Amare oltre le apparenze

di luis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO PRIMO

POV BELLA

    Eccoci qui, nuovo anno scolastico alla Forks High School. Me ne sto tranquilla nel parcheggio accanto al mio fido Pick Up ad attendere l’arrivo della mia migliore amica. Ho conosciuto Alice Cullen circa 7 mesi fa, quando mi sono trasferita da Phoenix, città in cui vivevo con mia madre Reneè e il suo nuovo marito Phil. La situazione nella vecchia città era diventata insostenibile, per questo motivo mi sono trasferita a Forks da mio padre. In realtà il motivo ufficiale è stato che ho voluto concedere a mia madre un po’ di privacy matrimoniale, consentendole di seguire Phil a Jacksonville dove è stato trasferito per lavoro.
    Oh, che scortese non mi sono ancora presentata. Il mio nome è Isabella Marie Swan e sono la figlia del capo della polizia di questa piovosa cittadina. Ho 17 anni, o meglio quasi 18, dato che tra qualche giorno sarà il mio compleanno,  e frequento l’ultimo anno di  liceo. Mie amiche del cuore sono Alice Cullen, di cui vi parlavo prima e Angela Weber. Sono due persone completamente diverse: una è esuberante, simpatica, malefico folletto, un vero uragano insomma; l’altra più riservata, discreta e avversa alle troppe attenzioni proprio come la sottoscritta.
Decisamente non mi piace essere al centro dell’attenzione, è qualcosa che mi crea disagio, questo a causa della mia timidezza. Sono, inoltre, una persona dal carattere molto chiuso e non mi fido del prossimo. Ho i miei buoni motivi. Una volta non era così.
Quando ero a Phoenix ero tra le ragazze più popolari della scuola. Le persone che frequentavo erano solo in cerca di riflettori, per questo sfruttavano la mia immagine. Quella che era la mia migliore amica dalle elementari, Sarah, mi ha letteralmente voltato le spalle nel momento del bisogno. Non gliene faccio una colpa, ha dovuto scegliere tra la sua  migliore amica e l’amore della sua vita. Voi cosa avreste scelto?
Quando mi sono resa conto che tutta la falsità di quel mondo mi stava sopraffacendo ho deciso di mollare tutto e di trasferirmi da mio padre. Sono fuggita direte voi. Forse è così. Non so. So solo che avevo bisogno di pace e di ritrovare me stessa.
Purtroppo le cose non sono andate esattamente come avevo sperato.
Per quanto riguarda l’aver ritrovato me stessa e la mia stabilità ci sono riuscita in pieno. Grazie anche al piccolo stratagemma per non attirare l’universo maschile come accadeva a Phoenix. Diciamo che ho nascosto il mio viso dietro dei grandi occhiali da vista e il mio corpo da abbondanti  abiti non affatto sexy.
Mi sono resa piuttosto anonima. Non ho mai sopportato tutto l’interesse da parte dei viscidi ragazzetti del liceo. Tutti solo interessati ad una cosa, attratti solo dall’aspetto fisico e non da quello che si ha dentro. No decisamente quei tipi non fanno per me.
Qui a Forks sono stata più fortunata, perché ho incontrato Alice, Angela, Rosalie (con la quale non ho un rapporto stretto come le prime due, ma comunque sincero) e poi il mio fratello – orso Emmet che purtroppo quest’anno non sarà con noi, perché si è diplomato lo scorso anno. Loro mi hanno da subito accettato per come sono e non per la mia immagine. Anche se Alice cerca di fare di tutto per “migliorarmi” come dice lei, soprattutto dopo che abbiamo trascorso insieme un periodo di vacanza a Jacksonville e ha visto la vera me. Dice che sono una stupida che se solo volessi potrei avere chiunque ai miei piedi. Anche il mio incubo personale.
Già qui ho incontrato il mio incubo personale: Edward Cullen, fratello maggiore di Alice. Mi ignora decisamente, ogni volta che sono con i suoi fratelli lui cambia strada, oppure finge di non vedermi. È insopportabile! Ma chi si crede di essere! Per tutto lo scorso anno ho sopportato questo suo atteggiamento solo per l’affetto che mi lega ai miei amici che sono i suoi fratelli, ma al ballo di fine anno ha oltrepassato il segno. Ho deciso, quindi, che non mi farò più mettere i piedi in testa, né da lui, né da quella specie di gallina che lo segue come un’ombra dappertutto, Tanya.
    Devo dire che qui le cheerleader sono molto peggio che a Phoenix. Vomitevoli.
“Ehi, Bella!” grida Alice scendendo dalla Volvo di suo fratello.
“Ciao Alice!” si avvicina e mi chiude in uno dei suoi abbracci mozzafiato.
“Oh, Bella come devo fare con te! Come ti sei conciata”
“Sono coperta, Alice. Non c’è niente che non vada nel mio abbigliamento. Punto. Ne abbiamo parlato mille volte” rimbecco io stizzita. Indosso un paio di jeans blu scuro, una camicia rosa e un maglioncino con scollo a V sempre blu. Semplice, comodo e funzionale.
“D’accordo non insisto, ma prima o poi riuscirò a farti essere più femminile” borbotta prendendendomi a braccetto e avviandoci verso l’ingresso.
Con la coda dell’occhio posso vedere che Edward è rimasto accanto alla sua auto con Jasper e quella cozza di Tanya  attaccata al suo braccio che non lo molla un attimo. Sono la coppia più popolare: lui capitano della squadra di basket e lei capo delle cheerleader. Anche se non lo sopporto devo dire che è bellissimo, come sempre.
“Non dovresti aspettare anche Jasper?” chiedo.
“No, aveva da parlare con Edward. Sai cose di uomini!” il suo tono non mi convince.
“Alice, non è che mi stai nascondendo qualcosa, vero?”
“Come ti salta in mente!” risponde con aria innocente e fintamente offesa.
Sarà ma questa cosa mi puzza.
La giornata prosegue in tranquillità e finalmente sopraggiunge la tanto agognata ora di pranzo.
    Ora sì che ne vedremo delle belle.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ecco un nuovo capitolo, sempre dal punto di vista di Bella. Credo che tra un po’ pubblicherò anche un POV di Edward per comprendere meglio il suo comportamento.

    Un ringraziamento speciale agli 8 preferiti ai 16 seguiti e anche a chi legge solamente.

Baci, Buona Lettura!
Luis



CAPITOLO SECONDO

POV BELLA

    Esco dall’aula dell’ultima lezione del mattino, ad aspettarmi Alice. Che strano di solito mi aspetta in mensa con Jasper. L’ho già detto che oggi è strana?
“Come mai sei venuta a prendermi? Avevi paura che scappassi via o cosa?” voleva essere una battuta la mia, ma ultimamente il tono della mia voce era sempre troppo sarcastico.
“No, avevo solo voglia di fare il tragitto della mensa con te”.
Risposta troppo evasiva.
“E Jasper? Di solito siete inseparabili! Avete litigato, per caso?” stavo cominciando seriamente a preoccuparmi. Alice e Jasper erano sempre insieme sembravano vivere in simbiosi, era raro vederli separati. Deve essere accaduto qualcosa di grave per tenerli lontani.
“Nessuna lite. Avevo solo voglia di stare un po’ sola con la mia migliore amica” mi guarda con i suoi occhioni da bambina innocente. Quello è lo sguardo da temere. Vuol dire che sta tramando qualcosa.
“Alice…” non termino la frase che alle mie orecchie giunge il suono stridulo e fastidioso di una risatina femminile. Spalle al muro del corridoio del bagno femminile c’è Jessica Stanley che flirta in modo inequivocabile e decisamente volgare con Edward. Io e Alice siamo pietrificate  dalla scena: la Stanley accarezza il braccio di Edward e ad un certo punto lo afferra con decisione e lo conduce all’interno dei bagni con lei. Lui si accorge della nostra presenza e prima di entrare e chiudersi dentro ci lancia, o meglio mi lancia, uno sguardo malizioso e il sorriso sghembo che mi fa girare la testa. Ovviamente il tutto è una provocazione, ma di cosa?
Mi volto verso Alice che sta guardando in modo truce la porta dei bagni. Non so cosa dire, l’unica cosa che mi viene in mente è:
“Ma lui non sta con Tanya e lei non sta con Mike?” parole appena sussurrate che la mia migliore amica percepisce. Un sospiro esce dalle sue labbra.
“E’ proprio un’idiota” si riferisce al fratello, ovvio. Ha appena sussurrato queste parole, ma le ho sentite bene.
Si volta verso di me come se niente fosse e scrollando le spalle dice:
“Lo sai come sono fatti. Niente legami fissi, se c’è la possibilità di avventure carpe diem” un sorriso amaro spunta dalle sue labbra.
Ci avviamo verso la mensa in silenzio. Nessuna di noi in questo momento ha voglia di parlare. Per Alice è strano, ciò che ha visto deve averla turbata molto. Una cosa è sapere di avere un fratello idiota, un’altra è fare i conti con la realtà. Da parte mia Edward mi delude ogni giorno di più. La prima volta che l’ho visto è stato a mensa. Lui era seduto con i suoi fratelli, la cozza di Tanya e altri componenti la squadra di basket. Io al tavolo con Angela Weber, che all’epoca non era ancora fidanzata con Ben, Eric e altri ragazzi molto simpatici. A dirla tutta mi stavo decisamente annoiando, così feci vagare il mio sguardo intorno e fu allora che mi immersi in due pozze verdi scintillanti. Due occhi così profondi e intensi. Era lo sguardo di una persona che ti penetra l’animo. Così mi sono fatta l’idea che fosse una persona profonda e meravigliosa. Tutte illusioni. Ha da subito cominciato ad ignorarmi. Certo la sottoscritta era finita nel club degli sfigati e lui di certo non poteva farsi vedere in giro con me. Eppure continuavo a restare della mia opinione, soprattutto dopo averlo sentito suonare il piano di nascosto a casa sua. Una persona che suon in quel modo così appassionato e sublime deve avere un animo dolce e sensibile. Chi sei Edward Cullen? Chi è il vero te? Forse la risposta la conosco ed è per questo che nonostante tutto sono sempre legata a lui. Penserete che sono pazza. Non ci siamo mai scambiati la parola se non per un semplice Ciao di cortesia. Eppure sento di avere tanto in comune con lui. E che l’Edward nascosto dietro quello scorza dura e superficiale mi piace, troppo. Questo lui non dovrà mai saperlo. Sarebbe la mia fine.
Persa nei miei pensieri non mi accorgo che siamo arrivate a mensa e ci siamo sedute al tavolo dove ad attenderci troviamo Jasper, sua sorella Rosalie (unica cheerleader che rispetto), Angela e il suo fidanzato Ben. Strano neanche Tanya e Mike si vedono ancora. Forse sono stati trattenuti ancora alle rispettive lezioni.
Cominiciamo a parlare del più e del meno quando ad un certo punto Alice esclama ad alta voce: “Shopping!”. Tutta la  sala si volta nella nostra direzione.
“Ti prego, Alice contieniti! Ci stanno guardando tutti” la riprendo cercando di farmi piccola piccola per diventare invisibile. Odio avere gli occhi puntati addosso.
“Cosa c’entra lo shopping con quello che stavamo dicendo” esclama Rosalie meravigliata.
“C’entra eccome. Dobbiamo fare Shopping per la festa di questo fine settimana!”
“Quale festa?” chiede innocentemente Angela, quando nella mia testa comincia a farsi largo uno strano presentimento.
“Come quale festa? Quella che organizzeremo per il tuo compleanno Bella”.
In quel momento il  mio colorito diviene ceruleo. Sembro più un morto che un essere vivente. Una piccola goccia di sudore freddo si fa largo sulla mia fronte. Festa + Compleanno= regali e attenzioni.
“No, no decisamente no” scuoto il capo con determinazione.
“Suvvia Bella, i diciotto anni si compiono una volta sola nella vita. Bisogna festeggiarli alla grande!” mi supplica Alice con i suoi grandi occhioni da cerbiatto. No, questa volta non ci casco.
“Se non vuole festeggiare perché devi obbligarla, Alice, proprio non ti capisco. E poi chi vuoi che vi partecipi” una voce sprezzante pronuncia queste parole, mentre prende posto al nostro tavolo con cozza a corredo.
Mi volto e mi scontro con i suoi occhi di ghiaccio verde. Si può sapere cosa gli ho fatto di male? Ma stavolta è diverso, non sarò l’agnello che si lascia divorare dal leone. No.
“Nessuno ha chiesto la tua opinione, Cullen!” i presenti si irrigidiscono. Non si aspettavano una simile reazione da parte mia. Neanche io a dire il vero. Ma quando il vaso trabocca devi lasciarlo travasare.
Anche lui sembra irrigidirsi per le mie parole.
Mi volto verso Alice, che fa scorrere preoccupata lo sguardo da suo fratello a me.
Mi alzo lentamente. Fisso gli occhi di Alice  e pronuncio le parole delle quali sono sicura mi pentirò amaramente:
“Su forza, abbiamo una festa da organizzare, no?” e sul mio viso si fa largo un sorriso per la mia amica.
Di scatto sia lei che Rose mi abbracciano di slancio.
“Vedrai sarà una festa indimenticabile” dice Alice
“Ti prego, non esagerare non farmi pentire di questa decisione”. Mi prende a braccetto e ci allontaniamo dal tavolo lasciando gli altri commensali a bocca aperta. Mi blocco un attimo, mi volto e inchiodo lo sguardo di Cullen al mio. Con freddezza studiata e un sorriso diabolico in viso gli dico:
“Ah, Cullen! Ovviamente tu NON sei invitato!”
Detto ciò mi avvio verso la mia condanna:  Alice.


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Risposte alle Recensioni:

 
 
Recensione di Rosellina89        
Ciao, mi fa piacere la mia ff ti piaccia. Spero che apprezzerai anche questo capitolo.    
       
 
Recensione di feffira 
Sono contenta che l’inizio ti piaccia… credo che in qst cap si sia capito quale fosse l’arcano mistero nella mente di Alice… almeno credo…    
       
 
Recensione di rodney     
Sono contenta che trovi la trama interessante. Spero penserai ancora lo stesso andando avanti. Cmq Tanya avrà il suo ruolo di rompi…. Ti posso preannunciare che ci sarà anche Jacob, ma il suo ruolo non sarà come immagini. E con questo non posso dirti altro… Spero continuerai a seguirmi con lo stesso entusiasmo e che anche qst chappy ti sia piaciuto….    
    


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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Nuovo capitolo. Questa volta sarà il nostro Eddino ad esprimere i propri pensieri.

    Un ringraziamento speciale agli 16 preferiti ai 32 seguiti e anche a chi legge solamente.

Baci, Buona Lettura!
Luis



Amare oltre le Apparenze
CAPITOLO TERZO

POV EDWARD

    Non posso crederci. Sembro un pesce fuori dall’acqua che boccheggia in cerca di qualcosa per riempire i propri polmoni. Da dove l’ha cacciata fuori quella lingua biforcuta da vipera. La cosa strana sono le mie reazioni. Dovrei essere nero di rabbia, furioso per avermi umiliato lì davanti a tutti in mensa. Invece, sono eccitato. Sì eccitato come un ragazzino di fronte ad una donna nuda la prima volta. L’ho sempre detto: Bella Swan è PERICOLOSA.
“Ma come ha osato rivolgersi a te in questo modo!” stridula l’oca di Tanya seduta sulle mie ginocchia. Comincio sinceramente a non sopportarla più.
“Lascia perdere, Tanya. Concediamole il suo momento di gloria. Durerà poco” sibilo all’orecchio della bionda.
“Edward, sinceramente non ti capisco” mi dice perplesso il mio amico e cognato Jasper.
“Cosa non capisci?” rimbecco.
“Cosa ti ha fatto Bella. Prima la ignoravi, ora sei decisamente strafottente. Proprio non ti capisco, amico”
Non so cosa rispondere. La piccola Bella non mi ha fatto nulla, o meglio quasi. Dalla prima volta che ho incrociato i suoi occhi a mensa, ho capito subito che quella ragazza fosse diversa dalla massa. I suoi occhi sono così profondi ed espressivi. Sono occhi che ti entrano dentro. Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima, se questo è vero la piccola Bella ha un’anima limpida e pulita. Potrei dire che sia così. In fondo l’ho osservata. Mi sono tenuto a distanza perché mi fa paura. Nonostante tutto di nascosto le ronzavo intorno e la osservavo, mentre cercavo di mantenere intatta la mia reputazione. Nonostante esternamente sia una ragazza alquanto anonima, la sua personalità è alquanto piccata e ultimamente si sta rivelando anche irritante. A cominciare dalla festa del mio diciannovesimo compleanno. Si è premurata di organizzare il tutto insieme ad Alice e poi non si è presentata. Direte voi se non ti interessa che importa. È il motivo che ha accluso.
“No, Alice, non parteciperò alla festa di tuo fratello. Non vorrei che la mia insignificante e sgradevole presenza sia la nota stonata all’atmosfera di selezionata raffinatezza!” queste sono state le parole riportate da Alice. Ovviamente era un messaggio diretto al sottoscritto. So perfettamente perché ha rimarcato determinate parole. Questo fatto mi ha terribilmente irritato. Mai, e dico mai, nessuno ha rifiutato Edward Cullen.
È diventata una questione di orgoglio.
Mentre il mio cervello cerca ancora di metabolizzare quanto accaduto una mano di Tanya mi accarezza in modo suadente e provocatorio il petto, mentre l’altra si largo sulla mia coscia fino a raggiungere il cavallo dei miei pantaloni.
“Oh, Eddy. Sei così prestante! Non ti avevo mai sentito così!” mi sussurra all’orecchio.
Sorrido. Se sapessi che non sei tu che mi hai ridotto in questo stato non credo l’apprezzeresti.
Il suono della campanella mi salva dalle avance poco gradite della mia pseudo ragazza.
“Dobbiamo andare” dico freddo mentre mi avvio verso la mia prossima lezione. Due ore di chimica.
Entro in aula mi siedo in seconda fila accanto alla finestra. Mi perdo nell’osservare il paesaggio al di fuori di essa. Perso nel vuoto non mi accorgo che l’aula si è riempita e il professore è appena entrato. Ci richiama all’ordine. Il posto accanto al mio è vuoto. Noto che il banco davanti a me è stato occupato da Angela Weber e un’altra ragazza che non riesco a distinguere. Ad un tratto la porta si spalanca e mi congelo sulla sedia.
“Mi scusi, professor Banner. Sono in ritardo” Bella Swan fa capolino in aula ansante, Alice deve averla spossata parecchio.
“Non si preoccupi, signorina Swan, per questa volta chiudo un occhio, visto che è sempre stata la migliore del mio corso. Si accomodi pure nel posto vuoto accanto al signor Cullen”
A quelle parole Bella volge il viso verso di me. Gli occhi sgranati. Giurerei che fosse anche sbiancata. Le sorrido. Ci sarà da divertirsi. Qui seduta al mio fianco. Non mi scappi, piccola Bella.
Dopo un attimo di esitazione la sento rivolgersi al professore:
“Veramente, se non è un problema vorrei sedere accanto alla signorina Weber” tutta la classe trattiene il respiro. Si voltano verso di me e poi verso di lei, che ora mi rivolge uno sguardo di sfida.
“Se per la signorina Weber non è un problema”
“No, professore” interrompe subito Angela dopo aver accolto la muta richiesta della mia ossessione.
“Bene, allora. Signorina Wells, per lei non credo sia un problema spostarsi accanto al signor Cullen, immagino”
Perfetto ci mancava solo il sarcasmo di Banner.
“No, certo che no” dice Samantha Wells che ora seduta accanto a me riconosco. È una delle tante che sono passate tra le mie mani.
Con un sorriso di trionfo la Swan prende posto accanto ad Angela.
Bene, bene. Piccola Bella, la sfida è aperta.



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Risposte alle Recensioni:


 
 
Recensione di rodney [Contatta], del 21/10/2009 - 12:14AM       
Eh, sì.. anche a me Edward un po’ strafottente piace… gli dà un tocco di mascolinità in più.. non so… spero continuerai a seguirmi… ne vedremo delle belle…. baci    
       
 
Recensione di astrid 93 [Contatta], del 20/10/2009 - 07:00PM       
Mi fa piacere che trovi interessante la storia… ebbene, sì ci sarà anche Jacob… tranquilla sono una team Edward convinta….    
       
 
Recensione di __cory__ [Contatta], del 20/10/2009 - 03:30PM       
Wow, addirittura fantatica!!! Sono onorata….. spero che anche questo Chappy sia di tuo gradimento…    
       
 
Recensione di Rosellina89 [Contatta], del 20/10/2009 - 03:03PM       
Eccoti accontentata… spero ti piaccia anche il punto di vista del nostro Eddy….    
       
 
Recensione di SweetCherry [Contatta], del 20/10/2009 - 01:19PM       
Le vere motivazioni del comportamento di edward sono state appena accennate… spero si sia capito qlcs…. Si capirà meglio tutto in seguito… cmq da ora in avanti ci sarà un cambiamento radicale da parte di Edward….. Eh, Eh, vedrai!!!!!....    
    


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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


        Un ringraziamento speciale ai 23 preferiti ai 42 seguiti e anche a chi legge solamente.

 

Baci, Buona Lettura!

Luis

 

 

 

Amare oltre le Apparenze

CAPITOLO QUARTO

 

POV EDWARD

 

            Per tutto il tempo della lezione resto a fissare la sua schiena, i suoi movimenti. È rigida e tesa. Bene, bene, così percepisci le mie occhiate di fuoco, eh, piccola Bella? Adesso sono molto, molto arrabbiato. Non pretendo che tutte le ragazze mi trovino per forza attraente o addirittura cadano tutte ai miei piedi. Non sono così narcisista. Ma lei no. Non so perché, ma questa sua nuova ostilità mi fa andare in bestia. Voglio che mi guardi, voglio i suoi occhi puntati nei miei come prima. Rivoglio il suo sguardo timido, dolce che mi trasmetteva tanto senza parole. Ora è freddo, distante, vedo disprezzo nei suoi occhi. Questo non lo sopporto. Non capisco cosa mi stia succedendo. Mi sento soffocare da tutta questa indifferenza. Ti rivoglio piccola Bella. Sono sicuro che sia solo orgoglio?

 

POV BELLA

 

      

 

Sono seduta accanto ad Angela. Tesa come una corda di violino. Sento come qualcosa che tenta di trapassarmi la schiena. Non lo capisco. Prima mi ignora, poi mi disprezza e ora sembra infastidito dal fatto che non voglia avere a che fare con lui. Mi sento totalmente confusa. Quando il professor Banner mi ha detto di sedere accanto a lui mi è quasi venuto un colpo. Sinceramente non l’avevo visto, troppo preoccupata del ritardo. Quando ho poi incrociato i suoi occhi e la sua espressione provocatoria mi sono subito ripresa. Che soddisfazione vederlo contrariato per il mio rifiuto. Caro Cullen puoi essere bello, affascinante e seducente quanto vuoi, ma ci sono persone che hanno una dignità.

Ora, però, ho un po’ paura di una sua reazione. È la seconda volta che lo umilio di fronte gli altri.

Finalmente suona la campanella. Non pensavo fosse passato tutto questo tempo. Lo sento muoversi dietro di me. Con estrema lentezza raccolgo le mie cose. M affretto quando con la coda dell’occhio lo vedo uscire dall’aula. Resto un attimo sbigottita. Pensavo avrebbe detto qualcosa di offensivo o non so. E, invece, mi ha ignorata. Possibile che abbia messo da parte il suo orgoglio? Non credo. Meglio non pensarci.

“Bella” Angela al mio fianco richiede la mia attenzione.

“Scusa Angela se ti ho messa in difficoltà prima” e ci avviamo al parcheggio.

“Non preoccuparti, ho capito. Sarebbe stato imbarazzante per te”.

“più o meno” sorrido timida. Altro che imbarazzante, penso sarei morta. Lui accanto a me. Poterlo anche solo sfiorare. Al solo pensiero sento il cuore andare in fibrillazione.

Se qualche anno fa mi avessero detto che avrei avuto determinate reazioni per un ragazzo gli avrei riso in faccia.

“Ok, ora se non ti dispiace dovrei raggiungere Ben in palestra” i suoi occhi si illuminano al solo nominare il suo ragazzo.

“Non preoccuparti. Vai pure e salutami Ben” le dico sincera.

“Va bene, ciao Bella” e si allontana.

“Guarda, guarda chi si vede” avrei riconosciuto quella voce subdola ovunque.

“Cosa vuoi, Mike?” rispondo di riflesso.

“Niente, volevo solo accertarmi che fossi veramente tu e non fossi posseduta da qualche entità aliena” è proprio un viscido, lui e il degno compare che gli è di fianco: Tyler.

Pensa un po’ agli affari tuoi e tieni un po’ più a freno gli ormoni della tua ragazza avrei voluto urlargli, ma rispondo semplicemente con un:

“Bene ora che te ne sei accertato puoi anche scomparire, insieme al tuo amico. Sbaglio o avete gli allenamenti questo pomeriggio. Perciò sparisci” sibilo le ultime parole con tono minaccioso.

Scoppia in una risata sguaiata.

“A presto. Cuore di ghiaccio Swan” detto ciò si allontana con Tyler verso la palestra.

Sorrido del nomignolo che mi ha affibbiato.

Anche a Phoenix mi avevano affibbiato lo stesso soprannome. Ma lì le circostanze erano diverse. Beh, forse solo per il fatto che i ragazzi  non mi evitavano come la peste.

Odio, tutto questo. Odio quei ricordi. Odio la me stessa che volevano farmi essere. Quando ci penso sto ancora male. Non ho tutta questa forza che voglio ostentare. Ci sono cose che fanno troppo male.

“Ehi, Bella” la voce di Alice arriva forte e chiara come un tintinnio di campane.

“Alice. Non vai a seguire gli allenamenti di Jasper?”

“No, abbiamo una festa da organizzare. Ricordi?” un sorriso che sembra più una smorfia si dipinge sul mio viso.

“Se per te va bene possiamo vederci domani pomeriggio dopo la scuola e andare a fare shopping. Dovrai essere perfetta. Possiamo dirlo anche a Rose e Angela” dice tutto di un fiato, sembra una macchinetta.

“D’accordo”

“E’ meraviglioso” grida saltellando tutto intorno per la gioia.

“A proposito, perché non chiami Jacob e inviti anche lui alla festa” mi dice a bruciapelo.

Il botto di uno sportello d’auto richiuso con prepotenza interrompe la mia risposta. Alzo gli occhi e li dirigo verso quel rumore e incrocio gli occhi di Edward che mi guardano in modo freddo, se non sapessi di essergli totalmente indifferente oserei dire che abbia ascoltato le parole di Alice (deve averle per forza sentite perché è a portata d’orecchio) e la cosa lo infastidisse.

Si allontana. Ritorno con lo sguardo verso Alice e un sorriso furbo le spunta in viso. Che lo abbia fatto apposta?  E perché mai?

“Non so. Non vorrei che per lui fosse un problema. Sai Phoenix non è dietro l’angolo”

“Come vuoi. Comunque dove ti piacerebbe festeggiare?” mi chiede, poi.

“Non saprei” a questo non avevo pensato. Casa mia è off limits. Troppo piccola.

“Se vuoi posso pensarci io. Sarà una sorpresa anche per te” mi dice con uno strano luccichio negli occhi.

“D’accordo ma niente casa Cullen” ribatto preoccupata.

“Oh, non preoccuparti, Bella. Niente casa Cullen. Sarà una vera e propria sorpresa” mi sorride melliflua.

Questa storia non mi piace per niente.

“Ok, allora. Non esagerare, però, eh? Pra devo andare si è fatto tardi e devo passare anche a fare la spesa prima di rientrare”

“D’accordo, ci vediamo domani. Vengo a prenderti io domani mattina. Così subito dopo scuola possiamo andare a Seattle. Avvisa tuo padre. Ciao, ciao” mi grida mentre si allontana verso la palestra.

Speriamo bene per domani. Prevedo una giornata altamente stressante.

 

 

 

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Risposte alle Recensioni:

 

Recensione di rodney [Contatta] del 22/10/2009 - 11:33PM sul capitolo 3: Capitolo 3 - Firmata

Sono con te per quanto riguarda la lunghezza dei capitoli…. Anche a me non piacciono troppo corti…. Ti prometto che cercherò di farmi perdonare… Non preoccuparti di fare anche commenti negativi…. Sono importanti anche quelli, perché aiutano a migliorarsi… baci a presto….

Recensione di Rosellina89 [Contatta] del 22/10/2009 - 06:57PM sul capitolo 3: Capitolo 3 - Firmata

Bene bene, tutti a bordo si parteee…. La storia comincia a prendere la sua piega

Recensione di astrid 93 [Contatta] del 22/10/2009 - 05:07PM sul capitolo 3: Capitolo 3 - Firmata

Spero di poterti accontentare…. Purtroppo dipende anche dall’ispirazione…

Recensione di __cory__ [Contatta] del 22/10/2009 - 04:05PM sul capitolo 3: Capitolo 3 - Firmata

Anche io qst comportamento non lo sopporto, ma è una maschera… una maschera che prima o poi scomparirà?... per quanto riguarda il passato di Bella non posso dirti niente. Ma alcune piccole cose verranno a galla mano mano… baci e continua a seguirmi….

Recensione di SweetCherry [Contatta] del 22/10/2009 - 02:42PM sul capitolo 3: Capitolo 3 - Firmata

Gongolo di felicità nel sapere che trovi la ff intrigante e soprattutto ben scritta….

Stai a vedere come la nostra Bella farà filare il caro Eddy…

Qst suo nuovo atteggiamento come hai potuto ben vedere sta cominciando a dare i suoi frutti….

 

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


SCUSATE, SCUSATE, SCUSATE!!!!!!

Sono mortificatissima. Purtroppo tra impegni vari e qualche problemino di salute non sono riuscita ad aggiornare prima.

Cercherò di farmi perdonare aggiornando il prima possibile anche il prossimo capitolo.

Per quanto riguarda questo non accade nulla di particolare, però mi serviva per mettere in risalto il tipo di rapporto tra Bella e qualche altro personaggio.

 

        Un ringraziamento speciale ai 31 preferiti ai 58 seguiti e anche a chi legge solamente.

 

Baci, Buona Lettura!

Luis

 

 Amare oltre le Apparenze

CAPITOLO QUINTO

 
POV BELLA

 

            ZZZZZ. ZZZZZZZ. ZZZZZ.

“Mhmmm” mi rigiro tra le coperte.

ZZZZ. ZZZZZZZ. ZZZZZZ.

Cos’è questo strano ronzio che mi infastidisce? Allungo una mano verso la sveglia. A tentoni riesco ad arrivare al pulsante Off.

ZZZZZZZ. ZZZZZZ. ZZZZZZ.

No, ancora? È un incubo. Fatemi dormire.

Mi metto a sedere sul letto, completamente fuori di me.

La luce che filtra dalla finestra è fioca. Sta albeggiando.

ZZZZZZZ. ZZZZZZ. ZZZZZZ.

Ancora questo ronzio. Faccio vagare lo sguardo nella mia stanza alla ricerca del punto da cui proviene questo fastidioso rumore. Incrocio il display della sveglia. Sono le 6 del mattino?

ZZZZZZZ. ZZZZZZ. ZZZZZZ.

“Basta non ne posso più” sibilo buttandomi di nuovo sul materasso e voltandomi di lato verso il comodino. Una luce soffusa attira la mia attenzione e comprendo che quel fastidioso rumore altro non è che la vibrazione del cellulare.

Chi può essere questo folle che chiama praticamente all’alba?

Subito, la consapevolezza di chi sia  si fa largo nella mia mente.

Di scatto afferro il cellulare.

“Alice, come ti salta in mente di chiamarmi a quest’ora?” sbotto adirata come una furia, senza preoccuparmi nemmeno di verificare le mie supposizioni. Ma chi poteva essere se non lei?

“Buon giorno anche a te, Bella. È sempre un piacere ascoltare la tua voce calma e dolce” ribadisce lei dall’altro capo del telefono.

“Cosa vuoi?” incalzo, rassegnata.

“Volevo solo ribadirti che verremo io e Rose a prenderti stamattina. Hai avvisato tuo padre delle nostre intenzioni per il pomeriggio, spero!”

“Certamente. E tu mi chiami alle 6 del mattino per dirmi quello che ci siamo dette ieri sera prima di andare a letto? Tu sei da fuori, Alice!” la mia voce sale di qualche ottava.

“Suvvia, non fare così. Volevo darti la sveglia. Conosco troppo bene le tue abitudini mattutine. Dormigliona!” sono sicura che sta ghignando.

“Ok, ok. Sono rassegnata. A più tardi, allora” e così dicendo mi affretto a chiudere la conversazione  per precipitarmi di sotto a preparare la colazione.

Intenta ai fornelli, non mi accorgo di Charlie che mi raggiunge.

“Come mai così mattiniera?” mio padre conosce troppo bene le mie abitudini. Di solito mi alzo sempre tardi e difficilmente riusciamo ad incrociarci al mattino.

“Alice” rispondo alzando le spalle come fosse ovvio.

“Ancora non so come abbia fatto a convincerti a festeggiare il tuo compleanno. Sei allergica alle feste” mi dice con aria perplessa mio padre e prende posto a tavola.

“Non chiederlo a me. Comunque dovresti conoscere bene anche tu i suoi metodi di persuasione” ghigno guardando la faccia sbigottita di mio padre. Anche lui non riesce a dire mai di no a quel malefico folletto.

“Comunque, non preoccuparti, papà. Cercheremo di non fare tardi questa sera. In ogni caso in forno ci sono le lasagne avanzate di ieri sera” mi raccomando.

“Non preoccuparti, Bells. Tu mi vizi troppo”.

“Ti sbagli. Non ti vizio. Mi prendo solo cura del mio papà” sussurro le ultime parole mentre prendo posto anche io a tavola. Non so sei ha sentito.

“E dove avete intenzione di andare?”. D’accordo mi ha sentito e sta cercando di cambiare argomento. Con Charlie è sempre così: quando si tratta di sentimenti si imbarazza.

“Se non sbaglio Seattle. Credo per far contenta Rose, visto che Emmet frequenta l’università del posto”.

“Mi raccomando, state attente. Per delle ragazze sole è sempre pericoloso girovagare per strade sconosciute”.

“Fossi in te mi preoccuperei più di Alice che delle strade sconosciute” dico per alleggerire la situazione.

“Fate comunque attenzione. Ora vado. Buona giornata, allora, Bells”

“Buona giornata anche  a te papà”.

Ed esce per andare a lavoro.

Raccolgo tutte le stoviglie e riassetto, prima di precipitarmi in bagno per una doccia rilassante. Non ho tempo per lavare anche i capelli, così per renderli decenti li lego in una coda alta.

Per il resto solito abbigliamento.

Puntuali come un orologio svizzero Alice e Rose arrivano a casa mia sulla bmw rossa fiammante di Rose.

Salgo sulla vettura e dopo aver salutato come si deve le mie amiche ci avviamo verso la scuola.

 

 

È stata una mattinata decisamente pesante. Stranamente Cullen non si è visto in giro. Ma credo che probabilmente lo vedrò a mensa.

Mi blocco sulla porta di entrata della mensa. È di fronte ai miei occhi, seduto al solito tavolo, circondato da un branco di oche cheerleader e da altri componenti la squadra. Tra cui Jasper e Ben. Sembra allegro. Regala sorrisi a tutti. Gli si avvicina anche Samantha Wells, la sua compagna di chimica. Lei non fa parte della cricca, però si dimostra gentile con lei. Mi sento gelare il sangue nelle vene. Perché con me non può essere così? Non ho intenzione di essere masochista, almeno oggi non ce la faccio.

“Alice” chiamo la mia amica che si sta avviando al tavolo

“Penso che andrò in biblioteca. Ho un saggio di letteratura da preparare e mi serve del materiale. Ci vediamo dopo al parcheggio” mentre vomito tutto questo il mio sguardo non ha lasciato la sua meta.

“Bella, se è per mio fratello che non vuoi restare a pranzo…”

“No, ho davvero da fare. Ci vediamo dopo” e lascio la mensa, per recarmi nel mio piccolo angolo di paradiso: la Biblioteca.

 

 

Ho trascorso tutta la pausa pranzo nel mio rifugio, ho perso la cognizione del tempo per poco non arrivo in ritardo alle lezioni pomeridiane. Si svolge tutto in modo tranquillo, tranne per trigonometria che come al solito non ho capito un’acca.

Raccolgo in fretta le mie cose e mi dirigo al parcheggio.

Accanto alla BMW di Rosalie trovo ad attendermi una più che elettrizzata Alice, la stessa Rose e Angela. Poco distanti ci sono i super maci: Jasper, Ben e Cullen. Ma non hanno gli allenamenti? Non è che hanno deciso  di venire con noi? Un attacco di panico in piena regola mi investe. Mentre tentenno all’ingresso per raggiungere le mie amiche due braccia forti mi cingono la vita e mi attirano a sé. Una voce melliflua e disgustosa mi parla all’orecchio:

“Dove stavi andando piccola?”

“Di certo non da te, Tyler” sbotto infuriata, mentre cerco di divincolarmi dalla presa. Ma che gli prende a questo rimbecillito.

“Non essere acida. Perché non vieni con me? Ci divertiamo!”. D’accordo qualcuno deve avergli dato un colpo in testa.

“Ti ha dato di volta il cervello!” gli ringhio contro. È troppo forte per me. Cerco con lo sguardo, con qualsiasi cosa di attirare l’attenzione.

“Dai vieni con me. Non fare la preziosa” cerca di spostarmi, ma io ho almeno piantato i piedi a terra. Per mia fortuna Alice si gira dalla mia parte.

“Ehi Bella”, poi accorgendosi che c’è qualcosa che non va aggiunge “Ma cosa diavolo sta succedendo!”. Tutti coloro che si trovano nei dintorni si girano nella nostra direzione. A quel punto, il viscido di Tyler molla un po’ la presa. Riesco a spostarmi tanto da dargli un morso sul braccio che mi tiene stretta.

“Ahi” grida per il dolore. A quel punto posso schiacciargli un piede con il mio. Sono oramai fuori dalla sua presa, ma prima di allontanarmi c’è qualcosa che devo dirgli:

“Non azzardarti mai più a mettermi le tue viscide mani addosso, chiaro?” e con ciò prima che possa replicare gli mollo uno di quei ceffoni sulla guancia tale da farmi male da sola.

Mi allontano di corsa e raggiungo le ragazze.

“Bella, stai bene?” mi chiede visibilmente in ansia Angela.

“Sì, ora sì” cerco di farle un sorriso rassicurante, ma a quanto pare non sono una brava attrice.

“Non direi, sei pallida come un lenzuolo, forse sarebbe il caso di tornare a casa, possiamo andare a Seattle un’altra volta” replica Rose.

“Non ci penso nemmeno. Su forza andiamo, è tardi”. Spingo le ragazze verso la macchina.

“Bella” mi volto verso quella voce. Una mano calda e rassicurante e prende per un braccio e mi avvicina.

“Dovresti fare più attenzione. Comunque bel destro” ammicca scrutando la mano combattente. Mi fa un po’ male. Una piccola smorfia di dolore si apre sul mio viso.

“Non fare troppi sforzi con questa, mi raccomando”

“Non preoccuparti”. Caldi braccia mi circondano regalandomi un attimo di tranquillità.

Solo lui sa tranquillizzarmi in questo modo. È come una specie di dono speciale di cui è dotato.

“Non preoccuparti per Tyler. A lui ci pensiamo noi” sibila al mio orecchio.

“No, ti prego. Niente risse. Piuttosto potrei ingaggiarti come guardia del corpo per i prossimi attentati” ridacchio.

“Ehi, voi due, se avete finito di spupazzarvi a vicenda noi andremmo” ci richiama all’ordine Alice.

“Vai ora, altrimenti chi la sente”

“Grazie, Jasper. Sei un vero amico”. Sciolgo la presa del caldo e rassicurante abbraccio di Jasper. Prima di salire in auto posso notare l’espressione dura e contratta del viso di Edward e suoi occhi di ghiaccio che mi perforano. Se gli sguardi potessero uccidere, probabilmente a quest’ora sarei tre metri sotto terra.

“Andiamo, allora. Seattle sei nostra!” grida Alice.

“Sììììììììììììì” ci accodiamo anche noi in coro.

 

 

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Risposte alle Recensioni:

 

Recensione di rodney [Contatta] del 23/10/2009 - 11:33PM sul capitolo 4: Capitolo 4 - Firmata

Non sbagli affatto. Il nostro edward è sopraffatto da sentimenti contrastanti, tra cui anche la gelosia. E ti assicuro che lui è un tipo alquanto di fuoco, in tutti  sensi… Ihihihihih… Per quanto riguarda Alice il suo cervellino è già all’opera e ti posso assicurare che alla festa ne vedremo delle belle… ops forse mi sono sbilanciata un po’ troppo….. baci alla prossima

Recensione di Rosellina89 [Contatta] del 23/10/2009 - 07:21PM sul capitolo 4: Capitolo 4 - Firmata

Mi dispiace che in questo capitolo non accada nulla di interessante tra Edward e Bella…. Ma qualcosa è successo…… i retroscena alla prossima… baci

Recensione di stellalilly [Contatta] del 23/10/2009 - 06:11PM sul capitolo 4: Capitolo 4 - Firmata

Grazie della fiducia…. Spero di non deluderti con questo capitolo alquanto statico.

Recensione di Shinalia [Contatta] del 23/10/2009 - 05:30PM sul capitolo 4: Capitolo 4 - Firmata

Sono onorata che ti piaccia la mia ff… seguocon interesse la maggior parte delle tue storie e mi piacciono molto, per cui detto da te è un onore…. Grazieeeeeeeeeeee

Recensione di astrid 93 [Contatta] del 23/10/2009 - 05:27PM sul capitolo 4: Capitolo 4 - Firmata

Jacob avrà un ruolo ben definito in questa storia…. Dire che sarà Edward ad essere geloso di Jacob è lo stesso?.... ma non sarà l’unico di cui sarà geloso…. Vedrai… Ihihihih…

Recensione di Luisa98 [Contatta] del 23/10/2009 - 05:19PM sul capitolo 4: Capitolo 4 - Firmata

Certo che la continuo. Salvo imprevisti di forza maggiore la porterò avanti fino alla parola THE END…..

Recensione di __cory__ [Contatta] del 23/10/2009 - 05:09PM sul capitolo 4: Capitolo 4 - Firmata

Penso che nel prossimo capitolo, ci saranno elementi per farti comprendere il passato di Bella… almeno in parte… ti posso anticipare che ci sarà un incontro non troppo piacevole….. a presto….

Recensione di SweetCherry [Contatta] del 23/10/2009 - 04:24PM sul capitolo 4: Capitolo 4 - Firmata

Sono contentissima che ti piaccia il mio modo di scrivere, anche perché come autrice ti stimo molto… infatti la tua Ficcy Il mio inizio sei tu è tra le mie preferite…… per quanto riguarda Bella, dopo quello che ha combinato a Tyler pensi che riesca a tenere testa anche a Edward?..... alla prossima…. Continua a seguirmi.

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Eccoci, qui!!!!

Spero con questo aggiornamento veloce di essermi fatta perdonare per il ritardo dell’altro. Comunque la festa di compleanno di Bella è vicina e credo che ci saranno dei veri e propri colpi di scena…….

 

 

        Un ringraziamento speciale ai 37 preferiti ai 71 seguiti e anche a chi legge solamente.

 

Baci, Buona Lettura!

Luis

 

 

Amare oltre le Apparenze

CAPITOLO SESTO

 

POV EDWARD

 

            Siamo ancora qui nel parcheggio a osservare l’auto di Rosalie allontanarsi con le ragazze. Sono ancora scioccato. Solo in questo momento sto realizzando quello che è successo. L’ho capito quando Jasper si è praticamente appolipato a Bella. Non l’avrebbe mai fatto, non in presenza di Alice  e neanche in sua assenza se non per cercare di tranquillizzarla. Quando ho sentito mia sorella gridare “cosa diamine sta succedendo” con quel tono allarmato, davanti ai miei occhi si è presentata una scena che non so come definire. Bella avvinghiata ad un ragazzo che poi ho riconosciuto come Tyler. Non potevo crederci che la Swan si stesse strusciando addosso ad un ragazzo. Una rabbia incredibile mi è montata dentro. Più vedevo quelle mani muoversi sul suo corpo e più mi sentivo soffocare. Quello che non riuscivo a capire era la sua espressione. Forse l’avevamo colta in flagrante e non voleva farsi vedere in quelle condizioni. Voleva che la sua reputazione da santarellina non fosse infranta.

Però devo ammettere che quando l’ho vista districarsi da quell’abbraccio e mollare un vero e proprio destro a  Tyler, mentre gli ringhiava qualcosa contro, è stato a dir poco eccitante. Sembrava una pantera, altro che un gattino. Ho compreso che forse c’era qualcosa che non andava dall’espressione terrorizzata delle ragazze, e quella rabbiosa dei ragazzi. Io ero solo fuori di me dalla rabbia per la visione delle mani del lurido Tyler farsi largo lungo il corpo di Bella.

Mentre si avvicinava a noi il suo passo era incerto, i suoi occhi velati di una strana paura e il suo colorito era bianco come il marmo. Era uno straccio. Che non fosse davvero consenziente? Quando poi si è avvinghiata anche a Jasper non ci h visto più. Ok, ok. È stato lui ad abbracciarla e a sussurrale qualcosa all’orecchio, ma la cosa non cambia: lei ha contraccambiato.

“E’ meglio andare, faremo tardi agli allenamenti” sbotto irritato.

Jasper e Ben si voltano verso di me con aria perplessa. Si scambiano uno sguardo complice e mentre ci incamminiamo Jasper mi dice:

“Possibile che quello che ha fatto quel viscido di Tyler non ti scalfisca minimamente. Voglio capire magari che Bella non rientri nella cerchia delle tue preferite, ma essere importunate in quel modo indignerebbe chiunque!”

“E chi ti dice che non fosse consenziente” gli rispondo stizzito.

“Sei assurdo Edward” stavolta è stato Ben a proferire parola. Il che mi ha lasciato alquanto perplesso. Di solito lui è quello pacato che si fa gli affari propri.

“Tu non conosci Bella. Questa è la verità. Perché se la conoscessi non ti avrebbe mai sfiorato questa idea malsana” sempre Ben. Sono sempre più sbigottito.

“Lei non è come quelle oche starnazzanti che ti girano intorno. Non è la tipa che si farebbe mettere le mani addosso da chiunque” ribatte Jasper.

Stanno cercando di farmi irritare più di quanto non lo sia già?

“Hai detto bene. Non da chiunque. Magari Tyler le piace” cerco di arrampicarmi sugli specchi.

“Sei davvero assurdo, Edward”sbotta irritato Jasper “vuoi vedere solo ciò che ti fa comodo, nascondendo ai tuoi occhi anche la verità. Proprio non riesco più a capirti”.

Sono sorpreso è la prima volta che vedo Jazz così arrabbiato. Forse hanno ragione loro e solo per il mio stupido orgoglio di avere l’ultima parola e di non essere contrariato non voglio vedere le cose come stanno.

Arrivati negli spogliatoi, accade tutto in pochi secondi. Restiamo immobili all’ingresso e sentiamo Tyler pavoneggiarsi con Mike per aver messo le mani addosso a Bella.

“Mike, è stata un’esperienza incredibile. Non l’avrei mai immaginato. Sapevo che il brutto anatroccolo nascondeva qualcosa, ma ti posso assicurare che ciò che ho sentito va oltre ogni aspettativa. La Swan ha un corpo che farebbe resuscitare un morto. Te lo posso garantire. La sua pelle è morbida e profumata. Lo voglio e sarà mia”

“Sì, ma ti sei beccato un bel gancio, amico. Hai sbagliato approccio. Secondo me dovresti giocare a fare l’amicone e ottenere la sua fiducia e al momento opportuno affondare gli artigli”

Sentire parlare quei due in quel modo osceno di Bella mi fa andare fuori di senno. Irrigidisco i pugni e sono pronto a scattare, ma una mano ferma mi trattiene.

“Non adesso. Non in questo modo. Ci sarà tempo” sibila Jasper al mio orecchio riducendo i suoi  occhi a due fessure. Quello che abbiamo ascoltato ha sconvolto anche lui e non solo. Vedo annuire anche Ben. Cerco di fare dei respiri profondi e un sorriso cameratesco si dipinge sul volto di tutti e tre. Nonostante tutto non avrei permesso a nessuno e  dico a nessuno di mettere le loro sudice mani su Bella. Se proprio doveva accadere, sarei stato io e solo io ad averla. Parola di Edward Cullen.

 

 

POV BELLA

 

Nonostante quello che è successo a scuola il pomeriggio è trascorso oltre le mie più rosee aspettative. Alice mi ha costretto a provare solo circa duecento abiti e un centinaio di completi prima di trovare l’abito adatto. Ne ho scelto uno semplice, come piace  a me, ma tale da appagare le sofisticate richieste modaiole della mia amica: un semplice tubino nero accollato sul davanti, ma con una profonda scollatura sul dietro, lungo appena sotto al ginocchio. Ai piedi dei sandali gioiello con un modestissimo tacco e su questo ho dovuto battermi alla grande, ma alla fine abbiamo trovato un giusto compromesso. Anche loro hanno trovato qualcosa. Rosalie un bellissimo abito rosso aderente con una profonda scollatura sul davanti a mettere in risalto il suo bellissimo decollete, Alice un abitino  molto ino, con gonna a palloncino e corpetto senza maniche e Angela  un grazioso abitino stile impero alquanto succinto direi. Da lei non mi aspettavo un simile acquisto.

La parte più stressante è stata al negozio di intimo. Mi hanno obbligata ad acquistare un numero considerevole di completi intimi alquanto sexy (non so come, dove e quando mi serviranno mai) e alcune camicie da notte altrettanto succinte e sexy per un non ancora definito pigiama party tra donne.

Siamo ora ferme a conversare amorevolmente al tavolino di un bar. Stiamo aspettando Emmet, il quale ha promesso di raggiungerci.

Tra una chiacchiera e l’altra mi sovviene una piccola urgenza, mi alzo per raggiungere il bagno, ma grazie alla mia sbadataggine inciampo nei miei stessi piedi. Due braccia forti mi sostengono e mi evitano un incontro ravvicinato con la strada.

Il viso mi si tinge di una accesa tonalità di rosso.

“Tutto bene, signorina?” mi chiede la voce del mio salvatore, una voce che mi sopraggiunge familiare.

“Sì, certo, grazie” rispondo mentre alzo la testa e inchiodo il mio sguardo in due occhi azzurri familiari.

Occhi che ora si allargano e mi guardano con curiosità e sorpresa.

Subito mi libero da quella sgradevole presa.

“Bella?” mi chiede il ragazzo che ho identificato come Steven.

“Steven” saluto con freddezza.

I nostri occhi non si schiodano.

Le ragazze ci guardano con aria interrogativa, Alice fa per chiedere qualcosa, ma una voce solare ci distoglie da questa situazione alquanto imbarazzante.

“Ehi, ragazze” Emmet ci raggiunge in un soffio.

“Ciao, Bellina come stai?” mi dice mentre saluta in modo molto caloroso la sua Rose.

“Potrei stare sicuramente meglio” rispondo senza distogliere lo sguardo da occhi slavati.

“Oh, vedo che avete conosciuto Steven” dice Emmet

“Tu conosci questo individuo?” chiedo al mio tanto affezionato fratello – orso.

“Sì, lui è il mio compagno di stanza” chiarisce.

“Bella ti prego non essere così ostile”. Quel viscido ha anche il coraggio di rivolgermi la parola.

“Non dovrei?” sibilo.

“So che hai le tue ragioni, ma per favore lo sai che io non c’entro niente con quello che è successo a Phoenix”

“Beh, credo che forse voi due avete bisogno di parlare. Noi torniamo al tavolo. Ci vediamo dopo” mi dice Alice

“No, io e lui non abbiamo proprio niente da dirci”

“Ti prego, Bella, non essere testarda. Dobbiamo chiarire” mi supplica Steven.

Non so perché, ma forse ha ragione. Decido quindi di dargli una possibilità di spiegarsi.

“Ok, Alice. Ci vediamo dopo, allora” e mi avvicino al mio ex amico.

“Ti va di sederci su quelle panchine, così siamo più comodi”

Annuisco.

Una volta seduti, un silenzio imbarazzante cala tra noi. Nessuno dei due sa da dove cominciare. Dato che non ho intenzione di restare ancora a lungo in sua compagnia, decido di rompere io il ghiaccio.

“Come sta Sarah?” già Steven è o era ora non lo so più il ragazzo della mia ex migliore amica.

“Direi che sta bene”

Mi risponde spiazzato dalla mia domanda.

“Bella, ascolta, e ti prego non interrompermi. Quella maledetta sera, nessuno di noi era a conoscenza delle intenzioni di Paul. Te lo posso assicurare. Siamo rimasti scioccati quando vi abbiamo scoperto. Sono terribilmente desolato. Ma ti giuro che se anche avessi avuto il minimo sospetto gli avrei impedito di fare quello che ha fatto”

Le sue parole sono sincere, lo sento. Non sono, però, sufficienti a cancellare l’amarezza di quei ricordi orribili.

“Voglio crederti, Steven. Comprenderai che questo non cancella ciò che è stato e ciò che ho passato. La cosa più frustrante è stata che tutti coloro che sapevano non mi avrebbero aiutato se avessi voluto agire contro di lui. Mi sono ritrovata sola. Come se tutto quello che era successo me lo fossi cercata. E tu sai che non è così”.

Sospiro amaramente, lui stringe i pugni per la frustrazione e la consapevolezza della veridicità delle mie parole.

“Comunque ho deciso di andare avanti. Nonostante tutto la situazione si è risolta in meglio. È inutile recriminare con i se e i ma, questo ci fa stare solo peggio. Quindi cercherò di far tesoro delle tue scuse, perché suppongo che le tue parole mirassero a questo. Le accetto, ma non chiedermi di far tornare tutto come prima. È troppo presto” mi sento di aggiungere.

Alle mie parole, mi abbraccia di slancio. Oggi è la giornata dedicata a chi abbraccia meglio Bella Swan?

“Grazie, grazie, Bella. Le tue parole mi accendono il cuore di nuove speranze e spero che lo stesso sia per Sarah”

“Steven, io non odio Sarah. Non posso biasimarla per essersi tirata indietro in tutto questa faccenda. In fondo in quella maledetta scommessa eri coinvolto anche tu. Per lei sarebbe stato come tradirti. Quindi da una parte la comprendo. Però comprenderai che da parte mia si è comunque spezzato qualcosa. Per questo rassicurala, se pensa che la odi, però come ti ho detto prima, per me non sarà più come prima” mi meraviglio io stessa delle mie parole. Da dove è uscita fuori tutta questa saggezza? Forse dalla forza del perdono?

“Sei una persona meravigliosa, Bella. Mi auguro che tu sia riuscita a ritrovare il tuo equilibrio e soprattutto la tua felicità”

Annuisco, non ce la faccio a dire nient’altro tutto questo mi ha un po’ spossata.

Ci alziamo dalla panchina. Un’ultima stretta di mano sancisce la nostra pace.

“Raggiungiamo gli altri”. Mi avvio verso il tavolo dove gli altri ci attendono.

“Credo sia ora di andare. Si è fatto tardi” esordisco.

“Tutto bene voi due?” chiede Emmet preoccupato.

“Non preoccuparti fratellone ci siamo chiariti. Tutto apposto. Vero Steven?”

“Certo”.

 

Sulla strada del ritorno, un silenzio reverenziale cade nell’abitacolo. Immersa nei pensieri e nei ricordi i miei occhi luccicano di mute lacrime di dolore, ma il cuore è più alleggerito per aver perdonato.

 

 

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Risposte alle Recensioni:

 

 

Recensione di astrid 93 [Contatta] del 28/10/2009 - 05:05PM sul capitolo 5: Capitolo 5 - Firmata

Grazie per i complimenti… cmq all’arrivo di Jacob non manca molto, forse uno o due capitoli….

Recensione di rodney [Contatta] del 27/10/2009 - 11:28PM sul capitolo 5: Capitolo 5 - Firmata

Ci puoi scommettere che Edward tutto induce, fuorché tranquillità…. Vedrai per la povera Bella l’effetto Edward Cullen sarà a dir poco devastante….. per quanto riguarda il comportamento di Eddy spero il capitolo appena postato ti abbia chiarito la situazione….. a presto e alla prossima….

Recensione di __cory__ [Contatta] del 27/10/2009 - 07:57PM sul capitolo 5: Capitolo 5 - Firmata

Spero che questo capitolo ti abbia chiarito qualcosa…. Prometto che altri indizi ci saranno anche nel prox …. A presto baci…

Recensione di Shinalia [Contatta] del 27/10/2009 - 07:49PM sul capitolo 5: Capitolo 5 - Firmata

Sì, seguo con interesse le tue storie……. L’effetto confusione era voluto sono contenta che abbia avuto l’effetto sperato…. Spero possa piacerti anche questo capitolo…. Baci a presto….

 

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Piccolo capitolo di transizione, che darà una svolta definitiva alla storia.

Mi scuso già, perché non sarà un capitolo lungo, però ho pensato che questo processo della mente di Edward meritasse uno spazio tutto suo.

In questo capitolo ci sono dei passaggi un po’ hot (quella scritta in corsivo) se qualcuno è piuttosto sensibile a tali situazioni potete anche ometterne la lettura. Spero di non essere stata troppo volgare.

Cercherò di postare il prossimo capitolo tra stanotte e domani. È già in cantiere, almeno nella mia testa.   

 

Un ringraziamento speciale ai 48 preferiti ai 85 seguiti e anche a chi legge solamente  e a Marcella che mi ha inserito tra gli autori preferiti.

 

Baci, Buona Lettura!

Luis

 

 

Amare oltre le Apparenze

CAPITOLO SETTIMO

 

POV EDWARD

 

            È stato un allenamento a dir poco memorabile. Io Jasper e Ben ci siamo divertiti un mondo a dare a Mike  e Tyler una silenziosa lezione coi fiocchi. L’eco delle parole viscide usate dai due rimbomba ancora nelle mie orecchie. Il mister ha pensato bene di farci disputare una partita di allenamento prima della prima di campionato che si terrà la settimana prossima.

Un sorriso beffardo spunta sulle mia labbra, quando Mr Clapp annuncia le formazioni. Ovviamente io, Jasper e Ben siamo in squadra insieme, non potrebbe essere altrimenti dato che siamo le punte di diamante della squadra. La mia soddisfazione arriva  alle stelle nel vedere i nostri avversari, tra cui Mike e Tyler. In quel momento secondo me io  e i  miei amici abbiamo avuto lo stesso pensiero e l’occasione per soddisfare almeno in parte il desiderio di vendetta.

Per i nostri avversari, è stata una partita massacrante, dato che alcuni di loro se ne sono tornati a casa con alcuni lividi in faccia, sulle gambe a causa di alcune pallonate accidentalmente sferrate con troppa forza, qualche sgambetto gli ha distorto qualche caviglia, insomma gliele abbiamo date seppur in maniera velata. L’unica pecca della giornata è che Mr Clapp ha voluto punire il sottoscritto per i troppi falli indovinate su chi? Altri 40 giri di campo dopo due ore di allenamento. Non importa ne è valsa la pena. Ora sono solo nello spogliatoio,  sto sciogliendo i  muscoli sotto il getto d’acqua calda della doccia. Mi piace l’effetto dell’acqua che scorre impetuosa lungo il mio corpo, delineandone curve e forme. Immerso in questo piccolo idillio, si fa largo nella mente l’immagine  di Bella. Piccola dolce Bella. La sua dolcezza, la sua timidezza, le sue guance che si tingono di rosso quando qualcuno le fa un complimento o anche se qualche volta la guardo, la sua grinta da renderla una vera e propria pantera. Non oso immaginare quanta passione possa nascondersi dietro quella maschera che si è costruita ben bene. Perché Bella Swan indossa una maschera questo è certo. Due braccia delicate mi cingono la vita mentre sono ancora sotto la doccia.

Due labbra calde cominciano ad accarezzare la mia schiena con voluttuosità. Giro verso di me la fonte di tali carezze e mi ritrovo a specchiarmi in due pozze di cioccolato cariche di desiderio e passione. Lentamente mi avvicino per lambirle le labbra in un bacio dolce  e delicato. Le mani di lei si fanno largo lungo il mio petto fin dietro il mio collo e il suo corpo nudo si fonde con il mio. Il bacio diviene sempre più passionale  e io disconnetto completamente il cervello. L’unica cosa cui riesco a pensare è il suo nome: Bella, Bella, Bella…. Le mie mani scorrono lungo il suo corpo, le mie labbra  e la mia lingua lambiscono ogni singolo angolo di pelle. Afferro con decisione le natiche e la schiaccio contro le mattonelle della doccia, le sue gambe mi cingono la vita con veemenza. Completamente perso in quella beatitudine entro in lei con ardore e passione, spingo con più forza e mi beo dei gemiti di piacere che escono dalle sue labbra, sempre di più fino a che non sento che è arrivata all’apice del piacere seguita subito dopo da me. Faccio unire le nostre fronti e lei abbandona i miei fianchi appoggiando in modo instabile i piedi a terra.

“Oh, Eddy. Sei stato fantastico. Non ti ho mai sentito così, così…. Non trovo le parole” dice quella voce che mi riporta alla realtà. Apro gli occhi e mi ritrovo davanti

“Tanya” la chiamo perplesso.

“Chi pensavi che fossi, scusa?” mi chiede.

“No, è che mi sembri diversa” non so cosa dirle.

“Ti dispiace, dovrei finire di prepararmi” cerco di liquidarla freddamente.

“D’accordo a dopo, allora. Potremo replicare” mi propone seducente.

“Non credo sia il caso. Ora per favore lasciami solo”. Esce dalla spogliatoio piuttosto indignata.

 Mi fascio i fianchi con un asciugamano e mi siedo su una panchina con le mani sulla testa.

Non ci posso credere. Ho fatto sesso con Tanya e per tutto il tempo non ho fatto altro che pensare fosse Bella. Ero talmente perso nella mia passione da non accorgermi di niente. È stato sconvolgente. Non oso immaginare come possa essere farlo davvero con lei. Cosa mi hai fatto Bella Swan? Sei diventata la  mia ossessione e la mia droga. Ti ritrovo dovunque. È tutto inutile penso scuotendo la testa. Non riesco a capire come sia potuto accadere. Sebbene in un modo silenzioso e tutto suo mi è entrata dentro e sono sicuro che sarà la mia fine.

Non posso più andare avanti così. Questo nostro atteggiamento non porterà a nulla di buono se non a distruggerci. Quanto meno questo è quello che potrebbe accadere a me. Dovrei cambiare con lei, essere normale  e naturale come chiunque altro. Ma come faccio se ogni volta che la vedo i miei impulsi mi portano a voler fare qualcos’altro?

Autocontrollo Edward, ci vuole autocontrollo.

Non posso fare  a meno di prendere la decisione che spero non distrugga l’ultima parte di umanità che mi resta.

Dopo essermi preparato, lascio la scuola con una sola cosa in testa: operazione conquistiamo Bella Swan in modalità on.

 

 

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Risposte alle Recensioni:

 

Recensione di Luisa98 [Contatta] del 29/10/2009 - 06:57PM sul capitolo 6: Capitolo 6 - Firmata

Sono stra contentissima che ti piaccia la storia. Non preoccuparti non è mia intenzione lasciare le cose incomplete… Baci alla prossima

Recensione di astrid 93 [Contatta] del 29/10/2009 - 05:27PM sul capitolo 6: Capitolo 6 - Firmata

Sono d’accordo con te Jasper è una figura che merita…. Jacob dovrebbe arrivare nel prossimo capitolo e …… mi dispiace non posso dirti le reazioni di edward….. Ihihihihih

Recensione di rodney [Contatta] del 29/10/2009 - 02:08AM sul capitolo 6: Capitolo 6 - Firmata

Carissima la festa dovrebbe esserci nel prossimo capitolo, sempre se la mia mente malata non lavori diversamente…. Non sarà tutto comunque sarà solo una parte….

Recensione di __cory__ [Contatta] del 28/10/2009 - 07:11PM sul capitolo 6: Capitolo 6 - Firmata

Per quanto riguarda il passato di Bella ci sie andata vicina, ma non è accaduto quello che pensi… Steven, invece, lo dice la stessa Bella è il ragazzo della sua ex migliore amica…. Alla prossima….

Recensione di SweetCherry [Contatta] del 28/10/2009 - 06:54PM sul capitolo 6: Capitolo 6 - Firmata

WOW!!! Addirittura due capolavori… il mio ego si gonfia fino alle stelle…. Grazie della stima che riponi in me, ma soprattutto nella mia storia…. Sperò che continuerà a piacerti… ti pregooooooooooo aggiorna presto la tuaaaaaaaaa sono in astinenza!!!!!!!

 

 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Excuse me!!! I’m VERY VERY SORRY!!!!!!

Perdonate il ritardo…. Ma sfornare questo capitolo è stato un po’ stressante. Il risultato  non mi piace molto… però mi piace la modalità EDWARD CULLEN geloso e possessivo ON…..

 
Avrebbe dovuto essere il capitolo della festa, ma la mia mente malata e i personaggi mi sono un tantino sfuggiti di mano…

Prometto che il prossimo ci sarà la festa e l’arrivo indovinate un po’ di chi?

 
Sì, Sì ci mancava solo luiiiiiiii a far uscire di senno il nostro Edduccio…. Ahahahahah!!!!!!

 

Un ringraziamento speciale ai 52 preferiti ai 95 seguiti e anche a chi legge solamente  e a Marcella che mi ha inserito tra gli autori preferiti.

 

Baci, Buona Lettura!

Luis

 

 Amare oltre le Apparenze

CAPITOLO OTTAVO

 
POV BELLA

 
            Eccomi, qui, alla guida del mio pick up: direzione scuola. Non ho dormito molto bene. I fantasmi del passato sono tornati a trovarmi questa notte. L’incontro con Steven ha fatto tornare a galla tanti ricordi belli, ma anche quelli brutti, quelli che mi hanno portato lontano dalla mia vita. Sento, però, qualcosa di nuovo dentro come una strana forza, dettata forse dall’aver affrontato in parte i miei problemi e di averci messo una pietra sopra definitivamente.

Ho parlato anche con Jake: gli ho raccontato della festa e si è detto entusiasta di raggiungermi. Gli ho parlato anche dell’incontro con Steven e su questo non ha espresso giudizi, poi mi ha lasciata con una frenesia particolare, perché mi ha  annunciato di avere una sorpresa per me, ma non sono riuscita a estorcergli nulla. Chissà!

Inaspettatamente ad accogliermi al parcheggio oltre ai miei soliti amici c’è anche Cullen. Scendo dal pick up e mi guardo intorno circospetta in attesa che qualche strana catastrofe si abbatta su di noi.

“Ehi, ragazzi!” saluto i miei amici con il sorriso più smagliante e falso che mi posso permettere. Non voglio che si accorgano del mio pessimo stato d’animo.

“Ehi, Bella!” mi risponde con entusiasmo Alice. Dove la trova quell’energia di prima mattina? Dovrò chiederle di rivelarmi il suo segreto. Con passo lento cerco di avvicinarmi, mi sento un po’ instabile non ho voglia di fare una delle mie solite figuracce di fronte a Cullen che stranamente non si allontana come le altre volte e sembra ignorare i segnali di fumo che gli sta lanciando la sua bambola bionda da lontano. Nel mio campo visivo spuntano con il loro modo da falsi fighi (nessuno può eguagliare Edward in stile)i due viscidi per eccellenza: Mike e Tyler. Mi si parano davanti.

“Allora, cuore di ghiaccio Swan, oggi non hai un po’ voglia di scioglierti un po’?” sibila Mike.

“Lascia che ti porti la borsa, piccola” continua l’altro al suo fianco  e tenta di sfilarmi la borsa. A quel punto mi sovviene una gran bella risposta.

“Sai Mike” rispondo suadente e melliflua, mentre mi avvicino dandomi delle arie da seduttrice “Hai ragione, oggi ho proprio voglia di divertirmi un po’” sibilo avvicinandomi ancora di più al lurido. Mi avvicino e allungo una mano con lentezza studiata quasi quando lo vedo capitolare con lo sguardo gli mollo un ceffone di quelli che anche un pugile professionista si sogna, mentre all’altro gli rifilo una borsata in pieno addome.

A quel punto Mike, furioso, tenta di restituirmi il favore, ma una mano ferma e decisa lo blocca.

“Credo che per oggi ne avete avuto abbastanza. Se non volete assaggiare anche qualche altro tocco, sicuramente poco piacevole vi consiglio di sparire” sibila la voce austera del mio salvatore.

I due vigliacchi si allontanano con la coda tra le gambe. Mi volto e mi specchio nei meravigliosi occhi azzurri e limpidi del mio salvatore. Ho sempre pensato che Steven avesse degli occhi bellissimi. Questo prima di incontrare Edward Cullen, ovviamente.

“Sempre nei guai, eh?” mi schernisce Steven, mi cinge un fianco attirandomi a sè dirigendosi verso gli altri.

“Già. Ma tu cosa ci fai qua?” effettivamente non capisco il motivo della sua presenza.

“Sono stato mandato dal mio professore di chimica dal prof. Banner credo che questi abbia richiesto un assistente e subito hanno pensato a me.”

“Sempre battagliera di prima mattina, Bellina?” sghignazza Emmett praticamente avvinghiato alla sua  Rose. Noto solo ora che Cullen non ha distolto lo sguardo da noi, in  particolar modo dalla mano che cinge i miei fianchi. Come se volesse farlo apposta, quando ci fermiamo Steven sembra  stringere maggiormente la presa  e mentre parla fissa con insistenza lo sguardo in quello di Cullen. Che diamine sta succedendo. Sembra quasi una sfida a chi sia il più duro.

“Già. Caro Emmett devi sapere che ultimamente è stato fondato il club Facciamo impazzire Bella Swan” scherzo io.

“A Phoenix non è ancora decaduto. Ci sono ancora molti iscritti sai?” mi dice Steven divertito

“Ma dai. Non scherzare” ribatto

“Non sto scherzando. Sono in molti che ti rimpiangono, Bella. Soprattutto i ragazzi della squadra. Lo sai che loro ti volevano e ti vogliono ancora bene” stavolta è serio.

“Non tutti” mormoro tra me.

“Bene, ti lascio ai tuoi amici” mi saluta. Mi abbraccia.

“Sta attenta” mormora tra i mie capelli e schiocca undelicato bacio sulla fronte.

“Come vedi ho imparato a difendermi da sola” gli urlo dietro mentre mi allontano. Un sorriso divertito si dipinge sul mio volto.

Mi volto verso i miei amici che mi guardano perplessi, mentre Cullen sembra voglia affossarmi all’istante.

“Beh, che c’è?” chiedo

“Avete fatto pace in fretta, voi due” ammicca Alice.

“Già” sghignazzo io.

Mi dirigo verso l’ingresso della scuola.

Non so cosa mi succede, all’improvviso mi blocco. Ho una strana sensazione di oppressione. Non riesco a respirare. Cerco di farlo, ma non ci riesco. Comincio a sentire i rumori e le voci intorno a me arrivarmi lontane, ovattate. Tutto comincia ad offuscarsi. L’ultima cosa che ricordo sono due braccia forti e calde che mi afferrano e due pozze verdi che mi fissano con terrore.

 

POV EDWARD

 

            Panico. Panico. Panico. Tutto il mio essere freme  di puro panico. Sono qui, in infermeria, accanto al lettino di Bella. È già trascorsa un’ora dal suo svenimento e non ha ripreso ancora i sensi. Non mi sono allontanato da lei, nonostante le insistenze dell’infermiera. Sono attanagliato da uno strano senso di preoccupazione. Perché non riprende i sensi? A  dire la verità ero arrabbiato con lei. Prima quei due imbecilli di Mike e Tyler che la importunano, poi è comparso quest’altro tipo che non ho ben capito come si chiami, ma se ho inteso bene sono amici da Phoenix. Quel suo modo possessivo di trattare  Bella. Che fosse la sua ragazza? Che Bella sia stata sua? Se penso alla mia piccolina tra le braccia di un altro i nervi mi arrivano  alle stelle. Faccio fatica ad ammetterlo con me stesso, ma sono geloso. Geloso marcio. Fosse solo questo, forse riuscirei a gestire la cosa, ma sono anche tremendamente possessivo. Al solo pensiero che qualcuno di quei viscidi osi posare lo sguardo su di lei divento una belva. Sono pazzo. Sì! Pazzo di Bella Swan e lei non sembra vedermi affatto. Stamani sono arrivato a scuola con la ferma intenzione di cercare di avere un minimo approccio con lei che fosse civile. Non pensavo sarebbe capitato questo. 

“Mhmmmm” un leggero mugolio fuori esce dalle sue dolcissime labbra. Forse sta per risvegliarsi.

“…ard” la sento dire qualcosa di incomprensibile.

“Cosa Bella, cosa c’è?” le chiedo in piena crisi ansiosa.

“Edward” mugugna stavolta la comprendo. Ha pronunciato il mio nome.

“Edward” ancora. Beh, la cosa non può che farmi piacere. Mi stai sognando piccolina?

“Io…. Io…. Non ho fatto niente” parole tormentate e calde lacrime escono dai suoi occhi ancora chiuse.

Cosa c’è che ti turba mia piccolina? Quanto vorrei poterti leggere nella mente per poterti capire, consolare.

Un rumore profondo ed una voce maschile profonda interrompe le mie riflessioni.

“Dov’è? Dov’è mia figlia?” deve essere l’ispettore Swan. La scuola deve averlo avvisato del malore.

Quando entra nella stanza per un attimo resta interdetto, mi fissa e fissa le mie mani che stringono quelle di sua figlia. Solo ora mi rendo conto. Per tutto il tempo l’ho tenuta stretta a me come potevo. Le lascio subito. Non vorrei che suo padre fraintendesse.

Si avvicina in fretta al capezzale di Bella. Mi allontano per dare loro un po’ di privacy.

“Piccola, cosa ti è successo?” Bella sentendo la voce del padre gli stringe forte le mani come ad aggrapparsi ad un’ancora.

“Non ho fatto niente….” Continua a delirare.

Suo padre sembra sbiancarsi, forse lui sa a cosa si riferisce.

“Di nuovo gli incubi” mormora tra sé.

Quindi non è la prima volta che le capita una cosa del genere.

Prende la figlia tra le braccia, la solleva.

“Grazie, signorina Cope. La riporto a casa. Penso non ci siano problemi”

“Non lo dica neanche ispettore. Spero non sia nulla di grave” risponde allarmata la donna.

“Non è la prima volta che capita. Non si preoccupi si rimetterà presto” si volta verso di me e con uno  sguardo serio mi rivolge la parola.

“Grazie, ragazzo, per aver tenuto compagnia a mia  figlia”

“Di  niente signore. Comunque io sono Edward Cullen. Sono desolato di fare la sua conoscenza in tali circostanze” mi appresto a presentarmi, anche se non è il momento. Mi sembra comunque educato.

“Grazie ancora Edward” e dicendo questo esce dall’infermeria.

Resto ancora lì con tante domande che mi vorticano in testa e nessuna risposta.

L’unica cosa positiva è che le sue dolci labbra hanno pronunciato il mio nome nell’incoscienza.

Non ti sono del tutto indifferente, allora?

Il mio ego si gonfia a dismisura così come anche la convinzione che prima o poi Bella sarà mia. Solo e soltanto mia.

La mia missione continua. Il prossimo passo sarà riuscire a farmi invitare alla sua festa. Non ho intenzione di imbucarmi. No, voglio che sia lei ad invitarmi, a volermi.

Mi vuoi piccola Bella?

Perché io ti voglio, come non ho mai voluto niente altro i vita mia.

 

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 Risposte alle Recensioni:

 

Recensione di rodney [Contatta] del 30/10/2009 - 11:54PM sul capitolo 7: Capitolo 7 - Firmata

Per prima cosa chiedo perdono per il ritardo…..Anche a me è piaciuta la frase…. Purtroppo era troppo preso dalle sue fantasie per rendersi conto di chi fosse a tenergli compagnia…. Prova ad immaginare la sua faccia…. Povero piccolo…..

Recensione di __cory__ [Contatta] del 30/10/2009 - 05:52PM sul capitolo 7: Capitolo 7 - Firmata

Non preoccuparti… diciamo che un po’ di confusione è anche voluta dalla mia mente sadica…… spero ti piaccia anche questo capitolo….

Recensione di Luisa98 [Contatta] del 30/10/2009 - 04:42PM sul capitolo 7: Capitolo 7 - Firmata

Spero ti piaccia anche questo capitolo…. Per quel che riguarda cosa ha in mente vedrai….

Recensione di astrid 93 [Contatta] del 30/10/2009 - 04:08PM sul capitolo 7: Capitolo 7 - Firmata

Perdono, perdono, perdono, sono terribilmente in ritardo….. mi auguro che anche questo ti piaccia come i precedenti…. baci

Recensione di SweetCherry [Contatta] del 30/10/2009 - 02:15PM sul capitolo 7: Capitolo 7 - Firmata

Benché Bella sia profondamente presa dal nostro Edduccio è anche molto scottata dal suo passato…. Farà molta, molta resistenza…. Ma Eddino è più deciso che mai…. Al momento si sta lasciando guidare dall’istinto, ma sarà davvero questo?....

 

Recensione di Rosellina89 [Contatta] del 30/10/2009 - 02:13PM sul capitolo 7: Capitolo 7 - Firmata

Non so se sia interessante quanto ti aspettavi, spero comunque di non aver deluso le tue aspettative…. baci

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Ciaooooooooo, eccomi di nuovo!!!!

Ho notato una cosa che mi lascia pensare. In molte mi chiedete del passato di Bella, ma a nessuno è venuto in mente che anche il nostro Edduccio ha un passato dietro la sua, diciamo così, strafottenza?

 

Vi invito a rifletterci….

 

Un ringraziamento speciale ai 56 preferiti ai 108 seguiti e anche a chi legge solamente  e a Marcella che mi ha inserito tra gli autori preferiti.

 

Baci, Buona Lettura!

Luis

 

Amare oltre le Apparenze

CAPITOLO NONO

 

POV EDWARD

 

            Oggi Bella non è venuta a scuola. Sono stato tutta la giornata di ieri in attesa di sue notizie. Di certo non potevo chiamarla per sapere come stava, mi avrebbe preso per matto. Quell’essere malefico di mia sorella non ha voluto dirmi nulla. Ha solo detto: “Se avete qualcosa da dirvi fatelo tra voi. Io non sono la segretaria di nessuno”. Nana malefica! Come fosse normale per me chiamare Bella e chiederle “Come stai?”. Non è una cosa difficile è solo che ultimamente io e lei non andiamo molto d’accordo e non vorrei che leggesse ciò che non c’è nel mio sano atteggiamento di preoccupazione. L’unico che si è sbilanciato è stato  mio padre a cena, che si è premurato dopo una mia allarmata chiamata di passare da lei per un controllo. Ha detto che sta bene. Ha subito uno stress emotivo. Qualche giorno di riposo e si rimetterà.

Quando ho saputo che nonostante tutto la festa di questo sabato per il suo compleanno non sarà annullata sono andata su tutte le furie.

“Sei impazzita, per caso? Non hai sentito papà. Bella ha bisogno di riposo!” mia sorella è un’egoista.

“In questo momento Bella ha bisogno dei suoi amici e di distrarsi. Comunque è lei che ha insistito per non annullare tutto” ribatte lei.

Sono pietrificato. Da quando in qua Bella Swan ha questa smania per le feste?

Sono seduto a mensa con Tanya sempre alle costole che cerca di provocarmi come può. Mi dispiace cara ma oggi non sono proprio in vena. Non la sopporto.

“Basta, Tanya. Smettila di lagnarti se hai bisogno di distrazioni guardati in giro, sono sicuro che ci sarà sicuramente qualcuno pronto a soddisfare i tuoi capricci!” sbotto come un ossesso.

I commensali mi guardano con stupore, soprattutto Jasper che ha saggiato il mio umore nero.

“Edward Cullen, oggi sei insopportabile!” ribatte l’oca della mia ragazza che subito si alza e dà inizio alla sua caccia. Sto pensando seriamente di scaricarla. Non la sopporto. Certo a letto ci sa fare, ma non mi basta.

“Come sta Bella, oggi?” chiedo tutto di un fiato.

Sul viso di mia sorella spunta un sorriso diabolico.

“Bene, direi”.

“Non si annoia a stare da sola? Magari con un po’ di accortezza poteva anche venire a scuola” ribatto io. Mi manca. La voglio qui con me. Sei uno stupido Edward. Fai la faccia di bronzo e va da lei se non ce la fai a stare senza.

“Beh, veramente non è da sola. Direi che è in dolce compagnia” sputa mia sorella allusiva

“E con chi?” chiede incredula Angela.

“Sì, con chi. Steven l’ho visto aggirarsi per i corridoi. Quindi lui non può essere”  riflette Rosalie.

Devo fare una statua d’oro a queste ragazze.

“Il nome Jacob Black vi dice niente?” dice sorniona mia sorella.

“Jacob è qui!?” esclamano interrogative le ragazze.

E adesso chi è questo Jacob Black.

Il mio sistema nervoso sta per chiudere per ferie. Non ce la faccio.

Ma quanti sono che le fanno il filo?

Chi l’avrebbe detto che lo scricciolo attira i ragazzi come il miele le api.

State tutti calmi. Nessuno può battere Edward Cullen. Nessuno. O forse voglio solo illudere me stesso?

 

POV BELLA

 

Basta. Basta. Basta. Non ne posso più!

Adoro Jacob. È il mio migliore amico, è come un fratello. Ma ho avuto solo un piccolissimo malore, dovuto ad un po’ di stress maledizione! Come Charlie gli ha raccontato dell’accaduto, si è precipitato in men che non si dica da Phoenix ed ora si è sistemato a tempo pieno a casa mia a farmi da infermiere. Non ce la faccio più! Ci manca poco che mi accompagni anche in bagno. Ma cosa crede?

La cosa positiva di tutta questa faccenda è stato l’aver saputo che Cullen si è preso cura di me, prima che mio padre mi riportasse a casa. Nota dolente, non mi ha fatto neanche un colpo di telefono per sapere come stavo. Ah, non ci capisco niente. Se non gliene importa niente, perché allora è rimasto con me in infermeria? Forse solo per gentilezza. Sì deve essere così. In fondo, non è poi tanto stronzo come lo avevo classificato ultimamente.

Jacob mi parla, ma io non l’ascolto. Mi ha rimproverato di voler comunque fare questa maledetta festa. Non sono moribonda, miseriaccia. Ho voglia di distrarmi. Perché nessuno capisce? In più, ci si mette anche la mia migliore amica, che tra un po’ diventerà ex, se non la smette di tormentarmi con tutti i preparativi e via dicendo. Mi ha addirittura chiesto se volessi invitare Steven. Ci ho pensato su. Perché no. In fondo sta cercando di recuperare la mia amicizia. Jacob non è d’accordo. Quando fa così non lo sopporto. Vuole decidere come, dove e chi devo frequentare e va bene che il mio amico è un po’ apprensivo dopo gli avvenimenti passati, ma non sono una sprovveduta. La lezione mi è bastata.

 

“No, no, no assolutamente no” sbotto adirata contro Jacob che non vuole che vada a scuola neanche oggi.

“Bella non essere testarda. Devi riprenderti ancora. Sei ancora pallida” cerca di convincermi. Eh no, caro Jacob Black non mi impedirai di uscire di casa.

“Jacob è stato solo un po’ di stress, come te lo devo dire. Non sono moribonda” ribatto furiosa come non mai.

“Facciamo così” riprendo cercando di smorzare la tensione “Mi accompagni tu con la moto, così sarai sicuro che sono a scuola sana e salva. Che ne dici?”

Mi guarda intensamente negli occhi.

“D’accordo. Tanto lo so che è inutile continuare a discutere con te!” conclude rassegnato.

 

Arrivati alla Forks High School tutta la scuola si volta nella direzione che il rombo della moto di Jacob produce.

Si ferma. Scende dal suo bolide a due ruote. Si sfila il casco e un rumore di respiri femminili soppressi invade il cortile. Sembra quasi lo stesso effetto di quando arriva Cullen.

Eh, sì! Jacob è un bellissimo ragazzo quasi al pari di Edward. Quasi perché il mio demone dagli occhi smeraldo non lo batte nessuno.

Eccolo lì, accanto alla sua Volvo che guarda nella nostra direzione. Nei suoi occhi vedo dapprima la curiosità del nuovo arrivo e poi lo sgomento (come tutti del resto) nel rendersi conto che la ragazza al fianco del nuovo arrivato è la sottoscritta.

Jake mi cinge la spalle con un braccio e con l’altro porta entrambi i caschi. Ci avviciniamo agli altri. Mentre un brusio di fondo ci accompagna.

“Jacob” esclama Alice.

“Ciao, nana” la canzona il mio amico.

“Come stai Bella?” mi chiede preoccupata Angela.

Cullen è sempre lì. Non parla. Trucida con lo sguardo Jacob e il braccio attorno alle mie spalle. Ma che gli prende? Beh, almeno non si dilegua. Forse dovrei dirgli qualcosa, dovrei ringraziarlo per quello che ha fatto per me.

Lo fisso. Lui mi  fissa. Ho come la sensazione che ognuno volesse dire qualcosa all’altro. Ma probabilmente non è il momento.

“Potrei stare meglio, se qualcuno non mi avesse presa per una moribonda!” sbotto sarcastica.

Un sonoro sbuffo esce dalle labbra di Jake.

“Sei assurda, Bells” ribatte.

“No, tu sei assurdo. Ne abbiamo già parlato. Se non la smetti di essere così apprensivo puoi anche dimenticarti delle mie concessioni. Tu sai a cosa mi riferisco” gli ribatto ghignando maligna.

Dovete sapere che il mio amico ha una megagalattica cotta per la mia quasi sorella Leah. Gli ho promesso di raccontargli tutte le novità che la riguardano, ovviamente solo se mi lascerà respirare.

“Sei perfida” replica.

“Lo so”.

“Ok. Ci vediamo dopo. Vengo a prenderti all’uscita” mi schiocca a mo di saluto un lunghissimo bacio sulla fronte, poi si allontana.

“WOW” sento esclamare Rosalie al mio fianco.

“Che c’è?”

“Te li sai scegliere bene gli amici, cara. Prima quel figo di Steven. Ora ti presenti con questo adone da mozzare il respiro. Ma dove li trovi?”

“Calma Rose. Ricordati che sei fidanzata” le ricorda Alice.

“Sì, ma guardare non fa male a nessuno”

Io ridacchio divertita. Cullen non sembra dello stesso avviso. Quanto non lo sopporto quando fa così. Sembra diventato una statua di ghiaccio. Perso nei suoi pensieri. Jasper non riesce ad attirare la sua attenzione.

“Dunque, vogliamo andare?” cerco di svignarmela. Mi sento un po’ a disagio.

“Bella, ma Jacob è rimasto a dormire da te?” chiede innocentemente Alice.

“Certo. Non mi ha lasciato un momento. Lo avrei strozzato. Perché me lo chiedi come se non lo sapessi”

“E dove ha dormito?” insiste. Ha qualcosa in mente, perché il suo sguardo si è fatto astuto.

“In camera mia, dove se no” rispondo io ignara di dove voglia andare a parare.

A quel punto, Cullen mi lascia interdetta. Gira i tacchi e sparisce a velocità supersonica nell’atrio della suola.

Si può sapere cosa sta succedendo?

 

POV EDWARD

 

Non ci posso credere. Hai capito Bellina, come la chiama Emmet. Fa tanto la santarellina e poi dorme nello stesso letto con quel coso abbronzato con cui si è presentata a scuola. Gli ha anche promesso le sue concessioni. Non ci posso credere. Se proprio vuoi concedere le tue grazie a qualcuno puoi farlo con me. Invece no. Se la fa con tutti fuori che con il sottoscritto.

Sento una rabbia cieca montarmi dentro.

Non essere ridicolo Edward. Non ha detto nulla di male. Ha detto solo che il suo amico ha dormito nella sua stanza non ha specificato che hanno condiviso lo stesso letto. E se anche fosse, non può essere che hanno solo dormito? Mica nel letto si fanno solo certe cose? E poi se non ti considera la colpa è tua che non le rivolgi la parola. Avresti potuto chiederle come stava, tanto per rompere  il ghiaccio e invece no. Dovevi fare il coglione e fare la radiografia al suo amichetto.

Devo smettere di piangermi addosso. Devo agire.

Sono nei corridoi per raggiungere la mensa. La vedo da lontano. Non sta andando nella mia direzione. Bene, forse è giunto il momento  di un incontro a tu per tu.

La seguo. Sta andando in biblioteca. La perdo tra gli scaffali. Dove sarà?

“Uffa!” la sento sbraitare proprio dietro lo scaffale davanti al mio. Con passo felino e silenzioso la raggiungo di spalle. Blocco il suo corpo in bilico sulle punte intenta a raggiungere uno dei libri nello scaffale troppo in lato. Allungo la mano. Sfioro la sua. Che sensazione! Prendo il suo libro. Mi allontano giusto di un passo. La sensazione del suo calore contro di me è troppo inebriante.

“Ovidio. Le Metamorfosi?” chiedo sbigottito da tale lettura.

“Dammelo” risponde stizzita.

“Non pensavo avessi un quoziente intellettivo tanto alto da dedicarti a simili letture!” la derido. Ma non lo penso veramente. La considero troppo intelligente per tutto.

“Ti sorprende? Comunque mi serve per un saggio di letteratura” ha addolcito il tono.

Ci fissiamo a lungo negli occhi. Ad un certo punto abbassa il suo e si morde il labbro inferiore. Le porgo il libro. Alza di scatto il capo e la vedo aprire la bocca e finalmente mi rivolge la parola.

“Grazie” mi dice.

“Di niente” rispondo.

“No, volevo dire grazie per quello che hai fatto per me quando ho avuto il malore” il suo viso diventa di una bellissima tonalità di rosso.

Le sorrido. “Mi hai fatto preoccupare, sai?” le dico cercando di mantenere  un tono dolce.

Mi viene spontaneo. Con lei è tutto così naturale.

“Mi dispiace” abbassa il capo.

Con due dita alzo il suo capo e attiro i suoi occhi nei miei.

“Non dirlo neanche per scherzo” ribatto serio.

“Perché?” mi chiede. Non so a cosa si riferisce. Chino il capo di lato.

“Perché sei sempre scostante con me?... cioè probabilmente lo so… ma ….  Ti ripugna tanto essere così?” mi chiede.

“Così come?”

“Normale.  Civile”

Sospiro pesantemente. Non ha tutti i torti. Ma in questo momento probabilmente la parte irrazionale di me prende il sopravvento.

“Sono sempre io, Bella. Non è cambiato niente” il mio tono è duro. La vedo irrigidirsi.

“Scusami, allora per averti disturbato” fa per andare via “Grazie per il libro, comunque”.

“E tu allora?” sbotto irritato.

“Cosa?” mi risponde voltandosi e  piantando i suoi occhioni nei miei.

“Sei gentile con tutti. Rivolgi la parola a chiunque fuorché al sottoscritto. Non mi hai invitato neanche alla tua festa. Poi dici che sono io l’asociale”

“Perché, se ti avessi invitato ci saresti venuto?” ribatte furiosa.

“Non farmi ridere Cullen” prosegue.

Quanto odio quando mi chiama così.

“Mettimi alla prova. Invitami” l’ho fatto. Sono patetico.

Mi guarda a lungo negli occhi.

“Non so dove vuoi andare a parare o cosa tu abbia in mente. Comunque fa come ti pare. Se vuoi venire sei ben accetto, se no fa lo stesso” conclude uscendo definitivamente dalla biblioteca.

Non ci posso credere.

Ce l’ho fatta. È vero non mi ha supplicato, però non mi ha nemmeno sbattuto la porta in faccia.

Con un ghigno di soddisfazione esco anche io dal sacro tempio dei libri che ci ha visto protagonisti. Mi blocco all’ingresso. Lei è lì mi sta aspettando.

“Solo un’ultima cosa, Cullen” mi dice seria come non l’ho mai vista.

Deglutisco ho quasi timore di cosa possa volere. Fa quasi paura.

“Risparmiami, almeno l’oca per domani” mi fa l’occhiolino e scompare dalla mia vista.

Non posso farne a meno scoppiò in una calorosa risata.

Bella Swan mi farai impazzire.

 

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Risposte alle Recensioni:

 

Recensione di Rosellina89 [Contatta] del 04/11/2009 - 07:33PM sul capitolo 8: Capitolo 8 - Firmata

Grazie per il brava… ti è piaciuto l’approccio tra i piccioncini?.....

Recensione di astrid 93 [Contatta] del 04/11/2009 - 05:05PM sul capitolo 8: Capitolo 8 - Firmata

Grazie per il capitolo Bellissimo…. Piaciuto il confronto fra i due?....

Recensione di Luisa98 [Contatta] del 04/11/2009 - 12:26PM sul capitolo 8: Capitolo 8 - Firmata

Grazie per il capitolo stupendo….. Spero di non deluderti, ma la storia è una EdwardXBella. Diciamo che i poligoni sono più nella mente di Edduccio che nella realtà … Baciooooooni!!!!!!!

Recensione di rodney [Contatta] del 04/11/2009 - 02:50AM sul capitolo 8: Capitolo 8 - Firmata

Come hai potuto vedere Edduccio ce l’ha fatta a farsi invitare…. E alla festa ci saranno i fuochi d’artificio… immagina Jacob, Steven Edward nello stesso luogo intenti a cercare di attirare la’ttenzione di Bella….. Ahahahah…..

Recensione di ada90thebest [Contatta] del 03/11/2009 - 10:03PM sul capitolo 8: Capitolo 8 - Firmata

Decisamente la frase è stata d’effetto… spero altrettanto questo capitolo….

Recensione di samy88 [Contatta] del 03/11/2009 - 09:40PM sul capitolo 8: Capitolo 8 - Firmata

Onorata… onorata… onorata….. non ho parole…. Sono contenta che ti piaccia la mia storia perché io adoro le tue…. Quando non aggiorni vado in crisi di astinenza….. spero che anche questo capitolo non deluda le tue aspettative… baci…

Recensione di flazzy cullen [Contatta] del 03/11/2009 - 09:13PM sul capitolo 8: Capitolo 8 - Firmata

Per quanto riguarda gli aggiornamenti non ho giorni fissi. ..cerco di fare del mio meglio per farlo tutti i giorni, tempo, ispirazione e impegni permettendo….  Per quanto riguarda il passato di Bella non è stata violentata, ma ha avuto una brutta esperienza…. I suoi amici non riveleranno nulla riguardo il look di Bella perché le vogliono bene e  rispettano le sue scelte … cmq sarà lei stessa a farlo …. Ops … mi sono sbilanciata troppo… baci … alla prossima

Recensione di __cory__ [Contatta] del 03/11/2009 - 09:06PM sul capitolo 8: Capitolo 8 - Firmata

Ti capisco, perfettamente… ti prometto che a breve si saprà tutto quanto….

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Scusate il ritardo, ma partorire questo capitolo è stato un po’ difficoltoso… questo è il tanto atteso capitolo della festa di Bella. A dire la verità essendo piuttosto lungo l’ho diviso in due parti….

 

Spero che non deluda le aspettative di tutti voi che mi seguite…..

 

Un ringraziamento speciale ai 66 preferiti ai 122 seguiti e anche a chi legge solamente  e a Marcella che mi ha inserito tra gli autori preferiti.

 

Baci, Buona Lettura!

Luis

 

Amare oltre le Apparenze

CAPITOLO DECIMO

 

POV EDWARD

 

            “Ehi, non vale!” una voce maschile acuta e profonda mi giunge ovattata e distante. Mi sembra la voce di Emmet.

“Ti sbagli amico, sei tu che sei lento” un’altra voce. Sempre maschile. Mi è familiare. Non riesco a riconoscere. Di sicuro non è Jasper e neanche Ben.

“Ha ragione, orso. Sei diventato lento” questo è Jasper che sghignazza.

“Vi piace prendermi  in giro, eh?”

“Perché non smettete di fare i bambini e mi date una mano a caricare queste cose in macchina?” questa è Alice.

Un odorino niente male giunge alle mie sensibili narici. Un brontolio allo stomaco mi desta definitivamente.

Apro gli occhi. Il sole è alto. Riesce a penetrare le tende della mia stanza. Ma che ore sono?

Mi volto verso il lato del comodino. Lancio uno sguardo al display della sveglia.

Porca….. grido nella mia mente saltando letteralmente giù dal letto.

Sono semi nudo. Ho solo i boxer in dosso. Prendo una tuta dall’armadio la prima che trovo e la indosso in fretta.

Scendo le scale rapidamente. Sono le 13.

“Perché non mi avete svegliato?” urlo come un ossesso verso mio fratello e gli altri che sono in giardino.

“Pensavamo non volessi essere disturbato. Sarai stanco dopo aver fatto follie stanotte” ammicca mio fratello.

Effettivamente, ieri sera sono uscito con Tanya. Si prospettava una serata di fuoco. Come sempre. Poi sul più bello mi sono tirato indietro. Subito il volto di Bella è comparso davanti ai miei occhi e il mio corpo non reagiva più alle carezze di Tanya. Erano altre le attenzioni che agognavo. Così mi sono inventato una scusa e l’ho liquidata per tornare a casa.

“Chi ti dice che abbia fatto chissà cosa?” chiedo

“Perché ti conosco, fratello. Non sai resistere senza sesso. Sai essere peggio di me. Devo ammetterlo” replica Emmet

“E invece ti sbagli. Come vedi non mi conosci così bene” lo sorprendo.

“Vuoi dire che ieri non hai fatto sesso?” i miei amici mi guardano perplessi.

“Che c’è? Sembra abbiate visto un alieno” mi stanno facendo innervosire. Che pensano sia un robot  o una macchina del sesso?

“No. È che è strano. Tutto qui” risponde Jasper con la sua solita flemma.

“Ah, sua maestà si è degnato di alzarsi. Beh, un po’ di riposo te lo meriti visto che oggi non hai da fare un granchè” risponde ironica mia sorella che ci ha raggiunto dopo aver posato non so cosa in macchina. Alice ce l’ha con me, perché tratto sempre male la sua amica. Dall’affermazione che ha fatto deduco che la piccola Bella non ha avvisato del mio invito. Un sorriso sornione spunta sulle mie labbra.

“Oh, invece, ho molto da fare. Devo prepararmi per una festa questa sera” sgancio la bomba.

Tutti si fermano. Mi osservano con gli occhi di fuori. Io assumo la posizione di vittoria. Con un sorriso a trentadue denti che la dice lunga.

“E alla festa di chi dovresti andare?” chiede mia sorella con gli occhi ridotti a due fessure.

“Alla festa di Bella, ovvio”

“Se non sbaglio, tu non sei stato invitato e Bella è stata categorica con me” ribatte Alice.

Questa cosa mi irrita un po’.

“Per tua informazione l’invito mi è stato fatto direttamente dalla festeggiata. E poi in una settimana possono cambiare tante cose” concludo vittorioso.

“Tu non me la conti giusta, Edward!” replica Emmet.

Alice apre e chiude la bocca. Questa non se l’aspettava.

“Cosa hai in mente?” mi chiede Jasper.

“Niente. Perché?” rispondo stizzito. Sembra così strano che voglia partecipare alla festa della mia Bella e farle gli auguri alla Cullen?

“Come hai fatto a  farti invitare?” chiede Alice ripresasi dallo shock.

“Non ho fatto nulla. È stata lei. Il resto non deve interessarvi” sono stizzito. I fatti loro niente?

“Se ho capito bene, tu non eri invitato al compleanno di Bella?” si intromette una voce estranea, ma al tempo stesso familiare. Mi volto verso quel suono e i miei occhi si spalancano come due fari.

“Che ci fa lui qui?” chiedo indicando Steven accanto a mio fratello.

“E’ mio ospite” risponde mio fratello.

“Dato che sono stato INVITATO alla festa tuo fratello è stato così gentile ad ospitarmi per il week end. Spero che la cosa non ti dia noia” mi chiede con aria di sufficienza. Della serie anche se è così rassegnati.

“Comunque non hai risposto alla mia domanda” ripete

“Sì. Poi ha cambiato idea. Ma che avete tutti. Sembra che non vi faccia piacere”

Steven sghignazza.

“Bella è testarda e cocciuta. Devi aver fatto qualcosa che l’ha colpita per farle cambiare idea. Oppure…” dice Steven

“Oppure?” rimbecco stizzito.

“Niente” e mi guarda sornione.

“A parte tutto Edward sono contenta che tu venga. Significa che finalmente hai abbassato le barriere. Almeno spero sia per questo e non perché hai in mente qualche cattiveria. Bella non lo sopporterebbe” mi dice mia sorella abbracciandomi.

“Non ho in mente nulla, Alice. Te lo posso assicurare. Ho solo deciso di essere me stesso e basta” sussurro tra i suoi capelli. Lei mi stringe maggiormente.

“Beh, allora che dobbiamo fare? Posso essere utile?” chiedo

“C’è tanto da fare. Su su fannulloni andiamo”

Detto questo il generale Caster si prepara per la battaglia.

Mentre siamo praticamente sfruttati come schiavi, mi sovviene una domanda vista l’ora tarda che si è fatta e conoscendo le abitudini di mia sorella.

“Alice, ma non hai da fare con Bella. Per usarla tipo cavia da laboratorio?” chiedo sarcastico. Povera la mia Bella non oso immaginare.

“No, ha detto che avrebbe fatto a meno di me” risponde

“E tu non hai fatto l’impossibile per convincerla?” chiede Jasper, meravigliato quanto noi.

“No. So che farà un buon lavoro anche da sola” sghignazza.

“Vedrete” un luccichio strano nei suoi occhi. Cosa ci aspetterà questa sera?

 

POV BELLA

 

        Diiiiin, diiiiin.

La sveglia suona e sancisce il risveglio di questo nuovo giorno. 13 settembre. Un altro anno. Un altro frammento di vita si è concluso per cominciarne uno nuovo. Spero vivamente di cominciarlo bene. Ho trascorso la notte agitata come non mai. Non per una semplice festa. No. Non so dove ho trovato  il coraggio, l’ho affrontato a testa alta e anche lui. Per la prima volta ci siamo parlati. Il cuore sembrava volermi scoppiare dal petto. Quando gli ho rinfacciato il fatto che se lo avessi invitato lui non sarebbe venuto mi sarei morsa la lingua. Mi aspettavo che mi deridesse e, invece, ho intravisto una scintilla nuova nei suoi meravigliosi occhi verdi. Occhi caldi, carichi di aspettativa. Quando mi ha detto “mettimi alla prova. Invitami”. Non so perché l’ho fatto. Forse per il fuoco che ho visto per la prima volta nei suoi occhi. Ho capito che tra noi qualcosa è cambiato. Non so esattamente cosa. Sento che è così. Mi auguro che non sia solo un trucco per prendermi in giro. Questo non lo sopporterei.

Sento l’adrenalina scorrermi dentro. Ho voglia di divertirmi questa sera. Ho voglia di essere me stessa. Ho voglia di godermi questo nuovo inizio con Edward. Spero solo che non si porti quella rossa svampita.

Scendo di sotto a fare colazione. Trovo Charlie ai fornelli.

Oh mio dio! Esclamo nella mia testa prima di precipitarmi da lui.

Da buon poliziotto percepisce la mia silenziosa presenza avanzare.

“Buon Compleanno, Bells” dice sorridendomi. Pone le stoviglie sul banco della cucina e mi accoglie in un caldo abbraccio un po’ imbarazzato.

“Allora, pronta per questa sera?” mi chiede

“Direi di sì. Anche se sono un po’ preoccupata. Si è occupata di tutto Alice. Sarà una sorpresa. Odio le sorprese”

Mio padre sghignazza.

“Non ti ha detto dove si terrà la festa?” mi chiede con l’alterigia di chi sa.

“No. Non è che potresti illuminarmi?” chiedo con gli occhioni da cucciola.

“Mi dispiace. Se te lo dico che sorpresa è?” ride.

“Ridi, ridi pure. Assaggerai la vendetta Swan” dico con finta irritazione.

“Sarai tu ad accompagnarmi?” chiedo poi.

“No, io sarò lì ad aspettarti. A quanto ho capito sarà Jake il tuo cavaliere”

“Perfetto” rispondo sarcastica. Avrei preferito che fosse qualcun altro. Ma va bene così. Meglio essere sua amica, che niente, no? Accontentati Bella. Uno come lui non può guardare una ragazza insignificante come te.

Per tutto il resto della giornata cerco di distrarmi. Rassetto la casa, preparo il bucato. Nel primo pomeriggio mi dedico ad una doccia rigenerante. Estraggo l’abito per la festa dall’armadio. Infilo la biancheria. Ovvero una semplice coulotte. Infilo l’abito che mi fascia come una seconda pelle. Sento suonare alla porta. Deve essere Rosalie. Si è offerta di acconciarmi i capelli. Le avevo detto che non era necessario, ma lei ha insistito.

Si spalanca la porta della mia camera.

“Oh mio Dio, Bella!” esclama Rose con gli occhi di fuori.

Ecco, lo sapevo devo essere ridicola.

“Sono un disastro, eh? Forse è meglio se indosso qualcos’altro” rispondo mesta con il capo chino. Accidenti, volevo essere carina questa sera. Volevo essere degna del SUO sguardo.

“Non dirlo neanche per scherzo” risponde indignata la mia amica.

La guardo stupita.

“Sei….. sei…. Non riesco a trovare le parole”

“Quindi non sono un disastro?” chiedo con un po’ di speranza nella voce.

“Oh…. Questa sera tutto il mondo maschile avrà sicuramente un infarto…. Sei splendida Bella” mi sorride soddisfatta.

A me non interessa tutto il mondo maschile. Mi interessa un solo uomo.

“Scusa, Rose, dovresti aiutarmi con la lampo al lato” chiedo impacciata.

“Certo” e subito questa scivola nei suoi binari con facilità.

“Bene e ora pensiamo all’acconciatura”

“Per favore, niente di complicato” supplico

“Non preoccuparti alla fine mi ringrazierai”.

____________________________________________________________________

Sono quasi le 20. Jacob sarà qui a momenti. Devo dire che Rose ha fatto un lavoro eccellente. Ha raccolto i capelli in un morbido chignon lasciando libere delle ciocche boccolose sul davanti. Il trucco leggero, quel tanto che basta per risaltare i miei occhi e anche le labbra. Stavolta devo farmi i complimenti da sola.

 

____________________________________________________________________

Dlin Dlon.

Il campanello. Jake puntuale come sempre. Apro la porta.

“Allora, Bells. Pronta per affrontare la tana dei leo….” Non termina la frase posto lo sguardo sulla mia figura. Ho fatto effetto! Sghignazzo.

“Allora, dicevi?” chiedo provocatoria.

“Cavolo, Bella. Hai intenzione di far venire un colpo a qualcuno?! Meno male che c’è anche il dottore altrimenti il pronto soccorso avrà da fare” esordisce con un sorriso scintillante.

“Beh, devo dedurre che sono presentabile”

“Più che presentabile, direi. Vogliamo andare mademoiselle?” mi chiede porgendomi il braccio come un gentiluomo di altri tempi.

Lo afferro. Mi porta alla macchina. A questo punto mi volta verso di lui.

“Ora devo fare una cosa, ma non prendertela con me. Ordini generali” comprendo subito. Deve essere qualche idea stravagante di Alice.

 

Proprio non vuoi dirmi dove stiamo andando? Chiedo sempre più nervosa. Alice ha ordinato di bendarmi, affinché il luogo della festa sia una sorpresa fino alla fine. Sto cercando in tutti i modi di corrompere il mio migliore amico, ma niente. Quando vuole sa essere irremovibile.

Dopo circa una ventina di minuti di viaggio (almeno credo) ci fermiamo.

Jacob scende e dopo qualche secondo lo sportello del passeggero si apre. Percepisco un tocco. Una mano per aiutarmi a scendere.

“Ok, lasciati guidare. Avanza piano” mi conduce lungo un viale. Sembra legno dal rumore che le mie scarpe producono al contatto.

Mi fa fermare.

“Sei pronta?”

Annuisco. Qualcuno, penso sempre Jacob che avverto alle mie spalle mi toglie la benda.

Uno spettacolo meraviglioso si para dinanzi ai miei occhi.

Uno scintillio di luci adorna un piccolo gazebo di legno, costruito per l’occasione sulla spiaggia di La Push. Hanno allestito anche un pavimento improvvisato di legno. A destra si erige un lungo tavolo pieno di prelibatezze da mangiare. Sicuramente opera di Esme. A sinistra il tavolo dei cocktail. Dinanzi ai miei occhi, invece un magnifico padiglione illuminato con luci  molto soft. Il tutto accompagnato con piccoli falò nei dintorni della spiaggia con il rumore calmo del mare come sottofondo.

Comincio a sentire gli occhi pungermi e annebbiarsi la vista per le lacrime.

“E’ meraviglioso” il mio è un sussurro. Non riesco a far uscire la voce tanta è l’emozione.

“BUON COMPLEANNO BELLA!” esclamano tutti gli invitati in coro. Posso individuare mio padre che corre ad abbracciarmi seguito da Sue Clearwater, la sua compagna. I miei quasi fratelli Seth e Leah con a seguito il suo ragazzo Sam. A quanto vedo c’è anche Emily una cugina di Leah. I ragazzi di La Push si fanno spazio per farmi ognuno gli auguri a proprio modo. Come sempre Quil e Embry non si smentiscono e subito fanno commenti sul mio look a detta loro “Da svenimento”.

All’improvviso due braccia forti e leggere mi stringono in un abbraccio da mozzare il fiato. Mi viene da dire solo una cosa

“Grazie. È tutto meraviglioso”

Alice si stacca dall’abbraccio, mi sorride orgogliosa, con gli occhi lucidi.

“Sono felice che ti piaccia”.

Riesco a scrutare tra gli invitati anche Judith e Lara due infermiere dell’ospedale molto simpatiche con cui ho stretto una flebile amicizia. Eh già. Il sabato mi dedico al volontariato al reparto di pediatria dell’ospedale di Forks. Noto anche il dottor Gordon. Subito corre a farmi gli auguri. Mi stringe a sè. Le sue braccia mi avvolgono in un caldo abbraccio. È una sensazione che mi da i brividi. Non di piacere. No. C’è qualcosa di malsano in lui. Il suo modo di guardarmi non mi piace.

“Benvenuta nel mondo degli adulti” sussurra al mio orecchio con voce melliflua. C’è tanto dietro questa frase. Mi irrigidisco.  Cerco di divincolarmi da questo abbraccio sgradito senza essere troppo scortese.

“Grazie” rispondo.

Prende una ciocca dei miei capelli che si è spostata e la riporta dietro l’orecchio. Mi discosto. Mi sento disgustata. Eppure il dottor Gordon o James come preferisce che lo chiami è un bel ragazzo. È giovane avrà più o meno 24 anni. È il nuovo medico del reparto di pediatria. Non posso farci nulla. È una sensazione a pelle.

“Bella tesoro” Carlisle Cullen si avvicina e mi svincola dalle grinfie del suo collega dopo avergli lanciato un’occhiata alquanto eloquente: della serie stai alla larga.

“Carlisle, come sono felice di vederti” lo abbraccio con impeto per trasmettergli tutta la mia gratitudine. Lui comprende il doppio significato delle mie parole. Mi scosta leggermente e con i polpastrelli porta via delle lacrime silenziose che sono trasbordate dai miei occhi. Ci guardiamo a lungo negli occhi. In quei suoi occhi chiari così caldi e simili a quelli di Edward posso ritrovare la sicurezza e la protezione di cui in questo momento ho bisogno. Un debole sorriso si dipinge sulle mie labbra.

“Cara, tanti auguri” Esme. Dolce e cara Esme. Mi libera dalle attenzioni di suo marito e mi abbraccia con quel calore materno che tanto mi manca.

Seguono gli abbracci gentili di Rosalie, Ben, Angela, Jasper.

“Bellina, Auguriiiiiii” grida Emmett mentre mi solleva da terra e mi fa roteare come una bambina. E io rido, rido di gioia. Quanto amo Emmet e la sua allegria.

“Ti prego, basta, mettimi giù. Gira tutto”

“Ai tuoi ordini principessa” e subito mi rimette a terra. Il mio precario equilibrio si fa sentire e finisco letteralmente tra le braccia di Steven.

“So di fare un effetto particolare alle ragazze, ma Bella ti prego. Così davanti a tutti” scherza Steven mentre il mio viso raggiunge una colorazione di rosso sconosciuta al mondo.

“Auguri scricciolo” sussurra mentre mi abbraccia maggiormente.

Tra tutti non sono ancora riuscita a vederlo. Sarà venuto? Ci spero tanto. Non termino neanche di formulare tali pensieri. Che mi si para davanti la visione più bella e desiderata di tutta la festa. Appoggiato ad uno dei travi del padiglione intravedo l’immagine di Edward con le braccia incrociate al petto, lo sguardo fisso su di me. Quando i nostri sguardi si incrociano, mi regala il suo sorriso sghembo mozzafiato. In questo momento vorrei sprofondare. Lo vedo avvicinarsi. Vuole farmi morire? Sembra il dio greco che tanto adoro. È lui: è l’incarnazione di Amore nella sua più regale maestosità. È bellissimo nei suoi pantaloni neri che fasciano quelle gambe muscolose e perfette, camicia bianca sagomata che mette in risalto i suoi pettorali discreti , ma tanto virili e una giacca ad adornare il tutto. I capelli più scompigliati del solito. La luna ad illuminarlo. Potrei morire anche in questo momento. Mi si para davanti. Prende la mia mano nella sua e con la cavalleria di altri tempi mi bacia sfiorando con le labbra il dorso della mano. I suoi occhi incatenati ai miei. Esistiamo solo noi due. Sembra che tutto intorno sia scomparso. Dopo un tempo che mi sembra interminabile, si solleva e sempre fissandomi negli occhi, stringendo ancora la mia mano (come mi piace questo calore) mi dice:

”Buon Compleanno, Bella” e senza darmi il tempo di rispondere mi attira a sé con fervore e mi stringe in un abbraccio carico di non so neanche io che cosa. Sento il cuore scoppiarmi nel petto. Mi gira la testa. Il suo profumo è sublime sembra una fragranza di  oppio che ti annebbia i sensi. Lo sento respirare a lungo tra i miei capelli

“Sei Bellissima, da far mancare il respiro questa sera” e stringe ancora di più la presa intorno al mio corpo.

Se questo è un sogno non svegliatemi, se è la realtà sono pronta a perdermi in essa con ogni fibra del mio essere.

 

 

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Risposte alle Recensioni:

 

Recensione di astrid 93 [Contatta] del 06/11/2009 - 05:50PM sul capitolo 9: Capitolo 9 - Firmata

A me piace quando edward mostra la sua gelosia, lo fa sembrare più passionale…… e in questa storia avrà molti di cui essere geloso…….. povero edduccio…..

Recensione di RenEsmee_Carlie_Cullen [Contatta] del 06/11/2009 - 02:10PM sul capitolo 9: Capitolo 9 - Firmata

Hai perfettamente ragione. Povere oche….  Edward geloso è così passionale…. Mi fa impazzire…. Ma la sua gelosia farà impazzire anche Bellina…….

Recensione di samy88 [Contatta] del 05/11/2009 - 12:28PM sul capitolo 9: Capitolo 9 - Firmata

Grazie per i complimenti…. Spero di essere riuscita ad essere all’altezza degli altri capitoli… come puoi vedere Edward ha deciso di agire e di esternare ciò che prova qualsiasi cosa sia……

Recensione di Luisa98 [Contatta] del 05/11/2009 - 11:00AM sul capitolo 9: Capitolo 9 - Firmata

No, Leah è la figlia di Sue che è la compagna del padre di Bella… infatti lei la definisce la mia quasi sorella….

Recensione di flazzy cullen [Contatta] del 05/11/2009 - 09:55AM sul capitolo 9: Capitolo 9 - Firmata

Sì. Il look di Bella è più o meno come lo hai descritto…. Come vedi già in questa sera ha voluto dare un assaggio di sé…. Ma prima che si riveli al mondo ci vorrà un po’….

Recensione di rodney [Contatta] del 05/11/2009 - 01:26AM sul capitolo 9: Capitolo 9 - Firmata

Eh, sì….. diaicmao che questo è l’inizio… spero che le aspettative non siano state deluse…..

Recensione di __cory__ [Contatta] del 04/11/2009 - 11:24PM sul capitolo 9: Capitolo 9 - Firmata

Sì, anche Edward ha un suo passato che l ha segnato profondamente e che lo ha portato a credere che l’amore non esiste…. Ma vedrai Bella  farà crollare le sue sicurezze…. baci

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Perdonate il ritardo… purtroppo o meno male dipende dai punti di vista l mio fidanzato mi dice “Ehi, esisto anche io!!!” 

cmq chiedo scusa per chi si aspettava il prosieguo della festa, ma la mia mente bacata ogni tanto viaggia per conto suo e ha voluto dedicare uno spaccato alle reazioni di Edward…..

Prometto che nel prossimo ci saranno tante risate e anche tanto miele…..

Godetevelo perché non durerà a lungo

Ahimè prima o poi bisogna staccarsi e ritornare alla realtà, ma i nostri piccioncini sapranno affrontare anche questa….

 Un ringraziamento speciale ai 74 preferiti ai 129 seguiti e anche a chi legge solamente, a Marcella e a Patrizia70 che mi hanno inserito tra gli autori preferiti.

 Baci, Buona Lettura!

Luis

 

Amare oltre le Apparenze

CAPITOLO UNDICESIMO

POV EDWARD

 

            Mi trovo nella mia stanza. Intento a prepararmi. Osservo l’immagine allo specchio. Quasi non mi riconosco. Ho il viso tirato. Sono nervoso. Mi sembra di dover andare al primo appuntamento. Calma Edward, è solo una festa. Non so perché mi sembro diverso. Non so, sono i miei occhi. Sono diversi, li vedo più accesi. Non so forse è solo una mia impressione. Sarà perché non riesco a calmarmi.

“Edward sei pronto?” mi chiede Alice entrando nella mia stanza senza permesso, come sempre.

“Alice, bussare no, eh?” la rimprovero un po’ acido.

“Uh, come siamo nervosi!” sghignazza “Che c’è hai paura di essere la nota stonata questa sera?” mi provoca.

“Alice, basta con questa storia!”. Non è possibile: tra lei e Bella non fanno altro che farmi sentire un essere spregevole per quello che è successo al ballo di fine anno.

“Scusa. È che è strano vederti in questo stato. Cosa c’è che non va, fratellino?” mi chiede dolce avvicinandosi e aggiustando le pieghe della mia camicia.

“Non lo so. È una sensazione strana. Non riesco a liberarmene”

“Non pensarci. Comunque sbrigati, sarai tu ad accompagnare mamma e papà. Io vado con Jasper, Emmet con Rose e Steven”

“Dove si terrà la festa?” chiedo. A pensarci non ho chiesto nulla a riguardo.

La Push. Alla spiaggia di First Beach”.

“Che?” chiedo ad occhi sgranati.

“Sarà fantastico, vedrai. I ragazzi del posto, amici di Bella, si sono fatti in quattro per rendere l’ambientazione da favola. Proprio come piace a Bella. A proposito non aspettarti grandi cose e tanti invitati. Ci saranno sono i più intimi. Bella mi avrebbe uccisa altrimenti” sghignazza.

Immagino, per quel poco che ho potuto capire di lei è che non ama i riflettori puntati. È davvero speciale.

“Immagino che verrà con suo padre” mi sorge spontanea questa domanda. In fondo che io sappia non ha un ragazzo o no?

Lo sguardo di Alice si accende di una luce birichina

“Ti sbagli. Il suo cavaliere sarà Jacob. Ti ricordi di lui? È il bel ragazzone cui le ragazze sbavavano dietro ieri mattina” mi guarda di sbieco.

E ti pareva se non c’era pure il pallone gonfiato abbronzato.

Uffa. Mi viene da sbuffare mentalmente.

 

Siamo qui a First Beach da appena cinque minuti e il coso ancora non è arrivato. Alice ha avuto ragione il posto è davvero magico. C’è un’atmosfera di calore e un tocco di romanticismo. Tutto sembra avvolgerti completamente e condurti  in un mondo a parte. Chissà se a Bella piacerà. Penso di sì.

Noto gli invitati. Gli unici che conosco sono la mia famiglia, Steven. Oh, ci sono anche Judith e Lara due infermiere dell’ospedale. Mi sorridono, rispondo al loro sorriso. Beh, ci siamo divertiti insieme. Sghignazzo dentro di me. Come è piccolo il mondo a volte! Noto un tipo piuttosto belloccio, biondino che parla con mio padre. Deve essere un collega? Che ci fa questa parte dell’ospedale qui? E cosa più importante come fanno a conoscere Bella?

Ci sono alcuni ragazzi del posto. Devo dire hanno l’aria simpatica, soprattutto un ragazzo alquanto giovane. Ho sentito i suoi amici chiamarlo Seth.

Un rombo di auto attira la mia attenzione. Si ferma all’inizio del vialetto di legno per arrivare al padiglione.

Devono essere loro. Da dove siamo non riesco a distinguere le due persone che si avvicinano. Ora sono su un tratto illuminato. Lui è Jacob, accompagna con una mano una ragazza. È bendata. Ma Bella dov’è?

Sussurra qualcosa alla ragazza, lei annuisce. La libera dalla benda.

Apre gli occhi e il mio respiro si blocca.

Bella? Chiedo nella mia mente. Quella visione divina è Bella? I miei occhi non  riescono a credere a ciò che vedono. Il battito del mio cuore è impazzito i neuroni del mio cervello stanno andando in tilt.

È bellissima. Il tubino nero che indossa la fascia come una seconda pelle, mette in risalto le sue floride curve. La linea sinuosa del collo che scende fino a delineare la curva di un seno florido e rigoglioso, la vita stretta, i fianchi sinuosi e le gambe lunghe e ben proporzionate. Dove la teneva nascosta tutta quella roba?

I suoi morbidi capelli raccolti in una acconciatura morbida che ha lasciato liberi alcuni boccoli ribelli, il trucco leggero, mette in risalto il suo incornato d’alabastro, gli occhi sembrano stelle di cioccolato splendenti e le labbra piene, morbide e vellutate. Dio come vorrei perdermi in quelle morbidezze! Calma Edward, ricorda ci vuole autocontrollo.

Tutti le si avvicinano, le fanno gli auguri. Se la spupazzano un po’ troppo per i miei gusti. Lei è mia.

Io sono appoggiato con la schiena ad una delle travi del padiglione. Da qui posso godermi tutto lo spettacolo.

Cavolo. Bella è impazzita!. Emmet la sta facendo volteggiare in aria. Solo ora mi accorgo che il vestito sul dietro è completamente scoperto. Ha la schiena nuda. Sto per andare in iperventilazione. Qualcuno nei paesi bassi si sta svegliando. Inspira. Espira. Inspira. Espira. Calma Edward. Non fare il maniaco come tuo solito. Ma non è colpa mia. Quella ragazza ha deciso questa sera di farmi avere un infarto.

Ecco che si avvicina anche il biondino. Indugia nell’abbraccio un po’ troppo. Vedo scivolare le sue mani lungo i fianchi di lei. Le dice qualcosa all’orecchio. Anche se la luce è poca la vedo sbiancare. Quel bastardo ci sta provando. Faccio per avanzare e strappargli Bella, in evidente imbarazzo e difficoltà, dalle braccia. Per fortuna arriva la cavalleria. Mio padre si avvicina e, dopo aver lanciato un eloquente sguardo intimidatorio al tipo, avvolge Bella nel suo abbraccio. Seguo il tipo che non smette di guardarla. Non mi piace. La sta spogliando con gli occhi. E tu che stai facendo allora? È diverso. Lui ha un non so che da maniaco. Deve girare alla larga dalla mia Bella.

La vedo guardarsi intorno. Sembra cercare qualcuno. Stai cercando forse me piccolina? I nostri sguardi si incrociano. Sto cercando di tenere a freno i miei pensieri. I suoi occhi si illuminano. Un sorriso si dipinge sul suo viso, mentre mi avvicino. Le prendo una mano. Voglio essere un gentiluomo. Non so cosa farei se avessi un contatto più profondo con lei. Non distolgo lo sguardo dal suo. Non guardarmi così mia dolce ninfa. I suoi occhi coccolatosi e più caldi che mai mi entrano dentro. Sento il cuore scoppiarmi nel petto. Voglio di più. Voglio sentirla. Il mio cervello è andato in tilt. Mi rialzo, le auguro Buon Compleanno senza mollare la presa dalla sua mano. È così calda. Morbida vellutata. Senza pensarci due volte e prima di darle il tempo di rispondermi l’attiro a me. Lo stringo in un abbraccio stritolatore. Posso sentire ogni linea e curva del suo corpo aderire perfettamente al mio. Sembriamo due metà perfettamente combacianti. È una sensazione che esalta i sensi. Il mio “amichetto” non ne vuole proprio sapere di calmarsi. Spero che lei non se ne accorga. Non vorrei mi prenda per un maniaco. Ma questa è l’effetto che mi fa con niente. Non posso farci niente. Stringo la presa. Sento le sue curve morbide sode e floride contro il mio petto. Cazzo Bella, dove nascondevi questa roba. Sento la testa girare. Mi inebrio della sua fragranza  divina. Un misto di fragola e fiori freschi. Annuso i suoi capelli. Tutto di te sa di buono Bella. Non vorrei staccarmi più. Sento le sue braccia delicate circondarmi la vita. È il Paradiso.

Un flebile “Grazie” esce dalle sue labbra. Non ce la faccio più. Devo staccarmi potrei commettere qualche sciocchezza. È così difficile.

“Bella, Bella” sento la voce fastidiosa di mia sorella chiamare la mia venere.

“Bella, andiamo devi aprire le  danze” dice mia sorella prendendola per un braccio e strattonandola via da me.

Un mugolio di dispiacere esce da lei. Con lo sguardo contrito mi rivolge  un muto scusa. È bellissima. È mia. Non ancora. Ma lo sarà. Oh, sì che lo sarà e anche il mio amichetto è d’accordo con me.

 

Bella, Bella. Sei entrata in punta di piedi nel mio essere e non permetterò a niente e nessuno di portarti via. Riuscirò a penetrare le tue barriere e allora si apriranno per te porte che neanche immagini cosa nascondono. Ti farò provare cosa significa vivere il Paradiso, il Paradiso secondo Edward Cullen, ovviamente.

Una luce di pura eccitazione si accende nei miei occhi. TU SEI MIA!

 

 

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Risposte alle Recensioni:

 

Recensione di Luisa98 [Contatta] del 11/11/2009 - 09:04AM al capitolo 10: Capitolo 10 - Firmata

Felice che ti sia piaciuto il capitolo. Per quanto riguarda il vestito di Bella e di Edward ho provato ad inserirli in fondo alla pag. immagina il dietro con la schiena completamente scoperta.

Recensione di rodney [Contatta] del 11/11/2009 - 01:09AM al capitolo 10: Capitolo 10 - Firmata

No, no morta n. spero che questo piccolo spaccato dei pensieri di Eddino ti piaccia…. Fai bene a non fidarti di James…. Vedrai in futuro sarà proprio un problema…. Ihihihih…

Recensione di LadySile [Contatta] del 10/11/2009 - 11:20PM al capitolo 10: Capitolo 10 - Firmata

In effetti per il dottore direi che ci hai visto giusto… non preoccuparti Bella starà molto attenta con lui… ma ahimè lo sappiamo tutti che a volte è proprio una tonna……. Per quanto riguarda il passato di Bella, sì Alice sa tutto e nel prossimo capitolo conclusivo della festa ne sapranno una buona fetta tutti gli altri…. Se ti riferisci al passato di Eddino no… perché all’epoca Alice era ancora troppo piccola….

Recensione di flazzy cullen [Contatta] del 10/11/2009 - 10:31PM al capitolo 10: Capitolo 10 - Firmata

Per la foto ci ho provato… non sono  molto pratica. Spero tipiacciano. Immagina il dietro completamente nudo del vestito di Bella….
Do not worry!!!! Eddino sarà l’ombra di Bella….

Recensione di RenEsmee_Carlie_Cullen [Contatta] del 10/11/2009 - 10:11PM al capitolo 10: Capitolo 10 - Firmata

Contenta che il nostro edduccio di piaccia….. spero ti piaccia anche in questo spaccato…..

Recensione di Shinalia [Contatta] del 10/11/2009 - 09:58PM al capitolo 10: Capitolo 10 - Firmata

Contenta tanto tanto che ti piaccia la mia storia….

Recensione di __cory__ [Contatta] del 10/11/2009 - 09:51PM al capitolo 10: Capitolo 10 - Firmata

Spero ti piaccia anche questo spaccato…. Nel prossimo capitolo molto del passato di Bella verrà fuori, e molte tue curiosità saranno rivelate….

  

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Piccolo angolo pubblicità:

Per chi vuole potete anche dare uno sguardo ad un’altra storia originale scritta da me: L’Angelo Oscuro. Di seguito il Link.

 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=418713&i=1

abbigliamento di Edward                 Abbigliamneto Bella

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Un ringraziamento speciale ai 84 preferiti ai 137 seguiti e anche a chi legge solamente, a Marcella e a Patrizia70, Isabella22, Twilighterpazza che mi hanno inserito tra gli autori preferiti.

 Baci, Buona Lettura!

Luis 

Amare oltre le Apparenze

CAPITOLO DODICESIMO

 
POV BELLA

 
            Alice mi ha letteralmente strappato dalle braccia di Edward. È  stato divertente, però vedere quel cipiglio contrariato sul suo viso. Mi ha detto che sono bellissima questa sera. Probabilmente è l’effetto delle luci soffuse a creargli qualche problema alla vista.

Arriva la parte più imbarazzante APRIRE LE DANZE.

Sono negata nel ballo.

Jacob si para davanti con un sorriso sornione dipinto sul viso. Conosce troppo bene la mia avversione per questo genere di cose. Purtroppo sono la festeggiata, lui è il mio cavaliere (scelto da Alice precisiamo) mi tocca questa figuraccia.

Parte una musica soft, lenta, altamente romantica. Devo ricordarmi di uccidere Alice Cullen. Io e Jacob prendiamo posto al centro del gazebo adibito per le danze e cominciamo a dondolarci a destra e a sinistra.

“Questa sera ci tocca, Bells” mi provoca il mio migliore amico.

“Già” è tutto ciò che riesco a rispondere  a parte qualche incomprensibile grugnito.

“Suvvia, non essere imbarazzata! Non è mica la prima volta che ti faccio da cavaliere e ci ritroviamo in queste condizioni”

No, non è la prima volta, ma lo è di fronte a Cullen. Non voglio fare figuracce.

Sono negata per queste cose. Il mio equilibrio è già precario su una superficie piana, figuriamoci ballare. Ho sempre  odiato le feste e i balli scolastici. Per fortuna Jacob si è sempre offerto come spalla per declinare i tanti inviti offertimi. Probabilmente avrei pestato i piedi a tutti. In fondo Jake è un buon partner in questo senso. Addirittura un anno siamo stati nominati re e regina del ballo di fine anno. È stato prima che accadesse tutto. Quando, nonostante tutto, la mia visione del mondo era ancora a colori. Per fortuna si uniscono altre coppie. Non ci hanno lasciato soli. Ad un certo punto una mano forte e virile si poggia sulla spalla di Jake.

“Posso?” chiede timidamente. Mio padre ha la mia stessa avversione per queste cose.

“Certo” e Jake si scansa per lasciarmi tra le braccia del mio papà, dove mi sento sicura e protetta. Non facciamo nulla,  ce ne restiamo abbracciati come due innamorati in pista e ogni tanto ci muoviamo.

“Sei molto bella questa sera” mi dice ”Papà, ti prego non prendermi in giro anche tu” ridacchio

“Dico sul serio, Bells. La maggior parte dei ragazzi ti guarda con occhi che non mi piacciono”

“Sono solo amici. Lo sai come la penso su certe cose, no?”

“Lo so, tesoro. E sono contento che tu sia una ragazza giudiziosa e che abbia intenzione di aspettare per certe cose. Però a volte ho paura che questo ti impedisca di vivere le cose belle della tua età”

“Non preoccuparti papà. So anche divertirmi se  voglio” e gli faccio l’occhiolino. Diventa tutto un susseguirsi di braccia  che ti prendono, ti fanno vorticare, poi la musica cambia. Finalmente un po’ di roba moderna. Ci lasciamo andare tutti in uno sfrenato ballo comune. Io ballo con le mie amiche. Con la coda dell’occhio cerco di vedere dove sia finito Edward. Non riesco a intravederlo: è tutto così caotico. Mi gira la testa ho bisogno di riposarmi. Le scarpe cominciano a farmi male. Mi sposto e mi appoggio ad uno dei travi del padiglione.

“Qualcosa di fresco?” il mio cuore comincia a pompare più sangue.

“Grazie” dico mentre afferro la bibita che mi è stata posta. Lla delusione si fa largo tra i miei pensieri quando noto che è stato Steven l’artefice di questa gentilezza.

“Fossi in te mi accerterei che non sia corretto con qualcosa di illegale” sibila Jacob raggiungendoci anche lui con un bicchiere in mano.

Steven diventa livido

“Jake, per favore. Evita queste battute, non fai ridere nessuno” rimbecca Steven.

“Oggi no. Ma tempo fa tu e i tuoi amici ve la ridevate alla grande” replica con astio Jacob. Lui non ha mai perdonato quanto è accaduto durante quella maledetta festa.

“Mi sembra di aver già chiesto perdono a  chi di  dovere. E poi voglio solo ricordarti che sono stato io a venirvi a cercare”

Questa conversazione non mi  piace. Il mio respiro diviene affannato. I ricordi cercano di risalire a galla con prepotenza. Non stasera. No.

“Adesso basta, voi due” mi intrometto nel litigio con una freddezza che non è da me.

“Se avete intenzione di continuare su questa linea, allora state alla larga da me. Non ho intenzione di sopportare oltre”

Probabilmente si sono resi conto dell’effetto che le loro parole hanno avuto su di me; si ammutoliscono all’istante e mi fissano preoccupati. Non devo avere un bell’aspetto.

“Adesso se non vi dispiace, ho bisogno d’aria” e arranco lontano da loro.

Mentre mi allontano intravedo James che cerca di avvicinarsi. No vi prego non lui. Mi provoca uno strano senso di inquietudine.

“Ehi, ti hanno proprio sfiancato tutti questi ragazzetti. Devi fare più allenamento” riconoscerei questa voce ovunque. Mi afferra per un braccio e mi avvicina a sè. Con il suo aiuto riesco a trovare un poggio per sedermi. Non ce la faccio più sento i sensi venire meno.

“Bella, ehi, non avrai mica intenzione di svenirmi tra le braccia. So di essere irresistibile, ma addirittura svenirmi addosso. Mi sa tanto da divo del cinema” mi deride.

Un sorriso spunta sulle mie labbra.

“Non sarebbe la prima volta che una scena da divo del cinema ti accoglie al tuo arrivo o mi sbaglio?” lo canzono.

Grazie Edward. Sta cercando di distrarmi. Mi sento un po’ meglio.

“Vado a prenderti qualcosa da bere. Aspetta qui” mi dice dolce accarezzandomi una guancia.

“No” mi afferro saldamente al suo braccio. Non voglio che vada via. Lo so sono patetica. In questo momento,  non sono poi tanto diversa da tutte quelle che cercano la sua vicinanza. Ma in questo momento ne ho bisogno per un altro motivo. Lui è l’unico che può aiutarmi. È l’unico che voglio al mio fianco. Non voglio che mi lasci sola. Ho così tanto bisogno del suo calore. Sento gli occhi pungermi. La pelle d’oca.

“Hai freddo” non è una domanda. Si toglie la giacca e me la pone sulle spalle nude. Poi mi cinge con le sue braccia forti e comincia a strofinare.

“Così dovrebbe andare meglio” mi sussurra. Io mi appoggio sulla sua spalla.

“Scusa”

“E di cosa?”

“Probabilmente ti sto rovinando la serata”

“Non dirlo neanche per scherzo. Non c’è altro posto dove vorrei essere in questo momento” mi dice con voce decisa e ferma. Devo crederci?

“Vorrei tanto sapere cosa hanno combinato quei due mocciosi per ridurti in questo stato” il suo tono è furioso.

“Non è stata colpa loro. È che sono ancora un po’ provata per il mio malore di qualche giorno fa” cerco di deviare l’argomento. Lui mi guarda intensamente negli occhi. Sta cercando di scrutarmi l’anima.

“Ehi Bellina, vieni con noi” Emmet arriva come una furia e mi strappa dalle braccia di Edward.

Cos’è stasera hanno deciso tutti di rovinarmi la serata?

“Permetti vero, fratello?” chiede Emmet. Ma la sua è solo una facciata. Mi afferra tipo sacco di patate sulle spalle e da lì posso vedere l’espressione contrariata di Edward. Oh, mio caro questa sera non vogliono proprio darci tregua.

 

POV EDWARD

 

Non è possibile! Prima mia sorella me la strappa dalle braccia nel momento più erotico della mia vita. Poi arriva anche l’orso di famiglia. Cos’è una congiura contro di me? Già ci sono troppi mosconi che le ronzano intorno. È tutta la sera che sto seguendo con lo sguardo e non solo quel viscido dottore. Eh sì. Mi sono avvicinato a mio padre. E sono riuscito solo a strappargli qualche piccola informazione. Quel James Gordon è il nuovo dottore di pediatria. E dal tono che ha usato mio padre neanche a lui piace molto. Poi siamo stati distratti. Non mi piace come guarda Bella. La pedina con lo sguardo. Ogni volta le fa una radiografia. Anche gli altri ragazzi si godono la visione di Bella. Ma il loro è uno sguardo sano. Sicuramente, devo cercare di tenerlo lontano da lei. Non oso immaginare cosa le farebbe se le mettesse le mani  addosso.

“AAAhhhhhh” sento la mia piccolina gridare. Cosa?

Mi volto in direzione del suono e non posso fare meno di  scoppiare in una vigorosa risata.

Bella completamente immersa in una pozza di sabbia, ricoperta dalla testa ai piedi di coriandoli e altre  schifezze simili.

“No” sento gridare mia sorella. “Cosa avete combinato. Me l’avete rovinata” sembra un’ossessa. Mi avvicino. Le porgo una mano e lei l’afferra. Mi piacciono i contatti tra noi.

La tiro verso di  me. Voglio restare un po’ solo con lei. Ma non c’è privacy.

“Ti va di fare una passeggiata in riva la mare?” le propongo speranzoso. Mi guarda dritto negli occhi. Non so cosa vede, ma annuisce.

Si sfila i sandali che ha ai piedi.

“Ah, che sollievo” e mi sorride.

“Non sei proprio abituata, eh?” la prendo in giro.

“Una volta li portavo più spesso. I tacchi intendo” mi sta dicendo qualcosa di sé. Seppure insignificante la cosa mi incuriosisce.

Ora siamo solo noi e il rumore delle onde che infrangono a riva.

“Non lo avrei mai detto” cerco di provocarla per farla sbilanciare di più. Ho voglia di conoscere Bella Swan e non la facciata che mostra agli altri.

“Come mai, Forks non è degna di vedere Bella Swan in tacchi a spillo?” chiedo curioso.

Alza il viso di scatto mi fissa dritto negli occhi: “Non li sopporto”

“Cosa gli abitanti di Forks?”

“No, i tacchi a spillo” mi risponde indignata.

Sorrido.

Ci avviciniamo ad uno dei piccoli falò che sono stati accesi. Accanto c’è il grande tronco  di un albero. La prendo per mano

“Vieni” la invito.

Mi siedo a cavalcioni sul tronco poggiando la mia schiena su uno dei rami. Mi guarda stranita. La invito a sedersi con me. Tra le mie gambe. La vedo titubante e giurere,i anche se la luce è poca, che è arrossita.

“Non ti mangio mica” sghignazzo. Si fa coraggio e si siede anche lei cavalcioni, aggiustandosi il vestito. Mi da le spalle. C’è troppo distanza tra noi. Allungo una mano. L’afferro per la vita. A questo mio gesto si irrigidisce. La spingo verso di me. La sua schiena ora aderisce perfettamente al mio petto. Le mie braccia la circondano in un caldo abbraccio.

“Così va meglio” la sento rilassarsi.

“Allora, con questo abbiamo fatto pace?” mi chiede d’un tratto.

Non capisco. Questa ragazza riesce sempre a spiazzarmi.

“Non mi sembra abbiamo mai litigato” ribatto cercando di capire dove vuole andare a parare. Comincia a giocare con le sue mani che sono ancora attorcigliate alle mie.

“Beh, se è  per questo non abbiamo mai avuto neanche una qualsiasi forma di scambio che sia di parole o altro” precisa.

Forse ho capito dove vuole andare a parare.

“Vedi, Bella” non voglio sbilanciarmi troppo “Mi sembra normale che noi impariamo a conoscerci. Sei la migliore amica di mia sorella. Hai un legame profondo anche con il resto della mia famiglia e dei miei amici più cari. Mi sembra inutile ignorarci” decisamente diplomatico Edward.

“Mhmm” solo un mugugno esce dalle sue labbra. Le sue mani hanno smesso di giocare con le mie. È di nuovo rigida. Ho detto qualcosa che non va?

“Quindi, fammi capire bene. Non voglio che ci siano fraintendimenti tra noi. Tu ti stai comportando in maniera civile e carina con la sottoscritta, per compiacere la tua famiglia e i tuoi amici? Dico bene?”

Oh, cazzo. L’ho combinata grossa. È incazzata. Lo sento dal tono della sua voce.

“No. Non è solo per quello” cerco di rimediare. La sento scattare vuole allontanarsi. La afferro con tutte le energie che possiedo. Glielo impedisco.

“Anche Edward Cullen ha voglia di conoscere Bella Swan”

“Non c’è nulla da sapere su di me: sono trasparente come l’aria io” ribatte. È ancora arrabbiata.

“Non direi” siamo in piedi. La volto verso di me e la guardo negli occhi.

“Chi è Bella Swan? La secchiona sfigata della Forks High School o la donna seducente capace di condurre ogni uomo presente nel girone dei lussuriosi?” chiedo sarcastico.

Mi fissa  a lungo

“E chi è Edward Cullen? L’arrogante, spocchioso e depravato  capitano della squadra di Basket della Forks High School o l’essere sensibile, romantico dall’animo puro che ti innalza fino alle sublimi altezze delle divinità?” ribatte fiera.

Un sorriso sghembo si dipinge sul mio viso. Dritta al sodo eh?

“Come vedi abbiamo bisogno entrambi di conoscerci meglio” rimbecco. E stavolta l’ultima parola è mia. Lei mi sorride.

Mi porge una mano. L’assecondo e la stringo

“Piacere. Mi chiamo Isabella Swan. Bella per gli amici”

“Lieto di conoscerti Bella. Io sono Edward Cullen”. Apprezzo il suo gesto. Mi sta dicendo iniziamo tutto da capo.

“Bella, Bella” ancora Alice. Non è possibile!

Ci voltiamo nella sua direzione.

“E’ ora. È ora” grida altamente su di giri.

Bella sorride per l’entusiasmo di mia sorella.

“Dobbiamo ritornare. A quanto pare è l’ora di spegnere le candeline” sghignazza

“Andiamo allora” le prendo una mano e insieme ci incamminiamo verso il gazebo del buffet.

Tutto è stato sgombrato. Un grande tavolo al centro rivela ai nostri occhi una torta enorme. Rosa. Tutta rosa. Questa è certamente opera di Alice.

Lascio la festeggiata, a malincuore, dietro il tavolo. Diciotto candeline sono state accese.

“Su Bellina esprimi un desiderio. Mi raccomando che sia focoso” Emmet non si smentisce mai.

Bella china il capo e arrossisce.

Chiude gli occhi, prende un lungo respiro e dopo aver riaperto i suoi meravigliosi occhi emette un lungo soffio e le spegne tutte insieme.

Mia sorella saltella come una bambina.

“Complimenti. Ora il tuo desiderio si avvererà”

“Lo spero tanto” mormora rivolgendo uno sguardo di sottecchi verso il sottoscritto.

Illuminata dalla fioca luce delle lanterne è davvero bellissima. La sua è una bellezza che traspare dall’interno, da ogni suo gesto. Ti spiazza completamente e ti fa desiderare di non allontanarla mai.

“Adesso i regali” tintinna sempre Alice.

Tutti si avvicinano a turno per porre alla festeggiata i propri regali. La mia famiglia e i nostri amici le hanno regalato un portatile con un anno di abbonamento ADSL

“Così potremo chattare la sera” mormora compiaciuta mia sorella.

“Come se non ci sentissimo ventiquattro ore su ventiquattro” sorride Bella.

Le infermiere dell’ospedale con il  dottorino le hanno regalato un braccialetto. Carino, semplice con una B appesa. I ragazzi della riserva degli strani oggetti ognuno simboleggianti vecchie tradizioni Quileutes. Steven le ha regalato una sciarpa. Ricordando i vecchi tempi in cui nonostante il caldo di Phoenix lei fosse una freddolosa e non osando immaginare il suo disagio qui a Forks e alle sue temperature. Sono decisamente geloso del biondino slavato. Lui ha molto in comune con Bella. Ancora non ho capito in che tipo di rapporto fosse con lei. A volte si comporta come un fidanzato geloso. Proprio come quel Jacob.

È il mio turno.

“Non dovevi, Edward” i suoi occhi sorridono.

“Spero solo che ti piaccia” sono nervoso. Non so se le piacerà. Mi sono fatto consigliare da Alice sui gusti di Bella. Il resto è venuto da sé.

Scarta il mio regalo con riverenza.

Ora lo trattiene tra le sue manine delicate. Lo guarda ad occhi sgranati. Sembra voler dire qualcosa, ma non ci riesce. Lo sapevo non le è piaciuto.

“Non ci posso credere!” esclama all’improvviso distogliendomi dalle mie paranoie mentali.

“E’ l’edizione limitata e rifinita di Orgoglio e Pregiudizio!!!!”

“Se non è di tuo gradimento…”

”Ma sei impazzito. È da tanto che cercavo questa copia. Ma come hai fatto?” i suoi occhi sono lucidi

“Ti piace davvero? Avevo paura di non indovinare i tuoi gusti. In fatto di libri sei piuttosto sofisticata” e le faccio l’occhiolino ricordando il nostro piccolo scambio in biblioteca.

Mi abbraccia di slancio.

“Grazie. È il mio libro preferito. Grazie”

“Di nulla”

“Mhmmm  Mhmmm” qualcuno si schiarisce la voce.

È Jacob. E ti pareva si è tenuto per ultimo.

“Bells. Io ho due regali da porti” scandisce queste parole con tono molto serio

“La prima è questa” e le consegna una lettera.

Bella lo guarda interdetta. Lui le sorride e le fa cenno di aprire. Lei lo asseconda. Legge le righe contenute sul foglio estratto. Guarda il suo amico.

“E’ vero?” gli chiede titubante

Lui annuisce. Lei gli si fionda tra le braccia.

“Sono così felice. Sarai di nuovo con me” esclama tutta sorridente.

“Potete aggiornare anche noi comuni mortali?” chiede Rosalie spazientita.

“Beh, ecco. Sono riuscito ad ottenere un trasferimento della mia borsa di studio. Da Phoenix a Forks. Il trasferimento sarà effettivo tra un paio di settimane” spiega il cane abbronzato.

Cosa? Lo avremo come compagno di scuola? Ci mancava solo questa.

“Ma è meraviglioso. Tornerete ad essere la coppia affiatata che eravate a Phoenix” ribatte mia sorella saltellando e battendo le mani come una bambina.

Come sarebbe una coppia? Allora stanno insieme? Non ci capisco più niente.

“E ti pareva se l’ombra non seguiva il suo padrone” sbotta Steven.

Mi ha tolto le parole di bocca.

“Certo per difenderlo dai tipi loschi come te” ribatte l’altro.

Bella comincia ad innervosirsi.

“Allora qual è l’altro regalo, Jake?” usa un tono decisamente acido.

“Ah, sì” si allontana un attimo. Ci raggiunge in poco tempo con uno scatolone.

“Aprilo” la invita “E’ da parte dei ragazzi di Phoenix” all’udire queste parole Bella si irrigidisce.

“Non avere timore Bells.Non c’è niente da temere” le dice Jacob.

Sto cominciando ad incuriosirmi. Cosa è accaduto a Phoenix di tanto grave da rendere Bella nervosa e terrorizzata al solo nominarla. Anche con Steven, sì si comporta da amica, ma è sempre guardinga.

Bella apre il pacco. Ne estrae un album di foto. Comincia a sfogliarlo e i suoi occhi cominciano a riempirsi di lacrime.

“C’è anche una dedica” sussurra

“Leggila, la invita mia sorella”

Bella la guarda. Annuisce

Questo semplice album racchiude la nostra essenza. Ciò che eravamo, ciò che siamo, ciò che saremo. Anche se lontani tu sei sempre con noi. Nei nostri cuori, nelle nostre menti. Ci manchi tanto piccola Bella. Con la speranza che tu sia felice i tuoi amici di sempre” la voce le si rompe nelle ultime parole.

Da queste poche righe si sente tutto l’affetto dei suoi amici. Devono volerle molto bene.

“Non è ancora finito. Sbaglio o c’è una postilla finale” la provoca Jacob

Bella riprende in mano il foglio.

Lo legge. Guarda il suo amico. Guarda nello scatolo, sposta delle carte.

“No, non l’avete fatto davvero!” esclama Bella tra il divertito e l’adirato.

Con la speranza che tu possa tornare ad indossarlo per continuare a farci sognare. Parole della squadra” termina Jacob sghignazzando.

Bella è diventata paonazza.

“Cosa c’è nello scatolo, Bella?” chiede Angela

“Su dai fai vedere anche noi” prosegue Rosalie.

Con un profondo sospiro, Bella estrae dallo scatolo un abito?

Lo guardo bene. Strabuzzo gli occhi. È una divisa di Cheerleader con stampato sul davanti il numero 00 e il nome di Bella a caratteri cubitali.

“E ci sono anche questi” Jacob sghignazzante estrae anche una coppia di pon pon.

Alice esplode in una sonora risata. Gli altri sono scioccati almeno quanto il sottoscritto.

“Le tue amiche ti hanno rimandato le tue cose. Sarà divertente vedertela addosso, Bella” sghignazza mia sorella.

“Bella, tu eri una cheerleader?” chiede Angela a fil di voce

“La migliore e la più bella di tutte” risponde Steven al posto di una imbarazzatissima Bella.

Sono scioccato. La mia Bella. La mia dolcissima e purissima Bella era una cheers. Sento che posso anche svenire questa sera. Troppo in una volta sola.

 

POV BELLA

 

Sono imbarazzatissima. Ho sempre tenuto nascosta questa parte del mio passato. Sì ero una cheerleader, ma resto sempre la stessa. Non sono mai stata al livello di quelle di Forks. Per carità Dio ce ne liberi.

“Dunque se avete finito di sghignazzare alle mie spalle. Direi che possiamo proseguire, no?”

Il resto della serata prosegue tranquillo, tra balli sfrenati, battute ambigue e via dicendo. Io mi sono tenuta a debita distanza. Sono decisamente in imbarazzo. Ora penseranno che sono come le oche di qui. Ma non è così.

“E così la piccola Bella nasconde questi scheletri nell’armadio?. Io sono come mi vedi, trasparente come l’aria” me le merito queste parole. Posso percepire una strana inclinazione nella sua voce. Delusione, forse?

“Non è come sembra!” dico affranta

Edward mi fissa. Si siede accanto a me.

“Ti va di raccontare?” lo guardo sbigottita

“Sono decisamente curioso”

“Ti dispiace se ne parliamo in un altro momento?” chiedo

“No, voglio sapere ora” il tono della sua voce è  strano.

“ok. Dunque. Sì, a Phoenix ero una cheerleader. Una delle ragazze più popolari della scuola ed anche una delle più corteggiate. Se è questo che vuoi sapere” gli rispondo con tono acido.

“Mi stai giudicando, Edward?” gli chiedo a bruciapelo. Lui non parla. Mi fissa solo.

“Lo so cosa stai immaginando” continuo.

“Ah sì. E sentiamo?” rimbecca lui.

“Sono sicura, seguendo la tua mente distorta che ti starai facendo mille film sulle mie relazioni per così dire amorose. In fondo essere una  cheers significa “Facciamoci tutti, tanto è solo divertimento”

“perché non è così?” avevo ragione, allora. Lui pensa che io sia come Tanya, Jessica e tutte quelle di qui.

“Lo vedi giudichi senza sapere” lo provoco.

“Immagino che Jacob e Steven siano solo due della tua collezione. Cos’è ti sei stufata dei ragazzi del paese del sole e ti sei detta perché non provare nuove emozioni?”

Gli mollo uno di quei ceffoni che ho imparato ad usare tanto in questo periodo.

“Questo non te lo permetto, Cullen. Puoi ignorarmi, insultarmi, trattarmi anche come feccia se credi, ma darmi della Troia questo non te lo permetto” sbotto infuriata come una vipera. Sono stata  una cheers, è vero ma ho difeso la mia dignità e i miei valori con le unghie e con i denti. Non gli permetto questo non lo sopporto. Sento che sto per scoppiare a piangere. Da lui questo non lo sopporto. Devo andare via. Mi volto e cerco di allontanarmi, ma lui mi riafferra, mi volta e mi fa sbattere contro il suo petto. Mi sta facendo male. I suoi occhi ardono come fuoco verde. Cosa vuoi da me Edward?

“Scusami, non so cosa mi è preso. Non avrei dovuto” lo blocco.

“Edward, perdonami se ti dico queste parole, non voglio offendere nessuno. Vedi se tu hai come esempio di cheers esemplari come la tua ragazza o Jessica Stanley o Lauren Mallory, allora hai ragione a pensare certe cose. Così dicendo, però,  tu non offendi solo me. Offendi anche Rosalie. Anche lei è una cheers e non mi sembra sia da considerare una poco di buono. Come vedi le apparenze molto spesso ingannano”.

Mi stringe a sé con vigore.

“Scusa, scusa Bella. Non volevo offenderti, davvero. Ti prego perdona le mie parole”

“E’ tutto dimenticato Edward, davvero” e per sancire la nostra pace gli schiocco un leggero bacio sulla guancia.

“Ci vediamo lunedì a scuola. Buona notte”

“Buona notte, dolce Bella” e mi restituisce il bacio.

Con il cuore leggero e ancora il sapore della sua pelle sulle mie labbra. Lo vedo allontanarsi e lasciare la festa come tutti gli altri. È ora di andare.

 

Spero solo che domani sia un nuovo giorno di un nuovo inizio.

 

 

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Risposte alle Recensioni:

 

Recensione di rodney [Contatta] del 15/11/2009 - 11:24PM al capitolo 11: Capitolo 11 - Firmata

Sono contentissima che la mia storia ti metta allegria… per quanto riguarda i vestiti sono poco pratica con l’utilizzo dell’html cercherò di rimediare…. Spero che in questo capitolo i nostri piccioncini ti siano piaciuti

Recensione di __cory__ [Contatta] del 15/11/2009 - 09:44PM al capitolo 11: Capitolo 11 - Firmata

Eccoti accontentata…e spero anche che alcune tue curiosità siano state soddisfatte…. Baci alla prossima…

Recensione di RenEsmee_Carlie_Cullen [Contatta] del 15/11/2009 - 07:53PM al capitolo 11: Capitolo 11 - Firmata

Anche io voglio Eddyyyyyyyyy… cmq io direi anche Emmet un po’ di fatti suoi no, eh?

Recensione di Luisa98 [Contatta] del 15/11/2009 - 03:52PM al capitolo 11: Capitolo 11 - Firmata

No, Carlisle è sempre molto impegnato… e poi non dimentichiamoci che fino a questo momento Edduccio non ha voluto interessarsi minimamente alla nostra Bellina…. Baci…

 

 

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Per chi vuole potete anche dare uno sguardo ad un’altra storia originale scritta da me: L’Angelo Oscuro. Di seguito il Link.

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Un ringraziamento speciale ai 89 preferiti ai 145 seguiti e anche a chi legge solamente, a Marcella e a Patrizia70, Isabella22, Twilighterpazza che mi hanno inserito tra gli autori preferiti.

 

Baci, Buona Lettura!

Luis

 Amare oltre le Apparenze

CAPITOLO TREDICESIMO

 
POV BELLA

 
            Eccomi arrivata al parcheggio della scuola. La magia della festa è scemata. Ora si torna  alla realtà. Già l’impatto, ieri, è stato altamente demoralizzante dopo aver salutato Jacob all’aeroporto di Port Angeles. Mentre mi trovavo lì, poi, mi è venuto quasi un colpo quando per pura coincidenza mi sono scontrata con il dottor Gordon. Ha detto di aver accompagnato alcuni amici che erano ripartiti per le rispettive destinazioni. Subito mi si è fiondata dietro come un segugio. Mi mette in soggezione il suo modo di fare. Troppo da uomo vissuto, benché la nostra differenza di età non sia poi così eccessiva. Cerca in ogni modo di avere un contatto fisico: una stretta di mano, un abbraccio, un semplice sfiorarsi. Troppo appiccicoso e io odio questo genere di approcci troppo esuberanti. Sono troppo imbarazzanti per me da gestire, non ho la sua esperienza a riguardo. La rabbia, poi, è salita alle stelle quando ha cominciato ad insistere per riaccompagnarmi a casa e andare al bar a prendere qualcosa di caldo da bere. A nulla sono  valse le mie negazioni  e avergli spiegato che stavo attendendo mio padre che si era allontanato un attimo.

“Ehi, Bells, sono qui!” salvata in corner dalla voce del mio papà.

Subito dopo si è dileguato. È proprio strano.

Sto cercando  di vedere i miei amici attraverso il finestrino. Sono già lì. Tutti. Anche lui che ridono e scherzano. Scendo dall’abitacolo del mio mezzo con lo zaino in spalla e la giacca di Edward tra le mani. Eh sì perché nel trambusto finale ho dimenticato di restituirgliela. Mi sono guardata bene dal farlo ieri. Avevo ancora voglia del suo magnifico profumo. Perché non approfittarne? Mentre mi avvicino una fitta al cuore mi trafigge. Ma è mai possibile che ogni giorno che passa è sempre più bello? Come si comporterà con me? Non farti paranoie Bella, siete amici, ora. Perché dovrebbe ignorarti o peggio ancora trattarti male. Ma le ultime parole scambiate alla fine della serata mi rimbombano ancora nella testa. Non so se ha davvero capito che io non sono come loro.

Indugio sui miei passi. Il respiro sembra farmi male nei polmoni.

“Ehi Bella, sei arrivata, finalmente! Pensavamo avessi preso l’autobus per il mondo dei sogni senza ritorno” mi canzona Alice.

Tutti si voltano nella mia direzione. Anche lui. Mi fissa una luce nuova nei suoi occhi. Su Bella, dai non vedi non ha uno sguardo assassino. Mi guardo intorno e osservo che le cheers sono tutte raggruppate in un angolo non molto distante a confabulare tra loro.

Inspiro profondamente e con passo spedito mi avvicino ai miei amici.

“Buon giorno a tutti!” un sorriso poco gioioso sulle labbra. Sento ancora il peso della notte trascorsa in bianco. Lui mi osserva attentamente. Non dice nulla. Forse non ha voglia di parlarmi. Di certo non sono nelle decenti condizioni di sabato sera. Ho ripreso il mio normale look.

Mi faccio coraggio, mi avvicino. Tutti ci guardano.

“Grazie” gli dico timida porgendogli la giacca.

Alza un sopracciglio. Osserva prima la giacca, poi me.

Non dice nulla. Il suo sguardo si indurisce. Me la sfila dalle mani.

“Meglio tardi che mai” esclama. La butta come fosse uno straccio vecchio nella sua auto. I miei occhi pungono. Sapevo che la magia era finita, ma non mi aspettavo questo. Chiudo gli occhi, stringo i pugni lungo i fianchi. Non devo piangere. Cosa ti aspettavi Bella, che ti  dicesse qualcosa di carino? Stupida. Sei solo una stupida. Giro le spalle. E con un sorriso falso mi rivolgo alle mie amiche. Alice sta praticamente incenerendo con lo sguardo suo fratello.

“Beh, è tardi. Io mi avvio voi che fate?” chiedo. Respira Bella, mantieni la calma. Ancora un po’.

Un rombo forte di auto mi salva da quella situazione imbarazzante. La Jeep di Emmet fa capolino e parcheggia non troppo lontano. Ne esce un alquanto sorridente Steven.

Qualcuno lassù mi ama. Si avvicina come un adone di altri tempi, bellissimo, devo dire anche vestito in modo sexy, tutte le ragazze gli svavano dietro, occhiali da sole con le lenti sfumate di un bellissimo verde. Come incrocia il mio viso la sua espressione si incupisce. Ha percepito il mio umore. Non c’è niente da fare la nostra alchimia non si è per niente dissolta.

“Buon giorno a tutti” esclama sorridendo. Rivolge uno sguardo truce a Cullen.

“Bella, vieni ho bisogno di parlarti”è il suo modo di dirmi andiamo via, sono qui sfogati.

Subito mi aggrappo al suo braccio come un’ancora di salvezza nel mio mare in burrasca.

Mi bacia tra i capelli. Vedo sempre il suo sguardo puntato verso Edward. Non vorrei stare per impazzire, sembra quasi di aver sentito un ringhio provenire da lui.

“Dimmi, Bella, anche in questa scuola ci sono gli sgabuzzini a disposizione?” e mi fa l’occhiolino. Vuole giocare. La sua è una provocazione.

“Di solito sì. Ma se sono occupati ci sono sempre i bagni delle ragazze o gli spogliatoi” rispondo stando al suo gioco.

“Bene, allora, andiamo”.

Il tutto è stato detto in modo che i miei amici poco distanti potessero ascoltarci.

La sua era una provocazione. Conosco Steven troppo bene. Non si sarebbe mai permesso di fare allusioni gratuite. Le nostre erano parole ambigue, di due che se la intendono.

Entrati nell’atrio, mentre stiamo per girare l’angolo, gli vedo vorticare lo sguardo a destra e sinistra e prima che possa reagire mi afferra per le spalle e mi sbatte violentemente contro il muro.

In un modo che non aveva mai usato con me, mi dice con tono tra il furioso e il suadente all’orecchio

“Si può sapere cosa diamine è successo?”

“Niente” riesco solo a sussurrarle quelle parole, sento le lacrime bagnarmi il viso. Non capisco più niente. Mi gira la testa. Cosa gli è preso?

“Steven, cosa….?” Cerco di chiedere. Mi strattona ancora con forza.

“Toglile immediatamente le mani di dosso” sento la voce di Edward furiosa avvicinarsi.

“Fatti i fatti tuoi Cullen” sibila Steven. Lo sta sfidando. Ma cosa sta succedendo?

“Ti ho detto di toglierle le mani di dosso” mi afferra con decisione e mi stringe a lui con tanto impeto. In questo momento, mi sento una cosa preziosa tra le sue braccia forti e vigorose. Mi trattano con devozione nonostante la presa ferrea.

“Non azzardarti mai più a toccarla in quel modo” sibila Edward in tono minaccioso. Fa quasi paura.

“Cos’è Cullen. Pensi di avere la priorità su di lei?” Steven ma cosa cazzo stai dicendo? Cosa sono questi discorsi.

“Non ho nessuna priorità su di lei. Ma neanche un viscido come te”

“Non è una tua proprietà Cullen” continua Steven. Lo sta provocando. Ma perché? Non capisco.

“Bella non è una proprietà di nessuno. Nessuno deve osare toccarla senza il suo permesso, chiaro?” ribatte Edward sempre più furioso. Non ci capisco più niente. Riesco solo a stringermi a lui sempre più forte.

“Calma Bella, calma” mi sussurra dolcemente strofinando le mie braccia. Solo ora mi rendo conto che sto tremando.

“Ringrazia che non ti spacco la faccia solo per i  testimoni, e perché siamo a scuola, altrimenti una lezione non te l’avrebbe tolta nessuno” continua il mio eroe.

“Vieni, andiamo Bella” mi dice dolcemente allontanandoci da tutto quello. Non posso crederci, prima mi ha trattato da schifo e ora ha preso le mie difese davanti tutta la scuola. Non ci capisco più nulla. Mentre ci allontaniamo, di sottecchi posso notare l’espressione soddisfatta di Steven e il sorriso ironico che gli ho visto tante volte di chi la sa lunga. Ora ho capito.

Ci fermiamo davanti la mia classe.

“Stai bene, Bella?” mi chiede con dolcezza il mio salvatore.

Annuisco.

“Sei pallida come un lenzuolo. Sei sicura?. Se vuoi posso riaccompagnarti a casa”

Mi discosto dal suo abbraccio. Devo mostrargli indifferenza.

“Grazie” gli dico fredda “Sono in grado di controllare la situazione. Ora puoi tornare alla tua vita” gli giro le spalle e vado al mio posto.

Lo vedo sbigottito e atterrito dal mio comportamento. Cosa ti aspettavi Cullen che ti regalassi le caramelle? Adesso sai anche tu cosa si prova a sprofondare nell’abisso dopo aver assaggiato il paradiso.

 

Pov Edward

 

Non ci posso credere. Perché tutta quella freddezza? Cosa ho fatto di male? È tutta la mattina che ci sto pensando. L’ho difesa da quella specie di pseudo amico che si ritrova. Le stava facendo male. I suoi occhi erano colmi di terrore. Sembrava un piccolo cucciolo spaurito. Beh, non è che all’inizio della mattinata io sia stato un perfetto amico. Avrei potuto salutarla o essere un tantino più gentile quando mi ha riportato la giacca. In quel momento, ho notato la sguardo di Tanya puntato verso di noi. Non che mi importi di  lei, ma se avesse notato un cambiamento nei confronti di Bella si sarebbe scagliata contro di lei con più malignità del solito. Bella è una ragazza molto sensibile e sono sicuro che Tanya ci si sarebbe messa di impegno, quando vuole sa essere pericolosa. Poi ho pensato che avrebbe potuto restituirmela ieri,  e mi è venuto in mente che ha trascorso la giornata con il suo amichetto. Ha preferito lui a me. Non ci ho visto più: la gelosia ha fatto il resto. Sono diventato nero e non ho ragionato più quando li ho sentiti parlare di sgabuzzini, bagni, spogliatoi. Che aveva intenzione di fare quello con la mia Bella? E li ho seguiti. La scena che mi si è presentata davanti agli occhi è stata agghiacciante. Lì il cervello è andato completamente in tilt. Al diavolo Tanya e le sue perfide macchinazioni, al diavolo i pettegolezzi e ho preso le sue difese. Non mi aspettavo un simile trattamento da lei. Non la capisco. Mentre è gentile e dolce diventa acida peggio dell’acido solforico. Mi sono sentito morire dentro. Non è finita qua. Non ho intenzione di demordere. Voglio capire cosa le passa per la mente. A mensa non mi sfuggirai piccola Bella.

 

Pov Bella

            La campanella dell’ultima lezione finalmente è arrivata. Mi ha salvata da una mattinata decisamente da mal di testa. Ho bisogno di respirare un po’. Quasi quasi boicotto la mensa e mi dirigo nel mio rifugio segreto. Poi penso che sia giusto trascorrere un po’ di tempo con le mie amiche e con Alice, soprattutto. Si è fatta in quattro per organizzarmi una festa che avrei ricordata per sempre e non l’ho ringraziata abbastanza. Passo davanti la sua aula. Mi sorride felice vedendomi.

Mi prende sotto braccio

“Allora, come va? Piaciuta la festa?” mi chiede

“Tanto. Resterà per sempre tra i miei ricordi più belli” mi fermo. Mi piazzo davanti a lei. Le prendo le mani. Inchiodo i miei occhi ai suoi

“Sei la migliore amica che si possa sperare di avere. Anzi per me sei una sorella. Quello che hai fatto per me e continui a fare sarà sempre qui” porto le nostre mani intrecciate al mio cuore “ti voglio bene Alice” le dico avvolgendola in un abbraccio caldo e sincero che non concedo mai a nessuno. Restiamo così a lungo.

Ci stacchiamo, credo abbiamo entrambe gli occhi lucidi per la commozione.

“Andiamo. Ho una fame da lupi!” esclama trascinandomi con la sua solita euforia al nostro solito tavolo a mensa. Ci sono tutti. Tranne Edward.

“Ehi, Steven” chiama Rosalie. La guardo con aria piuttosto incredula. Di solito la bellissima bionda no è così espansiva.

Steven si volta nella nostra direzione con un vassoio in mano e si dirige verso di noi. Quando arriva lo vedo irrigidirsi e fissare lo sguardo dinanzi a sé. Anche Edward è arrivato. I due sembrano fronteggiarsi, sembra una gara di sguardi. Il mio amico saggio decide di abbassare le armi e mi si siede accanto. Edward lo segue. Lui si siede di fronte e incenerisce prima lui poi me.

“Ancora non mi hai detto come mai ultimamente bazzichi così spesso da queste parti” gli chiedo cercando di smorzare la tensione creatasi.

“Lo scoprirai presto, Bells..” dice evasivo e ammiccando con lo sguardo.

Sento Edward grugnire qualcosa.

“Eddy caro!”

Alzo gli occhi al cielo. Steven segue questo mio movimento. Mi guarda incuriosito.

“Oca e stormo a ore tre” sussurro. Lui sorride.

Quella indefinibile di Tanya si fionda sulle ginocchia di un evidente irritato Edward.

“Potresti stare anche più attenta” le sibila contro dopo avergli fatto schizzare qualcosa sulla maglietta.

“Scusa tanto Eddino, caro… mi farò perdonare… potremo replicare come ieri sera. Ti è piaciuto tanto” insinua la bionda.

Tutti si ammutoliscono in evidente imbarazzo. Edward si irrigidisce e mi fissa.

Io divento di ghiaccio. Steven fa la faccia disgustata. Lui ha sempre odiato queste ostentazioni di prestazioni sessuali esaltanti.

Hanno fatto sesso. Oddio. Respira Bella. È normale è la sua ragazza. Calma.

“Inspira, espira… sincronizza i movimenti” mi sussurra all’orecchio Steven che ha capito. Per lui sono un libro aperto. Sembra a volte mi legga nella mente. Agli occhi degli altri potrebbe sembrare che mi stia dicendo qualcosa di sconcio o intimo. Non mi importa.

“Brava, continua così” mi volto verso di lui. Fisso le sue labbra che continuano a parlarmi. Seguo il ritmo del suo respiro cadenzato. Gli sorrido. Ok mi sto calmando.

Nel frattempo un gruppo di cheers e alcuni ragazzi della squadra, tra cui Mike e Tyler si sono avvicinati al tavolo e mi fissano.

È Tanya che rompe il ghiaccio.

“Abbiamo saputo che sabato è stato il tuo compleanno, Bella” non mi piace il tono che sta usando. Hanno qualcosa in mente.

“Sai, siccome i diciotto anni si festeggiano una volta nella vita, abbiamo pensato di farti un regalo” continua Lauren. La cosa non mi piace per niente.

Una soddisfatta Jessica mette in mostra sul tavolo un pacco. Da dove lo hanno tirato fuori? Ci guardiamo. Io e i miei amici. Lo stesso Edward sembra perplesso. Non ne sapeva niente neanche lui. Lo vedo un po’ preoccupato.

“Su, dai aprilo” mi incita Tanya.

La guardo con sospetto.

“Devo aspettarmi una bomba?” chiedo sospettosa fissando i miei nemici.

“Non essere così melodrammatica” esclama Jessica.

Volete giocare, eh? E giochiamo. Non sapete di cosa sono capace.

Prendo il pacco tra le mani.

Sfilo il nastro che lo lega. Con delicatezza e snervante lentezza lo spoglio della carta in cui è avvolto.

È giunto il momento.

Fisso di nuovo tutti.

Apro il pacco. Resto ad occhi sgranati. Subito Alice e Rosalie si  fiondano e vedere cosa contiene il pacco. Steven al mio fianco è leggermente perplesso. Il viso delle mie amiche diviene livido di rabbia. Edward si irrigidisce di più osservando l’espressione di sua sorella. La mia è impassibile.

Fisso tutti. Fisso il mio regalo. Un ghigno si forma sul mio viso. Estraggo una parte del regalo.

“Una chiave?” chiede una ingenua Angela.

“Diciamo che è una parte del regalo” dico io esplodendo in una fragorosa risata.

Le cheers mi guardano con sgomento. Non si aspettavano da parte mia una simile reazione. Pensavano mi sarei arrabbiata. Beh non hanno torto. Sono incazzata come una vipera. La mia sarà una vendetta sottile. Se ne accorgeranno.

“Questa è solo una parte del regalo” rispondo alla domanda della mia amica dopo essermi ripresa.

Mi sfilo gli occhiali dal viso. Allungo una mano tra i miei capelli e sfilo il fermaglio che ho usato per tenerli raccolti. Scuoto la testa con fervore e sensualità. Rivelando una cascata di boccoli castani morbidi e profumati. Posso leggere lo sbigottimento dei ragazzi presenti e il loro sbavare. So che effetto fa questo gesto. È lo stesso che ottenevo a Phoenix.

Estraggo il resto del regalo rivelando agli occhi di tutti una cintura. Non una qualsiasi. No: una cintura di castità completa ovviamente di chiave.

Gli occhi di Edward si posano su Tanya e diventano di fuoco. Non deve essergli piaciuto lo scherzo perfido della sua ragazza.

“E quella cos’è?” sempre l’ingenua Angela.

“Devo dire che questo regalo potrebbe servirmi. Che dici Steven?”

Il mio amico mi sorride. Ha capito che Bella Swan è in azione.

“Grazie, ragazze. Avete avuto un pensiero gentile nel pensare di difendere la mia virtù. Il problema ora sorge a chi affidare la chiave. Capirete che non posso tenerla io. La userei quando più mi aggrada” gli occhi dei miei nemici sono sgranati, le bocche spalancate. Edward mi guarda con divertimento.

“Vediamo, potrei chiedere a Mike di tenerla. Mike te la sentiresti se ti affidassi di proteggere la mia virtù?” gli chiedo con voce ingenua. Lo guardo e con un ghigno malefico proseguo

“No. Credo tu non sia la persona adatta. Non sai tenere nascosta la chiave della cintura della tua ragazza, chiunque può usarla, no decisamente sei la persona meno adatta” Jessica è diventata viola. Mike la sta guardando truce.

“Cullen che dici. Saresti disposto difendere la mia virtù?” gli chiedo in modo suadente con gli occhi  di fuoco mentre mi avvicino a lui sempre di più. Lo vedo deglutire.

“Perché no. Magari potrei usarla io stesso quella chiave” mi alita sulle labbra. Mi sento spiazzata, disorientata.

“Allora dovrò optare per qualcun altro” dico allontanandomi da lui prima che gli salti addosso.

“Steven, tu sei l’unico di cui mi possa fidare” e gli consegno la chiave.

“Comunque avreste potuto risparmiarvi questo regalo” sorrido “So difendere bene ciò  a cui tengo” sibilo sprezzante le ultime parole. Sento le mie amiche sghignazzare divertite. Le cheers sono ammutolite. Non sanno cosa dire. Lo scherzo che avevano in mente per me, si è rivolto decisamente contro di loro. Mi è dispiaciuto essere stata così sibillina. Ma si sa in guerra è tutto concesso. E qui siamo in guerra.

“Non dubito che tu sappia difendere bene le tue cose mia cara. Attenta a non far spuntare le ragnatele nell’attesa” Tanya. Non vuol proprio demordere.

“Chi ti dice che ci siano le ragnatele. Ogni tanto una pulizia va fatta. Ovunque. E poi potrei sorprenderti. Chi ti dice che non sappia usarla? Magari potrei saperlo fare anche meglio di te!” sibilo sul suo viso attonito.

“Puoi crederci mia cara. Certi attrezzi Bella sa usarli troppo bene” sghignazza Steven al mio fianco.

Mi volto verso Edward il cui viso è divenuto livido dall’affermazione di Steven.

Questo giochetto sta oltrepassando ogni buon senso è meglio terminarlo qui.

“E’ ora di andare. Ci vediamo” dico alle mie amiche. Lascio il regalo sul tavolo.

Volto le spalle e con i capelli al vento mi dirigo verso la prossima lezione. Due ore di chimica con Edward.

 

 

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Risposte alle Recensioni:

 

Recensione di astrid 93 [Contatta] del 20/11/2009 - 11:58AM al capitolo 12: Capitolo 12 - Firmata

Sono contenta che la festa ti sia piaciuta…… Vedrai jacob sarà importante per il proseguo….. per ora lo sentiremo solo nominare, ma quando finalmente tornerà…………  

Recensione di rodney [Contatta] del 19/11/2009 - 11:25PM al capitolo 12: Capitolo 12 - Firmata

Ci puoi scommettere che il dottore creerà dei problemi…. Come vedi sta già agendo….

Recensione di RenEsmee_Carlie_Cullen [Contatta] del 19/11/2009 - 10:31PM al capitolo 12: Capitolo 12 - Firmata

Perché si è capito che Edward è geloso?...... ma va……. Vedrai nel prossimo cosa succedere dopo tutti questi battibecchi… piaciuto il regalo delle cheers?....

Recensione di twilighterpazza [Contatta] del 19/11/2009 - 10:27PM al capitolo 12: Capitolo 12 - Firmata

No, Bella non entrerà nella squadra…. Su questo è irremovibile… per quanto riguarda gli altri ci sarà un incontro scontro importante per Bella per mettere finalmente la parola fine ai suoi brutti ricordi….

Recensione di __cory__ [Contatta] del 19/11/2009 - 07:28PM al capitolo 12: Capitolo 12 - Firmata

Sinceramente non ho mai visto il telefilm Veronica Mars….. la sostanza ilegale era una droga, quella che di solito usano gi stupratori.. non ricordo bene il nome….

Recensione di nanerottola [Contatta] del 19/11/2009 - 07:16PM al capitolo 12: Capitolo 12 - Firmata

La verità tutta tutta ci sarà tra 2 max 3capitoli…. Dipende se la mia mente contorta non elabora qualcos’altro nel mentre… spero che qst chappy ti sia  piaciuto….

 
 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Un ringraziamento speciale ai 96 preferiti ai 153 seguiti e anche a chi legge solamente, a Marcella e a Patrizia70, Isabella22, Twilighterpazza, Leanis87 che mi hanno inserito tra gli autori preferiti.

 Baci, Buona Lettura!

Luis

 Amare oltre le Apparenze

CAPITOLO QUATTORDICESIMO

 

POV EDWARD

 

            Sono nero, nero di rabbia. Rabbia verso Tanya che si è comportata in modo decisamente ignobile nei confronti di Bella. Il suo è stato un altro dei luridi giochetti per umiliarla. Questo non avrebbe dovuto farlo. Con questo gesto si è aggiudicata un posto fuori dalle mie grazie.

Rabbia verso Bella che con il gesto degli occhiali e  dei capelli ha fatto eccitare tutta la popolazione maschile presente in mensa. Compreso il sottoscritto. Ah quando si è avvicinata e mi ha soffiato sulle labbra “Cullen che dici. Saresti disposto difendere la mia virtù?” altro che difendere la sua virtù in quel momento non so cosa le avrei fatto. Possibile che sia così inconsapevolmente seducente? E poi quello Steven cosa voleva dire con la frase Certi attrezzi Bella sa usarli troppo bene. Non ci capisco più niente. La campanella suona, è ora di andare.

“Ti dispiace toglierti dalle palle?” dico ad una ancora  sbigottita Tanya seduta sulle mie ginocchia.

“Eddy ma cosa?”

“Stavolta hai passato ogni segno e ogni misura. Togliti dalle palle lo capisci sì o no! Non voglio più che mi giri intorno. Chiaro?neanche per i tuoi giochetti. Basta. Chiuso!” sono infuriato.

Lei mi guarda perplessa riesce solo a sillabare un

“Non sarà per quella?” non rispondo. Prendo le mie cose e mi avvio verso le aule di chimica  seguito dallo sguardo attonito dei miei amici e da quello soddisfatto di mia sorella.

“Non è per Bella. Mi sono stufato di te. Lo capisci? E ora gira al largo. E risparmiami la recita della offesa dal cuore distrutto non ci metterai più di tre secondi per trovartene un altro”.

Lo so sono stato indelicato. Ma la rabbia è alle stelle.

Quando arrivo nell’aula di chimica sono già tutti al posto. A confabulare.

Prendo posto. Bella non alza la testa dal suo banco. Cosa c’è non hai il coraggio di guardarmi in faccia? Mi devi spiegare un po’ di cosette signorina Swan.

“Bella sei stata grande con le cheers prima. Hai avuto un sangue freddo” si complimenta Angela. Io drizzo le orecchie ovvio.

“Quando sei in guerra devi imparare le raffinate tecniche per attaccare e affondare il nemico” dice fredda Bella sempre a capo chino.

“Non capisco come fai. A volte sembri un’altra”

A questo  punto si volta verso la sua amica riesco a intravedere solo una parte del suo viso. Il suo incarnato è bianco latteo, sembra quello di un cadavere. Le sue bellissime labbra sono livide. Gli occhi spenti e velati di mute lacrime. Un sorriso amaro spunta sulle sue labbra.

In questo momento tutta la rabbia che nutrivo per lei è si è sciolta come neve al sole. Il suo volto è una maschera di sofferenza. Cosa ti hanno fatto Bella per ridurti in questo stato? Stai tranquilla che lo scoprirò. Fosse l’ultima cosa che faccio.

Il professor Banner entra in classe richiamandoci all’ordine. Non è solo. È seguito da un’altra figura alquanto familiare. Non è possibile! Anche qua. Il nuovo entrato si volta verso la classe e mi lancia un sorrisetto compiaciuto. Ce l’ha proprio con me quello. Non lo sopporto. Bella alza finalmente il capo dal banco e quasi cade dalla sedia per lo stupore.

“Bene, ragazzi. Vorrei presentarvi il signor Steven Cameron. Lui sarà il mio nuovo assistente quest’anno per i laboratori dei corsi avanzati di chimica. È un giovane molto promettente. Spero lo seguiate con la dovuta attenzione” spiega Banner.

“Lo seguirei con tutta l’attenzione che possiedo e oltre. Che occhi” sento le ragazzine dietro di me bisbigliare.

“Lascia perdere, a quanto pare il nuovo docente sembra essere impegnato” sussurra un’altra

“E con chi?”

“Con la Swan. Non lo sai che se la intendono dai tempi di quando lei era a Phoenix. A quanto ho sentito erano compagni di scuola”

Il cervello decide di andare totalmente a farsi una passeggiata. Non mi accorgo che dalla rabbia ho praticamente spaccata in due la matita che avevo tra le mani.

Non ce la faccio non posso aspettare. Devo avere spiegazioni. Cosa cazzo c’è stato e c’è tra lei il biondo slavato.

 

Adesso ti porti anche il tuo amichetto a lezione

Le scrivo su un foglio che le lancio sul banco.

Lei lo raccoglie. Lo apre e lo legge. Non ho firmato. Ma ha capito perfettamente chi glielo ha inviato.

Si volta lentamente verso di me. Mi incenerisce con lo sguardo. Intanto il prof continua a spiegare, mentre il suo nuovo assistente non smette di guardarsi intorno, anzi di guardare in direzione di  Bella. Sembra quasi abbiano  una conversazione muta, sembra si leggano nel pensiero. Sono troppo complici, troppo intimi. Non è possibile che non ci sia stato niente tra loro. Sono convinto che lui se l’è portato a letto. Lui l’ha avuta. No. Il solo pensiero mi fa imbestialire. Lei deve essere solo MIA. MIA e basta.

La vedo armeggiare con il mio foglio. Dopo qualche secondo sono colpito da quest’ultimo.

 

Non sono affari tuoi, Cullen.

E perche’ mai?

Non sono dell’umore adatto per giocare ai bambini deficienti con te.

Gia’ a te piace fare altri tipi di giochetti, giusto?

 

Vai all’inferno e con questo ho chiuso. Non azzardarti a rivolgermi più la parola.

 
L’ho fatta incazzare. Bene. Ma dopo la lezione non mi sfuggi.

 
POV BELLA

 

È incorreggibile. È peggio di un bambino. In più ci si mette anche Steven che mi lancia occhiatine ammiccanti per prendermi in giro. Cos’è una coalizione contro la sottoscritta?. Il mio caro amico dovrà spiegarmi un paio di cosette. Già già. Non gli perdono mica di non avermi avvisata di questa tragedia. Perché il fatto che Steven sia il nuovo assistente di Banner è una TRAGEDIA. Già sento un bisbigliare continuo alle mie spalle. Non capisco bene ciò che dicono, ma tutti e soprattutto le ragazze mi lanciano occhiatine maligne. Poi a lui non importa di mantenere le distanze.

Se sapeva quale fosse il suo incarico perché non ha posto dei paletti nel nostro rapporto? Sono sicura che ora staranno tutte malignando sulla mia amicizia con lui. Al diavolo loro e i pettegolezzi. Non me ne importa niente di queste futilità. Non me ne  è mai importato niente che parlassero male di me alle mia spalle.  Quello che non voglio è che lui possa avere  qualche problema a causa della nostra amicizia. Perché conoscendolo Steven le distanze non le terrà neanche se lo ricattassi. Persa in questi pensieri distorti mi accorgo in ritardo che la campanella è suonata. È finita. Finalmente anche questa giornata scolastica è volta al termine. Troppe emozioni, non le reggo. Mi sento emozionalmente un po’ provata. Faccio per uscire dall’aula, ma Steven mi ferma davanti la porta.

“Credo che dobbiamo parlare, Bella” mi dice.

Annuisco lo credo anch’io.

“Se non ti dispiace, possiamo fare un altro giorno. Di emozioni forti oggi ne ho avuto anche a sufficienza. Poi ho un appuntamento con Alice”.

“Facciamo, così. Ti aspetto al parcheggio saluti le tue amiche, dopodichè ti accompagno a casa tua e parliamo. Ho bisogno di chiarire delle cose e devo farlo oggi. Stasera ritorno al campus e penso ci vedremo la settimana prossima. Sempre che Banner non abbia bisogno di qualche consultazione in settimana. Ma non credo” lo vedo ansioso. Forse è importante. E va bene abbiamo fatto trenta facciamo trentuno.

“D’accordo. Facciamo come hai detto tu. Aspettami al parcheggio. Ho bisogno di un minuto. Devo rinfrescarmi un attimo” annuisce e si allontana.

Mi sento la testa pesante. Troppo troppo oggi. Mi dirigo verso il bagno delle ragazze.

Una mano ferrea mi cinge un braccio e mi trascina nello sgabuzzino.

Due mani forti mi spingono contro il muro di quell’angusto luogo. La luce è fioca quasi assente. Sento solo il respiro del mio rapitore. Non ci posso credere. Riconoscerei la sua fragranza tra mille. Ma che gli è preso?

Benché faccio fatica a mettere a fuoco vedo Edward a pochi passi da me. I suoi occhi di fuoco fissi nei miei. Le sue mani sono appoggiate al muro all’altezza della mia testa. Mi ha precluso ogni possibilità di fuga. Sono spacciata.

Il cuore comincia a battere impazzito. Piano piano il mio respiro si affanna. Non per la paura. No. Per la sua vicinanza sempre più breve. Riesco a percepire il calore del suo corpo a pochi centimetri dal mio. Questa situazione è troppo intima. È troppo per i pochi neuroni ancora stabili nella mia testa. Lui non parla, mi fissa.

“Si può sapere che ti è preso?” esordisco con tono stizzito

“Allora, piccola Bella. Adesso sei dell’umore di giocare con me?” mi chiede sibillino.

Il suo viso si avvicina pericolosamente al mio. Sento il suo naso sfiorarmi il contorno del viso e inspirare dai miei capelli. Dopo la performance in mensa non mi sono ricomposta, li ho lasciati sciolti.

Ha intenzione di farmi venire un  infarto? Calma Bella, ci vuole sangue freddo. Su puoi farcela.

“Cosa intendi dire con questo?”chiedo. Cazzo potevo usare una voce più sicura. Sto tremando dalla testa ai piedi.

Lo vedo sorridere nella penombra con quel suo meraviglioso sorriso sghembo.

“Sei una bambina cattiva, piccola Bella”

“Perché mai?”

“Non mi hai neanche ringraziato per averti tolto dalle grinfie del tuo amichetto questa mattina”

“Mi sembra di averti detto grazie” che ha vuoti di memoria? Gli ho detto “Grazie”

“Sì, ma sei stata molto fredda con me, pensavo ad un ringraziamento un po’ più caldo” sibila le ultime parole alitandomi sulle labbra. Adesso muoio.

“Se non sbaglio il primo ad essere scontroso sei stato proprio tu. Davvero non ti capisco Edward. Soffri di personalità multipla? Un attimo prima sei più acido del veleno, poi ti comporti da gentiluomo e ora, ora non capisco cosa vuoi da me”

“Voglio giocare, piccola Bella. Perché non insegni anche  a me i giochetti di cui sei maestra. Il tuo amichetto a mensa è stato piuttosto eloquente a riguardo”

Detto questo una sua mano comincia a scivolare piano lungo il mio braccio, si ferma sui fianchi, raggiunge un mio gluteo. Si sofferma un po’ troppo su esso. Comincia a palparlo.

“Lo sai. Hai davvero una buona carrozzeria. Fai  bene a non mostrarla in giro. Non vorrei che a qualcun altro possa venire in mente di voler giocare con te”

Schiaccia il suo corpo contro il mio. Una sua mano è sulla mia natica, mentre l’altra comincia ad accarezzarmi la coscia. Lentamente, cerca di insinuarsi tra esse.

“Non essere rigida. Vedrai potrebbe piacerti” sibila al mio orecchio.

Il mio cervello si spegne. Altre parole tornano nella mente. Altre grida si fanno largo tra i miei ricordi.

Vi prego fateli smettere?

 
Stai tranquilla, stai ferma. Vedrai ti piacerà. Stai un po’ ferma.

 
Il mio respiro diviene un affanno disperato. Non per l’eccitazione, per i ricordi che riaffiorano.

“Per favore, smetti…” lievi sussurri sono i miei.

Si distacca un attimo. Lo vedo osservarmi. I suoi occhi si aprono scioccati. Non so cosa stia vedendo.

“Per favore…. Non toccarmi….” Lo sto implorando.

“Non voglio… per favore… lasciatemi andare…” non mi sto più rivolgendo a lui. I miei pensieri sono rivolti ad altro. Sento il viso bagnato.

Sento uno strano calore avvolgermi le spalle.

Poi la luce: siamo nel corridoio. Il calore non c’è più.

“Bella, Bella” una voce familiare odo in lontananza.

“O mio Dio” sento prima di sentirmi avvolta in un abbraccio.

“Per favore… lasciatemi andare… non voglio” continuo a sussurrare.

“Bella, ti prego, torna in te. Sono Steven…. Ti prego Bella” il suo è un grido disperato. Mi sento come un’estranea nel mio corpo.

“Si può sapere cosa cazzo le hai fatto?” sono parole di rabbia quelle di Steven.  Contro chi sta urlando?

Nessuno risponde alle sue parole.

Sento altre voci intorno a me, voci femminili.

“Stalle lontano. Non ti avvicinare”

“Non voglio farle del male” conosco questa voce.

“Bella, ti prego, Bella riesci a sentirmi” poverino sembra tanto dispiaciuto per me. Mi volto verso quella voce e un angelo dagli occhi smeraldo mi fissa tormentato. Gli sorrido.

Va tutto bene mio angelo sono venuti a salvarmi.

“Stavamo solo parlando…. Poi.. poi..”

“Non è possibile. È in stato di shock. Le hai messo le mani addosso” perché Steven se la prende con il mio angelo?

“Tu non sai niente, non puoi capire. Bella…. Lei….. nessuno la può toccare…. Non capisci…. Non sai niente….”  Continua la voce amica.

“Perdonami Bella… come ti abbiamo ridotto…. Perdonami” incrocio gli occhi di Steven carichi di lacrime.

Con una mano gli asciugo il viso.

“Tu mi hai salvato” sussurro.

“E’ colpa tua? C’entri tu con tutto questo?” la voce del mio angelo è furiosa.

Mi  volto verso di lui. Mi avvicino carponi. Anche lui è inginocchiato verso di me. Afferro il suo viso tra le mani. Lo bacio teneramente sulla fronte.

“Non essere arrabbiato, mio angelo. Non è colpa di nessuno” mi distacco. Gli sorrido. Ora è lui che mi guarda scioccato.

“Ti porto a casa scricciolo” mi dice Steven prendendomi in braccio.

“Va bene” e mi accovaccio al suo petto in cerca di quella protezione e di quel calore di cui ho tanto bisogno. Le grida nella mia testa sono cessate. Nessuno deve soffrire per colpa mia. 

Nessuno.

 
 

 

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Risposte alle Recensioni:

Recensione di rodney [Contatta] del 24/11/2009 - 01:41AM al capitolo 13: Capitolo 13 - Firmata

Spero troverai interessante anche questo capitolo….. purtroppo è un po’ meno gioioso…. Ma tante cose si possono capire….. un bacio…

Recensione di ChiaraBella [Contatta] del 23/11/2009 - 08:21PM al capitolo 13: Capitolo 13 - Firmata

Grazie mille per i complimenti. Con questo capitolo un po’ drammatico sul finale spero non averti deluso…. Era necessario… è stato di preparazione per i prossimi… che saranno lo stesso un po’ drammatici…. Ma poi torneranno le risate…. Promesso….

Recensione di nanerottola [Contatta] del 23/11/2009 - 07:17PM al capitolo 13: Capitolo 13 - Firmata

Devo dire che sei molto perspicace…. Steven è  un ragazzo intelligente… ha capito subito che a Bella piace Edward e siccome è molto protettivo nei suoi riguardi vuole essere sicuro che l’interesse che ha scorto in Edward sia altrettanto sincero…

Recensione di RenEsmee_Carlie_Cullen [Contatta] del 23/11/2009 - 06:01PM al capitolo 13: Capitolo 13 - Firmata

Bella è una grande…. È forte e Steven si rivelerà un amico sincero… poi insieme sono una forza… immagina Bella, Jacob e Steven insieme…. Ahhhhhhh

Recensione di nothing lasts forever [Contatta] del 23/11/2009 - 05:48PM al capitolo 13: Capitolo 13 - Firmata

Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo anche se dalle sfumature un po’ drammatiche…. Ma comprenderai che i brutti ricordi stanno tornando e Bella avrà molto da combattere…. Ma ora ha Edduccio dalla sua parte….

Recensione di ada90thebest [Contatta] del 23/11/2009 - 05:39PM al capitolo 13: Capitolo 13 - Firmata

Steven scherza…. Sta al gioco di Bella…. Tra loro non c’è mai stato niente… si può dire che è un gran burlone….

Recensione di twilighterpazza [Contatta] del 23/11/2009 - 05:32PM al capitolo 13: Capitolo 13 - Firmata

Ci puoi contare che Bella tornerà a farsi valere… i guai sono appena cominciati….

Recensione di lidiacullen [Contatta] del 23/11/2009 - 05:16PM al capitolo 13: Capitolo 13 - Firmata

Mi dà una felicità immensa sapere che la mia storia ti piace… addirittura rileggi tre volte? Wow… continua a seguirmi…. Alla prossima….

Recensione di __cory__ [Contatta] del 23/11/2009 - 05:11PM al capitolo 13: Capitolo 13 - Firmata

Esattamente, l’hanno drogata, ma….. non posso ancora dirti come è finita quella serata…. Lo scoprirai presto…. Posso dirti che Bella ha subito uno shock molto forte…. E ora dovrà finalmente affrontarlo….. alla prossima…. Mia affezionatissima…. Baci….

 

 

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Piccolo angolo pubblicità:

Per chi vuole potete anche dare uno sguardo ad un’altra storia originale scritta da me: L’Angelo Oscuro. Di seguito il Link.

 

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=418713&i=1

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


In questo capitolo, finalmente verranno svelati gli arcani misteri del passato di Bella...

chiedo il vostro sincero parere sul racconto che lei fa... spero di non essere risultata offensiva, banale, o troppo cruda...

fatemi sapere, in tal caso cercherò di modificare quella parte per non essere troppo volgare e per i motivi di cui sopra....

Un ringraziamento speciale ai 102 preferiti ai 158 seguiti e anche a chi legge solamente, a Marcella e a Patrizia70, Isabella22, Twilighterpazza, Leanis87 che mi hanno inserito tra gli autori preferiti.

 Baci, Buona Lettura!

Luis 

Amare oltre le Apparenze

CAPITOLO QUINDICESIMO

 

POV EDWARD

 
            Non ce la faccio. Sto cominciando a dare segni di squilibrio. Nessuno vuole darmi notizie di Bella. Di nuovo. Mia sorella se avesse potuto cavarmi gli occhi lo avrebbe fatto. Possibile che tutti pensino che sia una specie di maniaco? È vero ho esagerato nello sgabuzzino, ma avevo bisogno di risposte. Volevo sapere cosa c’era di vero in quello che aveva insinuato Steven a mensa. Ero sotto shock. Poi la sua vicinanza ha risvegliato i miei ormoni in maniera esponenziale. Ma mai, mai e poi mai le avrei fatto del male. Possibile che nessuno lo capisca. Ho bisogno di sapere. L’attesa mi logora. Continuo ad avere davanti ai miei occhi la sua espressione vuota e lontana come non stesse parlando con me. Ha cominciato a dire cose senza senso. Mi è sembrato di impazzire quando ho capito che è stato il mio comportamento a scatenare tutto questo. Una cosa l’ho capito qualcuno ha fatto del male alla mia Bella. Questo è poco ma sicuro. La sua paura quando ho cominciato a toccarla in modo seducente, tremava come una foglia. Le sue parole sconnesse. Poi parlava di grida e di farle smettere. Cosa cazzo le hanno fatto in quella maledetta città. L’atteggiamento di Steven, poi, ha dato conferma ai miei sospetti. E c’entra anche lui. Il senso di colpa e la frustrazione per quella situazione era palese nei suoi occhi. Ho bisogno di distruggere qualcosa per sfogare tutta la rabbia che ho dentro.

Un rumore di chiavi, forse è mio padre.

Sì è lui.

“Papà” mi precipito da lui. Non c’è bisogno di chiedere a voce.

“le ho dovuto dare dei sedativi. La crisi emotiva è stata troppo forte.” Spiega mio padre. Il suo viso è molto amareggiato.

“Ha bisogno di assoluto riposo. E soprattutto niente emozioni forti” e mi guarda intensamente come volesse ammonirmi

“No, no, no” sbotto irritato “smettetela tutti di guardarmi e trattarmi come fossi un maniaco sessuale. Perché nessuno mi crede” mi siedo sul divano con le mani, il capo chino e le mani infilate nei capelli

“Nessuno ti sta dando la colpa, Edward. Ma cosa ci facevate nello sgabuzzino. Capirai che la situazione era piuttosto ambigua” mi parla bonariamente mio padre.

“Avevo bisogno di parlarle. Volevo solo chiarire delle cose. Sì ero un po’ arrabbiato. Ma ti giuro non ho cercato di…. Non…. “ non riesco neanche a dirle quelle parole orribili.

“Edward, tesoro, nessuno pensa che tu volessi abusare di lei” mi rassicura mia madre.

“Non lo so cosa è successo. Eravamo vicini, molto vicini e poi ha cominciato a tremare a dire cose senza senso. Sembrava immersa in un'altra dimensione. Non era più lì. Io mi sono sentito così impotente” sono disperato.

“Edward, ascolta. Io sono il suo medico. Ho un’etica da rispettare. So cosa è accaduto a Bella. Ma non posso dirti nulla. Posso solo dirti che con lei bisogna essere molto cauti nel rapportarsi. Evidentemente quella situazione in cui l’hai messa l’ha fatta sentire in pericolo e nella sua testa sono scattati dei meccanismi che le hanno fatto rivivere lo shock che ha subito. Di più non posso dirti. Posso solo metterti in guardia e dirti di cercare di non essere troppo impetuoso con lei. Ogni movimento, ogni gesto, anche una semplice carezza devono essere fatti con la massima cautela e solo se lei non le percepisce come pericolo. Non so se mi sono spiegato.” Conclude la sua spiegazione mio padre. Annuisco.

“Voglio andare da lei” mi alzo dal divano e faccio per uscire.

“No” una voce trillante mi ferma.

“Non puoi” continua Alice

“Perché?” chiedo disperato.

“Edward, Bella è sotto sedativi. A nessuno è concesso di vederla. Neanche a noi che siamo le sue amiche. Lo hai sentito papà. Ha bisogno di riposo per qualche giorno. Quando starà meglio potrai vederla anche tu” mi sorride sulle ultime parole

“Alice, non ce la faccio” sento le lacrime agli occhi. Non mi è mai successa una cosa del genere. Edward Cullen che piange.

Alice si precipita ad abbracciarmi.

Non possiamo far altro che stringerci e consolarci a vicenda.

 

Sono trascorsi due giorni dal fattaccio. Bella non è venuta a scuola. Per ora le sono concesse delle visite: uno alla volta. Vorrei correre da lei, ma ho paura di spaventarla di nuovo. Agli allenamenti sono sempre distratto e il mister è preoccupato per me. Ora siamo negli spogliatoi. Tutti sono eccitati per la prima di campionato di questo fine settimana. Io no me ne sto seminudo avvolto dal solo accappatoio sulla panchina. La testa fra le mani. I miei amici sono preoccupati per me. Sono in uno stato pietoso.

“Ehi, Edward cosa ti turba?” Jasper si siede al mio fianco.

“E’ per Bella? Ti senti così in colpa?” mi chiede.

Mi guardo attorno e mi rendo conto che siamo rimasti soli. Io, lui e Ben.

“Non è solo questo” rispondo.

“Cosa allora?” chiedono entrambi.

Li guardo, non so come spiegare loro cosa provo veramente.

“Oh mio Dio” esclama tutt’un tratto Jasper, dopo avermi osservato a lungo.

“Non ci posso credere. Ti sei innamorato?” sbotta ghignando.

Cosa c’è da ridere?

“Cosa vai blaterando, Jasper? E di chi sarei innamorato, sentiamo?”

“Non fare l’evasivo con me” ribatte, ancora quel sorrisetto sulle labbra.

“Ti sei innamorato di Bella? Ma è meraviglioso!” esclama tutto gioioso Ben.

Cosa hanno questi due? Come gli vengono questi pensieri malsani?

“Siete impazziti, per caso? Io non sono innamorato” sbotto irritato.

“E allora perché sei così depresso?” chiede Jasper.

“Vorrei sapere come sta, Alice non mi dice niente. Sento di impazzire se non la vedo. Va bene, ora?” sbotto come una macchinetta.

“Sei innamorato” sospira Jasper.

“Non sono innamorato, sono solo preoccupato per una amica” ribatto.

“Un’amica speciale, direi. Sii sincero con te stesso Edward. Quando mai ti sei preoccupato di una delle tue ragazze o di qualsiasi tua  amica” replica Ben.

Cos’è sono tutti psicologi?

“Non è vero mi preoccupo anche di Alice. Se sono meno apprensivo è perché so che posso fidarmi di Jasper”

“Fa’ come vuoi vuoi, amico. Prima o poi farai i conti con i tuoi sentimenti. E spero solo che non sia tardi” continua Jasper.

“Se vuoi vederla perché non vai a trovarla a casa?” chiede ingenuamente Ben.

“Perché le è permessa solo una visita per volta. E mi imbarazza andarci da solo”

“Hai paura che ce l’abbia con te?”

“Anche” dico chinando il capo.

Jasper mi poggia una mano sulla spalla.

“Alice mi ha detto che sta meglio. È solo un po’ debole. Voleva addirittura venire a scuola, l’hanno quasi dovuta legare a letto per impedirglielo”

“Chi si prende cura di lei quando suo padre non c’è?”

“La compagna di suo padre. Una certa Sue. Anche se non è che è moribonda. Può tranquillamente autogestirsi da sola. Le tengono compagnia solo se dovesse avere una ricaduta emotiva”

“Ha chiesto spesso di te” sbotta Ben. Jasper lo guarda in modo truce.

“E’ giusto che lo sappia” lo rimbecca per lo sguardo che gli ha lanciato.

“Davvero? E cosa?”

“E’ preoccupata per te. Ha paura che ti senta in colpa per il suo stato. Si angoscia parecchio per questo.”

“Lei è preoccupata per me? Sono io il mostro che l’ha ridotta così”

“Te l’ho detto Bella è una persona davvero speciale. Si preoccupa sempre degli altri, prima che di se stessa. Quindi non tormentarti per il fatto che lei ti odi. Come hai potuto sentire, lei non ce l’ha con te. E se venisse a sapere dello stato pietoso in cui ti trovi, allora sì che la faresti stare peggio. Avrai modo di chiarire con lei. Per ora cerca di riprenderti” mi dice Jasper allungando una mano.

L’afferro e mi rialzo.

Ci guardiamo con complicità e sento rinascere in me la speranza.

 

POV BELLA

Mi trattano come fossi un pericolo costante. Sempre a vigilarmi e a controllarmi. Hanno proibito ogni tipo di visite. Ma non hanno considerato il cellulare. Nel trambusto non l’hanno trovato e io quando mi sono ripresa ho pensato bene di nasconderlo. Ogni tanto mi sento con Alice, Angela e anche con Rosalie. A quanto pare hanno assistito alla mia performance. Che imbarazzo. Ho ricordi offuscati di quello che ho combinato nel corridoio. Alice mi ha detto che ho addirittura baciato suo fratello. Certo un innocuo bacio in fronte e l’ho chiamato angelo mio. Oh mio Dio. Datemi una buca dove possa affossarmi. Se solo ci penso divento rossa dalla vergogna dalla testa ai piedi.

Ho chiesto spesso di Edward. Poverino deve avermi preso per una malata di mente. Devo avergli fatto una brutta impressione. O peggio. Si sentirà in colpa per ciò che è accaduto. Se solo penso allo sgabuzzino altro che attacco di panico, rischio l’infarto. Così vicino, da poter sentire nella mia bocca la sua fragranza zuccherina. Mai, mai in vita mia ho avuto questi impulsi. Ciò che mi ha destabilizzato sono state le sue parole così simili a quelle di quella sera. Quello ha fatto scattare la molla malata della mia mente. Ho bisogno di parlare con lui. Ho bisogno di chiarire. Non voglio che pensi che sia una povera demente che come qualcuno la tocca si fa prendere da attacchi isterici.

 

È trascorso qualche giorno, mi sento meglio. Ma Carlisle ritiene che sia  meglio rimandare il contatto con il mondo. Mi ha concesso tutta la settimana di riposo. Peccato, sabato ci sarà la prima partita del campionato di Basket. Avrei voluto assistere, fare il tifo per il mio capitano. Oltretutto Rosalie mi ha raccontato un pettegolezzo succulento. Edward ha rotto con Tanya. Mi ha riferito che l’ha trattata malissimo in mensa,  quando me ne sono andata e l’ha praticamente scaricata e insultata davanti a tutti. Non oso immaginare la sua furia. Di sicuro la riverserà su di me. Ha ragione Carlisle, è meglio che stia ancora un po’ a riposo non sono ancora pronta per la fossa dei leoni.

Il mio caro dottore continua a ripetere che ho bisogno di esorcizzare i miei demoni se voglio evitare queste spiacevoli situazioni. Ma non ho nessuna intenzione di rivolgermi a qualche strizza cervelli. Devo ammettere che ha ragione. Quando l’estate scorsa a Jacksonville mi sono sfogata con Alice mi sono sentita meglio e non ho avuto tanti problemi. Ho bisogno solo dei miei amici.

Un unico nome popola la mia mente: Edward. Devo chiarire. Devo raccontargli tutto? Mi vergogno così tanto. Secondo Alice sono sciocca non ho  nulla di cui vergognarmi. Ho paura che mi giudichi. che pensi male di me. Ma ho bisogno di dirglielo, di parlargli dei miei fantasmi. Se lo conosco bene e non mi sono sbagliata su di lui sono sicura si starà creando mille paranoie, penserà che è colpa sua. Non posso permetterlo. Pensa Bella, pensa: cosa è più importante la sua tranquillità o i tuoi assurdi pregiudizi? In fondo Edward è un gentiluomo. Puoi fidarti di lui. Nessuno saprà a parte lui. Puoi fidarti. D’accordo. Alla prima occasione Edward ti racconterò tutto. Spero solo di sopravvivere.

 
POV EDWARD

 
È venerdì. Gli allenamenti sono appena terminati. Domani è il grande giorno. Ma io ho bisogno di vedere Bella. Non riesco a resistere. Torno a casa in fretta. La macchina di mio padre è nel vialetto, segno che è rientrato da poco e deve uscire.

Entro in casa come un ossesso.

Il mio sguardo è piuttosto eloquente. Mio padre mi sorride e scuote leggermente la testa.

“Devo andare da Bella per un controllo” esordisce. Lo guardo intensamente

“Ti va di venire?” sento le mie labbra tirarsi in un grosso sorriso.

“Cosa  aspettiamo, andiamo?” e mi fiondo accanto all’auto. Sento mio padre scambiare qualche parola con mia madre. Non riesco a capire cosa. Sono troppo concentrato.

Mio padre entra nell’abitacolo e mette in moto. Per la strada mi ripete le solite rassicurazioni. Di non essere impetuoso  e così via… io annuisco solo.

Entriamo in casa Swan. L’ispettore è sorpreso di vedermi.

“Edward” mi saluta

“Ispettore” ricambio. Non so se lui sa cosa sia successo. Se pensa sia colpa mia.

“Edward, io vado da Bella, per la visita di controllo, dopo potrai incontrarla” chiarisce mio padre.

“Accomodati” mi invita il padre di Bella.

“Ispettore, io” voglio cercare di capire se lui sa, se ce l’ha con me.

“Chiamami Charlie, Edward. Non sono in servizio “ e mi fa l’occhiolino.

Sorrido mesto.

Lo vedo dirigersi in cucina.

“Ti va una birra, nell’attesa?” mi chiede.

“No, grazie. Io non bevo alcolici e annessi”

“Sul serio?” mi chiede sedendosi sul divano.

“Sì. Sono uno sportivo e cerco di mantenere una sana alimentazione e questo comprende niente alcool e fumo” gli spiego.

Lo vedo annuire con il capo. Un silenzio imbarazzante cala tra noi.

Dopo un tempo che sembra interminabile, mio padre arriva in salotto.

“Bene, direi che la nostra malata stia decisamente meglio” esordisce mio padre.

“Meno male. Dottor Cullen, non so come ringraziarla per quello che sta facendo per la mia bambina”

“Charlie” lo interrompe mio padre “voglio molto bene a Bella. Tutta la mia famiglia gliene vuole” e  mi lancia uno sguardo di sottecchi. “la consideriamo come parte della nostra famiglia”

“Grazie” chiude questa conversazione l’ispettore.

Lancio degli sguardi eloquenti a mio padre, piuttosto significativi.

“Edward, smettila di agitarti, ora puoi vederla. Vai ti sta aspettando” sorride mio padre.

Lasciando decisamente a bocca aperta i due mi precipito su per le scale. Arrivato in cima non so quale sia la sua stanza.

“E’ l’ultima in fondo al corridoio a sinistra” mi deride il capo della polizia. Bella figura.

Sono di fronte la sua porta. Mi sembra educato bussare.

“Avanti” dopo aver preso un lungo respiro, giro il pomello della porta e mi ritrovo nella stanza di Bella.

Mi guardo in giro. È piccola, un po’ disordinata. Sulla scrivania c’è il computer che le è stato regalato ricoperto di scartoffie. Degli scaffali ricolmi di libri. È proprio una lettrice accanita.

Mi volto verso sinistra e la vedo.

Piccola, minuta. Mi sembra ancora più fragile. Seduta a gambe incrociate sul suo letto. Rivolta verso me.

“Non mi aspettavo di vederti” mi dice timida con il capo chino.

Vorrei lanciarmi verso di lei e abbracciarla forte. Niente colpi di testa. Niente gesti impetuosi. Ricorda Edward.

“Ti  hanno trascinato con la forza?” mi chiede curiosa.

“No avevo voglia di vederti” le rispondo con dolcezza.

“Vieni qui” mi fa segno con la sua manina di sedermi accanto a lei sul suo letto. Ma è impazzita?

È vero che non indossa una mise seducente, ma un semplice pigiama con tanti fiorellini (sembra una bambina), ma lei ha il potere di eccitarmi con niente.

Traggo un profondo respiro e l’accontento.

“Sono contenta che tu sia venuto. Volevo parlarti” esordisce. È agitata, si sta torturando le mani, il capo chino, ma posso  vedere che sta torturandosi anche il labbro inferiore.

Le afferro dolcemente le mani e cerco di guardarla negli occhi. Alza il capo. Ora sì che sono in paradiso. Mi immergo in quelle meravigliose pozze cioccolatose lucide. Ha gli occhi rossi. Deve aver pianto molto. Una morsa al cuore mi stringe tanto da togliermi il fiato.

“Bella, io volevo, volevo scusarmi. Ho avuto un atteggiamento deplorevole…” una sua manina si posa sulle mie labbra. Scuote forte il capo.

“No. Non è colpa tua. Voglio che questa cosa sia chiara” mi guarda con decisione.

Non posso farne a meno è più forte di me. Prendo la sua mano e me la porta alla guancia dove vi affondo, godendo del suo dolcissimo aroma. Apro gli occhi la vedo sgomenta per il gesto. Forse ho esagerato. Cerco di staccarmi. Lei mi sorride e me lo impedisce. Allunga anche l’altra mano e mi accarezza anche l’altra guancia. Mi sento come un bambino bisognoso delle coccole della sua mamma.

“Mi sei mancata tanto” sussurro sotto le sue carezze.

“Anche tu” mi risponde. Senza neanche accorgermene mi lancio verso di lei. L’abbraccio forte. Un po’ troppo perché cadiamo stesi sul suo letto.

Sono stato troppo impetuoso? Forse dovrei spostarmi. Ma sto così bene.

“Lo sai? Mi hai chiamato Angelo mio” la vedo diventare color porpora. Mi piace stuzzicarla e farla arrossire.

“No. Mi prenderai per pazza” e si nasconde contro la mia spalla.

“Affatto”

“Edward. Voglio raccontarti una storia” la sento sospirare.

Mi irrigidisco. Ho capito vuole raccontarmi cosa le è accaduto. Voglio davvero saperlo? Voglio davvero condividere la sua sofferenza? Perché di sicuro quella che ha da dirmi non mi piacerà. Ho paura.

“Bella, non devi” le sussurro.

“Voglio farlo. È giusto che tu sappia” si tira su ora siamo seduti uno di fronte l’altro. Prende un lungo respiro.

“Quello che ho da dirti non è una cosa piacevole, ma voglio farlo. Voglio condividerlo con te, perché so che posso fidarmi. Perché so che mi sei amico?”

“Sembra una domanda strana. Sono tuo amico, Bella. Vorrei essere per te l’amico più sincero, l’amico su cui piangere, l’amico con cui ridere” le dico serio. Magari, forse, anche qualcosa di più.

Mi sorride. Si alza dal letto. Mi fa segno di mettermi comodo sul suo letto. Le lancio un sorsetto malizioso. Lei scuote il capo, ma le sue gote divengono di un bellissimo rosso acceso. La vedo trafficare in uno dei cassetti della scrivania. Ne estrae qualcosa.

Sale sul letto e avanzando carponi si pone di fronte me. Tra noi lo strano libro che ha recuperato.

Lo riconosco è l’album di foto che le hanno regalato i suoi amici di Phoenix.

Mi invita ad aprirlo. Mi colpisce subito la dedica sulla pagina bianca. Poi i miei occhi si posano su una foto.

Vi è ritratta una ragazza bellissima, dagli occhi sorridenti color cioccolato, la più bella visione che abbia mai visto. È Bella. Un po’ più giovane, ma è lei.

“Questa sono io. O meglio ciò che ero” esordisce. Guardandomi.

“Eri molto carina” sul suo viso si dipinge una piccola smorfia.

“Vorresti dire che ora non lo sono più?” scherza

“No. Adesso sei ancora più bella. È diverso” le rispondo serio.

Si schiarisce la gola e comincia con il suo racconto.

“Dunque, cominciamo dal principio. I miei genitori si sono separati quando io ero molto piccola per ricordare. Da allora ho sempre vissuto a Phoenix. Lì non avevo molti amici, ne avevo una si chiamava Sarah” mi indica la ragazza accanto a lei nella foto.

“Siamo state inseparabili. Quasi ogni estate venivo qui a Forks per passare un po’ di tempo con Charlie. Qui ho conosciuto Jacob. Per me lui è come un fratello. Quando è cominciata la scuola superiore io e la mia amica eravamo molto entusiaste. Vedevamo tutto come una nuova avventura da vivere insieme. L’inizio per me è stato travolgente, troppo. Ero la ragazza più popolare della scuola, perché ero la figlia della compagna di Philip Dwyer il giocatore di Baseball. Non che fosse un eccelso, ma era pur sempre nominato sui giornali. Io odio essere al centro dell’attenzione e tutto questo gironzolarmi intorno mi faceva stare male. Volevo solo starmene tranquilla con i miei libri e la mia musica. Nient’altro. I vari gruppi studenteschi cominciarono a fare a gara per avermi. Avrei optato volentieri per il giornalino studentesco o qualche attività intellettiva, se proprio dovevo scegliere. In quei primi giorni, era un caos totale. Io e Sarah facemmo amicizia con altre ragazze. Sono queste che vedi in quest’altra foto. Lei è Jennifer somiglia molto ad Alice in quanto ad esuberanza, lei è Cheryl dolce e timida. Eravamo diventate le fantastiche quattro. Così ci piaceva definirci. Le cheerleader cominciarono a insistere più degli altri con me per farmi entrare nel gruppo. Io non volevo. Mi fu spiegato che le cheers non godevano di buona fama e per di più una cheers doveva stare solo con un membro della squadra o restare sola. Non poteva frequentare altre compagnie. Era vietato. Non mi sono mai piaciute le costrizioni. Le mie amiche insistevano. Volevano fare anche loro il provino. Vedi Sarah aveva adocchiato Steven. Lui faceva parte del gruppo dei belli e popolari. Era un membro della squadra di Basket. Jennifer e Cheryl non avevano adocchiato nessuno, però a loro piaceva l’idea delle trasferte, sai. Era un modo per loro per vedere posti nuovi. Insomma, ognuna aveva una motivazione. Tutte tranne la sottoscritta.

Alle fine riuscirono a convincermi e quando la capo cheerleader per l’ennesima volta mi invitò accettai. Ad una condizione”

“Di accettare anche le tue amiche” la interruppi e annuivo. Era scontato da parte sua. Si è unita ad un gruppo che non amava per accontentare le sue amiche.

“Già. All’inizio non fu tanto male. Cominciavo anche a divertirmi. L’unica nota stonata era che ogni cinque secondi un ragazzo ti chiedeva di uscire. Non so quanti inviti ho declinato. Non mi andava di uscire con uno di loro. Poi finalmente Jacob vinse una borsa di studio per meriti sportivi e si trasferì a Phoenix. Entrò per forza di cose nella squadra di Basket e da lì divenimmo una coppia fissa”.

“Quindi stavate insieme?” sbottai un po’ irritato.

“No. Jacob era il mio salvagente. Era il mio cavaliere ai balli scolastici, a qualche festa organizzata. Tutto pur di tenere lontano quei mocciosetti” una simpatica smorfia si dipinge sul suo viso.

“Dopo un po’ non ne potevo più non era da me vestire sempre alla moda, essere sempre sotto i riflettori. Era diventata una specie di gara a chi sarebbe riuscito a far cedere Bella Swan. Cercavo qualche pretesto per farmi cacciare dalle cheers. Sono arrivata ad uscire con ragazzi classificati come sfigati, che devo dire si sono dimostrati molto carini con me. Ma non c’è stato verso. Me le perdonavano tutte. Una cosa buona l’avevo ottenuta, però: Steven e Sarah si misero insieme e di questo ne fui felice. Per non portartela per le lunghe il gruppo dei belli, ricchi e popolari della squadra organizzarono una scommessa. Ovviamente il premio era la sottoscritta. Uno di loro scommise con gli altri che sarebbe riuscito  a portarmi a letto prima della festa d’inverno. È una festa che nella mia scuola si tiene nel periodo natalizio. Cominciò a fare l’amicone, ma le sue intenzioni non erano limpide. Potevo essere ingenua ed inesperta, ma non stupida. Poi c’era Jacob a difendermi. Una sera, una dannata sera, poi….”

I suoi occhi si velano di lacrime, lacrime amare. Non voglio  più sapere. Mi fa male il suo dolore.

“Bella, ti prego non devi…. Ti fa male…”

“No, voglio raccontarti tutto. E spero che dopo non fuggirai via da me” mi dice con la voce piena di dolore.

“Mai potrei farlo”

“Una sera, si festeggiava la fine della prima parte del campionato. Era stata organizzata una super mega festa. Io non volevo partecipare. I corsi avanzati  mi tenevano molto occupata e di lì a qualche giorno avrei dovuto consegnare un compito importante. Alla fine tra le insistenza di mia madre che mi ripeteva in continuazione Bella si vive una volta sola, devi fare tutte le esperienze della tua età, quelle delle mie amiche e quelle di Jacob che si sarebbe sentito solo accettai.

La serata trascorse tranquilla, fin quando mi si avvicinò il mio nuovo amico. Con me c’era Cheryl. Con lui c’erano altri ragazzi. Ci porsero qualcosa da bere. Nella confusione non badammo, bevemmo ciò che ci avevano offerto. Dopo qualche istante cominciò tutto a girare vorticosamente. Sentivo le voci lontane e ovattate. L’equilibrio precario.  Ci condussero in una stanza.

Io fui adagiata su un divano. Ero trattenuta da uno di quei ragazzi. Ho ricordi molto sfocati di quei momenti, ma lentamente si fanno largo tra la mia coscienza. Cheryl fu stesa su un letto. Non so di preciso, ma cominciai a sentire qualcuno che diceva Tenetela ferma. Una voce femminile che flebile diceva lasciatemi andare. Un pianto dei singhiozzi. Poi qualcuno cominciò a lottare. Uno di loro era Steven stava cercando di difenderci. Era solo. Loro erano tanti. Sentii una porta sbattere. Poi cominciai a sentire grida di dolore era straziante. Risate e parole sconnesse come Non fare la santarellina, lo so che ti piace. Le grida non finivano mai. Sentivo Cheryl che supplicava, finchè tutto finì. Cheryl si spense. Era come morta su quel letto. L’effetto della droga che ci avevano somministrato stava cominciando a scemare gridavo Lasciatela stare, bastardi, per quel che potevo. Cercavo di divincolarmi. Riuscii a vedere che si diedero il cambio. A turno abusarono di lei. È stato uno spettacolo orribile. Ogni tanto quel maledetto bastardo si voltava verso di me e mi ripeteva tra poco tocca a te tesoro…. Il gelo nelle vene. Per Cheryl era troppo tardi. Cominciai mentalmente a pregare che qualcuno venisse a salvarmi. Lui cominciò ad avvicinarsi a toccarmi. Con le poche forze che avevo cercavo di difendermi, ma lui mi strappò i vestiti, mi picchiò. Poi non ricordo più nulla. Ricordo solo di essermi risvegliata in ospedale stordita e contusa. Da quel che mi hanno raccontato Jacob e gli altri sono arrivati in tempo prima che , prima che…”

Lacrime di dolore le bagnano il viso. Ora capisco perché ha gridato fatele smettere e sentiva delle urla. Erano le urla della sua amica….

Con lentezza l’attiro a me e l’abbraccio. Le accarezzo la schiena, i capelli.

“Non avete fatto niente, voglio dire non potevate accusarli?” sbotto con rabbia repressa.

“Ci abbiamo provato, ma la famiglia di lui è facoltosa e potente. Sia a me che a Cheryl hanno trovato droga nel sangue. Hanno poi sparso la voce che eravamo delle poco di buono dedite a questi tipi di giochetti, così l’avevano chiamati, delle drogate. Insomma hanno rigirato la frittata a loro favore”.

“Ma le persone che vi hanno aiutato..”

“Si sono tirate tutte indietro a partire dalle mie amiche. Anche loro erano presenti al nostro ritrovamento. Jacob ha rischiato l’espulsione per avermi difeso, Steven una denuncia per complicità quando la sua unica colpa è stata far parte di quella cricca”

“Steven, Steven sapeva e non ha impedito questa atrocità?” chiedo

“No, Steven era allo scuro di questa macchinazione. Infatti, quando è entrato invitato dalla cricca nella stanza ha cercato di difenderci. Ma era solo. È uscito a cercare aiuto. Quando sono tornati per la mia amica era tardi. Per me beh, c’è mancato poco”

“E quel lurido bastardo si è comportato come nulla fosse a scuola…”

Annuisce.

“Ha cercato di riprovarci più volte con me. Mi aveva fatto credere che i miei amici mi avessero indorato la pillola, ma che in realtà lui era riuscito nel suo intento, quindi voleva il bis, il tris. Insomma mi voleva  a sua disposizione. Mi sono difesa con le unghie e con i denti. Sono stata malissimo. Ho accusato tutti di avermi mentito. Come una stupida gli ho creduto”

“Per questo sei andata via, per le chiacchiere e per evitarlo?”

“Non esattamente. Delle chiacchiere non me ne importava nulla. Di lui tanto meno. Avevo Jacob che mi difendeva. Lui ha rischiato molto per me. È stato un altro il motivo. La delusione più grande della mia vita”

Si irrigidisce e trema in preda ai singhiozzi.

“Cosa ti resta quando chi dovrebbe proteggerti dal mondo, crederti sopra ogni cosa non si fida di te,  fino ad umiliarti?”

“Non capisco” non riesco a capire cosa possa essere accaduto di tanto terribile.

“Mia madre. È per colpa sua che sono venuta a Forks”

“Cosa ti ha fatto?” chiedo in un sussurro.

“Le chiacchiere che sua figlia fosse una dissoluta e una drogata sono giunte fino alle sue orecchie. Ho cercato di spiegarle che erano bugie, ma lei non mi credeva. Ha perfino chiamato Charlie che si è precipitato a Phoenix. Sono stata costretta a raccontare tutto. A rivivere ogni singolo momento di orrore. Charlie ha preso le mie difese. Si è anche movimentato con la polizia del posto, però le prove erano a nostro sfavore. Mia madre ha fatto finta di credermi e poi a mia insaputa mi ha prenotato una visita medica, perché confermasse che io non avevo fatto niente. Le gridavo Non ho fatto niente, mamma, te lo giuro, non ho fatto niente. Non è colpa mia. Ma lei niente. Mi ha lasciata in quella squallida stanza di ospedale con quel dottore. Non ha avuto neanche la delicatezza di scegliere un dottore donna. Mi sono sentita così umiliata, violata di nuovo quando quel dottore ha espletato la sua visita. Mia madre se n'è uscita tutta soddisfatta con il suo bel certificato che sua figlia era ancora vergine. E io?”

Mi guarda con rabbia  e odio.

“La mia dignità è stata calpestata nel peggiore dei modi. Peggio di quella sera. Io la odio”

La stringo ancora più forte.

Non riesco a parlare sento solo il desiderio di starle accanto.

Lei mi ha aperto il suo cuore. La sua parte fragile intrisa di sofferenza.

“Ci sono io con te adesso. Nessuno ti farà più del male te lo giuro Bella. Fosse l’ultima cosa che faccio”

Lei si stringe ancora più forte e lascia sfogare tutte le sue lacrime. Spero che siano le ultime. Perché non permetterò più ai suoi dolci occhi di spegnersi mai più.

Sei la stella più splendente, nessuno offuscherà il tuo bagliore. Mai più. Parola di Edward Cullen.

 

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 Risposte alle Recensioni:

 

Recensione di gio_lesa [Contatta] del 25/11/2009 - 11:00PM al capitolo 14: Capitolo 14 - Firmata

Sono contenta ti piaccia la storia…. Spero valga lo stesso dopo questo capitolo…. A presto…

Recensione di nanerottola [Contatta] del 25/11/2009 - 05:46PM al capitolo 14: Capitolo 14 - Firmata

E con questo capitolo si sono svelati tutti gli arcani misteri…. Non ho capito cosa volevi chiedermi riguardo la parte finale del capitolo precedente… baci…

Recensione di lisa76 [Contatta] del 25/11/2009 - 02:00PM al capitolo 14: Capitolo 14 - Firmata

Sono onoratissima che tu abbia recensito la mia storia… seguo con molto interesse le tue… e le trovo divine… Edward sì deve darsi una regolata… ma credo che dopo questo capitolo il nostro Eddino subirà un cambiamento…. Decisamente in meglio…. Vedrete…. Anche se la gelosia è una brutta bestia….. baci a presto….

Recensione di rodney [Contatta] del 25/11/2009 - 10:48AM al capitolo 14: Capitolo 14 - Firmata

Come hai potuto leggere Bella è stata quasi violentata…. Non non ti sbagli…. Il passato ritorna e a volte ritorna non propriamente per rimediare…. Ops…. Ho detto qlcs che non dovevo…. Baci a presto….

Recensione di stellalilly [Contatta] del 25/11/2009 - 09:07AM al capitolo 14: Capitolo 14 - Firmata

Grazie cara… spero lo penserai ancora dopo questo capitolo da capelli dritti….

Recensione di RenEsmee_Carlie_Cullen [Contatta] del 25/11/2009 - 12:23AM al capitolo 14: Capitolo 14 - Firmata

Poverino Jacob… tutti lo odiano…. Adire il vero anche la sottoscritta…. Ma in qst storia non sarà lui il rompi della situazione anzi….. baci….

Recensione di samy88 [Contatta] del 25/11/2009 - 12:03AM al capitolo 14: Capitolo 14 - Firmata

Sei molto perspicace…. Edward si è comportato in quel modo un po’ diciamo da maniaco per provocare Bella, per veder la “Santarellina” come la chiama lui fin dove si spinge o si è spinta….. non dimentichiamoci, però che Edward ha un carattere decisamente passionale… in tutti i sensi… e quelli gli si accendono facilmente, soprattutto con Bellina…. Cmq spero che questo capitolo  diciamo un po’ crudo non ti abbia deluso…. Continua a seguirmi…. Baci…. Al tuo prox aggiornamento….. sono ancora in astinenzaaaaaaaaaaaa…..

Recensione di twilighterpazza [Contatta] del 24/11/2009 - 10:55PM al capitolo 14: Capitolo 14 - Firmata

Tadan… e con qst Chappy tutte le tue domande sono state soddisfatte…. Baci a presto….

Recensione di __cory__ [Contatta] del 24/11/2009 - 10:19PM al capitolo 14: Capitolo 14 - Firmata

Finalmente il passato di Bella è venuto fuori….. delusa?.... bacioni…

 
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Per chi vuole potete anche dare uno sguardo ad un’altra storia originale scritta da me: L’Angelo Oscuro. Di seguito il Link.

 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=418713&i=1

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Quando ho letto 13 recensioni, mi è quasi venuto un infarto…. Ho battuto un record… almeno per me…

Gongolo di felicità… sono contenta che sia arrivata la discrezione e la delicatezza nel racconto di Bella….

Comunque… dopo tante lacrime… facciamoci due risate.. spero di riuscire a scuotere il vostro lato ironico….

Vi lascio al risveglio dei piccioncini…….

Un ringraziamento speciale ai 111preferiti ai 165 seguiti e anche a chi legge solamente, a Marcella e a Patrizia70, Isabella22, Twilighterpazza, Leanis87, Samy88, Jiuliett_Cullen che mi hanno inserito tra gli autori preferiti.

 Baci, Buona Lettura!

Luis 

Amare oltre le Apparenze

CAPITOLO SEDICESIMO

 POV EDWARD

Sono qui steso sul suo letto. Mi godo il suo calore. Dopo un lungo tempo, le sue lacrime e i suoi singhiozzi si sono calmati. Il suo respiro è divenuto regolare. Gli occhi chiusi. Si è addormentata e io mi godo questo momento di beatitudine con lei stretta tra le mie braccia. Non posso fare a meno di pensare a quello che mi ha raccontato. È atroce quello che ha vissuto, certo la sua amica ha avuto la peggio, ma anche lei ha sofferto tantissimo. Il comportamento di sua madre, poi. Non riesco a capacitarmi che al mondo esistano persone del genere. Incuranti del dolore che procurano al prossimo. Vivere solo delle proprie necessità  e niente altro.

Penso a Steven. In parte lo compatisco non sarà facile per lui vivere con questo rimorso sulla coscienza, però non riesco a non odiarlo: in qualche modo avrebbe potuto fermare tutto questo. Forse per me è facile parlare, però davvero non ci riesco. Non riesco neanche a capire come abbia fatto Bella ad accantonare le riserve nei suoi confronti. Sei davvero troppo buona stellina. Se solo penso a quello che stavano per farle. Alle loro luride mani su di lei. Stringo più forte la presa intorno a lei.

“Mhmmmmm,” forse ho esagerato. Non voglio che si svegli questo sonno ristoratore le farà bene, dopo la prova che ha affrontato. Non è facile affrontare i propri fantasmi.

“Edward” mormora nel sonno. Si stringe di più al mio petto. Non posso evitare di sorridere. Mi stai sognando? Spero sia un bel sogno. Dal sorriso sereno che le spunta sulle labbra direi di sì. Forse però dovrei spostarmi. La sua vicinanza sta avendo i suoi effetti collaterali. Il mio amichetto è da un po’ che è troppo sveglio. Mi fa un po’ male costretto nei pantaloni. Non riesco a farlo. Mi sento come un drogato alle prese con la sua qualità preferita di eroina. Bella è la mia droga. Il suo profumo mi stordisce, inebria i miei sensi e mi conduce in luoghi di pura estasi. Non ho mai provato niente del genere per nessuna delle ragazze che ho avuto.

All’improvviso la porta della stanza si spalanca. Fanno capolino mio padre e il capo Swan. Alzo lo sguardo verso di loro.

“Pensavamo aveste bisogno di qualcosa, ma a quanto pare…” esordisce il capo Swan in imbarazzo con un sorrisetto malizioso sulle labbra. Mio padre mi guarda divertito. Quel suo sorrisetto ammiccante ha il potere di irritarmi.

“A quanto pare ci siamo preoccupati per niente. Sembra che i due si siano chiariti e non abbiano bisogno di noi” ghigna mio padre.

“Non fatevi pensieri strani in testa. Si è addormentata. Era un po’ provata. Tutto qua” cerco di rialzarmi.

La presa su di me aumenta impedendo il mio intento.

“Mhmmmm, Edward” mormora ancora Bella accomodandosi meglio sul sottoscritto. Si è praticamente avvinghiata a me  stile Koala.  Non che la cosa mi dispiaccia, ma non voglio che i due sulle soglia della stanza si facciano strane idee in testa. I loro occhi luccicano di non so cosa. Mi spaventano.

“A quanto pare qualcuno non ha intenzione di mollarti” sghignazza mio padre. Io guardo Charlie, non vorrei che lui pensasse che voglio approfittare di sua figlia, che gli dia fastidio la situazione. A me no di certo. Il suo volto è sereno, sorride.

“Non ho mai visto il viso di mia figlia così sereno. Non so cosa tu le abbia fatto, non ho parole” si interrompe. Ci fissa intensamente “Credo che non ti permetterà di andartene, ragazzo” sghignazza suo padre. Li guardo sbigottito. Mi stanno per caso dando il permesso di restare a dormire con lei? Sono impazziti? Non so se sia una buona idea. Guardo mio padre.

“Se vuoi puoi restare. Mi fido di te Edward. So che Bella è in buone mani. Se per te non è un problema”. Ho sentito bene? Non sa quanto si sbaglia. Sua figlia con me non è di certo in buone mani. Sto cominciando a non avere più il controllo di me. Non se ne rendono conto?

“Non ci sono problemi, Edward, puoi restare, se vuoi. Tua madre capirà” mi prende in giro mio padre.

“Buona notte, ragazzi”. Si chiude la porta dietro di loro. Oh mio Dio.

“mhmmmm” Bella si muove ancora e si stringe ancora di più. Aiuto sto per impazzire!

POV BELLA

Percepisco un dolcissimo calore avvolgermi, di solito le mie coperte non sono così calde e il mio letto non così comodo.

“Mhmmmm” mi stiracchio. Nel farlo il corpo aderisce completamente a qualcosa di morbido ma tonico. Non sembra il mio materasso. Non percepisco la stessa sensazione. Un fresco alito caldo mi sfiora le guance. Ma cosa?

Apro gli occhi. E per poco non mi metto a urlare. Sono nel mio letto. Completamente avvinghiata a Edward. Lui ha gli occhi chiusi, il respiro regolare, il suo meraviglioso sorriso. Sta dormendo. Mi guardo intorno e mi rendo conto che è ormai giorno. Non ci posso credere ho dormito tutta la notte nello stesso letto con Edward? Il mio cuore sta facendo gli straordinari. La consapevolezza di ciò si fa strada in me. Oh mio Dio, Charlie. Sarà su tutte le furie. Stavolta l’ho  fatta grossa. Quasi quasi non mi alzo è così bello questo tepore. Sento la presa di Edward aumentare intorno al mio corpo. Avverto qualcosa di strano all’altezza del mio ventre. Come qualcosa di duro che preme contro di esso. Cosa ci sarà sotto le coperte? Faccio scivolare delicatamente una mia mano lungo il suo torace. Che sensazione meravigliosa. Sento mille scariche propagarsi lungo il mio corpo e lentamente divampare un incendio tra le mie gambe. Oddio non ho mai provato una cosa del genere. Cosa sta succedendo? Quando arrivo all’altezza della sua cinta, poverino solo ora mi accorgo che ha dormito tutto vestito, mi fermo. Lo sento emettere un sospiro strano. E quel qualcosa di duro farsi ancora più prepotente contro di me. Mi rendo conto che devo proseguire l’esplorazione, ma scendere al di sotto della sua cintura. Ci sono: posso toccare la mia parte. Non lo avessi mai fatto. Il cuore accelera in maniera esponenziale, il respiro mi si mozza, il mio viso assume il colore della porpora più brillante. Quella cosa che comprime contro il mio ventre è il bacino di Edward. Questo significa che…. Questo significa che…. Mi sento svenire. Mi fa così strano dirla questa parola, ma credo che lui sia eccitato? Devo svicolarmi da questa situazione imbarazzante. Cosa starà sognando per ridursi in queste condizioni? È possibile che possa essere maniaco anche nei suoi sogni?

Lentamente, delicatamente mi sfilo dalla sua presa. Gli infilo tra le braccia il mio cuscino. Spero che la sostituzione non lo svegli. È così dolce nell’incoscienza del sonno. I suoi lineamenti rilassati, lo fanno sembrare un bambino tutto da coccolare. Ah, Edward cosa mi hai fatto? Vorrei tanto capire, capire come hai fatto ad entrare nella mia anima. Sei come una tempesta che mi scombussola la mente, il corpo in un modo così devastante. Cosa non farei per te. Cercando di essere il più discreta possibile, mi avvicino e gli sfioro la fronte con un dolcissimo bacio. Mi piacciono i contatti tra noi. È strano, dopo quello che è accaduto sono sempre reticente nei contatti fisici, sono un po’ più sciolta con le mie amiche e non sempre, ma con gli altri no. Solo con  Jacob ho questo tipo di intimità. Mentre con Edward è come fosse una calamita. Qualsiasi cosa pur di entrare in contatto con lui. La sensazione è piacevole, mi dà calore, a dire il vero mi incendio. Sorvoliamo questo lato. Mi accontento del fatto che lui mi sia amico. Non ho nessuna pretesa su di lui. So benissimo che un ragazzo come lui, dolce, sensibile, bellissimo, intelligente, perfetto insomma possa minimamente considerare una ragazza insignificante e anonima come la sottoscritta. Va bene così per ora. Se un giorno per me dovesse essere troppo allora affronterò il problema.

Rivolgo lo sguardo verso il display della sveglia. È presto sono le 6, 00 del mattino. Raccolgo un cambio di abiti e biancheria e sempre in silenzio mi dirigo in bagno.

Mi lascio andare sotto lo scroscio impetuoso della doccia. Mi rilassa. Esco. Mi asciugo con cura. Mi friziono i capelli, li asciugo e li sistemo. Li lascio sciolti legati ai due lati da due semplici fermagli. Mi vesto e mi dirigo a passo spedito al piano di sotto per preparare la colazione.

POV EDWARD

“Mmmmm” mi muovo nel letto. Sento che c’è qualcosa che non va. Apro gli occhi. Quello che trovo tra le mie braccia non mi aggrada affatto. Bella è scomparsa lasciandomi un suo cuscino come souvenir. Che Malefica quella ragazza. Mi stiracchio e mi sistemo meglio tra le coperte. Mi rendo conto di aver dormito abbracciato alla ragazza più seducente e incredibile che abbia mai conosciuto. Sono ancora vestito con gli abiti di ieri.

Tutto in questo letto sa di lei. Mi perderei in questo limbo solo per respirare il suo meraviglioso profumo. Poi sento qualcosa che mi infastidisce. Sghignazzo. Io ho trascorso una notte da re, ma il mio amichetto è stato sveglio e direi anche troppo.

All’improvviso un odorino arriva alle mie narici. Mi siedo  di scatto sul letto. Riconosco questo odore.

Mi precipito come un ossesso al piano di sotto. Mi fiondo in cucina e la visione più bella della  mia vita mi sorride serena e giocosa.

“Ben svegliato dormiglione”

“Buon giorno” le ripeto sfoderando il mio sorriso migliore. Lei mi fissa per un istante negli occhi. Poi passa il suo sguardo lungo tutta la mia figura. Non so cosa accade, perché all’improvviso abbassa lo sguardo e il suo viso assume una tonalità di rosso mai vista prima.

“Accomodati” è un sussurro. Si schiarisce la voce “La colazione è quasi pronta” continua con voce più ferma, sempre distogliendo lo sguardo. Non capisco. Cosa le è preso?

“Biscotti al cioccolato?” chiedo alzando un sopracciglio. Li adoro. Mia madre quando può me li prepara sempre. Quelli di Bella hanno lo stesso profumo.

“So che ti piacciono. Mi ha dato la ricetta Esme. Spero siano di tuo gradimento” mi serve un bicchiere di latte con accanto un piattino colmo dei miei biscotti preferiti.

“Non sapevo sapessi anche cucinare” la canzono

“Come credi che sopravviviamo io e Charlie?” ribatte un po’ stizzita. Non posso farci niente mi piace irritarla. Vederle cacciare quegli artigli affilati da gattina che si ritrova.

Prendo uno dei biscotti dal piatto. Sono un po’ titubante. Esme è insuperabile nel prepararli. Lo porto alla bocca  e lo addento. Comincio a masticarlo. Questa è pura goduria

“Mhmmmmmm” un gemito di puro piacere fuoriesce dalle mie labbra. Sono buonissimi. Meglio di quelli di Esme.

“Non ti piacciono?” mi chiede preoccupata.

“No sono deliziosi” le rispondo rassicurandola.

“Non è vero lo  dici solo per farmi contenta” mi risponde con il capo chino.

Mi alzo dal tavolo. Mi avvicino a lei. Molto vicino. Niente mosse avventate Edward. Le alzo il capo con due dita. Si sta torturando le labbra. Quanto vorrei assaggiare quei frutti succosi e invitanti. Edward. Ricorda prudenza. Potresti spaventarla.

“Guardami negli occhi. Sono buoni, Bella. Perché devi sempre sminuirti? Se così non fosse stato puoi strane certo lo avrei detto. Lo sai che non ho peli sulla lingua”

Mi sorride. Mi avvicino a lei. Ho una voglia pazza di baciarla. Senza alcun controllo sul mio corpo, mi avvicino, sempre di più. Sento il suo respiro sulle mia labbra. Non posso farlo. Le farei solo del male. Non so con quale forza all’ultimo momento devio la mia direzione e  le soffio un leggero bacio sulla guancia al lato delle labbra. Devo staccarmi prima che le salti addosso. Come posso essere così non  lo so. Solo lei ha questo potere su di me.

Mi dirigo al mio posto godendo della colazione senza staccare gli occhi dai suoi che ora sono fissi nei miei. Siamo immersi nella nostra bolla privata.

Driiiiiiiin Driiiiiiiiiin

Lo squillare del telefono dissolve la magia. Lei si precipita a rispondere.

“Ciao. Sì sto meglio, grazie”

Con chi sta parlando?

“Sì, Judith. Verrò in ospedale. Appena terminato. Tranquillizza pure quei piccoli demoni. Ci sarò. Un bacio. A dopo” riattacca.

“Chi era?” chiedo innocentemente.

“Era Judith. L’infermiera dell’ospedale. Sai di solito il sabato mattina mi dedico al volontariato al reparto di pediatria. Mi intrattengo con i bambini ricoverati. Mi ha chiesto se sarei andata”.

Ecco svelato il mistero delle sue conoscenze ospedaliere.

“E tu hai intenzione di andarci?” vorrei sembrare solo curioso, ma il mio tono è duro.

Lei mi guarda seria.

“Certo. Non sono mica moribonda. Stare con loro non può che farmi bene” mi risponde offesa.

Lo sapevo  non ne combino una buona. L’ho fatta arrabbiare i nuovo. La vedo armeggiare con le stoviglie nel lavandino. Perché non si rende conto che lo faccio perché mi preoccupo per lei?

Aspetta un attimo. Pediatria? Bella vuole andare al reparto di pediatria? Se non sbaglio quel dottore maniaco appartiene a quel reparto. No assolutamente no. Lei non ci andrà. È pazza?.

Calma Edward, rifletti. Se cominci di nuovo a volerglielo impedire non farai altro che peggiorare le cose. Lei ci andrà lo stesso per quanto è cocciuta.

“Vengo anch’io” la mia non è una domanda.

“ma..” cerca di rimbeccare la fermo con una mano.

“Niente ma…. Voglio proprio vederti all’opera con tutti quei bambini sono sicuro che scapperai dopo cinque secondi”

“Illuso. Ma oggi hai la partita come farai?” la mia piccola che si preoccupa per me.

“Non preoccuparti. Vorrà dire che mi accompagnerai direttamente a scuola. Chiamo Alice per farmi preparare tutto e consegnarlo a Jasper”.

“D’accordo allora”.

Dopo aver sistemato le ultime cose e io essermi rinfrescato e cambiato con un cambio mandatomi da Alice ieri sera mentre dormivamo. usciamo e ci dirigiamo verso il pick up.

Lei si dirige al lato guidatore. Sospiro.

“Che c’è?” mi chiede.

“Non vorrai guidare tu?” la rimbecco.

“Cosa hai contro la mia guida?” le sorrido

“Se guidi come cammini” ghigno.

“Sei perfido” mi rimbecca mentre sale e prende posto nell’abitacolo. Salgo anche io al posto del passeggero. Sospiro.

Mi guarda in tralice.

“Avvia questo trabiccolo e speriamo bene” dico preoccupato. Sono sicuro che impiegheremo una vita.

“Non fasciarti la testa prima di rompertela. Potresti restare deluso” ghigna.

Solo con lei riesco ad essere me stesso. Nonostante tutto mi sento Felice. Felice perché so che lei c’è.

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 Risposte alle Recensioni:

 

Recensione di erika1975 [Contatta] del 28/11/2009 - 04:47PM al capitolo 15: Capitolo 15 - Firmata

Wow… onoratissima di aver trovato una nuova fan…. Cosa mi dici di questo capitolo?... baci…

Recensione di rodney [Contatta] del 28/11/2009 - 12:30AM al capitolo 15: Capitolo 15 - Firmata

Sono contenta di essere riuscita nell’intento di essere delicata nel racconto. L’argomento era delicato e purtroppo anche troppo reale…. Per quanto riguarda il resto… vedrai… ci sono molti che non vogliono la coppia Edward – Bella… il passato prima o poi bisogna affrontarlo…. Metti che c’è chi ci mette lo zampino… basta ho detto troppo…. Baci…

Recensione di RenEsmee_Carlie_Cullen [Contatta] del 27/11/2009 - 10:45PM al capitolo 15: Capitolo 15 - Firmata

Mi dispiace di aver scatenato le tue lacrime…. Cmq Eddy ci sarà nel bene e nel male…..

Recensione di __cory__ [Contatta] del 27/11/2009 - 09:19PM al capitolo 15: Capitolo 15 - Firmata

Sono d’accordo con te in tutto. La madre di Bella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso….. Diciamo che dopo la sua partenza non si sono più riviste, ma prima si sono incontrate…. Tra qualche capitolo conosceremo anche la sorte di Cheryl, promesso….

Recensione di grepattz [Contatta] del 27/11/2009 - 04:17PM al capitolo 15: Capitolo 15 - Firmata

Hai ragione meno male che c’è Eddy…. Lo adoro……

Recensione di Daisy Black [Contatta] del 27/11/2009 - 04:04PM al capitolo 15: Capitolo 15 - Firmata

Grazie per i complimenti… e dopo un po’ di lacrime facciamoci due risatine… piaciuto il risveglio dei piccioncini?.... ihhhhh

Recensione di nanerottola [Contatta] del 27/11/2009 - 03:51PM al capitolo 15: Capitolo 15 - Firmata

Lui ancora non è consapevole di essersi innamorato… per il momento prova  un profondo affetto e una grande attrazione fisica, come si è capito in questo capitolo… ihhhhh, piaciuto il risveglio?..... presto darà un nome a questo sentimento….

Recensione di stellalilly [Contatta] del 27/11/2009 - 03:49PM al capitolo 15: Capitolo 15 - Firmata

Felice di essere riuscita nell’intento….. cosa mi dici del risveglio?....

Recensione di lilly95lilly [Contatta] del 27/11/2009 - 02:28PM al capitolo 15: Capitolo 15 - Firmata

Wow… l’hai letta tutta d’un fiato… sì non è una bella cosa quella che è accaduta, ma c’è Eddy a tenerla viva….. e come…..

Recensione di twilighterpazza [Contatta] del 27/11/2009 - 02:19PM al capitolo 15: Capitolo 15 - Firmata

Tanya, Tanya… sicuramente sarà un personaggio che non ci libereremo tanto facilmente… l’ha detto anche Ed quando vuole sa essere pericolosa e io oserei dire meschina…..

Recensione di sweetkia26 [Contatta] del 27/11/2009 - 01:25PM al capitolo 15: Capitolo 15 - Firmata

Spero che questo capitolo alleggerisca la tensione del precedente… baci…

Recensione di tittyswan89 [Contatta] del 27/11/2009 - 11:33AM al capitolo 15: Capitolo 15 - Firmata

Sono felice quando riesco a trasmettere le emozioni e i sentimenti… sono il cuore della storia….

Recensione di lisa76 [Contatta] del 27/11/2009 - 11:17AM al capitolo 15: Capitolo 15 - Firmata

Hai ragione da qui ad ammettere i suoi sentimenti il passo è breve… anche se ci vorrà giusto qualche altro capitoletto… comunque lui ci sarà per lei.. ricordiamoci che tra poco tornerà jacob… immagina cosa succederà… aahhhhahhha

 
 
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Per chi vuole potete anche dare uno sguardo ad un’altra storia originale scritta da me: L’Angelo Oscuro. Di seguito il Link.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


In questo capitolo, possiamo leggere tra le righe qualcosa sulpassato del nostro Eddy... abbiamo una panoramica di quello di Bella ora tocca al nostro rubacuori preferito... Non mancheranno come sempre gli scontri tra i due... Ma dico io capirsi mai?

Un ringraziamento speciale ai 116 preferiti ai 172 seguiti e anche a chi legge solamente, a Marcella e a Patrizia70, Isabella22, Twilighterpazza, Leanis87, Samy88, Jiuliett_Cullen, Grepattz che mi hanno inserito tra gli autori preferiti.

 Baci, Buona Lettura!

Luis 

Amare oltre Apparenze

CAPITOLO DICIASSETTESIMO

 
POV BELLA

 
Sono emozionata. Guido con estrema prudenza e attenzione. Percepisco la tensione di Edward al mio fianco. Cosa pensa sia davvero un pericolo pubblico? Finora non sono stata coinvolta ancora in nessun incidente. Ogni tanto fissa il suo sguardo su di me. Non so per quale motivo, forse per appurare che faccia attenzione, che sia attenta alla strada, non so. Un sorriso da ebete sono sicura sia riflesso sul mio viso. Sono felice che abbia deciso di accompagnarmi. Sono sempre rari i momenti da trascorrere con lui e voglio assaporare ogni attimo. Da quando gli ho raccontato la mia storia mi sento un po’ più leggera. Ha ragione Carlisle parlarne mi fa bene. Parlarne con  le persone giuste ovviamente.

Il mio orizzonte si riempie di un lungo vialetto alberato. È il vialetto dell’ospedale.

Siamo quasi arrivati. Con la coda dell’occhio vedo Edward fissare lo sguardo dinanzi a sé. Sembra come immerso in un mondo suo. Posso notare che il suo sguardo si riempie di un’antica malinconia. Chissà cosa gli passa per la testa.

“La smetti di fissarmi? Siamo quasi arrivati, non vorrei rompermi qualcosa proprio ora!” esclama divertito senza neanche guardarmi. Ma ha gli occhi anche di lato?

Vedo l’entrata e mi avvio al parcheggio. Una volta spento il motore Edward si precipita fuori dal veicolo.

“Finalmente, pensavo non arrivassimo, più. È proprio lento questo catorcio”

“Ehi, non insultare il mio mezzo. Lento e com’è mi conduce dove voglio” ghigno.

“Andiamo” gli intimo.

Siamo in ascensore, nonostante sia abbastanza ampio mi sta molto vicino.

Quando si aprono le porte, ecco pararsi dinanzi a noi il reparto di pediatria.

Lui incede lentamente all’interno del reparto. Si guarda intorno. I suoi occhi sono lontani. Cosa gli sta succedendo? Volta lo sguardo verso destra. La camera dei malati più gravi, quelli di cancro è in bella mostra. La porta è aperta. Si possono adocchiare alcuni di quei frugoletti bloccati a letto da tubi e tubicini. È uno spettacolo straziante. Edward come posseduto da qualcosa si avvicina alla stanza.

“E’ la stanza dei bambini malati di…”

“Cancro” mi interrompe. La sua voce è atona. Si ferma sulla soglia e scruta l’interno. Non so perché mi avvicino. Gli tengo una mano tra le mie. È gelida. Osserva con meticolosità ogni dettaglio. Si sofferma su ogni singolo bambino. Il suo sguardo si posa su una in particolare. È Elisabeth, una bimba malata di leucemia. Gli occhi dei due si incrociano. Si osservano a lungo. Edward le sorride. Lei gli risponde di rimando. Lui lascia la mia mano e si avvicina al capezzale della bimba.

“Ciao” la saluta con dolcezza. I suoi occhi sono carichi di tanto amore. Non ho mai visto lo sguardo di Edward tanto profondo, caldo. Una morsa mi afferra allo stomaco. È una visione struggente.

“Ciao” risponde Elisabeth. È un miracolo: quella bambina non parla con nessuno. È così chiusa in se stessa. Neanche con me riesce ad aprirsi.

“Direi che non te la passi tanto male” la canzona Edward. Ma è impazzito? Adesso succederà il finimondo.

Come per magia Elisabeth sorride.

“Tu dici?” non ci posso credere.

“Ti sei guadagnata un soggiorno gratis nelle oasi verdi di Forks, direi che non è male” continua Edward

Elisabeth ride. Ride come non ha mai fatto.

“Sei simpatico” gli dice.

“Grazie, piccola. Come ti chiami?”

“Elisabeth e tu?”

“Edward”

“Edward. È un bel nome, come te” risponde la bimba arrossendo.

E’ incredibile: il fascino di Edward ha irretito anche una bambina.

“Mai come te. Elisabeth. È un nome bellissimo. Lo sai è il nome di una delle più grandi regine che il mondo abbia avuto”

“Davvero?”

“Sì. È stata una grande donna, una saggia regina. Sono sicuro che tu sei come lei. Forte e decisa”

Oh Edward. Come si può non amarlo. Questo è il mio Edward, dolce, premuroso, caldo e sensibile.

“Non ci posso credere” un sussurro odo al mio fianco sulla soglia della stanza. È Sally la capo infermiera del reparto. La osservo attentamente. Ha portato una mano alla bocca, segno di stupore, i suoi occhi sono lucidi, emozionati. Lo sguardo è fisso in direzione di Edward ed Elisabeth. Forse anche lei si è emozionata come me alla vista di quella scena. Sally è una donna sensibile e dolce. Ama i suoi bambini, così ama definirli. Gioisce con loro e per loro quando sono felici e soffre quando anche loro lo fanno. È davvero una donna eccezionale.

Compie qualche passo avanti. Edward si volta nella nostra direzione. Sorride. Un sorriso meraviglioso di quelli che ti fanno fermare il battito cardiaco. Sta sorridendo a me? La delusione mi assale, quando mi rendo conto che il suo sguardo è rivolto a Sally. È a lei che sta sorridendo.

La donna gli si avvicina, mentre lui si alza in piedi, sempre di più fino a colmare le distanze e scivolare tra le braccia di Edward. Una morsa di pura gelosia mi attanaglia lo stomaco in questo momento. Perché tutta quella confidenza?.

I due dopo un tempo interminabile si staccano. Una mano di Sally si posa sul volto di lui accarezzandone il profilo. Come sono gelosa di quella mano vorrei mozzargliela!

“Sei proprio tu. Sei diventato così alto” gli dice.

“Sono felice di rivederti Sally. Eh, sì. Vado bene adesso?” Edward gira su se stesso per farsi ammirare da lei.

“E sei anche diventato molto bello. Sono sicura che farai strage di cuori” ammicca Sally all’indirizzo del ragazzo. Non si vergogna potrebbe essere suo figlio?

“Non mi lamento” ricambia Edward con altrettanta complicità.

“Sei venuto da solo? Tuo padre non è di turno oggi” gli chiede curiosa.

“Veramente sono venuto con lei” e con un cenno del capo indica la mia direzione. Finalmente si accorgono che esisto anch’io.

“Oh Bella cara ci sei anche tu. Perdonami non ti avevo vista” mi si avvicina e mi prende le mani nelle sue. Una sensazione di inadeguatezza mi invade. Edward riesce sempre ad essere perfetto, è sempre nel posto giusto al momento giusto. In ogni dove la sua presenza trova la sua collocazione e ne perfeziona l’ambiente. Io sono così insignificante a suo confronto. Le parole di Sally hanno avuto il potere di farmi morire  dentro. Vorrei essere altrove. Non sarò mai degna di poter essere al fianco del mio dio greco. Questa realtà riempie il mio essere con tutta la sua potenza. Non posso fare altro che abbassare il capo e annuire alla domanda della donna dinanzi a me.

“Bene, la stanza dei giochi è pronta. Quando vuoi possiamo andare” continua Sally. Annuisco ancora con il capo chino.

“Elisabeth, vieni con noi?” chiede il mio angelo alla bimba stesa sul lettino accanto a lui. Lei lo osserva.

“Come faccio sono piena di questi aggeggi” cerca di replicare.

“C’è una sedia a rotelle. Se vuoi ti posso portare io” continua Edward dolcemente accarezzandole il dorso della mano. La bambina dopo un attimo di smarrimento annuisce. Questo è un miracolo. Elisabeth non ha mai voluto partecipare. Si è sempre rifiutata. Cosa farai mai alle donne mio Adone?

Ci incamminiamo verso la sala giochi. Nel corridoio incrociamo il dottor Gordon.

“Bella, che bello vederti. Pensavo non venissi neanche oggi” esclama con entusiasmo fiondandosi verso la sottoscritta e tenendomi strette le mani.

Un cipiglio si forma sul mio viso. Non mi piace questo contatto. Sento i brividi corrermi lungo la schiena.

“Hai freddo? Stai tremando” mi chiede ancora il dottore.

“No, sto bene. Sono ancora reduce dall’influenza tutto qui. Grazie dell’interessamento” dico educata con voce atona. Cerco di divincolarmi dalla sua presa, ma non ci riesco.

“Dottore c’è da visitare ancora la corsia 5” arriva Judith in tutta fretta.

Finalmente, le mie mani vengono liberate. Prima di allontanarsi mi sussurra

“Non allontanarti subito avrei piacere di parlare un po’ con te dopo”. Non mi dà neanche il tempo di replicare che  si è già dileguato. Un giramento improvviso mi sovviene. Sento le gambe abbandonarmi. Due braccia mi stringono la vita.

“Tutto bene, tesoro?” chiede allarmata Sally.

“Sì” il mio è appena un sussurro.

“Non direi. Non hai una bella cera” continua.

“No, sto bene. Davvero” cerco di rimettermi in piedi.

Per un attimo incrocio lo sguardo di Edward è gelido. Perché? Perché con me sei  sempre così freddo e crudo? Vorrei urlargli. Ma tengo per me i miei pensieri.

Stare con i bambini è una delle piccole gioie che mi concedo. È uno dei pochi momenti in cui riesco ad essere serena. Mi infondono una forza incredibile, eco della loro.

Edward è stato straordinario ha messo a proprio agio ciascuno di quei piccoli diavoletti. Al solo sentire la sua voce si mettevano sull’attenti e ci permettevano di dirigere i giochi. Ogni tanto i nostri occhi si incrociavano. I suoi sempre freddi verso di me. Dal canto mio distoglievo subito il contatto. Sono troppo inadeguata per lui. Lo so tutto questo subbuglio di sentimenti mi faranno solo soffrire. Avrei voglia di scappare, rinchiudermi nella mia stanza e dare sfogo alla mia angoscia. Resisti Bella. Il turno è terminato. Presto lo lascerai e potrai tornare nel tuo piccolo guscio.

 

POV EDWARD

 

Questa giornata in ospedale è stata un’esperienza extra corporea. Non lo avrei mai detto. Non mi accostavo a quel luogo da tanto tempo. Quando abbiamo percorso il vialetto dell’ospedale sono tornato indietro con la mente. Quanti ricordi mi hanno assalito. Volevo cercare di non pensarci. Ricordi tristi e devastanti. Poi siamo arrivati al reparto. Gli ospedali sono tutti uguali: stesso colore delle pareti, stesse disposizioni, stesse stanze, ma soprattutto lo stesso dolore. Il reparto dei bambini gravi mi ha attirato come una calamita. Non ho potuto trattenermi. Ho percepito la mano calda di Bella tentare di darmi conforto, chissà deve aver letto tutta l’amarezza dei ricordi che mi hanno assalito. Poi ho visto lei Elisabeth. È stato come un richiamo verso quella bambina. Nei suoi occhi ho letto il mio stesso dolore, lo stesso disperato senso di solitudine. Era come rivedere me. Siamo entrati subito in sintonia. Si è fidata di me. Sono felice. E Sally. Non mi aspettavo di trovarla qui all’ospedale di Forks. La dolce e affettuosa Sally. Per me è stata come una seconda mamma. Le ho voluto un bene infinito. Rivederla oggi ha riportato a galla quel sentimento ormai sopito assieme ai tristi ricordi della mia infanzia. Non pensavo che questa esperienza mi avrebbe segnato in modo così profondo e radicale. Non mi sento quasi più io: è come se qualcosa dentro di me volesse venire a galla con prepotenza.

Poi c’è lei. Bella. Non la capisco. Questa mattina sembrava allegra, tranquilla. Un’ombra strana l’ha attraversata. È stata diversa. Fredda, lontana tutta la mattina. Sfuggiva di continuo il mio sguardo. Duro e glaciale. Sì. Era un ammonimento per il suo comportamento spregiudicato. Non avrebbe dovuto venire qui. Non stava ancora bene. È sbiancata di colpo e l’ho vista, mentre stava per rovinare a terra. Tutta colpa di quel dottorucolo da strapazzo.

Ora siamo qui nel suo pick up sulla strada del ritorno. La sento distante come non mai. Immersa in chissà quali strampalati pensieri. I suoi occhi sono oscurati da un velo di amarezza e angoscia. Cosa ti succede Bella?

“Il dottorino è stato contento di vederti, o mi sbaglio?” bravo Edward ottimo argomento di conversazione. Ma quando ti deciderai ad azionare il cervello prima di parlare? Non posso farci niente. Sono geloso. Lo avrei strozzato quando le ha preso le mani tra le sue e lei che lo ha lasciato fare.

Continua ad ignorarmi. Si può sapere cosa le ho fatto?

“Non mi rispondi?”

“Cosa dovrei dirti?” dice sprezzante.

“Magari come ci si sente ad avere tanti spasimanti?” cosa cazzo sto dicendo? La verità in fondo.

“Questo dovresti dirlo tu, non io. Non sono io quella che ammicca con tutte le infermiere e si scopa quasi tutte le ragazze della scuola” dritta e pungente.

“Si può sapere cosa ti prende?” le chiedo in un sospiro.

“Niente. Sono stanca. Ho voglia di tornare in fretta a casa”

Una pugnalata mi trafigge l’anima.

Mi volto verso di lei.

“Bene, allora pigia di più l’acceleratore. Anch’io ho fretta di arrivare” sono stato crudele. Freddo  e scostante, ma le sue parole mi hanno fatto male. Troppo. Non ha voglia di stare con me, però con gli altri sì.

Le vedo stringere le mani ancora di più sul volante. Le sue nocche sono diventate bianche. Le si bloccherà sicuramente la circolazione sanguigna.

Siamo arrivati a un isolato di distanza dalla palestra. Da questo punto nessuno può vederci. Perché si è fermata qua?

“Mi fermo qui. Così nessuno ti vedrà scendere dal mio catorcio” sibila. La sua voce è strana.

Mi volto verso di lei. Ha il capo chino verso il volante.

“Non avevi fretta di andare? Scendi, allora” ribatte fredda.

“Chi aveva fretta di tornarsene a casa se non sbaglio eri proprio tu. Quindi non attribuirmi colpe che non ho. Se avevi voglia di liberarti del sottoscritto, perché avevi di meglio da fare potevi dirlo. Mi sarei fatto venire a prendere”

“Perché devi essere sempre così idiota. Sempre e solo con me, poi.” Sbotta d’un fiato fissandomi con uno sguardo di ghiaccio.

“Cosa diavolo stai dicendo? Quando sono sempre così con te. Mi sembra di averti dimostrato il contrario o sbaglio?” dico riferendomi alla notte scorsa.

Si volta verso il finestrino e il suo sguardo si perde in lontananza.

“Un caso. Evidentemente ti facevo pena. Non ho bisogno della tua compassione Edward”

L’afferro per un braccio e la faccio voltare verso di me. Il capo è sempre chino. Sta tremando.

“Si può sapere chi o cosa ti ha messo in testa queste stupidaggini? È per questo che sei così? Che non mi guardi negli occhi?” trema, trema ancora. Sento che uno tsunami sta per travolgermi.

“Bella” la chiamo

“Bella” il mio tono si fa autoritario. Niente.

“Guardami negli occhi, Bella” scuote furiosamente il capo.

“Guardami” dico autoritario e le alzo il viso con la mano libera ponendola sotto il suo mento. I suoi occhi sono serrati.

Calde e mute lacrime trasbordano da essi, anche se sono chiusi posso percepire un acuto dolore provenire da lei.

“Bella” stavolta il mio tono è dolce.

Apre lentamente gli occhi. Ci fissiamo a lungo. Ed eccolo che arriva uno tsunami di proporzioni gigantesche.

La stringo al petto forte, forse tanto da farle mancare il respiro, ma non importa voglio che senta che le sono vicino. Non so cosa le abbia scatenato tutto questo. Non è lo stesso dolore della notte scorsa. No è un dolore più devastante e struggente.

“Scu..scu…sa…mi..” mi dice tra i singhiozzi.

“Di cosa?” chiedo perplesso.

“So…no…. U…na… sciocca” le accarezzo i capelli fino alla schiena.

“No, sono io lo sciocco. Non faccio mai la cosa giusta con te. Mai” dico. Mi stringo di più e lei fa lo stesso. Si aggrappa a me come se io potessi svanire da un momento all’altro. Cosa ti succede Bella? Quanto vorrei avere uno di quei superpoteri tipo poter leggere nella mente per sapere cosa ti prende. E chissà, forse anche in quel caso questa mi sarebbe preclusa.

Dopo un po’ si scosta da me. Mi lancia un sorriso amaro.

“Su campione, hai una partita da disputare”

“Non..” mi ferma con un gesto della mano.

“Sto bene. Non devi preoccuparti per me. Su capitano, vai” mi incita.

“D’accordo”

Scendo dall’abitacolo. Mi dirigo verso il suo finestrino. Le sillabo con le labbra un  “Ci sentiamo dopo” lei annuisce  e mi avvio in palestra. Una partita ad aspettarmi. Sono il capitano tocca a me dare la carica. Spero solo di farcela.

 
POV BELLA

 
Sono solo una stupida. Non sono riuscita a trattenere la mia angoscia. Sono patetica. Solo le braccia di Edward hanno il potere di calmarmi e rassicurarmi come nessuno mai. Eppure sono le stesse che non mi accarezzeranno mai come desidererei. Mi faccio solo del male. A volte penso di essere masochista. Chissà forse davvero c’è qualcosa di anomalo nella mia testa. Sorrido amara, mentre avvio il mio mezzo e mi immetto sulla strada di casa ignara di ciò o meglio di chi vi è ad attendermi.

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 Risposte alle Recensioni:

Recensione di rodney [Contatta] del 30/11/2009 - 04:01PM al capitolo 16: Capitolo 16 - Firmata

CiaEh, sì Bella è proprio una tonna…. Ihihihih…. Cmq hai ragione i guai sono proprio dietro l’angolo….. baci a presto

Recensione di nanerottola [Contatta] del 30/11/2009 - 03:03PM al capitolo 16: Capitolo 16 - Firmata

Effettivamente Carlisle e Charlie sono stati dei grandi….. beh quello che succederà lo vedrai……

Recensione di lisa76 [Contatta] del 30/11/2009 - 10:58AM al capitolo 16: Capitolo 16 - Firmata

Purtroppo, però, Bella non può fare a meno che farsi i film mentali come puoi vedere e questo non va bene…. C’è da dire, però che Eddy cercherà di impegnarsi per farglieli passare….. vedrai….

Recensione di RenEsmee_Carlie_Cullen [Contatta] del 30/11/2009 - 01:35AM al capitolo 16: Capitolo 16 - Firmata

Spero che anche questo capitolo ti abbia procurato emozioni forti… per quanto riguarda un Edward per te, beh,… lo sto cercando anche per me….. ops se mi sente il mio boys mi fucila… baci….

Recensione di luisina [Contatta] del 29/11/2009 - 11:01PM al capitolo 16: Capitolo 16 - Firmata

Onoratissima che la mia storia di abbia incuriosita fin dalla presentazione…. Attendo con ansia un tuo giudizio… sei una delle scrittirci che ammiro e apprezzo di più… qualsiasi tuo verdetto per me è vangelo…. Baci a presto…

Recensione di __cory__ [Contatta] del 29/11/2009 - 09:57PM al capitolo 16: Capitolo 16 - Firmata

Che dici…. Cominciamo a scoprire qualcuno degli altarini del passato di Eddy?....

Recensione di twilighterpazza [Contatta] del 29/11/2009 - 07:11PM al capitolo 16: Capitolo 16 - Firmata

Spero non ti  abbia deluso l’incontro con il dottore, ma Eddy era occupato con la bimba e l’incontro è stato alquanto normale ad occhio inesperto….. per quanto riguarda Tanya stai pur certa che è una subdola e darà gran filo da torcere, anche se all’inizio sembrerà non importarsene…

Recensione di dinny [Contatta] del 29/11/2009 - 06:23PM al capitolo 16: Capitolo 16 - Firmata

Hai avuto coraggio a leggere la storia tutta d’un fiato… ti ringrazio per i complimenti e mi fa piacere che il personaggio di Bella di piaccia… sarà una grande rivelazione nel prosieguo della storia…. Spero però ti piaccia anche Eddy…. baci

Recensione di lilly95lilly [Contatta] del 29/11/2009 - 05:16PM al capitolo 16: Capitolo 16 - Firmata

Effettivamente Eddy ha una personalità molto passionale, non so se si è capito……

Recensione di stellalilly [Contatta] del 29/11/2009 - 05:08PM al capitolo 16: Capitolo 16 - Firmata

Effettivamente Bella è stata un po’ perfida… ma comprendila era leggermente sotto shock ihihihihi…. baci

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Salve a tuttiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!! Sono di nuovo io....... Perdonate il ritardo.... spero però che il capitolo vi piaccia a sia sufficiente per perdonarmi...

Purtroppo per vari impegni personali, lavorativi e di studio non potrò essere tanto assidua negli aggiornamenti, sia per questa storia che per l'altra che sto scrivendo.

Garantisco un aggiornamento a settimana.... se sarò fortunata potrò salire a due.... questo per entrambe le storie.....

Un ringraziamento speciale ai 120 preferiti ai 185 seguiti e anche a chi legge solamente, a Marcella e a Patrizia70, Isabella22, Twilighterpazza, Leanis87, Samy88, Jiuliett_Cullen, Grepattz e Ichigo15 che mi hanno inserito tra gli autori preferiti.

Per Ichigo15: cara non mi disturbi affatto, puoi contattarmi quando vuoi, sarò ben lieta di risponderti...

Ora bando alle ciance vi lascio al Capitolo.... Un bacio...

Luis

Amare oltre le Apparenze

Capitolo Diciottesimo

POV BELLA

 
Sono a casa. Parcheggio il mio mezzo al solito posto nel vialetto. Per tutto il tragitto non ho fatto altro che pensare a quanto accaduto questa mattina. Alle mie stupide convinzioni, al fatto che sono un’illusa, ai cambiamenti di umore di Edward (anche se a quelli dovrei essere abituata, ormai, anche quelli  fanno parte del suo carattere e perché no del suo fascino). Ho accettato questa situazione di compromesso ed essere sua amica. La devo smettere di volare con la fantasia ogni volta che mi sfiora o è gentile con me. Non faccio che illudermi.

Sfilo la chiave dalla borsa, la inserisco nella toppa e giro. Il rumore della serratura che si apre, o meglio, il non rumore, mi ridesta dai miei pensieri. Eppure ero convinta di aver chiuso a chiave la porta questa mattina. Penso tra me. Varco la soglia di casa. Il cuore è a mille. A tentoni cerco l’interruttore che trovo alla mia destra. La casa si illumina e prende vita.

Mi sfilo il giaccone e mi avvio verso il soggiorno.

“AAAAAAAAAAAHHHH” un urlo disumano esce dalla mia bocca, mentre il mio povero cuore rasenta i sintomi dell’infarto. Mi accartoccio contro la parete, una mano alla bocca e un’altra sul cuore.

“Tesoro, mi dispiace di averti spaventata” la figura nel mio soggiorno si avvicina, cercando di rassicurarmi.

“Co…. Cos… cosa ci fai qui….. Esme?” chiedo perplessa e ancora palesemente spaventata da quella improvvisa intrusione. Tento di respirare a ritmo regolare per riprendermi dallo spavento. Cosa ci fa la madre di Edward a casa mia?

“Sono venuta a prenderti” mi porge una mano. L’afferro e insieme ci avviamo verso il divano. Lentamente cerco di mettere a fuoco ciò che mi ha detto. A prendermi?

“A prendermi? Per andare dove? Non ricordo avessimo un appuntamento” non capisco.

“Per venire a casa Cullen; Bella. Oh, forse tuo padre non ha ancora avuto modo di avvertirti?” diniego con il capo; non riesco a seguire.

“Cara, tuo padre è dovuto partire per un impegno improvviso. Sembra che siano successi diversi disordini in una città vicina ed è stato chiesto l’aiuto anche della forze dell’ordine limitrofe. Starà via qualche giorno per dare una mano. Ovviamente era preoccupato di lasciarti tutta sola e così Alice lo ha convinto a lasciarti a casa nostra per tutto il periodo di lontananza” spiega Esme. Ora è tutto abbastanza chiaro. Poi un’improvvisa consapevolezza mi sovviene.

“Alice? Cosa c’entra lei?” chiedo sospettosa.

“Vedi, ieri sera quando Edward si è fermato da te, Alice ha avuto premura di portargli un cambio” annuisco. La sacca era qui in soggiorno.

“Mentre si trovava qui è arrivata la chiamata dalla centrale e Alice ha sentito tutto”

“Sì, ma magari potevo andare a La Push da Sue” ribatto.

“La sai com’è fatta la mia piccolina, nessuno può negarle nulla. Bella se dici così mi offendi, non vuoi restare con noi?”

“No, no” mi affretto a rispondere non vorrei che pensasse ciò veramente.

“E’ solo che non vorrei recare disturbo. Un conto è una notte, un’altra un tempo indefinito, a quanto pare”

“Mia cara lo sai è sempre un piacere averti con noi” mi dice sorridente con gli occhioni da cucciola così simili a Alice e verde intenso come quelli di Edward. Ora so da chi hanno preso quei due.

“Come mai sei venuta tu?” chiedo. Come mai Alice non è venuta a prendermi. È strano.

“Sono tutti alla partita, così sono venuta io. Le chiavi mi ha detto Charlie dove le avrei trovate. Mi dispiace di averti spaventata prima”

“D’accordo. Sarà meglio che mi sbrighi e faccia i bagagli” esordisco tutto d’un fiato.

“Non preoccuparti” sogghigna Esme “Ci ha pensato Alice”

Mi sento venir meno a quelle parole. Comincio a preoccuparmi, seriamente.

“E’ venuta con me prima e ha preparato una valigia con alcune delle tue cose. Se servirà qualcos’altro tornerete a prenderlo. Poi è andata via con Jasper”

“Esme” chiamo, deglutisco rumorosamente “cosa ha infilato Alice nella valigia?”

“Non so, non mi ha permesso di varcare il tuo santuario così lo ha definito”

Ora sì che sono preoccupata. Nel mio armadio c’erano anche alcune cose che avevo portato da Phoenix, che facevano alquanto gola alla “nanetta” di vedermi addosso, per non parlare della biancheria indecente che lei e Rose mi hanno costretto a comprare. Spero solo che non abbia combinato qualche guaio. Altrimenti Alice assaggerai anche tu la vendetta Swan.

“Bella, vogliamo andare? La partita starà per terminare. Sei fuori casa da stamane e sicuramente avrai voglia di rilassarti, prima che gli scalmanati dei miei figli tornino a casa” mi dice dolce. Annuisco. Ci alziamo dal divano e ci dirigiamo alla porta. La chiudo alle mie spalle e mi dirigo con Esme verso questa nuova avventura. Cosa mi riserverà la permanenza a casa Cullen?

 

Dopo un tragitto tranquillo con una compagna di viaggio piacevole, eccoci a casa Cullen. Il sole è ormai quasi tramontato. Scendo dalla macchina  e mi guardo intorno. Tutto è meraviglioso e ben curato come sempre. Si respira una tranquillità quasi innaturale. Segno che i fratelli Cullen non sono ancora rientrati. Non posso fare a meno di rivolgere i miei pensieri a loro, mentre varco la soglia della loro dimora. Ogni oggetto, ogni mobile, ogni più piccola molecola parla di loro. Chissà cosa stanno facendo. Come starà andando la partita? Edward ci teneva molto alla vittoria. Lui è così:  vincere sempre e comunque. Lui è un vincente. A questo pensiero il mio sguardo si incupisce.

“Qualcosa non va Bella?” mi chiede preoccupata mamma Cullen. Deve essersi accorta del mio cambio di umore.

“Devi essere stanca. Vieni ti accompagno nella tua camera, così potrai rinfrescarti un po’ prima che i miei ragazzi ti riducano uno straccio” dice sorridendo. Saliamo le scale fino al terzo piano. Di solito qualche volta che mi sono trattenuta, ho dormito in una stanza degli ospiti al secondo.

Mi trovo circondata da tre porte: una alla mia destra e una alla mia sinistra. Una centrale.

“Quello è il bagno” esordisce Esme indicando la stanza centrale.

“Purtroppo dovrai dividerlo con il signore del terzo piano” ride piuttosto divertita.

Uno strano pensiero attraversa la mia mente.

“Chi è il signore del terzo piano?” chiedo timorosa di conoscere la risposta.

“Edward, naturalmente”

Certo e chi se no?

“Come mai non mi avete assegnato la solita stanza al secondo piano?” chiedo. Questa me la devono proprio spiegare. Proprio la stanza di fronte quella di lui dovevano darmi?

“Beh, ecco, Alice…”

La fermo con un cenno della mano.

“Non voglio sapere nient’altro. Mi sentirà quando arriva” sbotto irritata.

Esme mi fa strada all’interno della camera. Devo dire che è molto più accogliente dell’altra. Ha un letto matrimoniale al centro bianco, ricoperto da un piumone blu. Una scrivania accostata a una parete sormontata da una libreria piuttosto capiente, una bellissima poltrona stile veneziano con rifiniture sempre blu. Una delle pareti è praticamente inesistente sostituita da un’unica vetrata che affaccia su una parte della foresta circostante. Lunghi drappi, sempre blu, costeggiano tale vetrata.

“Ma è meravigliosa!” esclamo

“Sia io che Alice sapevamo ti sarebbe piaciuta”.

Mi guardo ancora un po’ intorno. Ai piedi del letto intravedo la mia valigia. Speriamo bene. Altre due porte fanno capolino oltre quella di entrata. Mi soffermo su di esse.

“Quella porta dà direttamente in bagno” mi spiega Esme indicando una delle porte inquisite.

“E l’altra?”

“Lo scoprirai” mi sorride melliflua

Mi avvicino lentamente e con altrettanta lentezza allungo le braccia verso la mia meta. Lancio un ultimo sguardo ad Esme in cerca di coraggio. Lei mi sorride

“Su, coraggio Bella, non c’è nessun mostro lì dentro” mi prende in giro la mia seconda mamma.

Apro in un sol colpo quell’antro oscuro. Gli occhi si sgranano, la bocca si spalanca e il respiro mi si mozza. Nessun mostro? Qui dentro c’è di peggio. È una cabina armadio completa di ogni bellezza all’ultima moda. È enorme.

“Alice” mormoro digrignando i denti. Questa quella nanetta malefica me la paga. È poco ma sicuro.

“Bene, ora ti lascio sola così potrai rinfrescarti e rilassarti un po’. A più tardi tesoro” detto ciò mi lascia da sola in quella stanza. Bellissima, ma con un piccolissimo difetto: la cabina armadio.

 

POV EDWARD

Abbiamo vinto. È incredibile. C’è stato un momento in cui non ci speravo più. Stavamo perdendo alla grande. Poi Jasper ha effettuato un paio di recuperi miracolosi che ovviamente il sottoscritto ha portato a segno, regalandoci i punti della vittoria. Ora siamo negli spogliatoi. Stiamo esultando dandoci pacche sulle spalle, gomitate e scherzi vari. Sento l’adrenalina scorrere veloce nelle mie vene. Ho voglia di festeggiare. Festeggiare con Bella. La mia piccolina. Quando l’arbitro ha fischiato la fine della partita decretando la nostra vittoria il primo istinto è stato quello di girarmi verso gli spalti. Ho incrociato gli occhi furbi di mia sorella che mi sorrideva sorniona. Quella nanetta strega. Il mio cuore si è spento non incontrando quelle meravigliose perle di cioccolato. Dove sarà? Starà a casa? Le ho promesso di sentirci, che le avrei telefonato. No, una telefonata è troppo poco. Stasera ho voglia di follie. Ho deciso corro a casa sua la rapisco e la porto da qualche parte. Solo noi due. Ho bisogno di lei. Quando l’ho lasciata prima della partita stava così male. Se solo sapessi il motivo di quel dolore. Solo se ripenso ai suoi occhi gonfi di lacrime mi sento morire.

Lei non deve stare male. Non deve soffrire. No, non lo permetterò.

I ragazzi sono già pronti e si avviano fuori degli spogliatoi per raggiungere le loro amate.

Mi affretto, esco anch’io; ho i capelli ancora umidi. Ma ho fretta.

“Ehi Edward, stavamo pensando dove festeggiare” mi dice Emmet.

“Cosa pensate di fare?” chiedo

“Beh, pensavamo di andare in qualche locale a ballare, abbiamo ancora bisogno di scaricare le energie” mi rispende Jasper.

Strabuzzo gli occhi. Jasper che fa queste proposte movimentate è da raccontare. Di solito è schivo a questo tipo di situazioni, è mia sorella che lo trascina.

“Stavamo pensando di chiamare anche Bella” esordisce Angela.

“Non credo sia dell’umore per ballare” ribatto. No, Bella no. È mia questa sera.

“E tu che ne sai? A proposito ho saputo che questa notte l’hai trascorsa fuori. Scintille?” sogghigna Emmet.

“Nessuna scintilla di quello che pensi. Ho trascorso la notte con Bella”

Tutti mi guardano ad occhi sbarrati. Mia sorella mi trucida con lo sguardo. Ok non lo sapevano.

“Senza che fate quelle facce. Non abbiamo fatto quello che pensate” cerco di rimediare alla gaffe.

“Certo, come no. Sex Machine in modalità off è un po’ dura da digerire” mi prende in giro Emmet.

“Ma è mai possibile che l’associazione Edward+ragazza+letto= sesso?” dico indignato.

“Sei tu che hai creati questi precedenti. Comunque senza che ti scaldi tanto, conoscendo Bellina ti avrà dato un indimenticabile due di picche nella tua carriera” sghignazza ancora Emmet.

Sorrido.

“Ho indovinato? È incredibile la prima ragazza che non cade ai piedi di Edward Cullen! Wow” continua. Non importa, questa sera mia madre si ritroverà con un figlio in meno.

“Bella non è una ragazza come le altre” dico un po’ in imbarazzo.

“Finalmente qualcuno sta aprendo gli occhi” questa è Alice. Rettifico. Questa sera diventerò figlio unico.

“Comunque. Qualsiasi cosa avete in mente io non sarò dei vostri” comunico.

“Come mai?” chiede Ben

“Ho in mente qualcos’altro per la serata” e sorrido malizioso.

I miei amici e fratelli alzano gli occhi al cielo.

“Buon divertimento, allora” mi augura Jasper, facendomi l’occhiolino.

“Noi ci avviamo a casa tu che fai?” mi chiede mia sorella con una strana luce negli occhi.

“Andate, io vado direttamente al mio appuntamento”

“Ok” mi salutano. Li vedo allontanarsi.

Mi volto e mi incammino verso il parcheggio. Forse dovrei chiamarla e avvisarla del mio arrivo. No voglio farle una sorpresa.

“Eddy” Tanya mi si lancia addosso. Con la coda dell’occhio vedo Emmett sghignazzare alla vista di questa scena. Alzo gli occhi al cielo.

“Cosa vuoi?” mi rivolgo stizzito alla mia ex aggrappata al mio collo.

“Pensavo avessi voglia di divertirti dopo questa splendida partita” mi risponde maliziosa.

“Certo” rispondo. Subito le sue mani cominciano ad accarezzarmi in modo provocatorio “di sicuro non con te” concludo staccandomi definitivamente da lei, lasciandola a bocca aperta. Salgo sulla mia auto. Direzione casa Swan.

 

Sono appena arrivato a casa di Bella infrangendo tutti i codici stradali. Che strano vedo tutto spento.

Il suo pick up è nel vialetto.

Scendo dalla Volvo e mi dirigo all’ingresso. Non sento alcun rumore all’interno. Busso diverse volte. Resto qualche minuto fermo impalato di fronte quella casa vuota. Questo è ormai assodato. Idiota avrei dovuto chiamare magari è uscita con qualcuno, magari con il dottorino. Non faccio neanche in tempo a pensare ciò, che una macchina sportiva passa davanti casa di Bella. Rallenta visibilmente all’altezza della casa e riconosco il guidatore. È lui il dottorino. Allora non è con lui. Deve avermi visto, perché con una sgommata si allontana velocemente dal luogo. Provo a chiamarla. Uno squillo, due squilli, squilla a lungo  e a vuoto.

Dove sei finita Bella? Il mio cuore si sta spegnendo e un’angoscia terribile mi assale.

 
POV BELLA

Mi sono dedicata ad una doccia rilassante. Mi ci voleva proprio. È stata una giornata intensa. Certo, all’inizio quando sono entrata in bagno e ho pensato che è quello che usa anche Edward sono arrossita dall’imbarazzo. Lo so è sciocco da parte mia. Poi sono rientrata in camera. Ho aperto la valigia che mi ha preparato Alice sul letto. Mi è praticamente venuto un colpo. Lo sapevo che non potevo fidarmi. Non c’è un pigiama decente. No. Ci sono tutte quelle sottovesti indecenti e la biancheria che abbiamo acquistato insieme. Non ci sono i miei maglioni, i miei jeans. No! Ha recuperato tutti gli indumenti, diciamo alla moda, che ha trovato nell’armadio. Magliette aderenti così come i pantaloni, alcune minigonne. Domani dovrò tornare a casa  e recuperare qualcosa di decente da indossare. E per la biancheria e il pigiama, come faccio?

Tiro un lungo sospiro: per stasera mi tocca. Non posso mica dormire nuda? Indosso un completo blu con coulotte  e reggiseno coordinato di seta con le rifiniture in pizzo. L’unico decente direi. E gli indumenti con cui sono venuta qui. Non ho intenzione di indossare l’altra roba. Più tardi per il pigiama si vedrà.

Sento rumore di motori. Sono rientrati. Bene, Alice mi sentirà.

“Alice” scendo correndo tutto d’un fiato andando dritto dalla mia migliore amica e puntandole un dito contro e praticamente ringhiando.

“Che piacere vederti Bella” sogghigna la strega.

“Come hai potuto, cosa hai messo nella mia valigia?” sbotto adirata come non mai.

“Cosa è successo Bellina, sembri una tigre irritata” mi canzona Emmet

“Tua sorella” gli rispondo stizzita.

“Come la fai lunga Bella, te l’ho detto che prima o poi sarei riuscita a farti indossare qualcosa di decente” ribatte lei con una scintilla di sfida negli occhi

“Non ci pensare nemmeno”

“Che sarà mai, sono solo vestiti, Bella” le dà man forte Rosalie.

“Rose anche tu” rispondo afflitta

“Tutto questo trambusto per dei vestiti?” chiede Angela sempre più perplessa.

“Vestiti? Quelli non sono vestiti. Sono cose non definibili” continuo adirandomi sempre di più.

I ragazzi scoppiano in una sonora risata.

“Sì, sì prendetemi pure in giro” sbuffo incrociando le braccia al petto.

“Beh, potrai indossare qualcosa di carino questa sera. Si va a festeggiare” riprende Rosalie

“Cosa si festeggia?” chiedo curiosa

“Come cosa si festeggia!” esclama indignata Alice

“La prima vittoria di campionato della nostra squadra di Basket” prosegue orgogliosa Angela.

“Abbiamo vinto?” chiedo esultando come una bambina.

Mi guardo in giro. Ci sono tutti. Tutti tranne uno. Il mio entusiasmo comincia a scemare.

“E dove vorreste festeggiare?” chiedo stavolta poco entusiasta.

“Beh, pensavamo di andare a ballare” annuisco

“Divertitevi, allora” rispondo. Lui non c’è questo significa che non sarà con loro. Chissà dov’è. Magari a festeggiare a modo suo. Sento le lacrime assalirmi di nuovo.

“Ragazzi siete tornati” esclama tutta contenta Esme.

“Allora come è andata la partita?” chiede

“Abbiamo vinto. Dovevi vederli mamma, sono stati strepitosi. Soprattutto Edward. È stato lui insieme a Jasper l’artefice della vittoria” racconta orgoglioso fratello – orso.

Edward, è stato lui a condurre la squadra alla vittoria. Lo sapevo Lui è un vincente!

Di nuovo quell’angoscia risale.

“Sul serio? Ma dov’è ora? Perché non è ancora tornato?” chiede sua madre un po’ preoccupata,

“Ha detto di avviarci che lui aveva da fare. Un appuntamento, credo. Di sicuro con Tanya. L’ho vista avvinghiarsi a lui nel parcheggio. A quest’ora si staranno sicuramente divertendo” sghignazza Emmet.

Questo è il colpo di grazia. È con Tanya, a divertirsi con lei. Ho bisogno del mio spazio. Sento un tornado in arrivo.

“Smettila di dire queste cose Emmet” lo rimprovera Esme.

“Bella, Bella ti senti bene?” chiede Angela preoccupata.

Non riesco a parlare. Riesco solo ad annuire.

“Vuoi andare in camera, tesoro? Forse è meglio questa sera se vai a riposarti” mi dice dolcemente Esme.

Annuisco ancora. Saluto con un cenno del capo e mi avvio a tentoni verso la mia camera.

L’unica cosa che riesco a mettere a fuoco è lo sguardo dispiaciuto di Alice. La mia amica ha capito il mio stato d’animo. Non le sfugge niente.

Come apro la porta della camera, quel meraviglioso letto mi avvolge nelle sue coltri calde e do libero sfogo alle mie lacrime di dolore.

 
POV EDWARD

Dopo vari tentativi di chiamata sul cellulare di Bella senza risposta, ho pensato di chiamare Alice. Di sicuro era l’unica che poteva sapere che fine avesse fatto la sua amica. Quando ho saputo che si trovava a casa mia, non l’ho fatta neanche terminare e mi sono precipitato lì come un pazzo. Non so descrivere i sentimenti che provo in questo momento, io a preoccuparmi per lei e lei che si trova tranquilla  e beata a casa mia e non mi ha neanche avvisato. Se non mi viene un infarto in questo momento non mi verrà più. Non so cosa farò quando me la troverò davanti. Apro la porta sembro un pazzo, perché tutti mi guardano ad occhi sbarrati.

“Dov’è?” chiedo. Non ho bisogno di specificare.

“Di sopra nella camera di fronte la tua” risponde mia madre. Mi precipito verso quella stanza, sento mia madre urlarmi qualcosa contro.

Eccomi qui. Di fronte la porta della sua stanza. Cosa faccio busso? No.

Entro di soppiatto.

Lo spettacolo che mi si para davanti mi fa sprofondare nell’oblio più profondo.

Bella rannicchiata sul letto, le spalle rivolte alla porta. Stringe qualcosa tra le braccia. I suoi singhiozzi disperati si sentono forti e chiari. Il suo è un pianto talmente disperato da farle avere quasi le convulsioni. Cosa l’ha ridotta in questo stato?

“Bella” sussurro. Stacco il cervello e agisco d’impulso.

Mi stendo sul letto accanto a lei. L’abbraccio da dietro con tutta la forza che ho.

“Bella” sussurro al suo orecchio. Il suo profumo così buono e floreale mi avvolge completamente. Non c’è posto diverso dove vorrei essere adesso. Sento i suoi singhiozzi placarsi lentamente.

Cerca di divincolarsi dalla mia presa. La allento, ma non tanto da permetterle di starmi lontano. Si volta verso di me.

“Edward” sussurra. Allunga una sua mano. Mi accarezza il viso. Sembra voglia accertarsi che sia vero.

“Edward” sussurra di nuovo “sei proprio tu”

Le sorrido sghembo.

“Potrei anche essere una visione. Dipende dai punti di vista”. Cerco di smorzare la tensione che avverto in lei.

Mi accarezza di nuovo, le sue dita mi sfiorano le labbra, soffermandosi su di esse. Le bacio d’istinto.

“Edward” mi fissa negli occhi e continua a sussurrare il mio nome.

“Bella” sussurro io tra i suoi capelli, mentre la stringo di più a me.

“Pensavo fossi andato a festeggiare” mormora piano.

“Beh, la mia intenzione era quella. Peccato che la mia compagna mi abbia fatto impazzire per trovarla” la prendo in giro.

Si irrigidisce.

“Per questo sei tornato? Perché non hai trovato nessuno con cui divertirti?” stavolta il suo tono è un po’ adirato. Credo abbia frainteso le mie parole.

“Veramente mi sono precipitato da lei appena ho saputo dove si trovasse. Lo sai esistono i cellulari, avresti potuto rispondermi o avvisarmi che eri qui. Mi è venuto un colpo quando non ti ho trovato a casa e non rispondevi alle mie chiamate” stavolta sono io ad usare un tono più irritato, ma stringo la presa su di lei.

“Sei venuto a cercare me?” chiede sorpresa.

“Certo. Non ricordi. Siamo rimasti che ci saremmo sentiti dopo la partita. Ho pensato di farti una sorpresa e venire a rapirti per festeggiare insieme”

Si scosta dal mio abbraccio. Mi guarda dritto negli occhi.

“Stai dicendo la verità? Non mi stai mentendo?” mi chiede seria. Una strana luce nei suoi occhi arrossati.

“Sono serio” le rispondo con altrettanta intensità.

Dopo un lungo istante in cui i nostri occhi esplorano le nostre anime mi lancia le braccia al collo.

“Oh Edward” sospira sul mio collo.

Quel calore. Mi avvolgo a lei in un abbraccio stritolatore. Le sfioro il viso con il mio, faccio scivolare il naso sul suo collo e posso perdermi nella sua essenza.

I sensi si annebbiano. Sono in Paradiso.

 

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Risposte alle recensioni:

 

Recensione di samy88 [Contatta] del 08/12/2009 - 03:03PM al capitolo 17: Capitolo 17 - Firmata

Non hai nulla da farti perdonare…. Effettivamente Edward ogni tanto si lascia andare… vedrai in seguito… piano piano il guscio si sgretolerà, nache se la vena passionale quella resterà…ihihihih….
Per quanto riguarda il passato di Edward posso dirti che ci sei andata vicinissima…. Questa parte è importante… più avanti questa storia verrà fuori e si scoprirà meglio….

Recensione di rodney [Contatta] del 07/12/2009 - 12:54AM al capitolo 17: Capitolo 17 - Firmata

Come vedi l’angolo è arrivata e … Puff… ecco svelato chi aspettava Bella a casa…. Cmq effettivamente quei due ti fanno saltare i nervi….. ma vedrai che piano piano cominceranno a capirsi… direi che qui ci sono buoni presupposti…. Sono sadica, lo so…. Ihihihihih… mi fa piacere che ogni tanto l’effetto si avverte….. baci a presto…

Recensione di lisa76 [Contatta] del 06/12/2009 - 11:23AM al capitolo 17: Capitolo 17 - Firmata

Hai ragione sul passato di eddy, penso che la cosa fosse abbastanza chiara…. Per quanto riguarda i suoi comportamenti instabili, hai ragione, il problema è che lui si lascia dominare dagli istinti, e in questo caso dalla gelosia…. Non sarà sempre così….. vedrai…. Ci saranno diverse sorprese…. Edward sarà l’ancora di salvezza per Bella…. Baci….

Recensione di twilighterpazza [Contatta] del 05/12/2009 - 10:05PM al capitolo 17: Capitolo 17 - Firmata

Grazie per il bellissimo capitolo…. Spero ti sia piaciuto anche questo…. No, edward non ha avuto un’infanzia facile…. Ma questa storia verrà a galla e si scoprirà tutto…. Baci alla prossima

Recensione di __cory__ [Contatta] del 05/12/2009 - 08:43PM al capitolo 17: Capitolo 17 - Firmata

Ciao…. Sul passato di Eddy ci sei vicina… mi dispiace deluderti, ma non è il dottorino ad attendere Bella come vedi….. delusa?..... baci alla prossima

Recensione di nanerottola [Contatta] del 05/12/2009 - 08:31PM al capitolo 17: Capitolo 17 - Firmata

Per quanto riguarda il passato di Eddy ci sarà da attendere un po’ perché ne siano svelati i misteri… nel capitolo precedente c’era solo un assaggio…. Un bacio…..

Recensione di Elly4ever [Contatta] del 05/12/2009 - 05:53PM al capitolo 17: Capitolo 17 - Firmata

Grazie per i complimenti…. Come vedi in questo chappy ci sono le risposte alle tue domande…. Se hai ancora voglia di zucchero e miele aspetta ancora il prossimo, penso che salirà il diabete a molti… ihihihih….

Recensione di lilly95lilly [Contatta] del 05/12/2009 - 05:50PM al capitolo 17: Capitolo 17 - Firmata

Te lo regalerei volentieri, se esistesse….. sigh…. Penso che un bel po’ di cose che hai suggerito si avvereranno…. Vedrai… ihihih… lì ci sarà da divertirsi….

Recensione di SusiQ [Contatta] del 05/12/2009 - 02:50PM al capitolo 17: Capitolo 17 - Firmata

Sono onoratissima di aver trovato un’altra fan….. ti ringrazio per i complimenti…. Mi fa piacere che la caratterizzazione dei personaggi ti piaccia… per Eddy direi che il bello di lui è proprio questo…. Il suo essere folle, ma solo quando si tratta di Bella….

Recensione di consu [Contatta] del 05/12/2009 - 05:15AM al capitolo 17: Capitolo 17 - Firmata

Benvenuta tra le fan della storia….. sì i temi trattati non sono argomenti facili, ma cerco di trattarli con il dovuto rispetto e discrezioni, smorzando a volte i toni…. Per quanto riguarda il passato di Eddy, come ho detto prima si scoprirà più in là….. e chi aspetta Bella, non è esattamente sua madre, ma è come se lo fosse…. Per Bella Esme è come una seconda madre… baci a presto….

Recensione di RenEsmee_Carlie_Cullen [Contatta] del 05/12/2009 - 12:59AM al capitolo 17: Capitolo 17 - Firmata

No, purtroppo anche il nostro eddy ha sofferto….. per il fatto che riescano a capirsi, che mi dici di questo chappy?.... baci

 

 

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Eccomi qui…. Sono sempre me la rompiscatole….

Avvertenze per l’uso: questo capitolo ha alti tassi di zucchero, sconsigliato ai diabetici…

Verrà raccontata una storia dei miti greci (che adoro) per chi già conoscesse la storia può saltare tutta la parte blu in corsivo…..

Ringrazio i 127 preferiti, i 199 seguiti, marcella, Patrizia70, grepattz, samy88, sara90, twilighterpazza, ichigo15, isabella22, Jiuliett_Cullen, Leanis87, robbycullen, Ginny Weasley 95 che mi hanno inserito tra gli autori preferiti. Un ringraziamento anche  a chi legge solamente.

Baci

Luis

Amare oltre le Apparenze

Capitolo DICIANNOVESIMO

 
POV BELLA

 
Un senso di angoscia indefinibile mi opprime il petto come un macigno. Edward non è qui. Che sia Tanya  o un’altra lui ora è con lei a festeggiare. Non dovrei prendermela così. In fondo lui è solo mio amico. Non è il mio ragazzo. Lui non mi ama. Eppure non riesco a fare a meno di soffrire. Devo trovare una soluzione. Non posso continuare così. Questa situazione mi sta distruggendo. Completamente immersa nei miei lugubri pensieri, non mi accorgo del materasso che si muove, come se qualcosa o qualcuno vi si sia steso. Percepisco un calore intenso alle mie spalle. Due braccia mi stringono con forza. Un corpo che mi attira a sé in una presa ferrea. Chi è che disturba il mio dolore? Cerco di divincolarmi. La presa allenta quel tanto che basta per permettermi di girarmi. Sono in un sogno. Non c’è altra spiegazione. Edward è qui con me. Devo essermi addormentata. Mi perdo nei suoi bellissimi occhi. Sembra preoccupato. Alzo una mano e sfioro il suo viso. Quanto ho desiderato farlo.

“Edward” sussurro, mentre compio i miei gesti sconsiderati.

“Edward sei proprio tu?” chiedo continuando la mia esplorazione. Non è possibile. È sicuramente un sogno.

Le sue labbra si aprono nel sorriso sghembo che mi fa impazzire.

“Potrei anche essere una visione. Dipende dai punti di vista” mi prende in giro la sua voce melodiosa. Non può essere veramente lui. Continuo la mia esplorazione. Quando arrivo alle sue labbra mi soffermo maggiormente. Sembrano così morbide. Vorrei tanto baciarle. Perché no. Tanto è un sogno. Lui sfiora le mie dita con le sue labbra. Questo contatto sembra così reale.

“Edward” sussurro di nuovo il suo nome.

“Bella” mi chiama lui. La stretta intorno al mio corpo si intensifica. Possibile che non sia un sogno?

“Pensavo fossi andato a festeggiare” mormoro piano. Non vorrei scatenare la sua ira anche nella visione.

“Beh, la mia intenzione era quella. Peccato che la mia compagna mi abbia fatto impazzire per trovarla”

La sua voce è troppo intensa per essere un sogno. La sua presenza e la sua presa troppo reali. Oh mio Dio. È veramente lui? Cos’è che ha detto che era andato a cercare qualcuna per divertirsi? Non ha trovato nessuno, per questo è tornato? Sento montare la rabbia dentro di me. Rabbia verso di lui. Ma, soprattutto, rabbia verso di me. Ancora una volta stavo per cascarci.

“Per questo sei tornato? Perché non hai trovato nessuno con cui divertirti?” accidenti alla mia linguaccia. È più forte di me. Dovevo dirlo. Al diavolo tutto. Può arrabbiarsi quanto vuole. Lo sento irrigidirsi.

“Veramente mi sono precipitato da lei appena ho saputo dove si trovasse. Lo sai esistono i cellulari, avresti potuto rispondermi o avvisarmi che eri qui. Mi è venuto un colpo, quando non ti ho trovato a casa e non rispondevi alle mie chiamate” adesso è lui quello irritato. Sento la sua presa aumentare. Sembra quasi mi stia stritolando. Metto a fuoco le sue parole. E una nuova consapevolezza si fa strada nella mia mente.

“Sei venuto a cercare me?” chiedo sorpresa.

“Certo. Non ricordi. Siamo rimasti che ci saremmo sentiti dopo la partita. Ho pensato di farti una sorpresa e venire a rapirti per festeggiare insieme”

Mi scosto dal suo abbraccio. Lui me lo permette. È venuto a cercare me? Voleva festeggiare con me? Devo credergli? Lo guardo dritto in quelle pozze verdi così cariche di qualcosa che non riesco a decifrare. Sembra sincero. Possibile che ci tenga un po’ a me?

“Stai dicendo la verità? Non mi stai mentendo?” gli chiedo seria. Ho bisogno di risposte. Ho bisogno di sapere. Ho bisogno di lui. Ci tieni un po’ a me Edward? È questo che ti sto chiedendo.

“Sono serio” mi risponde con altrettanta intensità. Che abbia colta la mia muta domanda? Lo guardo. Cerco di leggergli dentro. Nel suo sguardo vedo preoccupazione. Metabolizzo tutto ciò che mi ha detto. Preoccupazione per me, perché non sapeva dove fossi finita. Voleva festeggiare con me. Voleva mantenere la promessa che mi ha fatto questa mattina. Un nuovo calore nasce nel mio petto. Agisco d’impulso e gli getto le braccia al collo.

 “Oh Edward” sospiro consapevole che in fondo forse un po’ a me ci tiene.

Per un tempo interminabile restiamo abbracciati. Mi beo di questo contatto. Senza accorgercene siamo stesi sul letto. Ogni tanto Edward mi bacia la fronte, mi accarezza delicatamente la schiena. Mi sono calmata. Basta lui, il suo profumo, la sua presenza. Sono in estasi come un drogato appena assimilato la sua dose.

Ogni tanto sento il suo viso accarezzare il mio, il suo naso il mio profilo e affondare nel mio collo e respirare il mio profumo. Di tanto in tanto ci beiamo di sussurrare i nostri nomi. Non vorrei essere in nessun altro posto.

Un lungo sospiro esce da quelle labbra tentatrici.

“Allora, cosa ti va di fare?” mi chiede all’improvviso.

“Come?” rispondo completamente annebbiata.

“Come hai voglia di festeggiare?” mi chiede sorridendomi. Devo avere proprio un’espressione da ebete.

“Non saprei. Non vorrei rovinarti la serata Edward. Non mi sento di uscire. Preferirei restare a casa” mi duole ammetterlo. Tutte queste emozioni mi scombussolano. Non ho le energie necessarie per uscire a divertirmi. Non gli sarei di compagnia, gli rovinerei la serata.

“D’accordo, allora restiamo a casa” conclude lui.

“Cosa?” sbotto staccandomi a malincuore dal suo abbraccio.

“No, assolutamente, no. Tu vai pure con i tuoi fratelli. Non voglio che ti rovini la serata per fare compagnia a questa musona” sbotto.

Mi sorride sghembo. Nella posizione in cui si trova: disteso sul letto di fianco, con il volto rialzato sulla mano retta dal gomito nella mia direzione, sembra proprio una statua di Michelangelo. Bellissimo e maestoso.

“Bella, Bella. Ho detto che voglio festeggiare con te. Fosse anche semplicemente ad oziare su questo letto. Non importa. L’importante è stare insieme” sorride ancora.

Il mio cuore non conosce più cosa sia la regolarità. Anzi a dire il vero non lo percepisco più. Ha deciso di farmi morire stasera.

“Edward” esordisco pronta con la mia arringa. Mi chiude le labbra con due dita. Il suo solo tocco basta a mandarmi in orbita. Comincio a non capire più niente. Lentamente si alza fino a portare il suo viso a pochi centimetri dal mio. Basterebbe poco e quelle labbra sarebbero mie. Alterno lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra. Lui sembra fare altrettanto.

Uno strano rumore ci ridesta da quella situazione piuttosto di fuoco, oserei dire.

Il mio stomaco ha brontolato.

“Sbaglio o qualcuno ha fame?” mi canzona il mio frutto proibito.

Sorrido.

Si alza in un battter d’occhio dal letto e mi porge una mano.

“Su brontolona, andiamo in cucina. Sicuramente mia madre avrà preparato qualcosa di buono. A dire la verità ho un po’ fame anche io”

Mi alzo. Afferro la sua mano. Lui la stringe e mi attira a sé. Mi cinge un fianco. Mi dirige al di fuori del mio rifugio e mi conduce sicuro lungo le scale. Quando arriviamo al piano terra, troviamo tutti, ma proprio tutti che ci fissano.

“Finalmente, ce ne avete messo di tempo. Pensavamo vi avessero rapito” sbotta Alice leggermente irritata.

“Come siete conciati? Ancora non siete pronti?” continua.

Faccio per replicare, ma il mio angelo custode mi precede.

“Alice, potete uscire se volete. Bella è stanca, deve riposare. Per cui lei resta a casa”

“E tu?” rimbecca la sorella

Il suo viso si apre in un sorriso radioso.

“Resto con lei, ovvio” risponde come fosse la cosa più naturale del mondo.

Alice fissa il fratello intensamente, poi rivolge il suo sguardo verso di me. Uno strano luccichio brilla nei suoi occhi. Non dice nulla, si limita a sorridere sorniona, così come Jasper.

“Mi raccomando, tieni sex machine in modalità off, fratellino, altrimenti te la vedrai con me. Siamo intesi? Bellina non si tocca” Emmet punta un dito contro suo fratello. Io divento di tutti i colori.

Al mio fianco sento Edward borbottare qualcosa, ma non comprendo.

Ci salutano tutti ed escono.

Ci dirigiamo verso la cucina, dove Esme ha preparato ogni ben di Dio.

“Visto?” dice Edward.

“Sono contenta che una volta tanto resti a casa, tesoro” vezzeggia Esme il suo figlioletto.

Edward le sorride imbarazzato. È così tenero quando si comporta così, sembra un bambino tutto da coccolare e io adoro i bambini.

Ho sempre notato come Esme ama i suoi figli, ma con Edward c’è qualcosa in più. Con lui ha attenzioni particolari, lo guarda con una luce diversa nello sguardo, come se lui fosse la sua stessa essenza. È difficile da spiegare. Ma ho sempre percepito un rapporto speciale tra i due. Da parte di Edward è lo stesso.

Esme ci fa accomodare a tavola e ci fa rimpinzare ben bene.

“Sono a casa, tesoro” Carlisle fa capolino in cucina e saluta la sua dolce metà con un tenero bacio a fior di labbra. Io li guardo incantata. Un giorno vorrei avere anch’io un rapporto con il mio lui intenso e profondo come il loro. Noto Edward fissarmi di sottecchi. Gli sorrido e lui ricambia.

“Ciao Bella. Sono felice di vedere che stai meglio” mi prende in giro. Io divento rossa come un peperone pensando alla sera precedente, quando mi ha vista praticamente arpionata a suo figlio.

“Edward sei a casa anche tu? Complimenti per la partita ho saputo che è stata dura, ma alla fine ce l’avete fatta”

“Infatti”

“A proposito. Stamattina sei stato in ospedale? Ho incontrato Sally”

Edward si irrigidisce al ricordo. I suoi pugni sono serrati sotto il tavolo. Cosa lo turba tanto?

“Mi ha detto che sei riuscito a fare uscire dalla stanza la piccola Elisabeth” continua Carlisle.

Edward annuisce.

Il rumore di un piatto che si frantuma a terra interrompe momentaneamente la discussione.

“Se…  sei…. Stato… in.. ospedale?” chiede Esme sorpresa e con uno strano sguardo atterrito e il viso sbiancato.

“Sì, mamma” risponde Edward.

Esme si volta e continua le sue faccende come se niente fosse. È  scossa, lo percepisco dal leggero tremore delle sue spalle.

“Edward dopo che hai terminato, vorrei parlarti un attimo. È importante” Carlisle e Edward si fissano intensamente per un lungo attimo.

“Bene, se Esme non ha bisogno di me, io andrei in camera. Penso di aver bisogno di riposo” esordisco. Concedo loro un momento di privacy.

“Certo, cara. Non preoccuparti per me, metto in ordine io, tu vai pure a riposarti” mi sorride dolce Esme.

Faccio per andare. Edward mi afferra per un braccio, mi volta verso di sé, mi bacia la fronte con dolcezza.

“Ci vediamo dopo in camera tua” mi sussurra dolce. Annuisco leggermente ed esco dalla cucina sotto lo sguardo perplesso dei genitori di Edward per l’atteggiamento del figlio. Effettivamente ha spiazzato anche me.

 
Mi dirigo a passo svelto nella mia stanza. Cosa faccio nell’attesa? Un libro piuttosto interessante fa capolino al di fuori del mio zaino. Forse potrei mettermi a studiare. Questa settimana devo consegnare assolutamente quel maledetto saggio. Mi precipito e mi inabisso nelle leggende d’amore del mondo antico.

 

POV EDWARD

 

 “Allora, di cosa devi parlarmi?” chiedo. Non so cosa abbia di tanto importante mio padre da dirmi. Spero solo che non sia per la storia tra me e Bella. Non voglio interferenze da parte di nessuno. Lei per me è importante, nessuno mi allontanerà da lei. Dall’intensità del suo sguardo mi rendo conto che non si tratta di questo.

“Si tratta di Bella” esordisce

“No, non permetto a nessuno di interferire tra me e Bella. Non mi importa se mi dici che è fragile, che devo starle lontano, che non devo farla soffrire. So tutto, papà. Me lo ha raccontato lei. Starò attento, ma non voglio interferenze neanche da parte tua” sbotto irritato. Sento mia madre alle mie spalle sghignazzare. Mio padre sorride. Forse ho parlato troppo.

“Che nutrivi una simpatia particolare per quella ragazza dal primo momento che l’hai vista questo lo avevamo già capito da tempo, figliolo” sorride ammiccando in direzione di mia madre che fa altrettanto.

“Il discorso è un altro” ora è serio

“Mi fa piacere vedere che stai prendendo seriamente la tua amicizia con Bella. Come hai detto anche tu, lei è una ragazza fragile, soprattutto su determinate questioni” e sottolinea la cosa

“Lo so. Il sesso per lei è tabù” lo interrompo.

“Più o meno” continua mio padre.

“Se ti ha raccontato la sua esperienza, come mi hai riferito poc’anzi capirai anche il perché” e come potrei dimenticarlo. Ci sono momenti che vorrei stringerla forte, baciarla fino a farle mancare il respiro, toccarla, sentirla mia. Ma mi trattengo. Non oso immaginare cosa accadrebbe. Per averla solo sfiorata in quel maledetto sgabuzzino è successo il finimondo.

Annuisco alle parole di mio padre.

“C’è qualcosa che mi preoccupa. Vedi non posso esprimermi per certezze, ma il mio sesto senso non ha mai sbagliato. Credo che Bella abbia un corteggiatore all’ospedale poco raccomandabile”

Non so perché, ma la figura del dottorino biondo si fa largo nella mia mente.

“Quel dottorino da strapazzo” digrigno tra i denti

Mio padre spalanca gli occhi. “Te ne sei accorto anche tu? Allora non mi sbagliavo”

“Per questo eri guardingo alla festa di Bella? Ti ho visto allontanarla da lui più di una volta” chiedo.

Mio padre annuisce.

“Edward, devi tenerla lontana da lui. Non ho le prove, sono solo venuto a conoscenza di alcuni pettegolezzi. Sembra che abbia perso il suo vecchio posto a causa di una ragazza. Insomma, gli piacciono le ragazzine per intenderci. Non ci sono state accuse specifiche. In ogni caso è stato allontanato. Grazie alle conoscenze della sua famiglia è stato trasferito qui a Forks. Ho notato subito il suo interesse per Bella. Lei è molto graziosa, ingenua. Proprio il tipo che gli interessa”

“Deve solo provare a sfiorarla con un dito e se la vedrà con me” rispondo con il fuoco dentro. L’ho pensato subito che il suo atteggiamento con Bella non mi piace e non piace neanche a lei.

“Edward, so di chiederti molto, ma vorrei che d’ora in poi l’accompagnassi tu in ospedale quando è di turno per il volontariato. So di chiederti molto. Ma starei più tranquillo” mi supplica mio padre.

Lo sa che mi costa molto, ma per Bella sarei disposto a buttarmi nel fuoco. Annuisco alla sua richiesta. Mi abbraccia.

“Grazie, sapevo di poter contare su di te”

“Ma Charlie, il padre di Bella non sa niente?” chiedo

“No. Non ho voluto allarmarlo. Ti ripeto non ho prove, è solo un presentimento”

“Vai da lei ora” mi sorride mio padre. Gli sorrido di riflesso.

“Edward?” mi chiama mia madre.

Mi volto verso di lei.

“Sono fiera di te, figliolo” le sorrido e mi dirigo in un attimo verso la camera di Bella.

Non busso. Apro la porta in un sol corpo e la sua immagine fa capolino dinanzi i miei occhi. Completamente immersa nella lettura di qualcosa, non si è accorta del mio ingresso. Con passo felpato la raggiungo e la abbraccio da dietro. Le sfioro il collo con le labbra. Mio Dio quanto la desidero. La sento irrigidirsi.

“Cosa stai leggendo di tanto interessante da anelare completamente il tuo essere?” le sussurro sensuale e con voce roca dal desiderio all’orecchio.

Si volta verso di me. Mi sorride. Richiude leggermente il libro lasciandomi intravedere la copertina.

Alzo un sopracciglio quando leggo il titolo del libro.

“Ancora questo testo?” chiedo meravigliato. Cosa ci sarà di tanto interessante?

 

POV BELLA

È una certezza. Edward Cullen stasera ha deciso di farmi morire. Ero talmente immersa nella lettura che non l’ho sentito entrare. Mi ha abbracciata di soppiatto da dietro. Quando le sue labbra hanno sfiorato la pelle del mio collo mille scariche elettriche mi hanno attraversato. Penso che prima o poi brucerò per autocombustione. Quel ragazzo sa accendere in me un fuoco inestinguibile di desiderio.

“Ancora questo testo?” mi chiede incuriosito.

“Si può sapere di cosa parla? Cosa c’è di tanto interessante da annullarti in questo modo?” sorrido.

“Beh, in questo libro è raccontata una delle storie d’amore del mondo antico più affascinante che abbia mai sentito”

“Una storia d’amore?” chiede tra lo scettico e il divertito.

“Come mai tanto interesse?”

“Beh, devo preparare un saggio sull’amore visto da diverse prospettive e ho pensato di intrecciare vari pensieri. A partire da autori come Shakespeare, la Austen e perché no, anche nel mondo antico. Cosa pensano dell’amore, come è visto? Come è maturato da allora ad oggi?” spiego

“Interessante argomento”

“Ho la sensazione che per te non sia tanto interessante. L’amore intendo”

“Diciamo che non credo molto nell’amore. In quello assoluto ed eterno”

“Su questo non avevo dubbi” rispondo mesta chinando il capo.

Mi alza il viso con due dita.

“Sei una sognatrice, piccola Bella. Questo tipo di amore non esiste”

“Chi lo dice?” chiedo stizzita.

“Hai diversi esempi solo accanto a te. Prendi tuo padre e tua madre. Pensi che il loro non sia quel tipo di amore adorante, totalizzante ed eterno?”

Mi sorride.

“Sei  molto combattiva quando devi difendere ciò in cui credi”

“Ci puoi scommettere”

“Diventi una vera pantera” soffia sulle mie labbra.

Il cuore impazzisce, il respiro diventa affannato. Smettila, Edward. Smettila di giocare con me in questo modo. Mi stai facendo impazzire.

“Perché non mi racconti questa storia, magari posso darti una mano per il tuo compito”

Si allontana e si siede sul mio letto.

Emetto lunghi respiri. Gonfio i miei polmoni di aria. Ne ho bisogno per riprendere lucidità.

“Hai mai sentito parlare della storia di Amore e Psiche?” chiedo. Magari la conosce.

Scuote il capo con decisione.

“Bene, allora mi tocca raccontartela:

Un re ed una regina avevano tre figlie. Le maggiori erano andate in spose a pretendenti di sangue reale, ma la più piccola, di nome Psiche, era talmente bella che nessun uomo osava corteggiarla, tutti l’adoravano come fosse una dea. Alcuni credevano che si trattasse dell’incarnazione di Venere sulla terra. Tutti adoravano e rendevano omaggio a Psiche trascurando però gli altari della vera dea. Afrodite sentendosi trascurata ed offesa, a causa di una mortale, pensò di vendicarsi con l’aiuto di suo figlio Amore e delle frecce amorose. La vendetta d’Afrodite consisteva di far innamorare Psiche dell’uomo più sfortunato della terra, con il quale doveva condurre una vita di povertà e di dolore. Amore accettò subito la proposta della madre ma, appena vide Psiche rimase incantato della sua bellezza.

Confuso dalla splendida visione, fece cadere sul suo stesso piede la freccia preparata per Psiche

cadendo cosi, vittima del suo stesso inganno. Egli iniziò cosi ad amare la ragazza e non pensò neanche per un attimo di farle del male. Nel frattempo i genitori di Psiche si preoccupavano perché un gran numero di pretendenti veniva ad ammirare la figlia, ma nessuno aveva il coraggio di sposarla. Il padre, preoccupato decise di consultare un oracolo d’Apollo per sapere se la figlia avesse trovato un marito, l’oracolo però gli comunicò una brutta notizia. Egli avrebbe dovuto lasciare la figlia sulla sommità di una montagna, vestita con abito nuziale. Qui essa sarebbe stata corteggiata da un personaggio temuto dagli stessi dei. Malgrado questo, i genitori non volendo disubbidire alle predizioni dell’oracolo, portarono, al calar del sole, Psiche sulla montagna prescelta vestita di nozze, e la lasciarono lì sola al buio. Solo quando lei restò da sola venne uno Zefiro che la sollevò e la trasportò in volo su un letto di fiori profumati. Psiche si svegliò quando sorse il sole e guardandosi attorno vide un torrente che scorreva all’interno di un boschetto. Sulle rive di questo torrente s’innalzava un palazzo d’aspetto cosi nobile da sembrare quello di un dio. Psiche, quando trovò il coraggio di entrare, scoprì che le sale interne erano più splendide, tutte ricolme di tesori provenienti da ogni parte del mondo, ma la cosa più strana era che tutte quelle ricchezze sembravano abbandonate. Lei di tanto in tanto si domandava di chi fossero tutti quei beni preziosi, e delle voci gli rispondevano che era tutto suo e che loro erano dei servitori al suo servizio. Giunta la sera lei si coricò su un giaciglio e sentì un’ombra che riposava al suo fianco, si spaventò, ma subito dopo, un caldo abbraccio la avvolse e sentì una voce mormorarle che lui era il suo sposo, e che non doveva chiedere chi fosse ma soprattutto non cercare di guardarlo, ma di accontentarsi del suo amore. La soffice voce e le morbide carezze vinsero il cuore di Psiche e lei non fece più domande. Per tutta la notte si scambiarono parole d’amore, ma prima che l’alba arrivasse, il misterioso marito sparì, promettendole che sarebbe tornato appena la notte fosse nuovamente calata. Psiche attendeva con ansia la notte, e con questo l’arrivo del suo invisibile marito, ma i giorni erano lunghi e solitari, quindi decise, con l’assenso del marito, di fare venire le sue sorelle, anche se Amore l’avvertì che sarebbero state causa di dolore e d’infelicità. Il giorno seguente, uno Zefiro portò le due sorelle da Psiche, lei fu felice di rivederle, e le due non furono di meno vedendo le ricchezze che possedeva. Ogni volta che le due facevano domande sul marito, Psiche sviava sempre la risposta o rispondeva che era un ricco re che per tutto il giorno andava a caccia. Le sorelle s’insospettirono delle strane risposte che dava Psiche, loro credevano che stesse nascondendo il marito perché era un mostro. Queste allusioni Psiche li smentì tutte, fino a quando non cedette e raccontò che lei non aveva mai visto il marito e che non conosceva nemmeno il suo nome. Allora le due maligne, accecate dalla gelosia, insinuarono nella mente della

povera ragazza che suo marito doveva essere un mostro il quale nonostante le sue belle parole non avrebbe tardato a divorarla nel sonno. Quella notte come sempre Amore raggiunse Psiche e dopo averla abbracciata si addormentò. Quando fu sicura che egli dormisse, si alzò e prese una lampada per vederlo e un coltello nel caso in cui le avrebbe fatto del male. Avvicinandosi al marito la luce della lampada gli rivelò il più magnifico dei mostri, Amore era disteso, coi riccioli sparsi sulle guance rosate e le sue ali stavano dolcemente ripiegate sopra le spalle. Accanto a lui c’erano il suo arco e la sua faretra. La ragazza prese fra le mani una delle frecce dalla punta dorata, e subito fu infiammata di rinnovato amore per suo marito. Psiche moriva dalla voglia di baciarlo e sporgendosi, su di lui, fece cadere sulla sua spalla una goccia d’olio bollente dalla lampada. Svegliato di soprassalto, Amore balzò in piedi e capì quello che era successo e disse che lei aveva rovinato il loro amore e che ora erano costretti a separarsi per sempre. Lei si gettò ai suoi piedi ma Amore dispiegò le ali e scomparve nell’aria e con lui anche il castello. La povera Psiche si ritrovò da sola nel buio, chiamando invano l’amore che lei stessa aveva fatto svanire. Il primo pensiero di Psiche fu quello della morte, correndo verso la riva di un fiume lei si gettò dentro ma la corrente pietosa la riportò sull’altra riva, cosi iniziò a vagare per il mondo a cercare il suo amore. Amore, invece, tormentato dalla febbre per la spalla bruciata, o forse dallo stesso dolore di Psiche, trovò rifugio presso la dimora materna. Afrodite, quando venne a sapere che suo figlio aveva osato amare una mortale, che tra l’altro sua rivale, lo aggredì. Ma non potendo fare niente di male al figlio pensò di vendicarsi su Psiche, e con il permesso di Zeus mandò Ermes in giro per il mondo a divulgare la notizia che Psiche doveva essere punita come nemica degli dei, e che il premio per la sua cattura sarebbero stati sette baci che la stessa dea avrebbe donato. La notizia giunse fino alle orecchie di Psiche, che decise di sua volontà di andare sull’Olimpo a chiedere perdono. Appena arrivata sull’Olimpo, Afrodite, le strappò i vestiti e la fece flagellare, affermandole che questa era la punizione di una suocera addolorata per il figlio malato. Dopodichè le ordinò di ammucchiare un cumulo di grano, orzo, miglio e altri semi; di prendere un ciuffo di lana dal dorso di una pecora selvatica dal manto dorato; di riempire un’urna con le acque delle sorgenti dello Stige. In poche parole tutti compiti impossibili, che però Psiche riuscì a compiere con l’aiuto di formiche, che accumularono il grano, di una ninfa, che le spiegò come e quando avvicinare la pecora, e perfino dell’aquila di Zeus, che l’aiutò a prelevare le acque dello Stige. Queste erano solo alcune delle crudeltà che Afrodite infliggeva alla povera Psiche, ma quando Amore seppe di quello che stava succedendo in casa di sua madre, salì sull’Olimpo da Zeus per permettere il suo matrimonio con Psiche. Zeus, non potendo rifiutare la supplica di Amore, fece riunire tutti gli dei dove partecipò anche Psiche. A questa assemblea Zeus decise di elevare al grado di dea, Psiche. Cosi dicendo egli diede la coppa di nettare divino alla mortale che accettò con molta paura. Dopo svariate sofferenze, Psiche fu ben accolta sull’Olimpo, anche da sua suocera poiché aveva ridonato il sorriso al figlio, lo stesso giorno fu allestito un banchetto nuziale per festeggiare la nuova coppia. Amore e Psiche avevano trovato la felicità, ed il loro figlio fu una splendida femminuccia, alla quale fu dato il nome di Voluttà.

Mentre racconto questo capolavoro antico lo vedo fissarmi con intensità. I suoi occhi risplendono di una luce particolare. Diversa dal solito. Sorride malizioso al passaggio delle notti di fuoco dei due amanti. Non cambierà mai. Chissà se riesce a vedere anche lui dietro tutto questo l’intensità di un amore capace di sfidare anche le più potenti divinità, pur di ricongiungersi e vivere il proprio sentimento.

“Interessante, molto” lo guardo perplessa.

“Soprattutto la parte delle notti d’amore. Davvero interessante” scherza malizioso.

“Possibile che tu abbia in testa solo una cosa?” chiedo stizzita. Gli tiro diversi cuscini contro. Poi non so come mi ritrovo stesa di schiena sul mio letto con Edward che mi sovrasta. Si china verso di me. A pochi centimetri dalle mie labbra.

“Potemmo imitarli e trascorrere notti di fuoco e di pura estasi. Sai si dice che a volte per capire meglio qualcosa bisogna viverla” mi dice malizioso. Il mio cuore ancora una volta impazzisce, le mie guance raggiungono un colore rosso vermiglio.

Si sposta e si stende al mio fianco.

“Penso che dovresti riposare. È tardi. Ti lascio così puoi cambiarti per la notte” mi bacia di nuovo la fronte.

“Non credo che mi cambierò” alza un sopracciglio.

“Vuoi dormire vestita?” chiede perplesso.

“Tu non hai visto cosa ha messo tua sorella nella mia valigia” una luce maliziosa illumina il suo sguardo.

“Davvero? Non ha messo il tuo bel pigiamino con i fiorellini?”

“No” rispondo mettendo il broncio.

“Non oso immaginare, allora!” senza che me ne accorga è di fianco la valigia ai piedi del letto aperta.

“Cosa stai facendo?” chiedo sbigottita.

“Controllo il danno causato da mia sorella”

Con mio grande imbarazzo tira fuori uno a uno tutti quei completini intimi indecenti. Alza un sopracciglio e mi fissa.

“Non andrai mica in giro con questa roba addosso?” mi chiede con una strana luce negli occhi?

Divento rossa come un pomodoro maturo. Diniego decisa.

Tira fuori poi le sottovesti per la notte.

“Queste non mi dispiacerebbe vedertele addosso” mi dice malizioso. Gli tiro altri cuscini che schiva prontamente. Ha davvero degli ottimi riflessi.

“E questi?” tira fuori i jeans, le minigonne e le magliette succinte.

“Tu con questa roba addosso non esci di qui” esordisce autoritario. Mi fissa serio.

“Non oserai indossare quella roba, vero?” è serio. Non l’ho mai visto così.

Deglutisco rumorosamente.

“Secondo te?” riesco a rispondere.

“Domani ti accompagno a casa a rifare la valigia” sembra un generale

Annuisco

“Grazie”

“Alice mi sentirà. Vado per le camicie da notte” mi sorride sghembo” ma il resto proprio no. Vuol far rivoluzionare l’intero corpo maschile di Forks?”

Mi fiondo con le braccia al suo collo.

“Grazie. Qualcuno che la pensa come me” gli lancio lo sguardo da cucciola.

Mi bacia di nuovo la fronte.

“Buona notte, bambi” si sfila dal mio abbraccio e mi lascia alla mia privacy.

Dopo vari tentennamenti decido di indossare una delle camicie da notte. In fondo chi vuoi che mi guardi qui dentro?

Effettivamente è molto corta. Arriva a metà coscia. Leggermente trasparente si intravede la biancheria che indosso. In effetti era abbinata a questo completo.

 

Sono passate diverse ore. Mi volto e rivolto nel letto. Non riesco a dormire.

Mi alzo e rialzo in continuazione. Mi infilo di nuovo sotto le coperte.

Sento la porta aprirsi lentamente.

Odo un sussurro nell’oscurità.

“Bella”

Mi volto verso quella voce melodiosa.

“Edward” rispondo al suo richiamo. Lentamente si avvicina al mio letto. Lo vedo nella penombra. È a dorso nudo con i soli pantaloni di una tuta in dosso. Ok ora potete seppellirmi. È lui il mio Amore venuto per me.

“Cosa c’è che non va?” mi chiede sedendosi sul lato vuoto del mio letto.

“Non riesco a dormire”

“Vieni qui” si avvicina a me. Senza pensare mi sollevo dalle coperte e mi avvicino a lui.

Lo vedo squadrarmi da capo a piedi. I suoi occhi brillano di fuoco verde. Il suo sorriso sghembo compare sul suo volto. All’improvviso la consapevolezza di cosa indosso si fa largo nella mia mente e in un baleno mi fiondo tra le sue braccia. Ci stendiamo abbracciati.

“Cerca di dormire” mi sussurra con voce roca tra i capelli.

Mi abbandono ad un sonno ristoratore avvolta dal calore dell’abbraccio del mio “Morfeo”.

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 Risposte alle Recensioni:

 

Recensione di lisa76 [Contatta] del 13/12/2009 - 12:57AM al capitolo 18: Capitolo 18 - Firmata

Presto, molto presto si daranno la possibilità… prima però dovremo superare la prova jacob… Non dimentichiamoci che sta per tornare…. Ihihihih…. baci

Recensione di consu [Contatta] del 12/12/2009 - 11:27PM al capitolo 18: Capitolo 18 - Firmata

Un primo utilizzo della camera di fronte lo abbiamo avuto in questo chappy…. Che mi dici?

Recensione di twilighterpazza [Contatta] del 12/12/2009 - 09:28PM al capitolo 18: Capitolo 18 - Firmata

Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo…. Dopo quanto raccontato da Carlisle puoi ben immaginare cosa voleva il dottorino da Bella…..

Recensione di lilly95lilly [Contatta] del 12/12/2009 - 06:51PM al capitolo 18: Capitolo 18 - Firmata

Per quanto riguarda i loro sentimenti, penso che sia chiaro che ormai ciascuno di loro è ben consapevole dei propri… chi per un motivo chi per un altro non hanno il coraggio di confessarsi…. Don’t worry qst momento arriverà presto…. Prima c’è da chiarire un po’ di cosette, almeno per Bella….

Recensione di grepattz [Contatta] del 12/12/2009 - 03:55PM al capitolo 18: Capitolo 18 - Firmata

Non preoccuparti della lunghezza…. Vedrai cosa ha combinato Alice a Bella……. Dalla reazione di Edward alla vista degli abiti contenuti nella valigia come pensi reagirà quando glieli vedrà addosso?..... ci sarà da divertirsi…..

Recensione di rodney [Contatta] del 12/12/2009 - 03:25AM al capitolo 18: Capitolo 18 - Firmata

Ok, si fanno troppe pippe mentali effettivamente….. però piano piano ci stiamo arrivando…. Presto arriverà sex machine modalità on… non so se mi spiego… povera Bella… o forse no…. Ihihihihih baci

Recensione di RenEsmee_Carlie_Cullen [Contatta] del 12/12/2009 - 02:06AM al capitolo 18: Capitolo 18 - Firmata

Condivido il tuo pensiero…. Bello il paragone del labirinto….

Recensione di Sara90 [Contatta] del 12/12/2009 - 12:43AM al capitolo 18: Capitolo 18 - Firmata

Spero che sia abbastanza presto…. Grazie per i complimenti… continua a seguirmi….

Recensione di Lullaby89 [Contatta] del 12/12/2009 - 12:34AM al capitolo 18: Capitolo 18 - Firmata

Benvenuta nel club pro Edward e Bella…. Grazie per i complimenti….. per il momento ci saranno momenti abbastanza tranquilli nel loro rapporto…. Però i guai sono dietro l’angolo e purtroppo ce ne sono parecchi…. Baci….

Recensione di samy88 [Contatta] del 11/12/2009 - 11:13PM al capitolo 18: Capitolo 18 - Firmata

Sono onorata e commossa delle parole che mi hai scritto…. Davvero… vale lo stesso per me nei tuoi confronti….. per il momento ci saranno momenti tranquilli relativamente… il peggio arriverà tra un po’… e lì dovremo preparare i Kleenex…. Ho appena commentato la tua storia….. ti prego posta presto…. Mi sento male…. Ti giuro… mi hai lasciato un’angoscia nel cuore devastante…… meno male che questo capitolo l’ho scritto prima di leggerlo……

Recensione di __cory__ [Contatta] del 11/12/2009 - 10:44PM al capitolo 18: Capitolo 18 - Firmata

Grazie, cara…………

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Per chi vuole potete dare un'occhiata acnhe ad un'altra mia storia originale: L'Angelo Oscuro

 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=418713&i=1

 

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Eccomi con un altro aggiornamento….. direi che avremo all’inizio una notte piuttosto ehm ehm tormentata? E poi ci godiamo il risveglio…. Ancora un po’ di zucchero e miele….

 Quesito:

  1. Dopo questo capitolo chi vuole la fine dei fratelli Cullen?
  2. Chi vorrebbe essere al posto di Bella?

Bel dilemma.

Ringrazio i 129 preferiti e 206 seguiti, marcella, leanis87, isabella22, samy88, Jiuliett_Cullen, robbycullen, twilighterpazza, Ginny Weasley 95, ichigo15, Patrizia70, Sara90, Grepattz che mi hanno inserito tra gli autori preferiti.

Un ringraziamento anche a coloro che leggono solamente.

Vi lascio alla lettura.

Baci.

Luis

Amare oltre le Apparenze

Capitolo VENTESIMO

                                                                   POV EDWARD

 
    Dopo aver dato spazio a Bella per potersi riposare, di corsa mi sono precipitato nella mia stanza. Avevo bisogno di respirare, di mettere a fuoco i miei pensieri e soprattutto di calmarmi. Aver trovato quella roba nella valigia di Bella, mi ha sconvolto la mente. Uno: perché, soprattutto la biancheria intima, gliela ho immaginato addosso e questo è tutto dire. Spero vivamente che non indossi niente del genere sotto quegli informi abiti che tanto adoro. No, sono sicuro che lì c’è lo zampino di Alice, sicuro. Le sottovesti lo stesso. È meglio che non espliciti i perversi pensieri che ho avuto in quel momento immaginandola avvicinarsi verso di me con una di quelle vesti con fare sensuale. Immaginare di sfilargliela lentamente e scoprire angolo per angolo ogni singolo centimetro di pelle. Basta con questi pensieri. Gli abiti, poi. 

Secondo: ho pensato che a Phoenix indossasse roba del genere: minigonne, pantaloni attillati, e quant’altro come una qualsiasi ragazza. E ho immaginato gli sguardi e i pensieri dei viscidi adolescenti maschi su di lei. Mia sorella è decisamente impazzita. Ha deciso di sconvolgere il già precario equilibrio maschile della Forks High School? Ha deciso di far accadere una strage? Perché è questo che accadrà se Bella andrà in giro conciata a quel modo. E sarà il sottoscritto a perpetrarla. Domani mi sentirà. Oltretutto non ha nessun rispetto verso quelle che sono le esigenze di Bella? Che amica è? Domani mattina dopo aver fatto colazione la riaccompagno a casa a rifare la valigia, sotto la mia stretta supervisione.


Sono qui disteso sul mio letto da un po’. Non riesco a dormire. I miei fratelli ancora non sono rientrati. Non oso immaginare cosa staranno combinando. Sorrido. Sorrido di me stesso. Fino a poco tempo fa, sarei anche io con loro e me la spasserei decisamente. Invece, ho deciso di darmi all’astinenza. Sì, perché aver deciso di stare accanto a lei sarà quello che mi aspetta. Starle accanto mi rende completo, non ho bisogno di nulla. Sentire il suo calore, il suo bisogno di me mi rende appagato. Non sento la necessità di trovare nessun’altra. Mi basta lei e quello che mi dà. Purtroppo, però il mio amichetto non è del tutto d’accordo con me. Sono attratto da lei, in modo ossessivo e ciò mi spaventa. Mi spaventa, perché ho paura di avere una delle mie reazioni dettate dal desiderio e di allontanarla. Non lo sopporterei. La sua fragranza è divenuta come ossigeno, la sua mancanza mi distruggerebbe. Tornare indietro non potrei. Si è innescato un meccanismo cui non posso più tornare indietro.

Perso nei miei pensieri odo degli strani rumori provenire dalla stanza di fronte la mia. Forse è Bella. Ha bisogno di qualcosa?

Mi alzo e mi dirigo nella sua direzione. Apro la porta lasciandola leggermente socchiusa. Sento un fruscio di coperte.

“Bella” chiamo con la speranza che sia ancora sveglia.

“Edward” ecco il suo richiamo dolce e caldo.

Mi avvicino al suo letto e mi siedo nello spazio libero. La guardo nella penombra. È bellissima. I suoi capelli sciolti in morbidi boccoli sono aperti a ventaglio sul cuscino. I suoi occhi sembrano brillare ancora più caldi  e intensi del solito.

“Cosa c’è che non va?” le chiedo.

“Non riesco a dormire” la sua risposta. La sento agitata. Non ci penso due volte. Apro le braccia e le protendo verso di lei.

“Vieni qui” le sussurro. Mi fissa per un attimo che mi sembra un’eternità. Lentamente si alza dal suo giaciglio. Il tessuto che la ricopre l’accarezza fino a giungere al suo traguardo. La visione più sensuale che abbia mai visto si apre davanti ai miei occhi.  La osservo attentamente accarezzandola con lo sguardo dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto. Indossa una di quelle sottovesti che tanto nei miei pensieri perversi avrei voluto strapparle di dosso. Lentamente si avvicina a me a gattoni, lasciandomi intravedere il suo intimo. Questa ragazza ha deciso di farmi morire. Il mio amichetto si è svegliato e pulsa tanto da far male. Bella un giorno di questi mi ucciderai. Si ferma. Mi guarda. Una luce di consapevolezza brilla nei suoi occhi. Deve aver visto con che occhi l’ho guardata. Si precipita in un lampo a coprire la distanza tra noi, probabilmente più per nascondersi ai miei occhi che altro. La sento avvinghiarsi a me tipo salvagente.

“Cerca di dormire” le sussurro con voce roca tra i capelli. Sono troppo eccitato. Spero che non se ne accorga. La sento sospirare e abbandonarsi al mio abbraccio. Dopo qualche minuto il suo respiro diviene regolare. Deve essersi addormentata.

Riesco a percepire il suo calore contro di me. Il velo di seta che ci separa di certo non impedisce il contatto. Percepisco ogni linea e curva del suo corpo aderire al mio. Il nostro è un incastro naturale. Non pensare Edward, non pensare. Pensa ad altro. Potrei pensare non so a Emmet, alle sue battute se fosse qui. Ah che situazione.

Come posso dormire con la creatura più erotica che abbia conosciuto avvinghiata a me?

“Mhmmmm” la sento mugugnare. Si struscia su di me. Oh cielo. Qualcuno mi aiuti. Ogni suo movimento non fa altro che amplificare i miei sensi e il mio desiderio. Benché indossi una larga e comoda tuta, provo un dolore lancinante al basso ventre. Ho bisogno di una doccia fredda. Devo fare qualcosa o rischio veramente l’infarto. Cerco di divincolarmi. La presa di Bella sul mio corpo si fa più salda. Le sue calde mani scivolano sul mio corpo, accarezzano con estrema lentezza il mio petto, poi scendono lentamente lungo il mio ventre. La fermo. Decisamente non sarebbe saggio continuare il percorso mia piccola stella! Mi domando se sia o meno cosciente. Credo proprio di no.

“Mhmmmm” e ancora un altro struscio. Non resisto. Con una mano le accarezzo lentamente la schiena con l’altra percorro la sua gamba nuda che nel frattempo si è arpionata al mio bacino.

“Mhmmmmmmmmmmm, ahhhhhh…. Edward” mi blocco quando la sento pronunciare il mio nome. Mi stai sognando? Sarei proprio curioso di sapere cosa.

La mano che le accarezza la coscia raggiunge la parte alta e mi allungo fino ad afferrare una sua natica. La massaggio con dolcezza. Sono un maniaco. Sto aprofittando di lei e del suo stato di incoscienza. Sì però anche lei non è da meno.

“Sei bellissima” le sussurro all’orecchio. Tutto questo mi fa tornare in mente la storia che mi ha raccontato. Mi sento un po’ come il dio Amore che di notte ruba l’amore della sua sposa.

“Mhmmmmm…. Lasciami” la sento agitarsi. Il suo respiro diventa accelerato.

“Non voglio…. Lasciatemi….” Mi irrigidisco. La presa su di lei si fa più ferrea. Sta sognando quello.

“No” la sento ansimare in preda al panico.

“AHHHHHHH” un urlo più forte degli altri esce dalle sue labbra. Si stacca dal mio corpo ansante.

La vedo guardarsi intorno spaesata.

“Bella” la chiamo.

Si volta nella mia direzione.

“Edward” sussurra.

Mi alzo a sedere. Sono a pochi centimetri dal suo viso. Sento il suo respiro fresco solleticarmi.

Una mia mano si posa su una sua guancia. I suoi occhi sono lucidi e intrisi di lacrime. Le accarezzo con dolcezza una gota.

“Va tutto bene” le dico fissandola intensamente.

Siamo troppo vicini, il suo calore e il suo profumo con prepotenza perforano la mia anima. Fisso le sue labbra con bramosia, mentre la mia mano continua ad accarezzarla.

Mi avvicino, lentamente, sempre di più. Lei non si tira indietro, mi guarda come ipnotizzata.

Ti voglio, non sai quanto mia piccola Bella.

La distanza è ormai minima. Le nostre labbra stanno quasi per sfiorarsi.

“Questa è la mia raccomandazione tieni a posto le mani?” la voce di Emmet rompe il nostro idillio.

Bella sussulta e si allontana di qualche centimetro. Io chiudo gli occhi. Sento l’irritazione arrivare a mille.

“Ma guardali i piccioncini, per questo non siete voluti venire con noi” Alice.

Mi sembra di averlo già detto che questa sera sarei diventato figlio unico.

“Perché non ve ne tornate da dove siete venuti?” rispondo irritato continuando a guardare Bella, che cerca di trovare una posizione più appropriata. Mi rendo conto che è quasi nuda davanti ai miei fratelli e i loro partner. Afferro le coperte e cerco di coprirla.

“Volentieri, peccato abbiano chiuso” mi ribatte Rose.

“Beh, andate dove volete, ma lasciateci in pace. Qui c’è gente che cerca di dormire” sbotto voltandomi verso di loro dopo aver fatto stendere Bella e coperta quasi fino alle cima dei capelli.

Li fisso uno a uno, ognuno di loro con quello stramaledetto sorrisetto malizioso dipinto sul volto.

“Allora?” chiedo sempre più irritato.

“Oh, abbiamo visto come cercate di dormire” mi canzona Jasper.

Afferro uno dei cuscini superflui sul letto e glielo scaglio contro.

“Buona notte, piccioncini, a domani” sghignazza Alice

“Tieni il tuo amichetto a freno Eddy. Altrimenti domani diventerai una voce bianca” intima Emmet.

“Mi dispiace” dico rivolgendomi in direzione di Bella tutta infagottata e rossa per l’imbarazzo fino alla punta dei capelli.

“Ti rendi conto che domani non ci daranno tregua?” sorrido. Immagino.

“Non importa. Godiamoci questo momento” mi infilo sotto le coperte e mi accuccio contro di lei. Sul suo petto morbido e florido. Mi abbraccia e mi coccola come fossi un bambino, infilando le sue dita tra i miei capelli.

“Buona notte, mia Psiche” mi alzo per baciarle la fronte. E mi riaccoccolo sul mio comodo giaciglio, lasciando Bella letteralmente basita.

 

POV BELLA

Sento qualcosa di caldo sfiorarmi il viso. Come una leggera brezza di primavera.

“Mhmmmm” mugugno e mi volto dall’altra parte. Non disturbate il mio sonno.

Percepisco di nuovo quella leggera brezza solleticarmi.

Una risatina esce dalle mie labbra.

“Svegliati, Bella Addormentata! E’ tardi” una voce melodiosa mi solletica l’orecchio.

“Lasciatemi dormire” continuo imperterrita. Questa notte ho sognato Edward, il suo tocco sul mio corpo, ci siamo quasi baciati e poi si è accoccolato sul mio seno come un bambino, prima però mi ha sorpresa chiamandomi mia Psiche. Che sogno meraviglioso.

Sento dei lievi tocchi caldi e leggermente umidi accarezzarmi il collo.

“Hai deciso di svegliarti sotto tortura, allora” continua la voce melodiosa, stavolta leggermente bassa e roca.

Ancora quei tocchi: si sono spostati dal collo alla spalla e pian piano scendono fino a sfiorarmi la pelle nuda tra i seni.

 Sento come un calore devastante cominciare a divampare nel mio corpo fino a concentrarsi nel basso ventre. Cosa sta succedendo? Sento i miei seni irrigidirsi sotto queste carezze. Tutto il mio corpo comincia a vibrare. Il respiro mi muore in gola. Apro gli occhi di scatto e un angelo appare ai miei occhi.

Edward con un sorrisetto compiaciuto dipinto sul viso mi sovrasta. Il suo viso ad una spanna dal mio.

“Buon giorno, ben svegliata” mi alita sulle labbra. Sono letteralmente ipnotizzata dal suo profumo. Il cervello va in tilt.

Il sorriso di Edward si apre ancora di più.

“Le mie torture hanno avuto esito positivo” continua.

Le sue torture? Quei tocchi erano torture? Ma è impazzito? Beh, se la vediamo da un certo punto di vista forse ha ragione.

Una sua mano si posa sulla mia guancia accarezzandola con dolcezza.

“E’ ora di alzarsi pigrona!” mi deride.

Cerco di alzarmi, lui si sposta consentendomi le mie manovre. Scosto le coperte e mi alzo. Allungo le braccia e mi stiracchio.

“Mhmmmmmmmmmmm, visione decisamente interessante”

Mi volto verso quella voce.

Edward steso di fianco sul letto. Già vestito di tutto punto, i capelli più scompigliati del solito. Una luce maliziosa nei suoi occhi. Lo guardo interrogativa.

“Sai guardandolo con i riflessi della luce quel completo ti sta divinamente” si alza e si avvicina. Mi stringe la vita e mi attira a sé.

“Sei una vera tentazione, spero tu non abbia intenzione di uscire da questa camera in questo stato?” le ultime parole sembrano quasi una minaccia.

“Mi auguro che tu abbia riservato solo per me questo spettacolo” sibila ancora al mio orecchio. Pian piano la consapevolezza si fa largo tra i miei pensieri.

Sono praticamente seminuda con indosso una sottoveste trasparente da cui si intravede interamente il mio intimo.

Percepisco il calore risalire dallo stomaco alle mie guance.

“Va a cambiarti. Io ti aspetto di sotto. Abbiamo una missione da compiere questa mattina, ricordi?” sorride.

Non ho la forza di proferire parola alcuna, per cui mi limito ad annuire.

Dobbiamo scavalcare la montagna Alice per rinnovare la mia valigia.

Edward sfiora il mio viso con il suo naso, lentamente. Si sofferma sulle labbra. Posa le sue sul mio naso, sfiorandolo con un dolce bacio. Si scosta. Mi rivolge un ultimo sguardo con un sopracciglio alzato.

“Fai in fretta” sono le ultime parole che pronuncia prima di lasciarmi da sola in camera con il cuore letteralemte in gola e un incendio che sta devastando il mio intero corpo.

Edward Cullen prima o poi mi farai morire.

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Risposte alle Recensioni:

 lilly95lilly [Contatta]

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 18/12/09, ore 13:21 - Capitolo 19: Capitolo 19

Mi fa piacere che il mito ti piaccia… per quanto riguarda il resto Alice sarà un osso duro da combattere, quindi non so chi la spunterà…..

 twilighterpazza [Contatta]

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 17/12/09, ore 14:08 - Capitolo 19: Capitolo 19

Oh, il loro “rapporto” continuerà anche a scuola, anche se meno intenso…. Non per loro volere, ma per interferenze varie……. Ma come ha detto Eddy, per lui Bella è diventata l’aria che respira….

 rodney [Contatta]

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 17/12/09, ore 00:28 - Capitolo 19: Capitolo 19

Sex machine in stand by abbiamo assaggiato in questo capitolo….. Chi vorrebbe essere al posto di Bella?...  Babbo Natale esaudisce tutti i desideri anche quelli impossibili, possiamo provarci… io ho già imbucato la letterina…. Ma è meglio che il mio fidanzato non lo sappia…. Che ne dici del risveglio? Come lo hai immaginato?.... baci…

 lisa76 [Contatta]

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 17/12/09, ore 00:23 - Capitolo 19: Capitolo 19

Non preoccuparti, come ho già detto in altre risposte Jacob ha un ruolo importante, ma non sarà un rivale per Edward… diciamo che sarà lui a vederlo in queste vesti…. Ci mancherebbe solo Jake a complicare le cose…. I guai sono in agguato e non sono pochi…. Baci….

 Lullaby89 [Contatta]

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 17/12/09, ore 00:18 - Capitolo 19: Capitolo 19

Purtroppo Bella è proprio una polla…. Il problema è che lei si sente inadeguata per Edward…. Dovrà superare prima questo scoglio…. Ma Eddy quando vuole ha tanta pazienza…. Baci….

 RenEsmee_Carlie_Cullen [Contatta]

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 16/12/09, ore 23:01 - Capitolo 19: Capitolo 19

Che mi dici di Eddy in questo chappy? … per quanto riguarda i suoi familiari hanno capito tutto già da tempo, ora hanno avuto la conferma che il loro figliolo ha capito anche lui i propri sentimenti…. Per il dottorino, vedrai….. Eddy versione Body guard in arrivo……………….

 Elly4ever [Contatta]

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 16/12/09, ore 21:42 - Capitolo 19: Capitolo 19

Piano piano avrai tutte le risposte che cerchi…. Un passo alla volta…. Che ne pensi dei piccioncini? Baci….

 Sara90 [Contatta]

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 16/12/09, ore 21:28 - Capitolo 19: Capitolo 19

Purtroppo sì, ha anche lui il suo ruolo, ma non preoccuparti ormai Eddy e Bella stanno diventando inseparabili…. Baci….

 grepattz [Contatta]

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 16/12/09, ore 21:10 - Capitolo 19: Capitolo 19

Effettivamente a me fa impazzire Edward geloso e possessivo…. Mi fa morire…. Per il kiss dovrai aspettare un po’…. Però in qst chappy….. ihihihih….. chi vorrebbe uccidere i fratelli cullen?.... baci…

 

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Piccolo Angolo Pubblicità:

Se volete potete dare un’occhiata anche ad un’altra mia storia: L’Angelo Oscuro (Aggiornata il19/12/2009)

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


BUON NATALE a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii...... Perdonate il ritardo.......... No Non sono stata ingurgitata da una balena, ma dalle feste impietose.......... troppi parenti..............

Sono tornata e voglio augurare 

BUON ANNO A TUTTIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

Vi dedico questo capitolo, che spero sia sempre di vostro gradimento..... E' un po' lunghetto....... Per farmi perdonare il ritardo.........

Un ringraziamento particolare ai 141 preferiti ai 210 seguiti e 

i 13 che mi hanno inseriti tra gli autori preferiti:

1 - Ginny Weasley 95 
2 - grepattz 
3 - ichigo15 
4 - isabella22 
5 - Jiuliett_Cullen 
6 - leanis87 
7 - marcella 
8 - PATRIZIA70 
9 - robbycullen 
10 - samy88 
11 - Sara90 
12 - TSsara 
13 - Vanda 

Un ringraziamento anche a coloro che leggono solamente.

Baci 

Luis

Amare oltre le Apparenze

Capitolo VENTUNESIMO
 
POV BELLA

Sono sotto la doccia. Lascio che il getto d’acqua calda accarezzi il mio corpo. Cerco di rilassarmi, ma dopo il trattamento alla Edward Cullen è dura. Terminata la doccia mi avvio in camera avvolta da un misero asciugamano. Mi pongo dinanzi la valigia. E adesso? Non posso indossare gli abiti di ieri perché sono sgualciti e sporchi. Purtroppo mi tocca per forza di cose indossare qualcosa contenuto lì dentro. Frugo fra le varie cose e scelgo gli indumenti più sobri: un jeans attillato blu scuro, un maglioncino sagomato con scollo a V di una bella tonalità blu elettrico. Come scarpe scelgo un paio di stivali. Mi sembra che questo abbinamento passa andare. La biancheria? Bel dilemma. Sono tutti completini  ini ini, troppo trasparenti. Con la coda dell’occhio ne intravedo uno nero. Non mi sembra molto trasparente. Devo dire che questo è molto bello, sexy, ma bello. Un reggiseno a balconcino tutto di seta in raso nero con rifiniture di pizzo trasparenti, la coulotte abbinata è simile tutta un sol colore nero in raso con solo le rifiniture in pizzo trasparenti. Beh, questo può anche andare. Chi vuoi che me lo veda addosso? Dopo aver indossato tutto, sistemo i capelli alla meglio. Li lascio sciolti in morbidi boccoli, trattengo solo qualche ciocca laterale con dei fermagli.  Come metto piede fuori dal mio rifugio, il mio cuore comincia a battere impazzito. Cosa mi aspetterà di sotto? Saranno tutti lì? Come si comporteranno dopo questa notte? Chi mi preoccupa di più è Emmet, lui e le sue battutine. Mi accosto ad una delle finestre del corridoio. Affaccia sul retro. Quello che i miei occhi possono ammirare mi riempie il cuore: i fratelli Cullen che giocano amichevolmente a Basket. Edward è bellissimo nei suoi pantaloni neri e nella sua camicia bianca sagomata. Mette in risalto il suo fisico atletico. I suoi capelli bronzo brillano alla luce del flebile sole che stranamente oggi bacia la nuvolosa Forks. Non esiste niente di più bello al mondo. Di nuovo quella morsa terribile mi prende allo stomaco. Non ho nessuna speranza con lui. Io sono così insignificante e goffa, come potrebbe provare qualcosa per me? Lui merita di meglio. Basta Bella, basta commiserarti, goditi questi momenti con lui. Come dicono molti ragazzi carpe diem. Anche se nel mio caso assume un significato diverso rispetto al loro. Arrivo al piano inferiore. Trovo una sorridente Esme che mi accoglie calorosa.

“Ben svegliata tesoro! Dormito bene?” cerco di rispondere, ma una voce mascolina e profonda risponde al mio posto.

“Direi più che bene. Dico bene, Bellina?” ammicca Emmet alla mia direzione. Le mie guance si colorano di un rosso vivo. Sento il viso andare a fuoco. Subito sono raggiunta da un più che protettivo Edward che mi cinge la vita.

“Emmet, ti avevo avvertito” digrigna Edward al mio fianco

Sento un fischio di apprezzamento provenire dal fianco di Emmet.

“Complimenti Bellina, la nottata ti ha portato consiglio. Dove la nascondevi questa roba?” mi canzona un emblematico Jasper. Come se non mi avesse mai vista vestita in questo modo. Assottiglio lo sguardo nella sua direzione. Sento la mano di Edward serrarsi al mio fianco. Alzo lo sguardo nella sua direzione e noto che sta guardando in modo minaccioso il povero Jasper.

“Ora basta. Su, ragazzi, in cucina a fare colazione” rimprovera Esme.

Si avviano tutti in cucina. Faccio per andare, ma vengo trattenuta da qualcuno. Edward mi attira  sé. con una mano mi cinge la vita, con l’altra mi accarezza il viso. Una strana luce brilla nei suoi occhi. Che gli prende?

“Edward dobbia…” mi zittisce con due dita che sfiorano le mie labbra.

Avvicina il suo viso al mio e a pochi centimetri dallo sfiorare le mie labbra devia la sua direzione verso la mia guancia. La sfiora con il naso, fino a raggiungere l’orecchio e sussurrare

“Sei bellissima questa mattina. Capisci ora perché non puoi andare in giro vestita in questo modo? Mi costringi a fare una strage” il mio cuore è impazzito. Il respiro irregolare. Sento Edward stringermi ancora di più a lui e aderire maggiormente i nostri corpi. Ha deciso di farmi morire di autocombustione?

Una sua mano si muove lungo la mia schiena disegnando disegni immaginari e facendomi rabbrividire. Il mio cervello è in black out non ci capisco più niente.

“Ehilà piccioncini” la voce squillante di Alice rompe la bolla.

Edward si distacca da me borbottando qualcosa di incomprensibile a sua sorella, che gioiosa e allegra come non mai si fionda ad abbracciarmi.

“Finalmente ti vedo vestita decentemente, anche se ti avrei fatto indossare volentieri la gonna a pieghe, sai quella che si apre tutta quando cammini” mi prende in giro la mia migliore amica. Sa perfettamente la mia avversione per le gonne.

“Non pensarci nemmeno, nana malefica” sbotta irritato Edward.

“Suvvia, Eddy. Sai quanti ammiratori le sbaverebbero dietro?” lo provoca Alice.

“Appunto. Vuoi fare una strage?”

“Sei troppo geloso per i mie gusti, fossi in te Bella non gli darei retta”

Geloso Edward e di chi, di me? Lui si comporta così perché ha rispetto della mia avversione alla moda e perché sa che così non sono a mio agio.

“Non dirmi che non apprezzi il suo look” lo rimbecca Alice

“Non ho detto questo”

“Credevo. Anche se prima penso le stessi esprimendo tutto il tuo apprezzamento. Andiamo, cara, è ora di fare colazione” detto ciò mi prende sotto braccio e mi conduce in cucina, lasciando uno sbigottito Edward in salotto.

In cucina, Esme ha preparato una tavola piena di prelibatezze. Ci sono anche i biscotti al cioccolato che a Edwrad piacciono tanto.

Alice mi strattona fino a farmi sedere nel posto accanto al suo.

Senza che possa proferire una sola parola mi riempie un piatto con ogni ben di Dio.

“Devi mangiare tutto. Oggi sarà una giornata lunga” mi sorride sorniona con uno strano luccichio negli occhi. Cosa ha in mente?

“Non pensi di esagerare? Lasciala in pace” sbotta Edward, che nel frattempo prende posto al mio fianco.

“E perché dovrei farlo? Lei è la mia migliore amica” sottolinea una Alice piuttosto irritata. Sembra che stiano affrontando una specie di competizione quei due e io sono nel mezzo. Questa storia non mi piace. Non sono un giocattolino.

“Ah sì. Bel rispetto per la tua migliore amica, non hai alcuna considerazione per i suoi desideri” sbotta Edward sempre più irritato. Non mi piace la piega che sta prendendo questa discussione. Non voglio che litighino per colpa mia. Poso una mia mano su quella che Edward sta stringendo a pugno sul tavolo. Un piccolo gesto per farlo calmare. Si volta di scatto nella mia direzione. Lo supplico con lo sguardo di interrompere questa stupida diatriba. Mi fissa intensamente. Lo sento rilassarsi.

“Questo non è vero. Lo faccio per lei. Parli come se le avessi permesso di conciarsi come una prostituta” risponde Alice alterata come non l’ho mai vista. Alla sua ultima parola sussulto. Si ripete nella mia mente come un’eco. Prostituta. Prostituta. È questo che sembro? È per questo che Edward non vuole mi vesta così, perché sembro una prostituta? Sento il corpo percorso da terribili brividi. Per questo è successo, perché loro mi vedono in questo modo, pensano che con me possono fare quello che vogliono. No, no, no, non voglio. Io non sono così. Scuoto il capo insistentemente.

“Basta. Smettetela. Smettetela di litigare e fare come se non fossi qui” sbotto in preda alle lacrime. Non resisto. Devo uscire. Ho bisogno d’aria.

“Bella” mi chiama preoccupato Edward che tenta invano di fermarmi trattenendomi per un braccio. Corro, corro senza fermarmi e mi precipito nella mia stanza. Afferro la valigia e la porto sul letto. Comincio a prendere cose a casaccio e tento di strapparle. Con qualcuna ci riesco, con altre l’impresa è più ardua. Mi sfilo anche il maglione che indosso. Cerco di strapparlo. Mi scompare dalle mani. Alzo lo sguardo. Edward davanti ai miei occhi con un cipiglio contrariato in viso. I suoi occhi sono di ghiaccio.

“Si può sapere cosa stai combinando?” la sua voce è atona, fredda.

“Io… io….” Riesco solo a dire questo tra un singhiozzo e l’altro.

“Perché stai strappando i tuoi vestiti?” ripete più chiaramente, la voce sempre fredda.

Mi si gela il sangue nelle vene. Perché ora è così freddo con me?

“Pensi che con questo gesto puoi cancellare tutto? No, non puoi. Non puoi cambiare quello che sei” continua. Si avvicina.

Indietreggio. Il gelo mi circonda. In un attimo mi si fionda addosso. Mi afferra per le braccia nude. Sento il calore delle sue mani.

“Lo capisci, Bella. Non ha senso” la sua voce è divenuta più calma e più dolce.

Abbasso lo sguardo dal suo. Sono indegna di sostenerlo.

“Lo so” riesco solo a sussurrare.

“Guardami” mi intima.

Scuoto il capo.

“Guardami” ripete come un generale. Mi volto e i suoi occhi incatenano i miei. Non sono più freddi.

“Adesso mi spieghi perché stavi strappando i tuoi vestiti?” riprende

“Perché, perché non voglio indossarli” sbotto d’un fiato.

“Perché, Bella, perché?” ribatte con tono freddo, di nuovo.

“Perché, perché sono osceni, perché….”

“perché pensi sia per come ti vesti che tutti ti desiderano?” continua lui.

“no, perché sembro una prostituta, e tutti pensano di poter fare quello che vogliono di me. Io non voglio, io….” Continuo tra le lacrime.

Le braccia di Edward si fanno largo lungo il mio corpo e mi accolgono in un abbraccio protettivo e caldo.

“E’ per questo che sei andata via? Per le parole di Alice?” annuisco.

Lo sento sospirare.

“Bella, tu non sei una poco di buono. Non è colpa di come ti vesti se sono successe determinate cose. Non è per come ti vesti che tutti posano lo sguardo su di te. È stato per come ti vesti che Tyler ha cercato di metterti le mani addosso?” e stringe maggiormente la presa intorno al mio corpo. Scuoto il capo

“Lo vedi?”

“Ma anche tu non vuoi…”

“Bella, se ti dico certe cose non è perché non mi piace vederti vestita in un certo modo o perché penso che tu sia una poco di buono. Anzi. Lo dico per te, perché so che questo ti crea disagio. Se sapessi che sei a tuo agio vestita come oggi, ad esempio, non avrei nulla da dire. Dovrei fare una strage, ma non importa”

“Vedi, lo dici anche tu che dovresti fare una strage. Provoco” concludo.

“No, tu non provochi. Sei maledettamente sensuale in tutto ciò che fai, anche con un sacco di juta in dosso. Gli abiti che indossi oggi sono semplici, non hanno nulla di strano. Riescono, comunque, a risaltare la tua bellezza”

Mi stacco di poco per incrociare il suo sguardo caldo.

Mi immergo in essi e mi perdo totalmente. Come può sempre trovare le parole giuste per rasserenarmi. Come fa a leggermi così in profondità?

Lo sento sospirare, si stacca da me. Mi porge il maglioncino.

“Forse è meglio se lo indossi, prima che la strage la faccia con me stesso” sorride sghembo.

“Oh” riesco a dire.

Mi rivolge un’ultima carezza per poi scomparire oltre la porta della mia camera.

 
POV EDWARD

 Mi chiudo la porta della stanza di Bella alle spalle. Inspiro ed espiro più volte a ritmo regolare. Devo calmarmi. Non so come ho fatto a mantenere il mio autocontrollo. Quando l’ho vista seminuda intenta a cercare di distruggere il suo maglioncino mi è mancato il respiro per un attimo. È bellissima. E lei non se ne rende neanche conto. Se non mi fossi imposto di mantenere il controllo e di distaccarmi dalla visione dinanzi ai miei occhi non so cosa avrei fatto. È una continua tentazione. È così fragile. Una parola di Alice l’ha mandata in confusione. Chiudo gli occhi, inspiro ed espiro, mi porto due dita sulle palpebre. Odo dei passi veloci sembrano danzare sul pavimento.

“Spero tu sia contenta, adesso” mi rivolgo alla mia interlocutrice con aria stanca. Apro gli occhi. È di fronte e mi guarda con occhi e bocca spalancati.

“Sta bene?” chiede la voce cristallina di mia sorella.

“Sembra essersi calmata” ribatto fissandola.

“A quanto pare sei un attimo calmante per i suoi momenti no” ammicca.

“I suoi momenti no?” sbotto furioso. Alice indietreggia al tono della mia voce. Mi sto comportando male, ma lei non si rende conto.

“I suoi momenti no?” ripeto con voce più bassa “Alice, ha avuto un attacco isterico e vuoi sapere cosa lo ha scatenato? Le tue parole” sibilo avvicinandomi

“Come le mie parole? Non ho detto niente di male” risponde allarmata.

“Come no. Il fatto di dire come se le avessi permesso di conciarsi come una prostituta secondo te sono niente. Sai cosa ha sortito nel suo animo l’ultima parola uscita dalla tua bocca?” continuo sempre più sibillino.

“Ma io non intendevo…”

“Lo so” la interrompo “lo so, Alice che tu non intendevi offenderla, ma lei ha frainteso. Ha distorto il tuo discorso” sospiro rassegnato.

“E’ arrabbiata con me?” chiede timorosa.

“No, è arrabbiata con se stessa. Tu lo sai cosa ha passato, vero?” chiedo. Conosco già la risposta.

Annuisce

“Dovresti sapere, allora, quanto si colpevolizzi per ciò che le è capitato. Secondo te, perché si nasconde dietro abiti informi e cerca di imbruttirsi? Non ha ancora superato il suo trauma e non è forzandola ad indossare determinati abiti che le passerà”

“Cosa ne hai fatto di mio fratello?” Alice mi guarda incredula “da dove l’hai tirata fuori tutta questa saggezza?” le sorrido. Litighiamo spesso noi due, ma non riusciamo a non far pace praticamente subito.

“Mi aiuterai con lei?” mi chiede abbracciandomi.

Annuisco.

“Cosa ha scatenato questo cambiamento in te, Edward?” chiede all’improvviso.

“Non lo so” rispondo sincero. Bella domanda.

“Non riesco a capirti. Fino a una o due settimane fa eri distante e arrogante nei confronti di Bella. Ora, invece, sei così protettivo con lei. Così attento ai suoi bisogni” sgrano gli occhi alle sue parole.

“Forse lo sono sempre stato, ma non lo davo a vedere” la mia risposta arriva di getto e mi illumina come un faro nella notte. Illumina il mio subconscio.

“Tu provi attrazione per lei. Ti ho visto prima in salotto, come la stringevi. Edward non farle del male non lo sopporterebbe” conclude lasciandomi carico di interrogativi sul pianerottolo.

 
POV BELLA

Sono basita dalle parole di Edward. Il mio cuore è in fermento e il cervello in tilt. Possibile che io gli piaccia, almeno un po’? Mi sono rivestita in fretta. Ha ragione lui, in fondo quello che indosso non è così male, forse dovrei cominciare a rivalutare tutta questa situazione? Sono così confusa. Sono seduta sul letto. Un lungo sospiro esce dalle mie labbra. Cosa devo fare? Devo provare a lasciarmi andare? Un fastidioso ronzio mi distoglie dai miei pensieri. Mi volto verso il comodino accanto al letto. Un luce azzurra si fa strada su di esso e attira la mia attenzione.

Accidentaccio! Ho dimenticato di inserire la suoneria al cellulare. Qualcuno mi sta chiamando. Forse è mio padre.

Osservo il display illuminato. Leggo il nome di chi mi sta chiamando. Un sorriso gioioso si distende sul mio volto. Jacob. È Jacob

“Pronto” rispondo con entusiasmo.

“Finalmente. Ma dove sei finita? È da ieri che sto provando a chiamarti senza successo” mi rimprovera il mio amico alquanto infastidito.

Sghignazzo

“Scusa Jake. Ho tolto la suoneria al cellulare e non l’ho sentito. Scusa” chiedo implorante.

“Ok. Dove sei? Ho provato a chiamarti a casa, ma non risponde nessuno”

“Sono dai Cullen. Mio padre è fuori per lavoro per qualche giorno e io sono loro ospite” mi affretto a spiegare la mia presenza in quella casa.

“Ah” dice solo. Lo sento strano.

“E’ successo qualcosa, Jake?”

“No. Solo stai attenta”

“A cosa?” chiedo curiosa

“Forse vorrai dire a chi?” mi suggerisce

“Non capisco cosa stai cercando di dirmi” sto cominciando ad arrabbiarmi.

“Hai capito benissimo. Stai attenta a quel Cullen” sibila al telefono

“Se ti riferisce a Edward non ho nulla di cui preoccuparmi” sibilo sempre più arrabbiata

“Bella, non sono stupido, ho visto come ti guardava e ti gironzolava intorno. Quello ci sta provando. Stai attenta”

Ora sono furiosa.

“E come mi guardava, sentiamo. Io gli sono indifferente Jacob. Non mi considera in quel senso. Perché dovrebbe. Ha milioni di ragazze più avvenenti di me che gli girano intorno, non vedo perché dovrebbe interessarsi a me”

“Bella, Bella. Sei sempre così ingenua. Non voglio farti arrabbiare. Lo sai che mi preoccupo per te”

“Lo so” il mio tono si è addolcito.

“Bene. Sai dovrei arrivare la settimana prossima. Comincerò a frequentare la tua scuola”

“Ma è fantastico, Jake. Non vedo l’ora. Di nuovo insieme come ai vecchi tempi”

“A proposito dei vecchi tempi. Hai per caso visto o sentito Steven in questi giorni?” mi acciglio a questa domanda.

“No. Se non sbaglio è a Phoenix”

Lo sento sospirare.

“Jake, cosa mi stai nascondendo?” conosco troppo bene il mio amico. È un po’ troppo evasivo. C’è qualcosa che non torna.

“Niente, Bella. Cosa te lo fa credere? Comunque tornando a Cullen.”

“Edward” sbotto arrabbiata. È stato più forte di me.

“O adesso si chiama Edward. Abbiamo fatto progressi. Da Cullen siamo passati a Edward” mi canzona Jake. Non so se sta scherzando o sta dicendo seriamente.

“Si abbiamo fatto progressi. Siamo amici ora” dico soddisfatta.

“Bella” il suo tono è salito di qualche ottava

“No, Jake. Non ti permetto di interferire con le mie amicizie. Come tu sei il mio migliore amico, perché lui non mi può essere amico? Non ti sembra di esagerare con le tue manie di protezione?” mi sfogo

“Non voglio interferire con le tue amicizie, Bella. Ho solo paura per te. Lo sai cosa è successo l’ultima volta che un don Giovanni ha provato a fare il tuo amico” impallidisco al ricordo.

“Questo è un colpo basso” rispondo con tono basso

“Mi dispiace, voglio solo che tu faccia attenzione”

“D’accordo”

“Ora devo andare. Ci sentiamo” mi saluta

“Certo, ciao, Jake” chiudo quella opprimente conversazione. Sarebbe stato meglio che non gli avessi risposto.

 Come un automa mi dirigo verso la porta la apro ed esco. Sono ancora frastornata dalla conversazione con Jake. No. Lui non ha ragione su Edward. Lui non è come quel bastardo.

“Tutto bene?” una voce melodiosa mi ridesta.

Alzo il capo e mi ritrovo Edward scrutarmi attentamente.

Annuisco.

“Non si direbbe. Ti ho sentito alzare la voce prima. Non ho capito ciò che dicevi, ma a meno che tu non sia diventata matta….” Mi sorride sghembo

“Ero al telefono” rispondo secca.

“Brutte notizie?”

“No, solo sciocchi pregiudizi” sorrido, ma lui continua a scrutarmi come a volermi leggere nella mente. Distolgo lo sguardo.

“Forse dovresti mangiare qualcosa. Vieni” mi afferra un polso con delicatezza e mi conduce al piano inferiore, verso la cucina.

No, Edward non è falso. È sincero. Ogni suo tocco è gentile e delicato. Si preoccupa sinceramente per me.

“Cosa c’è Bella?” mi chiede di nuovo.

“Niente” sfilo la mano dalla sua. Lo vedo sorprendersi dal mio gesto. Mi è sembrato di scorgere un lampo di tristezza.

Entro in cucina. Mi afferra per un braccio, mi attira a sé. Inchioda i suoi occhi nei miei.

“Non ti credo. Qualcosa non va. Sei schiva. Mi sfuggi” mi accarezza una guancia. Il suo tocco è sempre gentile.

“Non c’è niente che non va. Davvero” cerco di essere convincente.

“E allora perché mi sfuggi?” chiede

“Ti sento lontana Bella” mi sussurra vicino all’orecchio.

“Ero al telefono con Jake” lo sento stringere la presa intorno a me.

“Continua” la sua voce dolce, mielosa e suadente mi fanno girare la testa e come ipnotizzata gli rispondo.

“Mi ha detto di stare attenta a te”

“A quanto pare non gli vado molto a genio” digrigna tra i denti.

“No. Lui non ti conosce. È solo che si preoccupa per me”

“Ha paura che ti possa fare del male?” mi affonda completamente nel suo abbraccio. Il suo profumo mi stordisce i sensi. Non posso fare a meno di annuire.

“E tu? Gli hai dato retta? Pensi anche tu che possa farti del male?” mi chiede con tono angoscioso.

Scuoto il capo

“No. Gli ho risposto per le rime, ma lui mi ha ricordato una cosa”

“Cosa, Bella?” soffia tra i miei capelli.

“Mi ha ricordato che il bastardo per un po’ ha giocato la tattica dell’amico” sorrido amara. Lui stringe di più. Mi sento quasi soffocare.

“Non ti farei mai del male, questo lo sai?” mi chiede preoccupato.

“Lo so. Per questo ho discusso con Jake”

“Non pensiamoci, più. Vieni” e mi fa accomodare al tavolo. Mi porge un piatto pieno di ogni prelibatezza.

“Devi nutrirti. Poi possiamo dedicarci alla nostra missione” mi sorride. I suoi occhi luccicano di complicità nei miei.

Mangio tutto con voracità. A dire la verità avevo proprio una gran fame.

Dopo aver terminato tutto, Edward mi porge la mano, mi sorride.

“Andiamo?” mi chiede.

Annuisco.

Mi aiuta ad indossare il mio giaccone. È proprio un gentiluomo e ci dirigiamo in garage. Arrivati alla Volvo, mi apre la portiera e mi invita ad entrare. Richiude la portiera e raggiunge il suo posto. Infila la chiave nel cruscotto. Accende il motore e un dolce rumore di fusa si disperde nell’aria. Mi rivolge un ultimo sguardo, un ultimo  sorriso e ci avviamo verso casa mia.

 
POV EDWARD

Mi sto dirigendo verso casa di Bella. L’andatura è sotto i miei standard. Non ho fretta di arrivare. Mi godo il calore di lei al mio fianco. Assaporo il suo profumo fresco inebriarmi i sensi. Cerco di non pensare. Non pensare a quell’ammasso di muscoli abbronzato del suo amico. Quel piccoletto ha cercato di mettermela contro. Non glielo permetterò. Mi sono sentito male quando ho percepito il suo distacco nei miei confronti. Mi ha confermato di non credere alle allusioni di quel Jacob, ma all’inizio è stata guardinga. La sua fiducia in me stava vacillando. Non so come sono riuscito ad abbattere le sue barriere e convincerla che di me si può fidare. Ora è più tranquilla. Devo solo cercare di non pensare  e non fare il gioco di Jacob. Sono sicuro che ha delle mire su di lei, per questo non mi vorrà intorno e ha tentato di allontanarla. Mio caro amico hai fatto male i tuoi calcoli. Non ti permetterò di portarmela via.

“Siamo quasi arrivati” Bella mi distoglie dai miei pensieri.

“Bene” accosto al vialetto. E spengo il motore. Scendo velocemente e come un cavaliere di altri tempi corro ad aprire la sua portiera e ad aiutarla a scendere.

“Che gentleman” le sorride. Lei arrossisce. Mi piace vederla in imbarazzo. Diviene ancora più bella.

Cerca le chiavi nelle tasche del suo giaccone. Increspa le labbra e un cipiglio si forma sulla sua fronte. La vedo aprire la borsa e frugarvi dentro.

“che strano” borbotta.

“Qualcosa non va?” chiedo in preda ad uno strano presentimento.

“Non trovo le mie chiavi. È strano, eppure ero convinta di averle messe nella tasca del giaccone”

“Non è che distrattamente sono finite nella valigia” mi guarda, in silenzio. La vedo riflettere.

“Impossibile” conclude

“Non c’erano chiavi nella valigia” sorride maliziosa.

Le sorrido di rimando. Ricordo perfettamente cosa contiene quell’involucro infernale.

“Proviamo con le chiavi di riserva” si avvicina allo zerbino della porta e lo alza. Lo riabbassa dopo pochi secondi. Ci sono alcune piante accanto alla porta. Scruta attentamente intorno ad esse e all’interno, la vedo frugare con le manine nude nel terriccio.

“Impossibile, non ci sono” sbotta tutt’un tratto.

“Come è possibile? Cerca di ricordare quando hai chiuso casa”

“Ho chiuso con le mie chiavi, perché Esme non aveva più quelle di riserva le aveva date a….”

Ci guardiamo negli occhi e il sospetto diviene certezza

“Alice” diciamo all’unisono.

Dovevo immaginarlo, la nana malefica di mia sorella ha nascosto le chiavi di Bella per impedirle di entrare e rifarsi la valigia. È incorreggibile.

Sospiro rassegnato.

“E adesso?” chiede allarmata Bella.

“Non possiamo di certo rompere i vetri delle finestre o sfondare la porta, cosa penserebbe tuo padre?” rifletto.

“No” esclama angosciata la mia piccolina.

“Ho la strana sensazione che la nana di mia sorella l’abbia avuta vinta” dico

Un sospiro rassegnato esce da quelle labbra tentatrici.

“Ho la sensazione che mi toccherà indossare quella roba” il suo viso si contorce in una smorfia di disapprovazione.

Sogghigno. Beh, in fondo non sarebbe male godere di questa visione celestiale per qualche giorno.

“Cos’hai da ridacchiare?” chiede leggermente alterata.

“Niente” scoppio in una fragorosa risata non so come Bella mi segue e comincia a ridere di gusto anche lei.

“Credo che sarà divertente rivoluzionare la Forks High School” ride ancora.

Immagino già le facce degli studenti. O meglio i pensieri dei maschi pervertiti e mi ribolle il sangue nelle vene. Mi toccherà difendere il territorio. Ma come sto parlando? Sto diventando matto.

 


Ne abbiamo approfittato per fare una passeggiata e ci siamo divertiti da matti. Stare con Bella è davvero piacevole, ho scoperto nuovi lati del suo carattere. Oltre ad essere dolce e sensibile è anche simpatica, maliziosa al punto giusto, è davvero straordinaria. Quando siamo rientrati abbiamo trovato Alice ad aspettarci in soggiorno, pensava l’avremmo aggredita, supplicata cercato di irretire in ogni modo per farci consegnare le chiavi di casa Swan. È rimasta ad occhi sgranati quando siamo rientrati, sorridenti e spensierati. L’abbiamo salutata come se nulla fosse e ci siamo diretti ognuno alle proprie stanze. Ho trascorso la notte tranquilla, anche se è meglio non esplicitare i sogni che la mia mente ha partorito. Ne sa qualcosa il mio amichetto che stamattina ci ha messo una vita a calmarsi. Mi sono ghiacciato sotto la doccia prima di arrivare all’effetto desiderato. Ma alla fine ha alzato bandiera bianca. Questa storia mi sta rivoluzionando totalmente, ma allo stesso tempo mi sta distruggendo. Ho bisogno di Bella, solo se le sto accanto riesco a lottare e vincere, perché lei viene prima di tutto, anche prima dei miei desideri.

“Suvvia, vieni. Stai benissimo” Alice stridula per le scale.

Alla loro sommità la visione di una dea mi si para davanti.

Bella indossa una gonna appena al di sopra del ginocchio. È stretta sui fianchi poi si apre in pieghe birichine che non stanno ferme un attimo. Una camicia che le fascia il busto come una seconda pelle. La scollatura non troppo generosa, ma sexy decisamente. Gli stivali le fasciano le gambe snelle e proporzionate. I suoi morbidi boccoli si muovono sbarazzini ad ogni suo passo. Il mio cuore comincia una corsa frenetica e non vuole arrestarsi.

È ferma davanti a me. Mi guarda di sottecchi. Ha il capo chino, le gote arrossate. Sta aspettando che le dica qualcosa? Mia sorella cerca di farmi dei segni come a confermare i miei pensieri.

Le alzo il mento con una mano. Mi immergo nel cioccolato fuso dei suoi occhi così caldo e profondi.

“Sei bellissima” deglutisco. Non riconosco più la mia voce.

Mi sorride.

“Bene, andiamo”

 


Eccoci arrivati nella fossa dei leoni.

“Siamo arrivati” rompo il silenzio in auto e spengo il motore.

“Ci stanno già guardando tutti” dice timorosa.

Le prendo una mano.

“Tu stammi vicina e  andrà tutto bene” annuisce.

Come scendo dall’auto il gorgoglio delle ragazze si fa stridulo e fastidioso.

Apro la portiera e aiuto a scendere Bella.

Sento il respiro e il bisbiglio dei ragazzi cessare, le ragazze bloccare il respiro.

“Andrà tutto bene” continuo a soffiare tra i capelli di Bella che ho prontamente afferrato per la vita e la accompagno al mio fianco.

Sento qualcuno che si chiede chi sia la strafiga al mio fianco.

Sospiro lo sapevo.

“Che succede?” chiede Bella timorosa.

“Niente, non preoccuparti” la vedo guardarsi intorno con circospezione.

Siamo subito affiancati da mia sorella con Jasper che sorride sornione, Angela e Ben.

“Bella?” chiede timida Angela

“Angela” le sorride Bella.

Angela spalanca gli occhi.

“Non ti avrei mai riconosciuto” esclama sempre più perplessa.

“Complimenti Bella. Siamo pronti ad affrontare la fossa dei leoni?” chiede sfottente Jasper.

Bella sospira, si volta verso di me.

Le sorrido, la stringo a me e le bacio i capelli.

Posso vedere Angela e Ben sempre più perplessi. Non si aspettavano un simile affiatamento da parte nostra.

 “Andiamo,  ci aspetta una prova dura” annuisce.

Con Bella al mio fianco mi incammino verso l’ingresso.

Mano mano che ci avviciniamo la sento stringersi di più a me. Non le piacciono le occhiate che le sono rivolte, le ragazze vorrebbero fulminarla con lo sguardo, i ragazzi la mangiano con gli occhi e questo non va bene per niente.

Mi fermo di scatto quando scorgo ad attenderci Steven.

Ho visto il lampo che gli ha attraversato lo sguardo quando ha visto Bella. Anche lui ne è attratto, ma non è fidanzato?

“Buon giorno” saluta il biondo slavato.

“Buon giorno” saluta timida Bella.

“E’ bello rivedere la vecchia Bella di tanto in tanto” sogghigna malizioso Steven.

Bella si stringe nelle spalle.

“Cosa vuoi?” chiedo irritato.

“Cullen”

“Steven”

Non si cura della mia presenza e si rivolge a Bella.

“Bella, vorrei parlarti. È importante” dichiara serio.

Il suono della campanella ci salva in corner.

“Mi dispiace, ma dobbiamo andare” sibilo trionfante verso Steven. Questi annuisce.

“Bella, è importante. Magari possiamo parlare dopo le lezioni?”

“D’accordo. Ciao Steven” saluta

“Non mi va che tu stia sola con lui”

La sento sghignazzare

“Non preoccuparti Steven è innocuo”

“Sì certo come no”

Siamo di fronte l’aula della prima ora di Bella.

“Ci vediamo dopo”

Annuisce

Le schiocco un bacio sulla fronte. Ci stanno guardando tutti. Bella arrossisce come non mai. Bene così mettiamo subito in chiaro le cose.

Lei è mia.

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Risposte alle Recensioni:

 Sognatricecoipiediperterra [Contatta]

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 29/12/09, ore 18:41 - Capitolo 20: Capitolo 20

Spero che questo capitolo sia di tuo gradimento…. Mi fa piacere sapere che Ti piace la caratterizzazione dei personaggi….  A presto…. BUON ANNO…

 ichigo15 [Contatta]

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 27/12/09, ore 23:23 - Capitolo 20: Capitolo 20

Felicissima di esserti stata utile con la storia di amore e psiche…. Ti lascio i migliori auguri per un Buon inizio anno.

 RenEsmee_Carlie_Cullen [Contatta]

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 24/12/09, ore 16:51 - Capitolo 20: Capitolo 20

Noooooooooooooooo, povero Emmett………….. Io amo sempre di più Eddy……. Grazie per gli auguri… mi auguro che il tuo Natale sia stato piacevole….. intanto ti faccio i migliori AUGURI di BUON ANNO……

 honeymoon [Contatta]

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 23/12/09, ore 12:00 - Capitolo 20: Capitolo 20

Grazie per i complimenti… grazie per le tue simpatiche parole su Eddy…. Spero che questo capitolo non deluda le tue aspettative…. Baci e BUON ANNO.

 rodney [Contatta]

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 22/12/09, ore 22:20 - Capitolo 20: Capitolo 20

Concordo pienamente con te, soprattutto su Eddy arrapato come un armadillo0, non so come farà a gestire questa cosa…. Bah…. È piuttosto masochista…. La versione Sex Machine on è in avvicinamento…… se i miei calcoli sono esatti tra circa due tre capitoli max avremo un assaggio…. Ho spoilerato troppo…… ihihihi….. prendilo come regalo PER AUGURARTI buon anno.

 love_vampire [Contatta]

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 22/12/09, ore 12:22 - Capitolo 20: Capitolo 20

Mi dispiace non aver potuto postare prima, ma spero che con questo chappy di essermi fatta perdonare l’attesa…. Baci… a presto…. BUON ANNO….

 lisa76 [Contatta]

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 22/12/09, ore 09:12 - Capitolo 20: Capitolo 20

Come vedi da questo capitolo la fiducia di Bella in Eddy è forte….. per il momento…. Ihihihih…. Voglio farti i migliori auguri per un NUOVO ANNO ricco di gioie e soddisfazioni… BUON ANNOOOOOOOOOOOOOO

 grepattz [Contatta]

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 21/12/09, ore 23:07 - Capitolo 20: Capitolo 20

Quando arriverà il bacio sarà una vera e propria esplosione… te lo posso assicurare…. Non dovrebbe mancare molto….. AUGURI DI BUON ANNO…

 Sara90 [Contatta]

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 21/12/09, ore 23:00 - Capitolo 20: Capitolo 20

Grazie per gli auguri…. Continua a seguirmi…. Baci…. BUON ANNOOOOOOOOOOO….

 twilighterpazza [Contatta]

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 21/12/09, ore 22:34 - Capitolo 20: Capitolo 20

Direi proprio….. verrà il momento della riscossa… a breve….. baci a presto…. BUON ANNOOOOOOOOOOOOOOOOOO……

 

 
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 Piccolo Angolo Pubblicità:

Se volete potete dare un’occhiata anche ad un’altra mia storia: L’Angelo Oscuro (Aggiornata il 28/12/2009)


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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


PERDONO, PERDONO, PERDONO.......

Perdonate questa mia mancanza... La mia è stata un'assenza forzata... purtroppo mio papà è stato un mese in ospedale e non ho avuto nè tempo e nè concentrazione per scrivere..... vi chiedo infinitamente scusa per avervi fatto attendere così a lungo..... per farmi perdonare il capitolo è piuttosto lungo (ben dieci pagine di Word) non uccidetemi se sara noioso... l'ho riletto più volte e non mi convince molto... ho deciso di pubblicarlo lo stesso per non farvi attendere oltre.... attendo con ansia un vostro giudizio.......

Non vi trattengo oltre vi lascio alla lettura

baci

Luis

Amare oltre le Apparenze

Capitolo VENTIDUESIMO

                                                         POV BELLA

 
Inspira, espira. Forza Bella puoi farcela. Davanti l’aula della prima ora di lezione sto cercando di calmarmi. Uno a causa degli occhi che sono puntati sulla sottoscritta, due a causa di Edward. Ma è impazzito o cosa?  Non che mi sia dispiaciuto il suo comportamento, anzi, ma forse non si rende conto che così facendo ha maggiormente attirato gli sguardi su di me, su di noi. Ora lui è lontano e io sono sola. Devo cercare di farmi forza, ignorare tutto e tutti. Forza Bella, puoi farcela. Mi avvio lentamente verso il mio banco, mi siedo. Fortunatamente a questa lezione sono sola, non ho nessun compagno di banco. Ripensandoci, però, forse non è un bene. Vedo i miei compagni entrare e lanciarmi occhiate. Le ragazze sembra vogliamo seppellirmi viva, probabilmente perchè mi hanno vista in compagnia del loro idolo, i ragazzi mi lanciano occhiate di fuoco poco rassicuranti e poco caste. Qualcuno bisbiglia alle mie spalle e cerca di capire chi sia. Possibile che non mi abbiano riconosciuta? Sono ciechi loro o sono io che sembro totalmente diversa? Possibile che si facciano condizionare in questo modo dalle apparenze?

Finalmente entra la signora Johnson, la professoressa di letteratura. Una volta giunta al suo posto alza lo sguardo verso la classe che nel frattanto è entrata in religioso silenzio. È sempre così con lei, sa essere molto carismatica e soprattutto temibile quando si arrabbia. Il suo sguardo si posa su di me. Mi fissa qualche secondo, sorride.

“Signorina Swan, ben tornata. Spero che non abbia altri problemi di salute d’ora in poi” esordisce. Alle sue parole tutte le teste si voltano nella mia direzione e mi fissano a occhi sgranati. Incredibile quanto possa essere ottusa la mente umana a volte.

“Grazie, Mrs Johnson. Lo spero vivamente anche io” rispondo timida.

“Ha completato il lavoro che le avevo assegnato?” chiede

“Certo” rispondo con entusiasmo. Sono stata sveglia quasi tutta la notte per completarlo. L’uscita con Edward mi ha particolarmente ispirato.

“Bene. Me lo consegni, allora”

Estraggo i fogli dalla borsa, mi alzo e con passo incerto mi dirigo verso la cattedra. Per fortuna sono al primo banco, per cui non ho dovuto fare molta strada. Consegno il lavoro alla professoressa, la quale lancia una rapida occhiata ai fogli e mi sorride.

“Sono sicura che sarà un ottimo lavoro, signorina Swan”

Sorrido timida, arrossisco. Quando mi volto per raggiungere nuovamente il mio posto il sangue mi gela nelle vene. Tra i vari sguardi perplessi intravedo quello pervertito di Mike Newton che mi fa una radiografia integrale a raggi X per la cupidigia che posso leggervi, e quello ancora più pericoloso del suo degno compare Tyler. Una smorfia di disgusto si dipinge sul mio viso. Chino il capo e mi dirigo al mio posto.

Il suono della campanella mette fine al mio supplizio. La prossima ora è in compagnia di Angela. La parte problematica sarà raggiungere l’aula di trigonometria ignorando ciò che mi circonda. Vorrei sapere dov’è finita la mia maschera di sicurezza, quella che mi ha caratterizzato finora. Ah, sì. A casa Swan con tutti i miei abiti. Sospiro pesantemente, prendo il mio zaino e me lo porto su una spalla. Mentre sto per giungere all’uscio dell’aula una presa ferrea mi blocca e qualcuno con forza mi schiaccia contro la parete. Quattro occhi famelici mi fissano. Due ghigni orribili  di fronte i miei occhi.

“Bene, bene. Cuore di ghiaccio Swan, hai deciso di scioglierti un po’?” chiede sibillino Mike scrutandomi con lussuria e il suo compare non è da meno.

Afferro tutto il mio coraggio e gli rispondo per le rime.

“Se anche fosse di certo non mi scioglierei con te, Mike. Né tanto meno con il tuo compare” digrigno furiosa tra i denti. Odio questi atteggiamenti.

“Suvvia, Bella. Sono sicuro che ti piacerà”

“Non essere ridicolo Tyler. Tutto ciò che può venire da te sicuramente non è piacere. Sei solo un viscido e un codardo, fai fare il lavoro sporco al tuo compare” sbotto sempre più irritata e nel mentre cerco di divincolarmi dalla presa del viscido.

Tyler allunga una mano e mi accarezza una guancia.

“Mi piacciono le sfide, danno più sapore alla vittoria”

Un moto di nausea pervade il mio stomaco.

“Toglimi le mani di dosso, hai capito? Non ti azzardare mai più a toccarmi”

Due ghigni maligni si disegnano sui visi dei miei aguzzini. Mi sento persa. Già singolarmente sono troppo forti per me, figuriamoci in due.

“Toglile subito le tue zampacce di dosso” una voce amica e meravigliosa illumina la speranza ormai persa di liberarmi di loro.

“Cosa vuoi, Cullen?” sibila Mike al mio salvatore.

“Quello che ho detto: toglile le mani di dosso. IMMEDIATAMENTE” acutizza con tono minaccioso l’ultima parola.

Mike gli obbedisce e io appena libera mi fiondo tra le sue braccia.

Edward mi fissa con occhi dolci e preoccupati e non posso fare a meno di sorridere per rassicurarlo che sto bene.

Mike scoppia in una risata sguaiata, Tyler lo guarda perplesso, Edward torvo.

“E così Cuore di ghiaccio hai deciso di darla a Cullen, eh?” a quelle parole inorridisco. Il mio corpo è scosso da tremiti di rabbia, pura e semplice rabbia.

Edward mi stringe maggiormente. Il mio viso è completamente immerso nel suo petto e la mia mente è offuscata dalla fragranza del suo profumo mascolino. Dolce come il miele.

“Se anche fosse non sono affari tuoi Newton” sibila con tono quasi omicida il mio protettore.

“Hai ragione, Cullen. Magari però dopo potresti farla assaggiare anche ai tuoi amici”è proprio un viscido.

“Non ci penso nemmeno. Vi avverto non azzardatevi più a importunare Bella altrimenti farete i conti con la mia furia”

“Tsz” Mike schiocca la lingua tra i denti in segno di disaccordo e si allontana dall’aula non prima di essersi lanciato occhiate di sfida con Edward. Il suo viscido compare, invece, non ha fatto altro che lanciarmi occhiate di pura lussuria. Disgustoso. Non posso soffocare la smorfia di disgusto dipinta sul mio volto.

Edward mi avvolge le spalle con la mia giacca. Mi stringe maggiormente a sé, mi sfila i libri e lo zaino. Con sguardo profondo e preoccupato mi scruta con attenzione. Non posso fare a meno di perdermi nei suoi occhi: meravigliosi è l’unico aggettivo che si può assegnare, eppure è troppo poco.

“Stai bene, Bella?” mi chiede premuroso.

“Sì, sto bene, ora. Grazie, Edward” riesco a dire con voce flebile. Sono ancora un po’ scossa, ma tra le sue braccia non potrei sentirmi meglio.

Mi regala il suo sorriso sghembo, quello che mi mozza il respiro e mi fa tremare le gambe.

Non può fare così, vuole uccidermi? Il mio povero cuore non può sopportare tutto questo!

Sospira e il suo alito fresco e profumato inonda le narici: sono completamente andata.

“E’ meglio che andiamo, altrimenti faremo tardi. Che lezione hai ora?” chiede

“Oh… ehm… sì….. trigonometria…. Due ore di trigonometria” riesco a farfugliare in modo confuso. Inarca un sopraciglio e comincia a incamminarsi nel corridoio con una mano attaccata alla mia vita.

Durante il tragitto non pronuncia parola, sembra immerso nei suoi pensieri. Lo osservo attentamente è così bello nella sua espressione seria e pensierosa, gli conferisce un fascino nuovo, sembra una creatura leggendaria avvolta dal mistero. In tutto questo turbinio di pensieri arriviamo dinanzi l’aula di trigonometria, senza accorgermene. Perdo completamente il senso del tempo e dello spazio quando sono con lui. Mi chiedo se tutto ciò è un bene.

“C’è Angela con te a lezione?” chiede dopo aver visto la mia amica seduta in un banco.

Annuisco. Non ho la forza di dire una sola parola. Troppo presa da lui.

“Bene, così almeno qualcuno ti farà compagnia e spero vivamente che nessun altro ti dia fastidio” pronuncia le ultime parole tra i denti.

“Lo spero anch’io” sussurro debolmente facendo fuori uscire un sospiro dalle mie labbra e chinando il capo.

Edward mi alza il viso con due dita poste sotto il mento. Mi fissa intensamente negli occhi.

“Non pensare che sia colpa tua. Sono loro che hanno la mente perversa, Bella. Non dimenticarlo” soffia sulle mie labbra.

Lo fisso ipnotizzata, le labbra leggermente dischiuse per assaporare la sua dolce fragranza. Sono proprio una drogata. Lentamente avvicina il suo viso al mio e quando sembra avvicinarsi alle mie labbra ecco che devia il percorso e mi sfiora una guancia. Io vado in fiamme. Non c’è centimetro del mio corpo che non bruci. Il respiro è irregolare. L’ho detto che ha intenzione di uccidermi?

Si sposta da me. Mi sorride.

“A dopo” dice e si allontana. Sono di nuovo sola. Mi volto e cerco di ignorare tutto e tutti. Mi siedo al mio posto accanto ad Angela. Pone una sua mano sulla mia. Mi volto e mi sorride, compiaciuta credo. Le sorrido di rimando. Adoro Angela, perché non è pettegola, si interessa sinceramente alle persone e soprattutto non è invadente.

“Mhmmm, Mhmmm” qualcuno alle mie spalle si chiarisce la gola.

Mi volto e mi ritrovo una Jessica con gli occhi di fuori e una Lauren indignata che cercano di sovrastarmi dalla loro altezza.

Le guardo interrogative. Cosa vogliono, adesso queste due?

“Si può sapere cos’è questa storia?” sbotta infine Lauren.

“Quale storia?” chiedo con finta aria innocente. Odio le cheers di Forks.

“Cosa ci facevi in compagnia di Edward, stamattina? Cosa significa questo improvviso cambio di look?”

“Non sono affari vostri” sibilo minacciosa. Mi stanno facendo arrabbiare.

“Non penserai, vero che una minigonna e un po’ di tette al vento possano farti competere con noi, vero? Probabilmente Edward sta solo giocando con te, quindi non illuderti  mia cara. Tu per lui non conti nulla” esplode Jessica.

Sebbene non condivida il loro pensiero, quelle parole mi fanno male. Sono una stilettata al cuore. Perché in fondo so che per Edward conto poco, magari quanto un’amica e basta. Non potrò mai essere degna di lui. Questo però è un pensiero che tengo per me. Ora ho voglia di prendermi una piccola rivincita.

“Prima cosa la mia è una gonna e non una mini come quella che indossi tu” e la squadro da capo a piedi. Se la mia è una mini allora la sua è uno slip per quanto è corta.

“Secondo non mostro le tette al vento, ma sono ben coperte” altro sguardo stavolta a Lauren che indossa una maglietta con una scollatura dalla quale si vede interamente il pizzo del reggiseno a balconcino. Patetico.

“Terzo quello che c’è tra me e Edward non è affar vostro e per vostra informazione so badare a me stessa. Inoltre non è mia abitudine darla al primo che capita” altra leggera allusione.

“Quindi siete pregate di sparire” sibilo minacciosa le ultime parole. Le due si allontanano e si rifugiano al loro banco con la coda tra le gambe. Impossibilitate dal rispondermi anche per l’ingresso del professore in aula.

Angela mi rivolge un sorriso di assenso e ammirazione se riesco a interpretare bene la luce che brilla nei suoi occhi.

Questa giornata sta diventando piuttosto pesante. Cos’altro mi riserverà?

Il professore spiega e come al solito non capisco un’acca. Odio la trigonometria. Sono un po’ indietro con questa materia, urge un aiutino altrimenti penso proprio che prenderò un brutto voto. Il che guasterebbe la mia media. Potrei chiederlo a Angela. Appena ho l’occasione lo farò.

Sospiro pesantemente guadagnandomi uno sguardo curioso dalla mia compagna di banco. Le sorrido. Cerco di essere evasiva e mi perdo di nuovo nei miei pensieri. Le parole di quelle due arpie risuonano ancora nella mente. Non voglio credere che sia come dicono loro. È vero Edward fino ad ora si è sempre comportato così con le ragazze. Nonostante stesse con Tanya la tradiva con chiunque non preoccupandosi che magari così facendo poteva ferire i sentimenti della poveretta di turno. Quell’Edward non è l’Edward che è al mio fianco. Lo leggo nei suoi occhi. Sono sinceri. Probabilmente non mi ama, prova per me un sentimento di amicizia e di protezione come con una sorella. Sono io che a volte mi illudo o mi faccio del male pensando che forse qualche speranza c’è di arrivare al suo cuore. Io so che Edward è dolce, sensibile, premuroso; non arrogante, glaciale, cinico quale dimostra agli altri. Quella è una maschera. O almeno è quello di cui provo a convincermi. Ho bisogno di sapere che questa sia la realtà.

“Bella, Bella” Angela al mio fianco mi scuote.

“Sì?” chiedo ridestandomi dai miei loschi pensieri.

“Bella è suonata. Dobbiamo andare alla prossima lezione” mi dice sorridente Angela.

“Sì certo” rispondo laconica.

 Raccolgo le mie cose e ci avviamo all’uscita. Arrivata nei corridoi mi fermo. Edward mi ha detto “A dopo” forse viene a prendermi anche ora. Mi giro intorno, ma non vedo la sua figura. Angela, che prima era andata avanti, è tornata indietro non vedendomi al suo fianco.

“Chi cerchi Bella?” mi chiede sorniona la mia amica che credo abbia capito un po’ di cose.

“Nessuno” rispondo evasiva. Non c’è. Cosa ti aspettavi Bella? Mica può starti sempre appiccicato stile cozza? Avrà avuto da fare. Non è detto, poi, che intendesse che sarebbe venuto a scortarti, probabilmente voleva dire ci vediamo a mensa.

Mi avvio con Angela, mi guardo comunque di nuovo indietro e intorno, ma di Edward nessuna traccia. Arriviamo nel corridoio adiacente gli armadietti dove poco distante c’è l’aula di storia. Una risatina acuta e fastidiosa giunge alle mie orecchie. Mi volto verso quel suono e il mio cuore si ferma di colpo.

Appoggiato al suo armadietto se ne sta il mio sole personale e una Tanya in stile gatta in calore gli sfiora il petto in modo provocatorio. Una sua mano scende fino alla patta dei pantaloni e lui non la ferma. Chiude gli occhi a quel gesto. Anche i miei si chiudono il respiro diviene irregolare e calde lacrime vogliono uscire da essi. Deglutisco per ricacciare indietro il magone che mi ha assalita. Indosso la mia maschera di indifferenza e con Angela entro in aula. Una sorridente Alice mi saluta avvinghiandosi in un abbraccio caloroso. La ricambio con un sorriso amaro.

Lei mi guarda perplessa. Posso leggere una  muta domanda nei suoi occhi. Le rispondo scuotendo il capo in senso di diniego e un velo oscuro copre i suoi bellissimi occhi.

In questo momento vorrei tanto essere nel mio rifugio felice. Nella mia stanza a sfogare tutto il dolore che sento. Di cosa ti lamenti Bella. Lo hai detto anche tu che lui non ti considera in quel senso, che ti vede come una amica o come una sorella. E allora perché ti meravigli se cerca compagnia dalle altre? Lui non è il tuo ragazzo. Smettila di illuderti.

Volevo tanto far smettere la voce nella mia testa, ma non ci riuscivo. Più passa il tempo e più la consapevolezza di quei pensieri diviene realtà.

Sono solo una stupida e un’illusa.

 
POV EDWARD

Dopo aver lasciato Bella davanti la sua classe, ho raggiunto la mia e mi sono seduto accanto al mio compagno di banco e di vita Ben. Mi rivolge uno sguardo carico di domande. È proprio come la sua ragazza discreto e poco invadente. Ci credo che quei due vanno tanto d’accordo.

“Che c’è?” chiedo.

“Non è che hai da dirmi qualcosa?” chiede lui di rimando.

“Non c’è niente da dire. A cosa ti riferisci? Sii chiaro” so esattamente cosa vuole sapere, ma voglio che sia lui a chiedermelo.

“Ho notato una ottima intesa con Bella stamattina. C’è niente che il tuo vecchio amico sia degno di sapere?” sorride sornione.

Alzo gli occhi al cielo e sorrido divertito della sua curiosità.

“Non farti film amico. Bella e io siamo amici. Punto” chiarisco.

“Mhmmmm” mugugna pensieroso al mio fianco.

“Non so perché questa storia non mi convince”

“E perché mai?”

“Sarà per il tuo comportamento, forse? Sei stato molto protettivo con lei. Inoltre, dal modo in cui la guardi ho la sensazione che vorresti mangiartela, neanche fosse un bignè”

“Si vede così tanto?” chiedo perplesso.

“Più o meno. Per chi ti conosce veramente sì. Comunque spero che tu non voglia giocare con i sentimenti di Bella. Lei non è come le ragazze che frequenti di solito. È una ragazza molto sensibile e sono sicuro che se ti cedesse sarebbe solo perché è coinvolta veramente da te e non per uno sfogo di ormoni. Non so se mi capisci” mi guarda serio.

“Non ho mai pensato di giocare con lei. Credo di conoscerla abbastanza da concordare con te. Se mai dovesse esserci qualcosa di più dell’amicizia tra noi sarà perché entrambi lo abbiamo voluto e non per uno sfogo come dici tu” ribatto altrettanto serio.

“Ti piace proprio, eh?” chiede sorridente.

Inutile girarci intorno. Ben è uno dei miei migliori amici con Jasper e mio fratello. Non posso mentirgli.

Annuisco. Non c’è nient’altro da dire e ritorniamo a seguire la lezione. Per tutto il tempo non faccio che pensare a Bella e a come stia affrontando da sola questa prima ora.

Quando odo il suono della campanella mi dileguo sotto gli occhi di un divertito Ben. Mi precipito verso l’aula di letteratura. Sento degli sghignazzi e la voce della mia stella adirata e spaventata.

Cosa diamine sta succedendo?

Inorridisco allo spettacolo che mi  si presenta davanti.

I due viscidi hanno chiuso in una morsa la piccola e fragile creatura che cerca di districarsi da quella gabbia. I loro sguardi famelici non mi piacciono. Inoltre, quel viscido di Tyler ha osato mettere le sue luride mani sulla mia piccolina. Non resisto ed intervengo. Bella riesce a liberarsi e si fionda dritta tra le mie braccia. Le chiedo se sta bene e lei mi sorride per incoraggiarmi. Poi la risata sguaiata di Newton risuona nella mie orecchie così come le parole orribili che ha osato pronunciare. È proprio meschino e porco. Quando esce dall’aula ci sfidiamo con lo sguardo deve solo osare posare di nuovo lo sguardo su ciò che è mio e lo riduco a voce bianca. Parola mia. Non mi sono neanche sfuggite le occhiate lussuriose dell‘altro porco. Stesso discorso vale per lui.

Perso in questi pensieri bellicosi nei confronti di quei due, accompagno Bella alla sua lezione di trigonometria. Sospiro di sollievo quando seduta in aula intravedo Angela. La saluto e le do appuntamento a dopo. Andrò a prenderla e l’accompagnerò alla lezione successiva che se non sbaglio è storia, con Alice. Questo lo ricordo.

Queste due ore sembrano non vogliano passare mai. Al termine dell’ora di spagnolo Mrs Goff mi richiama trattenendomi più del dovuto in aula. Vuole che prepari una tesina per la sua materia, in modo da migliorare il mio voto già ottimo. La ringrazio per la fiducia e esco. È passato troppo tempo Bella avrà già raggiunto l’aula. Cerco di raggiungerla per vederla almeno entrare e capire se sta bene o meno.

“Edward, caro” una voce stridula mi fa fermare all’altezza degli armadietti.

“Cosa vuoi, Tanya?” chiedo un po’  brusco.

“Nervosetto, eh? Cos’è quella scialba della Swan non sa soddisfarti come facevo io?” chiede sibillina fiondandosi su di me e accarezzandomi suadente il petto. La sua mano mi accarezza con tocchi lascivi lungo il ventre fino a raggiungere la patta dei pantaloni. Al quel tocco chiudo gli occhi. È tanto che non faccio sesso e Tanya sa come prendermi. Subito il volto di Bella si materializza ai miei occhi e ogni pensiero poco casto in quel momento si dissolve come neve al sole.

“Non vedo cosa c’entri Bella con le mie soddisfazioni fisiche. Inoltre gradirei che non le attribuissi aggettivi che non le si addicono. Bella è tutto fuorché scialba” e con queste parole la scosto con poco garbo da me.

“Cos’è ti ha fatto il lavaggio del cervello o te l’ha data come ha fatto con tutti i ragazzi di Phoenix?” sorride maligna per le sue parole e per l’espressione del mio viso.

“Sorpreso? Santa Isabella Swan non è altro che una sgualdrina della peggior specie” continua la sua tortura.

“Smettila” sbotto irritato come una furia. Cosa ne sa lei del passato di Bella?

“Cosa vuoi saperne tu del passato di Bella?” chiedo furioso.

“Ne so molto più di te a quanto vedo”

“Ringrazia che sei una donna altrimenti ti avrei fatto rimangiare le tue parole a suon di schiaffi. Sparisci, ora. E non azzardarti ad avvicinare  Bella e parlarle con la tua lingua biforcuta. Chiaro? Se scopro anche solo che l’hai avvicinata non rispondo più di me. Sparisci” urlo le ultime parole.

I ragazzi che sono rimasti nel corridoio mi guardano con un misto di perplessità e paura. Intravedo anche Jasper che mi guarda comprensivo. Deve aver capito qualcosa, forse.

“Come vuoi. Ma la verità verrà a galla. Sappi che quando aprirai gli occhi sarò qui ad aspettarti, Eddy” detto ciò si allontana con fare felino. Come ho fatto  a mettermi con una serpe del genere? Quello che mi preoccupa maggiormente sono le sue parole. Cosa sa lei del passato di Bella? E soprattutto come lo ha saputo? Questa storia non mi piace per niente. Spero solo che Bella fosse già in aula e non abbia sentito le cattiverie di Tanya. Le ha dette con tono basso, per far sentire solo a me, però non si sa mai.

Trascorro questa ultima ora in piena crisi d’ansia. Tanya mi ha veramente irritato a morte. Ho bisogno di Bella, solo lei può calmarmi. Ho bisogno solo di lei e di nient’altro. Jasper al mio fianco sembra percepire il mio stato d’animo.

“Smettila, Edward. Non sei di aiuto a nessuno se ti agiti in questo modo” sibila in tono basso il mio quasi fratello. Lo guardo con gli occhi di fuori.

“Non dar peso alle parole di Tanya. Lo sai che in quanto a cervello sta messa male”

“In quanto a cervello può darsi, in quanto a velenosità non direi. Sa essere pericolosa quando vuole. E poi come sai quello che mi ha detto. Qualcun altro ha sentito?” chiedo ansioso.

“No. Non ho ascoltato niente. Ho solo capito che ti ha detto qualcosa di spiacevole riguardo Bella. Nient’altro. Non preoccuparti per questo. Ho solo intuito il resto.” Annuisco.

Jasper è sempre molto attento allo stato emotivo delle persone, soprattutto quelle a cui tiene.

Al suono della campanella cerco di sgattaiolare via per raggiungere Bella e accompagnarla a mensa. Jasper mi trattiene per un braccio.

“Che....?” Jazz mi fa cenno di no col capo.

“Non essere così oppressivo. Dalle un po’ di fiducia. Ci sono Alice e Angela adesso con lei. Non essere soffocante. Poi hai bisogno di calmarti. Non puoi farti vedere da lei in questo stato. Andiamo a mensa” chino il capo alle sue parole. Jazz sa essere molto saggio e io invece troppo impulsivo. Ha ragione lui. Se continuo così rischio di allontanarla per troppo soffocamento. Non riesco a trovare pace se non con lei accanto, però.

Arriviamo a mensa ci sediamo al solito tavolo. Ben ci raggiunge. Mi guardo intorno alla ricerca delle ragazze. Ma dove sono finite? Dall’ingresso vedo spuntare mia sorella e Angela. E Bella? Dov’è finita? Comincio ad agitarmi sulla sedia. Jasper mi blocca. Lo guardo ad occhi sgranati.

Ben si accorge del mio stato d’animo e quando arrivano le ragazze

“Tesoro, come mai da sole? Bella dov’è?” chiede.

Le ragazze si guardano complici, non mi sfugge la luce oscura negli occhi di mia sorella.

“Alice, cosa è successo? Dov’è Bella?” chiedo con tono acido.

Per tutta risposta l’insolente di mia sorella fa spallucce.

“Alice ti ho posto una domanda, gradirei una risposta” stavolta sono arrabbiato decisamente.

“Non lo so” risponde laconica.

“Come non lo sai? Avete trascorso l’ultima ora insieme”

“Non lo so. Bella è stata strana tutta l’ora. Quando è suonata la campanella ci ha detto che non sarebbe venuta a mensa, che aveva un altro impegno”

“E in cosa consiste questo impegno?”

“Non lo sappiamo. Non ha voluto dircelo” interviene Angela

Forse è con Steven. All’ingresso ha detto che voleva parlarle. Forse è con lui. Un moto di rabbia mi invade. Mi alzo e faccio per andare.

“Fossi in te non andrei a cercarla” dice Angela

La guardo perplessa. Lei non mi avrebbe mai detto una cosa del genere, se non sapesse qualcosa. Forse Bella non mi vuole?

“Come mai?” chiedo gentile.

“Beh, ecco, non so se dirtelo” arrossisce e china il capo.

“Per favore, Angela. Se sai qualcosa parla. Mi state facendo impazzire con tutti questi misteri” cerco di mantenere un tono gentile, ma risulto solo quasi isterico.

“Sembri davvero molto preoccupato per lei!” esclama meravigliata

“Perché non dovrei?” chiedo confuso.

“Dopo quello che è successo… beh, pensavo che loro avessero ragione… ma forse mi sbaglio…”

“Ti prego Angela sii chiara”

“Ecco prima che iniziasse l’ora di trigonometria Bella è stata letteralmente assalita – in termini verbali – dalle cheers”

“Cosa le hanno detto? E chi di loro?” non so quale di quelle streghe sia in classe con Bella.

“Jessica e Lauren. Hanno detto diverse cattiverie alla povera Bella. In primis denigrando il suo aspetto mi vergogno solo a ripetere le allusioni che hanno usato. Poi le hanno detto che tu la prendevi in giro che l’avresti solo usata e poi buttata via. Che  per te lei non conta niente”

“Quelle…. Quelle….” Tremo dalla rabbia come hanno osato e Bella come ha potuto crederle.

“Se ti può consolare Bella si è difesa molto bene. Le ha letteralmente ammutolite. La ammiro tantissimo ha tanto grinta la mia amica”

Immagino la mia gattina cacciare le unghie.

“Grazie Angela per avermi riferito. Comunque vado a cercarla”

Mi precipito fuori prima che qualcun altro m fermi. Dove sei mia dolcissima Bella?

La cerco nell’aula di chimica: ho pensato che si fosse già rifugiata lì dato che dopo abbiamo lezione insieme. Non c’è. Nell’aula di musica, nel bagno delle ragazze, nello sgabuzzino. Niente. Sembra essersi dileguata nel nulla.

Dove potrebbe essere andata? Poi un’illuminazione.

Mi dirigo nel luogo che ha partorito la mia mente. Entro. C’è solo silenzio e pagine di libri che si sfogliano. Sono in biblioteca. Anche l’altra volta si è rifugiata qui con la scusa della sua ricerca di letteratura. Mi inoltro tra gli scaffali. Seguo la categoria dei classici. Sento un sospiro familiare provenire dallo scaffale alle mie spalle.

Con passo felino e silenzioso seguo quel sospiro. E finalmente la vedo. Intenta a raggiungere uno dei libri troppo in alto per lei. Mi sistemo alle sue spalle. Cerco di capire quale sia il libro. Incastro il suo corpo tra lo scaffale e il mio sfioro la sua mano delicata e sfilo il libro dallo scaffale.

“Ma..?” dice Bella. Quando si gira la vedo sgranare gli occhi.

Sono un po’ arrabbiato con lei. Perché è venuta qui invece che da me?

Sospira.

“Questo mi sembra proprio un deja-vou (non so se si scrive così correggetemi se è sbagliato)” sussurra, la sento ugualmente.

Le sorrido.

“Come mai non sei venuta a mensa?” chiedo

Mi fissa il suo sguardo è vuoto e assente. Non mi piace.

“Non credo ti interessi” risponde laconica. Cerca di svincolarsi dalla mia presenza. Perché? Percepisco la sua freddezza. La distanza tra noi.

“Si può sapere cos’hai?” sbotto adirato. Non ne posso più di sentirla lontana. Perché se facciamo un passo avanti sento che succede qualcosa e ne facciamo due indietro?

“Niente, Edward. Niente” abbassa il capo e sospira.

“Bella, guardami negli occhi e dimmi cosa c’è che non va” ordino come un generale. Con le buone o con le cattive mi dirai tutto!

Alza il capo e il suo sguardo glaciale mi fa fremere di paura.

“Non c’è niente che non va. Lasciami in pace e torna dalle tue distrazioni” il suo tono è duro.

“Possibile che tu credi a quello che dicono quelle streghe e non …”

“No, io non credo a quello che sento, ma a quello che vedo” m interrompe furiosa.

“Si può sapere cosa hai visto?” stavolta sono io a non capire.

Lei distoglie lo sguardo e volta il capo dall’altra parte, interrompendo il contatto. Le braccia abbandonate lungo i fianchi e  le mani chiuse a pugno. Sembra turbata.

“Bella, per favore. Rispondi”

“Lasciamo perdere” mormora.

“No che non lascio perdere. Voglio sapere cosa ti ha turbata, ora”

“Tu mi hai abbandonata. Mi hai lasciata sola. Ti ho aspettato e tu non sei venuto” dice infine con voce tremante.

Le avevo promesso che le sarei stato accanto, che l’avrei protetta. Invece non ci sono stato.

“E’ questo che ti ha ferita. Perché non sono venuto? Bella” faccio un passo per avvicinarmi. Lei ne fa uno per indietreggiare.

“Bella non sono venuto perché sono stato trattenuto”

“Sì certo, ho visto come sei stato trattenuto” sbotta sarcastica. Apre maggiormente gli occhi e si porta una mano alla bocca.

Ha visto come sono stato trattenuto? La consapevolezza di quello che ha visto  si fa strada dentro di me.

“Hai visto Tanya” le parole mi escono senza pensarci. La sua reazione mi fa capire che ho centrato il punto. Cosa ha visto esattamente, cosa ha sentito?

“Cosa hai visto Bella, cosa hai sentito?” furioso mi fiondo su di lei e le afferro le esili braccia. I miei occhi bruciano nei suoi. Devo sapere.

“Bella” continuo infierendo su di lei, che mi guarda impaurita per la mia reazione.

“Io…io…io… ho visto lei che ti toccava e…. sono andata via” spiega timorosa.

Allento la presa.

“Nient’altro?”

“No…. Lo so che è stupido da parte mia… che non sono nulla per te… tu sei libero e puoi dedicarti a tutte le distrazioni che vuoi, puoi avere tutte le ragazze che vuoi, però mi sono sentita tradita, ecco…” mi guarda timorosa di sottecchi.

L’abbraccio di slancio e la stringo forte. Affondo il mio viso tra i suoi capelli morbidi e profumati.

“Perdonami le soffio tra i capelli” lei ricambia il mio abbraccio e affonda nel mio petto.

“Sono stato trattenuto da Mrs Goff, l’insegnante di spagnolo” spiego “Quando mi ha lasciato libero era tardi per raggiungerti. Mi stavo dirigendo verso l’aula di storia per verificare che stessi bene. È stato allora che ho incontrato Tanya. Ha cercato di sedurmi, ma l’ho respinta. Non voglio più avere niente a che fare con lei”. Le ultime parole le proferisco con astio.

“Davvero stavi venendo da me? Come facevi a sapere che avevo storia?”

“E’ una lezione che hai in comune con Alice. Per questo lo so”

La sento sospirare.

“Scusami” dice

“E di cosa?”

“Per aver frainteso. A quanto pare non ne combino una giusta” sembra un po’ frustrata.

Sghignazzo. Lei si scosta per guardarmi e mi guarda accigliata.

“Pace?” dico

“Pace” annuisce.

Le do un bacio sulla fronte e la tengo stretta ancora un po’. Mi è mancata così tanto.

“Credo sia ora di andare”

Lei annuisce.

La prendo per mano, raccogliamo le sue cose e ci dirigiamo verso l’aula di chimica. Al nostro ingresso tutte le teste sono voltate verso di noi, in particolare sulle nostre mani intrecciate. Bella se ne accorge e tenta di districare la presa. La guardo contrariata e lei accigliata. Non mi importa dei commenti, tra me e lei esiste un legame e voglio che sia ben chiaro a tutti. Angela, invece ci guarda con aria sorridente. Ci avvciniamo al suo banco.

Sorrido in direzione di Angela. Poi mi rivolgo alla mia compagna di banco.

“Ti dispiace?” lei mi guarda smarrita e piuttosto contrariata si sposta e prende posto accanto a Angela.

“Ma….?” Chiede Bella.

“Niente ma… questo è il tuo posto. Era il posto fin dall’inizio, ricordi? Non protestare e siediti” sghignazzo per la colorazione che ha assunto il suo viso. Decisamente adorabile.

Lei siede al mio fianco. Steven fa il suo ingresso in aula e guarda nella nostra direzione. Lo vedo perplesso.

Non te l’aspettavi, vero?

Prendo la mano di Bella tra le mie. Mi guarda esterrefatta. Le sorrido. Ho bisogno di sentirla al mio fianco. Lei si rilassa e si lascia andare. Quanto la adoro quando si abbandona totalmente a me. Steven fissa le nostre mani intrecciate e un cipiglio contrariato spunta sul suo viso.

Al termine delle due ore le più belle in assoluto di questa giornata, io e Bella ci dirigiamo verso l'uscita, ma Steven ci interrompe.

"Bella, scusami, dovrei parlarti. E' importante" . Si fissano negli occhi. Lo sguardo di entrambi è serio. Capisco che è giunto il momento di lasciarle la sua privacy. Anche se la cosa non mi piace per niente.

"Bella,  ora ho gli allenamenti. Se ti va dopo puoi raggiungermi in palestra"

Lei annuisce.

"Ok, a dopo, allora" la abbraccio di nuovo con impeto e le sussurro tra i capelli "Sta attenta"

"Non preoccuparti. Te l'ho detto: Steven è innocuo" sghignazza.

Sì come no, proprio innocuo.

Le bacio la fronte e la lascio sola. Con lei lascio anche un pezzo di me stesso.

POV BELLA

Edward è andato via. Ora sono sola con Steven.

"Allora, cosa hai da dirmi di così importante?" chiedo un po' stizzita. Ha rovinato il mio pomeriggio con il mio principe. Sembra non avermi ascoltato e guarda un punto lontano davanti a sè.

"Steven" lo chiamo.

Sobbalza. "Piuttosto possessivo il ragazzo. State insieme?" chiede d'un tratto.

"Steven hai fatto tutto questo mistero solo per sapere cosa c'è tra me e Edward?" mi sto cominciando ad arrabbiare.

"No, non è per questo. Però non ho potuto fare a meno di notare il suo atteggiamento. Cosa c'è tra voi, Bella?"

"Niente. Siamo solo amici" alza un sopracciglio.

"Sarà, ma non credo che le cose stiano esattamente così, o sbaglio?"

Ora comincio ad irritarmi seriamente.

"Se l'argomento di discussione è questo allora non abbiamo niente da dirci" cerco di uscire, ma mi trattiene per un braccio. Il suo sguardo è divenuto serio.

"Bella, quello che ho da dirti è piuttosto importante. Gli altri non vogliono che te ne parli. Penso, però, che sia giusto che tu sappia"

"Non capisco, di cosa stai parlando e chi sono questi altri?" sono confusa

"Sto parlando di Sarah, Jennifer e Jacob. Loro non vogliono che ti dica questo, invece sono dell'opinione che tu debba sapere. Non è giusto tacerti un fatto così importante"

"Mi stai facendo preoccupare. E' successo qualcosa di brutto?" chiedo con voce tremante e visionando dinanzi ai miei occhi tuti gli scenari più terrificanti possibili che coinvolgano i miei vecchi amici.

"Ecco, Bella, questo fatto ha diverse sfaccettature. Può definirsi bello o brutto a seconda dei punti di vista"

"Non tenermi sulle spine. Cosa è successo?"

"Si tratta di Cheryl"

Il sangue si gela nelle vene. Cheryl. Cosa è capitato ancora alla mia dolce amica? Sento le forze venir meno e la mente vagare nei ricordi dolorosi che ci hanno accomunato. Vuoto percepisco solo questo. Un terribile e spaventoso VUOTO.

aspettavi, vero?

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 Risposte alle Recensioni:

 anto_cullen [Contatta] Segnala violazione
 11/01/10, ore 17:33 - Capitolo 1: Capitolo 1 Ciao carissima, sono onorta delle tue attenzioni.... spero che questo capitolo sia di tuo gradimento.

 piccolinainnamora [Contatta]

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 31/01/10, ore 16:01 - Capitolo 21: Capitolo 21

Eccomi qui.... Non preoccuparti la continuo... Scusa per il riardo....

 bella cullen89 [Contatta]

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 24/01/10, ore 16:32 - Capitolo 21: Capitolo 21

Sono contenta che ti piaccia la storia.... per quanto riguarda quando aggiorno... beh di solito cerco di aggiornare almeno due volte la settimana, ma non ho giorni fissi, in quanto ogni capitolo si scrive volta per volta.... questa lunga pausa è stata dovuta ai motivi personali che ho spiegato  in testa alla pagina....

 samy88 [Contatta]

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 06/01/10, ore 22:08 - Capitolo 21: Capitolo 21

Carissima è sempre bello avere la tua opinione.... spero che anche questo capitolo accolga la tua benedizione.... purtroppo per sapere cosa ha da dire Steven a Bella dovrai attendere ancora un altro capitolo.... a presto e scusa tanto per il ritardo.... baci...

 lisa76 [Contatta]

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 04/01/10, ore 11:31 - Capitolo 21: Capitolo 21

Sono con le lacrime agli occhi per il tuo commento... Grazie per la tua analisi dettagliata... sono felice che tutte le sfaccettature anche psicologiche vengano fuori... a volte penso di essere troppo prolissa, però a volte sono i personaggi che insistono per  venir fuori... io li assecondo.... grazie ancora....

 rodney [Contatta]

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 04/01/10, ore 03:20 - Capitolo 21: Capitolo 21

Come vedi Eddy sta già cominciando a esplodere..... il loro legame si sta solidificando e maturando abbastanza..... per il resto poi.... tra un po' arriveranno le scintille... promesso....

 erika1975 [Contatta]

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 01/01/10, ore 18:44 - Capitolo 21: Capitolo 21

Ti posso assicurare mia cara che quello che si espone di più è proprio vero.... come vedi si comprende già da qst chappy.... concordo pienamente sul fatto che Bella sia una grande tonna....  Mi dispiace per eddy, ma toccherà fare tutto alui.... ihihihih.... non so se a Bella convenga tanto.......

 vyvya [Contatta]

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 31/12/09, ore 13:31 - Capitolo 21: Capitolo 21

Felicissima del tuo entusiasmo... edward marcare il territorio penso che lo stia facendo in maniera molto esplicita e Bella da tonna quale è non si accorge di niente...... staremo a vedere.....

 RenEsmee_Carlie_Cullen [Contatta]

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 30/12/09, ore 22:57 - Capitolo 21: Capitolo 21

Sì Sì Eddy è un grande e lo dimostra sempre di più.... ma anche Bella fa la sua parte ...... 

 twilighterpazza [Contatta]

Segnala violazione

 30/12/09, ore 22:44 - Capitolo 21: Capitolo 21

Appronfondire la loro conoscenza... sarà un po' difficile che li lascino in pace.... abbiamo ancora la cara tanya in giro... come vedi più agguerrita che mai.... 

 lilly95lilly [Contatta]

Segnala violazione

 30/12/09, ore 22:41 - Capitolo 21: Capitolo 21

Che dici delle nuove attenzioni su Bella?.... è come te l'aspettavi?...... continua a seguirmi.....

 grepattz [Contatta]

Segnala violazione

 30/12/09, ore 22:19 - Capitolo 21: Capitolo 21

Concordo sul fatto che Alice sia ingegnosa... direi astuta.... per quanto riguarda le intenzioni di jacob nel prossimo capitolo ti anticipo ci sarà un bel faccia a faccia tra Edward e Jacob..... e si scopriranno gli altarini e ciò che Steven vuol dire a Bella... o si è già capito?????

 alice_very_love [Contatta]

Segnala violazione

 30/12/09, ore 21:03 - Capitolo 21: Capitolo 21

eccomi qui anche se decisamente in ritardo.... spero che anche dopo questo chappy la storia continui a piacerti....

 Sara90 [Contatta]

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 30/12/09, ore 21:00 - Capitolo 21: Capitolo 21

Come vedi Eddy di guai non ne combina.... sa essere coerente.... sono le coincidenze ad essergli contro... per fortuna sa subito come rimediare.....

 Sognatricecoipiediperterra [Contatta]

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 30/12/09, ore 20:55 - Capitolo 21: Capitolo 21

Wow, sono onoratissima dell'attenzione che dedichi alla storia..... che mi dici della suspance di qst chappy... forse ce n'è un po' troppa?.....

 ada90thebest [Contatta]

Segnala violazione

 30/12/09, ore 20:38 - Capitolo 21: Capitolo 21

Adoro eddy possessivo..... mi è sempre piaciuto questo aspetto di questo personaggio..... anche se la possessione è di ambedue.... che dici di questo chappy? ..... a presto....

 

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Se volete potete dare un’occhiata anche ad un’altra mia storia: L’Angelo Oscuro (Aggiornata il 18/01/2010)


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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Eccomi qua..... nuovo aggiornamento  e novità....... finalmete scopriamo cosa vuol dire Steven a Bella.... lei come reagirà?.....

Ringrazio come sempre i 174 preferiti, i 234 seguiti e i 20 che mi hanno inserito tra gli autori preferiti.... Onoratissima...

Ringrazio anche chi legge solamente...

Baci

Luis

Amare oltre le Apparenze

Capitolo VENTITREESIMO

 POV BELLA

 

Un unico nome vortica nella mia testa: Cheryl. Si ripete come un’eco lontana. Un’unica immagine ha invaso i miei pensieri: il volto della mia amica. Piccola dolce Cheryl. Cosa ti è accaduto? Il destino ancora una volta si è accanito contro di te? Una fitta di dolore profondo mi perfora il petto. Non so se sto respirando, non so se ne sono ancora in grado data l’oppressione struggente al petto. E come in un film i ricordi si fanno largo e mi passano davanti gli occhi.

 
Primo giorno di scuola superiore. Io e Sarah dopo una mattinata decisamente stressante tra presentazioni varie alla nostra nuova classe ci avviammo in mensa. Una volta riempito il nostro vassoio, ci voltammo e scrutammo la sala in cerca di un tavolo riparato solo per noi. I miei occhi si posarono su un tavolo nella parte più isolata della mensa. Era occupato da una ragazza dai lunghi capelli scuri e lisci. Il capo chino, le spalle curvate. Ai miei occhi sembrava la creatura più fragile che avessi mai incontrato, tanto timida da volersi nascondere al mondo. Mi somigliava molto. Potevo capire il suo disagio. Se non fosse stato per l’esuberanza di Sarah anche io sarei stata così schiva con il mondo. Chiamai la mia amica e ammiccai in direzione della ragazza. Sarah mi guardò interrogativa non capendo le mie intenzioni. Mi avviai a passo deciso a quel tavolo, seguita a ruota dalla mia amica.

“Disturbo?” chiesi timidamente.

La ragazza che stava giocando con la forchetta alzò il viso. Due occhi color ambra bellissimi mi scrutarono. Un timido sorriso le si stampò sul viso. Era decisamente una ragazza molto carina.

“No, prego” sussurrò appena. La sentii lo stesso.

Mi sedetti accanto a lei. Sarah di fronte. Le sorrisi e le porsi la mano.

“Piacere. Io mi chiamo Isabella Swan. Ma puoi chiamarmi Bella. Lo preferisco” mi presentai.

“Io sono Sarah” anche la mia amica si presentò.

“Piacere. Mi chiamo Cheryl. Cheryl Sommers” ricambiò il nostro saluto con timidezza.

Io e Sarah le sorridemmo e lei ricambiò.

Da quel giorno diventammo inseparabili. Si aggiunse al nostro gruppetto anche Jennifer. La sua esuberanza era pari a quella di Alice. Era la più sfrontata di noi quattro, quella che ci esaltava quando eravamo avvilite. Io e Cheryl siamo sempre state le timide del gruppo, le sognatrici ci chiamavano. Fino a quando i nostri sogni si sono spezzati quella terribile sera.

 
“Bella, Bella. Ti prego rispondimi” la voce ovattata di Steven mi ridesta dai miei ricordi.

“Bella”

“Cosa?...”

“Vieni, Bella. Forse è meglio se ti siedi” mi porge la mano e io come un’automa l’afferro e mi lascio condurre verso un banco, dove mi fa accomodare su una della sedie. Prende l’altra e la posiziona di fronte a me.

Dopo aver respirato profondamente un paio di volte, ritorno lucida anche se ancora scossa. Con voce un po’ più sicura mi accingo a porgere la domanda che più mi ha assillato.

“Cosa è accaduto a Cheryl?”

“Vedi Bella, non vorrei dirti queste cose perché so che potrebbero ridestare brutti ricordi. Tu e Cheryl, però, eravate amiche, il vostro legame era forte. Anzi, mi correggo, è ancora forte tutt’oggi. Per questo penso sia giusto dirtelo”

“Smettila di tergiversare e rispondi alla mia domanda” dico irritata. Il suo girare intorno alla questione mi irrita particolarmente.

“Tu e Cheryl avete condiviso molte cose. Le ultime, ahimè, orribili. Cheryl è stata molto male. D’altra parte tu stessa hai visto lo stato catatonico in cui è caduta dopo il fatto. È stata così fino alla tua partenza. Ha cominciato pian piano a ritornare in sé. Forse dovrei dire a riprendere lucidità, perché lei era spenta, assente. In seguito ha cominciato a sentirsi male. Pensavamo tutti fosse a causa del trauma. Poi abbiamo scoperto la verità”

“Cosa stai cercando di dirmi?” chiedo timorosa di conoscere questa verità.

“Quella sera per Cheryl ci sono state diverse conseguenze. Di carattere emotive e anche fisiche” sospira pesantemente.

“Bella, Cheryl è incinta” dice tutto d’un fiato.

Resto pietrificata sulla sedia. Cheryl aspetta un bambino? Impossibile. Mi ritrovo a scuotere il capo in senso di diniego con fervore. Non è possibile. Non so perché istintivamente porto le mani sul mio ventre.

“Cheryl aspetta un bambino” sussurro tra me.

Steven annuisce.

Il seme di uno di quei bastardi si è impiantato nel corpo della mia fragile amica. Deve essere terribile per lei. Il ricordo di quella notte vivrà per sempre in quella creatura che sta crescendo in lei.

Poi a un tratto mille domande mi nascono in mente. Ho bisogno di sapere. Raccolgo tutta la forza di cui dispongo e con tono deciso interrogo il mio amico. L’unico al momento in grado di dissipare le nuvole oscure della mia mente.

“Ha deciso di tenerlo, suppongo. Altrimenti perché tutti questi misteri” annuisce.

“Hai detto che aspetta un bambino. Questo vuol dire che non è ancora nato? Sono trascorsi ben nove mesi da allora!” la mia è una constatazione più che una domanda

“Effettivamente il suo termine è scaduto. Il bambino potrebbe nascere da un giorno all’altro”

“E’ riuscita a scoprire almeno chi è il padre biologico?”

“No” risponde laconico. Distoglie lo sguardo.

Dalla sua reazione deduco che c’è qualcos’altro che mi sta nascondendo.

“Steven, hai deciso di parlare. Fallo fino in fondo, allora. Cos’altro c’è?”

Lui mi guarda negli occhi intensamente.

“Come vuoi. Quando Cheryl ha scoperto di essere incinta ci ha stupiti tutti. Da subito ha voluto tenere il bambino. Quella creatura le ha dato nuova vita. La luce della tristezza brilla ancora nei suoi occhi, ma brillano. È tornata alla vita. Le ragazze hanno affrontato all’insaputa di Cheryl i bastardi. Nessuno di loro si è scomposto. Figurati hanno addirittura insinuata che la piccola avesse avuto qualche rapporto con qualcun altro e ora volesse affibbiare la creatura a uno di loro”

“Che bastardi” esclamo.

Steven annuisce.

“Ovviamente Cheryl non sa niente di tutto questo. Le hanno risparmiato questa umiliazione. Ad ogni modo lei è convinta che il padre sia Paul”

“Come mai?” chiedo interrogativa.

“Non lo immagini?” mi chiede con un sorriso.

“Oh” riesco solo a dire.

“Questo è tutto, Bella” conclude

“Così gli altri non volevano io sapessi?” domanda retorica la mia.

“Sì”

“Anche Jacob? Lui sa tutto vero?” ora mi è tutto chiaro. Il suo strano tono al telefono. Le sue domande su Steven.

“Sì. Ho litigato con loro. Avrei voluto dirtelo la settimana scorsa, ma è successo tutto quel pandemonio con Cullen e non ne ho avuto la forza”

“Come mai sei andato contro di loro?” è strano che Steven vada contro Sarah, sono sempre stati molto affiatati a livello caratteriale e stando ad alcuni discorsi intimi della mia amica anche a livello fisico.

“Loro non volevano dirti nulla a causa delle tue condizioni emotive. Anche se ora sei lontana, sappiamo benissimo che non hai ancora superato il trauma. Loro avevano paura che raccontarti questa storia ti avrebbe scombussolata ulteriormente e non volevano farti soffrire.”

“E tu?”

“Io sono stato combattuto. Da una parte ero d’accordo con loro per le tue reazioni, dall’altra ho pensato fosse giusto che tu sapessi. È un momento importante per Cheryl. So quanto eravate legate e ho pensato che se un giorno l’avessi saputo non ti saresti mai perdonata di non esserle stata accanto”

“Non posso dirti che la tua rivelazione non mi abbia scioccata o scombussolata. Sono molto confusa e scossa. Non lo nego. Hai fatto bene a dirmelo. Hai ragione non mi sarei mai perdonata il non esserle stata accanto. Ora se non ti dispiace, ho bisogno di restare un po’ da sola. Devo riflettere” sorrido

Annuisce.

“Bella?”

“Sì”

“Per qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi”

“Non preoccuparti per me. Ti ringrazio dell’offerta”

“A presto”

“A presto” sussurro, mentre lui mi lascia sola con i miei pensieri e i miei ricordi. Cosa devo fare?

 
POV EDWARD

 Ho lasciato Bella da sola con il damerino biondo. Non mi piace saperla sola con lui. Mi costa ammetterlo, però, almeno con lui, è al sicuro in qualche modo. Non credo sia talmente sfrontato da provarci. O no? Perso nelle mie elucubrazioni non mi rendo conto di essere davanti la porta dello spogliatoio. Apro lentamente la maniglia e spingo per aprire. Appena scostata la porta odo degli sghignazzi fastidiosi provenire dall’interno.

“Ehi avete visto la strafiga in compagnia del capitano, stamattina?”

“Certo che l’abbiamo vista. Mi chiedo dove fosse nascosta non l’ho mai vista”.

“Idiota! Non ti sei accorto che era la Swan?”

“Chi? La figlia dell’ispettore?”

“Sì proprio lei. Cuore di ghiaccio”

“Non ci posso credere. Ma avete visto che sventola? Dove la teneva nascosta quella roba?”

“Hai visto che gambe?”

“Per non parlare delle tette. Avete visto che roba. Ha anche un bel fondoschiena”

“Decisamente fa concorrenza alla nostra capo cheers”

“Che dici non c’è proprio paragone”

“Certo che il capitano se le sa scegliere le ragazze”

“Edward è decisamente un buongustaio. È riuscito a vedere quello che nessuno di noi si era accorto”

“Beh. Potemmo chiederle un appuntamento”

“Non ci pensare nemmeno. Se lo scopre il capitano ti fa nero”

“Cosa vuoi che gli importi con Tanya non se n’è mai importato niente”

“Si dà il caso che non stiamo parlando di Tanya. Ho sentito commenti di alcune persone sul suo comportamento possessivo nei confronti della Swan. Quindi non ci provare”

Adesso basta. Sono stufo di tutti questi commenti. Entro palesando la mia presenza. Tutti ammutoliscono. Mi guardano di sottecchi. Non mi curo di loro.

Avanzo verso il mio armadietto. Lo apro.

“Allora, Cullen. Cosa mi dici della tua nuova pollastrella? Ci sa fare a letto?” ammicca il pervertito di Newton.

“Newton non ti è bastata la lezione di stamattina?” sibilo minaccioso. Nel frattempo entrano anche Jasper e Ben.

“Non mi fai paura Cullen. Qui sono tutti curiosi di sapere come hai fatto a far capitolare Cuore di ghiaccio” sogghigna maligno.

“Non ho fatto capitolare proprio nessuno. E per la cronaca giù le mani da Bella chiaro?” dico e mi volto a fissare tutta la squadra.

“E’ territorio off limits. Mi sono spiegato?” continuo. I miei compagni di squadra mi guardano intimoriti. Non si aspettavano un simile atteggiamento da parte mia.

Jasper e Ben se la ridono.

Gli lancio un’occhiataccia. Torno al mio armadietto, indosso la divisa e con gli altri mi reco in palestra. Fisso lo sguardo verso gli spalti. C’è mia sorella che lancia bacetti al povero Jasper che arrossisce per l’imbarazzo. Quella nana è propria terribile e soprattutto incontenibile. Le sorrido comincia a lanciare bacetti anche al sottoscritto. Sghignazzo è proprio incorreggibile. Al suo fianco c’è Angela che lancia occhiate languide a Ben che si scioglie come neve al sole. Sono proprio sdolcinati quei due. Con mio stupore vedo mio fratello Emmett.

“Ehi Eddino, mi raccomando non battere la fiacca altrimenti dico a Bellina di mandarti in bianco!”

Lo guardo truce. È impazzito. Tutti i miei compagni si voltano nella mia direzione. Mi lanciano occhiate maliziose e alcuni carichi di invidia.

“Emmett smettila. Ti sembra il caso di dire certe cose in pubblico?” la mia frase è ambigua. Avrei dovuto smentire. Sarebbe inutile non mi crederebbero comunque. È meglio così, vuol dire che non avranno il coraggio di provarci con lei e la lasceranno finalmente in pace.

“Emmett smettila di fare lo stupido e non mettere in imbarazzo tuo fratello” sbotta Rosalie dall’angolo dove le cheers stanno svolgendo i loro allenamenti.

Alice non ha proferito parola. Mi fissa con sguardo indecifrabile. Chissà forse non è contenta di queste chiacchiere.

Il nostro allenatore ci richiama all’ordine e cominciamo gli allenamenti. Dopo circa mezz’ora, lancio di nuovo lo sguardo verso gli spalti. Di Bella nessuna traccia. Possibile stia ancora parlando con il biondo? Alice ogni tanto lancia occhiate all’ingresso. È rigida. Deve essere preoccupata anche lei. Si scambia qualche parola con Emmett. Li vedo fissare di nuovo l’ingresso. Entrambi. Dirigo anche io lo sguardo in quella direzione. Le mie speranze si sgretolano. Fa il suo ingresso il biondo. Da solo. Bella non è con lui. Ha il viso stravolto e stanco. Cosa diamine hanno combinato quei due? Emmett gli si avvicina. Si scambiano qualche parola. Vedo Steven guardare nella mia direzione. Si volta insieme a Emmett e entrambi si siedono sugli spalti. Il biondo si guarda intorno. Si volta nella direzione delle ragazze. Fissa quell’angolo con una strana luce malinconica negli occhi. Sempre di più diviene prepotente la curiosità di sapere cosa si sono detti. Non credo fosse qualcosa di romantico. Aveva un’aria troppo seria e ora troppo sconsolata. I suoi occhi si posano di nuovo su di me. Si aprono nel constatare che lo sto studiando. Ripresosi dallo stupore sorride divertito. Cosa ci trova di tanto divertente?

Dopo un’ora di allenamento il mister ci lascia liberi. È inizio settimana. Ci lascia respirare di più. Steven si alza, mi fissa e mi fa cenno di raggiungerlo.

Mi avvicino. Emmett ci lascia soli e raggiunge la sua Rose.

“Rosellina cara. Quanto mi sei mancata” afferra la poveretta e la fa volteggiare in aria.

“Mettimi giù scimmione” e gli sorride. Sono proprio strambi quei due.

“Cullen, potrei parlarti un attimo?”

Annuisco. Mi guardo ancora intorno. Di Bella ancora nessuna traccia.

Si allontana dalla palestra e ci ritroviamo faccia a faccia in un corridoio isolato della scuola.

“Dov’è Bella?” chiedo prima che possa proferire parola.

“Edward ascoltami” inarco un sopracciglio. Sono diventato Edward adesso? Non commento, il suo sguardo è troppo serio.

“Vorrei chiederti un favore. So che lo faresti comunque, ma voglio chiedertelo lo stesso”. Non lo sopporto quando fa tutto il misterioso.

“Vieni al dunque” sorride

“Cosa c’è da sorridere?”

“Pensavo che tu e Bella siete più simili di quanto pensiate. Ora capisco perché andate così d’accordo!” e sottolinea l’ultima parola.

Lo guardo interrogativo.

“Immagino non sia questo l’argomento di cui volevi parlarmi”

“Io e Bella abbiamo parlato. Non sto qui a raccontarti di cosa. Se vorrà sarà lei a farlo. Posso solo dirti che quello che le ho detto non è una cosa piacevole. Potrebbe avere bisogno di una spalla forte cui aggrapparsi nei prossimi giorni” mi guarda di sottecchi.

“Mi stai chiedendo di strale vicino?”

Sorride e annuisce.

“Non c’è bisogno di chiederlo. Lo farei comunque”

“Lo so” sorride di nuovo.

“Immagino che tu sappia il motivo degli incubi di Bella” chiede. Annuisco.

“Bene. Ho notato il tuo comportamento piuttosto possessivo nei suoi confronti”.

“E con questo?” chiedo sulla difensiva.

“Non fraintendermi. Conosco bene i tipi come te. Da una botta e via. Ti chiedo solo di non abusare della fiducia che Bella sta riponendo in te”.

“Non lo farei mai. Per chi mi hai preso. Tu non mi conosci. Sarò anche il tipo da una botta e via ma so anche rispettare i sentimenti delle persone quando sono veri. So cosa significa amare ed essere traditi da chi hai riposto la tua incondizionata fiducia. Non potrei mai farlo a qualcun altro. Soprattutto non con Bella, dopo tutto quello che ha passato” sbotto in preda all’ira.

“E’ tutto quello che volevo sapere”

Mi porge la mano.

“Tregua?” chiede. Lo guardo attentamente. Sembra sincero.

“Tregua” gli stringo la mano. Il nostro è un patto di non belligeranza per il bene della persona cui teniamo entrambi seppur per motivi diversi. Almeno credo.

“Dunque vuoi dirmi dov’è Bella?” chiedo paziente

“L’ho lasciata nell’aula di chimica. Dopo quanto le ho detto era un po’ scossa e mi ha chiesto di restare da sola. Aveva bisogno di riflettere”.

“Riflettere su cosa?” chiedo preoccupato.

“Questo non posso dirtelo. So ancora essere discreto e mantenere un segreto. Se riterrà opportuno sarà lei a parlartene”

“D’accordo. Vado a cercarla” e lascio il biondo  in quel corridoio che ci ha visti complici.

Corro a perdifiato lungo i corridoi della scuola. Mi sembra di essere in un labirinto. Da quando sono così intricati?

Dopo un tempo che per me sembra un’eternità giungo, finalmente all’aula di chimica. Le cose di Bella sono sparpagliate nell’aula. Il suo cappottino è sulla sedia poco distante dalla cattedra. Scorgo un’altra sedia posta esattamente di fronte ad essa. Il suo zaino è ai piedi della sedia. Scorgo ogni centimetro della stanza, ma di Bella nessuna traccia. Dove può essere andata? Non credo lontano, visto che le sue cose sono ancora qui. Anche se… Non voglio pensarci minimamente. Eppure quando Bella è sconvolta sragiona. Scuoto violentemente la testa. È ancora qui. Da qualche parte.

Ragiona Edward, pensa. Dove potrebbe rifugiarsi una ragazza se ha bisogno di pensare, se è sconvolta da qualcosa e vuole dare libero sfogo alle sue ansie, senza che nessuno la veda? La scuola è deserta, poteva restare anche in aula. Un’illuminazione. Esco e mi dirigo a passo spedito verso il bagno delle ragazze. Questo ha molteplici utilizzi, alcuni naturali, altri oserei dire poco casti e altri sono i confessionali. Quando due ragazze hanno bisogno di dirsi qualcosa in privato, chissà perché si rifugiano sempre in bagno. E perché no, serve anche per restare soli con i propri pensieri.

Senza neanche bussare entro di soppiatto. Mi chiudo la porta alle spalle. Scruto ogni millimetro che mi si para davanti. Un leggero singulto devia il mio sguardo alla mia sinistra. Nell’angolo più nascosto della stanza. Una piccola fragile creatura, spalle al muro e tremanti, gambe rannicchiate al petto, capo chino, compare alla mia vista.

“Bella” il mio è un sussurro, ma lei mi sente ugualmente, perché al suono della mia voce alza il capo di scatto. I suoi meravigliosi occhi si inchiodano ai miei. Sono spenti, malinconici e tormentati. Le sue mani sono appoggiate sul suo ventre, un gesto strano. Ma cosa ne so io di cosa le passa per la mente?

Mi avvicino lentamente. Mi chino alla sua altezza. I nostri occhi non si sono staccati neanche per un secondo.

“Cosa c’è, Bella?” vorrei essere rassicurante, ma la mia voce esce tormentata. Sentimento eco del suo. È incredibile come riesca a vivere tutte le sue emozioni. La sua felicità è la mia e il suo dolore lo stesso. Non mi piace vederti così, mia dolcissima stellina.

“Edward” sussurra.

“Sono qui” le sorrido.

Una delle sue manine si sposta dalla sua strana posizione e lentamente mi avvolge una guancia. Non posso fare a meno di accoccolarmi su essa. Dovrei essere io a consolare lei e invece mi faccio coccolare.

“Perché sei triste?” e me lo chiede anche?

“Sono solo preoccupato per te” le rispondo. Come a volermi rassicurare mi regala un leggero sorriso che non raggiunge i suoi occhi.

“Ti va di venire con me? O hai ancora bisogno di un po’ di privacy?” chiedo gentile. Sono teso come una corda di violino, sto cercando di farmi forza per non trasmetterle anche la mia ansia.

“Credo di aver pensato anche troppo” mormora.

Le porgo la mano. Lei l’afferra e l’aiuto a rialzarsi. Il suo equilibrio è precario. La sento quasi venir meno. Non ci penso due volte e la prendo in braccio. Come fosse una bambina.

“Mettimi giù” protesta.

“Non ci penso neanche”.

Mi dirigo verso l’aula di chimica. Giunti la lascio scivolare da me, trattenendola sempre con un braccio. Le prendo il cappotto e l’aiuto ad indossarlo. Afferro il suo zaino e lo metto su una spalla. Faccio per riprenderla in braccio, ma mi blocca con decisione.

“Posso camminare” mi rimprovera stizzita.

La afferro comunque per la vita a ci incamminiamo lungo i corridoi. Impieghiamo un po’ prima di arrivare agli spogliatoi. Dinanzi la porta mi fermo. Non posso lasciarla da sola. La osservo attentamente e mi perdo nei suoi occhi che mi lanciano come fari i segnali di un S.O.S.. Apro lentamente la porta. Mi affaccio all’interno. Tutto è tranquillo. Entro per primo; con circospezione mi guardo intorno. Perfetto: non c’è nessuno. Esco di nuovo, afferro con delicatezza Bella e la faccio accomodare su una delle panchine all’interno dello spogliatoio.

“Edward, davvero non è necessario. Posso aspettarti fuori” mi dice quasi con timore.

“Non ci penso nemmeno. Tu da sola fuori non mi aspetti. Mi bastano cinque minuti. Me li concedi?” le chiedo suadente.

Lei grugnisce qualcosa di incomprensibile, ma si accomoda meglio sulla panchina.

“Cinque minuti. Una doccia veloce e poi sono tutto tuo” sorrido malizioso.

Quanto vorrei che tu approfittassi di me! Sono un gentiluomo: non mi tirerei indietro.

I suoi occhi si sgranano e vedo le sue bellissime labbra aprirsi e chiudersi senza proferire parola. Ti ho ammutolito, eh? Compiaciuto per la sua reazione mi allontano e mi rilasso sotto il getto d’acqua calda che scioglie i nodi della tensione accumulata in questa giornata. Sono stato di parola. Ho impiegato davvero poco. Sono entrato in sala con solo un asciugamano a cingermi i fianchi e uno sulle spalle per frizionare i capelli. Bella si volta dalla mia parte e non posso non apprezzare la tinta di rosso cremisi delle sue guance. Gli occhi spalancati, le labbra dischiuse a formare una Oh muta di stupore. Mi piace avere il suo sguardo addosso. Mi piace quel suo sguardo rapito. Non ti sono indifferente, allora, stellina! Almeno dal punto di vista fisico. È strano vedere Cuore di ghiaccio sciogliersi in questo modo. Sembra così facile. Eppure gli altri non sembrano sortire lo stesso effetto su di lei. La cosa non può fare che piacermi. Molto più del lecito. Con lentezza calcolata faccio scivolare l’asciugamano dalle spalle e detergo il mio corpo accarezzandomi lentamente. Ogni tanto lancio qualche sguardo furtivo nella sua direzione. La vedo sgranare ancora di più gli occhi. Il respiro corto e le guance ancora più rosse. Forse sto esagerando. Come se leggesse i miei pensieri, distoglie lo sguardo e fissa a terra. Sì, forse ho proprio esagerato. In un attimo mi cambio e sono da lei.

“Ma cosa…?” chiede vedendomi davanti a lei erigermi in tutta la mia altezza.

“Andiamo principessa? Sono tutto tuo come promesso” le sorrido sghembo.

La sento mugugnare parole sconnesse di cui non afferro il significato: morire, pazzo, cuore.

Siamo in macchina. Il silenzio la fa da padrone. Sono proprio curioso di sapere cosa quel damerino biondo ha potuto raccontarle di così atroce da renderla così pensierosa, triste e malinconica.

Guarda fuori dal finestrino e ogni tanto la sento sospirare.

“Bella tutto bene?” chiedo sempre più preoccupato.

Finalmente si volta nella mia direzione. Incatena i suoi occhi nei miei. Leggo una luce incerta in essi. Si morde il labbro inferiore. Evidente segno che ha qualcosa che la turba.

“Posso farti una domanda, Edward?” chiede a bruciapelo.

“Certo. Puoi chiedermi tutto ciò che vuoi” le rispondo sincero.

“Prometti di essere sincero, senza paura di ferirmi?” chiede timorosa.

Mi sto preoccupando. Cosa potrebbe chiedermi da farmi indugiare nella risposta.

“Prometto” dichiaro con la mia migliore faccia da poker. Le sorrido incoraggiante.

Emette un lungo sospiro. Le sue guance diventano di nuovo rosse. Poi, finalmente, dà fiato alle parole.

“Ecco… cosa faresti…. Cosa faresti se….” È timorosa.

“Cosa farei se…?” la incito.

“Cosa faresti se una delle tue tante ragazze ti informasse che aspetta un figlio. Tuo ovviamente” sono spiazzato da questa domanda. La guardo con occhi sgranati dalla perplessità. Come le vengono in mente certe cose?

“Non guardarmi così” dice stizzita.

“E’ una cosa verosimile con tutte le avventure che ti fai” percepisco una nota alquanto infastidita nella sua voce.

“Sono solo sorpreso. Non mi aspettavo una simile domanda” rispondo sempre più sincero.

“Non dirmi che non ti sei mai posto il problema?” chiede scettica.

“No”

“Non ci credo. Edward non hai mai messo in preventivo che una cosa del genere possa accedere. Basta poco”

“Secondo te a cosa servono i preservativi?”

La vedo abbassare il capo e arrossire. Percepisco il suo disagio. Ha fatto affidamento a tutto il suo coraggio per vincere l’imbarazzo e non faccio altro che girare intorno alla sua domanda. Non posso negare che oltre a spiazzarmi è stata capace di mettere anche me in imbarazzo.

“Bella, uso sempre le precauzioni quando ho un rapporto” dico gentile.

“D’accordo. Vediamo….. ammettiamo che tu non programmi di saltare addosso a qualcuna. Che tu non sia provvisto delle tue precauzioni, non per questo se hai l’occasione non la cogli. Cosa faresti se quell’amplesso avesse delle conseguenze?” sorrido del suo modo discreto di dire certe cose. È davvero dolce.

“La prima cosa che penserei è che non fosse mio”

“Come puoi..” sbotta irritata.

“Bella” la interrompo “tutte le ragazze con cui sono stato non sono di certo delle sante. La maggior parte è dedita a incontri con più di un partner non dico nello stesso giorno – anche se può succedere – ma sicuramente in una settimana hanno almeno un rapporto al giorno e non necessariamente con lo stesso partner” ribatto per farle capire. Bella non vivrai veramente nel paese dei balocchi? E invece sì a giudicare dalla sua faccia disgustata.

“Ammettiamo che una di loro che magari è stata solo con te…”
”Bella sarebbe difficile. Al giorno d’oggi non esistono ragazze che tengono ancora a certe cose. Tutte e dico tutte le ragazze che ho avuto, nessuna esclusa, aveva già avuto altri partner prima di me. Ti stupiresti se ti dicessi a che età il sottoscritto è diventato sessualmente attivo”

“Non è vero. Ci sono ancora ragazze che tengono a certe cose” le sue parole sono un sussurro talmente fievole che non sono sicuro di quello che è arrivato alle mie orecchie.

“E tu?” chiedo malizioso. Sono proprio curioso, anche se rodo dalla rabbia.

“Io cosa?” chiede interrogativa.

“Quando sei diventata sessualmente attiva?” la vedo sbiancare e mancarle il respiro per un attimo. Mi fissa sgomenta. Poi il suo viso diviene completamente rosso fino alla cima dei capelli.

“Non…. Non stia….. non stiamo parlando di me” mi dice balbettando.

Sorrido. Quanto adoro metterla in imbarazzo.

La sento emettere lunghi sospiri.

“Edward non è uno scherzo. Ci terrei veramente a conoscere la tua risposta. Se ti capitasse di avere un rapporto con una ragazza, della quale hai veramente la certezza che sia stata solo con te, magari sei stato il suo primo uomo, e ti rivelasse che è rimasta incinta  e né tu e né lei avete usato precauzioni. Come ti comporteresti?” la fisso di nuovo negli occhi. Il suo sguardo è serio. Tremendamente serio.

“Penso che in tal caso mi assumerei tutte le mie responsabilità. Riconoscerei il bambino e cercherei di essere presente come posso nella sua vita” mi sorprendo di me e delle mie reazioni. Mai avrei pensato di formulare tali pensieri.

“Non le chiederesti di sbarazzarsene?” chiede. Percepisco timore nelle sue parole.

“Certo sarebbe una scelta semplicistica. Credo che comunque non lo farei. È pur sempre di una vita che stiamo parlando. E la vita è preziosa” questo mi ha insegnato la mia. Rispetto per la vita in senso lato. È così veloce e breve che ogni attimo va assaporata. Perché negarla a qualcuno che non ha colpe dello sbaglio dei genitori?

La fisso di nuovo. Una strana luce brilla nei suoi occhi.

“WOW. Discorso molto maturo. Non me lo sarei aspettato da te” mi canzona.

“Credi davvero che potrei essere tanto cinico?” è questa l’opinione che hai di me?

“No. Non l’ho mai pensato” risponde e distoglie lo sguardo.

“E della madre cosa mi dici? Hai parlato del bambino e delle tue responsabilità. E la madre?”

“Dipende da cosa rappresenta lei per me” rispondo di getto senza pensarci.

Leggo la muta domanda nei suoi occhi.

“Se sentissi dentro di me che lei è ciò che voglio, che è la mia ragione di vita, l’aria che respiro, niente e nessuno potrebbe separarmi da lei. Né dal nostro bambino evidentemente frutto di un atto d’amore e non di un accoppiamento animale. Le sarei devoto per la mia intera esistenza, la farei sentire sempre amata, desiderata e il nostro bambino sarebbe il più invidiato di tutti per essere così amato. Non esiterei a gettare al vento ogni mio proposito e donare tutto me stesso per essere da loro considerato un compagno devoto e un padre presente e affettuoso” ogni parola esce dal cuore. I suoi occhi hanno il potere di sciogliermi e far uscire quella parte di me che ormai credevo persa. In ogni parola vedevo lei come la compagna che vorrei avere al mio fianco e un bellissimo bambino con i suoi meravigliosi occhi da coccolare. Sono completamente perso.

Mi rendo conto che le mie parole l’hanno letteralmente sconvolta. Mi fissa attonita. Gli occhi lucidi.

“Edward” sussurra. Rivolgo di nuovo lo sguardo alla strada. In questo momento potrei fare qualcosa di altamente sconsiderato.

Non capisco il perché delle sue domande. Come le sono venuti questi pensieri.

 
Dopo il resto del tragitto percorso di nuovo in silenzio, questa volta un silenzio diverso, arriviamo a casa. Parcheggio la macchina in garage. Velocemente raggiungo il lato del passeggero e le apro la portiera. Piacevolmente sorpresa mi rivolge un fievole “Grazie”.

Giunti in salotto sembra tutto troppo tranquillo e silenzioso. Un biglietto sul tavolino dell’ingresso attira la mia attenzione. Lo prendo e lo leggo ad alta voce.

 
Io e vostro padre staremo fuori questa sera per una cena tra colleghi.

La vostra è pronta in cucina. Servitevi pure.

Non aspettateci in piedi.

Baci

Mamma

 P.S.: ha chiamato Charlie voleva salutare Bella. Ha provato a chiamarla più volte sul cellulare, ma era irraggiungibile. Ho segnato qui sotto il numero.

 
“A quanto pare abbiamo la casa tutta per noi”. Esordisco malizioso.

“Come mai sei irraggiungibile? Hai di nuovo il cellulare spento?” chiedo contrariato.

Fa spallucce.

“Non mi andava di ricevere telefonate indesiderate” sbotta acida.

Questa è bella. Chi potrebbe chiamarla se non suo padre o…..

Mi volto nella sua direzione. La inchiodo con lo sguardo. Deve aver frainteso la mia espressione, perché subito chiarisce.

“Si tratta di Jacob. Non avevo nessuna voglia di ricevere una sua chiamata” il tono è decisamente acido.

“Deve averti fatta arrabbiare parecchio” la mia è una constatazione più che una domanda.

Annuisce, “Stavolta ha oltrepassato il segno. Dovrà faticare e molto per avere il mio perdono”

“Devo ricordarmi di non farti mai irritare, allora” cerco di alleggerire la tensione che avverto in lei.

Ridiamo insieme. L’avvolgo nel mio abbraccio e cerco di trasmetterle tutta la sicurezza di cui ha bisogno.

Sono qui; Bella, ci sarò sempre per te, in qualunque momento, in qualunque modo. Veglierò su di te, anima mia, anche se non mi vorrai, veglierò su di te e ti donerò quella sicurezza e quell’affetto che il tuo cuore tanto brama.

Desidero solo ed esclusivamente la tua felicità, anche se questa non includa per forza il sottoscritto. Al solo pensiero di dovermi separare da lei un dolore sordo e profondo mi perfora il petto.

Mi stacco a fatica. Prendo il suo viso tra le mani, delicatamente come fosse di porcellana.

“Non vorrei essere invadente. Posso sapere di cosa avete parlato tu e Steven?” chiedo bonario. Cerco di non tradire la mia curiosità maniacale, ma non ce la faccio più. Devo sapere.

Sospira pesantemente. Mi fissa negli occhi e con determinazione mi dice:

“Cheryl è incinta”

Sono pietrificato. Focalizzo il nome di Cheryl e la mia memoria la associa all’amica di Bella. L’amica di disavventura. Incinta. Ora capisco tutto.

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 Risposte alle Recensioni:

 rodney [Contatta]

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 04/02/10, ore 19:38 - Capitolo 22: Capitolo 22

Grazie per le tue attenzioni… Mio papà sta meglio, ma deve riguardarsi….. Grazie…. Veniamo a noi….. Per quanto riguarda Tanya si scoprirà presto come fa a sapere certe cose, che come hai potuto appurare in qst capitolo non hanno a che fare con il discorso di Steven… Un piccolo assaggio delle provocazioni di Eddy lo abbiamo avuto… che mi dici?.... Per le scintille credo che dovremo slittare di almeno un capitolo… le cose mi sono scappate di mano e il capitolo è venuto più lungo di quanto doveva essere…. Potrai aspettare ancora un altro pochino?... prometto che comunque ci saranno degli accenni di scintille…. Ormai la miccia è stata accesa ihihih…

 lilly95lilly [Contatta]

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 03/02/10, ore 21:38 - Capitolo 22: Capitolo 22

Lieta di poter soddisfare la tua curiosità…. Te lo aspettavi questo risvolto della storia?... credo che si sia già capito alla fine dello scorso capitolo…. Era nell’aria questa situazione…..

 Elly4ever [Contatta]

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 03/02/10, ore 20:34 - Capitolo 22: Capitolo 22

Me contentissima….. sono saltata dalla gioia alle tue parole…. Sono veramente felice che ti sia emozionata… questo significa che i sentimenti traspaiono dai personaggi e le situazioni sono altrettanto complici….. Assolutamente non ti prendo per pazza… tranquilla….
concordo con te per quanto riguarda Tanya: è proprio irritante…. Voglio essere gentile…. Ma come tutte le persone come lei il male le si ritorcerà contro….. questo è poco ma sicuro….

 RenEsmee_Carlie_Cullen [Contatta]

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 03/02/10, ore 20:34 - Capitolo 22: Capitolo 22

Bella quando ci si mette e caccia le unghie sa essere decisamente perfida e tagliente al punto giusto…. Che mi dici di Eddy e delle sue paranoie?.....

 twilighterpazza [Contatta]

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 03/02/10, ore 20:27 - Capitolo 22: Capitolo 22

Sì è proprio una rompi…. Comunque avrà anche lei la sua dose di lezione… vedrai, anche se dovremo sorbircela un po’…. Ma pazienza….

 anto_cullen [Contatta]

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 03/02/10, ore 20:14 - Capitolo 22: Capitolo 22

Grazie per le tue belle parole…. Spero ti piaccia anche qst Chappy….

 astrid 93 [Contatta]

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 03/02/10, ore 17:51 - Capitolo 22: Capitolo 22

Mi auguro che sia valsa la pena attendere anche qst…. Cercherò di essere un po’ più assidua……

 Luisa98 [Contatta]

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 03/02/10, ore 17:20 - Capitolo 22: Capitolo 22

Molto perspicace, direi….. ma credo che qst notizia fosse nell’aria…..

 SCD71001 [Contatta]

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 03/02/10, ore 13:50 - Capitolo 22: Capitolo 22

Spero di aver soddisfatto la tua curiosità…. Grazie per il tuo interessamento….

 grepattz [Contatta]

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 03/02/10, ore 13:45 - Capitolo 22: Capitolo 22

Non preoccuparti per gli schiaffi quei due avranno quello che meritano…. Per quanto riguarda Tanya posso solo dirti che non bluffa, sa veramente delle cose su Bella… Ha cercato di metterne al corrente Edward, immaginato che lui non ne sapesse nulla… Ha pensato di screditare Bella agli occhi di Eddy, perché secondo lei lui è attratto da lei per la sua aria da santarellina… ovviamente oca come è non ha capito che dietro la reazione di lui c’era preoccupazione che qst storia venisse fuori e non che lui sapesse effettivamente….

 lisa76 [Contatta]

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 03/02/10, ore 13:33 - Capitolo 22: Capitolo 22

Grazie per le tue bellissime parole…. Sei molto perspicace, ma immagino che fosse scontato che Cheryl fosse incinta, in qualche modo, forse si respirava nell’aria questa situazione…. Cosa mi dici di Steven e delle sue motivazioni?..... Grazie per il tuo interessamento… Mio papi sta meglio, fortunatamente, però deve riguardarsi….

 Sara90 [Contatta]

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 03/02/10, ore 09:50 - Capitolo 22: Capitolo 22

Che mi dici Eddino in versione provocatoria?.....

 chi61 [Contatta]

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 03/02/10, ore 09:24 - Capitolo 22: Capitolo 22

Effettivamente edward è molto dolce quando vuole…. Mi auguro che non si sia smentito in qst capitolo…. Per quanto riguarda il comportamento di Steven non posso dirti nulla, sarà lui stesso a rivelarlo con il suo comportamento….. a presto…

 erika1975 [Contatta]

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 03/02/10, ore 09:08 - Capitolo 22: Capitolo 22

Beh, come vedi si sta dando da fare… sonda il terreno….. è già qualcosa…. Ecco svelato il mistero riguardo l’amica di Bella… cosa farà lei adesso????... bella domanda…. A presto…

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Se volete potete dare un’occhiata anche ad un’altra mia storia: L’Angelo Oscuro (Aggiornata il 18/01/2010)


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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Toc Toc...... c'è nessunoooooo?..... Me tanto imbarazzata in ginocchio chiede umilmente il vostro perdono per avervi fatto attendere tanto a lungo. Lungi dalla mia volontà........ Purtroppo a causa dei problemi in famiglia non ho avuto tanto tempo per scrivere e anche la concentrazione mi ha detto ciao ciao....... il capitolo non è completo doveva essere molto più lungo e ricco, ma ho pensato di pubblicare almeno questa prima parte per non farvi attendere oltre........ Prometto che entro la fine della settimana pubbliceherò il resto ben definito nella mia testolina, ma ahimè da rendere nero su bianco il che non è sempre semplice.....

vi lascio alla lettura non rubo altro tempo....

baci

Luis

Amare oltre le Apparenze

Capitolo VENTIQUATTRESIMO

POV BELLA

 

“Cheryl è incinta” proferisco con determinazione. Fisso i miei occhi negli smeraldi rilucenti di Edward. Forse ho sbagliato a confidargli questo segreto (se così si può chiamare), ma quando mi guarda con quello sguardo e mi parla con quel tono suadente e dolce il mio cervello va in black out. In quel momento gli direi perfino il colore della mia biancheria, se me lo chiedesse. Ha un potere sorprendente su di me. Riesce a farmi capitolare con poco. Sono proprio assuefatta alla mia droga.

È rigido, la mascella serrata, le sue bellissime labbra tese in una linea dura, gli occhi sono di fuoco, non di passione, ma di rabbia, rivolti a fissare un punto indefinito alle mie spalle. Sembra un angelo vendicatore in questo momento. È proprio furioso. Quanto lo adoro!

All’improvviso si volta verso di me. Incatena i suoi occhi nei miei. Sono più calmi, ma sempre ardenti. Oddio ora muoio. Oggi ho già rischiato un infarto più di una volta. Cosa gli è saltato in mente negli spogliatoi? Al solo ricordo avvampo come una torcia.

Afferra con delicatezza un mio polso e mi fa accomodare sul divano in salotto. Prende posto al mio fianco. Sempre occhi negli occhi.

“Immagino sia stata una conseguenza del…. del….”

Annuisco. Anche lui non riesce a pensare a quel momento. Di nuovo istintivamente le mani si posano sul mio ventre. È una situazione assurda. Al solo pensiero che poteva accadere anche a me, mi sento impazzire. Cosa avrei fatto? Come mi sarei comportata? Sarei stata altrettanto coraggiosa?

“Bella….. Bella” la voce preoccupata di Edward mi ridesta e mi riporta alla realtà.

“Calmati Bella” mi dice con quel suo tono suadente. Una della sue mani calde intrappola le mie sul ventre in una morsa ferma. L’altra mi avvolge le spalle e mi fa accoccolare al suo petto. Solo ora mi rendo conto di tremare come una foglia e degli strani sibili escono dalle mie labbra.

“Shhh, Bella. Ci sono io con te. Va tutto bene stellina” mi ripete dolce come un mantra all’orecchio e mi riempie di piccoli e caldi baci tra i capelli. Dopo un tempo che non so definire, forse sono trascorsi solo pochi minuti o ore, non so, mi ritrovo completamente avvinghiata a lui in un abbraccio stritolatore. Il suo calore è stato un toccasana. Sono più serena.

“Cosa vuoi fare?” mi chiede a bruciapelo.

“Voglio vedere Cheryl” rispondo in modo istintivo.

Lo sento irrigidirsi. Si scosta leggermente dal nostro abbraccio e incatena il suo sguardo al mio. È serio, tremendamente serio. C’è una luce nuova nei suoi occhi, una luce matura che lo rende ancora più attraente e più uomo ai miei occhi.

“Credo sia un bisogno legittimo” proferisce. La sua voce ha assunto un’inclinazione austera. C’è qualcosa in quelle iridi smeraldine che mi convincono che c’è qualcosa che vuole dirmi e che non sa come fare.

“Credi sia sbagliato?” chiedo per cercare di stanarlo.

“No” risponde laconico.

“Cosa c’è che non riesci a dirmi Edward?” odio i giri di parole. Meglio andare dritta al punto.

“Quando…. Quando vorresti andare?”

“Il prima possibile, domani stesso” prima è meglio è. Cheryl potrebbe partorire da un momento all’altro e voglio esserle accanto se accadesse.

“Bella…”

“Cosa Edward?”

Sospira pesantemente.

“Non credo sia il caso” tuona autoritario.

“E perché? Io ho bisogno di vederla, devo starle vicina, come fai a non capire?” sbotto arrabbiata e mi distacco da lui e scatto in piedi. Serro le braccia lungo i fianchi e le mani strette a pugno per contenere la rabbia.

Si alza anche lui. Mi sovrasta dalla sua altezza. I suoi occhi bruciano impetuosi. È arrabbiato anche lui.

“Non ho detto che non devi andarci o stare accanto alla tua amica. Ho solo detto che non è il caso andarci così presto. Santo cielo Bella, come fai a non capire. Hai già fatto troppe assenze a scuola, vorresti farne delle altre? Rischi di compromettere il tuo futuro. Secondo non puoi andarci da sola. È troppo pericoloso” decanta con il tono autoritario.

“Non è pericoloso. Ti ricordo che ho sempre vissuto a Phoenix, la conosco come la mie tasche. So più orientarmi lì che qui a Forks” ribatto con altrettanta spavalderia.

“Sei cocciuta peggio di un mulo. Non vuoi proprio capire, eh? Non si tratta di sapersi orientare o meno. Cosa faresti se ti trovassi in una situazione di pericolo? Se qualcuno ti aggredisse? O peggio ancora, se ci riprovassero? Hai detto tu no, che il bastardo non si è mai arreso” la voce sempre più  alterata.

A quelle parole ammutolisco. Mi sento mancare l’aria. Edward ha ragione, non ci avevo pensato.

“Non è detto che lo venga a sapere” mormoro flebilmente.

Arcua un sopracciglio.

“No? Ne sei sicura? Non cullerei questa speranza fossi in te” si avvicina lentamente.

Sto tremando. Il respiro pesante

“Capisci ora che non è il caso? Bella, mi preoccupo solo per te” il suo tono è più pacato.

Una sua mano si allunga e accorcia la distanza creata dalla nostra discussione. Mi sfiora delicatamente una guancia.

“Se proprio ci tieni, non andrai da sola”

“Cosa?”

“Verrò con te. Non ti lascio nell’alcova dei serpenti da sola”.

“Non dire sciocchezze. Ci sarebbero i miei amici con me. C’è pur sempre Jacob”. È impazzito? Lui ha delle responsabilità. Non può abbandonare la sua squadra  senza alcuna ragione.

“Se hai appena detto che sei arrabbiata con lui” chiede sgranando gli occhi.

“E’ vero. Questo non significa che se avessi bisogno mi volterebbe le spalle”

“Sei assurda. Non te lo permetterò. Ho deciso verrò con te” sbotta fissandomi intensamente. I nostri sguardi si scontrano. Siamo irremovibili. È una gara a chi si arrende per primo. Non posso permettergli di sacrificare la sua vita in questo modo. Per me, poi. No assolutamente no.

“Oh” esordisce dopo un lungo silenzio. I suoi occhi si sono oscurati e divenuti di ghiaccio. Quello sguardo duro mi perfora l’anima.

“Ho capito. È me che non vuoi intorno. Cosa c’è hai paura che scopra qualche altro scheletro nell’armadio? C’è qualcosa che non mi hai detto?”

E questo cosa significa? Spalanco gli occhi. Mi sento morire. Come può dirmi una cosa del genere? Come può solo pensare che non lo voglia al mio fianco.

“Ho capito” stizzito si allontana da me. È rigido, freddo, distante. Vorrei parlargli, dirgli che non è vero, non ci riesco. Sono come paralizzata. Il terrore mi invade. Il terrore di vederlo allontanarsi da me. E come un film già visto mi volta le spalle e lo vedo allontanarsi. D’istinto mi lancio al suo inseguimento. Non so con quale coraggio lo abbraccio. Schiaccio completamente e in maniera spasmodica il mio petto contro la sua schiena. Posso sentire sotto le mani la consistenza dei suoi addominali discreti, tonici e vigorosi. Si ferma all’istante. Non si volta. Restiamo fermi in quella posizione per un po’. Raccolgo tutto il mio coraggio.

“Non andare via” sussurro. Struscio il mio viso dietro la sua schiena. Lo sento fremere.

“Non è come pensi” continuo in un timido mormorio.

“Hai la tua vita, le tue responsabilità. Non puoi abbandonare la tua squadra e tutto il resto per una sciocca come me.” L’ho detto.

Lentamente si volta. Mi discosto per permettergli di girarsi, ma non allento la presa dai suoi fianchi.

“Quando capirai che per me niente ha importanza quando si tratta di te?”

L’intensità di tali parole mi fa sussultare. Allora tiene un po’ a me?

“E’ per questo che non vuoi che venga con te?” chiede con tono strano.

Annuisco. Sul suo viso si dipinge quel sorriso da infarto che dovrebbero dichiarare illegale.

Le sue lunghe e affusolate dita da pianista scivolano lungo la mia gota e tracciano il profilo della mascella per soffermarsi sotto il mento, il tutto con una lentezza esasperante. Alza il mio viso e lo indirizza verso il suo così tremendamente vicino al mio. I nostri respiri si mischiano e intrecciano in piccoli giochi. I suoi occhi bruciano e quel calore mi avvolge il petto in una corsa frenetica. In un attimo le mia guance divengono color porpora e il mio corpo una torcia umana. Il suo sguardo possiede un potere ipnotico.

“Ehi cosa succede? Le vostre urla si sentivano dal garage” la voce trillante di Alice rompe la nostra bolla riportandoci con prepotenza alla realtà.

“Oh, scusate. Ho interrotto qualcosa?” sghignazza la mia futura ex migliore amica vedendoci così vicini. Edward non sembra voler distogliere l’attenzione dalla sottoscritta. Sembriamo due satelliti che si cercano e gravitano l’uno intorno all’altro senza mai sfiorarsi. Quest’ultima parte è terribilmente frustrante.

Dopo un tempo che non so quantificare distogliamo lo sguardo. Edward mugugna qualcosa di incomprensibile contro sua sorella che intanto ci guarda tra il divertito e il curioso.

“Allora, perché stavate litigando?” chiede ancora Alice leggermente spazientita dal nostro silenzio. Edward si tuffa con un’eleganza innata nel divano del salotto.

Riporto lo sguardo verso la mia amica.

“Ecco… io… stavo pensando di andare qualche giorno a Phoenix” spiego. Gli occhi di Alice si aprono per la sorpresa. Boccheggia qualche secondo, poi

“Sola?” chiede e inarca un sopracciglio.

Perché ho la sensazione che i fratelli Cullen siano in simbiosi?

Annuisco.

“Sei impazzita? Tu da sola non ci vai!” trilla Alice tanto forte da sfondarmi i timpani.

Mi volto verso Edward che con un sorriso stampato sul suo viso d’angelo ammicca  come per dire: “Lo vedi?”

Che irritazione!

“Come mai vuoi tornare là?” chiede

Che faccio le dico la verità? La fisso in quegli occhi tanto innocenti quanto diabolici a volte.

“Ho bisogno di rivedere una mia vecchia amica”

Un tenero broncio le dipinge il volto. È sempre così. Alice sa essere molto gelosa a volte.

“Sarah?”

“No. Cheryl” il volto serafico della mia interlocutrice si incupisce e il suo sguardo diviene vitreo e vacuo.

“Quando vuoi andare?”

“Voleva andare già domani. Sola” proferisce Edward ancora stizzito.

Alice scuote il capo e alza gli occhi al cielo.

“Non se ne parla” dopo qualche istante “Ho un’idea”

“Che idea?” chiedo timorosa. Sa essere pericolosa quando pronuncia questa frase.

“Se per te è importante rivedere Cheryl tanto in fretta, potremmo andarci questo weekend”

“Andarci?” chiedo non capendo appieno le sue parole. Suo fratello sembra aver intuito, perché il cipiglio contrariato sul suo viso si è alleggerito e un leggero sorriso rivolge alla sua sorellina.

“Sì. Io e te. Potrò approfittarne per fare shopping nella valle del Sole” trilla esultando e battendo le mani come una bambina per il salone.

Mi volto in direzione di Edward che sembra approvare la decisione della sorella.

Mi rivolto verso di lei e annuisco alla sua proposta.

“Cos’è tutto questo entusiasmo?” chiede perplesso Jasper entrando nel salone.

“Io e Bella andremo a fare shopping a Phoenix questo weekend” esclama tutta eccitata la sua compagna. Non posso fare a meno di sorridere per la sua giovialità.

“Perché così lontano?”

“Bella ha delle situazioni da risolvere laggiù”

“E tu ti sei gentilmente offerta di accompagnarla? Non oso immaginare quanto le costerà questa tua generosità” sghignazza e insieme a lui anche io e Edward cominciamo a ridere di cuore, mentre la piccola Alice mugugna irritata contro di noi.

Dopo aver cenato e aver preso accordi per quel weekend, mi rintano nella mia camera. Prendo il cellulare e chiamo mio padre. Dopo una lunga ed estenuante conversazione con lui mi accascio sul letto. Accidenti a me e alla mia boccaccia. Perché gli ho raccontato di Cheryl e delle mie intenzioni? Mi ha esposto le stesse preoccupazioni di Edward e di certo non si è tranquillizzato quando gli ho detto che ci sarei andata con Alice. La cosa più irritante? Quando gli ho detto che Edward mi ha detto le stesse cose e lui? Quel ragazzo ha più buon senso di te, tesoro. Incredibile.

Mi preparo per la notte e impreco contro la valigia. Ho dato fondo a tutto ciò che c’è di decente vi era contenuto.

“E adesso che faccio?” mi lamento ad alta voce.

“Cosa c’è?” una voce melodiosa mi fa sobbalzare. Mi volto nella direzione da cui è venuta. Il respiro si blocca di colpo. Come si fa a respirare? Non lo ricordo più.

Edward è sbucato dalla porta del bagno. Solo un paio di pantaloni larghi da tuta in dosso. Cosa sono le statue greche a confronto? Niente. Osservo con attenzione la linea dolce del suo volto, che termina con una mascella definita e marcata. Si allunga in un’altra linea più sinuosa, quella del collo che si amplia nelle spalle larghe e dai muscoli scolpiti e asciutti. La fascia anteriore disegnata da pettorali pronunciati e discreti e da addominali marcati e definiti che terminano a disegnare una V decisamente da mozzare il fiato all’altezza dei fianchi. Benché indossi dei pantaloni larghi, si riescono a distinguere comunque le linee sinuose e decise delle sue gambe. Oh mio dio, sento che sto per svenire. Ha già abusato troppo del mio autocontrollo.

Dopo averlo squadrato a lungo, dirigo di nuovo l’attenzione verso il suo volto. Mi guarda divertito con una strana luce negli occhi. Sono completamente persa nella sua contemplazione e lui se ne è accorto. Che idiota! Ora mi prenderà in giro o penserà che gli sbavo dietro come tutte le sciacquette della scuola e non.

“Allora? Cosa c’è che non va?” chiede nuovamente. Un ghigno divertito sulle sue labbra provocanti. Bella smettila, torna in te. Non vedi come se la ride per la tua reazione? Contegno.

“Non lo immagini?” rispondo stizzita.

Inarca un sopracciglio e mi rivolge una muta domanda. Mentre dalle mie labbra esce un sospiro piuttosto esasperato, mi alzo in piedi, completamente alla mercè del suo sguardo.

“Non ho più niente di decente da mettermi” adesso voglio proprio divertirmi. Estraggo un baby doll piuttosto trasparente e pieno di pizzi, nero. Lo sventolo su un dito.

“Di certo non posso andare a letto con questa roba” metto bene in mostra quel pezzetto di stoffa. Un ghigno sadico si disegna sul mio volto. I suoi occhi slittano dall’oggetto tra le mie dita e me. Indugiano sul mio corpo. Un po’ troppo per i miei gusti. Ritornano di nuovo al pezzetto di stoffa e ancora a me. Per tre volte ripete lo stesso rituale. Il viso è sbiancato, le labbra si aprono in un sorriso sghembo malizioso e da infarto. I suoi occhi sono qualcosa di spettacolare. Non mi ha mai guardata in quel modo. Sono di un verde talmente intenso e luminoso da sembrare più scuri del solito. Senza proferire parola si avvicina lentamente nella mia direzione. Il suo sguardo è talmente intenso da sembrare quello di un predatore famelico e quel sorriso. Volevo destabilizzarlo e invece è lui che mi sta uccidendo. Con la sola forza del suo sguardo riesce ad accendere un incendio in me di proporzioni stratosferiche. Si ferma a qualche centimetro dal mio corpo tanto che riesco a percepire il suo calore avvolgermi come una coperta. E l’incendio cresce, ancora. Il suo sorriso impertinente si allarga maggiormente. Il suo sguardo famelico indugia di nuovo sul mio corpo.

“Decisamente ti preferisco al naturale” proferisce all’improvviso inchiodando i miei occhi ai suoi, carichi di non so che cosa.

“Cosa?” chiedo spiazzata da tale affermazione. E poi ecco che arriva la consapevolezza. Il mio viso si accende di rosso fuoco dalla vergogna. Eh sì! Sono praticamente nuda davanti ai suoi occhi. Mi stavo cambiando per la notte, ho quindi sfilato gli abiti restando solo in biancheria e la camicetta è completamente sbottonata.

Il respiro si ferma. Non mi sono mai sentita in imbarazzo come in questo momento. Lui sembra divertito dalla mia reazione, tanto che allunga una mano, avvolge una ciocca dei miei capelli, la porta al naso e ne inspira il profumo.

“E il tuo profumo mi fa impazzire” continua con voce sempre più bassa e roca. Cosa gli è preso?

“Mi stai prendendo in giro?” chiedo quasi ansante.

“No” risponde secco fissandomi con una intensità tale da sciogliermi come neve al sole.

All’improvviso mi volta le spalle e prima che possa fare o dire qualsiasi cosa scompare dalla stessa porta da cui è entrato. Mi siedo sul bordo del letto. Il respiro corto, il corpo che freme. Cosa diamine mi hai fatto Edward Cullen?

“Tieni”

Sobbalzo per lo spavento. Quando è rientrato? Guardo davanti ai miei occhi la sua mano allungata verso di me. Sgrano gli occhi vedendo ciò che stringe.

“E questa?”

“Penso che possa servirti. Anche se preferirei vederti con questo addosso” sogghigna malizioso sventolando sulla mano libera il pezzetto di stoffa con cui l’ho provocato.

“Non dovevi” dico abbassando lo sguardo.

“Grazie” continuo e prendo la felpa che mi ha gentilmente offerto per coprirmi. Sicuramente sarà comoda e avrà il suo profumo. È una tentazione cui non so resistere. Gli volto le spalle. Spero che capisca che devo cambiarmi e mi lasci un po’ di privacy anche se ha visto anche troppo.

“Aspetta” dice. Cerco di girarmi, ma lui mi anticipa sfiorando le mie spalle e prima che faccia qualsiasi cosa lentamente mi sfila la camicia. Il leggero sfioramento delle sue dita sulla mia pelle mi accendono di desiderio. Il respiro diviene affanno. Sono completamente paralizzata. Sono in tilt. Ipnotizzata dai suoi movimenti fluidi e leggeri. Studio ogni sua mossa dallo specchio sito di fronte a me. Il suo sguardo è fisso nel mio attraverso lo specchio. Ci studiamo a vicenda. Mi sfila delicatamente la maglia dalle mani e la infila per le braccia con una lentezza disarmante. Senza mai staccare lo sguardo dal mio e accarezzando con esso ogni centimetro del mio corpo. Raggiunto il suo scopo affonda per qualche secondo, che a me sembrano un’eternità, il viso nel mio collo, inspira a lungo il mio profumo. Uno strano suono esce dalle sue labbra. Lentamente gira intorno alla mia figura e si pone di fronte. Lentamente si abbassa sulle ginocchia all’altezza del mio ventre. Collega la zip nella sua collocazione e lentamente la fa slittare verso l’alto accarezzando come un soffio leggero la pelle ormai bollente del ventre. Arrivato viso contro viso mi regala il suo sorriso da infarto. Ti stai divertendo eh? Ma questa te la farò pagare. Stanne certo, mio demone tentatore.

Una volta chiusa la felpa. Si stacca leggermente. Le sue mani si infilano nei mie capelli e li sfilano con una delicata carezza dall’interno della maglia liberandoli lungo la schiena. Un verso che non è da me esce dalle mie labbra.

Sorride compiaciuto.

“Bene, ora sei pronta” suonano ambigue le sue parole accompagnate dai suoi occhi che sprizzano erotismo e malizia da tutti i pori.

“Sei… sei…..” non riesco a trovare la parole dalla frustrazione e dalla rabbia per il suo divertimento alle mie spalle.

“Sparisci” grido minacciosa al suo indirizzo e tirandogli una cuscino che prontamente e non so come e quando ho afferrato dal letto. Schizza lontano da me in attimo schivando il mio colpo.

La sua risata cristallina risuona nella stanza. La mia rabbia sale a mille.

“Non mi sembravi così adirata mente ti aiutavo a cambiarti. Anzi sembravi piuttosto consenziente”

“Sparisci Edward Cullen o non rispondo più di me” gli lancio una altro cuscino, e lui scompare nascondendosi dietro la porta del bagno.

“Questo lo tengo io” comunica divertito sbucando dal suo nascondiglio e mostrando il mio baby doll.

“Sei proprio impossibile” urlo come una forsennata.

La sua risata melodiosa mi giunge come risposta.

Mi stendo stremata sul letto. Mi rannicchio sul lato e non posso fare a meno di sorridere per quello che è successo. Nonostante tutto gli sono grata. Mi ha distratta dai miei pensieri e dalle mie elucubrazioni.

“Grazie Edward” sussurro grata al mio amico speciale per avermi regalato di nuovo il sorriso.

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 Risposte alle Recensioni:

 

 Elly4ever [Contatta] Segnala violazione
 21/02/10, ore 17:19 - Capitolo 23: Capitolo 23
Un piccolo accenno sulle decisioni di Bella lo abbiamo avuto..... e ne succederanno...... vedremo anche le reazioni dei due dinazi alla separazione....
 samy88 [Contatta] Segnala violazione
 12/02/10, ore 12:13 - Capitolo 23: Capitolo 23
Non preoccuparti a volte accade a nche a me di dimenticare di recensire oppure quando decido è stato già pubblicato il chappy successivo...... Sono senza parole non soo cosa rispondere alle tue parole.... mi commuovo veramente..... sono felice di riuscire a catapultare il lettore nelle mente dei personaggi...... spero che anche qst capitolo non deluda le tue aspettative.....
 rodney [Contatta] Segnala violazione
 09/02/10, ore 23:55 - Capitolo 23: Capitolo 23
Come vedi nessun altro segreto nel passato di Bella... il suo è un riflesso involontario.... poverina pensa acosa avrebbe fatto lei se la situazione fosse stata diversa..... che mi dici questa miccia è abbastanza accesa??????....
 RenEsmee_Carlie_Cullen [Contatta] Segnala violazione
 09/02/10, ore 17:12 - Capitolo 23: Capitolo 23
Effettivamente Eddy è molto più maturo di quello che vuol dare a vedere e Bella riesce a far venire fuori la sua parte più vera  epiù sensibile.... cosa che lui si era prefissato di soffocare... ops ho detto troppo..... baci a presto e scusa per il ritardo....
 lilly95lilly [Contatta] Segnala violazione
 09/02/10, ore 16:51 - Capitolo 23: Capitolo 23
Chissà forse lo scopriremo insieme chi sia il padre del bambino.... il rapporto tra Ed e Bella diviene sempre più acceso oserei dire... ihihihih... speriamo duri..... me sadica....
 twilighterpazza [Contatta] Segnala violazione
 09/02/10, ore 14:50 - Capitolo 23: Capitolo 23
Chissà cosa combineranno quei due, non dimetichiamoci di Tanya..... non dimetichiamoci di James e, soprattutto...... cosa accadrà a Phoenix?.... lo sapremo nella prossima puntata....
 SCD71001 [Contatta] Segnala violazione
 09/02/10, ore 14:37 - Capitolo 23: Capitolo 23
io AMO Edwrad Cullen e questo edward si sta rivelando tutto da mangiucchiare..... sarà sempre così o si perderà per la strada?... chissàààààà..... Bella pensaci tuuuuuuuuuuuu.....
 grepattz [Contatta] Segnala violazione
 09/02/10, ore 14:11 - Capitolo 23: Capitolo 23
Piccolo assaggino delle scintille tra i due protagonisti..... che mi dici?.... faccioli divertire un po'.... prima che i guai li facciano incupire.....
 Sara90 [Contatta] Segnala violazione
 09/02/10, ore 13:01 - Capitolo 23: Capitolo 23
Effettivamente Cheryl è davvero sfortunata o fortunata.... a volte è questione di punti di vista... il bambino le ha dato nuova vita... quella scintilla per continuare a sperare... ci vuole molto coraggio per affrontare una scelta come la sua, però lo ha fatto... potremo capire meglio questo personaggio nel prossimo capitolo.....
 lisa76 [Contatta] Segnala violazione
 09/02/10, ore 12:43 - Capitolo 23: Capitolo 23
Per quanto riguarda la parte di Paul è volutamente lasciata nel discorso, più avanti questo particolare sarà spiegato... promesso.... mi fa piacere che questo Edward abbia tante ammiratrici... se lo merita... in fondo anche lui ha sofferto... tanto.... ops ho spoilerato troppo?.... più avanti piano piano tante piccole cose sul passato di Eddy verranno fuori.... e forse lo ameremo ancora di più.... baci a presto....
 erika1975 [Contatta] Segnala violazione
 09/02/10, ore 10:50 - Capitolo 23: Capitolo 23
Effettivamente Edward è stato poco discreto con la sua domanda, ma a volte ha dei dubbi... E' ossessionato da Bella e le sue esperienze passate non gli permettono di fidarsi fino in fondo di qualcuno... E' un fattore involontario, in più del racconto di Bella ha memorizzato alcuni fatti in maniera indelebile quelli cioè riguardo l'aggressione (dato che quello è ciò che lo ossessiona di più), altri gli sono sfuggiti, diciamo così.....
 chi61 [Contatta] Segnala violazione
 09/02/10, ore 09:27 - Capitolo 23: Capitolo 23
Sono d'accordo con te. Cheryl è un personaggio positivo e che ritroveremo anche in futuro.... questo viaggio per Bella sarà importante e segnerà una svolta anche per il suo rapporto con Edward....

 

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Se volete potete dare un’occhiata anche ad un’altra mia storia: L’Angelo Oscuro (Aggiornata il 18/01/2010)


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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Scusate scusate.. Sono imperdonabile, non solo in terribile ritardo, ma anche di fretta....
Vi lascio la prima parte del capitolo... Alla fine un piccolo spoiler.... Spero di aggiornare il seguito il prima possibile... 
Baci
Luis...

 

Amare oltre le Apparenze

Capitolo VENTICINQUESIMO

                                                                     POV EDWARD

Idiota! Idiota! Idiota! Edward sei un emerito idiota e imbecille!! Mi insulto mentalmente per la mia stupidità. Cosa mi è saltato in mente? Oh, lo so bene. Non so come ho fatto a fermarmi. Bella, Bella sei davvero pericolosa. È cominciato tutto come un gioco e ci sono rimasto secco. Ora sono qui nella mia stanza solo e in piena tempesta ormonale. Sono eccitato come un ragazzino. Ma come si fa a non esserlo quando si presenta davanti agli occhi uno spettacolo come Bella seminuda, vestita solo di quella biancheria sexy, completamente inerme e plasmabile come argilla tra le mie mani? Il suo completo abbandono al gioco sensuale cui ho dato vita mi ha mandato in estasi. Come fa ad essere così inconsapevolmente bella, sensuale ed eccitante. Basta Edward, basta. Mi giro e rigiro nel letto. Non riesco a dormire. Corro in bagno e mi precipito sotto il getto delicato della doccia. L’acqua rigorosamente fredda mi avvolge come un manto e con la sua delicatezza friziona ogni parte del mio corpo sciogliendo la tensione contenuta in esso. Dopo un tempo molto lungo, i miei sensi sembrano placarsi. Un sospiro di sollievo esce dalle mie labbra. Non posso continuare così. Penso mentre raggiungo il mio letto. L’immagine di Bella stesa sul suo completamente abbandonata avvolta dalla mia felpa prepotente entra nella mia mente. Il mio amico comincia a sussultare a quell’immagine.

“Dannazione” sibilo girandomi sul fianco. Dopo vari tentativi riesco ad abbandonarmi al sonno.

Piccoli e caldi tocchi mi sfiorano il viso. Brividi accarezzano il mio corpo.

“Mhmmm” mugugno nel sonno, mi rigiro nelle coperte.

Bisbigli e risatine trillanti giungono alle mie orecchie.

Chi è che disturba il mio sonno?

Un respiro fresco sfiora il mio collo. La pelle si accappona per la sensazione di piacere che ne scaturisce. Un profumo di fragole e fiori investe le mie narici. Questo profumo lo riconoscerei tra mille. Probabilmente sto ancora sognando. Meglio godersi questo sogno.

Mi lascio completamente andare quando qualcosa di caldo sfiora il mio corpo.

Mi fiondo verso questa morbidezza e la stringo a me in modo spasmodico. Questo sogno sta diventando troppo intenso, quasi reale. La sensazione di avere davvero un corpo caldo tra le braccia si fa prepotente. Struscio il viso su qualcosa di morbido, ma sodo e tonico. È troppo reale la sensazione per essere un cuscino.

Alle orecchie giunge un suono ovattato, ma frenetico. TumTumTumTumTum. Sembra un battito accelerato. Una melodia meravigliosa in cui mi perdo. Continuo imperterrito a strusciarmi contro quelle soffici curve. Il mio amichetto è vigile, molto vigile e dolente. Mi stringo con maggior veemenza a quel corpo che nel mio sogno ha il volto di Bella. Non resisto e lascio scivolare le mani lungo ciò che mi sembrano fianchi. Scendo sempre più giù lungo la coscia fino ad arrivare al ginocchio. Lo afferro con decisione e arpiono quella gamba al mio fianco. Con una passione a me sconosciuta palpeggio quella coscia tanto invitante. Sospiri smorzati escono dalle mie labbra e tra un ansito e l’altro riesco solo a pronunciare il suo nome.

“Bella” pronuncio con tono suadente ed eccitato. Non riesco a riconoscere la mia voce.

Le mie labbra tracciano un percorso che mi permette di affondare completamente il viso tra il collo e la spalla. Riesco addirittura a percepire il solletico di capelli contro la mia pelle. Mi spingo sempre più in carezze troppo audaci, fino a schiacciare maggiormente quel corpo contro il mio. Un suono strozzato mi blocca. Non proviene da me. Apro lentamente gli occhi. Fatico a mettere a fuoco. Ciò che accoglie il mio risveglio mi sconvolge la mente. Sto davvero abbracciando un corpo. Lentamente mi discosto e annego in un mare di cioccolato.

Non ci posso credere. Sto davvero abbracciando Bella. È bellissima. Lo sguardo tra lo sconvolto e l’eccitato, le labbra rosse  sensuali dischiuse in un affanno incontrollato. I suoi capelli sparsi come una corona, il petto si alza e si abbassa in una corsa frenetica. Siamo praticamente incollati l’uno all’altra. Il mio bacino preme contro il suo corpo caldo e ansante. Mio Dio cosa ho fatto!? Ora mi odierà.

“Bella…. Stai… bene?” le chiedo con voce tremante e roca per l’eccitazione non ancora sopita.

“Io… io…” non riesce a parlare.

“Scusa… scusa… non so cosa mi sia preso” il mio tono implorante.

Emette lunghi respiri. Chiude per qualche attimo gli occhi.

“No, non devi scusarti…. Sono io… a dovermi… scusare” risponde ancora affannata.

Inarco un sopracciglio. E questa da dove l’ha cacciata fuori?

“Non è colpa tua…. Sono stata io a provocarti…. Non era mia intenzione… scusa… volevo solo svegliarti” proferisce intimorita.

“No, Bella. Sono io il maniaco. Avrei dovuto capire che non era un sogno. Non dire più che è colpa tua. Non hai fatto niente di male” sbotto adirato per le sue parole. Perché deve sempre assumersi colpe che non ha? Mi allontano, seppur a malincuore, dal suo corpo. Un senso di vuoto e freddo mi investono.

Rivolgo di nuovo lo sguardo nella sua direzione. Ha il viso rivolto in un punto non definito della mia stanza, il viso contratto in una smorfia di sofferenza. Anche se non riesco a guardarla dritta negli occhi, riesco lo stesso a vederli pieni di lacrime trattenute.

“Come mai sei venuta a svegliarmi?” chiedo dolce.

Volta immediatamente gli occhi verso di me. Si alza lentamente restando seduta sul letto.

“E’ tardi. Voleva venire Alice. Non credo avresti apprezzato il modo con cui ha deciso di riportarti tra noi” mi sorride sadica.

“Immagino” ci fissiamo per un attimo interminabile negli occhi. La scruto attentamente. Indossa un abito di maglia che le arriva a metà coscia. Sotto delle calze supercoprenti da sembrare un pantalone. Lo scollo ampio a barca. I capelli sciolti le ricadono morbidi sulle spalle. Le guance ancora colorate di rosso. Le labbra rosse e vellutate sono troppo invitanti. Sono come un frutto proibito da cogliere e assaporare con gusto. L’attrazione che provo per lei è qualcosa di devastante. Sono ipnotizzato e soggiogato.

“Bene. Ora ti lascio così puoi prepararti” e si dirige verso la porta. Non ho la forza di parlare. Riesco solo ad annuire, prima che lei scompaia dalla mia camera.

Mentre mi preparo non faccio altro che pensare a quanto accaduto poco fa, proprio in questa stanza, sul mio letto. Fisso quest’ultimo intensamente e il ricordo di quegli attimi in cui ho stretto a me il corpo caldo e morbido di Bella si affaccia prepotente nella mente. Scuoto violentemente il capo per allontanare simili pensieri: troppo dannosi per il mio già precario autocontrollo. Mi precipito in salotto e ciò che mi accoglie è solo silenzio. Mi guardo intorno alla ricerca di qualunque cosa possa spezzarlo, ma niente. Dei rumori non ben definiti catturano la mia attenzione. Provengono dalla cucina.

“Mamma?” chiedo retorico al sorriso affettuoso di mia madre, intenta a riordinare la cucina. Il mio sguardo si sofferma sull’orologio appeso proprio sulla parete di fronte. Gli occhi si sgranano nel rendermi conto di essere in un ritardo da record.

“Eh, sì. È proprio tardi!” sghignazza mia madre. Poi smette e mi fissa in modo serio. Molto serio.

“Cosa c’è tesoro?” chiede preoccupata.

Non comprendo il perché di tale domanda. La guardo interrogativo. Lei si avvicina e con una mano accarezza i miei occhi fino a fermarsi su una guancia. Mi accoccolo sulla  mano delicata di mia madre, chiudo gli occhi e mi lascio trastullare dalle sue carezze. Questo gesto mi ricorda molto la mia infanzia. Da piccolo mia madre mi coccolava sempre così quando qualcosa mi preoccupava. Un sorriso spunta sulle mie labbra a quei ricordi.

“Cosa c’è tesoro? Cosa  ti preoccupa? Sembri scosso e i tuoi occhi sono segnati da profonde occhiaie. Cosa ti ha tenuto sveglio?” a mia madre non sfugge mai nulla.

“Niente, mamma. Va tutto bene. Stanotte non riuscivo a chiudere occhio, ma non c’è nulla che non vada. Davvero!” sfodero la mia migliore faccia da poker e sorrido per rassicurarla. Non posso certo dirle che non riuscivo a dormire perché ero troppo eccitato dopo lo scherzetto fatto a Bella.

“Voglio crederti, anche se non me la racconti giusta” .

È inutile posso ingannare chiunque, ma non lei. Emette un profondo sospiro, poi mi inchioda con quello sguardo serio di chi la sa lunga.

“E’ successo qualcosa con Bella?”

Cosa? La guardo esterrefatto. Ma come ha fatto?

“Ho come la sensazione sia accaduto qualcosa. Quando è scesa in salone, stamane, era strana. Aveva una strana espressione e poi era rossa come un peperone”

Sorrido. Povera, piccola Bella deve essere stato shoccante il mio comportamento. Forse dovrei calmarmi un po’.

“No, mamma. Con Bella va tutto bene” dico poco convinto, beccandomi un’occhiata alquanto eloquente dalla mia genitrice.

“A proposito, dove sono le ragazze?”

“Sono già andate via. Dato che faticavi a svegliarti Alice ha chiamato Jasper, che insieme a Rose sono venuti a prenderle”.

Digrigno i denti. Nana malefica! Poteva almeno lasciarmi Bella.

Oh mio dio! La mia Bella da sola a vagare nei meandri di quel covo infestato da febbricitanti e assatanati adolescenti dagli ormoni impazziti. E per di più in compagnia di mia sorella, nonché uragano “facciamoli sbavare tutti”. Devo fare in fretta. Devo correre.

“Scappo, mamma. È tardi” sbotto ancora angosciato dai miei pensieri. Le schiocco un veloce bacio sulla guancia e corro verso il garage.

“Comunque se ti interessa, Bella voleva aspettarti. Alice l’ha praticamente trascinata via con la forza” sghignazza. Mi volto e le sorrido grato per l’informazione.

Mi infilo nella Volvo e sfreccio a velocità decisamente non commentabili verso la scuola. Al mio arrivo il parcheggio è stracolmo di auto, ma nessuna persona nei paraggi. Deve essere già suonata la campanella della prima ora. Corro verso gli armadietti per recuperare l’occorrente e il mio cuore sussulta di nuovo vivo nel petto. Nella fila di armadietti adiacente la mia piccola venere se ne sta pensierosa con la fronte poggiata contro il suo armadietto e sospira pesantemente. Cosa le prende? Forse ha bisogno di qualcuno che la stuzzichi un po’. Con un ghigno in volto mi avvicino lentamente. A pochi passi la sento ancora sospirare e mugugnare qualcosa di incomprensibile. Non ci penso due volte l’afferro per i fianchi e faccio scivolare lascive le mani fino al suo ventre. Si irrigidisce e prima che possa intuire qualunque sua mossa mi ritrovo con una guancia dolorante e arrossata per la sberla che mi è arrivata. Ok non deve aver gradito molto il mio saluto.

“Oh dio! Edward sei tu!” rossa d’imbarazzo poggia la mano traditrice sulla mia ancora poggiata sulla guancia dolorante.

“Chi credevi che fossi?” chiedo tra il divertito e l’adirato.

“Scusa, ero sovrappensiero non ti ho sentito arrivare. Mi sono spaventata. Scusa ti fa male?” chiede apprensiva.

Quanto adoro le sue manine che mi accarezzano delicate. Adoro anche il suo lato da gattina selvatica. Devo ammettere che tutto in lei mi eccita.

“Passerà in fretta” dico sospirando.

“Mi dispiace” continua e riprende ad accarezzarmi dove prima mi ha colpito.

“A cosa pensavi di tanto interessante da estraniarti in questo modo dal mondo? Sempre se non sono indiscreto” chiedo con tono dolce e calmo fissandola negli occhi.

Alla mia domanda arrossisce e distoglie lo sguardo. Intrappola il labbro inferiore tra i denti e comincia a torturarlo. Mi perdo nella contemplazione delle sue labbra martoriate.

“Do.. dovre… dovremo entrare la campanella è suonata da un po’” proferisce infine.

“D’accordo” annuisco e la lascio andare. Prima di svoltare l’angolo si volta nella mia direzione. Mi sorride e scuote il capo. E per la seconda volta questa mattina scompare lasciandomi solo in balia dei miei pensieri.

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 Risposte alle recensioni:

 

 yara89 [Contatta]

Segnala violazione

 21/03/10, ore 17:00 - Capitolo 24: Capitolo 24

Ciao, sono felice che la storia abbia una nuova fan…. Hai fatto un’analisi abbastanza dettagliata dei personaggi.. sono contenta perché significa che ciò che si cela dietro salta all’occhio del lettore…. Per quanto riguarda Edward non è che non vuole ammettere di essere innamorato perché non riconosce qst sentimento, proprio perché lo conosce lo spaventa tanto… non posso sbilanciarmi troppo altrimenti spoilero troppo.. per il resto hai ragione Bella deve sbloccarsi dal punto di vista fisico, mentre lui da quello mentale… Qst separazione sarà importante per entrambi, forse soprattutto per Bella… Vedrai… A presto… Luis

 tom angel [Contatta]

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 07/03/10, ore 16:45 - Capitolo 24: Capitolo 24

Ti ringrazio delle bellissime parole…. Per quanto riguarda Bella seduttrice dovrai attendere un pochino.. Purtroppo lei è ancora bloccata da qst punto di vista, ma quando si scioglierà vedrai… ihihihih…. Ho detto troppo… Sono d’accordo con te sulle immagini: danno sicuramente più pathos alla lettura… Solo che non sono molto pratica nell’inserimento delle immagini… So che ci sono dei vincoli da seguire e non so dove trovarli.. Se qlcn potesse darmi una mano, un consiglio a riguardo ne sarei contenta e potrei accontentarti… A presto…

 samy88 [Contatta]

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 05/03/10, ore 13:12 - Capitolo 24: Capitolo 24

Purtroppo per sapere qlcs su Phoenix dovrai attendere… Non so se nel prox o nel successivo… Tutto dipende dalla mia mente distorta e contorta quanto li farò ancora penare i due piccioncini… Sono un po’ sadica lo so, però a volte mi rendo conto che c’è bisogno di soffermarsi su alcune cose anche se noiose, ma servono per rendere più completa e meno frettolosa la storia…. Sei sempre gentile nelle tue recensioni… arrossisco alle tue parole…. A volte non mi sembra di fare un gran lavoro, rileggendo i capitoli avrei potuto fare di meglio… cmq l’importante è che ai lettori le emozioni e le situazioni arrivino e siano ben chiare… per il resto si può solo migliorare… Posso chiederti un consiglio? Come posso fare per inserire le immagini? Ho capito che per inserirle le devo rimpicciolire, però non so le dimensioni accettabili e come poterle rimpicciolire… Potrebbe dare più enfasi alla lettura l’immagine…. Grazie per il tuo supporto….

 rodney [Contatta]

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 05/03/10, ore 00:55 - Capitolo 24: Capitolo 24

Carissimaaaaaaaaaaaaaaa…. Presto moooooolto presto la miccia esploderà….. Sono contenta che determinate scene riesco a descriverle bene… spero solo di non risultare volgare…

Non vedo l’ora di far esplodere i fuochi d’artificio……

 twilighterpazza [Contatta]

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 02/03/10, ore 21:35 - Capitolo 24: Capitolo 24

Tanya sa molte cose di Bella, troppe e presto scopriremo anche come fa a saperle…. Anche io in un primo momento avrei preferito far andare Edward, però un momento di separazione a qst punto della storia è importante… Vedrai cha soprattutto a Bella qst esperienza sarà di giovamento… Cmq Alice e Bella a Phoenix non oso immaginare…. Ihihihih…. P.S. Eddy non può andare perché deve disputare una partita nel fine settimana… credo che qst cosa non sia passata… in effetti non è stato detto in modo esplicito…. A prestooooooooooo…..

 lilly95lilly [Contatta]

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 02/03/10, ore 14:58 - Capitolo 24: Capitolo 24

Spero che qst capitolo in cui non c’è niente di che sia piaciuto lo stesso… Purtroppo a volte essere celere negli aggiornamenti è quasi impossibile… mettiamoci che è un periodo un po’ no in cui non riesco a concentrarmi come dovrei e la frittata è fatta…. Cmq spero che anche qst chappy sia di tuo gradimento….

 SCD71001 [Contatta]

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 02/03/10, ore 14:09 - Capitolo 24: Capitolo 24

Concordo con te: Bella è ottusa… Non vuole vedere ciò che per tutti è evidente…. Purtroppo la poca autostima e il suo blocco non l’aiutano di certo… Ma presto, molto presto e soprattutto grazie a Eddy che la metterà alle strette la nostra Bellina si scioglierà… Povero Eddy…. O forse no….. chissà…..

 erika1975 [Contatta]

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 02/03/10, ore 14:05 - Capitolo 24: Capitolo 24

Grazie per i complimenti…. Come ho già spiegato nella risposta a Twilighterpazza Eddy non può andare perché deve disputare una partita… però ti anticipo che le due non saranno sole…..

 grepattz [Contatta]

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 02/03/10, ore 13:57 - Capitolo 24: Capitolo 24

Non ti nego che l’idea di un’improvvisata di Eddy e Jasper mi ha sfiorata, però non so… cedremo cosa accadrà… posso però dirti che le due non saranno sole….. Per il resto Bella è OTTUSAAAAAAAAAAAA…….

 lisa76 [Contatta]

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 02/03/10, ore 13:24 - Capitolo 24: Capitolo 24

Per gli accompagnamenti nel prossimo capitolo ci saranno delle novità…. Qst separazione segnerà un punto di svolta… e speriamo bene….. Baci… Luis

 Lullaby89 [Contatta]

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 02/03/10, ore 00:28 - Capitolo 24: Capitolo 24

Grazie, grazie infinite per le tue belle parole… Grazie davvero… Per quanto riguarda i due piccioncini posso dirti che presto si sbloccheranno e complice sarà qst distacco… per il resto continua a seguirmi… Luis…

 chi61 [Contatta]

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 01/03/10, ore 23:33 - Capitolo 24: Capitolo 24

Grazie per le tue attenzioni… I miei problemi familiari si sono in parte risolti in meglio, ma bisogna sempre combattere… Per il viaggio vedrai cosa succederà…. Però alla fine Bella capirà molte cose e Edward avrà modo di schiarirsi le idee…. E poi… finalmente i fuochi d’artificioooooooooo….

 
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Angolo Spoiler:

“Dov’è Bella?” chiede l’energumeno senza neanche un cenno di saluto, mentre si fa spazio per entrare in casa mia.

“Non c’è” sibilo freddo............

............ “Tu non me la porterai via. Lei è mia” sibilo minaccioso al cane di fronte a me.

“Vedremo, Cullen. Vedremo”…

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 yara89 [Contatta]

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 21/03/10, ore 17:00 - Capitolo 24: Capitolo 24

Ciao, sono felice che la storia abbia una nuova fan…. Hai fatto un’analisi abbastanza dettagliata dei personaggi.. sono contenta perché significa che ciò che si cela dietro salta all’occhio del lettore…. Per quanto riguarda Edward non è che non vuole ammettere di essere innamorato perché non riconosce qst sentimento, proprio perché lo conosce lo spaventa tanto… non posso sbilanciarmi troppo altrimenti spoilero troppo.. per il resto hai ragione Bella deve sbloccarsi dal punto di vista fisico, mentre lui da quello mentale… Qst separazione sarà importante per entrambi, forse soprattutto per Bella… Vedrai… A presto… Luis

 tom angel [Contatta]

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 07/03/10, ore 16:45 - Capitolo 24: Capitolo 24

Ti ringrazio delle bellissime parole…. Per quanto riguarda Bella seduttrice dovrai attendere un pochino.. Purtroppo lei è ancora bloccata da qst punto di vista, ma quando si scioglierà vedrai… ihihihih…. Ho detto troppo… Sono d’accordo con te sulle immagini: danno sicuramente più pathos alla lettura… Solo che non sono molto pratica nell’inserimento delle immagini… So che ci sono dei vincoli da seguire e non so dove trovarli.. Se qlcn potesse darmi una mano, un consiglio a riguardo ne sarei contenta e potrei accontentarti… A presto…

 samy88 [Contatta]

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 05/03/10, ore 13:12 - Capitolo 24: Capitolo 24

Purtroppo per sapere qlcs su Phoenix dovrai attendere… Non so se nel prox o nel successivo… Tutto dipende dalla mia mente distorta e contorta quanto li farò ancora penare i due piccioncini… Sono un po’ sadica lo so, però a volte mi rendo conto che c’è bisogno di soffermarsi su alcune cose anche se noiose, ma servono per rendere più completa e meno frettolosa la storia…. Sei sempre gentile nelle tue recensioni… arrossisco alle tue parole…. A volte non mi sembra di fare un gran lavoro, rileggendo i capitoli avrei potuto fare di meglio… cmq l’importante è che ai lettori le emozioni e le situazioni arrivino e siano ben chiare… per il resto si può solo migliorare… Posso chiederti un consiglio? Come posso fare per inserire le immagini? Ho capito che per inserirle le devo rimpicciolire, però non so le dimensioni accettabili e come poterle rimpicciolire… Potrebbe dare più enfasi alla lettura l’immagine…. Grazie per il tuo supporto….

 rodney [Contatta]

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 05/03/10, ore 00:55 - Capitolo 24: Capitolo 24

Carissimaaaaaaaaaaaaaaa…. Presto moooooolto presto la miccia esploderà….. Sono contenta che determinate scene riesco a descriverle bene… spero solo di non risultare volgare…

Non vedo l’ora di far esplodere i fuochi d’artificio……

 twilighterpazza [Contatta]

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 02/03/10, ore 21:35 - Capitolo 24: Capitolo 24

Tanya sa molte cose di Bella, troppe e presto scopriremo anche come fa a saperle…. Anche io in un primo momento avrei preferito far andare Edward, però un momento di separazione a qst punto della storia è importante… Vedrai cha soprattutto a Bella qst esperienza sarà di giovamento… Cmq Alice e Bella a Phoenix non oso immaginare…. Ihihihih…. P.S. Eddy non può andare perché deve disputare una partita nel fine settimana… credo che qst cosa non sia passata… in effetti non è stato detto in modo esplicito…. A prestooooooooooo…..

 lilly95lilly [Contatta]

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 02/03/10, ore 14:58 - Capitolo 24: Capitolo 24

Spero che qst capitolo in cui non c’è niente di che sia piaciuto lo stesso… Purtroppo a volte essere celere negli aggiornamenti è quasi impossibile… mettiamoci che è un periodo un po’ no in cui non riesco a concentrarmi come dovrei e la frittata è fatta…. Cmq spero che anche qst chappy sia di tuo gradimento….

 SCD71001 [Contatta]

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 02/03/10, ore 14:09 - Capitolo 24: Capitolo 24

Concordo con te: Bella è ottusa… Non vuole vedere ciò che per tutti è evidente…. Purtroppo la poca autostima e il suo blocco non l’aiutano di certo… Ma presto, molto presto e soprattutto grazie a Eddy che la metterà alle strette la nostra Bellina si scioglierà… Povero Eddy…. O forse no….. chissà…..

 erika1975 [Contatta]

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 02/03/10, ore 14:05 - Capitolo 24: Capitolo 24

Grazie per i complimenti…. Come ho già spiegato nella risposta a Twilighterpazza Eddy non può andare perché deve disputare una partita… però ti anticipo che le due non saranno sole…..

 grepattz [Contatta]

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 02/03/10, ore 13:57 - Capitolo 24: Capitolo 24

Non ti nego che l’idea di un’improvvisata di Eddy e Jasper mi ha sfiorata, però non so… cedremo cosa accadrà… posso però dirti che le due non saranno sole….. Per il resto Bella è OTTUSAAAAAAAAAAAA…….

 lisa76 [Contatta]

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 02/03/10, ore 13:24 - Capitolo 24: Capitolo 24

Per gli accompagnamenti nel prossimo capitolo ci saranno delle novità…. Qst separazione segnerà un punto di svolta… e speriamo bene….. Baci… Luis

 Lullaby89 [Contatta]

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 02/03/10, ore 00:28 - Capitolo 24: Capitolo 24

Grazie, grazie infinite per le tue belle parole… Grazie davvero… Per quanto riguarda i due piccioncini posso dirti che presto si sbloccheranno e complice sarà qst distacco… per il resto continua a seguirmi… Luis…

 chi61 [Contatta]

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 01/03/10, ore 23:33 - Capitolo 24: Capitolo 24

Grazie per le tue attenzioni… I miei problemi familiari si sono in parte risolti in meglio, ma bisogna sempre combattere… Per il viaggio vedrai cosa succederà…. Però alla fine Bella capirà molte cose e Edward avrà modo di schiarirsi le idee…. E poi… finalmente i fuochi d’artificioooooooooo….

 
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Angolo Spoiler:

“Dov’è Bella?” chiede l’energumeno senza neanche un cenno di saluto, mentre si fa spazio per entrare in casa mia.

“Non c’è” sibilo freddo.

…. “Tu non me la porterai via. Lei è mia” sibilo minaccioso al cane di fronte a me.

“Vedremo, Cullen. Vedremo”…

 
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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


C'è nessunooooooooooooo...... *me che entra di soppiatto in punta di piedi*.... Chiedo umimlmente perodno, per la mia assenza.... E' inutile che stia ad elencarvi tutti i problemi vari che mi hanno afflitto, non ci sono comunque giustificazioni... Posso capirvi se vorrete linciarmi, soprattutto dopo aver letto il capitolo.... eheheheh.... Un sincero ringraziamento ai 199 preferiti, ai 14 ricordati ai 284 seguiti, ai 22 che mi hanno inserito tra gli autori preferiti... un ringraziamento particolare ad alcune autrici amiche che hanno riempito il mio cuore in questo periodo: 

ç Grazie a Samy88: un'amica solare e brillante; (Se nn avete letto le sue storie correte, sono spettacolari - anche se nn credo sia possbile cghe nn lo abbiate ancora fatto)

çgrazie a Fallsofarc: autrice fantastica, persona solare e simpaticissima. Fondatrice di un gruppo su FB per tutte noi EFP DIPENDENTI

çGrazie a Jma: persona profonda e sincera. Mi piace sempre e molto parlare con te e scambiarci consigli....

Se ho dimanticato qualcuno mi scuso sinceramente... rimedierò al prossimo capitolo...

Inoltre, nella mia pagina autore ho attivato il forum... Ogni tanto quanto potete correte a darvi un'occhiata, sarà il mio modo per interloquire con voi, darvi piccoli poiler e anticipazioni sugli aggiornamenti, o per chiervi consigli.... questi sono sempre bene accetti....

Amare oltre le Apparenze

Capitolo VENTISEIESIMO

                                                                       POV EDWARD

 

Quali potrebbero essere i suoi pensieri da renderla talmente assorta da far scomparire tutto intorno a sé?Quali potrebbero essere i suoi pensieri da essere tanto inconfessabili e metterla in imbarazzo?
Perso in tali elucubrazioni non mi rendo conto di essere arrivato davanti l’aula della mia prima ora.
“Mhmmmm, Mhmmmm” il raschiare prepotente di una voce mascolina mi riporta alla realtà.
Il prof. Archer mi scruta con un sopracciglio alzato e un’espressione alquanto irritata.
I miei compagni sogghignano, mentre Tanya mi guarda lasciva e maliziosa.

“Bene bene Signor Cullen” la voce roca e profonda del professore distoglie la mia attenzione dalla gatta morta della mia ex.
“Visto che è arrivato in ritardo, per punizione sarà il primo ad essere interrogato” sorride mellifluo.
Inarco un sopracciglio. Cosa pensa che sia impreparato? È pur vero che sono il capitano della squadra di basket, che mi diverto o meglio divertivo con ogni ragazza disponibile, ma allo studio ci tengo. Non mi faccio mai trovare impreparato. Sono il migliore in tutti i corsi, o quasi. Letteratura è il mio tallone d’Achille.
“Non c’è problema prof. Archer” sorrido, mi dirigo al banco che divido con Jasper, poso lo zaino con le mie cose e mi dirigo alla lavagna dove ha inizio la mia punizione.
Per un’intera ora il prof. Mi trattiene, mi propone ogni genere di domanda e cerca di farmi traballare e quando a volte mi soffermo maggiormente a riflettere spunta sul suo viso un ghigno sadico di vittoria per il mio cedimento. Ghigno che scompare quando mi accingo a rispondergli. Trigonometria è una materia che per me non ha segreti. La mia non è presunzione è un dato di fatto. Le discipline scientifiche sono quelle che prediligo e che per me sono naturali. I concetti sono assorbiti dalla mia mente come l’acqua in una terra fertile. Concetti che comprendo al volo. Non posso dire lo stesso per materie come letteratura. Non che non mi piaccia, ma a volte non riesco proprio ad immedesimarmi nei pensieri degli autori, alcuni li trovo scontati o banali. Non provo la stessa scarica adrenalinica di quando devo studiare un argomento di biologia, chimica, trigo e tutte le altre materie scientifiche. Non ho un brutto voto in letteratura, ma non all’altezza delle altre e questo non è un bene, perché potrebbe compromettere la mia media e di conseguenza la mia ammissione ad un’università di prestigio. Alla fine il professore si arrende e mi lascia libero di tornare al mio posto. Mi siedo orgoglioso di me e della A+ che ho conseguito. Jasper al mio fianco sghignazza e bisbiglia:
“Congratulazioni!”
“Grazie” rispondo con un sorriso di vittoria stampato in faccia.
“Edward, cosa hai fatto al viso? Hai un segno rosso alquanto evidente sulla guancia sinistra” chiede accigliato.
Mi porto una  mano alla guancia incriminata.
“Questa?” chiedo ghignando “Diciamo che la mia guancia ha avuto un incontro ravvicinato con il destro di Bella”
“Cosa?”
Annuisco a conferma.
“Devi raccontarmi tutto” chiede piuttosto curioso.
Gli sorrido e annuisco con lo sguardo e torniamo a seguire il prof. Archer che in questi ultimi minuti ha cominciato a spiegare.
Il suono della campanella mi libera da quella prigione. In questi ultimi minuti non ho fatto altro che pensare a lei, alla mia Bella, non ho fatto altro che torturarmi e scervellarmi sulla natura dei suoi pensieri. Ora che la campanella è suonata posso correre da lei. Faccio per sgattaiolare dall’aula, ma una presa ferrea e decisa mi blocca
“Non hai nulla da raccontare?” ghigna Jasper con uno strano luccichio negli occhi. Spalanco gli occhi dalla sorpresa. Da quando in qua è così curioso?
“Dopo Jazz, ora ho da fare” rispondo in preda all’ansia. Mi divincolo da quella presa e mi dirigo alla porta. Appena varcata una figura scultorea e discreta, alta e imponente, non quanto me, mi blocca il percorso.
“Ma cosa?......” fisso incredulo la figura di fronte e mi volto a fissare l’altra figura giunta alle mie spalle.
“Dove credi di andare?” chiede minacciosa la figura dinanzi.
“Lasciami passare, Ben”
“Non ci penso nemmeno” lo guardo esterrefatto.
“Ben fatto, Ben” infierisce Jazz alle mie spalle. Mi hanno praticamente circondato, precludendomi ogni via di fuga.
“Si può sapere cosa vi è preso?” sbotto irritato, incurante degli sguardi curiosi dei nostri compagni.
“Non ti permetteremo di andare da lei, Edward” spiega placido e tranquillo Ben.
“Non vi capisco, perché questo atteggiamento?” il mio tono è praticamente disperato.
“Lasciami passare Ben. Non costringermi a fare qualcosa di cui potrei pentirmi” il mio pensiero, il mio unico desiderio è raggiungere Bella e sono disposto a tutto anche a litigare con loro se è necessario.
“Edward, per favore, non essere testardo. È per il suo bene” si intromette Jazz con la sua flemma.
Volto lo sguardo verso di lui e lo guardo truce.
“Come sarebbe è per il suo bene? Sono male per lei?”
“Non ho detto questo. Santo cielo, Edward! Sei talmente accecato che non ragioni!” sbotta esasperato Jasper.
“Edward, avresti dovuto vederla stamane. Era sopraffatta dalla paura. Si guardava intorno terrorizzata. C’è voluto un po’ per tranquillizzarla”.
“Devi ringraziare la nana malefica della tua ragazza per questo” sbotto irritato verso Jazz. Mi fissa accigliato.
“Se Alice l’avesse lasciata a casa ad aspettarmi non sarebbe accaduto nulla” l’ansia mi soffoca sempre di più. La mia piccolina sola e sperduta tra queste belve assatanate. E pensare che voleva andare a Phoenix da sola!
“E’ proprio questo il problema!” interviene Ben.
“Bella è divenuta troppo dipendente da te” inarco un sopracciglio. La cosa mi provoca un perverso piacere.
“Sia io che Jazz ci siamo offerti di accompagnarla, ma lei come una bambina capricciosa voleva solo te. Alice e Angela l’hanno praticamente trascinata all’interno della scuola”.
“E’ totalmente succube delle sue paure e insicurezze. Tu sei la sua ancora. Si affida a te completamente. Non può continuare così. Deve affrontare i suoi incubi” conclude infine Jasper.
Hanno ragione. Bella deve cercare  da sola la forza per non soccombere alle sue paure. In fondo è ciò che desidero anch’io che lei si sblocchi. Non posso negare, però, un malsano senso di godimento nel sapere quanto sia fondamentale per lei. Mi fa sentire importante e questo mi gratifica non poco. Ciò che conta è il suo bene.
“Tu le vuoi bene, Edward?” chiede Jazz a bruciapelo.
Annuisco.
“Bene, allora lasciala respirare. Vedrai te ne sarà grata. In più otterrai più punti ai suoi occhi” mi strizza l’occhio a quest’ultima affermazione. Ben sghignazza. Scuoto il capo per non pensare ai due.
“Bene, allora andiamo alla prossima lezione” concludo rassegnato la diatriba con i miei amici.
Trascorre lenta tutta la mattinata. Mi sto logorando al pensiero di Bella sola in balia di sguardi indesiderati. Sì lo so sono patetico e ripetitivo, ma non posso farci nulla.
Ad ogni mio sbuffo, ad ogni mio mugugno ci pensano i miei amici a riportarmi alla realtà.
“Avete visto la Swan, stamattina?”
“Sì, incredibilmente sexy. Vorrei proprio sapere da dove ne è venuta fuori”
“Non lo sai? Sta con Cullen, ora. Evidentemente deve averle impartito ottime lezioni. Magari potrei darle un ripasso!”
A quelle parole mi volto e assassino con lo sguardo il viscido che ha osato solo pensarle quelle cose orribili. Cos’è hanno perso tutti il senno?
L’inquisito mi nota e impallidisce al mio sguardo. Abbassa immediatamente la cresta e mi rivolge un sorrisino imbarazzato di scuse.
“Come ci si sente ad essere l’uomo più invidiato di tutta Forks?” chiede Jasper ghignando.
“Questo dovresti dirmelo tu” ribatto vendicativo. La sua espressione si incupisce. Lo sappiamo entrambi delle avances incessanti che ha ricevuto mia sorella prima che si fidanzasse con lui e anche dopo. A lui questa cosa non è mai andata a genio. Per questo è così possessivo nei confronti della nana.
“Ecco, allora, lo sai come ci si sente” ribatto.
“Scusa” conclude mesto, mentre varchiamo finalmente l’entrata della mensa. Mi guardo intorno. Il nostro tavolo è stranamente vuoto. Ci dirigiamo verso il bancone della mensa, dove troviamo ad attenderci Ben. Riempiamo i vassoi quanto basta per un esercito. Dobbiamo pensare anche alle ragazze. Al nostro passaggio le ragazze presenti ci seguono con lo sguardo.
“Ciao, Edward” strillano in coro le cheers sedute al solito tavolo poco lontane. Sorrido a malapena. Non voglio essere scostante, ma non mi è andato giù l’attacco che hanno sferrato contro Bella ieri. Ci accomodiamo. Stranamente ho notato che Tanya non è ancora arrivata. Beh, si starà facendo consolare da qualcuno. Non so perché,  invece ho la sensazione che stia tramando qualcosa.
Un colpo al fianco mi ridesta e i miei occhi si possono beare dell’immagine più seducente e angelica che abbia mai visto: Bella. È appena entrata sottobraccio ad Alice e Angela, Rosalie le segue sorridente. Le guance colorate di rosso, il sorriso sereno. Gli occhi luccicanti. Sul mio viso si apre in automatico un sorriso di benessere.
“Visto?” ammiccano Ben e Jazz nella mia direzione. Se il mio tormento è servito per far spuntare il sorriso su quel viso d’angelo, ben venga allora.
“Salve ragazzi” salutano in coro le nostre donzelle. Mia sorella si accomoda al fianco del suo ragazzo dopo avergli scoccato un sonoro bacio a stampo sulle labbra, così come Angela. Non ci penso due volte e prima che possa sedersi al solito posto di fronte, afferro Bella per un polso e l’attiro verso di me. Lei si sbilancia e finisce dritta seduta sulle mie gambe e braccia al collo. Le sorrido malizioso, avvicino il mio viso al suo e bisbiglio al suo orecchio:
“Buon giorno. Oggi non ho ancora avuto modo di dirtelo”. Inspiro il suo profumo fruttato che accende i miei sensi.
“No, è vero, però me lo hai dimostrato” sussurra anche lei. Mi scosto e la guardo negli occhi, ma li distoglie subito e comincia a torturarsi il labbro inferiore, le sue gote divengono sempre più rosse.
“Oh, ma quanto siete carini” sghignazza la sottospecie di essere femminile di mia sorella. La guardo torvo.
“Sembrate una coppia di fidanzatini innamorati persi” interviene Rosalie.
Ma cos’hanno queste due?
Alle loro parole Bella si irrigidisce e cerca di divincolarsi dalla mia presa. La lascio fare, ma non le permetto di allontanarsi e la costringo ad accomodarsi al mio fianco. Di sottecchi scruto la stella accanto. È stranamente silenziosa e lievi sospiri escono dalle sue labbra tentatrici quando non  intenta a mordersi il labbro inferiore. Quanto vorrei sapere cosa le passa per la testa.
Un tonfo sordo mi fa sobbalzare. Ai piedi di Bella sta bello steso un ragazzo che riconosco come Peter Gallagher, lanciatore della squadra di baseball.
“Ti sei fatto male?” chiede timida.
“No non preoccuparti. Sono inciampato, scusami” sorride mellifluo l’individuo.
“Comunque sono Peter, Peter Gallagher” le porge la mano.
Bella lo scruta con attenzione. Fissa lui poi la sua mano. Questo almeno tre volte. Le ragazze guardano torvo l’intruso, mentre io lo sto trucidando con lo sguardo.
“Piacere Peter” esordisce Bella, senza stringergli la mano. Ben ti sta.
Il belloccio ritira la mano deluso.
“Beh, ci vediamo, allora”
Bella annuisce. Il tipo si allontana un po’ deluso,ma mi rivolge un sorrisino di sfida. Ricambio con uno sguardo alquanto eloquente.
“Non è possibile” sibila l’angelo al mio fianco.
Rivolgo lo sguardo verso di lei: è esterrefatta, stringe un foglio tra le mani. Il suo viso diviene rosso fuoco, non è imbarazzo, è rabbia. Sì, perché le esce praticamente il fumo dalle orecchie per quanto sta ribollendo.
“Per chi mi ha presa? Adesso gli faccio vedere io” tenta di alzarsi, ma la trattengo. Di scatto porta i suoi occhioni fissi nei miei. Bella furibonda è uno spettacolo unico.
“Posso sapere cosa è successo?” le chiedo con il tono suadente che so farla capitolare, assottiglio lo sguardo. Boccheggia in cerca d’aria. Bene è in mano mia, ora. Certo che sono proprio un bastardo a usare questi mezzi, ma  a mali estremi….
Mi porge il foglio incriminato.
Dolcezza, quando ti sarai stancata di Cullen puoi chiamarmi. Sono a tua disposizione. Ti farò sentire come è un vero uomo. Ti farò divertire come mai in vita tua. Promesso. Questo è il mio numero. P.
Non ci posso credere. Quando glielo ha mollato questo biglietto l’idiota?
“Ma cosa è preso a tutti oggi?” borbotta ancora irritata.
Dal canto mio sto cercando di non farmi sopraffare dall’ira e far mangiare il biglietto al lurido viscido. Un momento. Cosa ha detto? Cosa è preso a tutti?
“In che senso?” chiedo di getto. I nostri amici intanto se la ridono. Non trovo nulla di divertente in tutto questo. Bella, intanto, rovista nella sua borsa. Ne estrae un mucchietto di biglietti spiegazzati.
“Li ho trovati nel mio armadietto” commenta.
Li prendo e li leggo. Sono tutti inviti per prestazioni sessuali. Tutti le dicono di lasciarmi perdere e considerare loro come stalloni più appaganti di me.
“Ma sono impazziti?” proferisco in preda all’ira. Capisco che Bella nel suo nuovo look sia piuttosto avvenente, ma da qui a trattarla come una disponibile ce ne vuole. Qui c’è sotto qualcosa. E lo scoprirò.
“Credo che qualcuno mi debba qualche spiegazione” sibila al mio indirizzo con fare intimidatorio.
“Ce l’hai con me per caso?” chiedo innocente.
“Sì, proprio con te, Cullen. A quanto pare i maschi di questa scuola sono tutti convinti che tu ed io stiamo insieme. Si può sapere cos’è questa storia?” chiede un po’ scocciata.
“Non è colpa mia. Se è questo che vuoi sapere. Ci hanno visto insieme e hanno tratto le loro conclusioni” chiarisco tranquillo.
“E tu non hai smentito?” chiede meravigliata.
“Cos’è ti fa tanto ribrezzo l’essere considerata la mia ragazza?” chiedo irritato dal suo atteggiamento.
“Non ho detto questo” risponde in un sussurro. Rivolge lo sguardo altrove. Un sorriso si dipinge sul mio viso.
“Cos’è allora che ti dà fastidio?” la stuzzico ancora.
“A me non dà fastidio. Pensavo potesse darlo a te” risponde di getto. Si porta una mano davanti a bocca come si fosse lasciata scappare qualcosa di troppo.
“Neanche a me dà fastidio” dico convinto.
“Perché?” chiede in un sussurro timido.
Le sorrido malizioso e le sue gote assumono quella tonalità di rosso che mi fa impazzire.
“Beh, in questo modo tutti questi ammiratori – digrigno i denti sull’ultima parola e indico i biglietti – ti staranno alla larga”
“A quanto pare non serve a molto se il risultato è questo” concludo afferrando i bigliettini.
“Sempre meglio di un assalto fisico” mi mordo la lingua a questa infelice affermazione. Mi volto a guardarla timoroso di una sua reazione negativa. La sua reazione mi coglie completamente impreparato.
“Hai ragione! Dovremmo dar loro qualcosa di succulento su cui spettegolare o si ridurrà tutto ad una bolla di sapone”.
Si avvicina lentamente al mio viso con uno sguardo e un sorrisetto malizioso. Sono completamente ipnotizzato. Attendo il contatto, famelico come solo un predatore può esserlo. È vicina, tanto vicina. Il suo dolce respiro solletica la pelle del mio volto. Istintivamente chiudo gli occhi e schiudo le labbra in trepidante attesa. Attendo smanioso un contatto con non arriva. Almeno non come vorrei. La piccola sadica si è spostata all’ultimo secondo sfiorandomi una guancia con un leggero bacio. È stato una carezza di piuma. Apro gli occhi, li incateno ai suoi che mi fissano birichini.
“Bene, bene, allora è la guerra che vuoi?” le dico provocatore. Assottiglio lo sguardo, il suo si spalanca e la sua dolce boccuccia si apre in una O muta. Prima che possa in qualche modo reagire, la afferro con decisione e la porto cavalcioni su me. Sogghigno divertito, la stringo a me con forza, come avessi paura potesse sfuggirmi. Mi avvicino lentamente al suo viso, completamente soggiogato dal mio.
“Sei stata molto, molto cattiva, piccola Bella. Ora non mi scappi più” sibilo mellifluo al suo orecchio. Stringo leggermente tra i denti il suo lobo. Il suo corpo sussulta e trema per la mia audacia. Le sue manine si stringono maggiormente alla mia maglia. Mi scosto leggermente per fissarla negli occhi. Mi perdo nelle sue pozze languide e lucide. Ci fissiamo a lungo l’uno perso negli occhi dell’altra. Non avrei mai pensato di riuscire ad avere un simile contatto platonico coon una ragazza.
“Mhmm, Mhmm” il raschiare di una gola mi riporta alla realtà e alla consapevolezza di non essere soli.
“potreste darvi un po’ di contegno?” Jasper sembra piuttosto infastidito.
“Vi ricordo che siamo in mensa. Certe effusioni risparmiatele in privato” continua divertita mia sorella.
“State dando un po’ troppo spettacolo” conclude Rosalie.
Solo in questo momento mi rendo conto di un irreale silenzio che ci circonda. Mi guardo intorno così come anche Bella. Occhi tanti occhi ci fissano. Chi curiosi, chi famelici, chi invidiosi. La maggior parte delle ragazze presenti hanno uno sguardo assassino verso Bella, mentre i maschi lo destinano a me. Un sospiro esce dalle mie labbra. Un gemito di frustrazione, invece, dalle labbra di Bella. Nasconde il suo viso sulla mia spalla. Le accarezzo delicatamente la schiena per infonderle un po’ di calma.
“Non capisco cosa abbiano da guardare” esplodo irritato.
Ben sghignazza e un Jasper piuttosto imbarazzato tenta di spiegarmi.
“Beh, forse voi non ve ne rendete conto, ma sprizzate erotismo da ogni poro”
“Sciocchezze” sibila Bella dalla mia spalla.
“Guarda che Jazz ha ragione. Guardarvi mi ha fatto un tantino surriscaldare. Peccato non ci sia il mio Emmett a placarmi” risponde in modo eloquente Rosalie. Quella ragazza assomiglia sempre di più a mio fratello.
“Sarà, ma potrebbero risparmiarsi”
“Non importa. Che guardino pure e si rodano” concludo aumentando la stretta sui fianchi di Bella.
“Non sarebbe il caso mi rimetta giù?”
“No” risposta secca e autoritaria la mia. Non ho alcuna intenzione di separarmi da lei e per quattro studenti che non si fanno i fatti propri.
Bella si rilassa sul mio corpo e sospira. Mi beo del suo calore. Proprio in questo momento fa capolino dalla porta d’ingresso Tanya. Si volta per lanciare un’occhiata al nostro tavolo e per poco non le casca la mascella per la sorpresa. I suoi occhi di fuoco si posano su Bella, su di me, sulle mie mani che la stringono possessive. Il suo viso si contrae dall’invidia. Distoglie lo sguardo e si dirige al tavolo dove ci sono le sue compari e cominciano a bisbigliare. Non mi curo di loro. Non posso, però, non pensare a Tanya e al suo sguardo. Sta tramando qualcosa ne sono sicuro.
Il suono della campanella rompe questa breve parentesi con la mia tigrotta. Bella non sembra non dare segni di muoversi. Io tanto meno insisto. Si sta così bene così abbracciati.
“Bella, scusa, abbiano lezione. Te ne sei dimenticata?” chiede tra il divertito e il serio Angela.
Bella mugugna parola incomprensibili e il suo viso è una maschera di frustrazione. A volte assume delle espressioni davvero buffe.
Peccato non avere lezioni in comune. Accompagno le mie donne davanti l’aula. Le saluto con un sorriso. Bella tira un lungo sospiro e stira le labbra in una smorfia di disgusto. Mi acciglio che sia per me?
“Cosa c’è?” le chiedo. Mi fa un cenno con il capo verso l’interno dell’aula. Non capisco non vedo nulla di strano. La guardo interrogativo. Alza gli occhi al cielo. Mima “trigonometria” con le labbra. Ora capisco.
“Sei allergica?” non specifico, potrebbero esserci orecchie indiscrete in giro.
Annuisce e sorride con le labbra, ma non con gli occhi.
“Mhmmm… strano il prof. Archer non è male” bisbiglio piano.
“Non è il professore è la materia che non sopporto. Non ci capisco niente!” bisbiglia a sua volta.
Sorrido divertito. Sembriamo una coppia di complici criminali che stanno tramando chissà quale piano.
“S vuoi posso darti una mano. Sai sono piuttosto bravo” mi vanto strofinando le dita su una spalla.
“E in cosa non sei bravo?” mugugna risentita.
“Non c’è niente in cui io non sia capace” ribatto malizioso.
Alzo e abbasso le sopracciglia come un cattivo da melodramma.
“Anche modesto, a quanto pare!” mi canzona divertita.
“Davvero! Se vuoi posso darti una mano”
“Davvero lo faresti?” chiede speranzosa.
“Certo” per qualsiasi cosa avrei voluto aggiungere, ma sarebbe stato esporsi troppo.
I suoi occhi si illuminano di gioia, il suo sorriso mi scalda il cuore.
“T ringrazio, ma vorrei sdebitarmi!”
“Bella, non ce n’è bisogno!”
“No, Edward. Tu sei così gentile a offrirti di aiutarmi. È giusto che anche io faccia qualcosa per te. Che contraccambi il favore” si morde il labbro in attesa della mia risposta.
Sospiro pesantemente. La fisso attentamente.
“E va bene” mi arrendo dinanzi al suo sguardo carico di speranza.
“Però non so proprio in cosa potresti aiutarmi. Vorrà dire che ci penserò e ti farò sapere. Non sai in che guaio ti stai cacciando. Potrebbe non piacerti il modo in cui sdebitarti” proferisco malizioso.
“Chissà,potresti anche restare sorpreso da come potrei soddisfare la tua richiesta” mi restituisce altrettanto maliziosa.
Questa ragazza ha sempre il potere di sorprendermi. È davvero unica: dolce e sensibile, ma altrettanto forte e determinata; fresca e ingenua, ma anche sensuale e maliziosa; davvero un mix esplosivo difficile da trovare.
“E’ meglio che entri. Conviene che vada anche tu le lezioni pomeridiane staranno per cominciare” sorride.
“Ok. A dopo”
“Hai gli allenamenti?”
“Sì. Mi aspetti?” una piccola smorfia si dipinge sul suo viso.
“Ho appuntamento con le ragazze nel pomeriggio. Mi dispiace. Andrò via con Alice”
“Non importa. Ci vediamo più tardi a casa”.
Le accarezzo lieve una guancia, che si tinge di rosso al mio passaggio, mi distacco e mi dirigo alla mia lezione.
 
 
È partita. Questa mattina sono partite e ho avuto solo un fugace momento per poterla salutare. La tensione era palpabile. Tremava.
“Bella, davvero, non è necessario. Se per te è troppo non…”
“No” mi interrompe “Per me è importante. Tutto il resto è superabile” mi sorride. Un sorriso amaro e tormentato.
“Edward, non preoccuparti ci siamo noi con lei” sorride bonariamente mia madre. Eh già, i miei genitori quando sono venuti a conoscenza delle intenzioni delle “bambine” di casa come le ha definite mia madre sono andati fuori di testa e la mia cara mamma non ha esitato un solo minuto a prenotare l’aereo per seguirle.
Sono qui nell’atrio della scuola. Jasper mi ha appena raggiunto, insieme a sua sorella. Ha un’aria più depressa del solito. Solo mia sorella sa dargli il giusto entusiasmo.
“Ehi voi, due! Che vi succede sembra vi sia morto qualcuno!” questo il saluto canzonatorio di Ben.
Sia io che Jazz rivolgiamo uno sguardo truce nella sua direzione.
“Ok, ok. Ho capito. Sono partite? Ancora non ho capito cosa diavolo dovessero fare di così importante a Phoenix per partire con tanta urgenza” riflette il nostro amico.
“Non mi hanno dato il tempo di potermi organizzare per poter andare con loro” sbotta infastidita Rosalie “A dire il vero ho avuto la sensazione che non volessero nessuno intorno”
“Credimi non ti sarebbe piaciuto questo viaggio” rispondo d’impulso. Mi mordo la lingua a causa del significato delle mie parole. Mi sono lasciato sfuggire troppo. Lo sguardo eloquente che mi rivolgono i miei amici e soprattutto Jazz ne è la prova.
“C’è qualcosa che dovrei sapere?” chiede con apprensione Jasper.
Lo guardo colpevole. Non posso dirgli nulla. Ho promesso che non avrei fatto parola con nessuno del segreto di Bella. Perché fa così male questa situazione?
“Ho capito. Non puoi dirmi nulla, vero?” annuisco, incapace di pronunciare una sola sillaba.
“Bene è meglio se andiamo. Edward per favore cerca di rilassarti domani abbiamo la partita non dimenticarlo” mi rimprovera Ben. Me ne ero completamente dimenticato. I miei pensieri sono rivolti a lei, a loro. Cosa staranno facendo? Saranno già arrivate? Come farò a resistere questi giorni senza sapere, senza essere con lei. Mio Dio. Cosa mi sta succedendo? Al solo pensiero di quello che potrebbe accaderle l’angoscia mi assale.
“Io prendo l’aereo e vado da loro” esplodo all’improvviso.
I miei amici mi fissano sorpresi e preoccupati. Jazz mi si avvicina  e con uno sguardo indecifrabile mi rimprovera.
“Tu resti qua. Non so cosa sia che ti angoscia tanto, ma tu resti qua. Abbi fiducia. C’è Esme con loro. Non è un uomo, ma è pur sempre un adulto. Ti prego stai calmo, altrimenti fai stare male anche me”
Alzo lo sguardo e quel che vedo mi lascia sbigottito. Gli occhi del mio amico sono lucidi, colmi di lacrime silenziose. Chissà quanto costa questo distacco anche a lui, soprattutto perché ha capito che non si tratta di un viaggio di piacere. Traggo un lungo respiro. Chiudo gli occhi e li apro pregno di determinazione e di una nuova forza. Non posso far pesare le mie pene anche su lui.
“Bene. Andiamo” mi incita a seguirlo nella scuola.
La giornata è lunga ed estenuante, sembra non voglia proprio terminare. Al suono della campanella che segna la fine di questa giornata di scuola, mi dirigo con i miei amici negli spogliatoi. Davanti ad essi mi impietrisco, sorpreso per la persona che mi sta attendendo. Cosa vuole ancora?
“Beh, noi ci avviamo” esordisce Ben, mentre entra seguito a ruota da Jazz che mi lancia uno sguardo eloquente.
“Cosa vuoi?” chiedo sprezzante alla gatta morta che mi si para davanti con fare malizioso. Si passa la lingua intorno alle labbra. Cosa pensa di eccitarmi con questo gesto? Inarco un sopracciglio.
“Mhmmm…. Sei piuttosto teso, Eddy” una mano di Tanya lasciva percorre il mio petto. Resto fermo, come una statua di pietra, intento solo a scrutare i suoi movimenti e le sue espressioni. È incredibile come il suo tocco non sortisca più lo stesso effetto su di me. Un tempo anche solo un’occhiata, o un gesto come quello precedente, mi accendevano di desiderio. Pura e semplice attrazione. Tanya sapeva come esaltare il mio lato animalesco. Cosa mi sta accadendo? Semplice sono altre le mani che vorrei sentire su di me, altro il calore che mi riempie l’anima.
“Te lo ripeto di nuovo: cosa vuoi?” ripeto acido e scostante.
“Te” soffia a pochi centimetri dalle mie labbra. Una smorfia di disgusto mi deturpa il viso. Anche lei la nota e il suo sguardo si accende di una luce cupa e furiosa.
“Possibile che quella lì ti abbia fatto il lavaggio del cervello? Quando lo capirai che è una gatta morta. Lo so l’ho capito. Tu ti senti attratto da una preda nuova, pensi sia una santarellina e il gioco di provare a sedurla ti eccita, ma Eddy lei non è quello che credi”
“Adesso basta” sibilo gelido come un serpente.
“Non azzardarti mai più a parlare male di Bella, chiaro? E tu cosa ne sai? Continui a ripetere questa tarantella che lei non è quello che sembra, che non è una santarellina. TU cosa ne sai?” sbotto come un ossesso.
La mia interlocutrice sbianca, fa un passo indietro, io uno in avanti.
“Stavolta non mi sfuggi, Tanya. Voglio sapere cosa sai su Bella! E voglio saperlo ADESSO!”
“Io… Io..” balbetta incerta su cosa fare. Incalzo verso di lei e l’afferro per le braccia.
“Parla”
“E va bene. Lo sapevi che Santa Isabella Swan a Phoenix si è fatta quasi tutti i ragazzi della scuola? A quanto pare i suoi preferiti erano i componenti la squadra di Basket e devo dire che i suoi gusti non sono affatto cambiati” mi scruta dal basso verso l’alto e viceversa. Allento la presa.
“Tutto qui?” chiedo innocentemente.
“Come non ti turba la cosa? Lei vuol far credere di essere un’anima candida, ma non lo è. E come faccio a sapere queste cose non ti riguarda!”conclude irritata.
“Cosa c’è tra me e Bella non è affar tuo. Pensi davvero che venirmi a raccontare queste cose ti faccia risaltare ai miei occhi? Tanya tra te e me è tutto finito vuoi mettertelo in testa? Quello che c’è stato tra di noi, beh, è stato intenso, ma non era amore o cose simili e lo sai anche tu. Bella o non Bella tra di noi sarebbe finita comunque e ora niente e nessuno potrebbe riportarmi da te. Perché non ti amo e non ti voglio!” sono stato tremendamente indelicato, ma Tanya non comprende se non sei diretto.
Il suo grado di irritazione è alle stelle, tanto da tremare. Fissa i suoi occhi azzurri nei miei. Sono accesi di una luce maligna. Adesso è lei a farmi paura.
“Bene, tu non mi vuoi, Edward? Allora preparati, perché me la pagherai, tu e quella sciacquetta che ti ronza intorno” detto questo si allontana da quel luogo. Sono impietrito e terrorizzato. Ha pronunciato quelle parole con tale intensità da farmi davvero paura. Paura non per me, ma per Bella. Tanya se la prenderà sicuramente con il più debole tra i due. Scuoto il capo cercando di allontanare questi pensieri oscuri dalla mia mente e mi dirigo negli spogliatoi.
“Cosa voleva Tanya?” bisbiglia al mio orecchio Ben preoccupato.
“Le tue urla si son sentite fin qui dentro” chiarisce Jazz. Mi guardo intorno e noto che tutti mi fissano curiosi. Curiosi di capire cosa abbia fatto sbottare così il loro capitano.
“Secondo te cosa ha potuto dirmi?” gli chiedo acido inarcando un sopracciglio.
Mi sorride “Ok ha toccato un tasto delicato, o meglio una persona speciale” mi schernisce Ben per stemperare la tensione. Sorrido per il suo atteggiamento.
“Toccategli tutto, ma non la sua Bella” continua Jazz.
“Sciocchi” gli lancio contro non so cosa, mentre loro divertiti cercano di scansare i miei colpi.
Ah, i miei amici! Cosa farei senza di loro? Sono la luce che illumina i miei momenti bui, la scossa di ilarità che mi permette di gioire e di vedere la vita a colori e non sempre in bianco e nero.
 
Le parole di Tanya continuano a vorticarmi nella testa, come un tornado stanno spazzando via tutti i miei neuroni. Non devo pensarci. La devo ignorare, non è abbastanza abile da mettere insieme chissà quale piano diabolico. L’unica cosa che potrebbe fare è dire qualche cattiveria a Bella per ferirla. Non  voglio: lei è così fragile, non voglio che soffra, lei deve solo sorridere e far luccicare i suoi occhioni. È anche vero che si è dimostrata abile e astuta nel fronteggiare Tanya e i suoi dispetti finora, senza mai lasciarsi andare allo sconforto. Probabilmente la sottovaluto. O forse semplicemente ho paura di perderla. Ho paura che quella vipera bionda possa dirle qualcosa che la porti ad allontanarsi da me. Questo non lo sopporterei. Starle lontana è un supplizio atroce. La mia anima si logora e ogni mio senso è attento a captare qualsiasi cosa mi riconduca a lei. Questa notte ho dormito nel suo letto, immerso nel suo profumo che mi fa impazzire. Sono stato bene, in qualche modo sono riuscito a calmarmi, ma ora in questo spogliatoio, dove il silenzio non è sovrano, la mia mente è di nuovo assalita dai miei pensieri vorticosi e rumorosi che gridano nella mia testa sovrastando ogni altro tipo di frastuono.
“Edward, Edward, ci sei?” la voce preoccupata di Jazz mi riporta alla realtà.
“Sì, ci sono” rispondo atono ancora sovrappensiero. Jasper corruga la fronte, mi fissa e poi sospira.
“Non si direbbe. Stai ancora pensando alla telefonata?” chiede. In tutto questo caos, abbiamo provato a chiamare le donne di casa, ma niente. Avrei dato di matto se i  miei amici non mi avessero obbligato a calmarmi. Non posso impedire alla mia mente di formulare chissà quali scenari disastrosi. Posso capire Bella che abbia il telefono spento. D’altra parte presa com’è dalla situazione posso capire abbia dimenticato di accenderlo. Posso capire mia sorella che non risponde alle chiamate, magari troppo impegnata Dio solo a far cosa, ma mia madre! Mia madre che lascia squillare a vuoto il cellulare, non è possibile. Vorrei proprio sapere cosa diamine sta succedendo in quell’inferno.
“Edward, per favore, ritorna in te. Abbiamo una partita da disputare. Vinciamo e avremo una buona scusa per festeggiare con le ragazze. Anche se solo al telefono”
“Vorrei avere la tua stessa tranquillità. Come fai ad essere sempre così controllato? Non sei in pensiero per Alice? Quella matta non risponde al telefono da due giorni. Non abbiamo loro notizie da quando sono partite. Non sei preoccupato?” chiedo quasi isterico.
Un sorriso amaro spunta sulle sue labbra.
“Certo che sono preoccupato, Edward. Non è da Alice non chiamarmi per così tanto tempo, ma so per certo che mi fido di lei e che appena potrà mi chiamerà. Restare qui a torturarmi non aiuterà me e non renderebbe felice lei. Vorrebbe sicuramente che non mi preoccupassi, mi direbbe che sa badare a se stessa. Credimi tutto questo mi richiede uno sforzo enorme. Lo faccio per lei, perché la amo!” conclude fissando i suoi occhi azzurri caldi nei miei angosciati. Non so cosa vedo in quello sguardo liquido, ma sento il mio animo placarsi. Un ricordo si fa largo nella mia mente.
 
“Edward” mi chiama la sua voce dolce e soffocata dal mio petto, cui si è aggrappata con veemenza.
“Sì?”
Si scosta da me, si alza fissandomi negli occhi. I suoi sono colmi di paura.
“Promettimi una cosa” chiede seria
“Cosa?”
“Qualsiasi cosa accada durante la mia assenza, voglio che non ti preoccupi per me. Devi vivere questi giorni come se fossi qui e non chissà dove”
“Bella…” la mia voce è talmente angosciata da non riconoscerla io stesso.
Un suo dito si posa sulle mie labbra, un chiaro gesto che mi intima silenzio.
“Promettilo” chiede seria. Non posso fare altro che annuire. Sospira e ritorna nel suo rifugio sicuro, tra le mie braccia e così ci addormentiamo, consci che di lì a poche ore ci saremmo separati.
 
Traggo un lungo respiro. Cerco con tutte le mie forze di dissipare le nubi che affollano la mia mente. Le parole di Jazz mi hanno scalfito nel profondo. Lui cerca di fare quello che sa Alice avrebbe voluto. Io so cosa vuole Bella da me. Le ho fatto una promessa. Ce la posso fare. Abbiamo una partita da disputare.
“Capitano, tutto ok?” chiede timido Justin, ultimo acquisto della squadra del primo anno. Mi volto verso i miei compagni. Nei loro occhi leggo preoccupazione  per il mio stato. Non pensavo di contare tanto per loro. Incrocio quattro occhi che di comprensivo non hanno nulla. Mike e Tyler: non li sopporto quei due. Non solo perché hanno importunato Bella, ma per il loro modo di comportarsi: spocchiosi e arroganti. Pensano di essere chissà chi solo perché fanno parte della squadra, che tra l’altro è quella che porta maggior seguito alla nostra scuola. Dirigo di nuovo lo sguardo agli altri. Un sorriso, seppur tirato, rivolgo loro.
“Tutto ok, ragazzi! Su è ora, abbiamo una partita da vincere, no? Andiamo” do loro l’esempio e mi dirigo fuori dagli spogliatoi verso il campo.
“Edward, tu sei il capitano della nostra squadra! Non puoi comportarti da bambino. Devi essere il primo a dare l’esempio, devi essere il trascinatore, devi infondere fiducia nei tuoi compagni. È questo che fa un bravo capitano, oltre che essere un bravo stratega!”
“Sembra tu abbia molta esperienza in questo campo” le sorrido
“Beh, è stato il mio mondo per tanto tempo” i suoi occhi si colmano di tristezza.
“Ti manca?”
“A volte. Non per l’aspetto puramente edonistico della situazione, ma per l’aria di euforia, l’adrenalina prima di una partita, l’emozione della vittoria, lo sconforto della perdita. Tutto questo mi faceva sentire viva”
“Lo sai, saresti un’ottima cheerleader” la schernisco. Il suo visino d’angelo si sfigura in una smorfia, il mio sorriso si amplifica.
“Non credo”
“Vorresti essere la mia cheerleader personale?” chiedo malizioso.
“Potrei farci un pensierino, anche se io già faccio il tifo per te, capitano” ribatte altrettanto maliziosa. Bella prima o poi mi farai morire.
 
È stata dura. Una partita veramente dura. I nostri avversari erano determinati e anche molto bravi. Ci hanno messo davvero in difficoltà. Oltretutto non ero per niente in forma. È stato grazie  a Jazz e Ben, che sono riusciti a rimediare a degli errori davvero madornali da parte mia, che siamo riusciti a vincere. Eccoci di nuovo negli spogliatoi. I miei compagni ridono, scherzano, gridano inni di vittoria. Riesco solo a rivolgere loro un semplice sorriso di circostanza. Ho solo voglia di andare via al più presto e di sentire la voce di Bella. Sentire che sta bene. Un boato infernale mi distoglie dai miei pensieri. Un armadio ha letteralmente sfondato la porta e si è fiondato su di me.
“Si può sapere cosa diavolo ti è preso? Non ti ho mai visto giocare così male Eddy”
“Calma Em” lo rabbonisco. È raro vedere mio fratello arrabbiato. Questo è uno di quei momenti. In tal caso non conviene contraddirlo.
“Mettimi giù, Em” allenta la presa dalle mie spalle.
“Eddy si può sapere che succede?” il suo tono si è disteso.
“E’ solo preoccupato, Em” risponde Jazz al mio posto.
“Preoccupato?” rivolge il suo sguardo perplesso verso di me. Si guarda in giro.
“D’accordo. Ne parliamo con calma a casa. Lontano da orecchie indiscrete” sussurra appena le ultime parole, ma le sento ugualmente. Mio fratello, sembra superficiale, il classico tipo che pensa solo alle ragazze, tutto muscoli e niente cervello, ma chi lo conosce bene, sa che non è così. Mio fratello è intelligente e perspicace. Il suo tatto nel non mettermi in difficoltà mi ha sorpreso.
“Comunque, Edward, cerca di rinsavire. Non ti ho più visto così perso da quando tu e Kate vi siete lasciati” chiude dietro di sé la porta, mentre io impietrito non riesco a far altro che rimuginare sulle sue parole.
Kate, quanto tempo! Udire quel nome mi riporta indietro ad un tempo in cui sognavo e credevo fortemente nei sentimenti e nell’amore. Kate è stata la mia prima ragazza, il mio primo amore. A lei ho dato tutto me stesso. Il mio cuore, il mio corpo, la mia anima. Quanto ero ingenuo, allora!!!! Ero solo un ragazzino, avevo più o meno quattordici anni. È stato prima di trasferirci a Forks.
Mi sentivo perso, e disorientato. Mio padre aveva annunciato il nostro prossimo trasferimento. La notizia per me è stata come una secchiata d’acqua gelata. Avrei dovuto lasciare Kate, stare lontano da lei. Per me la cosa era inconcepibile. A causa di questa notizia il mio rapporto con lei si era raffreddato. Lei è divenuta improvvisamente distante. Ho subito immaginato che fosse il suo modo di affrontare la sofferenza del distacco. Da parte mia ero diventato un ribelle, ho litigato furiosamente con i miei genitori, volevo restare. Avevo ideato un piano perfetto, sarei scappato di casa pur di restare. E poi è arrivato il colpo di grazia. Ogni mio sforzo, ogni mia forza crollata dinanzi la realtà dei fatti. Non ero riuscito ad incontrare il mio amore quella mattina, per cui mi diressi dove sapevo avrei potuto trovarla, tra una lezione e l’altra. Il suono della sua risata cristallina giunse alle mie orecchie, mi pietrificai, perché sentii anche un’altra voce. C’era un ragazzo con lei. Mi schiacciai contro il muro di quel corridoio, cercavo di non farmi scorgere.

“Sei davvero bella Kate” disse la voce del ragazzo.
“Grazie, questo lo so” cinguettò lei, smielata
“Non credi che dovresti mollare quell’idiota di Cullen?” chiese lui.
“Non preoccuparti. Presto Edward non sarà più un problema. Sta per trasferirsi. Così potremo stare finalmente insieme alla luce del sole”
“Non vedo l’ora. Sai non pensavo mi avresti mai notato”
“Beh, io voglio solo il meglio per me. Edward è stato il mio passpartout per la popolarità. Come capitano della nostra squadra di Basket è il più popolare e io come la sua ragazza lo sono diventata di conseguenza. Ora che lui non ci sarà sarai tu che lo sostituirai, quindi non vedo perché non potremo unirci anche noi” confessò calcolatrice e fredda. Mai parole furono più taglienti. Mai dolore fu tanto intenso quanto le parole che utilizzò. Ero stato solo un mezzo. Non mi aveva mai amato. Io ingenuo avevo creduto ad ogni sua parola.
Accecato dai miei sentimenti per lei mi ero fatto usare senza vederla per ciò che realmente era. Ricordo ancora che Emmet mi mise in guardia. Non volli ascoltarlo. Lui aveva più esperienza di me con le donne. Probabilmente non essendo coinvolto riusciva a vedere ciò che io non riuscivo. Sono stato malissimo. Sono divenuto un’ameba. Uno zombie. Senza alcuna emozione. Una spessa corazza mi sono costruita per non provare più lo stesso dolore. Ho precluso ogni accesso al mio cuore. Ho indossato la mia nuova maschera e sono andato avanti con la mia vita. Cinico, irriverente, seduttore incallito, ho sempre cercato ragazze che non avrebbero mai attratto la mia parte umana. Le ho usate come loro usavano me. Uno scambio di favori a vicenda. Ho giurato a me stesso che non avrei più permesso a nessuna di ridurmi in quello stato pietoso, di avere accesso al mio cuore. Fino a quando ho incontrato lei. Lei che ha sconvolto il mio mondo. La prima volta che l’ho vista è stato come se un oggetto contundente volesse abbattere le mie barriere. I suoi occhi caldi e espressivi, benché nascosti da quegli orribili occhiali,  mi trafiggevano. Ho avuto paura. Una terribile paura che forse l’unica ragazza che non avrei mai guardato avrebbe potuto abbattere le mie barriere, arrivare al mio cuore e ridurlo di nuovo a brandelli. L’ho evitata, i miei fratelli hanno stretto amicizia da subito con quella ragazza timida  e solitaria dagli occhi tristi. Mia sorella si è legata a lei in modo oserei dire morboso. È un avvenimento raro. Alice è molto critica nelle sue conoscenze e selettiva nelle amicizie. Ecco perché da quando siamo qui la sua unica amica è stata solo Rosalie. Con Bella è stato diverso. Ho notato fin da subito l’alchimia tra le due. Il sorriso dolce e tenero che Bella rivolgeva a mia sorella. Sopportandola e assecondandola nei suoi capricci. Non con falsità, con affetto. Osservarla mi ha fatto capire che la sua personalità fosse sincera e leale, dolce e premurosa. Qualcosa di lei mi attraeva. Ma non potevo legarmi a quella ragazza dagli occhi tristi. Sarebbe stata la mia rovina. Eppure nei miei pensieri c’era sempre lei: la ragazza dagli occhi tristi. Avrei tanto voluto sapere cosa si celava dietro la sua maschera ben costruita. Misteriosa e seducente in qualche modo nella sua semplicità. Mi attraeva in modo morboso e più cercavo di starle lontano e più la mia morbosità aumentava. Il suo essere combattiva, tenermi testa, hanno rivelato un altro lato della sua personalità: la sua dignità. So di averla ferita. Le ho fatto male e volutamente. Ogni volta che incrociavo il suo sguardo le sue guance si coloravano in un modo adorabile. I suoi occhi mi fissavano con dolcezza, come se leggesse dentro di me e quello che vedesse le piacesse. Non potevo permetterle di far riemergere quella parte di me. Al ballo di fine anno sono stato imperdonabile.
Lei era lì. Era tanto carina. Diversa da come la ricordavo. Vestita in quel modo era molto più femminile e il suo modo di fare aveva un non so che di sensuale. Mi sono spaventato dalle reazioni del mio corpo. In quel momento l’ho desiderata per la prima volta. Quella strana attrazione che provavo per lei si è trasformata in desiderio. Un senso di soffocamento mi attanagliava la gola.

“Eddy, perché non inviti Bellina a ballare?” chiese a bruciapelo Emmett. Ero andato solo a quel ballo. Anche lei non aveva un accompagnatore.
“Emmett, per favore non è necessario” sussurrò timida lei, le sue guance si colorarono e in quel momento la trovai bellissima.
“Non dire sciocchezze. Non potrei mai invitare quella lì. La sua sola presenza è una nota stonata in questa atmosfera” sbottai crudele. Volevo ferirla, allontanarla. E a quanto pare ci ero riuscito.
La tristezza che comparve nei suoi occhi mi lacerò dentro. Mi allontanai prima che potessi tornare sui miei passi. Non la vidi più per tutta l’estate. Mia sorella e i miei fratelli la raggiunsero non so dove. Io restai qui a crogiolarmi nella mia commiserazione. Rivederla dopo tutto quel tempo fu davvero sconvolgente. L’attrazione che provavo per lei era aumentata. Nei suoi occhi c’era qualcosa di nuovo. Forse perché sembrava più donna. Meno bambina. Quel suo nuovo atteggiamento me l’ha fatta apprezzare di più. Notare che nonostante tutto c’erano in giro ragazzi interessati a lei, che provavano con ogni mezzo ad attirare la sua attenzione. E lei niente. Così fredda e impassibile. Come se i ragazzi non le interessassero. Sempre immersa nei suoi libri, persa nel suo mondo interiore. Ho combattuto con me stesso, ma alla fine ho perso. Lei ha vinto.  E ora è indispensabile come l’aria. Non so cosa provi per me. Qualcosa prova, ne sono sicuro. Probabilmente prova attrazione come la provo io. Ma la mia è davvero solo attrazione? Non so definire ciò che provo per lei, ne sono forse innamorato, come hanno ipotizzato i miei amici qualche tempo fa? Non lo so. Ciò che provo per Bella è diverso da ciò che provavo per Kate. I miei sentimenti per Bella sono devastanti, possessivi, provo per lei un senso di protezione che non ho mai provato per nessun’altra. La sento mia e se solo immagino che qualcun altro possa averla, non solo fisicamente, mi sento soffocare. Per Kate non ho mai provato questo. Sono confuso. Cos’è l’amore? Come facciamo a riconoscerlo? Beh se l’amore è volere il bene dell’altro, esaudire ogni suo più piccolo desiderio, desiderare di proteggerlo sempre, averne un bisogno disperato come l’aria, il distacco lacerante come una ferita profonda che non si chiude, desiderare di fondersi in un unico essere, allora forse io AMO Bella. La desidero come l’aria, anche solo starle accanto, consolarla, proteggerla, respirare il suo stesso mondo mi rende completo e appagato.
“Siamo arrivati” la voce di Jazz mi riporta alla realtà. Sono a casa  e non so come ci sono arrivato. Fantastico!
“Edward” mi porge il cellulare. Quando l’ho perso? Lo guardo interrogativo.
“A quanto pare sei davvero distratto. L’ho visto sul sedile dell’auto e l’ho recuperato. Che dici..?” lascia in sospeso la frase. Sorrido è impaziente quanto me, a quanto pare!!!!
Intanto prendono posto sul divano di casa tutti i nostri amici. Compongo il numero di Bella. Niente è ancora staccato. Provo con il numero di Alice. Uno squillo, due squilli, tre squilli
“Pronto?” una voce tintinnante risponde. Metto in vivavoce.
“Alice?” chiedo.
“Certo che sono io, chi vuoi che risponda. È il mio numero!” ribatte. Il sottofondo non è limpido. Si sentono diversi rumori. Voci diverse.
“Alice, tesoro, tutto bene?” chiede Jazz
“Jazzy. Tutto ok tesoro. Qui è davvero un bel posto. Dovremo prendere in considerazione l’idea di passarci qualche giorno” continua imperterrita con un elogio di Phoenix.
Dopo una lunga ed estenuante conversazione tra Alice e i nostri amici, interrompo brusco
“Scusate se interrompo, ma si può sapere cosa diavolo sta succedendo? Cos’è tutto questo fracasso che si sente? E soprattutto dov’è Bella?”
“Quante domande fratellino. Non pensavo fossi così impaziente. Ora te la passo. Bella puoi venire? Quel musone di mio fratello sta scalpitando perché vuole parlare con la sua Bella” ma cosa diavolo sta dicendo mia sorella?
“Edward?” la sua voce. Solo ascoltare la sua voce mi sento già meglio.
“Bella”. Sono irriconoscibile.
Edward Cullen? O mio Dio!!!! Passamelo. Ma sei impazzita? Non essere egoista Bella, voglio parlare con lui. Pronto Edward? Ciao sono Jennifer un’amica di Bella
Oddio che sta succedendo?
“Piacere” dico esitante.
Sai non potevo crederci. Quando ho sentito che eri tu mi sono detta che dovevo conoscerti. Forse tu non ti ricordi di me, ma  io sì. Ci siamo conosciuti lo scorso anno quando siete venuti a Phoenix per la partita, ricordi?” ora che mi ci faceva pensare ricordo di aver conosciuto delle ragazze del posto erano le cheerleader poi successe il finimondo e non approfondimmo.
Jennifer sei davvero invadente, non ti vergogni strappare il telefono di mano a Bella che parla con il suo ragazzo in questo modo. Dammi quell’aggeggio” un’altra voce femminile. Tutti i presenti sghignazzano. Gli ultimi neuroni funzionanti nella mia testa stanno per abbandonarmi a quelle parole. Credono che io sia il ragazzo di Bella? Un sorriso sardonico spunta sul mio viso. Magari fosse vero!
Ciao Edward. Sono Sarah, la migliore amica di Bella, anche se tua sorella non è d’accordo con me viste le occhiate che mi lancia. Volevo solo avvisarti di una cosa: Fai soffrire la mia amica e te ne farò pentire
Edward” di nuovo la sua voce “Non dare ascolto a quelle due, sono due pazze. Qui sta succedendo il finimondo
“Davvero? Cosa è successo? Come mai non vi siete fatte vive?”
“Scusa tanto Edward, è successo tutto così in fretta. Io e Cheryl abbiamo parlato e… Oh Edward sono così felice!!! Ha appena avuto il suo bambino, Edward dovresti vederlo è bellissimo” pronuncia le ultime parole con voce spezzata dall’emozione.
“Sono contento che questa avventura sia stata positiva, per te. Perché lo è stata giusto?” chiedo preoccupato.
Sì, Edward. Sai ho capito tante cose, ho potuto riflettere, ma magari ne riparliamo al mio ritorno
“Forse è meglio” proferisco lanciando uno sguardo ai presenti piuttosto incuriositi dalla conversazione.
A proposito come è andata la partita, capitano?
“Abbiamo vinto, Bellina, ma non per merito dell’impiastro con cui stai parlando” mi schernisce Emmett
Cosa? Cosa hai combinato Edward?” la sua voce risulta molto arrabbiata.
“Niente, ero solo stanco” cerco di eludere la discussione
“Direi piuttosto isterico, pensieroso, angosciato. Dovresti vederlo ora, solo sentire la tua voce lo ha fatto resuscitare”
“Emmett” gridiamo in coro io e Bella.
Ora devo andare. Ci sentiamo appena possibile
“Va bene. Bella?”
Sì?
“Mi manchi” l’ho detto. Mi sono esposto.
Anche tu” un sussurro il suo che mi riempie il cuore di nuove speranze.
 
Dopo la telefonata con Bella, mi sono sentito leggero e più tranquillo. Felice perché l’ho sentita bene, almeno la sua voce era rilassata, emozionata. Non vedo l’ ora che torni, ho voglia di sapere tutto. Mancano poche ore al suo ritorno, non so che fare nell’attesa. Perché no. Mi precipito in salotto, dove il piano mi chiama e come un’amante preziosa accarezzo i tasti e da bravo maestro ne faccio vibrare le corde, do alla luce una nuova composizione. Dolce, frizzante, come la musa che me l’ha ispirata.
Un suono fastidioso interrompe il mio idillio. Ascolto meglio. È il suono del campanello. Chi diavolo è? Mi dirigo a passo spedito e apro la porta di getto.
“Dov’è Bella?” chiede l’energumeno senza neanche un cenno di saluto, mentre si fa spazio per entrare in casa mia.
“Non c’è” sibilo freddo.
“Allora l’aspetterò, se non ti dispiace” arrogante e spocchioso.
“Purtroppo per te, Bella è fuori città. Non tornerà per oggi” piccola bugia, ma non lo voglio tra i piedi.
Inarca un sopracciglio.
“E dove sarebbe di grazia. Non è che mi stai prendendo in giro, Cullen?” faccio forza su me stesso per non saltargli al collo.
“Non ti sto prendendo in giro, Jacob, giusto?” gli faccio notare che nessuno ci ha presentati, potrebbe anche essere più educato.
“E dove è andata?” il suo viso si riga di preoccupazione.
“Secondo te?”
“Non a Phoenix, vero?”
“Proprio lì, invece. Perché ti sorprendi tanto. Dopo quello che le avete nascosto”
“Maledetto Steven. Non doveva andare, maledizione” sbotta arrabbiato.
“Perché mai? Bella è più forte di quello che credete”
“Non capisci? È in pericolo”. Panico. Tremo tremo di paura.
“Cosa hai detto?”
“E’ in pericolo. Ci sono persone che vogliono farle del male. Che stanno aspettando solo l’occasione giusta”
“Lui la sta aspettando?” chiedo preso dal panico
“Ah, a quanto pare ti ha raccontato tutto” proferisce amaro.
“Pensavi di avere solo tu l’esclusiva della sua amicizia?”
“No. Non ho mai preteso di essere l’unico e solo. Conosco i tipi come te e non mi fido”
“Lei si fida. È questo che conta”
Un sorriso maligno si dipinge sul suo viso.
“Vedremo se saprai mantenerla questa fiducia” ribatte altezzoso.
“Che cosa hai intenzione di fare?”
“Tutto il possibile per aprirle gli occhi su di te e le tue intenzioni”
“Tu non me la porterai via. Lei è mia” sibilo minaccioso al cane di fronte a me.
“Vedremo, Cullen. Vedremo” esce dalla porta da cui è entrato lasciandomi un senso di amaro in bocca difficile da digerire. Bella torna presto. Ho bisogno di te.

 
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 Risposte alle recensioni:

rodney [Contatta]

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 25/03/10, ore 22:58 - Capitolo 25: Capitolo 25

Ciao Simona, non preoccuparti del ritardo… come vedi io lo sono stata molto più di te…. Eh eh Sex machine non si ferma mai… che ne dici di qst Eddy tanto riflessivo?????.... E chi poteva essere l’energumeno se non “lupus” in fabula?????.... Povero Eddy ci si mettono in tanti a fargli saltare i nervi, lui che è così impulsivo di natura….

 denny [Contatta]

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 24/03/10, ore 15:36 - Capitolo 25: Capitolo 25

Ti ringrazio… spero ti piaccia lo stesso anche se ti ho fatto aspettare una vita….

 SCD71001 [Contatta]

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 24/03/10, ore 13:49 - Capitolo 25: Capitolo 25

Ahahahah… hai ragione sembra che questi due non vogliano vedere al di là del loro naso…. Chissà dopo questa separazione, qualcosa cambierà???... cosa avrà da raccontare Bella in provato a Eddy…. Quali sono queste cose che ha capito????.... Beh almeno uno dei due le idde se le è schiarite… almeno così sembra….  

 grepattz [Contatta]

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 24/03/10, ore 13:05 - Capitolo 25: Capitolo 25

Già… ma come si dice “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”… in questo caso direi “Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere”….. chissà cosa accadrà?????... ora c’è anche il lupacchiotto che ha fatto il suo ingresso trionfale nella storia…… grrrrr, già comincio ad arrabbiarmi…. Perché Jacob ne combinerà eccome se ne combinerà…..

 chi61 [Contatta]

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 23/03/10, ore 22:27 - Capitolo 25: Capitolo 25

Già, a volte i giochi possono anche sfuggire di mano, ma Bella sembra avergli restituito pan per focaccia!!!ahahahah… Bella quando vuole sa essere molto sadica…. Poverino… Beh, abbiano scoperto l’energumeno e ti dico: prepara la mazza ce ne sarà bisogno… Jacob sarà un vero guasta Feste…

 tittyswan89 [Contatta]

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 23/03/10, ore 16:57 - Capitolo 25: Capitolo 25

Mi dispiace non averti potuto esaudire…. Spero di essermi fatta perdonare cmq con qst cpaitolo… A presto…

 erika1975 [Contatta]

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 23/03/10, ore 16:23 - Capitolo 25: Capitolo 25

Ottimo intuito: ebbene sì era proprio il cagnaccio… Le tue osservazioni sono giuste… Jake ha una cotta per Leah che purtroppo è fidanzata (per il momento, ehehheheh), il suo è un sentimento di possessione infantile nei confronti della sua amica… crede veramente che Ed vboglia approfittarsi di lei… si lascia condizionare dai suoi pregiudizi e nn vede e nn ascolta… ma chssà forse si ricrederààà… chissà…. Posso spoiler arti che ci sarà qualcun altro che sarà complice dell’unione tra i due piccioncini, qualcuno che nessuno si aspetterebbe e che si rivelerà essere un vero/a amico/a….. ho detto troppo…

 
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Piccolo Angolo Pubblicità:

Se volete potete dare un’occhiata anche ad un’altra mia storia: L’Angelo Oscuro (Aggiornata il 18/01/2010);

                                                                                               Non so dove..... Non so quando (one shot)


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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


Salve a tutti.... Come sempre puntualmente in ritardo....
Vorrei chiedere scusa di cuore a tutti voi che mi seguite per il ritardo negli aggiornamenti e ringraziarvi di cuore per la pazienza che dimostrate nel seguirmi ancora... Mi fa ben sperare che quindi la storia vi piaccia più della sua autrice bislacca e ritardataria....

Di solito non sono avvezza a fare dediche, ma stavolta lo devo fare:
dedico questo capitolo alla mitica luisina, e alla fantastica Shinalia che mi hanno supportato e consigliato per questo capitolo. Grazie di cuore ragazze...

Un ringraziamento anche alla simpaticissima Vale Cullen1992, con la quale abbiamo dato inizio ad un pensiero dovvero folle (potrete prenderne visione alla fine della pagina)
un ringraziamento anche a Eliza1755 che mi segue con assiduità anche nella pagina autore attraverso il forum. grazie.
un ringraziamento a tutti i seguiti, preferiti, coloro che mi ricordano e coloro che mi hanno inserito tra gli autori preferiti.
un Grazie di cuore anche a tutti coloro che leggono solo.
Grazie.

Come nel capitolo precedente vorrei consigliarvi alcune storie da leggere, davvero affascinanti:

Leggende di Ale78

Gli Anni di Ale78

Inoltre
  se qualcuno lo desidera puoi iscriversi al gruppo su facebook che ho creato apposta per le storie che pubblico su Efp Storie di una mente bacata - Quando il neurone gira e non puoi fermarlo.
oppure contattarmi all'indirizzo msn: luis_75@hotmail.it
detto questo bando alle ciance e buona lettura!!!!!!!!!!!!

Luis

Amare oltre le Apparenze

Capitolo VENTISETTESIMO

  POV BELLA



    Il cielo limpido si apre dinanzi i miei occhi. Presto la sua trasparenza verrà oscurata da nuvole grigie cariche di umidità. Solo allora mi sentirò veramente a casa. Per quasi tutta la vita ho vissuto a Phoenix considerandola la mia casa; ora su questo aereo non vedo l’ora di raggiungere la mia vera casa. Nonostante sia piovosa e umida, Forks è il mio mondo, ormai. L’unico luogo che posso considerare veramente una casa. Con Charlie ho ritrovato l’affetto di una famiglia. Siamo solo noi due, ma ci comprendiamo. Non ci scambiamo particolari effusioni, ma questo non limita il nostro legame. Lui ha fiducia in me e questo è importante. Nei nostri silenzi riusciamo a percepire il richiamo dell’altro. Siamo molto simili. I miei amici, poi, sono leali e sinceri, non giudicano, sono discreti e soprattutto mi vogliono bene. In questi giorni mi sono resa conto di quanto la mia vita si sia arricchita in questi mesi, che in tutti gli anni vissuti nella Valle del Sole. Per anni ho pensato di non avere niente da desiderare. Mentre ciò che bramavo era l’affetto di una famiglia. A modo suo Reneè mi ha voluto bene, ma era troppo occupata a vivere la sua vita per interessarsi veramente a me. Sono cresciuta da sola e in fretta. Ho dovuto farmi da madre e da padre. Solo ora che comprendo ciò che significa avere una famiglia, mi rendo conto di quanto sia stata sola per tutta la vita. D’altra parte come si può desiderare qualcosa se non la si conosce?
Quante cose sono accadute in questi giorni. Non pensavo che questo viaggio sarebbe stato così ricco. Serbo nel cuore le emozioni vissute, le parole dette, i chiarimenti avvenuti. Mi sento una persona nuova, pervasa da una voglia irrefrenabile di aprirmi alla vita. Ho ricominciato a vedere il mondo a colori e tutto grazie a Cheryl. Piccola e dolcissima Cheryl. Rivederla è stata una scossa al cuore.
 
Sono nervosa come non lo ero da tanto tempo.
“Calmati” mi dice Alice, mentre attendiamo che la madre di Cheryl venga ad aprirci. È proprio lei, Patricia, ad accoglierci. Pensavo la mia visita non fosse gradita dopo gli avvenimenti accaduti. E, invece, con mio grande stupore Patricia mi avvolge in un materno abbraccio quando mi riconosce dinanzi la sua porta.
“Bella, come sono felice di vederti. Ma prego accomodatevi” invita me e le mie accompagnatrici a entrare.
“Patricia, ti presento Alice, una mia cara amica – la smorfia sul viso di Alice mi fa sorridere – e lei è…..”
“Esme, molto lieta. Patricia, giusto?” cara dolce Esme mi ha tolto dall’imbarazzo di classificarla. Per me lei rappresenta più che la madre di Alice. Per me è una mamma. Qualsiasi altra presentazione sarebbe stata indegna, come per Alice classificarla “una mia cara amica”, ma ho pensato che presentarla come “la mia migliore e più grande amica” avrebbe potuto urtare la suscettibilità di Patricia e sminuire il legame con sua figlia.
“Sono felice di vederti, Bella. Immagino tu sia qui per Cheryl” chiede e sottecchi lancia uno sguardo indagatore alle mie accompagnatrici. Non posso far altro che annuire. Sento già gli occhi pizzicare. Alice mi stringe una mano, mentre Esme ne poggia una sulla spalla. Questo calore mi fa star meglio. Traggo un lungo respiro, mi faccio coraggio e seguo Patricia, che nel frattempo ha cominciato a far strada verso la stanza di sua figlia. Esme ed Alice si accomodano in salotto.
Ferma di fronte la camera della mia amica, tremo, la mano poggiata sulla maniglia, non ho la forza di aprire quella porta. Come avrebbe reagito alla mia presenza? È ancora arrabbiata con me? L’ultima volta che ci siamo incontrate, in uno dei suoi rari momenti di lucidità, mi ha vomitato contro tutto il suo risentimento. È per colpa mia che lei ha subito quella violenza. Non posso essere codarda. Lei ha bisogno di me, le starò accanto comunque.
 Pregna della mia momentanea determinazione apro la porta e varco la soglia. Mi guardo intorno. La stanza è ancora come la ricordavo. Le pareti rosa, il mobilio bianco, la libreria stracolma, il tutto sistemato in un ordine quasi maniacale. Un sorriso spunta sulle mia labbra: “Certe cose non cambiano mai” penso. Volto il capo e due occhi color ambra mi fissano stupiti, dalla sedia a dondolo accanto alla finestra, che accoglie tra le sue braccia la piccola Cheryl.
È cambiata. Il viso pallido e leggermente più paffuto, occhiaie visibili, ma ciò che mi colpisce è il bagliore che emanano i suoi occhi. Sono in qualche modo più luminosi e lei è bellissima. Sembra una bambola di porcellana. Un sorriso radioso si stende sul suo viso.
“Bella” pronunciano le sue labbra.
A quel richiamo non posso resistere oltre. Mi fiondo tra le sue braccia e scoppio in un pianto disperato, come non capitava da tanto tempo. Non so per quanto rimaniamo in quella posizione. Ricordo solo le piccole mani della mia amica accarezzarmi i capelli e le  sue parole sussurrate: “Piangi, Bella. Piangi, amica mia. Esorcizza il tuo male e torna a sorridere”.
 
Sospiro ai ricordi. Le lacrime versate mi hanno svuotata per permettermi di riempirmi di altri sentimenti estranei all’amarezza, al senso di vergogna alla frustrazione causata dall’impotenza. Eppure lei è riuscita in qualche modo a buttarsi tutto alle spalle e a cercare di ricominciare. Da piccola e fragile è divenuta forte, determinata e donna.
 
“Lo so che nutri ancora risentimento nei miei confronti. Non posso biasimarti per questo, ma appena ho saputo ho preso la mia decisione. Dovevo starti accanto, anche se mi avessi rifiutata” le dico mesta a capo chino.
“Bella” il suo richiamo dolce come il miele mi fa sussultare e alzo d’istinto il viso e mi perdo nei suoi occhi intensi e profondi.
“Mi dispiace, per tutto quello che ti ho detto durante il nostro ultimo incontro. Non pensavo veramente quelle cose è stato un modo per esorcizzare l’amarezza che avevo dentro. Mi serviva un capro espiatorio, qualcuno su cui riversare la mia frustrazione e ho trovato te. Perdonami” mi supplica con le lacrime agli occhi.
Il nostro ultimo incontro non è stato semplice, lo porto marchiato a fuoco dentro di me. Le  parole di odio verso di me, la causa del suo male.
Scuoto il capo con forza. “No. Tu non hai niente da farti perdonare. Sono io la responsabile. Hai ragione tu. Tutto quello che ci è successo è stato solo a causa mia. Loro…. “
Una sua mano si posa sulle mie labbra interrompendo il mio sproloquio.
“No, Bella. Non dirlo più. Quello che ti ho vomitato addosso non è così. Né io, né te abbiamo colpe. Gli unici responsabili sono quegli abominevoli bastardi” sputa l’ultima parola a denti stretti, gli occhi assottigliati. Parole quasi sussurrate in un sospiro carico di rabbia.
“Bella non eri solo tu la preda quella sera. Non è un caso che ci abbiano fermato insieme. Hanno avuto tanto tempo e diverse opportunità per fermarti da sola, così come anche con me”.
Spalanco gli occhi inorridita dalla verità che si prospetta ai miei occhi. Non avevo mai riflettuto su questo aspetto.
“Non sorprenderti. Ci ho pensato e ripensato fino alla nausea. Dovevo capire. I miei erano solo sospetti, poi ho avuto le mie conferme. Quella doveva essere la NOSTRA PUNIZIONE
“Punizione? Punizione per cosa?” chiedo timorosa di conoscere tutta la verità.
“La punizione per essere noi stesse e non esserci mai piegate a quello stupido regolamento delle cheers. La punizione per non aver mai ceduto alle loro voglie e difendere la nostra dignità” le ultime parole sono smorzate dalla sofferenza che prova in questo momento.
Sono sbigottita. E se avesse ragione? Ma è mostruoso!
“Tu come fai a saperlo?” sussurro appena, ancora sgomenta.
“Ho le mie fonti” abbassa lo sguardo nervosa. Sento che c’è qualcosa che non mi ha detto.
“Cheryl…” la chiamo.
“Ecco, Bella. C’è qualcosa che non ti ho detto e…. e …. Non so se dirtelo”
“Tranquilla se non te la senti va bene”
“No, devo dirtelo” non fa in tempo a continuare che versi di profondo dolore escono dalle sue labbra. Attimi di panico ci assalgono, una corsa frenetica all’ospedale e poi il caos.
 
“Ti fa ancora male?” chiede Alice accorsa al mio fianco all’ennesimo sospiro. Le sorrido cercando di rassicurarla.
“A te?” chiedo di rimando. La sua piccola mano lascia la mia guancia per sfiorare il suo fianco.
“Un po’, ma credo sia normale”
Il mio sguardo si incupisce.
“E’ tutta colpa mia” proferisco amareggiata.
“Non essere sciocca”
“Invece sì. Sarei dovuta venire sola e non permetterti di essere coinvolta in questa faccenda”
“Bella è stata una mia scelta e sai che ti avrei difesa fino alla morte se fosse stato necessario”.
Cara piccola dolce Alice.
“Non pensavo che quel bastardo si facesse vivo in ospedale”
Dopo la telefonata con Edward il mio umore felice è stato oscurato dalla presenza di Paul. Non so come abbia fatto a sapere di Cheryl, ma la cosa che mi ha sorpreso è stato sapere che lui fosse a conoscenza della mia presenza a Phoenix. Ha tentato di avvicinarsi a me in un momento in cui ero sola e vulnerabile e mi ha trascinato in un angolo buio. La cosa strana sono state le mie reazioni. Non avevo paura di lui, in quel momento. La rabbia era più forte e mi ha permesso di lottare ancora una volta contro di lui, beccandomi un paio di schiaffi in pieno viso che lasceranno il segno a lungo. Non so come abbia fatto, ma Alice è giunta in mio soccorso scagliandosi contro quel bastardo. Ha riportato alcuni lividi al fianco sinistro quando lui con prepotenza se l’è scrollata di dosso sbattendola più volte contro un muro e poi scaraventandola a terra.
“Se non fosse stato per lui non so come sarebbe andata a finire” entrambe volgiamo lo sguardo al nostro cavaliere biondo che ora giace distrutto e accoccolato sulle mie gambe.
“Già, ma a quale prezzo” la mia riflessione scuote Alice tanto da allungare la sua mano e lisciare la guancia del nostro comune amico ruvida dalla leggera barba incolta.
 
Finalmente casa. Una melodia dalle note malinconiche a tratti ci accoglie.
“Edward sta suonando” sussurra meravigliata Esme.
La dolce mamma Cullen non fa in tempo a varcare la soglia di casa che viene assalita dal più corpulento dei suoi figli. Grande grosso Emmett è sempre un bambinone.
Con lo stesso entusiasmo abbraccia sia me che sua sorella. Nel frattempo siamo riuscite a raggiungere il salotto.
Un Jasper quasi sull’orlo di una crisi emotiva corre ad abbracciare la sua amata. La stritola in un abbraccio mozzafiato e non smette di baciarla in più punti del viso. Fisso immobile, sognante, con un pizzico di invidia, quella scena appassionata.
“Bella” una voce calda e melodiosa richiama la mia attenzione. Persa in quella scena romantica non mi sono resa conto che la melodia è terminata. Il mio angelo dagli occhi di smeraldo mi fissa.
Mille sfumature trasformano il suo viso: gioia, sollievo, sospetto, rabbia. Rabbia dopo aver posto attenzione ai lividi che deturpano il mio volto e quelli di Steven alle mie spalle. La mascella serrata, gli occhi spiritati, le mani chiuse a pugno lungo i fianchi.
La furia fatta persona, eppure non posso fare a meno di constatare quanto sia affascinante questo lato oscuro del suo carattere. Occhi di ghiaccio mi perforano l’anima. È furioso con me. I miei occhi si aprono alla realtà. Ancora una volta l’ho ferito.
“Bentornata” sputa tra i denti, mentre distoglie lo sguardo. Parole fredde e affilate come pugnali. Gli occhi pungono. Sento che uno tsunami di dolore vuole risalire dal centro del mio essere ed esplodere in tutta la sua potenza.
Con un rapido movimento abbandona il salone e si dirige verso le scale per raggiungere la sua stanza. Non era questo il rientro che avevo sperato.
Una mano calda si posa sulla mia spalla. Alle narici giunge il profumo fresco di Steven alle mie spalle. La sua mano si stringe alla mia spalla.
“Non farti paranoie, Bella. Non è arrabbiato con te” sussurra al mio orecchio, in modo che possa sentirlo solo io.
Mi volto sbigottita dalle sue parole.
“Non chiedermi come faccio a sapere cosa ti frulla nella testa. Ti conosco e so quanto puoi essere masochista. Lasciagli smaltire la tensione” mi sorride amico. La tristezza non abbandona il suo sguardo.
Quanto gli è costato questo week end. I segni fisici scompariranno, ma le ferite nel suo cuore non si rimargineranno. Non pensavo che i suoi sentimenti fossero così intensi.
“Steven, vieni. Ti accompagno nella tua camera” Alice gli si avvicina dolce e lo prende per mano e lo conduce alla camera degli ospiti, seguita da un Jasper perplesso per la dolcezza che la sua ragazza ha usata nei confronti del biondo. Steven annuisce e la segue. Come un automa, un ameba, un essere senza più vita.
Spero solo che le cose si sistemino presto. Emetto un sospiro.
“Bene, forse è meglio che vada in camera. Sono un po’ stanca” la mia voce è atona, priva di inflessioni.
Esme mi osserva e con  un dolce sorriso annuisce, seguita a ruota da suo marito.
“Poi ci racconterai le sconcezze che tu e mia sorella avete fatto a Phoenix?” chiede burlone Emmett.
Rose gli lancia un’occhiataccia, conscia della tensione creata. Il suo orso la ricambia con altrettanto ardore.
Annuisco con un leggero sorriso sulle labbra.
“Certo che mio fratello è proprio un idiota” un leggero sussurro dalle labbra del mio fratellone, quasi impercettibile, per cui non sono sicura di averlo colto pienamente.
Una volta nella mia stanza mi precipito sotto la doccia. Il frizionare dell’acqua calda ha sempre avuto un effetto benefico sul mio corpo. Questa volta, però, la tensione non vuole sciogliersi. A occhi chiusi, solleticata dai colpi leggeri dell’acqua, due fari verdi abbagliano la mia mente. Senza rendermene conto mi accascio a terra sconnessa dai singhiozzi.
Dopo un tempo indefinito mi riscuoto ed esco dal bagno. Indosso uno dei miei pigiami pudichi che ho recuperato a Phoenix. Cerco di asciugare i capelli, il tutto con una lentezza esasperante. Ogni gesto privo di energia. Gesti meccanici. La mente e il cuore vuoti. Lui è arrabbiato con me, per la mia testardaggine. Mi aveva detto di non andare che avrebbe potuto essere pericoloso e io non gli ho dato ascolto. Ora mi odierà.
Due ceppi caldi e sicuri mi circondano. Sobbalzo per questa intrusione. Chi è che sta stringendo il mio corpo al suo?
“Shhhh. Ci sono io, ora. Calmati” la sua voce melodiosa e l’aroma della sua pelle fungono da tranquillizzante. Calmarmi? Per cosa? In quel momento mi rendo conto che il mio corpo è scosso da tremori spasmodici e dalla mia bocca fuori escono suoni simili a lamenti di dolore.
“Shhh, Bella” sussurra dolcemente come una ninna nanna. Lentamente, cullata dalla sua voce melodiosa gli spasmi si calmano e i suoni cessano.
Mi muovo in quella presa calda e rassicurante. Inspiro e riempio i polmoni del suo odore. Odore di uomo: fresco, inebriante, dolce, selvaggio. Una sua mano si insinua tra i miei capelli e li accarezza per tutta la loro lunghezza, lentamente, e io non posso fare altro che godere di questo gesto. Un tocco umido e delicato mi sfiora la fronte. Sussulto a quel gesto. Mi scosto quel tanto per osservarlo. I tratti del suo viso non sono più tirati, i suoi occhi mi scrutano attenti, ma dolci. Un sospiro di sollievo esce dalle mie labbra. Sembra essersi calmato.
“Perdonami” sussurra appena senza lasciare il mio sguardo.
Un suo dito leggero sfiora i contorni del livido sulla mia guancia. Si trattiene maggiormente sul taglio al lato del labbro inferiore.
“Ti fa molto male?” chiede preoccupato.
“No” soffio sulla sua pelle.
“E’ stato…” non riesce a concludere, il suo pomo d’Adamo si alza e abbassa vigorosamente.
“Sì” sussurro. Le sue braccia mi stringono maggiormente.
“E’ stato Steven a difenderti, non è vero?” il suo tono ora è più duro.
Mi scosto dal suo abbraccio e mi siedo sul letto. Lui mi segue e siede di fronte a me. Mi fissa intensamente, attende una qualche spiegazione, lo leggo dal punto interrogativo dipinto sul suo volto.
Solo ora mi rendo conto che è nudo, o meglio a dorso nudo con i soli pantaloni in dosso. I suoi capelli ribelli e scompigliati più del solito, la flebile luce che penetra dalla porta finestra della stanza lo illumina con il suo fascio discreto. Il respiro mi muore in gola. Lo fisso per un tempo interminabile.
“Bella” mi chiama preoccupato a causa del mio mutismo. Quel richiamo mi ridesta. Cerco di respirare, ma il petto brucia. Quanto tempo sono stata senza respirare?
Mi schiarisco la gola e tento di spiegare.
“Eravamo in ospedale. È stato dopo la tua chiamata” i suoi occhi si aprono.
“Mi sono allontanata un attimo, mi sono diretta al distributore. A dire la verità le ragazze volevano accompagnarmi, ma io ho rifiutato. Avevo bisogno di un attimo da sola” mi interrompo e scruto il suo volto. Spero che non mi chieda perché. Sarebbe imbarazzante.
Mi fa cenno di continuare.
“Non ho fatto neanche in tempo a prelevare la bevanda che mi sono sentita strattonare e trascinare a forza in un angolo buio. Ho riconosciuto il mio aggressore. Stranamente non avevo paura – inarca un sopracciglio e fa per parlare, ma lo interrompo prontamente – davvero, non avevo paura. In quel momento l’unico sentimento che provavo era solo rabbia. È stata la rabbia che mi ha permesso di contrastarlo. Fortunatamente, la mania di tua sorella di non togliermi mai gli occhi di dosso si è rivelata proficua stavolta. Lui, beh lui mi aveva schiaffeggiato e i risultati si vedono, ero frastornata. Ho visto Alice che ha tentato di difendermi senza successo e poi non so come né da dove sia spuntato è arrivato Steven che ha cominciato a litigare con Paul. Si sono battuti ed è riuscito ad allontanarlo. Non prima che lui combinasse l’ennesimo guaio” sputo le ultime parole con disprezzo.
“Cosa ha fatto?” chiede timoroso.
“Ha messo zizzania tra Steven e Sarah e beh, lei… lei…” mi fa così male questa storia. Le lacrime risalgono.
“Lo ha lasciato vero?” domanda retorica la sua.
“Ma come è possibile? Stanno insieme da un po’ giusto? Cosa ha potuto fare questo Paul di così terribile?”
“Ha minato la fiducia tra loro”
Scuote il capo “No non può essere c’è dell’altro. Quando due persone sono innamorate non sono le parole di qualcuno del quale oltretutto non si può aver fiducia a minare un rapporto. Ci deve essere dell’altro”
“E tu cosa ne sai?” chiedo curiosa. Edward Cullen che parla di fiducia, coppia, innamorati.
“Ti sorprende?” ghigna divertito per la mia reazione.
“Beh, da un playboy come te sentire le parole innamorati, fiducia è un po’ strano” sghignazzo.
“Anche se sono un play boy non significa che io non sia mai stato innamorato o sia innamorato” risponde serio con una strana luce negli occhi.
Mi ci vuole qualche secondo per assimilare le sue parole. Essere stato innamorato o essere innamorato. A giudicare dalla sua espressione è serio, maledettamente serio. Una contrazione allo stomaco mi assale al pensiero che un’altra abbia avuto il suo cuore o che lo abbia ora.
“Con la tua amica come è andata?” chiaro intento di cambiare discorso.
“Bene, abbiamo parlato e chiarito un po’ di cose”
“Lei come sta?” quanto è dolce il mio Edward, sempre premuroso. Bella ma cosa stai pensando? Lui non è tuo.
“L’ho trovata bene. Direi molto meglio di quanto immaginassi. La gravidanza è stata un vero toccasana per lei. Era così bella”
La mano di Edward si posa sulla mia guancia senza che me ne accorga. Sfiora il mio viso con le dita. A volte davvero non riesco a comprendere le sue reazioni.
 
“Sei sicura di non capirle? O non vuoi capirle?” Steven mi provoca
“Cosa intendi?”
“Cosa ti ha detto al telefono alla fine?”
“Sono cosa private” sbotto acida
“Scommetto che ha detto che gli manchi” ancora con quel suo tono provocatorio.
Lo guardo di sbieco.
“Ho indovinato, vero? Ah Bella, sei cieca o cosa? Ti sta mandando tanti di quei segnali e tu non li comprendi o non le vuoi comprendere. Bella vuoi mettertelo in testa che anche lui è preso almeno quanto te” ghigna quello che tra qualche istante sarà il mio ex amico.
“Tu cosa ne sai?”
“Vi ho visto insieme, ricordi? Più di una volta ti ho chiesto cosa ci fosse tra voi. Bella che tu sei innamorata di lui è palese”
“Si vede così tanto?” chiedo preoccupata
“Non proprio. Io ti conosco e so leggerti. Non posso dirti ciò che Edward prova per te, ma sicuramente per lui sei importante”
“Edward?”
“Beh, diciamo che comincia a strami simpatico” si apre in un sorriso.
“Davvero? Cosa ti ha fatto cambiare idea?” sono davvero curiosa.
“Perché ho visto il vero Edward. Quello che ti è accanto e non il playboy cinico e irriverente che mostra agli altri”
“Voi due siete più simili di quanto pensiate” aggiunge.
“Sarà, ma non è detto che lui mi AMI. Probabilmente mi considera un’amica o una sorella”
“Bella apri gli occhi. Edward ti mangia con gli occhi quando ti è accanto. Credimi se ti dico che si sforza molto per non saltarti addosso come farebbe con qualunque altra ragazza” alza gli occhi al cielo esasperato dalla mia cecità.
“Bella, non negarti la possibilità di essere felice. Lasciati andare ai tuoi sentimenti. Abbi fiducia in lui. Lasciati amare. Promettimelo”
“Ti prometto che se dovessi veramente rendermi conto di essere in qualche modo corrisposta allora e solo allora seguirò il tuo consiglio”
“Ah, allora dovrò essere la tua ombra altrimenti non riusciresti mai a vedere l’ovvio” sorride divertito.
A quel punto avevo solo bisogno di un minuto per me. Avevo bisogno di riflettere.
 
“A cosa stai pensando?” chiede dolce.
“Pensavo a Cheryl” arrossisco. Di certo non posso dirgli sto pensando a te e ai tuoi comportamenti.
“Questa esperienza l’ha resa più forte. È davvero una ragazza in gamba” sorrido dolce al suo ricordo.
“E del padre? Si è saputo niente del padre del bambino?” sembra davvero interessato.
“No. Cioè sono state fatte delle analisi, test di paternità, suppongo, ma i risultati ancora non erano pronti”
“Test di paternità? Allora sono venuti anche loro? Non pensavo…” sembra molto meravigliato e preoccupato.
“Tranquillo. Diciamo che i campioni sono due. Uno volontario e uno… beh… diciamo che non lo sa di aver contribuito” sghignazzo.
Edward inarca un sopracciglio, solita espressione di quando è curioso e sta cercando di arrivarci da solo. È bellissimo con quell’espressione imbronciata.
 
“Cosa ci fa lui qui?” sbotto in preda a un improvviso attacco di rabbia.
“Bella, per favore, siamo in ospedale” mi rabbonisce Steven.
“E tu – continuo imperterrita contro Steven stavolta – come hai potuto accompagnarlo qua? Non ha fatto già abbastanza danni?” alle mie parole l’amico di Steven china il capo.
“Per favore, Bella. Ci sono cose che ora non puoi capire” stavolta è Sarah che mi rabbonisce.
Scruto attentamente gli sguardi delle mie amiche, fisso poi gli occhi in quelli di Steven. C’è qualcosa che mi sfugge.
Dirigo lo sguardo in quello di Brian. La sua espressione è contrita, preoccupata. Che si sia pentito? In fondo, Brian è stato sempre un bravo ragazzo, il migliore amico di Steven. Quella maledetta sera anche lui è stato coinvolto, solo che a differenza di Steven che ha reagito lui ha partecipato. Al solo ricordo delle urla di Cheryl sotto il peso del suo corpo.
Crollo in ginocchio sotto il peso di quelle urla. Scuoto violentemente il capo. Vi prego fatele smettere.
“Bella, Bella ti prego. Cosa c’è?” la voce di Alice mi arriva ovattata.
“Cazzo è un attacco”
“Bella, tesoro. Sono Esme. Piccola mia. Ascolta la mia voce. Concentrati su di lei. Bene. Ora fai dei respiri profondi. Segui il mio respiro” la mia mano è strattonata e si posa su qualcosa di morbido e incredibilmente caldo. Non so perché ma quel tocco, quel calore mi riporta alla mente Edward. I suoi occhi caldi e rassicuranti si infrangono come onde impetuose nella mia memoria. Lentamente il mio respiro si tranquillizza.
Edward, Edward, Edward solo il suo nome nella mente.
Non so come e né quando, al mio risveglio nella realtà mi ritrovo seduta su una delle sedie della sala d’aspetto.
Le porte della sala parto si aprono. Una figura in camice e mascherina esce. La madre di Cheryl si precipita verso di lei.
“Cheryl, vuole Brian” proferisce la donna. A quelle parole il mio volto esterrefatto si volta verso l’aguzzino della mia amica. Il suo volto è cereo, ma i suoi occhi brillano.
Stranamente Patricia, si sposta per permettergli di entrare. La dottoressa pone una mano sulla spalla del ragazzo, gli sorride e annuisce a qualcosa che lui ha chiesto.
In un attimo si fionda all’interno come se dal suo passo frettoloso dipendesse la vita di qualcuno.
“Bella, ci sono cose che forse dovresti sapere. Credo comunque che questo spetti a Cheryl. Lei è l’unica che può spiegarti” mi spiega dolce Patricia.
La testa vortica a un ritmo troppo veloce perché possa reggere ancora a lungo.
“Sai una cosa, Bella?” mi volto verso una Alice piuttosto seria.
“Quando torneremo a casa dovrò richiedere il brevetto per un nuovo tranquillante – la guardo confusa – il nuovo tranquillante Edward Cullen” un sorriso sornione
“Cosa?”
“Durante il tuo attacco non facevi altro che nominare il testone di mio fratello. Edward, Edward Edward” scimmiotta Alice. Il mio viso si tinge di un rosso al di fuori di ogni tonalità raggiungibile.
“Co… co… cosa avrei fatto?” il sorriso sornione di Alice seguito da quello di Steven mi preoccupa e molto.
“Cosa? Ho sentito bene? Edward Cullen? Conosci Edward Cullen?” chiede una Jennifer su di giri.
“Certo, è il mio fratellino” si pavoneggia Alice.
“Sul serio? Oddio devo conoscerlo. Oddio Edward Cullen”
“Wow, non pensavo che mio fratello avesse mietuto vittime fuori Forks. Ma credo dovresti chiedere il permesso a qualcuna di nostra conoscenza. Quando vuole sa essere una vera tigre. Soprattutto se le toccano il SUO Edward”
“Certo che conosco Edward Cullen. Lo abbiamo conosciuto lo scorso inverno per una partita disputata qui a Phoenix. Aspetta. Chiedere il permesso…. Bella tu sei la ragazza di Edward StrafigoCullen e non dici niente alle tue amiche?” lo sguardo poco raccomandabile di Jennifer mi fa accapponare la pelle.
“Veramente io…”
“Sai, Bella è molto riservata, ma ti consiglio vivamente non provarci con lui se non vuoi che lei ti cavi gli occhi” Alice continua il suo gioco sibillino. Perché sta facendo credere che io e suo fratello stiamo insieme? Sia Steven che Esme non la smentiscono, anzi sembrano piuttosto compiaciuti. Possibile che il mondo giri alla rovescia?
Dopo un lungo tempo trascorso a cercare di districare la matassa intricata che ha costruito Alice e a cercare di negare con tutte le mia forze che tra me e Edward non ci sia nulla le porte della sala parto si spalancano. Un emozionato Brian ne esce con un fagotto tra le braccia.
“Vi presento Thomas” trionfante ci mostra un frugoletto dalla testa pelata gli occhi ancora chiusi e una boccuccia che si muove e cerca già di comunicare.
Patricia si precipita e osserva suo nipote con le lacrime agli occhi. Lo sfiora delicatamente con una mano. Fissa poi il suo sguardo in quello di Brian.
“Come sta mia figlia?”
“Bene. Stanca e stremata, ma sta bene” non  riesco a distogliere lo sguardo da quella scena surreale. Brian si comporta come fosse il ragazzo di Cheryl, come se lui fosse il padre del bambino. Come se lui amasse tanto lei, quanto quel bambino, che a dirla tutta e viste le circostanze potrebbe essere veramente suo figlio.
Mi chiedo ancora come sia potuto accadere tutto questo.
Mi avvicino, Brian con un’espressione seria mi porge il fagotto.
“Vuoi tenerlo?” mi chiede teneramente.
Senza proferire parola, in un gesto automatico allungo le braccia tremanti e accolgo il frugoletto creandogli una culla confortevole.
Al nuovo contatto il piccolo apre gli occhietti. Mi fissano. So bene che i bambini appena nati non vedono, ma lui non so cosa abbia visto, ma si illumina di un sorriso stupendo.
“Ciao, io sono Bella. Piacere di conoscerti Thomas” e così mi sono innamorata di Thomas a prima vista.
 
“Ehi, ciao” saluto dolce la mia amica.
“Ciao. Vieni” mi invita  dolcemente a sedermi sul letto accanto a lei.
Occhi negli occhi.
“Avrai domande da farmi immagino” mi chiede con aria colpevole.
“Beh, in effetti. Non so da dove cominciare, magari puoi farlo a parole tue, senza che io mi accanisca con un terzo grado” tento di sdrammatizzare.
Un leggero sorriso illumina il viso pallido e provato di Cheryl.
“D’accordo. Ti racconterò cosa è successo quando te ne sei andata. Come hai potuto constatare tu stessa il mio atteggiamento non era propriamente positivo. Ero lucida a tratti, in altri momenti la mia mente si assentava e non perché si soffermasse su qualche pensiero in particolare. No. Nella mente c’era solo il buio e l’oblio di una realtà alternativa in cui tutto questo fosse solo un incubo. Mi rifiutavo di credere che persone che avevo considerate amiche e altre qualcosa di più mi avessero tradita in un modo tanto subdolo. Nei rari momenti di lucidità mi sono autoimposta di dimenticare, di andare avanti, ma non me la sono sentita di tornare a scuola. Portavo dentro di me la vergogna, mi sentivo sporca e indegna. Bella io e te siamo così simili, siamo entrambe delle sognatrici. Avevo immaginato tante volte come sarebbe stato fare l’amore con l’uomo che amavo. Non immaginavo sarebbe stato così traumatico. Una volta ammesso e accettato che tutto fosse reale ho cercato di far finta di nulla, poi ho cominciato a sentirmi male. È stato allora che ho scoperto di aspettare un bambino. Il figlio della colpa. Non trovo le parole per descriverti ciò che ho provato in quel momento. Ti sorprenderebbe sapere che l’ho voluto dal primo momento? – questa non me lo aspettavo – non mi sorprendo della tua reazione. È quella che hanno avuto tutti. Ognuno, nessuno escluso, mi hanno detto di pensarci bene. Non mi hanno consigliato esplicitamente di abortire, ma è quello che hanno lasciato intendere, è quello che si aspettassero  io facessi. Ho lottato con tutta me stessa per il mio bambino. Lui è una parte di me. Mi ha ridato la vita. Dopo qualche mese, si è presentato a casa mia Brian. Mia madre lo conosceva, ma non sapeva del suo coinvolgimento. Così lo ha fatto entrare e mi ha lasciata sola con lui, in camera mia”
“Non ti avrà… non dirmi che si è approfittato di nuovo di te” inorridisco al pensiero.
“No” risponde la mia amica con una strana luce negli occhi. I suoi occhi sono dolci quando parla di lui.
“Lui mi ha chiesto perdono. L’ho lasciato parlare. Sono stata fredda e algida con lui. Lo odiavo. Lui è stato… lui è stato il primo a profanare il mio corpo innocente. Lui mi aveva portato via la dignità. Sono stata tentata di fargli del male. E lui non si sarebbe ribellato. Ho letto nei suoi occhi la frustrazione, il pentimento e altro che non riuscivo a capire. Ha travagliato a lungo prima che capitolassi. Spesso, quando mi affacciavo alla finestra lui era lì. A un angolo del marciapiede che fissava nella mia direzione. Ho cominciato a pensare fosse pazzo – ride divertita di quei ricordi – questa estate non l’ho visto in giro, ho pensato che avesse compreso che non volevo avere niente a che fare con lui. Mi sbagliavo. Un giorno stavo uscendo per una visita di controllo e me lo ritrovo davanti casa con in mano un mazzo di fiori (bellissimi tra l’altro). Quando mi ha vista i suoi occhi brillavano. Il mio cuore, invece ha cominciato a fare i capricci. Poi si è reso conto del mio stato e per poco non gli veniva un colpo. Lui non sapeva niente della mia gravidanza. Nessuno gli aveva detto niente e lui si è arrabbiato. Ha cominciato a uscire fuori di testa e ha ricominciato a chiedermi perdono, io non sapevo che fare. Mi faceva pena. Non guardarmi in quel modo. Ha cominciato a farfugliare cose senza senso, frasi sconnesse e alla fine è uscita fuori la verità. Mi ha confessato i suoi sentimenti. Mi ha detto che mi amava, che gli sono sempre piaciuta e che non si era mai fatto avanti con me perché pensava mi piacesse Paul, dato che in quel periodo ero uscita un paio di volte con lui e lui aveva raccontato chissà cosa sulle nostre uscite. Che  non sapeva niente dell’imboscata che aveva organizzato Paul con la complicità di John, che quando, alticcio, si è ritrovato nella stanza e ha compreso che non c’era possibilità di poterci salvare, visto che Steven aveva fallito, in quel momento ha pensato solo di non farmi provare dolore. Lui non sapeva se Paul aveva detto la verità nei miei riguardi, ma gli sguardi di quelli presenti erano affamati e selvaggi. Lui ha cominciato a inorridirsi al pensiero che mi avrebbero fatto del male e così si è fatto avanti, ha cercato di essere delicato, ma…”
“Delicato? Cheryl, lui ti ha preso con la forza. In ogni caso. Non ci sono giustificazioni” sono sconvolta. Deve essere impazzita.
“TU NON LO HAI SENTITO DENTRO DI TE. NON PUOI CAPIRE!” ha sputato quelle parole con così tanta veemenza. Sono senza parole.
“Scusa. Non volevo aggredirti. Bella, quello che Brian ha fatto non ha giustificazioni. Io stessa ho faticato e non poco per accettare questa situazione. Il problema sai qual è? È che lui ha ragione. Lui è stato dolce con me Bella. Mi sussurrava parole per rasserenarmi, c’era dolore nella sua voce, mentre lo faceva, lui ha cercato di non essere brutale. Io ho sentito comunque dolore. Io urlavo per il dolore interiore, più che per quello fisico. Perché e che iddio mi perdoni per questo, mi piaceva. In quel momento non ci capivo più niente. Mi sono spenta, poi non so cosa è successo dopo. Nonostante questo non riesco a superare il mio trauma. Non so se saprò più amare un uomo totalmente, anche a livello fisico. So solo che Brian ha sbagliato, ma nonostante tutto mi è rimasto accanto, e non mi fa pressioni di niente. Si è preso cura di me. Mi ha fatta sentire amata e al sicuro. Ha messo in discussione se stesso e per me sarebbe andato anche in galera. Sono stata io che non l’ho permesso. L’ho fermato in tempo prima che andasse a costituirsi alla polizia. Voleva confessare tutto. Io non gliel’ho permesso” calde lacrime le bagnano le guance.
“Cheryl, tu… tu… tu lo ami?” chiedo scioccata dal comportamento della fragile ragazza dinanzi a me.
“Io… io… non lo so. Sono così confusa Bella. Non potevo permettergli di rovinarsi. Lui è intelligente, brillante se avesse confessato puoi stare certa avrebbe pagato solo lui e non lo trovavo giusto, perché per me l’unico responsabile è Paul ed è lui che dovrebbe pagare. Noi tutti siamo state vittime dei suoi giochetti perversi. Ma adesso basta”
Una furia, il suo sguardo e il suo viso è contratto in una smorfia di pura rabbia. Non posso biasimarla. Ha ragione l’unico responsabile è quel damerino dei quartieri alti viziato e borioso.
“Pensavo fossi ancora legata a lui. Steven mi aveva detto che tu speravi fosse lui il padre del tuo bambino” pronuncio piano quelle parole
“Non pensarlo e non dirlo neanche per scherzo. Chiunque ma non lui. Io lo odio. Dal più profondo della mia anima, lo odio con tutta me stessa” scatta felina e agguerrita. Stringe le lenzuola in un pugno con tanta forza che sembra quasi strapparle.
“Bella” la voce stridula e tesa. Gli occhi sbarrati come se in quel momento avesse avuto chissà quale folgorazione.
“Cosa faccio se il bambino è di quel mostro?” il suo corpo comincia a tremare.
L’abbraccio forte, più forte che posso.
“Non preoccuparti di questo. Sono sicura che lui non ha alcun legame con il tuo bambino. È troppo bello perché lui possa avere a che fare con lui” cerco di rasserenarla e confortarla.
 
“Ehi, Bella ci sei?” la voce cristallina di Edward mi riporta alla realtà.
“Mhmm?”
“Cosa c’è? Ti sei persa tra i tuoi pensieri” mi chiede dolcemente, una ciocca dei miei capelli intrecciata tra le sue dita. La sensazione delicata del leggero movimento di quella ciocca invia al mio corpo delle strane vibrazioni.
“E’ tardi. È ora di fare la nanna, principessa. Ci vediamo domattina” sibila suadente. Si avvicina lentamente. Sono completamente ipnotizzata dai suoi occhi. Sembrano tizzoni ardenti, fuoco verde che brucia la mia anima. Un leggero bacio sulla fronte e scompare prima che io possa fare o dire qualsiasi cosa.
Non riesco a giudicare Cheryl per il suo comportamento con Brian, se fosse Edward probabilmente mi comporterei come lei. Io AMO Edward e anche se lei dice che è confusa lei è INNAMORATA di Brian. Spero che se ne renda conto e che possa essere felice. Nonostante tutto Brian è un bravo ragazzo.
Stesa tra le coltri morbide e calde del mio letto rimugino su tutto, sulle parole di Steven, i gesti di Edward. Forse dovrei dargli ascolto. Espormi e provare ad avere fiducia in lui.
Domani cercherò di raccogliere tutto il mio coraggio e farò qualcosa che non ho mai fatto in vita mia: mettermi a nudo. Cercherò di capire cosa sta accadendo tra noi, gli farò capire quel che provo.
Con la sicurezza che domani per me sarà  un nuovo giorno, che porterà tanta speranza nella mia vita mi addormento.
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Risposte alle recensioni:

 Lullaby89 [Contatta] Segnala violazione
 15/06/10, ore 00:12 - Capitolo 26: Capitolo 26
Felicissima che il capitolo ti sia piaciuto... Come vedi Bella ha le idee fin troppo chiare il problema sono le sue insicurezze... Nel prossimo la vedremo combattere una vera e propria battaglia, ma al suo fianco avrà qualcuno che non la farà mollare tanto facilmente...
il prossimo doveva essere il capitolo Clou, ma pirtroppo come ho già spiegato avrei dovuto farvi attendere ancora troppo, quindi il capitolo clou è slittato ancora di uno, ma solo di uno e ti assicuro che avrai bisogno di un defibrillatore... ahahahh
 yara89 [Contatta] Segnala violazione
 08/06/10, ore 18:38 - Capitolo 26: Capitolo 26
Credo che dopo questo capitolo, si sia compreso il percorso maturato da Bella.. soprattutto il confronto con Cheryl.. per quanto riguarda Tanya ci sono dei piccoli indizi in qst capitolo che potrebbero far capire un po' di cose su di lei... ahahahah... cmq forse nel prox o nei prox si scoprirà....
 Luna Viola [Contatta] Segnala violazione
 07/06/10, ore 23:05 - Capitolo 26: Capitolo 26
Jacob avrà il suo ruolo, ma nn sarà così devastante... è solo iperprotettivo... la vera minaccia sarà un'altra e ora mi sto zitta....
 Shinalia [Contatta] Segnala violazione
 07/06/10, ore 17:38 - Capitolo 26: Capitolo 26
Cara Manuuuuuuuuuuu.... wow ti sei sorbita 26 capitoli tutti di un fiato... sei masochista!!! ahahahh... cmq concordo a volte è difficile seguire Ed, c'è da dire che è un tipo focoso, impulsivo e folle (sarà per qst che lo amo *O*), per quanto riguarda Tanya, beh Bella è sì fragile, ma quando vuole sa essere molto, ma molto pericolosa... Non sottovalutatela!!!....
 ellehlove [Contatta] Segnala violazione
 05/06/10, ore 21:09 - Capitolo 26: Capitolo 26
Io direi che è solo uno dei ragazzi di Phoenix xhe fa paura... Tanya è meschina, vipera, ma Bella è intelligente e soprattutto con le palle - se mi passi il francesismo - sarà qualcun altra a farla vacillare...
 hopelove [Contatta] Segnala violazione
 05/06/10, ore 19:11 - Capitolo 26: Capitolo 26
Ciao.... beh molto presto avranno la loro chance ormai siamo agli sgoccioli... baci
 samy88 [Contatta] Segnala violazione
 05/06/10, ore 15:36 - Capitolo 26: Capitolo 26
Cara Sam non dirlo neanche per scherzo.. le tue recensioni sono sempre gradite e soprattutto così dettagliatamente profonde....
Dedicato a te il pezzo del rientro di alice. Piaciuto il Bentornato di Jazz???... Qst è una delle coppie che mi è sempre piaciuta così discretamente e intensamente innamorata..
Spero che qst capitolo non risulti troppo noioso, ma ho pensato che fosse meglio staccare le due parti, altrimenti mi ucciderete per troppa assenza..
Per quanto riguarda Kate, beh nn dico niente, ma nn sarà la prima e ultima volta che qst personaggio verrà menzionato...
a buon intenditor poche parole...
Baci a presto...


 chi61 [Contatta] Segnala violazione
 04/06/10, ore 21:50 - Capitolo 26: Capitolo 26
Mi dispiace immensamente anche stavolta ho fatto attendere troppo e con un capitolo che nn tratta molto, però ho ritenuto importante anche attraverso i flash back raccontare la avventure nella Valle del Sole... per quanto riguarda i due bruti, beh diciamo che Jacob è più un cane che abbaia, ma nn morde (scortese e maleducato il suo battibecco con edward)... Tanya, beh lei anche avrà la sua punizione... ci sarà qualcun altro di cui preoccuparsi..... A presto...
 giulia_cullen_96 [Contatta] Segnala violazione
 04/06/10, ore 16:51 - Capitolo 26: Capitolo 26
Grazie per il tuo entusiasmo per qst storia... Jacob, no lui nn la vuole, c'è stato un tempo in cui era innamorato, ma ora le vuole solo molto bene e dopo la sua brutta esperienza è divenuto prevenuto ed eccessivamente protettivo, tanto da rasentare la cattiva educazione come hai potuto vedere... beh nel prossimo capitolo ci sarà un po' di travaglio dovuto ad uno scombussolamento causato da una persona, ma i due piccioncini sapranno riprendersi alla grande... siamo in dirittura di arrivoooooooooooo.....
 RenEsmee_Carlie_Cullen [Contatta] Segnala violazione
 04/06/10, ore 16:08 - Capitolo 26: Capitolo 26
Penso che dopo il prox capitolo sarà qualcun altro che vorrai uccidere e probabilemte anche la sottoscritta...
ti adoro.....
 Ladycate95 [Contatta] Segnala violazione
 04/06/10, ore 15:30 - Capitolo 26: Capitolo 26
Per quanto riguarda le sparizioni, purtroppo sono un caso irrecuperabile, spero cmq che qst capitolo possa farmi perdonare... per quanto riguarda la coppietta ormai ci siamo, manca qualcosina e poi Boom....
 SCD71001 [Contatta] Segnala violazione
 04/06/10, ore 15:13 - Capitolo 26: Capitolo 26
Addirittura la guardia nazionale!!!! ahahhahah... Eddy è dolcissimo, ma anche sexy e appassionato... Purtroppo Jake nn ha vissuto insieme a Ed e Bella, lui conosce solo quello che Bella gli ha raccontato... nn dimentichiamoci che Ed prima è stato veramente odioso.. quindi è naturale che Jacob sospetti ci sia qlcs di losco nel comportamento del giovane Cullen, ma vedrai che anche lui si ricrederà presto... a presto...
 grepattz [Contatta] Segnala violazione
 04/06/10, ore 14:29 - Capitolo 26: Capitolo 26
ahahahah... tu mi farai morire dal ridere..... bellissimo il tuo botta e risposta con Ed... speriamo ti dia ascolto...
 lampra [Contatta] Segnala violazione
 04/06/10, ore 13:27 - Capitolo 26: Capitolo 26
Purtroppo nn accade nulla di che in qst, ma nel prox vi prego di lasciamri vivere abbastanza per terminare la storia...... capitolo clou in arrivooooooooooo......
 LadySile [Contatta] Segnala violazione
 04/06/10, ore 13:10 - Capitolo 26: Capitolo 26
Non preoccuparti nessuna coalizione Tanya Jacob, forse Tanya con qualcun altro/a, ma nn con Jake... i bigliettini? tombola.. è stata proprio Tanya indirettamente a spargere notizie piccanti su Bella, quindi i ragazzi si sono dati da fare... ha voluto far vedere a Ed cosa accadrebbe se tuttew le cattiverie che si dicono su Bella venissero alla luce, ma nn preoccupatevi di qst.... Bella nn si lascia intimidire da qst cose nè dalle male lingue....
Ed e Bella insieme?.... presto se nn nel prox sicuramente nell'altro...... baci

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le altre mie storie:
L'Angelo Oscuro (Vampiri)
Non so dove... non so quando (One Shot - Originale/Romantico)
Calcolo d'Amore (Originale/Romantico)
Lupus in fabula - Quando i Vampiri diventano Fiaba (Round Robin comica sui personaggi di Twilight in collaborazione con Vale Cullen1992, Shinalia, Jma)

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


CAPITOLO 28

   

Luis

Amare oltre le Apparenze

Capitolo VENTOTTESIMO

  POV BELLA


Un mese, un  interminabile mese è trascorso dal mio viaggio a Phoenix. Ne sono accadute di cose in questo lasso di tempo. Tante da rendere la mia mente confusa ancora più di prima. La prima è stata l’arrivo dell’oca per antonomasia. Non avrei immaginato che sarebbe approdata in un paesino come Forks, lei la Femme Fatale dei grattacieli Newyorkesi.

Il mattino dopo il mio rientro da Phoenix, mentre attendo Edward e Alice prepararsi per andare a scuola, trovo una sorpresa ad attendermi in cucina che conversa placidamente con Esme.

“Jake?” chiedo incredula. Sbatto le palpebre più volte. I due si voltano nella mia direzione.

“Ben svegliata Bella, dormito bene?” chiede Esme con una leggera nota apprensiva nella voce.

“Benissimo, grazie Esme” le dico sorridendo. Non avevo fatto i conti con il mio labbro spaccato e strizzo gli occhi per il dolore cercando di smorzare qualsiasi suono esca dalle mie labbra. Questo gesto non sfugge al mio amico  che socchiude lo sguardo e digrigna i denti.

“Beh non mi saluti?” chiede Jake per attirare la mia attenzione.

“Dovrei?” incrocio le braccia al petto stizzita.

Alza gli occhi al cielo.

“Cosa ci fai qui?” chiedo scortese.

“Bella” mi rabbonisce Esme. “E’ venuto questa mattina presto per salutarti e parlare un po’ con te prima di andare a scuola. Per Jake è il suo primo giorno” dice gentile e materna mentre rivolge lo sguardo verso di lui che arrossisce di colpo per quel tono. Una strana luce brilla nei suoi occhi. Sembra emozionato. Scuoto il capo per non lasciarmi intenerire dalla situazione.

“Per favore Bella, voglio solo chiarire, tutto qui. Non iniziamo con il piede sbagliato” chiede rivolgendomi lo sguardo da cucciolo bastonato. Piccolo imbroglione sta cercando di irretirmi? Beh ci sta riuscendo.

“Sei con la moto?” chiedo

“No, con la macchina” sorride mostrando il chiarore delle sue arcate dentarie.

“D’accordo, Jake” dico sconfitta “vado a prendere lo zaino”. Corro di sopra e cerco di fare meno rumore possibile. Sento lo scroscio dell’acqua provenire dal bagno. Questo significa che Edward è sveglio e si sta lavando. L’immagine di lui completamente nudo abbracciato e accarezzato dalle gocce prepotenti del getto d’acqua diviene una visione vivida davanti i miei occhi. Sento il calore nascere dalle più profonde viscere del mio corpo e salire fino a infiammare le guance. Da quando sono così pervertita? Scrollo il capo, afferro lo zaino e fuggo da quella stanza e dalle mie perverse visioni. Prima di raggiungere Jake in cucina, afferro un foglio da uno dei miei quaderni e una penna.

Ci vediamo direttamente a scuola, perdonatemi devo risolvere una questione prima.

Vi spiego dopo

Bella

p.s. Edward non preoccuparti sto bene, va tutto bene. Ti lascio il bacio del Buongiorno

Senza pensarci lascio l’impronta di un bacio sul biglietto. Quella mattina ho messo un po’ di rossetto per cercare di nascondere le ferite del labbro.

Rileggo e osservo ciò che l’istinto mi  ha spinto a fare. Forse dovrei strapparlo. Sono stata troppo sfacciata? No, ho deciso di espormi e  va benissimo così.

Lascio il biglietto sul mobile dell’ingresso dove sono riposte le chiavi della macchina e corro in cucina.

“Andiamo?” ordino “Ciao Esme e scusa se non mi trattengo” le do un bacio sulla guancia.

“Non preoccuparti cara, meglio risolvere subito le situazioni spinose” mi sorride e fa l’occhiolino.

Seguita da Jake esco da casa Cullen.

Dopo aver chiarito con il mio amico decido di perdonarlo. E ci dirigiamo verso scuola. Jake è alquanto emozionato per questa nuova avventura e sorrido del suo entusiasmo. Dal mio canto non vedo l’ora di arrivare e rivedere Edward. Mi manca come l’aria. Una volta giunti a destinazione, parcheggiamo nel primo posto libero che troviamo.
Scendiamo dalla vecchia Golf di Jake e ci dirigiamo verso i miei amici, che spero diventeranno anche i suoi. Noto da lontano Alice avvinghiata a Jasper, Rose, Ben e Angela, Steven accanto a Edward. Una figura bionda dinanzi a loro.
Steven è accigliato, Edward rigido, pallido. Il viso tirato e turbato. Profondamente turbato. Mentre mi avvicino, i suoi occhi incontrano i miei e un sorriso sincero e dolce spunta sul suo viso. Di riflesso contraccambio con ardore. Sento un grande calore bruciare nel mio petto.
La figura bionda a quello scambio di sguardi si volta nella mia direzione.
Una statua. Mi irrigidisco e divengo una statua. Il suo bellissimo viso da bambola a pochi centimetri da me.
Cosa ci fa lei qui? Mi chiedo insistentemente, mentre fisso il mio sguardo torvo in quello cristallino della ragazza. Una miriade di ricordi si affollano nella mente. Attraversano i miei occhi come una pellicola di un film. Lei che non ha mai perso  occasione per cercare di mettermi in ridicolo, lei che ha cercato di spingere le altre cheers contro me e le mie amiche. Lei che era riuscita a strappare la nomina di capitano delle cheers di Phoenix ad Anita Berkley il vice di Vanessa Gilmore la ex capitano. Lei che non perdeva mai occasione di provocare e sedurre i componenti della squadra, soprattutto Paul, una volta divenuto capitano della squadra. Lei che quella sera, girava intorno Brian Hartford come una cagna in calore e sorrideva maligna in direzione di Cheryl. Sbatto le palpebre come ridestata da un sogno a quel ricordo, che mi arriva come un flash. Perché lo ricordo solo ora? Lo sguardo triste di Cheryl di fronte quella scena e il suo improvviso bisogno di allontanarsi, l’ho seguita perché sapevo che aveva bisogno di me.

Alzo lo sguardo per un attimo e fisso gli occhi di Steven limpidi come il cielo, che ora sono torvi come in procinto di una tempesta.  Lui si gira a fissarmi e sembra cercare di comunicarmi qualcosa con quello sguardo. Perché ho come l’impressione che il mio amico sappia più di quello che ha sempre detto? La sensazione sgradevole che lei c’entri con quanto acceduto a Phoenix comincia a farsi strada e contrariamente le altre volte ripenso a quegli avvenimenti non provo terrore, paura o alienazione. No provo solo un’immensa rabbia.
Percepisco la mano di Jake serrarsi intorno al mio braccio. Non so cosa lo abbia spinto a questa reazione. Deve aver percepito l’ostilità tra noi.
“Bella, che piacere rivederti” squittisce con la sua voce tintinnante.
“Voi… voi…. Voi vi conoscete?” Edward è divenuto ancora più pallido. Mi volto un attimo nella sua direzione. È tanto pallido da preoccuparmi, se non fosse un ragazzo sano e forte giurerei che sia sull’orlo di uno svenimento. Non l’ho mai visto tanto scosso.
“Certo, Eddy caro” risponde la bionda slavata. Edward la fissa con ostilità. Sembra infastidito.
Cosa sono tutte quelle confidenze???
Fisso le mie fiamme al cioccolato nella direzione di lei e proferisco finalmente parola.
“Cosa ci fai qui Kate?” "

 

Sospiri, sospiri, solo sospiri. All’ennesimo sospiro la testa dei miei amici si alza e mi fissano. Due smeraldi verdi mi perforano gelidi e distanti, due caldi e neri mi scrutano preoccupati. Un sorriso imbarazzato esce dalle mie labbra.

“Qualche problema, Bella?” chiede preoccupato Jake. Edward si limita a trafiggermi.

“Ecco.. io…” come diamine posso dire che la causa dei miei pensieri e delle mie frustrazioni siede al mio stesso tavolo, e ora mi guarda come fossi un’aliena? Deglutisco nervosa davanti quegli occhi inquisitori. Cosa mi è saltato in testa di accettare questa ennesima beffa?

“Io e la trigonometria siamo diametralmente opposti” esordisco mesta a capo chino e distolgo lo sguardo da Edward. Ma a chi voglio darla a bere non riesco a convincere neanche me stessa! Con la coda dell’occhio noto le labbra di Edward schiudersi e assumere una forma come di qualcuno che sta per ribattere quando la suoneria di un cellulare riempie il pesante silenzio della mia cucina. Jake  fissa prima il suo cellulare muto, poi guarda me con fare interrogativo. Scrollo le spalle per rispondere alla sua muta domanda. Entrambi rivolgiamo lo sguardo verso l’unica persona rimasta in silenzio. L’unica che non ha battuto ciglio. Sbuffa sonoramente e senza degnarci di uno sguardo afferra il cellulare, senza neanche accertarsi di chi lo stesse contattando, lo spegne. Così, di punto in bianco.

“Cullen..” lo rabbonisce Jacob.

“Sto studiando non ho tempo da perdere al telefono” risponde stizzito. Jake esplode in una risata sana e genuina.

“Cazzo Cullen sembri una zitella acida, hai bisogno di una sana ed energica scopata” continua a sghignazzare Jake

“Black fatti i cazzi tuoi!” sbotta irritato Edward, mentre la sottoscritta vorrebbe sprofondare almeno tre metri sotto terra. Lancio uno sguardo di disapprovazione in direzione di Jake che continua  a ridersela bellamente. Inarco un sopracciglio. Non trovo ci sia nulla di divertente in tutto questo.

Sinceramente ho creduto che quei due rinchiusi nella stessa stanza si sarebbero azzuffati per tutto il tempo e, invece, con mio sommo stupore ho dovuto ricredermi. Sembrano andare profondamente d’accordo dietro i loro battibecchi da comari.

“Bella” mi ridesta dai miei pensieri il mio migliore amico “ora devo andare” fa cenno all’orologio affisso alla parete della cucina. No! Grida la mia mente. I miei occhi sembrano lanciare ininterrotti segnali di S.O.S. quando ho accettato la proposta di Edward di darmi ripetizioni di trigonometria Jake mi ha detto che mi avrebbe spalleggiato e supportato. Non mi avrebbe mai lasciata sola con lui. E ora?

“Hai un appuntamento?” digrigno tra i denti “potevi dirlo anche prima”

“Scusa lo avevo dimenticato” lancia uno strano sguardo in direzione di Edward poi torna  a guardare me e mi sorride imbarazzato. Se non sapessi che quei due non riescono a stare uno di fronte all’altro per cinque minuti senza finire per rimbeccarsi di brutto oserei dire siano d’accordo. Non posso davanti a lui palesare la mia tensione. Questa me la paghi Jacob Black, gli intima il mio sguardo assassino

“A domani” mi saluta con un bacio tra i capelli, visto che non mi sono alzata per salutarlo o accompagnarlo alla porta. Fisso un punto non precisato di fronte. Tutto pur di non incrociare i suoi occhi. Il martellare frenetico del mio cuore non mi è d’aiuto. Cosa pretendevi Bella? Prima o poi sarebbe accaduto. Tu e lui soli senza niente e nessuno a interrompervi. Che sia giunto il momento di affrontarlo?

“Bella?” la sua voce melodiosa mi ridesta. Non posso! Emetto l’ennesimo sospiro prima di voltarmi a fissarlo. È lì seduto di fronte. Il suo sguardo leggermente accigliato, la determinazione che emanano. Merda! Spalanco gli occhi e impreco mentalmente. È come se leggessi: Non mi sfuggi dolcezza, sei mia!

L’ultima volta che ci siamo ritrovati in questa situazione siamo stati interrotti dall’intervento di una esuberante Alice.

*Perché mi eviti?* breve, lineare, conciso. Chiaro e schietto.

“Ti sbagli” miagolo intimorita da tutta la sua fierezza.

“Davvero?” sorride sarcastico.

“Mi sembra che siamo qui, no?” indico con lo sguardo la cucina di casa mia “e siamo soli” l’ultima parte incrina la voce al sottinteso di quell’affermazione.

Il suo sorriso sghembo si apre e accende i suoi occhi di malizia. Mi tremano le gambe e mi gira la testa. Ringrazio infinitamente di essere ancorata alla sedia.

“Hai deciso per la festa?” mi chiede. Lo fisso sbigottita. Mi sarei aspettata da lui un interrogatorio incalzante, perché è vero in questo mese l’ho evitato come la peste. Siamo sempre amici, ma io sono stata sfuggente non ho avuto la forza di guardarlo ancora in faccia dopo ciò che ho visto nei corridoi quel giorno che mi porto scolpito nella mente e  nel cuore.

Il mio umore è decisamente inabissato dopo l’incontro di questa mattina. Per fortuna non ho nessuna lezione con lei. Almeno per il momento. Inorridisco al pensiero che mancano ancora alcune ore al termine delle lezioni e di poterla  avere come compagna di classe. Edward non è venuto al cambio dell’ora. Poco importa pian piano ho cominciato ad essere più tranquilla a camminare per i corridoi da sola. Sola, già. Jacob è stato convocato dal preside per metterlo al corrente delle regole della Forks High School. Ricordo che lo ha fatto anche con me il primo giorno di scuola. Angela e Alice le ho lasciate a flirtare con i rispettivi fidanzati. Io, intanto, mi avvio in mensa.

Non riesco a fare a meno, però, di chiedermi dove si sia cacciato Edward. Sento il bisogno impellente della sua presenza rassicurante al mio fianco, della carezza del suo respiro sulla pelle, il bisogno di abbandonarmi completamente a lui e alle sue attenzioni. Un sorriso  spunta sulle mie labbra, Steven ha ragione devo lanciarmi, devo vivere. Un brusio leggero e concitato invoca la mia attenzione. Come attratti da forza di gravità  i miei piedi prendono quella direzione. Resto paralizzata per lo spettacolo che mi si para davanti. Non riesco a credere ai miei occhi. Lei avvinghiata a lui, le sue labbra incollate alle sue. Vorrei che fossero le mie ad essere sfiorate in quel modo. I loro corpi allacciati e si incastrano seguendo una linea perfetta. Le mani di lui che scivolano lungo la schiena di lei. Cos'è questo dolore lancinante al petto? Avrei dovuto immaginarlo, non dovevo ascoltare i consigli del mio amico, non dovevo illudermi...."

Quel giorno sono fuggita, letteralmente. Il dolore che ho provato è stato troppo forte se non fosse stato per le braccia possenti che mi hanno accolto e cullato sarei finita nel reparto di cardiologia, sicuro. Mio padre era tornato ed è venuto a prendermi a scuola. Sono stata felice come mai in vita mia di riabbraccialo. Senza salutare nessuno siamo andati a casa Cullen. Esme, la sola in casa, si è rabbuiata nell’incrociare il mio sguardo. Credo si sia resa conto che ci fosse qualcosa di strano, la conferma l’ha avuta quando non ho voluto aspettare il rientro degli altri componenti la famiglia per salutarli, adducendo che non sarei scappata in capo al mondo, ma che tornavo semplicemente a qualche km di distanza nella mia casetta e li avrei sentiti e rivisti a breve. Mamma Cullen non se l’è bevuta e neanche mio padre credo. Per tutto il tragitto e al rientro a casa non mi ha chiesto nulla, non ha spiccicato parola.

Nel tardo pomeriggio il mio cellulare non ha smesso di squillare. Non ho risposto a nessuno. Neanche a Jake. Non avevo voglia di parlare, volevo solo metabolizzare quanto accaduto.

Sono stata ore a riflettere. Alla fine ho capito che Edward prova per me un sincero affetto “fraterno”, che Steven ha sbagliato di grosso e io stupida ad avergli dato retta. Non ho fatto altro che fomentare un desiderio irrealizzabile. Dopo aver trascorso la notte in bianco ho preso una decisione. Avrei continuato a stargli accanto come amica, come in questi giorni. Anzi no, avrei cercato di mettere un po’ di distanza perché altrimenti avrei continuato solo a illudermi e sperare ad ogni suo gesto. Devo dire che lui mi è stato d’aiuto. Dopo il primo approccio, il nostro rapporto si è un po’ raffreddato. Dopo il non chiarimento interrotto da Alice il giorno seguente ci siamo limitati a frequentarci e a tenerci a distanza.

Respira, Bella, respira. È tutta la mattina che cerco di evitarlo. Sono arrivata tardi di proposito per evitare di incrociare i miei amici al parcheggio. Ho dribblato i tentativi di pedinamento di Alice, guadagnandomi delle occhiate assassine da parte sua. Ora mi ritrovo  praticamente a correre a capo chino per non incrociare occhi indiscreti. All’altezza dello stanzino delle scope due ceppi forti bloccano il mio cammino e conducono in un punto appartato dei corridoi, quello che dà verso l’uscita secondaria. Non ho bisogno di alzare il capo per sapere chi sia ad avermi “rapita” il suo odore lo riconoscerei tra mille, come anche la sua presa decisa e delicata al tempo stesso. Quando ci fermiamo resto a capo chino. La mia visuale è occupata da un paio di scarpe di marca nuove di zecca.

“Allora?” chiede con voce decisa e incazzata. Merda, non oso alzare il capo, immagino già il suo livido di rabbia. Che poi cosa gliene importa di me, visto che si sbaciucchia tutte? Cerco di far convergere tutte le mie forze per affrontarlo. Emetto un lungo sospiro e alzo il capo e cerco di essere quanto più convincente possibile. Non sono io quella che deve essere in imbarazzo, non sono io quella che si apparta con la prima femmina che si trova davanti senza curarsi minimamente di chi possa vederlo o meno. La rabbia dei miei stessi pensieri, mi danno la forza di non far tremare la mia voce.

“Allora cosa?” chiedo inarcando un sopracciglio infastidita.

“E lo chiedi, Bella?” mi risponde a tono “ieri sei praticamente scomparsa. Ti abbiamo cercato dappertutto, non hai risposto alle nostre chiamate” lo sento prendere respiro per un attimo come se volesse aggiungere qualcosa, poi si morde il labbro inferiore, abbassa lo sguardo e dopo un attimo di esitazione lo ripunta su di me fulminandomi. Mi sento mancare il fiato,  come  se una stilettata mi avesse trapassato il petto. Faccio appello a tutta la mia faccia tosta e alla mia rabbia per non soccombere.

“ e tu?” continua “eri placidamente nella tua casetta nel calduccio del tuo lettino” termina sarcastico. “Hai idea di quanto tu ci… - scuote il capo – mi – si corregge – mi abbia fatto preoccupare? Di quanto sia stato in pena per te?”

Gli rivolgo uno sguardo pungente. Le sue parole mi arrivano false come le banconote del monopoli. Ho visto quanto eri preoccupato per me. Le mie labbra si schiudono per sputare fuori quell’amara verità quando la voce di Alice ci interrompe.

“Eccovi finalmente” dice alterata e si avvicina. Continuo a tenere lo sguardo fisso in quello di Edward

“ho interrotto qualcosa?” chiede guardinga alternando lo sguardo da me a suo fratello

“No, certo che no” rispondo spostando la traiettoria della mia visuale al folletto che ora mi è di fianco

Noto sottecchi Edward irrigidire la mascella e stringere maggiormente i pugni lungo i fianchi. Alice inarca un sopracciglio

“Comunque signorina non hai nulla da dire?” chiede aggrottando le sopracciglia.

“D’accordo” alzo le mani in segno di resa “ ti.. vi chiedo scusa per ieri non pensavo di farvi stare tanto in pensiero. Ho tolto la suoneria al cellulare, come al solito, e non ho sentito le vostre chiamate. Volevo solo godermi mio padre e il suo ritorno” dico tutto d’un fiato senza guardare nessuno dei due in faccia, nella speranza di essere stata convincente.

Dopo lunghi istanti di silenzio è Alice a  spezzare quel gelo.

“Sei fortunata che sono di ottimo umore e ti perdono” dice lanciandosi ad abbracciarmi “sono stata nominata presidente del comitato che quest’anno organizzerà la festa di Halloween” comunica euforica, mentre si stacca dal nostro abbraccio e saltella come un folletto. Mi apro in un sorriso sincero

“Sono felice, per te Alice, so quanto ci tenevi quest’anno a organizzare tu la festa” mi complimento sincera

“Sono contenta  ti faccia piacere” mi fissa con un sorriso poco rassicurante e la mia espressione cambia radicalmente “perché tu, mia cara, mi aiuterai e non accetto un no come risposta. Sarà la tua punizione per avermi fatto andare in pappa il cervello ieri. E non solo  a me” mugugna fissando il fratello che  ancora non ha proferito parola.

“Andiamo, su” continua “le lezioni stanno riprendendo e abbiamo parecchie cose di cui discutere” mi prende sotto braccio e mi allontana da quel luogo e, soprattutto, da Edward fermo e immobile a fissarci.

Naturalmente, Tanya e soprattutto Kate hanno gongolato per questo allontanamento e la nuova arrivata non ha mancato di spiattellarmi in faccia che lei e Edward sono tornati insieme. Oh, quello sì che è stato un duro colpo. “Tornati” il che presupponeva che fossero stati intimi in passato. Quando, come? Questo lo ignoro tutt’ora.

Il dolore è forte. Vederlo ogni giorno sta divenendo un'agonia: sempre sorridente, quel sorriso sghembo che ti toglie il fiato, non destinato a me. Pensavo che sarei riuscita a gestire la situazione, restargli accanto solo come amica si sta dimostrando più arduo del previsto. Poi c'è lei, è irritante la sua presenza e la sua vocetta squittente. La odiavo quando ero a Phoenix e ora la odio ogni giorno di più, ad ogni strusciata sul MIO Edward. Mio, no lui non è mio e non lo sarà mai..... Questo devo mettermelo bene in mente.

Devo anche dire che la freddezza di Edward è durata più o meno una settimana, nella seconda settimana il suo atteggiamento è di nuovo mutato e ha ricominciato a guardarmi con meno freddezza, anche se continua a tenere le distanze. Secondo Steven, la mia sola e unica ancora di salvezza, l’unico con cui riesco a sfogare tutto il dolore che porto nel cuore, la spalla su cui piango ogni weekend e ogni sera al telefono, lui sta solo rispettando i miei spazi. I muri li ho alzati io, lui si sta semplicemente limitando a reagire alle mie azioni. Il fatto che abbia ammorbidito il suo atteggiamento dovrebbe dimostrarmi che sta cercando un modo per riavvicinarmi. Io non POSSO credergli.

Jacob si trova d’accordo con il pensiero di Steven. Jake, altro enigma. Mi è rimasto accanto come un cagnolino fedele, ma nell’ultimo periodo il suo atteggiamento nei confronti di Edward si è ammorbidito. Lui dice di no, invece io l’ho capito.

“Cosa?” balbetto “ Oh la festa, certo” Edward continua a fissarmi “Beh, l’ho già detto e lo ripeto, io non parteciperò” affermo sicura e incrocio le braccia al petto mentre poggio la schiena contro lo schienale della sedia. Edward continua a fissarmi con sguardo indecifrabile. Silenzio, pesante silenzio scende come un velo pesante tra di noi. 

È il trillo insistente del telefono di casa a spezzare la lastra di ghiaccio che ci divide.

Sbatto le palpebre più volte chiedendomi chi possa essere.

Con un grugnito di disapprovazione avanzo nella direzione di Edward e lo sorpasso.

“Casa Swan” rispondo a quel maledetto telefono.

“Era ora che rispondessi, Bella! Ti dispiacerebbe passarmi il Mio ragazzo?” chiede la voce squillante dall’altra parte della cornetta. Spalanco occhi e bocca per la meraviglia. La potenza di un pugno nello stomaco mi fa mancare il respiro per qualche secondo. Cosa diavolo ha detto la stronza???? Una rabbia sorda si fa strada all’interno del mio corpo. Quello stesso tonfo che grava sul mio stomaco risale intenso fino ad annebbiarmi la vista. Sbatto più volte le palpebre e finalmente do fiato alla bocca.

“Sarebbe educato dire almeno Ciao, ma d’altra parte la buona educazione con te è andata a farsi fottere, vero Kate?” noto il sopracciglio di Edward muto difronte me che non si è perso neanche una virgola, inarcarsi.

“Cosa ti fa credere che Edward sia qui?” chiedo ingenuamente. Lo so benissimo come fa a saperlo, e la rabbia per la sua intromissione diviene ancora più prepotente.

“Passamelo e basta” ordina perentoria.

“Ti passo subito il TUO ragazzo madame, ti ricordo, però che questa è la mia linea telefonica quindi taglia corto” esplodo verso la stronza bionda e il ragazzo che mi sta difronte che mi guarda con lo sguardo più sorpreso che gli abbia visto finora. Non deve essere stato un bello spettacolo osservarmi nei panni di uno scaricatore di porto, ma quella vipera formato Barbie ha il potere di mandarmi in tilt il cervello e la buona educazione.

Con passo lento e senza mai distogliere lo sguardo dal mio si avvicina. Prende la cornetta dalle mie mani che viene a contatto con la sua, una scossa mi percuote tutta e avverto una gran confusione pervadermi. Se anche lui l’abbia sentita non ne ho idea, il suo viso non traspare alcuna emozione. Fissa la cornetta, il telefono e me. Non ho voglia di ascoltare le smancerie che hanno da dirsi, mi volto e faccio per andare via e lasciare loro la giusta privacy.

“Ferma, resta!” imperativo e categorico. Mi volto per fargli presente che non ho intenzione di invadere la loro intimità. Resto ammutolita e pietrificata. Gli occhi verdi di Edward mi fissano con una decisione che non gli ho mai visto. Il viso tirato e gli occhi carichi di infinite promesse e dal cipiglio che corruga le sue sopracciglia, non credo siano promesse benevoli.

Rimette la cornetta a posto e poggia i fianchi con una grazia che incanta contro il mobile su cui è poggiato il telefono, incrocia le braccia al petto e il suo sorriso sghembo si fa largo sul suo bellissimo viso. Resto, immobile e a fissarlo.

“Cosa vuoi?” inarco un sopracciglio. Mi ero aspettata un tono più dolce.

“Edward caro, volevo sentirti” la vocetta stridula della bionda riempie la stanza come fosse presente fisicamente in questo assurdo teatro che ha imbastito Edward. Quest’ultimo assottiglia lo sguardo infastidito.

“Io no” risponde imperativo. Un attimo di silenzio dall’altra parte e prima che anche solo un respiro possa rispondere, lui continua “ora sono con Bella e non ho intenzione di essere infastidito da te”.

“Bella sempre lei” grugnisce la bionda “la sua compagnia è migliore della mia?” continua con una voce decisamente infastidita. Beh non posso certo biasimarla, anche io al suo posto mi irriterei a morte se il mio ragazzo preferisse un’altra “o devo inventarmi qualche scusa per poterti incontrare? Beh, sai anche io sono molto carente in matematica, potresti darmi una mano” prosegue melliflua. Ora sono io ad essere infastidita, come osa quella… quella…. Dio non trovo neanche le parole. Mi passo una mano tra i capelli e intrappolo il labbro inferiore tra i denti per non proferire neanche un singulto, di certo non voglio che sappia che sto ascoltando tutto e penso anche Edward, dato che mi ha lanciato uno sguardo ammonitore.

“Mi sembra di avertelo già spiegato a sufficienza, Bella non ha bisogno di scuse per la mia compagnia per lei sono sempre libero, sempre” rimarca l’ultima parola con un tono che mi scalda dritto il cuore.

“E ora ti dispiacerebbe spiegarmi come mai sono stato definito il TUO ragazzo?” chiede freddo

Resto pietrificata cosa significa?

Edward continua a scrutarmi e inarca un sopracciglio, posso quasi vedere le rotelle del suo cervello cozzare tra loro per la velocità con cui sta elaborando chissà quali pensieri. Nella mia testa solo un’unica domanda: Cosa sta succedendo?

“Cosa dici Edward caro, chi ti ha definito in questo modo?” Kate con tono basso e quasi sorpreso.

Stringo i pugni lungo i fianchi talmente forte da far sbiancare le nocche e intensifico la presa sul mio labbro. Come diamine fa a mentire in modo così spudorato?

“Non sono stupido Kate, non offendere la mia intelligenza. Ho sentito Bella prima definirmi il TUO ragazzo. Ora esigo che mi spieghi perché mi ha appellato in questo modo, dato che io e te non siamo niente?”

Cosa??????? La mia espressione deve essere eloquente perché Edward mi scruta e i suoi occhi si spalancano come davanti una folgorazione.

“Cosa diamine le hai detto Kate? Cosa diamine ti sei inventata?” continua con tono esasperato.

“Io? Niente Edward, ti giuro che non le ho detto niente, sarà lei che avrà fatto girare troppo la sua testolina” assottiglio lo sguardo e un grugnito esce dalle mie labbra e scuoto il capo con fervore. Dannatissima bugiarda!

“ Ti conosco Kate! Ti avevo avvertita di stare lontano da Bella e lasciarla in pace, sono stato davvero ingenuo!” scuote il capo deluso.

“Edward, lo sai quello che provo per te, è solo una questione di tempo, ma sarai di nuovo mio1”

“Smettila, sta zitta!” esplode Edward come scottato. Il suo viso imperturbabile ora è devastato da mille emozioni diverse. Non lo avevo mai visto in questo stato.

“Ti avverto per l’ultima volta: sta lontano da Bella. Non ti permetterò di insudiciare ciò che c’è tra me e lei qualsiasi cosa sia, chiaro?” riattacca senza darle tempo di ribattere. Il capo chino e il respiro alterato, senza forze, come se avesse affrontato uno sforzo sovrumano da sfiancarlo.

Spinta da vita propria le  mie gambe si spostano nella sua direzione, una mano protesa verso di lui. Il bisogno di confortarlo prende il sopravvento su tutto, sulla confusione che aleggia nella mia testa.

“Ferma, lì” intima con voce roca e tesa. Mi blocco pietrificata, non si è mai rivolto nei miei confronti con quel tono.

“Dimmi che lei non c’entra” continua. Alza il volto e mi inchioda con i suoi occhi freddi e infuocati di rabbia allo stesso tempo.

“Dimmi che non è per le stupidaggini che quella…. Ti ha propinato. Dimmi che non è per questo che ti sei allontanata da me” proferisce mentre si avvicina come un predatore.

Cerco di parlare, ma i suoi occhi. Mio dio quegli occhi così intensi non glieli avevo mai visti, mi pietrificano. Non smetto neanche per un attimo di fissarlo a stento percepisco le sue calde mani che afferrano con forza le mie braccia e stringono, stringono fino a farmi male, non un singulto esce dalle mie labbra.

“Perché Bella, perché?” chiede esasperato e continua a stringere. Un singulto esce involontariamente dalle mie labbra. Lascia la presa e si allontana. Fissa le sue mani e poi me. Senza proferire parola afferra la sue cose e mi supera, esce dalla cucina. Prima di aprire la porta di casa e uscire definitivamente dice le parole che spezzano qualcosa dentro di me.

“Sono stufo, Bella. Stufo di tutto questo. Cresci una buona volta e smettila di fidarti di chi non devi. Prendi una decisione che sia definitiva una buona volta” queste le ultime parole prima di sentire la porta d’ingresso chiudersi con un rumore simile ad uno scoppio.

Quel rumore mi fa sussultare e rimbomba dentro con un boato distruttivo enorme. La mia anima e il mio cuore si sgretolano per quel suono.

“Ed..Edw…Edward” le mie labbra pronunciano il suo nome in un sussurro. “Edward, Edwaaaarddd!” urlo correndo verso la porta e la spalanco, nella speranza che lui sia ancora lì. Invece vedo la sua auto allontanarsi.

“Edwaaaaardddd!” urlo ancora, ma ormai è troppo lontano per sentirmi. L’ho perso, l’ho perso definitivamente per la mia stupidità. Scoppio in un pianto disperato e mi accascio sul freddo asfalto. Sono ancora lì indolenzita  e fredda quando braccia calde e rassicuranti mi avvolgono e mi portano in casa, mi avvolgono nel loro aroma di erba e terra e sole. Jacob, mi fissa con i suoi profondi occhi scuri e cerca di parlarmi, ma non riesco ad ascoltare ciò che dice. Le parole di Edward riempiono le mie orecchie. Cresci, ha detto, sono stufo di tutto questo. E’ stufo di me.

“Dannazione, Bella! Si può sapere cosa è successo??? Giuro che se ti ha fatto del male gli spacco la faccia! Bene se tu non parli lo farà lui, ora lo chiamo”

“No” gli afferro il polso della mano che tratteneva il cellulare “non chiamarlo, Edward non c’entra niente!”

“Ah no?” inarca un sopracciglio

“No davvero, sono solo sconvolta, ho scoperto che ancora una volta sono stata presa in giro” e la rabbia torna prepotente

Jake cerca di parlare, ma è come se si fossero rotti gli argini e come un fiume in piena lo investo con le mie parole

“Kate, mi ha mentito, mi ha fatto credere che lei e Edward stessero insieme e invece era tutta una menzogna!”

Jake sospira “ Te lo avevo detto Bella, che c’era qualcosa di strano in tutta questa assurda vicenda, ma tu no, fai sempre di testa tua e non ascolti mai chi cerca di farti aprire gli occhi” sbraita. È vero sia lui che Steven hanno cercato, seppur in modi differenti, di farmi comprendere di non fidarmi, che dovrei conoscere Kate e la sua natura subdola e manipolatrice. Fiducia, anche Edward ha parlato di fiducia.

“Maledizione, Jake, come potevo non fidarmi dopo aver visto quel bacio. E ti assicuro che non era un bacio freddo o distante. Era un bacio con i fiocchi, i loro corpi avvinghiati sembravano fare scintille”

“Ok l’ha baciata, ma non significa niente”

“Ah no? E tutte le volte che l’ho beccata mentre gli si strusciava addosso?”

“Sempre quando c’eri tu nella vicinanze, altrimenti e ti posso assicurare che durante gli allenamenti gli stava ben lontana e lui ha respinto sempre ogni suo approccio” continua

“Com’è che adesso lo difendi?” chiedo scettica

“No lo sto difendendo Bella” dice esasperato “sto solo analizzando i fatti in maniera fredda e distaccata. Perché ti fai del male?” lo guardo meravigliata per le sue parole. Sospira pesantemente, prende una sedia e si siede di fronte il letto dove sono seduta io. Mi prende le mani e comincia  a carezzarle. Il capo chino a osservare l’ipnotico movimento che le sue dita compiono. Quel gesto ha il potere di infondere un po’ di calore e i brividi che percepisco mi fanno comprendere quanto il gelo che scorre nelle mie vene in quel momento sia pungente. Dopo istanti che sembrano interminabili, rialza il capo e fissa i suoi occhi scuri nei miei.

“Perdonami, Bella. Perdonami per quello che sto per dirti. Devi smetterla di auto commiserarti. Ti ascolti quando parli? Cerchi scuse su scuse per vedere il nero delle situazioni. Se ti soffermassi a ragionare con lucidità vedresti tutto chiaro e non cercheresti di vedere quello che non c’è”

Non posso credere alle mie orecchie. Scottata dalle sue parole ritiro le mie mani e mi avvolgo in un abbraccio. Alzo il capo e sono pronta a ribattere, quando Jake blocca il flusso di parole con una mano alzata.

“So cosa stai per dirmi. Hai visto quel bacio. E questo è un fatto. Ci sta Bella, Edward non è un robot è fatto di carne e sangue, è un essere umano, e sono sicuro che ci sia una qualche spiegazione dietro tutto questo. Ma sono oltremodo sicuro che lui non prova niente per Kate, te l’ho ripetuto fino allo sfinimento. Magari quel bacio è stato un momento di debolezza, è stato colto alla sprovvista e si è lasciato un po’ andare. Non puoi sapere quello che è successo dopo. E anche se fosse che l’ha baciata perché gli andava, la vera domanda è: Cosa vuoi tu Bella? Vuoi Edward? Bene” sbotta alzandosi in piedi infervorato dalla sua filippica “ Alzati e cazzo mostra gli artigli. Vai lì fuori e fai il culo a tutte quelle sciacquette e prenditelo. Ma basta con questo atteggiamento del cazzo! Non sei tu, Bella”

Rifletto sulle sue parole. Da una parte è vero, sto solo cercando di arrampicarmi sugli specchi e voler ostinarmi a pensare che Edward non mi voglia, perché?

“Ho paura” sussurro, alzo il occhi e sento il labbro inferiore tremare “Ho paura di aprire il mio cuore  e vederlo in frantumi” alla fine do voce alla mia paura più grande.

Jake si piega sulle ginocchia per fissare i suoi occhi nei miei. Mi alza il mento con due dita  per incatenarmi.

“Tutti abbiamo paura dei sentimenti Bella. Vedi me. Sto qui a farti la paternale e intanto non ho le palle per dire alla ragazza che amo i miei sentimenti, perché ho paura non  ricambi. Sai cosa c’è sono stufo, non voglio più essere l’amicone per lei voglio che sappia cosa ho dentro, voglio che sappia che il mio cuore batte per lei e se lei non vuole saperne, ne soffrirò, ma almeno avrò fatto chiarezza e cercherò di andare avanti e non di vivere una non vita nella speranza di qualcosa che non avrò mai la certezza potrà accadere”

“Leah sarebbe una sciocca a non accettarti, Jake” gli dico con lo sguardo dolce. Jake merita l’amore di Leah, merita di essere amato. Non perché è il mio migliore amico, il mio sole personale, ma perché ha un cuore grande e colmo d’amore da donare. Gli carezzo una guancia per confortarlo. Comprendo i suoi timori e il suo dolore, perché è anche il mio. Calde lacrime scorrono lungo le guance, Jake avvolge il mio viso con le sue calde e grandi mani e mi bacia dolcemente la fronte, avvolgo le braccia intorno al suo collo e lo stringo forte. Voglio fargli sentire il calore del mio cuore e l’affetto che mi lega a lui e le lacrime continuano a scendere copiose. Lo attiro sempre più a me finche non finisce sul letto insieme a me.
Qui seduta sul mio letto, avvinghiata al corpo del mio migliore amico sfogo tutte le mie lacrime....

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Note Autore:

Sono profondamente addolorata per la mia lunghissima assenza. Non ci sono parole per chiedere perdono nè starò qui a cercare giustificazioni inutili.

Posso aolo assicurarvi che in tutto questo tempo questa storia non è mai stata dimenticata, nella mia testa è ormai anche già conclusa, sulla carta ho cercato di mettere nero su bianco quanto più possibile  per  non farvi più attendere. Il più è già scritto e nel mentre pubblicherò scriverò finalmente il finale.

Non vi prometto un giorno sicuro di pubblicazione, sicuramente avrete, però, un capitolo  a settimana o al più tardi entro due settimane, dipende  solo da quando avrò qualche moneto tranquillo (come questo) per poter correggere impaginare o altro.

Ho riletto più volte questa pubblicazione, potrebbe però essermi sfuggito qualche strafalcione, vi chiedo di segnalarmelo in modo da correggere.

Un grazie di cuore a tutti voi che avete continuato ad avere questa storia tra le vostre preferite, seguite, ricordate nonostante tutto....

Grazie!

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


Capitolo 29
Luis

Amare oltre le Apparenze

Capitolo VENTINOVESIMO

  POV BELLA

Sicura di star bene?” si accerta Jake per l’ennesima volta. Alzo gli occhi al cielo e gli sorrido rassicurante.

“Certo, tranquillo va pure” continua a fissarmi incerto

Gli sorrido divertita per la sua premura e mentre osservo con tenerezza le sue iridi scure una domanda si fa largo nella confusione della mia mente.

“Jake” lo chiamo guardinga “TU non avevi un appuntamento?” socchiudo gli occhi. Lui si irrigidisce e rivolge lo sguardo altrove, come se la risposta fosse nel colore delle pareti della mia camera.

“Ehm…. Vedi…” si umetta le labbra, sembra combattuto. Passa nervoso le mani tra i capelli scompigliandoli “ oh al diavolo” dice esasperato “ era una scusa” rivolge di nuovo lo sguardo nella mia direzione.

“Eravate d’accordo?” chiedo sorpresa “ Come, perché?” non capisco.

“Me lo ha chiesto lui” sospira “ e’ stato piuttosto insistente al riguardo. Mi ha chiesto di lasciarvi soli, oggi, durante il nostro incontro studio. Voleva parlare con te senza interruzioni, ha detto” si umetta le labbra e continua a fissarmi.

Non proferisco parola, cerco di incamerare quanto mi ha appena detto. Ripenso al suo atteggiamento di prima, alle sue parole. Ha cercato di parlarmi della situazione, poi ha sviato il discorso sulla festa. Perché tanto interesse per la mia partecipazione? Corrugo la fronte.

“Wow” esordisce il mio interlocutore. Lo guardo interrogativa. Sorride “Pensavo ti saresti infuriata, invece vorrei sapere cosa diamine stai pensando” chiede perplesso.

“Dovrei. Essere infuriata. Sono stanca, però Jake, di arrabbiarmi per i motivi sbagliati. Se hai acconsentito avrai avuto le tue ragioni” annuisce alla mia condiscendenza “Stavo pensando alle sue domande prima di essere interrotti, al suo interesse perché partecipassi o meno alla festa di Halloween” do voce ai miei pensieri.

Jake sorride dolce. “Rifletti, Bella. Cosa ha organizzato di particolare il diabolico folletto?” mi spinge in quella direzione. Mi si accende la lampadina

“Vuoi dire che parteciperà al concorso?” Jake annuisce.

Alice ha avuto un’idea originale e geniale per la festa. Non sarà la solita noiosa festa di adolescenti, ha suddiviso la serata in due momenti distinti. La prima parte della serata sarà dedicata ad un concorso di abilità. Chiunque può iscriversi e partecipare con qualche numero particolare: cantare, ballare, le due cose insieme, recitare. Una sorta di talent amatoriale. Ci sarà anche una commissione di giudici, dei quali non so nulla. Ha detto che sarà una sorpresa per tutti. Edward si è iscritto? Non riesco a crederci.

“Perché?” Jake alza gli occhi al cielo. “Avete decisamente bisogno di parlare Bella. Non devi farle a me queste domande. Ora devo andare è davvero tardi. Vorrei passare da Leah prima di tornare a casa. Ho un invito da fare” Sorride sornione. Sorrido di rimando. Da quando Leah ha rotto con il suo ragazzo Sam, Jake sembra un po’ più ottimista e non perde neanche un’occasione per mostrarle il suo interesse.

“Ciao Jake” lo saluto con un bacio sulla guancia,   attendo che metta in moto e si allontani dalla mia visuale per richiudere la porta di casa. Poggio le spalle contro di essa e espiro un alito rumoroso di fiato. Cosa devo fare, ora? Come posso riavvicinare Edward? Come posso fargli comprendere quanto si cela nel mio cuore? L’ho ferito ancora una volta. Sono proprio un disastro. Forse dovrei cercare io di parlargli. Sì devo vincere la mia timidezza. Domani cercherò un attimo del suo tempo per chiarire questa assurda situazione.

Domani arriva, il nervosismo brulica sotto pelle. Non riesco ad avvicinarlo, dannazione! L’ho intravisto prima di andare in mensa, ma  non c’è. Dove può essersi cacciato? Mordo le unghie delle dita in modo spasmodico.

“Che male ti hanno fatto le tue povere dita?” chiede Alice

“Dove sono i ragazzi?” glisso di proposito la sua domanda. Alza uno dei suoi perfetti sopraccigli. “Avevano qualcosa da fare” risponde evasiva con una luce  birichina negli occhi. La sua risposta sibillina, conferma i miei sospetti. Edward e i ragazzi stanno preparando qualcosa per la festa?!

“Ciao Bella” lo stridore di una voce niente affatto amica mi ridesta dalle mie elucubrazioni.

“Cosa vuoi?” digrigno tra i denti e volto lo sguardo nella sua direzione. Devo ammettere che Kate è davvero molto bella: fisico da Barbie, bionda occhi chiari come il cielo di primavera, i lineamenti perfetti le gote rosee, labbra piene e di un rosso naturale, sembrano delle ciliegie mature, succose  e pronte da assaporare. L’incarnazione delle bambole di porcellana. Come una bambola, però, il suo sguardo è vuoto, privo di qualsiasi luce; dal suo atteggiamento traspare solo una sconfinata boria.

“Stai alla larga da Edward, Bella. Prendilo come un avvertimento, per il momento” assottiglia gli occhi. È la prima volta che le sento dire parole tanto dirette dal  tono altrettanto brusco.

“Nonostante il tuo tentativo di farci litigare, ieri sera siamo riusciti a chiarirci” confessa melliflua, carica di sottintesi. Possibile che Edward dopo quella telefonata e dopo averla smascherata sia andato da lei? Assottiglio lo sguardo. Perché venirmelo a dire? Perché ora che non c’è Edward? Per un attimo volgo lo sguardo verso Alice per cercare di capire se lei sa qualcosa. La sorpresa e il disgusto che traspare da lei non mi dice niente di buono. Attenta Bella. Errare è umano, perseverare è diabolico. Sei caduta già troppe volte nelle sue trappole. Di nuovo l’immagine della festa di Phoenix si fa largo nella mia testa. Di nuovo quello sguardo maligno rivolto a Cheryl, di nuovo quell’atteggiamento da cagna verso Brian. Perché stavamo guardando loro? Un terribile mal di testa mi assale, massaggio una tempia con le dita. Perché proprio ora questo ricordo?

“Stasera Brian è strepitoso non trovate anche voi? Harvard fa bene a quel ragazzo” provocatrice e stronza.

“Siamo stati tutti vittime…” la frase di Cheryl. Stringo le mascelle per non soccombere al dolore della mia mente. Maledizione fa male da morire! Mi salgono le lacrime agli occhi.

Kate si allontana soddisfatta, deve aver male interpretato le mie reazioni.

“Bella” chiede allarmata Alice. Mi sfiora un braccio. “Ti prego Bella non crederai alle sue parole?”

“No” digrigno i denti. Cerco di respirare. “No Alice, non credo alle sue insinuazioni, non più” mi guarda con consapevolezza.

“Edward ti ha raccontato ?” Chiedo a fatica. Lei annuisce. “Ho bisogno di parlare con lui. Per favore sai dove posso trovarlo?”

“Non credo sia il momento giusto, Bella” mi dice dispiaciuta. Cosa? Non è da Alice, neanche quello sguardo contrito.

“Edward” inghiotte a vuoto “ha bisogno di sbollire la frustrazione al momento. Credimi non è un buon momento per i chiarimenti. Fidati di me” mi carezza di nuovo il braccio. Mi guarda con una supplica negli occhi. Annuisco. Comprendo, era molto arrabbiato ieri. D’altronde anche io quando ho bisogno di riflettere preferisco estraniarmi.

“Va un po’ meglio?” un’altra fitta. “Bella, forse è il caso di andare in infermeria” annuisco, ho bisogno di calmare il dolore. “L’accompagno io” proferisce una voce maschile calda e rassicurate.

“Sei sicuro, Steven?” chiede Alice. Deve essere seguito un qualche scambio di gesti o sguardi, ma non riesco più a seguirli.

Arrendevole come un agnello, mi lascio trasportare per i corridoi. Entriamo in infermeria e mi adagia su uno dei lettini.

“Vado a chiamare l’infermiera” annuisco e chiudo gli occhi.

“Cosa succede?” chiede quest’ultima dopo qualche minuto.

“Ho un terribile mal di testa” cerco di spiegare tra un ansito e l’altro. Mi fissa scettica, ma qualcosa nel mio sguardo deve convincerla che sto davvero male. Armeggia con qualcosa che prende dall’armadietto dei medicinali. Mi porge una pillola e un bicchiere colmo d’acqua.

“Riesci a mandarla giù?”

“Ci provo” lascio scivolare la compressa nella gola, subito l’annaffio con una lunga sorsata d’acqua. Mi lascio ricadere sui cuscini.

“Resta ancora qui. Tra qualche minuto dovrebbe fare effetto. Ti ho dato solo un analgesico, ma se dovesse perdurare l’emicrania, ti consiglio di fare un check up” annuisco. L’infermiera lascia soli me e Steven

“E’ stata per colpa di Kate? Ho visto che ti stava parlando”. Scuoto il capo.

“No lei ha già fatto abbastanza danni” sospiro affranta.

“Avevi ragione tu” continuo “Mi ha mentito su lei e Edward” lo sguardo eloquente di Steven mi spinge a raccontargli quanto accaduto il giorno prima. Le lacrime mi sopraffanno di nuovo accentuando il dolore alla testa.

  "Ora basta Bella" fissa il suo sguardo nel mio e sussulto.
" Devi reagire. Devi vivere, diavolo. Quando lo capirai che lui è perso quanto te! Reagisci. Dov'è finita la mia amica, quella che non si arrendeva mai! Combatti Bella. Vuoi che sia tuo e allora affila gli artigli e combatti"
Ha ragione. Ha maledettamente ragione. Lui è mio, io gli appartengo e non permetterò mai a nessuna oca di portarmelo via.
Lui mi sorride. Il suo sguardo si accende.

" Bene è così che ti voglio. Ora sì che ti riconosco, Bella"

Gli sorrido anch’io.

“Sai oggi ero decisa a parlargli, ma Alice mi ha sconsigliato di farlo” annuisce.

“Se ho imparato a conoscere un po’ Edward, in questo momento è una bomba a orologeria. Dagli un po’ di tempo. Glielo devi. Questo mese non è stato facile per lui”

“Sai qualcosa che non so?” sorride “A tempo debito, Bella. Dovete essere voi a parlare non a farvi dire le cose dagli altri. Fiducia”

Di nuovo quella parola. Fiducia.

“Steven” lo chiamo, “a proposito di fiducia” mi schiarisco la voce “ho avuto un flash. Un ricordo” lo fisso seria. Lui sembra irrigidirsi.

“Ah, sì?” annuisco.

“Continuo a vedere Kate che fa la gatta morta con Brian e cerca di provocare Cheryl. Mi spieghi perché?” assottiglio lo sguardo quando vedo il suo volto impallidire

“Tu sai! Tu sai cose che noi non sappiamo, non è vero?”

“Bella” mi supplica contrito “Ho fatto un giuramento”

“Un giuramento?” sbotto infuriata “un giuramento? E noi? Io e Cheryl non abbiamo il diritto di sapere?”

“E saprete tutto, te lo giuro” mi prega, mentre stringe le mie mani nella sue “a tempo debito, Bella tutta questa storia sarà chiarita” cerca di convincermi. Cerco di trovare un motivo, uno solo, perché Steven si stia comportando in questo modo subdolo.

“Stai cercando di proteggere Brian, anche tu!” affermo sicura.

Non  risponde, non ce n’è bisogno leggo la verità nel suo mutismo. Avrei dovuto immaginarlo. Per quanto Steven si discosti molto e non approvi molte imposizioni della sua famiglia, è comunque fedele. Soprattutto nei confronti di suo cugino, Brian. Gli Hartford sono una famiglia potente, ricca, stramaledettamente ricca e potente. E come ogni famiglia di tale lignaggio hanno un loro codice morale e Steven di certo non ne è immune. È un Hartford anche lui seppur da parte di madre.

“Perché?”

“Anche se non ci crederai, Brian non ha colpe per quello che ha fatto a Cheryl. L’apparenza spesso inganna” Serra le labbra e distoglie lo sguardo.

Lo fisso esterrefatta. Non c’entra niente? La mia indignazione sale alle stelle e anche il mal di testa risale. L’immagine del corpo di lui che sovrasta il fragile corpo della mia amica. Mi manca il fiato. Lui la stava accarezzando. I suoi occhi chiusi e il sorriso estatico di qualcuno che sta realizzando un sogno. Il suono della voce di Paul che sogghigna e gli sussurra: prendila, Brian, lei ti sta aspettando è pronta per te. Non senti come ti chiama con il suo corpo?

“Bella” chiama allarmato Steven, mentre mi scuote dal mio trance.

“Cosa mi sta succedendo? Mi sembra di impazzire” mordo tra i denti e mi stringo forte la testa.

Una calda carezza tra i capelli cerca di rilassarmi.

“Credo che i tuoi ricordi stiano tornando a galla. Il puzzle si sta ricomponendo” sussurra piano. Lo guardo e lo esorto a continuare.

“La droga che vi hanno somministrato quella sera ha annientato la vostra memoria, ma con il tempo e probabilmente sollecitata dai vari avvenimenti sta lentamente tornando” mi spiega bonario. Mi stende lentamente sul letto dell’infermeria, chiudo gli occhi stremata.

“Come sta?” sento la voce nell’incoscienza, quella voce che riconoscerei ovunque.

“Ha avuto una crisi leggera” spiega Steven.

Un lungo sospiro.

“Dovete assolutamente chiarire Edward” lo rimprovera il mio amico.

“Non è il momento” dice mal celando una rabbia repressa nel  tono.

“Non è mai il momento con voi” sbotta esasperato il biondo. “Questo forse è il momento più delicato delle vostre vite e lo state sprecando a evitarvi. Cazzo! Siete esasperanti”

“Non c’è nulla che desideri che rimettere le cose al giusto posto, non ora. Non oggi. Non capisci che sono ancora su di giri? Potrei rovinare tutto e non voglio”

Questo è un sogno? Edward è davvero venuto ad accertarsi delle mie condizioni? Come ha saputo? Devo svegliarmi, devo parlargli. Apro lentamente gli occhi, ma quando metto a fuoco l’unico volto che mi sorride è quello di Alice. Quanto ho dormito? Possibile che fosse tutto un sogno? Uno scherzo del mio subconscio?

“Come ti senti?” chiede la mia amica con un sorriso dolce e preoccupato.

“Credo, credo meglio” rispondo con una voce roca. Mi metto seduta e passo una mano prima sulla fronte, poi tra i miei capelli. Ripenso alle voci e alle parole che ronzano nelle orecchie. Possibile fosse solo un sogno?

“Quanto tempo?” chiedo “da quanto tempo sono qui?”

“Sono almeno due ore Bella” risponde mesta Alice “tra poco termineranno anche gli allenamenti” continua in un sussurro.

Sgrano gli occhi. Due ore? Ho dormito due ore? Alzo lo sguardo inorridito e fisso quello cristallino di Alice. Le stringo forte la mano, sono mortificata con la mia amica che è rimasta a vegliare il mio sonno tralasciando i suoi impegni.

“No” scuote il capo “non scusarti” risponde come se avesse letto i miei pensieri “sono o no la tua amica? Il resto può aspettare. E poi ho delegato Angela a controllare le prove” sghignazza. Un sorriso sorge sulle mie labbra.

“Perdonami, Alice” mormoro afflitta “ sai cosa facciamo ora? Andiamo in palestra e controlliamo che sia tutto a posto”. In occasione dei festeggiamenti di Halloween il preside ha concesso l’utilizzo della palestra, l’unico luogo abbastanza ampio per poter accogliere tutti i partecipanti e allestire un palco per le esibizioni. I ragazzi e le cheers hanno dovuto dividersi il campo sportivo con gli altri gruppi sportivi. La piccola demone della mia amica ha voluto lanciare una piccolissima provocazione alle sgambettate: allenarsi al freddo e sotto la pioggia di questo periodo non è molto salutare. Le scompiglio i capelli e sorrido divertita.

“Non facciamoci attendere allora” mi afferra per un polso e mi trascina via dall’infermeria, mentre urliamo all’infermiera che ora sto meglio.

Arrivate alle porte della palestra udiamo forte e chiaro la musica e le voci cantare. Distinguo chiaramente chi siano e quando la visuale si apre le cheers stanno provando il loro numero. Devo dire che sono brave: hanno messo su un pezzo molto seducente e ben coordinato. L’unica nota stonata è che tra Tanya e Kate non si capisce chi sia la leader, si sovrappongono nel cantare il pezzo da solista cercando di emergere l’una sull’altra. Mi acciglio. Come un flash l’immagine dei riflettori il loro numero e i loro sguardi languidi che cercano di circuire l’unico ragazzo che vorrebbero tutte, Edward. Un sospiro si fa strada nella mia bocca. Un sapore amaro serpeggia sulle mie papille. E poi l’immagine cambia e mi blocca il respiro. Forse ho capito. Stringo forte la mano di Alice.

“Mi serve il tuo aiuto” sussurro. Lei si volta nella mia direzione, annuisce. “Dopo mi spieghi cosa hai in mente” mi assicura come se avesse compreso le mie intenzioni. Rivolgo di nuovo lo sguardo verso lo spettacolo. Kate si volta nella mia direzione e sorride maligna. Le rivolgo un sorriso sarcastico e sicuro. Il suo le muore sulle labbra. Mia cara, è giunto il momento di tornare alle vecchie abitudini. Non mi farò più sottomettere dalla tua cattiveria, hai scatenato il mio lato guerriero e ora ne pagherai le conseguenze. Mi avvicino al palco e raggiungo Angela e le sussurro “Ho bisogno di chiederti un grandissimo favore” lei si volta a fissarmi e mi sorride, forse illuminata dalla luce che sono sicura traspare dal mio sguardo determinato. Le cheers terminano e scendono dal palco, prima che escano io e Kate abbiamo l’ultimo scambio di sguardi, alla fine è lei a distogliere il suo.

“Fammi capire bene” chiede un’incredula Angela “vuoi partecipare al concorso e stai chiedendo a me e Rosalie di aiutarti?” annuisco. Io, Rosalie, Angela e Alice siamo riunite nel salotto di casa mia. Ho convocato le mie amiche quella sera e ho esposto loro le mie intenzioni.

“Esatto. Ho intenzione di partecipare al concorso e vorrei presentare un numero che stavamo preparando nella mia vecchia scuola. Si tratta di realizzare una coreografia e di cantare, anche” Angela mi fissa a bocca aperta, Rosalie con uno sguardo luccicante.

“Sono con te, Bella. Spiegaci in cosa consiste” risponde entusiasta quest’ultima. Angela annuisce, Alice mi fissa mortificata.

“Mi dispiace Bella io non posso partecipare, sono l’organizzatrice non è etico” si morde il labbro.

“Non preoccuparti” la consolo con una mano sulla spalla “avevo messo in preventivo questa eventualità, tu potresti aiutarci comunque come osservatrice” annuisce entusiasta.

“Allora Bella mostraci la coreografia”

Provo ad aprire bocca per i chiarimenti, ma vengo interrotta dal suono del campanello.

“Non sarà necessario, sono arrivati i rinforzi” sghignazzo mentre mi avvio ad aprire.

“Prima o poi mi renderai questo favore con gli interessi, mia cara” proferisce un irritato Steven nel varcare la soglia della mia casa e dirigersi verso il salone. Prima di rientrare a casa ho chiesto a Steven se poteva darci una mano, dato che a Phoenix era il nostro supporter per questo numero.

“Lo sai che pago sempre i miei debiti” gli rispondo alzando gli occhi al cielo.

Le ragazze salutano sgomente il biondo, e sono sicura che stiano cercando di capire cosa ci faccia lui qui.

“Ho chiesto  a Steven di darci una mano per lo spettacolo. A Phoenix è stato il nostro supporter” spiego sorridente. Il ricordo di quel periodo prende possesso della mia mente. Stavamo preparando uno spettacolo di beneficienza promosso dal gruppo Hartford, ovviamente, i proventi sarebbero andati ad una delle associazioni benefiche supportate dal gruppo. Noi quattro ci eravamo separate dal resto delle cheers e stavamo mettendo su questo pezzo completamente ideato da Cheryl. Lei è bravissima e ha sempre avuta una grandissima creatività. Ha studiato danza da bambina e sognava di entrare alla Juliard, purtroppo l’incidente stradale che all’età di 12 anni le ha portato via il padre, le ha portato via anche il suo sogno. Non si è lasciata scoraggiare e incoraggiata anche dalla capitano Vanessa Gilmore, che ha fin da subito fiutato il suo talento, ha messo a frutto la sua esperienza e la sua creatività allestendo le coreografie della squadra delle cheers. Questo affronto alla neo capitano Kate all’inizio del terzo anno non è andato giù. Ricordo anche che in quel breve periodo lo stesso Brian Hartford è rientrato da Harvard per supportarci. Scuoto il capo ritornando con la mente al presente.

“Ho fatto di meglio mia cara” sogghigna il mio amico “Tadan” canticchia mentre sventola nella mano destra un cd “Ho trovato le vecchie registrazioni”

“Oh” rispondo a bocca aperta.

“Riprendevo sempre le prove” spiega alle ragazze presenti “ peccato che questo numero non abbia mai visto i riflettori” digrigna i denti sul finale. Già avremmo dovuto eseguirlo dopo la maledetta festa, ma eravamo impossibilitate. Prendo il cd dalle mani del ragazzo e lo infilo nel lettore. Prendo posto insieme a tutti sul divano. La musica di Love me like you do si diffonde nella sala e le immagini cominciano a scorrere dinanzi i nostri occhi.

Al termine del video, asciugo una lacrima solitaria dal viso. Rivedere quelle immagini mi ha catapultata indietro nel tempo e alle sensazioni di spensieratezza di quel periodo, prima di tutto. I miei occhi sono stati rapiti dalle movenze delicate e leggiadre di Cheryl e dalla sua voce d’angelo. Era così diversa in quel periodo, così viva e solare, come non la ricordavo. Irradiava gioia, serenità e voglia di vivere in tutte noi.

Il suono rauco di un raschiare di gola arriva alle mie orecchie e sposto lo sguardo in direzione di Steven seduto al mio fianco. Sono sicura che anche lui ha volato con la mente in quel periodo felice. Gli stringo forte la mano e lui ricambia. Inchioda i suoi occhi arrossati nei miei. Non abbiamo bisogno di parole le nostre anime comunicano da sole.

“E’ meraviglioso, Bella” esordisce Rosalie, eccitata

“Sì veramente molto bello “ ribadisce una sognante Angela.

Mi volto verso l’unica persona che non ha detto nulla. Lo sguardo di Alice fissa ancora il monitor ma i suoi occhi sono assenti, come se la sua mente fosse proiettata in un’altra dimensione. Non ho mai visto Alice così profondamente assorta nei suoi pensieri. Un barlume di consapevolezza mi illumina.

Le circondo la spalle in un abbraccio “Non devi essere gelosa” le sussurro.  Sobbalza alle mie parole e mi fissa seria, poi mi sorride mesta e annuisce.

“Bella” mi chiama Rosalie “chi era il ragazzo del video quello che vi applaudiva alla fine?”

“Oh” la domanda mi trova sorpresa, decisamente.

“Quel ragazzo è mio cugino, Brian” le spiega Steven “Bel fustaccio vero?” e le fa l’occhiolino. Rosalie diviene paonazza per la schiettezza del mio amico.

“Buon sangue non mente” e scoppia in una sonora risata, seguito a ruota dalle ragazze. Tutte tranne una. Alice fissa Steven in modo criptico. Quando si rende conto che la sto osservando cerca di dissimulare in una risatina davvero poco sincera. Cosa frulla nella testa di Alice Cullen?

“Bella” richiama la mia attenzione Angela “E’ davvero un numero molto bello, però noi siamo in tre, non credo che avrebbe lo stesso effetto con un numero inferiore rispetto il vostro. Ci servirebbe un quarto componente” annuisco. Angela ha ragione. Ricordo che non volevo partecipare, ma alla fine ho dovuto perché il numero rendeva meglio in quattro e per amore di Cheryl ho dovuto vincere contro me stessa e la mia dannata timidezza. Il sospiro frustrato di Alice mi stringe il cuore.

“Cerchiamo di pensare a chi potrebbe darci una mano” ci sediamo concentrate a riflettere quando di nuovo il suono del campanello ci distrae. Volo ad aprire allo scocciatore di turno, del quale non ho proprio idea di chi sia.

“Ce l’ho fatta, Bells” esclama euforico Jacob che irrompe in casa e mi solleva come fossi una piuma, mentre mi trascina in salone. “Leah mi ha detto sìììììììììììì” mi investe con la sua gioia e il suo sorriso luminoso. Lo stringo forte felice.

“Scusa piccola, non sapevo avessi visite” dice imbarazzato

“Tranquillo Jake. Ho riunito tutti, e sono felice che anche tu stia qui. Stiamo organizzando lo spettacolo per la festa di Halloween” mi guarda come se fossi un mostro a tre teste.

“Stai bene Bells?” chiede preoccupato e mi rimette giù per vedermi bene in faccia. Annuisco sorridente. Poi l’illuminazione.

“Jake, hai detto che Leah ti ha detto sì’” chiedo di nuovo.

“Sì. Beh” si gratta la nuca imbarazzato “ha accettato il mio invito alla festa a dire il vero”

“E’ già un inizio” lo rassicuro e cerco con lo sguardo una risposta affermativa da parte dei presenti.

“Già, Black, quando una donna acconsente ad uscire con un ragazzo ci sono buone possibilità che il lui in questione non le sia indifferente” conferma Steven.

“E tu ne hai da vendere di queste esperienze” gli risponde infastidito. Alzo gli occhi al cielo. Perché questi due devono sempre litigare?

“Puoi dirlo forte, Black” ribadisce il biondo e incrocia le braccia al petto “mi risulta che anche tu abbia collezionato un bel numero, o sbaglio?” cazzo, Jake te la sei voluta. Il chiamato in causa incassa il colpo.

“Dateci un taglio voi due” sbotto.

“Penso che per stasera possiamo anche chiudere qui” continuo “credo di aver trovato il quarto componente” sorrido in direzione della mie amiche perplesse.

“Che ne dite di cominciare domani?” chiedi speranzosa.

“Domani, Bella? C’è la partita di campionato, mi dispiace” risponde mortificata Rosalie.

“Non importa faremo un altro giorno” la rassicuro.

“Bella, io scappo ho appuntamento con Emmet, dobbiamo tornare a Seattle. Rosie vuoi un passaggio?” chiede sbrigativo Steven dopo aver dopo un’occhiata all’ora

“Grazie Steve” gli sorride la bionda “Così posso salutare il mio scimmione prima che andiate via. Ciao Bella ci vediamo presto” mi saluta con un bacio sulla guancia.

“Vado anche io, Bella. Accompagno prima Angie a casa. Devo ancora terminare i compiti” mi saluta un po’ giù di corda Alice. La stringo in un forte abbraccio e accompagno tutti alla porta.

“Verrai domani?” chiede Jake alle mie spalle. L’unico che ancora non è andato via.

Scuoto il capo in senso di diniego.

“Ho intenzione di parlare con Leah, domani. Vorrei chiederle se è disponibile per darci una mano per lo spettacolo” continuo senza guardarlo negli occhi.

“Bella” mi rimprovera “Ricordi la promessa?”“Puoi venire  anche dopo” continua.

Fisso gli occhi speranzosi di Jake. Da quando è arrivato non sono andata a nessuna partita per incoraggiarlo. Non che lo abbiano fatto giocare. La squadra è già equilibrata come è composta ora e Jake è in esubero. Mi ha spiegato che per il momento è una riserva, però lo hanno fatto allenare, nell’ultimo periodo, anche con la squadra titolare e se ho inteso bene è stato proprio Edward a caldeggiare il suo inserimento con il mister Clapp. Domani potrebbe essere il suo esordio, o quanto meno potrebbero farlo giocare qualche minuto. Annuisco

“D’accordo, cercherò di essere presente” gli sorrido. Non posso voltargli le spalle, quando lui per me c’è sempre stato. E poi ho voglia di vedere Edward. È strano, ma non l’ho mai visto giocare.

“Non so davvero, Bella” risponde una riluttante Leah alla proposta che le ho posto qualche minuto fa. Fisso le mie mani intrecciate in una muta preghiera. Sono arrivata a casa della mia quasi sorella con il cuore colmo di speranza, mi ha  accolto con il solito calore. A causa della distanza tra la mia abitazione e la riserva non ci vediamo spesso. Appena posso, però ho sempre piacere di farle visita. In questo ultimo mese ci siamo incontrate più spesso. Leah non ha molte amiche qui alla riserva e dopo la rottura con il suo ragazzo la evitano in molti, probabilmente per il fatto che è divenuta più chiusa e scontrosa del solito. Come biasimarla! Trovare il tuo lui in atteggiamenti inequivocabilmente intimi con la tua migliore amica, nonché cugina sarebbe uno shock che manderebbe in tilt il cervello a chiunque, figuriamoci una persona tanto riservata come Leah.

“Magari puoi pensarci” le chiedo speranzosa e alzo lo sguardo per fissarla in volto. Le rivolgo un sorriso mesto. Mi stringe la mani.

“Non fraintendermi, non è che non voglia aiutarti” si umetta le labbra e le sue gote si tingono di un leggero rossore.

“Non sono molto brava in queste cose, non vorrei alla fine che rovinassi la prova. Dal tuo sguardo comprendo che per te è importante e non vorrei deluderti” mi sorride imbarazzata.

“Non potresti mai deludermi” le sorrido incoraggiante.

“Hai davvero così tanta fiducia in me? Domanda perplessa.

Annuisco “Certo che sì. Non devi sminuirti. Anche io non sono brava ma con l’aiuto giusto sono riuscita a cavarmela” le stringo ancora le mani.

“D’accordo, Bella. Ti aiuterò, magari riuscirò anche a distrarmi dai miei pensieri cupi” il tono monocorde la dice lunga sul suo stato d’animo.

“Sembri stare meglio. Rispetto l’inizio, intendo. Sbaglio?” chiedo cercando il suo sguardo sfuggente.

“Non ti sfugge niente” mugugna. Non comprendo se il tono sia perplesso o infastidito.

“No mia cara, non mi sfugge niente” la rimbecca testarda.

Risponde con un cenno del capo e un sospiro rassegnato. Non chiedo particolari. So perfettamente che la sua medicina alla malinconia ha un nome e cognome. Per lei è troppo presto legarsi a qualcun altro dopo la sua intensa relazione con Sam, ma sono sicura che a tempo debito ritroverà la felicità.

Involontariamente la sguardo si posa sull’orologio al mio polso.

“E’ tardi” quasi urlo e mi alzo di scatto dalla sedia.

“Scusa Leah, devo scappare ho promesso a Jake di andare a fare il tifo. Oggi giocano una importante partita di campionato a Port Angeles” annuisce.

“Lo so. Jacob ha chiesto anche a me di partecipare”

“Vieni con me?” chiedo speranzosa. Jacob sarebbe al settimo cielo. Diniega con il capo. “Mi spiace, Seth sarà di ritorno a breve e devo occuparmi di lui”

“Sarà per la prossima volta” la rassicuro. La saluto con un frettoloso bacio sulla guancia e corro verso il pick up.

La partita inizierà a minuti e il tragitto per Port Angeles è lungo. Schiaccio l’acceleratore. “Non abbandonarmi proprio ora” prego il mio pick up di riuscire a resistere fino al traguardo.

Avrei dovuto accordarmi con Alice e invece no sempre di testa mia. Sbuffo mentalmente mentre corro a perdifiato lungo il parcheggio della scuola superiore di Port Angeles, almeno ho avuto il buonsenso, una volta giunta in città, di chiamare Alice e farmi spiegare la strada per arrivare in quella scuola.

Davanti le porte della palestra trovo una contrariata Alice a attendermi.

“Avresti potuto dirmelo che avevi intenzione di venire ti avrei aspettata” mi rimprovera.

“Perdonami Alice possiamo rimandare a dopo i chiarimenti?” le chiedo supplichevole. Non ho intenzione di impelagarmi in una discussione con la mia amica, sarebbe fiato e soprattutto tempo perso.

“D’accordo solo perché sei decisamente in ritardo” mi afferra per un polso e mi fa strada lungo le gradinate, si muove con maestria in quell’intrico di corpi. Giunti a destinazione mi fa accomodare in uno dei posti accanto al suo. Mi guardo intorno spaesata. “Come fa ad essere libero questo posto?”, mi chiedo.

“Ringrazia il mio sesto senso, mia cara. Non chiedermelo, sapevo che avrei dovuto tenere un posto libero” risponde alla muta domanda dipinta sul mio viso. Alice e le sue premonizioni, fa davvero paura la ragazza.

“Ciao Bella” mi saluta Angela dalla sua postazione subito dopo Alice. Allungo lo sguardo mi guardo intorno.

“Ehi, bella addormentata se cercavi l’uomo più affascinante dell’universo sono qui” ghigna Emmet nella mia direzione dal posto davanti il mio. Sorrido e scuoto il capo, Emmet e le sue battute.

“Ciao Bella” saluta Steven seduto accanto al mio amico nerobuto.

“Ciao ragazzi, ci siete tutti” sorrido felice di essere circondata da tutti loro.

Un boato proveniente dagli spalti ci distoglie dai saluti e dalla formalità di rito. Rivolgiamo l’attenzione al campo.

“Corri Ben, vola” sento gridare Emmet in direzione del giocatore della nostra squadra in possesso di palla. Ben corre e palleggia in modo impeccabile ha un ottimo controllo . È braccato da tre giocatori della squadra avversaria. Non riesce a scrollarseli di dosso. Sento il mio corpo invaso dalla sensazione vibrante dell’adrenalina che entra in circolo. Sgrano gli occhi e le mie labbra si socchiudono. Lancio uno sguardo agli altri componenti la squadra. Dove diamine sono finiti? Non termino neanche questo pensiero che Una figura bionda e che riconosco come Jasper si libera dei suoi marcatori e cerca di attirare l’attenzione di Ben. È un attimo: la palla vola in direzione di Jasper che prontamente l’afferra e un’altra figura rapida, decisa e fluida sguscia verso la zona canestro. Dopo un paio di postazioni conquistate Jasper è di nuovo bloccato, ma prima di farsi serrare in una gabbia riesce a passare la palla alla figura di poco prima, questa vola letteralmente lungo il percorso dribbla con armonia e grande maestria i suoi avversari, ancora fuori zona, come avesse intuito gli avversari pronto ad accerchiarlo lancia con uno spettacolare colpo di gomito e braccio la palla verso il canestro. È un tiro difficilissimo, anche i giocatori professionisti hanno difficoltà a realizzare canestro da quella distanza. La palla vola e disegna la traiettoria parabolica che termina proprio sul bordo del canestro  rimbalza sui due lati opposti e poi ruota per due volte introno la circonferenza, due giri interminabili che interrompono la loro corsa fuori del canestro.

“Maledizione” il coro dei miei due amici mi fa tornare alla realtà solo in quel momento mi rendo conto di essermi alzata in piedi e di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo di quell’azione incredibile. Torno a fissare i giocatori e finalmente lo riconosco: Edward l’esecutore del tiro sorprendente è stato lui, il mio Edward. Il cuore comincia a pompare furioso nel petto: meraviglioso! È l’unica parola, aggettivo che invade la mia mente. Meraviglioso nella sua divisa che ne mette in risalto la muscolatura discreta e allungata, meraviglioso il suo viso imperlato di goccioline di sudore che gli solcano i tratti marcati del viso mascolino e fiero. Meravigliosi i suoi capelli completamente informi e impazziti più del solito a cosa delle sue stupende e lunghe dita che li tirano con forza. Da questa distanza posso ammirare davvero tutti questi dettagli o sono frutto della mia fantasia? La presenza di Jasper al suo fianco che gli stringe una spalla in gesto di conforto, incoraggiamento?

“E' l’ennesima che non va a segno sempre che quelle macchine da guerra facciano qualche passo falso e ti permettano di prendere palla” sbotta Emmet. A quell’affermazione oso lanciare uno sguardo al tabellone dei punteggi.

“Siamo davvero così indietro?!” do voce alla domanda che nasce spontanea. Siamo indietro di parecchi punti e il time scorre inesorabile. Ci sarebbe ancora tempo per poter recuperare, però. Stringo forte i pugni. Mi siedo accanto le mie amiche e cerco di prestare attenzione alla partita. Non ho mai assistito alle partite della squadra della mia scuola e non conosco la loro disposizione e i loro ruoli. Prima che inizi una nuova azione studio interessata  la disposizione dei nostri. Mike Newton e Tyler Crowley sono in difesa, Ben Jasper E Edward in attacco, altri ragazzi che non conosco al centro campo. Osservo i loro movimenti e riesco a decifrare il loro schema di gioco: Jasper e Ben sono le ali tornanti e Edward l’attaccante. In genere tutti una volta recuperato palla cercano di passarla a Edward che è il più marcato di tutti al momento. Jasper  e Ben sono soliti effettuare finte: se uno finta a destra l’altro finta a sinistra con movimento particolare del braccio. Gli avversari riescono a prendere palla, proprio dopo aver intercettato una della suddetta finte, e corrono imperturbabili e liberi verso la zona canestro dove la difesa fa cilecca da tutti i punti di vista, inevitabilmente vanno di nuovo a segno. La nostra squadra è sgomenta, il mister passa entrambe le mani a voler cacciare via qualcosa di fastidioso dal viso, Jake batte un pugno contro la panchina dove è seduto. E’ come se gli avversari sapessero esattamente dove trovare falle e attaccare.

“Se continuiamo di questo passo perderemo sicuramente e non possiamo permettercelo” illustra Emmet “abbiamo già perso una partita qualche settimana fa e un’altra sconfitta ci farebbe slittare troppo in basso nella classifica per poter passare al girone nazionale”. Resto basita non sapevo avessimo già perso una partita. Ricordo, lo scorso anno che Alice e suo fratello maggiore erano entusiasti di non aver mai perso.

“Edward ha la testa da tutt’altra parte ultimamente è completamente disorientato, non riesce ad essere lucido e conosco bene il problema” digrigna tra i denti. Mi sento estremamente colpevole per questo, alzo il capo con uno sguardo di scuse rivolto a  Emmet conscia che la frecciatina sia diretta alla sottoscritta, ma con profonda sorpresa noto il suo sguardo furioso in una zona del campo, lo seguo e mi rendo conto stia osservando l’angolo dedicato alle cheers. Il volto di Kate si alza e per caso incrocia il mio. Il suo bel viso diviene una maschera di sorpresa, poi duro e torna a fissare altrove.

“Non ci voleva proprio il ritorno di quella vipera nella vita di mio fratello” mormora tra sé e sé ma lo sento comunque. Quindi i turbamenti di Edward sono dovuti alla presenza di Kate? Un altro boato e ritorno alla partita. I nostri sono di nuovo riusciti a prendere palla e ora stanno cercando di chiudere l’azione, ma ancora una volta il gioco viene intercettato e bloccato, ancora una volta presi in contro piede la squadra resta inerme e gli avversari corrono alla zona canestro, un gioco veloce e preciso atto a confondere. La palla è lanciata: non voglio guardare non voglio guardare! Mi ripeto eppure non posso fare a meno di tenere gli occhi aperti. Una figura e una mano interrompono la traiettoria della sfera. Edward con un balzo è riuscito intercettare e bloccare il lancio. In un attimo di distrazione deve essere riuscito a eludere i suoi marcatori e tornare indietro. Gli avversari sono disorientati, il nostro capitano non perde lucidità prende a lanciare direttive agli altri e inizia una corsa verso la meta, gli avversari presi in contro piede reagiscono in ritardo. Contro ogni previsione Edward invece di passare palla alle sue ali passa palla ai compagni smarcati del centro campo, è come se i ruoli si fossero invertiti, la retroguardia avversaria è in difficoltà non sanno su chi concentrarsi e uno dei ragazzi di cui non conosco il nome tira al canestro. Il tiro però va a vuoto. Il mister Clapp chiama il time out. Ho già visto questo tipo di gioco. Mi alzo e senza dire una parola e incurante delle voci che mi chiamano comincio una lunga discesa dagli spalti. Devo assolutamente parlare con Edward.

Arrivata a bordo campo le guardie del servizio d’ordine mi impediscono di passare.

“Edward” chiamo forsennata sperando mi senta, ma niente tutti i giocatori sono a capo chino a sentire la strigliata del mister.

“Edward” chiamo di nuovo più forte.

“Mi dispiace signorina non può passare,  non può stare qui” continua una della guardie

“E’ tutto apposto è con la squadra” una voce profonda e calda.

“Edward” sussurro mentre, finalmente, mi viene concesso l’ingresso in campo.

“Cosa ci fai qui?” mi chiede duro

Inarco un sopracciglio. Non avevo di certo previsto baci e abbracci ma un minimo di gentilezza.

“Non ha importanza. Si può sapere cosa diamine state combinando?” gli ribatto infuriata.

“Non sono affari tuoi e ora vattene prima che il mister mi richiami per l’ennesima volta per colpa tua” quelle parole sono come uno schiaffo in pieno viso. Uno schiaffo parte, non sul mio viso. La mia mano destra mossa da volontà propria schiaffeggia Edward che ora mi fissa furente, mentre tiene una mano sul punto leso.

“Smettila di fare il bambino” gli restituisco le stesse parole con cui ha ferito me giorni fa “Metti da parte le tue rimostranze e ascoltami bene, capitano” rimarco con le mani ai fianchi e continuo senza dargli modo di replicare, perché sono sicura non me ne darebbe modo “vuoi vincere o no la partita? Vuoi concentrarti una buona volta sul gioco e sui tuoi avversari? Non ti azzardare a dirmi che lo stai facendo perché non è così” blocco anticipatamente la replica che stava per propinarmi “Se fossi stato realmente attento ti saresti accorto di quello che sta accadendo in campo. Diamine, me ne sono resa conto io dagli spalti in poche azioni, come puoi tu con la tua intelligenza non essertene accorto. Quelli” e faccio platealmente segno agli avversari “vi hanno studiati alla grande. Il vostro gioco ormai è una carta geografica studiata, memorizzata e annientata. Ho già visto questo sistema di gioco in una partita a Phoenix e ti posso assicurare che la squadra avversaria ci ha rimandato a casa con la coda tra le gambe” il suo sguardo si apre e la sua bocca meravigliosa si schiude, segno evidente che sta ponderando quanto gli ho appena detto “manda in campo Jake” gli lancio “Jake non ha mai giocato finora, è un’incognita, cambia disposizione della squadra. La difesa è il vostro tallone d’Achille rinforzatela, insomma parola d’ordine sorprendere” lo guardo eloquente in attesa che dia segno di aver compreso. Il suo sguardo vaga in varie direzioni, non credo stia evitando il mio sembra più stia vagliando, pensando. Infine inchioda il suo sguardo verde nel mio e lo stomaco si chiude. I suoi occhi sono caldi e luminosi, potrei annegare in quel mare.

“Torna a posto” faccio per replicare, ma mi zittisce alzando una mano “vai al tuo posto prima che le guardie si spazientiscano ulteriormente” lancio uno sguardo verso le transenne ed effettivamente le povere guardie stanno cercando di tenere a bada un gruppo di ragazzine stizzite che lanciano segnali di fumo nella mia direzione.

“Vado anche io prima che anche il mister venga a tirarmi per le orecchie. Abbiamo una partita da vincere” sfiora il mio naso con l’indice e mi sorride gentile. Annuisco “Vai  e fagli il culo capitano” segna nessun preavviso mi alzo sulle punte e sfioro la guancia che prima ho colpito con un leggero bacio, sorprendendo lui e anche me per questo gesto istintivo. Volto le spalle e corro via, non oso guardarlo dopo quest’azione avventata. Con un cenno del capo chiedo scusa alle guardie e mi arrampico di nuovo sugli spalti dai miei amici.

“Qualunque cosa tu gli abbia detto, Bellina, prega che abbia ridato il senno a mio fratello” bofonchia Emmet quando prendo posto. Steven mi rivolge un sorriso amichevole e mi rivolge soddisfatto un pollice alzato. Alzo gli occhi al cielo.

Il fischio dell’arbitro richiama le squadre in campo. Un lampo di orgoglio si accende nei miei occhi. La squadra è stata completamente stravolta: Edward e Ben sono stati collocati in difesa, Jake Jasper in attacco Mike e Tyler in panchina e altri ragazzi hanno preso il posto dei titolari: una squadra nuova, insomma. Per qualche secondo lo sguardo di Edward vaga lungo gli spalti, si ferma sulla mia figura, alza leggermente il labbro nel suo sorriso sghembo che mi fa impazzire e mi strizza l’occhio. Un battito di ciglia rapido, ma che ho colto perfettamente.

“Cazzo stanno combinando? Hanno messo in campo mezza squadra delle riserve” osserva sgomento Emmet

“Ottima mossa, amico. Con questi avversari l’effetto sorpresa è l’arma vincente, d’altro canto le azioni migliori siamo riuscite a ottenerle uscendo fuori dagli schemi” espone il suo punto di vista Steven, lancia uno sguardo sottecchi alla sottoscritta, gli sorrido serafica. “Sei un piccolo demonio” mima  con le labbra.

Un secondo fischio dell’arbitro da inizio ad un nuova partita che vede decisamente i nostri annientare gli avversari. Ad ogni punto segnato un tuffo al cuore e l’adrenalina invadere i miei sensi. Questa sensazione l’avevo del tutto dimenticata, avevo dimenticato quanto potesse essere eccitante incoraggiare e prendere parte a tutta quella competizione. Siamo alle fasi conclusive della partita e abbiamo bisogno di almeno un altro canestro per vincere. Gli avversari si sono stretti in una tattica difensiva di successo, dato che dopo il clamoroso recupero non siamo riusciti a portarci in vantaggio. Con uno scatto degno di un puma Edward scatta dalla sua posizione, ormai completamente ignorato è uno dei pochi completamente smarcato. Jake in possesso palla e ormai accerchiato da diversi avversari risponde all’ordine del suo capitano passando palla. Quest’ultimo tenta il tutto per tutto e con la classe che lo contraddistingue corre e dribbla gli avversari, si porta in zone canestro, assesta un colpo da maestro un colpo da ben 4 punti. Quando la palla entra un boato esplode tra gli spalti, il tabellone segna i nostri 4 punti. I punti della vittoria dopo che l’arbitro fischia il termine della competizione. Edward e i suoi compagni festeggiano in un abbraccio di squadra. Noi siamo in piedi sugli spalti ad applaudire. Alice e Angela sono al settimo cielo e saltellano sul posto. Io resto inchiodata allo sguardo di Edward rivolto nella mia direzione e al bacio volante che ha lanciato con le due dita del simbolo della vittoria. Ricambio lo stesso gesto che per noi ormai ha il sapore di una vittoria ben più profonda. La vittoria sui nostri errori, la vittoria di aver finalmente preso consapevolezza di quello che vogliamo. Siamo ancora lontani e abbiamo ancora bisogno di chiarire tante cose, ma una certezza ormai è assodata: Io e Edward abbiamo abbattuto i nostri muri e vinto contro le barriere che impedivano il percorso l’uno verso l’altra. Almeno io finalmente riesco a vedere la luce in fondo questo cammino e non vedo l’ora di percorrerlo.

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Note Autore:

Un ringraziamento di cuore a tutti voi lettori vecchi e nuovi e tutti voi che avete inserito la storia nei preferiti, rcìicordate, seguite. Grazie per il vs sostegno!!!

P.S.: le frasi sottolineate ed evidenziate in blu segnalano il collegamento al video che dovrebbe rappresentare il numero che presenteranno al concorso. se siete curiosi basta un semplice click!!!


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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


Capitolo 29
Luis

Amare oltre le Apparenze

Capitolo TRENTESIMO

  POV BELLA

La Sera dopo la partita siamo riusciti a salutare la squadra per brevi istanti, prima del loro rientro a Forks con il pulmino della scuola. Edward e io ci siamo lanciati solo qualche sguardo e  parola di circostanza eppure l’elettricità tra noi era cambiata: esistevamo solo noi. Il capitano si è raccomandato con Alice, perché mi scortassero senza problemi a casa, non si fidava del mio macinino.

Storco ancora il naso, il mio fedele pick up non mi ha mai abbandonato finora.

“Ehi, bella addormentata” mi canzona una sorridente Rosalie. Sbatto le palpebre e ritorno alla realtà. Siamo in palestra e stiamo cercando di mettere insieme il nostro pezzo. Siamo partite dalla coreografia, secondo Alice, dato che Love me like you do è una canzone molto popolare e ben conosciuta almeno da noi quattro, avremmo dovuto concentrarci sulla coreografia: un conto è ballare da soli, un altro in gruppo, avremmo dovuto essere meglio coordinate tra noi. Alice si sta rivelando un vero mastino.

“No Rose” urla durante l’ennesima esecuzione “sei in anticipo, e tu Angela più morbida  sembri un pezzo di legno” le uniche a non essere state richiamate siamo io e Leah che sogghigniamo, nei giorni scorsi abbiamo già ricevuto la nostra dose di richiami.

Sono giorni che proviamo senza sosta, la festa è tra tre giorni e noi siamo ancora in alto mare. I passi li abbiamo memorizzati, abbiamo anche concordato i  punti della canzone che avremmo cantato; ancora, però, non siamo riuscite a trovare la giusta armonia. Il sogghigno dal mio viso scompare e tutto mi sembra così lontano da realizzare. A Phoenix abbiamo impiegato un mese intero per raggiungere un grado decente di presentazione e noi quattro eravamo già abituate a coordinarci dagli allenamenti con le cheers.

“Alice ora stai esagerando!” sbotta Rose visibilmente irritata e Angela non è da meno.

“Alice” richiamo la sua attenzione con una mano sulla spalla “Non ho idea di che ore siano, sono sicura che sono più di due ore che siamo qui” rivolgo il volto verso le vetrate della palestra al cui esterno il buio la fa da padrone. “Direi che per oggi possiamo fermarci qui, domani magari più riposate potremo riprendere con maggiore enfasi, eh?” non può che annuire. Rose e Angela sono molto tese e l’ennesima interruzione di Alice le ha particolarmente inquietate, non sarebbero riuscite neppur volendo a fare qualche progresso.

Raccogliamo le nostre cose e usciamo da lì. La scuola è deserta e il parcheggio fa quasi paura. Mi blocco davanti la porta della scuola.

“Bella vuoi che ti accompagniamo noi?” chiede Angela che scruta il mio viso dal mio fianco.

“Salve ragazze” ci viene incontro un sorridente Jacob con la sacca degli allenamenti in bella mostra.

Dietro di lui si avvicinano altre figure, che riconosco una volta illuminati dall’unico lampione dell’area. Jasper, Ben, Edward e con mia sorpresa anche Emmet e Steven cosa ci fanno tutti qui? Gli allenamenti devono essere finiti già da un po’ considerando anche i loro capelli leggermente umidi per la rinfrescante doccia. Un sospiro lascia le mia labbra al pensiero di una calda e tonificante doccia. Percepisco i miei muscoli indolenziti.

“Merda!” esclama Alice alle mie spalle quando si rende conto di chi stia arrivando. Mi volto nella sua direzione e ammetto di essere perplessa nel notare il cipiglio sul suo viso e lo sguardo fisso in direzione del fratello, quello di mezzo ovviamente, il mio demonio dagli occhi verdi. Anche Edward sembra fissare la sorella. Alzo gli occhi al cielo: i fratelli Cullen e le loro conversazioni telepatiche!!!

“Salve ragazzi” esordisce alla fine. Salutiamo anche io e le ragazze e facciamo finta di niente.

“Ciao bellezze” esordisce Jacob mentre schiocca un sonoro bacio sulla mia guancia e quella di Leah lasciandoci completamente basite.

Alzo gli occhi al cielo e quando ritorno al presente noto Edward poco distante che mi fissa, non ha proferito neanche una parola, mi squadra da capo a piedi con sguardo indecifrabile. Alza un sopracciglio e rivolge lo sguardo alla sorella in una muta domanda. Sono sicura che ha notato il rossore delle mie guance il riverbero delle goccioline di sudore appiccicate al mio volto, benché sia coperta fino al collo a causa delle temperature basse della piovosa cittadina il volto è l’unica parte che non ho coperto. La sacca con il cambio stretta in pugno. “Merda!” non voglio che scopra cosa stiamo combinando, voglio che sia una sorpresa, una piacevole sorpresa mi auguro.

“Bene, è stato un piacere ragazzi. Ci vediamo” saluto le mie amiche e corro verso il pick up incurante di ciò che lascio alle spalle. Se fossi rimasta sono sicura avrebbero capito tutto. Lascio indietro ogni cosa, come le domande che vorticano a ritmo folle nella mente e cerco di concentrarmi sulla guida.

Una volta giunta a casa il trillo del telefono mi fa sobbalzare, mi precipito a rispondere. Con il cuore in gola mi accingo a rispondere. Mio padre non è ancora tornato e uno strano peso sullo stomaco mi blocca quasi il respiro.

“Casa Swan”

“Ciao Bella, disturbo?” mia piccola amica sempre discreta

“No, a dire il vero avevo voglia di parlare con te, mi manchi” la mia voce si addolcisce

“Tutto bene?” chiede Cheryl dall’altra parte della comunicazione.

“Sì tranquilla è che sono sorpresa da questa tua chiamata” rispondo

La risata cristallina della mia amica stira le mie labbra in un sorriso carico di calore. È bello sentirla ridere.

“Come mai avevi il desiderio di parlarmi?” chiede.

“Ecco volevo chiedere il tuo permesso”

“Per cosa?” chiede curiosa

“Ecco, vedi… “ cerco bene le parole, poi sbotto tutto d’un fiato

“Stiamo preparando uno spettacolo qui a scuola e avevo pensato di partecipare con delle amiche e ho preso in prestito la tua coreografia” percepisco chiaramente il fiato trattenuto. Attimi di silenzio seguono e mi rendono inquieta. Passo la mano tra i capelli e attendo. Non riesco a percepire alcun suono.

“Cheryl ci sei ancora?”

“Sì” risponde flebile

“Sei arrabbiata?”

“No” esala “no” riprende più decisa “mi hai spiazzato, ecco. Certo che puoi usare la mia coreografia, fai riprendere qualcuno voglio vederla, sono curiosa di vedere l’effetto su un palco” gli occhi mi si inumidiscono.

“Potresti venire e vederla di persona se vuoi” butto lì.

Il pianto di neonato spezza il silenzio

“Mi piacerebbe, davvero, ma non posso”

“E’ per Thomas? come sta il piccolo?”

“Oh bene, mangia, dorme, ogni tanto si lamenta per le colichette, ma è davvero un caro bambino, il mio piccolo angelo” dice con un tono di voce che non so decifrare, un misto tra commozione, calore, malinconia.

“Puoi portare anche lui” continuo.

“Bella” tentenna.

“Davvero non posso” continua. Non riesco a comprendere cosa la freni, forse..

“E’ Brian che non vuole?” chiedo un po’ irritata. Da quello che  mi ha raccontato Cheryl lui le è stato praticamente addosso per tutto il tempo della gravidanza, l’ha seguita, l’ha confortata si è comportato come un fidanzato. Ricordo di averle chiesto, dopo le rivelazioni in ospedale, se loro si fossero messi insieme ma lei ha negato. “Non potrà mai esserci nulla tra noi” mi aveva detto con voce modulata e un dolore straziante negli occhi.

“No” risponde di getto, con la stessa enfasi che mette ogni volta che si tratta di difenderlo. Massaggio le tempie, quando il flash della festa torna prepotente a bussare nella testa. Quel ricordo pulsa più degli altri.

“Non posso parlare ora,  devo andare da Thomas. Appena posso ti chiamo e ti spiego” sospira “forse … a presto” chiude la chiamata senza permettermi di replicare. Sbatto le ciglia e fisso incredula il mio telefono. Stringo le labbra per il disappunto. Non riesco a capire cosa stia succedendo. Cheryl si comporta in modo strano. Perché mi ha chiamata? Scrollo il capo come a voler scacciare via tutto il peso che lo opprime e corro al piano di sopra e mi fiondo nella doccia. Ne ho davvero bisogno.

Il giorno seguente riesco a scoprire da Rosalie e Angela che i ragazzi si sono dileguati  in palestra in modo frettoloso, probabilmente dovevano provare il loro numero. Splendido! Avevo avuto la conferma definitiva ai miei sospetti. Ho cercato di fare qualche domanda, ma loro non avevano alcuna idea di cosa stessero combinando le hanno tagliate fuori.

“Sta tranquilla, Bella, non sanno nulla di quello che stiamo facendo, anche se forse dopo il nostro incontro potrebbero sospettare qualcosa” mi tranquillizza Angela.

Non avevo pensato affatto che quelle due avrebbero potuto spifferare qualcosa ai loro fidanzati. Alice non lo avrebbe fatto, sapeva che volevo fosse un segreto, anche per questo ha organizzato le nostre prove alla fine dei turni di tutti. Ci ha anche iscritto con un nome di gruppo. “Nessun sospetterà mai di voi” mi aveva assicurato. Tutto il resto lo avremmo saputo alla fine. Apro la bocca per parlare, ma Rosalie mi blocca

“Davvero, Bella, non avrai pensato che avremmo detto qualcosa a quegli scellerati? Loro ci hanno tenuto fuori e noi abbiamo fatto lo stesso. Ma al contrario di loro noi sappiamo della loro partecipazione, loro no” ghigna con una luce dispettosa negli occhi. Mi apro in un enorme sorriso. Che si spegne non appena Kate, Tanya, Jessica, Lauren e un’altra cheers attirano l’attenzione al loro tavolo in mensa con delle risatine. Dei ragazzi nessuna traccia come sempre nell’ultimo periodo. Fisso Tanya e mi chiedo se sappia che la bionda al suo fianco e che tratta come un’amica di vecchia data vuole mettere le proprie unghie laccate sul suo ex ragazzo cui ancora non ha rinunciato, stando alle voci di corridoi. Stupidi pettegolezzi!  Le osservo bene e devo dire che sono davvero belle entrambe, come posso mai competere con un simile grado di grazia e bellezza? Io non possiedo la stessa grazia nelle movenze, non possiedo la loro angelica bellezza, non possiedo la perfezione dei loro corpi. Un sospiro frustrato esce dalle mie labbra. La mia mano viene avvolta da una piccola e calda, mi volto e fisso i miei occhi in quelli scuri di Angela.

“Non fare pensieri stupidi, Bella” mi rimprovera Rosalie. Mi volto a guardarla, le guardo entrambe e mi fissano serie.

“Tu sei cento volte meglio di loro” continua la mia amica bionda. Alzo gli occhi al cielo. Detto da lei, poi, che è la quinta essenza della perfezione assoluta. “E non fare quella faccia. È la verità. Tu sei bella: qui e soprattutto qui” indica il cuore “E a tu sai chi queste doti non sono indifferenti, credimi” sogghigna. Entrambe mi sorridono furbe. Sbarro gli occhi: sono nei guai! Il calore invade le mie guance lo percepisco prepotente.

“Pensavi davvero che non avessimo capito nulla? Pensavi davvero che non avessimo capito il tuo tentativo di attrarre il nostro bel capitano con questa idea dello spettacolo?” chiede retorica Angela. Resto a bocca aperta a fissarle.

“Per favore Bella, la canzone che hai scelto parla da sola” ammicca Rosalie nella mia direzione. No nella direzione alle mie spalle. Mi volto e inorridita vedo Edward, Ben e Jasper sopraggiungere. Il cuore batte a mille. Jacob alle mie spalle sogghigna e ammicca. Spero che sia l’unico ad aver ascoltato la conversazione, perché dal sorriso che ha stampato in faccia, ha ascoltato eccome.

“Salve, ragazze” ci salutano in coro i quattro ragazzi che si siedono al nostro tavolo. Jake al mio fianco, Edward di fronte, Ben di fianco Angela e Jasper accanto a Edward. Quest’ultimo mi fissa attento e inarca un sopracciglio. Si apre in un sorriso sghembo e sento la sua bellissima voce dopo un tempo che sembra infinito.

“Abbiamo interrotto qualcosa?”

“A dire il vero sì” esordisce Rosalie. La fisso inorridita “ stavamo prendendo in giro Bella” continua imperturbabile. Io la uccido! Le mie guance si infiammano ancora di più

“Ah sì?” chiede curioso Edward. “Lei e il suo precario equilibrio” ridacchia e con lei tutti i presenti, compreso il mio migliore amico al mio fianco. Il cuore batte come un pazzo. Edward mi guarda divertito i suoi occhi sono illuminati e sereni e questo mi fa sciogliere ancora di più. Le risatine fastidiose delle cheers rompono questo idillio. Rivolgo lo sguardo alle spalle del capitano e le osservo sogghignare e guardare nella nostra direzione. Mi rabbuio. Di chi staranno sparlando? Di cosa? Mi paralizzo quando Kate rivolge uno sguardo languido in direzione di Edward, che incuriosito dal mio si è voltato nella loro direzione. Le sue spalle si irrigidiscono, si volta il suo volto è divenuto una pietra, immobile e freddo. Le sue mani accarezzano la mia stretta a pugno, ottenendo la mia completa attenzione. Forse spinto dal mio non ritrarmi la circonda con la sua calda e grande. Osservo la sua mano che avvolge la mia. Rabbrividisco. Quanto mi è mancato il suo tocco! È l’unico pensiero che aleggia nella mente in questo momento. Alzo lo sguardo e incrocio il suo di nuovo sereno. “Non dar peso a quelle” sussurra appena. Porta la mia mano vicino la sua bocca, pericolosamente vicino e la sfiora con un bacio. Il battito del cuore si ferma, non sono sicura se le mie orecchie hanno percepito sospiri esterni, la mia attenzione è tutta per quegli occhi talmente intensi che l’unico desiderio è annegare nel suo mare.

“Ragazze, eccomi!” la voce squillante di Alice rompe la bolla in cui sono immersa, la mano di Edward lascia la mia, il freddo torna ad avvolgermi. La nana siede con la sua esuberanza sulle ginocchia del suo ragazzo, gli schiocca un plateale bacio sulle labbra. Passo una mano sulla faccia. “Voi” fa cenno a noi tre ragazze “Stasera, casa di Bella, dopo tutto quello che avete da fare oggi” continua elusiva. Faccio per replicare “Non azzardarti ad aprir bocca mia cara” mi rivolge il suo bellissimo indice affusolato perfettamente laccato di rosso contro. Chino il capo rassegnata. Il suono della campanella mette fine allo strano teatrino. Poco prima di varcare la soglia della mensa, Edward mi affianca e mi sussurra “Che lezione hai?” sbatto le palpebre incredula e inchiodo all’istante. Mi volto a guardarlo. Non mi rivolgeva la parola da una vita se non per lo stretto necessario, come mai ho la sensazione che stia cercando di riportare le cose al loro posto?

“Non c’è nulla che desideri che rimettere le cose al giusto posto, non ora. Non oggi. Non capisci che sono ancora su di giri? Potrei rovinare tutto e non voglio”

Lo stralcio di una conversazione che pensavo di aver sognato si fa strada nei meandri della memoria.

“Storia” rispondo “ Storia e poi ginnastica” mugugno l’ultima frase. Ginnastica il mio incubo. Lui mi sorride sghembo

“Buona fortuna, allora” sogghigna e mi lascia un bacio sulla guancia. Gesto inaspettato che mi lascia paralizzata incurante degli studenti che mi scansano in malo modo per uscire da quel luogo.

“Bella, muoviti” Alice, tornata indietro, mi strattona verso la nostra lezione. “Ho preparato tutto per stasera, sono finalmente arrivati i vostri costumi” dice esuberante. Sorrido e prima di varcare definitivamente la soglia noto Kate e Tanya fissarci con un cipiglio scuro in volto. Troppo stravolta per le emozioni provate per il bacio di Edward le ignoro decisamente.

Il cuore batte a mille, l’adrenalina scorre impetuosa nelle vene. Traggo un respiro profondo e lo rilascio lentamente. Ho bisogno di calmarmi. Finalmente la tanto attesa serata è arrivata. Avvolta dal telo da bagno i capelli ancora umidi della doccia fisso il costume di scena diligentemente sistemato sul mio letto. Storco leggermente il labbro al solo pensiero di indossare quella tuta striminzita e attillata come una seconda pelle. “Nessuno vi riconoscerà con questo abbigliamento” aveva ripetuto Alice più volte per convincerci ad indossare ciò che aveva scelto, almeno la maschera da gatta nasconderà le nostre identità. Una volta indossato mi osservo allo specchio e devo dire che il risultato non è niente male, infilo la maschera, un’ultima occhiata allo specchio quasi a trarre coraggio da quell’immagine e mi accingo ad uscire.

“Tranquilla Bella, andrà tutto bene” cerca di rassicurarmi Rosalie per l’ennesima volta. Le esibizioni sono già iniziate, i partecipanti sono stati relegati tutti sul retro e mano mano che arriva il proprio turno sono chiamati. Occhi indiscreti e curiosi non lasciano le nostre figure troppo curiosi nel capire chi si cela dietro le nostre maschere. Più di tutti sono gli occhi di Edward che continuano a fissarmi. Bellissimo nella sua tenuta da vampiro: anfibi neri, maglietta bianca, pantaloni stile militare, sempre neri, e una blaser lungo, poggiato spalle ad uno dei pilastri e braccia conserte, non smette un attimo di fissarmi. Il cuore batte all’impazzata. Faccio forza su me stessa per evitare di guardarlo a mia volta, non voglio che mi riconosca. Sono una codarda sì, ma ho così tanta paura di essere ridicola ai suoi occhi che davvero in questo momento vorrei essere da tutt’altra parte.

Siamo quasi alla fine delle esibizioni, restiamo in quattro. Ora è il turno delle cheers che percorrono il corridoio come fossero ad una sfilata di moda. Dalla nostra angolazione c’è la possibilità di vedere lo spettacolo e devo dire che sono davvero bravissime, sensuali, ammiccanti e con mio sconcerto anche brave a cantare. Un gemito strozzato esce dalle mie labbra. La presa consolatrice di Angela e il suo sguardo implorante mi chiede di non mollare. Loro sono qui per me, sono qui perché vogliono appoggiarmi in questa follia. Le batto una mano sulla sua e le sorrido per tranquillizzarla. Un boato si alza dalla platea, allunghiamo lo sguardo e i Vampire’s Knights lanciano il la alla loro esibizione. Devo dire che hanno saputo scegliere anche il nome della band è d’effetto.

Meravigliosa, stupenda, ricca di armonizzazioni musicali, colori, luci e anche un supporto coreografico penso di qualche compagno di squadra o altre cheers. Emmet strepitoso alla batteria, Ben e Jasper alle chitarre e Edward alle tastiere. Meravigliosi ritmici coinvolgenti. Porto una mano davanti la bocca per cercare di contenere l’emozione forte che sembra voglia uscirmi dall’anima e strapparla in due. Non ho idea se sia stata la mia immaginazione ho avuto la sensazione di avere gli occhi color ambra del Vampiro puntati contro.

“Bella, ehi Bella” sussurra Leah al mio orecchio “ tocca  a noi”. Mi ridesto dal mio sogno ad occhi aperti. Saliamo sul palco e prendiamo ognuna le proprie postazioni. Cerco di concentrarmi per trovare il coraggio di iniziare e alla fine lo trovo negli occhi verde ambra del mio vampiro che nei pressi del palco mi scruta con sguardo indecifrabile. La musica parte e le mie corde vocali partono da sole come pilotate da vita propria. Mano mano che una di noi si aggiunge alla parte cantata questa viene illuminata dalla luce. Alice ha pensato davvero a tutto. Al termine dell’esibizione ho il cuore praticamente in gola. Il pubblico applaude, ma non vedo più il mio vampiro. Scendiamo dal palco e ci abbracciamo felici che sia andato tutto bene, Alice fa segno di ok dalla sua postazione. Mi sento completamente su di giri, mi allontano un attimo ed esco dalla palestra in cerca di un po’ d’aria fresca. Ne ho bisogno per quanto mi senta frastornata. Non riesco neanche a trarre un respiro e qualcosa di massiccio si scaglia contro il mio corpo e mi schiaccia alla parete. Eccolo il mio vampiro, continua  a fissarmi senza proferire neanche una parola e poi accade: le sue labbra si scontrano con le mie in un bacio che sa di passione, brama, dolcezza. Perdo completamente il nume della ragione e rispondo al bacio. Il mio primo bacio. La frenesia ci assale, i corpi si scontrano uno contro l’altro e le mani vagano dappertutto. Ad un tratto avverto una presa salda e calda stringersi intorno un seno. Non ho idea di come abbia fatto ad infilarsi lì sotto e il fuoco tra le mie gambe divampa impetuoso. Qualcosa di duro preme contro le mie parti intime, dato che non so né quando e né come le mia gambe sono avvinghiate ai fianchi di lui. La sua bocca si stacca dalla mia per prendere ossigeno e comincia la sua discesa lungo il mio collo, morde il lobo dell’orecchio e il suo alito caldo sussurra: “Mi hai fatto impazzire dal primo momento che ti ho vista”. E l’incantesimo si rompe. Non mi ha riconosciuta. Mi crede un’estranea, una che gli è piaciuta e che pensa di prenderla per una sera, una qualsiasi. Mi divincolo dalla sua presa e quando lui mi permette di allontanarmi cerco di raggiungere la porta con il cuore in frantumi. Tutto quello che ho fatto non è servito a niente!

“Non ti permetterò di fuggire ancora” ringhia mentre mi afferra per un polso “Non fuggire ancora da me, Bella, non farlo” la sua preghiera quasi una supplica mi bloccano. Mi ha chiamata Bella. Mi volto sconvolta. E scorgo il suo sorriso sghembo.

“Davvero credevi non ti avrei riconosciuta?” un passo, un altro e io immobile a fissarlo. Ci separano pochi centimetri ormai. “Ti ho riconosciuta non appena hai varcato la soglia della palestra” afferra una ciocca dei miei capelli e li porta al naso. “Non voglio più che scappi via, voglio te e ti voglio ora, adesso” non mi lascia il tempo di rispondere, le sue labbra sono di nuovo sulle mie. Il bacio consapevole, dolce, morbido, sensuale tutto labbra. “Non voglio più andare via” sussurro la frazione di secondo libera per prendere aria. No non andrò più via ora che ho trovato finalmente la strada verso casa.

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Note Autore:

Un ringraziamento di cuore a tutti voi lettori vecchi e nuovi e tutti voi che avete inserito la storia nei preferiti, ricordate, seguite. Grazie per il vs sostegno!!!

P.S.: le frasi sottolineate ed evidenziate in rosso segnalano il collegamento al video dell'esibizione, se siete curiosi basta un semplice click!!!

Vi chiedo perdono per la lunga assenza, ma sono stata senza telefono e internet per più di quattro mesi, questo per aver effettuato il cambio operatore telefonico!!!!

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