” e le parole magiche fanno impallidire la ragazza che in un nano secondo si tranquillizza diventando piccola piccola. Sorrido soddisfatto.
“Torna dentro con Jasper… sto bene Alice… va tutto bene” la rassicura Bella accarezzandole il viso e sorridendole dolce.
“Sicura?” le chiede riprendendo colore e Isabella annuisce.
“Hai già fatto abbastanza per me e non è colpa di Edward, né tantomeno di Jasper quello che mi è successo… va bene così… sono giovane…” ironizza sorridendo di quei sorrisi che non arrivano agli occhi. “Non rovinare la tua serata per un mio… capriccio…”
Per alcuni secondi hanno un dialogo di soli sguardi, poi Alice annuisce e Isabella sorride soddisfatta nel vedere l’amica avvicinarsi a Jasper e, chiedendogli scusa, prenderlo per mano riaccompagnandolo nel ristorante.
“Si può sapere perché ha reagito così alla mia presenza?” le chiedo appena rimaniamo soli indicando la stramba.
“E’ molto protettiva” si stringe nelle spalle.
“Ma quello che è successo al New Moon lo volevamo entrambi” esclamo sperando che mi dia conferma e lei annuisce facendomi sentire meglio. “Ti ho per caso mancato di rispetto?” provo a ipotizzare, ma lei nega.
“Tu non hai fatto proprio nulla…” abbassa il capo e fa una smorfia “E forse è proprio questo il problema” lo mormora così piano che non sono certo di aver capito bene. “E’ stata una bellissima serata quella al New Moon” esclama alzando il viso e la voce “Sei veramente una Leggenda…”
“Anche tu sei eccezionale… una ninfa” allungo il braccio e le accarezzo il viso “La serata migliore della mia vita” ammetto e lei arrossisce.
“Grazie.”
Un silenzio imbarazzato scende tra di noi, mentre guardiamo l’asfalto come due adolescenti.
“Vuoi mangiare qualcosa?” le chiedo indicando con un cenno del capo il ristorante.
“Non penso sia il caso di fare da candele ai due innamorati” risponde con una smorfia.
“Un panino?” propongo indicando il chiosco dietro di lei. Ci pensa. Si massaggia la pancia che ha già risposto per lei e annuisce.
“Solo se offri tu!”
“Sono un gentiluomo io!” e le porgo il braccio sorridendole.
 
Mangiamo seduti al tavolo illuminati dalla fioca luce del chiosco. E’ di bocca buona ed ha un ottimo appetito. Mi sento a mio agio, come se stessi mangiando con un amico e, anche se ha un fisico da urlo e delle labbra peccaminose, riesco a dialogare con lei di tutto.
“Quale è la brutta notizia?” chiedo per spezzare un momento di silenzio.
Lei mi guarda interrogativa, beve e scuote il capo.
“Nulla di importante…” risponde sbrigativa, ma anche se la conosco poco, so che sta mentendo.
“L’uomo ti ha lasciata?” provo a ipotizzare, ma lei nega.
“Un collega ti ha fregato il posto che ambivi?” Bella nega ancora.
“Il tuo attore preferito non verrà alla premiazione che si terrà la prossima settimana al Palace?” scuote ancora il capo scoppiando a ridere.
“Ti è morto il gatto? La vicina? Qualcuno di caro?” e lei nega sempre.
“Non sono incinta” risponde lasciandomi senza fiato.
“Ma… tu… cioè…” mi ritrovo balbuziente e lei scoppia a ridere.
“Ti ricordi la lista?” mi chiede tranquilla ed io annuisco.
“Uno dei punti era: avere una bellissima bambina”
“Un bambino?”
“Una bambina” mi corregge come se fosse importante il sesso del nascituro. Quel piccolo omino che quando arriva ti cambia la vita… e non sempre in meglio…
“Ma… il tuo ragazzo, marito, fidanzato, come ha reagito alla notizia?” le chiedo sentendo un moto di gelosia nel pensarla tra le braccia di un altro.
“In nessun modo, perché non c’è!” risponde ovvia ed io strabuzzo gli occhi confuso.
“Ma se non sei incinta… inseminazione artificiale?” le chiedo non capendo perché una ragazza giovane e figa come lei dovrebbe ricorrere all’inseminazione. Non nega, ma non afferma nemmeno.
“Lascia stare… tanto credo che sarà uno di quei punti che non riuscirò mai a realizzare” scuote il capo tornando triste.
“Perché dici così? Troverai un uomo…”
“… lui si innamorerà… tu ti innamorerai… vi sposerete… avrete figli…” finisce per me ripetendo le parole che Jasper e i miei amici mi dicono sempre quando cerco di far capire loro che non cerco l’amore. “Non mi interessa” termina guardandomi negli occhi seria “Non voglio un uomo. Non voglio dare un padre a mia figlia.”
“Ma… l’inseminazione artificiale…” parlo a caso, questo discorso mi sta confondendo.
“Nessuna inseminazione artificiale. Nessun uomo da voler sposare o far entrare nella mia vita. Ho avuto un’occasione… non mi sono comportata bene… ed il karma ha risposto… negandomi l’unica vera cosa che mi manca nella vita”
“Non cerchi l’anima gemella?” le chiedo incredulo e lei scoppia a ridere.
“No! Non la cerco e non la voglio!” risponde come se avessi detto un’eresia “Sono felice così. Ho una vita perfetta: la casa che sognavo, il lavoro che volevo, un’amica fantastica, un gruppo di amici favolosi… un generoso conto in banca e…” si indica per intero “un corpo che mi assicura ginnastica da camera quando ne ho esigenza… perché dovrei volere un uomo nella mia vita? Sono completa da sola… non ho bisogno di qualcuno che mi completi!”
E con queste parole mi ha fatto innamorare!!!!
Ovviamente non nel vero senso del termine… ma questa donna è me al femminile e l’adoro!!
“E tu, cerchi l’anima gemella?” mi chiede bevendo un sorso della bibita.
Nego con il capo e scoppio a ridere “La penso proprio come te! Ho il lavoro che adoro, Jasper, la mia famiglia, un generoso conto in banca… e” mi indico per intero “Un fisico che mi assicura ginnastica da camera quando ne ho l’esigenza” e scoppiamo a ridere insieme come due bambini.
Non credevo nell’amicizia tra uomo e donna, ma credo che Bella mi abbia fatto cambiare idea!

 
Per chi volesse... e conosce già i personaggi... ho pubblicato il primo capitolo di
"Cotta Pericolosa - Parte 3"
CI LEGGIAMO PRESTOOOO!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Parte Terza - Pov Bella ***


Ciaooo!! Forse mi sto incasinando tra l'aggiornare questa storia e "Cotta".... o sarà solo la febbre... non lo so, spero solo di non aver fatto pasticci con la risposta alle recensioni e agli aggiornamenti! ahahhahahah
Vi lascio al prossimo capitolo e...
GRAZIE A TUTTE PER QUESTA STORIA!!
SONO ANNI CHE SCRIVO SU EFP E NON AVREI MAI IMMAGINATO CHE QUESTA SAREBBE STATA LA STORIA PIU' SEGUITA!
HA SUPERATO, NEI TRE ELENCHI, PERSINO "DALLE STELLE ALLE STALLE" ED ERAVATE GIA' TANTISSIME!!! QUINDI GRAZIEEEEEE!!!! VI VOGLIO BENE E DA ORA IN POI SCRIVERO' SOLO PIU' SOTTO L'EFFETTO DEL CIOCCOLATO!!! AHAHAHAHA!

Image and video hosting by TinyPic
 

PARTE TERZA

 
Che serata strana!! Iniziata con i peggiori dei presupposti e finita divinamente!
Non pensate subito male! Non sono finita a letto con Edward… non ci riuscirei dopo quello che gli ho fatto! Perché lo devo ammettere, il preservativo bucato e il teatrino per rubargli il seme è stato veramente un gesto poco carino, per non dire terribile… anche se l’idea di avere una figlia con i suoi occhi e le sue mani non mi sarebbe dispiaciuta affatto!
Quando il test ha dato il responso negativo, mi sono sentita persa. Ho visto sgretolarsi davanti a me l’immagine di Angela. I suoi occhi che mi guardavano sorridenti, le fossette sulle guance, le sue manine allungate per abbracciarmi… è stato un momento bruttissimo ed ho pianto tutte le lacrime, ma sono abituata alla porte in faccia e nessuna mi ha mai spezzato le gambe. Ho superato momenti più difficili, insuperabili, incontrovertibili … e supererò anche questo.
Ho passato la nottata a farmi coccolare da Alice, con un’enorme vaschetta di gelato di fronte mentre guardavamo l’intera saga de “Il signore degli anelli”… Legolas mi ha fatto dimenticare per un istante il mio sogno infranto… anche se nella notte il viso di Angela ha continuato a chiamarmi e chiedermi di abbracciarla.
Ho chiuso in un cassetto il mio dolore, dopo anni di allenamento non mi è stato difficile, e ho mascherato il tutto con un bel sorriso e ripetendo come un mantra: Sono giovane… prima o poi qualche preservativo bucato mi darà Angela!
Alice non ha creduto molto alla mia scenetta, ma non importa, adesso non posso intralciare il suo momento. Il destino ha voluto che trovasse la sua anima gemella, e mi auguro vivamente che lo sia veramente! Ed io ho già mandato a rotoli la sua prima cena romantica!
Non conosco Jasper, l’ho visto solo la sera della festa di Cullen, ma mi sembra un bravo ragazzo ed estremamente innamorato della mia pazza amica… sentimento ampiamente ricambiato.
Sapevo che per lei era una serata importante e volevo nasconderle il fatto che avevo appena acquistato il test, ma Alice è un tornado ed ha il radar per certe cose. Ha capito che lo avevo comprato ed ha voluto che lo facessi… “Così stasera non festeggerò solo la prima sera romantica con Jasper, ma anche l’arrivo del mio nipotino!” aveva detto… peccato che il test si sia fermato ad una sola lineetta.
E’ brutto ammetterlo, ma me lo merito! Ho usato un uomo per i miei fini. Come potevo sperare che un gesto così meschino portasse qualcosa di buono come la mia splendida Angela?
Sono giovane… arriverà… come ricompensa a qualche buona azione… e poi non dimentichiamo che le opzioni sono molte. Potrei adottare una bambina, fare l’inseminazione artificiale, o ritrovarmi incinta dopo una notte di sesso sfrenato… non devo abbattermi…. Giusto? 
Per quanto riguarda Edward devo ammettere che è stato una piacevole sorpresa. Inizialmente, quando l’ho visto al ristorante, mi sono sentita morire quando, per pochi istanti, si è trasformato nella mia Angela. E’ stato tremendo, non ho retto, e sono scappata come una ragazzina da quel luogo che mi toglieva il respiro, ma il vedere Alice accusare ingiustamente Jasper e le parole di Edward “Tutto ciò che è successo era consenziente” mi hanno fatto tornare la donna matura che sono. Ho convinto Alice a non rovinarsi la sua prima uscita con Jasper per me e i miei capricci ed ho terminato la serata in compagnia di Leggenda.
Edward ha le mie stesse ambizioni, le mie stesse idee riguardo l’amore e le priorità della vita. E’ un uomo colto, molto intelligente e pieno di sorprese. E’ ironico, simpatico e mooolto vanitoso, ma non lo giudico, perché può permetterselo… come ha detto lui!
Sa anche essere un gentiluomo! Infatti mi ha accompagnata a casa e siamo rimasti a chiacchierare fino all’alba. Fa un lavoro simile al mio e, come me, adora il jazz, gli piace viaggiare e il suo sport preferito è il sesso… non ci siamo accorti del tempo che passava presi dal raccontare la nostra vita così simile. Lui ha ancora la famiglia ed ho apprezzato il suo sguardo senza compassione quando gli ho detto di mia madre. Per quanto riguarda mio padre… gli ho solo detto che non ho idea di dove sia!
Ricapitolando: Leggenda Cullen è una sorpresa continua e non penso abbia difetti… forse l’essere molto sicuro di sé e della sua bellezza… ma con il lavoro che fa non potrebbe essere differente… nel nostro campo devi essere sicuro al cento per cento delle tue capacità o ti schiacciano come un moscherino, ed il suo carisma insieme alla sua sicurezza nel successo sono state sicuramente le armi vincenti per arrivare alla vetta… proprio come me!
Quando stavo scendendo dalla macchina mi ha invitata a pranzo, ma ho dovuto rifiutare. Non sono sicura di voler instaurare un rapporto di amicizia con lui. Lo so, lo so, ho appena detto che abbiamo passato una serata fantastica e forse mi sono dilungata troppo a descrivere le sue qualità… ma non dimentichiamo che ho provato a fregargli il DNA!
Non sono brava a mentire a lungo termine. Dire una piccola bugia per nascondere una delusione o convincere un cliente a firmare un contratto… su quello sono bravissima… ma con gli amici non sono proprio in grado di mentire. Quelle poche volte che ho dovuto farlo sono finita a letto con l’emicrania e un senso di colpa che non auguro a nessuno!
Quindi non posso continuare a frequentare Cullen sapendo che gli sto nascondendo il vero motivo del nostro primo incontro e, dato che è il miglior amico di Jasper, l’amore della vita di Alice, non credo sia furbo fargli sapere la verità!
Sei riuscita a liberarti per pranzo? Ho trovato un chiosco che fa dei panini niente male! E.
Il messaggio di Edward mi risveglia dai viaggi mentali e mette alla prova la mia sincerità.
Non ho voglia di uscire. A causa di un uomo sono andata a dormire tardi… e il letto mi ha arpionata a sé. Sarà per la prossima! B.
Visto che sono brava? Non ho mentito… ma non posso dirgli la verità su quella sera.
Non dire letto… altrimenti stuzzichi un altro appetito! E.
E tu sazialo! Non va bene rimanere affamati! Io torno a dormire, che domani mi aspetta una giornata piena!!! Buona scopata… volevo dire… Buona giornata! B.
Sto per appoggiare il cellulare sul comodino e ritornare sotto le coperte, quando inizia a squillare.
“Non dire balle Swan! E’ mezzogiorno… non si dorme a mezzogiorno, si mangia!” esclama senza nemmeno salutare.
“Non quando hai più sonno che fame”
“Vieni a mangiare… poi se vuoi ti faccio compagnia a dormire… sai, anch’io ho fatto tardi ieri sera” propone con la voce sexy.
“Tesoro! Non penso che due ninfomani come me e te in un letto riuscirebbero a dormire… o stai insinuando che la mia compagnia è soporifera?” gli chiedo fingendomi offesa.
“La tua compagnia non è soporifera… e credo di avertelo dimostrato quella famosa sera”
“Non voglio parlare di quella sera!” rispondo forse un po’ troppo seccamente facendolo rimanere in silenzio. Prendo un profondo respiro e cerco di rimediare. Lui non sa cosa significa per me quella sera, e sono in debito con lui quindi è giusto che non lo offenda “Senti. E’ stata una serata fantastica e se vuoi che ti dica che sei stato l’amante migliore che ho avuto nella mia vita… ok, lo ammetto… come mi hai fatto godere tu non c’è mai riuscito nessuno!” sorrido nel sentirlo respirare affannosamente “Ma non rivanghiamo il passato e dato che la nostra unica volta fa parte di quello… non parliamone più, ok?” gli chiedo addolcendo la voce.
“Perché dovrebbe essere la nostra unica volta?”
“Perché non concediamo mai il bis?” gli ricordo uno delle regole che ci accomunano “E perché non sono egoista… ci sono troppe donne al mondo da soddisfare per pretendere un bis da Leggenda!”
“Se non fosse contro i miei principi ti chiederei di sposarmi!”
Scoppio a ridere e lui con me.
“Vai a mangiare, che il letto mi chiama! Buon appetito!”
“Buon riposo!” e riaggancia lasciandomi finalmente tornare a dormire.
***  
La mia vita va avanti come sempre. Al lavoro continuo a stendere la concorrenza, le serate sono all’insegna del divertimento con i miei amici, ai quali si sono aggiunti Jasper e Edward, e i giorni liberi li passo alla casa famiglia.
Continuo a provare quel senso di vuoto per la mancanza di una bambina nella mia vita, e cerco di tenerlo buono utilizzando tutto il tempo disponibile a fare volontariato.
Sto risolvendo parzialmente i miei problemi con l’universo maschile grazie a Edward. Lo so, può sembrare l’ultimo esemplare adatto allo scopo, ma proprio perché non ho aspettative su di lui, so che non potrà mai deludermi!
E’ un ottimo compagno di serate e da quando c’è lui il divertimento è salito alle stelle.
Mi diverto un sacco a fare i teatrini per allontanare qualche racchia che lui non vuole, o qualche ubriaco che non capisce che non lo voglio. Siamo l’uno la spalla dell’altro e ci consigliamo senza vergogna i posti dove appartarci con la nostra conquista della serata. Ok, le mie non sono numerose come le sue… nell’ultimo mese ho solo fatto tre conquiste finite a letto, anche se non disdegno il sesso, mi piace anche essere corteggiata, uscire a cena, andare al cinema senza per forza finire a letto, ma la media è alzata dalle conquiste plurime di Edward a serata!
Il sesso occasionale non è solo un ottimo esercizio per il corpo e un toccasana per il nostro ego, è anche un momento di pura follia e ultimamente entrambi stiamo incontrando partner fuori di testa!
Lui ha trovato una tipa che voleva essere legata e frustata… alla 50 sfumature… e voleva farlo anche a lui! Poverino! Era sconvolto quando è arrivato a casa mia!
Io invece ho trovato un uomo che mi ha chiesto in sposa! Che ridere! Si è inginocchiato, ancora nudo come mamma lo ha fatto, e mi ha chiesto di sposarlo, di fuggire con lui a Las Vegas e andare a vivere con lui nel Wisconsin! Era veramente un ragazzo bellissimo. Con degli occhi azzurri così belli da ipnotizzarmi. Una mandibola squadrata tutta da mordere e un fisico che nemmeno un modello ha. Per non parlare dei denti, così dritti, perfetti… e le mani? Un po’ tozze, forse non può fare il pianista, ma sicuramente sa usarle benissimo…
“Per un momento ho pensato di chiedergli di donarmi il suo seme…” scoppio a ridere mentre racconto la scenetta a Edward e lui sputa la tisana che sta bevendo “Ma ti immagini la mia bambina con quegli occhi così azzurri?” continuo rivedendo vivida l’immagine di Angela con gli occhi di Marc, il ragazzo che voleva sposarmi.
“Gli occhi azzurri sono freddi!” risponde Edward facendo una smorfia.
“Beh! Forse il colore di quelli di Angela sono un mix perfetto tra il mio verde e il suo azzurro… sai che bella che sarebbe? E poi gli hai visto il naso? Così dritto ed all’inglese… per non parlare dei denti… mmmm… quei denti… sicuramente non dovrei spendere capitali dal dentista per migliorarle la dentatura…” continuo a sognare a occhi chiusi immaginandomi Angela che mi sorride come Marc.
“Angela?” mi chiede Edward spezzando la fantasia.
“Mia figlia! Angela” gli rispondo ovvia.
“Hai già scelto un nome?”
“Certo! Mi manca solo la materia prima! Ho già tutto! Il nome, l’idea di come sarà, la lista delle scuole che frequenterà… tutto!” rispondo sorridendo e cercando nella rubrica del cellulare il numero di Marc.
“Cosa stai facendo?”
“Cerco il numero del ragazzo… se era disposto a sposarmi, credo che sarà disposto a donarmi il suo seme!”
“Ma sei impazzita?” sbotta togliendomi il cellulare dalle mani.
“Perché?” gli chiedo confusa.
“Perché la nostra prima regola è: non concedere il bis”
“Ma il suo DNA è perfetto!” piagnucolo cercando di riprendermi il cellulare, ma Edward lo tiene oltre la sua testa ed anche saltando non ci arrivo.
“Ed il mio non lo è?” mi chiede con un sorriso che non gli arriva agli occhi. Perfetto! Come rovinare un’ottima giornata di sole e ricordarmi il perché non dovevo accettare l’amicizia di Edward.
“Ridammi il telefono” gli ordino facendogli capire che non ho più voglia di giocare. Lui me lo restituisce guardandomi serio. “Credo proprio che sia meglio che io vada a casa.” E me ne vado senza nemmeno salutarlo.
“Ehi, aspetta!” prova a chiamarmi, ma io aumento il passo. Odio avere le gambe più corte delle sue, perché in due falcate mi raggiunge “Ehi!” mi richiama fermandomi per un braccio e facendomi voltare. “Si può sapere cosa è successo?” mi chiede prendendomi il viso tra le mani.
“E’ successo che non dovevo esserti amica!” rispondo sincera.
“Stavo scherzando! Se vuoi chiama quel ragazzo dal sorriso da spot per dentifrici! Mica sono geloso! Volevo solo ricordarti la nostra regola!” mi accarezza con entrambi i pollici le guance e mi alza il viso “Una regola che è ferrea quando si parla di me e te… credevo che non ci fossero eccezioni” i nostri occhi si allacciano e le nostre labbra si attraggono come due calamite. Non sento più nessun suono se non il suo respiro e chiudo gli occhi per spezzare qualunque cosa stia succedendo. “Mi conosci e sai quanto il mio ego sia ferito dal tuo rifiuto al bis” ammette soffiandomi sulle labbra e continuando a massaggiarmi la base del collo mentre con i pollici disegna cerchi immaginari sulle guance.
“Non posso concederti il bis perché… perché sono una persona di merda che non merita un tuo bis…”
“Ma cosa stai dicendo? Sei una donna splendida. Piena di risorse, con un cervellino così fino da confermarmi che le donne hanno anche un cervello oltre che un buco tra le gambe” scherza ed io lo schiaffeggio allontanandolo “Dai!” esclama ridendo mentre si para dai miei schiaffi “Lo sai che scherzo!” ma poi ritorna serio e mi ferma le mani “Veramente Bella, perché non mi hai mai concesso il bis?”
“Perché non posso… e perché ho sbagliato ad avvicinarti… a fare sesso con te… diventare tua amica… ho sbagliato tutto con te… e forse è meglio che tu ritorni alla tua vita ed io alla mia…” mi guarda negli occhi per capire se sto scherzando e poi esclama: “Wow!” si passa la mano tra i capelli e si guarda intorno come per cercare le parole “Sembra che tu mi stia mollando”
“Non siamo mai stati insieme” gli ricordo.
“Lo so! E quindi non capisco il tuo discorso! E’ il discorso di una ragazza che molla il fidanzato! Ma io non sono il tuo ragazzo… sono solo un amico e un amico non si molla… a un amico non si dice che deve tornare alla sua vita…”
“Svegliati Edward! Noi non siamo amici! Non siamo amanti! Non siamo fidanzati! Siamo solo due coglioni con la stessa voglia di scopare e le stesse priorità nella vita!” gli spiego con foga “E’ raro trovare persone come me e te che preferiscono il lavoro e gli amici all’amore eterno… ero felice di aver trovato una persona come me, che non cerca di farmi cambiare idea sull’amore, ma che mi aiuta a superare le difficoltà del lavoro, che mi indica un’opzione alla quale non avevo pensato… una persona che tiene al proprio aspetto fisico quanto me, senza nascondere dietro una finta umiltà il fatto che si piace quando guarda allo specchio… una persona che torna a casa la sera e ammira il proprio appartamento fiero di come lo ha arredato… ma non possiamo essere amici perché tra amici non si deve mentire!”
“Io non ti ho mai mentito!” si difende guardandomi come se avessi tre teste.
“Nemmeno io!” sbotto ormai in preda ad una crisi isterica. “Ma non voglio esserti amica! Non voglio vederti mai più! Voglio che sparisci dalla mia vita che prima di conoscerti era perfetta! PERFETTA!”
Ma lui non capisce e con uno scatto mi prende tra le sue braccia e mi bacia con passione, tenendomi ferma la testa con il palmo della mano e stringendomi il braccio intorno alla vita. Le nostre lingue lottano e danzano in un ballo misto tra rabbia e desiderio. Non c’è amore o dolcezza, ma la voglia di sfogarsi, si assaggiarsi… e le immagini di quella sera tornano vivide insieme a quella di Angela/Edward distrutta da una linea rosa. Lo spintono con tutta la forza che posseggo e lo colpisco in pieno viso prima di scappare via da lui.
 
***
Ovviamente Edward non è uno che demorde facilmente e la mia uscita di scena con tanto di schiaffo e pianto mentre correvo verso casa non è stato il modo migliore per fargli capire che non lo voglio più nella mia vita!
So perfettamente quanto quella sberla abbia ferito il suo ego… e mi dispiace sinceramente. Sono stata tentata di scrivergli le mie scuse, ma dopo i messaggi che mi ha mandato se le può scordare!
Dopo aver sfondato il mio campanello a forza di suonare ed essere entrato in casa obbligando Alice a farlo entrare quando è tornata, e dopo aver quasi buttato giù la porta della mia camera a suon di colpi urlando di aprirgli e di smettere di fare la bambina… ha iniziato a mandarmi messaggi… non so se era ubriaco o se li ha scritti da lucido, ma non importa… quei messaggi mi hanno fatto capire che è meglio allontanarlo dalla mia vita e smettere questo giochino di amicizia tra uomo e donna… soprattutto tra due persone come noi… aveva ragione Jake: siamo troppo simili e troppo pericolosi l’uno per l’altra!
Volete sapere i messaggi? Così, giusto per convincermi ancora di più che ho fatto la scelta giusta a ferirlo nell’unico punto in cui soffre… cioè il suo ego?
Smettila di fare la bambina! Vuoi il seme di quel fighetto? Vai, scopatelo! Sai che cazzo me ne frega!!
Sorvolo il fatto che mi hai deturpato la faccia con il tuo schiaffo a tradimento, ma non sorvolo il fatto che ti stai comportando da bambina! Che cazzo ti è preso? Fai l’adulta e rispondi!
Allegata ad una foto del suo obelisco, come lo chiama lui, mentre affonda in una passera completamente rasata. Dato che tu non vuoi seguire la regola, anche io concedo il bis! E.
Questi sono solo alcuni esempi! Adesso capite perché non gli chiederò mai scusa per lo schiaffo? Meglio chiudere questa parentesi e tornare alla mia vita perfetta lontano dal genere maschile che non sia gay o sposato!
***
Finalmente, dopo giorni, Edward ha voltato pagina! Non mi ha più scritto, non è più venuto a cercarmi a casa e non ha più chiesto mie notizie a Alice. Sono di nuovo libera di uscire! Di tornare al lavoro e alla casa famiglia… quanto mi sono mancati quei bambini!
Lo ammetto, ho preso ferie! Dopo anni di lavoro senza pausa, ho sfruttato gli arretrati per svanire un po’ ed evitare Edward. Per paura? Forse! Avete idea di cosa significhi schiacciare l’ego di un vanitoso con un rifiuto? E’ pericoloso! Ed io non ho voglia di rovinare ulteriormente la mia vita perfetta!
Quando arrivo alla casa famiglia i bambini mi salutano calorosamente, mi abbracciano, mi baciano e mi raccontano i loro progressi ed io… piango come una fontana sentendo il vuoto crescere in me…
Esco di malavoglia da quel luogo magico pieno di vita e rimango di sale nel vedere Edward appoggiato alla mia macchina. Ha le braccia conserte, il cappellino che gli copre mezzo viso ed il piede appoggiato alla portiera della mia macchina.
Senza salutarlo e facendo il minimo rumore mi avvicino al lato guidatore.
“Vuoi così tanto una bambina che hai deciso di adottarla?” mi chiede senza alzare lo sguardo e rimanendo fermo nella stessa posizione.
“No” rispondo secca aprendo lo portiera. Apre anche lui la portiera del passeggero sul quale era appoggiato e si siede…maledetta apertura centralizzata. “Scendi” gli ordino spintonandolo, ma senza smuoverlo.
“No. Adesso tu mi dici che cazzo succede” alza lo sguardo su di me e rabbrividisco nel vederlo così determinato.
“Faccio volontariato alla casa famiglia…. Da mesi… sono venuta a salutarli”
“Intendevo cosa cazzo sta succedendo nella tua testa”
“Nulla.” Mi stringo nelle spalle.
Scoppia a ridere, ma di una risata quasi satanica. “Mi molli anche se non usciamo insieme. Mi tiri una sberla e non mi rispondi al telefono… non lo chiamerei nulla!”
Prendo un bel respiro e mi volto completamente verso di lui.
“Forse la vera domanda è: che cazzo sta succedendo nella tua testolina?” sorrido perfida “Da quando Leggenda si preoccupa delle parole insensate di una donna, o del fatto che lei non gli risponda?” e incrocio le braccia soddisfatta per averlo messo all’angolo.
“Rispondo a questa domanda solo dopo che tu mi dirai cosa ti frulla in testa” risponde spiazzandomi e sorridendomi compiaciuto.
“Non succede nulla nella mia testolina! Per un momento… mesi… ho voluto giocare all’amica di un ragazzo, ma è un gioco che mi ha stufata… quindi…” mi stringo nelle spalle come se la conseguenza fosse ovvia.
“Quindi tra noi era solo un gioco”
Annuisco “Sei la mia copia al maschile! Sai che le persone come noi non si affezionano all’altro sesso. Noi abbiamo altre priorità nella vita… l’altro sesso serve solo per la ginnastica da camera… e tra noi non c’era nemmeno quello!”
“Perché tu non hai mai voluto!” ringhia prendendomi per le spalle “Hai sempre detto che è stata la notte migliore della tua vita, ma non hai mai voluto replicare! Perché?” stringe così forte da farmi male ed io inizio a spaventarmi. Sarebbe il momento giusto per dirgli la verità, ma è furioso e non credo sia consigliabile.
“Se mi lasci andare te lo spiego… in parte” dico le ultime parole a bassa voce solo per liberarmi la coscienza, ma non voglio che le senta.
Lui allenta la presa, si sistema sul sedile e mi fa cenno di continuare.
“Se ti dicessi le motivazioni sarei patetica…”
“Hai detto che me le avresti dette!” mi ammonisce con lo sguardo “… se ti ha fatto schifo, sono grande e vaccinato e ho mille donne che affermano il contrario, quindi dimmelo senza mezzi termini!”
Nego con il capo e sorrido nel constatare che parlare con lui è come parlarmi allo specchio “E’ stato divino! Lo giuro” esclamo guardandolo negli occhi per fargli capire una volta per tutte che non mento “Non ho mai avuto un buon rapporto con il genere maschile… solo con i fidanzati delle mie amiche o i gay… uomini dal quale sapevo non dover pretendere nulla. ” scuoto il capo e decido di essere sincera almeno sulle motivazioni “Non ho mai avuto un padre. E non perché non esiste, ma perché non mi ha voluta… nemmeno quando l’ho rintracciato… la figura paterna per me non è una figura positiva... nessun padre che ho conosciuto lo è: il padre di Alice, di Rose, di mia madre… tutti dei gran bastardi che hanno abbandonato le proprie famiglie per seguire giovani ragazzine allupate come loro!” Edward allunga la mano per accarezzarmi la guancia, ma io la allontano “Credevo che con te fosse facile instaurare un rapporto. Sei un porco fiero di esserlo, un uomo che non ha mai nascosto la sua voglia di scopare con chiunque, e non ha mai illuso nessuno con false promesse… ma non ci riesco… e io non voglio continuare questa amicizia destinata a finire… io voglio una bambina, Edward! E’ l’unica cosa che mi manca per reputare la mia vita perfetta! Ma se ci sei tu vicino a me… io non riesco a concentrarmi su nessuno… perché continuo a vedere Angela con i tuoi occhi, con le tue mani, con il tuo sorriso…” scuoto il capo allontanando l’immagine di mia figlia perfetta, e guardo Edward negli occhi anche se la vista è annebbiata dalla lacrime “Voglio Angela più di ogni altra cosa al mondo e la tua presenza mi impedisce di realizzare il mio sogno.” Mi abbraccia ed io scoppio in lacrime inzuppandogli la maglia e singhiozzando come una bambina.
“La immagini con i miei occhi, con le mie mani, con il mio sorriso… allora perché non vuoi che ti dia il mio seme? Perché vuoi quello di Marc?” mi chiede tenendomi stretta a lui.
“Perché non è giusto. Perché… perché non è possibile…” mi scosto e lo guardo accarezzandogli i capelli “Perché non posso chiederti di non far parte della vita di mia figlia… perché non posso chiederti di essere padre, ma dimenticarti di esserlo…”
Aggrotta le sopracciglia e si morde il labbro nervosamente, ha capito quale è il punto.
“Non voglio diventare padre…”
“Lo so… ma io voglio diventare madre… quindi la cosa migliore è che tu continui la tua vita da single d’oro mentre io cerco il pezzo mancante della mia vita.”
“Non riesco a immaginarti madre… non riesco ad immaginare una bambina che ti assomiglia ed al contempo assomiglia a Marc, o a Peter, o a Quill…”
“Quill?” gli chiedo facendo una smorfia! Il mio collega che da mesi ci prova spudoratamente ma che non toccherei nemmeno con una matita!
“Quindi… ognuno torna alla sua vita…” chiede guardando oltre il finestrino.
“Sì” lo faccio voltare e gli sorrido “Grazie per questi mesi… è bello sapere che al mondo c’è una persona che mi assomiglia così tanto… Ti auguro una buona vita e… tantissime scopate stratosferiche!” lo bacio sulla bocca con un bacio a schiocco e lui mi trattiene con una mano dietro la nuca.
“Dici di conoscermi bene… e poi non mi proponi del buon sesso come addio?” mi alita sulle labbra.
“Non credo che sia una buona idea”
“Io invece penso proprio di sì… metti in modo… direzione appartamento dell’amore!!” mi sorride complice ed io eseguo i suoi ordini!
 ***
Entriamo nell’appartamento di Edward, quello che usa per portarci le donne. È un open-space senza tanti fronzoli. Un mega letto al centro con specchi in ogni dove, un piccolo cucinino con il solo frigo per le bevande e la caffettiera appena entri sulla destra. Una mega vasca idromassaggio sulla sinistra, dalla quale si può ammirare la città mentre si viene cullati dall’acqua.
E’ il regno di Edward e il profumo che si respira, i colori… tutto trasuda sesso! Nemmeno una frigida riuscirebbe a trattenersi in una stanza come questa!
Mentre osservo l’appartamento Edward mi sfila la giacchetta baciandomi il collo scoperto. Inclino il capo per dargli maggior spazio e lui continua la discesa, facendo scivolare la spallina del vestito. Mi bacia con delicatezza, senza urgenza, assaporando ogni singolo centimetro e risale verso il lobo dell’orecchio sfiorandomi con la punta del naso. “Hai un profumo delizioso” mormora con la sua voce strappa mutande e le mie sono già da buttare.
Inizia a slacciarsi la camicia, ed io mi volto fermandogli le mani “Ci penso io” e lentamente gliela slaccio. Bottone, dopo bottone. E’ l’ultima volta e voglio gustarmela completamente. Gli bacio il petto mentre mi inginocchio di fronte a lui per liberarlo dei pantaloni che gli stanno diventando stretti.
Mi lecco le labbra assaporando il momento in cui assaggerò di nuovo il suo leggendario obelisco, ma lui mi prende per le spalle e mi fa alzare.
“E da quella sera che ti immagino su quel letto…” e mi fa allacciare le gambe ai suoi fianchi, tenendomi per il sedere. Ci baciamo aumentando la nostra libido e mi lancia sul letto senza cerimonie. “Dio! Ancor meglio di come immaginavo” esclama con gli occhi neri di passione e leccandosi le labbra mentre si libera dei pantaloni.
Mi sfila le scarpe ed inizia a baciarmi i piedi. Risale lento leccando la gamba facendosi strada accarezzandomi. Arriva al mio centro ed io mi muovo in un esplicito invito “Con calma, Bella… abbiamo tutta la notte” e continua a baciarmi sopra al vestito risalendo l’intero corpo. Si appoggia al mio e fa combaciare i nostri centri. Io completamente vestita e lui completamente nudo.
Mi muovo per liberarmi dal suo peso e spogliarmi, ma lui mi ferma tenendomi i polsi con una sola mano sopra la mia testa. “Non avere fretta” mi sussurra all’orecchio leccandomelo. Mi muovo sotto di lui per avere sollievo sfregando i nostri sessi e lui mi morde dolcemente il lobo facendo partire una scarica elettrica che mi attraversa completamente. "Voglio farti venire senza toccarti… vestita…” ed io stringo i denti per non dargli soddisfazione dato che ci sta riuscendo solo parlandomi. Continua a baciarmi, leccarmi, mordermi… ed anche se i vestiti diminuiscono le sensazioni, esplodo nell’orgasmo più potente che abbia mai avuto quando unisce la sua lingua alla mia dandomi un colpo secco con il suo obelisco nel mio centro.
Sono ancora frastornata, con i fuochi d’artificio che esplodono nella mia testa e nel mio corpo, da non rendermi conto che mi ha tolto il vestito. Mi guarda con il suo sorriso da schiaffi e mi strappa il tanga con un gesto secco. “Dio… un altro sogno realizzato” e si avventa su di me baciandomi con passione mentre il suo obelisco si struscia sul mio centro. “Completamente rasata… divino” mormora guardando i nostri centri che si sfiorano con sempre più voglia di unirsi.
“Per questa notte sei solo mia” e con un colpo secco entra in me ed io grido per il dolore, per il piacere, per tutte le emozioni che mi annebbiano la mente e mi fanno solo sentire lui, il suo corpo…
Si appoggia alle mani, tirando i muscoli delle braccia e chiude gli occhi reclinando la testa indietro mentre pompa in me con sempre più urgenza… è una visione e non riesco a smettere di guardarlo mentre il suo corpo si tende nelle spinte. Il torace perfetto, le braccia possenti, la mandibola tesa… e vengo urlando il suo nome accoppiato a quello del Signore. Lui viene nello stesso momento rendendo il tutto ancora più insostenibile. Lo sento pulsare in me ed è una sensazione meravigliosa. Si accascia tremante, appoggiando il viso sul mio seno. Rimaniamo minuti, forse ore, in silenzio, cercando di regolarizzare il respiro. Sto bene. Sono in pace. E mi sento completa nel sentirlo in me. I nostri corpi si incastrano perfettamente e fare sesso con Edward è qualcosa che non ti prende solo fisicamente. C’è una connessione che non so spiegare. Quando siamo uniti, sembra che anche le nostre anime lo siano… Dio… inizio a parlare come Alice!
“Cazzo!” esclama Edward alzandosi di scatto e guardandosi l’obelisco di nuovo pronto. Dio, quanto mi eccita vederlo così duro, così lucido, così… nudo?
“Cazzo!” esclamo anche io mettendomi seduta e cercando il lenzuolo per coprirmi.
Lui si alza passandosi la mano tra i capelli, si stropiccia la faccia e si china mettendosi con un gesto secco i pantaloni “Cazzo! Coglione! Cazzo!” continua ad esclamare camminando per la stanza stropicciandosi il viso ed io perdo la pazienza.
“Non ho malattie. Hai visto la mia cartella clinica!”
“Non voglio bambini!” mi urla contro lanciandomi il vestito.
“Tranquillo!” gli rispondo alzandomi e vestendomi anche io con un gesto secco, santi vestitini. “Se mai sono rimasta incinta, non vengo a cercarti… e sai come la penso: è meglio che sparisci dalla mia vita se Angela è in arrivo!” prendo le scarpe e la borsa e mi incammino a passo di carica verso la porta.
“Era tutto calcolato?” mi chiede fermandomi per il braccio. E’ furente, come se la colpa fosse mia. E mi dispiace, ma questa volta non ho fatto nulla se non seguire il suo cazzo di proposito di salutarci con del piacevole sesso.
“Cosa?” gli chiedo strattonando il braccio per non farmi più toccare da lui.
“Sono mesi che parli di Angela… e io non ho mai dimenticato di mettermi il preservativo!”
“Mi dispiace tesoro, ma io non c’entro nulla… e poi non capisco quale sia il problema! Sarò l’unica donna che ti sei scopato con il quale non rischi di trovarti l’obbligo di prenderti le tue responsabilità di padre perché io non voglio che mia figlia abbia un padre!”
“Ne parli come se sapessi che Angela è in arrivo!”
“Ho solo risposto alla tua provocazione! Anche perché la tua reazione può essere dettata solo da due rischi: il primo è quello delle malattie, ma sai che sono sana come un pesce. Non ho malattie trasmissibili! La seconda cosa è il rischio che un giorno bussi a questa porta tenendo in braccio tua figlia! Ma sai bene che non mai darei una piaga come un padre a mia figlia… quindi dimmi tu come dovrei parlarne! Forse è di nuovo un bluff… forse Angela non è in arrivo e ti stai scaldando per niente! Hai rovinato il nostro addio come un coglione! Coglione!!!! Addio!” e me ne vado sbattendo la porta. Fulmino con lo sguardo il vicino che si è affacciato e scendo le scale, troppo arrabbiata per aspettare l’ascensore.
Ma non poteva vivere al primo piano?
Arrivo finalmente al piano terra e guardo la porta dell’uscita come se fosse la fine del tunnel. Fanculo Cullen! Leggenda di ‘sto cazzo! Basta un piccolo imprevisto che va in escandescenza! Ma può stare tranquillo, anche fosse avvenuto il miracolo e fossi rimasta incinta, mai darei a mia figlia un padre come lui! Fanculo Cullen!
***
E come un déjà-vu, Cullen ricomincia con i suoi messaggi, le sue telefonate e il suo attaccarsi al mio campanello. Ma questa volta non ho sensi di colpa, quindi non prendo ferie dal lavoro e non mi nego la felicità di vedere i bambini della casa famiglia. La mia vita continua come sempre, solo con un Leggenda noioso e asfissiante a renderla più eccitante, perché sì, mi sto divertendo a scansarlo o fotterlo deviando strada!
Ha provato pure a fermarmi prendendomi per il braccio, ma è bastato iniziare ad urlare aiuto che mi ha lasciata andare come se scottassi. Adoro essere donna!
Voglio solo chiederti di non tenermi all’oscuro se dovessi diventare padre. E.
E con questo ultimo messaggio Edward è svanito dalla mia vita.
Mi domando perché dovrei essere rimasta incinta. Se non è andata a buon fine la prima volta dove tutto era calcolato, non capisco perché questa volta dovrebbe essere differente!
Perché nella mia vita nulla va come deve andare! Ecco perché!
E dopo nemmeno un mese… ecco le due lineette rosa che tanto ho sognato mesi fa che lampeggiano sul test deridendomi!
Urlo la mia rabbia lanciando il test oltre la porta del bagno e scoppio a piangere arrendendomi alla vita che si diverte a rovinarmi tutti i piani!
Capisco il detto: attenzione a cosa desideri, perché potrebbe avverarsi!
Ho desiderato Angela con tutta me stessa… ma la volevo senza padre… solo mia, con il mio amore e la certezza che nessun uomo l’avrebbe fatta soffrire… o almeno, nessun padre!
Ed invece sono qui, ormai da ore, seduta sul pavimento del bagno senza più nemmeno lacrime da versare, che contemplo la parete di fronte a me in attesa che la soluzione si formi con le vie di fuga delle piastrelle.
E adesso cosa faccio?
Non posso non dirlo ad Edward… o sì… posso negare… tanto sa che non è stato il mio unico partner… potrei dirgli che dopo la nostra litigata sono corsa da Marc e gli ho chiesto di donarmi il suo seme… no, meglio non mettere quel figo in mezzo, ha un bel faccino e non vorrei che quel troglodita lo rovinasse… potrei dirgli che non so chi è il padre… che ho provato l’inseminazione artificiale… ma come gli spiegherò che Angela è la sua copia quando la vedrà?
Potrei chiedere il trasferimento in Europa! Sono mesi che il capo me lo propone, potrei accettare… in Italia Edward non mi troverà mai… e quando mia figlia mi chiederà di suo padre? Mentirò anche a lei?
Forse la gravidanza non arriverà a termine… forse questa tensione… ma cosa sto pensando? Sto impazzendo!
Mi trascino nella doccia e accendo il getto sperando che l’acqua mi chiarisca i pensieri.
Alice mi trova così. Completamente vestita, bagnata, con lo sguardo rivolto verso le piastrelle che non si decidono a darmi una soluzione.
“Ma cosa…” mi chiede chiudendo il getto ed io lo riapro. Mi piace sentire il rumore dell’acqua, rende il mondo meno reale. “Ma…” si lamenta richiudendo il getto ed io lo riapro. Sono ancora libera di fare ciò che voglio a casa mia!
“SMETTILA!” strilla tirandomi fuori dalla doccia. “Cosa diavolo è successo?”
“Sono incinta” mormoro scoppiando a piangere e lei esulta come se fosse una notizia da festeggiare. Si ferma e mi guarda confusa “Perché non festeggi? Angela è in arrivo! Il tuo desiderio si è avverato!” 
“Edward è il padre!” dico senza quasi aprire la bocca.
“Come nei piani originali! Fantastico!” batte le mani come se fosse una cosa buona.
“Non voglio che Angela abbia un padre” le ricordo prendendo un asciugamano per asciugarmi il viso… iniziano a darmi fastidio le gocce.
“Oh…” esclama capendo il problema. “Edward deve saperlo”
“Secondo l’etica sì, ma non lo voglio come padre di mia figlia! E’ un porco… ninfomane, vanesio… immaturo… pieno di sé… non è adatto per fare il padre… pochi uomini lo sono e lui non lo è sicuramente!” sbotto estraniando tutti i miei pensieri e scaraventando l’asciugamano nella doccia.
“Come farai adesso?”
“Fuggo in Mozambico” rispondo uscendo dal bagno.
“Ma non è un luogo adatto per crescere un bambino… e non ci sono boutique dove farmi assumere, non ci sono nemmeno le agenzie di pubblicità…”
“Faremo le cameriere…”
“Non ho mai fatto la cameriera… e ho studiato tanto per fare la disegnatrice… non potremmo andare in un paese più vicino… tipo l’Alaska? No, cosa dico, troppo fredda, il bambino crescerebbe con i geloni… in California! Li sono tutti fighi… c’è il sole, l’aria sana… mille opportunità per il bambino e devo chiedere conferma a mia madre, ma ho una zia a Santa Monica… lei potrebbe ospitarci fino a quando non avremo trovato un lavoro!”
“Ma tu hai Jasper…” le ricordo togliendomi i vestiti radici.
“Verrà anche lui!” risponde sicura “Se mi ama mi seguirà… non posso lasciarti andare da sola! Ce lo siamo promesso!”
“Non vado da nessuna parte!” affermo dato che la mia battuta non ha avuto l’effetto desiderato.
“A no?” sospira passandosi la mano sulla fronte “Meglio, meno da organizzare… ma come farai con Edward?”
“Non lo so” ammetto lasciandomi cadere sul letto di faccia “Non lo so” ripeto con la voce attutita dal materasso.
“Diglielo. Solo per liberarti la coscienza… tanto sai come è fatto, sarà felice di non doversi preoccupare delle responsabilità che ha un padre, ti lascerà in pace e tu vivrai serena… senza rimorsi” alzo il viso e mi volto a guardarla.
“Sicura che non avrà pretese? Sicura che mi lascerà crescere questa bambina senza intromettersi?”
Alice si siede sul letto vicino a me e inizia a massaggiarmi la schiena.
“Ti piace Edward… e tu piaci a lui… si vede lontano chilometri anche se voi lo avete sempre negato in nome dei vostri principi strambi…” inizia a pettinarmi i capelli con le mani e continua “Non rischi nulla, Bella. Se non vorrà essere padre… tu e tua figlia avrete la vita che ti eri programmata… se vorrà essere padre… avrai un aiuto in più… come ti avevo detto Rose… in alcuni momenti avrai bisogno di un consiglio dal padre e se lui accetta di esserlo, lo avrai…”
“E se ci abbandonasse… non dico adesso… domani o tra un anno… ma quando Angela avrà quattordici anni… o diciotto… e Edward non cambierà mai…” mi metto seduta e le prendo le mani “Conosco i tipi come Edward… e se Angela lo vedrà con una delle sue amichette? Non voglio rivivere la disperazione di Rose… è già stata dura aiutare un’amica… non riuscirei a sopportarlo con mia figlia…”
“Nessuno sa cosa ci aspetta nel futuro… ma ti conosco e so che non vivrai serena se nasconderai Angela a Edward… penseremo poi alle conseguenze… perché come non sappiamo se andrà tutto bene… non sappiamo nemmeno se andrà tutto male” mi accarezza il viso e mi bacia la fronte “Edward è un uomo buono, come te… ha idee strambe, ma un cuore d’oro… diamogli il beneficio del dubbio…”
Annuisco e gli mando il messaggio prima di cambiare idea.
Solo perché me lo hai chiesto e perché voglio avere la coscienza pulita… nessuna pretesa, nessuna richiesta, solo una semplice informazione: sono incinta. Conosci le mie richieste e come io ho rispettato le tue avvisandoti, tu per piacere rispetta le mie. Buona vita. B.
Sospiro effettivamente senza più quel peso che mi attanagliava lo stomaco e sorrido a Alice. Mi posiziono la mano sulla pancia “Non vedo l’ora di conoscerti, Angela… la mamma ti aspetta” e con un balzo mi alzo, prendendo per mano Alice ed iniziando a saltellare per la stanza festeggiando come si deve la lieta notizia!
 
***
“Ma che cuore avete voi due?” la voce di Jasper mi sveglia da un sogno strano dove i visi di Edward e Angela si sostituiscono vorticosamente.
“Bella è stata chiara fin da subito e non credo che il tuo amico soffra perché lei lo ha liberato dalle sue responsabilità. Vincono tutti in questa faccenda. Bella ha il figlio che voleva e Edward può continuare a piantarlo ovunque senza dover dare conto a nessuno!” mi alzo cercando di non fare rumore e apro leggermente la porta per sentire meglio.
“Ma ti senti quando parli?”
“Si! E non capisco quale sia il problema!” risponde piccata Alice.
“Edward ha un cuore, anche se lo nasconde bene!”
“E non è l’organo che usa maggiormente… usa di più il suo obelisco e se Bella gli permettesse di entrare nella vita della figlia, lui non potrebbe più usarlo con la stessa leggerezza!”
“Ti credevo meno superficiale! Credevo che fossi una di quelle persone che vede oltre la maschera che usa la gente, ma mi sbagliavo!” sento dei fruscii di vestiti.
“Jasper…” Alice lo chiama con la voce tremante… mi affaccio e lo vedo mentre si infila la giacca pronto a uscire. “Jasper…” riprova ma lui scuote il capo facendo un passo verso la porta e spostando il braccio per non farsi prendere da Alice.
“Possibile che voi due litighiate sempre a causa nostra?” esclamo entrando in salotto. “Se reputi che la mia decisione sia sbagliata, dillo a me! Non prendertela con lei” mi avvicino e accarezzo il braccio di Alice. “Lei sta solo seguendo la mia scelta. Edward sa che aspetto suo figlio. Gli ho scritto un messaggio… al quale non ha risposto. E sì, abbiamo un cuore, e sappiamo anche come certe persone possano distruggerlo. Io non voglio che il cuore di mia figlia venga distrutto da un padre. Non voglio perché so cosa significa e non permetterò a nessuno di dare questo dolore a mia figlia….”
“Ma Edward è suo padre… ha il diritto…” prova a replicare Jasper.
“… ha il diritto di cosa eh? Conosci meglio di me Edward e sai che essere padre non è nelle sue corde… tu non parli pensando a Edward o al bambino, tu parli seguendo l’etichetta. Una famiglia prevede un padre, una madre e un figlio per essere felice… ma non è così nella realtà! Se veramente volessi bene a Edward sapresti che è la scelta migliore per lui. Lui non cerca l’amore, lui cerca il sesso occasionale con donne sempre diverse… e questa responsabilità lo castrerebbe, lo renderebbe infelice… ed io voglio bene ad Edward, non voglio rovinagli la vita! Voglio anche bene a mia figlia” mi accarezzo la pancia “E non permetterò a nessuno di spezzarle il cuore. Il mio amore basterà per renderla felice…”
“Ha diritto ad avere un padre…”
“Come tutti!” esplodo infervorandomi “Anche io ne avevo diritto! Anche Alice, anche Rose, anche mia madre… ma non lo abbiamo avuto!” prendo fiato e cerco di calmarmi rendendomi conto che sto urlando e non fa bene al bambino. “Mia madre mi ha dato amore che valeva per cento padri, come la madre di Alice, di Rose… ed io non sarò da meno!”
“Non sapevo… non volevo…”
“Lo so Jasper e non ti incolpo di nulla… ti chiedo solo di pensare con il cuore e non seguendo la testa”
“Edward potrebbe essere un buon padre…” prova a difendere la sua idea.
“E se lo sarà, non negherò a mia figlia di conoscerlo” ci abbracciamo, tutti e tre allontanando ogni disputa o rancore.
***
 Il secondo mese è passato. Edward è svanito, nessuno mi parla di lui e io non chiedo nulla.
La pancia inizia a gonfiarsi e i conati mattutini sono diventati la mia sveglia.
Al lavoro procede tutto bene, o quasi… i miei sbalzi ormonali hanno causato un po’ di litigi, ma sono riuscita a sistemare tutto entro fine giornata. Sono ancora andata alla casa famiglia e credo che continuerò a frequentarla anche quando sarà nata Angela, perché l’energia che mi trasmettono quei bambini è vitale per me.
Oggi poi è un giorno importante. Vedrò per la prima volta Angela. Sarà solo una nocciola, un puntino sullo schermo, ma oggi vedrò con i miei occhi che dentro di me sta crescendo una vita.
Non ho voluto nessuno. Alice si è un po’ offesa, ma è un momento mio e di mia figlia… non voglio nessuno… ed ovviamente la vita non fa ciò che chiedo.
“Come facevi a saperlo?” gli chiedo sedendomi nella sala d’aspetto.
“Alice… ma non è stato facile estorcerle l’informazione” risponde freddo sedendosi ad una sedia di distanza.
“Perché sei qui?”
“Perché è il mio posto”
“Non sei obbligato.”
“Invece sì”
“Sai come la penso”
“Ed infatti non ti ho chiesto nulla.”
“Ma sei qui”
“Ed entrerò con te”
“Non voglio un padre per mia figlia”
“Non vuoi un padre che la faccia soffrire… ed io non la farò soffrire”
Alzo il sopracciglio e lo guardo in attesa che si accorga della stronzata che ha detto.
“Sono suo padre”
“Appunto. Questo conferma che la farai soffrire”
“Non tutti i padri fanno soffrire i propri figli”
Mi posiziono meglio sulla sedia e mi volto completamente verso di lui ed inizio a fissarlo fino a quando non si volta.
“Non sei adatto per fare il padre. Sei un ottimo amante. Un ottimo dirigente. Un ottimo pianista, critico d’arte, nuotatore… ma non penso che ti si addica il ruolo di padre”
“Dato che sono eccellente in tutto perché dubiti nelle mie capacità di padre?”
“Perché un ninfomane, narciso pieno di sé… non può essere un buon padre… forse lo pensi adesso, perché è una novità, una sfida… ma ti annoierai… non concedi il bis a nessuna… a tua figlia non puoi negarlo”
“Sua madre mi ha negato il bis… non io”
“E quando te l’ho concesso… ho rischiato di rovinarti la vita” mi alzo e mi siedo accanto a lui. Gli accarezzo la guancia e gli sorrido gentile. “Forse non te ne rendi conto, ma la via che vuoi prendere ti porterà solo alla tristezza. Tu sei uno spirito libero, un uomo che adora essere venerato dalle donne, che vuole eccellere sempre… non farti questo, non negarti una vita felice per fare quello che, secondo la maggior parte della gente va fatto” Lui mi prende la mano nella sua e vi appoggia la guancia.
“E chi ti dice che io non sia felice con te e lei…”
“La tua natura… Edward… questo è un mio sogno, non il tuo… e la tua reazione quando ti sei accorto di non aver messo il preservativo ne è la conferma.”
“Voglio solo essere presente all’ecografia”
“E io non te lo negherò… hai sette mesi per capire cosa intendo… e non ti ostacolerò nel capirlo… potrai essere presente a tutte le visite che vuoi… ti chiedo solo di farti da parte prima che sia troppo tardi”
Il medico chiama il mio nome ed entriamo insieme. Lo presento come un amico e mi faccio visitare senza guardarlo, completamente rapita dallo schermo sul quale posso vedere la mia tanto attesa bambina.
***
“Non potrei essere lo zio?” mi chiede mentre usciamo dall’ospedale.
Lo guardo interrogativa e lui si passa le mani nei capelli nervosamente. Non mi guarda in viso e mi sembra arrossito.
“Può essere un buon compromesso! Io potrò vedere mia figlia, spacciandomi per uno zio, e potrò allontanarmi se effettivamente non sono portato per fare il padre… se invece ci sono portato… le diremo la verità”
“Ma tu sei fuori!” esclamo dandogli le spalle e affrettando il passo verso la macchina.
“Io voglio essere presente nella sua vita” mi blocca e mi volta poco finemente. “Non puoi negarmelo!”
“Sì che posso!” esclamo sicura.
“No, che non puoi! E’ mia figlia quanto tua!”
“Ma io non cerco una soluzione per fuggire se la situazione non mi piace!”
“Cercavo un compromesso”
“Non esistono compromessi con un figlio! Fatti un favore Edward… dimenticaci e vivi la tua vita spensierata! Non ti porto rancore, anzi ti ringrazio per aver realizzato il mio sogno… quindi te lo dico con il cuore: vivi la tua vita dimenticando di avere una figlia!” e salgo in macchina senza permettergli di sparare altre stronzate, o compromessi come le chiama lui.
***
La tenacia di quell’uomo mi sta facendo pentire di averglielo detto! Dovevo seguire la mia testa ancora confusa dalle lineette e dirgli che mi ero fatta impiantare il seme di Marc!
Ormai è un incubo. Ovunque mi giro c’è lui. Solo… e questo mi preoccupa… da quando Leggenda non ha donne intorno a sé?
“Smettila!” esplodo dopo nemmeno una settimana di pedinamenti.
“Non tocco una donna da quando te ne sei andata dal mio appartamento”
“E si vede!” esclamo guardandolo dalla testa ai piedi “L’astinenza ti fa male! Sei dimagrito, hai un colore assolutamente poco sano e …” annuso l’aria “…puzzi!”
Lui si annusa e si difende “Non puzzo! E non sono dimagrito ed il mio colore è solo dovuto alla mancanza di tempo di andare a fare la lampada!”
“Smettila! Non mi interessa!”
“Ed invece a me sì! Hai deciso tutto tu! Hai deciso per me, per la bambina… non puoi farlo!”
“Invece posso, perché il corpo che diventerà inguardabile dopo la gravidanza è il mio! Posso perché sono io che mi sveglio per vomitare e non posso bere o mangiare quello che voglio! Posso perché questo è il mio sogno e non il tuo!”
Lui mi lascia sfogare e mi sorride.
“Possiamo parlare? Come due adulti… tranquillamente… senza ipotesi avventate o prevedendo il futuro… voglio solo parlarti… e poi ti lascerò in pace se non arriveremo a nulla”.
Sbuffo e annuisco, quindi mi indica di seguirlo e ci sediamo al tavolino del parco.
“Voglio la verità… perché non vuoi condividere con me questo momento?”
“Perché non era nei piani…”
“Nemmeno diventare padre era nei miei… ma lo sarò presto” mi sorride allungando una mano sulla mia “Non ho mai avuto un rapporto con nessuno come quello che ho con te. Quando ti parlo, mi sembra di parlare con me stesso. E lo so che avevo giurato di non essere il tipo… ma tu mi completi…” faccio una smorfia alle sue parole e lui scoppia a ridere “… non intendo nel senso romantico del termine, ovvio. Non mi sento un angelo con un’ala sola e solo abbracciati possiamo volare… o come è la frase… io mi sento completo perché con te posso parlare di tutto e so che non mi giudicherai mai male perché la pensi come me. In quasi trent’anni non avevo mai trovato nessuna che mi capisse come mi capisci tu. Mi indichi le soluzioni sul lavoro, in casa, nell’abbigliamento. Capisci il mio essere vanitoso… e lo esalti invece che volerlo distruggere… sei un’ottima amica, e in queste settimane ho sentito tremendamente la tua mancanza, l’impossibilità di raccontarti cosa mi era successo, ha reso tutto noioso… non è divertente fare qualcosa se dopo non posso raccontartela… mi manchi come amica, come confidente, come amante… mi manchi e non sono più felice… credevo che la mia vita fosse perfetta… e lo era… non sentivo la mancanza di nulla… mentre adesso sento la tua mancanza… non sono felice… e non è il sesso occasionale a rendermi tale… ci ho provato, veramente… ma non provo nulla, se non la voglia che finisca… per venire da te… ti prego, non allontanarmi! Non mi importa cosa dirai a Angela… presentami come suo padre, suo zio, suo fratello, suo nonno… ma non allontanarmi da te… non allontanarmi da lei… posso essere migliore… e voglio esserlo per voi”
Lo guardo tra le lacrime che ormai scendono copiose bagnandomi la faccia, la maglia, le nostre mani unite e un senso di nausea mi assale. Non sono dovute alla gravidanza, ma a me stessa.
“Non… possiamo… perché appena… saprai…” mi asciugo le lacrime e mi faccio forza con un profondo respiro “Io… ho fatto una cosa pessima… non mi merito te… non merito le tue parole…”
“Cosa hai fatto, Bella?”
“La prima volta che siamo stati insieme… non è stato casuale” ammetto senza guardarlo negli occhi.
“Sono io che mi sono avvicinato a te…”
“Seguendo le parole di Jake…”
“Il barista? Cosa c’entra il barista del New Moon?”
Mi allontano leggermente e continuo “Io questo bambino lo cerco da mesi… non mi fidavo della fecondazione assistita… ti rifilano il seme del primo venuto vendendolo come se fosse di un uomo con un fisico da urlo… tempo fa ho provato ad avere una relazione… ero innamorata e stupida, credevo nel noi, credevo nelle sue parole… ma quando ho saltato un ciclo… lui mi ha lasciata spaventato dalle responsabilità… so per certo che qualcosa in me è sbagliato… che la mia vita non prevede un uomo… ho lavorato molto su  me stessa per la relazione con James, non volevo che quel bastardo di mio padre influenzasse la mia vita… ma forse mi ha solo indicato quale fosse il mio destino… non voglio un figlio maschio, ma femmina perché ho paura che, se nascesse maschio anche lui mi abbandonerebbe…” ammetto scoppiando a piangere rendendomi conto di quanto sono patetica.
Lui mi abbraccia, ma io lo allontano.
“Ti ricordi la brutta notizia che ho ricevuto? Quando ho scoperto che non ero incinta?” lui annuisce ed io mi allontano ancora un po’, chiudo gli occhi e lancio la bomba. “Saresti stato tu il padre…”
“Non capisco…” dice con voce tremante, non so se per rabbia o solo confusione.
“Era tutto organizzato… volevo un bambino… nessun uomo… e tu eri perfetto. Un uomo con un fisico da urlo, un quoziente intellettivo oltre la media e nessun interesse a vincoli… più divertente e sicuro della fecondazione assistita” provo a ironizzare, ma il sorriso mi si spegne quando i suoi occhi si uniscono ai miei. Non è il momento di scherzare ed ho paura che stia per esplodere… faccio ancora un passo indietro.
“Tu… hai organizzato tutto per… farti mettere incinta? Mi hai usato come un cavallo da monta?” mi chiede indicandosi e facendo un passo verso di me, ma io mantengo la distanza facendone un altro indietro. “Jake mi ha stuzzicato per approcciarti e tu…” si gratta il capo e mi guarda incuriosito “Ma ancora non capisco come avrei potuto essere il padre di quel bambino… abbiamo usato i preservativi.”
“Preservativi bucati…” mormoro facendo un ulteriore passo indietro mentre vedo il suo corpo andare in ebollizione.
“TU…” mi fulmina con lo sguardo, rosso in viso, e facendo due passi decisi verso di me “TU… hai cercato di fottermi fottendomi?”
Annuisco aumentando la distanza tra me e lui.
“TU hai cercato di avere il mio seme senza il mio consenso?” Annuisco ancora e controllo di essere vicino all’uscita.
“TU mi hai usato!” nego vigorosamente, ma il suo sguardo ammonitore mi convince a non negare l’evidenza e annuisco con lo stesso vigore.
“Capisci perché non voglio…”
“TU MI HAI USATO COME UN CAVALLO DA MONTA?” esplode avvicinandosi a passo di carica ed io mi volto per scappare più velocemente dalla sua furia, ma lui mi placca e con uno strattone mi fa voltare e mi trattiene tenendomi per le spalle “TU mi hai usato! TU mi hai nascosto le tue intenzioni di quella sera per tutto questo tempo! TU mi hai negato una seconda occasione attentando alla mia autostima perché… perché…”
“Mi sentivo in colpa…” gli spiego sperando che mi creda.
Ci pensa ed annuisce, tornando a guardarmi con sguardo pieno di odio “TU volevi usare il DNA di Marc, volevi ingannarlo come hai ingannato me? Con quanti uomini hai provato?” non gli permetto di fare certe insinuazioni e provo a schiaffeggiarlo, ma lui mi blocca sorridendo demoniaco. “No, carina! Non deturperai più il mio viso. Dimmi con quanti uomini hai provato la tua tattica… Dimmelo!”
“Solo con te!” gli urlo in faccia con rabbia “Ci ho provato solo con te! E vedendo che non ero rimasta incinta ho pensato che fossi sterile!” esclamo solo per offenderlo.
“Non sono sterile e Angela ne è la prova!” mi risponde stringendo la mano intorno al mio polso ancora a mezz’aria.
“Sicuro che il bambino sia tuo? Sai quanto me con quanti uomini sono stata… chi ti dice che il bambino sia tuo?” e con quelle parole, distruggo definitivamente ogni sua speranza di essere il padre di Angela.
Mi lascia andare come scottato e si volta senza dire nulla, con il capo chino e sconfitto. Cammina stanco, con lo sguardo perso ed io scoppio a piangere consapevole di essere stata perfida ingiustamente… ma non posso rischiare… non voglio rischiare… troppe volte il mio cuore è stato mandato in frantumi da uomini che amavo… presto avrò una figlia e devo difendermi e difenderla dagli uomini e dal loro cuore di pietra.
***
Torno a casa con passo lento domandandomi il perché abbia dovuto dirgli quelle cose. E’ lui il padre, lo so per certo! Ammetto di aver avuto una vita sessuale attiva, ovviamente non quanto la sua, e ogni volta ho usato il preservativo perché non volevo un donatore qualsiasi…
Cammino senza vedere dove sto andando e non mi accorgo di aver superato casa mia. Cammino e penso. Penso e cammino. L’immagine di Angela mi ballonzola davanti e il suo viso cambia ad ogni passo. Mi sorride dolce, allungando le braccine per abbracciarmi, mi inveisce contro per la scelta di non averle dato un padre, piange disperata incolpandomi di averle presentato un padre che preferisce il divertimento di una notte alla figlia… il viso di Edward sorridente mentre abbraccia Angela e la bacia sulla fronte, il suo viso accaldato mentre scopa una sconosciuta, oppure furente per avergli rovinato la vita, per avergli tarpato le ali… le immagini iniziano a vorticarmi così velocemente davanti agli occhi da farmi venire le vertigini. Cerco un appoggio mentre il mondo inizia a girare e la voce di Angela mi riempie le orecchie. Mi accascio a terra e mi lascio scivolare nella pace del buio mentre le immagini di mia figlia si affievoliscono insieme alla sua voce.



 
ATTENZIONE SPOILER
Voglio bene a Bella. È la sorella che non ho mai avuto, la mia miglior amica con il quale ho condiviso in poco tempo gioie e dolori… ogni cosa che facevo era più divertente perché sapevo che poi l’avrei condivisa con lei… era il pepe della mia vita…
 
IN ATTESA DEI PROSSIMI CAPITOLI... Fate un salto nelle altre mie storie e fatemi sapere cosa ne pensate!!!
from twilight to sunrise edward - POV Edward in NEW MOON (Completa)
Padre senza saperlo - un'isola, una regola... e le sue conseguenze! (Completa)
La donna più felice del mondo - un ragazzo, una ragazza e qualcuno di troppo! (Completa)
Devi essere indipendente - facile innamorarsi di un uomo sexy pieno di soldi, e se fosse solo un sexy imbianchino? (Completa)
Il mio incubo personale - a volte cambiare città non basta per dimenticare (Completa)
Vuoi Compagnia? un uomo, una donna ed un mondo in rovina... quando il sognare è forse l'unica salvezza (completa)
Una cotta pericolosa - e se un gioco ti si rivoltasse contro? (completa... sia la prima che la seconda parte... in corso la terza parte!)

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Parte Quarta - POV Edward ***


Ciaooo!!!
Scusate il ritardo, ma non riesco proprio ad organizzare lavoro, famiglia e storie... ma oggi ci sono e colgo l'occasione!
Lo so che per seguire lo schema dovrei aggiornare "Cotta"... ma sono curiosa di sapere cosa ne pensate di questo capitolo di "Voglio un bambino"... quinidi... ecco a voi il penultimo capitolo!
BUONA LETTURA!!!
 
Image and video hosting by TinyPic

PARTE QUARTA - POV Edward 

Dio quanto la odio! Ma perché ha dovuto entrare nella mia vita? Perché mi sono fatto convincere da quel barista? Ah già… perché mi hanno manipolato! Hanno giocato sporco, sfruttando il mio punto debole: le donne!
Sono sempre stato orgoglioso di essere reputato uno stallone, ma mai avrei pensato di essere usato come cavallo da monta! Dio quanto sono caduto in basso.
Sono una fan di Star War… sto cazzo!
Mi aveva detto che erano magici, ma credevo si riferisse al fatto che illuminavano il mio obelisco rendendolo degno della spada laser di Obi-Wan Kenobi, non perché mi stavano fregando senza che me ne accorgessi!
Sicuro che il bambino sia tuo?
Tiro un calcio al marciapiede ed un pugno al muro! Cazzo! Sì che sono sicuro che il bambino è mio! Perché non dovrebbe essere mio? Ha sempre avuto rapporti protetti… però il discorso che ha fatto su quel damerino, Marc… forse ha provato anche con lui… forse ha provato con tutti… alla fine sceglieva con attenzione i suoi partner. Dovevano essere alti, muscolosi, con gli occhi chiari e i capelli castano tendenti al biondo… solo con Marc ha fatto eccezione, perché diceva che i capelli corvini risaltavano l’azzurro dei suoi occhi… gne gne gne!
E quel bel imbusto le ha pure chiesto di sposarla! HA! Ma come fai a chiedere una cosa del genere a una donna che hai appena conosciuto?
Però aspetta… aveva l’anello, era preparato… forse la conosceva già… è l’unico che non corrisponde al tipo che solitamente Bella sceglieva… si sono chiamati subito per nome e lui non ha nemmeno dovuto faticare troppo… IDIOTA! Certo che si conoscevano e certo che il bambino non è mio!
Altro che “Continua con la tua vita… dimenticati di avere una figlia…” certo che lo dimentico, perché quella non è mia figlia!
Uno strano dolore allo stomaco mi fa accasciare sulla prima panchina. I miei occhi pungono mentre continuo a ripetermi che Angela non è figlia mia… è di Marc o di qualche altro sprovveduto che ha creduto al viso angelico di quella tigre manipolatrice.
Ma più ci penso e più non ci credo.
Isabella non è capace a mentire così a lungo… mi ha sempre raccontato tutto dei suoi incontri di sesso sfrenato, mi ha raccontato i suoi sogni e non ha mai mentito ad una domanda diretta… ma il vero punto non è se ha mentito o no… il vero punto è: riuscirò a vivere lontano da lei? Lontano dalla persona con cui mi sono sentito sempre a mio agio, con cui non ho mai avuto problemi a dire tutto ciò che pensavo, sognavo, speravo?
Voglio bene a Bella. È la sorella che non ho mai avuto, la mia miglior amica con cui ho condiviso in poco tempo gioie e dolori… ogni cosa che facevo era più divertente perché sapevo che poi l’avrei condivisa con lei… era il pepe della mia vita…
Ma alla fine? Cosa mi interessa? Non mi importa di chi sia quel bambino. È il sogno di Bella e lo ha realizzato… dovrei gioire solo per quello! Ha sempre detto che non poteva reputare la sua vita perfetta fino a quando non fosse diventata madre e tra pochi mesi lo sarà… forse anche io sarò padre… o forse no…
Una cosa è certa: da quando Bella è entrata nella mia vita… l’ha migliorata tantissimo anche se credevo fosse impossibile… e non voglio perderla, voglio esserci quando vedrà realizzato il suo sogno… voglio gioire con lei, piangere con lei… e bestemmiare quando la bambina non dormirà la notte, si sporcherà tutta… ridere alle sue prime parole, ai suoi primi buffi passi… ma cosa diavolo sto dicendo?
Sono veramente così masochista da starle vicino e aiutarla a crescere un bambino? Io non ho mai avuto l’istinto paterno! Ho sempre odiato i marmocchi e ho sempre scelto locali dove ero certo di non trovarne. Non sono nemmeno andato a visitare mio cugino quando è nata la bambina… sto impazzendo… Bella mi ha fatto impazzire… o forse l’astinenza…
Sì, è sicuramente l’astinenza e l’assuefazione alla presenza di Bella. Devo rimediare e subito!
Corro per il viale mentre scorro la rubrica alla ricerca del numero di telefono di una ragazza che non ha ancora provato la mia bravura sotto le lenzuola ed esulto quando lo trovo e la chiamo continuando a correre verso casa per prepararmi.
Un capannello di persone attirano la mia attenzione. Sono tutte chine verso qualcuno steso a terra. È una donna, ha i capelli castani come Bella… il vestito rosso come quello di Bella… è Bella!
Spengo la chiamata senza preoccuparmi di passare per maleducato e mi faccio largo tra i curiosi. Un ragazzo le sta tenendo la testa e la chiama dandole degli schiaffetti. Qualcuno dice di chiamare un’ambulanza, altri danno consigli su come fare per farla rinvenire… io mi inginocchio vicino a lei e la vedo aprire gli occhi.
“Sto bene… solo un piccolo mancamento… ho fame” mormora con la bocca impastata.
“Portatele un po’ d’acqua, fatela respirare” ordino mentre in malo modo allontano il ragazzo e prendo il suo posto “Bella. Sono Edward… cosa è successo?” le chiedo toccandole la fronte e accarezzandole la guancia ghiacciata.
“Ho avuto una vertigine… ho fame” mormora massaggiandosi la pancia.
Mi passano il bicchiere e glielo porgo aiutandola a bere. “Ho fame…” ripete.
“Vieni, ti porto a casa.” la prendo in braccio e mi faccio largo tra i curiosi “Tutto a posto signori. Sono suo marito. Sta bene… potete andare” e mi incammino verso casa, la mia vera casa.
“Posso camminare… adesso sto bene” brontola cercando di scendere, ma io la stringo a me.
“Dal viso da vampira che ti ritrovi non si direbbe…” le rispondo sorridendole “Fai la brava bambina e non ti agitare che già pesi…” scherzo ricevendo uno scappellotto.
“Non sono pesante” mette il broncio incrociando le braccia.
“No… ma nemmeno una piuma… quindi buona che siamo arrivati” e la faccio scendere di fronte alla porta di casa.
“Dove siamo?” mi chiede ammirando la facciata del palazzo.
“A casa mia… sei stata fortunata a svenire a pochi metri da qui… ho il frigo imbandito!” le strizzo l’occhio e spalanco la porta invitandola ad entrare.
Cammina lenta guardandosi intorno. È stupita e si vede dalla sua bocca semi aperta e dai suoi occhi che osservano ogni dettaglio della casa.
“L’ho arredata insieme a mia madre…” spiego per spezzare il silenzio “Ma vieni, la cucina è di qua” e le poso la mano alla base della schiena dirigendola verso la cucina.
Apro il frigo e inizio a cercare tra le leccornie che mi ha lasciato mia madre “dolce o salato?” le chiedo spostando alcune teglie.
“Salato” risponde, così le porgo le lasagne. Si lecca le labbra guardandole con occhi lucidi. Dopo averle riscaldate le porgo il piatto e mi siedo accanto a lei.
“Cosa è successo?” le chiedo appena ha finito il primo piatto.
“Ho saltato il pranzo… e mangiato poco a colazione… ho camminato a lungo e le forze mi sono venute meno” sintetizza riempiendosi nuovamente il piatto “Posso?” mi chiede dopo aver preso un’altra porzione abbondante di lasagne, ed io annuisco sorridendo.
“Perché eri qui? Casa tua è lontana”
“Mi sono persa… pensavo mentre camminavo e non ho visto dove stavo andando…”
“Stai meglio?”
Annuisce e si pulisce la bocca prima di bere tutto d’un fiato un bicchiere d’acqua.
“Se ne vuoi ancora…” le propongo avvicinandole la teglia, ma lei nega posandosi la mano sulla pancia.
“No, grazie. Squisite! Complimenti al cuoco… ma credo di essere sazia”
“Vuoi andare in ospedale?”
Lei mi guarda senza capire, poi si appoggia la mano sulla pancia e mi guarda spaventata.
“Dici che… che dovrei andare? Che può essere successo qualcosa ad Angela?”
Appoggio d’istinto la mano sulla sua che accarezza l’addome “Non credo sia il caso, ma se vuoi, posso accompagnarti”
“Posso andare un attimo in bagno?” e si alza guardando la sedia.
“In fondo al corridoio” le indico alzandomi e accompagnandola. Lei corre all’interno e dopo pochi secondi esce con un sorriso.
“Tutto a posto. Quindi non penso sia successo qualcosa ad Angela. E’ stato solo un mancamento per la fame… devo ricordarmi che non posso saltare i pasti… non più!” sorride continuando a toccarsi la pancia.
“E’ a causa della nostra litigata che…”
“NO! figurati! Solo carenza di zuccheri” mi rassicura dandomi un buffetto “Litigare con te non mi porta svenimenti… semmai mi fa ribollire il sangue” scherza spostandosi verso la cucina ed io la fermo. La prendo per mano e la faccio accomodare sul divano in salotto.
“Perché mi hai usato?”
“Perché il tuo DNA è il migliore sulla piazza!” risponde sincera facendo piroettare il mio ego “Mi dispiace per ciò che ti ho fatto… ma volevo una bambina bellissima ed il tuo DNA me lo avrebbe assicurato” un'altra piroetta dell’ego… se continua inizierò a volare per la stanza… ma sta giocando sporco, di nuovo, sfrutta un mio punto debole per non subire le conseguenze.
“Avrei potuto avere qualche malattia” le faccio notare ammonendola con lo sguardo.
“Sei sano come un pesce e da generazioni la tua famiglia non ha malattie genetiche pericolose…” risponde coprendosi immediatamente la bocca.
“Come sai della mia famiglia?” le chiedo sentendo la rabbia tornare.
Lei sospira e si sistema perfettamente di fronte a me “Sono una persona meschina, manipolatrice… fai bene a starmi lontano… fai bene a odiarmi… ho fatto cose bruttissime pur di avere il tuo seme… e me ne pento, lo giuro… ma non posso cambiare il passato…”
“Come reagiresti se ti dicessi che ti ho usata?” le chiedo arrabbiato, e lei alza un sopracciglio.
“Perché, non lo hai fatto? Forse per un motivo diverso… ma lo hai fatto”
Nego con il capo anche se so che ha ragione.
“Hai sempre usato le donne. In modo gentile, galante… ma le hai usate per pompare il tuo ego e godere…”
“Ma non le ho mai usate per diventare padre…” le faccio notare.
“Touché! Ma comunque le hai usate… le hai sempre usate… da quando hai scoperto il sesso…”
“Anche tu” la accuso, ma lei nega con vigore.
“No, mi dispiace. Ho conosciuto il sesso tardi… con James… e credevo fosse amore. Ho investito tutte le mie energie in quel rapporto, ma non ho avuto nulla in cambio se non la conferma che gli uomini vanni bene solo per la ginnastica da letto. Credevo veramente nell’amore e nel sesso come una conseguenza… è la vita che mi ha fatto capire che sbagliavo, che gli uomini non potevano essere nient’altro che un mezzo per svagarmi… ma ammetto che in ogni rapporto ho sperato di trovare l’uomo giusto… che fosse l’uomo che mi avrebbe fatto capire che l’amore esiste anche per me… ed ovviamente così non è stato… ho dovuto difendermi… difendere il mio cuore… ma ho anche solo 25 anni… non posso diventare suora di clausura!” termina facendo una smorfia.
“E Marc?”
“Marc è un uomo fantastico… forse dovevo rispondere di sì e fuggire con lui a Las Vegas… ma qualcosa non tornava… nei suoi occhi vedevo la sincerità, forse è la persona perfetta per me, il padre perfetto per mia figlia… ma qualcosa all’altezza del mio stomaco mi ha fatto rispondere di no.”
“Lo conoscevi già?”
“Sì. Lo avevo conosciuto mesi fa in un locale e ogni tanto me lo ritrovavo tra i piedi. È sempre stato molto galante con me… non ci ha mai provato in quel senso… infatti è l’unico con il quale sono andata al ristorante e poi al cinema…”
“E poi a letto” finisco per lei con tono duro.
“E poi a letto.” Chiude gli occhi e scuote il capo “Forse era quello giusto…”
“E allora chiamalo!” le propongo passandole il mio cellulare, ma lei mi fa chiudere le dita su di esso.
“Non è quello giusto per me… forse per mia figlia… ma non per me… non c’era chimica… mancava qualcosa anche nel sesso…”
“Un incapace…” soffio stizzito.
“O non è Leggenda” sussurra abbassando il capo ed io spalanco gli occhi.
“E’ lui il padre del bambino?” lei annuisce ed io mi alzo con uno scatto passandomi le mani nei capelli. Mi infastidisce il pensiero che in lei stia crescendo il figlio di un altro…
Il cellulare inizia a squillare. Non lo considero, gli lancio solo un’occhiata mentre inizio a stropicciarmi la faccia. Non voglio litigare con Bella… ma non sono sicuro che questa amicizia possa funzionare. Il cellulare ricomincia a squillare ed io sbuffo ma non rispondo.
“Forse è meglio che rispondi… bionda vogliosa ha urgenza di sentirti” mi dice Bella passandomi il cellulare “E’ meglio che tolga il disturbo. Grazie per le lasagne e grazie per non essere arrabbiato con me dopo ciò che ti ho fatto” mi dà un bacio sulla guancia ed io la trattengo contro di me.
“Sono arrabbiato per ciò che mi hai fatto. Sono arrabbiato perché reputi Marc l’uomo giusto per tua figlia. Sono arrabbiato perché non voglio che tu mi allontani dalla tua vita. Sono arrabbiato… e tanto” le soffio all’orecchio mentre stringo maggiormente la presa sul suo fianco. “Non voglio che togli il disturbo” continuo iniziando a baciarle il collo “Non voglio rispondere a bionda vogliosa o rossa di fuoco o mora con bocca da pompino” continuo risalendo verso il lobo “Voglio fare il tris con te. Voglio far parte della tua vita. Voglio aiutarti a crescere Angela anche se non sono il padre. Voglio che ti fidi di me e mi dia una possibilità. Voglio far parte della tua vita perfetta e renderla ancora più perfetta.” Ormai la mia voce è solo un bisbiglio mentre continuo a baciarla dalle spalle all’orecchio in un saliscendi sempre più passionale.
“Ti ho usato come cavallo da monta” mi ricorda con voce ormai roca, mentre le sue gambe cedono leggermente sotto i miei baci.
“E adesso usami come stallone” la prendo in braccio e la bacio con passione unendo le nostre labbra come se fosse l’unico modo per respirare.
La porto nella mia camera da letto e ci corichiamo sopra le lenzuola di cotone. Ci baciamo con sempre più foga mentre le nostre mani prendono vita propria e ci liberano dei vestiti. Mi avvento sul suo seno e lo bacio, lo mordo, lo lecco, mentre le mie mani scendono verso il suo centro pulsante. È bagnata ed entro in lei con un dito, due dita… ed inizio a penetrarla seguendo il ritmo delle nostre lingue che lottano senza tregua. La sua mano afferra la mia eccitazione e la massaggia con maestria portandomi vicino all’orgasmo. Con un colpo di reni la faccio sedere su di me, invertendo le posizioni e la penetro lentamente gustandomi il suo viso contratto dal piacere. “Sei una ninfa… la mia ninfa” mormoro con il fiato spezzato mentre inizia a cavalcarmi. Lotto contro le palpebre che vogliono chiudersi per gustarsi completamente il piacere e osservo la mia amazzone che mi cavalca come un vero stallone. I suoi muscoli mi stringono mentre viene urlando il mio nome ed io la seguo pompando con più forza in lei. I movimenti rallentano, man mano che il piacere si dipana e la stringo a me quando si accascia sul mio petto. Le bacio la testa e le accarezzo i capelli, mentre chiudo gli occhi per assaporarmi il momento.
Sono ancora in lei, e non voglio uscire, mi piace questo senso di completezza. Sto bene così… con l’obelisco al sicuro nel suo centro ed il suo seno appoggiato al mio torace, le sue mani che mi accarezzano l’avambraccio, mentre la sua bocca mi bacia pigra i capezzoli.
“Così mi devi usare…” mormoro facendola sorridere.
“Un vero stallone… con un pedigree niente male…” scherza prima di ricatturarmi le labbra con i denti.
La mia tigre camuffata in ninfa… la mia miglior amica… la mia amante… la mia donna…
“E’ di Leggenda… non voglio altri DNA nella mia discendenza” ammette appoggiando la fronte alla mia e guardandomi negli occhi.
“Perché hai detto quelle cose al parco?”
“Perché non voglio che tu faccia soffrire mia figlia… ho paura…” si allontana con un sospiro e si corica sul letto con il viso rivolto verso il soffitto ed il corpo coperto dal lenzuolo “Ho paura… non voglio soffrire e con te soffrirò… non riesco più ad accettare di vederti con le altre… ma non voglio nemmeno vietarti di essere te stesso… non volevo fotterti in quel senso quella sera… e non credevo che saremmo mai diventati amici…” si alza ed inizia a cercare i vestiti sparsi per la camera.
“Quindi non ho possibilità… vuoi per forza chiudere con me qualsiasi cosa ci sia tra noi?” le chiedo sedendomi sul letto e lei annuisce.
Si riveste e si siede vicino a me. “Non esiste l’amicizia tra uomo e donna… non per me… e questa farsa l’abbiamo tirata troppo per le lunghe. Adesso ho una bambina a cui pensare e tu molte donne da soddisfare…” mi accarezza il viso e le fermo la mano stringendola tra la mia e la guancia.
“Voglio soddisfare solo due donne nella mia vita… Bella e Angela… le conosci?” le chiedo facendo il sorriso da cucciolo che lei adora.
“Non ti credo. Mi dispiace” afferma scuotendo il capo.
“Perché?”
“Perché so che lo pensi adesso. Ma so che tra alcuni anni te ne pentirai… sei un spirito libero Edward… non sei un uomo che crede nell’amore… non lo cerca e non lo vuole… e ti capisco, sia chiaro… ma credo che sia l’unico sentimento che potrebbe assicurare una vita serena a mia figlia” mi sorride triste e si alza mettendosi l’ultima scarpa.
“Si sente parlare di amori che finiscono, mai di amicizie… perché quelle sono eterne veramente” mi difendo cercando di farle capire che sbaglia.
“Fa più rumore un amore che finisce che un’amicizia che finisce… è diverso… ma non ti crucciare…”
“Io mi cruccio eccome!” rispondo alzandomi e andandole incontro “Sto per diventare padre e non voglio perdermi questo momento! Lo so che non era nei miei piani e so anche che posso sembrare un ragazzino non cresciuto… ma ho avuto un buon esempio di padre e saprò essere come lui!”
“Tu non capisci… IO.NON.VOGLIO.UN.PADRE.PER.MIA.FIGLIA. Io non voglio avere vicino un uomo che di giorno fa il buon padre e di notte si scopa ogni donna che trova! Io non sono capace di reggere una situazione del genere! Io non voglio una situazione del genere! Io voglio un uomo che mi ami! Che ami mia figlia! Che ci faccia sentire come mai nessuno è riuscito!” urla con la faccia rossa di rabbia e stringendo i pugni. Prende un respiro e continua “Vuoi diventare padre? Vuoi fare il padre?” io annuisco “BENE! Ingravida qualche donna con un buon DNA e lascia in pace me e mia figlia!” ed esce dalla stanza sbattendo la porta. Rimango senza parole guardando il punto in cui è svanita e sobbalzo nel sentire anche la porta d’ingresso sbattere.
Io voglio essere padre… ma non di una bambina qualsiasi… e non voglio fecondare nessuna… perché ho già ingravidato la donna che voglio!
***
Rimango in casa per tutta la sera. Tolgo la sim dal cellulare con il numero riservato alle conquiste e la butto nel cestino. Le mille telefonate di donne dai nomi salvati improponibili mi stanno disturbando.
Devo pensare. Devo capire… e in fretta.
Sono innamorato di Bella? No, ma le voglio un bene dell’anima.
Mi immagino una vita senza di lei? No, e non voglio nemmeno pensarci.
Mi eccita pensare alle mille donne che mi fanno di tutto? No, ma mi eccita ripensare alle volte che ho scopato con Bella.
Riesco a immaginarmi con un bambino in braccio? No, ma il pensiero di prendere in braccio Angela mi fa sorridere e provare uno strano senso di pace.
Sono disposto ad abbandonare la mia vita da scopatore selvaggio, per una vita dedita alla famiglia? …
Devo parlare con Jasper… o con mio padre… no, meglio Jasper!
Il suo cellulare squilla a vuoto ed io inizio a camminare nervoso per la sala ricomponendo il numero. Una volta, due, tre, quattro…
“Pronto” risponde con il fiato corto come se avesse corso.
“Jasper, disturbo?”
“Sì!” risponde secco e riprendendo fiato. “Cosa vuoi?”
“Parlare.”
“Uff… arrivo, dammi… mezz’oretta…” sento dei baci e dei fruscii “Un’ora… e se non arrivo… richiama…” e lancia senza staccare la chiamata rendendomi partecipe del momento che sta vivendo.
“Porco!” mormoro spegnendo il cellulare.
Devo uscire. L’aria viziata della casa non mi aiuta a pensare. Devo uscire. Camminare. Pensare. Capire.
Vago senza meta per la città. Sorrido alle ragazze che mi mangiano con lo sguardo, ma sorrido di più nel vedere le persone che passeggiano mano nella mano, con la spalla della compagna appoggiata a quella di lui. Le coppie innamorate sono veramente belle! I loro occhi luccicano e vedono solo l’amato. I loro corpi si cercano come calamite e non riescono a non toccarsi.
Una coppia in particolare attira la mia attenzione. Sono due ragazzini, avranno sedici o diciassette anni… l’adolescenza, la culla dell’amore eterno che dura una settimana.
Si baciano con passione, incuranti dei passanti o dei vecchietti che li guardano stizziti. Si mormorano parole dolci mentre con le mani si palpano senza pudore. Amore e passione… un mix perfetto!
Bella… la mia ninfa… nessuna scopata è stata più la stessa dopo averlo fatto con lei… nessuna donna è più riuscita ad eccitarmi nemmeno con il miglior lavoro di bocca… ma Bella ci riesce anche solo guardandomi.
Non sento però le farfalle nello stomaco. Non vedo i cuoricini quando penso a lei. Non sento il mio cuore battere in modo diverso. Non mi sento volteggiare per aria pensando a lei. Ma sento il mio obelisco pulsare nei pantaloni con la voglia irrefrenabile di ritornare dentro di lei. Mi vien voglia di leccarmi le labbra pensando ai suoi baci e mi vien voglia di spaccare la faccia a tutti quei maschietti che le ronzano intorno… lo ammetto… ho sempre nascosto il fastidio che provavo nel vederla con gli altri. All’inizio no, era divertente parlare con una donna di quei momenti e sentirla raccontare dell’avventura della sera prima, mi piaceva, perché prendevo appunti mentali per migliorare le mie arti amatorie… ma con il passare dei giorni… nascondevo il fastidio ridendo sguaiatamente o interrompendo i suoi racconti con i miei…
Ed adesso non riesco proprio a immaginarla tra le braccia di un altro. La sua pelle a contatto di un’altra pelle che non è la mia, le mani di un altro che la toccano e le dita che si infilano in lei… meglio cambiare pensieri prima di spaccare la faccia al primo passante solo per sfogare la rabbia.
Sono geloso… ok, lo ammetto.
Ma non sono innamorato… non ho i sintomi giusti!
Forse ha ragione lei, devo lasciarla andare e darle la possibilità di conoscere l’uomo che la amerà e amerà mia figlia come fosse sua… no, non ce la faccio, non posso, non voglio.
Voglio andare da lei, voglio parlarle, voglio convincerla che possiamo farcela, che non mi scoperò nessuna… no, meglio darle tempo…
 
*** 
E il premio per il miglior coglione va a: Leggenda Coglione Cullen!
Diamole tempo, prendiamo tempo… e nel mentre il damerino Marc se la sta lavorando!
Sono riuscito a parlarle ancora. Risponde alle mie telefonate e mi avverte quando ha le visite… ma qualcosa tra di noi si è spezzato… e di conseguenza qualcosa in me.
Ogni giorno che passa diventa sempre più bella. Le è cresciuto il seno e la pancia inizia a intravedersi. Ha una luce nuova negli occhi e il suo sorriso è ancora più dolce. Passerei ore a osservarla mentre si accarezza la pancia estraniandosi dal mondo. Ma da buon coglione sto tenendo le distanze.
Non ho più scopato con nessuna, se ve lo state domandando….
Lo dico a voi, ma lo negherò fino alla morte… non mi si drizza più… solo quando sono con lei il mio obelisco reagisce e questa non è una cosa buona…
“Credo che accetterò la proposta di Marc…” mi fa tornare al presente Bella accarezzandosi la pancia seduta nella sala d’aspetto.
“Scusa?” le chiedo sperando di non aver capito.
“Ha ragione Rose… non posso affrontare tutto questo da sola... e lui sarà un buon padre per Angela.”
“Angela ce l’ha un padre…”
“Sarà un padre premuroso, presente… si impegna a farmi sentire unica… importante… lo farà anche con lei…” continua ignorando le mie parole.
“Ma ci sono io qui adesso… Angela ha il mio DNA…”
“Non è venuto per rispetto della mia scelta” e finalmente alza il viso per guardarmi. “Lui è perfetto come padre…”
“Ti ama?” chiedo, e lei annuisce.
“Lo ami?” chiedo, mentre si accarezza la pancia.
“Che famiglia vuoi dare a nostra figlia? Come credi che crescerà con una madre infelice?”
“Io non sarò infelice…”
“Lo ami?” le chiedo nuovamente.
“E’ il padre perfetto…”
Le alzo il viso e la guardo negli occhi. “Mi vuoi lontano da nostra figlia perché hai paura che con il tempo io sarò infelice, ma stai accentando una proposta che renderà te infelice! Ti rendi conto che non ha senso? Perché vuoi una vita senza amore invece che rischiare una vita con me?”
“Perché Marc mi ama…”
“Anche io” dico senza pensare e mi accorgo di ciò che ho detto quando spalanca gli occhi. “Ti amo, Bella.” Ripeto sapendo che non sto mentendo “E non mi interessano le altre donne… credevi che sarei stato infelice se avessi scelto una vita monogama… e sbagliavi perché io sono già infelice e sto facendo una vita di clausura. Non mi interessa scopare le altre, non mi interessa divertirmi come un adolescente! Voglio te nel mio letto. Voglio stare tra le tue gambe. Voglio te sempre. Al mattino, la sera, di notte… e voglio Angela. Voglio passare le notti in bianco... voglio…” ma le sue labbra interrompono il mio sproloquio. Ci baciamo come quei due adolescenti al parco e siamo così presi dal momento che non sentiamo quando ci chiamano per la visita.
Un’infermiera imbarazzata spezza la magia.
“La dottoressa vi attende” ci avvisa rossa in volto e indicando la porta aperta dell’ambulatorio.
Noi annuiamo ricomponendoci ed entrami con il fiato ancora corto. Ci teniamo per mano, intrecciando le dita e stringendole per paura che l’altro scappi.
La dottoressa fa le classiche domande e fa coricare Bella sul lettino. Le mette il gel ed io, per la prima volta, mi avvicino e le tengo la mano.
L’immagine di Angela sullo schermo mi fa pizzicare gli occhi. E’ in posizione fetale, con il ditino in bocca. Si vede perfettamente la testa, il corpo… e il pistolino.
“Credo che non potrai cancellare dalla lista il desiderio di avere una bambina” esclamo sorridendo e Bella mi guarda come se fossi pazzo. Indico lo schermo e ridendo continuo “Si vede che è mio figlio!”
“E’ un maschio…” mormora portandosi la mano alla bocca “Ed è dotato…” scherza scoppiando in lacrime.
Mi chino su di lei e la abbraccio forte mentre lascio libere anche le mie lacrime…
“Dovremo riprovare… il mio DNA è a tua disposizione” le sussurro all’orecchio ridendo e piangendo nello stesso tempo, mentre il battito del cuore di nostro figlio riempie la stanza.

 
ATTENZIONE SPOILER
Non è vero... non c'è uno spoiler... devo ancora decidere quale epilogo mettere... quello di lui o quello di lei... non so... sono indecisa!! 
 
IN ATTESA DEI PROSSIMI CAPITOLI... Fate un salto nelle altre mie storie e fatemi sapere cosa ne pensate!!!
from twilight to sunrise edward - POV Edward in NEW MOON (Completa)
Padre senza saperlo - un'isola, una regola... e le sue conseguenze! (Completa)
La donna più felice del mondo - un ragazzo, una ragazza e qualcuno di troppo! (Completa)
Devi essere indipendente - facile innamorarsi di un uomo sexy pieno di soldi, e se fosse solo un sexy imbianchino? (Completa)
Il mio incubo personale - a volte cambiare città non basta per dimenticare (Completa)
Vuoi Compagnia? un uomo, una donna ed un mondo in rovina... quando il sognare è forse l'unica salvezza (completa)
Una cotta pericolosa - e se un gioco ti si rivoltasse contro? (completa... sia la prima che la seconda parte... in corso la terza parte!)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Epilogo ***


Ciao a tutte e grazie per avermi seguita in questa pazza storia nata dal troppo cioccolato! ahahaha
Alla fine ho seguito il vostro consiglio e posto entrambi gli epiloghi! Non li ho modificati, li pubblico come sono usciti dalla mia testolina e quindi... forse ci saranno delle ripetizioni, ma le ho lasciate per enfatizzare il fatto che Edward e Bella si assomigliano più di quanto loro stessi immaginano... ma non mi dilungo e vi lascio alla lettura!

GRAZIE ANCORA A TUTTE!!!!


 

Image and video hosting by TinyPic

CINQUE ANNI DOPO

A dispetto di ogni aspettativa… sono di nuovo padre!
Ebbene sì! Sono riuscito a far chiarezza nella mia mente e ho dovuto ammettere davanti a tutti gli invitati al mio matrimonio, che per essere completi non basta avere una bella casa, una bella macchina, un lavoro stimolante e degli amici strepitosi… per essere completi bisogna trovare la propria anima gemella… e Isabella Mary Swan è la mia anima gemella senza alcun dubbio!
È la mia miglior amica, la mia unica amante, la mia spalla nei momenti difficili e la mia compagna nei momenti di follia. E’ la madre dei miei figli e mia moglie da ben quattro anni!
La nostra non è stata la classica storia d’amore… ci siamo conosciuti perché voleva rubarmi il DNA, siamo diventati amici perché era l’unica donna con il quale potevo parlare liberamente delle mie scopate e trarne consigli. Abbiamo litigato, ci siamo feriti mentre cercavamo di nasconderci a vicenda il sentimento che ci univa e del quale negavamo l’esistenza. Per un periodo sono stato il suo amico-donatore di sperma mentre lei organizzava la sua vita con il damerino Marc… è stata una storia travagliata… stramba… e piena di sesso… e che sesso… ma alla fine è la nostra storia d’amore. Non potevo innamorarmi di nessun’altra se non di lei… e lei di me! Siamo uguali, identici, la copia l’uno dell’altra…
Avevamo una vita perfetta… eravamo entrambi certi di ciò… fino a quando le nostre strade non si sono incrociate… solo allora abbiamo capito che nella nostra vita mancava qualcosa per renderla veramente PERFETTA… e l’ometto che in questo preciso momento sta urlando ne è la conferma… e tra poco lo sarà ancora di più!
Mi ha telefonato Alice, Bella è in ospedale, sono iniziate le contrazioni… ed io sono ancora qui a casa che cerco di calmare il diavoletto.
Mentre cerco di vestirmi, e vestire il mio tesoro, suonano pure alla porta. Sbuffo contro il seccatore, ma mi allargo in un sorriso sincero e pieno di riconoscenza, nel trovare mia madre e mio padre oltre l’uscio.
“Vai! Ci pensiamo noi al piccolo” esclama mia madre entrando in casa e lanciandomi la giacca. Non me lo faccio ripetere e, con la camicia ancora aperta e fuori dai pantaloni, mi fiondo in ascensore e mi sistemo picchiettando il piede a terra. Le porte non sono nemmeno completamente aperte che già sto correndo verso l’uscita, la macchina, l’ospedale.
Corro come il vento nei corridoi ed entro nella sala parto come un tornado.
“Sono qui!” la avviso cercando di facilitare le infermiere nella mia vestizione e, appena mi lasciano libero, corro al suo fianco.
“Dai spingi…” la incito accarezzandole i capelli “Dai spingi… che Angela vuole conoscerti…” e mi mordo le labbra ricordandomi che non dovevamo sapere il sesso del nascituro… per scaramanzia… ma alla mia curiosità non ho saputo resistere.
“Tu… hai… guardato… le… ecografie!” ringhia spingendo.
“Spingi…” le rispondo sorridendole e stringendole la mano.
Dopo poche spinte il vagito di Angela riempie la stanza. Taglio il cordone ombelicale con la mano tremante, come la prima volta, e la prendo in braccio sorridendole e baciandole il visino sporco.
“Benvenuta Angela… di sei fatta attendere” la saluto continuando a baciarla mentre mi avvicino a Bella. “Adesso puoi cancellare quel desiderio dalla tua lista” le dico baciandole la fronte ed appoggiandole Angela sul petto.
“Benvenuta” la saluta con gli occhi pieni di lacrime “Sei perfetta… sei Angela…” mormora prendendole le manine e baciandola sulla testolina.
Le infermiere ce la portano via per le visite di routine e per il bagnetto, ed io mi corico vicino alla mia anima gemella.
“E’ come me l’ero immaginata” sussurra senza forze e appoggiando il viso sul mio petto “E’ Angela”
Sì, è la bambina che ha reso la mia vita perfetta ancor prima di nascere… molti anni prima di venire al mondo. E’ la bambina che quel giorno mi sono immaginato mentre cercavo di mettere insieme i miei pensieri contorti, è esattamente la bambina che ho immaginato quando pensavo a me come padre… che mi ha fatto sorridere ancor prima di nascere… la bambina per il quale la madre mi voleva rubare il DNA… è Angela… la nostra bambina!
E mentre ripenso al passato… il mio presente irrompe nella stanza sotto forma di un ometto piccolo e vivace che si arrampica sul letto e si accoccola tra me e Bella, e saluta la sorellina con carezze e baci…
“Adesso sì che la mia vita è Perfetta!” mormoriamo in simultanea io e Bella guardando i nostri miracoli.
 

… MOLTI ANNI DOPO…

 A dispetto di ogni aspettativa… sono felice e lo sono anche i miei figli!
Sono passati diciotto anni, ma tra me e Edward sembra ancora il primo giorno… beh! Non letteralmente… diciamo che tra me e mio marito l’amore non ha risentito del tempo… e nemmeno la passione!
La nostra non è stata la classica storia d’amore… ci siamo conosciuti perché volevo rubargli il DNA, siamo diventati amici perché entrambi credevamo che le nostre vite fossero perfette e non cercavamo l’amore eterno. Abbiamo litigato, ci siamo feriti, mentre negavamo l’esistenza del sentimento che ci univa.
Per un periodo è stato il mio amico-donatore di sperma mentre organizzavo la mia vita con Marc… è stata una storia travagliata… stramba… e piena di sesso… e che sesso… ma alla fine è la nostra storia d’amore. Non potevo innamorarmi di nessun altro se non di lui… e lui di me! Siamo uguali, identici, la copia l’uno dell’altra…
Avevamo una vita perfetta… eravamo entrambi certi di ciò… fino a quando le nostre strade non si sono incontrate… solo allora abbiamo capito che nella nostra vita mancava qualcosa per renderla veramente PERFETTA… noi insieme ed i nostri piccoli, che ormai tanto piccoli non sono più!
In questi anni ho cancellato tantissimi punti dalla mia lista: cose da fare prima di morire… e dopo pochi anni dalla nascita di Mike, Angela è venuta alla luce… ed è esattamente come me la immaginavo!
Con quel sorriso sghembo quasi da schiaffi, le fossette sulle guance, gli occhi di un colore misto tra i miei e quelli di Edward… i capelli di quel particolare colore castano ramato di suo padre… è lei… l’Angela che ho voluto con tutto me stessa, arrivando a bucare dei preservativi per farla nascere!
Delle braccia forti e perfette mi abbracciano da dietro facendomi tornare al presente, nella mia camera, davanti allo specchio, mentre mi preparo per la cena a casa Cullen.
“Sei una ninfa” sussurra baciandomi l’orecchio e stringendomi a sé. Sono passati gli anni, ma l’effetto che abbiamo l’uno verso l’altro non è mutato.
Mi muovo sinuosa sfiorando la sua erezione con le natiche e sorrido nel sentirlo ringhiare mentre stringe una mano sul mio fianco per allontanarmi “Dobbiamo andare…” mi ricorda con la fronte appoggiata al mio collo. “Non possiamo di nuovo arrivare ultimi” soffia un sorriso lasciandomi un bacio. “Vado a controllare Mike… tu vai a vedere Angela! Sono ore che è chiusa in camera” mi ordina uscendo dalla stanza sistemandosi i pantaloni e chiudendosi la giacca. Povero… come se bastasse per nascondere l’obelisco!
Finisco di mettermi gli orecchini e vado in camera di mia figlia.
Busso ed apro leggermente la porta. Angela volteggia nella sua stanza mentre si ammira allo specchio e mi guarda per avere conferma che il vestito le stia bene. Io annuisco, mia figlia è splendida ed il vestito che le ho fatto fare da zia Alice le sta d’incanto. Mi corre incontro e mi abbraccia ringraziandomi per il regalo. Un senso di déjà-vu mi fa voltare verso lo specchio e sbatto gli occhi sicura di essermi immaginata mia madre che mi sorride annuendo orgogliosa. Riguardo lo specchio e vedo solo il riflesso di me e Angela abbracciate. Sorrido per la mia fervida immaginazione e prendo per mano mia figlia accompagnandola giù dalla scala.
Edward la guarda con amore e il fratello la riprende perché reputa il vestito troppo scollato! Le lancia la giacchetta e la guarda orgoglioso. È molto geloso della sorella e stasera a casa Cullen ci sarà anche Ben, il miglior amico di Mike e il ragazzo che credo stia frequentando mia figlia. Lo so, sono giovani, ma cosa ci posso fare? Ben è un bravo ragazzo, ha la testa sul collo, un ottimo quoziente intellettivo, un fisico da urlo e nessuna malattia genetica… è perfetto per donare il DNA a mia figlia per il mio nipotino! STO SCHERZANDO!!!
Prendo il braccio che Edward mi porge e, dopo aver controllato di aver spento tutto, esco di casa. Mike e Angela ridono complici mentre camminano sul vialetto di casa di fronte a noi, ed Edward mi stringe a sé baciandomi la testa.
“Sempre detto: la mia vita è perfetta!” mormoriamo in simultanea fieri della nostra vita!

 
FINE!

Grazie ancora a tutte voi per avermi seguita e per le vostre bellissime parole... grazie anche a chi ha solo letto rimanendo in silenzio e a chi mi ha aggiunto nelle tre categorie!
GRAZIE GRAZIE GRAZIE
Spero di leggervi ancora nelle prossime mie storie o di vedere il vostro il vostro passaggio!
Domani aggiornerò finalmente "Cotta" ... e se tutto va come deve andare... un'altra storia sta nascendo nel mio pc... devo solo capire se continuarla o cancellarla! ahahahah
Un abbraccio e grazie ancora a tutte!!!


Fate un salto nelle altre mie storie e fatemi sapere cosa ne pensate!!!
from twilight to sunrise edward - POV Edward in NEW MOON (Completa)
Padre senza saperlo - un'isola, una regola... e le sue conseguenze! (Completa)
La donna più felice del mondo - un ragazzo, una ragazza e qualcuno di troppo! (Completa)
Devi essere indipendente - facile innamorarsi di un uomo sexy pieno di soldi, e se fosse solo un sexy imbianchino? (Completa)
Il mio incubo personale - a volte cambiare città non basta per dimenticare (Completa)
Vuoi Compagnia? un uomo, una donna ed un mondo in rovina... quando il sognare è forse l'unica salvezza (completa)
Una cotta pericolosa - e se un gioco ti si rivoltasse contro? (completa... sia la prima che la seconda parte... in corso la terza parte!)

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3614045