La principessa e il vampiro

di maryc
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 Rating rosso ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 Rating rosso ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45 ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46 ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47 ***
Capitolo 48: *** Capitolo 48 ***
Capitolo 49: *** Capitolo 49 ***
Capitolo 50: *** Capitolo 50 ***
Capitolo 51: *** Capitolo 51 ***
Capitolo 52: *** Capitolo 52 ***
Capitolo 53: *** Capitolo 53 ***
Capitolo 54: *** Capitolo 54 ***
Capitolo 55: *** Capitolo 55 ***
Capitolo 56: *** Capitolo 56 ***
Capitolo 57: *** Capitolo 57 ***
Capitolo 58: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


capitolo 1






POV BELLA

DRIIIN. DRIIIN. DRIIIN.
Odio la sveglia, non voglio alzarmi. Non voglio affrontare un altro giorno di solitudine e angoscia. Questa è la dura realtà, sono sola, non ho uno straccio di amica con cui confidarmi, neanche un conoscente. A parte i miei genitori e Claire non ho nessun altro. Certo tutti qui fanno a gara per essermi amico, per entrare nelle mie grazie, ma sono solo falsi arrampicatori sociali che vogliono entrare nelle grazie della futura regina della Svezia. Puah. Proprio per evitare ciò sono in pochi a conoscere il mio volto, solo le persone di cui mi fido. Non sono mai apparsa in un'uscita ufficiale o sui giornali di gossip. Infatti mi hanno nominata la principessa di ghiaccio. Ma io non sono così, sono solo molto timida. Comunque non mi sono presentata, sono Isabella Marie Swan, principessa delle Svezia, nonché erede al trono. I miei genitori sono divorziati. Vivo con mia madre, la regina Renèe. Mio padre, Charlie, non è un nobile, ma si sono amati e sposati e poi nacqui io. Charlie Swan è un poliziotto, un uomo tutto d'un pezzo, vive nel suo paese di origine, Forks, nello stato di Washington. I miei genitori si conobbero a Phoenix, la solita storia lei lì in vacanza e lui per lavoro. Lui non sapeva chi lei fosse, ma per loro fu amore al primo sguardo. Il classico colpo di fulmine. Nessuno si oppose alla loro unione, avevano capito che papà l'amava e lei ricambiava. Per fortuna qui ci si sposa per amore, anche se non tutti hanno abbandonato la bigotta idea che i nobili sposano solo nobili. Tornando a noi, dicevo che i due innamorati si sposarono in fretta ed in segreto e poi arrivai io a coronare il loro amore. Ma tutte le cose belle sono destinate a durare poco ed anche per il loro immenso amore fu così. Infatti poco tempo dopo il matrimonio Charlie venne a sapere la vera identità di Renèe, ma non era pronto per la vita di corte, pur capendo le ragioni che avevano portato lei a non dirgli nulla. Lui è una persona umile e riservata, non faceva per lui vivere nel palazzo ed essere considerato il futuro re. Iniziarono i primi litigi, la mamma voleva abdicare per vivere con lui, ma lui non le avrebbe mai permesso un gesto tanto avventato, così pochi mesi dopo la mia nascita io e la mamma tornammo in Svezia, da sole. Nessuno sa che Charlie ha sposato una principessa ed ora regina, nessuno sa che sua figlia è una principessa e futura regina. Tutti sanno che ha sposato una donna di Phoenix, hanno avuto una bambina ma poi le cose non sono andate e le due donne sono andate via. Ma non lo incolpo per aver detto tutto ciò, perché in fondo è la verità ed inoltre tutti gli sarebbero stati con il fiato sul collo se avesse detto tutto. Almeno così quando vado da lui sono una ragazza normale e mi sento bene.
Da allora sono passati diciassette anni, ma il mio papà è sempre stato presente nella mia vita. Durante le feste di Natale e Pasqua viene qui in Svezia, mentre appena termina la scuola per le vacanze estive parto per andare da lui a Forks, rientrando in Svezia solo pochi giorni prima della ripresa delle lezioni. Avrete capito che io adoro mio padre e lui adora me. Il mio papà e il mio eroe, è dolce, premuroso, timido, non invadente e capisce quando non ho voglia di parlare. Mia madre invece è di tutt'altra pasta, è allegra, solare, impicciona, in pratica il mio esatto opposto ed anche l'esatto opposto di Charlie. Mi chiedo come si sono trovati quei due. Qualche anno fa la mamma si è risposata con un giocatore di baseball di serie minori, Phil, un tipo simpatico e allegro, forse un po' piccolino per la mamma ma se lei è felice lo sono anche io, anche se non ha completamente dimenticato mio padre, come lui non ha completamente dimenticato lei.
"Bella, Bella, tesoro svegliati." Dimenticavo Claire. E' la donna che mi ha accudita sin dal mio arrivo in Svezia, prima di me si è presa cura di mia madre, e devo dire che su di lei i segni del tempo non si notano. E' bellissima, giovanissima, con la pelle liscia, bianca e fredda e due occhi color oro che sono stupendi. So che c'è qualcosa di strano nel fatto che non invecchi e che non mangi mai, che sia molto forte e molto veloce, ma a me non interessa affatto. Mi vuole un mondo di bene ed io ne voglio a lei. E' come se fosse una sorella maggiore per me.
"Dai Claire lasciami dormire ancora un po'. Oggi non ho voglia di affrontare tutta la falsità che c'è in giro nel mondo." Sbuffo affondando la testa nel cuscino. Si nota la mia vena pessimistica?
"Su tesoro alzati, sai che tutti coloro che vivono qui ti adorano. Lascia perdere i nobili egoisti e vai un po' in orfanotrofio che i bambini ti cercano." Mi alzo di scatto con un sorriso a trentadue denti. Corro a preparami, cercando di non rompermi una gamba.
La villa in cui viviamo si trova in una tenuta fuori dal paese in abitiamo però mi reco quasi tutti i giorni in paese. Tutti sono gentili con me ed io con loro, ma è vero affetto perché nessuno lì è a conoscenza della mia vera identità. Certo mi dispiace prenderli in giro, ma non voglio che poi i rapporti cambino. Per loro sono semplicemente Bella. Aiuto il panettiere a fare il pane, aiuto la fiorai con i vasi pesanti, aiuto le signore con le buste di spesa più pesanti. Ma le cose che adoro di più sono due, sistemare i libri della biblioteca del paese e giocare con i bambini dell'orfanotrofio. Porto loro scorte di cibo (più che altro dolci, ma sempre attenta a non esser scoperta dalla suora, anche se credo abbia dei sospetti), vestiti, giochi, libri e ci passo giornate intere lì.
Mi preparo in fretta ed in meno di mezz'ora sono arrivata in paese. Di solito ci vado a piedi, anche se ho una strana passione per le belle macchine. Questo è il mio unico vizio, la velocità con le belle macchine, anche se di motori non ne capisco nulla. Possiedo due macchine, una Volvo c30 nera ed un gioiellino, una Aston Martin Vanquish grigio metallizzato, eheheh. Ci vado a piedi perché mi piace camminare nella natura ma purtroppo, strano ma vero per una principessa, passo più tempo a rotolare a terra che a camminare, ciò è dovuto alla mia estrema goffaggine, però sono un asso nella ginnastica artistica, l'unico sport in cui incredibilmente sono molto brava.
Dopo circa mezz'ora di camminata, qualche graffio e sei cadute arrivo in paese. Tutti mi salutano cordiali e felici di rivedermi ed io ricambio con lo stesso calore.
"Buongiorno Bella, è da un po' che non ci vediamo. A palazzo ti fanno lavorare molto? Tieni mangia questo pezzo di pane, è ancora caldo lo sforato da poco."
"Grazie Fred e buongiorno anche a te. Sono stata un po' impegnata effettivamente. Il pane è buonissimo come sempre. Ora vado, farò una sorpresa ai bambini, è da un po' che non li vedo. Passo dopo a salutarti." Gli scocco un bacio sulla guancia augurandogli buona giornata e mi dirigo all'orfanotrofio. Appena arrivo, la prima a notarmi è la suora che con un cenno mi dice di fare silenzio per fare un sorpresa ai bambini così ci avviamo verso l'aula di musica.
"Bambini perché suonate così male? Cosa è successo? Se vi sentisse Bella ne resterebbe delusa." Chiede l'insegnate.
"Ci scusi maestra, ma Bella ci manca tanto tanto." Tutti hanno un faccino triste, che teneri. Entro silenziosamente dalla porta di dietro, solo la maestra mi vede e sorride impercettibilmente.
"Bambini ma se suonate così Bella ci resterà male. Che ne dite di suonare Claire de Lune? E' la sua preferita." Tutti si illuminano e prendono i loro strumenti. Poco dopo mi siedo al pianoforte e li accompagnano. Loro si voltano verso di me meravigliati ed io gli sorrido.
"Bellaaaaaa!" Urlano tutti in coro e poi si buttano su di me e tutti ridiamo felici. Giochiamo, studiamo e suoniamo fino a che non arriva l'ora del pisolino pomeridiano per loro. Poso un bacio sul capo a tutti e vado via. Passo in biblioteca a prendere il mio solito libro, Cime Tempestose, e lascio Romeo e Giulietta. Sono una romantica.
"Bella tesoro è un piacere rivederti. Ho un regalo per te." Mi sorride George dietro i suoi occhiali da bibliotecario.
"Ciao George sono felice di vedere che ti sei ripreso." Corro ad abbracciarlo.
"Grazie cara, e grazie per avermi sostituito la scorsa settimana in biblioteca. II miei libri sono in buone mani con te. Ma vorrei ripagarti, so che tu l'hai fatto perché per te è un piacere passare le giornate qui dentro, ma vorrei che tu accettassi il mio regalo. E' molto importante per me."
"Non è necessario lo sai." Mentre il rosso si sta facendo strada sulle mie guance.
"Insisto." Sospiro rassegnata e gli faccio un sorriso. Da sotto il bancone esce un libro. No, non è un libro, è il LIBRO. Una delle prime copie di Romeo e Giulietta. Lo guardo con devozione ed emozione, ho paura di toccarlo.
"Non posso accettare, ci tieni troppo a questo libro."
"Ed è per questo che voglio che lo tenga tu. Oltre ai miei libri sei la persona a cui tengo di più, principessa." Lo guardo con gli occhi spalancati e terrorizzati. Ride.
"Credi veramente che non lo sappiamo? A parte i bambini tutti sono a conoscenza della tua identità.  E noi siamo onorati di avere un'amica, una principessa ed una futura regina dolce, umile e generosa come te." Le mie guance sono rosso pomodoro e abbasso il capo imbarazzata.
"Io, George non so cosa dire. Non volevo mentirvi. Ma cedevo che..."
"Non ti avremmo accettata per ciò che sei e per ciò che vali ma per ciò che rappresenti. Ma noi abbiamo capito il perché del tuo silenzio quando dodici anni fa per la prima volta vedemmo il tuo faccino triste. Quel giorno tutti ci ripromettemmo di vedere sempre il sorriso sul tuo splendido viso." L'abbraccio di slancio emozionata.
"Grazie, grazie, grazie."
"Non devi ringraziarmi, noi vogliamo il tuo bene e crediamo che non sia questo il luogo in cui tu sei veramente felice e non è questo il tuo futuro." Lo guardo confusa.
"Cosa intendi dire?"
"Tu sei veramente felice solo quando sei con tuo padre e a Forks. Credo che dovresti vivere un po' con lui e cercare la tua strada. Questa vita non fa per te." Lo guardo, ha ragione.
"Hai ragione, andrò a vivere un po' da mio padre." Mi sorride e raggiante esco dalla biblioteca diretta a casa. Corro verso la villa, devo avvisare mia madre della mia decisione. Devo anche chiamare mio padre, no magari gli faccio una sorpresa, questa volta ci rimane secco. Ripenso a quando durante l'anno mi mancava e senza pensare prendevo l'aereo per correre da lui. Mi facevo trovare in casa, aspettando impaziente il suo rientro dietro la porta e puntualmente urlava di paura per poi piangere di felicità. Questa volta quando gli dirò che vivrò con lui gli verrà sicuramente un infarto.
Corro più veloce, forze è meglio dire ruzzolo a terra più veloce, ma non mi importa, sono felice.






Ragazzi sono tornata con una nuova storia. Avviso che sarà probabilmente un po' lunga, ma non un'enciclopedia. Comunque i primi capitoli saranno più lunghi perché, a mio avviso, la parte iniziale è sempre più noiosa, così ci togliamo davanti subito la noia. Cercherò di postare tutti i giorni al massimo ogni due giorni. Bacio Mary.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


capitolo 2






POV EDWARD

"Alice cosa era?"
"Niente." Viso troppo angelico. Ha avuto una visione e cerca di nasconderla, però saltella felice, sarà qualcosa di bello, non indago oltre, chi la capisce è bravo.
"Eddino patatino la smetti di sbuffare? Sembri una vecchia locomotiva a vapore. Ah scusa ma tu sei vecchio. Ahahahah!" Perché vivo ancora con loro? Perché subisco ancora tutto ciò da Alice ed Emmett? Ah giusto perché sono i miei fratelli, ma credo che a breve nella mia famiglia non ci saranno più sette elementi, ma cinque. Certo poi dovrò subirmi la furia omicida di Rose e Jasper, il dolore di mamma e papà, ma io sarò finalmente felice. Oh si, potrei farlo.
"Edduccio non ti conviene fare fuori me e Emm perché poi Jazzino e Rose ti farebbero a pezzi e ti brucerebbero. Non pensi poi al dolore che recheresti a mamma e papà? Non pensi al fatto che uccideresti i tuoi fratelli preferiti?" Tutto questo Alice me lo dice con gli occhi lucidi ed in modalità bambi-che-vede-sua-madre-che-viene-uccisa. Non può farmi questo, nana malefica sa che quando fa quello sguardo non resisto.
"Eddino fratellino adorato, veramente avresti il coraggio di ucciderci? Non pensi a tutto ciò di bello che abbiamo fatto insieme? A tutte le risate, le cacce, le confidenze? Pensi solo a te? Non pensi che noi ti vogliamo bene?" Mi implora Emmett in modalità cucciolo-di-orso-che-ha-perso-la-mamma.
Maledizione, se continuano così mi sciolgo come neve al sole. Ma questa volta non mi arrendo, questa volta devo resistere. Rose e Jasper rientrano e ci trovano sul divano. Io al centro, Alice alla mia desta con le mani a coppa sul suo viso e ancora quell'espressione in volto, mentre Emm alla mia sinistra seduto sulle ginocchia con le mani sotto il viso in una sorta di preghiera e lo sguardo da cucciolo smarrito. I due venuti mi fissano impassibili, mentre io se potessi suderei.
"Questa scena è raccapricciante." Esordisce Rose.
"Solo tu ti fai abbindolare da loro. Sei un allocco Ed." Continua la bionda mentre io mi irrito.
"Hai nuovamente pensato di ucciderli? Ogni volta che vuoi farlo vi ritrovate in questa situazione. Vorrei aiutarti fratello ma non so come fare, mi dispiace." Almeno Jazz ci ha provato.
I due stupidi invece non danno peso alle parole dei loro compagni e sono ancora nella stella posizione. Maledizione, mi trovo in difficoltà, ma non devo cedere. Ad un certo punto sento dei singhiozzi. Dannazione è Alice, l'ho fatta piangere, in un modo o nell'altro Jazz mi uccide. Mi volto verso di lei, ma abbassa lo sguardo.
"Tu...tu non c-ci vuoi bene?" Mi chiede singhiozzando.
"Tranquilla sorellina ci sono io con te, non devi piangere. Io ti voglio bene." La consola Emmett mentre anche lui inizia a singhiozzare. No, no, no per favore non potete farmi questo. Ho cercato, ho cercato veramente di non cedere alle suppliche, agli occhi dolci, ma ai singhiozzi non resisto. Emmett a preso in braccio Alice e si sono spostati sul tappeto continuando a singhiozzare. Rose e Jazz li guardano amorevoli mentre a me mandano saette con gli occhi. Per fortuna gli sguardi non possono uccidere. Intanto anche i miei genitori sono rientrati e guardano la scena sospirando.
"Siamo alle solite. Edward ha un cuore troppo grande." Pensa mio padre.
"Dopo mi sentiranno tutti e due, non possono raggirare Edward ogni volta con i sensi di colpa: Ma mi sentirà anche lui, è sempre troppo buono." Pensa invece mia madre.
Non ce la faccio più mi alzo e vado da Alice.
"Sorellina, sai che non farei mai una cosa del genere, certo ogni tanto penso di uccidervi ma solo perché mi esasperate, però sai che vi adoro, non lo farei mai, siete i miei fratelli preferiti. Per voi morirei."
"Stai dicendo sul serio?" Chiede Emm titubante.
Tutti gli altri sbuffano esasperati.
"Certo." In che guaio mi sono cacciato? Subito si buttano sopra di me urlando e tirando pugni, "solo per giocare", come dicono loro, allora perché fanno male? Mi ritrovo steso sul pavimento mentre le due carogne saltellano allegri sopra il mio stomaco, qualcosa mi dice che era tutto calcolato. Cospiratori.
"Emmett mi stai schiacciando con il tuo dolce peso." Ok che sono un vampiro, ma la stazzi di Emmett è quella di un orso.
"Oh scusa Edduccio amoruccio." Perché? Perché non può parlare in modo normale? Perché non possono chiamarmi semplicemente Edward? Perché tutti questi appellativi imbarazzanti? Comunque non si sposta, anzi si è completamente sdraiato stritolandomi in un caloroso abbraccio fraterno a cui si aggiunge Alice con un saltello delicato come quello di un elefante. Per fortuna che non ho bisogno di respirare, altrimenti sarei morto di nuovo.
Finalmente mi lasciano in pace e corrono dai loro compagni, io distolgo immediatamente lo sguardo. Non voglio essere più invadente di quello che sono e poi provo un po' di invidia, sono l'unico della famiglia ad essere solo.
Ah che sbadato non mi sono presentato. Il mio nome è Edward Anthony Masen Cullen e dal 1918 sono un vampiro. Avevo diciassette anni e stavo morendo di spagnola, Carlisle, mio padre, mi ha salvato trasformandomi in ciò che sono ora, un vampiro con la facoltà di poter leggere nel pensiero altrui, che cosa orrenda. Nella mia famiglia siamo tutti vampiri. C'è mio padre Carlisle, il Dottor Carlisle Cullen, chirurgo di fama mondiale, strano ma vero. Non ha mai toccato una goccia di sangue umano per cibarsi. Poi trasformò me, qualche anno dopo arrivo Esme, sue moglie e nostra madre. Donna di una dolcezza unica. Sono sposati da oltre ottant'anni e il loro amore cresce giorno dopo giorno. Successivamente mio padre salvò mia sorella Rosalie, aveva appena subito uno stupro. Loro credevano che sarebbe potuta diventare la mia compagna ma non andò così, per fortuna aggiungerei, in caso contrario mi sarei dato fuoco da solo. Qualche anno dopo, Rose tornò da una caccia con un Emmett sanguinante a causa di uno scontro con un orso. Era in fin di vita e mio padre lo salvò. Da allora è il compagno di Rose. Infine circa settant'anni fa suonarono alla nostra porta Alice e Jasper, anche loro compagni e si unirono a noi spontaneamente. Però noi non siamo come tutti gli altri vampiri, noi ci cibiamo solo di sangue animale. Per due motivi, non vogliamo privare nessuno della propria vita e non vogliamo essere più mostri di quello che siamo. Grazie alla nostra dieta possiamo integrarci tra gli umani, certo nessuno si avvicina a noi, l'istinto di sopravvivenza è forte, però possiamo frequentare la scuola, all'infinito, e mio padre lavora in ospedale.  Come dicevo prima alcuni di noi sono dotati di poteri particolari. Io posso leggere nel pensiero, Alice vede le intenzioni future, e Jasper percepisce e manipola le emozioni. Odio il mio potere, invade la privacy altrui, soprattutto della mia famiglia e soprattutto nei momenti intimi anche se cerco di essere il meno invadente possibile con loro. Certo di notte non posso proprio farne a meno di sentire tutto, sia per il nostro super udito, sia per la mia capacità. Infatti, al contrario di ciò che dicono i libri, i vampiri non dormono mai, ed essendo creature lussuriose per eccellenza, di notte non si può vivere in una casa dove vi sono tre coppie. Per questo motivo sono quello che ha letto più libri, conosce più lingue, suona il pianoforte alla perfezione, in pratica ho affogato la solitudine nella conoscenza.
"Ragazzi non potete fare così ogni volta, non potete far venire sempre i sensi di colpa a vostro fratello. Inoltre siete ultra settantenni e non dovreste comportarvi in questo modo." Brava mamma difendimi tu da questi bruti, un sorrisino di scherno esce dalle mie labbra.
"Edward tu non ridere, ha centodieci anni e ti fai ancora fregare così. Ogni volta la stessa storia." Ora il ghigno di scherno è scomparso dal mio viso ma compare su quello dei due cospiratori.
"Ho quasi cento dieci anni." Sbuffo offeso, non mi piace che mi venga aumentata l'età.
Dopo la ramanzina tutti si dedicano alle loro attività, mentre io fisso il mio adorato pianoforte, sono anni che non suono e che non ho ispirazione.
"Qualcuno vuole venire a caccia con me?" E' stato Jazz a chiederlo, è quello che ha più problemi con la vicinanza degli umani ed è costretto a cacciare più spesso per non commettere stragi. Ci proponiamo io ed Emm, così iniziamo una caccia tra fratelli.
Mentre caccio ho una strana sensazione, come se dovesse accadere qualcosa che stravolgerà la mia esistenza. Ma non ci faccio caso più di tanto.
"Ehi fratello che succede? Ti sento ansioso." Subito Jazz mi invia una nuvola di calma.
"Non lo so, ho una strana sensazione o forse è come dice Emm sono troppo noioso." Concludo con un sorriso.
"Lascia perdere quel bambino troppo cresciuto." Entrambi ridiamo per quella battuta, poi Jasper diventa serio e mi fissa dritto negli occhi.
"Arriverà anche per te." Lo guardo confuso.
"Sai qualcosa che io non so?"
"No, ma conosco mia moglie, ed anche io ho l'impressione che accadrà qualcosa. Da un po' di giorni è sempre su di giri ed eccitata, ed io non centro nulla con queste emozioni." Mi fissa malizioso, mentre io lo fulmino con lo sguardo.
"Jazz non voglio sapere come fai per eccitare tua moglie. Ti prego risparmiami." Ora ride tenendosi la pancia, bene non sono così noioso.
"Ehi dolcettini cosa succede? Come mai tutta questa allegria?" Entrambi rabbrividiamo di fronte a quel nuovo nomignolo creato da Emmett.
"Niente orso, parlavamo di eccitazione." Fulmino Jazz mentre ridacchia.
"Uh uh uh Edduccio, vuoi finalmente scoprire la nobile arte del sesso? Ti servono consigli tipo cosa fare, cosa dire, come fare, posizioni varie per far eccitare una donna?" Se fossi umano sarei più rosso di un pomodoro maturo, ebbene si, in quasi cento dieci anni non ho mai avuto una donna, neanche un bacio, non mi sono mai innamorato, mai nessuna ha suscitato in me un minimo di interesse; intanto quell'idiota ride ancora.
"No, però ti ringrazio." Torno a casa lasciando gli stupidi a ridere nella foresta. Ripenso alle parole di Jazz una volta che sono in camera mia, "arriverà anche per te", lo vorrei ma non mi illudo, nessuno potrebbe mai amare me, un mostro. 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


capitolo 3






POV BELLA

"Mamma! Mamma!" Urlo e lei compare di corsa nel salone.
"Tesoro perché urli? E' successo qualcosa? Stai bene? Sei ferita? Sei..." La blocco prima che le venga una crisi di panico. Mi viene da ridere è troppo apprensiva.
"Sto bene, non è successo nulla, anzi sono qui per chiederti una cosa." Con lo sguardo mi incita a continuare.
"Vorrei andare a vivere un po' da papà. Non fraintendere io ti adoro e adoro anche Phil, ma voglio stare un po' con papà, cambiare aria, crearmi degli amici, cosa impossibile ma ci spero. Qui sono sempre sola." Abbasso lo sguardo imbarazzata.
"Tesoro non devi essere in imbarazzo. Capisco la tua reticenza a crearti degli amici qui e se desideri andare da tuo padre, non posso e non voglio impedirtelo. E' giusto che anche Charlie si goda un po' la sua bambina. Hai fatto un'ottima scelta tesoro, e poi tuo padre ti adora e a Forks tutti credono che io sia un importante avvocato di Phoenix. Inoltre tuo padre sarà felicissimo quando lo chiamerai per dargli la bella notizia." Eh si, mio padre è molto timido e non si sentiva all'altezza di una regina inoltre non avrebbe mai ammesso di aver sposato una regina, così di comune accordo con mia madre, hanno detto che lei era un noto avvocato di Phoenix, in questo modo quando io vado da lui sono tranquilla, e quei pochi amici che ho lì mi trattano da persona normale. Hanno fatto un'ottima scelta sia per mio padre che per me. Sorrido, è proprio un timidone mio padre.
"No mamma, gli farò una sorpresa, non gli dirò nulla del mio arrivo." Mia madre ride.
"Tesoro questa volta come dici tu ci rimarrà secco. Sei sicura di voler essere la causa del suo infarto?" Rido anche io.
"Tranquilla, papà è un tipo tosto, è o non è lo sceriffo di Forks?"
"Dai vai a preparare le valigie, io intanto mi occupo dei tuoi documenti." Le do un bacio sulla guancia e ne poso uno anche sulla guancia di Phil, adoro il secondo marito di mia madre e lui mi considera come una figlia.
"Grazie mamy, sei la mia mamma preferita." Corro per le scale mentre lei urla qualcosa del tipo sono la tua unica mamma e tutti e tre ridiamo.
"Claire, Claire, Claire." Urlo il suo nome fino a che non mi appare all'improvviso alle spalle facendomi urlare dalla paura. Un giorno o l'altro mi farà morire, ancora non mi abituo alla sua strana velocità. Devo chiederle come fa a correre così veloce e a non inciampare mai, potrebbe essere d'aiuto al mio scarso equilibrio. "Stai bene?"
"Richiedimelo tra mezz'ora, il tempo che mi riprendo dal quasi infarto." Ridacchia divertita, ma io non lo trovo per niente simpatico.
"Sciocca, cosa succede?" Un sorriso che potrebbe accecare il sole spunta sulle mie labbra.
"Vado a Forks da papà." Urlo.
"Ti aiuto a preparare la valigia."
"No, non hai capito, vado per restarci." Mi guarda con gli occhi lucidi ed inizia a singhiozzare.
"Bambina mia. Vai via." L'abbraccio stretta.
"Dai non fare così, non sto partendo per la guerra, ci sentiremo tutti i giorni, non ti libererai così facilmente di me, inoltre potrai venire a trovarmi e poi un giorno anche se controvoglia dovrò per forza tornare." Faccio una smorfia al pensiero.
Per fortuna che i reali in Svezia non hanno alcun potere, sono solo una formalità, infatti se volessi abdicare non vi sarebbero ripercussioni future, anche se ora come ora non ho alcun motivo che mi spinga ad abdicare. Anche se la voglia di diventare regina è pari a zero, odio essere al centro dell'attenzione e al centro dei pettegolezzi, proprio per questo motivo abitiamo in un paesino tranquillo.
Dopo aver preparato le valigie e aver dato disposizione per recapitare le mie auto a Forks, mi avvio con mamma, Phil e Claire all'aeroporto.
"Bambina mia stai attenta. Chiamami sempre e non far morire di paura tuo padre." Tutto questo mia madre me lo dice tra un singhiozzo e l'altro mentre mi sta affettuosamente stritolando in un abbraccio materno.
"Mamma se continui così non arriverò a Forks perché morirò soffocata dal tuo abbraccio." Sussurro annaspando in cerca di aria, mentre gli altri due se la ridono.
"Hai ragione tesoro, ma tra un po' mi lascerai."
"Si ma non è un buon motivo per attentare alla mia vita. Comunque ci sono i telefoni ed internet, ci sentiremo tutti i giorni." Cerco di rassicurarla.
"Si, si ora vai via che non voglio continuare a piangere." Sbuffo esasperata, prima mi soffoca e poi mi caccia.
"Phil mi raccomando cerca di non farle mettere mani in cucina e stalle vicino." Sussurro abbracciandolo.
"Certo tesoro, però tu stai attenta e vivi la tua vita, non arrenderti come ha fatto tua madre se trovi l'amore." L'ultima parte la sussurra in modo tale che lo possa sentire solo io. Lui sa che mia madre non ha mai dimenticato papà e mi sta chiedendo di non fare come lei.
"Grazie per tutto, ti voglio veramente bene."
"Lo so tesoro, lo so, anche io te ne voglio."
"Scricciolo e così vai via." Claire mi stringe tra le sue braccia gelide, ma il suo abbraccio mi infonde tanto calore.
"Tati non mi dimenticare e poi vieni a trovarmi qualche volta, così ti presento mio padre che è un gran bell'uomo e quando una volta gli ho mostrato una tua foto ha fatto una faccia da pesce lesso."
"Tesoro cerchi di accasarmi?" Mi canzona.
"Certo Tati, tu e mio padre sareste perfetti insieme." Mi sculaccia amorevolmente.
"Vivi mia Bella. Vivi la tua vita e sii felice. Ho la sensazione che Forks ti porterà fortuna." Non capisco il significato delle sue parole.
Dopo un altro giro di abbracci sono finalmente sull'aereo.
Dormo per tutto il viaggio e dopo molte ore di volo arrivo a Seattle. E' utile avere un aereo privato, così non ho dovuto fare alcuno scalo. Scendo e con i miei bagagli mi avvio verso l'uscita. Sfortunatamente il tempo non è diverso dalla Scozia: freddo, pioggia e neve. Che allegria!
Chiamo un taxi e gli dico di portarmi a Forks.
"Signorina è molto distante ed anche molto costoso." Mi guarda come se fossi una pazza. Lo so che è distante e  costoso, ha per caso paura che non lo paghi? Però ha un'aria familiare.
"Trecento dollari sono sufficienti?" Chiedo con un lieve rossore sulle guance.
"Sono anche troppi, ma non è che per caso sta fuggendo da casa?" Ora sono rosso pomodoro.
"No, no nessuna fuga. Vengo da Phoenix e sono diretta a Forks da mio padre." E' ancora titubante, ma mi aiuta con i bagagli.
"Io vivo vicino Forks, nella riserva di LaPush, forse conosco tuo padre." Ancora non si fida, però ora capisco perché mi è familiare è un Queilleute.
"Probabilmente si. Mio padre è lo sceriffo." Inchioda bruscamente con l'auto, vuole ucciderci?
"Sei la figlia di Charlie Swan?" Annuisco dato che non riesco a trovare la voce a causa dello spavento.
"Bella sei cresciuta. Ti ricordi di me? Sono Harry, Harry Clearwather." Sgrano gli occhi sorpresa, è l'amico di mio padre nonché il padre di due dei miei migliori amici.
"Oddio Harry scusa non ti avevo riconosciuto. Come stai? Come stanno Sue, Leah, Seth? E Billy e Jake?" Ride.
"Stiamo tutti bene, anzi benissimo. Jake e Leah si sono fidanzati." Dice con orgoglio.
"lo sapevo. Quei due litigavano troppo ed erano troppo gelosi per essere semplici amici. Però Harry non dire niente a nessuno. Sto facendo una sorpresa a papà. Verrò ad abitare con lui, e voglio fare una sorpresa anche agli altri, è da un po' che non li vedo e mi siete mancati tutti."
"Certo, sarò una tomba." Così riprendiamo il viaggio parlando del più e del mano. Una volta arrivata a casa ci ho litigato, non voleva prendersi i soldi della corsa, alla fine l'ha spuntata lui dicendo che sarebbe stata un'offesa nei suoi confronti. Inoltre ha invitato me e papà a cena da loro domani sera, così potrò fare una sorpresa a tutti e portare un regalo per tutti.
Finalmente mi trovo di fronte casa. E' una villa che ho regalato al mio papà. Lui non potrebbe mia permettersi una casa del genere, ma io, anche se litighiamo sempre, ho cointestato un mio conto con lui, e gli faccio sempre tanti regali, e la villa è uno di questi. E' di due piani, dotata di tutte le tecnologie, ci sono sei camere da letto, compresa la mia e quella di papà. Ogni camera ha un bagno personale, ma in ogni piano c'è un bagno in comune. Infine dietro la casa c'è un gran bel box auto e lì da domani ci saranno i miei gioielli. Entro in casa e finalmente il solito senso di benessere e pace mi avvolge. Porto le valige in camera. Sono le 15:20, papà tornerà alle 19:00, sistemo la roba, faccio una doccia, mi vesto con una comoda tuta e vado in cucina a preparare una bella cena. Eh si, sono un'ottima cuoca. Sono talmente concentrata che non mi accorgo del rientro di mio padre. Lui sentendo dei rumori entra in cucina puntando la pistola contro l'intruso, immediatamente buttiamo un urlo degno di un tenore.
"Ahhh papà togli quella cosa."
"Be-Bella, tu mi farai morire di crepa cuore." Urla prima di abbracciarmi.
"Papino adorato." Mi attacco a lui come un koala.
"Tesoro quando sei arrivata? Non potevi chiamarmi, sarei venuto a prenderti. E' successo qualcosa? Ti fermi un po'?" Stoppo il fiume di parole.
"Sono arrivata nel primo pomeriggio. ho preso un taxi per farti una sorpresa e l'autista era Harry, che domani sera ci ha invitati a cena da lui. Non è successo nulla, anzi si..." Mi incita a continuare con lo sguardo, è ansioso e preoccupato.
"Sono venuta per vivere con te!" Esclamo felice. Ci abbracciamo di nuovo e ci scappa qualche lacrima.
"Sono felice bambina mia, sono felice." Esclama commosso.
"Anche io papy." Ed è vero.
"Ah domani arrivano le mie auto, poi vado a Port Angeles a comprare qualcosa per tutti gli altri. Inoltre ho un regalo per te." E' in imbarazzo come ogni volta che gli faccio un regalo.
"Tesoro tu sei il mio unico regalo." Che dolce. Gli do il pacco ed è felice quando esce un nuovo completo per la pesca.
Iniziamo a cenare e chiacchierare tranquillamente.
"Tesoro ti devo iscrivere a scuola, inizierai lunedì, dato che oggi è già giovedì." Cavolo è vero, sicuramente sarò sulla bocca di tutti.
"Tesoro conosco il tuo carattere timido, ma devi diplomarti e magari ti fai altri amici oltre ai tre che hai alla riserva." Spiega speranzoso.
"Certo come no. Sono brutta, timida, goffa, imbranata e arrossisco al minimo contatto con un estraneo o al minimo complimento. Chi vorrà mai essere mio amico?"
"Tesoro sono solo bugie. Tu sei bellissima, sei dolce, buona e gentile. Sulla goffaggine hai ragione, però fagli vedere due salti che fai in ginnastica artistica e restano folgorati." Gli scocco un'occhiataccia.
"Comunque ovviamente nessuno e dico nessuno saprà nulla di tutto il resto. Come sempre tua madre è un noto avvocato che ha risposato un giocatore di baseball. Come stanno?"
"molto bene. Ti salutano tutti e mamma ha detto che potresti chiamarla più spesso." Arrossisce.
"Anche Claire ti saluta." Arrossisce ancora di più. Eheheh, il papino si è preso una piccola cotta?
Dopo esserci coccolati un altro po' sul divano andiamo a dormire. Domani ho tante cose da fare.
Inizia la mia nuova vita a Forks, speriamo bene.





Ragazzi come promesso sto cercando di postare tutti i giorni e fino ad ora ci sono riuscita, ma siamo ancora al terzo capitolo...Colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che recensiscono la storia, coloro che mi seguono in silenzio, coloro che mi hanno inserito tra i preferiti e tra la storie da ricordare. Spero che il capitolo vi sia piaciuto. A domani, buona serata.
Bacio, Mary.
   

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


capitolo 4





POV EDWARD

"Oh da lunedì avremo una nuova compagna di scuola." Annuncia Alice in mensa. Ora capisco il perché di tutta questa strana agitazione tra gli umani.
"Chi è?" Chiede Rose disinteressata.
"E' la figlia di Charlie Swan. Isabella Swan, viene da Phoenix."
"Sicuramente la solita gallina bionda ossigenata, tutta tette, ovviamente rifatte, e niente cervello. Appena ci vedrà vorrà sapere tutti i pettegolezzi che girano su di noi e come al solito ci sbaverà dietro. Ma mai si avvicinerà, anche solo per salutare, per istinto." Wow Rose è proprio agguerrita. Lei non vuole contatti con gli umani, però nel profondo vorrebbe che qualcuno si avvicinasse e guardasse oltre il nostro aspetto.
"Ehi Rosellina mia calmati." Emmett cerca di addolcirla in tutti i modi.
"Rose ti sbaglia. Questa volta sarà diverso. Non riesco a vedere lei, ma saremo amiche. Migliori amiche. Wow." Tutti guardiamo Alice sbalorditi.
"Non mi guardate così, l'ho visto. Rose tu prima te la tirerai come al solito, diciamo che vuoi tastare l'affidabilità della ragazza, però poi sarete grandi amiche, e strano ma vero anche il mio Jazzino sarà un suo caro amico." Ora sono ancora più scettico di prima.
"Alice ma sei sicura di non aver sbagliato visione?" Le chiedo dubbioso, mentre Jazz mi fissa con un sopracciglio inarcato.
"Cosa vorresti dire? Io non potrei esserle amico?" Mi chiede stizzito.
"Sicuramente io sarò il suo amico preferito data la mia allegria, anche perché Eddino è noioso mentre Jazzino di sicuro vorrà papparsela." Dice l'orso con tranquillità. Non.ho.parole.
"Ragazzi parliamo di un'umana con un cuore che batte e sangue che le scorre nelle vene." Detta così è un po' raccapricciante, ma è la verità.
"Eddy sarà la mia migliore amica ed eliminerò tutti gli ostacoli che si metteranno tra me e lei, compreso te e Jazz. Non sto scherzando." Ci lancia uno sguardo da vampiro che ci fa paura ed io e Jazz deglutiamo a vuoto ed alziamo le mani in segno di resa.
"No tranquilla non mi metterò mai tra te e il tuo giocattolino."
Finita la scuola ci dirigiamo a casa e ci prepariamo per un fine settimana di caccia in famiglia. Ovviamente Alice deve comunicare la nuova notizia urlando come un tenore.
"Mamma, papà." Non capisco perché urla, con l'udito che ci troviamo basta un semplice sussurro.
"Cosa succede Alice? Perché urli?" Chiedono i nostri genitori.
"Da lunedì avremo un'amica." Loro non capiscono così mi appresto a spiegare la situazione.
"Alice ha visto che lunedì arriverà la figlia di Charlie Swan e dalle sue visioni tutti saremo suoi amici. Mentre Alice e l'umana saranno migliori amiche."
"No Eddy, non tutti." Ora non capiamo.
"Tu non sarai suo amico." E mi lancia uno strano sguardo che non riesco a decifrare, anche perché tra i suoi pensieri c'è Jasper nudo, rabbrividisco.
"Ah." L'unico suono che mi esce, vabbè non mi importa, scrollo le spalle in modo indifferente.
"Dai ragazzi siamo pronti, possiamo andare." Tutti e sette iniziamo a correre, ma io ripenso alle parole di Alice "tu non sarai suo amico", perché? Perché loro si e io no? Sarebbe bello avere una persona con cui parlare, forse anche per lei sarò troppo noioso come dice Emmett. Ma che diavolo vado a pensare? Neanche la conosco e mi faccio di questi problemi. Non sono cose che mi riguardano, ho vissuto per più di cento anni senza amici, posso continuare a farlo. Meglio concentrarsi sulla caccia.
Dopo due giorni di caccia, finte lotte, risate e scherzi sto decisamente meglio, anche se spesso ho pensato all'umana. Tutti sono euforici e questa euforia è scatenata dall'arrivo di Isabella Swan, sicuramente quando leggerò i suoi pensieri mi pentirò di aver perso tutto questo tempo a capire perché non sarò suo amico. Sarà la solita ragazzina frivola di oggi, senza cervello, senza idee sue e mi sbaverà dietro come tutta la popolazione femminile ed io sarò più che felice di non esserle amico. Si, sicuramente andrà così. I pensieri dei miei fratelli sono rivolti a domani, anche Rosalie è felice ma fa la sostenuta, ma tutti sappiamo che sta fingendo. Oddio sto pensando ancora a lei. Ma cosa mi importa? Nulla.
"Ehi zuccherino, facciamo a chi arriva prima?"
"Orso non chiamarmi zuccherino e poi lo sai che vinco sempre io perché sono il più veloce."
"Vedremo vecchietto." Inizia a correre nella foresta, gli do cinque secondi di vantaggio e poi inizio a correre. In breve lo raggiungo, gli faccio credere di avere la vittoria in tasca ma cento metri prima di raggiungere la villa lo supero e lo aspetto sotto il portico. Arriva un secondo dopo di me e mi si butta addosso. Poco dopo ci raggiunge Jasper e si unisce alla lotta.
"Ehi bambini andate a fare la doccia, che tra un po' dobbiamo andare a scuola." Ci urla Alice.
"Ma amore sono ancora le cinque." Le fa notare Jasper, ah fratello brutto errore infatti gli ringhia contro.
"Dobbiamo essere puntuali, non vorrei che la mia amica venga presa d'assalto da quelle oche e vipere senza cervello o da quei bambocci con gli ormoni impazziti." Eseguiamo immediatamente i suoi ordini e alle 7:15 siamo tutti in macchina diretti a scuola. Solo Alice è euforica di andare a scuola un'ora prima, per essere puntuale eh! Con la mia guida spericolata arriviamo in meno di cinque minuti ed ovviamente abbiamo l'intero parcheggio a disposizione. Parcheggio la mia adorata Volvo c30 grigia al solito posto e aspettiamo tutti in auto, senza parlare per paura di Alice.
Tutti e quattro sono in tensione tranne me, perciò posso anche entrare in aula, non mi tocca aspettare con loro una persona che per me sarà niente.
"Tu non ti muovi da qui." Ringhia mia sorella dopo aver visto le mie intenzioni.
"Possiamo almeno scendere dall'auto? Ora il parcheggio si è riempito e poi già tutti pensano che siamo strani, se restiamo tutti e cinque in auto saremo considerati ancora più strani." Emmett dice tutto questo in brevissimo tempo, ha paura dell'ira di Alice.
"Ma certo Emmy splendida idea, così appena arriva ci vedrà." L'orso si rilassa con un sospiro di sollievo sul sedile di fianco al mio. Scendiamo tutti e cinque, oramai nel parcheggio ci sono tutti, ed anche se la campanella è suonata nessuno si muove. Tutti sono eccitati e curiosi e Alice emette piccoli ringhi nei confronti di tutti.
"Alice tesoro, potrebbero sentirti." Cerca di calmarla Jazz.
"Devo marcare il territorio." Gli risponde prontamente la moglie che non smette di ringhiare.
Passano altri minuti ma della nuova studentessa non vi è traccia.
"Anche i Cullen sono curiosi. La campanella è suonata e sono ancora nel parcheggio ad aspettare che arrivi la nuova. Oh Lauren vedi quanto è figo Edward oggi." Jessica Stanley la pettegola della scuola, nella sua mente io e lei siamo sempre sul set di un film porno, che ribrezzo.
"Hai ragione, tutti ad aspettare la nuova. Sicuramente sarà abbronzatissima, una cheerleader e le chiederò di uscire." Dice allegro Mike Newton, odio quell'umano, e non si accorge della fulminata che gli ha mandato Jessica con gli occhi.
Inizio a spazientirmi.
"Io entro." Dico agli altri.
"Ragazzi la campanella è suonata che ci fate tutti fuori?" Esce il preside e ci richiama tutti all'ordine. Tutti sconsolati si avviano all'ingresso, ma la più sconsolata è mia sorella. Mentre stiamo per entrare Alice si volta e vede entrare nel parcheggio una Volvo c30 nera, però se ne intende di macchine. Identica alla mia tranne nel colore.
"E' arrivata la mia migliore amica. La conoscerò dopo." E' tornata ad essere allegra, mentre una strana sensazione si impossessa di me.
"Eddy ha la tua stessa macchina."
"Ho notato Emm, entriamo." Quella sensazione non mi abbandona, perché?
Mi avvio verso la mia prima lezione, storia.


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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


capitolo 5





POV BELLA

Mmm che bel risveglio. Sento odore di cornetti e caffè. Ah il mio papino. Si è preso tre giorni di ferie per stare con me. Tanto in questo paesino sperduto tra le nubi non succede mai nulla e ricordo ancora le parole di mio padre di ieri sera.
"Tesoro in centrale possono fare a meno di me, tanto a carte batto tutti e forse in questi tre giorni si alleneranno per cercare di battermi lunedì." La mia risposta è stata una risata rumorosa.
Forse è il caso di andare a fare una doccia, poi colazione ed infine direzione Port Angeles.
Appena sono pronta scendo in cucina.
"Buongiorno papy." Gli scocco un bacio sulla guancia facendolo arrossire.
"Tesoro fai colazione. Ah sono arrivate le tue macchine stamattina presto, ma lo sai che non voglio che tu corra troppo." Mi guarda severo.
"Non preoccuparti, sai che sono un ottimo pilota, inoltre, ti svelo un segreto, se dovessi prendere una multa, mio padre è lo sceriffo di questa città, la passerei liscia." Mi guarda con un cipiglio in volto.
"Credo che lo sceriffo quando assolve i suoi compiti non faccia distinzioni di parentele." Mi rimbecca stando al gioco.
"Ma tu non lo conosci, con i miei occhi da cucciolo lo faccio sempre capitolare."
"Ora mangia traditrice." Entrambi ridiamo allegri e spensierati.
"Papino ma tu vieni con me? Facciamo un giro a Port Angeles, un po' di compere, pranziamo fuori e poi torniamo che preparo la mia torta al cioccolato e andiamo da Harry." Gli propongo entusiasta. So quando odi andare a fare compere, ma non si negherebbe mai una giornata padre e figlia.
"Certo amore, però guido io."
"Ma neanche per sogno, tu sei una lumaca e con la tua guida arriveremo domani mattina." Vinco la guerra degli sguardi ed ottengo il permesso di guidare con lui al mio fianco. Bene posso far fare un bel giro alla mia adorata Aston.
"Poi domenica andiamo a pesca insieme?" Per poco non si affoga con il caffè.
"Ti ricordi cosa è accaduto l'ultima volta che ci siamo andati insieme? Sei caduta in acqua quattro volte, e sei tornata a casa con una febbre da cavallo." Certo che lo ricordo, grazie tante.
"Si ma in compenso ho preso un pesce enorme."
"Hai ragione, va bene domenica andiamo a pesca, credo che quando lo sapranno i ragazzi vorranno venire anche loro. Sai che Jake e Leah si sono fidanzati? Hanno avuto quella cosa dei lupi." Lo guardo con gli occhi sognanti e felici.
"Imprinting papà, imprinting, non cosa dei lupi." Eh si i nostri amici sono dei muta forma, si trasformano in grossi lupi per difendere gli umani, ma da cosa o da chi non lo sappiamo e non ci importa. Ci stanno bene così. Però, loro ci hanno rivelato una cosa così importante e segreta, forse dovrei dire loro chi sono in realtà, è giusto così.
"Papà, stasera voglio dirgli di me, di noi. Loro ci hanno rivelato la loro natura e noi li abbiamo accettati senza remore perché gli vogliamo bene. Diremo tutto e mi accetteranno lo so. Siamo amici sin da piccoli." Gli confido e lui mi guarda con amore ed ammirazione.
"Brava tesoro hai fatto la scelta giusta e poi sarete ancora più amici."
Detto questo scendiamo in garage ed entriamo in macchina. Con la mia guida riusciamo ad arrivare a Port Angeles in meno di mezz'ora, certo le imprecazioni borbottate da mio padre non sono mancate, ma non me ne curavo.
"Papà scendi? Sei pallido che succede?" Lo guardo preoccupato.
"Se io dovessi morire giovane, ricorda che sarà solo causa tua. Tu mi farai venire un infarto prima o poi." Sghignazzo divertita, non adora la velocità.
"Dai papà non fare la femminuccia e scendi." Mi lancia un fulmine con gli occhi però si decide a scendere.
"Comunque ragazza mia hai buongusto in fatto di auto, quell'Aston è un sogno."
"Ne vuoi una anche tu?" Mi illumino.
"No, no, no. Se mai volessi provarla c'è la tua, mi basta la mia auto."
"Vabbè quando vuoi le chiavi sono sempre in casa, per spostarmi a Forks userò la Volvo che già è molto vistosa qui."
"Oh non preoccuparti ci sono i figli del Dottor Cullen che possiedono macchine vistose. Non sei l'unica tranquilla." Almeno non verrò guardata pure per l'auto, sospiro di sollievo.
Il giro per la città e per i negozi è divertente. Abbiamo fatto anche un po' di shopping per noi, certo con molte reticenze da parte di mio padre, ma alla fine l'ho spuntata io. Ho comprato dei golfini, delle gonne, dei jeans, qualche camicia, qualche vestitino, non volgare ovviamente, due cappotti e due giubbini, delle scarpe da ginnastica e delle scarpe con i tacchi. Poi il mio papà mi ha regalato un vestitino blu notte con scarpe ed accessori bellissimi, solo che non so quando lo indosserò. Per lui abbiamo preso delle camice, delle maglie, dei jeans, e qualcosa di elegante, anche se ho dovuto sudare sette camice per convincerlo. Per Leah ho preso una borse di Gucci, a Seth la wii, a Jake un bracciale in caucciù sopra il simbolo di un lupo in oro bianco, in fondo è il capo branco. Per Billy ed Harry due orologi con cinturino in pelle e quadrante in madreperla, mentre per Sue un paio di orecchini di perle, nulla di vistoso lei è una donna semplice.
A pranzo ci fermiamo in un ristorante italiano, La Bella Italia e poi torniamo a casa. Appena arriviamo inizio i preparativi della torta al cioccolato. Ne faccio due conoscendo Seth e Jake. Un volta in forno vado a fare la doccia e mi preparo. Indosso dei jeans chiari a sigaretta e sopra un golfino rosso, ai piedi metto le mie al stars rosse. Torno in cucina, incarto le torte, prendiamo i cappotti ed usciamo. Sono nervosa, mi torturo le mani, e se invece non mi accettassero, e se cambiassero idea, e se non volessero più essere miei amici?
"Tesoro calmati, andrà tutto bene." Mio padre mi prende le mani e mi tranquillizza. Faccio un respiro enorme e mi calmo.
Arriviamo davanti casa di Harry, prendiamo tutto e mio padre bussa alla porta mentre io mi metto dietro di lui.
"Papà, Billy sicuramente è arrivato Charlie, scollatevi dalla tv." La voce di Seth, quanto mi è mancato, sono emozionata.
La porta si apre.
"Ciao Charlie, hai portato la torta che fa sempre bella. Vuoi avvelenarci?" Chiede Seth.
"Ah ah ah. Sto morendo dalle risate Seth, inoltre credo che la torta sarà buonissima. Vero?" Esco la testa da dietro le spalle di mio padre.
"Ovvio che sarà buonissima. Ma Seth se tu non la vuoi la mangiamo noi." E' senza parole, mi guarda sorpreso ma si riprende subito.
"Bellaaaaaaaaaaa." Urla scansando poco delicatamente mio padre e mi prende in braccio facendomi volteggiare, per fortuna che papà prende al volo l'altra torta. Poco dopo si sente un trambusto ed escono tutti fuori.
"E' vero. E' vero. Bella sei qui. Amica mia da quanto tempo." Urla Leah che mi strappa dalle braccia del fratello per stritolarmi nel suo abbraccio bollente.
"Leah...so...f...fo...co." Allenta la presa e ora sono tra le braccia di Jake.
"Bells, finalmente. E' da tanto che non ci vediamo. Sei rimasta la nana di sempre." Mi deride.
""Veramente siete voi che mangiate steroidi qui." Tutti scoppiano a ridere, poi vado a salutare Billy, che mi stringe in un caloroso abbraccio, e Sue che mi bacia teneramente la fronte.
"Ma papà non lo saluti?" Mi chiede Seth, mentre io e Harry ridiamo.
"Ieri, prima di smontare, una ragazza all'uscita dall'aeroporto di Seattle mi ha chiesto di portarla a Forks, io credevo che stava tentando una fuga, ma quando mi ha detto che andava da suo padre, lo sceriffo di Forks l'ho riconosciuta. Mi ha fatto promettere di non dire niente a nessuno per farvi una sorpresa." "Quanto ti fermi?" Mi chiede ansiosa Leah, sono la sua unica amica oltre a sua cugina Emily, mentre lei per me è la mia unica amica.
"Sono venuta per restare." Tutti mi abbracciano di nuovo.
"Ragazzi fa un po' freddo, entriamo così ceniamo." Eseguiamo gli ordini di Sue e poi adoro la sua cucina.
Una volta dentro do i miei regali a tutti. Seth si stava mettendo a piangere quando ha visto il suo, mentre i genitori mi hanno fulminata. Leah ha fatto i salti di gioia mentre Jake è rimasto veramente colpito.
"Insomma sei o no il capo?" Gli ho detto e lui mi ha abbracciato contento.
Anche gli altri sono rimasti contenti, ma mi hanno detto che non era necessario, ma faccio finta di non sentirli.
Ci sediamo a tavola, voglio dare la notizia prima di iniziare. Il nervosismo torna in me e mio padre mi prende una mano per darmi coraggio.
"Scusate, prima di iniziare io a Bella vorremmo parlarvi. Innanzitutto ci scusiamo con voi, ma dopo ciò che vi diremo credo che capirete il perché non abbiamo detto nulla in questi anni. Se l'ho fatto è stato solo per proteggere la mia bambina." Dice mio padre, mentre tutti lo guardano ansiosi.
"Per favore parlate che mi fate preoccupare." Dolce Sue. Prendo la parola.
"Anni fa un poliziotto alle prime armi si è recato a Phoenix per lavoro. Lì incontrò una donna, fu un colpo di fulmine, si innamorarono, si sposarono ed ebbero una bambina ed andarono a vivere a Forks, città natale del poliziotto. Dopo qualche tempo ci furono delle incomprensioni che portarono la coppia a separarsi e poi a divorziare. La donna andò via da Forks portando con se la bambina." Prendo fiato.
"Ma lo sappiamo, è la vostra storia." Dice innocentemente Seth.
"Credi ci sia dell'altro, non è vero?" Dice Billy e noi annuiamo con la testa.
"Vedete le incomprensioni erano dovute al fatto che Renèe non ha detto una cosa molto importante a papà. Lei era la principessa della Svezia, ora è regina. Papà è una persona timida, non sarebbe sopravvissuto ad una vita del genere e così si separarono. Non vi abbiamo detto nulla perché avevo paura che voi non mi accettasse per quello che sono, che vi sentiste in difficoltà con me. Vi chiediamo enormemente scusa, ma se non ci volete più, o meglio se non mi volete più io torno a casa e comunque vi capirei." Nessuno fiata, tutti hanno lo sguardo sorpreso.
"Tu sei una principessa?" Mi chiede Seth stralunato, mentre io annuisco con il capo basso. Mio padre mi stringe forte la mano, anche lui è teso, se non mi dovessero accettare lui verrebbe con me, lo so.
"Tesoro, tu hai accettato Seth, Leah e Jake anche dopo che ti hanno detto di essere dei muta forma, perché?" La domanda di Sue mi spiazza.
"Sono miei amici, gli voglio bene, non mi importa cosa sono, possono anche avere quattro occhi e sei dita anziché cinque, restano sempre miei amici." Alzo il volto e tutti hanno lo sguardo sorridente.
"E allora perché noi non ti dovremmo accettare? Altri davanti la loro rivelazione sarebbero scappati, tu gli hai semplicemente chiesto se hanno le pulci." Ridiamo tutti a questa affermazione.
"Non vi preoccupate, noi ti vogliamo bene lo stesso e capiamo ciò che ha spinto Charlie a tenere tutto segreto.  Ti capiamo tesoro e stai tranquilla, non cambierà nulla e il segreto resterà tale." Alcune lacrime solcano il mio viso e mio padre mi abbraccia felice.
"Grazie, grazie a tutti di cuore."
Iniziamo a mangiare, vogliono sapere tutto di me, della Svezia e gli ho promesso che un giorno li porterò con me. Seth è quello più euforico di tutti.
"Ma dovrò inchinarmi quando ti vedo? Ci sono io sarò il tuo favoloso destriero. Di solito sono dei cavalli, ma tu sei una principessa new age." Esclama felice mentre noi ridiamo.
"Seth tra di noi sarà tutto come prima e non ho bisogno di un destriero."
Dopo tanto torniamo a casa e sono felice.
"Hai visto tesoro, è andato tutto bene."
"Si papà, sono delle persone d'oro, sono contenta che abbiamo degli amici così."
Arriviamo a casa e sono distrutta. Il tempo di una doccia veloce e sono già nel mondo dei sogni.
Il sabato lo passo alla riserva con i miei amici, ricordando i vecchi tempi e continuando a parlare di me, non mi da fastidio, anzi mi fa piacere che vogliano conoscere tutto di me. La domenica andiamo tutti a pesca, anche se alla fine tra la mia goffaggine, gli scherzi di Seth e le litigate tra Leah e Jake, non concludiamo nulla però ci divertiamo da morire.
Ora sono nel letto, sento papà che si prepara per andare a lavorare. Si avvicina alla mia camera ed entra per svegliarmi, faccio finta di dormire. Mi posa un bacio sulla fronte. Che dolce.
"Ehi tesoro svegliati, devi andare a scuola. Giù c'è la colazione pronta, ci sono i muffin di Sue, il latte, il caffè e del succo. Io vado in centrale ci vediamo stasera. Buon primo giorno di scuola." Apro gli occhi.
"Buongiorno papà, grazie di tutto e buon lavoro. Se non mi vedi al tuo ritorno vuol dire che sono morta di vergogna a scuola." Ride rumorosamente scendendo le scale.
Sto un altro po' nel letto, poi guardo la sveglia, oddio è tardissimo. Volo sotto la doccia, non prima di esser caduta tre volte, mi preparo in fretta, faccio colazione rischiando di strozzarmi con un muffin. Corro in macchina e parto per la scuola.
Perfetto il primo giorno di scuola e già sono in ritardo.
Arrivo alle 8:20 nel parcheggio, miracolosamente trovo un posto vicino la segreteria, per fortuna sono già tutti in aula, anche se qualcuno si è attardato nel parcheggio per  conoscere la nuova arrivata. Vado in segreteria a ritirare l'orario e la cartina. La segretaria mi squadra da sotto a sopra, che buon inizio.
Bene prima ora trigonometria, iniziamo proprio con il meglio, in ritardo alla mia prima lezione, ed inoltre è la materia che più odio in assoluto. Come un prigioniero mi avvio verso l'aula.
Però ho una strana sensazione, sicuramente è dovuta al fatto che a mensa non avrò scampo. Tutti gli occhi saranno su di me. Forse potrei andare in biblioteca, si si farò così. Ah ah ah che mente diabolica.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


capitolo 6






POV EDWARD

Ammetto che la nuova ha buon gusto in fatto di macchine. Una Volvo c30 mera tirata a lucido, come la mia solo che io ce l'ho grigia. Ecco abbiamo una cosa in comune, non capisco perché non dovremo essere amici. Ohhh basta, ancora a pensare a lei. Ma cosa mi interessa? Certo provo un po' di invidia per i miei fratelli perché avranno un'amica ma finisce lì, sicuramente appena sentirò i suoi pensieri, che saranno poco casti su me e i miei fratelli, mi pentirò di aver perso tutto questo tempo a pensare ad Isabella, o meglio Bella come ho letto dalla mente degli umani. Però che cosa strana non riesco a vederla bene, cioè dalla mente delle persone che parlano con lei, non riesco a vedere il suo volto, è come se fosse avvolta da una patina bianca. Non me lo so spiegare.
Ecco finalmente è giunta la pausa pranzo, finalmente vedrò questa ragazza e finalmente Alice la smetterà di saltare come una pazza.
"Alice la smetti? Mi stai facendo venire mal di testa. Tanto sai già cosa accadrà perciò dacci un taglio." Basta mi sta portando sull'orlo della pazzia.
"Senti nonnetto per favore non rompere. Non so cosa accadrà perché su di lei riesco ad avere solo visioni di un futuro più lontano, perciò non so cosa dirà o farò al nostro primo incontro. Ed ora smettila tu, ricorda cosa ti accadrà se dovessi ostacolarmi." Mi ringhia contro.
"Lo dico anche per il tuo bene." Ora sono confuso, cosa significa che lo dice per il mio bene? Cerco di entrare nella sua mente ma me lo impedisce pensando a Jasper nudo su un letto di rose. Che orrore, se potessi dormire stanotte avrei gli incubi.
"Alice! Non pensare di proposito a Jasper nudo disteso su un letto di rose, è raccapricciante per me." Le dico allucinato. Un rumore ci fa voltare, mio fratello è caduto dalla sedia.
"Co-co-come?" Chiede visibilmente in imbarazzo.
"Amore, pensavo a l'altra sera, alla sorpresa che mi hai fatto." Dice la nana con tranquillità a suo marito. Ma perché farsi trovare nudo su di un letto di rose è una bella sorpresa? Forse per me no perché non so cosa significhi amare, ma dallo sguardi di Alice capisco che per lei è stata una bella sorpresa. Jasper ancora non si riprende, la sua mente è vuota, mi sto preoccupando, ma Alice non si cura di lui, ha gli occhi puntati sulla porta della mensa.
"Ehi ragazzi, ma che succede a Jasperuccio?" Chiede l'orso che è appena arrivato con miss mondo.
"Niente, Edward voleva entrare a curiosare nella mia testa e allora ho pensato a Jasper nudo su di un letto di rose. Jazz forse non apprezza i miei modi per tenere Eddy fuori dalla mia testa e diciamo che è in stato di shock anche se non capisco perché. Ha un corpo così bello ed eccitante, al solo pensiero, mmm." Oddio ma non si rende conto? Sento dei singhiozzi, mi volto e orrore...Jasper singhiozza.
"A-Alice? P-perché non pensi ad altro piuttosto che a me nu...do?" Chiedi ancora sotto shock.
"Perché sei bello amore, ed ora vedi di riprenderti, non voglio che quando ti presenterò e Bella pensi che tu sia un drogato, riprenditi." Non ha proprio cuore la ragazza. Io ed Emm ci avviciniamo a Jazz e gli diamo pacche consolatorie sulla spalla.
"Dai Jazz, in fondo Alice ha ragione, hai un bel corpo." Cerco di alleggerire la situazione con una battuta stupida, ma i miei fratelli hanno due reazioni diverse. Jasper mi ringhia contro e mi intima di non dirgli più una cosa del genere, mentre Emm è più...fantasioso. Pensa a me e Jasper nudi...su di un letto...che...che...oddio.
"Emmett." Ringhio furioso mentre lui ride come un pazzo.
"Avete finito voi tre? Già la nana ha problemi di sanità mentale vi ci mettete anche voi?" Ci riprende amorevolmente Rosalie.
"Emm cosa pensavi per far imbestialire così tuo fratello?" Gli chiede curiosa sua moglie, spero che abbia il buon senso di non dire nulla.
"Pensava a come sarebbe vedere nudi il mio Jazzino ed Eddino mentre fanno cose sconce." La bionda e Jasper strabuzzano gli occhi e ci manca poco che Jasper non gli salti addosso per farlo a pezzi. Con molta fatica riusciamo a evitare la morte di Emmett.
"Uffa. La pausa pranzo è finita e Bella non è venuta. Non mi vuole?" Chiede afflitta Alice e suo marito, che si è calmato, l'abbraccia per consolarla mentre lei gli ringhia contro. Che bel ringraziamento.
"Forse si è sentita troppo al centro dell'attenzione e ha preferito stare tranquilla durante la pausa pranzo." Dice con tranquillità Rose, ma io non credo sia questa la motivazione. Gli umani vogliono sempre essere al centro dell'attenzione.
"Anche io la penso così. Quando tra una lezione e l'altra cambiavo aula sono passato vicino l'aula in cui Bella aveva lezione, so che era lì perché ho sentito Jessica presentarsi. Le sue emozioni erano molto nitide, è veramente timida come persone e si sentiva molto in imbarazzo solo a presentarsi, figuriamoci come si sarebbe sentita in mesa con gli occhi di tutta la scuola puntati addosso." Forse ha ragione Jasper, può essere che non gli piaccia essere al centro dell'attenzione.
"Dai ragazzi andiamo la campanella è suonata. Alice tranquilla conoscerai presto la tua nuova amica." Cerco di tranquillizzarla posandole una mano sulla spalla, ma accidentalmente sfioro il braccio di Jasper e mi ringhia contro. Ripensa alle parole di Emm e lo guardo schifato mentre mi allontano per andare verso la mia prossima lezione. Biologia.
Entro in aula e mi siedo al solito posto, ovviamente non condivido il banco con nessuno, troppo fifoni questi umani. Tutti i presenti chiacchierano sulla nuova arrivata ovviamente. Poco dopo entra il professore e il mormorio si placa. Chiude la porta e va verso la cattedra, ma un lieve bussare lo induce a tornare indietro.
"Salve, scusi il ritardo ma sono nuova e ancora non riesco ad orientarmi nella scuola." Una voce, no un coro di angeli. Alzo immediatamente lo sguardo di fronte a me vedo una ragazza. Una ragazza dai capelli castano scuri con riflessi ramati, carnagione lattea, labbra rosse e carnose, viso a forma di cuore, corpo minuto ma ben proporzionato, no, non è una ragazza è una Dea. Le sue gote si imporporano quando il professore le dice di presentarsi alla classe. E' deliziosa con quel rossore.
"Salve, il mio nome è Isabella Swan, sono la nuova studentessa e vengo da Phoenix." Aveva il cuore a mille per l'imbarazzo.
"Si può accomodare affianco il signor Cullen." Sono il vampiro più felice della terra. Il professore mi indica e lei sposta lo sguardo su di me, cioccolato e oro si fondono. I suoi occhi sono un mare in cui mi perderei, non riusciamo a staccare lo sguardo e le sue guance diventano bordeaux, ci sorridiamo impercettibilmente e il mio cuore muto rinasce. Poi però tutto precipita, uno spostamento d'aria fa arrivare a me il suo odore. L'odore più buono che abbia mai sentito. Una droga per me. Devo averlo, devo bere il suo sangue. Il mio sguardo, ancora incatenato al suo diventa quello di un vampiro. Gli occhi diventano neri e vedo lei che mi guarda con paura. Lentamente si avvicina a me. Passo dopo passo il suo profumo è più intenso. Devo avere quel sangue. So che non ci sarà sangue più dolce di questo su tutta la faccia della terra.
Si siede ed è rigida al mio fianco. Io non sposto l'attenzione su di lei e l'odore della sua paura arriva fino a me.
Il tempo passa lentamente ed io impiego tutta l'ora a cercare diversi modi per avvicinarla e poter gustare quella delizia. Al suono della campanella le chiederò se vuole venire con me a prendere un libro in auto. Si farò così.
"Edward sei impazzito! Hai intenzione di uccidere un umano? Cosa penserà Carlisle di te? Non pensi al doloro che gli recherai? Non pensi al dolore che recherai a tutti noi? Non pensi al dolore che recherai alla famiglia di questo umano? Esci immediatamente dall'aula, chiamo Carlisle e andiamo tutti a casa. Jazz ed Emm stanno venendo a prenderti." Per fortuna Alice mi fa riprendere, caccio il mostro da me e smetto di respirare. Sposto l'attenzione al professore, ma non lo ascolto sono concentrato su questa insulsa umana che ha travolto il mio essere. Ora capisco perché non diventeremo amici, il suo sangue mi tenta troppo. Avverto i pensieri dei miei fratelli. Jasper bussa alla porta.
"Salve professore, mio fratello deve uscire, abbiamo avuto un problema a casa. Dobbiamo rientrare subito." Con voce calda e convincente Jasper abbaglia il professore che annuisce, io esco velocemente dall'aula senza salutare, ma prima mi concedo un altro assaggio di quella fragranza.
Senza parlare e a velocità umana ci dirigiamo all'auto. Le mie sorelle sono stravolte e ancora in silenzio ci dirigiamo a casa. Sono frastornato, non capisco cosa mi è successo, stavo per porre fine alla vita di quell'essere tanto incantevole quanto tentatore. Arriviamo a casa in pochi minuti grazie alla giuda di Rose, io non ero in grado di mettermi al volante, strano per un vampiro.
"Ragazzi cosa è successo?" Mi madre vede le nostre facce e si preoccupa molto. Arriva anche nostro padre, ci dirigiamo tutti in salotto.
"Spiegatemi bene l'accaduto, ho fatto il prima possibile." Io non riesco a parlare e prende la parola Alice.
"Eravamo in aula e ho visto che Edward pensava a vari modi per avvicinare un umano e poi bere il suo sangue. Ma non era più lui, il vampiro aveva preso il sopravvento." Cerca di giustificarmi Alice. Nessuno fiata, ma dai loro pensieri capisco che vogliono sapere.
"Ero in aula, il professore aveva appena chiuso la porta quando hanno bussato. E' entrata la nuova ragazza, Isabella Swan, il suo odore, il rossore delle sue gote, il suo sangue mi chiamava. Non riuscivo a controllarmi, poi per fortuna è intervenuta Alice altrimenti le avrei chiesti di venire con me a prendere un libro e poi l'avrei uccisa per avere quel nettare prelibato." Non racconto ciò che ho provato inizialmente, mi vergogno e poi è una cosa intima, però ora a mente lucida mi faccio schifo. Sono un essere spregevole, dai loro pensieri non avverto ribrezzo verso di me, ma solo tanta ammirazione per essere riuscito a controllarmi.
"Credo che andrò via per un po'." Tutti sono sbalorditi dalla mia decisione. Anche Alice, non l'aveva vista, è stata improvvisa.
"No figliolo, non puoi farlo." Cerca di convincermi mia madre.
"Mamma non preoccuparti sarà solo per qualche giorno, il tempo di riprendere possesso del mio corpo e tornerò. Sarò in grado di gestirmi meglio. In fondo sarò l'amica dei miei fratelli e la incontrerò spesso anche a scuola, dato che abbiamo dei corsi in comune." Rassicuro tutti.
"No Edward, non diventerò sua amica se tu devi stare male. Tu sei mio fratello." Ti adoro Alice, ma non voglio che ti sacrifichi per me.
"Grazie nana, ma per te è importante."
"Tu sei più importante." Le sorrido e ci abbracciamo.
"Facciamo così andremo per gradi con lei." Le propongo e sembra entusiasta della mia decisione.
"Ora vado tornerò tra qualche giorno." Detto questo saluto tutti calorosamente vado sulla Volvo e parto.

Sono qui in una landa desolata di Vancouver da una settimana. Nella mia mente sempre lei, il suo odore, il suo sangue, ma non solo, ci sono anche i suoi occhi da cerbiatta, le sue guance arrossate, le sue rosee labbra, come vorrei sentirne la morbidezza. Eh? Oddio sto impazzendo. Si sto impazzando perché voglio sentire nuovamente quel coro di angeli parlare. Ho deciso torno a casa. Per superare questo ostacolo le devo essere vicino.

Quando sono tornato tutti mi aspettavano ridenti sul portico. Dopo vari abbracci sono salito in camera a sistemarmi. Ho fatto una doccia per rilassarmi ed ora mi sto vestendo. Oggi è lunedì, alla quinta ora ho biologia con lei ma questa volta so cosa mi aspetta. Andiamo tutti e cinque in auto e ci avviamo verso la scuola. Il parcheggio è già pieno, la sua auto è qui, ma lei non si vede probabilmente è dentro.
"Ce la farai, sei forte." Ringrazio i miei fratelli e ci avviamo nelle varie aule.
Arriva la pausa pranzo ma di lei nemmeno l'ombra. Tutti i ragazzi pensano a lei in modo osceno e mi da fastidio, mentre la maggior parte delle ragazze è gelosa e si chiedono perché non si presenti mai in mensa, anche io me lo chiedo dato che ho capito che non ci è mai venuta. Deve essere veramente molto timida oppure non ha amici e preferisce stare da sola. Suona la campanella e mi irrigidisco. Jasper cerca di calmarmi con il suo potere e lo ringrazio, mi avvio verso l'aula.
Mi dirigo verso il mio banco ma sono molto rigido. L'aula si riempie e arriva anche il professore, ma di lei nessuna traccia. Ad un tratto la porta si apre e spero che sia lei, ma è Jessica Stanley? Non frequenta questo corso con me. Però qualcosa non quadra viene verso di me e si siede al mio fianco, nei suoi pensieri ci sono solo io in pose oscene con lei.
"Che stupida la Swan, ha buttato all'aria l'occasione di stare seduta di fianco al più figo della scuola." A quel pensiero mi gelo.
"Scusa ma questo è il posto di Isabella." Le dico con voce suadente e subito il suo cuore batte all'impazzata e le sue gote si colorano di rosso, ma non mi fa alcun effetto, anzi rispetto a Bella questo odore mi infastidisce.
"N-no, Be-Bella ha fatto cambio corso con me. Ha detto di aver già affrontato questo pro-programma a Phoenix e lunedì mi ha chiesto se potevo passare qui e lei è passata al mio corso di chimica." Sono gelato sul posto. Lunedì è stata la nostra prima ed unica lezione insieme e lei dopo le lezioni ha chiesto di cambiare corso. Tutta colpa mia. Afflitto da questa scoperta seguo svogliatamente il professore.
Ma è meglio così, almeno non sarò sempre tentato. Allora cosa è questo freddo che sento dentro?



Ragazzi altro capitolo completato spero che vi piaccia. Domani posterò il pov Bella. Non vi aspettavate una cosa del genere ah? A presto, buona serata .
Bacio, Mary.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


capitolo 7





POV BELLA

Il primo giorno di scuola è finito. Tutti volevano fare la mia conoscenza ed io ovviamente arrossivo con tutti e balbettavo in continuazione. Sono inciampata ovunque, anche su una superficie piana e senza ostacoli.
Però una cosa è successa. Ho incontrato il ragazzo più bello che abbia mai visto. Per un momento, durante la mia disastrosa presentazione nell'aula di Biologia, ho incontrato gli occhi più belli ed espressivi del mondo. Quegli occhi dorati sembrava che volessero trafiggermi l'anima, come se quello sguardo volesse leggermi dentro. Quel ragazzo, quel dio, dai capelli bronzo, gli occhi dorati, la bocca rossa e carnosa, la pelle pallida mi è entrato dentro con un solo sguardo. Ci siamo sorrisi impercettibilmente e le mie guance hanno raggiunto una tonalità di rosso mai raggiunta prima. Poi è cambiato drasticamente, mi guardava con odio mal celato, come se volesse mangiarmi, quello sguardo freddo e gelido mi metteva i brividi. Con la sedia si è letteralmente messo fuori dal banco, come se al suo fianco avesse la persona più puzzolente al mondo. Certo oggi con tutta la tensione avrò sudato tanto, ma non ho mai puzzato in vita mia. Perciò il mio giudizio su di lui è cambiato letteralmente, da dio greco è passato a spocchioso, maleducato, arrogante. Certo tralasciando la parte in cui mi incuteva un terrore folle. Così subito dopo le lezioni sono corsa in segreteria, non volevo  più stare in classe con lui, ho visto troppo odio nei miei confronti, anche se in quegli occhi ho letto pure tanta sofferenza e tanti segreti, ma sono troppo codarda per avere nuovamente su di me quegli occhi così gelidi. Odio puro senza neanche conoscermi. Ovviamente la mia solita sfortuna voleva che tutti i corsi fossero pieni, così ho fatto una cosa che mai avrei fatto in vita mia, sono andata dal preside. Gentilmente gli ho chiesto, con una cospicua donazione alla biblioteca della scuola eh, se potevo cambiare la mia ora di Biologia con qualsiasi altro corso che non prevedeva il Signor Cullen. Il preside mi ha spiegato che essendo tutti pieni dovevo trovare qualcuno disposto a fare cambio con me. Non so come ma per una volta la fortuna si ricordò della mia esistenza.
"Ehi ciao Bella, che faccia."
"Ciao Jessica, si infatti, volevo cambiare il mio corso di Biologia, ma sono tutti pieni, devo trovare qualcuno che sia disposto a fare cambio con me." Le chiesi con la migliore faccia da cucciolo.
"Come mai vuoi cambiare?" Ma quanto sei curiosa e pettegola?
"Ho già affrontato questo argomento, a Phoenix seguivo i corsi avanzati." Dai qualche bugia non fa male, speriamo che se la beva.
"Capisco, ma tu segui con Edward Cullen. Lo strafigo con i capelli bronzo?" Bingo, ho trovato il punto debole.
"Si sono la sua campagna di banco. Se qualcuno facesse cambio con me diventerebbe il suo compagno di banco, ma non conosco nessuno e non ho confidenza con nessuno per poter chiedere una cosa del genere." Uno...due...tre...
"Se vuoi lo faccio io, ma solo perché mi sei simpatica, non per altro." Certo come no. Fai una faccia sorpresa e grate Bella, dai.
"Veramente lo faresti? Ti ringrazio sei la mia salvezza, sai fare sempre le stesse cose mi annoia. Tu cosa mi offri in cambio di Biologia?" Anche la palestra mi va bene, sono disposta a tutto.
"Fisica." Bene, adoro quella materia, anche Biologia, ma meglio evitare.
"Grazie, mi piace quella materia." Che ho detto? Perché mi guarda schifata?
"Dici sul serio? Io non ci capisco nulla."
Dopo i convenevoli andammo tutte e due in segreteria e cambiammo orario.
Grazie fortuna per una volta ti sei ricordata di me.
Una volta tornata a casa pensavo ancora a quello sguardo, ma non a quello che metteva i brividi, ma a quello caldo, quello dolce. Perché? Perché sto pensando a lui? Perché penso ad una persona che senza neanche conoscermi mi ha guardato con tanto odio e disprezzo? Ho pensato a lui tutto il pomeriggio, non sono riuscita a concludere nulla, per fortuna con papà abbiamo ordinato delle pizze, se mi avesse chiesto perché non avevo cucinato non potevo dirgli di certo perché ho pensato tutto il giorno a due sguardi diversi rivolti dalla stessa persona. Sicuramente mi avrebbe presa per pazza.
"Allora tesoro come è andato il primo giorno di scuola?" Mmm lascia perdere.
"Insomma, mi aspettavano tutti, per fortuna sono arrivata in ritardo così non erano tutti nel parcheggio. Poi durante la pausa pranzo sono andata un po' in biblioteca a perdermi nel favoloso mondo dei libri." Ridacchia divertito, conosce il mio amore per i libri.
"Hai conosciuto qualcuno?" Ora che gli dico? Si qualcuno che mi voleva mangiare? Forse è meglio di no.
"Si due ragazze, se non sbaglio Angela Weber e Jassica Stanley, ed un ragazzo, Mike Newton. Angela è come me timida e riservata, mi è simpatica. Gli altri due troppo invadenti."  Ridacchia divertito. Cosa ha da ridere?
"Sei la novità tesoro, la figlia dello sceriffo single. Qui il fatto che io sia divorziato è ancora sulla bocca di tutti. Non puoi immaginarti quante vecchiette sono venute in centrale per avere informazioni su di te e per chiedermi se fosse vero che tu fossi venuta a vivere qui." Impallidisco e rabbrividisco a questa rivelazione, lui se ne accorge e mi ride in faccia sguaiatamente.
"Non è divertente." Sibilo.
"Invece io lo trovo molto divertente."
Continuiamo a mangiare, ma poi mentre lavo i piatti mi taglio con un coltello, alla vista del sangue tutto si fa nero, poi il buio.

"Bella, Bella, amore." Apro gli occhi lentamente e mi rendo conto che non mi trovo in camera mia, ma guardando bene mi trovo in ospedale.
"Papà, cosa è successo?"
"Oh finalmente ti sei svegliata. Stavi lavando i piatti, poi ti sei tagliata con un coltello e sei svenuta, appena ho sentito il tonfo sono corso in cucina e ti ho trovata a terra, così ti ho portata il ospedale. Ancora problemi con le vista del sangue? Comunque il Dottor Cullen ti ha messo dei punti, ma siccome non ti riprendevi ti ha fatto stendere sul lettino del suo studio. Quel Dottore è un santo, oltre che essere una delle migliori persone che conosca è anche un ottimo medico, so non il migliore."
"Charlie lei è troppo buono con me." Una voce soave mi fa girare la testa, oh mamma mia più che un medico mi sembra un divo di Hollywood.
"Ma lei è un attore?" Subito mi pento della mia domanda e divento bordeaux, mentre i due se la ridono tranquillamente.
"No, no sono solo un dottore."
"Mi scusi non volevo essere maleducata. Mi perdoni e grazie per tutto ciò che ha fatto per me."
"Tranquilla Bella, è il mio mestiere. Come ti senti? Ha detto tuo padre che hai problemi alla vista del sangue." Divento ancora più rossa fulminando con lo sguardo mio padre. Ma dico io i fatti suoi mai?
"Si bhè non reagisco molto bene alla vista del sangue. Comunque posso andare ora?"
"Certo, ah benvenuta a Forks, tuo padre tempo fa mi ha detto che sei molto carina, e devo dire che ha pienamente ragione." Di nuovo rossa, maledizione. Però come è gentile questo dottore, al contrario del figlio.
"La ringrazio dottor Cullen, credo ci vedremo presto." Mi guarda confuso.
"Chiamami Carlisle mi fai sentire troppo vecchio. Come mai ci vedremo presto?"
"Io cado in continuazione, mi faccio male molto spesso, perciò ci vedremo presto. Inoltre farò del volontariato nel reparto di pediatria oncologica." mi guarda meravigliato.
"E' un bel gesto da parte tua. I bambini ne saranno felici." Dopo aver ringraziato ancora ci avviamo verso casa.
Appena arrivo a casa mi butto distrutta sul letto e mi addormento immediatamente.
Mi sveglio sudata nel cuore della notte. Un incubo, quegli occhi gelidi che mi fissavano. Lui che mi guarda con odio, lui che cerca di mordermi per bere il mio sangue. Mi sto facendo troppo condizionare. Basta Bella. Mi accorgo che sono ancora vestita, allora vado a fare una doccia e torno a letto, questa volta nei miei sogni ci sono quegli occhi color oro, così caldi, così dolci.
La mattina mi preparo per andare a scuola, appena arrivo noto tutti i Cullen che mi fissano con curiosità. La più bassa, che sembra un folletto mi è simpatica a pelle, però non sono il tipo che si avvicina per presentarsi, troppo timida. Non vedo il dio dallo sguardo di ghiaccio. Forse è già dentro o forse non è venuto.
La settimana passa tranquilla, non sono mai andata a mensa, da Jessica ho saputo che Edward non è più venuto a scuola. Da un lato sono sollevata, ma dall'altro mi sento vuota, come se fossi incompleta senza di lui.
Cosa mi stai facendo Edward Cullen? Niente, non deve farmi niente, devo mantenere le distanze. Allora perché cerco ogni mattina la sua auto? Perché sono interessata alla lezione di Biologia di Jassica. Ahhhh mi farà diventare pazza.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


capitolo 8





POV EDWARD

Ha cambiato corso. Ha cambiato corso il giorno della nostra prima lezione insieme. Non mi sono neanche presentato, non ci ho scambiato neanche una parola e lei cambia corso.
Oh ma è meglio così, in tal modo il suo sangue non mi tenterà ed io non sarò sempre con la voglia di attaccarla. Si, si, sicuramente è meglio così. La lezione finisce ed io mi avvio verso la macchina trascinando il passo.
"Ehi Ed perché sei triste? E' successo qualcosa? Come è andata con l'umana?" Le domande me le pone Jasper perché avverte il mio stato d'animo ma tutti sono curiosi.
"Ha cambiato corso. Lunedì scorso dopo le lezioni ha cambiato il corso di Biologia con quello di Chimica ed ora la Stanley occupa il suo posto accanto a me. Jessica aveva chimica ma quando Bella le ha detto che il suo posto era accanto al mio ha accettato lo scambio. Tutto questo l'ho letto nella mente della Stanley." Dico desolato, ma perché?
"E quale è il problema? In questo modo tu starai più tranquillo. Ti dispiace non avere più Bella come compagna di corso o ti dispiace non poter passare del tempo con lei?" Mi chiede Alice assottigliando gli occhi, dove vuole arrivare, potrei provare a sentire i suoi pensieri ma dopo ciò che è successo a mensa credo che non lo farò.
"Ma che dici, sei impazzita? Io triste perché non l'avrò più al mio fianco o perché non potrò passare del tempo con lei? Non è assolutamente vero, sono solo...preoccupato...si preoccupato." Cerco di arrampicarmi sugli specchi.
"E perché saresti preoccupato se non ti interessa?" Questa volta è Rose a parlare. Ecco e che rispondo? Trovato.
"Preoccupato perché se ha cambiato corso vuol dire che le ho messo molta paura lunedì. Solo per questo." Alice, Rose e Jazz fanno finta di crederci mentre l'orso ci guarda interrogativo cercando di capire cosa succede. Tipico di lui non capisce mai nulla.
"Ciao Bella a domani." Mi volto di scatto verso la voce che ho sentito.
"Ciao Angela, ci vediamo domani." Ed ecco di nuovo il coro di angeli ed un calore nuovo nel mio petto. Mi volto verso di lei ed anche lei involontariamente si volta verso di me. Per un attimo i nostri sguardi si incontrano, ma lei rompe subito la connessione e le sue guance sono rosse. Quanto è bella. Cosa? Cosa ho pensato?
"Ciao Bellina." Ci voltiamo di scatto tutti verso Emmett che ha salutato quella dea.
"Ciao Emmett, a domani passa un buon pomeriggio." Lo saluta educatamente e cordialmente.
"Certo, grazie e buon pomeriggio anche a te. A domani." Si sorridono, che bel sorriso. Poi lei entra in macchina e in breve sparisce dal parcheggio.
"T-tu la conosci? Si facciamo letteratura insieme. E' molto brava. E' la mia compagna di banco." Tutti siamo meravigliati.
"Non ci avevi detto nulla." Lo rimbecca risentita Alice.
"Dopo quello che è successo ad Edward non volevo sembrare maleducato dicendo che è la mia compagna di banco a Letteratura." Sono shoccato e anche i miei fratelli sono nella mia stessa situazione.
"Emmett potevi dirlo tranquillamente." Sono infastidito di questa cosa, lui la conosce, le parla e si sorridono anche, ed io? Io invece non posso più vederla neanche per un'ora di lezione. Meglio così, è solo un bene per lei e per me.
"Edward perché sei geloso?" Guardo male Jasper. IO NON SONO GELOSO.
Torniamo a casa ed Emmett continua a chiedermi scusa mentalmente, ma gli faccio capire che non importa.
"Siamo tornati." I nostri genitori arrivano in salotto, mio padre ci saluta per andare in ospedale, ma un suo pensiero mi fa immobilizzare.
"Tu la conosci?" Subito capisce che mi riferisco a Bella. Abbassa il capo colpevole.
"Si lunedì scorso, dopo la tua partenza sono andato in ospedale perché ero di turno, è arrivato Charlie Swan con sua figlia svenuta tra le braccia - perché mi sento male a questa notizia? - si era tagliata con un coltello e la vista del sangue la fa svenire. Le ho messo dei punti ma non si riprendeva e li ho fatti accomodare nel mio studio. Quando si è ripresa abbiamo chiacchierato un pò, è una cara ragazza, oltre che molto bella, - mi irrigidisco, lo so che è bella, - inoltre da martedì ha iniziato a fare volontariato nel reparto di pediatria oncologica. I bambini l'adorano, porta sempre qualcosa per loro, libri, giochi, abiti e poi suona sempre per loro. E' un'ottima pianista, e senza offesa Edward, direi che è molto più brava di te, suona con il cuore, con amore." Detto questo si scusa e corre in ospedale. Io invece vado in camera mia sono irritato, mio padre e mio fratello la conoscono ed io no. Avverto i pensieri di Jazz dietro la porta e lo invito ad entrare.
"Ed perché hai provato un moto di gelosia sia nei confronti di Emm che di papà? Ed in entrambi i casi quando si parlava di lei. Ogni volta che si parla di lei provi forti emozioni." Cosa sta cercando di dirmi?
"Non provo alcuna emozione, non è vero." Mi guarda con un sorriso strano.
"Ricorda potrai mentire agli altri ma non a me, inoltre non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere." Irritato lo lascio nella mia camera e salto dalla finestra. Una corsa tra i boschi mi farà bene.
Inizio a correre, coro per ore, è notte, la luna è bellissima, ma il suo volto mi appare davanti gli occhi e non posso non pensare che lei sia mille volte più bella della luna. Un pensiero malsano mi frulla in testa. Voglio andare da lei. In breve arrivo sotto casa sua, cerco i suoi pensieri ma non li trovo, ci sono solo i sogni di suo padre. Mi concentro i più e avverto due cuori, mi dirigo verso quello più leggero. Salgo sull'albero di fronte la sua finestra ed entro in camera sua. Il suo odore mi investe come un ariete, ma al contrario dell'altra volta il mostro non si sveglia, anzi è come se dormisse, che cosa strana. Provo a respirare di nuovo quella delizia, ma niente non ho voglia del suo sangue. Mi concentro sui suoi pensieri, ma buio, vuoto. Trovo il nulla, ed è impossibile che non stia sognando nulla. Non so darmi una spiegazione a tutto ciò ma la troverò.
E' quasi l'alba ho vegliato sul suo sonno per tutta la notte, mi affascina ancora di più quando dorme soprattutto dopo aver scoperto che parla durante la notte. Tutti i suoi bronci, le sue espressioni, non ho perso nulla. Devo ammetterlo qualcosa sta cambiando dentro di me, ma non capisco cosa.
Ora devo andare via, non voglio farmi trovare qui e farla urlare al maniaco, inoltre devo parlare con mio padre del suo odore. Dopo aver dato un'ultima occhiata esco dalla finestra e corro verso casa, dove ad attendermi c'è mia sorella Alice raggiante.
"Non ho voglia di parlarne." La liquido immediatamente.
Vado nello studio di mio padre e gli racconto tutto, ma anche lui non sa darmi una spiegazione a tutto ciò. Lo scoprirò. Vado in camera a prepararmi per la scuola, forse oggi la vedrò di nuovo, speriamo. Cosa mi stai facendo Isabella Swan?

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


capitolo 9





POV BELLA

Uffa che noia ma Jessica non la smette mai di parlare? Non le si secca la gola? Respira ogni tanto? Ma come fa? In cinque minuti mi ha fatto venire un mal di testa stratosferico. Inoltre non ho capito una sola parola di quello che mi ha detto. So solo che sta parlando ininterrottamente di Mike. Ma cosa ci troverà in lui? Non ha un minimo di intelligenza e ogni volta che mi incontra sembra voglia spogliarmi con gli occhi. Rabbrividisco al solo pensiero. Ma sembra che tutti i ragazzi della scuola facciano la stessa cosa, solo che Mike lo fa con meno discrezione. Ho capito che sono ancora una novità, ma basta. Forse ho fatto male ad iscrivermi a questa scuola, potevo iscrivermi a Port Angeles, ma sicuramente mio padre non avrebbe voluto.
Mi perdo nei miei pensieri, è una settimana che non lo vedo e dentro di me sento un vuoto incolmabile. Ma perché provo tutte queste sensazioni destabilizzanti quando penso a lui? Ora che ci faccio caso non faccio altro che pensare a lui e a cercarlo tra i volti dei vari studenti, ma ogni volta resto delusa. No, no, non ci devo pensare, lui mi odia, ho anche cambiato corso pur di non rivedere quello sguardo freddo e glaciale, quello sguardo pieno di odio. Ma pensandoci bene anche quello sguardo mi manca.
"Bella, Bella hai capito? Edward Cullen è tornato." A quelle parole mi risveglio di colpo ed arrossisco.
"Perché sei arrossita? Ti piace Edward? Ci credo è bellissimo a chi non piace. Finalmente oggi avremo lezione insieme, ancora non so come ringraziarti per aver chiesto a me di far cambio corso." Perché sono irritata dalle
 parole di Jessica?
"Figurati Jessica, io quelle cose già le ho studiate." Oca. Ma che mi prende? Non è da me insultare qualcuno, anche se solo mentalmente.
"Quanto vorrei che si accorgesse di me, ma a lui non interessa nessuna. Forse è già fidanzato." Non avevo pensato a questa ipotesi. Se fosse già fidanzato? Cosa farei? Ma che domanda stupida, che mi importa se è già fidanzato? Eh si e allora perché mi si è creato un nodo allo stomaco? Meglio non pensarci.
"Ma scusa a te non piace Mike?" E' un po' troppo volubile questa ragazza.
"Si ma Edward è Edward. Tu hai letteratura con Emmett, vi siete presentati?" Penso a quel ragazzo che mi ricorda tanto un tenero orso, anche se la prima volta che abbiamo avuto lezione avevo paura per due motivi. Il primo è che mi rivolgesse lo stesso sguardo gelido del fratello, il secondo motivo è dato dalla sua mole, ma appena mi sono seduta al suo fianco mi ha fatto un sorriso tenero che non sono riuscita a non ricambiare, anche se il rosso era perenne sulle mie guance.
"Si ci siamo presentati,  sembra un orso ma
è molto simpatico." Le dico mentre lei rimane a bocca aperta, che le prende ora?
"Cioè tu hai parlato con un Cullen? Ci hai parlato molto? I Cullen non parlano mai con nessuno, restano sempre in disparte." Aggrotto le sopracciglia. Ma saranno fatti loro se preferiscono stare in disparte, anzi è quello che vorrei anche io, ma qui pare che tutti vogliano essermi amici, falsi amici.
"Probabilmente sono molto timidi." Sembra essere d'accordo con me. Oh santa campanella, per fortuna hai suonato. Ma io ti adoro, non ne potevo più di queste inutili chiacchiere.
"Andiamo a mensa?" Mi chiede Jessica.
"No, non mi piace il cibo della mensa. Ci vediamo all'uscita. Ciao Jessica." La liquido in fretta, non le ho mai detto dove vado, non vorrei trovarmela anche in biblioteca. Diciamo che in questa scuola parlo volentieri solo con Emmett e con Angela Weber, una ragazza timida come me e molto dolce, oltre che molto discreta e per niente impicciona. Passo tutta la pausa pranzo nel mondo dei libri. Adoro i classici, forse sono nata in un'epoca sbagliata. Sarei dovuta nascere nell'epoca vittoriana. Sarà per questo che sogno un amore romantico, un uomo che mi ami, un uomo dolce e romantico, un uomo galante, ma questi uomini non esistono, forse nel secolo scorso, ma oggi non più. Inoltre a causa di ciò che rappresento questo non si avvererò mai. Sospiro pesantemente e mi avvio verso l'aula della prossima lezione. Mancano solo due ore e posso tornare a casa. Nel pomeriggio devo chiamare i ragazzi della riserva, è da un po' che non ci sentiamo.
Finalmente è suonata, mi avvio verso l'uscita e vengo chiamata da Jessica e Angela che mi chiamano per salutarmi, ricambio educatamente. Poi mi saluta anche Emmett, mi volto per salutare anche io e per augurargli buon pomeriggio, ma il respiro mi si mozza in gola. lui è di fianco ad Emmett, i nostri sguardi si incatenano ma distolgo subito il mio sa per imbarazzo che per paura, dato che ho notato che ha lanciato uno sguardo irritato verso Emmett, forse non vuole che siamo amici. Con il cuore in gola e rossa in viso mi dirigo a passo spedito verso la mia auto e fortunatamente ci sono arrivata senza cadere neanche una volta. Mi fiondo in macchina ed esco sparata dal parcheggio.
Vado a casa, preparo la cena per Charlie, gli lascio un biglietto e vado in ospedale per il volontariato. Stamattina ho messo in auto dei libri di fiabe, le leggerò ai bambini, sono sempre felici quando leggo o suono per loro, e la loro felicità mi riempie il cuore di gioia. Lì incontro spesso il Dottor Cullen che mi ringrazia sempre per ciò che faccio in ospedale, da quando ho capito non ci sono altri volontari in quel reparto oltre me. La gente a volte è proprio insensibile, cosa ci perdono a dedicare un paio d'ore del loro tempo a quei bambini? Non lo capisco.
Sono stata in ospedale due ore, ho letto e suonato, ora sto tornando in macchina, ma lo squillo del telefono mi blocca.
"Ehi principessa."
"Ehi lupacchiotto, che fai? Siamo telepatici? Ti volevo chiamare per chiederti se potevo venire da voi."
"Certo my queen, ti aspettiamo, ti ho chiamato per lo stesso motivo." Ridacchio alla parole di Seth.
"Arrivo subito, grande lupo." Ride fragorosamente e chiudiamo la chiamata. Arrivo in breve alla riserva e Leah mi accoglie calorosamente.
"Ciao tesoro come stai?"
"Bene Leah. Tu? Dove si trova la tua dolce metà?"
"Lascia perdere Jake, si sta leccando le ferite, oggi abbiamo litigato e gli ho rotto un braccio, per fortuna guariamo in fretta." Sono shoccata ma lei ride e titubante mi unisco alla sua risata.
"C'è un falò in spiaggia organizzato dal branco, ovviamente sei invitata anche tu, perciò ti volevamo qui oggi."
"Certo, chiamo papà per dirgli che sono qui."
"Tranquilla, Billy l'ha chiamato e verrà qui a vedere la partita con i vecchi. Andiamo." La segua, ma dopo due passi mi sento stringere in un caldo abbraccio.
"Oh gentil donzella, il tuo destriero ti accompagnerà." Rido alle parole di Seth.
"Va bene destriero andiamo?" Mi porge il braccio e ci avviamo.
"Senti Bella, tu sei una ragazza."
"Giusta osservazione Seth." Non ride alla mia battuta.
"Ho conosciuta una ragazza bellissima, vorrei invitarla ad uscire ma come faccio? Se non le piaccio? Se mi dice di no?"
"Seth sei un ragazzo bellissimo e dolcissimo, nessuna ti direbbe di no se ha un minimo di cervello. Inizia con il farti conoscere."
"Allora dici che mi devo presentare?" Questa domanda mi spiazza.
"Scusa tu senza conoscerla volevi invitarla ad uscire?" Mi sembra che sia arrossito, ma non posso esserne sicura, la sua carnagione è troppo scura.
"No, ogni volta che la vedo mi imbarazzo e la timidezza prende il sopravvento." Questa poi.
"Seth, sei il giullare di tutte le situazioni e questa ragazza ti rende timido, ti piace molto allora."
"Bhè si è il mio imprinting."
"Allora lei si innamorerà sicuramente si te, sai meglio di me che all'imprinting non si sfugge. Stasera sarà al falò?" Annuisce.
"Bene allora stasera la avvicini e ti presenti, però non fare lo stupido come al tuo solito. Ogni tanto falle dei complimenti, sono sempre ben accetti, ma nulla di volare o di stupido."
"Bella non so neanche se riuscirò a dire il mio nome senza balbettare e tu mi dici di non fare lo stupido? Sicuramente farò la figura dell'idiota." Poverino, l'abbraccio dolcemente e lui ricambia, ma dietro di noi avvertiamo un singhiozzo e ci voltiamo. C'è una bellissima ragazza che ha le lacrime agli occhi e che fugge via piangendo.
"Oh no, è lei, ora chissà cosa penserà di me. Sicuramente che sono uno che ci prova con tutte."
"Seth corrile dietro, abbatti la timidezza e spiegale tutto. Vai ora." Mi ringrazio con lo sguardo.
"Grazie Bella sei la persona più buona e dolce del mondo."
"Poi fammi sapere come va." Gli urlo mentre sparisce nel bosco, ma sono sicura che mi ha sentita, grazie al suo udito.
Raggiungo Leah e Jake intorno al falò. Saluto tutti gli altri e iniziamo a mangiare gli hot dog.
Jake implora Leah di perdonarlo per averle accidentalmente rotto la boccetta del suo profumo preferito, lei prima fa la sostenuta ma poi cede. Mi perdo a guardarli, che dolci che sono.
"Ciao Bella, sono Embry, il migliore amico di Jake. Ti ricordi di me?"
"Certo che mi ricordo, giocavamo sempre insieme da piccoli, non mi sono dimenticata nulla. Come stai?" Gli chiedo gentilmente.
"Oh bene grazie. Senti volevo chiederti se ti andava di uscire con me venerdì sera. Andiamo a mangiare qualcosa insieme. Ti va?" Appena capisco il significato delle sue parole divento rosso gambero e un paio do occhi dorati invadono i miei pensieri. Cerco di riprendermi immediatamente.
"Come amici?" Voglio mettere le mani davanti, non lo perché lo faccio. Embry non è il mio tipo, poi quegli occhi che sono apparsi appena ho recepito la richiesta, ma vedo speranza nel suo viso e non voglio deluderlo, ma deve capire che oltre l'amicizia non potrò mai dargli nulla. Ho capito, ho capito perché penso sempre a lui.
Embry sembra un po' deluso ma si riprende.
"Va bene, come amici." E riprendiamo a parlare dei vecchi tempi e dei nostri passatempi. Dopo un po' arrivano Seth e la ragazza misteriosa. Si tengono per mano ed entrambi si guardano con occhi sognanti, poi Seth mi guarda e ci sorridiamo e mi fa cenno di avvicinarmi.
"Bella, lei è Ashley, la mia ragazza." Oddio hanno entrambi i cuoricini al posto degli occhi.
"Ashley lei è Bella, la mia migliore amica." Le sorrido dolcemente e lei si scusa per il comportamento di prima, ma io la rassicuro.
"Oh non preoccuparti, Seth mi stava chiedendo consigli per non balbettare di fronte a te. Ma sai che sei veramente bellissima? Seth mi raccomando trattala bene." Mi ringrazia con un enorme sorriso.
"Grazie per la bella figura Bella, sempre molto gentile, e poi la tratterò benissimo, è la mia ragione di vita." Sono colpita dalla profondità delle parole di Seth, quanto vorrei che anche a me fossero rivolte parole simili. Di nuovo i suoi occhi nella mia testa.
Verso le 23 torno a casa di Billy e con mio padre, dopo aver salutato tutti torniamo a casa.
Vado a dormire distrutta, subito cado tra le braccia di Morfeo.
Mi sveglio al suono incessante della sveglia. Questa notte mi sono sentita protetta, come se qualcuno vegliasse sul mio sonno. Mmm che buon odore che c'è in camera mia. Sembra sole, miele e lillà, è buonissimo. Chissà da dove viene.
Sarà meglio che mi alzi prima che lo sceriffo mi butti giù dal letto. Faccio una doccia, mi vesto e scendo a fare colazione. Mio padre non c'è al suo post un biglietto che mi augura buona giornata. Dopo aver fatto colazione, mi lavo i denti e vado a prendere la macchina per andare a scuola. Chissà se oggi lo rivedrò. Ohhhh basta Bella, toglitelo dalla testa. Lui ti odia, punto.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


capitolo 10






POV EDWARD

Un altro giorno di scuola sta per iniziare ed io sono agitato, molto agitato, ok agitatissimo. Ho deciso che oggi mi presenterò. Si lo farò. Andrò da lei e le dirò "ciao Bella sono Edward Cullen, un vampiro che è ossessionato da te sin dal nostro primo incontro, anzi colgo l'occasione per scusarmi della freddezza del mio sguardo durante la nostra prima lezione, però dopo esser stato folgorato dalla tua bellezza volevo bere il tuo sangue." No, no forse è meglio cambiare, così mi scappa a gambe levate. Proviamo diversamente " ciao sono un vampiro, però sono vegetariano bevo solo sangue animale, anche se la prima volta che ho sentito l'odore del tuo sangue volevo mangiarti così sono andato via per una settimana, ma quando poi questa notte sono venuto a vederti dormire il tuo sangue non mi tentava anzi mi mandava in paradiso, inoltre volevo dirti che sono ossessionato da te, ah il mio nome è Edward Cullen." Credo che anche così non vada bene. Proviamo in un altro modo " ciao Bella, sono Edward Cullen un vampiro dal 1918, volevo il tuo sangue ma ora credo di volere te, che ne dici se ci frequentiamo?" Noooooo, e daiiii, ma insomma sono stato sempre razionale ed intelligente, perché con lei tutto va a farsi friggere? Porto la testa tra le mie mani e mi scompiglio ulteriormente i capelli.
"Secondo voi cosa sta facendo?"
"Sta pensando vari modi alternativi per presentarsi a Bella, però devo dire che se usa solo uno dei suoi tentativi Bella scapperà a gambe levate."
"Perché cosa vuole dirle?"
"Allora con la prima alternativa voleva dire il suo nome, che è un vampiro ossessionato da lei e che dopo esser rimasto affascinato dalla sua bellezza voleva bere il suo sangue."
"..."
"La seconda alternativa prevede di dirle subito che è un vampiro, specificando che è vegetariano anche se  voleva bere il suo sangue, però da gran genio le voleva dire anche che da questa notte, quando è andata a vederla dormire, il suo sangue non la tenta più ed infine si ricordava di dire il suo nome."
"..."
"..."
"Infine nell'ultima alternativa partiva sparato dicendole il suo nome, che è un vampiro dal 1918, che voleva il suo sangue ma che ora vuole lei e ciliegina sulla torta voleva chiederle di frequentarsi."
"..."
Ma cosa sono questi brusii, chi disturba le mie riflessioni? Alzo il volto e vedo tutta la mia famiglia che mi guarda perplessa. Assottiglio gli occhi.
"che succede perchè siete tutti fermi lì? Sembra che avete visto un fantasma. Dai sbrigatevi dobbiamo andare a scuola." Continuano a fissarmi in modo strano.
"Ma che  vi prende?" Esme si avvicina titubante e mi posa una mano sui capelli.
"Tesoro, sei...sei sicuro di sentirti bene?"
"???"
"Vedi non è normale che tu stia in garage a pensare come presentarti a Bella. Alice ci ha detto cosa hai pensato di dirle, io invece credo che tu debba essere un po' meno diretto. Magari per ora le dici solo il tuo nome, magari parlate dei vostri interessi e se poi vi innamorerete le dirai della tua natura e se ti amerà veramente di accetterò per ciò che sei."
"Credi che non debba dirle subito che sono un vampiro e che volevo bere il suo sangue?" Tutti mi guardano allibiti, ma cosa vogliono è la prima volta che mi interesso ad una ragazza e perciò non so cosa dire e cosa fare.
"No caro credo che sia meglio che i dettagli sanguinolenti li tenga al sicuro dentro la tua testa, così non scapperà via da te." Forse ha ragione lei, le sorrido e l'abbraccio, eh la mamma è sempre la mamma. Però è ancora un po' preoccupato così la incito a continuare, cerco sempre di non leggere i loro pensieri.
"Cosa ci fai in garage?" Come cosa ci faccio, che domanda strana.
"Dobbiamo andare a scuola e sono venuto qui per aspettare gli altri."
"Eddino cioccolatino, se vai a scuola così farai impazzire ancora di più tutte quelle ragazze e Bella cadrà sicuramente ai tuoi piedi. Ma se non vuoi essere denunciato ti consiglio di toglierti la salvietta mettere un paio di boxer e non dimenticare i jeans. La maglia che hai va più che bene.
Oh ohhhhhhh. Mi guardo e mi rendo conto che ero talmente perso nei miei pensieri che ho infilato solo la maglia e la giacca, ma al posto dei pantaloni ho ancora la salvietta che ho messo quando ho finito la doccia. Oddio non ci posso credere, come sono arrivato a ridurmi così? Se fossi umano sarei peggio di un peperone, ora voglio solo che la terra si apra e mi inghiottisca. Sicuramente Emmett e Jasper non si risparmieranno in battute stupide per almeno due secoli. Senza dar tempo a qualcun altro di parlare corro in camera mia e finisco di prepararmi, questa volta sul serio. Dopo tre secondi torno nuovamente in garage e i due stupidi stanno ancora ridendo, Alice ridacchia, mamma e papà cercano di confondere le loro risate con dei colpi di tosse, peccato che i vampiri non tossiscono, solo Rose sta pensando che mi sia rincitrullito, ed ha pienamente ragione. Ringhio contro i deficienti e finalmente entriamo in macchina.
"Ed una cosa sola, confessale la tua natura solo se sei veramente convinto dei suoi e dei tuoi sentimenti, altrimenti non farci correre rischi inutili."
"Ovvio Rose, ma devo ancora conoscerla, potrei anche non piacerle, in fondo dopo solo un'ora di lezione insieme ha cambiato corso."
"Certo perché tu volevi pappartela. Ahahahah." Stupido Emmett.
"Comunque la mia prima ora è letteratura e la mia compagna di banco è Bellina." Cerco di sembrare disinteressato alla cosa, ma Jasper capisce e mi manda una nuvola di calma.
Appena usciamo dall'auto tutte le ragazzine iniziano a sospirare, ogni giorno la stessa storia, non ne posso più. Ad un tratto un rumore mi fa riprendere, no, non è un rumore, è IL rumore, la sua auto sta arrivando. Inizio ad agitarmi e i miei fratelli mi prendono in giro.
"Iniziamo ad entrare." Sibilo.
"Io aspetto la mia compagna di banco." Mi volto irritato verso Emmett mentre Rose gli ringhia contro.
"Amore ti adoro quando sei gelosa, ma voglio solo preparare il terreno per il verginello. Ci vediamo dopo." Schiocca un bacio passionale a Rose e nello stesso momento Alice ha una visione che però mi nasconde.
"Cosa mi nascondi nana?"
"Moi? Rien mon cher." Si, si datti al francese, ma non ci credo neanche un po' che non mi nasconde niente.
Mi siedo al mio posto nell'aula di scienze e mi sintonizzo con la mente dell'orso.
"Eh eh eh fratellino curiosone. Ciao Bellina buon giorno, ho visto che stavi entrando e ti ho aspettata visto che abbiamo la stessa lezione ed io sono il tuo simpaticissimo compagno di banco."
"Ahahah buongiorno anche a te simpaticissimo compagno di banco, grazie per avermi aspettata ma non era necessario."
Come è bella, come è dolce la sua voce, come è melodiosa la sua risata.
"Allora cosa hai fatto ieri?"
"Sono andata in ospedale..."
"Ti sei fatta male?"
"No faccio volontariato, ma ho notato che sono l'unica. Comunque ho letto un po' di favole ai bambini e poi ho suonato un po' per loro."
Sono molto curioso, oltre ad essere bela è anche molto buona.
"Che strumento suoni?"
"Il pianoforte."
"Veramente? Anche Eddy, il mio dolce e gentile fratellino, suona il piano forte."
Perché ha inarcato il sopracciglio? E perché Emmett dice queste cose? Nooo la visione di Alice. Sicuramente dopo che avrà parlato con Emmett non avrò il coraggio di mostrarmi a lei.
"Va bene."
"Sai mio fratello Eddy è molto intelligente, colto, dolce, noioso, però è molto sexy, non credi anche tu?"
Oddio cosa le sta dicendo?
"Vuoi appiopparmi tuo fratello? O stai tessendo le sue lodi perché ne sei segretamente innamorato? Sai è abbastanza raccapricciante il fatto che tu, un ragazzo, dici che tuo fratello è molto sexy." Almeno qualcuno sano di mente c'è. Ma perché ha cambiato espressione quando ha chiesto ad Emmett se voleva appiopparmi a lei? Oddio ma che termini uso? Non mi riconosco più, mi sono proprio rincretinito.
"Oh no, no, no io ho la mia stupenda, sexy, bellissima, eccitante Rose."
"Oh Emmett ieri l'ho vista, pensavo esagerassi quando mi hai detto che sembra una dea, ma mi sono subito ricreduta, è veramente bellissima. Ho notato anche tua sorella Alice è molto bella anche lei, inoltre non la conosco ma mi ispira molta simpatia."
"E di mio fratello che ne pensi?"
"Jasper? Non mi piacciono i biondi."
E' diventata rossa, sapeva che Emmett si riferiva a me, ma ha slittato il discorso su Jasper, è furba.
"No, non mi riferivo al fratello che sembra un drogato, ma a quello noioso. Insomma parlo di Eddy." Grazie, grazie Emmett, grazie per mettermi in cattiva luce con lei. Ma quanto può essere stupido?
"Ah." Bhè solo questa è la risposta?
"E' entrato il professore, ci conviene seguire."
Maledizione proprio ora doveva entrare il professore? Non mi tocca che osservarla dalla mente di Emmett.
"Eh eh eh fratello, mi devi un favore. Ti ho fatto fare una bella figura con lei. Vedi, vedi, vedi è ancora bordeaux. Zuccherino questa è cotta quanto te, e lo dico io che sono un esperto."
Si certo come no. Però ha ragione è di un rosso brillante che le sta divinamente. Non vedo l'ora che arrivi la pausa pranzo, così andrò da lei e mi presenterò. Ora passerò il mio tempo ad osservarla dalla mente degli altri e a pensare ad un piano per avvicinarla.

Continua...



Allora ragazze vi piace il capitolo? Oggi ero in vena di comicità e mi è uscito così. Comunque il Pov Edward non è terminato, lo continuo domani. Riuscirà il nostro eroe ad avvicinare la sua ossessione? Lo sapremo nel prossimo episodio.
Un'ultima cosa, facciamo un inchino ad Emmett per aver parlato molto bene del suo sexy fratello.
Buona notte,
bacio Mary.

Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà della Meyer.




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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


capitolo 11





POV EDWARD

Che nervoso! Emmett mi ha fatto fare la figura dell'imbecille con Bella, i due non hanno più parlato e perciò non saprò mai cosa pensa di me. Di sicuro non vuole neanche vedermi dopo lo sguardo gelido della volta scorsa, se è arrivata a cambiare corso devo averle fatto proprio paura. No, no, no devo trovare un modo per farle passare la sua paura, io non voglio che abbia paura di me, io voglio che mi guardi con occhi felici. Voglio che si felice di vedermi, che sia felice di passare del tempo con me, voglio...che voglio? Neanche io so cosa provo per Bella, oppure forse lo so ma ho paura che lei non mi ricambi o non mi accetti.
Mi perdo nelle menti di questi stupidi umani per vedere la mia dea, mia? Seeee, magari.
Cosa? Cosa sta pensando quel viscido di Tyler? Ma te la do io una botta, ma in testa, così vediamo se penserai ancora una volta queste cose disgustose su Bella. Viscido umano a cui puzza la vita.
"Mamma mia come è bello oggi Edward. Con quella maglia aderente si vede la linea del petto. Mmm che voglia di mordergli quel petto scolpito...." Che schifo, mi sento violentato da Lauren.
Finalmente arriva la pausa pranzo, in questo modo aspetterò Bella di nascosto vicino l'ingresso della mensa, sbucherò all'improvviso, mi presenterò e la inviterò a pranzo. Certo la mensa scolastica non combacia con la mia idea di romanticismo e neanche come luogo adatto per un primo appuntamento, ma da qualche parte dovrò pur iniziare, no?
A velocità umana mi avvio verso la mensa, mi metto dietro un albero e aspetto.
"Ragazzi ma che ci fa Edward nascosto dietro l'albero?" Ecco ci mancavano solo i fratelli Cullen e darmi fastidio.
"Oh Jazzino aspetta Bella per farle un agguato ed invitarla a pranzo...nella sala mensa."
"..."
"Patatino, oggi ho cercato di farti fare bella figura con Bella e tu vuoi invitarla a pranzo a mensa?" Mi chiede stralunato l'orse. Se bella figura un corno.
"Se dire a Bella cosa ne pensi di Eddy il mio sexy fratello è farmi fare bella figura ti ringrazio. In caso contrario sei stata un grande idiota. Inoltre non ho bisogno del tuo aiuto ci riesco benissimo da solo." Rispondo piccato.
"Certo, pensare tre modi diversi di presentarsi come un sanguinario che vuole il suo sangue e poi invitarla a pranzo in un ristorante di lusso come la sala mensa è veramente una grande idea. Edward svegliati un po', non sei mai stato tonto, ma oggi non ti riconosco proprio. Sei proprio innamorato perso." Cosa? Io sono cosa? Non capisco le parole di Rose. La guardo confuso.
"Non sono innamorato, io non posso amare sono un mostro." Le dico triste.
"Eddy, non sei un mostro ed inoltre certo che puoi amare, vedi me e Jazz, Rose ed Emm, mamma e papà, noi ci amiamo." Alice mi lascia una carezza lungo il viso.
"E poi fratellone tu ancora non te ne rendi conto, ma sei innamorato perso, ed io credo che con la tua intelligenza, la tua bontà, il tuo romanticismo riuscirai a far innamorare anche lei di te." Mi sorride dolcemente Alice.
"Perciò magari potresti chiedere aiuto alle tue sorelline preferite, lasciando da parte i consigli dei tuoi fratelli trogloditi. Noi siamo donne e possiamo aiutarti, se vuoi. Ora però vai in biblioteca, mi dovresti prendere un classico. Voglio leggerlo stasera."
"..." La guardo confuso, perché non ci va lei o non ci manda il marito? E poi la biblioteca che abbiamo a casa possiede tutti i classici in circolazione e non ed è più fornita di una libreria.
"Alice a casa..."
"Voglio Orgoglio e Pregiudizio, quello di casa lo sta rileggendo Esme e mi dispiace chiederglielo."
"Alice, gli unici libri che ti interessa leggere sono le riviste di moda, perché..."
"Oh fratellone, ho cambiato gusti." Con riluttanza accetto e mi avvio verso la biblioteca, spero di fare in fretta, voglio vedere Bella, i suoi occhi, sentire il suo profumo. Mmm sono talmente perso nel ricordo del suo profumo che mi sembra di sentirlo. Un momento, non è un mio sogno, è veramente la sua scia. Perché non è a mensa, decido di seguirla, Alice si arrangerà, anche se credo che abbia visto una visione. In fondo lei non riesce a vedere Bella, ma lo spazio che la circonda si. Continuo a seguire la scia e vedo che mi porta in biblioteca, così entro e lì il suo odore è più forte. E' ancora qui. Ad un tratto sento anche la melodia più soave che le mie orecchie abbiano mai sentito, il battito del suo cuore. Seguo il battito e me la ritrovo in tutto il suo splendore nel reparto dei classici. E' seduta su una poltroncina e sta leggendo Ragione e Sentimento. Dal riflesso del vetro noto anche degli appunti ai bordi delle pagine e dei pezzi sottolineati, bene una cosa in comune, adora anche lei i classici.
Vorrei avvicinarmi, ma è così concentrata, così perfetta che non vorrei spezzare la magia del momento. Ha le labbra arricciate e tra le labbra e il naso tiene una matita, una mano tiene il libro mentre l'altra tamburella sul bracciolo della poltroncina. Ha le gambe accavallate e quella che è penzoloni sta oscillando leggermente, gli occhi sono lucidi, emozionati, è molto presa dal libro. Non ragiono, non ci penso due volte, prendo il mio telefono e le scatto una foto, la imposto subito come sfondo. Guardo la foto, è favolosa.
Non si è accorta della mia presenza, vorrei andare da lei e presentarmi, ma sono timido, solo lei riesce a far riemergere il mio lato umano, la timidezza, l'insicurezza, solo lei è in grado di far tornare Edward Masen il diciassettenne. Sono innamorato? Forse Rose ha ragione.
La campanella che segna la ripresa delle lezioni suona, ho passato tutta l'ora ad ammirarla, a venerarla e ad adorarla di nascosto. Per fortuna sono venuto qui. Capisco che si sta per alzare, mi concentro, non c'è nessuno in giro, come un fulmine sparisco, non posso rischiare di farmi beccare a spiarla. Potrebbe pensare che sono un maniaco.
"Allora pasticcino ti sei presentato?" Prendo posto di fianco ad Emmett per la lezione di storia che condividiamo.
"No."
"Perché? Avevi momentaneamente perso l'uso della parola?"
"Stupido."
"Dai perché non l'hai fatto?"
Se lo dico mi prenderà in giro per l'eternità, però dopo la magra figura di questa mattina, peggio non può andare.
"Mi vergognavo." Se fossi stato umano sarei bordeaux.
"Il grande Edward Cullen, il vampiro composto, razionale, intelligente e tutto d'un pezzo Edward Cullen si vergognava di presentarsi ad un'umana?" Annuisco incapace di rispondere.
"Dai fratello, se ti affidi alle due pazze forse ne combinerai una giusta." Annuisco un'altra volta. Speriamo bene.




Allora ragazze, il capitolo è un po' corto rispetto agli altri, ma è il seguito del precedente, se avessi fatto un unico capitolo sarebbe stato troppo lungo perciò l'ho diviso. Lo scorso ha riscosso un sacco di successo e vi ringrazio tantissimo. Ringrazio tutti belli e brutti. A domani sera per il prossimo aggiornamento.
Ps faccio un po' di pubblicità, dovete assolutamente leggere: baby sitter??why not di rocchia1988, ed anche tutte le sue one-shot che sono fantastiche, unico problema? Mi lascia sempre sul più bello. Però a parte gli scherzi leggetele sono favolose.
A domani,
bacio Mary.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


capitolo 12





POV BELLA

Oddio che vergogna. Emmett che mi chiedeva cosa ne pensavo di suo fratello Edward. Per fortuna ho preso tempo riferendomi a Jasper e poi ancora meglio è arrivato il professore così mi sono liberata di questo peso. Non potevo certo dirgli che vorrei violentare suo fratello, no? Non posso dirgli che mi piace da impazzire, che lo sogno sempre, che è sempre nei miei pensieri, ma che però quello sguardo gelido e freddo dell'altra volta mi blocca. Spesso vorrei andare da lui a presentarmi, ma poi mi torna in mente quell'unica lezione che abbiamo fatto insieme e mi blocco. Inoltre lui così bello e perfetto non troverebbe mai interesse per una come me, scialba e timida.
Anche oggi ho passato la pausa pranzo in biblioteca, però avevo la sensazione di essere osservata, ma non ho avuto il coraggio di alzare gli occhi dal libro, sono troppo codarda, però quando stavo raccogliendo le mie cose per tornare in aula ho sentito nuovamente quell'odore. L'odore che ho sentito questa mattina in camera mia, forse sto impazzendo, ma quell'odore è buonissimo, non ho mai sentito nulla di più buono.

Ahhh finalmente anche oggi è finita, non vedevo l'ora. Sono distrutta e pensare che sono solo a lunedì. Mmm lunedì 10 settembre. Oddio, oddio, oddio. Oggi è il 10 ciò vuol dire che giovedì è il 13 ed è il mio compleanno. Devo fermare mio padre, devo evitare feste a sorpresa o altro che potrebbe mettermi seriamente in imbarazzo. Sarebbe capace di indire una festa di paese per i miei 18 anni. Meglio evitare.
Però a pensarci bene vorrei passare quel giorno con i ragazzi che ho conosciuto qui a scuola, tutto sommato alcuni mi sono simpatici. Insomma Angela è molto dolce e abbiamo legato tanto ed anche con Ben il suo ragazzo. Sono due ragazzi sinceri e simpatici. Jessica è una pettegola di prima categoria, ma se fai solo finta di ascoltarla va tutto bene, non è proprio male, diciamo che è ossessionante, infine Mike, è un bravo ragazzo, certo se la smettesse di spogliarmi con gli occhi mi sarebbe pure simpatico, però non si può ottenere tutto dalla vita no? Inoltre chiamerò Jake, Leah, Seth e la sua dolce metà e gli altri del branco con rispettive compagne. Certo sarò costretta ad invitare anche Embry, però con lui ho messo le cose in chiaro dall'inizio, perciò sto tranquilla. Mio padre sarà felice di me.
Mi piacerebbe invitare Emmett, dovrei invitare anche la sua ragazza per educazione, ma poi anche i suoi fratelli. No, no, no, mi dispiace per lui, mi sta molto simpatico, ma non voglio strane situazioni, e poi i Cullen non parlano mai con nessuno, stanno sempre per i fatti loro, lasciamo le cose come stanno.
Esco da scuola e prendo il telefono per chiamare Jake.
"Pronto principessa." Che stupido.
"Quando la finirai di chiamarmi così?"
"Ma tesoro tu sei la mia principessa, vuoi che ti chiami my lady?" "No, no preferirei Bella, ma se proprio non puoi farne a meno di prendermi in giro allora principessa è più che sufficiente." Ridiamo entrambi.
"Che fai?"
"Sono appena uscita da scuola e ora vado in macchina per tornare a casa. Oggi pomeriggio hai da fare?"
"Mi stai facendo una proposta indecente?" Ridacchio della sua stupidità.
"Certo mio bel fusto altrimenti perché ti avrei chiamato?"
"Oh ma amore, se la metti così oggi pomeriggio sono libero e puoi far di me ciò che vuoi."
"Mmm era proprio ciò che volevo sentirmi dire. Ti aspetto dopo a casa, così mangiamo prima, poi resti a cena? Mio padre non c'è stasera, torna tardi."
"Ma certo, per fare ciò che ho in mente io i vuole molto tempo." Che stupido sicuramente appena arriverà ci ingozzeremo, poi per tutto il pomeriggio mi farò spiegare bene la situazione tra lui e Leah, infine come al solito dovrò fare la pizza e lo torta al cioccolato e poi mega partita alle certe di due ore. Se ci sentisse qualcuno potrebbe farsi strane idee...
"Stupido, ci vediamo tra un po'."
"Ciao."
Concludiamo così la nostra chiamata. Appena chiudo il telefono sento una specie di ringhio soffocato, alzo lo sguardo e a pochi metri da me c'è Edward Cullen che mi fissa come se fosse sofferente. Appena i nostri sguardi si incrociano ecco che le guance vanno in fiamme e il cuore mi vuole uscire dal petto. Oddio, distolgo subito lo sguardo non voglio esser presa per una delle tante che gli sbava dietro, anche se tecnicamente è così, ma questo nessuno lo sa.
Mi affretto ad andare verso la macchina, ma sento ancora il suo sguardo addosso, dovrei esserne terrorizzata, invece mi sento lusingata. Bella non farti illusioni, lui è troppo per te.
In breve, e con le guance ancora in fiamme arrivo a casa e cerco di regolarizzare il battito. Poco dopo sento il campanello suonare e appena apro mi trovo un Jake sorridente davanti.
Ci abbracciamo e mi da un bacio sulla guancia mentre lo facci accomodare in cucina.
"Allora per cena ci raggiungono anche Leah e Seth che è senza la sua metà perciò è molto triste. Aveva degli impegni di famiglia, perciò Seth pretende tre mega torte al cioccolato solo per lui perché è in carenza di affetto." Detto questo iniziamo il nostro pomeriggio tra migliori amici, proprio come ai vecchi tempi.



Ragazze scusate se non ho postato ieri, ma ho avuto un contrattempo dell'ultimo minuto e non ci sono proprio riuscita. Allora che ne dite? Mi pare che qualcuno abbia origliato una telefonata e potrebbe essersi fatto idee sbagliate. Ditemi cosa ne pensate, a domani, buon sabato sera.
Bacio Mary.


Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà della Meyer.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


capitolo 13





POV EDWARD

Purtroppo questa giornata di scuola è finita. Perché purtroppo? Semplice perché solo qui a scuola posso vedere, o meglio spiare, quell'angelo che è diventata la mia ossessione. Non sono neanche riuscito a sapere cosa pensa di me. Ma una cosa l'ho capita, crede che Emmett non ha tutte le rotelle a posto. Ci credo quale fratello va a dire alla ragazza che  ti piace che trova suo fratello sexy? Sicuramente se la scorsa settimana ha cambiato orario questa volta non mi guarderà neanche in faccia. Mio fratello mi ha distrutto.
"Eddy cosa ti prende?" Ecco Rose, in questi giorni è cambiata radicalmente, certo invidia ancora Bella per la sua umanità, ma è molto curiosa di lei.
"Chiedilo a tuo marito." Sospiro scompigliando ancora di più i miei capelli.
"Cosa ha combinato questa volta quello scimmione?"
"Semplice, cercava di farmi un favore con Bella elogiandomi e poi se ne esce con non trovi che mio fratello sia sexy? Ora oltre a pensare che Emmett ha un debole per me, ci prenderà per pervertiti." Sbuffo sonoramente.
"Ma quello è proprio stupido, aspetta che me lo ritrovi sotto le mani e poi vedremo se ha ancora voglia di dire queste cose." E' proprio arrabbiata e dalle immagini mentali mi dispiace per Emmett.
"Ehi fratellino nonnino noiosino che ti prende? Ciao fiorellino mia, sei sempre più bella." Dice a mia sorella immaginandosela nuda, che orrore.
"TU! Idiota!" Emmett deglutisce.
"Io? Cosa ho fatto luce dei miei occhi?" Chiede con uno sguardo da cucciolo, ma quello sguardo incanta solo me, non sua moglie.
"Cosa ti è passato per il cervello? Vai dicendo in giro che trovi sexy tuo fratello? Già tutti ci considerano strani, poi tu te ne esci con queste sparate del cavolo. Sai che così hai solamente aumentato i pettegolezzi su di noi ed hai messo in ridicolo te e  tuo fratello?"
"Ma amore io volevo solo elogiarlo agli occhi di Bellina."
"Penso che tu abbia fatto abbastanza danni. Ora puoi smetterla di cercare di aiutare tuo fratello." Brava Rose, sei il mio mito.
"Ehi ragazzi che succede? Vi sento nervosi, mentre Emmett è molto arrabbiato."
"Jazzino, Rose ha fatto una lavata di capo a suo marito per le cose che ha detto oggi a Bella su Edward. Spero che ora Eddy abbia capito che deve chiedere aiuto a chi se ne intende. Inoltre, sbaglio o mi devi un favore fratellino?" Mi chiede maliziosa Alice, ha ragione in fondo è grazie a lei che ho potuto passare un'ora con il mio angelo. Cioè lei leggeva e io la spiavo di nascosto, però è stata la migliore ora della mia esistenza, sono anche riuscito a farle una foto, così potrò guardarla sempre.
Sorrido come un ebete, mentre Jasper ed Emmett rabbrividiscono per la mia faccia.
"Hai ragione Alice, grazie." Le scocco un sonoro bacio sulla guancia.
"Non mi riferivo ad un grazie e ad un bacio sulla guancia." Oh oh.
"Sabato mi accompagnerai a fare shopping." Esulta felice mentre il mio umore scende sotto terra e Jazz mi mette una mano sulla spalla, ma non ho capito se è per rendermi più tranquillo o in segno di compassione.
"Jazzino, non fare così, verrai anche tu." Ecco era compassione perché ora mi sta praticamente stritolando la spalla. Me la lascerà?
"Jazz, hai intenzione di rompermi la spalla?" Mi fulmina con lo sguardo.
"E' tutta colpa tua, se ti fossi mostrato più allegro lei non l'avrebbe chiesto anche a me. Sai cosa ci aspetta? Una giornata sana di shopping. Entreremo in tutti i negozi, comprerà di tutto, ci farà fare infinite volte sotto e sopra dai negozi alle macchine per posare i suoi acquisti, le dovremo fare da manichini, e poi si lamenterà perché noi non siamo felici come lei. Io dopo lo shopping mi sento distrutto, e sai che è improbabile per un vampiro." Come se io non lo sapessi, e poi cosa vuole? Lui se l'è sposata, dovrebbe essere sempre felice di assecondare le sue pazzie e di accompagnarla a fare shopping e poi quando si sono sposati si sono detti nella buona e nella cattiva sorte, io cosa centro? Lo fulmino con gli occhi e mi lascia la spalla.
"Ovviamente verrà anche Emm con noi." Esordisce Rose mentre la faccia di mio fratello diventa scura, ecco sembriamo tre uomini che devono andare al patibolo, altro che tre sadici vampiri assetati di sangue.
Un odore, il suo odore, mi volto di scatto e la vedo che esce da scuola bella come la luna, anzi più bella. La guardo con venerazione e i miei fratelli iniziano a ridacchiare.
E' bellissima. Ogni volta che la vedo è più bella.
"Fratello controlla le tue emozioni mi stai facendo esplodere." Ride l'empatico, ma fatti i fatti tuoi, hai questo potere e tieniti questa croce, io mica ti chiedo di non pensare?
Gli ringhio contro e loro ridono di più.
Ad un tratto estrae il telefonino per fare una chiamata, come vorrei il suo numero. Mi preparo per ascoltare la conversazione, non è educato lo so, ma dato che non posso accedere ai suoi pensieri mi tocca origliare. Per fortuna che con il mio udito posso ascoltare tutta la conversazione.
"Pronto principessa." E' un ragazzo, come si permette di chiamarla così? Chi è? Cosa rappresenta per lei?
"Quando la finirai di chiamarmi così?"  Che voce soave, brava non dare confidenza.
"Ma tesoro tu sei la mia principessa, vuoi che ti chiami my lady?" Ancora? Ma chi si crede di essere? Vuole vivere ancora?
"No, no preferirei Bella, ma se proprio non puoi farne a meno di prendermi in giro allora principessa è più che sufficiente." Ridono entrambi, no mio angelo, non dirmi che ti piace essere chiamata principessa da lui? Io ti tratterei come una principessa.
"Che fai?" Le chiede l'essere dalla brutta voce. Si la sua voce è orrenda. Ma cos'è questo nodo allo stomaco?
"Sono appena uscita da scuola e ora vado in macchina per tornare a casa. Oggi pomeriggio hai da fare?"  Ho capito male? Gli sta chiedendo per caso un appuntamento? Ma non poteva chiedere a me se avevo da fare? Le avrei detto subito che sarei andato dove voleva lei, anche a fare shopping. Per favore, no.
"Mi stai facendo una proposta indecente?" Lei ridacchia, perché ride? E' veramente questa la sua intenzione? No, non è possibile, la mia bella è una ragazza dolce e pura, non farebbe mai una cosa del genere. Quelle parole mi hanno dato molto fastidio, troppo. Scopro lentamente i denti, mentre Emm mi da uno scappellotto per farmi riprendere. Tutti gli altri mi fulminano, sono stato uno stupido, per fortuna non mi ha visto nessuno.
"Certo mio bel fusto altrimenti perché ti avrei chiamato?" Co-co-cosa? Co-come l'ha chiamato? Allora l'ha chiamata veramente per quello. Che stupido che sono, in fondo lei è umana ed è una ragazzina con gli ormoni impazziti, mentre io sono solo il mostro che ha perso la testa per lei.
"Oh ma amore, se la metti così oggi pomeriggio sono libero e puoi far di me ciò che vuoi."  Deglutisco a vuoto, mentre immagino lei che viene soddisfatta da un ragazzo ed io invece muoio di dolore.
"Mmm era proprio ciò che volevo sentirmi dire. Ti aspetto dopo a casa, così mangiamo prima, poi resti a cena? Mio padre non c'è stasera, torna tardi." Deglutisco a vuoto, lei non lo sa ma ha appena spezzato il mio cuore morto.
"Ma certo, per fare ciò che ho in mente io i vuole molto tempo." 
"Stupido, ci vediamo tra un po'."
"Ciao." Chiude la chiamata e un ringhio mi muore in gola, però forse lei l'ha sentito, oppure si sentiva osservata perché subito il suo sguardo si incrocia con il mio ed io mi perdo in quel mare di cioccolato. Le sue guance diventano rosse e il suo cuore aumenta i battiti, ma è solo per ribrezzo probabilmente. La vedo andare via di corsa. Mi sento morire di nuovo. Sono fermo nel parcheggio, sono impietrito. Sento i miei fratelli che mi chiamano, mi scrollano, ma non mi muovo.
Sono sul divano della mia camera, non so come ci sono arrivato, tutti sono al mio fianco che cercano di parlarmi, ma io mi sento vuoto, morto. Ho capito però ho capito che mi sono follemente innamorato di lei e che non potrò mai amare nessun'altra, non voglio amare nessun'altra. Voglio solo lei, però lei ha già un altro. Tutti mi chiamano, poi alla fine mi arriva uno schiaffo forte in viso che mi fa riprendere. Mi meraviglio, è stata Alice, non ha mai fatto una cosa del genere, tutti la guardiamo sorpresi.
"Basta Edward devi reagire."
"Lei ha un altro."
"Smettila, da quel poco che ho notato di Bella è una ragazza seria e dolce, probabilmente era un amico con cui scherzava, in fondo non sappiamo nulla del loro reale rapporto. Possiamo anche aver frainteso una chiamata, probabilmente per loro è un modo di scherzare. Ma non credo che Bella sia quel genere di persona." Mi urla contro.
"E' vero Edward, oggi quando parlavo con lei di te è arrossita perché le ho chiesto cosa pensa di te, ed è arrossita quando mi ha detto che Rose ed Alice sono molto belle. Come mi spieghi il fatto che non vi era una punta di malizia nella voce di Bella e di quel ragazzo, e che non è arrossita neanche una volta? Invece poi quando si è voltata a guardarti è diventata bordeaux e il suo cuore ha accelerato i battiti." Forse...
"Perché mi odia e perché ha paura."
"Tu sei un idiota che non capisce nulla di donne. Allora domani io ho di nuovo lezione con lei e le dirò che casualmente ho ascoltato la conversazione e le chiederò se è il fidanzato." Dice Emm, si può fare ma non tanto mi fido di Emmett.
"Non lo so." Dico sospirando.
"Ed secondo me l'orso questa volta ha avuto una buona idea." Se lo dice anche Jasper.
"Figliolo io conosco Bella un po' più di voi, per il volontariato, e da ragione ai tuoi fratelli, è una ragazza troppo timida e buona per credere veramente a quella conversazione." Ci si mette anche mio padre, non mi resta che annuire con il capo verso Emmett.
Ho passato il resto del pomeriggio e parte della sera in camera mia ad ascoltare un po' di musica e a pensare a lei, a quella conversazione, spero che i miei fratelli abbiano ragione. Ti prego Bella, amore mio, io ti amo da impazzire.
Mi alzo di scatto e salto dalla finestra della mia camera. Direzione casa Swan.
Entro dalla finestra della sua camera e la trovo lì che dorme beatamente con un sorriso in faccia, mi avvicino e mi piego sulle gambe fino a trovarmi con il viso all'altezza del suo. Le scosto una ciocca di capelli dal viso, come è bella.
"Sei bellissima amore mio." Le sussurro dolcemente e il suo sorriso si accentua inconsapevolmente.
"Edward..." Un sussurro, il mio nome dalle sue labbra. Parla nel sonno, credevo mi avesse scoperto. Che bello sentire il mio nome pronunciato da quelle labbra rosse come il peccato.
"Edward sei bellissimo." Sorridiamo insieme. Sono felice.
Le poso un bacio leggero sulla fronte. Mi sognava ed era felice. Con una rinnovata speranza mi avvio verso casa per iniziare un nuovo giorno.
Speriamo vada tutto bene.


Allora ragazzi ecco qui il nuovo capitolo, spero che vi piaccia. Domani sera ovviamente posto il prossimo. Grazie di cuore a tutti. Un bacio e buona serata, Mary

Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà della Meyer.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


capitolo 14





POV BELLA

Che bella giornata ieri, mi sono divertita molto con Jake, Leah e Seth. Allora facendo il punto della situazione i primi due si odiavano a morte, almeno è così che dicevano loro, mentre tutti noi eravamo convinti che si amassero alla follia. Si facevano sempre dispetti ed entrambi erano dei farfalloni. Jake è sempre stato un bel ragazzo e si è approfittato del fatto di piacere alle ragazze, il suo motto era "perché accontentarmi di una quando tutte mi vogliono?" ed infatti volava di fiore in fiore, ma si vedeva che quando vedeva Leah insieme a Sam soffriva molto, perciò diventava sempre più scontroso nei suoi confronti. Leah invece era fidanzata con Sam praticamente da sempre, dove c'era uno c'era l'altro, erano inseparabili fino a quando Sam non ebbe l'imprinting con Emily, la cugina di Leah. Lei era distrutta ma ben presto capì che non è stata colpa di Sam, lui la ama ancora ma all'imprinting non si sfugge. Così Leah, bellissima ragazza, iniziò anche lei a volare di fiore in fiore. Un giorno però era sulla spiaggia e pensava alla sua vita e a Jake, aveva capito di provare qualcosa di profondo per lui e quando lo vide sulla spiaggia che si baciava con una ragazza iniziò a tremare ed ebbe la prima trasformazione, Jake per fortuna si era accorto di tutto, lasciò la ragazza e inseguì Leah. La trovò in mezzo al bosco, la aiutò a trasformarsi di nuovo e le diede la sua maglia per coprirsi, appena i due si guardarono negli occhi capirono che non potevano più fare l'uno a meno dell'altro. Però devo dire che Jake e il romanticismo fatto a persona, infatti la prima cosa che le disse fu: "Leah sei la ragazza più eccitante che abbia mai visto." Insomma non le ha detto di amarla,  no, sarebbe stato troppo sconvolgente per lui, le ha detto che è eccitante. Lei dal canto suo non fu da meno, gli mollò un sonoro pugno sul naso, per fortuna i licantropi guariscono in fretta. Però Jake rimase talmente scosso da quel gesto "carico d'amore" che appena il naso tornò a posto la strinse tra le braccia e le baciò con passione, passione alla quale Leah risposa strappandogli i pochi vestiti che aveva e da quel giorno non si sono più separati. Si amano alla follia, ma diciamo che il romanticismo non è il loro forte, anzi non sanno neanche cosa sia. Mente Seth è un altro paio di maniche, è così dolce e romantico, riempie la sua ragazza di regali, di rose e di frasi romantiche. Paul lo prende in giro dicendo che è una donna mancata ma per lui è un complimento perché la sua Ashley è felicissima di tutto ciò. Ah l'amore, quante versioni ne esistono. Chissà se anche io troverò un uomo che mi amerà alla follia. Subito mi viene in mente Edward, meglio scacciare quel pensiero, lui è troppo bello e perfetto per una come me.
"BELLA!" Oddio che cosa ho fatto? Perché papà urla in questo modo? Entra in camera mia sbattendo la porta.
"Sono le 7:40 cosa fai ancora a letto? Non dovresti essere già pronta per andare a scuola?" Oh cavolo ho passato troppo tempo a perdermi nei ricordi della serata di ieri. Mi alzo di scatto e le lenzuola, che mi si attorcigliano tra le gambe mi fanno cadere dal letto, dopo qualche livido mi rialzo corro in bagno, ma prima di arrivarci sbatto contro il comodino e poi contro la porta. Mio padre si piega in due per le risate.
"Molto divertente." Sibilo a denti stretti.
"Amore preferirei che a scuola ci arrivassi tutta intera." E giù con altre risate. Non gli rispondo neanche farebbe solo aumentare le risate. Corro sotto la doccia e mi rilasso sotto il getto bollente.
"BELLA! Sono quasi le 8." Per la miseria, mi sono rilassata troppo, esco di fretta dala doccia, mi asciugo grossolanamente e mi vesto in fretta, per fortuna gli abiti e lo zaino li ho preparati ieri sera. Corro di sotto neanche il tempo di prendere qualcosa per fare colazione vado in garage ed entro in macchina.
"Non correre." Faccio un cenno a mio padre, come può chiedermi di non correre se sono in ritardo atroce? Sfreccio come un fulmine per le strade e arrivo a scuola in cinque minuti sgommando. Tutti si girano verso di me, questa volta me la sono proprio cercata, non mi hanno mai vista correre come una pazza, per fortuna guido molto bene e la velocità non mi fa paura. Esco dalla macchina, diciamo che sono arrivata in tempo nel parcheggio c'è ancora qualcuno non deve essere molto tardi, guardo l'orologio, 8:25 è già suonata da dieci minuti. Prima ora letteratura, il professore è tranquillo non credo mi farà tante storie, in fondo è la prima volta che capita ed inoltre mi sono rivelata una studentessa modello. Corro in aula e mi ricordo che ci sarà anche Emmett, speriamo non faccia discorsi imbarazzanti. Busso e la voce del professore mi dice di entrare.
"Signorina Swan credevo che non venisse oggi." Divento rossa e opto per una mezza verità.
"Mi scusi ma non ho sentito la sveglia stamattina." Mi rivolge un sorriso dolce, forse ha apprezzato il fatto che non abbia inventato una scusa patetica, invece Emmett ride sguaiatamente e lo fulmino con lo sguardo.
"Non si preoccupi signorina, a volte può accadere, si accomodi al suo posto ancora non inizio la lezione."
"Grazie e mi scusi ancora, non si ripeterà più." Rossa in viso mi dirigo al mio banco e lancio uno sguardo gelido ad Emmett che al contrario ride ancora di più. La lezione inizia ma dopo pochi minuti il professore è chiamato in presidenza e ci lascia soli.
"Allora Bellina, sonno pesante? Oppure ieri hai fatto scintille?" Perché alza le sopracciglia ad intermittenza? Mi fa paura quando fa così.
"No, in realtà ero nel letto persa nei ricordi e non mi sono accorta che la sveglia era suonata e intanto il tempo passava."
"E sentiamo che ricordi? Sai ieri per caso ho sentito la tua telefonata con quel ragazzo e non credevo che tu facessi cose sconce con i ragazzi. Non pensavo che avessi un fidanzatino." Se possibile vorrei essere inghiottita dalla terra seduta stante. Non respiro più e quando il mio coloro torna ad essere normale riprendo a respirare.
"Stai bene?" Mi chiede premuroso, certo prima mi fa morire di vergogna e poi mi chiede se sto bene.
"Si."
"Allora il ragazzo di ieri?" E' proprio curioso, però è meglio fugare ogni dubbio, non voglio essere considerata come una facile, io che non sono mai uscita con un ragazzo.
"E' il mio migliore amico sin da piccoli. Scherziamo sempre così, io glielo dice sempre che se qualcuno sentisse le nostre conversazioni potrebbe fraintendere, però alla fine noi scherziamo, non mi è mai interessato nulla di ciò che pensano gli altri. Anzi diciamo che sono abituata ad essere sulla bocca di tutti. Inizialmente ero infastidita da questa cosa, persone che neanche ti conoscono si permettono di giudicare, ma alla fine ho capito che non mi interessa, anzi parlassero pure vuol dire che non hanno altro da fare e chi sono io per impedire questo divertimento? Comunque tornando al punto è il mio migliore amico, fidanzato con la mia migliore amica. Ed inoltre no, non c'è nessun fidanzatino come dici tu." Perché sorride a trentadue denti? E' inquietante vedere quel sorriso sul viso di Emmett.
"Emmy sei inquietante con quel sorriso. Sembri un drogato." E giù con altre risate. Ma che ha da ridere? Comunque mi sta troppo simpatico.
"No, no niente Bellina è solo che mi sei veramente simpatica. Anche noi non facciamo più caso ai pettegolezzi, oramai ci siamo abituati." Dice con una punta di sofferenza, non mi piace che sia triste.
"Dai Emmy non essere triste, non fa per te la tristezza, e poi se le gente parla di te vuol dire che è gelosa. Diciamo che per la gente sei nell'occhio del ciclone, ciò perché ti invidia e vuole essere come te o al posto tuo. In fondo sei intelligente, simpatico, buono e sei un bel ragazzo, ma dettaglio più importante la tua ragazza è una dea. Immagina in quanti vorrebbero essere come te ma non possono, devi esserne fiero." Uno sguardo di ammirazione si fa largo sul suo volto.
"Grazie Bella, mai nessuno mi aveva detto queste cose. Hai ragione io sono troppo sexy e poi la mia bambolina è bellissima ed è una bomba a..."
"Ho capito, ho capito, la tua vita sessuale non è tra i miei pensieri." Ride di nuovo, assurdo.
"Comunque vuoi dire che nella tua vita non c'è mai stato un ragazzo?"
"No, mai. Non sono mai uscita con un ragazzo, non ho mai baciato nessuno." Ora lo vedo molto curioso.
"Come mai? Sei una bellissima ragazza, sei dolce e buona, sei simpatica ed intelligente."
"Grazie Emm per tutte le bugie che mi hai detto ma mi fanno piacere ugualmente. Vedi io non la penso affatto come te, mi reputo intelligente si, studio tanto. Ma io credo nell'amore, in quell'amore puro, destabilizzante, folle. Voglio un ragazzo al mio fianco che mi ami alla follia, un ragazzo romantico, dolce e galante. Ma so che questo è impossibile, oggi ragazzi del genere non esistono, diciamo che sarei dovuta nascere nel secolo scorso per trovare un ragazzo del genere, oppure che un ragazzo del secolo scorso debba vivere ai giorni nostri. Ma ovviamente è impossibile." Scrollo le spalle in modo indifferente, mentre lui mi guarda con un sorriso che potrebbe offuscare il sole.
"Sai Bellina, credo che ti sbagli. Io penso che quel ragazzo esiste e ti ama alla follia, forse è solo timido, forse non si sente abbastanza per te."
"Non credo, anche perché un ragazzo del genere avrebbe miriadi di corteggiatrici ed io non avrei alcuna speranza."
"E sentiamo un po' se invece lui fosse veramente timido, ma diciamo che ha paura di non essere accettato da te per quello che è tu che faresti?" Domanda interessante, anche io voglio essere accettata per quella che sono perciò la risposta è molto facile.
"Emmett se questo ragazzo esistesse veramente, se io l'amassi alla follia e lui mi amasse alla follia, lo amerei anche se mi rivelasse di avere i piedi palmati o venisse da un altro pianeta. Semplicemente lo accetterei per ciò che è, perché ricorda non ci si innamora dell'apparenza ma ci si innamora di ciò che si ha dentro." Sembra soddisfatto della mia risposta.
"Sei molto profonda Bella. Ma se lui fosse un mostro?"
"Emmett mostro è colui che fa del male volontariamente. Mostro è colui che picchia sua moglie tornando a casa ubriaco, mostro è colui che abusa con forza di una donna, mostro è colui che abbandona suo figlio appena nato, mostro è colui che uccide per divertimento esseri innocenti."
"Sembra che tu abbia avuto modo di conoscere creature strane." Mi guarda come se volesse capire qualcosa. Sto pensando ai miei amici di LaPush, altri al posto mio sarebbero scappati a gambe levate appena scoperto il loro segreti, li avrebbero definiti mostri ma per me non è così.
"Diciamo che ho conoscenze particolari."
"Comunque tornando a te, sai mio fratello Eddy la pensa come te sull'amore. E' un romanticone, suona anche il pianoforte, poi è intelligente e sembra che venga dallo scorso secolo." Rido, magari potessi anche solo parlarci una volta con lui e poi divento subito rossa.
"Perché sei diventata rossa? Ti piace mio fratello? E' un buon partito, siamo anche molto ricchi, ma so che a te non interessa questo."
"Hai ragione non mi interessa, comunque Emm la smetti di volermi accasare con tuo fratello? La prima volta che ci siamo visti mi ha gelato con lo sguardo..." Sgrano gli occhi per ciò che ho detto e subito me ne pento.
"Scusa Emmett non volevo essere offensiva in alcun modo, mi dispiace."
"Oh ma non preoccuparti. Comunque ti andrebbe di..." Non fa in tempo a concludere che il professore rientra e riprende la lezione. Anche quando suona la campanella non riprendiamo il discorso di prima, ma ridendo usciamo insieme dall'aula però lì mi blocco. Quel dio greco è appoggiato alla parete di fronte e appena mi vede i nostri sguardi si incontrano e ovviamente divento più rossa di un pomodoro e il cuore sembra uscirmi dal petto. Sono pietrificata.
"Ehi fratellino che piacere vederti." Emmett è ancora vicino a me e intanto Edward si avvicina a noi.
"Emmett io vado ho Scienze." Mi guarda con un sorrisone in volto.
"Dai anche noi andiamo da quella parte, facciamo la strada insieme." Ed ora che dico?
"Ehi Bella, vieni a Scienze?" Santo Mike Newton da Forks, per una volta serve a qualcosa, annuisco.
"Ciao Emmett, buona giornata." Che faccio saluto anche lui? Non lo so, ma lui mi toglie il dubbio.
"Ciao." Una voce calda, melodiosa, sublime e il sorriso che mi rivolge. Sa che quel sorriso potrebbe causare la morte di qualcuno? Divento ancora più rossa e balbetto un ciao veloce. Mi giro e la risata di Emmett tuona per tutto il corridoio.
Mike mi parla ma io non lo ascolto.
Ho capito una cosa, per me l'amore ha un nome ed un cognome: Edward Cullen.



Allora buongiorno ragazze, dovevo postare ieri sera, ma c'è stato un calo di corrente in tutta la strada e siamo state senza luce "solo" per cinque ore, immaginate voi, stavamo con le candele, poi quando è tornata era circa l'una di notte e non mi andava di mettermi a scrivere. Allora, diciamo che la conversazione con Emmett è stata molto interessante per qualcuno che la "sentiva" senza però esser visto. Spero che il capitolo vi piaccia, a domani e buona giornata.
Bacio Mary.

Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà della Meyer.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


capitolo 15





POV EDWARD

Sono felice. La la la la la laaaaaaaa. Sono felice, è solo il suo migliore amico ed è pure fidanzato. Lei non ha mai amato nessuno. Allora ricapitoliamo, non è mai uscita con un ragazzo, non ha mai baciato nessuno, non è mai uscita con nessuno, è romantica, le piacciono i classici, vuole un uomo che la rispetti, galante, insomma un uomo antico e io sono antico. Sono del secolo scorso ed anche lei ha ammesso che doveva nascere nello scorso secolo. Tutto risolto, non ci sono ostacoli tra di noi. Ah forse uno si, io sono un vampiro e appena lo saprà scapperà via, però le parole che ha detto ad Emmett sulle stranezze mi danno da pensare, chissà a cosa si riferiva. Forse ha conosciuto altri vampiri? Oh no, no, no. Se così fosse ora non sarebbe qui, perché oltre a noi e ai Denali non ci sono altri vampiri vegetariani. Ma allora non mi spiego come faccia a non avere paura di Emmett, diciamo che lui mette paura anche solo con la sua presenza, invece lei ci ride e scherza tranquillamente, forse non si rende conto del pericolo.
Altro problema che c'è tra di noi è la mia imbranataggine che risorge appena la vedo, anzi appena penso a lei. Devo cercare di darmi un po' di compostezza altrimenti non la conoscerò mai, figurarsi chiederle un appuntamento. Se magari accettasse di uscire con me. Comunque ho deciso, aspetterò Emmett fuori dalla sua aula, stamattina non ho potuto vederla e voglio bearmi della sua bellezza. Ecco mi avvio verso l'aula di letteratura e pochi secondi dopo gli studenti iniziano ad uscire, mio fratello sa che sono qui e non si risparmi in battutine.
"Fratello Bella è perfetta per te. Tu sei antico e anche a lei piacciono le cose antiche. Ahahah, vi siete trovati. Ma dimmi un po' che ci fai lì fuori? Vuoi vedere la tua amata?" Ringhio impercettibilmente ma so che lui mi ha sentito.
"Non sei divertente, pensavo che non sarebbe venuta oggi, ma essendo arrivata in ritardo non ho potuta vederla nel parcheggio così sono qui." Sibilo in modo tale che solo lui mi possa sentire.
"Sei malato fratello. Voglio vedere se spiccicherai parola."
"Fratellino lascia perdere ciò che dice l'orso e mi raccomando fatti onore con la mia futura migliore amica. Non fare la solita figura dell'imbecille."
Grazie Alice tu si che sai confortare qualcuno. Ma che famiglia mi ritrovo?
Eccola che esce, splendida come il sole e bella come la luna. E' un miraggio, una dea, una visione. Resto imbambolato a fissarla mentre mio fratello ride sguaiatamente e mi prende in giro mentalmente. Lei appena mi vede diventa rossa e il cuore inizia a battere all'impazzata. E' dolcissima, quanto vorrei che queste reazioni fossero dettate dalla mia presenza, mi illudo di questa cosa, ma lei è così perfetta, così bella, così tutto che mai si accorgerà di uno come me.
Emmett le chiede di fare la strada insieme speriamo che dica di si, dai di di si, per favore, quell'idiota di mio fratello neanche ci presenta. Stupido troglodita che esce dalle caverne. Purtroppo lei rifiuta, Emmett insiste ma poi quel viscido, quell'odioso, quello spocchioso di Mike Newton le chiede di andare in aula e lei va con lui. Lascia me per andare con lui, ha preferito lui a me. Lui è umano, è caldo, è vivo. Io sono un mostro, sono freddo, sono morto. Non so cosa mi prende ma voglio sentire la sua voce diretta a me e solo a me.
"Ciao." E le sorrido dolcemente. Lei aumenta i battiti e le guance diventato più rosse di un semaforo, che bella.
"C-ci-ciao." Che coro di campane che è la sua voce.
Resto impalato fino a che non la vedo sparire. Emmett mi da uno scossone per farmi riprendere.
"Wow wow wow fratellino, hai fatto passi da gigante le hai detto ciao e lei ti ha risposto. Mamma mia voi due siete avanti, di questo passo prima che vi direte una frase di senso compiuto l'anno scolastico sarà finito. Ahahah." Non gli do retta sono troppo felice.
Mi avvio verso la lezione, ed anche lì entro nella testa di Newton per osservarla. Certo odio i suoi pensieri sulla MIA Bella, ma non le toglie gli occhi di dosso così posso osservare tutte le sue impercettibili espressioni, posso cogliere tutto del suo volto.
Finalmente arriva la pausa pranzo, sicuramente non ci sarà, perciò mi dirigo subito in biblioteca, Alice avrà visto la mia decisione. Arrivo in biblioteca e mi piazzo nello stesso punto in cui ero l'altra volta e aspetto. Ma perché non arriva? Dovrebbe essere già qui. La vibrazione mi avvisa che mi è arrivato un messaggio, lo leggo ed Alice mi dice di andare subito in mensa. Faccio come mi dice, deve essere qualcosa di importante se ha mi ha interrotto. Mi accerto che non ci sia nessuno ed in pochi secondi arrivo alla porta della mensa. La apro e il suo profumo mi avvolge. E' qui, ecco perché non arrivava. Grazie Alice. Vado a fare la fila per il pranzo e lei è tre persone avanti a me. Il suo vassoio è molto povero? Non dovrebbe mangiare di più? Perché non prende qualcos'altro? Le fa bene una semplice insalata, una mela e una bottiglietta d'acqua? Inizio ad agitarmi e Jasper mi invia una nuvola di calma.
"Tranquillo forse non ha molta fame, e poi con la roba che cucinano qui chi avrebbe fame? Che puzza." Forse Jasper ha ragione.
Ecco è arrivata alla cassa e sta per pagare, quanto vorrei essere con lei e pagare io il suo pranzo.
"Sono 4 dollari." Le dice la cassiera.
"Ecco a lei." Non è un po' pericoloso andare in giro con tutti quei soldi? La cassiera e gli studenti dopo di lei la guardano pieni di invidia. Si sa che sua madre è molto ricca, ma cavolo cosa c'è di male a pagare con una banconota da 100? Certo forse in una mensa scolastica è un po' strano. Iniziano ad infastidirmi i pensieri i pensieri gelosi degli altri e anche della cassiera.
"Mi dispiace non ho da cambiare quella banconota." Le sputa come una vipera la cassiera e lei si imbarazza.
"Mi dispiace ma ho solo altre banconote di questo taglio." Inizia a torturarsi il labbro con i denti, è in difficoltà.
"Allora dovrà lasciare tutto." Cosa? Ma è impazzita?
"Come?"
"Deve lasciare il pranzo." Ma come si permette, ora intervengo io e vediamo se dopo che avrà visto i miei canini parlerà ancora.
"Signora non credo che per 4 dollari è necessario fare tutta questa storia." Intervengo nella discussione, nessuno può trattare il mio angelo così. Le mi fissa e mi sorride impercettibilmente. Sorride, a me ed io non posso far altro che ricambiare.
"Grazie." Mi sussurra diventando rossa, poi si rivolge nuovamente alla cassiera.
"Mi dispiace aver creato questo disagio, facciamo così, userà i miei soldi per tutti gli studenti che mi seguono fino a che non avrà raggiunto la somma della mia banconota. Così andrà tutto bene."
"Senta signorina, noi qui non siamo ricchi come lei e non vogliamo la sua elemosina." La mia piccolina si irrigidisce, lei voleva fare una cosa giusta ma la cassiera non era della stessa opinione.
"Signora non credo che la signorina abbia voluto intendere questo."
"Tu Cullen non intrometterti, voi ricchi siete tutti uguali." E no eh.
"Basta. Mi ha stancato signora, non volevo offendere nessuno con il mio gesto. Ed ora si tenga il pranzo ne ho fatto a meno fino ad ora, credo che continuerò a farne a meno." E' una vera tigre. Poi si volta verso di me.
"Grazie." Detto questo lascia il vassoio vicino la cassa ed esce dalla mensa sbattendo la porta. Guardo la cassiera con uno sguardo glaciale e subito sento l'odore della sua paura.
"Lei deve fare il suo lavoro, non si permetta più di fare delle osservazioni simili se non vuole che il preside venga a sapere che i conti sono volutamente tutti inferiori rispetto al normale. Non gli piacerà sapere che lei si appropria della differenza." Gli dico glaciale mentre lei non riesce a muovere un muscolo. Adirato vado verso il mio tavolo, anche i miei fratelli sono indignati per l'accaduto infatti nessuno parla.
"Non ne posso più. Vado a casa, quella stupida umana mi ha fatto troppo innervosire. Rose andiamo, quella sciocca ha offeso la mia amica Bellina." L'orso e Rose si alzano e vanno via.
"Eddy hai fatto bene ad intervenire , sono sicura che l'ha apprezzato molto. Ora secondo me dovresti tornare a casa per riprenderti, sei troppo provato." Queste sono le parole di Alice e decido di seguire il suo consiglio.
"Vai penso io al permesso." Le do un bacio sulla guancia, saluto Jazz e vado verso il parcheggio. Appena mi avvicino al parcheggio noto che la macchina di Bella sta uscendo a tutta velocità. Noto delle gocce di cristallo sulle sue guance. Maledizione, quella stronza l'ha fatta piangere.
Amore mio non piangere. Ci vediamo stanotte.
Con questa promessa mi avvio verso casa, devo cacciare, sono troppo nervoso. 




Ciao ragazziiii, allora piaciuto? Non è completamente ironico, volevo mettere questa cosa della mensa, mi è capitata l'altro giorno alla mensa universitaria, avevo appena prelevato e mi hanno fatto lasciare il pranzo perché non avevano da cambiare 100 € eh si è proprio vero. Ma non c'era nessun Edward a difendermi. Ora vi lascio devo finire la presentazione di un report aziendale. Spero vi piaccia, a domani.
Un bacio Mary.

Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di S. Meyer.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


capitolo 16





POV BELLA

Ecco come rovinare una giornata stupenda. Ancora non ci posso credere a ciò che è accaduto in mensa. Ma perché mi ha trattato così? Non ho offeso nessuno mi pare, e tanto meno lei. Non sono venuta qui per farmi offendere perché non aveva da cambiare 100 dollari. Ma per la miseria, perché devono fare di tutta un erba un fascio? Non ostento la mia ricchezza e non vado in giro a vantarmene, ma soprattutto non ho mai offeso nessuno per questioni economiche e non.
Oddio ma perché non riesco a fermare le lacrime?
Dopo quell'episodio in mensa sono andata dritta in infermeria per fare un permesso. Ho finto un malore e sono tornata a casa. Sono sul letto con la testa sotto il cuscino nella speranza di calmare le lacrime e aspettando che si apra una voragine sotto di me per farmi inghiottire. Già sono sulla bocca di tutti perché sono la novità, perché la pecorella smarrita è tornata all'ovile, ora sarò ancora di più un buon pettegolezzo per tutti. Sapevo a cosa andavo incontro quando sono venuta qui, non mi resta che incassare il colpo.
"Bella tesoro, cosa è successo? Mi hanno chiamato dicendo che ti sei sentita male. Bambina che succede? Perché piangi? E perché tendi di soffocarti con il cuscino?" Che spiritoso.
"Papà non fare battute che non è il caso." Gli dico mentre tolgo la testa da sotto il cuscino.
"Oddio." Esclama.
"Che succede?" Gli chiedo preoccupata, forse la mia faccia ha preso la forma del cuscino. mi alzo per andare allo specchio a controllare. Ma...
"Ahahah bambina, dovevi vedere la tua faccia. Comunque lavati il viso che diciamo sei proprio impresentabile tesoro e giù c'è qualcuno per te. Ma prima voglio capire cosa è successo in mensa." Cosa? Chi c'è? Chi glielo ha detto?
"Sono l'ispettore ricorda, vengo a scoprire tutto. Comunque mi ha chiamato la signora Stanley, ovviamente la figlia le ha riferito l'accaduto."
"Brutta impicciona di Jessica, ma i fatti suoi no?" Mio padre inarca un sopracciglio aspettando una risposta. Sospiro e gli racconto tutto.
"Oh tesoro lasciala perdere, la donna che lavora alla cassa diciamo che non ha proprio tutte le rotelle a posto, tu non ti preoccupare non hai fatto e detto nulla di male. Ora sistemati e scendi."
"Ma chi c'è?"
"Angela Weber, è una cara ragazza." Si è vero.
"C'è anche Mike Newton." Mi oscuro in viso e faccio una faccia schifata e mio padre se la ride.
"Continua a ridere e per una settimana non ti preparo nulla." Ecco, gli uomini li metti al loro posto prendendoli per la gola.
"Non ridi più?" Mi avvicino minacciosa a lui che si sposta e se ne va.
"Mi domando ancora chi abbia più potere in questa casa. Anzi credo di non averlo mai avuto." Grugnisce.
Mi do una sistemata e vado dai miei ospiti che mi accolgono con un caloroso abbraccio, soprattutto Mike. Rabbrividisco.
Chiacchieriamo un po' ed anche loro sono d'accordo con mio padre e sembrano sinceri, almeno una consolazione.
Ci salutiamo dopo circa un'ora e appena chiudo la porta sento il telefono squillare.
"Casa Swan."
"Ehilà Bellina." Rido, questo ragazzo mi mette sempre di buon umore.
"Orso ciao." Ride sguaiatamente.
"Come stai? Oggi ho sentito cosa ha detto quella strega, non te la prendere, non ha tutte le rotelle in testa." Sorrido.
"Grazie Emmett, mio padre mi ha detto la stessa cosa."
"Allora stai bene? Ho notato che sei andata via."
"Si, solo che mi sono sentita diversa oltre che umiliata e non volevo più stare a scuola ad alimentare ulteriori pettegolezzi."
"Ahahah Bellina, ma oggi mi hai detto che se sparlano su qualcuno vuol dire che invidiano quel qualcuno e ne devi essere orgogliosa, ti rimangi  le tue stesse parole?"
"No Emmett, no. Però non mi va di essere catalogata come la riccona che crede di poter avere e fare tutto, non sono così."
"Ma io lo so pasticcino." Come?
"Puoi ripetere Emmett?"
"Io lo so."
"No, il modo in cui mi hai chiamata."
"Ah quello, pasticcino. Non ti piace? Chiamo anche mio fratello Eddino così, ma lui è noioso e si arrabbia." Edward, al solo sentire il suo nome arrossisco. Poi oggi è venuto anche in mio aiuto. No Bella non fantasticare, l'ha fatto solo per gentilezza.
"Bella? Bella, ci sei?"
"Eh? Si scusa Emmett."
"Appena ho nominato mio fratello ti sei ammutolita come mai?"
"Non è vero, comunque a me piace pasticcino. I pasticcini sono dolci ed io sono molto golosa."
"Ahahah tu si che capisci l'arte dei nomignoli, no come il vecchietto." Dai Bella coraggio e digli ciò che gli devi dire.
"Emmett a proposito del tuo fratello noioso." Forse dovevo chiamarlo Edward? Ma non ero sicura di pronunciarlo senza balbettare.
"Si? Vuoi il suo numero di telefono? Una sua foto? Anche nudo se vuoi." Sono diventata bordeaux e mi è sembrato di sentire una specie di ringhio ed un tonfo.
"No, no, niente numero o foto. Niente di tutto ciò. Volevo solo che lo ringraziassi nuovamente da parte mia per oggi."
"Oh ma è qui con me, ringrazialo di persona, te lo passo." Coooosa? No, no, no.
"No Emmett ringrazialo tu. Io sto andando via. Ci vediamo e grazie per aver chiamato. Ciao." Chiudo senza dargli tempo di rispondere, sono stata maleducata, ma sicuramente sarei svenuta se avessi parlato con Edward. Mi giro perché sento un rumore.
"Perché sei tutta rossa?"
"Io? Non sono rossa." Mi guarda con fare sospettoso.
"Perché menti?"
"Papà non fare il poliziotto con me, non attacca." Si liscia i baffi.
"Ci sono ti piace il piccolo Cullen, perciò hai risposto così al fratello e sei diventata rossa. Ti ho scoperta." Se possibile divento ancora più rossa per poi sbiancare di colpo.
"Non è vero." Vado verso la cucina per preparare la cena.
"Tesoro l'amore è una cosa meravigliosa."
"Si ma la mia è una situazione difficile, l'hai dimenticato? E poi lui è così bello, così intelligente, così dolce, così perfetto, così..."
"Scusa ma poco fa non avevi detto che non ti piace? Ci credo te ne sei innamorata." Per la miseria, ho fatto il suo gioco. Lo guardo furente e alza le mani in segno di resa.
"Solo una cosa amore mio, non farti fermare dal tuo titolo, e poi l'amore non conosce ostacoli. Non fare lo stesso errore che ho fatto io." Si perde nei ricordi, si riferisce alla mamma.
"Comunque questa sera andiamo a cena fuori. Domani compi diciotto anni e farai una cena qui, me ne ha parlato Billy che a lui l'ha detto Jake. Così poi aspettiamo la mezzanotte, brindiamo, ho comprato lo champagne per festeggiare amore e ti do il mio regalo. In tal modo domani sera festeggi con i tuoi amici e io vado da Billy, vi lascio soli." Il mio compleanno giusto, l'avevo dimenticato.
"Papà non è necessario che tu vada via."
"Tesoro bisogna lasciare spazio ai giovani e poi sei una brava ragazza non mi distruggerai casa. Chi hai invitato?"
"Tutti i ragazzi del branco e domani chiamo Angela, Jessica, Mike, Ben, Eric e Tyler. Domani non vado a scuola devo fare la spesa e preparare tutto."
"Emmett non lo inviti? E' stato molto carino a chiamarti e da ciò che ho capito ti è molto simpatico, poi il fratello..."
"Si domani chiamo anche Emmett, ma invito solo lui e la ragazza ovviamente, gli altri non li conosco e non so come la prenderebbero. Ho notato che tutti li evitano."
"Lascia perdere le male lingue, è solo gelosia. I Cullen sono una delle famiglie più rispettabili che conosca. Carlisle lo conosci anche tu, hai visto che grande uomo è, e poi sua moglie è di una dolcezza infinita. Inoltre non dimentichiamo che hanno adottato cinque ragazzi bisognosi. Sono persone da ammirare, magari fossero tutti come Carlisle, Esme e la loro famiglia. I ragazzi uno più educato e rispettoso dell'altro. Mai un problema, mai un richiamo, mi fa piacere che frequenti persone così buone e altruiste." Sono colpita dalle parole di mio padre, si domani chiamo Emmett.
Passiamo una bella serata fuori, e a mezzanotte precise abbiamo stappato la bottiglia e mi ha riempita di baci e abbracci e ovviamente si è messo a piangere come una femminuccia dicendo che sono cresciuta, che presto lo abbandonerò, che presto non sarò l'unico uomo della sua vita. Tipico di mio padre.
"Tieni questo è per te." Mi da un pacco, è piccolo ma sono molto curiosa.
"Papà non dovevi."
"Tesoro sei la mia ragione di vita certo che dovevo." Lo guardo emozionata e gli scocco un bacio sulla guancia. Lo apro e resto incantata. Una collana bellissima, in oro bianco con un diamante come ciondolo, ovviamente non vistoso, sa che le cose appariscenti non fanno per me.
"E' bellissima papà. Grazie." Mi tuffa tra le sue braccia e poi sposto i capelli per metterla al collo.
Parliamo un altro pò e verso le due andiamo a dormire.
Chissà cosa accadrà domani.


Ciao ragazzi, un altro capitolo è terminato. Domani sarà un altro pov Bella, ci sarà il compleanno. Quando Charlie le ha detto che aveva visite pensavate fosse Edward eh? E invece no! Ahahah. Ci vorrà ancora qualche capitolo, ma non tanti state tranquille.
Spero che questo vi sia piaciuto e ringrazio tutte voi per gli innumerevoli complimenti che mi fate, spero di non deludervi con questo capitolo.
A domani, bacio Mary.

Questo personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di S. Meyer.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


capitolo 17





POV BELLA

Driiin. Driiin.
Odio il fastidioso suono della sveglia. Ma chi diavolo le ha inventate? Quelle cose sono armi contro i timpani e l'umore della gente. Secondo me sono degli esperimenti della Nasa per rincretinire la gente e renderla irascibile, oppure sono esperimenti segreti di qualche pazzoide che vuole studiare la spiche delle persone. Ma se lo trovo lo uccido con le mie mani.
"Bella. Svegliati tesoro, so che non devi andare a scuola, ma ricorda che hai un branco da sfamare stasera e ti conviene alzarti." Ma che simpatico il mio adorato paparino. Mi alzo fulminandolo con lo sguardo e lui se la ride.
"Ahahah, amore, ahahah, mi dispiace per te ma gli sguardi non uccidono. Per fortuna mia direi, altrimenti sarei già cenere." Non gli rispondo, sbuffo e gli passo accanto, ma subito torno indietro perché il cellulare ha preso a suonare. Mamma.
"Pronto." Rispondo con voce ancora impastata dal sonno.
"Piccolina auguriiiii." Ma come fa ad essere così energica già di prima mattina? Questi sono i segreti della vita.
"Grazie mamma." Rispondo priva di enfasi, anzi guardo ancora il mio letto caldo. Quasi quasi mi ci tuffo per un altro paio d'ore, ma mio padre è più veloce e toglie le coperte, ma così cado a terra provocando un dolore e sicuramente un livido al mio sedere.
"Cosa è stato? Ho sentito un elefante cadere." Grazie mamma, l'elefante ero io.
"No mamma l'elefante che cadeva a terra era solo papà. Sai dovresti vederlo, è ingrassato tantissimo. Secondo me non lo riconosceresti mai." Rido dentro di me. Tiè papà, beccati questa. Lui mi guarda con sguardo omicida.
"Veramente? Passamelo." Gli porgo il telefono ridendo a crepapelle.
"P-pronto?" Paura papino?
"Non è vero non sono diventato un elefante." Perché è sbiancato?
"Si mangia."
"Si le ho dato il regalo."
"Oggi non va a scuola perché deve preparare la festa di stasera. Ha invitato i ragazzi della Riserva ed alcuni compagni di scuola."
"Si, si è presa una cotta." Cosa? Come?
"Si un ragazzo che..." Gli strappo il telefono dalle mani. Infame.
"Mamma, non è vero. Papà voleva vendicarsi dello scherzo di prima." Ora è lui a ridere. Me la pagherai.
"Sicura? Altrimenti vengo lì e me lo fai conoscere." E' troppo felice.
"No mamma sono sicura."
"Ma appena ti innamorerai me lo dirai?"
"Si sarai la prima a saperlo." Contaci proprio.
Parliamo per circa mezz'ora, poi mi passa prima Phil e poi Claire per gli auguri e le solite raccomandazioni di rito ed infine esausta chiudo a chiamata. Ogni volta parlare con lei equivale a fare una giornata di pesi in palestra.
"Ti sei divertito?" Assottiglio lo sguardo mentre mi rivolgo a mio padre.
"E tu ti sei divertita a darmi dell'elefante?"
"Molto."
"Anche io. Dai preparati che giù qualcuno ti aspetta." Lo imploro con lo sguardo.
"Non è Newton, tranquilla. Ti piacerà come sorpresa. Anzi non credo più che sia una sorpresa." D'un tratto dei fulmini entrano in camera mia. Braccia bollenti mi stringono e mi fanno volare per la camera. Ridiamo insieme. Sono Jake, Leah, Seth e c'è anche Ashley.
"Auguriiiii." Urlano in coro.
"Grazie ragazzi. Mi preparo e andiamo a fare colazione."
"No mia cara, tu ti prepari. Gli sfaticati tornano a scuola, Ashley torna a casa perché deve badare a suo fratello stamattina e noi due andiamo a Port Angeles a fare la spesa. Dopo pranzo tornano tutti e tre qui e prepariamo tutto. Non ti lasciamo sola."Creiamo un abbraccio di gruppo e ringrazio tutti. Vado a prepararmi, intanto gli altri tre sono andati via e appena finisco con Leah mi dirigo in garage. Potrei prendere l'Aston. Si prendo quella è da molto che non la guido. Appena saliamo in auto accendo lo stereo e partiamo.
Arriviamo al centro commerciale e subito andiamo a fare colazione, poi mi convince a fare un breve giro di shopping e compriamo entrambe un vestito per stasera.
Bella Leah
"Oddio Leah, non ho mai usato un vestito tanto corto, sembrerò una stupida."
"No, sembrerai semplicemente una dea. Embry impazzirà stasera." Divento rossa, ma non per Embry, mi vergognerò a morte, e dato che ho intenzione di invitare anche TUTTI i Cullen, anche Lui mi vedrà così.
"Sei arrossita. Ti piace Embry?"
"No, gli ho già detto che l'uscita di domani non significa nulla. Siamo e resteremo solo amici. Non è il mio tipo."
"Fai bene, a te serve una persona romantica, dolce e galante, non un rozzo lupo." Ridiamo entrambe della battuta. Finito lo shopping ci dedichiamo alla spesa e ultimata anche quella torniamo nel parcheggio e carichiamo la macchina. Wow siamo riuscite a far entrare tutto. Entriamo in auto e partiamo.
"Perché hai i vetri oscurati? Anche il parabrezza."
"Mi scocciano i curiosi e poi il parabrezza e fatto in modo tale che solo chi e dall'altra parte non veda l'interno mentre noi da dentro vediamo tutto alla perfezione. Semplice e geniale e tiene lontano gli occhi curiosi." Ridiamo insieme. Per la strada abbiamo incrociato un enorme Jeep, sembrava che all'interno ci fossero tutti i fratelli Cullen, ma ho scacciato subito il pensiero. Sono troppo ossessionata da Lui e mi sembra di vederlo ovunque. Appena arriviamo a casa Jake e Seth sono già lì e ci aiutano.
"Hai invitato un esercito?"
"No un branco di lupi." Mi ricordo che devo avvisare i miei compagni di scuola così chiamo Angela e Jessica e dico loro di chiamare Ben, Mike, Tyler ed Eric. Bene non mi resta che chiamare Emmett e invitare loro. Il cuore mi batte all'impazzata. Ho il numero di casa, cioè ce l'ha mio padre e l'ho preso dalla sua agenda. Lo compongo. Le mani mi tremano, sudo e sono già rossa in viso. Chissà se mi risponderà lui. Chissà se accetterà l'invito. Chissà se verrà.
Uno squillo, due squilli, tre squilli, quattro squilli, cinque squilli, sei squilli. Al sesto chiuso, è buona educazione non far squillare il telefono più di sei volte. Riprovo tra un'ora.
Passiamo tutto il tempo a preparare. Iniziamo dagli antipasti.
Poi passiamo al primo, lì ci è voluta molta pazienza.
Preparo le penne con gamberi e zucchine, spero piaccia a tutti. Dopo il primo passiamo al secondo, questo l'ho lasciato a Leah perché io intanto preparo il dolce. Ma prima provo di nuovo a chiamare a casa Cullen. Sono le 17 dovrebbe esserci qualcuno. Di nuovo come prima, tremori, sudore, battito accelerato e rossore, ma come prima nessuna risposta. Mi arrendo, è andata così, pazienza. Subito il mio umore arriva sotto i piedi ma mi riprendo subito, è meglio così, sarebbe stato peggio se l'avessi invitato e non fosse venuto.
Spettacolare il modo in cui Leah ha sistemato i piatti da portata. Io ho finito il dolce, è nel forno. I ragazzi e Ashley hanno apparecchiato la tavola ed ora sono andati tutti via per prepararsi. Vado anche io, sono le 18:15 e alle 20 arriveranno gli ospiti. Faccio una doccia rilassante ed evito di pensare, perché altrimenti penserei a Lui. Finita la doccia mi avvolgo nell'asciugamano, e friziono i capelli. Vado in camera indosso l'intimo, nero di pizzo composto da cuolotte e reggiseno, infilo le calze e indosso l'abito. Mi trucco leggermente, torno in bagno ad asciugare i capelli e con il ferro ravvivo un pò i miei boccoli. Torno in camera, infilo le scarpe e mi specchio. Aveva ragione Leah sono carina anche se non mi ci vedo. Vado in cucina, tolgo il dolce dal forno e lo guarnisco.
Il mio dolce preferito. Torta al cioccolato, coperta di cioccolato bianco con fragole immerse nel cioccolato bianco e qualche spruzzo di cioccolato fondente. E' complicato da fare, ma ne vale la pena, è semplicemente divino.
Suonano il campanello, vado ad accogliere i miei ospiti e sono tutti i ragazzi della riserva.
"Auguri Bella." Gridano tutti in coro. Tutti mi abbracciano e mi riempiono di baci e pacchetti.
"Sei bellissima." Mi sussurra Embry ed io ovviamente arrossisco.
"Non vedo l'ora che arrivi domani."
"Sai che è una semplice uscita tra amici. Non vorrei che tu fraintendessi." Metto subito le mani davanti.
"Si, si tranquilla, la mia è una cotta passeggerà. Arriverà la donna che mi farà battere il cuore e che mi amerà con tutta se stessa, e arriverà anche per te." Lo abbracci di slancio. Suonano di nuovo la porta e Paul va ad aprire. Sono i miei compagni di scuola. Jessica ha la bava alla bocca. Eh si i miei lupi sono uno più bello dell'altro, ma a parte Embry e Jared, tutti sono fidanzati. Jessica fissa in modo insistente Jake. Oh oh.
"Ehi tu quando finirai di fissare il mio ragazzo?" Leah in versione gelosa è favolosa, poi con quel vestito è super. Jake subito le sorride e corre ad abbracciarla dandole un non proprio casto bacio.
"Ciao Bella, sei bellissima."
"Grazie Angela, anche tu stai molto bene." Mi volto e vedo che tutti i miei compagni di scuola, a parte Ben che guarda Angela con occhi da innamorato, mi stanno spogliando con gli occhi. Aiuto. Embry capisce e mi cinge la vita con un braccio, mentre Mike gli invia saette, ma lui se la ride e io mi rilasso. Faccio accomodare tutti e iniziamo la cena.
Dopo circa due ore abbiamo finito, manca solo il dolce. Tutti sono stati colpiti dalla mia cucina.
"E' stato tutto buonissimo, hai chiamato il catering?" Mi dice Jessica verde di invidia.
"No, non ha chiamato il catering. Abbiamo preparato tutto noi oggi. Bella è una cuoca eccezionale, ma le serviva una mano per preparare per tutta questa gente. Ma dovete vedere e assaggiare il dolce. E' spettacolare." Le risponde con ira Leah. Vado a prendere il dolce e tutti lo fissano ammirati. Modestie a parte sono molto brava a cucinare. Paul spegne la luce e Jake mi piazza una candela enorme al centro, tra le fragole, mi cantano gli auguri e poi mentre spengo la candela esprimo il mio desiderio, ovviamente rivolto a Lui, e soffio. Parte l'applauso e poi taglio la torta.
"E' super questa torta Bells." Mi dice Sam.
"E' vero devi farla la prossima volta che facciamo una festa alla Riserva, anzi da oggi ti nominiamo cuoca ufficiale del gruppo." Continua Paul.
"Dai ragazzi i regali." Grida Seth. Sono bordeaux, ho ricevuto tanti regali e ringrazio subito tutti. Prendo il primo e lo scarto, è un bracciale in oro bianco, semplice ed elegante, di Sam ed Emily. Poi una collana uguale, è favolosa, da parte di Leah e Jake, e ci sono anche gli orecchini da Seth e Ashley. Paul e Rachel mi hanno preso una borsa e una cinta, Quil E Clary un vestito, è blu corto, un tubino bellissimo, mentre Embry e Jared le scarpe. Un completo fantastico. Mentre i miei compagni di scuola mi hanno preso un profumo, molto dolce la fragranza, proprio come piace a me, sicuramente è opera di Angela.
"C'è un altro pacco." Dice maliziosa Leah. La guardo interrogativa, di chi sarà. Lo apro e subito divento bordeaux. Richiudo immediatamente sotto le lamentele di Jake.
"Tu non devi vedere niente, è da parte mia, di Emily e di Ashley. Una cosa tra ragazze." Le ringrazio e penso a dove poter nascondere quel baby doll blu di pizzo con perizoma per non farlo vedere a mio padre.
"Per la prima notte di fuoco." Mi sussurra maliziosa Emily, mentre io se potessi sprofonderei.
Dopo un'altra ora tutti iniziano ad andar via tranne Leah e Jake che restano ad aiutarmi, anche se gli dico che non è necessario, ma non mi danno retta. Finalmente posso togliere le scarpe, anzi no quelle sono trappole mortali. Poco dopo rientra mio padre.
"Wow ragazze, siete bellissime. Jake, hai cercato di spegnere i bollenti spiriti questa sera? Queste due avranno fatto morire tutti i ragazzi presenti." Dice mio padre, mentre noi ridiamo.
"Tranquillo vecchio ci ho pensato io. Le mie donne non le tocca nessuno." E così dicendo ci solleva entrambe per farci fare un giro in aria, mentre noi ridiamo.
"Ehi io non sono vecchio." Lo rimbecca mio padre.
"Si, si va bene." Finiamo di sistemare e intorno le due, dopo una bella tazza di cioccolata calda tornano a casa e io mi accoccolo sulle gambe di mio padre sul divano.
"Ti sei divertita?"
"Molto." Gli dico sbadigliando.
"Lui è venuto? L'hai invitato?" Ho capito a chi si riferisce.
"Ho chiamato due volta a casa loro ma non mi ha mai risposto nessuno. Perciò no, non è venuto."
"Mi dispiace." Intanto mi accarezza i capelli, ho sempre adorato le coccole di mio padre.
"Non fa niente, è meglio così. Se l'avessi invitato e non fosse venuto sarei stata peggio, così invece posso illudermi che avrebbe accettato." Mi posa un bacio sul capo.
"Ti amerà." Lo spero, ma non voglio illudermi.
"Ora andiamo a dormire. Domani non ti sveglio, oggi ti sei stancata molto. Ti meriti un po' di sano riposo."
"No grazie, vado a scuola, mi annoierei senza far nulla."
Gli poso un bacio sulla guancia e vado a dormire.


Allora ragazze vi posso parlare o mi linciate?
...
...
Dai lo sapevate che non vi avrei dato questa soddisfazione, però manca veramente poco e finalmente si conosceranno e...
Domani sera posto il pov Edward. Avviso già da oggi che domenica sera non posterò, causa esame lunedì e perciò sarò sui libri a studiare con un'ossessa dato che da grande genio che sono ho iniziato solo ieri a studiare. Vi aspetto con i commenti e ringrazio anche coloro che leggono solamente la storia.
Buona notte, un bacio,
Mary.

Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di S. Meyer.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


capitolo 18




POV EDWARD

Ieri come sono andato via da scuola e dopo aver visto la mia Bella in lacrime, sono corso a casa attraversando la foresta. Ho corso per tanto tempo, non sono andato neanche da lei durante la notte, ero troppo arrabbiato con quella che ha offeso e fatto piangere il mio dolce e bellissimo angelo. Ora mi preparo per andare a scuola. Stanotte non mi sono potuto beare della sua compagnia ma ho deciso che oggi a scuola, troverò un modo, ma mi farò avanti e mi presenterò a lei. Si, ho deciso.
"Bro sono felicissima, hai preso la decisione migliore. Anche io voglio conoscere la mia migliore amica. Non è giusto che Emmett sia suo amico ed io no." Ora mi sorge un dubbio.
"Alice, prima che Bella venisse a Forks hai detto che non saremo amici? E' ancora così?" Ho paura della sua risposta, devo saperlo. Lei mi sorride maliziosa.
"Sciocchino, tu non potrai mai esserle solo amico, come lei non potrà mai esserti solo amica. Voi sarete di più, molto di più. Certo ci saranno non pochi ostacoli e problemi, ma voi vi amate e vi amerete alla follia." Rido come un ebete. Sono troppo felice, io e lei insieme, noi. Ci amiamo e ci ameremo. Un attimo che significa?
"Cosa intendi Alice? Io sono..."
"Tu sei un vampiro e lei è quello che è. Ma il vostro amore è forte. Certo se tu fossi meno...ti ho detto un po' troppo, sbrigati." Non ho capito nulla, ma non fa niente. Sono al settimo cielo. Mi preparo in un attimo e subito sono vicino la mia auto ad aspettare gli altri.
"Sei felice Ed." Mi dice Jasper ed io annuisco.
"Idiota togliti quel sorriso e andiamo." Non riesco neanche a ricambiare la scortesia di Rose e lei lo capisce e mi sorride debolmente.
Arriviamo a scuola e usciamo dall'auto. Io fisso sempre il cancello, ma niente, lei non arriva. Forse è nuovamente in ritardo o è ancora giù per ciò che è successo ieri. Ancora non mi capacito del fatto che Emmett le ha proposto di darle una mia foto nudo, però lei ha detto di ringraziarmi. Per fortuna non ero in casa quando l'ha chiamata altrimenti mi sarei sotterrato per l'imbarazzo, ma ci ha pensato la mia dolce mammina a mettere a posto l'orso. La campanella suona e noi entriamo. Si è in ritardo, rimanderò il piano all'ora di pranzo. Vado in aula e la cerco nella mente degli altri, ma niente. Non c'è forse entra dopo. Arriva la pausa pranzo e il mio umore è sotto i piedi. Fisso la porta di ingresso ma lei non appare mai.
"Oggi Bella non è venuta a scuola, chissà perché, ieri quando sono andato a casa sua con Angela era tranquilla. Ma non capisco perché è molto fredda con me, mi piace così tanto. Le chiederò di uscire." Newton, i tuoi genitori non si offenderanno se dovessi venire a mancare? Alice mi da un calcio da sotto il tavolo. La guardo male.
"Non ucciderai nessuno, tieni a freno la gelosia." Tutti i miei fratelli ridacchiano e io sbuffo. Ora sono nervoso. Torniamo in aula, ma non ascolto nulla, il mio pensiero è sempre lei.
Finalmente le lezioni sono finite e posso tornare a casa a crogiolarmi nel mio dolore. Oggi che avevo preso coraggio non è venuta. La fortuna mi ha voltato le spalle.
Arriviamo a casa e vado in camera mia, dopo circa un'ora i miei fratelli mi chiedono di andare a caccia. Prendiamo la Jeep di Emmett e ci dirigiamo verso i confini, da lì procederemo correndo. Ho bisogno di cacciare sono troppo nervoso. Cacciamo per tutta la notte, anche questa notte lontano da lei. Torniamo a casa verso l'alba. Intanto ripenso a quell'Aston che abbiamo incrociato per strada. Aveva tutti i vetri oscurati. E' identica alla mia solo che è argentata. Era veramente bellissima.
"Ed sei pronto?" Mi chiama Alice. In pochi secondi sono pronto e ci avviamo verso una nuova giornata di scuola. Speriamo che oggi venga, sono in crisi senza vederla e i miei familiari mi stanno lontani. Ad un certo punto sento il rombo della sua auto e il mio morale torna sulle stelle. La mia dea, sta entrando nel parcheggio e Jasper ride del mio cambiamento repentino di umore. Eccola è splendida come il sole. La sua bellezza è unica, tutte le altre donne sfigurano al suo fianco. Poi un pensiero mi assale. Newton che se la immagina con un vestito nero succinto. Ringhio verso di lui, ma subito Rose mi da uno scappellotto.
"Vuoi farci scoprire stupido?" Chiedo scusa con lo sguardo, intanto Emmett si avvicina alla mia dea. Che gelosia, lui può mentre io no.
"Stupido è tuo fratello, la finisci?" Mi ringhia Rose.
Tutti ci mettiamo in ascolto della loro conversazione.
"Ehilà Bella, buongiorno."
"Ciao Emmett, buongiorno." Ecco il coro di campane.
"Stai bene?"
"Si si tutto bene." A me non sembra, mi pare molto sconvolta.
"Sei sicura dai tuoi occhi penso o che hai dormito poco o che hai fatto uso di sostanze illegali." Ma quanto è stupido.
"No, no nessuna sostanza illegale, ho dormito poco in effetti." Come mai? Cosa ha fatto? E' uscita con qualcuno?
"Comunque ieri ho provato a chiamarti." Tutti siamo più interessati.
"Come mai? Hai cambiato idea e vuoi una foto di mio fratello nudo?" Oddio, terra apriti e divorami. Lei prima sbianca, poi cerca il mio sguardo e io non glielo nego e poi arrossisce violentemente. E' adorabile.
"No, no grazie. Bhè ieri ho compiuto diciotto anni e volevo invitare te e i tuoi fratelli a cena da me. Ho fatto una piccola festa." Co-co-cosa?
"La mia migliore amica ieri ha fatto diciotto anni e noi invece di stare a casa siamo andati a caccia come degli stupidi? non le ho fatto neanche il regalo, ma oggi rimedio." Gli occhi di Alice sputano fiamme. Il mio angelo ha fatto diciotto anni, e voleva che io andassi alla sua festa, avrei mangiato tutto ciò che mi avrebbe messo davanti. Le devo fare un regalo. Guardo Alice anche io con gli occhi fiammeggianti ed annuiamo contemporaneamente. E' la prima volta che ho una voglia sfrenata di shopping, davo trovare il regalo perfetto.
Ma dico io con tutti i giorni che possiamo andare a caccia proprio il 13 settembre ci dovevo andare? Se non ci fossi andato a casa sarei stato solo, io avrei risposto al telefono, io le avrei parlato, mi avrebbe invitato, io sarei andato dal fioraio a prenotare diciotto rose rosse, io sarei andato a comprarle un diamante e io sarei andato alla sua festa. Invece no, il coglione è andato a caccia ieri.
"Ohhhh veramente? Allora tanti auguri Bellina. Ci rifaremo, organizzeremo una festa..."
"Ciao Bella, sono Alice la sorella di Emmett. E' un vero piacere conoscerti, veramente volevo conoscerti già da tempo, però non ne ho mai avuta occasione, sono sicura che diventeremo ottime amiche. Allora ho sentito che ieri..."
"Alice calma, dalle tempo di rispondere. Scusa la nana Bella, ma quando inizia a parlare è peggio di una locomotiva." Sorrido come un ebete mentre Bella sorride radiosamente ad Alice che subito l'abbraccia.
"Ciao Alice è un piacere conoscerti. Anche io spero che diventeremo amiche."
"Ma certo, io non sbaglio mai. Dicevo, ho sentito che era il tuo compleanno, noi purtroppo siamo andati a fare delle compere e ci siamo assentati tutto il pomeriggio. Però stasera organizziamo una festa solo per noi sei. Va bene? Inoltre oggi pomeriggio possiamo andare a fare un po' di shopping, io, tu e Rose." Di di si, di di si, ho l'occasione giusta per conoscerla e magari parlarle un po' da solo.
"Mi dispiace Alice, ma stasera non posso proprio, ho un appuntamento..." Nooooo, non è possibile, il dolore è talmente tanto che Jasper dee mettermi una mano sulla spalla per reggermi.
"Edward, maledizione, non puoi fare così."
"Appuntamento? Con chi?"
"Un amico."
"Ti piace?"
Bella  fa una smorfia con il naso, è un buon segno no? Deve essere un buon segno.
"No è un semplice amico. Niente appuntamento galante, se è questo che intendi e no, non mi piace." Ahhhh che bella notizia, ora però voglio sapere chi è lo zoticone che si permette di uscire con lei. Lei è mia.
"Però domani sono libera, possiamo andare domani a fare shopping. Se non hai altro da fare e se anche Rosalie non ha altro da fare." Ad Alice si illuminano gli occhi, e anche Rose è curiosa di conoscerla. Io invece sono al settimo cielo, posso andare con loro. Si, si I Love Shopping.
"Certo, andremo solo io, tu e Rose. Ti divertirai molto." Ed io? anche a me piace fare shopping.
"Bellina grazie, hai salvato me e Jasper da quel carcere. Solo che ora mi dispiace per te, non sai in che guaio ti sei cacciata." Lo guarda terrorizzata.
"Emmett sono sicura che stai scherzando. Non è vero?" Gli chiede allarmata.
"No, no, quelle due sono incontrollabili quando si tratta di shopping."
"Ah."

"Fratellone visto che sei così allegro, domani verrete anche voi Eddino compreso." A questo punto il viso di Bella è rosso pomodoro molto maturo. Mentre io sono felice come una pasqua.
"Allora domani a che ora ti passiamo a prendere? Andiamo a Seattle. Andiamo con due macchine."
"Alice facciamo che io vengo con la mia, almeno la faccio correre un po', qui non posso permettermelo, mio padre rischia l'infarto."
Le piace la velocità? Interessante.
"Va bene, allora ci vediamo alle nove davanti il cancello della scuola."
"Perfetto, ora però entro devo consegnare la giustifica dell'assenza di ieri in segreteria. Ciao ragazzi."
Li saluta e poi si volta verso di noi e ci sorride, io ricambio automaticamente e i battiti del suo cuore accelerano. Sono felice.
"Eddy per ringraziarmi..."
"Domani ti lascio la mia carta di credito e compri tutto ciò che vuoi." Le dico felice.
Ci avviamo a scuola tutti e cinque. Ora però devo preparare un piano di spionaggio per questa sera, non posso permettermi che le accada qualcosa e così sarò sicuro che se l'essere vuole allungare le mani, io arriverò da dietro e lo farò a pezzi.
Di nuovo l'immagine di bella con quel vestito nero torna nella mia testa, oddio era bellissima, ancora più del solito. Maledizione chissà in quanti ieri hanno goduto di una bellezza del genere e chissà che fantasie squallide hanno fatto sulla mia dea.
Devo calmarmi, anzi devo pensare a cosa potrei regalarle.
Missione regalo perfetto ha inizio.


Allora ragazze contente? Tra pochi capitoli, al massimo tre finalmente si incontreranno, contante che c'è l'appuntamento di mezzo, però oggi non sono stata molto cattiva. Inoltre è stato svelato il mistero dell'assenza dei Cullen, dai erano semplicemente a caccia. Comunque ora vi lascio. Vi ricordo che domani non posto, però lunedì posto dopo pranzo, non aspetto la sera, così mi faccio perdonare.
Buona serata e buona domenica.
Un bacio, Mary.

Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di S. Meyer.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


capitolo 19




POV EDWARD

La giornata a scuola è passata in fretta, avevo molto a cui pensare, ma per il regalo non sono arrivato a nessuna conclusione. Non so nulla di lei, non so cosa le piace e cosa non le piace, non conosco u suoi gusti, il suo colore preferito, i suoi fiori preferiti, per i libri ho capito che le piacciono molto i classici, ma non mi basta, io voglio conoscere tutto di lei, anche le più piccole cose, anche ciò che lei crede siano sciocchezze. Da domani, con molto tatto ovviamente, cercherò di avvicinarmi a lei, le farò sentire la mia presenza e le farò capire che lei è tutto per me. Tutto. Senza lei non posso più andare avanti. Mi chiedo come ho fato fino ad ora, semplice aspettavo lei, l'angelo più puro dell'universo.
Ora però sono molto giù di morale, lei stasera ha un appuntamento, con uno. Ma perché ha accettato? Si ha detto che è solo un amico nulla di più, ma io sono geloso lo stesso. Calma Edward, calma. Domani passerà tutta la giornata con me, e anche i miei fratelli, ma dico io non possono fare qualcosa di diverso loro? Che so andare a Denali per qualche giorno, così avrei Bella tutta per me domani, magari potrei fare...
"Eddy ricorda che se domani passerai la giornata insieme a Bella è solo merito mio, sono io che ho detto che verrete anche voi, perciò niente Denali, non pensare più di impedire la nostra presenza, altrimenti dico a Bela che tu hai avuto un impegno e non puoi venire." Maledizione, nana malefica.
Ora sono sul divano della mia camera ma il mio pensiero fisso è lei. Decido di andare a vedere cosa fa. Mi alzo di scatto e salto dalla finestra, da lontano sento le risate di Emmett e Alice che mi prendono in giro. In pochi minuti arrivo a casa sua e mi siedo sul ramo di un albero, da qui riesco a vederla, è in camera sua seduta alla scrivania forse fa i compiti. E' buffa, fa delle facce stranissime ma è infinitamente bella. Quando vorrei andare lì da lei, abbracciarla, baciarla e sussurrarle tutto l'amore che provo provo per lei. Passiamo così un'ora, lei a studiare e io ad adorarla. Poi le squilla il telefono, vede chi è e fa una faccia annoiata.
"Pronto? Ciao Embry." Chi è? Forse il ragazzo dell'appuntamento.
"Ciao Bela, ti chiamo per stasera." Sono sbiancato è il coso. Anche lei non è entusiasta, almeno una magra consolazione.
"Si, però senti come già ti ho detto solo amici, sai che per me non sei e non sarai nulla di più, mi dispiace ma..." Questa è più di una magra consolazione, non mi ero neanche accorto di aver trattenuto il respiro, ora posso sospirare di sollievo. Forse ho una speranza, in fondo antico sono antico, lei voleva nascere nel secolo scorso ed io sono del secolo scorso, sono romantico, galante, educato, insomma sono perfetto per lei e lei è più che perfetta per me.
"Ecco a proposito di questo volevo dirti che non possiamo più uscire." Ma quanto mi piace il coso ora. Sembra sorpresa ma sollevata.
"Ah, mi dispiace. Hai avuto problemi? Stai bene?" Perché le dispiace? Forse è solo preoccupata che gli sia capitato qualcosa, in fondo sono amici.
"No, no, sto bene, anzi sto benissimo, sono al settimo cielo, solo che volevo dirti una cosa." Non ho mai origliato in vita mia, ma da quando conosco lei lo faccio sempre, è da maleducati lo so, ma non potendole leggere nel pensiero devo trovare altri modi per scoprire qualcosa di lei.
"Dimmi, sai che puoi dirmi tutto e se posso ti aiuto più che volentieri."  Quanto è buona e altruista la mia Bella.
"Vedi oggi ho conosciuto una ragazza, anzi non una ragazza LA ragazza, ahhhhh come sono felice Bells." Ridono entrambi, ma io sinceramente non capisco, che significa la ragazza? Bho forse amore a prima vista, meglio così.
"Sono felice per te Embry, meriti l'amore e la felicità. Ma credo che ci sia altro, non è vero?"
"Ecco si. Ho chiesto a Leah qualche consiglio, ma quella è sempre molto poco femminile. Emily mi ha detto di seguire il mio cuore, con Ashley invece non ho tutto questo grande rapporto di confidenza, mentre tu sei romantica, dolce, gentile, insomma tu sei una donna."
"Oh grazie, se non me l'avessi detto tu non mi sarei accorta di questa cosa."
E' anche auto ironica, che simpatica.
"Hai capito cosa intendo dire, nel senso che non sei come Leah che è più tendente ad essere un maschiaccio. Ecco mi servirebbe qualche consiglio. Come mi avvicino a lei?"
"Embry devi fare come ti ha detto Emily, devi seguire il tuo cuore e poi lei ti amerà, lo sai. Comunque innanzitutto presentati in modo educato, non con i tuoi soliti modi rozzi. Conoscetevi parlando dei vostri gusti, dei vostri passatempi, di ciò che vi piace fare e ciò che non vi piace fare. Insomma apriti  a lei e mi raccomando, mi raccomando per favore non essere come Jake o Paul, ecco prendi come esempio Sam. Lui è romantico con la sua amata, è dolce. Non sono necessari regali o fiori, anche una bella frase d'amore  è più che sufficiente, l'importante è che con le tue parole, i tuoi gesti, i piccoli gesti, tu la faccia sentire amata, unica. Hai capito?"
Amore mio io ti tratterò come una principessa, come una dea, io ti amo, tu per me sei unica, sei divina angelo mio.
"Grazie, grazie di cuore Bella senza te non sapevo cosa dovevo fare e mi dispiace per stasera, ma..."
"Embry, sai che saremo usciti solo come amici e se tu hai trovato la donna della tua vita io sono felicissima per te. Ora devo andare in ospedale a fare volontariato, poi me la fai conoscere?"
"Certo Bells, grazie ancora a presto."
"Ciao Embry e figurati, se vuoi parlare o dei semplici consigli sai sempre dove trovarmi. A presto."
Quanto sei buona amore mio?
Mi sa proprio che devo fare una visita a mio padre, si si. Seguo la lontano la sua macchina, entrambi diretti in ospedale. Aspetto che entri e poi vado anche io.
Sono a pochi passi da lei, mi basterebbe girare l'angolo per vederla, ma ora sta parlando con mio padre.
"Ciao Bella, anche oggi qui? Vai dai tuoi bimbi?" "Eh eh eh mi pare che non sei sola, non è vero figliolo?" Mannaggia ai sensi da vampiro.
"Ciao Carlisle è un piacere rivederti, si anche oggi dai miei angeli. Come stai? Tua moglie come sta? Oggi ho conosciuto Alice, è simpaticissima, un vulcano. Domani andiamo a fare shopping tutti insieme." "Che cara ragazza, Edward non potevo sperare di meglio per te, perché Bella è il meglio."
"Eh quanto mi dispiace per te. Una giornata di shopping con Alice Cullen è indimenticabile." "Poverina quanto mi dispiace, però mi sembra entusiasta della cosa, forse centra una vampiro con i capelli bronzo, ahahah." Ma da quando mio padre è così simpatico?
"Si mi ha già avvisata Emmett, ma non mi importa. Io non ho mai avuto amici, cioè giusto tre, gli altri semplici conoscenze, ma ora avere un'amica mi fa un piacere immenso che andrei a fare shopping anche dall'altra parte del mondo." Povero amore mio, sei sempre stata sola, ma ora hai me. "Non capisco perché una ragazza così buona e dolce non abbia avuto amici. Sono proprio felice che abbia trovato i miei figli e che i miei figli abbiano trovato lei, certo uno è più felice di tutti, non è vero?" Credo proprio che uscirò dal mio nascondiglio, si si, così la potrò conoscere. Sono un genio. Detto fatto. Mi avvicino lentamente a loro. "Eh eh eh figliolo origliare è da maleducati."
"Edward, figliolo come mai qui?" Al sentire il mio nome Bella si volta di scatto, il cuore aumenta i battiti i modo spropositato e diventa rossa fin sotto i piedi. Incrociamo gli sguardi e tutto intorno a noi si annulla, sono a due metri da lei, finalmente.
"Eh eh eh sembra che le stia per venire un infarto e tu sembri sul punto di svenire, state messi bene tutti e due. Ma come siete carini?" Devo riprendermi, così le sorrido e mi avvicino a loro. Lei ricambia il mio sorriso e se potessi sverrei dalla felicità.
"Ciao papà, mi sentivo poco bene e la mamma mi ha mandato da te così mi misuri la pressione." Non ho mai visto mio padre così scomposto nei suoi pensieri, se potesse si rotolerebbe a terra dalle risate, per fortuna si schiarisce la voce e si riprende.
"Bhè presentaci no? Sono qui per questo." Dico in modo tale che mi possa sentire solo lui e lui che fa? Fa finta di pensarci, lo fulmino con un'occhiataccia e poi si riprende. "Comunque mi sembri più bianco del solito, nei tuoi occhi non ho mai visto tanto amore e felicità, sono lo specchio dei suoi."
"Si certo hai fatto bene a venire. Bella conosci mio figlio?"
"No. Conosco solo Emm e Alice." Diventa tutta rossa ma quanto è adorabile? Non posso credere che il momento tanto atteso stia per arrivare. Mi sento di sudare, è possibile per noi vampiri? No, e allora perché sento tanto caldo? E se balbettassi?
"Bene allora lui..." Lo interrompo.
"Io sono Edward, Edward Cullen. E' un piacere per me fare la tua conoscenza." Le porgo la mano, tremo, sono emozionato.
"Io sono Isabella, Bella Swan." Trema anche lei, il suo cuore galoppa e le sue guance stanno andando a fuoco. Mi porge la mano e appena ci tocchiamo veniamo colpiti da una potente scossa. Mi chino per farle il baciamano e lei diventa ancora più rossa. Torniamo a fissarci negli occhi e nessuno lasci la mano dell'altro. Mi sento finalmente completo.



Allora ragazzi buona sera, dovevo postare dopo pranzo, ma ho finito l'esame alle 16, da stamattina alle 9 e per fortuna ero la prima, in pratica ho dovuto fare l'esposizione del report e poi passare da cinque commissioni ed infine dal professore. Allora che ne dite del capitolo? Mi sono fatta perdonare per esser mancata ieri ed aver ritardato oggi? Spero di si. Ora vi lascio e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate. A domani, un bacio Mary. 

Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di S. Meyer.
 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


capitolo 20




POV BELLA

"Bella conosci mio figlio?" O mamma mia non può essere, non può essere, sto per svenire, forse è meglio non svenire.
"No. Conosco solo Emm e Alice." Divento tutta rossa, il cuore sembra che voglia uscirmi da petto, per fortuna mi trovo già in ospedale, se dovessi morire ora, morirei felice.

"Bene allora lui..." Lo interrompe, il mio dio.
"Io sono Edward, Edward Cullen. E' un piacere per me fare la tua conoscenza." Mi porge la mano, sembra che stia tremando, se magari trema perché è emozionato di conoscermi, ah che dolce illusione.
"Io sono Isabella, Bella Swan." Tremo, ma io sono emozionata di conoscerlo finalmente, il mio cuore galoppa e le sue guance stanno andando a fuoco, anche se si accorge di qualcosa non mi importa, sono troppo felice. Gli porgo la mano e appena ci tocchiamo vengo colpita da una potente scossa, chissà se l'ha sentita pure lui. Si china, oddiiiiio...mi fa il baciamano ed io non posso che arrossire ancora di più. Mi serve un estintore, sto andando a fuoco. Torniamo a fissarci negli occhi e nessuno lascia la mano dell'altro. Mi sento finalmente completa, che bella sensazione. Continuiamo a guardarci. Poi la magia si spezza, Carlisle si è schiarito la voce, forse ha notato la mia voglia di assalire il figlio, si assalire di baci.
"Allora ragazzi vedo che vi siete presentati. Edward andiamo a misurare la pressione?" Nooooo e dai non puoi misurarla a casa tua? Hai un padre dottore, ti fai visitare a casa, oppure potrei visitarti io...maledizione Bella ma sei proprio una pervertita, da quando fai questi pensieri? Non mi riconosco più, devo darmi una calmata altrimenti lo violento seduta stante. Ancora questi pensieri lussuriosi? Ma dove è finita la timida e impacciata Bella Swan? Credo che sia andata a farsi un giro dall'altra parte del mondo.
"Io andrei, vado dai bambini. A presto Carlisle, ciao Edward è stato un piacere, ci vediamo domani!?" Dove ho trovato la forza di pronunciare una frase di senso compiuto senza balbettare? E poi la mia era una domanda o un'affermazione?
"Ciao Bella a presto." Mi saluta Carlisle.
"No." Noooo, non viene ma perchè? Cosa ha da fare di più interessante? Certo un adone come lui sicuramente ha la ragazza o le ragazze, è normale che voglia passare il sabato a divertirsi piuttosto che stare insieme ai fratelli e alla persona più goffa, brutta e impacciata del mondo.
"Ah ok, c-ci vediamo a scuola." Mica si è sentito il tono sofferente? Mi volto per andare via, ma vengo presa per un polso da una mano fredda ma che mi sta infondendo tanto calore e una nuova scossa attraversa il mio corpo. E' lui.
"No, nel senso che ci ho pensato, mi sento meglio, mi faccio visitare da mio padre a casa, per caso...vu-vuoi...un po' di compagnia dai bambini?" Sbarro gli occhi e mi volto verso di lui con il viso in fiamma. Ho sentito bene? Non riesco a formulare una risposta, il tempo passa e la presa si allenta fino a scomparire, abbassa lo sguardo.
"Scusa non dovevo, sono stato inopportuno, è meglio che..." Prego? Ma io ti voglio sempre con me.
"NO!" Esclamo forse con troppa enfasi.
"Cioè non sei stato inopportuno e mi farebbe piacere un po' di...co-compagnia, sempre che tu non abbia altro da fare." E il premi per la più stupida di turno va a Isabella Marie Swan.
Mi sorride, ha un sorriso particolare, lo definirei sghembo, mi abbaglia con quel sorriso e perdo il contatto con la realtà mentre il mio cuore fa le capriole.
"Allora ragazzi io vado." Carlisle ci parla ma noi non lo ascoltiamo, siamo immersi nella nostra bolla. Dopo un po' lui mi riporta alla realtà.
"Allora andiamo?" Che figura.
"Si, si certo."
"Come mai fai volontariato in ospedale?" Mi chiede curioso.
"Faccio volontariato ovunque ci siano bambini in cerca d'affetto, anche a Phoenix. Lì più che volontariato passavo tutto il mio tempo libero con i bambini dell'orfanotrofio. Cerco di offrire loro un po' di serenità in modo tale da dimenticarsi un po' della loro sofferenza." Gli dico con il cuore in mano.
"E' un bel gesto. Non sono in molti a pensarla come te."
"Lo so, però mi piace stare con i bambini, sono innocenti e puri e poi nel loro piccolo riescono anche ad insegnarti qualcosa. I bambini che sono qui in ospedale sono malati, ma comunque hanno il sorriso sulle labbra. Sono felici, incuranti del fatto che probabilmente non potrebbero più uscire da qui." Mi rattristo.
"Ti devono piacere tanto i bambini." Afferma.
"Si molto."
"Allora ne vorrai avere di tuoi." E' triste chissà come mai, ma a questa sua affermazione mi rabbuio. Nessuno sa cosa mi è successo, solo i miei genitori, però con lui mi sento che posso parlare, forse sarà un bene per me parlarne con qualcuno che non sia la mia famiglia.
"Si mi piacerebbe ma non posso." Sgrana gli occhi e abbassa lo sguardo.
"Non preoccuparti, non potevi saperlo, solo la mia famiglia ne è a conoscenza." Sospiro.
"Io, scusa, non volevo." Gli poso una mano sulla sua e lui l'afferra prontamente, il suo gesto mi stupisce ma subito mi nasce un sorriso dolce che lui ricambia in modo altrettanto dolce.
"Non devi preoccuparti, mi sono rassegnata, avevo dodici anni, era estate ed ero qui a Forks. L'estate o comunque quando avevo anche solo due giorni liberi venivo sempre da mio padre, lo adoro. Comunque, dicevo era estate e stavo giocando nel giardino di casa. Giocavo con mio padre, poi io sono caduta, come al solito e lui è entrato dentro a prendere un cerotto e del disinfettante. Avevo sentito un rumore provenire dalla foresta di fronte casa mia, una specie di ululato. Avevo paura ma ero anche curiosa..." Mi fermo, è doloroso ricordare per me.
"Un...un ululato?" Mi chiede sgranando gli occhi.
"Si, poi si è scoperto che era un lupo. Comunque la curiosità ha vinto la paura e sono andata a vedere."
"Un lupo ti ha assalito?" E' molto arrabbiato e la presa sulla mia mano si intensifica, ma non mi fa male, mi sa di protezione.
"No, no. Mentre attraversavo la strada un auto è sbucato all'improvviso, il conducente era ubriaco e sotto l'effetto di stupefacenti, non mi ha vista e mi ha presa in pieno. Qui non potevano fare molto e mi hanno trasferita a Phoenix." Non potevo dire che dopo due giorni i miei mi hanno riportata con il nostro aereo in Svezia nel migliore ospedale. Perdona la mia piccola bugia.
"Ci sono stata per due mesi, ho avuto dei problemi alle ovaie ed ora ne pago le conseguenze." Concludo con un sorriso triste mentre lui non mi guarda.
"Siamo arrivati." Gli sussurro. Entriamo e appena i bambini mi vedono mi saltano addosso.
"Bellaaaaa."
"Ciao bimbi, vedete oggi ho portato un nuovo amico." Gli indico Edward che sorride dolcemente a tutti i bimbi, ah ma qui sta facendo strage di cuori. Neanche le bambine resistono al suo fascino.
"Sei il fidanzato di Bella?"


POV EDWARD  

"Sei il fidanzato di Bella?" Mi chiede una bambina. Quanto vorrei risponderle di si oppure magari, purtroppo non è così.
"No." Le dico tristemente, mentre Bella abbassa lo sguardo, perché? Non è possibile che io le piaccia. Si è aperta con me, sono troppo felice, si ma che storia triste, povero amore mio. Se dovessi incontrare quell'umano di lui non resterebbe neanche la polvere. Dolce amore mio, quando vorrei stringerti tra le mie braccia , baciarti e coccolarti. Ti proteggerò da tutto amore mio.
"Allora vuoi essere il mio fidanzato?" Bella ridacchia ed io con lei.
"Ma non sei un po' troppo piccola per fidanzarti?" Intanto mi sono inginocchiato alla tua altezza.
"No, perché anche Bella e Tom sono fidanzati." Tom? Chi è Tom? Io avevo capito che...
"Si è vero Bella è la mia fidanzata e tu stai lontano da lei. Lei è solo mia." Ah ecco Tom, mi fa ridere è grande quanto una pulce e mi minaccia.
"E se quando tu non sei con lei si avvicinano altri ragazzi chi la protegge?" Gli chiedo, vediamo che mi risponde, non voglio leggergli la mente. Lui ci pensa e poi si illumina.
"Hai ragione, allora ti nomino fidanzato di scorta. Quando non è con me ci pensi tu a tenere lontano gli altri bambini da lei." Lei arrossisce e io ridacchio. Ah Tom non sono i bambini che devo tenere lontana da lei, ma sono dei ragazzi con gli ormoni a mille che le sbavano dietro.
"Affare fatto socio." Il nostro patto viene sancito con una stretta di mano.
"Allora come ti chiami?" Mi chiede un altro bambino.
"Edward."
"Oh che bello che è il nome del mio fidanzato." Mi dice la bambina di prima con aria sognante, mentre Bella ride e scuote il capo.
"Allora Anne invece di fare la civettina con Edward vediamo se ti ricordi la scala che ti ho insegnato l'altro giorno?" La guardo curioso.
"Si me la ricordo, però Bella, prima ci suoni tu quella bella melodia?" Lei sorride e annuisce dirigendosi verso il pianoforte a muro che è nella stanza. Si siede e chiude gli occhi mentre io e tutti i bambini ci avviciniamo a lei. Chissà cosa suonerà, Carlisle ha detto che è più brava di me. Poggia le dita sui tasti e queste prendono vita da sole. E' dolce, è delicata, è una melodia bellissima, in alcuni punti un po' triste, in altri no. E'...è bellissima, lei è bellissima, è bravissima. Non ho mai sentito nessuno suonare così divinamente. Mio padre aveva ragione, non che io mettessi in dubbio le sue parole, ma ora che l'ascolto io è veramente sublime. Dopo qualche minuto la melodia finisce. Tutti la guardano con aria sognante, io invece la sto venerando. Si gira verso di noi con un sorriso e appena i nostri sguardi si incrociano arrossisce e abbassa la testa imbarazzata. Mi avvicino lentamente e le sussurro all'orecchio.
"E' stata sublime, tu sei stata divina." Diventa ancora più rossa e il cuore martella forte, sono compiaciuto dalla sua reazione.
"Anche io suono il pianoforte, ma questa melodia non l'ho mai sentita."
"E' mia, cioè l'ho composta io." Sgrano gli occhi.
"Grazie."
"Bella, Bella suonaci quell'altra, che poi dobbiamo fare i compiti." Annuisce contenta e si volta nuovamente verso il pianoforte. Lei che suona è una visione. Inizia e questa volta la conosco, è la mia preferita. Claire de Lune. Non ci penso due volte e mi siedo accanto a lei e inizio anche io a suonarla. Si volta sorpresa, ma poi sorride e continua a suonare. E' un'esperienza mistica quella che sto vivendo. Io e i mie due grandi amori. Bella e il pianoforte, certo Bella è il mio più grande amore. Appena finiamo sentiamo un applauso alle nostre spalle, so già che è, ma entrambi ci voltiamo sorpresi, è mio padre.
"Ragazzi siete stati bravissimi, non ho potuto evitare di fermarmi ad ascoltarvi." Bella arrossisce ed io ringrazio per entrambi. "Oh Edward non ti ho mai visto così felice, lei è giustissima per te."
"Dottore ciao, vieni ti presento il mio fidanzato." Mio padre ridacchia.
"Lo conosco Anne. Edward è mio figlio."
"Oh e perché non mi hai mai detto che hai un figlio così bello? comunque può essere il mio fidanzato?"
"Ma tu non eri fidanzata con Tom?" Chiede mio padre aggrottando le sopracciglia. Ecco ora sia io che Bella siamo curiosi.
"Si però lui ora ha Bella, si è fidanzato con lei perché lui è goloso." Quello che leggo nel suo pensiero mi fa ridere, ma cerco di contenermi, mentre Tom arrossisce e Bella e mio padre sono curiosi.
"Non capisco Anne."
"Ecco Tom dice che Bella ha gli occhi del colore del cioccolato e a lui piace tanto il cioccolato così si è fidanzato con lei." Dice triste. Sia Bella che mio padre cercano di non ridere mentre Anne gonfia le guance e Tom si nasconde dietro Bella.
"Bambini
, a fare i compiti dai." Entra un'infermiera a chiamarli e poi tutti vengono a salutare me e Bella con un enorme sorriso ed un bacino sulla guancia.
"Ora devo andare, tra poco arriverà mio padre." Dice il mio angelo alzandosi in piedi. No, non puoi lasciami? Mi alzo con lei.
"Ti accompagno alla macchina." annuisce arrossendo, è deliziosa. Voglio passare altro tempo con lei, però esulto dentro di me, stanotte passerò tutta la notte con lei e poi domani tutto il giorno. Arriviamo alla macchina in poco, troppo poco tempo per i miei gusti.
"Allora ci vediamo." Mi dice titubante. Forse anche lei vuole stare ancora con me.
"Si domani mattina alle nove davanti il cancello della scuola. Sicura che non vuoi che ti venga a prendere?" Dimmi di si ti prego.
"No, ma grazie lo stesso. Devo accompagnare mio padre dal meccanico a prendere la sua macchina, e al ritorno devo passare per forza davanti la scuola." Ma da che meccanico vanno?
"Va bene, allora buona serata e buona notte per dopo. Grazie per oggi, grazie per aver passato un po' di tempo con me." Le dico al massimo della felicità.
"Grazie e buona serata e buona notte anche a te, e grazie a te per prima." Le prendo
la mano e come prima le faccio il baciamano mentre un'altra scossa mi attraversa. Sono felice e di certo la mia sarà un'ottima notte.
"A domani." Le dico mentre entra in macchina e lei mi risponde con un sorriso. Sono felice e la mia felicità è Isabella Swan, e farò di tutto per farla innamorare di me.




Allora ragazze come vi sembra? Ho voluto fare due pov prima dello shopping. Non mi sembrava giusto che il loro primo incontro finisse con la presentazione. Posto il prossimo domani, un bacio Mary.

Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di S. Meyer.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21



POV BELLA

"Bells, tesoro alzati." Oh mamma mia oggi devo uscire con...con...con il mio dio. Seee mio magari, anche se non esco sola con lui, non è un appuntamento purtroppo, ma solo una giornata di shopping con tutti i fratelli Cullen.
"Si papy arrivo." Mi alzo, una doccia veloce e scendo a fare colazione. Devo accompagnare mio padre da Jake a riprendere la sua macchina. Facciamo allegramente colazione e poi andiamo n garage, decido di prendere il mio gioiellino, tanto dobbiamo andare a Seattle e questa macchina è più veloce della Volvo.
"Bells mi raccomando, mi raccomando, mi raccomando." Lo guardo interrogativa.
"Per la strada non correre, per favore, per favore, per favore, non farmi stare troppo in pensiero, sono vecchio." Scoppio in una fragorosa risata.
"Oh papà, mi fai ridere, sai che guido benissimo e po non ho mai preso una multa, stai tranquillo. Inoltre non sei vecchio sei un gran bel fi..."
"Lascia perdere, i tuoi complimenti a volte sono imbarazzanti." Rido rumorosamente e parcheggio di fronte casa di Jake.
"Ehi Bells buongiorno. Sei mattiniera oggi." Esclama il mio amico stritolandomi in un abbraccio.
"Ja...ke n...o...n re...s...p...i...ro." Sto per morire soffocata da un abbraccio del mio lupo.
"Ahahah, oddio Bells pensi veramente che ti avrei soffocata?" Intanto faccio degli enormi respiri e lo fulmino con lo sguardo.
"Entrate a fare colazione." Esclama Billy.
"No ti ringrazio, devo incontrarmi con dei compagni di scuola, andiamo a fare shopping a Seattle." Esclamo.
"Ecco perché hai uscito il tuo gioiello." Dice Jake mentre guarda la mia Aston come se fosse un angelo.
"Già. Però Billy mi lasci qualche muffin? Nascondili prima che entri Jake, poi papà li porta a casa e li mangio stasera." Adoro i muffin al cioccolato di Sue.
"Certo tesoro, ma ora prendine uno da mangiare subito." Non posso rifiutare quelle delizie, così faccio come mi è stato chiesto. Prendo al volo un muffin e distrattamente guardo l'ora e un urlo disumano esce dalle mie labbra.
"Che succede?" Mio padre e Jake sono corsi preoccupati vicino a me.
"Oddio, oddio, oddio mancano dieci minuti alle 9 ed io sono ancora qui. Ciao." Volo in macchina e parto a tutto gas, mentre mio padre mi urla di andare piano. Corro come una pazza ed in pochi minuti esco dalla Riserva. Sulla strada affondo il piede sull'acceleratore, maledizione sono le nove. Affondo il piede sull'accelerato e abbasso il finestrino, ovviamente è nuvoloso ma l'aria è piacevole. Continuo a correre come una folle sto sfiorando i 220 km orari, sorrido se mi vedesse mio padre gli prenderebbe un infarto. Dopo poche centinaia di metri mi ritrovo di fronte un Bmw rossa cabrio, non ci voleva. Non accenna ad accelerare.
"E togliti dannazione che sono in ritardo." L'autista come a farlo di proposito rallenta, di fronte a questa scorgo una Jeep bianca, sembra la stessa che ho visto l'altro giorno. Ma perché non accelerano un po'? Sono in ritardo di circa venti minuti, non ci penso due volte affondo il piede sull'acceleratore fin a sfiorare i 260 km orari, è un azzardo lo so ma non posso arrivare ancora più in ritardo. In breve affianco la Bmw, sembra che ci sia una bionda alla guida, ma non mi soffermo. Abbasso anche l'altro finestrino e intanto ho affiancato la Jeep, sto per superarla quando...
"BELLINA!" Mi volto verso il conducente della Jeep e mi appare un Emmett con un sorriso a trentadue denti. Entrambi rallentiamo, solo che di fronte  sta arrivando un auto, accelero di nuovo e non so come mi intrufolo tra la Jeep e l'auto di fronte fino  a finire davanti ad Emmett. Inchiodo con la macchina. Ma cosa mi è preso? Potevo morire. Incosciente, stupida, ma cosa volevo fare? Intanto l'autista mi sta insultando in tutti i modi conosciuti. Ho il cuore che mi vuole uscire dal petto e credo di essere più bianca di un lenzuolo. Sento lo sportello che viene aperto, mani fredde che mi scuotono, voci che mi chiamano, ma io non riesco a muovere un muscolo. Sono immobile, tesa, impaurita.
"Cosa possiamo fare?"
"Ha paura, è molto tesa e nervosa." Una nuvola di calma mi invade ma non riesco a calmarmi del tutto.
"Bella, Bella, ti prego, rispondimi. Bella." Una voce, LA voce. Il mio angelo è tormentato, perché? Sento una mano che mi accarezza leggermente il viso, è gelata ma mille brividi di caldo attraversano il mio corpo. Mi ridesto dal mio stato e mi volto verso la fonte della voce. A pochi centimetri dal mio viso c'è quello del mio angelo. E' divino, però è triste. Angelo perché sei triste?
"Bella." Devo parlare, è preoccupato.
"Sto bene." Tanti sospiri e poi lui che mi abbraccia e mi sento a casa, mi sento sicura, mi sento protetta, mi sento bene.
"Ehi Bellina, hai fatto un'accelerata spettacolare, e poi con che agilità sei riuscita ad infilarti davanti a me mentre la macchina di fronte si avvicinava sempre di più. Sei stata uno spettacolo, se l'avessi saputo prima ti avrei ripresa con il telefonino e avrei inserito il video su internet." Nessuno fiata alle parole di Emmett.
"Buongiorno anche a te Emmett, si ho dormito bene, ed ora posso dire di essere molto sveglia." Tutti mi fissano allibiti e poi scoppiano a ridere ed io li seguo a ruota, intanto sono ancora tra le braccia di Edward.
"Perché correvi così?" La voce del mio angelo è molto dolce ma con una nota di preoccupazione.
"Stamattina ho accompagnato mio padre a LaPush, dal nostro meccanico, poi mi sono accorta di essere molto in ritardo e ho iniziato a correre, e il seguito lo avete visto anche voi." Ammetto rossa in viso, perché ora il suo è  nuovamente a pochi centimetri dal mio. Perché quando ho nominato LaPush tutti si sono irrigiditi? Non mi interessa.
Edward mi porge una mano e mi aiuta a scendere, così conoscerò gli altri due Cullen.
"La tua macchina è favolosa. Complimenti per l'ottimo gusto." Mi sussurra Edward all'orecchio ed io arrossisco ancora di più e ringrazio balbettando. Perché con lui faccio sempre la figura della stupida? Ci fissiamo negli occhi e rientriamo nella nostra bolla. Ad un certo punto sentiamo qualcuno schiarirsi la voce e distogliamo lo sguardo, mentre tutti ci fissano maliziosi, mentre Emmett, Emmett mi fa paura. Inarca ad intermittenza le sopracciglia e ammicca verso il fratello, io invece rabbrividisco a questa scena.
"Allora Bella ti presento il mio bellissimo fidanzato Jasper Hale. Non credi che sia bellissimo? Secondo me è..." Fisso Alice divertita.
"Grazie amore, ma forse non mi sembra il caso di chiedere a Bella se mi trova bellissimo, ti pare?" Le chiede in modo dolce. Come sono belli, sorrido dolcemente nel vedere il loro sguardo carico d'amore.
"Molto piacere, il mio nome è Jasper Hale." E mi porge la mano. Questo ragazzo mi trasmette molta tranquillità e subito gli stringo la mano, anche la sua gelata.
"Molto piacere, io sono Isabella, Bella Swan." E gli sorrido.
"Bellina, invece questo splendore è la mia fidanzata, nonché gemella di Jazzino. Lei è il mio zuccherino. Il mio miele. Il mio pasticcino. Il mio..."
"Emmett non chiamarmi più in questo modo e comunque credo che tutti abbiamo capito cosa volevi dire. Comunque piacere io sono Rosalie Hale." Mi dice con un po' di freddezza, anche se in fondo ai suoi occhi c'è una luce di dolcezza. Non mi porge la mano, ma io non mi scoraggio e le sorrido dolcemente e lei resta piazzata.
"Molto piacere, io sono Bella Swan."
"Allora Bella, questa macchina è la tua?" Mi chiede Alice saltellando e io annuisco.
"Sai che tu e Eddy avete le stesse macchine ma con i colori invertiti?" Non capisco, e guardo Edward con un interrogativo in faccia e lui si passa una mano tra i capelli, sembra imbarazzato. Vorrei che quella mano fosse la mia, vorrei essere nuovamente tra le sue braccia, mi ero sentita così bene, mi sembrava così giusto stare tra le sue braccia.
"Vedi abbiamo entrambi la Volvo, io grigia e tu nera, ed anche io ho una Aston identica alla tua, solo che la mia è nera, mentre la tua è grigia." Ora ho capito e gli sorrido, lui mi ricambia con quel sorriso sghembo e se potessi mi scioglierei.
"Allora andiamo?" Trilla Alice felice. Tutti annuiscono e si avviano verso le macchine mentre Emm resta con me. Oh no, ho imparato a conoscere quello sguardo, sicuramente mi chiederà qualcosa di imbarazzante.
"Allora..." Ecco, lo sapevo.
"Sputa il rospo Emm." Gli si illuminano gli occhi.
"Cosa ne pensi del mio fratellino? Te l'avevo detto che è molto sexy. Poi è come piace a te, è antico." Lo guardo con gli occhi fuori dalle orbite.
"Inoltre non ha mai avuto una ragazza, mai baciato nessuna, ed è pure vergine." Mi sembra di sentire un ringhio, ma non me ne curo, perché troppo presa dall'incendio che divampa sulle mie guance. Non riesco a parlare.
"Dai Bellina entra che ti faccio compagnia in auto, o vuoi il mio fratellino zuccherino? Vedi che ho notato come vi guardate tutti e due, non sono cieco, ed io di queste cose me ne intendo." Per favore qualcuno mi salvasse, non posso stare con lui per tutto il viaggio, perché poi non riuscirò più a guardare Edward in faccia.
"Dai Bellina entra che ti racconto qualche dettaglio piccante del mio fratellino." Guardo con occhi supplichevoli gli altri, perché non mi aiutano? Giusto non hanno sentito nulla. Entro in macchina con lui e appena entro mi faccio il segno della croce quando incontro il suo sguardo, anzi non il suo sguardo, ma quel luccichio sinistro nei suoi occhi.
Spero solo di uscirne viva. Sono sicura che se non mi ha uccisa la macchina prima, mi farà morire lui di vergogna ora.



Ciao ragazze, scusate ma la febbre ancora non mi passa ed è una settimana che sono a letto senza mettere il naso fuori. Comunque questo è un po' un capitolo di passaggio, perché ho lasciato il mio quaderno con gli appunti nella mia casa di Pescara, perciò sono dovuta andare in base ai ricordi. Scusate ancora il ritardo. Vi comunico che posterò lunedì e da quel giorno tornerà a postare tutti i giorni, perché volere o volare devo tornare e Pescara per studiare. Intanto vi auguro buon anno, divertitevi, mentre io lo passerò a letto come una vecchietta pensionata.
Scusate ancora per il ritardo, ma sapete che non capterà più. A presto, un bacione Mary.


Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di S. Meyer. 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


capitolo 22



POV EDWARD

Sono sconcertato. Sto male, sono livido dalla rabbia. Quel...quel...quel bastardo avrebbe potuto ucciderla. Avrebbe potuto strapparmi la mia unica ragione di vita. Povera piccola, aveva paura, tanta paura. Appena sono corso da lei ho aperto lo sportello e l'ho abbracciata. E' stata una sensazione unica averla stretta tra le mie braccia. Io l'avrei protetta da tutto e da tutti. Con me sarebbe stata sempre al sicuro. Tutti intorno a me erano sconvolti da ciò che era successo, poi finalmente si è ripresa e ovviamente mio fratello ne ha sparata un'altra delle sue, ma per fortuna è riuscito a stemperare la situazione. Ora però sono costretto a guidare la Jeep di Emmett perché lui, e il suo infallibile piano, è andato in macchina con la mia dea. Volevo andarci io, ma tutti mi hanno fatto ragionare dicendo che Emm è quello che conosce meglio e con lui si sarebbe sentita più a suo agio. A malincuore accettai. Per fortuna con il mio udito posso sentire la conversazione che si tiene nell'auto di fronte la mia.
Chi l'avrebbe mai detto, il mio angelo che corre come una furia su di una Aston Martin. Abbiamo le stesse macchine, mi viene da sorridere al pensiero.
"Cosa hai da ridere fratello?" Chiede Jazz al mio fianco. io in risposta scrollo le spalle in modo indifferente.
Stiamo andando a Seattle con tre macchine, la prima è la Bmw di Rose, con lei ed Alice, la seconda è l'Aston del mio angelo con lei e il troglodita ed infine io e Jazz con le Jeep di Emmett. Perché abbiamo tutte queste macchine? Semplice alle due ossesse della moda serve spazio per i loro acquisti. Ah le donne.
"Allora Bellina ciccina, che mi dici?" Sia io che Jazz siamo interessati alla conversazione e credo che lo siano anche le mie sorelle.
"Nulla di che Emm, sono ancora un po' scossa dall'accaduto."
"Si lo vedo, ma non mi riferivo a questo."
Dai pensieri di Emm, noto che è arrossita, come mai?
"A-a cosa ti r-riferivi?" Perché balbetta? Per una volta l'orso ha fatto una domanda innocua e all'apparenza normale, se togliamo i nomignoli ovviamente.
"Ma è logico a quel pezzo di figo di mio fratello." Per poco non sbando con l'auto, mentre mio fratello ride a crepapelle e posso sentire anche le risate delle mie sorelle.
"Ti ho già detto che Jasper mi sembra un ragazzo molto tranquillo e..."
"Ma io non mi riferisco a quello che sembra un drogato perenne."
Jasper ringhia ed ora sono io a ridere.
"Mi riferisco al rosso." Prego? Io non sono rosso.
"Ah." Solo Ah? Che significa?
"Emm maledizione cosa significa quella risposta." Chiedo a mio fratello tanto mi ha sentito, infatti lo vedo ridacchiare.
"Che risposta è? Dai dimmi cosa ne pensi? Non credi che sia veramente un bel ragazzo? E' intelligente, romantico, suona il pianoforte, ed è molto bravo. Poi come ti ho detto prima è antico, perciò galante, molto educato, tutte le ragazze e le donne lo trovano assolutamente sexy..." Si è irrigidita, ma diavolo dice? Ora pensa che sono uno che se ne va con tutte.
"E cosa più importante non ha mai avuto una ragazza, non ha mai baciato nessuna ed è anche vergine. Da quando sei arrivata, è come dire, molto interessato a te. Io credo che interessato sia molto ma molto riduttivo. In pratica è stra cotto." Mio fratello e le mia sorelle ridono di me, ma io lo uccido quel deficiente. Ma cosa le sta dicendo? Ma si rende conto?
"Emm perché decanti sempre le doti di tuo fratello? Non è che sotto sotto ti piace?" Eheheh furba la ragazza.
"Oh ma così offendi la mia virilità, io amo solo la mia tigrotta e se pure dovessero piacermi i ragazzi, Eddy non sarebbe il mio tipo, è troppo smielato e moscio." Ma come mi dispiace non essere il suo tipo.
"Rosalie è veramente molto bella. Anzi bellissima. E' da tanto che state insieme?" Ecco ora è partito con la testa.
"Astuta la tua ragazza, ha capito che l'attacco è la miglior difesa." Infatti Jazz ha ragione, ha spostato l'attenzione da lei a Rose.
"Si stiamo insieme in pratica da quando ci siamo conosciuti. E' il mio raggio di sole, la mia gattina, la mia tigrotta, poi a letto..."
"Ok, ok credo di aver capito. Non vi conosco eppure mi sono fatta un'idea di voi. Cioè tu e Rosalie mi sembrate una coppia molto, come dire, passionale. Ma non per questo vi amate meno rispetto ad altre coppie. Solo che diciamo tu non mi sembri il tipo che reprime la passione, in nessun luogo."
Sorrido, ha capito tutto.
"Mentre Alice e Jasper, loro sono così teneri. Sono così belli gli sguardi carichi d'amore che si lanciano. Sembra quasi che tra di loro non siano necessarie le parole per capirsi, è come se si leggessero nel pensiero. Ecco io voglio un amore così, una persona che mi capisca solo da uno sguardo. Un uomo che capisca il mio umore il base al mio respiro. Non so se mi hai capito." Amore mio, io ti capirei in qualsiasi circostanza.
"Ho capito, allora mio fratello fa proprio al caso tuo. Inoltre insieme mi sembrate perfetti, lui è sempre stato solo, aspettava te." Sono colpito dalle parole di mio fratello, ha proprio ragione, noi due saremo perfetti insieme, se non fosse per il mio "piccolo" segreto. Non risponde. Poi inizia a parcheggiare e noto che siamo arrivati. Bene per ora lascio perdere, ho una cosa più importante da fare, devo trovare il regalo perfetto per Bella. Parcheggio anche io e scendiamo dall'auto per raggiungere gli altri quattro che ridono e scherzano tra di loro.
"Siete arrivati, possiamo andare." Urla Alice mentre Bella la guarda sconvolta, poi ci fissiamo e ci sorridiamo e lei come sempre arrossisce e il suo cuore aumenta i battiti. Mi avvicino a lei lentamente mentre gli altri si sono allontanati per lasciarci un po' insieme.
"Non preoccuparti, se Alice ti distruggerà ti salverò io." Mi sorride dolcemente e mi sento bene.
"Grazie, ci conto." Ridiamo entrambi, poi come nel secolo scorso le porgo il braccio che lei prontamente afferra. Ovviamente sento la solita scossa ed entrambi rafforziamo la presa, come a voler essere ancora più stretti.
"Dai lumache sbrigatevi che i migliori negozi ci aspettano." Urla mia sorella.
Giriamo per tutti i negozi, comprano di tutto, Bella non si tira mai indietro e asseconda sempre le mie sorelle con il sorriso sulla faccia. Per il pranzo ci fermiamo in un bar, anche noi facciamo finta di mangiare qualcosa, siamo costretti anche se le nostre facce sono molto disgustate. Nel pomeriggio continua la tortura, però ci risparmiano il negozio di intimo, anche se le immagini delle mie sorelle mi vengono urlate in testa ed io resto folgorato dalla visione della mia dea in intimo, ma subito mi riprendo ed esco dalle loro teste, non voglio violare così la sua intimità, non è educato. Però lei con quell'intimo di pizzo blu...ahhhhh basta. Sto cercando il regalo per Bella, ma non mi viene proprio nulla in mente. Le mie sorelle le hanno regalato un vestito blu, ma hanno dovuto sudare per far si che lei lo accettasse. I miei fratelli le hanno regalato una borsa e un paio di scarpe da abbinare al vestito, ed anche loro hanno sudato. Resto solo io, ma cosa posso regalarle? Vorrei qualcosa di semplice e speciale, proprio come lei. Mi siedo frustrato su di una panchina, passo le mani tra i capelli, sto perdendo tutte le speranze. Alzo il viso in cerca di un segno, di qualsiasi cosa. e poi finalmente lo trovo. Trovo il regalo perfetto. Speranzoso mi avvio verso il negozietto. Entro e rivolgo subito lo sguardo al bracciale.
"Quello è un bracciale con pietra di luna." Mi informa il vecchio commesso mentre si avvicina a me e mi porge il bracciale.
"La storia di questa pietra è molto singolare, sembra che aiuti a trovare l'amore e poi è una pietra magica." Non serve altro per convincermi, mi piace tanto, spero che piaccia anche a lei.
"Lo prendo, grazie." Senza che gli dico nulla mi fa un pacchetto regalo, pago ed esco felice dal negozio. Ho trovato il regalo perfetto. Raggiungo i miei fratelli e mi guardano con un sorriso furbo.
"Allora hai trovato il regalo per la tua amata a quanto pare."
"Si."
"E?"
"Cosa?"
"Non ci dici cosa hai preso?"
"No."
Non fa in tempo a rispondere che veniamo chiamate dentro dalle ragazze e ci avviciniamo ai camerini. Poco dopo la porta del camerino si spalanca ed ai miei occhi appare una dea con un abito molto ino ma che mi fa impazzire. Oddio mi sono eccitato.
Boccheggio in cerca di aria, non ne ho bisogno data la mia natura, ma mi sento in carenza di ossigeno. Lei si accorge che la sto divorando con gli occhi e diventa bordeaux.
"Bellina complimenti sei un vero schianto, stai facendo impazzire tutti i maschietti presenti in questo negozio." Dannazione, mio fratello ha ragione, già tutti la guardano quando è vestita normalmente ora tutti ne sono incantati e fanno pensieri osceni su di lei, mi viene voglia di ucciderli tutti.
"Eddy cose ne pensi di Bellina?" Mi chiede quello stronzo di mio fratello. Ingoio a vuoto.
"Se-sei u-una dea." Oddio l'ho detto, l'ho detto, l'ho detto. Lei prima diventa rossa per il complimento e poi mi sorride raggiante ed io ricambio.
"Grazie Edward." Preso da una strana frenesia mi avvicino a lei e delicatamente poso le mie labbra sulle sue in un casto ma significativo bacio. Lei non si allontana, non mi allontana, anzi ricambia il mio bacio. Le emozioni che provo sono indescrivibili. Amore, venerazione, passione, gioia, felicità. Sono un mix di emozioni potenti e positive. Ci stacchiamo lentamente e ci fissiamo negli occhi per un lungo istante, poi mi avvicino al suo orecchio.
"Va a cambiarti, sei una tentazione così e non solo per me, non vorrei dover commettere un omicidio plurimo. Tutti venerano la tua bellezza." Annuisce inerme mentre le gote si infiammano e il cuore accelera i suoi battiti. Le poso un tenero bacio sul collo e a malincuore la lascio andare.
Solo dopo che lei entra nel camerino mi rendo conto di ciò che ho fatto e che ho detto, però non mi pento affatto. Sono felice.
Mi volto e vedo i miei fratelli che mi fissano con uno strano luccichio negli occhi, quasi sinistro, mi fanno paura.
Pochi minuti dopo la mia dea esce dal camerino, la raggiungo, prendo il vestito dalle mani e le porgo la mia mano che afferra prontamente. Ci avviamo insieme alla cassa e dopo tante storie riesco a pagarle il vestito. Usciamo dal negozio, le nostre mani intrecciate, passiamo davanti i miei fratelli senza degnarli di uno sguardo e ci avviamo verso l'auto senza salutare. Non facciamo altro che guardarci negli occhi.



Allora ciao ragazze. Innanzitutto buon anno, happy new year. Come avete passato il Capodanno? Sicuramente bene, mentre io ero a letto con la febbre alta, sigh sigh sigh. Ho avuto la febbre dal 23 dicembre fino al 1 gennaio e poi puff, come per magia è scomparsa. Ma che grande stronza. Comunque, pensiamo al capitolo. Allora non vi aspettavate una cosa del genere? Ma ora non pensate che si dichiareranno amore eterno, che subito riveleranno i rispettivi segreti. Per quello ne dovrà passare di acqua sotto i ponti. Bene ora vi lascio. A domani dolci donzelle.
Un bacio Mary.

Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di S. Meyer.


Storia della pietra di luna, per chi è interessato, ecco il link:
http://eyeclipse.forumcommunity.net/?t=29677140

Mie storie in corso:
Forse non mi hai mai amata.

Mi storie concluse:
Eternità;
Finalmente felici;
Invito;
La mia pericolosa cantante;
Uno scontro che ti cambia la vita;
L'amore va oltre il tempo;
Mi sono innamorato di te;
Ritrovare lei, ritrovare loro.

Tutte storie EdxBella ovviamente.

Ringrazio vanderbit in modo particolare, è lei che mi ha dato l'idea del regalo e vi consiglio di leggere la storia della pietra di luna è veramente interessate. Grazie di cuore.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


capitolo 23





POV BELLA

M-m-mi h-ha baciata? Mi ha baciata? Mi ha veramente baciata? Posso ballare dalla felicità? Ancora non posso crederci. Il cuore sembra volermi uscire dal petto, sono l’apoteosi della felicità. Alla domanda chiedimi se sono felice io rispondo no, non sono felice, sono al settimo cielo. Mi sembra di galleggiare in aria tanto mi sento bene. È stato il mio primo bacio, certo è stato un semplice sfioramento di labbra, ma è stato più potente e destabilizzante di qualsiasi altro bacio. Mi sento bene. Poi le parole che mi ha sussurrato, quelle parole hanno avuto il potere di incendiarmi il cuore. Nessuno e dico nessuno mi ha mai fatta sentire come mi fa sentire lui. Ora siamo mano nella mano, il mio corpo è ricoperto di brividi, che non sono causati dalla sua pelle gelida, no, ma dal piacere di averlo stretto a me. Non ci teniamo semplicemente per mano, lui ha intrecciato le nostre mani in modo dolce  e possessivo al tempo stesso. Lui fulmina con lo sguardo i ragazzi che si voltano a fissarmi. Lui mi sta aprendo la portiera della mia macchina per invitarmi ad entrare. Lui ora sta facendo il giro della macchina per rientrare e stare al mio fianco. Lui non smette di guardarmi con venerazione. O forse sono solo io che mi illudo di vedere tutte queste cose. Forse sono solo io che spero che lui mi prenda per mano in modo possessivo. Forse sono solo io che mi illudo che lui fulmini con lo sguardo tutti i ragazzi che mi fissano. Forse…ahhhhhh basta. Per lui può essere stato solo un semplice bacio, probabilmente è stato convinto da Emmett mentre sono stati via, probabilmente avrà avuto pietà per me. Non capisco più niente. Mi passo nervosamente una mano tra i capelli, lui nota il mio sguardo ed accosta con la macchina. Si volta verso di me e mi sorride dolcemente. Divento rossa, non so cosa significhi per lui questo sorriso, quel bacio, le nostre mani ancora intrecciate sul cambio.

“Bella.” Mi chiama dolcemente ed io rialzo, timorosa, lo sguardo.

“T-ti se-sei pentita?” Lo guardo sorpresa, come può anche solo pensare un’eresia simile? Come può credere che io mi sia pentita di aver risposto al suo dolce bacio? Passano i minuti ma io ancora non rispondo e vedo il suo sorriso morire sulle sue labbra mentre cerca di sciogliere l’intreccio creato dalle nostre mani. Mi risveglio e stringo la presa sulla sua mano.

“NO!” Urlo probabilmente con troppa enfasi. Lui mi fissa confuso.

“No, cosa?”

“Non mi sono pentita, anzinonvedevol’oracheaccadesse.” Soffio tutto d’un fiato sperando che lui non capisse, però dal suo sorriso, che potrebbe accecare il sole, capisco che invece ha afferrato ogni singola parola. Che figura. Abbasso lo sguardo con le guance che mi vanno a fuoco. Sicuramente penserà che sono una stupida bambina che è felice di aver dato il suo primo bacio. Non dice nulla, ed ora sono io a cercare di sciogliere l’intreccio delle nostre mani, ma lui, come me prima, rafforza la presa impedendomi il gesto. Due dita gelide, ma che mi scaldano infinitamente, si posizionano sotto il mio mento per alzarmi il viso. Timorosa incrocio il suo sguardo e ciò che vedo mi fa perdere un battito. Il suo sorriso è di una dolcezza unica, non avevo mai visto un sorriso tanto dolce e tenero.

“Anche io non vedevo l’ora che accadesse. Pensavo che mi avresti respinto o mi avresti dato uno schiaffo urlandomi di non permettermi più di fare una cosa del genere. Avevo molta paura della tua reazione, appena mi sono reso conto di ciò che ho fatto. Ma per fortuna ho seguito l’istinto, altrimenti non credo avrei mai trovato il coraggio di farlo.” Intanto la sua mano sta accarezzando la mia guancia come se fossi di cristallo. La sua mano è leggera, come se accarezzasse un tesoro di inestimabile valore.

“Ecco ora vorrei chiederti una cosa.” Mi chiede titubante e imbarazzato. Imbarazzato?

“Dimmi.” Lo incito.

“Mi chiedevo se per caso, sempre se non hai altro da fare ovviamente, se…se vorresti uscire con me domani sera.” Si passa una mano tra i capelli e sposta lo sguardo. Come è tenero. Un attimo. Alt. Stop. Fermi tutti. Cosa mi ha chiesto? Ho sentito bene? Forse no.

“Scusa forse ho sentito male, puoi ripetere ciò che hai detto? Sicuramente non ti ascoltavo.” Chiedo rossa dalla vergogna.

“Vuoi uscire con me domani sera?”

“Allora avevo capito bene. Ma sei sicuro di ciò che hai detto?” Ma che cosa gli ho chiesto? Oddio sono proprio una stupida, solo io potevo uscire con una domanda del genere, infatti lui mi guarda tra il sorpreso e il divertito.

“Certo che sono sicuro. Perché questa domanda?”

“Ecco, tu sei così bello, così intelligente, così perfetto, così troppo e così tutto e io invece…” Lascio la frase in sospeso.

“A parte il fatto che sono lusingato che tu pensi queste cose di me e che non ho capito cosa intendi per così tutto e così troppo, non ho ben chiara la parte del discorso che riguarda te.” Mi dice.

“Vedi io sono una ragazza semplice, goffa, affatto interessante e pure brutta…” Non mi permette di finire la frase che mi risponde con uno sguardo fiammeggiante.

“Non osare più dire delle assurdità del genere. Tu sei semplicemente perfetta, sei divina, sei la persona più buona e interessante che conosca, sei dolce e gentile, per me sei bellissima. Ed inoltre la tua goffaggine mi fa tenerezza, così ogni volta che starai per cadere io sarò pronto ad afferrarti, in tal modo potrò averti tra le mie braccia praticamente sempre.” Sono senza parole.

“Puoi avermi tra le tue braccia anche senza prendere la scusa della mia goffaggine.” Lo sussurro solamente ma il sorriso accennato sulle sue labbra mi fa credere che abbia sentito.

“Allora? Aspetto una risposta, però se non vuoi uscire con me basta dirlo, ecco si, io credevo che…” Gli poso un dito sulle labbra e gli sorrido.

“Dopo tutto ciò che ti ho detto credi che non voglia accettare il tuo invito?” Ricambia il sorriso e posa un bacio sul dito che è ancora sulle sue labbra. Oddio.

“E’ stato il mio primo bacio.” Mi confida felice.

“Anche il mio.” Ed è stato come trovarsi in paradiso, ma forse questo è meglio non dirlo ad alta voce, ho già fatto troppe figure.

“Tu mi piaci.” Mi dice a bruciapelo. Il respiro mi si mozza, sgrano gli occhi per la sorpresa.

“Non ho mai guardato nessuna ragazza, non mi sono mai interessato a nessuna ragazza, ma tu, tu mi fai impazzire.” Non è possibile, un dio come lui che pensa cose del genere di me, però ho una domanda che mi assilla.

“Perché, perché il primo giorno di lezione insieme, tu…” Non concludo la domanda, troppo imbarazzante, lui capisce e abbassa lo sguardo, sembra combattuto, sembra frustrato, forse ho rovinato tutto.

“Io…Bella…non posso, ora…” È in difficoltà ma gli accarezzo dolcemente i capelli, sono morbidi e setosi proprio come immaginavo, quante volte ho immaginato di compiere questo gesto? Ora lo sto facendo, sono emozionata. Entrambi abbiamo smesso di respirare.

“È…è dalla prima volta che ti ho visto che volevo accarezzarti i capelli.” Gli confesso timida, lui sorride.

“È piacevole sentire le tue calde mani nei miei capelli, mi rilassa. Ritieniti in dovere di farlo ogni volta che vuoi.” Sorridiamo entrambi, ma devo concludere un discorso.

“Edward, tutti hanno dei segreti, se tu non vuoi parlarne…”

“Non è che non voglio, ma non posso, non ora almeno.”

“Allora se tu non puoi parlarne lo farai quando ti sentirai pronto se vorrai. Ma sappi che per qualsiasi cosa io ci sarò sempre.” Edward, amore mio, anche io ho un enorme segreto, chissà cosa penserai appena ne verrai a conoscenza?

“Dato che siamo in vena di confidenze, perché hai cambiato corso? E soprattutto come hai fatto? Tutti i corsi erano pieni.” Ritiro la mano come scottata, volto lo sguardo imbarazzata verso il finestrino.

“Se non vuoi parlarne…”

“Il tuo sguardo di puro odio mi ha fatto male. Non so cosa mi hai fatto appena i nostri occhi si sono incrociati, mi sentivo bene, però poi il tuo sguardo è cambiato così per non avere più quello sguardo addosso sono andata in segreteria per cambiare corso. La signorina Cope mi ha detto che non era possibile e sono andata dal preside e con un piccolo incentivo e soprattutto grazie a Jessica, che non mi sembrava affatto dispiaciuta cambiare il suo corso di fisica con il posto di fianco ad Edward Cullen ci sono riuscita.” Mi guarda assottigliando lo sguardo.

“Tu non sai cosa hai combinato. Per colpa tua mi devo sorbire le continue moine ed avances di Jessica. Ritieniti in debito con me, ora devo punirti.” Mi dice malizioso.

“Come posso fare per farmi perdonare?” Gli chiedo con uno sguardo da cucciolo bastonato. Lui cede.

“Non fare più quello sguardo, potresti chiedermi di tutto e ti accontenterei, non che non lo farei lo stesso. Quello sguardo è un’arma letale. Comunque per farti pienamente perdonare dovrai fare due cose.” Sono curiosa.

“La prima è quella di dirmi in cosa consiste l’incentivo.” Lì il mio sorriso muore.

“Devo proprio?” Chiedo incerta, mentre lui annuisce. Sconfitta lo accontento.

“Diciamo che con dei fogli bianchi  rettangolari si ottiene tutto.” Mi guarda confuso, così apro la borsa, prendo il libretto degli assegni e lo sventolo davanti ai suoi occhi.

“Hai corrotto il preside?” Mi chiede allibito.

“Che brutta parola, non l’ho corrotto. Diciamo che la biblioteca sarà restaurata e rifornita grazie a me.” Sorride tristemente.

“Hai cambiato perché avevi paura di me.” Non è una domanda la sua ma una affermazione.

“No, non avevo paura di te, avevo paura di vedere quello sguardo carico d’odio, quello sguardo che per molto mi ha fatto soffrire perché pensavo di non essere abbastanza per te.” Sussurro infine. La sua reazione mi lascia basita.

 

Dolci fanciulle, il capitolo è più lungo del previsto e vi lascio con il dubbio. Quale sarà la reazione di Edward? Chi mi risponde avrà un piccolo spoiler del prossimo capitolo. Aspetterò le vostre risposte fino a domani sera alle 20, poi batterò e posterò il prossimo capitolo.

Comunque volevo ringraziarvi di cuore per tutte le recensioni e le belle parole che mi scrivete, per l’appoggio ed è solo grazie a voi che sono spronata a dare sempre il meglio di me. Ringrazio in particolare bambola_e_bibola perché è grazie alla sua recensione che la mia storia è entrata tra le storie scelte, e ringrazio rocchia1988 per l’aiuto che mi ha dato oggi. A domani dolci donzelle.

Ps ho cambiato nick ora sarà maryc, mi verrà cambiato tra pochi giorni. Un bacio Mary.

Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di S. Meyer.

Mie storie in corso:

Forse non mi hai mai amata.

Mie storie concluse.

Uno scontro che ti cambia la vita;

La mia pericolosa cantante;

Invito;

Finalmente felici;

Ritrovare lei, ritrovare loro;

Eternità;

L'amore va oltre il tempo;

Mi sono innamorato di te.


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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


capitolo 24




POV BELLA

Credevo che mi avrebbe urlato contro. Credevo che mi avrebbe allontanata. Credevo che mi avrebbe rimproverata, invece non è avvenuto nulla di tutto questo. Mi ha abbracciata stretta, mi sta stringendo a se, ha la testa tra il collo e la spalla e sento le sue labbra, premute sulla mia pelle,  distese in un sorriso.

“Tu sei troppo per me Bella, ma non mi importa. Io voglio te.” Ora posso morire felice.

“A cosa stai pensando?”

“Che dopo queste tue parole posso morire felice.” Lo sento sghignazzare, oh no l’ho detto ad alta voce.

“L’ho detto ad alta voce vero?”

“Vuoi la verità o una bugia?” Sospiro.

“Non sai che piacere mi abbiano fatto, ma preferirei che tu restassi in vita, soprattutto ora che ti ho trovata. Sappi che non ti lascerò andare.”

“Io non voglio andare.” Gli dico tutto d’un fiato.

“Meglio così, almeno eviterei di rapirti.” Ora ridiamo insieme, ancora abbracciati.

“Sei bellissima ed hai un buon odore.” Queste parole sono balsamo per me. Rafforzo la presa sul suo freddo corpo. Che emozione.

“C’è ancora una cosa che devi fare per farti perdonare…” Farei di tutto per te, ma questo pensiero lo tengo per me, risulterei troppo sciocca.

“Ho appena ammesso di aver corrotto il preside, credo di essermi ampiamente sdebitata.” Forse lo convinco, forse…

“Oh no modemoiselle, non ti sei ancora sdebitata.” Mi arrendo.

“Cosa devo fare?”

“Domani non farai storie.” A malincuore mi scosto leggermente dall’abbraccio e lo guardo confusa mentre lui sghignazza. I nostri volti sono tremendamente vicini e questa vicinanza mi destabilizza. Sposto lo sguardo velocemente tra i suoi occhi e le sue labbra. Ora fisso con insistenza le sue labbra che si tendono nel sorriso sghembo che amo.

“Fallo.” Soffia ad un centimetro dalle mie labbra, ed io non posso far altro che ubbidire. Annullo l’esile distanza tra noi e come ha fatto lui prima poso le mie labbra sulle sue. Una scarica elettrica invade il mio corpo e mi fa venire i brividi, ma di piacere. Lui se ne rende conto e si sposta come se si fosse scottato. Mi sento vuota. Lo fisso incredula.

“Scusa, sono freddo, e tu hai rabbrividito, non mi avvicinerò più così tanto.” Mentre parla abbassa il capo ma io dolcemente glielo rialzo e gli sorrido. Non ha capito niente.

“Il freddo del tuo corpo mi scalda più dei raggi solari. Ho rabbrividito si, ma solo per il piacere che ho provato nel sentire il sapore delle tue labbra.” Oddio che cosa gli ho detto. Mi volto dall’altra parte in estremo imbarazzo, credo che mai in vita mia sia stata tanto in imbarazzo e sulle mie guance non c’è un incendio, sarebbe troppo poco. Sento che si avvicina a me, sento il suo respiro freddo sul mio collo e la sua mano ad accarezzare i miei capelli.

“Non sai come sono felice.” Mi fa voltare e poggia nuovamente le sue labbra sulle mie. Come le altre volte ci limitiamo a casti baci e sfioramenti, ma mai approfondiamo, è romanticissimo.

“Comunque non ho capito cosa intendevi prima.” Intanto ha poggiato la testa sulle mie gambe e automaticamente una mia mano è andata tra i suoi capelli, mentre l’altra l’ha presa lui per posarvi tanti baci. Come è dolce. Come  è tenero. Come è bello. Ed è mio. Mio? Magari, comunque ora cosa siamo? Una coppia? Una non coppia? Amici come prima? Un po’ più di amici? Una carezza mi sfiora il viso e abbasso il volto verso di lui che mi sorride.

“Ehi bell’addormentata, ti eri incantata a cosa pensavi?”

“Niente, niente. Tu ancora non i rispondi.” Cerco di cambiare discorso.

“Dai voglio saperlo.”

“Non era nulla di importante.”

“Io voglio sapere tutto della mia ragaz…” Non continua, io lo guardo con gli occhi sgranati e lui ha smesso di accarezzare il mio viso. Chiudo gli occhi, faccio un gran respiro e appoggio la mia guancia sul palmo della mano mentre un sorriso si apre sul mio viso.

“Hai dissolto i miei dubbi.” Capisce anche lui a cosa pensavo perché appena riapro gli occhi anche lui sorride.

“La mia ragazza.” Restiamo un altro po’ a guardarci negli occhi e ad accarezzarci, poi un clacson ci riporta alla realtà. Lui sbuffa mentre io abbasso il finestrino. Sono gli altri fratelli Cullen.

“Ehi Bellina, hai per caso scaricato mio fratello fuori dall’auto dopo che hai capito che ti ha baciato?” Mi urla l’orso dalla Jeep mentre Jasper ride, invece dietro Alice urla dalla gioia, per cosa poi non lo so e Rose sorride felice.

“No, non l’ho buttato fuori. È qui.” Intanto l’interessato si alza dalle mie gambe e si mostra ai fratelli. Ora lo sguardo di Emmett è tutto un programma. Ha gli occhi fuori dalle orbite e la bocca spalancata, vuole dire qualcosa ma non riesca a parlare. Sta bene? Guardo Edward preoccupato, ma anche lui non capisce cosa abbia suo fratello.

“Emmett? Stai bene?” Gli chiedo cauta.

“Ed-Ed-Edward co-cosa fa…ce…vi con la testa tra le gambe di Bellina? Vi siete già dati agli sport erotici in auto? Ti sei stancato di essere verginello? Bravo fratello così si fa, ah Bellina non ti facevo così…così…così disinibita. Sono fiero di voi.” Mentre parlava volevo che la terra si aprisse e mi inghiottisse, pensavo che prima avevo raggiunto il massimo dell’imbarazzo, ma ora mi accorgo che non c’è mai un limite, quando credi di aver toccato il fondo, dopo capisci che puoi andare ancora più giù. Edward dal canto suo non è messo meglio di me. Se è possibile è diventato ancora più pallido del normale. Ad un certo punto sembra che ringhi contro il fratello che ride sguaiatamente seguito da Jasper. Gli urla imprecazioni che non capisco e credo che sia meglio così. Poi si ricompone, chiude il finestrino e riparte senza salutare nessuno. Durante il viaggio di ritorno ha preso di nuovo la mia mano e ogni tanto la bacia. L’imbarazzo è passato dopo un po’.

“Scusa mio fratello per prima, non vorrei che per colpa delle sue stupide battute, tu…noi…”

“Ssh Edward, ho capito che Emmett è così e purtroppo mi è anche molto simpatico. Però la sua faccia appena ti sei alzato è stata impagabile. Inoltre non puoi immaginare in quanti modi cercava di renderti bellissimo ai miei occhi, come se non lo pensassi già, tanto che a volte gli ho chiesto se è interessato a te.” Ridiamo entrambi.

“Cosa ti ha detto di me?” Mi chiede curioso ma non troppo.

“Credo che ne parleremo domani, ora siamo arrivati.” Guardo con tristezza la porta di casa mia, anzi la guardo come se fosse la mia peggior nemica, sto mandando saette con gli occhi verso quella porta. Edward apre lo sportello, ma non faccio in tempo a scendere che lui ha già aperto il mio e mi sta porgendo la mano per scendere. Questo gesto mi fa arrossire, lui se ne accorge e mi sorride, sussurrando al mio orecchio qualcosa di molto dolce.

“Abituati, sarai sempre trattata da principessa da me.” A quelle parole mi irrigidisco un po’, ma cerco di riprendermi prima che lui se ne accorga. Arriviamo sotto la porta di casa mia e ci fissiamo negli occhi mentre  le nostre mani sono intrecciate.

“Sono stato bene. Sono felice di averti trovata, finalmente.”

“Anche io  sono stata bene ed anche io sono felice di averti trovato.” Lentamente ci avviciniamo e come le altre volte le nostre labbra si incontrano per un casto bacio. Ogni volta il mio cuore fa gli straordinari.

“Buonanotte Bella.”

“Buonanotte Edward.” Sussurriamo sulle nostre labbra.

“Domani passo intorno le 19, va bene?” Mi chiede. Non lo vedrò per tutta la giornata?

“Non ci vedremo per tutta la giornata?” Mi sorride.

“”L’attesa aumenta il desiderio.” Però il suo sorriso sembra che mi stia prendendo in giro, mah.

Lentamente si allontana da me e vedo che la Bmw di Rose sta arrivando, si accomoda sul sedile posteriore e mi rivolge un ultimo sorriso mentre io entro in casa.

“Ciao Bellina porcellina.” Emmett non cambierò mai.

Entro in casa e trovo mio padre steso sul divano che guarda una partita, mentre io ho un sorriso ebete sul viso, ed essendo troppo felice salto su di lui facendolo spaventare, dato che non mi aveva sentito rientrare.

"Be-be-bella?" Mi chiede.

"Si?" Gli rispondo con l'umore alle stelle.

"Sei sicura di stare bene?" Mi chiede titubante.

"Sto a meraviglia." Rispondo con un sorriso ebete.

"Sicura di non aver bevuto qualcosa di altamente alcolico oppure fumato qualcosa di illegale?" Lo guardo allibita e assottiglio lo sguardo.

"Sono semplicemente la ragazza più felice dell'universo. Non ho fumato e non ho bevuto." Gli dico rossa in faccia.

"Ah-ah, ho capito centra un ragazzo..." Divento bordeaux e scappo in camera mia mentre lui se la ride. Si ridi, ridi.

Dopo essermi preparata per la notte mi infilo sotto le coperte con ancora l’aria sognate. Mi tocco le labbra con la mano. Ho ancora il suo sapore sulle mie labbra.

Il mio ragazzo. Con quel dolce pensiero cado in mondo fatto solo di Edward&Bella.

 

 

Ciauuuu tesore, scusate il ritardo ma ho avuto ospiti a cena. Comunque che ne dite del capitolo? Vi ringrazio per le numerose recensioni ricevute per lo scorso capitolo. Spero che mi facciate sapere cosa ne pensate. A domani, dolci sogni. Un bacio Mary.

Ricordo che tra qualche giorno il mio nick sarà maryc.

Mie storie in corso:

Forse non mi hai mai amata

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FINALMENTE FELICI
 
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Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di S. Meyer.

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


capitolo 25




POV EDWARD

Oddio mi sento male. Sto andando in iperventilazione. Ho la tachicardia, lo sento sto per morire.

“Eddy che hai?” Mi chiede maliziosa la nana che ha visto tutto, ora che inizia a conoscere Bella, ah solo pensare il suo nome sto bene. Dicevo, ora che inizia a conoscere Bella, riesce ad avere visioni più chiare, anche se il mio angelo è sempre avvolto da una specie di luce bianca. Fisso le mie sorelle sorridente.

“Mi sta per venire un infarto.” Esclamo al massimo della felicità, mentre loro mi fissano con un sopracciglio alzato.

“È partito.” Pensa Rose.

“Ah l’amore.” Invece questo è il pensiero di Alice.

Arriviamo a casa in pochi minuti, le mie sorelle mi parlavano ma io stava rivivendo i momenti con la mia amata. Quando ha detto che le piaccio sono arrivato in paradiso, e poi quelle labbra rosse, così morbide, così delicate, così piene di passione. Appena scendo dall’auto stringo in un abbraccio soffocante le mie sorelle. Mi urlano contro ma non mi scompongo e con loro ancora tra le braccia e il mio sorriso ebete stampato in faccia entro in casa. Tutti ci fissano con le sopracciglia alzate.

“Emm dì a tuo fratello di mettermi giù, mi rovina tutti i capelli così.” Sbraita Rose.

“Jazzino, il mio vestito nuovo.” Urla Alice. Io invece le stringo più forte, poi le bacio sul capo e le lancio tra le braccia dei loro compagni che le prendono al volo.

“Edward, ma è modo di lanciare le tue sorelle?” Corro da mia madre, la prendo in braccio e la faccio volare, entrambi ridiamo felici mentre tutti credono che io sia pazzo. La poso a terra e le riempio il volto di baci.

“Edward figliolo, non ti ho mai visto così felice. Deduco che la giornata con la tua amata sia trascorsa bene.” Mi volto verso mio padre e corro verso di lui. Capite le mie intenzioni si sposta velocemente.

“Ti ringrazio figliolo, ma io non voglio volare come tua madre.” Tutti ridono di me ma io ho ancora quel sorriso ebete in faccia.

“Oh certo che è andata bene la giornata con la sua Bellina. È andata talmente bene che come è uscita dal camerino con un abitino ino ino ino, lui in preda alla venerazione e alla gelosia è andato sparato da lei e l’ha baciata. Bellina pasticcino ha ricambiato la focosità del nonnino e poi lui l’ha invitata a cambiarsi perché tutti i ragazzi che erano nel negozio volevano fare la stessa cosa che ha fatto il nostro Eddino. Poi come se niente fosse, si sono presi per mano e sono andati via senza neanche salutare, lasciandoci in quel negozio.” È vero in quel negozio tutti la guardavano con occhi famelici, lei è MIA. Mi torna il sorriso ebete.

“La mia ragazza.” Tutti si voltano sorpresi verso di me.

“Cosa hai detto?” Mi chiede Jasper dopo un po’ di silenzio.

“Che Bella è la mia ragazza.” Sospiro felice. Alice urlacchia felice per la casa insieme ad Emmett, Rose e Jasper sorridono, mentre ai miei genitori brillano gli occhi per la felicità.

“Siamo felici per te figlio mio. Bella è speciale, proprio come te, siete perfetti insieme.” La parola speciale mi fa rabbuiare un po’.

“Cosa succede Edward?” Mi chiede Jasper dopo aver sentito le mie emozioni.

“Io sono un mostro, non sono speciale e lei è un angelo. Non merita un mostro come me.” Mi accascio distrutto sul divano. Tutti si avvicinano a me.

“Figliolo tu non sei un mostro, sei la persona più buona che conosca e Bella ti vuole. Non negarvi questa possibilità. Insieme sarete felici. E poi quando le dirai della nostra natura sono convinto che ti amerà ancora di più. Tu le hai detto di amarla?” Sposto lo sguardo imbarazzato e sussurro un flebile no.

“Perché non l’hai fatto?” Mi chiede dolcemente mia madre.

“Me ne vergognavo e poi non volevo che scappasse via a gambe levate. Non ci eravamo mai parlati e poi me ne esco dicendole che la amo. Voglio fare le cose con calma, non voglio metterle fretta e quando sarò sicuro dei suoi sentimenti per me le rivelerò tutto di me.” Tutti mi sorridono.

“Eddino, ma almeno lei lo sa che è la tua ragazza?” Fulmino l’orso con lo sguardo e Esme gli da uno scappellotto.

“Ahio. Ma che ho detto di male? Ah Zuccherino, prima che mi dimentichi, mi dici cosa ci facevi con la testa tra le gambe di Bellina? Hai appena detto di voler fare le cose con calma, ma forse l’astinenza si fa sentire eh?” Se fosse possibile sarei più rosso di Bella, invece impallidisco ancora di più. Quel…quel…maniaco riesce sempre a mettere tutti in imbarazzo. Ad un tratto sentiamo un ringhio. Ci voltiamo sorpresi e la mia “dolce” mammina  mi ringhia contro e i suoi occhi sono due carboni ardenti. Deglutisco impaurito, intanto tutti si sono allontanati da me. Grazie, la famiglia si vede proprio nel momento del bisogno. Anche mio padre mi ha abbandonato al mio triste destino.

“Mamma, non è come…”

“Tu. Edward Anthony Masen Cullen. Credevo che fossi un signore, un uomo galante, invece scopro che mi sei venuto su peggio di Emmett. Credevo di aver cresciuto un solo pervertito, ma a quanto pare      questa famiglia sforna depravati a catena. Per fortuna tuo padre e Jasper non sono come voi. Credevo…credevo che tu…oddio…Carl ma cosa ho fatto, cosa?” Ma veramente crede che abbia potuto fare una cosa del genere al mio angelo?

“Mamma, non è come ha detto Emmett. Ci eravamo fermati per parlare dei nostri sentimenti, poi ho poggiato la mia testa sulle sue gambe e ci guardavamo negli occhi. Lei mi accarezzava i capelli ed io le posavo delicati baci sull’altra mano. Non farei mai una cosa del genere, io non sono Emmett.” Esclamo indignato.

“È vero mamma ha ragione Edward, le loro emozioni erano felicità e gioia, non altre.” Per fortuna che qualcuno pensa alla mia incolumità. Poi vengo travolto in un abbraccio.

“Scusa tesoro mio, solo che quando tuo fratello ha detto quelle cose pensavo che ti saresti comportato come lui.” Ricambio l’abbraccio.

“Ehi, io sono presente.” Esclama l’orso indignato. Restiamo a parlare un altro po’, tutti sono felici per me. Ma io guardo sempre l’orologio. Non vedo l’ora di tornare dalla mia Bella.

“Ed ma poi le hai preso il regalo?” Mi chiede Rose e tutti aspettano una mia risposta così io annuisco.

“Ma non vi dirò cosa. Domani sera usciamo insieme e glielo darò.” Continuo a guardare l’orologio, alla fine Alice scoppia in un’enorme risata.

“Dai non abbiamo più scuse per trattenerlo. Possiamo cacciarlo di casa ora.” Assottiglio lo sguardo, secondo me mi facevano tutte quelle domande solo per vedere quanto tempo avrei resistito senza vedere il mio angelo. Indignato esco di casa e sento la risata di tutti. Inizio a correre per la foresta e il mio cuore morto si riempie di gioia. Arrivo in breve sotto la sua finestra, dormono tutti, così con un salto sono dentro la sua camera. Lei è rannicchiata tra le coperte e il volto sembra pensieroso, come è tenera. Dolcemente le accarezzo il viso e istintivamente le sue labbra si allargano nel sorriso che oggi mi ha dedicato.

“Edward…” Inconsciamente mi ha riconosciuto. Le faccio il sorriso sghembo che le accelera i battiti, non può vedermi lo so, ma mi viene naturale sorriderle. Le sistemo meglio le coperte e mi posiziono sulla sedia a dondolo che è in camera sua. Ripenso alla nostra conversazione. Il mio scricciolo ha corrotto il preside per far si che le venisse cambiata aula. Io pensavo che mi odiasse, che avesse paura di me, e lei pensava le stesse cose di me. Lei aveva paura che io la guardassi ancora con odio ed ha preferito cambiare corso. Urge un cambiamento di tutti i miei corsi per farli coincidere con i suoi. Voglio stare sempre con lei e poi tutti i ragazzi ci provano, ma devono capire che ora lei è MIA e solo MIA. Con quest’ultimo pensiero torno alla mia attività notturna preferita. Vegliare sul suo sonno.




Ma ciao dolci fanciulle, come va? Avete mangiato come porcelline? E' arrivata la befana? Io sto scoppiando, oggi ho mangiato solo dolci, e non me ne pento. Forse domani mi sentirò male, ma pazienza. Allora che mi dite del capitolo? Vi è piaciuto? Fatemi sapere cosa ne pensate. Ora vi saluto, a domani con il prossimo aggiornamento.
Un bacio Mary.

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


capitolo 26




POV BELLA

Il suono della sveglia mi fa svegliare. Non è un risveglio normale, no. È un risveglio con il sorriso sulle labbra. Sono felice, anzi no, sono più che felice. Io, Bella Swan sono la ragazza di un dio, Edward Cullen. Arrossisco al solo pensiero. Penso alle sue labbra sulle mie, ai suoi occhi nei miei, alle sue braccia intorno la mia vita. Ahhh sono follemente innamorata di lui, ma forse è meglio tenere ancora per me questa cosa. In fondo per lui potrebbe essere solo una cotta passeggera, sono un’avventura. Mi rattristo al pensiero e sento gli occhi pungermi. Ad un tratto sento il telefono di casa squillare, non ho voglia di alzarmi e mi ributto sotto le coperte iniziando a piangere. Il telefono ha smesso di squillare, meglio così. Non sono dell’umore adatto per parlare con qualcuno, anzi vorrei parlare con qualcuno, ma quel qualcuno probabilmente starà dormendo. Sospiro e sento di nuovo il telefono squillare insistentemente. Mio padre è a pesca, ma io non voglio proprio alzarmi. Speriamo che chiunque sia desista dall’intento di infastidirmi. Dopo circa mezz’ora che il telefono squilla insistentemente mi decido di andare a rispondere e dirne quattro al disturbatore. A passo di carica mi avvio verso il piano di sotto e con rabbia afferro la cornetta.

“Pronto.” Sibilo con rabbia.

“Be-Bella?” Oddiooooo, la sua voce, gli ho pure risposto male. Mi ha chiamato, subito la felicità torna in me.

“Ed-Edward?” Sento che sospira. Perché sospira? Forse vuole annullare l’appuntamento di stasera, forse vuole dirmi che non mi vuole più vedere, forse…

“Ciao, scusa non volevo svegliati, ma…ma ave-avevo voglia di sentirti. Se ho fatto male, scusa…io…magari…” Che dolce, voleva sentirmi, per fortuna non riesce a sentire il battito accelerato del mio cuore e non riesce a vedere il rossore delle mie gote.

“No. Cioè non mi hai svegliato ed hai fatto be-bene a chiamarmi, anche…anche io vol-volevo sentirti.” Mormoro al massimo dell’imbarazzo.

“Bene, allora se ti dico che volevo anche vederti oltre che sentirti?” Non capisco cosa vuol dire. Sento la sua risata cristallina.

“Guarda fuori.” Con il cordless nell’orecchio mi avvio verso la porta di casa e la apro. Davanti a me un dio, ci fissiamo intensamente negli occhi e ci sorridiamo. Poi lui mi fa una radiografia completa e una lampadina si accende in me. Caccio un urlo bestiale e il suo viso si deforma in una smorfia di puro terrore. Gli sbatto la porta in faccia e con il cordless ancora in mano gli intimo di non muoversi di lì. Chiudo la chiamata, lancio il telefono sul divano e corro in bagno, cerco di districare la balla di fieno che mi ritrovo al posto dei capelli, mi lavo il viso e i denti. Torno in camera mia, non prima di esser caduta quattro volte, e praticamente mi infilo nell’armadio per cercare qualcosa di decente da indossare. Se lo avessi saputo prima che sarebbe venuto non mi sarei fatta trovare in quel modo trasandato. Ora sicuramente sarà scappato a gambe levate. Indosso velocemente una camicia blu e dei jeans chiari attillati, poi infilo le mio all stars, mi spazzolo nuovamente i capelli dopo aver fatto tutte le scale con il sedere mi ricompongo e vado ad aprire la porta. Di fronte a me c’è ancora il mio dio con un sorriso favoloso. Mi sciolgo davanti alla sua bellezza.

“Non mi inviti ad entrare?” Mi chiede sorridendo? Arrossisco a quelle parole, mi ero incantata a guardarlo e mi sono dimenticata di farlo accomodare, che stupida.

“Oh si si, ovvio. Entra.” Mi sposto per farlo passare, ma lui non si muove di un millimetro, e lo guardo confusa.

“Non hai dimenticato qualcosa?” Impallidisco, forse ho dimenticato le scarpe o peggio i jeans. Terrorizzata punto uno sguardo sul mio corpo, ma c’è tutto, sospiro di sollievo, mentre lui inizia a ridere sguaiatamente.

“Non intendevo quello, anche se non capisco perché ti sei cambiata, eri adorabile. Quando ti ho detto che hai dimenticato qualcosa intendevo questo.” Si avvicina lentamente a me, il mio cuore fa gli straordinari, e finalmente posa le sue labbra sulle mie. La mia reazione arriva subito, passo le braccia intorno al suo collo e le mie mani volano nei suoi morbidi capelli mentre lui mi stringe a se, ma sento qualcosa dietro la mia schiena. Quando ci stacchiamo ci sorridiamo.

“Buongiorno principessa.” Ancora? È un nomignolo carino, ma non sa che nel mio caso è vero.

“Buongiorno anche a te.” Finalmente entriamo in casa entrambi in silenzio. Lo conduco in cucina e poi mi volto verso di lui.

“Non resistevo più senza vederti.” Mi sussurra i imbarazzo. Gli sorrido per fargli capire che per me era la stessa cosa e passo nuovamente la mano tra i suoi capelli.

“Morirei tra i tuoi capelli.” Ammetto in imbarazzo, lui mi sorride e afferra la mano libera per posarvi un dolce bacio.

“Ti ho chiamata per circa mezz’ora, probabilmente ti ho svegliata, scusa.” Era lui e io non volevo neanche alzarmi troppo presa a piangermi addosso.

“Non dormivo, ero solo sotto le coperte e non avevo voglia di alzarmi.”

“Ti ho portato la colazione, e ho pensato che dopo potremmo fare un giro al parco. Sempre se ti va.” Mi chiede titubante.

“Certo che mi va.” Mi porge un sacchetto con dei cornetti dentro, anzi con sei cornetti, non crederà che li mangi tutti? Forse sono anche per lui. Dal fisico non si direbbe una persona che magia tanto. Guardo anche il caffè, anzi no, i caffè. Lo guardo confusa.

“Ecco non sapevo cosa preferivi così ho preso cornetti con il cioccolato al latte, con il cioccolato bianco, con il cioccolato fondente, con la crema, con la marmellata di more, con la marmellata di fragole e con la marmellata di albicocche. Poi ho preso un caffè, una cioccolata calda, un tè, un cappuccino ed un caffè d’orzo.” Mi guarda di nuovo imbarazzata, mentre io mi avvicino e gli poso un bacio delicato sulle labbra.

“Grazie, sei stato gentilissimo. Però, per la prossima volta va bene cornetto con cioccolato al latte e cioccolata calda.” Mi guarda sorridente.

“Allora se ci sarà una prossima volta non ti arrabbierai?”

“No, no.”

“Bene perché sarà così tutte le mattine. Inoltre ti ho portato anche queste.” Mi mostra un mazzo di rose blu, sono bellissime. Sento gli occhi pizzicare.

“Bella, se non ti piacciono, vado a prenderne delle altre. Le ho prese blu notte perché è il mio colore preferito, ma se non ti piacciono io…” Freno il fiume di parole posando un dito sulle sue labbra.

“Sono bellissime grazie, inoltre il blu notte è anche il mio colore preferito, di solito.” Mi sorride.

“Che significa di solito? Voglio sapere tutto di te. Cosa ti piace, cosa non ti piace, i tuoi fiori preferiti, i tuoi cibi preferiti, tutto insomma.” Sorrido imbarazzata, mai nessuno, a parte la mia famiglia, si è interessata così tanto a me.

“Anche io voglio conoscere tutto di te. Ora però facciamo colazione.”

“Veramente io l’ho fatta a casa, mi dispiace.”

“Oh non preoccuparti, ma ora ti annoierai mentre mi aspetti.”

“Non preoccuparti, in tua compagnia non mi annoio mai.” Diciamo che il rosso sta diventando un colore perenne sulle mie guance. Anche lui se ne accorge e si avvicina, mi accarezza delicatamente, come se fossi un diamante raro.

“Sei bellissima, ma quando arrossisci sei meravigliosa.” Il cuore aumenta i battiti e mi posa un leggero bacio sulla fronte. Le sue mani vanno sui miei fianchi, mentre le mie a circondargli il collo. Mi beo del suo abbraccio e del suo odore. Senza farmi scoprire respiro il suo odore dal suo petto e sento le sue labbra, posate sul mio collo, aprirsi in un sorriso. Ad un certo punto il mio stomaco inizia a brontolare, che vergogna.

“Credo che qualcuno qui abbia fame.” Mi prende in braccio e si siede con me sulle sue gambe. Mi piace questa posizione, sto proprio comoda, ed in più posso fare colazione senza dovermi separare fisicamente da lui. Guardo con sguardo adorante il cornetto.

“Rimpiazzato da un cornetto.” Mi volto a guardarlo.

“Non è un cornetto, è il cornetto. Non capisci la sottile differenza tra i vari cornetti e questa divinità al cioccolato.” Gli dico mentre addento il mio cornetto.

“Intanto la tua divinità ti ha sporcata tutta.” Divento tutta rossa e prendo un tovagliolo per pulirmi, ma una sua mano mi blocca.

“Aspetta, faccio io.” Mi fa voltare verso lui e lentamente mi si avvicina. Con la lingua pulisce nel punto in cui sono sporca, vicino l’angolo della bocca. Il mio cuore fa gli straordinari, potrebbe venirmi un infarto da un momento all’altro. È la prima volta che sento la sua lingua, è fredda, come tutto di lui, ma io mi sento bollente. Lentamente si sposta da me e ci fissiamo negli occhi ipnotizzati ed in imbarazzo. Lo squillo del telefono spezza la magia del momento e ci fa riprendere. Corro a cercare il telefono, è mio padre che mi avvisa che si fermerà a cena da Billy per vedere la partita. Appena termino la conversazione Edward mi chiede se ho finito, annuisco e prendendomi per mano ci avviamo a piedi verso il parco.  

  

Ciao ragazzeeeee, allora cosa ne pensate? Diciamo che Bella è molto complessata, per non parlare di Edward poi. Però che carino che è stato a portarle la colazione e poi con tutta quella roba. Giustamente non conoscendo i suoi gusti le ha preso un po' tutto. Il prossimo capitolo, sarà il pov Edward e ovviamente sarà l'appuntamento. Colgo l'occasione per ringraziare tutte voi che commentate, non sapete come mi rendete felici. Poi ringrazio chi segue in silenzio, chi mi ha inserito tra le preferite e chi tra le storie da ricordare. A domani un bacio Mary.

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


capitolo 27





POV EDWARD

Sono in camera mia davanti lo specchio e penso a cosa indossare per questa sera. Intanto ripenso alla mia giornata e un sorriso mi sorge spontaneo. Ho vegliato su di lei per tutta la notte, poi poco prima che si svegliasse un’idea mi è balenata in mente. Sono corso verso il miglior bar di Port Angeles, ho comprato tutti i tipi di cornetti e di bevande che c’erano, sono passato da un fioraio è le ho preso un mazzo di rose. Inizialmente volevo prenderle rosse, ma poi ho pensato che quelle sarebbero andate meglio stasera, così ho notato delle splendide rose blu e le ho prese. Tutte. Sono arrivato sotto la sua finestra, sentivo che era sveglia ma non si alzava. Stava male? Si era pentita di ciò che era successo ieri? Non ci ho visto più ed ho provato a telefonare a casa sua, forse non sentiva il mio stesso bisogno di vedermi. Ho provato a chiamare per mezz’ora senza ricevere risposta, certo sono stato insistente e maleducato, ma la depressione si stava facendo largo in me. Dopo mezz’ora mi ha risposto con una voce carica di rabbia, ma appena ha capito che ero io la sua voce si è addolcita. Per non parlare poi di quando mi ha aperto e dell’urlo disumano che ha lanciato prima di chiudermi la porta in faccia. Stavo andando via, quando lei per telefono mi ha intimato di non muovermi e così ho fatto. Sentivo vari rumori, poi finalmente la porta si è riaperta presentandosi una Bella vestita di tutto punto con una camicia blu che rendeva la sua pelle ancora più nivea. Ho provato di nuovo a leggerle la mente ma come sempre percepivo solo vuoto, ed ora il suo odore non mi tenta affatto, anzi mi fa morire ma in un altro senso. Ora ho la possibilità di portarle la colazione, cornetto con cioccolato al latte e cioccolata calda, tutte le mattine. Devo appuntarmi che il mio angelo è moto goloso. Poi, oddio, non posso ancora credere a ciò che ho fatto. Io Edward Cullen, vampiro e uomo rispettabile del 1900 ho pulito l’angolo della sua bocca con la mia lingua. Se fossi stato umano sarei diventato più rosso di Bella, ma devo dire che non è dispiaciuto a nessuno dei duo. Inoltre sento ancora il suo sapore sulla mia lingua, che sensazioni.

“Edduccio che fai?” Sono ancora in boxer davanti il mio armadio mentre le mie sorelle entrano in camera mia senza che io le abbia invitate, vabbè.

“Edward ma sei ancora così?” Mi chiede Rose.

“Sai che non si fanno aspettare le donne? Deve essere il contrario.” La guardo implorante e lei capisce.

“Ok, ti aiutiamo a scegliere.” Quasi mi fa piacere l’ossessione per la moda delle mie sorelle. Quasi. Subito dal mio armadio volano jeans, pantaloni, camice, maglie, t-shirt, in pratica tutto. Alla fine ne escono vittoriose. Hanno in mano una camicia blu notte e un paio di jeans chiari. Le guardo sorridente e le caccio dalla mia camera moto poco gentilmente.

“Ma grazie mie adorate sorelline, mi avete salvato da una crisi. Ma figurati fratellone per il tuo primo appuntamento devi essere impeccabile. Tzè questo è il ringraziamento per aver aiutato quello smidollato.” Non do peso alle parole di Alice. Vado in bagno, con un po’ di gel cerco di sistemare la mia chioma indomabile, ma poi mi ricordo che a Bella piace mettere le mani nei miei capelli e subito lascio da parte il gel. A lei piacciono così. Metto anche qualche goccia di profumo, indosso la giacca e scendo.

“Ohhhh patatino hai messo anche il profumo? Vuoi proprio far colpo su Bellina.” Esclama l’orso mentre Jasper sghignazza. Intanto entrambi ricevono uno scappellotto da mia madre ed io le sorrido.

“Edward, amore vai, non far aspettare Bella, non è educato.”

“Certo mamma, sto andando.” Le scocco un bacio in fronte e mi avvio verso l’uscita.

“Ah Eddy, - no, anche lei no, - non mi piace essere l’unica che non conosce la tua ragazza, vedi di portarla subito qui. Intesi?” Che sguardo…

“Mamma, veramente vorremo fare le cose con un po’ di calma.”

“Bene, vuol dire che andremo a prendere un tè insieme.” La guardo stralunato, berrebbe caraffe di tè pur di conoscere la donna che mi rende felice.

“Esme, tesoro, noi non beviamo tè.” Ahio papà, non vorrei essere in te ora. Scappo prima che mi blocchino ancora. Mi accerto che le rose siano in auto, perfetto, tutto apposto. Accendo la macchina e parto verso casa della mia ragazza. Non ho programmato nulla per questa sera, anzi lei mi ha detto che cena a casa così possiamo passare il tempo parlando di noi. Ma ho già in mente il posto in cui portarla. Spero non mi trovi troppo sdolcinato. Grazie alla mia guida arrivo in breve a casa Swan. Sono molto più agitato di questa mattina. Scendo dall’auto e vado a suonare il campanello. Sento il dolce battito del suo cuore e il respiro accelerato, forse sta correndo. Sorrido involontariamente. Dopo pochi minuti la porta di apre rivelando la mia dea. Spalanco la bocca per lo stupore, mi trovo ad aver bisogno d’aria. Boccheggio in cerca di ossigeno. Davanti a me non c’è una donna, no. Definirla tale sarebbe riduttivo, davanti a me c’è una dea con le guance rosse. Indossa un paio di jeans scuri strettissimi ed una maglia rossa attillatissima che risalta tutte le sue forme perfette, e ai piedi un paio di scarpe nere con il tacco.

“S-se non sto bene, vado un attimo a cambi…” Le blocco il fiume di parole con le mie labbra.

“Non trovo le parole per descrivere la tua bellezza. Sei di una bellezza disarmante, spero solo che non ti vestirai così anche per andare a scuola.” Deglutisco un fiotto di veleno pensando a lei così a scuola ed io a uccidere tutti. Ridacchia nervosamente e mi rassicura.

“Ciao raggio di sole.” Diventa rossissima. Mi piego verso di lei e le poso un nuovo bacio sulle labbra.

“Ci-ciao Edward.” Le porgo il mazzo di rose con un sorriso e lei mi ringrazia con gli occhi lucidi.

“Edward, non devi farmi sempre regali. Ho già te.” Ahhhhh se potessi fluttuerei felice in cielo.

“Abituati, ti farò tanti regali.”

“No.”

“Oh si. Ti vizierò tantissimo.” Gonfia le guance e mette il broncio, di nuovo quell’arma illegale.

“A me non piacciono i regali.”

“Neanche se te li faccio io?” Le chiedo fissandola intensamente negli occhi ed iniziando a lasciarle piccoli baci su tutto il viso, sta cedendo, lo sento.

“Ba-basta che non siano costosi e non avvenga sempre.” Mormora. Poi si allontana e si mi invita ad entrare. Deve mettere i fiori in un vaso e poi possiamo andare. Appena si gira resto pietrificato.

“Bella, ma la parte di dietro della maglia?” No, non può essere così. Deve coprirsi sia per la mia sanità mentale, sia per salvare la vita di coloro che sicuramente se la mangeranno con gli occhi. Mi fissa confusa.

“Cioè, la…la maglia non è così…aperta dietro. Avrai qualcosa…” Non so come spiegarlo, ma lei capisce e ridacchia.

“No la maglia è così. Non ti piace? L’abbiamo presa ieri, e poi quando oggi Alice e Rosalie sono state qui hanno detto che avresti apprezzato.” Mi confida rossa in viso. Lo sapevo che quelle due hanno messo il loro zampino. Ma questa volta me la pagheranno. Immagino me con delle taniche di benzina davanti i loro armadi ed un risata sadica quando butto un fiammifero acceso. Alice avrà già visto tutto e riferito alla sua compagna. Nascondete quanta più roba che potete.

“Si, si  va bene.” Liquido il discorso. Dopo aver messo i fiori in un vaso ci avviamo verso la porta.

“Bella non la metti la giacca?” Dimmi di si, dimmi di si…

“No, è una bella serata, se poi fa freddo la indosso.” Imprecando mentalmente ci avviamo verso la macchina e come sempre le apro lo sportello ed una volta dentro le poso un bacio sulla guancia, chiudo e vado verso il posto del guidatore, ovviamente tutto a velocità umana. Appena entro dentro Bella mi fissa con un’espressione strana. Lentamente mi si avvicina, penso voglia darmi un bacio e già pregusto quelle labbra rosse e calde sulle mie. Mi avvicino anche io, ma lei sposta il viso verso il mio collo. Cosa vuole fare? Sento che mi odora. Mi odora? Siiii come oggi, mi è piaciuto tantissimo. Mentre io muoio con queste belle sensazioni lei si rialza e fa una smorfia. Cosa è successo?

“Bella? Qualcosa non va?” Le chiedo timoroso, forse non le piace il mio odore.

“No. Non mettere più il profumo, copre il delizioso profumo della tua pelle. Non hai bisogno di odori artificiali, sai di buono già di tuo. Non coprirti.” Mi sento lusingato, questo è un signor complimento. Sono al settimo cielo, adora il profumo della mia pelle, so di buono. Le sorrido, ma lei rendendosi conto di ciò che mi ha detto diventa bordeaux.

“Anche io adoro il tuo profumo.” Poi si volt sconvolta verso di me.

“Io…scusa Ed non volevo. Non voglio importi nulla, non pensare che perché io ti ho detto di non usare profumi tu…ora…tu…”

“Ssh, mi fa immensamente piacere ciò che hai detto, e poi anche tu mi hai promesso che non ti vestirai così a scuola. Siamo pari no?” Mi guarda e ridacchia.

“Io non ho promesso nulla.” Continua a ridacchiare mentre io impallidisco.

 

Allora gentil donzelle piaciuto il capitolo? Ovviamente questo capitolo non è concluso, domani ci sarà il seguito di questo pov, ricordiamoci che Edward le deve ancora dare il suo regalo di compleanno. Scusate se non mi dilungo ma ho la testa che scoppia a domani mie care.

Mie storie in corso:

Forse non mi hai mai amata

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Mie storie concluse:


FINALMENTE FELICI
 
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MI SONO INNAMORATO DI TE
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INVITO
 
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UNO SCONTRO CHE TI CAMBIA LA VITA
 
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LA MIA PERICOLOSA CANTANTE
 
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ETERNITA’
 
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L’AMORE VA OLTRE IL TEMPO
 
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RITROVARE LEI,RITROVARE LORO
 
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Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di S. Meyer.

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


capitolo 28





POV EDWARD

Ecco stiamo insieme da un giorno e già mi tiene in pugno. La guardo scioccato ma poi lei inizia a ridere di gusto. Mi prendeva per caso in giro? Da quando è entrata nella mia vita sono diventato lo zimbello di tutti i vampiri. Se mi vedessero i Volturi mi farebbero a pezzi per quanto sono diventato stupido. Però mi sono rincretinito perché mi sono innamorato di lei. Mi importa qualcosa di tutto il resto? No, mi basta lei.

“Ma bene, è un giorno che stiamo insieme e già ti prendi gioco di me?” Le chiedo mettendo un finto broncio e lei invece continua a ridere, ora il mio ego si sente ferito. Ad un tratto sento la sua mano tra i miei capelli e lei che mi regala un bacio sulla guancia.

“Dai Ed, dovevi vedere la tua faccia. Poi adoro quando sei geloso.”

“Io non sono geloso.” La rimbecco stizzito. Seeee non ci credo neanche io.

“Allora quando ieri mi hai chiesto di andare a cambiarmi altrimenti avresti fatto una strage, oppure quando mi hai chiesto di non vestirmi così a scuola non era perché sei geloso?” Mi chiede. È furba la ragazza, ma io lo sono di più.

“No, l’ho detto solo per evitarti scocciatori, non perché io sia geloso.” Sembra che non mi crede, ovvio non mi credo neanche io.

“Va bene allora. Andiamo?” Mi chiede dolcemente. Le afferro la mano, la intreccio con la mia e parto verso la spiaggia di Port Angeles. Con la mia guida ci impiego meno tempo. Durante il tragitto abbiamo parlato molto dei nostri gusti. Le ho fatto tante domande e lei ne ha fatte altrettante a me. Le sue risposte mi spiazzano sempre, non riesco mai a prevedere una sua risposta. Ma preferisco, mi sento più “normale” con lei, per quanto normale io possa essere. Appena arriviamo parcheggio e, a velocità umana, vado ad aprirle lo sportello porgendole la mano. Ad ogni nostro contatto il suo cuore perde un battito e le sue guance si imporporano. La conduco verso la spiaggia. Il mare è calmo, la luna splende in cielo e il suo riflesso sul mare rende il luogo molto romantico.

“Oh grazie Edward, è bellissimo questo posto.” Mi si butta praticamente addosso e riempie il mio viso di baci. Rido felice, quasi mai prende l’iniziativa, ma ogni volta che lo fa è una gioia per il mio cuore morto. Iniziamo a passeggiare mano nella mano, ma ho paura che la mia pelle gelida possa farle prendere freddo. Cerco di sciogliere delicatamente il nostro intreccio, ma lei, come il giorno prima, rafforza la presa.

“Scusa.” Le chiedo subito quando noto un brivido in lei.

“Non scusarti, la tua pelle mi scalda, ho rabbrividito per questa atmosfera romantica. Sono felice, grazie per avermi portata qui Edward. Grazie per esser entrato nella mia vita.” Il tutto me lo dice con gli occhi lucidi, le guance arrossate, il cuore che galoppa ma mai ha distolto lo sguardo dal mio. Amo questa ragazza, la amo immensamente. Con lei mi sento felice, lei mi rende felice. Lei non ha ribrezzo per la mia pelle, anzi la scalda. Che controsenso, ma oramai mi sono arreso, le sue risposte saranno sempre delle dolci sorprese per me.

“Grazie a te per avermi permesso di entrare nella tua vita Bella. Sono felice anche io da quando ti ho conosciuto, poi da ieri sono ancora più felice.” Se potessi sarei rosso dall’imbarazzo. Volta lo sguardo verso la luna, è veramente bellissima. È semplicemente un angelo, mentre io sono il demone che purtroppo si è innamorato di lei. Io non ho il diritto di esser felice per questa situazione, io non dovrei essere qui con lei, io non dovrei essere nulla per lei, ma non ce la faccio a separarmi da lei. Sono egoista. Io, un dannato, non posso macchiare questa anima pura. Inoltre io sono eterno, lei no. Forse, dovrei finirla qui, lei non verrà coinvolta da questa storia, sarò solo un effimero ricordo per lei. Mentre lei vivrà in me in eterno, perché io potrò amare solo lei.

“Sai, quando ero bambina sognavo. Sognavo il principe azzurro. Ma non lo sognavo biondo e con gli occhi azzurri.” Ridacchia. È riuscita nuovamente a farmi accantonare i miei tristi pensieri con la curiosità che provo verso i suoi pensieri.

“L’avrei dovuto chiamare principe verde, - ecco ora non capisco, ma perché proprio la sua mente non posso leggere?, - il mio principe aveva i capelli castani e gli occhi verdi.” Oddio, io ho i capelli castano ramati e da umano i miei occhi erano verdi. Fato? Destino? Non lo so.

“Sognavo che arrivava da me, mi baciava e mi dichiarava il suo amore per l’eternità.” Io posso arrivare da te, baciarti e posso dichiararti il mio amore per l’eternità, ma la vera eternità. Mi intristisco di nuovo pensando all’eternità davanti a me.

“Hai detto sognavi, non lo sogni più?”

“No.” Risposta secca e coincisa.

“Perché?” Le chiedo timoroso, non so neanche io perché sono timoroso. Forse ho paura della risposta.

“Perché ora voglio solo un uomo che mi ami per ciò che sono. Voglio essere l’unica ai suoi occhi. L’uomo che con un solo sorriso o un solo tocco mi fa battere il cuore, l’uomo che mi faccia stare bene. L’uomo che mi rispetti, che sia sempre sincero, ma soprattutto che mi ami sopra ogni cosa. L’uomo che affronterà le difficoltà insieme a me senza scappare al primo ostacolo, perché l’amore è fatto anche di ostacoli.” Le sue parole mi hanno toccato, è il modo in cui io la amo, e secondo me legge nel pensiero. Anche io vorrei andare via per il suo bene, ma non ne ho la forza. Però il mio segreto non è un ostacolo qualunque, io non dovrei esistere.

“Posso essere io quell’uomo?” Le chiedo di getto senza pensare, ma non me ne pento. Ora ho solo paura della sua risposta, ho para di ciò che potrei leggere nei suoi occhi. Mi fissa come se volesse leggermi dentro, ma nei suoi occhi c’è solo…amore?

“Speravo mi facessi questa domanda, e ne sarei più che lieta se fossi tu quell’uomo.” Si era amore quella luce nei suoi occhi. Lentamente mi avvicino a lei. Le poso una mano sul fianco e l’altra lentamente sale nei suoi capelli. Lei posa le mani sulle mie spalle, lentamente una sale verso il mio collo mentre l’altra va verso i miei capelli. Con una lentezza estenuante avviciniamo i nostri volti. Le sue guance sono rosse e il suo cuore scalpita furioso. Mai ha battuto così veloce.

“L’attesa aumenta il desiderio.” Le sussurro per non spezzare l’atmosfera romantica.

“Ti aspetterei in eterno solo per un tuo bacio.” Sussurra anche lei ed io sono ancora più emozionato.

Finalmente le nostre labbra si sono unite, si sfiorano lentamente, in modo casto, fino ad appoggiarsi completamente. Con dolcezza le passo la lingua sul labbro inferiore e, stando attento, le mordicchio leggermente quello superiore. Un sospiro esce da quelle labbra perfette mentre si schiudono permettendomi di entrare. Permettendomi così di assaggiare il suo sapore. Le nostre lingue timorose si cercano, si inseguono e finalmente si trovano. Ho sentito il mio cuore battere dall’emozione. Il suo sapore è incredibile, è unico, è dolce, è mio. Le nostre lingue giocano dolcemente tra di loro. Continuiamo a baciarci fino a che lei ha bisogno di ossigeno, poi abbandono le sue labbra ma non la sua pelle. Passo a baciarle tutto il volto, scendo a baciarle il collo. Lì dove la sua vena pulsa freneticamente, ma non potrei mai far del male alla mia stessa vita. Poso un bacio delicato su quella vena, fonte di vita per lei, fonte di nutrimento per me. Con la lingua segno il profilo del suo collo. I suoi sospiri mi incitano a continuare, ed io continuo. Risalgo verso la mandibola, la guancia, fino a riappropriarmi di quelle dolci tentazioni rosse come il peccato. Questa volta è lei a chiedere il permesso per entrare nella mia bocca, permesso che subito le concedo. Accarezza lentamente tutto, il mio palato, la mia lingua, persino i miei denti. Le nostre lingue riprendono la loro danza e dopo un tempo indefinito ci stacchiamo. Appoggio la mia fronte sulla sua. Ha l’affanno il mio amore. Ma rifarei tutto solo per la visione del suo viso. Ha le guance arrossate, le labbra rosse e gonfie per i baci, gli occhi lucidi dall’emozione e poi il suo cuore che batte frenetico e sembra volerle uscire dal petto.

“Grazie.” Mi dice sussurrando. La guardo confusa.

“È stato il mio primo vero bacio. Grazie per essere tu il mio primo bacio.” Le poso un bacio sulla fronte e l’abbraccio.

“E spero anche l’unico.” Io lo penso egoisticamente ma lei lo dice sussurrando credendo che io non possa sentirla, ma non è così. Mi stacco lentamente e le sorrido cercando di rabbonirla.

“Ora ho una cosa per te.” Le dico, devo darle il suo regalo di compleanno. Mi guarda confusa e le porgo il pacchetto.

“Edward, cosa ti ho detto oggi dei regali? Già mi hai regalato due mazzi enormi, oltre che bellissimi, di rose. Non dovevi.”

“Pensavo veramente che non ti avrei fatto un regalo per il tuo compleanno?” Le chiedo scioccato, non può pensarlo davvero.

“Io credevo che il mio regalo fossi tu.” Mi mormora imbarazzata.

“Se è per questo anche tu sei il mio regalo.” Lei non può pensare che io sia un regalo, io sono un mostro. Apre il regalo senza fare altre storie e poi lo fissa con gli occhi spalancati. Lo sapevo è troppo semplice e non le piace.

“Se non ti piace possi…”

“È favoloso Edward, grazie di cuore.” Mi regala un enorme sorriso e un dolce bacio a stampo. Mette il bracciale e lo osserva.

“È un bracciale con una pietra di luna. La storia di questa pietra è veramente affascinante. Si crede che…”

“Aiuti le persone a trovare il vero amore. Adoro la pietra di luna. Insieme al topazio, è la mia pietra preferita.”

“Pietra di luna e topazio? Non i diamanti, i rubini?” Arrossì di botto, che le prende?

“La storia della pietra di luna mi ha affascinato sin dalla prima volta che ne venni a conoscenza.”

“E il topazio?” Chiesi curioso.

“Vedi c’è una festa andiamo a vedere?” Eh no, prima mi dirai il perché del topazio. La prendo delicatamente per un braccio e la faccio scontrare con il mio petto.

“Prima mi dici del topazio e poi andiamo.” Le dico assottigliando lo sguardo. Lei in risposta fissa il mio petto.

“È il colore dei tuoi occhi.” Resto spiazzato ed anche piacevolmente sorpreso, mi sento molto lusingato. Le alzo il viso e le faccio quel sorriso per cui impazzisce, la sue reazione arriva subito e mi abbasso per baciarla dolcemente, poi insieme ci avviano verso la festa. Ci sono tanti ragazzi che cantano e ballano intorno al fuoco. Io intanto cerco di eliminare dalla mia mente tutti i pensieri osceni sulla MIA ragazza. Tutti, e dico tutti, i ragazzi presenti la mangiano con gli occhi, la spogliano con gli occhi. Devo far leva su tutto il mio autocontrollo per non commettere una strage, ma ad un certo punto non ce la facci più e la porto via. In fondo è tardi e deve dormire. Mi guarda confusa e mi chiede il perché della mia reazione.

“Tutti i ragazzi presenti ti fissavano come a volerti spogliare con gli occhi, anzi ti spogliavano con gli occhi.” Ridacchia. Non trovo nulla di divertente.

“Non eri tu quello non geloso?” Mi ha in pugno.

“Hai vinto, sono maledettamente geloso di te. Nessuno deve guardarti, solo io posso farlo.” Poggia la sua testa sulla mia spalla e intreccia le nostre mani sul cambio.

“Il mio gelosone.” Ridacchio e le scocco un bacio sui capelli mentre torniamo a Forks.

 

Donzelle, piaciuto il capitolo? Troppo mieloso? Troppo lungo? Ditemi voi. Allora i nostri amici finalmente si sono scambiati un vero bacio. Il capitolo è molto lungo anche perché ho cercato di descrivere al meglio le emozioni di Edward. A domani un bacio Mary.

Mie storie in corso:

Forse non mi hai mai amata

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Mie storie concluse:


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MI SONO INNAMORATO DI TE
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INVITO
 
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LA MIA PERICOLOSA CANTANTE
 
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ETERNITA’
 
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L’AMORE VA OLTRE IL TEMPO
 
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RITROVARE LEI,RITROVARE LORO
 
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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


capitolo 29




POV BELLA

Dopo un intenso bacio sotto il portico di casa e a malincuore ci stacchiamo e rientro in casa con gli occhi a cuoricino. Che bella serata. Lo sguardo si posa sul bracciale che ho al polso. È bellissimo, proprio come lui, anzi no, lui è più bello. Ripenso alla nostra serata, praticamente mi ha chiesto se può amarmi ed io ovviamente ho accettato. Cioè ci siamo detti di amarci anche se non esplicitamente. Oddio. Per fortuna è andato a casa altrimenti avrebbe visto l’incendio divampare sulle mie guance e avrebbe sentito il cuore volermi uscire dal petto. Sorrido come un’ebete.

“Bella?” Mi chiama mio padre con un’espressione tra il curioso e lo spaventato.

“Mi fai paura con quella faccia.” Il mio sorriso si amplia, sono troppo felice.

“Sei uscita con quel ragazzo? Deve piacerti proprio se ti riduce in questo stato. Ora posso sapere chi è?” Annuisco ma non rispondo. Noto che mio padre inarca le sopracciglia nell’attesa e poi mi ricompongo mentre lui ridacchia divertito.

“Edward, Edward Cullen.” Mio padre si illumina.

“Non potevi fare scelta migliore bambina mia. I figli del dottor Cullen sono uno più educato dell’altro. Sono a conoscenza delle buone maniere e le mettono in pratica. Mai un problema, neanche quello grosso. Anzi quello grosso è pure simpatico, mentre la piccoletta è molto frizzante. Poi Carlisle lo conosci anche tu, ha spezzato il cuore di tutte le dottoresse ed infermiere dell’ospedale, ma lui ha occhi solo per sua madre. La signora Cullen poi è di una bontà unica, oltre che bellissima, ma lì sono tutti bellissimi. Poi ci sono i due gemelli, anche loro molto educati, ma più calmi e pacati dei loro compagni. Ed infine c’è il tuo ragazzo. Una volta durante un inseguimento, è riuscito a bloccare l’auto di un rapinatore, tamponandolo con la sua. La centrale voleva ripagargli il danno per premiarlo ma non ha voluto un soldo. Inoltre i signori Cullen sono le persone più buone del mondo, hanno anche dato un tetto a quei poveri ragazzi. Ma ovviamente qui le malelingue devono sempre parlare. Sono invidiosi della loro bellezza, dei loro soldi e ovviamente sono scoccati per il fatto che all’interno della famiglia si siano formate delle coppie. Io non ci vedo nulla di strano, non sono fratelli di sangue, ma la gente di qui deve sempre avere qualcosa da ridire. Comunque hai fatto un’ottima scelta figlia mia. Hai scelto un bravo ragazzo proprio come te.” Lo guardo ammirato, devono proprio piacergli i Cullen e sono molto più tranquilla dopo questa rivelazione.

“Comunque quando me lo presenti?” Come? Cosa? Eh?

“Stai scherzando?” Dalla sua espressione deduco che non sta scherzando.

“Papà la nostra relazione è iniziata ieri, non credi sia un po’ presto? Magari fra un po’ di tempo.” Cerco di togliermi questo impiccio. Abbiamo deciso di andare con calma.

“Va bene, va bene come vuoi. Ricordati però che poi gli dovrai parlare di te.” Mi rabbuio all’istante. Appena lo saprà scapperà via da me, mi dirà che gli ho mentito, che l’ho preso in giro. Sicuramente non mi vorrà mai, non voglio che accada tutto ciò. Perché non posso essere un’adolescente normale? Mio padre ha ragione, ma appena gli dirò che sono la principessa della Svezia scapperà a gambe levate, se poi ci aggiungo che ne sono anche l’erede al trono. Sospiro rassegnata, appena saprà di me scapperà via, mi abbandonerà ed io morirò senza l’uomo che amo, senza lui. Mio padre corre ad abbracciarmi e non mi sono accorta che le lacrime hanno iniziato a scendere dai miei occhi.

“Ssh amore, non piangere. Lui ti amerà, se è intelligente capirà che persona meravigliosa sei e che non gli hai detto tutto subito solo per paura di non essere accettata. Stai tranquilla amore.” Le parole di mio padre mi tranquillizzano un po’, così lo ringrazio e cancellando i pensieri tristi corro a fare una doccia bollente.

Dopo essermi preparata per la notte mi infilo sotto le coperte, sono veramente stanca, è stata una giornata piena di dolci emozioni ed anche di possibili infarti. Mi sento osservata ma probabilmente è solo la stanchezza. Mentre sono ancora nel dormiveglia sento delle labbra fredde che mi baciano la fronte e sussurrarmi dolci parole.

“Sogni d’oro amore mio, dormi tranquilla veglierò il tuo sonno.” Sorrido inconsciamente, sto dormendo e sto sognando Edward.

La mattina un rumore fastidioso mi fa sobbalzare. Ho dormito veramente bene questa notte, mi sentivo protetta, mi sentivo come quando sono in compagnia di Edward. Forse devo farmi vedere da uno specialista. Volto lo sguardo verso la sveglia e li mi blocco terrorizzata.

“Ahhhhhhhhhh.” Scendo dal letto, o meglio cado dal letto, vado a lavarmi la faccia e i denti, corro nuovamente in camera e mi vesto in fretta. Devo sbrigarmi, tra venti minuti suona la campanella e io dormivo beata. Mi preparo in cinque minuti, afferro lo zaino al volo e praticamente volo giù dalle scale. Bene con questa caduta ho risparmiato del tempo prezioso, come si dice non tutti i mali vengono per nuocere, e questa volta la caduta è stata provvidenziale anche se il mio sedere è tutto dolorante. Apro la porta di casa, la sbatto alle mie spalle e corro verso la macchina. Ad un tratto due braccia interrompono la mia corsa. Oddio la paura mi assale.

“Lasciami, brutto maniaco, lasciami. Mio padre è lo sceriffo, non la passerai liscia.” Con lo zaino inizio a colpirlo. Chiudo gli occhi e sento una risata cristallina. La riconosco, mi blocco all’istante, ma per la vergogna non apro gli occhi.

“Mostrami le tue pozze cioccolatose, angelo mio.” Diniego con il capo, ma mi sento bruciare. Lui sorride e sento la sua lingua salire il mio collo, la mandibola, la guancia. Sono in attesa delle sue labbra sulle mie.

“No angelo, fino a che non mi mostrerai i tuoi occhi non riceverai il bacio del buongiorno. Conta che devi anche farti perdonare per avermi dato del maniaco e per avermi picchiato con lo zaino.” Sento ilarità nella sua voce, forse e dico forse, non è arrabbiato.

“Non sei arrabbiato perché ti ho scambiato per maniaco?” Lo sento ridere.

“No, però la minaccia che hai inserito dicendo che sei la figlia dello sceriffo mi ha fatto morire dal ridere. Ora apri i tuoi splendidi occhi?” Come incantata dalla sua voce apro gli occhi e mi perdo in un mare dorato. Non ho il tempo di arrossire che mi trovo travolta in un bacio passionale che ricambio immediatamente. Abbandono lo zaino a terra e gli salto praticamente addosso allacciandogli le braccia al collo. Solo quando ci stacchiamo entrambi ci rendiamo conto della posizione imbarazzante in cui ci troviamo, e imbarazzati ci allontaniamo, ma solo leggermente.

“Buongiorno raggio di sole.” Sono incantata dal suo sguardo, dal suo sorriso, dai suoi occhi.

“A questo punto tu dovresti rispondere buongiorno anche a te Edward.” Mi riprendo e le mie guance vanno a fuoco.

“Quel tuo rossore lo prendo come un buongiorno. Comunque dove andavi così di fretta?”

“Ero in ritardo.”

“Non ti ricordavi che sarei passato io?” Diniego imbarazzata.

“La mattina non sono molto lucida, e poi non ho neanche fatto colazione…” Non finisco di parlare che il mio stomaco fa un verso imbarazzante e lui rude di gusto. Mi imbroncio.

“Ti ricordo che ho il permesso di portarti la colazione tutte le mattine. Perciò in macchina ci sono cornetto con cioccolato al latte e cioccolato caldo. Come li preferisci tu.” Gli sorrido dolcemente e mentre mi posa un dolce bacio sulla mano mi apre la portiera dell’auto e subito un odore di cioccolato invade le mie narici. I miei occhi si dilatano per la gioia. Edward al mio fianco ridacchia e mi porge il sacchetto ed una rosa rossa. Io gli sorrido imbarazzata e gli poso un leggere bacio sulle labbra. Poi prendo la rosa e l’annuso, ha un odore buonissimo.

“Spero che le rose siano i tuoi preferiti.” Io arrossisco e diniego con il capo. Lui sbianca e cerca di scusarsi.

“Non ho detto che non mi piacciono anzi le odoro, ma solo se me le regali tu. Però il mio fiore preferito è il tulipano.”

“Allora da domani tulipani.”

“No! Cioè mi piace che tu mi regali le rose, però ti ho detto che non devi farmi regali.” Gli sussurro roca.

“Sai che questo non avverrà mai principessa?” Mi irrigidisco ma per fortuna lui pensa che sia per i regali, poi cerco di rilassarmi nuovamente.

“Andiamo? Intanto fai colazione.” Durante il tragitto ho fatto colazione con calma. Finisco tutto appena arriviamo nel parcheggio della scuola, sincronia perfetta. Mi volto sorridente verso Edward, che ha appena finito la perfetta manovra del parcheggio. Mi sporgo verso di lui per baciarlo, lo colgo di sorpresa.

“Buongiorno Edward.” Lui ridacchia divertito. Poi sposto lo sguardo di fronte a me e mi accorgo ora della situazione.

“Oh mio Dio.”  Ho paura non voglio scendere dall’auto e inizio a tremare. Ora i pettegolezzi su di me invece di diminuire sicuramente aumenteranno.

“Che succede?” Chiede l’angelo al mio fianco, dal tono di voce noto che è preoccupato.

“Ora tutti diranno che la nuova arrivata si è accalappiata l’inarrivabile, giovane e figo Cullen. Sarò costantemente sulla bocca di tutti. Saremo sulla bocca di tutti.”

“Grazie per il figo, ma come vedi non sono inarrivabile, tu sei al mio fianco, io sono al tuo fianco degli altri non ci importa. Certo se Newton e quegli altri zoticoni si avvicinano a te non ti assicuro tutta la mia compostezza.”

“Ahahah il mio gelosone. Dai scendiamo.” Viene ad aprirmi lo sportello e poi mi prende per mano. Tutti il parcheggio ammutolisce. Sento gli occhi invidiosi e gelosi delle persone ma non mi importa c’è Edward al mio fianco. Certo le varie lezioni e la pausa pranzo sarà un altro paio di maniche, ma ora sono con lui. Accidentalmente incrocio lo sguardo di Jessica e di Mike. Edward stringe la presa sulla mia mano e mi pare di averlo sentito ringhiare in direzione di Mike che scappa impaurito. Aggrotto le sopracciglia. Ma Jessica, Jessica sembra che mandi saette, questa volta stringo io la mano di Edward.

“Ehi Bellina, vieni.” Urla Emmett. Ci avviamo verso i fratelli e un tornado formato mignon mi stringe in un abbraccio.

“Sono così felice per voi. Finalmente quel testone di mio fratello si è deciso. Poi mi  devi racc…”

“Alice lasciala respirare per favore.” Grazie Jasper.

“Allora Bellina, andiamo che abbiamo letteratura.” Perché lo sguardo di Emmett non mi piace? Perché quel sorriso non mi piace? Perché ho paura di andare a lezione con lui? Semplice perché so già cosa mi aspetta. Deglutisco a vuoto. Cerco l’aiuto di Edward con lo sguardo, lo imploro, spero che capisca che non mi deve lasciare sola con il mio aguzzino.

“Mi dispiace non posso fare proprio niente. Anzi si, posso allietarti la sua presenza.” Mi avvolge tra le sue braccia e mi regala un bacio mozzafiato. Sono stordita da questo bacio. Entrambi sorridiamo come ebeti. Ma presto troppo presto un orso mi strappa dalle sue braccia, mi carica in spalla e si avvia verso l’aula.

AIUTO!!!!!!

 

Ciao ragazze, cosa ne dite del capitolo? Vi piace? È più leggero del precedente, volevo farvi rilassare un po’. Nel prossimo troveremo un Edward che capisce veramente cosa è la gelosia. Diciamo che negli scorsi avvenimenti ne ha avuto solo un assaggino. Scusate il ritardo ma ho avuto problemi con l’account altrimenti avrei postato intorno le 22:30. A domani, un bacio Mary.

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


capitolo 30




POV EDWARD

Ancora non riesco a credere alla “dolce” accoglienza che ho avuto stamattina dalla mia ragazza. Alice mi aveva avvisato che sarebbe stato un incontro movimentato, perché ha visto me molto agitato, ma non credevo movimentato in quel senso. Se ci ripenso scoppio a ridere da solo. Meglio evitare, già oggi siamo sulla bocca di tutti se ridessi da solo mi scambierebbero per un cretino e i miei fratelli mi prenderebbero in giro per l’eternità.

“Non posso credere che la mia dolce Bella stia insieme a quel Cullen. Sono terrificanti, e poi cosa ci trova in uno con i capelli rossi e bianco come una mozzarella? Abbiamo la terza ora in comune e le chiederò di uscire. Se non accetta posso sempre far arrivare alle orecchie di Cullen che lei ci ha provato con me o ha risposto ad un mio bacio. Così lui la lascerà ed io mi farò avanti per consolarla. Oh si.” Questo pensiero mi colpisce come un ariete, e so già chi è. Newton tu oggi morirai. Non ti permetterò di avvicinarti al mio angelo. Un  ringhio sfugge alle mie labbra. Il mio compagno di banco si allontana ancora di più, bravo hai capito che sono ancora più pericoloso oggi. Soprattutto sono moooolto geloso del mio dolce fiore. Non permetterò che questi sciocchi umani intralcino il nostro amore.

Non riesco a non pensare all’omicidio di Newton, oggi ci sarà un essere vivente in meno.

“Edward, smettila. Non devi uccidere Newton. Tieni a freno la gelosia. Bella è tua e nessuno te la porterà via. Anzi c’è una interessante conversazione in aula di letteratura.” Alice, grazie hai evitato una strage, ma ancora sono indeciso se ucciderlo o fargli la grazia di lasciarlo in vita. Meglio guardare il mio angelo tramite mio fratello e sentire cosa si dicono. La sua voce ha il potere di calmarmi.

“Allora…” Inizia Emmett, mentre Bella deglutisce. Poverina, mio fratello ha la capacità di mettere in imbarazzo chiunque ed ora lei è spaventata dalle sue domande. Se ripenso alla faccia che ha fatto prima di entrare a scuola caricata sulle spalle di mio fratello, mi viene da ridere.

“Si Emmett?” Che voce celestiale.

“Mi chiedevo, cosa ci faceva l’altro giorno mio fratello con la testa tra le tue gambe?” Ma per la miseria, gli ho spiegato tutto io. Deve per forza metterla in imbarazzo. Lo so, lei mi lascerà a causa di mio fratello. Diventa rosso peperone.

“Ehm, io…lui…er-era solo appoggiato al-le mie gambe. Lui mi baciava la mano e io gli accarezzavo i capelli.”  Piccolo tesoro mio.

“Bene la stessa versione di Edward, allora ha detto la verità. Ma perché sei arrossita? Vi siete per caso messi d’accordo?” Ma è scemo o cosa?

“Emm hai notato che arrossisco per tutto?” Brava.

“Giusto hai ragione sei un pomodoro ambulante. Ahahah.”

“Non lo trovo divertente.”

“Comunque, ho un po’ di consigli. Vedi Eddy è vergine e da come ho capito anche tu. Se avete problemi, basta chiedere al dio del sesso. Cioè me. Sarò a vostra completa disposizione, per qualsiasi cosa. Possiamo iniziare con un po’ do teoria, per sapere un po’ di cose, poi capiremo cosa piace a te e cosa piace a lui. Infine possiamo anche provare qualche posizione. Ovviamente vestiti, non mi va di vedere i gioielli di mio fratello. Inoltre devi sapere che il petting è molto importante. Ma Bella? Stai bene? Sembri sul punto di svenire.” Sono senza parole, ha veramente avuto il coraggio e la faccia tosta di dire queste cose al mio angelo? Mia sorella sarà presto vedova, le troverò un nuovo marito ed un nuovo figlio per i miei genitori. Oddio Bella. Non respira più ed è più bianca di me.

“Cosa ti ha regalato Eddy?” Dai è una domanda tranquilla. Le si illuminano gli occhi e le mostra il bracciale con un sorriso dolce.

“Tutto qua? Mi sarei aspettato minimo un diamante conoscendolo.” Mamma che sguardo feroce gli ha rivolto Bella,  sembra anche che gli abbia ringhiato contro.

“È il più bel regalo che abbia mai ricevuto e poi bisogna conoscere la storia di questa pietra. Inoltre io non ho bisogno di regali, mi basta lui.” Come è tenera il mio amore, è diventata anche tutta rossa.

“Ma Bellina, non avete concluso niente ieri sera? Avete iniziato almeno i preliminari? Vuoi consigli anche su quelli? Sono…” La campanella l’ha salvato. La mia Bella è scappata praticamente dall’aula, ma Emmet le ha infilato qualcosa nello zaino, non riesco proprio a capire cosa, maledizione. Se le ha fatto qualche stupido scherzo lo ammazzo. Giuro che questa volta lo ammazzo. Ma ora ho qualcosa di più urgente da fare. Devo cambiare tutti i miei orari, così da domani sarò in aula con il mio amore. Ancora non capisco perché il primo giorno ho avuto quella reazione al suo sangue.

“Buongiorno signorina Cope. Volevo chiederle un favore se è possibile e spero che con la sua gentilezza sia possibile.” Sguardo ammaliatore, voce bassa e suadente.

TUM TUM

TUMTUMTUM

TUMTUMTUMTUMTUMTUM.

Bingo, ha abboccato.

“Edward sei lo studente migliore di tutta la scuola, vedrò di accontentarti.” “Sei veramente un bel bocconcino, peccato la differenza d’erà…” Esco immediatamente dalla sua testa.

“Vorrei cambiare tutti i miei orari con questi.” Li osserva.

“Ok, ma non dire niente in giro. Poco tempo fa è arrivata la nuova studentessa e non ho voluto cambiarle un orario. Lo faccio solo perché sei il nostro miglior studente.” Si certo come no.

“La ringrazio signorina, lei è sempre molto gentile e disponibile.”

“Se vuoi posso essere disponibile anche per altro.” Brrr che donna squallida.

Saluto e da domani posso stare sempre al fianco della mia Bella. Ho perso un’ora non fa niente. Anzi mi avvio verso l’aula della lezione di Bella. Newton avrà una bella sorpresa. Aspetto appoggiato al muro. Escono tutti gli studenti, solo il mio angelo e l’insetto sono dentro.

“Ehi Bella.” “Ora glielo chiedo.” Provaci soltanto.

“Dimmi Mike.”

“Ecco mi chiedevo se ti andava di uscire con me.” Lo sguardo di Bella non lo capisco, perché è sorpresa?

“Scusa?”

“Si, vuoi uscire con me sabato sera?” “Beccati questa Culle.”

“Mike, oggi eri presente nel parcheggio? Io sto con Edward.” Brava amore.

“Ma cosa ci trovi in uno come Cullen? Non è neanche simpatico…”

“Edward, non Cullen è la persona migliore che abbia mai potuto conoscere. Non giudicare chi non conosci, inoltre è intelligentissimo, oltre che dolce e simpatico e tu non ne sei assolutamente all’altezza. Hai capito?” È rossa di rabbia la mia gattina.

“Ora provo a baciarla e vediamo.” Non finisce di formulare il pensiero che io sono in aula con il mio miglior sguardo assassino rivolto all’insetto. Lui mi nota e deglutisce a vuoto. Mi avvicino al mio angelo, le cingo la vita con un braccio e le poso un bacio sulla tempia. Per fortuna la sua vicinanza mi ferma dal commettere un omicidio.

“Bella, ci sono problemi? Non uscivi…” Lascio la frase in sospeso.

“No nessun problema Edward. Mike stava andando via. Vero Mike?” Gli rivolge anche lei uno sguardo assassino e lui esce con la coda tra le gambe.

La giro per abbracciarla e affonda la testa nel mio petto. Come sto bene tra le sue braccia.

Ci spostiamo leggermente ma solo per far in modo che le nostre labbra si incontrino, poi colta da un improvviso ricordo si stacca e io la guardo confuso. Sorride e arrossisce. Maledizione perché non riesco a leggerle nel pensiero. Si avvicina allo zaino.

“Oggi ho ricevuto un altro regalo.” La guardo confuso e lei arrossisce di più.

“È senza bigliettino, ma ho capito subito di chi è.” Mio non di sicuro. Chi può essere stato?

“Vuoi vederlo?” Annuisco, ma non capisco il suo forte imbarazzo. Mi porge una scatola rettangolare, dovrebbe esserci un libro dentro. Non c’è nulla di imbarazzante. Curioso lo apro.

IO UCCIDO EMMETT

Le ha regalato il libro del Kamasutra?

 

 Allora ragazze che mi dite? Scusate ma vado di fretta, spero i leggere i vostri commenti a domani un bacio Mary.

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


capitolo 31




POV BELLA

“Dai andiamo a mensa.” Sta dicendo seriamente?

“Come?”

“Andiamo a mensa.”

“Oh no. Tu vai a mensa, io in biblioteca. Nella mia dolce, riparata e soprattutto solitaria biblioteca.” Mi guarda confuso.

“Cosa c’è di dolce in una biblioteca?” Aggrotta le sopracciglia.

“Era solo per dire. Comunque io a mensa non ci vengo.”

“Ma scusa ora stiamo insieme perché dovresti passare la pausa pranzo sola in biblioteca?”

“Vieni con me. Non è che voglio stare sola, ma non voglio andare a mensa.” Speriamo che capisca. Tutti quegli occhi puntati su di noi. E poi lui, Emmett Cullen. Divento nuovamente bordeaux se ripenso alla nostra conversazione e al suo regalo.

“Ho capito. Saremo sulla bocca di tutti. Tanto meglio.” Come? Ora sono io a non capire e lo guardo confusa.

“Così tutti avranno ancora di più la certezza che sei mia e che dovranno stare alla larga. Così Newton, se non ha capito, capirà. Altrimenti sarò costretto a parlarci in privato.” Un sorriso sadico deforma quel bellissimo viso. Forse è meglio evitare questa loro conversazione privata.

“No, Edward, non mi sembra il caso. Credo proprio che lo sguardo glaciale che gli hai rivolto prima abbia avuto molto effetto su di lui. Comunque a mensa non ci sono solo gli occhi di tutti gli studenti su di noi. Non ci sono solo i mormorii e i pettegolezzi. A mensa che anche lui. Il mio peggior incubo.” Si vede che non ha capito che mi riferisco a suo fratello.

“Non capisco. Qualcuno vuole farti del male? Dimmi subito chi è…” Dice tutto con un sibilo basso e mi pare anche che abbia ringhiato.

“No, non mi fa male fisicamente, ma mi farà uscire pazza. Tuo fratello vuole la mia morte. Hai visto cosa mi ha regalato? E per fortuna non eri presente durante l’ora di letteratura. In quel momento, mentre tu fratello mi parlava avrei voluto che la terra si aprisse e mi inghiottisse. Volevo che un tornado aprisse la finestra e mi portasse via da quella conversazione imbarazzante. Volevo che un fulmine mi colpisse. Tu non c’eri, non puoi capire. Per favore a mensa no.” Lo supplico con gli occhi da cucciolo, ma lui invece ha lo sguardo infuocato.

“Tranquilla ci penserò io, o meglio Rose ad Emmett. Noi ora andremo a mensa, così tutti sapranno di noi. Cioè se avessero visto male questa mattina nel parcheggio, ora ne avranno l’assoluta certezza.” A malincuore mi faccio convincere e praticamente mi trascina di peso. Ogni contatto con lui, seppur minimo, mi fa battere il cuore all’impazzata. Dopo qualche minuto arriviamo davanti la porta della mensa. Prendo un enorme respiro, stringe la presa sulla mia mano e mi sorride. Sono pronta per andare al patibolo. Apre la porta, tutti si girano verso di noi e la stanza cade in un silenzio tombale. Tutti ci guardano, io abbasso lo sguardo intimorita e rossa in viso, mentre Edward tranquillamente, stringendo la mia mano si avvia per fare la fila del cibo. Riempie un vassoio con del cibo e andiamo a pagare. La cassiera mi guarda mortificata, sicuramente è per l’orrenda figura che mi ha fatto fare l’altra volta.

“Ehi Bellina.” Fisso Edward terrorizzata.

“Non ti preoccupare.” Mi accarezza delicatamente.

“Ho paura Edward, mi fa paura. È inquietante a volte.”

“Tranquilla, non dirà nulla.” Con un sospiro annuisco e ci dirigiamo verso i suoi fratelli che ci accolgono con un enorme sorriso. Mi siedo tra Alice ed Edward. Emmett cerca di richiamare la mia attenzione, ma ogni volta che i nostri sguardi si incrociano arrossisco e abbasso il capo.

“Ma cosa è successo?” Chiede sospettosa Rosalie.

“Emmett, cosa hai combinato questa volta? Spero nulla altrimenti sai che potrei farti male, molto male.” Rosalie ha uno sguardo glaciale e sia io che Emmett deglutiamo a vuoto. Mi dispiace tanto per lui, devo aiutarlo, in fondo mi è simpatico.

“Oh no niente Rosalie, solo ce ovviamente sono inciampata e sono finita addosso a lui facendolo cadere con me. Sono mortificata per l’accaduto…ehm…si…ecco è andata così.” Tutti mi guardano con le sopracciglia aggrottate e sospettosi, poi Edward sorride ed anche Alice. Rosalie mi guarda ancora sospettosa, mentre Emmett mi rivolge un mega sorriso e Jasper ridacchia divertito.

“Sei sicura?” Mi chiede Rosalie. Ohhh ma perché non mi crede? Ok che non so dire bugie ma almeno una volta, fortuna vieni a farmi una visita.

“Certo.” Annuisce sospettosa. Passiamo il resto dell’ora a chiacchierare tranquillamente, Alice mi ha strappato un’altra giornata di shopping ed ho accettato, non che io vada pazza per lo shopping, ma quando ho accettato le si sono illuminati gli occhi.

“Non era necessario accettare.” Mi sussurra Edward all’orecchio.

“Lo so, ma hai visto che sorriso ha fatto quando ho accettato?” Sbuffa divertito. Suona la campanella e ci avviamo alle nostre lezioni.

Finalmente è finita, Jessica mi ha tamponata per tre ore. Ovunque andassi c’era lei. Ho cercato di sfuggirle in qualsiasi modo, ma ora me la ritrovo di fronte e non posso sfuggirgli.

“Allora Bella, non devi dirmi niente?”

“Non capisco a cosa ti riferisci.” Cerco di essere tranquilla. Non c’è nessuno che può aiutarmi?

“Sei sicura? Ho visto che sei molto unita con il più piccolo dei Cullen. Sei stata tu a voler cambiare il tuo posto al suo fianco con me ed ora siete così vicini. Intimi direi.” Ma è cieca? Cosa ha visto oggi? Siamo intimi? Abbiamo fatto capire che stiamo insieme.

“Jess forse ti è sfuggito qualcosa, io ed Edward stiamo insieme.” Lei sbianca.

“Devi…devi dirmi co-come hai…”

“Ehi Bella, andiamo?” Mi volte verso quella voce cristallina che ho riconosciuto ma che sento molto poco. Gli rivolgo un sorriso smagliante. Grazie. Mi scuso con Jess e mi avvio verso di lui, appena lo affianco mi sento serena.

“Santo Jasper da Forks. Perché mai nessuno ha pensato di farti santo o magari di farti una statua in diamanti?” Ridiamo insieme.

“Oh ti ringrazio, ma va bene anche senza essere santo o avere una statua in diamante.” Ridacchiando ci avviciniamo alle auto, Edward mi si avvicina, mi scocca un bacio sulle labbra e mi apre lo sportello dell’auto. Ci avviamo verso casa mia. Siamo sotto il portico e le nostre labbra si avvicinano lentamente. Il mio cuore inizia a scalpitare, attendo impazientemente il momento. Manca veramente poco per ottenere quel contatto tanto agognato. Ci siamo, ma…

“Ragazzi, entrate. Cosa fate lì fuori?” Ci voltiamo entrambi verso la porta aperta. Mio padre con un sorriso furbo sulle labbra e le braccia incrociate ci invita ad entrare. Ma non dovrebbe essere al lavoro?

Lo seguiamo fino in salotto in silenzio. Sono molto nervosa.

“Papà non dovresti essere al lavoro?” Mi guarda divertito.

“Allora ragazzo…” Non continua a parlare, ci fissa, lo fissa. Probabilmente il battito del mio cuore si sente anche in Cina.

“Molto piacere Signor Swan. Sono Edward, Edward Cullen.” Si presenta educatamente e gli porge la mano che mio padre afferra prontamente.

“Tutte queste formalità Edward, chiamami Charlie, in fondo abbiamo avuto un’altra occasione per parlare in passato. Dai accomodiamoci. Vuoi un caffè o altro da bere?” Tutta questa gentilezza è vera o meno? Ci accomodiamo sul divano di fronte a lui e stringiamo le nostre mani. Fa dei cerchi immaginari sulla mia mano per farmi calmare e ci riesce.

“No la ringrazio Charlie, sto bene così.”

“Figliolo devi darmi del tu non del lei. Mi fai cosi vecchio?”

“Oh no assolutamente, non mi permetterei.”

“Ahahah, tranquillo stavo solo scherzando. Allora voi due state insieme. Quanti ti vedrò spesso.” Tutte affermazioni, mai una domanda. Poi all’improvviso si alza.

“Bene, Edward solo una cosa. Non far soffrire la mia bambina. È il mio bene più prezioso.”

“Non preoccuparti Charlie, non accadrà mai.” I suoi occhi emanano lingue di fuoco per quanto sono sinceri.

“Ragazzi io vado, sono venuto qui solo per conoscerti. Bella mi ha detto che voleva fare le cose con più calma, ma io sono più calmo ora che ti conosco. Ciao ragazzi io torno al lavoro. Mi raccomando niente cose sconce sotto il mio tetto. Ciao, ciao.” Lo guardiamo allibiti. Non posso crederci. Mi volto verso di lui, ho il capo basso, devo chiedergli scusa.

“Edward, scusa io non so come…”

“Ssh, mi è simpatico tuo padre. Non c’è nulla per cui scusarsi. Se non avesse fatto così chissà quando l’avrei riconosciuto. Ora possiamo riprendere da dove siamo stati interrotti prima?” Lentamente ci avviciniamo e finalmente posso sentire il tanto agognato sapore delle sue labbra. Ahhhh quanto lo amo.

 

 

Ehi  ragazzi, allora cosa ne pensate di questo capitolo? Scusate, spero di leggerei vostri commenti che ogni giorno sono sempre molto apprezzati e sempre più numerosi. Ringrazio tutti. A domani un bacio Mary.

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


capitolo 32




POV EDWARD

Ormai erano due settimane che stavo con Bella. Il periodo più bello di tutta la mia esistenza. Abbiamo scoperto molte cose di entrambi. Amiamo i classici, la musica al pianoforte, infatti spesso abbiamo suonato insieme come quel giorno in ospedale, ad entrambi piace la neve e ad entrambi piace baciare le labbra dell’altro. Ho scoperto ancora di più quel fastidioso sentimento che è chiamato gelosia. Io un vampiro di quasi centodieci anni sono geloso di tutti quegli sciocchi umani che posano il loro sguardo sulla mia dea. Inoltre su una cosa non andiamo affatto d’accordo, ma mi sono dovuto adeguare. A Bella non piace ricevere regali soprattutto costosi, questo mi limita molto, ma mi fa anche impegnare. Ogni volta che voglio farle un regalo devo scervellarmi per trovare qualcosa di originale, magari che non devo pagare altrimenti molto economica. Il più bel regalo che le ho fatto, insieme al bracciale, è stata la ninna nanna che ho composto per lei. Ha pianto tantissimo quando gliel’ho suonata e ha detto che non potevo farle miglior regalo.

Ora sono qui al suo fianco, sul divano in casa sua che studiamo trigonometria. O meglio lei studia questa materia, a detta sua insulsa ed inutile, ed io l’aiuto. In questi giorni ho pensato sempre se rivelarle o meno il mio segreto, in che modo farlo. Mi sono ritrovato spesso sul punto di rivelarle tutto ma ogni volta la paura che possa scappare a gambe levate mi blocca. Sono un grandissimo stupido.

“Ehi, Ed ci sei?” Mi sventola una mano davanti gli occhi, l’afferro prontamente e gliela bacio. Come da copione lei arrossisce e il suo cuore scalpita, sorrido compiaciuto ed emozionato da questa sua reazione che ogni volta mi  scalda il cuore. Vorrei dirle che la amo, ma non vorrei spaventarla. Quella sera in spiaggia indirettamente le ho chiesto di poterla amare e lei sperava che glielo chiedessi, ma mai siamo andati oltre al sei importante per me. Forse lei ha paura di questo sentimento, in fondo anche io ho il timore che lei non mi ricambi.

“Si ci sono.”

“A cosa pensavi?” Ecco questa è la domanda che le pongo sempre io, io che leggo nel pensiero e che con lei invece non ci riesco. Mi viene da ridere.

“Lo so che questa è la tua domanda, ma questa volta eri tu ad essere tra le nuvole.” Mi chiede dolcemente.

“Pensavo al fatto che mia madre vuole conoscerti e che se entro domani non ti porterò a casa mia potrebbe staccarmi la testa a morsi.” Non pensavo a quello ma ciò che ho detto su Esme è vero. Ogni giorno mi minaccia delle peggiori torture. Vuole conoscere l’angelo che ha preso posto nel mio cuore e che mi ha fatto finalmente sorridere. Mi guarda sorpresa, il respiro come il cuore è accelerato.

“Bella, se non vuoi, non…”

“Se non dovessi piacere a tua madre? Sai che di solito la madre del proprio ragazzo non accetta mai le fidanzate dei figli? Sicuramente penserà che sono troppo sciatta, goffa e inutile per stare con te. Lo so. Anzi ne sono sicura.” La blocco e le rido in faccia. Niente di più sbagliato.

“Bella, Bella stai tranquilla. Mia madre ti adora. Dico veramente, sei riuscita a farmi sorridere. Solo per questo ti farebbe una statua. Poi tutti i miei fratelli parlano bene di te a casa ed anche mio padre. Diciamo che lei è molto arrabbiata con me perché tutti ti conoscono tranne lei. Pensa che voleva venire qui con la scusa che aveva finito il caffè. Non puoi immaginare.” Ripenso a quando l’altro giorno Esme aveva bisogno del caffè e noi, per ovvi motivi, non ne avevamo. Quando poi lessi nella sua mente che era una scusa per venire da Bella e chiederle del caffè sono scoppiato a ridere seguito subito da Alice che aveva avuto una visione. Diciamo che dopo averlo detto agli altri è stata molto in imbarazzo e mio padre ne ha pagate le conseguenze. Non gli ha permesso di entrare in camera fino al giorno successivo. Mi faceva un po’ pena, vagava per la casa chiedendo perdono ala sua Esme. Lui il grande Carlisle Cullen, vampiro, uomo e dottore di tutto rispetto che vagava per casa sull’orlo delle lacrime.

“Sei serio o lo dici solo per farmi piacere?”

“Mia piccola Bella, non immagini che ragazza straordinaria sei. Si dico sul serio, perciò quando verrai a casa mia a conoscere ufficialmente i miei genitori?”

“Facciamo domani, stasera devo andare a LaPush e poi voglio prepararmi per bene.” Ecco il motivo su cui non andiamo assolutamente d’accordo ma lei non può saperlo. Lei è molto amica dei lupacchiotti. In pratica lei e l’alpha, Jacob Black, sono migliori amici sin da bambini. La prima volta che mi disse che è amica dei ragazzi della riserva stavo per morire. Il mio angelo in mezzo a dei lupi instabili. Inoltre Alice non riesce ad avere visioni sui lupi perciò quando è lì io sono agitato al massimo e passeggio lungo il confine fino a che non sento la sua macchina andar via dalla riserva. Solo allora respiro sollevato e la seguo. Un giorno Black è venuto sul confine a capire cosa stavo combinando, pensava fosse un attacco a sorpresa da parte nostra, ma quando gli spiegai, con non poca reticenza, i miei motivi la sua mascella stava per toccare terra. La sua mente era molto confusa, ho capito che mi nascondeva qualcosa ma nulla che potesse importarmi, inoltre nella sua testa ha chiamato Bella con il nomignolo di principessa, gli ho ringhiato contro e gli ho detto di non chiamarla più così. Era molto sorpreso. Gli ho fatto promettere di non dire nulla a Bella della leggenda sui freddi, sarei stato io a parlargliene quando sarei stato pronto.

“Mmm va bene.” Dico stringendo la mascella.

“Dai Edward non essere geloso, sai che siamo amici sin da piccoli e che tutti sono fidanzati. Perché non vieni anche tu? Così li conoscerai.” Ahhh quanto vorrei esaudire questo tuo desiderio e non separarmi mai da te, ma purtroppo non mi è possibile.

“No, ti ringrazio Bella, ma non posso. Stasera devo finire la relazione di letteratura.” Assottiglia lo sguardo.

“Edward abbiamo tutti i corsi insieme ora e non abbiamo nessuna relazione di letteratura.” Ecco bravo e ora cosa le dico?

“Bella, la relazione che dobbiamo consegnare la prossima settimana su Romeo e Giulietta. So che ho tempo però voglio finirla così nel fine settimana posso dedicarmi completamente a te.” Sono geniale. La relazione l’ho fatta nello stesso momento in cui il professore la stava assegnando, ma come scusa va bene.

“Bravissimo, anche io ho avuto la tua stessa idea e l’ho fatto ieri sera.” Lo so, ero sull’albero di fronte la camera tua mentre la facevi.

“Bravissima.” Mi butto sulle sue labbra e subito approfondiamo  bacio che da casto diventa passionale, anzi meglio dire bollente. Le mie mani vanno sui suoi fianchi, ma la maglia si è leggermente alzata e tocco direttamente la sua pelle. È la prima volta che accade ed entrambi rabbrividiamo, e i suoi non sono brividi di freddo. Colto da una frenesia sposto le mani sul ventre piatto e lei ansima sulle mie labbra. Inizio a salire con le mani, arrivo fino al pizzo del reggiseno. Entrambi ci blocchiamo. Entrambi tratteniamo il respiro. Ci guardiamo intensamente negli occhi. Ci avviciniamo lentamente, piano la stendo sul divano e inizio a prendere posto su di lei. Stiamo per baciarci di nuovo quando qualcuno suona alla porta. Ci scostiamo immediatamente imbarazzati. Sondo i pensieri, sono i miei fratelli. Maledetti. Loro ridacchiano divertiti. Bella è tutta rossa con il cuore a mille.

“Puoi andare a vedere tu?Vado un attimo in bagno.” Correndo e senza inciampare arriva in bagno. Io scocciato apro la porta ai miei fratelli. Neanche li saluto che li faccio entrare sbuffando.

“Hai visto Jazz è un ottimo uomo di casa.” Incenerisco con lo sguardo l’orso, ma insieme all’altro idiota ride sguaiatamente. Rose mi fissa come a volersi scusare mentre Alice ha un sorriso malefico. Mi viene da tremare. Le sondo la mente ovviamente pensa ad altro. Nana malefica.

“Cosa volete?” Chiedo brusco, hanno interrotto un momento molto intimo.

“Hai visto come è nervoso Jazz? Secondo me li abbiamo interrotti sul più bello.”

“Credo anche io, appena siamo arrivati c’era pura elettricità in questa casa.”

“Ehi ciao ragazzi.” Il mio angelo è leggermente meno rossa, leggermente. Leggo la mente di Emmett e vedo cosa vuole chiederle.

“Non ti azzardare se vuoi ancora vedere la luce del sole.” Lo dico in modo tale che solo lui e i miei fratelli possano sentire.

“Ciao Bella.” Salutano tutti in coro.

“Vi offro qualcosa da bere? Cosa prendente?” Tutti rifiutano tranne Emmett che prende un po’ di succo. Tutti lo guardiamo straniti ma lui scrolla le spalle in modo indifferente.

“Dobbiamo pur salvare le apparenze dato che ancora non ti decidi a dirle la verità. Non mi costa nulla tossire un po’ dopo, almeno non è nulla di solido.” Ha ragione, fa un po’ strano dirlo, ma ha ragione questa volta. Bella torna sorridente con un bicchiere di succo per Emmett che lo beve tranquillamente senza fare smorfie.

“Allora Bella siamo qui per un motivo.” Fissa curiosa Alice che ha un sorriso sadico.

“Tra due settimane c’è il ballo d’autunno a scuola.” La guarda confusa.

“Ed io cosa centro?”

“Ovviamente dobbiamo fare shopping. Noi tre dobbiamo essere le più belle quella sera.” Mi fissa confusa.

“Ancora non capisco, a mele feste non piacciono.” Tutti la guardiamo confusi.

“Non vuoi andarci?” Le chiedo timoroso. Io voglio andarci, è la prima volta che finalmente posso partecipare a queste feste e poi vorrei proprio andare ad una festa con lei. Vorrei mettermi lo smoking per lei. Sposto lo sguardo dal suo. Non voglio che accetti solo perché vede la tristezza nei miei occhi. Sento una sua mano accarezzarmi la guancia, ma non torno a guardarla.

“Certo che verremo Alice. Ho detto che non mi piacciono le feste non che non voglio andarci, solo che aspettavo che uno zuccone mi invitasse. Ma a quanto pare devo invitarlo io.” Sorrido inconsapevolmente. Le mie sorelle mi gridano nella testa la loro felicità ed anche i miei fratelli.

“Edward, tra due settimane c’è il ballo d’autunno, posso invitarti? Sempre se non hai già invitato qualcun’altra.” Ridacchio divertito, prendo la mano che è sulla mia guancia e ci poso un bacio sopra. So quanto le è costato mettere da parte l’imbarazzo e farmi l’invito davanti ai miei fratelli.

“Solo ad una condizione.” Mi guarda curiosa.

“Tu mi hai invitato ed io pago i biglietti.” Mi sorride dolcemente ed io ricambio.

 

 

Ciao  ragazzi allora piaciuto il capitolo? Ora ci saranno bravi salti temporali, ma di pochissimi giorni, fino ad arrivare al ballo. Diciamo che ora siamo nel 2011 e sono le ragazze ad invitare i ragazzi. A domani con il prossimo capitolo, a presto un bacio Mary.

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


capitolo 33





POV EDWARD

Steso sul mio letto ripenso a ciò che sarebbe potuto accadere con Bella se non fossero arrivati i miei fratelli. Mi sono accorto di desiderarla tantissimo, non ho mai provato qualcosa di simile, ma devo dire che troppo spesso i pantaloni iniziamo a diventare veramente molto stretti e sento dolore. Ho letto del sesso in molto libri, ma mai praticato, poi non ho mai sentito parlare di coppie formate da un vampiro ed un’umana. Il suo sangue non mi tenta minimamente, anzi mi fa stare bene, ma chissà se noi potremmo avere un rapporto. Credo che ne dovrei parlare con mio padre. Vediamo un po’, è nel suo studio, mia madre è andata a portare degli abiti in orfanotrofio, Emm e Rose a fare una “passeggiata” tra i boschi ed Alice e Jazz a fare shopping. Poverino, non lo invidio per niente. Ok, ci siamo solo io e lui, mi conosce meglio di chiunque altro, non può essere tanto imbarazzante. Mi avvio verso la porta del suo studio, ma appena decido di bussare, anche se sa che sono qui dietro, mi tiro indietro. Ci riprovo, oddio mi sembra di sudare. Dopo cinque minuti buoni che sono dietro la porta in completo imbarazzo, e se fosse possibile rosso dalla punta dei capelli alla punta dei piedi, la porta si apre rivelando la figura di mio padre che mi guarda in modo curioso. Certo non è da me fare tutte queste storie per parlare con lui.

“Entra Edward, cosa fai lì fuori da cinque minuti?” Ecco, come glielo spiego? Rigido come una lastra di ghiaccio entro e mi accomodo sul divano sbuffando. Lui mi guarda ancora più curioso, ma dai suoi pensieri capisco che vuole rispettare i miei tempi. Ha capito che voglio parlargli di qualcosa di importante. Mi alzo e inizio a camminare sotto e sopra per tutta la stanza sbuffando.

“Edward, figliolo cosa ti preoccupa? Hai problemi con Bella?” Mi blocco.

“No, no nessun problema con Bella. Anzi ora sono un po’ in ansia per lei, è andata dai suoi amici lupi.”

“Allora non capisco.” Sbuffo e mi siedo nuovamente.

“Ecco vedi, c’è una cosa, non è un problema, magari si, dipende dai punti di vista, ai tempi miei poteva essere…”

“Edward troppi giri di parole, non siamo più nel 1900, i tempi sono cambiati, perciò risolviamo questo che sotto alcuni punti di vista potrebbe essere un problema e sotto altri no.” Ecco, bravo il filosofo, ma come dico a mio padre che voglio fare l’amore con la mia ragazza?

“Vedi, oggi io e Bella eravamo…stavamo…si insomma hai capito no?” Mi guarda confuso.

“mi dispiace non ho proprio capito.”

“Ohhh insomma, stavamo per andare un po’ oltre il semplice bacio. Mi sono accorto che spesso i pantaloni diventano troppo stretti, ecco l’ho detto. In pratica voglio fare l’amore con Bella.” Sfinito mi stendo completamente sul divano, mentre mio padre ridacchia.

“Non lo trovo divertente.”

“Non ti sto prendendo in giro, è solo che sei veramente molto puro. Potrai anche avere quasi centodieci anni, ma sei pur sempre un ragazzo. Vedi Edward, la passione, soprattutto in noi vampiri, è molto importante in una coppia. Ancora sono meravigliato come tu, un vampiro, essere lussurioso per eccellenza, abbia resistito così tanto. Qui non è questione di galanteria o degli usi dei tuoi tempi che ti imponevano di avere rapporti solo con la propria moglie e solo dopo sposati, qui si parla di umanità, e tu Edward sei più umano di quanto pensi.”

“Ti ringrazio Carlisle per le belle parole, ma queste non risolvono il problema.”

“Quale problema?” Mi chiede confuso.

“Come quale problema, io desidero Bella.”

“Edward è la tua ragazza, la ami, per te non esiste essere migliore e più perfetto di lei, è normale che tu la desideri. Non vedo ancora dove sia il problema.” Ma non capisce proprio.

“Io sono un vampiro lei è un’umana.”

“Le faresti mai del male intenzionalmente?” Orrore.

“Certo che no, come puoi pensare una cosa simile.”

“Ma io non lo penso, ti ho solo posto una domanda. Vedi non le faresti mai del male perciò ti verrà naturale dosare la forza con lei.” Ora arriva la parte difficile, come glielo spiego? Io, Edward Cullen, vampiro molto intelligente, non so cosa fare in questo caso.

“Il vero problema è che io…non…non so cosa fare, come comportarmi. Se lei non mi vuole? Se sono troppo affrettato? Se sbaglio qualcosa? Se non mi funziona? In fondo non l’ho mai usato.” Mi guarda sorpreso e poi…poi scoppia a ridere.

“Tranquillo Edward, anche se non l’hai mai usato, come dici tu, funzionerà alla perfezione. Per quanto riguarda le altre domande hai detto che oggi vi siete spinti un po’ oltre, non ti dico di dirmi fin dove ovviamente, ma lei come ha reagito? Si è allontanata? Ti ha allontanata?” Se ripenso alla sensazione che ho provato quando le ho sfiorato il seno, mi sembra di avere ancora tra le dita quella soffice collina. Lei? Lei stata per andare in iperventilazione ed è diventata ancora più rossa del solito. Buon segno, no? Certo a parte il quasi infarto ovviamente.

“Il suo cuore ha accelerato i battiti ed è diventata molto rossa, e poi abbiamo ripreso a baciarci con più foga.” Ammetto gongolante.

“Allora non sei stato rifiutato e lei magari ti vuole come tu vuoi lei, in caso contrario ti avrebbe allontanato.” Giusto ha ragione, ma resta sempre il problema di fondo.

“Giusto, ma cosa devo fare? Ho letto tante cose sull’argomento anche se mi basta solo leggere la mente di Emmett per aver tutti i dettagli.”

“No Edward, non posso dirti cosa fare, è una cosa che viene spontanea ed in modo naturale. Quando sarà il momento il tuo corpo saprà cosa fare nel migliore dei modi e poi il suo corpo ti invierà dei segnali. La teoria, o la mente di Emmett, sono inutili. Lo saprai da solo. Però Edward, vedi questo per entrambi è un passo importante, non dovete programmarlo come un appuntamento altrimenti sarete tesi e nervosi entrambi. Verrà in modo naturale. Inoltre per entrambi sarà la prima volta, per lei sarà doloroso cerca di essere il più dolce e paziente possibile, rispetta i suoi tempi e non farti sopraffare dalla tua natura. Il vampiro è istinto e lussuria, ma tu riesci a gestire tutto molto bene quando sei al suo fianco. Non avere timore di sbagliare. Stai tranquillo.” Ora mi sento più rilassato. Per fortuna nessun discorso troppo imbarazzante.

“Grazie papà.” Mi sorride.

“Figurati figliolo, sai che puoi parlarmi di tutto.” Con la mente più leggere esco dal suo studio.

“Mio figlio sta diventando uomo.” Inarco le sopracciglia, mi ha sempre visto come un semplice ragazzo di diciassette anni, a volte credo che dimentichi che ho più di un secolo. Ridacchio tra me e me, meglio non fargli notare che inizia a perdere colpi con la memoria.

“Edward, ciao tesoro.”

“Ciao Esme, come è andata?” Le chiedo mentre l’aiuto a togliere il cappotto.

“Molte bene. Grazie.” Ora la renderò felice.

“Mamma?”

“Si?”

“Domani verrà Bella.” Le si illuminano gli occhi e mi travolge in un abbraccio riempiendo il mio viso di baci.

“Come sono felice, non vedo l’ora che arrivi domani. Oh mi hai rallegrato la giornata, pensavo non volessi presentarmela più.”

“Oh no. Oggi le ho detto anche della scusa che volevi usare per conoscerla. Diciamo che ha il timore di non piacerti.”

“Ma che assurdità, l’adorerei anche se fosse verde e con le antenne in testa. Ti rende felice e questo mi basta per adorarla.” La faccio volteggiare in aria.

“Cosa succede? Come mai tanto allegri? Ciao amore.”

“Oh ciao Carl, Edward mi ha appena dato una splendida notizia. Domani porterà qui Bella per farmela conoscere. Non vedo l’ora, sono così emozionata di conoscere questa splendida ragazza.”

“Hai ragione amore, sai mi ricorda tanto te. È dolce, buona e altruista con tutti, poi i bambini dell’ospedale l’adorano. Inoltre è veramente molto bella, umile e anche molto timida.” Sorrido ai miei genitori e li saluto per correre verso casa di Bella. A quest’ora sarà tornata e starà per andare a dormire. Arrivo a casa sua in pochi secondi e posso vedere che sta già dormendo. Entro silenziosamente e subito il suo delizioso profumo mi avvolge in una nuvola di felicità e amore. Mi avvicino e le poso un delicato bacio sulle labbra. Come mi è mancata. Oramai non riesco più a fare a meno di lei.

“Edward…ti…a…mo.” Il mio cuore si è fermato. Ha…ha…ha detto che mi ama. Sono il vampiro più felice e fortunato dell’universo.

“Anche io ti amo amore mio. Sogni d’oro.” Mi sorride inconsapevole della mia presenza lì.

Mi accomodo sulla sedia a dondolo posta di fronte il suo letto e mi appresto a passare una delle migliori notti della mia esistenza.

 

Ciauuuuuu, allora che mi dite? Io non avrei mai avuto il coraggio di andare da un mio genitore per chiedere quei generi di consigli. Vi saluto, a domani con il prossimo capitolo. Un bacio Mary.


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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***


capitolo 34




POV BELLA

Ohhhh, mmm, siiiii. Lo adoro. Come lui nessuno mai.

Mmm, ma perché non sono tutti così. Così freddi, ma così dolci al tempo stesso. Ahhhh che goduria.

Suonano il campanello, ma sono troppo impegnata, nulla mi potrebbe smuovere da qui, ho raggiunto la pace dei sensi.

Tanto c’è Charlie.

Ohhhhhh, siiiiiiii.

“Bella? Bella che stai facendo?” Ecco forse Edward potrebbe distrarmi.

“Ciao anche a te. Non vedi?” Mi guarda confuso, mentre mio padre ride tranquillamente.

“Si, ma fuori fa freddissimo e tu…tu mangi il gelato? Anzi sembra che tu abbia raggiunto il Nirvana. Ma non senti freddo? Di solito il gelato si mangia in estate, certo è autunno, ma fuori sembra che stia per nevicare.”

“Oh Edward, tu non puoi capire. Allora ti faccio un esempio, ascoltami bene. Prendiamo la pizza, vedi la pizza si mangia calda, bollente, fumante, anche se io personalmente la preferisco tiepida. Comunque tornando al motivo dell’esempio, dicevo che la pizza si mangia calda. Allora, in teoria dovrebbe mangiarsi solo quando fa freddo, non anche in estate o comunque quando fa caldo o non in posti caldi. Invece no! La pizza si mangia in qualsiasi stagione ed in qualsiasi luogo, sia in posti caldi che freddi. Ora ti chiedo, perché mangiare la pizza in estate, anche se è calda e fa caldo, e non mangiare il gelato quando fa freddo? Se qualcosa ti piace la mangi a prescindere dalla stagione. Ho ragione no?” Aggrotta le sopracciglia e mi guarda per un attimo infinito, poi scoppia a ridere. Cosa ha da ridere in quel modo?

“Bella, mi sorprendi sempre, rispondi sempre in modo diverso da quello che ci si aspetta. E per la cronaca il tuo ragionamento non fa una piega. Hai perfettamente ragione.” Sorrido soddisfatta e torno al mio gelato.

“Ne vuoi un po’? Di solito non divido il gelato con nessuno, ma sei il mio ragazzo e per te potrei fare un’eccezione.”

Sorride e annuisce.

“No, non te lo faccio assaggiare.” Aggrotta le sopracciglia, si vede che non ha capito il mio ragionamento.

“Scusa, ma perché?”

“Semplice, ho detto che per te potrei fare un’eccezione non che la faccio.” Mio padre scoppia a ridere sguaiatamente mentre Edward assottiglia lo sguardo, io invece continuo a mangiare il mio gelato incurante degli altri due.

“Va bene, l’hai voluta tu.” Non faccio in tempo a capire le sua parole che subito me lo trovo addosso che mi fa il solletico.

“N-no ahahah Ed-wa-r-d, nooooo d-dai. Smet-tila ti pre-eeeego.” Dopo un po’ di suppliche smette con la tortura.

“Dai sono buona vuoi assaggiare?” Gli avvicino il gelato alle labbra e titubate mette il cucchiaio in bocca. Fa una faccia che sembra disgustata.

“Non ti piace cioccolato e menta?” Chiedo curiosa, non conosco molto i suoi gusti in fatto di cibo.

“Non mi piace il gelato.” Lo guardo con gli occhi sbarrati.

“N-n-non pu-puoi dire su-sul serio.” Aggrotta le sopracciglia.

“Si, perché?”

“A tutte le persone normali piace il gelato, cosa hai che non va?” Il suo sguardo diventa subito una maschera di dolore e tristezza. Oddio, l’ho offeso. Corro subito ad abbracciarlo.

“Scusa Edward, non volevo offenderti. Ti stavo solo prendendo in giro. Non era mia intenzione offenderti veramente. Mi credi?” Mi stringe forte a se.

“Certo che ti credo, ho solo finto perché da quando sono arrivato non mi hai prestato le dovute attenzioni. Eri troppo presa dal tuo gelato per dare un bacio al tuo ragazzo.” Lo guardo, è tornato sereno, ma nella sua voce c’è una traccia di tristezza.

“Rimedio subito. Poi non devi essere geloso di un gelato. Per me siete allo stesso livello, vi voglio bene allo stesso modo.” Chissà lo faccio ridere.

“Oh grazie, sono lusingato di essere a pari livello con il gelato. Mi commuove tanta bontà da parte tua.” Ridiamo entrambi.

“Scemo, zitto e baciami.” Ma che mi è preso? Non sono mai stata così disinibita, infatti arrossisco subito.

“Sei bellissima quando arrossisci, sei sempre bella, ma quando le tue guance diventano rosse lo sei ancora di più.” Poco dopo sento il suo alito freddo sulle mie labbra e poi le sue labbra fredde sulle mie. Sembra che mi stia baciando in modo disperato. Ci stacchiamo a causa dei colpi di tosse di mio padre. Ops, mi ero completamente dimenticata di lui.

“Andiamo?” Mi irrigidisco, conoscerò la mamma di Edward.

“Stai tranquilla, è da stamattina che pulisce tutta la casa perché vuole fare una bella figura ai tuoi occhi. Anzi se non ci sbrighiamo potremmo trovarcela dietro la porta di casa tua. Non vede l’ora di conoscerti, è molto emozionata.” Ecco, ora mi hai proprio dato la carica giusta. Se fossi stato zitto ora sarei meno rigida.

“Forse era meglio non dirti queste cose, sei ancora più nervosa.”

“Bella, ricorda il pensiero che hai preso per la signora Cullen.” Mi ricorda mio padre.

“Ma Bella perché l’hai fatto? Non era necessario, lo sai.” Lo fulmino con gli occhi.

“Anche io voglio fare bella figura con tua madre.”

“Ma…” Un altro mio sguardo feroce lo zittisce.

“Edward, è una partita persa.” Mio padre gli da una pacca sulla spalla in segno di comprensione. Vado in camera a prendere il regalo e torno di corsa in salotto, dove ci sono i due che parlano di football.

“Sono pronta, possiamo andare. Papà, ordina la pizza e non avvicinarti alla cucina. Non voglio andare a vivere sotto i ponti solo perché tu non sai cucinare. Ok?” Diventa tutto rosso.

“Si, si va bene. Ora andatevene. Figlia ingrata. Edward è tutta tua.” Ridacchiando usciamo di casa. Mi apre lo sportello e mi accomodo. Poco dopo entra anche lui.

“Cosa hai preso a mia madre?”

“Non te lo dico.”

“Dai sono curioso.”

“Hai detto che non era necessario, perciò non te lo dico e non insistere.”

“Edward mi parli un po’ di tua madre? Quella biologica, ma sempre se non è troppo triste e doloroso per te e se non invado la tua privacy. Non voglio essere invadente o indelicata.” Mi sorride.

“Mi fa piacere questo tuo interesse. In realtà non ricordo molto di lei. Ero molto piccolo quando è morta. Si chiamava Elisabeth. Aveva il mio steso colore dei capelli, però erano come i tuoi, pieni di boccoli. Mi voleva molto bene, ed io a lei. Era molto dolce e solare. Amava tantissimo me e mio padre. Mio padre invece si chiamava Edward Senior. Era un avvocato. Di lui ricordo ben poco, ma amava me e mia madre immensamente. I pochi ricordi che ho di loro, cerco di tenermeli stretti. Mi mancano si, ma non avrei scelto genitori migliori di Esme e Carlisle. Li adoro e loro adorano me, ed ora adorano te.” Divento rossa e stringo la presa sulle nostre mani. Poco dopo giriamo per una stradina nascosta.

“Edward, sei sicuro che sia questa la strada?” Esplode in una fragorosa risata.

“Cosa hai da ridere?” Chiedo offesa.

“Oddio Bella, mi fai morire. Comunque si è questa la strada, casa nostra è isolata, non ci piace avere vicini e poi ci piace vivere in mezzo la natura.” Arriviamo di fronte una villa bianca, è bellissima.

“È favolosa casa tua. Mi ricorda casa mia.”

“L’ha ristrutturata Esme, era un rudere. Non mi hai mai parlato di casa tua.” Scrollo le spalle in modo indifferente.

“Non me l’hai mai chiesto. Comunque è simile a questa, solo un po’ più grande.” Mi guarda sorpresa.

“Come mai una casa così grande per tre persone?”

“Veramente non siamo in tre. Siamo venticinque se non sbaglio.”

“Cosa?”

“Si, io, mia madre, Phil, Claire la mia tata, poi le cameriere, i maggiordomi, due cuochi e due giardinieri.” Gli dico in un sussurro. Odio parlare di queste cose, ma dopo il ballo confesserò ad Edward i miei veri sentimenti e gli dirò tutto di me.

“Avete anche il personale?”

“Diciamo che mia madre è obbligata ad osservare un certo protocollo. Sai per il nome della famiglia. Ma mia madre è tutto fuorché una con la puzza sotto il naso. Vediamo un po’, hai presente Alice? – annuisce – Bene mia madre ha il suo stesso carattere ma i capelli rossicci e qualche ruga in più, ed è anche più alta.” Sorride per il paragone.

“Ehi io non sono bassa.” Urla un folletto sulla soglia della porta.

“Hai ragione Alice, tu sei diversamente alta.” Sento la fragorosa risata di Emmett e mi blocco. Inizio a sudare e guardo Edward sconvolta. Mi si avvicina preoccupato.

“Cosa succede? Stai bene?”

“C-c’è anche Emmett?” Chiedo impaurita, ma lui non capisce però annuisce.

“Farà le sue solite battute? Ti ricordi l’ultima conversazione che ho avuto con lui? Ora cerco sempre di sfuggirgli.” Gli chiedo disperata. Ma lui mi sorride, mi abbraccia e mi posa un bacio sulla tempia.

“Non preoccuparti diciamo che Esme è stata molto persuasiva con lui.” Aggrotto le sopracciglia.

“Il regalo Edward.” Torno in macchina e recupero il regalo. Mi prende per mano e ci avviamo verso la casa.

 

 

Ehi ciao ragazza, allora cosa mi dite del capitolo? Per ieri volete sapere come ho risolto? Bene allora abbiamo preparato un primo in cui ho abbondato con il peperoncino, io lo odio, mi serviva un estintore, ma non mi importava avrei sopportato tutto. Loro invece hanno apprezzato, grrr. Per il secondo, ho abbondato con sale e pepe, io e le mie coinquiline stavamo morendo ma loro ancora niente. Forse hanno le papille gustative d’amianto. Comunque erano le 2 di notte e non accennavano a togliere le tende. Io praticamente dopo che la smorfiosa, ha detto per la quarta volta, come sia unica la borsa di Fendi che ha comprato nel pomeriggio stavo dormendo sul tavolo. Eh si, lei è una di quelle persone materialiste al massimo, piena di soldi e che lo sventola ai quattro venti. Lui lo strafigo, bleah, di turno, sempre pieno di soldi e che appena compra l’ultima tecnologia in commercio è subito sua e ti dice apertamente che lui può permettersela, solo che ieri gli ho fatto notare che sono i loro suoi genitori che possono permettersi certe cose non loro. Mi hanno guardata male, anche i miei son molto benestanti ma con ciò non vado a sventolarlo ai quattro venti. Comunque, poi per caso, Luciana, la mia coinquilina, con il gomito ha fatto cadere un bicchiere di vino ed ha sporcato tutta la gonna di Celynb. della stupida. Si è arrabbiata a morte, ha urlato che l’ha fatto perché voleva cacciarli, quando io per tutta la serata ho fatto di tutto pur di mandarli via e non ci sono riuscita, mentre lei accidentalmente ci è riuscita a saperlo l’avrei fatto ad inizio serata io. Comunque ora vi lascio a domani, un bacio Mary.  

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L’AMORE VA OLTRE IL TEMPO
 
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Capitolo 35
*** Capitolo 35 ***


capitolo 35




POV EDWARD

Mano nella mano ci avviamo in casa. La mia piccola spera di piacere a mia madre, ma ancora non ha capito che mia madre la adora.

“Oh eccola finalmente, mamma mia ma è bellissima. Dai caro sbrigati a presentarci, non sto più nella pelle.” Sorrido impercettibilmente al pensiero di mia madre. Intanto siamo quasi arrivati in salotto e Bella osserva la casa estasiata. Certo sono rimasto un po’ scioccato nel sapere che in casa sua ci sono anche i domestici e in tutto ci sono 25 persone, però so che sua madre è molto ricca. Credo che dovremo un po’ parlare della sua famiglia. In fondo so molto poco. Inoltre mi ha fatto un enorme piacere che si sia interessata dei miei genitori naturali. È stato bello condividere quei pochi ricordi che mi restano con la mia unica ragione di vita.

“Vedi come sorride, sembra un ebete.” Ringhio impercettibilmente verso Emmett che si sta piegando in due dalle risate.

“Non preoccuparti di lui Ed, sa che se fa lo stupido resterà fuori dalla camera da letto per un mese.” Arriviamo in salotto e ci sono tutti. Sono tutti in piedi e sorridono verso Bella ma la sua attenzione è catturata da mia madre. Si guardano estasiate, credo che sia scattato il classico colpo di fulmine tra loro. Sorrido.

“Bella, vieni ti presento Esme, mia madre.” Arrossisce visibilmente.

“Quanto è dolce Edward. È la ragazza giusta per te.” Ha ragione mia madre, peccato che io sono un mostro e appena saprà della mia natura scapperà a gambe levate. Il dolore si fa strada nel mio cuore e subito Jazz mi tranquillizza con il suo potere e mi guarda curioso, scrollo le spalle in risposta.

“Oh Bella è un piacere conoscerti finalmente. I miei figli, uno in particolare, non fanno altro che parlare di te.” Mi fissa e arrossisce ancora di più. Mi passo una mano nei capelli, sono in imbarazzo, diciamo che questa cosa mia madre la poteva tenere per se.

“Anche per me è un piacere conoscerla signora Cullen.” Mi madre va da lei ad abbracciarla.

“Ma tesoro cosa sono queste formalità. Chiamami semplicemente Esme.”

“D’accordo Esme.” Anche Bella ricambia il suo abbraccio.

“Ciao Bella, è un piacere rivederti.” Anche mio padre l’abbraccia teneramente.

“Oh ciao Carlisle, anche io sono felice di rivederti, al di fuori dell’ospedale.”

“Eh si, oltre ad essere un’ottima volontaria, sei anche la mia paziente fissa.” Arrossisce dalla punta dei capelli alla punta dei piedi. A questo punto Emm non riesce a trattenere le risate e si sta praticamente rotolando a terra.

“Ahahah, hai ragione papà. Bella riesce a cadere anche su una superficie perfettamente liscia e piana. Non puoi immaginare le risate che mi fa fare.” Ecco ora è scattato il semaforo rosso sul suo volto. Fisso infuriato Emm, ma mia madre gli tira un sono scappellotto in testa e tutti ridiamo mentre lui si imbroncia.

“Non ridi più Emm?” Giù con altre risate per la battuta di Bella. Bene la tensione si è sciolta.

“Oh Esme ti ho portato un piccolo regalo. Non è nulla di speciale però.” Quando arrossisce è ancora più tenere.

“Ma che cara ragazza. Edward ma perché non l’hai fermata? Non era necessario.”

“Non ne ero a conoscenza neanche io.” Lo sussurro in modo tale che solo la mia famiglia lo senti. Però siamo tutti curiosi ed io più di tutti. Ma perché non le riesco a leggere il pensiero? È troppo frustrante per me. Questo dannato potere solo con lei non doveva funzionare, eh! Prende il pacco, è molto sottile ma molto largo e lungo. Lo porge a mia madre che è veramente emozionata. Lo scarta delicatamente e tutti restiamo senza parole. È…è…semplicemente bellissimo.

“Ecco…ehm…l’ho…l’ho fatto io. Questo, da quello che ho capito, è lo stemma della vostra famiglia…questi invece si riconoscono.” Come l’ha fatto lei?

“In che senso l’hai fatto tu?” Chiede Rose curiosa ed estasiata.

“Si, ho fatto io i ritratti. Spesso disegno con il carboncino, mi piace tanto, mi rilassa.”

“È favoloso. Ti ringrazio. È un regalo stupendo e sei bravissima. Complimenti.”

“È vero Bella hai molto talento.” Concorda Alice con mia madre.

“Infatti, sono d’accordo con loro. Sono identici alla realtà.” Rose è ancora sorpresa. Anche io lo sono. Ha veramente molto talento. Ecco un’altra cosa che non sapevo di lei.

“Ma quando l’hai fatto?” Ora sono proprio curioso. Quando l’ha fatto?

“Quello di Emm e Rosalie, poco dopo che ci siamo conosciuti io ed Emmett. Quello di Alice e Jasper il giorno in cui ho conosciuto Alice, il giorno prima che andassimo a fare shopping. Lo stemma ieri pomeriggio a LaPush, mentre il tuo un po’ tutti i giorni. È quello che mi è uscito peggio. Non riesco proprio a ritrarti.” Mi dice rossa in viso. Ma se il mio è praticamente perfetto.

“Scusa ma se Edward è praticamente identico, come puoi dire che non è uscito bene.” Storce il naso. Non è d’accordo con mia madre.

“No, Edward è troppo perfetto, e nessun ritratto si potrà mai avvicinare alla realtà.” Tutti, ma soprattutto io, siamo sorpresi dalle sue parole, mai aveva espresso questi pensieri di fronte ad altre persone, forse l’ha fatto involontariamente. Appunto. Ora s è resa conto di quello che ha detto ed oltre ad essere di un bel rosso scarlatto, ha anche smesso di respirare.

“Edward è assurdo quanto ti ami questa ragazza. Da lei non proviene del semplice amore, lei ti adora, ti venera. I suoi sentimenti per te sono infiniti e destabilizzanti, mi sto sentendo quasi male per l’amore e la devozione che provate l’uno per l’altro.” Il pensiero di Jasper mi colpisce come un ariete. Sapevo che Bella mi ama, ma non credevo così intensamente.

“Lei ti ama tanto quanto tu ami lei. Anzi forse di più perché lei si sente inferiore a te.” Non è possibile che lei sia inferiore a me. Lei è un angelo ed io un mostro.

“Comunque Bella, questo disegno è favoloso. Sai ho tante foto dei miei figli, ma non un ritratto, comprerò una bella cornice e lo metterò dentro per metterlo nella mia camera. Contemplo ancora quel favoloso disegno. Mi rendo conto di sapere veramente molto poco della mia amata.

“Edward, fai conoscere la casa a Bella, intanto preparo un po’ di cioccolata calda, o preferisci del caffè?” Al solo sentire nominare la cioccolata le si illuminano gli occhi e ridacchio divertita. È una golosa cronica.

“No mamma, la cioccolata va benissimo. Bella è molto golosa.” Le afferro la mano prima che diventi nuovamente rossa davanti a tutti e la porto a fare un tour della casa. Per fortuna da un po’ ho anche io il letto in camera. Le mostro tutte le camere. Mia madre e i miei fratelli sono stati d’accordo con me. Infine la porto in camera mia. Sono nervoso, non ho mai potato nessuna ragazza in camera mia. In realtà a parte la mia famiglia, non ci è mai entrato nessuno. Chissà se le piacerà. La faccio accomodare, e mi appoggio alla porta mentre lei è al centro della camera. Devo dire che la visione di lei in camera mia mi piace più del lecito. Osserva tutto attentamente, poi l’occhio cade sui miei spartiti, si avvicina e li raccoglie.

“Quando avevi intenzione di dirmi che componi?” La guardo confusa e poi mi mostra uno spartito, è la melodia che ho scritto per Esme e Carlisle.

“Tu quando avevi intenzione di dirmi che disegni?” Sbuffa.

“Non è nulla di che e tu non sei venuto neanche bene.” Ma è impazzita?

“Stai scherzando vero? Anzi secondo me è uscito fin troppo bene, è troppo perfetto per rappresentare me.” Deve capire che io non sono perfetto, lei lo è. Assottiglia lo sguardo.

“Io per te sono perfetta?” Che domanda stupida, infatti rispondo senza pensare.

“Ovvio che tu sei perfetta, sei un angelo.”

“Ecco è la stessa cosa che io penso di te.” Non so cosa risponderle, da un lato mi riempie di orgoglio, da un altro vorrei dirle che non sono un angelo, ma un mostro.

“Allora il tuo giudizio?” So che tutti sono in ascolto.

“Edward, tua madre è…è…non ho parole. È favolosa, è bellissima, è dolcissima. Diciamo che per me è stato una specie di amore a prima vista, ecco si.” Sorrido dolcemente, è pienamente ricambiata.

“Oh Carl io adoro quella ragazza.” Queste le parole di mia madre.

“Eddino mica vorrai fare il porcellino con la porta aperta? Almeno venite a gustare questa delizia.” Ma io lo uccido.

“Ragazzi, scendete? La cioccolata è pronta, o volete stare qui a fare un po’ i porcellini?” La testa di Emmett fa capolino in camera mia.

“No, no Emmett scendiamo subito.” Non lo guarda ha il viso rivolto alla vetrata della camera. Da lì si vede tutta la foresta.

“Mi piace un sacco camera tua. Sei molto ordinato, vabbè si vede che sei un tipo precisino.” Mi offendo.

“Io non sono precisino. Mi piace l’ordine.”

“Appunto. Dai permalosone andiamo.” Mi scocca un bacio sulla guancia e inizia a camminare, ma io sono più veloce di lei e l’afferro da dietro per stringerla in un dolce abbraccio.

“Eh no, prima mi offendi e poi vai via. Per farti perdonare devi darmi un bel bacio.” Si gira tra le mie braccia e mi fissa sorridente. Avvicina lentamente le sue labbra alle mie. Agogno quelle delizie rosse come il peccato. Finalmente si incontrano e ci lasciamo andare alla dolcezza. Ci stacchiamo dopo un po’, ci scambiamo un altro casto bacio e torniamo in salotto mano nella mano. Sono felice, c’è la mia famiglia e la donna che amo.

 

Ciao ragazze, non ce la faccio più, ho battuto e postato tutte e tre le storie, ed inoltre ho impiegato molto tempo per fare il collage con i ritratti. Spero vi piaccia l’immagine, mi sono dovuta accontentare di quelle che ho trovato su internet. Fatemi sapere cosa ne pensate. A domani un bacio Mary.

Mie storie in corso:

Non voltarti indietro...o forse si:

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Forse non mi hai mai amata

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Mie storie concluse:

FINALMENTE FELICI
 
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MI SONO INNAMORATO DI TE
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INVITO
 
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UNO SCONTRO CHE TI CAMBIA LA VITA
 
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LA MIA PERICOLOSA CANTANTE
 
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ETERNITA’
 
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L’AMORE VA OLTRE IL TEMPO
 
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RITROVARE LEI,RITROVARE LORO
 
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Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di S. Meyer.

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Capitolo 36
*** Capitolo 36 ***


capitolo 36



POV BELLA

Mi sto preparando, tra un po’ sarebbero passate Alice e Rosalie e saremo andate a Port Angeles a comprare il vestito per il ballo. Già il ballo, ho deciso che quella sera dirò tutto ad Edward. Gli dirò che sono una principessa, ma soprattutto che lo amo da morire, che senza lui mi sento persa, che insieme a lui mi sento completa. Spero che non si arrabbi per non averglielo detto prima, no, no sicuramente mi capirà. Sento un clacson, sono arrivate. Prendo la borse ed esco.

Oddio davanti ai miei occhi c’è una Porche giallo canarino. Proprio la classica auto che ti fa passare inosservata. Entro in auto.

“Ciao ragazze.” Saluto allegramente. Con Alice mi trovo molto bene, con Rose ho ancora qualche problema di adattamento. Alterna momenti in cui è gentile e cordiale a momenti in cui è estremamente inquietante.

“Ciao Bella, pronta per lo shopping?” Alice mi saluta allegramente, mentre Rosalie mi fa un cenno con il capo. Ecco questo è un momento inquietante.

“Non vedo l’ora Alice. Ma spiegami ancora perché Edward non poteva venire con noi.” È una tortura stare senza di lui, senza i suoi occhi, i suoi sorrisi, i suoi abbracci, i suoi baci. Ahhhh cosa mi hai fatto Edward?

“Bella? Bella? Hai capito cosa ti ho detto?”

“Ehm si si, ho capito tutto.”

“Allora sei d’accordo con me.” Diamine e ora cosa dico? Puoi ripetere su cosa dovrei essere d’accordo? No, così capirebbe che non ho ascoltato neanche una parola.

“Si?” Sembra più una domanda, ed infatti lo è.

“Oh, non credevo che volessi un vestitino con gli elefanti disegnati sopra.” Se potessi mi sotterrerei, aveva capito che non ho seguito neanche una parola, ed ovviamente arrossisco imbarazzata.

“E dimmi, per non aver ascoltato neanche una parola, nei tuoi pensieri era presente mio fratello?” Abbasso il capo al massimo dell’imbarazzo. Ridono entrambe.

“Bella volevamo ringraziarti.” Guardo Rosalie sorpresa.

“Non guardarmi così, certo non sono sempre cordiale ed amichevole con te, ma non per questo non ho visto come è felice mio fratello. Lui è sempre stato un musone, rideva poco, non aveva luce negli occhi, non era motivato, faceva tutto meccanicamente. Ora grazie a te è rinato, ha sempre quel sorriso ebete ed irritante sul viso, è sempre felice. Ti ringrazio per essere entrata nella sua vita e per averlo accettato.” Sono commossa dalle parole di Rosalie, non pensavo di aver fatto tutto ciò per Edward, semmai sono io che devo ringraziare lui. Ma se è vero allora ne sono estremamente felice. Solo che non ho ben capito cosa voleva intendere per averlo accettato.

“Rosalie, sono io che devo ringraziare lui. È entrato come un tornado nella mia vita, ma ci ha messo radici profonde.”

“Oddio, sei innamorata di mio fratello. Glielo hai detto?” Trilla felice Alice? Sento le guance andare in fiamme.

“Deduco di no. Tranquilla, saremo mute come dei pesci.” Poco dopo arrivammo a Port Angeles. Iniziammo a girare per tutti i negozi. Ero distrutta, ma quanta forza avevano quelle due? Non mi fecero neanche compagnia per il pranzo, troppe prese dallo shopping per perdere tempo mangiando un panino. Io dal canto mio volevo fuggire. Stavo mangiando quando sentii il telefono squillare. Era lui. Risposi con il sorrido sulle labbra.

“Ehi.” Ogni volta mi veniva naturale addolcire la voce con lui.

“Ciao, come va? Sei ancora viva?” Chiese ridacchiando. Spiritoso.

“Simpatico, vorrei vedere te al posto mio. Comunque si sono ancora viva, ma ti confido che vorrei fuggire.” Lo sento ridacchiare.

“È così terribile?”

“Non immagini neanche. Ma mi spieghi ancora perché tu non sei con me?” Lo sento sospirare.

“Io vorrei essere con te, non sai quanto mi costi esserti lontano, ma mia sorella mi ha vietato di vedere il tuo vestito prima del ballo. Ha detto che deve essere una sorpresa e sinceramente anche io voglio l’effetto sorpresa. Sicuramente sarai bellissima, come al solito.”  Divento rosso fuoco, per fortuna non può vedermi.

“Non dirmi che sei diventata rossa.”

“No.” Ride di cuore, come è bella la sua risata.

“Hai risposto troppo in fretta. Comunque mi manchi da morire.” Posso sciogliermi? Sospiro pesantemente.

“Anche tu mi manchi, però non dirmi più così altrimenti dovrai venire a raccogliermi con il cucchiaino.”

“Oh no, no, non vorrei mai che ti sciogliessi, poi non avrei nessuno da baciare, da abbracciare…” Il telefono mi viene praticamente strappato dalle mani.

“Fratellino, si anche io ti vorrei baciare, ma diciamo che vi abbiamo lasciato troppo tempo per tubare e il tempo è proprio quello che ci manca. Farete le vostre conversazioni hard quando sarete da soli. Ciao ciao. Si anche io ti adoro.” Riattacca mentre io la guarda ancora con la bocca spalancata.

“Alice me la pagherai. In un modo o nell’altro me la pagherai.”

“oh io credo proprio che dopo che avrai visto l’abito da sera che ho ti scelto per il ballo mi ringrazierai perché farai restare Edward senza parole.”

“Speralo per il tuo bene.” Ancora imbronciata mi avvio dietro di loro. Entriamo nel negozio indicato da Alice e mi mostrano il vestito. Appena i miei occhi si posarono su quella bellezza tutta la mia rabbia evaporò. Era più che bellissimo. Un abito da sera, eh si era richiesto l’abito sa sera per un ballo che si svolgeva in palestra, rosso, lungo e monospalla intrecciato. Era semplicemente divino.

“Oddio ragazze è bellissimo.” Dissi euforica.

“Sono perdonata?”

“Certo Alice.” Entrambe mi sorrisero

“Mancano le scarpe e gli accessori e abbiamo finito.”

Entrammo in un negozio di scarpe e subito mi incantai davanti a delle scarpe gioiello favolose. Certo il tacco era altissimo ma per una sera avrei voluto stupire Edward.

Le ragazze furono d’accodo con me sulle scarpe. Scelsero anche loro le scarpe, pagammo e finalmente potemmo tornare all’auto. Il viaggio di ritorno fu molto piacevole. Mi lasciarono davanti la porta di casa, entrai dentro e mi buttai sul divano, ero sfinita. Bussarono alla porta. Chi mi scocciava ora? Andai ad aprire con una faccia arrabbiatissima, ma non sapevo che di fronte a me sarebbe apparso un dio.

“Se sei stanca torno domani…” Non lo lasciai finire che gli saltai in braccio ed inizia a baciargli tutto il viso. Per fortuna aveva degli ottimi riflessi altrimenti ora saremo entrambi a terra.

“Presumo tu sia felice di vedermi.” Disse mentre ricambiava i miei baci e mi abbracciava stretta.

“Presumi bene.” Dissi tra un bacio e l’altro. Intanto è entrato in casa, almeno non avremo continuato a dare spettacolo fuori. Scesi dalle sua braccia e buttai il capo sul suo petto. Inspirai il suo odore a pieni polmoni, mi era mancato tantissimo.

“Mi sei mancato da morire.” Lo sentì sorridere tra i miei capelli.

“Anche tu mi sei mancata tanto. Stavo impazzendo senza di te. Sei essenziale per me.” A quelle parole il mio cuore prese il volo, lui sembrò capirlo perché strinse la presa sui miei fianchi. Giravamo intorno, ma ancora nessuno dei due aveva mai detto all’altro di amarlo. Ma entrambi lo sapevamo, entrambi sapevamo di amarci.

Senza staccare le nostre labbra ci avviamo verso il divano. Mi fa stendere sul divano e lui si sdrai su di me. Si tiene sulle braccia per non pesarmi. I nostri baci sono diventati più intensi, più passionali, le nostre mani più audaci. Inizio a gemere sommessamente.

“Non ti limitare, voglio sentirti.” Queste parole mi fecero vedere il mio ultimo neurone mentre con la valigia in mano andava in vacanza. Intanto nel mio basso ventre si era acceso un fuoco. Non avevo mai provato queste sensazioni, e sentii che anche lui non era messo meglio di me. Nella posizione in cui eravamo riuscivo a sentire tutta la sua eccitazione e questo mi fece infuocare ancora di più. Le sue mani scivolarono sotto la maglia, lentamente stavano salendo. Entrambi avevamo smesso di respirare. Entrambi emozionati dal momento. Finalmente le sue fredde mani arrivarono al mio reggiseno. Non andò più su, mi guardò in cerca di un consenso, annuii incapace di parlare. Non sapevo come mi sarebbe uscita la voce. Lentamente le sue mani iniziarono a sfiorarmi il seno da sopra il reggiseno. Istintivamente inarcai la schiena per il piacere che mi ha dato quel semplice sfioramento.

“Oh Edward…”

“Sei così morbida e calda Bella.” Quelle parole mi portarono direttamente all’inferno. Le sue mani tornarono ai lembi della maglia, mi guardò di nuovo, voleva un altro consenso. Annuii nuovamente, portai le mie mani al bordo della sua maglia, lo guardai, non sapevo se avesse voluto anche lui. In risposta mi sorrise. Gli tolsi la maglia e bloccai il respiro. Davanti a me la perfezione. Con mano tremula andai a sfiorargli il petto, seguii la linea dei pettorali scolpiti, arrivai agli addominali. Ne tracciai la linea, lui non respirava ma sentivo l’elettricità tra i nostri corpi.

“Ahhh Bella…” Mi bloccò le mani, forse avevo sbagliato. Abbassai il capo imbarazzata. Subito mi fece rialzare lo sguardo ed incontrai i suoi occhi lucidi ed eccitati.

“Anche io voglio guardarti, - bacio sul dorso della mano – toccarti, - bacio sul collo, - accarezzarti. – bacio sulle labbra.” Mi tolse la maglia, ma io istintivamente mi coprii. Ero in imbarazzo, non ero nulla confronto a lui. Prese le mie braccia e me le fece spostare dal petto.

“Non impedirmi di vedere la perfezione. Sei una dea amore mio.” Lo guardai sconvolta, mi aveva chiamata amore mio. Mi sorrise.

“Hai capito bene, ti ho chiamata amore mio.”

“Mi leggi nel pensiero?” Mi guardò frustrato.

“Non sai quanto vorrei, ma purtroppo non ci riesco. Però il tuo sguardo era molto chiaro.” Mi guardò intensamente, come se volesse entrarmi dentro, mi sentii nuda davanti a quello sguardo. Bhè ero mezza nuda.

Abbassò lo sguardo sul mio seno, e si incantò.

“Sei una dea, la mia dea.” Lentamente avvicinò una mano sul mio ventre piatto, mi accarezzò delicatamente. Gli sguardi incatenati, poi finalmente decise di avvicinare le sue labbra al mio seno…

TOC TOC

Sobbalzammo entrambi. Edward fissava la porta con astio, io invece avrei voluto uccidere chiunque si trovasse dietro quella porta. Si alzò velocemente quando bussarono di nuovo e mi aiutò a rivestirmi, indugiando più del dovuto con le mani sul mio corpo. Ma non mi dispiaceva affatto. Mise anche lui la maglia e mi diede un bacio a stampo prima di lasciarmi andare per aprire la porta.

Aprii con uno sguardo furente. Oddioooooo, per fortuna ha bussato.

“C-ci-ciao pa…pà.”

“Scusa tesoro ma avevo dimenticato le chiavi. Oh ciao Edward, ti fermi per cena?” Edward era apparso dietro di me.

“Grazie Charlie, mi farebbe piacere. Avviso mia madre.”

“Certo fai con comodo e porgi i miei saluti ai tuoi genitori.”

“Certo, lo farò.”

Per fortuna ha dimenticato le chiavi.  

 

(link scarpe http://comefare.com/bellezza/come-fare-per-camminare-sui-tacchi-alti/)

(link abito http://perasperaadastra.iobloggo.com/483/la-triste-vita-di-un-abito-da-sera)

 

Ciauuuuuuuu, allora innanzitutto scusate se ieri non vi ho avvisate ma non ho postato perché ero morente sul letto causa problema mensile. Infatti per scrivere l’epilogo dell’altra storia ci ho impiegato quasi 4 ore, infatti l’ho postata dopo le 23. Comunque passando al capitolo, cosa mi dite? Eheheh poverini è la seconda volta che sono stati interrotti, ma questa volta direi per fortuna altrimenti credo che Charlie non sarebbe stato molto contento di trovare sua figlia e il suo ragazzo mezzi nudi sul divano. Allora Edward caro l’ha chiamata amore mio, ma come è dolce… Fatemi sapere cosa ne pensate e se si vedono le immagini dei link che ho inserito. A domani, un bacio Mary.

Mie storie in corso:

Forse non mi hai mai amata

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Mie storie concluse:

Non voltarti indietro...o forse si:

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FINALMENTE FELICI
 
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MI SONO INNAMORATO DI TE
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INVITO
 
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UNO SCONTRO CHE TI CAMBIA LA VITA
 
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LA MIA PERICOLOSA CANTANTE
 
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ETERNITA’
 
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L’AMORE VA OLTRE IL TEMPO
 
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RITROVARE LEI,RITROVARE LORO
 
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Capitolo 37
*** Capitolo 37 Rating rosso ***


capitolo 37



POV EDWARD

Non so se esser irritato o meno. Ammetto che questa volta è stato un bene che abbiano bussato, se Charlie fosse entrato senza aver bussato non oso immaginare cosa sarebbe potuto accadere. Io ero talmente eccitato e preso da Bella che non ho sentito nulla. Sento ancora la morbidezza delle sue dolci colline, era una visione. Quanto avrei voluto baciarle il seno, leccarle i capezzoli, farli indurire e sentirla gemere per me. Solo per me. I suoi gemiti e i suoi sospiri sono la miglior melodia che abbia mai sentito.

Maledizione solo a pensarci mi sto eccitando di nuovo. Devo averla, voglio fare l’amore con lei, non faccio altro che pensare a ciò che stava per accadere ieri sera. Ed averla ora tra le mie braccia mentre dorme così svestita non è un bene per me. Certo lei non sa che io passo le mie notti tenendola tra le braccia, ma oggi, questa sottoveste di seta e pizzo blu notte non aiuta il mio precario autocontrollo.

Passo la notte con il mio angelo tra le braccia e facendo pensieri impuri su me e lei. Poco prima che Charlie si sveglia vado via, tornerò più tardi così la porterò nella mia radura. Lì, spero, non ci disturberà nessuno.

Non mi allontano di molto da casa del mio amore. Ieri l’ho chiamata amore mio, le emozioni che ho letto nei suoi occhi hanno scaldato il mio cuore morto.

Intorno le 8 decido di andare da lei, tanto Charlie è andato a pesca e mancherà tutta la giornata e poi mi manca troppo Bella. Passo a prenderle la colazione e alle 8:15 sono sotto casa sua a suonare al campanello. Sento il suo cuore aumentare i battiti, il respiro accelerato, si alza di scatto, cade a terra, mi fa morire dal ridere. Si affretta dalle scale, sa che sono io, ma potrebbe andare più piano non vorrei che si facesse male. Apre la porta di scatto e me la ritrovo tra le braccia proprio come ieri. Adoro questo suo modo di accogliermi.

“Mi sei mancato.” Sorride lei non può sapere che per tutta la notte l’ho stretta a me.

“Anche tu mi sei mancata. Buongiorno principessa.” Non capisco perché si irrigidisce ancora quando la chiamo così.

“Buongiorno mio principe.” Ci baciamo lentamente e dolcemente.

“Ti ho portato la colazione, questa volta due cornetti…”

“Vuoi farmi ingrassare?” Faccio finta di squadrarla da sotto a sopra, indugiando un po’ sui suoi seni, lei come da copione arrossisce e accelera i battiti.

“Effettivamente sei molto magra, forse non mangia abbastanza, ma ti ho portato due cornetti perché stamattina ti porterò in un posto speciale e devi avere molte energie.” Le confido malizioso. Anche questo mio lato è uscito con lei. Arrossisce per la mia allusione poco velata.

“Do-dove and…i…amo?” Povero il mio amore, ti ho imbarazzato.

“È una sorpresa.” Le dico mentre, sempre con lei in braccio, entro in casa e mi dirigo in cucina.

“Non mi vuoi dare neanche un indizio?” Mi chiede con quel broncio a cui non posso resistere. Gioca sporco. Allora anche io. Le faccio il sorriso che la fa imbambolare ed ottengo l’effetto desiderato.

“Non ti dirò nulla.” Annuisce incapace di proferire parola, però ora mi sono imbambolato anche io, diciamo che quel sorriso è un’arma a doppio taglio. Lei si imbambola davanti il mio sorriso ed io mi imbambolo alla visione di quegli occhi cioccolatosi e di quelle labbra rosse come il peccato. Sposto lo sguardo, mi sto eccitando di nuovo e non va bene, non vorrei essere irruento con lei. Un attimo, ma se lei non volesse? Ieri mi sembrava molto scocciata quando ci hanno interrotto e molto presa dalle nostre…ehm…attività.

“Grazie per la colazione, sei sempre gentilissimo.” Mi posa un casto bacio sulla guancia e in quel punto vado a fuoco, come ogni volta che mi bacia.

Mangia con gusto e appena finisce va a prepararsi.

“Come devo vestirmi?” Mi urla da sopra. Lo fa sia per curiosità sia perché vuole sapere realmente come vestirsi.

“Comoda, tanto saremo solo noi due.” Sento i suoi battiti accelerare e il suo respiro diventare affannoso. Ora però non ho detto nulla di sconvolgente. Oh no, quando le ho detto che saremo solo noi due forse mi avrà preso per un maniaco. Mi avvio in camera sua, devo scusarmi. Entro senza bussare.

“Bell…” Le parole mi muoiono in gola. Davanti a me una dea, una divinità scesa in terra. Non respiro, non che per me sia necessario, ma in questo momento non ne sarei capace. Deglutisco a vuoto più e più volte. Ho ancora la bocca spalancata e gli occhi sgranati. Intanto le ho fatto tutta la radiografia. I capelli pieni di boccoli che le ricadono morbidi sulle spalle nude. Il collo lungo e lisci, vedo la vena pompare sangue, ma non è quello il mio pensiero. Scendo con lo sguardo sul petto, verso l’incavo dei seni. Due dolci colline tenere e morbide racchiuse in un reggiseno di pizzo e seta grigio perla. Soffermo l sguardo. Con gli occhi cerco di accarezzarli. Inizio a scendere sul suo ventre piatto, morbido, sui suoi fianchi che sono i miei appigli naturali. Scendo ancora e un paio di slip in pizzo e seta coordinati con il reggiseno mi si parano davanti. Non lasciano nulla all’immaginazione. Sento un odore nuovo, un odore strano, l’odore della sua eccitazione. Sa di pesca, sa di buono, lo respiro a pieni polmoni, è un afrodisiaco, una droga. Sposto lo sguardo sulle sue cosce toniche e snelle, fino ad arrivare ai piedi. È perfetta.

“Non pensavo esistesse la perfezione, ma devo ricredermi.” Le sussurro guardandola negli occhi. I miei occhi sono neri, affamati di lei. I suoi occhi sono più scuri, sono eccitati. Lascia cadere la maglia che aveva in mano e timidamente inizia a camminare verso di me. Questa camminata sensuale è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Mi avvicino a lei. Arriviamo uno di fronte l’altro. Ci guardiamo negli occhi, non so cosa fare, ho paura di sbagliare, ho paura di farle male, non so se lei vuole. Ma è lei stessa a risolvere i miei dubbi. Timidamente prende la mia mano e la poggia sul suo cuore insieme alla sua.

“Voglio amarti Edward. Tu vuoi amarmi?” È bellissima.

“Si Bella, voglio amarti ed essere amato.” Non parliamo più, ora le parole sono superflue.

“Io però non so…” La interrompo con un dito sulle labbra.

“Anche io non so come fare, impareremo insieme amore mio.” L’abbraccio dolcemente. Intreccia le sue esili braccia dietro la mia schiena. Inizio ad accarezzarle la schiena con i polpastrelli, lei rabbrividisce e sospira. Abbasso il capo sul suo collo, ispiro il suo dolce profumo, la mia droga. Parto da dietro l’orecchio fino ad arrivare alla base del collo e poi faccio lo stesso percorso al contrario. Uso prima le labbra, poi la lingua e poi il respiro. Sembra apprezzare, si stringe più a me.

“Posso…posso toglierti la maglia?” Come ha fatto lei prima, la guido. Porto le sue mani sull’orlo della mia maglia.

“Tu puoi fare tutto ciò che vuoi.” Le sussurro all’orecchio mentre inizio a mordicchiarlo, stando attento a non graffiarla. Lentamente mi priva della maglia e la butta in un angolo della camera. Inizia ad accarezzarmi il petto, proprio come ieri, ed io mi sento andare a fuoco. I suoi tocchi sono bollenti sulla mia pelle.

“Ahh…” Un gemito esce dalle mie labbra, l’odore della sua eccitazione si fa più forte. La prendo in braccio e la porto a sedere sul bordo del letto. Mi abbasso per baciarla ma lei mi blocca. Forse ho esagerato. Ma anche questa volta mi fa ricredere. Porta le sue mani tramanti sulla cinta dei miei pantaloni, mi fissa ed io le sorrido. Tremante mi slaccia la cinta e poi passa ai bottoni del jeans. Entrambi tratteniamo il respiro. Con non poca fatica riesce a liberarmi dei pantaloni, mentre io ho provveduto a scarpe e calze. Ora sono in intimo davanti a lei. Come me prima, mi fa una radiografia completa partendo dai capelli, soffermandosi molto sul mio petto che sfiora delicatamente e poi arriva ai miei boxer neri. Sposto lo sguardo imbarazzato. Costretta tra i boxer ho un’enorme e dolorosa eccitazione. Non vorrei che mi scambiasse per un maniaco. Ma un suo gesto, se fosse possibile, mi fa morire. Delicatamente sfiora la mia erezione da sopra la stoffa dei boxer. La fisso sorpreso, lei mi guarda e ritira la mano.

“Scusa non volev…” Le poso un dito sulle labbra.

“Mi…mi piaceva.” Ammetto imbarazzato. Diventa rossa ma mi regala un timido sorrido. Porta la sua piccola mano sulla mia coscia, la accarezza partendo dalla rotula fino a salire. Si sposta nuovamente sulla mia erezione e non riesco a trattenere un ringhio di piacere. Bella mi fissa con uno sguardo pieno di eccitazione. Decido di prendere in mano la situazione, anche lei deve godere di queste carezze. La prendo per le braccia e la stendo sul letto, mi sdraio accanto a lei. Con una mano le accarezzo una tempia, scendo verso la guancia, mi soffermo sulle labbra e lei mi bacia tutte le dita. Continuo a venerarla con la mano scendendo verso il collo e poi più giù. Finalmente posso toccare, accarezzare e lambire quelle dolce colline. Le accarezzo da sopra il reggiseno, ma al mio passaggio subito i capezzoli si inturgidiscono. È una sensazione bellissima.

“Ah…ah.” I suoi gemiti riempiono la stanza. Mi faccio più audace e mi sposto sopra di lei. Con entrambe le mani scendo ad accarezzarle tutte le costole per poi arrivare dietro la schiena. La inarca ed io posso arrivare ai ganci de reggiseno. Intanto con le labbra sto venerando la sua pelle, dalle labbra sono passato alla guancia, ora sono sulla scapola e i gemiti si fanno più insistenti. Con i denti le abbasso una spallina del reggiseno, intanto con le mani l’ho sganciato ma non lo tolgo. Torno verso quelle colline e finalmente sono a diretto contatto con le mie mani. Sono calde, morbide, tenere. Prima di continuare a scendere con le labbra chiedo un suo consenso, non voglio fare nulla che le potrebbe dar fastidio. Intanto cerco di dosar la forza mentre stringo i seni tra le mie mani, mentre tiro i suoi capezzoli, li titillo fino a farli allungare. È una visione magnifica. Lei sotto di me che si inarca, che mi chiama, che gode, con gli occhi lucidi, i capelli aperti a ventaglio sul cuscino, le labbra rosse.

Dopo aver avuto il suo consenso, con le labbra mi avvicino ad un capezzolo, ma poi vengo attirato dal battito furioso del suo cuore e prima ci poso un bacio carico di significato. Finalmente posso dedicarmi a quelle pesche. Prendo un capezzolo roseo e turgido tra le mie labbra, lo lecco, lo mordicchio, lo bacio, lo stringo. Stessa cosa faccio su tutto il seno, intanto la mia mano non ha mai smesso di venerare l’altro seno. Quando sono soddisfatto del lavoro che ho fatto su un seno passo all’altro per riservargli lo stesso trattamento.

“Ahhh…Edward…si…” Musica per le mie orecchie.

Bella inarca di più la schiena, le sue mani non stringono più le lenzuola ma stringono furiosamente i miei capelli. Se fossi umano ora sarei calvo, ma sarebbe per una buona causa. Con le mani spinge la mia testa contro il suo seno intimandomi di non smettere, ed io non ne ho alcuna intenzione. Una sua mano lascia i miei capelli e vaga sulla mia schiena, mi graffia con le unghia e un brivido attraversa il mio corpo che porta ad impennare il mio bacino contro di lei.

“Ah…Bella…” Mi sta facendo morire.

La sensazione che ho sentito quando i nostri sessi si sono sfiorati, anche se coperti dall’intimo, è stata incredibile. È così calda e bagnata, e lo è per me. Sono io che le sto facendo tutto questo, è per me che si trova così ora non per un altro uomo. Ora non sono Edward Cullen il vampiro, ora sono Edward Masen il diciassettenne innamorato della sua donna.

 

Eheheheh che mi diteeeeeeee? Premetto che è la prima volta che scrivo un capitolo del genere e lo sto postando a quest’ora perché è stato un po’ complicato per me scriverlo, spero sia uscito bene, altrimenti lo dite che cerco di cambiarlo. Ovviamente non è finito e la continua sarà pov Bella. Che dire, diciamo che Edward ha lasciato a casa il 900 e si è ambientato bene nel 2000, ma anche la pudica Bella non è da me. Vabbè so ragazziiiii. Comunque domani posto il seguito che è un pov Bella e se riesco ci sarà un brevissimo pov Edward. Poi ci sarà il ballo e poi inizia il bello. Ahahah che gioco di parole stupido, vabbè a domani. Un bacio Mary.       

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ETERNITA’
 
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Capitolo 38
*** Capitolo 38 Rating rosso ***


capitolo 38



POV BELLA

Ora posso morire felice. Certamente lui mi farà morire. Sento le sue mani ovunque, mi bacia ovunque, la sua lingua è ovunque. Mai avrei pensato di poter provare tutte queste emozioni. Il cuore sembra volermi uscire dal petto. È bellissimo sentire le sue mani sul mio seno, le sue labbra che baciano e stuzzicano i miei capezzoli, la sua lingua che lambisce, i suoi denti che mordicchiano.

Devo fare anche io qualcosa, non posso essere spettatrice passiva. Inizio a sfiorargli la schiena con i polpastrelli, scendo e salgo, scendo e salgo. Ha una pelle bellissima, liscia, dura e fredda.

“Ahhh…Bella” Sento le sue mani su mio ventre piatto. Con le mani lo spingo per le spalle, si sposta come scottato.

“Scusa, scusa Bella, io non…” Lo zittisco con un dito sulle labbra. Non ha capito cosa voglio fare.

“Ssh, non è niente di tutto ciò che stai pensando. Volevo…volevo so-solo…” Non sapevo come continuare, ma lui sembra capire, mi sorride e si stende supino sul mio letto. Gli sorrido imbarazzata e mi sdraio su di lui. Appena i nostri bacini si sfiorano nuovamente, entrambi tratteniamo il respiro. Sentire la sua eccitazione mi fa eccitare di più. Lui è così per me, sono stata io a procurargli tutto ciò. Mi sento bene. Sorrido maliziosamente e inconsciamente.

“Cosa significa quel sorrisino malizioso?” Mi chiede curioso. Io diniego con il capo.

“Non te lo dico.” Non gli lascio tempo di replicare che mi butto sulle sue labbra. Mordo il labbro superiore chiedendo il permesso di entrare. Permesso che mi viene subito concesso. Intanto ho iniziato a dondolarmi con il bacino su di lui. Dopo aver ben bene esplorato la sua bocca scendo con la lingua sulla mascella dritta. Passo prima la lingua e poi le labbra. Poi mi ricordo del suo gioco e lo faccio anche io. Parto dal lobo dell’orecchio e con piccoli bacetti arrivo alla scapola e torno indietro. Ripeto lo stesso percorso con la lingua e poi ci respiro sopra, il suo corpo si riempie di brividi.

“Ahh…Bella…mi…mi fai…mo…ri…re.”

“Oh no, non voglio questo.” Dico tra un bacio e l’altro. Continuo la mia esplorazione. Mi alzo per guardare un altro po’ quello splendido petto. Delicatamente passo la mano sui suoi pettorali e sento un piccolo ringhio provenire dalle sue labbra. Questo mi fa eccitare ancora di più.

“Sei bellissimo.” Gli sussurro.

“No amore mio, tu sei bellissima. Sei una dea, la mia dea.”

Con decisione mi piego sul suo petto e inizio a baciare ogni lembo di pelle. Non c’è posto in cui non sia arrivata con le labbra e con la lingua. Cerco di venerarlo proprio come ha fatto lui con me. Arrivo ad un capezzolo, lo prendo tra i denti, lo succhio e poi lo mordicchio. Da dove è venuta tutta quella sfacciataggine non lo so, ed ora non mi interessa saperlo. Sento i suoi gemiti e mi trovo a dargli ragione. È bello sentire la persona che ami gemere per te.

Con le mani arrivo alle sue spalle, forti e muscolose, le accarezzo lentamente. Le sue mani sono sulla mia schiena, mi accarezzano come se fossi un diamante prezioso. Al loro passaggio mi riempio di brividi, sono creta tra le sue mani.

“Edward…” Ribalta nuovamente le posizioni, nei suoi occhi leggo tanta eccitazione eco dei miei. Accarezza nuovamente i miei seni e al suo passaggio i capezzoli si inturgidiscono. Come richiamato scende con la lingua sulle mie colline, riprende a baciare, titillare, leccare e mordicchiare tutto.

“Ahhh…siii.” Non mi riconosco più.

Lentamente le sue mani scendono sul mio ventre, si soffermano un po’ sull’ombelico e questo porta ad inarcare la schiena, porto le mani tra i suoi capelli e li stringo spasmodicamente. Cerco di avvicinare di più il suo viso ai miei seni. Le mani continuano a scendere, e lui si alza lasciandomi imbronciata. Ridacchia.

“Non essere troppo golosa.” Arrossisco di botto.

“Sei ancora più bella quando arrossisci. Ed ora così sei bellissima.” Si sposta ai piedi del letto. Ma cosa vuole fare? Lo guardo confusa, poi capisco. Prende un mio piede ed inizia a lasciare piccoli baci, lentamente sale verso la caviglia fino ad arrivare al polpaccio, lo stringe un po’ e lo mordicchia leggermente.

“Ahhh…si Ed…” Oddio.

Continua a salire, si sposta verso il mio interno coscia e anche lì riserva lo stesso trattamento, labbra, lingua, denti. Mi sta facendo morire.

“E…e…ed…ahhh…ed…”

“Di-dimmi a-amore…”

“Mi fa-fai mori…ah…re.”

Ad un tratto mi fissa, poi fissa la mia intimità e poi di nuovo me. Ho capito, arrossendo gli sorrido come per dargli il consenso, ricambia con quel sorriso che mi fa perdere un battito ogni volta.

Con mani tremanti afferra il pizzo del mio striminzito slip, ma poi preso da qualche strana frenesia la strappa completamente. Quel gesto alimenta ancora di più l’incendio nel mio basso ventre. Vedo il suo viso scendere verso il mio centro, con il naso odora i miei umori, poi un suo dito è sul mio clitoride, raccoglie un po’ dei miei umori e si porta il dito in bocca. Quel gesto mi sconvolge. Edward è l’erotismo fatto a persona. Ho il respiro affannato, anzi non respiro proprio.

“Sai di buono, sai di pesca.” Arrossisco violentemente. Poi posa un bacio nel centro del mio piacere.

“Ahhhhh.” Inarcai la schiena per il piacere che quel piccolo gesto mi ha provocato. Piego le braccia e sollevo il busto, mi eccita vedere ciò che fa. I suoi capelli spuntano dal mio centro. La sua lingua accarezza dolcemente il mio clitoride, poi lo prende tra i denti e lo mordicchia. Non ce la faccio più. Di questo passo non resisterò molto.

“Ed…ward non…non ce la faccio più.” Alza il viso e mi fissa. Affogo in quegli occhi onice. Sostituisce le dita alla lingua e le sue labbra sono nuovamente sulle mie. Sento il mio sapore in bocca ma non mi da fastidio. Le nostre lingue si rincorrono furiose mentre le sue dita iniziano ad accarezzare il mio centro. Poi sento un suo dito farsi largo tra la mie labbra intime. L’intrusione mi crea un po’ di fastidio ma subito il piacere prende il posto del fastidio. Si muove lentamente, dentro e fuori, dentro e fuori. Presa dall’eccitazione porto la mia mano tra i nostri corpi, scendo lungo il suo torace e arrivo all’elastico dei boxer. Mi guarda sorpreso, penso di aver sbagliato e cerco di spostare la mano, ma lui mi anticipa e mi blocca.

“No…n-non la to…gliere.” Gli sorrido incoraggiata. Intanto torniamo a baciarci. Con la mano mi faccio spazio nei suoi boxer. Subito sento qualcosa di duro ed eretto. Scendo su tutta la sua lunghezza. È molto, molto grande. Lo accarezzo dolcemente dall’alto verso il basso, mi prendo cura anche sella sua punta gonfia.

“Ah…Bella…si…ah…” Anche i movimenti della sua mano sono aumentati ed io gli vado incontro con il bacino. Ad un certo punto si blocca ed io con lui.

“Basta giocare.” Gli sorrido emozionata.

“Si.” Sono d’accordo con lui. Si alza e si toglie i boxer. Mi fa una fotografia completa, ed io la faccio a lui. Ha un corpo fantastico, è bellissimo ovunque…

“È di tuo gradimento il mio corpo?” Mi chiede malizioso, ma io non mi curo di lui.

“Molto.” Gli rispondo. Deglutisce a vuoto.

“Anche a me piace tanto ciò che vedo.” Solo ora mi accorgo della mia posizione. Ho le gambe divaricate e leggermente piegate, i gomiti piegati e il busto sollevato. Mi importa qualcosa? No, l’unica cosa che mi importa è lui e cosa accadrà ora.

Prende nuovamente posto su di me, lo faccio accomodare meglio allargando di più le gambe. I nostri sessi si sfiorano e tratteniamo i respiri per poi gemere sommessamente. MI guarda dritto negli occhi.

“Sei sicura? Posso fermarmi se non ti senti sicura. Se ti faccio male…”

“Ti amo Edward.” Mi guarda dolcemente e posa le sue labbra sulle mie.

“Ti amo anche io.”

“Allora non devi preoccuparti di nulla. So che sarai delicato e so che inizialmente proverò dolore, è normale.” Gli accarezzo la guancia a chiude gli occhi.

Sento il suo membro farsi strada in me. Sento molto fastidio, ma il freddo della sua pelle aiuta a far passare il fastidio. Appena incontra la mia barriera esce nuovamente per poi rientrare un po’ più a fondo, continua così fino a che l’imene si rompe. Ho trattenuto il respiro, il dolore era forte e non sono riuscita ad impedire ad una lacrima di scendere. Lui prontamente la raccoglie con le labbra e si immobilizza. Il bruciore è forte ma anche ora il gelo della sua pelle aiuta molto. Come mi ero accorta prima, posso dire che il suo membro è veramente molto grande.

Averlo dentro di me è una sensazione bellissima. Inizio a muovere lentamente il bacino per fargli capire che sono pronta. Lui risponde alle mi spinte. Iniziamo prima con spinte dolci, lente poi aumentiamo il ritmo quando vogliamo di più.

“Ah Edward…si così…più forte.”

“Oh si Bella…siiiii.”

Prende le mie gambe e le porta e cingergli il bacino, porta le sue mani sui miei glutei e mi solleva leggermente, così lo sento ancora di più. Metto le mani tra i suoi capelli e lo attiro a me. Lo bacio violentemente, appassionatamente. Ci spostiamo solo quando c’è carenza di ossigeno. Ma non mi abbandona, sposta le sue labbra sul collo, poi sulle scapole e poi torna ai seni.

Ad un tratto sento qualcosa di indecifrabile nel mio basso ventre. Sento una specie di esplosione, sento che il piacere esplode dentro di me.

“Ah…Edward…non ti fermare…ahhh siiii…”

“Oddio Bella…si amore…si.” Edward riversò il suo piacere dentro di me. I tremori non abbandonano i nostri corpi, i respiri affannati e il cuore che non accennava a diminuire la sua corsa. Edward si è accasciato sul mio petto, ma prima mi ha dato un tenero bacio sulle labbra.

Dopo un po’ di tempo riesco a riprendermi, le braccia di Edward ancora strette alla mia vita, il suo volto sul mio petto e lui ancora dentro di me. Sciolgo le gambe dal suo bacino, ma lui fortunatamente non esce da me. Inizio ad accarezzargli i capelli.

“Vuoi che mi sposto? Ti do fastidio, sicuramente sentirai freddo.”

“No amore, non spostarti, non mi dai alcun fastidio. Sto bene così.” Alza la testa di scatto e mi fissa con l’oro liquido dei suoi occhi.

“Allora mi ami.” Afferma compiaciuto. Io invece arrossisco di botto.

“Si.” Mormoro imbarazzata.

“Per fortuna, amore mio. Ti amo Bella.” Il mio cuore perde un battito. Gli accarezzo dolcemente il viso.

“Ti amo Edward.” Ci baciamo dolcemente e poi torna con il capo sul mio petto. Riprendo ad accarezzargli i capelli e lentamente cado nel mondo dei sogni. Un mondo fatto di me ed Edward. In lontananza sento la sua voce.

“Dormi amore mio, ci sono io con te.” Sento lui spostarsi e prendermi tra le sue braccia, mentre io mi accoccolo sul suo petto.

Allooooraaaa, ciao ragazze. Che mi dite? Secondo me Edward si è ben ambientato, mentre Bella ha mandato al diavolo il pudore. Quella poi a fare la porcellina con il suo ragazzo tutto ok, poi quando gli va a dire che lo ama arrossisce. Come dobbiamo fare con questi dure? Spero di esser riuscita nel mio intento, vi ripeto è la prima volta che scrivo un capitolo e rating rosso e se non vi dovesse piacere o se dovesse risultare volgare mi farebbe piacere che me lo faceste notare così lo cambio. Spero di leggere i vostri, sempre graditi e numerosi, commenti.

A domani un bacio Mary.

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Capitolo 39
*** Capitolo 39 ***


capitolo 39



POV EDWARD

Se questo è il Paradiso allora non voglio tornare sulla terra. Io essere dannato ho al mio fianco l’angelo più bello del creato. Non posso ancora credere che finalmente siamo stati un solo corpo ed una sola anima. Si anima, perché se io non ne possiedo più una, Bella ha diviso la sua con me. Sto rivivendo il nostro momento, la dolcezza, la tenerezza, la malizia, la passione che ci hanno travolti. Non credevo che sarebbe stato così facile, così giusto, così perfetto amarla ed essere amato. Non le ho fatto del male, non mi sforzavo nel dosare la mia forza, era spontaneo per me toccarla, accarezzarla, stringerla e baciarla come fosse di cristallo. Ripenso ai nostri baci focosi, alle sue mani su di me, alle mie mani su di lei, sul suo corpo, su tutto il suo corpo. Ancora non mi capacito di ciò che ho fatto alla sua intimità, di come sono stato disinibito, sfrontato, ma non me ne pento. Non mi pento di aver lambito quelle rosee colline, di aver assaggiato il suo nettare, pura ambrosia per me. Il suo sapore così dolce, così femminile, così Bella. Ma il momento più emozionante, il momento in cui ho sentito il mio cuore esplodere d’amore è stato quando ha dichiarato di amarmi. Quello sguardo così puro, così sincero, così carico d’amore. Amore che prova per me. Certo già mi aveva confidato di amarmi, ma lei dormiva e sognava, non sapevo che io ero qui con lei. E quando finalmente sono entrato in lei ho trovato la pace dei sensi, quello era il mio posto. Mio e di nessun altro. Il suo corpo caldo che fremeva e gemeva sotto i miei tocchi. Ma cosa ancora più perfetta è che il suo sangue non mi ha creato alcun problema, alcun fastidio. Pensavo che appena avrebbe perso un po’ di sangue sarei impazzito, invece quella droga mi ha fatto innamorare di lei ancora di più. Si perché quelle macchie che spiccano sulle lenzuola sono il segno del nostro amore e non potrei mai farle del male. Mai.

Ora lei è stesa nuda, sul mio corpo nudo. È bellissimo sentirla così. Il suo corpo si adatta perfettamente al mio, è un incastro perfetto. Finalmente per una volta lei dorme tra le mie braccia con la consapevolezza che io sono al suo fianco, finalmente questa volta appena aprirà gli occhi io sarò al suo fianco.

Sento il cuore aumentare i battiti e il respiro accelerare, si sta svegliando. Fingo di dormire, voglio godermi qualche coccola.

Sento il suo sguardo fisso su di me, il sangue affluire sulle gote, sarà sicuramente arrossita. Dolce amore mio. Lentamente passa una mano tra i miei capelli, cerca di far piano per non svegliarmi ed io non voglio aprire gli occhi, voglio godermi le sue attenzioni. Sposta la mano sui miei occhi, sulla mia guancia, sul mio naso ed infine sulle mie labbra. Si ferma sulle mie labbra, ne delinea il contorno, poi sento qualcosa di molto caldo, le sue labbra. Si posano delicatamente sulle mie, ma si stacca troppo presto. Non accenno alcun movimento e lei torna ad accarezzarmi il viso.

“Sei come l’aria per me, amore mio. Indispensabile.” Non posso far altro che sorridere, ora mi scoprirà.

“Brutto imbroglione, sei sveglio.” Continuo a sorridere, ma non apro gli occhi.

“Amore non mi privare dei tuoi splendidi occhi.” Mi alita sulle labbra. Non posso far altro che obbedire. Apro gli occhi e mi trovo i suoi a pochi millimetri dai miei. Ci sorridiamo. Le poso una mano sul collo, l’altra è ben ancorata al suo fianco e l’avvicino alle mie labbra. Il bacio non è passionale, ma tenero, dolce. Un bacio caldo, un bacio che sa d’amore. Dopo quelle che sembrano ore ci stacchiamo.

“Sei come l’aria per me amore mio. Indispensabile.” Le ripeto le stesse parole che lei ha usato con me quando credeva che dormissi. Mi sorride imbarazzata e nasconde il viso nel mio petto. L’abbraccio stretta a me e lei ricambia la stretta. Dopo un po’ si alza e porta con se il lenzuolo. Il suo sguardo cade sul mio corpo nudo, mi guarda dall’alto verso il basso e poi dal basso verso l’alto. Si morde il labbro imbarazzata e arrossisce, anche io ora son un po’ in imbarazzo.

“Che fai arrossisci ora?  Perché ti copri? Mi pare di aver visto tutto, o mentre dormivamo ti è spuntato un altro braccio?” Cerco di stemperare l’imbarazzo che si è creato tra di noi. Sicuramente ora si coprirà ancora di più, ma anche questa volta mi ricredo. Vicino la porta fa cadere il lenzuolo, davanti ai miei occhi la sua schiena nuda, il suo sedere sodo r tondo nudo, le sue gambe snelle e toniche nude.

“Hai ragione, hai già visto tutto. Vado a fare una doccia…” Oddio sono di nuovo eccitato, ma come faccio a non esserlo con una bellezza del genere? Se poi mi parla in quel modo e mi fa quel chiaro invito, io da vero galantuomo non posso rifiutare. Arrivo in bagno nel momento in cui lei entra nel box doccia. Non mi ha visto arrivare ma ha lasciato la porta del box aperta. Era proprio un invito. Entro anche io sotto il getto d’acqua bollente. Le circondo la vita, rabbrividisce leggermente, ma è un brivido di piacere. Mi avvicino al suo orecchio, lo mordicchio un po’ prima di parlarle.

“Forse è meglio se facciamo la doccia insieme, sai così si risparmia acqua, non per altro.” Sento forte l’odore della sua eccitazione.

“Giusto, solo per non consumare energie. Sono d’accordo con te.” La giro tra le mie braccia e nei suoi occhi leggo solo eccitazione e passione che sono eco dei miei. E lì, in quel box doccia, contro la parete ci amiamo nuovamente, con più passione, con la consapevolezza dei nostri sentimenti.

“Ed ma mi dici dove stiamo andando?” Dopo esserci amati un’altra volta in camera ed un’altra in salotto ora siamo finalmente riusciti ad uscire di casa senza saltarci addosso. Le stringo di più la mano e l’aiuto a non inciampare.

“In un posto bellissimo, ci andavo quando a casa mi sentivo troppo solo. Però da quando ho te non ci sono più andato. Non sono più solo. Ed ora voglio condividerlo con te. Voglio un posto che sia solo nostro.” Sdolcinato? Si. Romantico? Anche? Mi importa qualcosa? Nulla.

“Ti adoro.” Ecco perché non mi importa. Dopo altri dieci minuti arriviamo nella radura. È sempre stata bellissima, il ruscello che finisce in un piccolo lago, alberi secolari, fiori di campo di tutti i colori ed odori, ma ora che sono qui con lei è spettacolare. Sicuramente è la sua presenza che la rende così unica.

“Ma…ma è bellissima questa radura. Grazie di avermi portata qui.” Mi salta in braccio, per fortuna ho i riflessi pronti, si sarebbe potuta spezzare l’osso del collo con quel salto. Con ancora lei in braccio mi dirigo al centro della radura e mi siedo. Si accoccola meglio tra le mie braccia e restiamo in silenzio. Ascoltiamo i suoi che produce la natura, ma io sono più concentrato sul battito furioso del suo cuore. Quando è insieme a me batte sempre così. Dopo un po’ sento il suo respiro regolare e pesante, si è addormentata, poverina, diciamo che oggi ci siamo dati molto da fare e poi abbiamo camminato per quasi un’ora per il bosco. Non è ancora a conoscenza della mia natura, ma presto lo sarà e spostarci per il bosco sarà più facile. Mi accorgo che inizia a tremare, e si sta facendo buio. Con lei in braccio inizio a volare per la foresta, dorme tranquillamente pronunciando il mio nome in continuazione, non si accorgerà di nulla. Arrivo vicino la macchina in circa dieci minuti, non ho corso troppo veloce per non farle prendere troppo freddo, la deposito sul sedile e le metto la mia giacca addosso. Le sposto una ciocca di capelli dietro l’orecchio, come è bella.

“Ed…ward…ti…amo.” Sorrido e le poso un casto bacio a fior di labbra.

“Ti amo anche io angelo mio.” Vado verso il posto del guidatore, appena entro accendo il riscaldamento e poi parto verso casa sua. Arrivo in circa quindici minuti. La macchina dello sceriffo è qui. Scendo e vado dal lato del passeggero, non si è ancora svegliata e di certo io non la sveglierò. La prendo nuovamente tra le braccia e le poso un altro bacio a fior di labbra. Appena sono davanti la porta, Charlie mi apre e sorride alla scena che ha di fronte. Mi invita ad entrare e mi precede in camera di Bella per aprirmi la porta e scostare le lenzuola. Per fortuna abbiamo cambiato le lenzuola altrimenti non immagino cosa sarebbe potuto accadere se avesse visto quelle macchioline sulle lenzuola. Adagio Bella sul letto ma lei non accenna ad allentare la presa sulla mia maglia, sorrido dolcemente.

“Ecco ora è un problema. È meglio che ti sfili il maglione altrimenti non si staccherà di sua spontanea volontà.” Io avrei preferito che mi dicesse di dormire con lei, ma forse è meglio non chiederlo. Mi sfilo delicatamente il maglione e lei teneramente lo stringe più al suo corpo.

“Ed…ward.” Annusa il mio maglione, io sorrido mentre Charlie ci fissa sconvolto e poi esplode in una grossa risata. Usciamo tutti e due dalla camera.

“Figliolo credo proprio che si sia follemente innamorata di te.”

“Anche io la amo follemente.”

“Mi fa piacere. Ti chiedo solo una cosa, non farla soffrire e soprattutto non giudicarla.” Non capisco bene le sue parole, i suoi pensieri sono abbastanza oscurati.

Annuisco, non so se posso fargli una promessa del genere, perché non so se lei mi accetterà per ciò che sono, inoltre lei è umana, mortale, mentre io sono un essere dannato ed immortale. Forse ho sbagliato tutto, non dovevo farla innamorare di me.

Con questi pensieri cupi arrivo a casa. Ci sono tutti e mi fissano allegri, solo Jasper capisce il mio stato d’animo e mi fissa curioso ma io scrollo le spalle.

“Allora fratellino porcellino, cosa hai fatto alla mia Bellina? Fonti certe – ed indica Alice – hanno detto che vi siete dati molto da fare. Bravi sono fiero di voi. Ma dimmi avete dato un’occhiata al libro che ho regalato a Bellina?” Lo fulmino con lo sguardo, dopo aver trucidato Alice che invece fa la sua faccia da cucciolo bastonato.

“Che libro ha regalato a Bella figliolo?” Oh papà capisco che sei sorpreso, come tutti, del fatto che Emmett abbia regalato un libro, ma non potrai mai immaginare che libro. Lui invece è tutto felice di questa domanda.

“Le ho fatto un regalo personale per il compleanno. Credo che abbia apprezzato, mi ha pure ringraziato. Secondo me è stato il miglior regalo che abbia ricevuto. Senza sminuire il tuo bracciale zuccherino.” Odio questo soprannome.

“Amore abbiamo capito che sei eccitato per aver regalato un libro ma che libro?” Chiede curiosa Rose, fossi in te non vorrei saperlo, invece lui gonfia il petto d’orgoglio mentre tutti aspettano curiosi.

“La versione moderna e rivisitata del Kamasutra.” Tutti lo fissano sconvolti e shoccati, poi lo vedo volare contro l’albero che è in giardino.

“Emmett Cullen inizia a correre. Ma sei proprio un deficiente? È un regalo da fare quello? Non capisco come tuo fratello ti abbia lasciato in vita. Ma ti rendi conto razza di cretino che non sei altro.” Emmett inizia a correre impaurito mentre mie sorella è alle sue spalle.

“Edward, chiedi scusa e Bella da parte mia.” Dice premurosa mia madre, ma io vado da lei e l’abbraccio.

“Tranquilla, Bella si è fatta una sana risata. Emmett le sta troppo simpatico e gli farebbe passare tutto. Poi è una persona troppo buona per arrabbiarsi con qualcuno.”

“È proprio una cara ragazza.” Dice mio padre.

“Si lo è.” Confermo mentre mi siedo sul divano.

“Allora non devi raccontare nulla alla tua sorellina preferita?” Urla Alice mentre mi salta sulle gambe. Io mi passo una mano tra i capelli e sorrido imbarazzato.

“Alice, lascia perdere tuo fratello e non metterlo in imbarazzo.” Sorrido a mia madre.

“Amore, per favore che non voglio dover calmare ormoni impazziti.” Guardo sconvolto Jasper che invece inizia a ridere come un pazzo. Che famiglia. Guardo un po’ di tv con loro. Più tardi torno dal mio amore.

“Non si sa dove sia la principessa della Svezia, ma presto dovrà far ritorno in patria. Tra due settimane ci sarà l’incoronazione. Chissà che fine ha fatto? Ma soprattutto come sarà questa misteriosa principessa? Nessuno la conosce, nessuno l’ha mai vista in volto. Ma stia tranquilla principessa scopriremo tutto di lei.” Dopo questo curioso servizio mi alzo per andare dalla mia Bella.

“Chissà perché una principessa non si fa vedere in tv o sui giornali di gossip.” Mormora mia madre.

“Forse perché vuole essere accettata per ciò che è, e non per ciò che rappresenta.” Le risponde Alice. Quelle parole non mi sembrano dette a caso, ma non sono neanche riferite a me. Forse le troppe emozioni di oggi mi fanno vedere segreti dove non ci sono.

 

Ehi mie dolci fanciulle che mi dite del capitolo? Diciamo che i due si sono fatti prendere molto la mano, eh eh eh porcellini. Comunque cosa ne pensate della parte finale? Tra due capitoli ci saranno quelli del ballo, saranno più di uno perché accadranno tante cose. Aspetto i vostri commenti. A domani un bacio Mary.

Mie storie in corso:

Forse non mi hai mai amata

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Mie storie concluse:

Non voltarti indietro...o forse si:


FINALMENTE FELICI
 
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MI SONO INNAMORATO DI TE
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INVITO
 
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UNO SCONTRO CHE TI CAMBIA LA VITA
 
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LA MIA PERICOLOSA CANTANTE
 
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ETERNITA’
 
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L’AMORE VA OLTRE IL TEMPO
 
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RITROVARE LEI,RITROVARE LORO
 
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Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di S. Meyer.

      

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Capitolo 40
*** Capitolo 40 ***


capitolo 40




Ciao pulzelle allora qualche nota prima del capitolo, di solito le inserisco alla fine ma questa volta le faccio prima. So già che mi odierete, non chiedetemi perché, lo so, sono una sensitiva ahahahah. Bando alle chiacchiere, questo capitolo inizierà con un piccolo pov Bella e poi continuerà con un pov Edward. Da qui iniziano i capitoli del ballo. Si capitoli perché ne saranno più di uno, credo massimo quattro. Da qui le cose inizieranno a precipitare, ecco perché so che mi odierete. Ora vi lascio, spero di ricevere i vostri pareri. A domani un bacio Mary

 

POV BELLA

Sono l’apoteosi della felicità. È stato bellissimo, naturale, i nostri corpi si sono incastrati alla perfezione come se fossimo due metà di uno stesso intero. Poi, poi mi ama ed è questo ciò che conta di più. Cioè lo sapevo, mi chiamava amore mio, me lo faceva capire con ogni gesto, bacio, parola, ma sentirselo dire è tutta altra cosa. Persa ancora nei miei dolci ricordi e stringendo la maglia con il suo profumo a stento sento lo squillo del telefono.

“Ehi Bella.”

“Ciao Leah, come stai, è da un po’ che non ci vediamo.”

“Ora sei troppo impegnata con il tuo bello per pensare a me.” Oh no, non voglio che pensi che mi sono dimenticata di lei.

“Leah, scusa io…”

“Ehi ehi ehi, stavo scherzando, so come ci si sente quando ci si innamora. Certo potevi scegliere qualcun altro, qualcuno di più salutare per te Bella.” Eh? Che significa?

“Non capisco di cosa stai parlando. Anche Jake mi ha detto che devo lasciarlo perdere, che non è il tipo giusto per me. Ma sinceramente non capisco cosa volete dire. È così buono e dolce con me.”

“No Bella, quando sarà il momento, sarà lui a dirti tutto. Noi possiamo solo metterti in guardia, ma ci fidiamo del tuo giudizio.” Forse è meglio cambiare discorso.

“Ok va bene. Sai stasera c’è il ballo nella mia scuola.”

“Ci andate? Hai comprato il vestito?”

“Si, si ne ho preso un lungo, rosso e monospalla. È richiesto l’abito da sera, che cosa strana.” Sento il campanello suonare.

“Scusa Leah devo chiudere hanno suonato. Ci sentiamo presto che devo raccontarti un po’ di cose.”

“Va bene amica mia,sappi che dopo domani non mi sfuggi, sarai tutta mia.” Sorrido.

“Certo, e preparo la mia torta al cioccolato.” Ridendo riattacchiamo. Vado alla porta a vedere chi possa essere. Non aspettavo nessuno. Apro e mi trovo Mike Newton di fronte. Chissà cosa vuole.

“Ciao Mike, come mai qui?” Mi guarda come se volesse mangiarmi, mi sento in imbarazzo.

“Ciao Bella, volevo parlarti. Non mi fai entrare?” Mi sposto e lo faccia accomodare. Ma dove si trova Edward? Gli chiedo se vuole qualcosa da bere ma rifiuta.

“Dimmi tutto.” Prima inizia prima va via. Semplice no?

“Vedi, io credo che dovresti venire al ballo con me e lasciare quel pallidino di Cullen.” Sono indignata, arrabbiata, irritata. Ma cosa vuole? Come si permette?

“Mike non permetterti più di offendere Edward e poi io e lui stiamo insieme e al ballo ci vado con lui. Anche se non fossimo stati insieme non sarei venuta al ballo con te.” Mi guarda arrabbiato, ora ho paura. Si è alzato e sta venendo verso di me. Cosa vuole fare?

 

POV EDWARD

La chiamata di Alice mi ha fatto gelare. Schiaccio di più il piede sull’acceleratore. Ha visto Newton andare a casa di Bella e le sue intenzioni non sono le migliori. Maledizione. mi trovavo a Port Angeles a ritirare lo smoking che avevo prenotato per questa sera. Se avessi mandato uno dei miei fratelli ora sarei con lei a proteggerla. Dannazione. Affondo di più il piede sull’acceleratore e mi concentro al massimo, riesco a sentire i pensieri dello stronzo.

“Dai Bella, io sono meglio di lui, te lo assicuro.” Bella, Bella, sei sola non mi scappi.

“Mike, per favore vai via, Edward sta arrivando…” Povero amore mio, la vedo dai suoi occhi che è impaurita, sto arrivando amore.

Sciocca, so che il perfettino figlio di papà si trova a Port Angeles, mi ha chiamato Ben e mi ha detto che l’ha incontrato. Quale momento migliore di venire qui e convincerla? Fottuto bastardo, ma te la farò pagare cara. Le si sta avvicinando troppo, dannazione.

Ho i nervi a fior di pelle e questa volta nessuno mi fermerà dall’ucciderlo. Oh no, no, no Newton ora che hai osato poggiare quelle luride labbra su quelle del mio angelo per te sarà la fine. Ah ecco è arrivato qualcuno prima di me. Ma ciò non placa la mia furia.

“Ehi stronzo toglile le mani di dosso.” Emm lo prende e lo scaraventa dall’altra parte della casa, intanto Rose è corsa da Bella. Nello stesso momento in cui mio fratello lo riafferra io esco come una furia dalla macchina.

“Tu piccolo bastardo ,cosa credevi di fare?” Lo strattono dalle mani di mio fratello e lo spingo contro il muro. Ogni singhiozzo del mio amore è una pugnalata al mio cuore e la mia ira aumenta. Stringo ancora di più la presa sul suo collo.

“Edw…ard, no, non farlo.” Sento due esili braccia che mi stringono da dietro. Il suo profumo mi fa calmare.

“Amore mio calmati, non è successo nulla. Calmati amore, non fare sciocchezze. Per favore.” Allento la presa sul suo collo ma non lo mollo, sento la macchina dello sceriffo che si avvicina. Rose l’ha chiamato. Arriva ed entra come una furia.

“Tu stronzo che non sei altro, cosa volevi fare a mia figlia? Ora verrai con me, i tuoi genitori sono già in centrale. Cosa le stavi facendo?” Charlie è al mio fianco con sguardo spiritato, non mi ha mai detto di mollare la presa, gliene sono grato.

“Io…io non stavo facendo nulla.” Balbetta impacciato. A quelle parole la mia ira torna prepotente e rafforzo la presa sul suo collo.

“Edward, figliolo calmati. Dimmi Newton allora perché Emmett Cullen ti ha dovuto staccare da mia figlia, mentre Rosalie mi ha chiamato urgentemente dicendomi che invece non avevi buone intenzioni? E dimmi perché Edward non molla la presa su di te? Non continuare a mentire o potrei dirgli di continuare.” Quando fa lo sceriffo incute veramente timore. Anche lo stronzo l’ha capito.

“Io…io vo…levo che Bella venisse al ballo con me, che fosse la mia ragazza e…che las…lasciasse Cullen.” Ringhio contro il suo viso.

“Non sperare in una nostra separazione verme. Non ti uccido solo perché non voglio sporcarmi le mani, altrimenti saresti già polvere.” Tutto questo l’ho sussurrato al suo orecchio in modo tale che Bella non ascoltasse, ma i miei fratelli e Charlie hanno ascoltato tutto.

“Emmett aiutami a portarlo in centrale. Ti scoccia venire un attimo con me? Dovrà venire anche la tua fidanzata, lei ha sporto denuncia e deve firmare qualche foglio.”

“Certo capo Swan, veniamo più che volentieri.”

“Ragazzi vi ringrazio di cuore. Emmett se non fosse stato per te non…” Charlie non riesce a continuare ed io non voglio immaginare cosa sarebbe successo se Emmett non fosse arrivato in tempo.

“Si figuri capo, Bella è come una sorella per me.” Lo ringrazia con lo sguardo. Io intanto ho mollato la presa sul bastardo e mi volto per prendere tra le braccia il mio amore. Subito affonda la testa sul mio petto e inizia a piangere, la stringo forte e prendendola in braccio la porto in camera.

“Grazie.” L’ho solo sussurrato ma i miei fratelli mi hanno capito.

“Ed stalle vicino.” Il pensiero di Rose mi arriva in testa, lei sa cosa significhi tutto questo. Lei ci è passata ma non c’era nessuno a difenderla, ad evitare che accadesse. Addosso al mio corpo quello singhiozzante del mio amore e le accarezzo i capelli. Dopo quelle che mi sembrano ore si addormenta su di me stringendomi forte. Mentre lei dormiva  è passata tutta la mia famiglia e Charlie è tornato a casa. Tutti sono venuti da lei ma nessuno l’ha svegliata, anche perché non permettevo a nessuno di avvicinarsi. Ora sono tutti nel salotto di casa Swan e sento che il mio angelo si sta svegliando. Appena apre gli occhi mi cerca, appena i nostri sguardi si incontrano si tuffa nelle mie braccia.

“Ho avuto paura.” Riprende a singhiozzare.

“Anche io amore mio, anche io.” Ci abbracciamo stretti.

“Se non fosse venuto Emm, io…” Rabbrividisce ed io la stringo più forte.

“Ssh è tutto finito. Ci sono io con te e quel verme ha avuto ciò che si merita. È maggiorenne perciò hanno potuto arrestarlo. Non ti farà più del male. Ora scendiamo sono tutti giù e sono preoccupati per te.” Lentamente ci alziamo ma prima ci baciamo delicatamente, un semplice sfioramento di labbra.

Appena mettiamo piede in salotto Bella corre ad abbracciare e rassicurare il padre, poi abbraccia e ringrazia Emm che per stemperare la situazione fa qualche battuta. In questo caso non mi resta che ringraziarlo. Infine ringrazia Rosalie. Poi tutti gli altri l’abbracciano.

“Ohhhh Alice, stasera c’è il ballo.” Esclama il mio amore. Ma è impazzita? Non vorrà mica andarci?

“Hai ragione dobbiamo prepararci.” Alice afferra Bella e Rose per un braccio e le trascina fuori. Facciamo sono in tempo a sentire Bella che urla al padre che va a prepararsi per il ballo con Alice e Rose e intimare me di non mettere piede in camera di Alice. Tutti le guardiamo sconvolti.

“Per fortuna.” Sospira Charlie.

“Pensavo si sarebbe chiusa in se stessa.” Ho capito, lei lo ha fatto solo non farci preoccupare. Sorrido e dopo aver salutato Charlie ci avviamo verso casa mia.

Appena arriviamo sentiamo le loro risate e le loro chiacchiere. Io invece vado in camera mia e mi stendo sul letto. Dopo circa mezz’ora sento il suo cuore che si avvicina e bussa piano.

“Avanti.” Fa capolino con la testa e mi sorride.

“Sei presentabile?”

“Non ti sarebbe piaciuto se fossi stato nudo?” Cerco di fare una innocua battuta ma lei diventa peggio di un pomodoro rosso.

“Dai entra non hai di certo bisogno del permesso per entrare in camera del tuo bellissimo ed intelligentissimo fidanzato.”

“Oh hai dimenticato umile.” Ridiamo entrambi e lei si butta su di me, faccio in tempo a prenderla prima che si faccia male contro il mio corpo di marmo. Come vorrei avere un corpo caldo e morbido per poterla scaldare.

“Il tuo corpo mi scalda l’anima.” Aggrotto se sopracciglia, ma si è accorta che praticamente sono di ghiaccio?

“Ma se sono freddo come il ghiaccio.”

“Allora sei ghiaccio bollente. Tu non riesci neanche ad immaginare come il tuo corpo sia fante di calore per me.” Questa ragazza è una continua fonte di sorprese. Però mi hanno fatto un immenso piacere le sue parole.

“Allora hai ragione sono ghiaccio bollente.” Ed inizio a farle il solletico. Lei si dimena sotto di me e quando ci blocchiamo non riusciamo a distogliere lo sguardo.

“Eddy, vi lasciamo un po’ soli. Non me la spupazzare troppo.” In questi casi l’adoro. Bene siamo soli. Iniziamo a baciarci freneticamente, cerchiamo le nostre labbra come se fossero acqua nel deserto. In brave tempo ci priviamo dei vestiti. Dio quanto è bella. C’è urgenza di appartenerci tra di noi e non me lo faccio ripetere due volte. Quando lei, con un chiaro invito, vuole di più io l’accontento ed entro in lei come una furia. Non riesco a controllarmi, ripenso a ciò che voleva farle quel bastardo e la rabbia torna, la furia mi acceca e spingo velocemente, ci metto troppa forza ma non riesco a controllarmi, l’ira la fa da padrone. Appena arrivo al culmine mi accascio sul suo corpo tremante.

Cosa ho fatto? Cosa ho combinato? Cosa penserà di me? Timoroso alzo lo sguardo e non posso credere ai miei occhi. Ha il busto pieno di lividi, ci sono i segni delle mie dita. Anche le cosce hanno dei lividi. Mi alzo velocemente e mi allontano da lei.

Sono un mostro. Sono un mostro. Sono un mostro. Ma veramente credevo che un dannato, un mostro come me, un essere oscuro potesse meritare un angelo così bello e puro?

“Edward…” La sua voce mi arriva sottile, tremante. Si è alzata, si è avvicinata.

“Non…non ti avvicinare. Ti ho fatto del male, sono un mostro. Sono peggio di Newt…”

“No Edward, non sei un mostro, non dire più un’assurdità del genere. Non ti permetto di parlare di te in questo modo. Ho qualche livido, non è nulla di grave, tra qualche giorno spariranno. Eri solo accecato dalla rabbia per ciò che poteva accadere oggi. Non pensiamoci più amore mio.” Inizia a piangere, le sue lacrime sono come coltellate al mio cuore.

“Non ti allontanare più da me amore mio. Sto male se mi sei lontano.” Mi avvicino titubante ma non la stringo a me. Mi faccio troppo schifo. Passo lo sguardo sui suoi lividi e chiudo gli occhi. Lei mi abbraccia ma io non ricambio.

“Non mi allontanare amore, non ti allontanare. È tutto passato.” Con molta fatica le passo una mano sui capelli, ho paura di farle male.

“Si hai ragione, è tutto passato.” Le dico incolore. Ha capito che qualcosa non va. Ma ora ho deciso.

Ti lascerò amore mio, per il tuo bene. Non meriti un mostro, una bestia assetata di sangue. Meriti un angelo come te.

Dopo il ballo non mi vedrai più angelo mio.

 

 Sarò molto breve: NON MI UCCIDETE!

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Forse non mi hai mai amata

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Non voltarti indietro...o forse si:

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Finalmente felici:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=611389&i=1
Mi sono innamorato di te:
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Invito:
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Uno scontro che ti cambia la vita:
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Capitolo 41
*** Capitolo 41 ***


capitolo 41




POV BELLA

Non voglio pensare allo strano comportamento di Edward. È capitato, era furioso per ciò che poteva accadere con quel viscido, però non voglio che si senta colpevole. Va bene, con la sua strana forza mi ha lasciato qualche livido, ma nulla che con qualche giorno non possa guarire. Però ho paura, ho visto quello sguardo. È uno sguardo che mi fa molta più paura dello sguardo carico di odio che mi ha lanciato quel primo giorno in aula. È diventato freddo nei miei confronti, no, no meglio non pensarci, sicuramente ora si rilasserà un po’ da solo e tornerà tutto come prima. Spero.

“Bella mi ascolti?”

“Si scusa Alice stavo pensando. Cosa stavi dicendo?” Mi guardano entrambe sospettose.

“Dicevo come ti sei procurata questi lividi. Sembrano delle dita.” Ora cosa rispondo? Per fortuna che lei mi toglie dall’impiccio. Però sono preoccupata perché ha quello sguardo vacuo? Cosa le succede?

“Alice? Alice? Stai bene?”

“Oh non preoccuparti, ogni tanto fa così. Accade quando pensa troppo intensamente a degli abbinamenti. Sicuramente sta pensando al trucco da abbinare ai tuoi capelli.” Dice Rose ed io le credo anche se non mi convince più di tanto. Quando Alice torna tra di noi ha uno sguardo strano. Sembra molto arrabbiata.

“Io lo uccido.” Esclama uscendo come una pazza dalla sua camera. La guardiamo stralunate e poi sentiamo che urla contro qualcuno. Sento la voce di Edward, oh no forse ha capito qualcosa.

“Ma sei uno stupido per caso? Cosa ti salta in mente? Sai che non è la scelta giusta.”

“Ma è la migliore Alice. Tu non puoi capire, Jasper è come te, non delicato. Non è fragile, lei invece si. Io sono un mostro e poi mi sono accorto che non stiamo fatti per stare insieme.” Crac. Il mio cuore si è spezzato. Non respiro più, non sento più niente. Rose mi guarda sconvolta, cerca di chiudere la porta.

“No Rosalie, ho sentito abbastanza.” Con una calma innaturale mi dirigo verso la porta della camera ed esco. Trovo Alice sofferente che mi implora con lo sguardo.

“No Bella, stava scherzando. Non credere a ciò che ha detto.”

“No Alice, va bene così. Sapevo che sarebbe accaduto.”

“Bella, mi dispiace ma noi non possiamo stare insieme. Io non ti amo, però stai tranquilla andrò via da qui così non ci vedremo.Tu…” Blocco il suo fiume di parole con un gesto della mano, mi dirigo in salotto dove tutti mi guardano mortificati e lanciano occhiate di ira a…a lui.

“Non ti preoccupare, sono io che me ne vado. Non è necessario che tu lasci la tua famiglia. Tornerò da mia madre e tranquillo non ci rivedremo più, tanto andrò in un altro continente.” Tutti mi guardano shoccati.

“Bella, ragiona, non è necessario e poi tua madre vive a Phoenix non in un…” Blocco anche Emmett e l’occhio mi cade sulla tv.

“Stanno trasmettendo un servizio sulla famosa e misteriosa principessa della Svezia. Credo che da domani non sarà più misteriosa. Tornerò nel luogo in cui devo stare. Tornerò dal mio popolo. Mi ha fatto piacere conoscervi. Addio.” Non aspetto un secondo di più e mi avvio verso la porta.

“Tu sei la principessa? Perché non mi hai detto niente? Tra noi non poteva proprio funzionare. Mi hai mentito.” Mi volto verso di lui con una calma innaturale, infatti lui ne resta sorpreso.

“Edward stasera ti avrei detto tutto. Non riuscivo più a tenere per me questo segreto, inoltre io ho mentito per paura di non essere accettata non per altri motivi. Inoltre per te avrei rinunciato a tutto, non mi importa essere regina. Poi tutti hanno dei segreti, ed anche tu ne hai uno e credo sia ben più grande del mio. Ma non mi importa. Non mi è mai importato ed ora non mi importerà più.” Non aspetto che risponda, mi dirigo verso l’auto e parto a tutta velocità verso casa mia. Le lacrime ancora non scendono, devo essere forte, quando sarò sull’aereo potrò piangere. Prendo il telefono e faccio partire la chiamata.

“Sto tornando a casa.” Chiudo la chiamata, non le do tempo di rispondere. Arrivo a casa in poco tempo e trovo mio padre sul divano.

“Bell…cosa è successo?” Mi chiede sconvolto mentre mi abbraccia. Io resto immobile.

“Torno in Svezia.” Diventa di ghiaccio.

“Cosa…come…perché? Ed Edward?”

“Ci siamo lasciati. Ora scusami vado a preparare un po’ di roba, il resto me lo spedisci tu. Intanto chiamo l’aeroporto e faccio preparare il jet. Parto subito.” Non mi dice nulla, mi lascia andare. Mando un messaggio a Jake.

TORNO A CASA

Inizio a preparare la roba con molta fretta, sento delle voci provenire dal salotto, la porta della camera sbattere furiosamente e un Jake alquanto arrabbiato e tremante che mi fissa.

“Dove vai?”

“A casa.”

“Questa è casa tua.”

“Anche la Svezia e lì ho dei doveri.”

“Tutte balle Bells, la sanguisuga ti ha fatto del male? Io lo uccido.” Esce di corsa dalla camera mia e lo inseguo, non posso permettergli di fare una sciocchezza. Sento un botto e il rumore dei mobili che cadono a terra. Arrivo in fondo alle scale e di fronte a me c’è un imponente lupo dal pelo rossiccio che ringhia contro i sei Cullen.

“Jake.” Corro da lui e lo abbraccio.

“Bella è pericoloso.” Mi dice Carlisle spaventato.

“No, non mi ha mai fatto del male e mai me ne farà.” Gli dico mentre continuo a guardare Jake negli occhi.

“Ora andate, qui me la vedo io. Per favore non raccontate in giro ciò che avete visto.”

“Bel…”

“Andate via.” Urlo.

“Jake, ascoltami, torniamo in camera mia e torna umano. Per favore fallo per me. Sei il mio migliore amico, non lasciarmi anche tu.” Le lacrime iniziano a scendere e il lupo poggia la testa sulla mia. Qualcuno cerca di avvicinarsi ma lui gli ringhia contro. Poi mi spinge verso le scale e sale insieme a me. Va in bagno, sento Charlie che gli presta qualche vestito e poi torna da me. Io corro per la camera a preparare tutto e lui mi afferra da dietro e mi abbraccia.

“Non andare Bells, non ci lasciare di nuovo.” Mi giro tra le sue braccia e lo abbraccio anche io singhiozzando.

“Stai tranquillo, sai che i miei non sono mai degli addii e poi tra due settimane mi incoroneranno hai per caso intenzione di mancare? Dovrete venire tutti, non sono in molti a potersi vantare di avere un’amica regina.” Cerco di sdrammatizzare mentre dentro di me sono morta. Mi aiuta a preparare la valigia e poi scendiamo. Trovo anche Leah e Seth. Li abbraccio. Abbraccio mio padre ed esco di casa. Non ho voluto nessuno che mi accompagnasse all’aeroporto. Prendo l’Aston è più veloce e arriverò prima. Metto in moto e parto. Affondo il pedale sull’acceleratore, mai sono andata così veloce. Mi trovo dietro la Porche di Alice ma accelero ancora di più e la semino. Ad un tratto sento la portiera del lato del passeggero che si apre, mi spavento ma poi mi accorgo che è solo Emmett.

“Non ti chiedo come hai fatto a raggiungermi ad una tale velocità.”

“Hai deciso?”

“Si. Se lui non mi ama è inutile farsi prendere ancora in giro. È inutile aspettare qualcuno che mai avrò. Continuerò la mia vita come ho fatto prima di incontrarlo. Non cambierà assolutamente nulla.”

“Non ci credi neanche tu alle tue parole.”

“Non importa. Emmett sei stato un grande amico e scusa se…”

“No Bella, anche noi abbiamo un grande segreto. Non devi scusarti di nulla. Noi sappiamo cosa vuol dire non essere accettati e ti capiamo. Però Edw…”

“Emmett, no. So che avete un segreto, non mi è mai importato nulla. In fondo hai visto il mio migliore amico, non mi importa cose è, mi importa come è. Invece tuo fratello è uno stupido. Mi vuole lasciare perché non mi ama e poi gira la frittata incolpandomi che non avrebbe comunque funzionato perché io gli ho mentito. Non sono stupida, sapevo che tra noi c’era troppa differenza. La classica coppia lei troppo poco e lui troppo tutto. Invece lui mi ha illusa dicendo di amarmi, di essere importante, facendo l’amore con me. Ho anzi avevo un cuore ed ora lui l’ha irrimediabilmente fatto in mille pezzi. Però, anche se erano solo bugie, mi ha fatto sentire veramente amata, mi ha fatto sentire bene. A lui ho donato cuore, testa, anima e corpo e tornando indietro rifarei tutto. Lo rifarei perché so che per un po’ potrei viverlo, potrei sentirlo mio. Sapevo fin dall’inizio che sarebbe andata male, ma va bene così, ho scoperto cosa significhi amare totalmente ed incondizionatamente una persona, ho scoperto la devozione che si prova verso la persona amata. Ed ora sto scoprendo anche cosa significhi morire per amore, ma va bene così. Come si dice il dolore fortifica, nel mio caso il dolore mi ucciderà però non importa. Ora ti prego Emmett vai via.”

“Bella sei una grande persona. Ti voglio bene. Non fare sciocchezze per favore, pensaci. Magari stanotte ci dormi sopra e domani vedrai tutto diversamente. In fondo il mare è pieno di pesci e se quello stupido non ti vuole ce ne saranno altri migliori di lui.”

“Emmett, se Rosalie ti lasciasse tu andresti a cercare un’altra?”

“No.” Risposta secca e diretta.

“Perché?”

“Perché è la mia anima gemella.”

“Hai capito da solo che per me non esiste un mare con tanti pesci. Saluta tutti Emmett, vi voglio bene.” Con un leggero bacio sulla guancia va via. Ora sono completamente sola.

Oggi per la prima volta avrei partecipato ad un ballo, non è proprio destino.

Addio Forks.

Addio Edward Cullen.

 

 

TOC TOC. Mica volete uccidermi? Perché se lo fate chi vi posta I prossimi capitoli? Allora che mi dite? Bella neanche ci è arrivata al ballo, poverina. Non parliamo di Edward che gira la frittata scaricando la colpa su di lei aggrappandosi alla sua bugia. Diciamo che il segreto di Bella era nulla rispetto al segreto del vampiro. Ora cosa accadrà? Cosa ne dite del comportamento di Bella? Ha fatto la scelta giusta o no? E di Emmett? Questa volta è stato molto maturo. 

A presto un bacio Mary.

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Capitolo 42
*** Capitolo 42 ***


capitolo 42




POV EDWARD

Vuoto. Buio. Nulla. Morte.

Cosa ho fatto? Cosa ho detto? Cosa le ho detto? Coglione, coglione, coglione. Sono stato un grandissimo bastardo. Lei, il mio angelo, la mia vita, il mio amore, il mio tutto. Ho rovinato tutto. Tutto. Come ho potuto? Perché? Perché? Perché? La persona che mi ama con tutta se stessa, la persone che mi ha dato tutta se stessa, ed io, io sono solo un mostro, un essere immondo. Ero arrabbiato con me stesso, frustrato con me stesso, adirato con me stesso e me la sono presa con la donna che mi ama. Con la donna che farebbe di tutto per me. Poi ciliegina sulla torta la accuso di avermi mentito. Lei, la persona più dolce e sincera che abbia mai conosciuto. Io, l’essere più spregevole che esista. L’ho accusata di essere una bugiarda, quando io sono il bugiardo. Io non le ho detto di essere un mostro. Lei una principessa, la mia principessa. No, non è più mia, era la mia principessa in tutti i sensi. Sono solo un essere immondo, un essere che non dovrebbe esistere. Io dovrei morire per tutto il male che le ho recato. Lei sapeva che sono diverso, ma mai mi ha fatto pesare questa cosa, anzi lei mi ama anche sapendo che io le nascondevo qualcosa di importante. Lei ama Edward, ed io l’ho trattata male, l’ho umiliata, le ho detto di non amarla, le ho detto che non fa per me, le ho detto che è una bugiarda.

Ora non mi resta che soffrire in silenzio. Oramai lei è andata via, via da me, via da Forks. Per sempre. Amore mio perdonami, perdona questo stupido follemente innamorato.

“Non posso ancora credere a ciò che ho visto.”

“È assurdo, ma da Bella potevamo aspettarci di tutto.”

“Quella ragazza è speciale, purtroppo qualcuno non se n’è reso conto e l’ha fatta praticamente morire.”

“Ancora non posso credere che un essere umano ama un vampiro, è amica di vampiri ed è la migliore amica di un muta forma. Le sa che nella riserva ci sono i muta forma ma non ha battuto ciglio quando Black si è trasformato in casa sua. Anzi è stata proprio lei a calmarlo e a farlo ragionare. Sicuramente ci avrebbe fatto molto male, ma non mi sarebbe dispiaciuto se al posto nostro si fosse trovato quel cretino. Così avrebbe avuto una bella lezione.”

“Rose non essere dura con tuo fratello.”

“No mamma, Rose ha ragione. È solo un coglione. Chi avrebbe trattato in quel modo una persona così pura e gentile? Chi avrebbe abbandonato una persona che ama un mostro? Solo un mostro poteva fare una cosa del genere e quello che tu chiami figlio è un mostro.” Hai ragione Emmett, hai ragione. Scendo giù per capire miglio questa cosa del muta forma. Non posso sopportare che il mio amore sia vicino a quei cosi. È pericoloso per lei.

“Era vicino ad un muta forma e voi non…”

“Noi cosa? Ah? Noi cosa? Tu dovevi essere lì ad implorare perdono. Tu dovevi essere lì a proteggerla. Tu non avresti dovuto trattare un angelo come lei, come se fosse un essere spregevole. Perché qui l’unico essere spregevole, l’unico mostro sei tu. Tu grandissimo coglione che non sei altro. Non c’eri tu in casa con lei mentre quel cane ci ringhiava contro e lei ha cercato di calmarlo per non farci del male. Non c’eri tu in casa con lei, quando noi impotenti abbiamo visto che se lo trascinava in camera per evitare che ci facesse del male. C’eravamo noi, tu intanto dove eri? Eri in camera tua a fare i comodi tuoi. Non c’eri tu quando è partita come una furia con l’auto diretta all’aeroporto per tornare in Svezia. C’eravamo noi dietro di lei con la macchina e appena si è accorta che la stavamo seguendo ha affondato ancora di più con il piede sull’accelerato per non essere raggiunta. Non ho mai visto correre nessuno in quel modo e se davanti fosse sbucata un’altra macchina ora lei non sarebbe viva. C’ero io in macchina con lei quando le ho detto che il mare è pieno di pesci e lei mi ha risposto che quando si trova l’anima gemella non c’è nessun mare. C’ero io con lei quando mi ha detto che eravate la classica  coppia lei troppo poco e lui troppo. C’ero io quando mi ha detto che rifarebbe tutto nell’identico modo perché con te ha conosciuto l’amore ed ora anche la sofferenza. Sto soffrendo con lei ora, ma sono sollevato che non siate più una coppia. Ti ho sempre reputato un essere razionale, intelligente, migliore di noi, ma ora mi rimangio tutto, tu sei solo un essere piccolo, inutile che non si meritava un angelo del genere. Sai cosa ti dico nella coppia tu eri il troppo poco e lei il troppo. Tu non sei alla sua altezza. Tu sei solo un essere viscido e squallido.” Ad ogni parola di Emmett morivo ancora di più. Ogni sua parola era accompagnata da un pugno al sottoscritto. Ogni parola mi ha ferito, mi ha distrutto. Angelo mio cosa ti ho fatto? Come puoi pensare che tu sia troppo poco? Ha ragione Emmett io sono troppo poco e non ti merito, non sono alla tua altezza.

“Hai ragione.” Sussurro, mentre Jasper e Carlisle cercano di fermare la sua ira. Io continuo a restare inerme. Mia madre al mio fianco mentre le mie sorelle mi guardano con odio. Non solo ho ucciso il mio angelo, ma sto distruggendo anche la mia famiglia.

“Lei, lei è andata via per colpa tua. Le ho chiesto di restare questa notte, le ho detto che la notte porta consiglio, ma lei mi ha detto che probabilmente non è qui il suo posto. A lei non frega niente dell’incoronazione, voleva rinunciare a tutto per te, tutto e tu hai mandato tutto a puttane.” Continua ad urlare.

“Emmett, amore, calmati per favore.” Solo Rose riesce a calmarlo. Dopo un suo ultimo sguardo pieno di odio si dileguano nella foresta.

“Jasper andiamo.” Anche Alice e Jasper mi guardano con odio e anche loro spariscono nella foresta. Resto solo con i miei genitori. Loro non mi giudicano, mi abbracciano ed io inizio a singhiozzare. Singhiozzo tra le braccia di mia madre e di mio padre. Singhiozzo e basta, ad un essere dannato come me non è concesso poter piangere per la persona che si ama. Ad un essere come me non è concesso niente.

Passo così tutta la settimana. Tutta la settimana a singhiozzare tra le braccia dei miei genitori. Nessuno è tornato a casa, e lei è andata via.

Lontana da Forks.

Lontana da me.

 

 

POV BELLA

Sto conservando ancora tutta la calma e la freddezza che ho avuto in casa Cullen. Sono appena salita sul mio aereo privato, stiamo decollando. Appena decolla posso crollare. Sono solo, nessuno vedrà il mio dolore, nessuno vedrà le mie lacrime e mai nessuno le vedrà. Non mi ama. Non mi ha mai amata. Non sono alla sua altezza, non me l’ha detto ma me l’ha fatto capire. Lo sapevo fin dall’inizio, ma io mi sono illusa lo stesso. Non può avermi veramente incolpata per quella bugia. Si è un gran segreto ma credo che il suo sia più grande del mio. Io lo avrei accettato comunque. Io amo Edward, non amo ciò che nasconde. Amo semplicemente lui. Ho accettato tranquillamente i miei amici di LaPush, perché non avrei dovuto accettare l’uomo che amo?

Perché mi ha fatto questo? Perché mi ha illusa così? Perché mi ha trattato così? Io l’amo più di me stessa, io per lui farei di tutto, ma evidentemente non ho fatto abbastanza.

Le lacrime scendono copiose dai miei occhi. Non riesco a fermarle, non voglio fermarle, voglio che portino via tutto il mio dolore, voglio che portino via tutta la mia sofferenza. Ma ad ogni lacrima mi sento solo più vuota, più inutile, più sola. Mai avrei creduto si potesse soffrire in tal modo per amore, e mai avrei creduto che si potesse amare con tale intensità. Probabilmente più si ama e più si soffre. Però come ho detto ad Emmett, rifarei tutto. Tornando indietro e sapendo come andrebbe a finire, rifarei tutto nello stesso identico modo, anzi no, cercherei di fare di più. Cercherei di donargli di più. Cercherei di essere migliore per lui, ma so che mai arriverò a lui.

“Principessa, sta bene? Perché sta piangendo? Ci fermiamo nel prossimo aeroporto? Principessa mi parli per favore.” Mi asciugo le lacrime quando vedo la hostess che mi riscuote.

“Oh Miriam, non ti preoccupare, sto bene. Non è necessario fermarsi, anzi non vedo l’ora di tornare a casa.” Non è affatto convinta glielo si legge in faccia.

“Se va tutto bene perché sta piangendo?”

“Quante volte ti ho detto di darmi del tu e non del lei? Sai che non mi piacciono queste formalità. Mi conosci da quando ero bambina.” Sorrido tristemente.

“Bene, allora riformulo la domanda. Se va tutto bene perché stai piangendo?”

“Ricordi.”

“Un ragazzo?” No, non è un ragazzo è di più. È la mia stessa vita.

“No, solo ricordi sugli amici che ho lasciato a Forks e su mio padre. Sicuramente mi mancheranno.”

“Faccio finta di crederci. Ora però mangia qualcosa, siamo in volo da sette ore e tu non hai fatto altro che piangere.” Diniego con la testa.

“Non ho fame, ho lo stomaco chiuso, ma ti ringrazio. Comunque mangerò a casa appena arrivo. Mancano poche ore, schiaccerò un pisolino.” Mi guarda sospettosa ma fa come le dico.

Io chiudo gli occhi cercando di lasciarmi tutto alle spalle entrando nel mondo dei sogni. Ma lo so che anche lì non troverò pace. Anche lì lui è il protagonista.

Chiudo gli occhi e mi abbandono all’oblio.

 

 

Ehiiiiii pulzelle, allora che mi dite? Questo sicuramente non è un granché come capitolo, ma dovevamo capire cosa sta accadendo ad entrambi. Come ho già detto in alcune risposte a delle recensioni, da ora in poi ci saranno parecchi capitoli con entrambi i pov, altri interamente pov Bella e qualcuno di altri personaggi. Allora cosa mi dite del comportamento di Emmett? Troppo cattivo? Secondo me no. A domani e fatemi sapere cosa ne pensate. Un bacio Mary.

Mie storie in corso:

Forse non mi hai mai amata

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Mie storie concluse:

Non voltarti indietro...o forse si:

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Finalmente felici:
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Mi sono innamorato di te:
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Invito:
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Uno scontro che ti cambia la vita:
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La mia pericolosa cantante:
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Eternità:
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L’amore va oltre il tempo:
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Ritrovare lei, ritrovare loro:
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Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di S. Meyer.

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Capitolo 43
*** Capitolo 43 ***


capitolo 43




POV BELLA

La mia Svezia. La mia terra. Terra che purtroppo non sento più mia, non mi sento più di appartenere a questo luogo, il mio cuore non batte più per questo posto. Il cuore l’ho lasciato a Forks, in mille pezzi, ed ora nessuno potrà più ricomporlo. In lontananza scorgo le figure preoccupate di mia madre, Phil e Claire.

Almeno una cosa in comune c’è con Forks, il tempo. Anche qui è quasi sempre nuvoloso. Mi sento stritolare da un paio di braccia. Braccia che mi hanno sempre amata e protetta, ma non è di questo amore e protezione che ho bisogno ora. Le braccia cambiano, ora sono muscolose. Ma non sono le braccia muscolose di cui ho bisogno. Infine passo ad un paio di braccia fredde. Mi ricordano tanto il freddo del suo corpo, ma queste non sono le braccia fredde di cui ho bisogno. Non sono le braccia fredde del mio ghiaccio bollente.

“Amore mio cosa è successo? Cosa ti è successo? Perché…” Con un gesto della mano interrompo il fiume di parole di mia madre.

“Niente mamma. Sono tornata per assumermi le mie responsabilità. Sono la principessa, no? Tra due settimane c’è l’incoronazione o l’abdicazione al trono, no? Io ho scelto l’incoronazione. Tu devi goderti un po’ la vita con Phil ed io mi prenderò cura del nostro popolo. Ora andiamo a casa, il viaggio è stato lungo e sono stanca.”

Nessuno parla, ma leggo negli occhi di tutti e tre la contrarietà alla mia decisione.

“Amore non sei tenuta. Sai che il nostro è solo un titolo di apparenza. Io voglio che tu viva la tua vita. Voglio che tu sia felice. E questa non è la scelta giusta per te.”

“Ho pensato fin troppo a me stessa, ora è tempo di pensare al mio popolo. Non voglio più discutere della mia decisione. Ora torniamo a casa, sono stanca.” Nessuno aggiunge altro. Ci dirigiamo fuori dall’aeroporto e subito vengo colpita da mille flash. Finalmente la misteriosa principessa non è più tanto misteriosa. Indosso i miei occhiali da sole neri e inizio a sorridere agli obiettivi. Nessuno dei fotografi che mi trovo davanti capisce che il mio sorriso è falso. Nessuno dei fotografi che mi trovo davanti capisce che ho la morte nel cuore.

“Principessa, principessa, da questa parte. Una foto anche per il nostro giornale. Siamo americani. Sappiamo che suo padre è americano. È stata da lui in questo periodo?”

Mi volto verso il giornalista con un altro sorriso falso. Mi riescono molto bene.

“Si sono stata da mio padre. Ma gradirei che non lo importunaste. Se volete delle interviste, volete pormi delle domande, potete farlo tranquillamente domani pomeriggio nella Sala dei Troni. Sarò lì alle 16:00. Ora vogliate scusarmi, ma il viaggio in aereo è stato lungo e sono molto stanca. A domani.”

“Una sola domanda principessa.” Mi volto verso la ragazza che mi ha chiamata e a guardo in attesa della domanda.

“Perché è tornata?” mi armo del mio miglior sorriso e le rispondo.

“Per il mio popolo.” Mi volto ma mi ferma nuovamente.

“Invece lei cosa vuole?” Ma questa che vuole? È una psicologa o una giornalista? Non le rispondo, le sorrido debolmente e lei mi lancia uno sguardo di comprensione. Forse è una psicologa che legge nel pensiero.

Ci avviamo verso la macchina. Ci sono anche le guardie del corpo. Wow. Sono proprio diventata famosa con la notizia dell’incoronazione. Le notizie volano proprio in fretta e pensare che solo ieri  ero a Forks, avrei dovuto partecipare ad un ballo studentesco e rivelare all’uomo che amo che sono una principessa ma che per lui avrei rinunciato a tutto. Ora invece mi trovo qui, senza esser andata al ballo, sommersa di flash e giornalisti come fossi una diva del cinema, ma soprattutto senza l’uomo che amo ed in procinto di diventare regina.

Dopo due ore di macchina, passate in assoluto, silenzio arriviamo finalmente a casa. Scendo dall’auto e respiro a pieni polmoni. In fondo mi è mancata l’aria di casa mia. Avrei voluto un giorno portarlo qui, fargli conoscere i luoghi in cui sono nata. Fare una passeggiata per la foresta che tanto amo e che è stata spettatrice, oltre che causa, delle mie infinite cadute. Forse questo lo avrei tenuto per me, n fondo mi prendeva sempre dolcemente in giro per la mia goffaggine. Già, mi prendeva ora non più. Una lacrima silenziosa e solitaria mi solca il viso. L’asciugo velocemente, nessun altro deve soffrire per me, basto io. Soffrirò e piangerò in silenzio, quando tutti dormono ed io posso rintanarmi nella mia solitudine. Solo allora mi lascerò andare. Davanti agli altri devo essere quella di sempre, anche se ciò non potrà più accadere.

“Tesoro ti faccio preparar…”

“No grazie mamma, non ho fame, sono solo molto stanca. Vado un po’ in camera a dormire. Prima chiamo papà per avvisarlo che sono arrivata.” Mi scuso con tutti. Il mio teatrino è iniziato. È iniziato con le persone che mi conoscono meglio di chiunque altro, le poche persone che non crederanno mai alla mia facciata.

“Come preferisci. Ma se hai bisogno di qualcosa…” Non conclude la frase, io l’abbraccio e lei mi stringe dolcemente.

“Grazie mamma, lo so che tu, come Phil e Claire ci siete. Vi voglio bene. Mi siete mancati tanto.” Stringo di più la presa sui fianchi di mia madre per evitare alle lacrime di traboccare. Sciolgo l’abbraccio e mi dirigo in camera. Mi butto a peso morto sul letto. Ho la testa che mi scoppia.

“Io non ti amo.”

CRAC

“Tra di noi non avrebbe mai potuto funzionare.”

CRAC

“Tu non sei quella giusta per me.”

CRAC

“Mi hai mentito.”

CRAC

Il cuore continua a spezzarsi, si creeranno tanti piccoli atomi.

Prendo il telefono e chiamo colui che resterà l’unico uomo della mia vita, colui che mi amerà per sempre. Forse era attaccato al telefono, ha risposto dopo neanche mezzo squillo.

“Bella, amore mio.” Lui mi ha chiamata così.

“Papà, eri attacco al telefono? Non hai mai risposto così in fretta.” Ridacchio ma lui no.

“Si ero attaccato al telefono. Aspettavo la tua chiamata, aspettavo che mi dicessi che sei arrivata a casa.”

“Sono andata via da casa papà.”

“Perché…perché non torni qui da me se per te non è più…”

“No papà, ho delle responsabilità qui. È ora che mi prenda cura del mio popolo.”

“Dai Bella, sappiamo tutti che è solo una carica formale. Saresti solo un burattino da esibire e nulla più. Non puoi veramente…”

“Si papà, posso e devo. Non ti ci mettere anche tu per favore. Già ci sono la mamma, Phil e Claire che cercano di farmi cambiare idea, tu per favore che sai cosa è successo capiscimi.” Inizio a piangere, con lui non riesco a tenere la mia maschera.

“Ti capisco amore. Capisco ciò che stai passando, l’ho passato anche io. Però non fare la stupidaggine dell’incoronazione solo per distrarti da lui. Lascia perdere tutto e fai altro. Non vuoi tornare qui, va benissimo. Sono d’accordo con te. Ma perché, che ne so, non fai il giro del mondo? Posso chiedere la pensione anticipata e andiamo via insieme.” Quanto amo mio padre.

“Papà anche per la pensione anticipata sei molto giovane.” Ridacchio nervosamente.

“Hai ragione, allora posso licenziarmi o prendere un po’ di ferie prolungate. Tanto qui non succede mai nulla e se lo sceriffo manca per qualche mese non è un dramma.”

“Papà, ti ringrazio veramente. Ma è meglio di no. Voglio portare a termine questo mio compito e lo farò. E poi vorresti per caso privarti del ballo che ti spetta in quanto padre della futura regina? Inoltre per quel giorno dovrai indossare un abito elegantissimo, domani darò disposizione al sarto di prepararlo. Tu cerca di venire il prima possibile con Jake e gli altri. Così potrò far preparare gli abiti per tutti. Poi quando arriverai finalmente conoscerai Claire. Sicuramente farai colpo.” Dall’altra parte del telefono sento un sospiro pesante.

“Bambina mia non cercare di esser forte per gli altri quando tu stai morendo. Nessuno ti sta chiedendo di dimostrare nulla. Sei il mio tesoro, piangi amore mio, non tenerti tutto dentro.” Detto questo le lacrime iniziano a scendere copiose, incontrollabili, salate.

“Perché? Perché papà? Perché mi ha fatto questo? Io lo amo, lo amo più della mia stessa vita. Perché mi ha preso in giro? Perché mi ha illusa? Perché non vado bene per lui? Se io fossi diversa probabilmente sarei alla sua altezza o almeno abbastanza per lui. Lui che con poche parole mi ha resa la persona più felice dell’universo e con altrettante parole mi ha distrutta. Perché papà? Cosa ho che non va? Perché? Perché maledizione.” Non riesco a controllare le lacrime, non riesco a controllare i singhiozzi, non riesco a controllare le parole.

“Bells, tu non hai niente che non va. Sei una persona così dolce e gentile. È lui che non ti merita, bambina mia non pensare più di essere diversa. Non pensare che non sei alla sua altezza. Lui è stato subdolo che ti ha illusa così, lui ti sta uccidendo. Tu hai semplicemente amato una persona che non ti merita. Amore mio, non devi voler essere diversa, tu sei perfetta così come sei. Non voglio più sentirti dire queste cose. Comunque domani prendo l’aereo e vengo da te. Non posso e non voglio lasciarti sola.”

“Grazie papà. Ti voglio bene.”

“Anche io amore, anche io.” Chiudiamo la chiamata, finalmente ho sfogato con qualcuno una parte infinitesimale del mio dolore. Domani il mio papà sarà di nuovo con me. Il mio angelo.

Ancora con le lacrime agli occhi e  miei pensieri pieni di lui, cado nell’oblio.

 

POV JAKE

Dopo aver sentito quella conversazione telefonica tra Charlie e la mia Bells, non ho visto più niente. In preda alla rabbia mi sono nuovamente trasformato in casa Swan. Questa volta non avevo nessun succhia sangue davanti. Questa volta se ci fosse stato un Cullen, uno qualsiasi, anche se non vedo l’ora di trovarmi lui di fronte, del succhia sangue non resterebbe neanche un pezzo.

“Calmati Jake.” Mi urla mio padre. Leah cerca di farmi calmare insieme a Seth, ma non ci riesco. Butto giù la porta, mi dispiace Charlie, te la risistemo io, e mi inoltro nella foresta. Corro. Corro senza meta. Corro senza sapere dove vado. Corro per non pensare al dolore che sta provando colei che per me è una sorella, colei che ha accettato la mia natura di mostro, colei che giocava con me da bambino, colei che ha sempre creduto in me, colei che è più buona di un angelo. Da bambino ne ero segretamente innamorato. Da adolescente ne ero segretamente innamorato. Certo prima del mio imprinting, infatti non le ho mai confessato i miei sentimenti perché sapevo che se avessi avuto l’imprinting lei avrebbe sofferto ed anche perché siamo troppo fratelli per essere una coppia.

Quando mi  ha detto che stava insieme a quel Cullen, ho cercato di metterla in guardia, di farla ragionare, di dissuaderla dalla sua scelta, ma lei niente. Nei suoi occhi la stessa luce che c’è nei miei mentre guardo Leah, anzi credo anche più potente. Ho parlato anche con il morto ed anche nei suoi occhi e nelle sue parole vedevo amore e devozione immensa. Bugie. Le sue erano solo bugie. Si è divertito. Forse nella sua lunga esistenza si stava annoiando ed ha trovato nella mia sorellina una valvola di sfogo momentanea. La voleva, l’ha ammaliata e se l’è presa.

Cullen non incrociare mai la mia strada, lo dico per il tuo bene. Altrimenti sarai definitivamente morto, patto o non patto.

“Jake, amore.”

“Leah, scusami.”

“Non devi scusarti. Dovevi sfogarti, ora torniamo indietro Charlie ha bisogno del nostro sostegno ed anche Bella.”

“Leah, perché soffre così?”

“Amore Jake, amore. Ha trovato l’esatta metà della mela. Ha trovato il suo imprinting. Ha trovato la sua anima gemella.”

Torniamo indietro.

“Domani veniamo con te Charlie. Siamo una grande famiglia. Voi ci siete stati quando noi avevamo bisogno. Ora Bella ha bisogno dei suoi amici e noi ci saremo.”

“No, Jake. Voi verrete la prossima settimana. Ora devo anche capire cosa spiegare a sua madre. Inoltre tu hai il branco.”

“Va bene Charlie, verremo la prossimo settimana. Per il branco non ci sono problemi. Lascerò Sam al comando in mia assenza.”

Detto questo inizio a sistemare la porta.

Bella, presto saremo da te.

 

Ola fanciulle. Piaciuto lo scherzetto di ieri? Non potete immaginare quante recensioni ho ricevuto per un avviso. A momenti ricevevo più recensioni per l’avviso che non per un capitolo. Comunque che mi dite di questo capitolo? A me la parte della telefonata padre-figlia ha fatto commuovere tanto. Cosa ne pensate di Jake? Io lo adoro, quando è solo amico di Bella, quando invece vuole rubarla ad Edward, non lo adoro. Fatemi sapere cosa ne pensate. A domani un bacio Mary.


Mie storie in corso:

Forse non mi hai mai amata

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Capitolo 44
*** Capitolo 44 ***


capitolo 44




POV BELLA

Il tempo scorre lentamente e dolorosamente. Sono già passati cinque giorni. Dopo la telefonata, mio padre ha preparato la valigia ed è venuto qui da me. Ho pianto per un giorno intero tra le sue braccia. Non mi facevo avvicinare da nessuno se non da lui. Non facevo entrare nessuno in camera se non lui. Lui poteva capire, lui sapeva, lui ha visto l’amore che provo. Ho partecipato alla conferenza stampa che però è stata rimandata di un giorno. Ovviamente sorrisi falsi, parole false, tutto falso. Mi mostravo tranquilla e solare agli occhi dei giornalisti e davanti i flash. Mi hanno riempito di foto, di domande. Ho fatto foto con tutta la famiglia, il momento più divertente veniva quando anche Charlie doveva fare le foto. Era un pomodoro rosso perenne. Volevano intervistare anche lui ma mi sono opposta. Questa non è la vita di mio padre, e neanche la mia. Io odio tutte queste cose. Odio essere al centro dell’attenzione, odio stare sotto i riflettori. Sono stata sempre nel buio e nell’ombra e stavo bene, ora non solo ho il mio dolore, ma non posso neanche affacciarmi alla finestra che mi trovo un paparazzo pronto a scattare foto mentre mi sveglio. Odio tutto. Odio me stessa per aver preso questa decisione, ma ormai non posso più tirarmi indietro. Bussano alla porta.

“Avanti.” Sono ancora stesa nel letto, oggi non ho voglia di alzarmi, ma devo. Ho la prova del vestito che indosserò il giorno dell’incoronazione.

“Bella, tesoro. Sono stata zitta in questi giorni. Ma ora dobbiamo parlare. Devo dirti una cosa molto importante. Ma credo che tu l’abbia già capita.” Guardo Claire confusa. Cosa deve dirmi? Cosa avrei dovuto capire?

“Ho capito che ora sai tutto. Vedi io non volevo nasconderti nulla. Te lo avrei detto, proprio come anni fa ho fatto con tua madre.”

“Sinceramente non capisco cosa stai cercando di dirmi.” La invito a sedersi sul mio letto ed anche io mi ci sono seduta a gambe incrociate.

“Come non capisci. Appena sei scesa dall’aereo ho sentito ti l’odore addosso. Ne eri impregnata.” Ma che dice?

“Claire per favore non fare troppi giri, parla chiaro che proprio non ti seguo.”

“Chi frequentavi quando eri a Forks? Per favore devo saperlo, ma non per farti stare male. Ma per farti capire.”

“C’erano i ragazzi della riserva, i miei amici di sempre. Poi alcuni ragazzi della scuola e i…Cullen.” Dico con un sospiro tirato.

“Cullen? La famiglia del Dottor Carlisle Cullen?” La guardo sorpresa. Deve essere proprio un dottore di fama internazionale se lo conosce anche Claire.

“Si, hai letto qualche articolo su di lui? È un uomo eccezionale, oltre che dottore eccellente. Secondo me è il migliore.” Un sorrisino, vero, mi esce al ricordo di Carlisle.

“Si Bella, lo conosco. Ma non per il suo talento. Per carità so che è molto bravo. Un’ottima persona. Ma non lo conosco per questo motivo. Vedi…non so proprio come dirtelo. Ho paura che tu scappi a gambe levate dandomi della pazza, oppure che tu abbia paura di me.” Ancora non ci arrivo, però ora che ci penso ci sono troppi particolari che avvicinano Claire a tutti i Cullen, non sono a Carlisle. La bellezza, la pelle fredda, gli occhi dorati, il modo di parlare a volte molto antico.

“Claire, forse sarò una stupida, ma ho notato molti dettagli in cui tu e tutti i Cullen vi ritrovate. Devo per caso sapere qualcosa?” Forse è la sorella di Carlisle, che ne so. Un sospiro dalle sue labbra.

“Io e Carlisle ci siamo conosciuti circa due secoli fa…” Black out. Due secoli fa? Forse si è confusa e voleva dire un paio di anni fa? La guardo in volto, no, voleva proprio dire due secoli fa. Deglutisco a vuoto. Ora mi chiedo cosa sono i Cullen? Claire è come loro?

“Claire avevo notato particolari strani in te, ed anche nei Cullen, ma come sai non mi è mai importato nulla. Se non ti senti pronta per rivelarmi questo tuo segreto, io saprò aspettare.” Anche a lui, il giorno in cui ci mettemmo insieme dissi le stesse cose. Ora sono sicura, Claire e i Cullen nascondono un grande segreto. Mi importa? No. Potrei aver paura della verità? Forse, ma Claire non mi farebbe mai del male, mi ha cresciuta. I Cullen non mi hanno mai fatto del male, cioè non fisico, ma quella è un’altra storia. Mi perdo nei miei pensieri e non mi accorgo che ora ci sono altre due figure in camera mia. Li fisso. Mai madre e mio padre. Secondo me sono a conoscenza del segreto.

“Io sono sempre l’ultima a sapere le cose, non è vero?” Ridacchiano tutti e tre nervosi. Prendo le mani di Claire e le stringo tre le mie.

“Mi faresti mai del male?” Mi guarda sconvolta.

“No, lo sai, sei una nipote per me.”

“Hai mai voluto farmi del male?”

“No.”

“Mi vuoi bene?” Si addolcisce.

“Si.”

“Allora sono pronta per la verità.”

“Vedi è molto complicato, ma non farò giri di parole. Io, ed anche i Cullen, siamo vampiri.” La guardo sconvolta. Ma per la miseria, poteva magari dirmelo più delicatamente? Mi sta per venire un infarto. Ma non possono esistere i vampiri. O si? In fondo i miei amici sono muta forma, perciò i vampiri possono esistere. Ma perché ancora mi stupisco? Ecco perché Jake e gli altri mi dicevano di lasciar perdere il succhia sangue, che era pericoloso e tutto il resto. Lui sapeva che sono vampiri. Rido. Rido nervosamente. Rido come una pazza e forse sembro una pazza agli occhi delle persone presenti in camera mia. Non sono una bugiarda, almeno non sono l’unica. Poi direi che il suo segreto non è lontanamente paragonabile al mio.

“Si sto bene. Ho solo capito di non essere la sola bugiarda presente sulla faccia della terra. Allora Claire sei un vampiro. Ok va bene? Ma i vampiri non hanno gli occhi rossi?”

“Colori che si nutrono di sangue umano si. Mentre coloro che non vogliono essere mostri e non vogliono uccidere innocenti, si nutrono di sangue di animale ed hanno gli occhi dorati.”

“Allora devo credere ai luoghi comuni sui vampiri, tipo bare, aglio, croci, il fatto che si sciolgano al sole?” Ridacchia.

“Sei molto perspicace, ma no. Non dormiamo mai, l’aglio e le croci non ci fanno nulla, non ci sciogliamo al sole anzi brilliamo. Non ci trasformiamo in pipistrelli. Non possiamo procreare. Siamo immortali, cioè la nostra crescita si ferma all’età in cui veniamo trasformati. Abbiamo i sensi molto sviluppati. Siamo molto forti e veloci, oltre che dotati di un’intelligenza superiore. Siamo bellissimi, almeno gli umani ci vedono così perché sono nostre prede. Alcuni di noi hanno poteri particolari. Tipo io riesco a capire, dai pensieri, se qualcuno mente o meno. Ovviamente non riesco a leggere nel pensiero. Ma con te non ci sono mai riuscita, non ce n’è bisogno perché non sai mentire, però probabilmente sei dotata di uno scudo psichico che ti protegge. Questo è un bene, vuol dire che i poteri psichici dei vampiri su di te non funzionano.”

“Ho capito. Ora dimmi come hai conosciuto Carlisle?”

“Vedi noi essendo immortali, non possiamo fermarci per troppo tempo in un posto, poi si noterebbe la differenza. Ovviamente, noi che ci confondiamo con gli umani, dobbiamo scegliere sempre luoghi nuvolosi. Un giorno, in uno dei miei viaggi, mi sono imbattuta in Carlisle. Non mi nutrivo da tempo, non volevo uccidere più nessuno. Lui mi ha aiutata, mi ha fatto scoprire questo nuovo modo di nutrirsi ed ora sono un vampiro migliore grazie a lui. Abbiamo viaggiato insieme per due anni, poi ci siamo divisi. È stato un grande amico.” Perché non mi ha detto nulla? Non posso neanche incolparlo di questo, anche io gli ho mentito. Altra conferma che non mi ama. Se mi avesse amato anche lui avrebbe pensato di confidarmi il mio segreto come ho fatto io. Poi ora ancora di più sono convinta di non essere alla sua altezza. Lui chissà quanto ha visto il mondo cambiare, chissà quante cose e posti conosce. Io invece sono un’appena diciottenne che pretendeva di amarlo. Ha ragione lui, non avrebbe mai potuto funzionare tra di noi. Troppa differenza tra la perfezione e l’imperfezione. Ora che l’ho capito, sono leggermente più serena. Leggermente.

“Bella, devi capire che non può essere divulgato il nostro segreto. I Cullen non hanno detto niente perché non potevano. Non perché non volevano. Noi abbiamo una famiglia reale, con tanto di guardi e poche leggi da rispettare. La più importante è quella di non svelare il nostro segreto. La pena è la morte.” Ora capisco, allora hanno fatto bene, però ora è Claire ad essere in pericolo. La guardo allarmata, come possiamo fare per evitare che muoia? Le lacrime iniziano a scendere.

“Claire, or…ora tu…”

 Non riesco a concludere la frase.

“Ssh piccola, non mi accadrà nulla, stai tranquilla. Diciamo che per la tua famiglia è una cosa diversa. Poi ti verrà spiegato a tempo debito. Ora però vorrei sapere perché eri impregnata di odore di vampiro.”

“Avevo…avevo una storia con uno dei Cullen. Aveva…aveva det-to di am-amarmi, ma poi ha detto che non era vero. Quando poi uscivo da casa sua ed ho visto il servizio sulla misteriosa principessa ho rivelato il mio segreto. Volevo confessarglielo la sera stessa, dovevamo andare al ballo della scuola. Ed invece mi ha lasciata e sono tornata qui.” Ho iniziato balbettando e singhiozzando. Ma ora mi sono ripresa. Non posso essere alla sua altezza, non sono nulla per lui, non mi ama. Bene ora mi dedicherò anima e cuore al mio popolo. È la decisione sbagliata, lo so, ma non posso farci nulla. Se lui venisse a riprendermi, io abbandonerei tutto, ma non lo farà mai.

“Bella, per un vampiro è raro subire un cambiamento e quando lo subisce è perenne. Lui non potrà mai amare nessun’altra per tutta la sua esistenza. Lui amerà solo te, ti ha mentito. Forse non voleva che tu, venendo a conoscenza del suo segreto, scappassi via da lui.” I dubbi mi assalgono, però subito il suo volto. Lo sguardo che mi ha rivolto quel giorno non lo dimenticherò mai. No, lui non mi ama.

“No, me l’ha detto lui. Dovevi vedere il suo sguardo.” Le lacrime iniziano di nuovo a scendere ed io non faccio nulla per fermarle. Mia madre invece mi accarezza i capelli dolcemente.

“Bella, i vampiri sono ottimi attori e ottimi bugiardi. Devono esserlo per forza. Lui ti ha mentito dicendo di non amarti. Pensaci Bella. Ma dimmi, non ha paura?” Mi chiede titubante. Io invece le sorrido dolcemente.

“No, avevo notato la tua velocità e la tua forza, inoltre io ti ricordo sempre così. Perciò o sei immortale o hai un ottimo chirurgo plastico.” Almeno ho fatto ridere.

“Scusate ora mi devo cambiare, devo andare alla prova del vestito.” Mi guardano tristemente e vanno via. Io invece sono colta da una tremenda nausea e un forte capogiro. Probabilmente oggi ho avuto troppe emozioni. Comunque ora sono io quella che si trova in bagno con la testa praticamente nel water. Quando finisco mi guardo allo specchio e noto un fantasma. Sono ridotta proprio male. In questi giorni non ho mangiato nulla.

Faccio una lunga doccia ristoratrice e poi mi preparo. Esco da casa in incognito, non voglio sempre fotografi e giornalisti alle calcagna. Attraverso la mia amata foresta e mi dirigo in paese. Anche lì ci sono ovunque fotografi, ma per fortuna gli abitanti mi hanno notata e li distraggono così posso arrivare dal sarto sana e salva.

“Buongiorno Bella.”

“Buongiorno Sean. Mi cambio e arrivo.” Vado in camerino e indosso l’abito. È veramente bello, non c’è che dire. Solo che ho problemi con i bottoni, ma quanti ne sono? Una zip non sarebbe stata più comoda?

“Sean, scusami puoi aiutarmi con i bottoni, per favore?”

“Ma certo tesoro, arrivo subito.” Si avvicina e cerca in tutti i modi di chiuderli, con molta fatica ci riesce, ma io ho il respiro bloccato.

“Se-Sean n…on res…piro.” Ma che cosa è successo? Si è rimpicciolito o l’ha stretto lui?

“Hai stretto tu il vestito?” Gli chiedo quando mi aiuta da quella trappola mortale.

“No, mi dispiace ma sei tu ad essere ingrassata.” Come? Ma se non mangio da cinque giorni, forse il dolore mi ha gonfiata.

Non facendo più caso all’episodio, torno con molta fatica a casa. Maledetti fotografi.

 

Ehi ciaooooooo. Allora che ne dite? Bella ha finalmente scoperto il segreto dei Cullen. Chissà perché a lei e alla sua famiglia può essere rivelato. Lo scopriremo nelle prossime puntate. Ora vi lascio e batto l’altra storia. A domani un bacio Mary.

Mie storie in corso:

Forse non mi hai mai amata

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Mie storie concluse:

Non voltarti indietro...o forse si:

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Finalmente felici:
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Mi sono innamorato di te:
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Invito:
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Uno scontro che ti cambia la vita:
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La mia pericolosa cantante:
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L’amore va oltre il tempo:
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Ritrovare lei, ritrovare loro:
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Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di S. Meyer.

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Capitolo 45
*** Capitolo 45 ***


capitolo 45




POV BELLA

Sono in aeroporto, sto aspettando che atterri il volo dei miei amici. Sono emozionata, finalmente ci rivedremo. Almeno ci saranno Seth e Jake che mi faranno ridere, e poi ho bisogno di un’amica che mi sostenga e mi consigli. Che mi dica che sto sbagliando tutto e che cerchi di convincermi a rinunciare a questa pazzia, ma io ovviamente testarda come sono non rinuncerò.

Fra tre giorni ci sarà l’incoronazione, sono molto agitata. Spero tutti i giorni che lui venga e che mi dica che erano solo bugie. Spero tutti i giorni che lui venga e mi dica di non farlo, di andare via con lui. Spero tutti i giorni, ma non accade mai nulla. Ora sto iniziando a essere più silenziosa mentre piango. Ovviamente nessuno mi vede piangere, nessuno mi vede soffrire, in questi giorni ho lavorato bene sulla mia maschera di freddezza e indifferenza. Ma dentro, dentro muoio. Ogni giorno sento pezzi di cuore che diventano sempre più piccoli, ogni giorno muoio senza di lui. Mi sto spegnendo.

Non riesco ad andare avanti e credo che mai ci riuscirò. Non vivo più, non magio più, non dormo più. Sono sempre impegnata ad imparare tutto ciò che devo fare il giorno dell’incoronazione. L’unica cosa che ingerisco è il caffè. Tutti si sono stupiti del fatto che non faccio più colazione con cornetto al cioccolato e cioccolata calda, ma non posso. Mi ricorda troppo la colazione che tutte le mattine mi portava lui a casa, prima di andare a scuola. È una cosa stupida lo so, ma ogni cosa, ogni piccola cosa mi riporta a lui e allora evito di farla. Ora bevo solo caffè, diciamo che è la mia colazione, il mio pranzo e la mia cena.

Una cosa che invece sono aumentate, invece di diminuire sono le nausee. Tutta questa storia, dalla rottura all’incoronazione, mi sta lasciando il segno anche fisicamente. Passo quasi tutte le mattine e le sere con la testa china sul water. Ovviamente nessuno ne è a conoscenza. Non voglio recare altro dolore ai miei cari. Inoltre riesco a dormire solo due ore per notte e neanche bene. Ho incubi in continuazione. Ovviamente tutti incentrati su lui che dice di non amarmi e che non siamo fatti per stare insieme. In altri invece vedo lui con altre donne e quelli fanno ancora più male degli altri.

Ma in tutta questa storia c’è una nota positiva. Mio padre e Claire. L’avevo detto che sarebbero finiti insieme. Cioè non stanno insieme però Charlie arrossisce ogni volta che la vede e lei spesso balbetta. Un vampiro centenario che balbetta. Vorrei dire ad entrambi di fare il primo passo, ma mi diverto a vederli imbarazzati. Sembra una soap opera.

Ecco è arrivato il volo, mi affretto verso il gate. Escono tutti e poco dopo ecco che arrivano anche loro. Volevo mandargli il mio aereo privato ma non hanno voluto, però gli ho preso ugualmente io i biglietti per venire qui. Ci sono tutti, Jake e Billy, Seth, Leah, Sue, Harry e Ashley.

“Ehi Bells. Bella.” Ecco Seth che urla il mio nome. Tutte le ragazze si voltano a fissare quei due fusti dei miei amici. Leah le fulmina con lo sguardo e riesce nel suo intento, mentre Ashley si stringe di più al suo fidanzato, è troppo timida, ma ci pensa lei a fulminare le ragazzine che si incantano al passaggio di Seth. Sento due braccia bollenti che mi stanno stritolando. Oddio vuole farmi morire.

“Seth…mi…soffochi.” Ride e finalmente molla la presa.

“Bella.” Altre braccia calde mi stringono, più dolcemente questa volta. È Leah.

“Mi sei mancati.” Dice tra le lacrime.

“Anche tu.” E le lacrime iniziano a scendere anche dai miei occhi.

“Ehi anche io voglio abbracciare la mia sorellina.” Urla la voce imperiosa di Jake. Praticamente mi sta rompendo le ossa. Addio mondo.

“Jake, troglodita. Le spezzi le ossa se continui così.”

“Come stai Bells? Non dire bene che sei uno straccio e sembri un fantasma. Sei l’ombra di te stessa. Devi reagire, devi andare avanti.” Mi stringo più forte a lui, mi sento bene tra le sue braccia. Ma non sono le braccia di cui ho bisogno, non sono le braccia dell’uomo che amo, sono solo le braccia del mio migliore amico.

“Sto bene, veramente.”

“Non è vero.”

“Dai lasciala salutare anche a noi.” Sciolgo l’abbraccio con Jake e vado a salutare gli altri. Dopo tanti baci e abbracci ci dirigiamo alle auto. Con un’ora di macchina arriviamo a casa. Restano abbagliati dalla bellezza della casa. Però prima devo avvisarli di una cosa.

“Ehm, ragazzi. Vi ricordate che vi ho parlato di Claire la mia tata?” Annuiscono mentre si guardano ancora intorno.

“Ecco vedete, lei è…ehm…un vampiro.” Dico tutto d’un fiato.

Tutti sgranano gli occhi alla mia rivelazione.

“L’ho saputo pochi giorni fa. Ma è vegetariana ed è buonissima. Se voi vi sentite a disagio, posso chiederle di andare…”

“No Bella, lei ti ha cresciuta. Sicuramente è una brava persona, e a noi sta bene stare con lei. Non devi preoccuparti di nulla. I ragazzi faranno un sforzo, ti ringrazio.”

“Ragazzi scusatemi inoltre ho dovuto dirle della vostra natura, sapete per evitare che…”

“Tranquilla sister hai fatto bene.” Rincuorata dalle parole di tutti e dallo sguardo di approvazione di Jake entriamo in casa. Sono tutti davanti la porta. Charlie saluta calorosamente tutti. Mi dispiace che a causa mia abbia abbandonato tutto e tutti. Ma presto potrà tornare a casa, e riprendere la sua vita. Mentre io vivrò una vita non mia. Sospiro pesantemente, non mi sono neanche accorta che hanno fatto le presentazioni. Devo dire che si trovano tutti a proprio agio. Claire è veramente speciale. Ma devo avvisare i ragazzi che Phil non è a conoscenza della loro natura. Dopo le varie presentazioni mostro a tutti le loro camere. C’è stato un po’ di imbarazzo quando ho detto a Seth ed Ashley che avranno condiviso la camera. Che carini tutti e due rossissimi in viso. Ora io e le ragazze siamo in camera mia.

“Bells la casa è favolosa ed anche la tua tata. È l’unica sanguisuga che mi è stranamente simpatica.” Ridiamo tutte e tre.

“Ash, se hai problemi a condividere la camera con Seth, te ne faccio preparare un’altra. Sai che qui devi fare come se fossi a casa tua. Non ti creare alcun problema a chiedere.” Ecco il bordeaux non era l’effetto che volevo.

“No figurati, ecco…io…noi…n-non abbiamo mai…” Non termina la frase, entrambe siamo in imbarazzo.

“Coooosaaaaa? Tu e mio fratello ancora niente?” Chiede Leah sconvolta. lei diniega con la testa e abbassa lo sguardo.

“Leah, smettila che la metti in imbarazzo.”

“Oh scusa, solo che il mio fratellino fa tanto il super uomo e alla fine è un grande imbranato. Probabilmente dovrò chiedere a Jake di fargli un piccolo discorsetto.”

“Oh no Leah, per carità. Quando saranno pronti arriverà e sarà un’esperienza indimenticabile.” Ash mi ringrazia con lo sguardo mentre Leah mi guarda curiosa.

“Tu come fai a saperlo? Mi pare che anche tu…ohhhhhhhh non mi hai detto niente? Con chi e quando?” Mi irrigidisco e le lacrime iniziano a scendere. Subito capisce e corre ad abbracciarmi.

“Scusa, scusa Bella, non credevo…”

“No-non ti preoccupare, non potevi saperlo. Il giorno che ci dovevamo vedere per aggiornarci sulle novità. Bhè era quella la novità. Ma non abbiamo avuto tempo, sai il perché.”

“Si lo so. Ora però Bells sii sincera. Come stai?”

“Come vuoi che stia? Forse un cencio sporco e strappato sta meglio di me. Non riesco ad andare avanti. Non riesco più a vivere. Non capisco cosa lo ha portato a illudermi così. Quando non ci parlavamo soffrivo, però ora sto di merda. Non credevo si potesse soffrire in questo modo, con questa intensità. Ogni giorno una parte del mio cuore si spezza. Ogni giorno spero in n suo ritorno. Ma niente, ogni giorno mi alzo ed è sempre peggio del precedente. Spero sempre che il giorno successivo il dolore diminuisca, invece aumenta. Ogni giorno è peggio del precedente. Non ho più nulla che mi faccia andare avanti. Nulla. Senza lui è tutto inutile.” Ecco le lacrime. Non faccio nulla per fermarle.

“Ssh Bella, stai tranquilla. Ora però sii sincera di nuovo. Perché stai facendo questa stronzata dell’incoronazione? Non è la tua vita, non fa per te. Tu non sei questo.”

“Lo so, io non sono questo. Ma almeno così penso ad altro. Non mi importa essere felice, non potrò mai esserlo senza lui. Però ho preso questa decisione e la rispetterò fino in fondo. Solo lui potrebbe farmi cambiare idea, ma non sono abbastanza per…”

“Non osare, non ti permettere. Lui è un morto, tu sei troppo per lui. Sappi che è una fortuna che stia ancora su questa terra. Abbiamo dovuto bloccare Jake nella riserva. Voleva andare da lui e farlo fuori. Anche Seth era d’accordo. Ma tutti insieme siamo riusciti a fermarli. Certo Jake è ancora dell’opinione di farlo fuori, ma per ora può stare tranquillo. Noi siamo qui.”

“No Leah, non voglio che accada una cosa del genere. Non voglio che Jake o altri per lui facciano una cosa del genere. Non si può piacere a tutti.”

TOC TOC

“Entra.” La testa di mia madre fa capolino.

“Ragazze scusate se interrompo le vostre confidenze ma Bella ci sono il Ministro e il Consigliere che vogliono parlarti.” La guardo confusa.

“Di cosa? Non aspettavo visite da parte loro.”

“Non ne ho la più pallida idea.”

“Arrivo subito. Ragazze vi dispiace se vi lascio?”

“No, no tranquilla Bells vai. Noi ne approfittiamo per sistemare la nostra roba e fare una doccia rilassante e soprattutto vedere che fine hanno fatto i due zucconi.” Ridiamo tutte e con mia madre vado verso lo studio. Entriamo e oltre i due ospiti c’è anche mio padre.

“Principessa.” Subito si alzano e mi fanno il baciamano. Ovviamente io divento rossa. Non riesco ad abituarmi a tutti questi formalismi.

“Salve, di cosa volevate parlarmi?” Si guardano e poi iniziano a parlare.

Man mano che il discorso prosegue io e i miei genitori sbianchiamo.

“È la futura regina e in quanto tale le chiediamo di accettare la nostra richiesta. Serve questa figura.” Io sto ancora trattenendo il respiro e non muovo neanche un muscolo. Il primo a riprendersi è mio padre che scatta in piedi e sbatte la mano sulla scrivania.

“Mia figlia non farà mai una cosa del genere. È una richiesta assurda. Inoltre mi sembra che voi le state imponendo ciò. Renèe di qualcosa anche tu.” Non ho mai visto mio padre così infuriato.

“Charlie ha ragione. Ma cosa vi salta in mente? Non esiste nessuna legge in merito. Io…”

“Mia regina, è indispensabile. Non possiamo…”

“Va bene.” La mia voce piatta, atona, vuota.

“Stai scherzando vero? Non ti permetterò di fare quest’altra sciocchezza. Non…”

“Papà mi vuoi bene e ti ringrazio, ma ho preso la decisione di accettare il titolo ed ora dovrò fare anche questo. Prima o poi sarebbe accaduto.”

“Ma non così.” Mi urla mio padre, è la prima volta che urla con me. Corro ad abbracciarlo.

“E come papà? Come? Anche in futuro sarebbe stato così. Oramai prima o dopo non fa differenza.” Ricambia il mio abbraccio.

“Non sei costretta neanche ad accettare il titolo, non lo sei bambina mia.”

“Tranquillo, so ciò che faccio.”

“Allora se questo è tutto, posso andare.” Mi rivolgo agli ospiti. Subito si alzano raggianti.

“Certo principessa e la ringraziamo per la comprensione. Lei con la sua bontà e generosità sarà un’ottima regina. Proprio come sua madre, e sua nonna prima di lei.” Saluto e vado via, non voglio ascoltare altro. Vado in camera e mi chiudo.

Lacrime, le ennesime.

 

POV RENÈE

Non è possibile, non ci possono credere. Non possono voler questo da lei. Lei non può aver accettato veramente questa assurda richiesta. Oh bambina mia, quanto stai soffrendo? Quanto lo ami?

Ora i due sono andati via. Nello studio ci siamo solo io e Charlie. Entrambi sconvolti. Entrambi senza parole.

“I-io non posso permettere una cosa del genere. Già sta facendo qualcosa che non vuole. Non permetterò anche a lei di rinunciare…”

“Charlie, vado a Forks. Ho deciso tenterò il tutto per tutto. Secondo me Edward la ama. Ha solo avuto paura. Nel caso dovessi sbagliarmi non so cosa farò. Ma devo impedire che accada. Starò via due giorni, al massimo tre. Inventa degli impegni. Andrò sola. Nessuno deve sapere dove sono, soprattutto Bella.” Mi fissa. Quanto ho amato quello sguardo, quegli occhi. Mi abbraccia teneramente. Non amerò mai nessuno come ho amato lui, neanche Phil. Però entrambi siamo andati avanti.

“Va bene.”

Mi dirigo in camera della mia bambina. Ovviamente la porta è chiusa. Aspetto per circa due ore dietro la sua porta e poi finalmente si apre. Si butta tra le mie braccia. Non parliamo, la lascio sfogare. Dopo lo sfogo facciamo una breve chiacchierata e le dico che sto partendo per due o tre giorni, impegni di corte.

Ora preparo la valigia.

“Parti?” Phil mi abbraccia da dietro.

“Si degli impegni di corte. L’ho saputo oggi dal Ministro. Ma tranquillo starò via al massimo tre giorni. Ah la data dell’incoronazione è stata rinviata di una settimana. Inoltre sabato ci sarà un ballo.”

“Va bene. Intanto resto in attesa del tuo ritorno. Già mi manchi.”

“Anche tu amore.” Dopo un breve saluto ed essermi scusata con i miei ospiti, insieme a Claire mi dirigo in aeroporto.

Edward Cullen sto arrivando.

 

 

Ehi my ladiessss. Allora? Chissà cosa vogliono ora da Bella. Non ve lo dico, lo saprete nel prossimo capitolo, già nel precedente sono stata buona facendovi capire che Bella è in dolce attesa, ma lei ancora non se ne accorge. Ora cosa accadrà con Renèe a Forks? Ovviamente mie care curiosone il prossimo sarà un pov Renèe. Quante cose accadranno nel prossimo capitolo. Però per essere ancora più cattiva vi dico che domani e lunedì non posso postare. Me perfida. Non posto perché sto preparando un esame molto difficile per martedì e in questi due giorni farò un tour de force. Sorry. Poi come si dice l’attesa aumenta il desiderio. Ahahah, che stronza che sono. A presto un bacio Mary.

 
Mie storie in corso:
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Mi sono innamorato di te:
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Capitolo 46
*** Capitolo 46 ***


capitolo 46




POV RENÈE

Sono sull’aereo diretta a Forks. Da quando non torno in quella cittadina? Da tanto, troppo tempo. Ma non è questo il momento per farsi assalire dai ricordi e dal sentimentalismo. Sono andata avanti ed anche Charlie è andato avanti e devo dire che ora c’è del tenero tra lui e Claire. Certo c’è una punta di gelosia, in fondo lui è stato e sarà il mio grande amore, ma sono anche felice per lui. È una brava persona e merita di essere felice.

Chi invece ora subirà la mia ira è quel vampiro da strapazzo che ha ferito così la mia bambina. Io credo alle parole di Claire. Lo so che i vampiri si innamorano solo una volta nella loro esistenza lui dovrà guardarmi negli occhi e dirmi che non la ama. Ovviamente non chiederò a Claire di usare il suo potere. Sarebbe ancora più doloroso sapere che la ama e non vuole comunque stare con lei. E se il mio viaggio non dovesse andare a buon fine, me ne farò una ragione e tornerò a casa, sperando di far cambiare idea a quella zuccona di mia figlia. Ancora non riesco a credere che ha accettato di essere incoronata e peggio che ha accettato le condizioni di quei beduini. Eh lo so, non è educato ma quando ci vuole ci vuole.

Dopo molte ore di viaggio atterriamo a Port Angeles, affittiamo una macchina e ci dirigiamo verso Forks.

“Claire, tu verrai dopo di me. Diciamo che dopo un’ora puoi venire. Intanto passiamo da casa di Charlie che faccio una doccia, così non si insospettiscono per l’odore.”

“Va bene Renèe. Vuoi anche dir loro tutta la verità su Bella? Non mi riferisco solo a ciò che farà per accontentare il Ministro e il Consigliere. Hai capito a cosa mi riferisco?” Penso, ho capito a cosa si riferisce. Non so cosa fare. Non vorrei che lui cambiasse idea solo per la storia della mia bambina.

“Non credo. Se deve tornare da lei è perché la ama, non per la sua storia.” Sospiro pesantemente.

“Speriamo vada tutto bene. Mi sono informata sui Cullen. Io conosco solo Carlisle e lui non ha poteri particolari. Mentre Alice sua figlia vede le decisioni future, perciò molto probabilmente i ha viste. Spero solo non abbia avvisato gli altri. Ma da come l’ha descritta Bella, non credo. Poi c’è Jasper che controlla le emozioni, perciò cerca di essere il più calma possibile, qualsiasi cosa accada. Ed infine Edward, lui riesce a leggere nel pensiero, ma credo che con te non ci riesca, come con Bella. Credo che tu e Charlie siate parzialmente coperti con degli scudi mentali molto deboli, e che uniti hanno fatto si che Bella ne possedesse uno molto potente. Però fai comunque molta attenzione a ciò che pensi.” Ecco ci mancava solo questa, già inizio ad innervosirmi. Maledizione. Devo assolutamente mantenere la calma.

Dopo circa un’ora arriviamo a casa di Charlie, è veramente carina. Bella gli ha fatto proprio un bel regalo. Apro con le chiavi che mi ha dato lui prima di partire. Non perdiamo tempo ad osservare l’arredamento, mi fiondo subito in bagno e faccio una doccia veloce, finita la doccia mi preparo, prendo la cartina che  mi ha fatto Charlie e mi avvio verso l’auto.

“Io arrivo tra un’ora, mi basterà seguire la loro scia.” Annuisco e mi avvio verso casa Cullen.

Per fortuna Charlie mi ha dato tutte le indicazioni altrimenti non l’avrei mai trovata in mezzo al bosco. Entro in una stradina, sicuramente mi hanno sentita ma non mi importa. Sono sul piede di guerra. Parcheggio di fronte l’enorme villa bianca. Devo dire che hanno buon gusto. Mi avvicino alla porta e suono il campanello. Non sanno che sono a conoscenza del loro segreto perciò cerano di comportarsi come gli umani.

Ad aprirmi un uomo biondo, dimostra si e no trent’anni, deve essere Carlisle. Devo dire che è molto affascinante, sembra un divo del cinema. Mi sorride affabile ed io ricambio.

“Salve, posso esserla utile?”

“Salve. Se questa è casa Cullen può essermi certamente utile.” Mi guarda sorpreso mentre gli porgo la mano. Non ho paura di lui, di loro.

“”Oh si certo. Ma prego si accomodi così facciamo le dovute presentazioni in casa.” Dice stringendo la mano.

“Certo, la ringrazio. È molto gentile.” Mi sorride e si sposta per farmi passare. Mi conduce in salotto e ci sono altre sei figure. Le osservo in silenzio. Una donna con i capelli color caramello, ha l’aria di essere molto dolce, deve essere Esme. Un ragazzo armadio che mi scruta, dovrebbe mettere paura la sua mole, ma mi sembra simpatico e dai racconti di Bella deve essere Emmett. Una dea della bellezza al suo fianco che mi fissa con superiorità e le regalo un sorriso di sufficienza, sei un vampiro non una dea. Ecco capisco subito che è Rosalie. Poi c’è una ragazzina che mi è subito simpatica, sembra un piccolo folletto. Alice, la veggente. Il ragazzo al suo fianco è un po’ inquietante, ma non mi faccio intimorire e reggo il suo sguardo, ho trovato Jasper. Ed infine con il capo chino e un aspetto trasandato c’è Edward. Devo dire che mia figlia non esagerava con i complimenti, è un figo da paura. Oddio che pensieri, torno a guardare Carlisle.

“Ha finito di fare la radiografia?” Sposto lo sguardo su miss acidità e le sorrido.

“È venuta qui on la sua aria da snob. Senza avvisare. È entrata e ci ha squadrati da sotto fino a sopra. Ma chi si crede di essere la regina della Francia?” Rido sotto lo sguardo shoccato di tutti. Ma cerco di ricompormi subito, non voglio che miss acidità mi spezzi il collo facendomi diventare la sua cena.

“Rose…” Cerca di dire qualcuno ma un suo sguardo inceneritore blocca la protesta sul nascere.

“Devo dire che hai ragione, ma hai sbagliato nazione. Sono la regina della Svezia non della Francia.” A quelle parole tutti strabuzzano gli occhi, solo Alice resta indifferente. Lo sguardo dello stron…ehm di Edward scatta subito su di me. Lo fisso con disgusto e poi sposto la mia attenzione sui signori Cullen.

“Scusate se sono venuta qui senza avvisare, ma sono partita in fretta e comunque non avevo modo di avvisarvi. Sono Renèe Dwight, la madre di Isabella.” Ancora non si riprendono.

“Ah, si ci scusi, noi non ci aspettavamo una sua visita. Io sono Carlisle Cullen, mentre lei…” Lo interrompo.

“So chi siete. La donna al suo fianco è Esme. Devo ringraziarla signora. Isabella mi ha detto che lei è stata estremamente dolce e materna con lei. Qui non aveva un riferimento materno, ma c’era lei che l’ha fatta sentire bene.” Mi abbraccia e inizia a singhiozzare.

“Oh ma si figuri, è come una figlia per me. Poi è così dolce e buona…”

“Forse è troppo buona e poi ci si approfitta di lei.” Frecciatina che il diretto interessato ha colto abbassando il capo.

“Tu devi essere Emmett e tu Rosalie. Mia figlia ti descrive come il fratello che non ha mai avuto. Ogni volta che parlava di te le si illuminavano gli occhi. Ha detto che le davi consigli strampalati ma che avevi sempre la capacità di farla ridere. Mentre voi siete Alice e Jasper. Anche di Alice parla spesso, mi ha raccontato di tutte le ore che ha passato on te e Rosalie a farvi da cavia. Mentre di Jasper, dice che probabilmente è l’unico sano di mente tra i quattro. Mi ha detto anche della preparazione che le avete fatto per il ballo scolastico.” Tutti si irrigidiscono.

“Oh ma che sbadata al ballo mia figlia non ci è andata. Era troppo impegnata a scappare distrutta e in lacrime da Forks. Non capisco come abbia potuto dimenticarlo. Sono proprio una sciocca.” Altra frecciatina. Nessuno fiata.

C’è un silenzio carico di tensione, ma io sono molto calma.

“Ecco…si ehm regina…sua altezza…” Ridacchio divertita.

“Emmett, Renèe va più che bene.”

“Ok, Renèe possiamo accomodarci?”

“Oh ma certo.”

“Renèe vuole…”

“Oh ovviamente datemi del tu. Non mi piacciono i formalismi.” Esme mi sorride.

“Allora anche tu farai così con me e mio marito.”

“Certo, grazie.”

“Allora vuoi qualcosa da bere? Stavo per preparare del caffè.” Rido nuovamente.

“Sentite, conosco l vostra natura e non mi sembra il caso di preparare un caffè. Ti ringrazio per la cortesia, ma non sono qui per il caffè.” Tutti mi guardano stupiti, solo Alice mi sorride ed io ricambio.

“Tu lo sapevi?” Chiede Edward alterato alla sorella.

“Io so tante cose che tu non sai. Potrei sconvolgerti, ma preferisco che tu continui la tua esistenza nella tua ignoranza.” Ahi ahi ahi, parole pungenti. Forse c’è stata qualche scaramuccia tra fratelli.

“Alice.” La riprende ringhiando.

“Oh lascia stare tua sorella. Ha ragione ci sono tante cose che non sai. Tipo che mia figlia è distrutta. Tipo che mia figlia non si regge più in piedi. Oppure che sta vivendo una vita non sua. O che si sta lasciando andare. O che sta facendo la più grande stronzata della sua vita. Ma a te questo non importa. Non la ami vero? Come si dice, l’hai sedotta e abbandonata, l’hai illusa. Ed ora lei si sente altamente insignificante. Si sente immeritevole. Crede che tu sia la perfezione fatta a persona, oh pardon fatta a vampiro. E prima che me lo chiedi anche lei sa della vostra natura. Mi sembra che il segreto che aveva lei sia leggermente diverso e meno importante di quello che tu nascondevi a lei. Oh ma che sciocca è lei a non essere alla tua altezza, è lei con la quale non potrà mai funzionare, è lei la bugiarda. Tu sei solo quello che l’ha presa, usata, rivoltata e poi buttata come un calzino sporco. Mi sbaglio?” nessuno fiata e lui non mi guarda.

“Per la miseria stronzo, quanti anni hai? Almeno abbi il coraggio di guardarmi in faccia e dirmi che le cose che ti ho detto sono tutte vere, perché se fossero tutte false ti brucerei all’istante. Ma sai quale è la cosa peggiore, è che per lei tu hai preso la decisione giusta. Ora grazie a te, lei pensa di non essere alla tua altezza, pensa che tu sia troppo per lei, pensa che lei non vale niente rispetto a te. Invece vuoi sapere cosa penso io? Penso che tu sia solo un fottuto bastardo. Penso che sei la persona più orribile di questo mondo. Come hai potuto illudere così una persona come lei? Lei darebbe la vita per te. Poi non ha fatto una piega quando è venuta a conoscenza della vostra natura. Sai cosa mi ha risposto quando io le ho chiesto se aveva paura? Lo sai? No certo che non lo sai. Bhè te lo dico io. Mi ha detto che non ha mai conosciuto persone meravigliose, buone e gentili come la famiglia Cullen. Ha detto che sapeva che avevate un segreto, ha notato le differenze, ma a lei non importava. Inoltre le ho fatto notare che anche tu nascondevi un segreto e di conseguenza anche tu sei un bugiardo, proprio come tu hai definito lei. Ma lei ancora una volta ha spezzato una lancia in tuo favore dicendo che tu sei stato più di una volta in procinto di confessarle il tuo segreto, ma che dai tuoi occhi si vedeva che non eri pronto e che è stata lei stessa a dirti di parlare quando saresti stato pronto. Hai capito? Lei si prende le tue colpe. Crede veramente a ciò che dice e questo è tutto merito tuo. Ora guardami negli occhi e dimmi che non la ami, dimmi che per lei non provi nulla ed io sparirò così come sono venuta e non sentirai più parlare di me o di mia figlia. Guardami negli occhi e dimmelo.”

I secondi passano, ma non accenna a parlare. Poco dopo tutti si voltano verso la vetrata, ma lui ha ancora lo sguardo basso. Dalla vetrata entra Claire.

“Ciao Carlisle.”

“Oh Claire, che piacere vederti. Possiamo…”

“No tranquillo Carlisle, io sono con Renèe, sono la tata di Bella e prima lo ero di sua madre. Sono stata io a svelare il nostro segreto a bella. Lei ha notato tanti particolari ma non mi ha mai chiesto nulla. Così quando ha nominato il tuo cognome, ho capito che era il momento di dirle la verità.” Tutti i fissano sbigottiti, mentre io ancora fisso il vampiro fonte della sofferenza della mia bambina.

“Ehm…Renèe, credo che sia meglio che andiate via.” Ci spiega Alice.

“Senza una risposta da qui non mi muovo.” Dico senza spostare lo sguardo.

“Lo dico per il vostro bene. Vedi…”

“Oh ma che bel quadretto familiare. Devo sapere qualcosa?”

 

Ehi dolcezze, lo so dovevo postare domani, ma l’esame è stato rimandato a mercoledì così ho deciso di batterlo ora che avevo un po’ di tempo. E il prossimo mercoledì. Allora che ne dite? Eddy caro non riesce a trovare le parole? Le ha perse? Ovviamente nel prossimo capitolo ci sarà il seguito di questo incontro e sarà un pov Edward. A mercoledì un bacio Mary. Aspetto i vostri commenti.

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Forse non mi hai mai amata
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Non voltarti indietro...o forse si:
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Uno scontro che ti cambia la vita:
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Capitolo 47
*** Capitolo 47 ***


capitolo 47




POV EDWARD

“Oh ma che bel quadretto familiare. Devo sapere qualcosa?” Alzo di scatto la testa. Da quando ho abbandonato la mia ragione di vita non sono più attento a ciò che mi circonda. Le parole di Renèe mi hanno fatto molto male, tanto, troppo. Sono un essere spregevole. Aspetta una mia risposta, ma non posso continuare con il mio angelo. Io sono un mostro, un essere senza cuore, lei merita di meglio. Ecco si è presentata la mia occasione.

“Non lo fare per favore. Non sai a cosa rinunci così. Non rinunci solo a lei. Ti prego Edward, per una volta segui il tuo cuore. Fallo per te, per lei. Per voi.” Il pensiero di Alice mi arriva chiaro in testa, ma non posso. Mi dispiace sorellina.

“Tanya, tesoro. È un piacere rivederti. Non sai quanto ho atteso una tua visita.” Tutti mi guardano stralunati. Anche Tanya, non ho mai mostrato interesse per lei, ed ora ovviamente ha capito che c’è qualcosa che non va, assottiglia lo sguardo. Sento gli occhi infuocati di Renèe su di me.

“Ti reggo il gioco ma dovrai spiegarmi tante cose. Stupido che non sei altro.” Per fortuna non si è opposta.

“Ciao Edward, tesoro, anche io sono felice di rivederti. Mi sei molto mancato.” Odio la sua voce stridula. Confronto alla dolce melodia del mio angelo, questa sua voce mi da fastidio. Per rendere più credibile il tutto agli occhi di Renèe, mi avvicino a Tanya e le cingo la vita con il mio braccio e le poso un bacio sul collo.

“Mi fai schifo.” Emmett, hai ragione.

“Sei un porco.” Rose, lo faccio per lei.

“Non ti credevo così Edward. Sei caduto veramente in basso.” Jasper per favore, tu senti le mie emozioni, sai che non è vero.

“Figlio mio cosa stai facendo, cosa stai facendo. Non ti riconosco più.” Papà perdonami per favore.

“Edward…” Mamma…

“Edward, ok il gioco, ma non allargarti troppo.” Grazie Tanya sei proprio comprensiva, non eri mica tu quella che si è fatta trovare in baby doll nel mio letto, no?

“Stai mentendo, riconosco la verità dei pensieri. Ma se fai questo vuol dire che la mia Bella non ti merita. È meglio così.” Resto stupito del pensiero di Claire, ha capito tutto, ma sono sicuro che non dirà nulla a Bella.

“A volte i gesti valgono più di mille parole. e i tuoi gesti sono stati molto chiari. Claire, non abbiamo più nulla da fare qui, possiamo tornare in Svezia. Abbiamo una festa di fidanzamento da organizzare.” Mi ghiaccio sul posto. Che festa di fidanzamento?

“Ah prima che mi dimentichi, sabato ci sarà una festa a palazzo. Isabella sarebbe felice di rivedervi. Poi domenica ci sarà l’incoronazione e a seguire il matrimonio. Si sposerà con un Conte.” Sono morto di nuovo. No, no, non può essere, non è possibile. Lei è solo mia, non può sposare un altro uomo. Nessuno merita il suo amore. Lei deve amare solo me. Nessuno potrebbe mai amarla, venerarla, adorarla e proteggerla come me. Nessuno, io devo essere l’unico. Stringo inconsapevolmente la presa sulla vita di Tanya, che molto “gentilmente” mi da una gomitata.

“Ma-matrimonio? Q-quando l’ha deciso?” Chiede Alice balbettando.

“Ieri sera, sono venuti…”

“Chi si sposa?” Oddio i Volturi no. Ora uccideranno la madre della mia amata. Devo proteggerla, almeno questo. Dopo tutto il male che le ho fatto devo proteggere sua madre.

“Aro, amico mio. È da tempo che non ci vediamo. Come mai da queste parti?” Tutti sono tesi e nervosi e tutti pensano che devono proteggere Renèe. Ma stranamente lei e Claire sono molto tranquille. Non leggo nelle loro menti, non leggo più nella mente di nessuno. In questi giorni ho imparato ad escludere tutti.

“Carlisle vecchio mio. C’era un gruppo di neonati che dava molto fastidio nei pressi di Los Angeles, e dato che ci trovavamo qui in America abbiamo pensato di farti visita. Disturbiamo?” Ci sono tutti i membri più pericolosi e i tre capi. Maledizione, qui ci fanno fuori tutti ed io non avrò più l’occasione di rivedere, almeno un’altra volta il dolce viso del mio amore.

“Oh ma cosa abbiamo qui?” Si volta verso Renèe, io invece mi piazzo davanti a lei in posizione di difesa. Tutti trattengono il fiato mentre Aro mi guarda divertito.

“Ahahah, credi di poter fare qualcosa giovane Cullen? Non ti facevo così sfrontato e sprovveduto.”

“Tu togliti immediatamente. Vuoi per caso apparire diversamente ai miei occhi? Non ho bisogno della tua protezione.” Le sue parole sono infuocate ed io faccio come mi ha chiesto, ma le resto sempre vicino.

“Aro, è un piacere rivederti.” Cooooosaaaaa? Aro e Renèe si stanno abbracciando?

“Renèe tesoro, non avrei mai pensato di vederti qui. In casa di vampiri, certo vegetariani ma pur sempre vampiri.”

“Oh ero solo venuta ad invitarli ad un matrimonio?”

“Un altro? Credevo che amassi Phil.”

“Ahahah, oh si certo che lo amo. Ma non sono io a sposarmi.” Gli porge la mano e vede tutto. Ma proprio tutto. Infatti il suo sguardo si posa furioso su di me.

“Così la mia piccola Isabella si sposa.”

“Ovviamente il matrimonio avverrà di sera, così non ci saranno problemi per voi.”

“Oh Claire ti trovo bene. Allora avete detto a Bella della nostra natura. È sorprendente la sua reazione. Ho sempre saputo che è una ragazza speciale. Sotto tutti i punti di vista.” Si guardano intensamente. C’è qualcosa che non so. Mi concentro sui pensieri di Aro ma li tiene ben celati. Mentre da Renèe non riesco a percepire molto. Maledizione.

“Ma a quanto ho capito non sposa l’uomo che ama.” Mi guarda con odio.

“No, Isabella ha detto che in una coppia ad amarsi bisogna essere in due. Nella sua precedente relazione l’amore era unilaterale. Così ieri quando il Ministro e il Consigliere le hanno fatto questa proposta lei ha accettato senza remore. Io e Charlie ci siamo opposti, abbiamo cercato di farla ragionare, ma lei è stata irremovibile.” I tre capi annuiscono e non aggiungono altro. Poi vedono il mio braccio che è tornato a cingere la vita di Tanya e l’odio nei loro occhi aumenta, mentre un ringhio sommesso arriva da Caius.

“Ora scusate ma devo andare via. Ho un aereo da prendere ed un matrimonio da organizzare.” Quelle parole hanno il potere di far cedere il mio corpo, ma Tanya mi stringe così non cado. Appena sarò solo potrò crollare di nuovo. Potrò tornare nel mio baratro che questa volta è più profondo.

“Certo Renèe, ci vediamo la prossima volta e saluta la nostra piccola Isabella. Finalmente potremo conoscerla di persona e non accontentarci più solo delle sue foto.” Ancora non capisco come si trovi un vampiro con Renèe e come faccia a conoscere i Volturi.

“Spero di rivedervi presto e scusate ancora l’interruzione. Dovevo tentare il tutto per tutto.” Non da tempo a nessuno di rispondere che lei e Claire si dirigono alla porta e vanno via. In casa regna il silenzio più assoluto. Tanya si sposta, finalmente libera dalla mia sceneggiata.

“Allora piccolo Cullen, quale è stata la tua reazione al sangue di Isabella?” Tutto mi aspettavo ma non quella domanda.

Mi riprendo e mi decido a rispondere.

“La prima volta che l’ho sentito volevo prenderla e dissanguarla. Non avevo mai sentito nulla del genere. Cantava per me, e sono sicuro che non ci sarà nessun sangue come il suo. Poi la second…”

“La seconda volta invece ti mandava in estasi. Non potevi più farne a meno, ma non per farle del male. Dovevi avere sempre quella fragranza per te. Quella fragranza che canta solo per te. Quella fragranza che riconosceresti tra milioni e milioni di odori. Quella fragranza che sarà unica e l’unica per te. Hai semplicemente trovato la tua cantante. Meglio nota come anima gemella.” Tutti guardiamo Marcus sbalorditi.

“Conosci il destino delle cantanti e dei loro vampiri?” Diniego con il capo.

“Bene, non farò molti giri di parole. lei morirà.” Guardo Aro allucinato. Anche la mia famiglia. Mio padre cerca di parlare ma Aro, con un gesto della mano lo zittisce.

“Sai perché morirà? Ovviamente no. Te lo spiego io. Intanto ci accomodiamo. Esme, cara, ti dispiace se ci accomodiamo?”

“Oh ma certo che potete accomodarvi. Scusate la poca ospitalità, ma sono successe tante cose in poco tempo, anzi in pochi minuti.”

“Non preoccuparti cara, abbiamo capito la situazione.” Fa tutto con una lentezza snervante. Ma io devo sapere. Si tolgono i mantelli, poi li piegano, poi li danno ai loro schiavetti, poi…basta.

“Aro, smettetela. Arrivate al dunque.”

“Giovane Cullen ti ho già detto che sei sprovveduto? Aggiungo anche sfrontato. Allora possiamo iniziare. Bene, come ha già detto mio fratello la cantante è l’anima gemella di un vampiro. È molto raro trovarla, anzi se non erro tu sei forse il terzo o il quarto ad aver avuto questa fortuna. Che ovviamente tu hai mandato all’aria. Tu non potrai mai amare nessun’altra per l’eternità e lei non potrà amare nessun altro. Solitamente chi ha questa fortuna trasforma la propria cantante. Tu l’hai lasciata, ora cosa succede ad un intero quando viene separato? Semplice perde di valore. Insieme vi completate divisi vi annientate. Se tu credi di poter sopportare il dolore, sei uno sciocco. Quello che stai passando è solo l’inizio. Certo potrai resistere, nel migliore dei casi, un secolo al dolore, ma poi lentamente ti spegnerai da solo. Mentre per la tua cantante le cose andranno peggio. Lei si spegnerà presto, molto presto. È umana e il dolore che prova non può essere contenuto nel suo debole corpo. Certo per Isabella però la questione è diversa. Però io vi ho detto delle cantanti in genere.” Nooooo, non è possibile. Non può accadere una cosa del genere al mio amore. Non posso esser stato così meschino, così crudele, così mostro. Il troppo dolore mi fa cadere a terra. Non riesco a rialzarmi, non ho forze, cado nel buio.

“Edward, Edward figliolo mi senti? Edward.” Uno schiaffo mi fa riprendere. Guardo mio padre confuso. Tira un sospiro di sollievo e così anche la mia famiglia e Tanya. Mi guardo intorno, sono nella mia camera.

“Cosa è successo?” Mio padre aggrotta le sopracciglia e risponde.

“Veramente credo che tu sia svenuto a causa del dolore. Non ho altre spiegazioni. Sei stato in questo stato per un giorno circa.” Un giorno.

“Aro e gli altri sono andati via. Ci ha spiegato che il destino di Bella non è quello delle altra cantanti. Non ci ha voluto spiegare cosa intendeva quando diceva che è particolare e del perché il suo destino è diverso.” Annuisco rilassato. Bene io posso morire anche ora, ma il mio angelo deve vivere a lungo.

Si sposa e non sarò io l’uomo che l’aspetterà sorridente e colmo d’amore all’altare.

Si sposa e non sarò io l’uomo a cui giurerà amore eterno.

Si sposa e non sarò io l’uomo che diventerò suo marito.

Si sposa e non con me.

 

Ehiiiiiii ragazzeeeee. Ciaoooooo. Allora scusate ancora per il ritardo ma vi ho spiegato a cosa era dovuto. Allora cosa mi dite del capitolo? Sorprese? Solo in una recensione è stato indovinato il personaggio a sorpresa. Comunque vi lascio, volevo dirvi che non manca molto alla fine. Non so quanti capitoli con precisione, ma non molto. Aspetto i vostri commenti. A domani un bacio Mary.



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Capitolo 48
*** Capitolo 48 ***


capitolo 48




POV BELLA

Tre giorni. Tre maledettissimi giorni e sarò regina. Tre dannatissimi giorni e mi sposerò. Non ci voglio pensare. Non ci posso pensare. Ma cosa mi è saltato in mente quando ho accettato? Cosa pensavo quando ho detto si?

I miei amici appena l’hanno saputo hanno urlato come pazzi. Jake voleva andare a far fuori quei pazzi che mi hanno proposto quel compromesso. Leah e Ash si sono messe a piangere, non dopo avermi supplicata di cambiare idea. Seth, lui è semplicemente rimasto in silenzio con lo sguardo perso nel vuoto.

Billy, Sue e Harry non hanno detto niente ma i loro sguardi parlavano più di mille parole.

Phil e Claire quasi non li riconoscevo. Erano sempre tristi e silenziosi.

E infine c’erano loro. I miei genitori. Sembravano dei fantasmi. Ho sorpreso più di una volta mio padre piangere silenziosamente. Ho sentito più di una volta la porta della camera mia che veniva a aperta e chiusa e mia madre piangere. Ovviamente tutto questo mentre loro credevano che io dormissi. Ma oramai non so più cosa significa dormire. Non so più cosa significa vivere. Inoltre i miei giramenti di testa e le mie nausee sono aumentati. Sicuramente è lo stress e la sofferenza che mi porta a stare male. In altre circostanze avrei creduto di essere in dolce attesa. Ma questa ipotesi l’ho scartata per due motivi. Uno l’unico con cui sono stata è un vampiro a cui non è concesso procreare, e due io stessa non posso procreare. Perciò ho scartato questa opzione, anche se avrei tanto voluto avere un figlio. Cioè non volevo un figlio, volevo Suo figlio, almeno avrei avuto un pezzo di lui sempre con me. Magari un bel maschietto con gli occhi dorati e i capelli bronzo e perennemente scompigliati. Ma mai potrò avere questa possibilità, sfortunatamente o fortunatamente. Sfortunatamente perché non voglio un figlio da un altro uomo che non sia lui, fortunatamente perché non posso avere un altro figlio da un uomo che non sia lui. Certo sposo un uomo che non è lui, ma in fondo lui mi ha lasciato ed io devo andare avanti per il mio popolo, anche se faccio tutto tranne che andare avanti.

TOC TOC

“Avanti.” Dico flebilmente. La porta si apre e appare mia madre, stanca e sofferente, ma c’è una luce nuova nei suoi occhi. Felicità. È da un po’ che non è felice. Non faccio altro che darle preoccupazioni in questi giorni. Però non capisco come mai sia felice. Quando è tornata da quel viaggio di lavoro dire che era triste era veramente poco. Sembrava amareggiata, delusa, ma non le ho chiesto nulla.

“Buongiorno tesoro.” Mi posa un bacio tra i capelli.

“Buongiorno mamma.”

“Oggi vai a provare il vestito per questa sera?” La pesante realtà mi provoca una fitta dolorosa al cuore. Oggi c’è la festa di fidanzamento. Oggi conoscerò l’uomo che devo sposare. Un conte.

“Si mamma. Vado in paese a fare l’ultima prova. Faccio un breve salto in orfanotrofio e saluto i bambini. Mi dispiace che non possano venire, ma le suore hanno detto che non è una festa per bambini.” Annuisce, vuole aggiungere qualcosa ma poi tace.

“Allora io vado. Oggi c’è una sorpresa per te. Come vai in paese?”

“Faccio una passeggiata come al solito. Oramai i fotografi hanno perso interesse ed io sto tranquilla. Poi con tutte le protezioni che ci sono nei paraggi non credo di correre rischi, anzi non ne ho mai corsi. Certo potrei inciampare sui miei stessi piedi, ma quello è normale.” Ridacchio affatto divertita ma almeno riesco a strapparle un debole sorriso. Certo sono anche curiosa per la sorpresa, ma oramai tutto ha preso interesse. Dopo un altro bacio esce dalla mia camera ed io mi alzo per andare a fare una doccia. Ovviamente la mia solita nausea si fa sentire e corro in bagno.

Dopo essermi ripresa, mi lavo e mi preparo e scendo per prendere un caffè.

“Buongiorno.” I miei amici si voltano con sguardi affranti e mormorano un leggero buongiorno.

“No ragazzi, calma un po’. Troppo entusiasmo fa male, eh!” Dico loro sarcasticamente, ma ovviamente mi lanciano solo sguardi sofferenti.

“Come fai a pretendere che siamo entusiasti? Questo non è un giorno di festa per noi.” Dice Jake furente. Abbasso il capo sofferente. Ha ragione, ha maledettamente ragione. Leah lo ammonisce con lo sguardo, ma io esco dalla stanza senza salutare nessuno e mi avvio sotto la pioggia. Non ho un ombrello con me, non mi importa. In quasi un’ora arrivo in paese, ci ho impiegato tanto tempo, ma andare dal sarto per la prova dell’abito di stasera equivale a concretizzare il tutto, ed io non voglio, non posso. Non voglio sposare un altro. Non posso sposare un altro. Ma devo.

Amore mio dove sei? Cosa fai? Sei felice? Spero di si. Spero che tu abbia trovato la tua felicità. Spero che tu abbia trovato una persona, umana o vampira, adatta a te. Spero che non mi dimenticherai mai.

“Buongiorno Bella.” Mi sorride il sarto amorevole.

“Buongiorno, sono qui per l’ultima prova.”

“Certo vieni.” Mi porta in camerino e mi lascia il vestito. È molto bello, lo ammetto. Voleva che fosse blu, ma io mi sono opposta. Non posso indossare qualcosa di blu per fidanzarmi con un altro. Non dopo che Lui mi ha detto che il blu è un colore che adora se indossato da me. Il vestito è nero. Semplice, nulla di sfarzoso. È nero non perché sia elegante, ma perché per me questo non è un giorno di festa.

“Sei bellissima con questo vestito. Sei sempre stata bellissima però. Sei sicura di fare la scelta giusta? Non devi pensare al tuo popolo, per noi ci sono i Ministri e i Consiglieri, non abbiamo per forza bisogno di una regina.” Sospiro pesantemente. No, non è la scelta giusta.

“Si, sono sicura.” Mi sorride debolmente ed io ricambio.

Appena finisco la prova vado in orfanotrofio a giocare con i bambini. Appena mi vedono urlano di gioia, con loro riesco a placare un po’ della mia sofferenza. Ma anche questa flebile felicità dura poco. Arriva l’ora di tornare a casa. L’ora di prepararsi per la festa. Urrà.

Riprendo il percorso verso casa. La pioggia continua a scendere, sembra quasi che mi stia incitando a piangere e l’accontento. Il troppo dolore mi porta a sedermi contro un tronco, rannicchio le ginocchia e inizio a piangere. Piango perché non voglio questa stupida festa. Piango perché non voglio sposarmi. Piango perché non voglio diventare regina. Piango perché lo amo ma lui non mi ama. Piango.

Non riesco a bloccare le lacrime e non voglio bloccarle. L’unica cosa che voglio sono le sue braccia forti e fredde a proteggermi. L’unica cosa che voglio è Lui. Ma Lui non lo avrò più. È stata una favola, un sogno. Il mio sogno.

Continuo a piangere quando ad un tratto sento delle braccia fredde abbracciarmi forte. Un piccolo sorriso sorge sulle mie labbra.

“Una principessa non dovrebbe mai piangere. Dai fammi un sorrisino o sei arrabbiata con me?” Sorrido, sorrido veramente questa volta.

“Come potrei essere arrabbiata con te? In fondo mi hai fatto il regalo migliore del mondo.” Mi guarda curioso con quei suoi occhi dorati.

“Cosa?”

“Ma il libro del Kamasutra ovviamente.” Ride sguaiatamente.

“Come mi sei mancata scricciolo.”

“Anche tu orso.” Ci abbracciamo e continuo a piangere.

“Ehi tu, vuoi rovinarmi la materia prima con tutte quelle lacrime? Poi mi sento molto offesa, io dovevo essere la prima a riabbracciarti non quella specie di bambino troppo cresciuto.”

“Oh scusa tanto nana, ma preferisco abbracciare gli uomini piuttosto che le donne.” Un altro sorriso vero sulle mie lebbra e vengo strappata dalle braccia dell’orso per finire tra quelle di un folletto.

“Vedi che mio marito non è un bambino troppo cresciuto…è un bambino e basta.” Ora rido di cuore vedendo la faccia imbronciata dell’orso alle parole della moglie. Vado verso la dea della bellezza e ci stringiamo forte.

“Bella.”

“Rose.”

“Come siamo felici qui.” Jasper, la tranquillità fatta a persona.

“Merito anche io un abbraccio?” Resto piacevolmente sorpresa dalle sue parole, non è mai stato così aperto, almeno non con me.

“Ma certo che meriti anche tu un abbraccio. Anzi due, uno per consolarti, sai con una moglie come la tua…” Lascio la frase in sospeso mentre lo abbraccio.

“Ehi, cosa vorresti dire?” La nana si imbroncia teneramente.

“Bambina mia.” Mi volto e ci sono Carlisle ed Esme, corro nelle loro braccia. È l’abbraccio di persone che mi considerano una figlia e che io considero come genitori. Tra le loro braccia le lacrime prendono di nuovo vita.

“Ssh, non piangere.” Mi sussurra dolcemente Esme.

So che non ci sono altri Cullen. So che lui non c’è, non mi aspettavo loro figurarsi lui. Ma non fa niente, con loro posso affrontare più serenamente le conseguenze delle mie scelte. Mi stacco da loro, gli devo delle scuse.

“Io vi devo delle scuse. Vi ho mentito, non l’ho fatto per cattiveria o per prendervi in giro, ma solo perché non volevo falsi amici e perché volevo essere accettata per ciò che sono e non per ciò che rappresento. Io…”

“Bellina, mi pare che anche noi ti abbiamo mentito. L’abbiamo fatto sia perché avevamo paura di non essere accettati per la nostra natura e sia perché una nostra legge lo vieta. Ovviamente persone normali non si sarebbero mai avvicinati a noi, o sarebbero scappati a gambe levate, tu invece sei qui e ci abbracci. Tu ci vuoi ancora bene, e poi diciamola tutta non c’è paragone tra i due segreti.”

“Emmett, io non sarei mai scappata e non sono scappata. Io ti voglio bene, vi voglio bene, per le splendide persone che siete, non mi avete mai fatto paura e mai mi avete fatto del male. Siete delle persone meravigliose e se gli altri non lo capiscono , bèh peggio per loro, non sanno cosa si perdono.”

“Oh Bellina, piangi un po’.” Lo guardo sconcertata.

“Il tuo discorso è stato commovente, io non posso piangere e piangi tu al posto mio.” Che logica contorta ma l’unica cosa che mi riesce è ridergli in faccia, invece gli altri lo guardano chi rassegnato chi shoccato.

“Quando siete arrivati?”

“Pochi minuti fa. Tua madre ci ha detto che eri andata in paese, ma che saresti dovuta tornare già da un po’. Eravamo preoccupati e siamo venuti a cercarti.” Dice Carlisle. Arrossisco e abbasso lo sguardo.

“Dai ora torniamo a casa, mi devo preparare per questa sera. vi hanno già dato le camere? Vi fermate un po’ vero?” Chiedo terrorizzata per una loro imminente partenza.

“Certo è tutto sistemato. Tua madre sapeva che saremo venuti. Resteremo fin dopo il…il…m-ma…”

“Il matrimonio.” Concludo al posto di Rosalie. Mi guardano sofferenti ma io gli regalo un sorriso, nuovamente triste.

“Dai andiamo. Alice, Rose mi aiuterete a prepararmi per questa sera? Ah ci sono anche i lic…”

“Si, si abbiamo già avuto il piacere di incontrarli. Diciamo che Black non è stato molto felice di vederci.” Dice Jasper ridacchiando forse al ricordo del loro incontro.

“Mi scuso a nome suo. È molto irascibile in questo periodo.” Dico imbarazzata.

“Non preoccuparti cara, ora andiamo altrimenti prenderai un raffreddore.” Annuisco e inizio a camminare. Non faccio un passo che mi sento sollevare da terra e sfrecciare alla velocità della luce.

“EMMEEEEETTTTTTTTT!”

 

Ciao dolci donzelle, allora che mi dite del capitolo? Ci avviciniamo sempre più alla fine. Nel prossimo capitolo ci sarà la festa. Ora vado che sono di fretta, aspetto i vostri commenti che come sempre sono apprezzatissimi. Ringrazio tutti. A domani, un bacio Mary.


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Eternità:
 
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L’amore va oltre il tempo:
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Ritrovare lei, ritrovare loro:
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Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di S. Meyer.

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Capitolo 49
*** Capitolo 49 ***


capitolo 49




POV BELLA

Sono felice che i Cullen siano qui stasera. Certo è una felicità effimera, ma è pur sempre felicità. Appena ho sentito la voce di Emmett ho capito che sarebbero stati in sei e non in sette. Non pretendevo neanche che venisse alla mia festa di fidanzamento. Avrei voluto più che altro che venisse qui da me e mi dicesse di non farlo perché mi ama. Io avrei mollato tutto e tutti e sarei andata via. Ma evidentemente devo smetterla di sperare inutilmente. Lui non c’è. Lui non verrà. Lui si rifarà una vita. Devo farmene una ragione.

“Bella, come stai?” Mi chiede gentilmente Rose.

“Un po’ agitata. Sai mantenere l’etichetta, evitare di inciampare nei miei stessi piedi…”

“Sai bene che non mi riferivo a questo. Come stai?” Sorrido tristemente.

“Male Rose. Ma se lui è felice io sono felice per lui. Ha fatto la sua scelta, gli auguro tutta la felicità e l’amore del mondo. È un ragazzo buono ed eccezionale, si merita solo il meglio, ed io non ero il meglio per lui. Gli auguro di trovare una compagna che lo ami follemente e che lui ami follemente. Gli auguro di trovare la felicità che io non sono riuscita a dargli.” Mi guarda tristemente.

“Come…come fai a parlare così bene di lui dopo tutto ciò che ti ha fatto?”

“Lo amo, e per le persone che si ama si vuole solo il meglio.”

“Si ma tu sei triste.”

“La sua felicità è la mia.” Rispondo prontamente.

“Sei una persona eccezionale Isabella Swan. Tu sei il meglio per tutti. Anche per quel testone di mio fratello che si è lasciato scappare una donna del genere. Lo sai che lui ti…”

“Ragazze siete in vena di confidenze e non mi chiamate?” Esclama Alice sulla porta della mia camera. Con lei ci sono Leah e Ash. Devo dire che la convivenza tra lupi e vampiri sta andando meglio del previsto.

“Oh no, nessuna confidenza Alice. Stavamo parlando del conte. Sapete non l’ho ancora visto. Speriamo sia carino.” Esclamo con un sorriso falso. Intanto noto l’occhiataccia di Alice a Rose. È curioso ma non mi importa.

“Allora, mi fai vedere il tuo vestito? Il sarto l’ha appena consegnato.” Dice felice Alice. Le faccio cenno di aprire la custodia e tutte restano incantate.

“È bellissimo.” Esclamano tutte e quattro in coro.

“Bells ma perché nero? Non potevi prenderlo di un altro colore?” Deglutisco a vuoto alle parole di Leah. Rose ed Alice capiscono la mia scelta.

“Oh ma Leah, è una occasione importante e il nero è il colore più elegante in questo caso.” Salvata in corner da Rose che mi lancia uno sguardo triste mentre io abbasso lo sguardo.

“Allora ci prepariamo?” Dico, così almeno la nostra attenzione verrà spostata su altri argomenti. Mi alzo di scatto ma un improvviso giramento di testa mi fa cadere contro Rose che mi afferra prontamente.

“Bella? Bella stai bene?” Mi chiedono tutte allarmate. Mi ricompongo in fretta. Ma devo correre in bagno. Maledizione, più vado avanti nel tempo e più peggioro. Spero solo che dopo questo periodo possa finalmente riprendermi.

Sento della mani fredde scostarmi i capelli dalla fronte.

“Esci, non è un bello spettacolo.”

“Ho visto di peggio.” Mi canzona sbuffando. Mi aiuta a rialzarmi e a lavare la faccia.

“Va meglio?” Annuisco e torniamo in camera.

“Bella, sono quasi due settimane che vai avanti così. Cosa hai?” Rose mi guarda sbalordita.

“Sono due settimane che hai…” La stoppo, tanto vale esser chiara con tutte.

“Non sono incinta. Ho avuto rapporti solo con un vampiro, ed io da bambina ho avuto un incidente e non sono in grado di procreare. Sarà il nervosismo e l’agitazione.” Leah e Ash si annuiscono e vanno nelle loro camere per prepararsi, mentre Alice e Rose si guardano in cagnesco.

“Cosa vi prende?” Chiedo, ora sono veramente curiosa.

“Niente, Rose voleva truccarti. Ma dobbiamo fare una cosa ciascuno. Lei si occupa dei capelli ed io del trucco.” Rose le lancia un’occhiataccia, forse non è d’accordo con la decisione della sorella.

“Allora principessa ora si accomodi sulla regale sedia che le sue dame di compagnia la metteranno a nuovo.” Ridiamo tutte e tre alla battuta di Rose.

“Oh ma le mie dame di compagnia sono a conoscenza del fatto che saranno anche le mie damigelle?” Mi guardano sorprese e poi mi abbracciano dalla felicità.

“Ma ci pensi Rose, saremo le damigelle della futura regina. Ma ora mi sorge un dubbio chi sarà il tuo testimone?” Chiede Alice curiosa. Mi ha spiegato il suo potere ed anche che non riesce a vedere le mie decisioni. Inoltre con i lupi non vede proprio nulla.

“Diciamo che sarò una regina anticonvenzionale. Loro mi hanno scelto lo sposo ed io mi sono scelta i testimoni. Prima era solo uno, ora sono due.”

“Spero che questo sia uno scherzo.” Esclama indignata Alice.

“Posso sapere anche io?”

“Ha scelto il cane e tuo marito. Ma dico io testimoni più normali no? Potevi prendere Seth e mio marito invece dei due armadi.”

“Ehi cosa avresti da dire sul mio Emmett?”

“Nulla, nulla. Vabbè hai deciso, ora dobbiamo metterci all’opera.” Ma non riesce a finire la frase che un tornado scaraventa la porta.

“Bellina, veramente mi hai scelto come tuo testimone?”

“Emm si, se mi fai arrivare viva al matrimonio.” Subito molla la presa su di me e torno a respirare.

“Come sono felice. Grazie. Mi hai reso molto felice.”

“Oh Emm sei stato il mio primo amico, sei il mio migliore amico, è il minimo questo.”

“Ora scimmione vai via. Ma come sei conciato?” Gli urla la moglie. Infatti ha la camicia mezza abbottonata, i boxer e i calzini. Io e Alice scoppiamo a ridere, Rose aspetta una spiegazione con le mani sui fianchi, mentre Emm se potesse sarebbe rosso fino alla punta dei piedi.

“Oh Rosellina mia non arrabbiarti. Mi stavo vestendo con calma e intanto ascoltavo i vostri discorsi. Appena ho saputo che Bellina mi vuole come testimone sono volato qui.”

“Ehi cosa è stato quel boato?” Sulla porta appare un Jasper elegantissimo nel suo smoking nero.

“Jasper, sei un figo da paura.” Gli dico sorpresa. Alice ridacchia mentre lui si gratta i capelli imbarazzato.

“Oh bèh…grazie. Emmett come sei conciato?”

“Ah fratello non puoi capire. Vieni in camera mia che ti spiego tutto.” Dicendo così si tira il fratello dietro e spariscono dopo avermi risistemato la porta. Rose è esasperata. Alice ride a più non posso ed io sono ancora sorpresa da Jasper.

“Bella, non sei rimasta sorpresa nel vedere l’orso in mutande, ma nel vedere mio marito in smoking si.” Mi imbarazzo.

“Ecco…vedi…l’ho sempre visto serio, composto. Oggi è uno schianto da paura. Sta veramente bene con lo smoking. Complimenti Alice hai fatto un’ottima scelta. Rose invece per te mi dispiace.” Mi unisco alla risata di Alice. Rose prima ci guarda furente e poi ride anche lei.

“Dai il tempo delle risate è finito, ora dobbiamo preparare la nostra principessa.” Iniziano ad acconciarmi i capelli e a truccarmi. Dopo circa due ora hanno finito. I capelli li hanno raccolti in una acconciatura alta ma semplice ed elegante. Mentre il trucco è un po’ scuro in tono con il vestito, ma perfetto e non volgare. Quasi non mi riconosco quando mi guardo allo specchio.

“Wow ragazze, mi avete resa…bella. Non sembro neanche io.”

“No tu sei già bellissima. Abbiamo solo valorizzato ciò che già è presente. Ora ti aiutiamo ad indossare il vestito, così eviti di rovinare i capelli.” Con calma mi aiutano ad indossare il vestito e le scarpe.

“Bella sei favolosa.” Mi dicono mentre mi guardano allo specchio.

“Il conte e tutti i presenti non avranno occhi che per te.” A questa affermazione mi rabbuio. Io voglio solo un paio di occhi dorati, non altri.

“Si.”

“Ehi.” Alice mi asciuga una lacrima che non avevo sentito scendere.

“Scusate ragazze, avete lavorato così tanto ed ora io sto rovinando il vostro lavoro.”

“Tranquilla, sono trucchi resistenti all’acqua e poi piangi quando vuoi.” Mi dicono abbracciandomi. Ma non posso continuare a piangere, devo andare avanti.

“Dai ragazze basta sentimentalismi, andate a prepararvi, io vi aspetto qui.” Escono in fretta dalla mia camera e subito dopo entra mio padre.

“Sei meravigliosa.” Mi volto verso di lui e gli sorrido, un sorriso che non arriva agli occhi, proprio come il suo.

“Perché? Dimmi perché bambina mia. Nessuno ti obbliga, per favore ri…”

“Basta papà, so che non vuoi. Non lo vuole nessuno eccetto me. Ho preso la mia decisione e intendo rispettarla.” Cambia discorso rassegnato.

“Ho parlato con Carlisle ed Esme. Sono persone eccezionali.”

“Sono tutti adorabili. Sono persone fantastiche. Sono stata molto fortunata ad incontrarli. Credo che non avrò mai amici come loro e mai altri genitori come loro.” Sorrido sinceramente questa volta.

“Altri non avrebbero permesso loro di venire. Tu sei speciale.”

“Papà loro non hanno colpe. Anche Edward non ha colpe. Non si può costringere ad amare. Si soffrirebbe di più così. È stato meglio così. Sarebbe stato inutile fingere di avere un rapporto che non esiste. Se lui è felice io lo sono per lui.” Mi abbraccia.

“Sei una donna matura e saggia bambina mia.”

“È un po’ contraddittorio darmi della donna matura e saggia e dopo due secondi chiamarmi bambina mia.”

“Ehi che succede qui? Oh tesoro sei bellissima. Charlie sei uno schianto. Allora siete pronti a fare il vostro ingresso?” Annuiamo in direzione di mia madre, ma mio padre non ha occhi per Claire. Gli do una gomitata per farlo riprendere dal suo stato di trance. Ridacchio divertita di fronte al suo rossore.

“Non è divertente.” Sussurra.

“Io invece credo di si. Sai dovresti invitarla a ballare oggi. Penso che le farebbe molto piacere.” Ovviamente Claire sente tutto e si vede che è imbarazzata.

“Andiamo peste.” Comminiamo fino alla scalinata. Ecco è arrivato il momento, in fondo a queste scale incontrerò l’uomo che devo sposare. Incontrerò il mio futuro. Un futuro che non porta il nome di Edward Cullen.

Edward, anche se sto per sposare un altro amerò sempre e solo te.

Con il braccio di mio padre a reggermi inizio a scendere le scale andando incontro al mio, non voluto, futuro.

 

Ehi donzelle, scusate il ritardo ma ho studiato fino a tardi. Allora cosa mi dite del capitolo? Il conte come lo volete? Biondo? Moro? Castano? Rosso? Albino? Senza capelli? Con i capelli bianchi? Forse le ultime due le eviterei. Brrr. Allora aspetto i vostri commenti e domani arriverà il prossimo capitolo. A domani un bacio Mary.  

Mie storie in corso:
Forse non mi hai mai amata
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Mie storie concluse:
Non voltarti indietro...o forse si:
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Capitolo 50
*** Capitolo 50 ***


capitolo 50




POV BELLA

Iniziamo a scendere le scale, sono un fascio di nervi. Ho una postura rigida e con me mio padre.

“Sei sicura di voler continuare?” Mi chiede con voce tremante.

“Si.” Non aggiungo altro, non so come potrebbe uscirmi la voce, in realtà ho paura che qualsiasi mio movimento possa farmi cambiare idea, ed io non posso cambiare idea. 

Mentre scendo le scale il mio pensiero fisso è Lui. Lui. Solo Lui nella mia testa, nel mio cuore, nella mia anima.

Edward.

Sono sorpresa, felice. È qui, mi sta aspettando in fondo le scale. È qui per me. Mi ama. Mi ama. Mi ama. Sorrido in direzione del suo sguardo, aspetto di vedere il mio sorriso sghembo…ma questo non avviene. Torno alla realtà. Non è il mio Edward che mi aspetta in fondo le scale. Era solo un sogno, una dolce illusione.

Osservo bene il ragazzo che ho di fronte. È veramente un bel ragazzo, o come direbbe Alice è proprio un gran bel figo. Se lo avessi incontrato prima avrei potuto provare una piccola forma di amore per lui. Non l’amore che provo per Edward, no. Quello non potrò provarlo mai per nessun altro. Però forse gli avrei voluto bene e l’avrei accettato meglio come compagno di vita. Lo osservo bene e lui osserva me. I suoi occhi, come i miei, sembrano spenti. Peccato ha degli occhi blu bellissimi.

Arriviamo in fondo le scale, tutti ci guardano. Delicatamente mi prende una mano per il classico baciamano. Nessun scossa, nessun brivido. Mio padre mi posa un bacio sulla fronte e si allontana.

Come nei bei tempi andati, piega un braccio lasciando il palmo della mano verso l’alto, io come da etichetta poso la mia mano sul suo palmo e ci facciamo largo tra la folla.

Ci sono curiosi ovunque. Mi volto in cerca dei miei amici, devo guardarli altrimenti potrei morire soffocata. Mi volto a destra e sono tutti insieme. Lupi e vampiri, come se anche loro fossero amici. Poso lo sguardo su tutti. Persone diverse, caratteri diversi, vite diverse, ma tutti hanno lo stesso sguardo dispiaciuto e sofferente. Io li guardo accennando un sorriso tirato e forzato. Mi accorgo di una nota stonata, anzi di due. Rose che mi lancia uno sguardo malizioso in direzione del Conte e Alice che saltella allegra e anche lei mi indica il Conte. Credo che forse dovrei chiedergli il nome. Non posso chiamarlo Conte a vita.

Arriviamo al centro della sala e l’orchestra inizia a suonare. Ci fermiamo uno di fronte l’altro, facciamo i vari inchini ed iniziamo a ballare.

“Io non so ballare.” Lo avverto e lui mi sorride.

“Tranquilla ci penso io, ma non credere che sia una cima.” Gli sorrido sinceramente, in fondo mi sembra simpatico.

“Senti ma com’è che ti chiami?” Gli mormoro bordeaux. Ora mi riderà in faccia, non mi sono neanche preoccupata di sapere prima il suo nome. Appunto sta ridacchiando. Divento ancora più rossa.

“Scusa, non volevo ridere di te. Però non mi sarei mai aspettato che non conoscessi il nome dell’uomo che tra due giorni diventerà tuo marito.” Mi irrigidisco all’istante, anche lui se ne accorge.

“Ho detto qualcosa di sbagliato? Ti prego, perdonami, non volevo essere inopportuno.” Sospiro rassegnata, poverino non può saper nulla.

“No, no tranquillo è che questa storia del matrimonio, cioè noi ci siamo appena conosciuti, anzi ancora non so il tuo nome, è strano ecco.” Ride senza divertimento.

“Anche per me è strano. Comunque mi chiamo Ian.” Il suo sguardo fissa un punto alle mie spalle e poi sospira rassegnato. Seguo il suo sguardo e vedo una ragazza bellissima. Sicuramente lui ne è innamorato, forse lei non ricambia, poverino è nella mia stessa situazione. Non sai come ti capisco Ian.

“È bellissima quella ragazza.” Mi guarda sorpreso ed imbarazzato.

“Non fare quella faccia. Non sai come ti capisco.” Sussurro tristemente.

“Aspetta, vieni con me, fidati e lascia fare a me.” Aggrotto le sopracciglia e aspetto.

“Signori e signore, vi ringrazio di cuore per esser qui con noi questa sera. Ringrazio a nome mio e a nome della mia splendida futura sposa – poteva evitare questo – ora però vi preghiamo di continuare allegramente la festa. Noi faremo una passeggiata in giardino.” Detto questo non mi da tempo di aggiungere nulla che praticamente mi trascina fuori dietro i risolini degli ospiti.

“Ehi Ian, forse non hai visto le scarpe che indosso. Ma dove stiamo andando? Oddio non vorresti provarci con me?” Si ferma di botto ed io ho un incontro ravvicinato con la sua schiena.

“Ahia.”

“Oh scusami, ma mi hai sorpreso con le tue parole. Comunque no, che non voglio provarci. Volevo solo conoscerti meglio Isabella”

“Bella, preferisco Bella. Allora mi dici chi era quella bellissima ragazza?” Il suo sguardo si fa triste.

“È la donna che amo, anche lei mi ama immensamente.” Si ferma, allora io non capisco una cosa.

“Ma se vi amate perché diavolo hai accettato questa pagliacciata? Non capisco, così soffrirete immensamente.”

“I miei genitori. Vogliono che sposi un nobile…”

“Ma in che anno vivono? Da quando non si fanno più queste cose? Mia madre prima ha sposato lo sceriffo di un paesino sperduto dell’America e poi un giocatore di football, ed è la regina.”

“Lo so, lo so. Ma loro non transigono su queste cose. Non l’accetterebbero mai, lei è solo la dama di compagnia di mia madre, non una nobile.”

“No, no io non ci posso credere. Ian ti giuro che troverò un modo. Vi aiuterò, non posso vedere altri due ragazzi che si amano immensamente soffrire così. Lo dico perché non voglio che proviate lo stesso dolore che provo io.” Mi rattristo.

“Sei innamorata? Lui dov’è? E tu perché hai accettato, con la splendida donna che ti ritrovi come madre avresti potuto sposare chi volevi.” Volgo il mio sguardo alla luna. È splendida questa sera. Decido di aprirmi con lui, mi è simpatico e si trova sulla mia stessa barca.

“Sono andata a Forks, un paesino perennemente coperto da nubi, nello stato di Washington, da mio padre. Lì solo alcuni e pochi amici intimi sapevano della mia vera identità. Non essendo mai apparsa sui giornali ero tranquilla, nessuno l’avrebbe scoperto. Volevo vivere la mia vita. Ma non sapevo che andando in quel paesino sperduto avrei trovato l’uomo della mia vita. Ci siamo messi insieme poco dopo esserci conosciuti. Il nostro, il mio cioè, era ed è un amo folle, incondizionato, ingestibile. Poi il giorno del ballo scolastico mi ha detto di non amarmi. Quello sarebbe stato il mio primo ballo, non ci sono mai arrivata. Al contrario arrivai a casa in lacrime e presi il mio aereo privato per tornare qui. L’ho amato anima e corpo. Ora posso amarlo solo da lontano, ma mi basta sapere che lui sia felice e lo sono anche io.” Ho omesso alcuni dettagli, tipo la sua natura.

“Lui non ti ama?”

“No, mi ha detto che non siamo fatti per stare insieme.”

“Che grandissimo stronzo. Bella, io non ti conosco, ma da come tutti parlano di te sei una persona speciale. Perché hai accettato tutto ciò?” Bella domanda, decido di rispondere sinceramente per una volta.

“Volevo non pensare. Ho provato una volta a vivere la mia vita e vedi come è andata. Ora preferisco vivere la vita che mi viene imposta. Almeno con obblighi e impegni vari avrò poco tempo per pensare.”

“Stai sbagliando tutto lo sai?”

“Si lo so. Siamo due stupidi Ian.”

“Hai perfettamente ragione. Ora rientriamo, non vorrei che si facessero strane idee.” Annuisco.

“Va bene, però prima devi fare una cosa.” Mi guarda interrogativo.

“C’è una persona dietro di noi che sicuramente vuole salutarti.” Si volta sorpreso e poi mi fissa con gli occhi spalancati, non si era accorto di lei. Lo precedo nel parlare.

“Intuito femminile. Va da lei. Sii felice almeno per un po’, io ti aspetto qui.”

“Grazie Bella, sei fantastica.”

“Ti ringrazio, ora vai, ti aspetta.”

Io invece torno a fissare la luna argentato. Come vorrei averti al mio fianco amore mio.

Qualcuno si siede accanto a me.

“Ripensaci.” Sorrido tristemente.

“No, va ben così Jazz. Se ci ripensassi poi avrei troppo tempo per pensare a lui. Per pensare a lui con un’altra donna. Per pensare a lui che non mi ama.”

“Ma non è…”

“Ehi ragazzi cosa fate qui? Bella il Conte è un figo da paura.” Come volevasi dimostrare ho azzeccato in pieno il commento di Alice.

“Si è veramente un bel ragazzo. Peccato che non abbia gli occhi dorati, i capelli bronzei, una mascella squadrata, insomma peccato che non sia Lui.” Nessuno parla più.

“Bella, rientriamo?” La voce di Ian mi raggiunge, è solo.

“Certo vieni un attimo ti presento due dei miei migliori amici. Ian, loro sono Jasper Hale ed Alice Cullen. Ragazzi lui è Ian.” Stringe la mano a Jasper e da vero gentiluomo fa il baciamano ad Alice che lo guarda con sguardo sognante mentre Jasper alza gli occhi al cielo.

“Ora rientriamo.” Tutti e quattro ci avviamo verso la sala. Appena entro dentro mia madre mi tira per farmi conoscere dei suoi amici che sono venuti dall’Italia. Man mano che ci avviciniamo a loro noto i tratti distintivi dei vampiri. Ma quanti ne conosce mia madre? Questi poi hanno gli occhi rossi, non sono come i Cullen. Ma come diavolo li fa a conoscere? Aggrotto le sopracciglia e la fisso curiosa. Per fortuna ci sono anche Esme e Carlisle. Più ci avviciniamo e più mi sembra di conoscere il vampiro dai lunghi capelli neri che mi fissa benevolo.

“Salve, finalmente ci rivediamo.” Allora avevo visto giusto, l’ho già incontrato da qualche parte, ma dove?

“Buonasera.” Dico educatamente e poi sorrido verso i coniugi Cullen. Mi sembra di ricordare.

“Bella, tesoro. Lui è…”

“Aro.” Un sorriso si fa largo sul mio viso e sul viso dell’uomo che mi è di fronte.

 

Ciao belle fanciulle, allora che mi dite del capitolo? Il conte me lo sono scelto figo, alla faccia di Edward, prrr. Allora le parole con i colori diversi ovviamente sono link per vedere le immagini degli attori che ho scelto. Ora vi lascio. Secondo voi come fa Bella a conoscere Aro? Sono aperte le scommesse, a domani un bacio Mary.


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Capitolo 51
*** Capitolo 51 ***


capitolo 51





POV BELLA

Mi dispiace tanto per Ian, è un così bravo ragazzo. Non posso credere che lui non possa amare liberamente la sua donna per degli ideali bigotti della sua famiglia. Anzi, non sono neanche ideali. Sto ballando svogliatamente con lui quando qualcuno mi reclama con un tocco sulla spalla. Mi volto e trovo il viso sorridente di Carlisle.

“Posso avere l’onore di ballare con la futura Regina?” Mi chiede gentilmente.

“Oh Carlisle ma certo che puoi. Ti presento Ian, il mio…il…m…” Non riesco a dirlo.

“Vai Bella, non farlo aspettare, credo che abbia capito.” Ringrazio Ian con lo sguardo e volo tra le braccia rassicuranti di Carlisle.

“Sei bellissima bambina mia.” Gli sorrido teneramente.

“Grazie, anche tu sei un vero schianto. Tutte le donne qui dentro stanno sbavando per te. Non capisco come Esme faccia a mantenere la calma.” Gli confido invece lui ride di cuore e vedo Esme ridacchiare.

“Esme è l’unica per me. Oltre lei ci sono le mie tre figlie. Solo loro sono le mie donne.” Lo guardo confusa.

“Hai un’altra figlia? Io credev…”

“Sciocchina sei tu.” Gli occhi mi si riempiono di lacrime e mi stringo nel suo abbraccio. Alcune lacrime però scendono.

“Bella, non piangere. Anzi io mi vorrei scusare per ciò che…”

“Non devi scusarti di nulla. Non posso costringerlo ad amarmi. In questo modo soffriremo di più. Dimmi, come…come sta?” Gli chiedo titubante.

“È distrutto.” Non capisco, perché è distrutto?

“Sai Bella, i vampiri si innamorano una sola volta nella loro esistenza, e quando questo cambiamento avviene resterà tale per l’eternità. Inoltre sono ottimi bugiardi ed attori. Non dimenticarlo Bella e pensa bene a ciò che stai per fare. Soffrirete tutti e due, anzi tutti e quattro, anche quei due poveri ragazzi.” Non capisco, o meglio non voglio capire le parole di Carlisle. Forse lui, forse ha finto veramente. Forse non voleva per la paura di farmi di nuovo del male. Forse…

“Come, come fai a conoscere Aro? Lui è una specie di sovrano per noi vampiri. È la legge.” Sposto lo sguardo su Aro che mi fissa sorridente.

“Sinceramente è la prima volta che lo vedo dal vivo. La prima, e forse anche unica volta, che lo vidi è stato per fotografia. Anzi forse è meglio che ti faccia vedere. Vieni con me.” Lo prendo per mano e lo conduco nello studio.

Prendo un libro enorme e glielo porgo. Vedo che anche Aro ci ha raggiunti.

“Carlisle, vecchio mio, ciò che scoprirai preferirei che lo tenessi per te ancora per un po’. Ora saprete cosa lega me a Bella…”

 

POV EDWARD

“Citrullo, sei ancora deciso a non andare a riprenderti la tua donna? Hai sentito le parole di Aro? Pensi di avere il sapere del mondo nelle tue mani?” Da quando la mia famiglia è partita Tanya non fa altro che insultarmi, verbalmente e mentalmente.

“Anzi no, resta qui e pensa. Pensa a lei che si sta fidanzando con un altro. Pensa a lei che poggerà le sue labbra su quelle di un altro. Pensa a lei che abbraccerà un altro. Pensa al suo corpo sotto quello di un altro. Pensa a lei che geme per i tocchi e le carezze di un altro. Pensa a lei che gode sotto il corpo di un altro.” Basta!!! Non può farmi questo. I miei occhi sono più neri della notte. Ringhio in modo furioso contro di lei, ma non demorde.

“Pensa a lui che potrà saggiare quelle labbra rosse come il peccato. Pensa a lui che la stringerà tra le sua braccia. Pensa a lui che la farà gemere con i suoi tocchi e le sue carezze. Pensa  a lui che entra nel suo corpo caldo e la fa godere.” I miei occhi diventano rosso sangue. Prendo il tavolo del soggiorno e lo scaglio contro la vampira che mi trovo di fronte. Ma lei con un semplice tocco della mano lo evita.

“Pensa che tutto questo poteva essere tuo. Invece sarà di un altro. Pensa che stasera poteva essere la tua festa di fidanzamento. Invece è di un altro. Pensa che tra 48 ore poteva dire di si a te all’altare. Invece lo dirà ad un altro. Pensa che avrebbe potuto vivere con te, amare te, baciare te, fare l’amore con te. Invece tutto questo sarà di qualcun altro.” Se aveva poca voglia di vivere si trova nel posto giusto.

“Smettila. Smettila. Smettila. Io non posso. Non posso lo capisci? Lei è umana, io un mostro. Lei è un angelo, io un demone. Lei è l’essere più puro, io un dannato. Lei ha un’anima io…”

“Smettila con la stronzata dell’anima. Se non avessi un’anima non ameresti. Non vorresti bene alla tua famiglia. Credi che Carlisle, Esme, Emmett, Rose, Alice e Jasper non abbiano un’anima? Pensi veramente questo? Non pensi invece che lei ti ami nonostante la tua natura? Non pensi che lei voglia te e non l’altro? I vampiri sono esseri egoisti per natura, ma credo che tu ne rappresenti l’apoteosi. Mai ho conosciuto un essere, perché questo sei solo un infimo essere, così presuntuoso, arrogante ed egoista. Sai che ti dico? Che Bella fa bene a sposarsi un altro, almeno non avrà a che fare con un bambino come te. Ed ora tolgo il disturbo. Anzi no, vieni ti faccio vedere una cosa.” Va in salotto ed io la seguo, anche se vorrei ucciderla. Come ha potuto farmi una cosa del genere? E la mia famiglia? Come hanno potuto andare alla sua festa di fidanzamento? Certo per loro è una figlia, un sorella, un’amica, ma perché sono andati? Hanno solo reso più reale tutto ciò.

Ma che diavolo fa? Ora accende la tv? Vuole proprio morire? Ma perché non se ne va e mi lascia con il mio dolore? Tutto ciò che ho fatto l’ho fatto per lei.

“Guarda, guarda. Mamma mia è proprio bellissima.” Nella sua testa un’immagine prende forma. Nooooooo. Non è vero, non è possibile. Mi volto verso la televisione e sbarro gli occhi. Non respiro più. Sembro veramente una scultura.

“Io vado, ciao ciao. Ah goditi lo spettacolo.” Non la sento uscire, non sento più nulla. Guardo solo lei.

Lei in quel vestito nero. Lei che balla con lui. Lei che abbraccia lui. Lei che sorride a lui. Lui che le parla. Lui che la chiama “la mia futura moglie”. Lui che la conduce fuori in giardino. Cosa diavolo vuole fare solo con lei in giardino?

Vengono inquadrati tutti gli ospiti. Mio padre, mia madre,  miei fratelli, i lupi, i genitori di Bella, Claire…i Volturi.

Dopo un po’ i due tornano insieme a Jazz ed Alice. Poi la scena cambia, lei che balla con mio padre. Mio padre che la stringe tra le braccia. Lei che sembra stia piangendo sul suo petto. Loro che vanno via. Continuano ad inquadrare la festa. Dopo circa mezz’ora eccola che torna. Devono ballare il Valzer.

No, maledizione. il Valzer si balla solo con la persona che si ama. Il Valzer è una dichiarazione d’amore. Non posso vedere altro, non posso vedere lei che balla il Valzer con quell’essere. Con un pugno rompo la televisione.

“Nooooooooooooo!!!”

“No, perché, perché, perché. Io la amo. La amo più di qualsiasi cosa al mondo. Non posso esistere senza di lei. Aro aveva detto che avrei potuto resistere un secolo senza di lei. Ma io non resisto più. Ho deciso andrò a riprenderla a costo di rapirla.” Animato da questa speranza, inizio a correre verso l’aeroporto.

 

POV ALICE

“Ahhhhh, siiiii. Jazzy come sono felice. Tutto sta andando per il verso giusto.” Mi guarda confuso, ma io sono troppo felice. Quel testone ha capito finalmente. Certo, dovrò fare un enorme regalo a Tanya, ma non mi importa. Ho istallato una telecamera che riprende tutta la sala. Prima però l’avevo collegata alla televisione di casa nostra, così al momento giusto gli ha mostrato tutto. Come sono felice.

“Alice, amore cosa succede? Perché saltelli felice? Io sinceramente non trovo nulla di allegro in questa serata.” Eheheh amore mio, ma non tutti sono onniscienti come me.

“Mi dispiace amore, non posso dirti nulla. Però domani devo andare a comprare una macchina. Mi accompagni? Facciamo subito.” Non posso dirti che molte cose cambieranno, per Bella, per Edward, per tutti noi.

“A cosa ti serve?”

“A me a niente, ma servirà sabato. Stai tranquillo.”

“Non mi resta che accontentarti. Sei troppo furba amore mio.” Mi regala un dolcissimo bacio sulle labbra. Ci vorranno ancora qualche mese, ma presto saremo una famiglia unita e felice.

 

 

Ehi ciao donzelle. Allora che mi dite di questo capitolo? Sono stata brava? Aspetto i vostri commenti su ciò che Aro dice a Bella e Carlisle. Sono perfida lo so. A domani un bacio Mary.


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Forse non mi hai mai amata
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Finalmente felici:
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Capitolo 52
*** Capitolo 52 ***


capitolo 52




POV BELLA

No il Valzer, no. Il Valzer si balla con la persona che si ama. Anche Ian, come me si trova in difficoltà. Cosa dobbiamo fare? Guardo impaurita verso Alice, lei mi sorride e con Jasper si avvicinano.

“Non ho ancora avuto l’onore di ballare con la futura regina. Vuoi ballare con tutti e non con me? Sarebbe veramente da maleducati.” So che dice queste cose solo per farsi sentire dai Ministri, in tal modo non potrò rifiutare e dovrò accettare per forza il suo invito.

“Ed io non ho ancora avuto il piacere di ballare con il futuro Re. Non volete ballare con noi?” Anche Ian ha capito e le sorride.

“No, ovviamente i futuri reali non mancheranno di rispetto ai loro ospiti. Ovviamente avranno piacere a ballare con voi. Vero?” Ci chiede un Ministro molto pallido, probabilmente ha paura che io o Ian rifiutiamo il loro invito.

“Certo che non rifiutiamo. Signor Conte lei conviene con me?”

“Ovviamente sono d’accordo con lei mia Principessa.” Dopo il classico baciamano abbandona il mio fianco, va di fronte ad Alice, fa anche a lei il baciamano ed iniziano a volteggiare. Sento Jasper che prende la mia mano e anche lui mi fa il baciamano e poi mi conduce verso la sala da ballo.

“È molto imbarazzante che tu mi faccia il baciamano.” Ammetto imbarazzata.

“Sento che sei imbarazzata, ma ai miei tempi era d’obbligo.”

“Grazie Jasper, ci avete salvati. Il Valzer…”

“Si, sappiamo cosa rappresenta il Valzer, soprattutto tra i nobili e devo dire che il terrore che provavi non era da sottovalutare. E poi era il minimo salvarti da quella situazione.” Ammetto che Jasper è un ballerino provetto. Per fortuna mi tiene lui, così non rischio di cadere. Ad un certo punto noto che tutti ci guardano incantati ed io ridacchio divertita.

“Perché ridi?”

“Ci fissano tutti incantati, sicuramente pensano che anche io sia una ballerina provetta, ma non sanno che a stento tocco terra con i piedi. Mi fai praticamente volare. Sei veramente bravissimo.”

“Diciamo che ai miei tempi saper ballare era necessario per tutti. E poi anche tu sei bravissima.”

“Ci credo, da quando abbiamo iniziato ho toccato il pavimento solo due volte. È un bene che tu sia così forte da potermi far volere.” Chiacchieriamo un altro po’. Poi qualcun altro mi reclama. Questa volta è Seth. Ballo anche con lui, poi con Jake, poi con Emmett ed infine con mio padre. Eravamo tutti e due molto impacciati, diciamo che nessuno dei due è una cima nel ballo.

Ad un certo punto mi sento male. Non capisco se è la testa a girarmi o è la stanza. Sento solo il freddo del pavimento.

“BELLA!” Qualcuno urla il mio nome, ma non capisco chi possa essere. Sento solo Emmett che mi prende in braccio e insieme a Carlisle e Alice mi portano in camera.

“Papà cosa è successo?” Chiede Emmett agitato.

“Sto bene. Sono molto stressata e molto stanca. Non è niente.” Emmett si riprende e torna giù per avvisare che sto meglio.

“Bella, vorrei visitarti.” Eh no aghi no.

“Veramente Carlisle, sto bene. Sono molto stanca e molto stressata. Ho avut…” Non posso continuare che scappo in bagno a vomitare. Ancora? Ma che diavolo mi succede? Sicuramente ho un virus, non ne posso più.

“Bella, ora credo proprio che dovrò visitarti.”

“No papà, sta bene. Ha solo un piccolo virus, un dolce e tenero piccolo virus.” Dice Alice dolcemente. Da quando i virus sono dolci e teneri? Carlisle la guarda confuso e poi sul suo volto appare la sorpresa e la meraviglia. Si volta verso di me con un sorriso che potrebbe offuscare il solo, per quanto è luminoso. Ma che prende a tutti e due? Perché sono felici del mio virus?

“Mi fido delle parole di Alice, ora però ti do un tranquillante fatto solo di sostanze naturali, non è un medicinale. Alice ti aiuta a cambiarti e ti fai una bella dormita. Mi raccomando non fare gesti avventati e pericolosi. Questo…virus, porta anche giramenti di testa. Fai tutto con calma.” Lo guardo aggrottando le sopracciglia ed annuisco.

 

POV CARLISLE

Oddio. Oddio. Oddio. Non riesco a credere che sia tutto vero. Bella, la mia dolce Bella aspetta un bambino da mio figlio. Mio figlio, il figlio a cui tengo più della mia stessa esistenza, diventerà padre. Già sono rimasto sconvolto dalla rivelazione di Aro, poi questa. Sono al settimo cielo. Se solo quel testone fosse qui, ma potrei chiamarlo e dirgli di venire immediatamente, si potrei.

“No papà. Non devi affrettare i tempi. Sta andando tutto proprio come deve andare. Mi raccomando non una parola, e non un pensiero, su ciò che ti ha rivelato Aro e sulle condizioni di Bella. Non dobbiamo stravolgere il susseguirsi degli eventi. Tutto deve avere un suo corso.” La guardo accigliato.

“Ma se tu affretti sempre tutto.”

“Lo so, ma questa volta è diverso. Questa volta Edward ha sbagliato e deve ben capire cosa ha fatto lasciandola andare via. Non preoccuparti, ho visto tutto, ma noi non dobbiamo interferire.”

“Ne sai una più del diavolo. Dovrò controllare i miei pensieri quando torneremo.”

“Io credo che dovrai controllarli da un po’ di tempo prima.” Mi illumino.

“Ha capito. Sta venendo.”

“Diciamo che sta cercando di venire. Fino ad ora non ha trovato neanche un volo e neanche un aereo da poter affittare.” Mi dice enigmatica.

“Ma farà in tempo?”

“Mi dispiace papà, ma questa volta non posso dire altro. Sappi solo che tutto sta andando bene.”

 

POV ARO

È bellissima. Le foto non le hanno mai reso giustizia. Non vedevo l’ora di conoscerla. Sono stato ancora più felice quando mi ha riconosciuto. È identica a lei. Sono due gocce d’acqua.

“Grazie Renèe per avermi concesso questa possibilità.”

“Non devi ringraziarmi, non ho fatto nulla. Inoltre sei tu che hai aspettato fino ad ora per venire. Io volevo fartela conoscere sin da quando è nata.”

“No è stato meglio ora. Mi ha accettato, probabilmente se fosse stata più pic…”

“Ti avrebbe accettato ugualmente. Ti ho detto che riesce a vedere oltre le apparenze. È speciale, in tutti i sensi. Solo che spero cambi idea. Non posso accettare che si sposi e che diventi Regina. Ha tutta una vita da vivere. Peccato che quell’id…”

“Cara non dire così. Lui ne è follemente innamorato. Aveva paura di farle del male. Aveva paura di infettare un angelo con la sua natura di essere dannato. Non aveva capito che uno sarebbe stato la salvezza dell’altro. Ma lo capiranno presto. Inoltre avranno anche una enorme felicità.”

“In che senso?” Ecco, ora come le dico il fatto?

“Diciamo che quando si ritroveranno, non saranno più in due…” Non concludo la frase, speriamo che capisca in fretta.

“Ah si, ho notato che la mia bambina è in dolce attesa.” La guardo stupita.

“Come…come hai fatto?” Ridacchia leggermente.

“Ricorda che anche io sono una donna, anche io sono stata in attesa. Diciamo che non mi sono sfuggite le sue corse in bagno mattutine. Non mi è sfuggito come alcuni odori le diano fastidio, e non mi è sfuggito il fatto che il sarto ha dovuto far allargare il vestito da sposa.” La guardo stupito, è sempre molto perspicace.

“Ora non so come dare la notizia a suo padre senza che gli prende un infarto. Diciamo che non immagina che la sua dolce bambina possa non essere più, come dire, illibata.” Ridacchiamo entrambi.

“Forse converrebbe aspettare un po’. In fondo mi pare che in molti si sono accorti dello stato di Isabella, ma lei no. Aspettiamo che anche lei lo scopra.”

“Hai ragiona Aro. Ma se avesse bisogno di aiuto…” La interrompo.

“Sai che avrete sempre il mio aiuto e a palazzo voi sarete sempre le benvenute.”

“Grazie.”

Mi volto verso la piccola Culle, è veramente simpatica, sarebbe molto utile nella mia Guardia, ma non accetterebbe mai. Mi fissa con un sorriso furbo, quella ragazza è veramente diabolica.

 

Ehi mie dolci donzelle, allora che mi dite di questo capitolo? Allora in molti si sono accorti dello stato di Bella ovviamente. Solo lei no, è convinta di non poter avere figli…Comunque ora vi lascio, aspetto i vostri commenti che come sempre sono piacevoli e numerosi. A domani, un bacio Mary.   

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Capitolo 53
*** Capitolo 53 ***


capitolo 53






POV BELLA

Ho passato tutto il venerdì a letto, ordini del Dottor Cullen. Eh ieri l’ho visto in veste di dottore non di altro padre.

“Dai Bella, sembri più pallida di me. Ora devi alzarti e devo metterti in sesto, sei uno zombie. Ricordati che nel pomeriggio c’è l’incoronazione e dopo il matrimonio.”

“COOOOSAAAAA?” Mi alzo di scatto alle parole di Alice.

“Ripeti cosa hai detto Alice, ma con calma, con molta calma.”

“Oh ma certo. Ho detto che sei più pallida di me. Che sembri uno zombie. Che nel pomeriggio c’è l’incoronazione e a seguire il matrimonio.” Ha ragione, ha dannatamente ragione. Nel pomeriggio la mia vita finirà. Oddio un altro conato di vomito. Corro in bagno, ma non arriverò in tempo. Per fortuna Alice capisce tutto e mi porta lei alla sua velocità.

“Esci Alice.” Le dico mentre mi sposta i capelli dalla fronte imperlata di sudore.

“No, resto con te.”

“Ehi cosa succede?”

“Rose esci, non voglio…”

“Smettila di dire sciocchezze.” Intanto ha preso un panno, l’ha bagnato con acqua fredda e me lo sta passando sui polsi e sulla fronte. Ad un certo punto sento che arriva un attacco di panico, non so cosa fare. Guardo terrorizzata le mie amiche.

“Stai tranquilla Bella, è un attacco di panico. Ti aiuto io.” Rose prende la mia mano e la mette sul suo petto. In questo modo mi concentro sui suoi respiri regolari e dopo un po’ riesco a riprendermi.

“Grazie Rose.”

“Non dirlo neanche per scherzo. Ora prendi questa tisana alle erbe. Me l’ha data Carlisle. Ti rilasserà. Ora riposa un altro po’, tra un’ora verremo a svegliarti e inizieremo a prepararti. Verranno estetiste e parrucchiere?”

“No, ho disdetto tutto quando siete venute voi.”

“Allora puoi riposare due ore. Con questa tisana non sentirai nulla e mentre dormi ti applicheremo delle creme. Saremo tanto delicate che non ti accorgerai di nulla.” Annuisco e mi aiutano a tornare in camera. Mi stendo sul letto e dopo aver preso la tisana cado nel mondo dei sogni.

 

“Mamma, mamma. Ehi mamma giochiamo insieme?” Guardo attentamente il bambino, è bellissimo. Capelli bronzei con una chioma ribelle, occhi verdissimi, anzi no sono due smeraldi.

“Dai mamma vieni a giocare con noi.” Fisso la bambina con i capelli e gli occhi color del cioccolato. Anche lei è bellissima.

 

“Bella, Bella. Sveglia.” Mi stiracchio e un sorriso sorge sulle mie labbra. Che bel sogno che ho fatto. Non ricordo nulla, ma mi ha lasciato un enorme senso di benessere e felicità. Felicità che subito viene cacciata dalla consapevolezza. Consapevolezza che sto facendo la cosa sbagliata. Consapevolezza che sto sbagliando tutto. Consapevolezza di aver perso lui, definitivamente.

“Si, sono sveglia, possiamo iniziare.” Dopo circa quattro ore di torture, creme, massaggi, trucco e acconciatura, tutto è finito. Mi guardo allo specchio, sono meravigliosa. Il trucco è molto leggere ed elegante, l’acconciatura anche è semplice ed elegante.

“Grazie ragazze, siete state magnifiche. È tutto favoloso, sembro bella.”

“Oh ma tu sei bellissima, sempre. Noi abbiamo solo valorizzato solo ciò che è già presente. Poi dopo l’incoronazione ti sequestreremo per risistemare trucco e parrucco, ti aiutiamo a cambiare abito e sarai pronta per il matrimonio.” Mi aiutano ad indossare l’abito.

“Sei semplicemente divina con questo vestito Bella. Sei proprio nata per questo.” Arrossisco alle parole di Alice.

“Anche se ci sono nata, non è quello che voglio fare, ma è quello che devo fare.” Detto ciò si avviano verso le loro camere ed io resto sola con i miei pensieri. Mi volto verso destra e noto sulla scrivania un foglio. Mi avvicino e non è un foglio, è una fotografia. Anzi è LA fotografia. Rappresenta me e Lui. I miei pensieri non gli rendevano giustizia. È più bello di come lo ricordassi. Siamo io e lui abbracciati. Sospiro sorridendo. Metto la foto dove l’ho trovata, sicuramente è opera di Alice o Rose.

“Ti amerò per sempre amore mio.”

Sospiro e mi avvio verso la porta. Il futuro mi attende.

“Bella sei favolosa.” Esclamano tutti in coro. Davanti a me ci sono i lupi, i vampiri e i miei genitori, tutti e cinque. Mamma e papà, Phil, Carlisle ed Esme.

“Sono pronta possiamo andare. Papà vieni. Oh mamma mia papà sei uno schianto.” Tutti ridono, ma è una risata nervosa. Lentamente con mio padre, scendo le scale e ci avviamo verso la limousine che ci condurrà nella cattedrale.

“Bells…”

“Sono sicura papà.” Sospira pesantemente ed io torno a guardare fuori dal finestrino. Guardo e penso. Penso al giorno in cui l’ho incontrato per la prima volta, penso al suo primo sorrido seguito subito da uno sguardo carico di odio. Penso all’indifferenza che entrambi abbiamo cercato di tenere nei confronti dell’altro. Penso alla prima volta che ci siamo conosciuti, a quando abbiamo suonato insieme…

“Siamo arrivati.” Non ho più tempo per pensare, per fortuna.

Mio padre corre ad aprirmi lo sportello e mi aiuta a scendere. Indosso il mantello reale e insieme ci avviamo verso l’altare. La chiesa è gremita di gente. Di nobili, di gente che conta, ma ci sono anche tutti gli abitanti del mio adorato paesino, ci sono i bambini dell’orfanotrofio. Infine ci sono tutti i miei amici, i Volturi e la mia famiglia. Ci sono anche Ian e Nina tra i miei amici. Ci sorridiamo tristemente.

Punto lo sguardo dritto davanti a me ma sono troppo nervosa, troppo agitata, immediatamente mi arriva tanta calma e tanta tranquillità.

“Grazie Jazz.” Il mio è solo un sussurro, ma lui l’ha sentito.

Lentamente arriviamo di fronte l’altare. Lì c’è mia madre, bellissima nel suo lungo abito color avorio. L’abito con cui è stata incoronata. Sul capo ha la corona. È bellissima, è tempestata di diamanti. Lentamente le viene tolta e posata sul su di un cuscino di seta rosso.

“Edward, amore mio dove sei?”

“Sto arrivando amore, sto arrivando.” Spalanco gli occhi, ora sento anche la sua voce nella mia testa. Scaccio il pensiero e con esso anche le lacrime che cercano di scendere.

La cerimonia ha inizio. Non ho seguito una sola parola, troppo concentrata a non pensare al mio unico amore. Poi vedo uno strano movimento. Ecco è arrivato il momento, stanno prendendo la corona, abbasso leggermente la testa e questa viene posata sul mio capo. Lentamente mi alzo e mi volto.

“Vi presento Isabella Marie Regina di Svezia.” Applausi partono da tutta la cattedrale. Flash mi accecano, tutti mi chiedono di sorridere. Sorridere, come se fosse facile. L’unica cosa che vorrei fare è sprofondare in una valle di lacrime. Il mio volto resta composto, impassibile, nessuna emozione trapela da me.

“Ora potete andare. Tra un’ora la nostra Regina convolerà a nozze con il Conte Ian.” Ian, come da etichetta, viene verso di me, si inchina per il baciamano e mi prende sotto braccio per uscire dalla cattedrale.

“Conta poco, ma sei veramente splendida.”

“Ti ringrazio Ian. Non sai come sono dispiaciuta per ciò che accadrà. Se avessi saputo prima la tua storia non avrei mai accettato.” Gli dico in un sussurro.

“Bella, sarebbe capitato con un’altra. Almeno tu sei una persona splendida.” Sorride tristemente ed io con lui. Appena fuori dalla cattedrale, un coro di leva da coloro che erano fuori in attesa di vedere la nuova regina. Dal balcone io ed Ian salutiamo il mio popolo, il nostro popolo. Dopo un po’ di saluti Rose e Leah mi dicono che è ora di andarsi a preparare. Ecco il momento che non volevo arrivasse mai, è appena arrivato.

Andiamo in una delle camere della cattedrale. Nessuno parla, facciamo tutto in silenzio. Ogni tanto sento i singhiozzi di Leah e Ash, ma non me ne curo. Sul mio viso sempre la stessa maschera di freddezza e sofferenza. Dopo un’ora sono nuovamente pronta. Abbiamo faticato un po’ con il vestito da sposa, sembra che vada di nuovo piccolo, ma come è possibile se praticamente non ho mangiato nulla? Non me ne curo più di tanto.

“Siete pronte?” Tutte annuiscono tristemente, solo Alice sembra allegra. Vabbè lei è sempre allegra. Mio padre torna a prendermi e poi abbraccia. Un abbraccio che vale più di mille parole, un abbraccio che rinchiude tanto dolore e sofferenza per la mia scelta.

“Andiamo.” Mi prende sotto braccio e andiamo nuovamente verso l’ingresso della cattedrale.

La marcia nuziale inizia, le mie damigelle mi precedono, sono tutte e quattro bellissime nei loro abiti bordeaux, abiti che richiamano il colore dello strascico del mio. Dopo pochi secondi tocca a noi. Facciamo il nostro ingresso. Tutti si voltano a guardarmi, si sentono dei mormorii, alcuni li sento anche distintamente, anche se non capisco come sia possibile una cosa del genere. Forse la mia elevata concentrazione fa si che senta tutto. Guardo dritto di fronte a me. Ecco di nuovo la mia dolce illusione. Gli occhi non sono azzurri ma dorati, i capelli non sono castano ma bronzei e ribelli, il colorito non è roseo ma pallido, il sorriso non è un sorriso normale ma un sorriso sghembo. Un rumore mi riporta alla realtà e di fronte a me compare nuovamente Ian e scompare la figura di Edward. Di fianco a quello che è il mio posto, ci sono Emm e Jake, tutti e due elegantissimi. Di fianco a Ian ci sono Paul e Mike, i suoi fratelli. Che buffo neanche una donna.

Troppo presto passo dalle braccia di mio padre a quelle di Ian. Ci voltiamo verso il Vescovo e la funzione inizia. Anche ora la mia mente è vuota. L’ubica cosa che sento è l’enorme senso di nausea che continua a salire.

La funzione continua, ma come prima non ascolto una parola. Ad un tratto sento la presa della mano di Ian rafforzare, mi volto a guardarlo. I suoi occhi sono lucidi e quella visino mi fa scoppiare, anche dai miei occhi scendono le lacrime che per troppo tempo ho represso. Probabilmente il trucco sarà tutto sbavato ma non mi importa, voglio piangere, devo piangere. Non sto sposando l’uomo che amo, anzi sto facendo del male anche ad Ian e Nina con la mia stupida scelta.

“Se qualcuno ha da dire qualcosa la dica ora o taccia per sempre.” Trattengo il respiro, per favore, per favore, dite qualcosa. Edward amore mio, ti amerò per sempre.

“Io mi oppongo.” Mi volto con gli occhi sgranati e un sorriso splendente…

 

POV EDWARD

Il giorno prima

Maledizione, ma è possibile che non ci sia neanche un  aereo per la Svezia? Non può accadere, non ora, non a me, non a noi.

È tutta colpa mia, se non fossi stato così stupido non saremo arrivati a questo punto e lei domani sposerebbe me e non quell’umano che ha poca voglia di vivere. Lei è mia, solo mia.

Non ho trovato un volo disponibile, non ho trovato neanche un aereo da poter affittare. Non ho trovato neanche un volo per l’Europa, avrei fatto vari scali, avrei corso, avrei nuotato. Ma non posso non arrivare lì perché non c’è un fottutissimo aereo disponibile. Ho fatto chiamare in tutti gli aeroporti, ma tutti mi hanno dato la stessa risposta.

Il giorno dopo

Non mi sono mosso dall’aeroporto con la speranza che qualcuno disdica il suo volo, con la speranza che tutto vada per il meglio. Ma come ho fatto ad essere tanto stupido? Tanya dice che Bella ha avuto una gran fortuna a non avermi più tra i piedi, ma devo riconquistarla. Le devo dire che la mia era solo paura di farle del male. Io la amo. La amo immensamente, non posso perderla per sempre. Aspettami amore mio.

Il giorno del matrimonio

Giuro che se non esce un posto per me, mangio tutti questi stupidi umani che si stanno imbarcando per l’Europa. Mancano solo poche ore e lei sarà di un altro, ed io questo non posso permetterlo. Non accadrà.

“Signor Cullen, è stata disdetta la prenotazione di un aereo se le interessa. Ma il costo…”

“Posso pagare qualsiasi cifra. I soldi non sono un problema per me.” Pago, mostro il mio libretto da pilota e corro verso l’aereo.

Decollo, il viaggio sarà molto lungo e non posso neanche andare ad alta velocità per evitare incidenti con altri aerei.  

“Edward amore mio, dove sei?”

“Sto arrivando amore, sto arrivando.”

Mi sembra anche di sentire la sua voce nella mia testa.

Dopo quelli che mi sembra anni mi trovo finalmente nel cielo della Svezia. Atterro nel primo aeroporto disponibile e corro fuori sotto gli insulti di tutti. Appena sono fuori mi rendo conto che non posso correre. Mi guardo intorno in cerca di una macchina da rubare e la trovo. Una Ferrari. Bene mi serviva una macchina veloce. Metto in moto e a tutto gas parto per la mia destinazione.

Dopo un’ora di viaggio, mi rendo conto di essere a metà strada e che sicuramente la funzione sarà già finita. Ma forse sono fortunato ed è stata ritardata. In fondo Alice ha visto la mia decisione e avrà inventato qualcosa per rimandarla.

Nel tragitto incrocio un’altra auto, con i vetri oscurati, che sfreccia a tutta velocità nella direzione opposta alla mia. Accelero ancora un po’ e finalmente dopo quasi un’altra ora arrivo di fronte la cattedrale. Dall’interno sento tanti pensieri, ma non mi importa. Corro verso l’ingresso come una furia.

Ti prego amore mio, sono qui.

 

Ehi dolcezze, allora che mi dite? Vi è piaciuto? Ora scappo, mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate, a domani un bacio Mary.

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Capitolo 54
*** Capitolo 54 ***


capitolo 54







POV BELLA

“Io mi oppongo!” Per fortuna qualcuno ha messo a tacere questa messa in scena. La voce è melodiosa, con il cuore in gola mi volto verso per vedere chi ha parlato. Cosa???

“Jasper?”

“Si Bella, io mi oppongo. È assurdo ciò che state facendo, ciò che stai facendo. Tu ami un altro, Ian ama un’altra. Il popolo capirà, non credo che non vogliano vederti felice. Sei buona, gentile e generosa con tutti. Sei altruista, metti sempre al primo posto la felicità degli altri a discapito della tua. È ora che tu diventi un po’ egoista e pensi solo alla tua di felicità. La tua felicità non è vivere in Svezia. La tua felicità non è essere regina. La tua felicità non è Ian. La tua felicità si sta disperando per la perdita del suo grande amore. La tua felicità si trova a Forks. La tua felicità ha un nome ed un cognome. Edward Cullen. Non è vero che non ti ama, erano solo menzogne. Lui ti ama e ti amerà follemente per l’eternità. Per lui ci sarai sempre e solo tu, sei tu il suo universo, come lui è il tuo. Perciò smettetela con questa sciocchezza e andate entrambi verso la vostra felicità.” Sono shoccata dalle parole di Jasper. Lui, il più silenzioso dei Cullen mi ha fatto l’unico discorso che io volevo sentire. Lui mi ha detto che Edward mi ama, che sono il suo universo, la sua felicità, come lui è il mio universo, la mia felicità. Un sorriso raggiante spunta sul mio viso. Jasper ha ragione, ha maledettamente ragione.

“È vero fratello hai ragione. Anche io mi oppongo.” Mi giro verso Emmett e lo guardo curiosa.

“Avanti Bellina, tu e quel musone di mio fratello siete anime gemelle. Da quando ti ha mentito dicendoti di non amarti è ancora più noioso e lugubre. Inoltre si disperava tutto il giorno, ma non si decideva a venirti a riprendere perché era convinta che fosse la scelta giusta quella di lasciarti andare.”

“Si, anche io mi oppongo.”

“Jake?”

“Per quando il pallido mi stia molto antipatico, quando eri con lui eri felice, ora scusa se te lo dico ma sei più morta che viva.”

“Per fortuna ci avete pensato voi ragazzi, credevo che fino alla fine si sarebbe sposata veramente. Jasper ti ringrazio per aver bloccato tutto e ringrazio anche voi ragazzi. Ora Bella, tesoro, ti prego pensaci, rifletti…”

“Smettetela, la Regina si sta sposando. Lo hanno voluto loro.”

“Non è vero. Non lo hanno voluto loro, lo avete imposto voi. Mio fratello e Bella amano altre persone, perché dovete costringerli a fare questo? Perché volete separare persone che si amano? Siete così egoisti da permettere che accada una cosa del genere?” Io e Ian sorridiamo alle parole di suo fratello Paul.

“Finiscila Paul, tuo fratello sposerà la Regina. Non sposerà mai quella servetta da pochi stracci.” Cooosaaaa? Come si permette di dire una cosa del genere? Vedo Ian stringere i pugni fino ad avere le nocche bianche, Nina invece ha abbassato lo sguardo e si vedono le lacrime. Mi guardo intorno. I miei genitori, Phil; Claire, i Cullen, i Lupi, i miei testimoni, i Volturi, tutti mi sorridono. È ora di prendere in mano la mia vita.

“Come si permette di dire una cosa del genere? Dinanzi  me nessuno, con qualsiasi titolo, si deve permettere di offendere un membro del mio popolo. Non capisco come lei, signor Conte, con il suo cinismo, egoismo e ipocrisia sia stato in grado di crescere dei figli splendidi come loro.” Mi volto verso i Ministri e i Consiglieri.

“Signori, comunico che le nozze sono annullate. Ma non disperate, oggi verranno celebrate altre nozze. Nozze veritiere e intrise d’amore. Oggi il Conte Ian e la Duchessa Nina si uniranno in matrimonio.” Sulle facce dei presenti ci sono diverse emozioni. Rabbia, frustrazione, delusione, consapevolezza, odio, comprensione, ira, tenerezza, gioia, felicità ed infine amore. Si sui visi di Ian e Nina c’è amore per loro e gratitudine nei miei confronti.

“Non lo permetterò mai e poi non è una Duchessa.” Piego il capo in direzione del Conte.

“Mai contraddire un ordine della Regina, mi sembra che questo rientri nell’etichetta e nei doveri di ogni membro del popolo Svedese. Inoltre sono la Regina e nomino Nina Duchessa. Perciò, miei cari presenti accomodatevi nuovamente, altrimenti uscite dalla cattedrale.” Mi sposto verso i banconi con un sorriso vero, finalmente.

“Ehi ma anche noi dobbiamo venire lì?” Mi volto Emm e Jake che sono imbronciati.

“Non mi sposo più, ora siete dei semplici invitati.”

“Ricorda che i tuoi testimoni saremo sempre noi.” Alzo gli occhi al cielo. Ian è andato a prendere Nina ed ora si dirigo all’altare. Sono felice ed emozionata per loro. Finalmente coroneranno il loro sogno d’amore. Prima che la funzione inizi i futuri sposi i voltano verso di me.

“Bella, ci faresti da testimone?” Annuisco felice e prendo il posto che in precedenza occupava Jake sull’altare.

La funzione inizia e mi emoziono tantissimo. Intanto penso. Penso che vorrei essere al posto di Nina.

Immagino me che arrivo con mio padre e sull’altare c’è Edward che mi aspetta emozionato. Penso a noi che ci scambiamo promesse di amore eterno. Penso a noi che balliamo da marito e moglie. Penso a noi, insieme. Ma questo non avverrà mai, lui è immortale, io no. Con tutti questi pensieri non mi sono accorta che la funzione è quasi finita. Bene devo portare al termine il mio progetto. Mi volto verso Alice, voglio una conferma a ciò che sto per fare. In risposta ricevo un sorriso magnifico che ricambio più che volentieri.

“Vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa.” Un coro di applausi parte da ogni angolo della cattedrale, con la coda dell’occhio noto la Contessa che asciuga una lacrima e il Conte che fa un piccolo sorriso in direzione del figlio. Risolveranno tutto. È ora di riprendere la parola.

“Bene, ora credo che Ian e Nina siamo stati sin troppo separati. È meglio che inizino subito il loro viaggio di nozze e vorrei essere io a farvi questo regalo, se siete d’accordo.”

“Bella hai già fatto trop…”

“Non dire sciocchezze Ian. È il minimo e non voglio un no come risposta.”

“Allora non possiamo far altro che accettare più che volentieri.”

“Ma ovviamente avrete il vostro ricevimento al vostro ritorno. Ora iniziata ad andare, lasciate perdere tutti, ma aspettatemi all’uscita.” L’ultima parte la sussurro, non capiscono cosa intendo ma fanno come dico loro.

“Un’ultima cosa. Rinuncio ai miei diritti di Regina. Rinuncio alla corona. Rinuncio a regnare sul popolo della Svezia. Rinuncio a tutto. Inoltre essendo l’ultima erede nonché l’ultima Regina, la dinastia si chiude con me. Spero perdonerete questa mia avventata decisione, ma io non ho mai voluto questo per me, ho accettato solo a causa di un mio momento di debolezza. Non volevo prendere in giro nessuno, tanto meno il mio adorato popolo, ma essere Regina non fa per me. Ora con il vostro permesso io andrei.” Non aspetto una risposta, saluto tutti i miei parenti ed amici con un sorriso ed inizio a correre. Corro verso l’uscita. Corro verso la libertà. Corro per riprendere in mano la mia vita.

All’uscita trovo Ian e Nina che mi guardano sorpresi per il mio discorso. Ed ora? Brava ho progettato la fuga ma non ho il mezzo.

“Ehi sorellina tieni, in macchina ci sono dei vestiti per voi. In aeroporto ci sono due aerei privati prenotato a vostro nome che vi aspettano. Mi raccomando stai attenta e trattalo bene.” Come è venuta così va via. Alice a volte è proprio strana. Comunque ha visto tutto, ma chi devo trattare bene? Non mi chiedo altro e faccio salire Ian al posto di guida mentre noi ci accomodiamo dietro. Parte a tutto gas. Sul sedile trovo un borsone con abiti per tutti.

“Ma Alice come faceva a sapere tutto ciò?”

“È una veggente.” Dico loro tranquillamente ed ovviamente mi ridono in faccia.

“Ha pensato che sarebbe successa una del genere? Oppure si è messa d’accordo con il fidanzato?” Mi chiede Ian, io ho detto la verità dicendo che è una veggente, vabbè pazienza.

“Credo più che lo immaginasse, Jasper non è tipo che fa questi trucchetti con Alice.” Penso con tenerezza a Jasper, è tutto merito suo, dovrò fargli un bel regalo.

“Ian tu guida noi ci cambiano, tanto i vetri sono oscurati.” Prendiamo la roba dal borsone e iniziamo a cambiarci.

“C’è qualcuno che ha la nostra stessa fretta. Forse è un ritardatario che voleva assistere al matrimonio tra la Regina e il Conte.” Non faccio caso alle parole di Ian, sono troppo concentrata a cambiarmi. Dopo circa un’altra ora di viaggio arriviamo all’aeroporto. C’è molta confusione. Ma che succede? Dopo qualche minuto capiamo che hanno rubato l’auto del tizio che si sta disperando. Non ci interessiamo più di tanto e con cappelli e occhialoni da sole ci avviamo all’interno. Ci informiamo su quelli che sono i nostri aerei e così arriva il momento dei saluti.

“Ragazzi, andate dove volete, per due mesi siete in viaggio di nozze. Mi raccomando visitate l’Italia è favolosa. Se volete prolungare il viaggio non avete problemi basta comunicarlo al pilota. Inoltre in ogni meta avrete una macchina a disposizione e i migliori alberghi. Provvederà a tutto il pilota, voi dovrete solo rilassarvi e divertirvi.

“Bella, stai facendo tanto per noi. Io non so proprio come ringraziarti.”

“Nina, non devi ringraziarmi. Quando la sera della festa ho incontrato lo sguardo di Ian, ho visto nei suoi occhi il mio stesso dolore e non era giusto che anche altri soffrissero ciò che sto soffrendo io. Inoltre siete dei così bravi ragazzi, vi amate e avete il diritto di essere felici. Ora basta chiacchiere dovete partire.” Abbraccio calorosamente tutti e due, qualche lacrima sfugge al nostro controllo.

“Sarai felice anche tu Bella.”

“Lo spero Ian, lo spero.” Mi giro e vado verso l’aereo. Salgo e mi accomodo.

“Principessa, sei stata magnifica. Anche se hai rinunciato a tutto per me resterai sempre la mia principessa. Allora dove ti porto?”

“Firenze. Devo visitare dei conoscenti a Volterra. Poi tu puoi andare.”

“Va benissimo.”

Devo approfondire la conoscenza con Aro. Se tornassi da Edward lui continuerebbe a dire di non amarmi e non voglio farlo soffrire. Basto già io, ma non preoccuparti amore mio ci ritroveremo.

Porto una mano sul mio ventre.

Cooosaaa?

 

Ehhhhi ciao Valentine e Faustine, volete uccidermi? Se lo farete non avrete il seguito, ihihih. Comunque cosa mi dite del capitolo? Ovviamente il prossimo sarà un pov Edward. Aspetto di conoscere i vostri commenti a domani un bacio Mary.

Mie storie in corso:
Forse non mi hai mai amata
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Mie storie concluse:
Non voltarti indietro...o forse si:
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Finalmente felici:
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Mi sono innamorato di te:
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Invito:
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Uno scontro che ti cambia la vita:
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Eternità:
 
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L’amore va oltre il tempo:
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Ritrovare lei, ritrovare loro:
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Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di S. Meyer.

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Capitolo 55
*** Capitolo 55 ***


capitolo 55






POV EDWARD

Se fossi umano il cuore mi uscirebbe dal petto. Sono un fascio di nervi. Pochi metri mi dividono dalla mia unica ragione di vita ed io ho perso le parole. Cosa le dirò appena la vedrò? Se lei non volesse più vedermi? Se lei si fosse già sposata? Se lei…basta non può essere, lei mi ama ed io la amo. Mi farò perdonare, spero.

Prendo un gran respiro, non ne ho bisogno ma così mi sento meglio, e con la speranza che alberga nel mio cuore muto mi avvio tremante verso l’ingresso.

Non credevo fosse possibile che un vampiro, un essere temuto abbia paura di una dolce e fragile umana. Invece è così. Io ho paura. Paura di incontrare quegli occhi da cerbiatta, quegli occhi che mi hanno amato, quegli occhi che ho fatto ridere, quegli stessi occhi che ho fatto colmare di lacrime e tristezza.

Devo entrare, sto solamente perdendo tempo. Evito di ascoltare i pensieri dei presenti, non voglio sapere nulla anche se sento dei mormorii sorpresi.

Apro il portone ed entro. Tutti si voltano a fissarmi, ma poi distolgono lo sguardo. Invece io punto il mio sguardo verso l’altare e vedo…nessuno? Come è possibile? Forse ancora non arrivano. Poi punto lo sguardo alla mia sinistra e vedo i tre Volturi, le mogli e le guardie. Più avanti ci sono gli anziani del branco che mi fissano con astio, e credo che la mia natura centri ben poco. Sposto ancora lo sguardo e incontro i luminosi sorrisi della mia famiglia e dei genitori di Bella, inclusa Claire e quello che deve essere Phil. Noto che anche Jacob Black sta ridendo con…Emmett? Ma che diavolo succede? Dove si trova il mio angelo? Perché tutti sono felici?

“Edward finalmente sei arrivato, ti aspettavo.” Esclama Alice sorridente. Ho capito ha visto la mia intenzione, l’ha riferita a Bella ed ha annullato le nozze. Le sorrido di cuore, le farò un enorme regalo.

“Oh no fratellino, non è come pensi. Bella è andata via con Ian.” Il sorriso mi muore sulle labbra. Cosa c’è da essere tanto felici? Se aveva visto le mie intenzioni perché non ha detto nulla a Bella? Perché è successo tutto ciò? Non posso incolpare nessuno se non me stesso. È stata solo colpa mia se lei ha sposato un altro, ed io sono qui a rendermi conto che tutto ciò è reale. Sono veramente un mostro. Mi accascio a terra in preda al dolore più puro. Non sento più nulla intorno a me. Non voglio sentire più nulla. Non mi importa più di nulla. Ora lei non sarà più mia e la colpa è solo da attribuire al mio egoismo.

Egoista.

Egoista.

Egoista.

Sento qualcuno che mi chiama. Sento qualcuno che mi prende di peso e mi trascina fuori. Sento tutto e niente. Sento lo sportello di una macchina che si apre e poi si chiude. Sento una macchina partire. Dopo un po’ ci fermiamo e vengo condotto in una casa. In questo mio stato di trance mi sembra di sentire il suo odore.

Una porta viene aperta e vengo spostato su qualcosa di morbido. Un letto forse. Inspiro profondamente. Non lo sto immaginando. Questo è il suo odore, il suo profumo, la sua fragranza, la mia esistenza. Chiudo gli occhi ed ispiro nuovamente una, due, tre, infinite volte.

“Ma che sta facendo?”

“Inspira l’odore della sua amata.”

Apro gli occhi di scatto e mi volto verso la fonte del suo odore. Il suo cuscino. Lo abbraccio stretto a me e inizio a singhiozzare. Lacrime silenziose rigano il mio volto.

“L’ho persa.” Silenzio.

“Sono stato uno stupido.” Singhiozzo.

“Ho perso la mia unica ragione di vita.” Silenzio.

“Sono solo un essere egoista che pensava di fare il suo bene.” Singhiozzo.

“Glielo diciamo che non si è sposata o lo lasciamo piangere un altro po’?”

“Emmett.” Sbarro gli occhi. Cooosaaa??? Non si è sposata. Con ancora il suo cuscino stretto tra le mie braccia faccio un salto e atterro sul corpo di Emmett, entrambi finiamo a terra ma non mi interessa.

“Ehi vedi che io amo la mia Rose, ho capito che sei in carenza di aff…”

“Smettila stupido. Cosa intendevi prima con il fatto che non si è sposata?”

“Ti faccio vedere.” Mi urla in mente. Subito dopo varie immagini invadono la mia mente. Lei che non balla il Valzer con lui ma con Jasper. Lei che gli dice che lo vuole come testimone. Lei che viene incoronata. È una visione, un angelo. Lei che con il padre procede verso l’altare nel suo abito da sposa. Lei che porge la mano al damerino. Loro che si voltano per ascoltare la funzione. Jasper che si oppone. Lei che negli occhi ha ritrovato la vita. Lei che mette tutti a tacere e cede il suo ruolo di sposa alla donna amata dal damerino che ora mi è più simpatico. Lei che abdica al trono. Lei che scappa dalla cattedrale. Alice che le porge le chiavi di una macchina scura, un attimo…quella è la stessa macchina che ho incrociato per la strada. Non è possibile l’ho avuta al mio fianco, ma perché non volevo leggere i pensieri di nessuno? Ora lei sarebbe con me, staremo fuggendo insieme. Aspetta, mi volto irritato verso Alice che prontamente si nasconde dietro suo marito.

“Tu.” Sibilo irritato a morte. Lei sapeva che sarei arrivato. Lei sapeva che tutto sarebbe andato a monte. Lei sapeva che l’avrei incrociata ma non ha mosso un dito.

“Come hai potuto farmi questo? Perché l’hai fatto? Ho sbagliato lo so, sono stato un mostro lo so, l’ho fatta soffrire lo so. Ma sono venuto qui per implorare il suo perdono. Tu sapevi che sarei arrivato e invece di dirle di aspettarmi le hai procurato una macchina sulla quale fuggire. Pensi che io non abbia sofferto? Pensi che io sia stato felice per come l’ho trattato? Pensi che io non mi sia fatto schifo da solo? Pensi che…”

“Smettila Edward, l’ho fatto per voi. Ora non sei lucido e non potresti capire, ma a tempo debito mi ringrazierai di cuore. Devi solo essere paziente. Questo è un percorso che entrambi dovete compiere per essere pienamente felici dopo. Non cercarla, pensa solo che le vostre pene, le vostre sofferenze verranno ripagate. Voi siete anime gemelle ricordalo e non potete fare a meno dell’altro. Devi solo avere fiducia e poi sarete eternamente felici.” Nei suoi occhi leggo tanta sincerità. So che ha fatto tutto ciò per me, ma ora non sono in grado di accettare questa sua spiegazione. Anzi la fulmino con lo sguardo e suo marito si posiziona davanti a lei. Lo guardo scettico.

“Pensi veramente che potrei far del male a quella pulce tanto irritante quanto fastidiosa? Sono arrabbiato da morire con lei ma è mia sorella non le farei mai del male, ed inoltre è una donna. Mi meraviglio della tua poca fiducia Jasper. Io non sono come un altro nostro parente che non si fa scrupoli ad alzare le mani su un membro della sua famiglia.” Jasper si scusa mentalmente mentre Emm, dopo aver capito la velata allusione al giorno in cui mi ha praticamente pestato mi da un pugno sulla spalla che mi sposta di qualche centimetro.

“Lo farei ancora fratello.” Lo guardo con un sopracciglio inarcato, ora sono suo fratello. Lasciamo perdere ho qualcosa di molto importante da fare. Mi volto impaurito, si impaurito verso Charlie e Renèe. Lei mi guarda sorridente mentre lui…lui anche? Li guardo shoccato.

“Siamo troppo felici per ciò che è successo oggi e dopo ciò che hai fatto e ciò che hai detto prima ti perdoniamo. Ma fai soffrire di nuovo mia figlia e non ci sarà posto sicuro al mondo in cui potrai nasconderti.” Anche dai loro pensieri capisco che sono sinceri ma devo comunque loro delle scuse.

“Io vi ringrazio, ma ciò non toglie che vi devo delle scuse. Charlie mi dispiace tantissimo. Tu mi hai accolto in casa tua come un figlio, sei subito stato felice della nostra relazione ed io ho tradito la tua fiducia facendola soffrire, mentendole, facendola andare via da te e facendole fare tutte quelle scelte. Renèe, sei venuta a cercarmi per farmi ragionare, per accertarti dei miei sentimenti ed anche con te ho mentito. Ho usato una mia cara amica per farti credere di non provare nulla per Bella quando lei è tutta la mia esistenza. Credevo di non possedere un’anima ma ho capito che lei è la mia anima. Io voglio credere alle parole di Alice, voglio credere che tutto si sistemerà, che abbiamo bisogno di questo tempo da passare soli e che poi saremo finalmente felici, e vi prometto, anzi vi giuro che l’amerò e la proteggerò sempre e per sempre.” Nei miei occhi la verità è fiammeggiante.

“Fratello sembri un condottiero per come sei serio.” Nessuno ride apertamente alla battuta di Emmett ma tutti ridacchiano. Mi sento la schiena bucata, mi volto verso quello sguardo che mi sta incenerendo da quando mi ha visto.

“Sappi che se non sono venuto ad ucciderti, non è stata per mia pietà nei tuoi confronti, ma solo perché non volevo che Bella soffrisse ancora di più. Ti ho avvisato un giorno nella foresta di non farla soffrire, ma non hai capito che la mia era una minaccia. Se oggi sei ancora tutto intero è solo perché voglio nuovamente credere alle tue parole. Ma sappi che questa è l’ultima possibilità che ti concedo, falla soffrire di nuovo e l’inferno sarà per te un luogo sicuro. Lei è come una sorella per me. Ha accettato la nostra natura senza problemi, non ci ha mai considerati dei diversi, dei mostri, ci ha sempre voluto bene, lei non si è fermata alle apparenze, è sempre andata oltre. Da un lato spero che lei non abbia più la sfortuna di incontrarti, le hai fatto molto male, ma dall’altro spero che vi riconciliate perché solo tu puoi renderla felice.” Termina il suo discorso e va via seguito dalla sua famiglia e la sua fidanzata che mi ha rivolto un occhiolino complice.

Bene ora devo solo andare a cercarla. Ma mi sembra che manchi qualcuno, no?

“Avevo visto i vecc…ehm i Volturi, dove sono finiti?”

“Non avevano altro da fare e sono tornati nel loro covo in Italia.” Sospiro di sollievo, almeno qui non hanno dissanguato nessuno.

“Edward, ora tu non andrai a cercarla. Forse non hai capito il mio discorso di prima.” Guardo Alice sconvolto, sta scherzando vero?

“Se pensi che io stia scherzando, allora la risposta è no. Bella ha affrontato molte scelte in questi pochi giorni, è sotto stress e deve ritrovare se stessa. Deve ritrovare la sua pace interiore.”

“Alice ma…”

“Edward, segui il consiglio di tua sorella. Vorrei che mia figlia ritrovasse il suo equilibrio. Non hai idea di come sia diventata, di come si sia ridotta e ora necessita di un po’ di tranquillità.” Alle parole di Renèe seguono delle immagini sullo stato di Bella nella mente di Jazz. Oddio, cosa le ho fatto? Il troppo dolore mi fa accasciare a terra. Ma Jazz con molta pazienza e tutta la potenza del suo potere riesce a calmarmi.

“Andiamo a casa figlioli.” Salutiamo tutti e silenziosamente ci avviamo verso l’uscita. Ho ancora il cuscino di Bella tra le mani, poi mi volto verso Renèe per chiederle il permesso con lo sguardo e lei acconsente con un sorriso. Lo riporto al naso ed ispiro nuovamente l’essenza, sorrido felice, intanto il seme della speranza germogliano in me.

Arriviamo all’aeroporto con più calma. Mi sembra di sentire il suo odore, solo lievemente però. Mi concentro, forse è dato dal cuscino.

“È il suo odore quello che senti.” Mi dice Alice.

“Come…”

“Semplice ha preso l’aereo che hai lasciato tu.” Ora capisco tante cose.

“Dimmi un po’, tutte le prenotazioni e gli aerei occupati erano opera tua? Poi magicamente si è liberato un aereo da affittare per farmi arrivare in ritardo?” Le dico assottigliando lo sguardo e scompigliandole i capelli. Lei mi fa una linguaccia ed annuisce sorridendo.

“Se lo vuoi sapere quello è il suo aereo privato.” Scuoto la testa e mi accomodo sul sedile della prima classe e fisso il cielo.

Amore mio siamo ancora separati ma so che presto saremo nuovamente insieme.

Ti amo mia dolce Bella.

Ti amo immensamente Edward.

 

Ehilà dolci fanciulle, cosa ne dite di questo capitolo? Allora domani ovviamente ci sarà il pov Bella. Dopo di quello ci sarà credo un capitolo con entrambi i pov e poi l’epilogo, oppure due capitoli con pov separati e l’epilogo, comunque credo che ci saranno non più di quattro capitoli compreso l’epilogo. Finalmente direte voi. Comunque bando agli scherzi, quanto mi dispiace che questa storia sia quasi giunta al termine. Aspetto i vostri commenti. A domani un bacio Mary.

 

Mie storie in corso:
Forse non mi hai mai amata

Mie storie concluse:
Non voltarti indietro...o forse si
Finalmente felici
Mi sono innamorato di te 
Invito
Uno scontro che ti cambia la vita
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L'amore va oltre il tempo
Ritrovare lei, ritrovare loro
La mia pericolosa cantante

Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di S. Meyer.

 

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Capitolo 56
*** Capitolo 56 ***


capitolo 56







POV BELLA

Ok calma Bella. Inspira. Espira. Inspira. Espira.

Non può essere. È praticamente impossibile. È assurdamente impossibile. Non è concepibile. Cioè se fosse reale è stato concepito perciò concepibile, ma non è reale.

Io non posso. Lui non può. Noi non possiamo.

Sudo. Sono schifosamente sudata. Sono appiccicosa.

Sono nel bagno dell’aereo, mi sto guardando allo specchio e sono più bianca di un lenzuolo, anzi no meglio, più bianca di un vampiro, il che è tutto dire.

Apro l’acqua fredda e ci butto tutta la testa sotto. È meglio rinfrescare tutto, così appena toglierò la testa da sotto l’acqua ghiacciata, tutto tornerà alla normalità ed io mi sveglierò da questo bellissimo quanto impossibile sogno.

Si, sogno. Sarebbe perfetto se fosse vero. Ritornerei a vivere se fosse vero. Ritroverei la felicità se fosse vero. Ma purtroppo non è così. Io non posso e neanche lui può. Io ho avuto un incidente e lui è sterile a causa della sua natura. Perciò questo non è più un sogno, è un incubo.

Si, un incubo. Perché? Sto già soffrendo di mio, non è necessario anche questa illusione. Non è necessaria ulteriore sofferenza. Perché proprio io? Non ho mai fatto del male a nessuno, ho sempre cercato di aiutare il prossimo. Qualcuno vuole punirmi per ciò che ho fatto in questo ultimo periodo? Qualcuno vuole punirmi per le scelte avventate che ho fatto? Perché? Perché? Perché?

Piangendo mi accascio sul pavimento.

Edward amore mio, dove sei? Perché non mi vuoi? Se è come dice Jasper e tu mi ami, perché mi hai mentito? Perché mi hai mandata via? Edward…

“Principessa. Principessa.” Mi ricompongo, cerco di controllare le mie lacrime e la voce.

“Si?” Non aggiungo altro, non so come potrebbe uscirmi la voce.

“Stiamo atterrando, torna al tuo posto e allaccia la cintura. Ma va tutto bene?”

“Si, si, sono venuta a rinfrescarmi. Arrivo subito.” Mi lavo di nuovo la faccia ed esco. Non ho più il coraggio di sfiorare il mio ventre, non voglio una delusione.

Appena atterriamo a Firenze dico al pilota che può tornare a casa ed esco dall’aeroporto. Fuori trovo una macchina nera con i vetri oscurati, ma non ci faccio caso e vado avanti alla ricerca di un taxi. Che bella giornata di sole.

“Bella.” Mi volto avendo sentito il mio nome. Aggrotto le sopracciglia e noto che un finestrino di quell’auto scura è abbassato. Forse ho capito male io.

“Bella.” No, non ho capito male. Ma chi potrebbe essere? Mi avvicino timorosa e cerco di guardare dentro l’auto. Appena riconosco Aro tiro un sospiro di sollievo. Apro lo sportello e mi accomodo al suo fianco.

“Come sapevi che mi avresti trovata qui? Come avete fatto ad arrivare prima di me?” Chiedo curiosa.

“Sai che i vampiri sono molto veloci, noi non abbiamo usato gli abituali mezzi di trasporto per tornare a casa, diciamo che abbiamo usato i nostri mezzi naturali. Siamo qui perché tua madre sospettava che saresti venuta qui da me per approfondire il discorso iniziato la sera del ballo.” Arrossisco visibilmente. Effettivamente sono arrivata qui all’improvviso, e se lui non volesse parlarmi o se avesse da fare?

“Cosa succede piccola? Sei pensierosa.”

“Ecco…si…io sono piombata qui all’improvviso senza sapere se avrei dato fastidio o se tu fossi impegnato o…”

“Tesoro, non pensarlo neanche tu qui sarai sempre la benvenuta e non hai bisogno di inviti. Sentiti libera di venire quando vuoi e per quanto tempo vuoi. È paradossale ma a palazzo sarai sempre al sicuro, nessuno ti farà mai del male. Inoltre non vedevo l’ora di averti per un po’ a palazzo, perché ti fermerai per un po’?” mi riprendo.

“Certo, fino a che non ritroverò il mio equilibrio, perciò ti ringrazio in anticipo per la tua osp…”

“Oh no bambina mia, sei mia nipote e ciò che mio è anche tuo, ricordalo sempre.” Eh già sono sua nipote. Chi l’avrebbe mai detto, io nipote, anzi pro nipote di un vampiro.

“Ma nonno, posso chiamarti nonno?”

“Certo, anzi ne sarei felicissimo.”

“Allora nonno, ma racconti meglio la mia storia? Cioè la tua storia?” intanto siamo arrivati a palazzo, infatti la macchina si ferma e noi scendiamo in un vicolo buio.

“Entriamo prima e ti racconterò tutto dall’inizio.” Ci avviamo verso un tombino? Lo guardo scettica, non penserà per caso di entrare lì dentro?

“Non fare quella faccia, sotto c’è Felix che ti prenderà, non ti farai male.” Ancora scettica mi faccio il segno della croce e mi calo nel tombino. Due braccia fredde mi prendono prima che mi schianti al suolo.

“Dio grazie.”

“Non sono Dio, sono Felix.” Gli scocco un’occhiataccia.

“Felix non provarci con mia nipote.” Ridacchio divertita alle parole di mio nonno nei confronti del bestione.

“Non è divertente.” Mi guarda assottigliando lo sguardo.

“Invece a me fa tanto ridere.”

“Basta voi due, andiamo che abbiamo molto di cui parlare. Felix dai disposizione affinché venga preparato il pranzo per Bella. Io intanto le mostro la sua stanza.” Camminiamo per lunghi corridoi. Tutto è molto pregiato, molto antico, molto di classe. Mi sento un po’ in imbarazzo in mezzo a tutte queste ricchezze. Ad un certo punto ci fermiamo di fronte una porta, la apre ed entriamo. È la mia camera, è molto bella, forse troppo pomposa per i miei gusti, ma va bene. Mi lascia lo spazio per entrare e mi accomodo su uno dei divani, lui fa lo stesso sul divano di fronte.

“Allora credo che sia giunto il momento di raccontarti tutto.” Annuisco curiosa.

“Bene, ho incontrato circa due secoli fa mia moglie. Lei era umana. Una splendida umana. La più bella donna che avessi mai visto in tutta la mia esistenza. Avevamo organizzato un ballo qui. Non per scopi da vampiri diciamo, ma secoli fa organizzavamo spesso queste feste. Ovviamente era invitata tutta la nobiltà e tra questi anche i reali della Svezia. Lei era lì, con i suoi capelli tendenti al nero, la sua carnagione nivea e quegli occhi color del cioccolato.” Spalanco gli occhi, a parte il colore dei capelli è la mia descrizione.

“Ebbene si, tu le somigli tantissimo, sei la sua fotocopia, tranne che per il colore dei capelli. Dicevo era sul terrazzo e la sua pelle al chiaro di luna sembrava fosse fatata. Era una visione. E il suo sangue. La prima volta che lo sentii risvegliò la bestia che era in me, ma mi rifiutavo di fare del male a quella creatura celestiale. Mi allontanai per qualche minuto e poi tornai dalla mia fata. Si una fata, tanta bellezza non poteva essere reale, infatti credevo che non l’avrei più ritrovata. Pensavo che sarebbe tornata nel suo mondo fatato. Invece con mia enorme felicità lei era ancora lì nella medesima posizione. Ispirai ancora il suo profumo e quella volta mi stupii della mia reazione. La gola non bruciava, anzi mi sentivo in pace con me stesso. Era come se il suo sangue cantasse una dolce melodia per me, e il suo cuore suonasse quella stessa melodia. Ad un tratto lei si girò, si sentiva osservata. Mi vide e invece di aver paura mi sorrise. Era un angelo, il più bell’angelo era di fronte a me. Non riuscivo ad aprire bocca, non riuscivo a parlare, ero paralizzato. Sentivo un calore all’altezza del petto, sentivo il mio cuore freddo sciogliersi. Mi sentivo completo. E dopo questa consapevolezza riuscii a muovermi. Le sorrisi di rimando e mi avvicinai. Da gentiluomo di altri tempi le feci il baciamano e lei arrossì vistosamente. Mi sentivo bene a quella visione. Ci presentammo, mi disse che erra la principessa della Svezia. Mi disse anche che sapeva che ero un vampiro. A quei tempi si credeva ancora nell’esistenza dei vampiri, ma io rimasi di sasso quando da quelle dolci labbra uscì la parola vampiro. Le dissi che non era vero, ma lei candidamente mi rispose che tanta bellezza non era umana.” Dire che mio nonno è bellissimo secondo me è troppo, ha la bellezza di un vampiro, ma dire che è bellissimo è esagerato, comunque sono veramente affascinata da questa storia. Solo che lui si è un po’ perso con lo sguardo nei ricordi ed io non lo interrompo, sono un’inguaribile romantica.

“Lei diceva che la mia bellezza era inumana, mi aveva paragonato ad un angelo, quando il vero angelo era lei. Comunque subito capimmo di essere innamorati l’uno dell’altro. Lei mi amava anche se sono un mostro. Lei era buona, andava oltre le apparenze, proprio come te. Vi assomigliate in tutto. Dopo due mesi la sposai, ma lei voleva essere trasformata. Volevamo aspettare un po’ dopo il matrimonio, in fondo lei aveva 22 anni e io ne dimostravo circa 30, potevamo aspettare un altro po’. non ero pronto per dire addio alla sua umanità. Non volevo che diventasse un mostro come me. Durante il matrimonio nacque anche il termine Cantante. La Cantante è colei il suo sangue fa lo stesso effetto che fece su di me Sulplicia. Solo in pochi sono fortunata a trovarla. La contante è l’esatta metà del vampiro, è la sua anima gemella, è l’altra metà della mela. Il vampiro e la cantante non possono fare a meno l’uno dell’altro e quando la cantante viene trasformata, questa troverà l’odore del suo compagno come il migliore tra tutti. Nessun odore sarà paragonabile a quello del suo compagno, neanche l’odore del sangue.” Perché mi fissa sorridente?

“Poi accadde qualcosa di speciale, di inaspettato, di unico. Mia moglie rimase incinta. Attraverso antiche leggende scoprimmo che, quelle che noi definimmo cantanti, potevano concepire con il vampiro di cui sono innamorate. Quando diventano un corpo unico, il vampiro e la cantante, innescano un meccanismo particolare, non ti saprei dire cosa accade con precisione ma è come una specie di magia. Ciò perché un essere puro, l’umano, riesce ad amare e ad essere amato da un essere dannato, il vampiro.” Credo allora di essere la cantante di Edward.

“Sulplicia non vede l’ora di abbracciarti.”

“Nonno anche io non vedo l’ora di abbracciarla, ma devo dirti una cosa prima.” Mi guarda curioso.

“Credo di essere la cantante di Edward.” Mi guarda sorridente.

“Da cosa l’hai capito?” Non ho più alcun dubbio e sul mio viso compare un sorriso che potrebbe oscurare il sole. Mi alzo in piedi e alzo la maglia.

“Questo.” Indico il mio ventre a mio nonno che mi guarda sbalordito. Come far restare tuo nonno vampiro senza parole? Basta dirgli che sei incinta.

Consapevolmente accarezzo il mio ventre su cui c’è già una piccola sporgenza.

Il mio piccolo Edward.

Lacrime di gioia, di felicità, ma anche di dolore scendono dal mio viso. Sono incinta, aspetto nostro figlio, ma lui non è con me.

“Be-Bella…come?” Aggrotto le sopracciglia.

“Vuoi proprio saperlo?” Diniega energicamente con il capo ed io ridacchio divertita.

“Mi aiuterai nonno?” Chiedo timorosa, sono pur sempre incinta di un vampiro e non so cosa fare. Ho paura.

Si alza e viene ad abbracciarmi.

“Certo piccola mia, certo che ti aiuterò. Però poi dovrai tornare dal tuo Edward. Sai è arrivato in cattedrale tutto trafelato sperando di annullare le nozze. Ma quel genio diabolico di sua sorella ha fatto in modo che arrivasse in ritardo. Ora deve capire l’errore che ha commesso. Deve capire che senza di te non può esistere. Un vampiro quando incontra la sua cantante non può più esistere senza di lei e lui deve capire cosa avrebbe potuto perdere.” Lo fisso esterrefatta. Edward, il mio amore è venuto. Voleva annullare le mie nozze, è venuto per me. Mi ama.

Abbraccio mio nonno, ora sono felice. Aspetto un figlio, un miracolo, e il mio Edward mi ama.

Ti amo mia dolce Bella.

Ti amo immensamente Edward.

 

Ehi mie dolci donzelle, cosa ve ne pare di questo capitolo? Questo è il penultimo. Domani c’è il pov Edward e poi l’epilogo, che tristezza. Aspetto i vostri numerosi commenti, a domani un bacio Mary.

 

Mie storie in corso:
Forse non mi hai mai amata

Mie storie concluse:
Non voltarti indietro...o forse si
Finalmente felici
Mi sono innamorato di te 
Invito
Uno scontro che ti cambia la vita
Eternità
L'amore va oltre il tempo
Ritrovare lei, ritrovare loro
La mia pericolosa cantante

Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di S. Meyer.

 

 

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Capitolo 57
*** Capitolo 57 ***


capitolo 56






POV ALICE

7 Mesi dopo

Come sono felice, tra un po’ tutto sarà perfetto. Anzi perfettissimo. Certo in questi mesi Edward è stato molto triste, depresso. Non faceva altro che incolparsi di tutto. ho dovuto più volte fermarlo dall’andare in giro per il mondo a cercarla. Ma con l’aiuto dei mio Jazzy e dell’orso siamo riusciti a bloccarlo. In pratica non lo lasciavamo un secondo solo per evitare che scappasse. Sono stati mesi duri per tutti, però tutti eravamo consapevoli che presto la situazione si sarebbe risolta. Anche per la mia sorellina sono stati mesi duri. Ci siamo sentite spesso per telefono. Non riusciva a sopportare la lontananza dal suo amore, ma ogni volta, grazie all’aiuto di Aro, siamo riusciti a farla desistere dall’intento di tornare dal suo amato.

Oggi è il grande giorno, sono al top della felicità. Ecco sta arrivando una visione.

“Ahhhhh!!!! Finalmente!!!!” Saltello allegra per tutta la casa e tutti, anche mio marito ne sono sicura, pensano che io sia pazza. “Finalmente l’ho visto, mamma mia ma è bellissimo. Oddio, oddio ma è un amore.”

“Alice, amore, cosa succede?” Mi chiede titubante Jazz.

“Eddy corri un po’ per la foresta, non c’è bisogno del tuo muso lungo anche oggi. Ho appena visto un abito bellissimo e il tuo cattivo umore non mi aiuta.”

“Tutto questo casino per un vestito. Pensavo avessi visto qualcosa di importante.” Sbuffa e va via. Fratellone non puoi neanche immaginare cosa ho visto. Sono un genio, un genio del male, per fortuna sono buona, altrimenti addio mondo.

“Alice, cosa hai visto veramente?” Mi chiede mio marito. Maledizione capisce sempre quando mento, non è necessario il suo potere su di me. Ma sono troppo felice. Faccio un sorriso che potrebbe oscurare il sole ed Emmy rabbrividisce.

“Finalmente ho visto nostro nipote.” Tutti mi guardano sbigottiti, solo nostro padre esulta di felicità. Eh si, ha capito.

“Alice, sorellina, forse dovrei ricordarti che noi non abbiamo nipoti, e comunque non…”

“Oh Emmy abbiamo un nipote bellissimo. Identico al padre…”

“Ma scusa chi lo avrebbe fatto questo nipote?” Chiede Rose timorosa, forse anche lei crede che io sia pazza.

“Eddy e Bella.” Tutti mi guardano meravigliati.

 

POV EDWARD

Sono passati sette mesi dal giorno in cui sono andato in Svezia per riprendermi il mio amore, ma cosa ho ottenuto? Nulla. Certo le nozze non hanno avuto luogo, ma comunque il mio angelo non è con me. Chissà dove si trova. Chissà se sta bene. Chissà se mi ama ancora.

In questo periodo mia sorella era molto strana, cioè più strana del solito, ma la cosa che mi dava da pensare era mio padre. Anche lui era molto strano. Ma non strani in senso negativo, anzi erano più sereni. Più tranquilli, oserei dire che sono molto felici. Dico io un po’ di comprensione verso quel figlio e quel fratello che si dispera perché a causa della sua stupidaggine potrebbe perdere la sua ragione di vita, no eh? Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo, non faccio altro che pensare a Lei. Bella. La mia Bella. Il mio angelo. Il mio amore. La mia anima.

Sono rinato solo grazie a lei. Il mio cuore ha ripreso a battere solo grazie a lei. Sono stato felice solo grazie a lei. Io invece cosa ho fatto per lei?

L’ho fatta soffrire. Le ho mentito. L’ho trattata male. Le ho dato della bugiarda.

Ancora ricordo quel triste giorno. Quel giorno scoprii anche che era una principessa. Non era solo la principessa del mio cuore, ma una vera principessa.

Dove sei amore mio? Torna da me, mi manchi da morire.

Segui il tuo cuore amore e mi troverai.

Ancora la sua voce nella mia testa. In questi sette mesi è capitato di sentire la sua voce nella mia testa, forse immaginazione, forse pazzia o forse connessione, non lo so. Ma ogni volta che la sentivo mi risollevavo dal baratro in cui cadevo. Oramai sul suo cuscino il suo odore è sparito, non so più a cosa aggrapparmi per sentirla al mio fianco.

Non so neanche dove andare dopo che la nana mi ha praticamente cacciato di casa, dopo aver esultato per aver visto un vestito. Anche se non mi ha mostrato la visione, ma sinceramente mi sono arreso, non la capirò mai.

Decido di seguire il consiglio della Sua voce e di seguire il cuore. Andrò nel posto in cui la sento al mio fianco. La nostra radura. La radura che è stata testimone del nostro amore, dei nostri sospiri, dei nostri gemiti.

Amore mio…

Corro, corro verso quel luogo incantato. Appena sono nei pressi della radura mi blocco di scatto. Sento un odore nuovo. Un odore strano. Un odore che riconoscerei ovunque, ma diverso dal solito. Sento il cuore battere furioso nel petto, è impossibile ma io lo sento. Timoroso e a passo umano raggiungo il limite della radura.

Lì, al centro esatto, in mezzo a tutti quei splendidi fiori c’è una dea seduta. La mia dea. È di spalle. Non riesco a muovere un muscolo. Non riesco a respirare. Mi sembra persino di sudare. Cosa le dirò? Cosa mi dirà? Mi perdonerà? Mi ama ancora? Non riesco a continuare con le mie domande perché la dea si alza e si volta verso di me con un sorriso splendido.

È più bella di come la ricordassi. Ma è diversa. È…è…è più simile a me, ma non è come me. Cosa le è successo? Apre gli occhi e affogo in quel mare di cioccolato. Non riesco a fare nulla, non riesco a dire nulla. Sono una statua.

“Ciao.” Pura melodia esce da quelle labbra. Non rispondo per timore che sia solo un sogno, un dolce sogno, una illusione. Non voglio che questa illusione scompaia, non ne sopravvivrei questa volta. La mia illusione piega la testa di lato e mi sorride dolcemente.

“Non parli?” Di nuovo il coro di angeli. Si sto sognando, non può sorridermi dopo tutto ciò che le ho fatto. Inoltre la mia Bella è più umana, no? Questa Bella, che mi piace tantissimo, è più vampira.

“Se-sei ve-vera?” Chiedo tremante e balbettante.

“Si. Ma non ti avvicini?” È vera. È vera. È vera. Titubante accolgo il suo invito e mi avvicino. Questo incontro segnerà la mia sorte.

È splendida. La pelle più nivea, e più resistente sembra. Gli occhi sempre cioccolatosi, ma molto più chiari, i capelli più boccolosi e più scuri. Le labbra più rosse, morirei su quelle labbra. La voce ora sembra una melodia, non che prima non lo fosse. E il suo cuore…oddio batte molto lentamente. Mi prende il panico, cosa le è successo? Io dovevo proteggerla, cosa le hanno fatto?

“Che sciocca non mi sono presentata. Il mio nome è Isabella Marie Swan. Ho diciotto anni. Prima ero la Regina della Svezia. Ma lo sono stata solo per pochissime ore. Stavo per sposare un Conte, ma poi per fortuna sono rinsavita e non l’ho fatto più.” Mi sorride dolcemente. Ho capito, vuole iniziare di nuovo senza bugie.

“Inoltre sono innamorata persa di un uomo bellissimo. Ha i capelli ramati, occhi dorati in cui potrei perdermi, pelle bianca e labbra rosse sulle quali morirei.” Mi ama. Mi ama ancora. Sono l’uomo più felice dell’universo. Credo che ora tocchi a me dire qualcosa.

“Il piacere è tutto mio signorina. Io sono Edward Anthony Masen Cullen. Ho diciassette anni dal 1918. Sono un vampiro, vegetariano si intende. Anche io sono follemente innamorato di una donna bellissima, unica, perfetta, una dea. Ha lunghi capelli boccolosi, occhi del colore del cioccolato, pelle nivea e una bocca rossa come il peccato. Ma se mi permette perché non è più convolata a nozze?” Sto al suo gioco anche voglio sapere cosa l’ha spinta ad annullare tutto, sono egoista lo so, ma voglio ulteriori conferme.

“Quando guardavo l’uomo che era al mio fianco sull’altare, in lui ci vedevo un sorriso sghembo da mozzare il fiato. Mi perdevo in quel mare color dell’ora che sono i suoi occhi. Adoravo quei capelli morbidi ed indomabili castano ramati, ma poi mi sono riscossa e mi sono resa conto che non era quello che stavo immaginando l’uomo al mio fianco sull’altare. Non potevo sposare qualcuno che non avrei mai potuto amare. Anche durante la mia festa di fidanzamento non ho ballato il Valzer con lui.” È una sciocchezza quella del Valzer, ma sono al settimo cielo.

“E se posso ancora, perché non ha voluto ballare il Valzer?” Mi sorride dolcemente.

“Sempre per lo stesso motivo per il quale non l’ho sposato. Non era la mia anima gemella.”

“Se io…se io le chiedessi l’onore di poter ballare un Valzer con lei, accetterebbe?” Le chiedo emozionato.

“Sarei io ad esserne onorata. Però…” Ecco, arriva la batosta.

“Vorrei dirle che nel mio cuore ora c’è anche un altro uomo.” Sbarro gli occhi. No, non è possibile.

“Se mi permette vorrei presentarglielo. Sa non vedeva l’ora di conoscerla, è molto impaziente.” Deglutisco a vuoto e annuisco, oltre il danno anche la beffa. Zitto Edward, l’hai voluto tu. È tutta colpa tua.

“Amore vieni.” Sento un odore nuovo, mi piace, sembra un misto di fiori e sole. Ma è un odore strano. Una figura si nasconde dietro le gambe della mia Bella. È stato molto veloce, ma chi diavolo è?

“Dai amore, prima eri al settimo cielo ed ora fai il timido?” Sono veramente curioso. Bella mi regala un sorriso dolcissimo. Mai le ho visto un sorriso del genere e sapere che è rivolto a me, scalda ancora di più il mio freddo cuore e mi fa innamorare ancora di più di lei. Lentamente di abbassa e si volta, prende tra le braccia la figura misteriosa e poi si volta nuovamente verso di me. Divento una statua di ghiaccio. Ha un bambino tra le braccia. Ha avuto un figlio. Nota che mi sono irrigidito e che ho smesso di respirare e ridacchia. Io non lo trovo affatto divertente.

“Non essere sciocco Edward. Ti stupirò. Sei pronto per conoscerlo?” Annuisco con il cuore in gola, perché sento una forza che mi attira verso quel bambino che gioca con una ciocca di capelli di Bella e ha il viso affondato nel suo petto?”

“Ti presento l’altro uomo che ha rubato il mio cuore. È l’esatta fotocopia del padre. Edward Junior. È bello come il padre e non potevo non dargli il suo nome. Dai piccolino, esci dal tuo nascondiglio e saluta il tuo papà.”

Papà. Edward Junior. Papà. Edward Junior. Papà. Edward Junior.

Sono padre. Non riesco a pensare a nulla.

“Sai quando un vampiro e la sua cantante si amano, durante il loro amore accade una specie di magia. Riusciranno a concepire. La stessa cosa è accaduta a noi. Non chiedermi come, non ti saprei rispondere.” Mi riprendo nell’esatto momento in cui mio figlio si volta verso di me, mi guarda e mi sorride.

“Papà.” Mi sciolgo come neve al sole. Corro da loro, li stringo tra le mie braccia. Li bacio.

“Perdonami amore mio. Perdona questo stupido innamorato.” Lei piange tra le mie braccia.

“Si amore, certo che ti perdono.” Li faccio volare. Non ce la faccio più li rimetto giù abbracciandoli nuovamente e iniziando a singhiozzare. Li stringo al mio petto. I miei amore. La mia famiglia.

Poi un lampo attraversa la mia mente.

“Bella, ma cosa ti è successo? Chi è stato…?” Mi sorride.

“Tu.” La guardo allibita.

“Io?” Annuisce e inizia il suo racconto. Mi parla di Aro, suo nonno, e Sulplicia, sua nonna. Mi racconta la loro storia, fino ad arrivare ad oggi. Sono senza parole, aro è suo nonno? Chi l’avrebbe mai detto che quel vecchio pennuto avesse avuto una storia d’amore così romantica.

“Ora resterai per sempre così?” Spero in una sua risposta positiva, altrimenti potrei chiederle di trasformarla. Ho capito cosa significa stare con lei, e non voglio. Sono egoista, la voglio sempre per me.

“No, la mia trasformazione non è completa.” La guardo confuso.

“Vedi EJ, in quanto maschio, resterà un mezzo vampiro, fino ad ora sono nate solo donne. Le donne crescevano come umane e poi restavano umane se la loro anima gemella era umane, mentre diventavano vampire se la loro anima gemella era un vampiro. Ovviamente io sono l’unica destinata ad un vampiro. Tutte le mie antenate erano destinate ad umani. Ma la mia trasformazione non è data da questo. Diciamo che EJ ha contribuito, perciò la mia trasformazione sarà completa quando EJ avrà un fratellino o una sorellina.” Posso morire? No, non voglio. Ho ritrovato il mio angelo, ho un figlio, mi sta dicendo che resterà immortale e che avremo un altro figlio? Non credo che potrò mai essere più felice di così.

“Mi stai…mi stai dicendo che noi…noi potremo…”

“Si amore, potremo avere un altro figlio.”

“Voglio una bambina.” Ammetto felice.

“Allora dovrai impegnarti molto.” Mi sussurra maliziosa mentre io stringo mio figlio tra le mie braccia. Bella ha ragione è la mia fotocopia, ha anche gli occhi che avevo io da umano, verdi.

“Però la bambina dovrà essere uguale a te amore mio.”

“Allora dovrò impegnarmi anche io.”   

Per essere ancora più felici manca una sola cosa. Con EJ in braccio mi inginocchio.

“Amore mio, ho commesso tanti errori, ti ho fatta soffrire, ti ho mentito e di questo me ne pentirà tutti i giorni della mia esistenza. Ma so anche che nessuno potrà mai amarti come io amo te, venerarti come io venero te, adorarti come…” Non riesco a finire la frase che mi ritrovo con le labbra molto impegnate.

“Si, amore mio, si, si e ancora si.” L’abbraccio e iniziamo a sussurrarci il nostro immenso amore.

Io, la mia futura moglie, mio figlio ed un’altra che arriverà presto, molto presto.

 

Ehi pulzelle, come va? Che mi dite di questo ultimo capitolo? Ovviamente il prossimo è l’epilogo? Non so come ringraziarvi per tutto l’affetto che mi avete dimostrato in questi mesi. Siete state fantastiche, con le belle parole, i complimenti, le incitazioni, le curiosità. Ringrazio veramente tutte voi di cuore. Non mi riferisco solo a chi puntualmente recensisce la storia, ma anche ai lettori silenziosi. Grazie di cuore. Aspetto i vostri commenti. A domani, un bacio Mary.   

Mie storie in corso:
Forse non mi hai mai amata

Mie storie concluse:
Non voltarti indietro...o forse si
Finalmente felici
Mi sono innamorato di te 
Invito
Uno scontro che ti cambia la vita
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L'amore va oltre il tempo
Ritrovare lei, ritrovare loro
La mia pericolosa cantante

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Capitolo 58
*** Epilogo ***


capitolo 58







POV BELLA

20 Anni dopo

Sono passati 20 anni da quel giorno nella radura. Ricordo come fosse ieri il momento in cui i miei occhi si posarono nuovamente sul mio angelo. Ricordo ancora la sua espressione quando gli dissi che nel mio cuore c’era un altro uomo. Terrore puro, io volevo ridere ma poi mi avrebbe scoperta. Ma ancora di più ricordo l’amore e la dolcezza con cui guardò nostro figlio. EJ. La sua esatta fotocopia. Mi ha fatto ridere quando mi ha chiesto una bambina come secondo figlio. Una bambina che fosse identica a me. Non sappiamo come ma ci siamo riusciti. La nostra bambina. La sua piccola principessa. Ogni volta che il suo sguardo si posa sulla nostra piccola Renèesme vi leggo solo amore e venerazione, ed io non faccio che innamorarmi di lui sempre più.

Non potrò mai dimenticare il giorno in cui ci ritrovammo e tornammo a casa Cullen. Il piccolo era molto timido.

FLASHBACK

Stiamo per aprire la porta di casa guardandoci ancora negli occhi. La porta si spalancò all’improvviso e noi due venimmo praticamente scaraventati a terra. Per fortuna il mio amore mi prese al volo. Nessuno ci ha degnati di uno sguardo, tutti avevano occhi solo per il nuovo arrivato e lui non era più timido. Noi eravamo seduti a terra, o meglio Edward era seduto a terra, io ero seduta sulle sue gambe e li guardavamo allucinati.

“Oh ciao Bellina, ben tornata. Ho visto che il libro che ti ho regalato l’avete usato.” Tutto questo senza mai guardarci, troppo presi a spupazzarsi il bambino. Poi un campanello mi fece riprendere. Ripensavo alle parole di Carlisle ed Alice sul mio dolce virus. Loro sapevano. Manipolatori.

“Alice. Carlisle. Voi lo sapevate e mi avete fatto credere che fosse un virus.” Si voltano verso di me e mi guardano colpevoli.

“Voi…voi sapevate che ho un figlio e non mi…”

“Oh Eddy quanto la fai lunga, ora siete insieme, è questo ciò che conta.”

“Mi sono perso la gravidanza e il parto. Mi sono perso tutti i momenti più belli.”

“È vero, hai ragione, per questo non ci sono scusanti. Ma tanto ci sarà un altro bebè, stai tranquillo. A Bella, l’inizio di immortalità ti dona proprio sei ancora più bella.” Non so se tutti si sono voltati per la scoperta del futuro bebè o per il mio inizio di immortalità. Comunque spiegai anche a loro tutta la storia e dire che erano sconvolti era poco. Poi però azzardai la mia proposta a Rose ed Alice.

“Rose, Alice. Vorreste fare da madrine ad EJ?” Mi guardarono con i cuoricini al posto degli occhi, però poi ho dovuto fare i conti con il broncio di Emmett. Me la cavai con una play station nuova. Per fortuna si accontenta di poco.

FINE

Sento dei passi. Anche se silenziosi, la mia natura non mi fa sfuggire nulla. Sento anche il suo dolce profumo e le sue braccia che mi avvolgono in un caldo abbraccio. Il mio ghiaccio bollente.

“A cosa pensi Signora Cullen?” Il fatto che non sempre gli faccio leggere i miei pensieri lo indispettisce molto, ma so anche che gli piace. Così si dovrà inventare di tutto per capire i miei pensieri.

“Mmm…” Lo lascio sulle spine mentre inizia con i suoi dolci trucchetti con l’intento di farmi capitolare, anche se è consapevole che mi farebbe capitolare solo con il suo sorriso. Quel sorriso sghembo che rivolge solo a me.

“Non vuoi proprio dirmi a cosa pensi?” Sussurra mentre lascivo mi bacio il collo.

“Se cerchi di corrompermi in questo modo credo proprio che non ti dirò mai a cosa penso. Tu intanto continua che se sei bravo forse te lo dico.” Subito interrompe la sua dolce tortura ed io mi imbroncio. Ora sarà li a capitolare.

“Non guardarmi così. Sai che potresti chiedermi anche la luna con quello sguardo e la otterresti.” Mi dice a fatica.

“Ma io non voglio la luna, voglio solo te.” E mi butto addosso coinvolgendolo in un bacio che di casto non ha proprio nulla, poi però gli apro la mente e gli mostro i ricordi a cui stavo pensando. Lui di tutta risposta i stringe di più a se e approfondisce le sue carezze.

“Ehm…ehm…” Se potessi sarei rossa dalla punta dei capelli alla punta dei piedi e così Edward. non è possibile essere sorpresi dal proprio figlio, che dimostra la stessa età dei genitori in atteggiamenti intimi.

“Non vorrei disturbare il vostro slancio di affetto, ma vostra figlia mi sta portando sull’orlo dell’esasperazione.” Esclama mentre scansa molto poco gentilmente il padre per prendere posto tra le mie braccia. Diciamo che mio figlio è molto geloso, spesso anche di suo padre.

“Cosa è successo amore?” Gli chiedo mentre gli accarezzo i capelli e mi perdo in quei smeraldi che ha al posto degli occhi.

“Tua figlia – dice rivolto al padre che lo guarda con un sopracciglio inarcato visto il modo in cui l’ha sbattuto fuori dalle mie braccia – vuole che le presti la MIA macchina.”

“Non vedo dove sia il problema.” Dice mio marito.

“Prendesse la tua. L’ultima volta che ha preso una mia macchina questa non ha fatto più ritorno. Cioè è tornato solo il volante.”

“La mia macchina? No, non si prende.” Ecco un altro attaccato alle auto.

“Vabbè basta che ti fa due occhietti dolci e ti sciogli come neve al sole.”

“Praticamente quello che fai tu con tua madre e non mi pare che mia figlia, nonché tua sorella si lamenti.” Mi fanno morire dal ridere.

“Papinooooo.” Gli occhi di Edward si illuminano.

“Si principessa?”

“Mi presti la tua macchina? Quel bruto di EJ non vuole prestarmi la sua.”

“Ma certo amore, non devi neanche chiedere. Stai attenta e non fare tardi mi raccomando.” Io ed EJ cerchiamo di non ridere per la scena che ci troviamo davanti. La mia piccola Nes scossa un bacio a suo padre, poi vola tra le mie braccia e fa lo stesso con me e anche con suo fratello. Litigano sempre ma si amano da morire.

“Vado anche io, non vorrei che facesse qualche danno.” Ed esce anche lui mentre io guardo mio marito e poi scoppio a ridergli in faccia.

“Non è divertente. È come te, riesce a raggirarmi come un calzino quando mi guarda con quegli occhi cioccolatosi.”

“Tu l’hai voluta identica a me. Ora ne sei pentito?” Mi prende in braccio e mi bacia appassionatamente.

“Affatto. Lei è la mia principessa e tu la mia regina. EJ il mio fido braccio destro. Noi siamo i condottieri che proteggono i loro gioielli più cari.” Gli scoppio nuovamente a ridere in faccia.

“Non è carino ridere del proprio marito.”

“Mmm amore, portami in camera da letto e cercherò do farmi perdonare.”

“Mia regina tutto ciò che vuole è un ordine per me.”

“Allora mio re conducimi nel nostro nido d’amore.”

Lì in quella camera da letto ci amammo, e poi ci amammo e continuammo ad amarci per tutta la sera fino a che non ci perdemmo in nuovi ricordi.

“Ripenso ancora al giorno del nostro matrimonio. Mai ho provato un’emozione simile.” Mi dice il mio amore. Apro la mente ed insieme riviviamo i miei, i nostri ricordi di quel giorno.

FALSHBACK

Sono passati quattro mesi dalla proposta di Edward, ed oggi finalmente è il grande giorno. Non ho potuto vederlo neanche per cinque minuti ieri. Quelle due streghe delle mie sorelle/cognate. Però hanno fatto un ottimo lavoro. Le mie damigelle sono Alice, Rose, Leah e Ash. Il mio piccolo bambino porterà le fedi. Jake ed Emmett saranno ovviamente i miei testimoni, mentre per Edward ci saranno Jasper e Seth. Invece Carlisle ci sposerà. Ovviamente mio padre mi accompagnerà all’altare e finalmente si è dichiarato a Claire. Verrà trasformato dopo il mio matrimonio. Mia madre non potrebbe essere più felice, così come Esme. Se potesse sarebbe una valle di lacrime. Anche nonno Aro è felicissimo. Infatti Edward stentava a credere che davanti ai suoi occhi ci fosse il vampiro più temuto di tutti. Ci saranno anche Ian e Nina. Edward era molto rigido quando l’ha conosciuto, non si è staccato una volta da me, ma poi leggendo i suoi pensieri ha capito che sono una sorella per lui, si è rilassato un po’ ma non molto, comunque è diventato parte integrante del mio corpo, non che a me dispiacesse, ma i suoi fratelli lo prendevano in giro.

“Bella è arrivato il momento.” Mio padre viene verso di me. Ho ancora la possibilità di piangere ed infatti i miei occhi sono lucidi, ma sono lacrime di felicità. Mi alzo, sono pronta a legarmi per l’eternità al mio unico amore. Afferro con convinzione il braccio di mio padre e scendiamo le scale di villa Cullen. Appena sono nel giardino, non mi preoccupo di nessuno. I miei occhi cercano i suoi. Li trovo felici, emozionati, innamorati, eco dei miei. La distanza tra noi sembra infinita, ma appena sono tra le sue braccia mi sento a casa.

“Sei bellissima amore mio.” Il mio vestito è semplicemente favoloso. Devo riconoscere che questa volta ho superato me stessa. Ebbene si l’ho scelto da sola, senza l’aiuto di nessuno.

Mi perdo nei suoi occhi e lui nei miei.

“Edward lo vuoi?” Ci ridestiamo dal nostro sogno mentre tutti ridacchiano.

“Si lo voglio.”

“Anche io lo voglio.”

“Aspetta Bella ancora non lo chiedo a te.” Arrossisco mentre le risate aumentano. Incuranti di tutti ci avviciniamo e ci baciamo dolcemente.

“Ho capito lo volete tutti e due e vi dichiaro marito e moglie. È inutile dire che puoi baciare la sposa, lo state già facendo.”

“Papy, mamy, anche io.” Ci stacchiamo solo al suono della voce di nostro figlio che salta in braccio a suo padre e ci stringiamo in un tenero abbraccio. Poi sussurro all’orecchio dei miei uomini.

“Credo che dovreste dare un bacino anche alla mia pancia, sapete la sorellina potrebbe offendersi.” A quelle parole gli occhi dei miei uomini si illuminarono. Edward mi prese in braccio e mi fece volteggiare in aria mentre urlava in continuazione la sua felicità.

“Sei incinta. Sei incinta. Sei incinta.”

“Avrò una sorellina, che bello.”

“Ti amo Signora Cullen.”

“Ti amo Signor Cullen.”

FINE

 

POV EDWARD

Stringo tra le mie braccia la mia ragione di vita, il mio angelo, la mia dea. Mia moglie. In venti anni è la prima volta che mi mostra i suoi pensieri sul nostro matrimonio e non posso essere più felice e più innamorato. Questa donna, la mia donna, la madre dei miei figli, la mia anima, la donna che amo più di ogni altra cosa al mondo. La mia dolce e piccola Bella. La stringo di più a me.

“Durante il periodo della gravidanza splendevi di una luce particolare. E poi vedere la tua pancia che cresceva giorno dopo giorno, sentire i movimenti della nostra bambina, accarezzare il tuo pancione, vedere con EJ coccolasse e parlasse con la sua sorellina. È stato semplicemente magnifico. Certo stavo per morire il giorno in cui ti si sono rotte le acque.”

“Oddio non ricordarmelo, altrimenti ti scoppio a ridere di nuovo in faccia. Tu vampiro di 110 anni, con due lauree in medicina, non sapevi cosa fare per far nascere tua figlia. Per fortuna hai ritrovato subito la calma.” Sghignazza delle mie disgrazie.

“Certo, diciamo che le tue minacce sono servite.”

“Dai amore, avevo solo detto che ti avrei sbattuto fuori la camera da letto per un anno se non ti fossi ripreso. In fondo hai aspettato più di 90 anni un altro anno non ti sarebbe pesato.” Perfida, maligna, adorabile, tenero amore mio. Per fortuna non ha mai usato questi giochetti con me, altrimenti avrei dovuta supplicarla in ginocchio come fa Emm con Rose quando lo sbatte fuori dalla loro camera.

“Però poi quando l’hai presa in braccio, mi sono messa a piangere. Quelle sono state le ultime lacrime che ho versato. Sono felice di aver versato le mie ultime lacrime per una scena dolce come quella. Tu che avevi in braccio la nostra principessa, tu che la guardavi, che la veneravi con lo sguardo. Tu che poi hai guardato, hai venerato me con lo sguardo. Questi sono i migliori ricordi che ho. Ed oggi non ho fatto altro che pensare ai nostri momenti più felici. A tutto ciò che di bello abbiamo fatto e avuto.”

“È vero questi sono i nostri ricordi più belli. Anche quando poi davanti ai miei occhi vedevo te che avevi gli occhi sempre più chiari, il tuo cuore che velocemente smetteva di battere, la tua pelle che diventava ancora più bianca. Tu che diventavi ancora più perfetta di quella che già non eri. È stato favoloso vedere la tua trasformazione con i miei occhi. Sono felice amore mio. Ma dimmi, come mai oggi ti sei persa in tutti questi ricordi?” Le chiedo malizioso e consapevole. Lei invece fa l’evasiva.

“Mmm così, non c’è nessun motivo in particolare.”

“Buon anniversario amore mio. Venti anni fa mi hai giurato amore eterno ed io non posso che esserne più felice ogni giorno.” Mi sorride emozionata.

“Buon anniversario anche a te amore. Aspetta ho un regalo per te.” La guardo imbronciato.

“Mi hai vietato di farti regali e tu te ne esci con un regalo?” Ridacchia, ma per fortuna non le ho dato ascolto. Si alza, prende una scatolina e me la porge. La apro emozionato e dentro ci trovo un bracciale in cuoio con una piccola pietra azzurra al centro.

“È un bracciale con pietra di luna. Aiuta le persona a trovare l’amore. Sai 20 anni fa il ragazzo di cui mi ero innamorata me ne ha regalato uno simile. Ora ricambio il gesto, ma non perché io e lui non abbiamo trovato l’amore, ma solo per ringraziare questa pietra che quella sera mi ha fatto trovare il mio principe verde. Si verde, il colore dei suoi occhi da umano, oppure principe dorato, il colore dei suoi occhi. Fatto sta che ho trovato la mia anima gemella.” Le sorrido emozionato e da sotto il cuscino sfilo il mio regalo mentre lei mi guarda di sbieco.

“Veramente credevi che non ti avrei fatto nessuno regalo?” MI sorride dolcemente.

“No, ma ci speravo.” Apre emozionata e curiosa la busta che le porgo. Legge attentamente e poi mi si butta addosso.

“Grazie amore mio, sai sempre come stupirmi. Mi hai regalato una stella.”

“Si ti ho regalato una stella, ma quella più bella è al mio fianco.”

“Ti amo Signor Cullen.”

“Ti amo Signora Cullen.”

Dopo il tuffo nei ricordi, e lo scambio dei regali, torniamo a dimostrarci l’amore che proviamo l’uno per l’altro, sperando di non essere nuovamente beccati dai nostri figli.

 

Fine

Ehi mie care allora? La storia è finita, che tristezza. Prima di concludere vorrei ringraziare tutte voi. Ringrazio in particolar modo tutte coloro che ogni giorno hanno recensito la mia storia, grazie ragazze, grazie di vero cuore. Mi avete supportata e spronata sin dal primo capitolo. Inoltre non posso non ringraziare tutti coloro che mi hanno seguita in silenzio, coloro che mi hanno inserito tra i preferiti e tra le storie da ricordare. Grazie a tutti.

Ora aspetto i vostri commenti su questo ultimo capitolo, a presto un bacio Mary.



Mie storie in corso:
Forse non mi hai mai amata

Mie storie concluse:
Non voltarti indietro...o forse si
Finalmente felici
Mi sono innamorato di te 
Invito
Uno scontro che ti cambia la vita
Eternità
L'amore va oltre il tempo
Ritrovare lei, ritrovare loro
La mia pericolosa cantante

Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di S. Meyer.

 

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