Come granelli di sabbia in una clessidra

di My Pride
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Yo ho ho! And a bottle of rum! ~ Rufy x Ace ***
Capitolo 2: *** Embarrassment of the first day ~ Zoro x Sanji ***
Capitolo 3: *** Dead men tell no tales ~ Brook Centric ***
Capitolo 4: *** Don't stare, fuckin' moss head ~ Zoro x Sanji ***
Capitolo 5: *** Trouble on the Thousand Sunny ~ Mugiwara Centric ***
Capitolo 6: *** My little, baby, Captain ~ Mugiwara Centric ***
Capitolo 7: *** Captain's decision ~ Rufy Centric ***
Capitolo 8: *** Fear and airplane ~ Ace Centric ***
Capitolo 9: *** Hot pictures ~ Ace x Zoro ***
Capitolo 10: *** Madame, my heart is yours! ~ Brook x Nami ***
Capitolo 11: *** You, me and the lion behind us ~ Zoro x Sanji + Ace ***
Capitolo 12: *** Just married, Dead Bones? ~ Franky x Brook ***
Capitolo 13: *** I'm walking in your shoes ~ Rufy + Usopp ***
Capitolo 14: *** Do you wanna go out with me, Uso-kun? ~ Robin x Usopp ***
Capitolo 15: *** I wanna eat you (with love) ~ Franky + Sanji ***
Capitolo 16: *** Situation for two (with a glass of tea) ~ Franky x Robin ***
Capitolo 17: *** King, queen and chocolate cake ~ Rufy x Nami + Ace ***
Capitolo 18: *** Happy birthday to you, fuckin' girl ~ Robin x Nami ***
Capitolo 19: *** I think I'm gonna die (don't leave me alone) ~ Zoro x Usopp ***
Capitolo 20: *** Argh! Call a doctor! (that's you!) ~ Sanji x Zoroko, Brook + Chopper ***
Capitolo 21: *** Try again, Chopper-san ~ Sanji x Zoro, Chopper Centric ***
Capitolo 22: *** I wanna suck your blood, pervert man ~ Vampire!Zoro x Priest!Sanji ***
Capitolo 23: *** I can be your hero, baby ~ Zoro + Chopper Centric ***
Capitolo 24: *** I'm the Great General Usopp, Nobunaga-sama! ~ Usopp Centric ***
Capitolo 25: *** Not everyone can do it ~ Franky x Robin ***
Capitolo 26: *** A sweetnest moment (only for you, Chopper) ~ Zoro + Chopper ***



Capitolo 1
*** Yo ho ho! And a bottle of rum! ~ Rufy x Ace ***


Yo ho ho! And a bottle of rum! Titolo: Yo ho ho! And a bottle of rum!
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 447 parole ]
Personaggi: Portgas D. Ace, Franky "Cutty Flam", Monkey D. Rufy [ Rufy x Ace ]
Situazione: #1. Ace e Franky sono ubriachi, Rufy ne approfitta
Genere: Generale, Vagamente Comico, Vagamente Sentimentale
Rating:
Giallo
Avvertimenti: Shounen ai, Slice of life, Assurdità sparse


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.


    Nessuno, nel vedere Monkey D. Rufy intento a scaccolarsi con un'espressione inebetita dipinta in viso, avrebbe mai pensato che nel cervello del pirata dal Cappello di Paglia si stesse facendo largo la bizzarra idea di approfittarsi di quella situazione che era venuta a crearsi. Franky e suo fratello Ace ci avevano dato giù di brutto con il liquore - facendo praticamente man passa delle scorte che avevano stipate in cambusa e attirando le ire di Sanji senza fregarsene minimamente -, e adesso, dopo ben due ore passate a scolare bicchieri su bicchieri, avevano cominciato a parlottare fra loro e a litigare su chissà cosa, schizzando ovunque goccioline di liquore ogni qual volta agitavano la mano con cui reggevano i boccali.
    Chissà se era più comico il fatto che fossero estremamente seri nonostante il viso reso rosso dall'alcool e la parlantina a singhiozzo, o i discorsi inconcludenti a cui stavano dando vita. Perché un qualcosa che suonava vagamente come un
«Il mio è più grosso» in riferimento ad un bernoccolo che si erano procurati da soli cadendo dallo sgabello e riversando il liquore sul pavimento, beh, non poteva di certo definirsi una conversazione sensata, men che mai avrebbe potuto rientrare nella categoria di una bella chiacchierata fra amici. Rotolando con il culo nel liquore, tra l'altro, Ace si era persino sporcato i pantaloni, e adesso una bella macchia alquanto imbarazzante faceva vistosamente mostra di sé, come se se la fosse appena fatta addosso. E, c'era da dirlo, anche quel particolare aveva la sua parte nel rendere divertente la situazione.
    Era proprio quel loro essere ubriachi, però, che aveva fatto muovere gli ingranaggi nella mente di Rufy. Quando gli sarebbe potuto capitare un'altra volta, difatti, di trovare il suo adorato fratellone completamente inerme - beh, non proprio, dato che cercava in tutti i modi di abbrustolire le chiappe di Franky mentre litigavano - e di poterne dunque approfittare?
    Alzandosi con un rapido movimento dallo sgabello, si gettò verso gli altri due e afferrò il viso di Pugno di Fuoco con entrambe le mani, schiacciandogli praticamente le guance e conferendogli un'aria ancor più idiota, abbozzando un enorme sorriso. Ace lo guardò con gli occhi annebbiati dall'alcool, le gote completamente paonazze che facevano risaltare in modo assurdo le lentiggini e la bocca un po' schiusa, borbottando un «Rufy? Che stai-» che si perse ben presto a metà quando sulle sue labbra si poggiarono quelle del ragazzo di gomma, in un bacio che sapeva di rhum, carne e saliva.
    Il mattino dopo Pugno di Fuoco non avrebbe ricordato più niente, ma si sarebbe di sicuro domandato perché mai il morso che spiccava rosso sul suo collo ricordasse vagamente la dentatura di Rufy
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Allora, lo dico già da questo primo capitolo: non prendete troppo sul serio questa raccolta, perché vi assicuro che le situazioni della challenge sono una peggio dell'altra e le accoppiate sono assurde x)
Quindi, aye, potrebbero uscire fuori flash fiction senza il benché minimo senso e anche senza pairing, oppure con pairing assolutamente crack che non vi verrebbe mai in mente di shippare in momenti di sanità mentale, ma il bello è proprio la situazione stramba in cui potranno trovarsi determinati protagonisti :)
Inoltre, questa storia è dedicata alla mia nipotola, Red Robin 

Commenti e critiche, come sempre, son ben accetti :3
Alla prossima.


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Capitolo 2
*** Embarrassment of the first day ~ Zoro x Sanji ***


Embarrassment of the first day Titolo: Embarrassment of the first day
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 612 parole ]
Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji Black-Leg [ Zoro x Sanji ]
Situazione: #4. Primo giorno di lavoro per Sanji e Zoro. Si vedranno le mutande di Sanji.
Genere: Generale, Vagamente Comico, Vagamente Sentimentale
Rating:
Giallo
Avvertimenti: Shounen ai, Slice of life, Assurdità sparse, Linguaggio a tratti un po' colorito, AU


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.


    «Merda».
    Era la quinta volta che Zoro tentava di annodare da solo quella maledetta cravatta che era stato costretto ad indossare, ma quella bastarda ancora non si decideva a collaborare e a smetterla di fargli perdere tempo. Lui e il suo stupido compagno non avevano sentito la sveglia, e adesso, dopo aver fatto le corse per tentare di non arrivare in esorbitante ritardo al loro primo giorno di lavoro, si trovavano nel bagno dell'edificio, intenti a darsi un'ultima sistemata a causa della corsa trafelata in moto con cui erano arrivati fin lì. Non che a lui importasse poi tanto di presentarsi un po' scarmigliato, se proprio doveva essere sincero con se stesso, ma sapendo quanto fosse rompiscatole quell'idiota con cui condivideva l'appartamento, beh, preferiva evitare litigi già di prima mattina. Perché se avessero cominciato a discutere... a quel punto sì che avrebbero fatto davvero tardi, dato che ogni volta sfociavano in risse degne di uno dei bar dei peggior sobborghi della città. E forse avrebbero persino distrutto il bagno, non si poteva mai sapere.
    «Vuoi darti una mossa, stupido marimo?» sbottò Sanji mentre sbirciava in corridoio da uno spiraglio della porta, già pronto di tutto punto da una buona manciata di minuti. Lui non aveva di certo avuto problemi con quell'assurdo pezzo di stoffa, dato che lo indossava praticamente ogni istante della giornata. «Giuro che ti prendo a calci in culo, se mi fai arrivare in ritardo».
    «Se hai tutta questa fretta vattene da solo, sopracciglia a ricciolo», berciò in risposta, esultando qualche istante dopo nel riuscire finalmente ad avere la meglio su quella dannatissima cravatta. Ancora poco e sarebbe andato di matto, poco ma sicuro. Scoccò infine una rapida occhiata al compagno e, con un borbottio sommesso che suonava vagamente come un insulto, gli si accostò prima di spalancare la porta lui stesso.
    Sanji sorrise ironico, incamminandosi per primo senza fare commenti. Sapeva che quell'idiota non aveva il benché minimo senso dell'orientamento, e se avesse lasciato che fosse lui a guidarlo, beh, allora sarebbero stati fortunati ad arrivare per la pausa pranzo.
«Datti una mossa, marimo», lo richiamò svelto, portandosi una mano in tasca per sfiorare il pacchetto di sigarette che si era diligentemente portato dietro in attesa di potersi fumare una stecca in santa pace.
    Dal canto suo, continuando a bofonchiare, Zoro fu costretto a seguirlo, e fu proprio in quel mentre che, nel guardare distrattamente il compagno, si accorse di un piccolo particolare che lo fece quasi ridere sguaiatamente. Non tanto per quello, probabilmente, ma forse proprio perché era bizzarro vedere quel damerino di merda ridotto in quello stato. Lui, sempre così attento al suo aspetto e accorto che nemmeno una folata di vento gli scompigliasse quel ridicolo ciuffo! Decise dunque di lasciar momentaneamente perdere, almeno finché non arrivarono a destinazione e i presenti cominciarono a sghignazzare sotto lo sguardo stralunato di Sanji.

    «Che diavolo hanno tutti da ridere?»
    Era forse arrivato il momento di dirglielo, finalmente? Gli aveva fatto fare praticamente tre piani di scale e persino il tratto che divideva i bagni dagli uffici conciato in quel modo, quindi, beh, magari avrebbe potuto evitargli di fare una figura di merda anche con il capo il primo giorno di lavoro, per quanto la cosa lo stuzzicasse malignamente. «Ti si vedono le mutande», cominciò, sbirciando verso il basso per notare le lettere cucite a mano - sua madre, gran donna, ma i suoi regali non erano davvero il massimo e il suo senso dell'umorismo era ancor peggio - sul risvolto in licra. Poi abbozzò un sorriso nel vedere la bocca spalancata del compagno, dandogli una pacca su una spalla prima di aggiungere distrattamente, «e dal nome sembrano le mie».





_Note inconcludenti dell'autrice
Io certe volte per cretinate del genere mi picchierei, ma ho esplicitamente detto che la raccolta è assurda, dunque non c'è da meravigliarsi se escono fuori idiozie simili v.v
Aye, le mutande che indossa Sanji sono di Zoro. E sono un bel regalo della sua mammina, chiunque ella sia x)
Ma l'idea di una ipotetica mamma di Zoro con un pessimo - o nullo, in questo caso - senso dell'umorismo mi ha fatta sorridere come una scema e non ho potuto proprio evitare di scrivere una cosa del genere
Ogni tanto ci vuole, non credete anche voi? x)
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Capitolo 3
*** Dead men tell no tales ~ Brook Centric ***


Dead men tell no tales Titolo: Dead men tell no tales
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 318 parole ]
Personaggi: Brook
Situazione: #23. Mi dispiace, Brook, ma ti tocca morire. Death-Fic!
Genere: Generale ; Malinconico
Rating:
Giallo
Avvertimenti: Death Fic!
Benvenuti al banco dei prompt: Pacchetto angst › 03. Gioco


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.


    Era stato bello.
    Brook aveva pensato esattamente quelle parole quando lo sguardo smorto si era perso verso il cielo sopra di lui e la gabbia toracica, perfettamente visibile al di sotto dell'elegante foulard che indossava, si era sollevata un'ultima volta in un flebile respiro, assestandosi poi immobile e priva della consueta energia vitale.
    In fin dei conti avrebbe dovuto aspettarselo. Prima o poi il giorno in cui sarebbe morto davvero sarebbe giunto, ma aveva sempre sperato che esso non si presentasse mai. Oh, quanti rimpianti si sarebbe portato dietro, stavolta. Quante cose avrebbe voluto vedere - le mutandine di Nami-san, ad esempio -, e quante ancora avrebbe voluto farne fino allo sfinimento più completo. Non era nemmeno riuscito ad esplorare il Nuovo Mondo per poter così tornare da Loovon, che da amico fedele, 
memore della promessa che si erano fatti, continuava pazientemente ad aspettarli da oltre cinquant'anni.
    A quei pensieri, distese le braccia e si accasciò del tutto inerme sul ponte erboso della Sunny, sentendo pian piano la vita scivolare via dalle sue dita ossute. Non era pronto. Non lo sarebbe mai stato. Aveva ancora una vita intera dinanzi a sé. Och, beh, probabilmente, suppose con le ultime forze, quello dipendeva dai punti di vista. Eppure... eppure eccolo lì, immobile e senza più un filo di fiato in corpo. Era giunta la sua ora.
    Aprì la bocca scheletrica e si lasciò scappare un lamento, con il cuore che aveva cominciato a palpitare nel suo petto sempre più piano, fino ad arrestarsi del tutto e... scattò a sedere come uno di quegli stupidi pupazzi a molla, ridendo a crepapelle sotto lo sguardo sconcertato di tutti. Capitano escluso, ovvio.
«Yo-hohoho ♪~ Ma io il cuore non ce l'ho! Skull joke ♪~» esclamò divertito, e il calcio che arrivò qualche istante dopo lo spedì irrimediabilmente in mare.
    Se avesse continuato con quelle idiozie, forse sarebbe morto sul serio, un giorno o l'altro.





_Note inconcludenti dell'autrice
Questa volta avete tutto il permesso di picchiarmi per l'assurdità di questa storia... certe volte me le vo a cercare x)
Non ho aggiunto all'inizio l'avvertimento comico altrimenti sarebbe crollata tutta la trama che avevo messo su, però come si può facilmente vedere, beh... è un'assurdità bella e buona x)
In fin dei conti, però, da un tipo come Brook non ci si può aspettare qualcosa di diverso.
Ammetto che la storia, essendoci l'avvertimento
Death-Fic, all'inizio sarebbe dovuta essere un pochino più drammatica, però... essendomi capitato proprio Brook, non sono riuscita a frenarmi dallo scrivere una cosa simile x)
Non avrei avuto altre possibilità per farlo, altrimenti u_u
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Capitolo 4
*** Don't stare, fuckin' moss head ~ Zoro x Sanji ***


Don't stare, fuckin' moss head Titolo: Don't stare, fuckin' moss head
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 524 parole ]
Personaggi: 
Roronoa Zoro, Sanji Black-Leg [ Zoro x Sanji ]
Situazione: #7. Zoro compra un regalo orribile per Sanji e non è neanche impacchettato bene.
Genere: Generale, Vagamente Comico, Vagamente Sentimentale
Rating:
Verde / Giallo
Avvertimenti: Slice of life, Linguaggio a tratti un po' colorito, Assurdità sparse


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.


    Più Sanji guardava quel coso - definirlo pacco era troppo per la sua sanità mentale -, più si domandava cosa avesse spinto quel cretino d'un marimo a consegnarglielo. Perché se c'era qualcosa di strano in Zoro che faceva un regalo - e c'era anche da chiedersi come avesse fatto a farsi prestare dei soldi da Nami, data la montagna di debiti sotto cui era seppellito -, c'era decisamente qualcosa che non quadrava in Zoro che faceva un regalo a lui. Lui, il  “cuoco dal sopracciglio a ricciolo pervertito e donnaiolo”, come tanto gli piaceva apostrofarlo quand'era di buon umore. Ed era pura ironia, la sua.
    Se aggiungeva poi che quel regalo non era nemmeno impacchettato bene - dunque si riusciva benissimo a capire che cosa fosse -, e che sarebbe sicuramente stato apprezzato maggiormente da una ragazza - già gli sembrava di vedere la sua splendida Nami-san o la sua favolosa Robin-chan indossarlo, e la sola immagine rischiò quasi di provocargli un'abbondante emorragia nasale -, Sanji cominciava davvero a temere per il poco cervello che era rimasto a quella testa verde. Che quei due anni l'avessero privato dell'unico pizzico di intelligenza che aveva? Beh, molto probabile, altrimenti avrebbe di sicuro trovato un senso in quell'orribile regalo, che gli aveva ricordato tra l'altro le terribili esperienze passate su quella cazzo di isola pullulante di okama. E, dannazione! Il fatto che si trovasse a petto nudo davanti a quello stupido spadaccino era un dettaglio irrilevante, se confrontato per l'appunto con l'oggetto che reggeva fra le mani.
    «Okay, marimo», cominciò pacato, sollevando il pacco come se si fosse trattato di una bomba pronta ad esplodere. Avrebbe dovuto essere felice che quel cretino gli avesse fatto un regalo - perché, accidenti, era praticamente un evento rarissimo, quello -, però gli sarebbe piaciuto molto di più se si fosse trattato di qualcosa di decente. «Che cosa significa questo?»
    Zoro scrollò semplicemente le spalle, buttando un occhio al morbido tessuto prima di sollevare lo sguardo sul viso del cuoco. E, nay, non era una sua impressione: quel damerino era arrossito davvero.
«So che a te queste cose piacciono, cuoco», si giustificò con una faccia tosta inaudita, e poco ci mancò che a Sanji si staccasse la mascella, data la bocca esageratamente spalancata.
    Il cuoco tentò di calmarsi, ma ormai la vena che ballava sulla sua fronte non prometteva nulla di buono. E rischiò quasi di esplodere quando, senza tanti preamboli, fu il Vice Capitano stesso a scartare quel che restava del pacco regalo, gettare la carta un po' dove capitava e ad afferrare con due dita le bretelle di quell'indumento, premendolo contro il suo petto come se stesse controllando come gli stava.
    A quel fare, Sanji sollevò un angolo della bocca in un sorriso nervoso, sentendo le vene aumentare e il sangue salirgli alle guance a causa della rabbia. Non perse tempo a riflettere, rifilando un calcio a quell'idiota e facendo volare sia lui sia il suo stupido regalo dall'altro lato della cabina, ignorando volutamente il fatto che così facendo avesse praticamente sfondato il muro di legno.
    «
Questo non spiega perché diavolo mi hai comprato un reggiseno, marimo di merda».





_Note inconcludenti dell'autrice
Non è colpa mia. Lo giuro, non è colpa mia! *Indica Iva-sama, che si sta bellamente facendo i fatti suoi mentre si lima le unghie* Nay, okay, diciamo piuttosto che io adoro Sanji in crossdressing, dunque nella mia testolina anche Zoro adora Sanji in crossdressing e sa che a lui piace vestirsi così - non è vero che a cook-san piace, era per spiegare la battuta di Zoro «So che a te queste cose piacciono, cuoco» -, quindi ecco perché quell'idiota d'un marimo gli ha regalato un reggiseno x)
Sclero a parte, commenti e critiche, come sempre, son ben accetti, e se a qualcuno interesse, ho postato anche il nuovo capitolo della raccolta Zeal and Sweet, 21 years :3
Alla prossima.


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Capitolo 5
*** Trouble on the Thousand Sunny ~ Mugiwara Centric ***


Trouble on the Thousand Sunny Titolo: Trouble on the Thousand Sunny
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 779
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Chopper, Nami, Brook, Mugiwara
Situazione: #8. Gender Bender! Nami e Brook cambiano sesso, ops! Tutta colpa di Chopper.
Genere: Generale, Vagamente Comico, Vagamente Sentimentale
Rating:
Verde / Giallo
Avvertimenti: Slice of life, Assurdità sparse, Genderswap
Benvenuti al banco dei prompt: Pacchetto genere libero › 05. "Ti prego"


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.


    «Ti prego, Chopper, dimmi che c'è una soluzione». La voce supplicante che gli era giunta alle orecchie non avrebbe avuto niente di strano se fosse appartenuta realmente ad un ragazzo. Più guardava quel giovane dai capelli rossi e dalla corporatura massiccia, difatti, più il povero dottore non riusciva a credere che quello lì fosse Nami.
    Era successo tutto per caso, in verità, ma negare che non fosse stata colpa sua sarebbe stato inutile. Aveva miscelato le sostanze sbagliate e aveva inavvertitamente lasciato la fiala contenente il liquido ottenuto in giro, provocando quel disastro a cui adesso cercava di porre in qualche modo rimedio. E non solo a causa del tono cantilenante e lamentoso con cui Nami gli si rivolgeva, bensì anche per non sorbirsi la crisi isterica che aveva colpito Sanji non appena si era ritrovato davanti un navigatore anziché la sua bella navigatrice quando le aveva portato il solito cocktail pomeridiano.
    Erano rimasti un po' tutti sconvolti da quel repentino e improvviso cambiamento, ad eccezion fatta del Capitano, che l'aveva trovato bizzarramente divertente - guadagnandoci un pugno ben poco cordiale dall'ormai ragazzo dai capelli rossi -, e di Brook, a sua volta vittima di quello scambio di sesso per aver bevuto il contenuto della fiala dopo averlo scambiato per latte. A lui non era importato poi molto,
a dire il vero, giacché essendo uno scheletro aveva subito pressapoco pochi cambiamenti nella sua struttura ossea. Che cosa poteva importargliene di un bacino un po' più largo, in fondo, se in compenso aveva acquisito una gran bella voce per poter cantare a squarciagola la canzone preferita del suo defunto Capitano? E stava continuando a farlo, in quel momento, mentre la piccola renna se ne stava china sui propri libri alla ricerca di qualcosa che avesse potuto aiutarlo. Persino Robin si era unita a lui per dargli una mano, ma non avevano ancora trovato nulla che potesse essere almeno lontanamente soddisfacente.
    «Kōkaishi-san, forse tu e gli altri dovreste aspettare fuori», esordì l'archeologa, voltando lo sguardo nella direzione dei suoi nakama. Dietro Nami, nervosamente a braccia conserte accanto a Chopper, si trovava il resto della ciurma, che lanciava di tanto in tanto qualche occhiata obliqua al navigatore, come se si aspettasse una qualche reazione da parte sua. Sanji sembrava persino sul punto di piangere, sebbene per il momento si fosse limitato a mordere il lembo d'un fazzoletto con foga e a biascicare chissà cosa sotto lo sguardo scettico di Zoro.
    Nami scosse il capo, massaggiandosi un braccio. «Resto qui», rimbeccò con tono imperativo, sentendo il bisogno di non abbandonare per nessuna ragione al mondo l'infermeria. Si sentiva troppo a disagio in quel corpo che non le apparteneva, e preferiva evitare di ritrovarsi sola e costatare ancora una volta con i suoi occhi che era diventata davvero un maschio. Accidenti, se solo pensava che aveva persino buttato un occhio nei pantaloncini per accertarsene, le veniva nuovamente da arrossire! Non aveva nemmeno avuto il coraggio di cambiarsi, e si trovava dunque con in dosso gli stessi vestiti che aveva prima di quella trasformazione. E, beh, doveva ammettere che non era un gran bel vedere, data la maglietta ridotta praticamente ad un top e i calzoncini che le stringevano le cosce muscolose. Per non parlare dell'intimo, maledizione. Era la cosa che la infastidiva di più, quella.
    Il silenzio che calò qualche istante dopo durò solo per un attimo, poiché Rufy, assumendo un'espressione seria nonostante il dito che si era ficcato nel naso, esordì con un,
«Ma la fa la cacca?», rimediandoci un calcio da parte di Sanji, per quanto non si fosse ancora del tutto ripreso dallo shock.
    «Che diavolo di domande fai, imbecille!» sbraitò, portando poi lo sguardo sulla sua Nami-san... o, per meglio dire, sul ragazzo che sarebbe dovuto essere la sua Nami-san. Oh, perché era successo proprio ad una bella donna come lei? In quel mentre entrò Brook, che aveva finalmente finito di strimpellare allegramente. Sanji lo guardò di sottecchi e si lasciò sfuggire un lugubre lamento, rendendosi conto che non avrebbe nemmeno potuto consolarsi con la visione del suo corpo, essendo tutt'ossa. Dannazione, gli sarebbe andato bene persino se l'avesse bevuto quel cretino d'un marimo, quell'intruglio! Almeno avrebbe potuto vedere un'altra ragazza!
    Intento com'era nel piangersi addosso e nel vagare fra i suoi sogni infranti, nemmeno si accorse che Brook si era avvicinato a Nami con passo elegante e che si era portato entrambe le mani al petto, puntando il sedere scheletrico all'insù. 
«Yo-hohoho ♪~ Nami-san, adesso che è un uomo», cominciò, richiamando l'attenzione di tutti i presenti e del navigatore, che si accigliò nell'osservare quella posizione, «le dispiace farmi vedere le sue mutandine?»
    Il pugno che quasi gli fracassò la mascella gli diede una risposta fin troppo esaustiva.





_Note inconcludenti dell'autrice
Finale di merda, lo so. Ma non ho resistito *Viene pestata a sangue*
Riusciranno Nami e Brook a ritornare normali? Probabilmente no, perché sono bastarda e lascio tutto al caso :D
*Viene pestata di nuovo, stavolta con maggior violenza*
Il piccolo Chopper dovrà fare del suo meglio per riuscire a riportarli al loro stato normale, altrimenti Brook finirà sicuramente per andare in pezzi sotto i pugni di Namizou, dato che li tira molto più forti di quando è donna u_u
E, aye... Sanji vorrebbe un pochino di quella pozioncina per Zoro u_u
Sclero a parte, commenti e critiche, come sempre, son ben accetti :3
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Capitolo 6
*** My little, baby, Captain ~ Mugiwara Centric ***


My little, baby, Captain Titolo: My little, baby, Captain
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 710
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro, Usopp [ ZoLu Bromance ]
Situazione: #16. Time Warp! Rufy è diventato un bambino!
Genere: Generale, Vagamente Comico, Vagamente Sentimentale
Rating:
Verde / Giallo
Avvertimenti: Slice of life, Assurdità sparse, What if?
Benvenuti al banco dei prompt: Pacchetto Slice of life › 03. Confusione


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.


    «Ditemi che non è vero», aveva farfugliato Nami in preda al panico e alla più totale confusione nell'osservare quella piccola peste che scorrazzava sul ponte e saltellava praticamente ovunque, rincorrendo il  povero Usopp che, giustamente, cercava di sfuggirgli come poteva. Il Capitano era già difficile da gestire quand'era normale, dati i suoi comportamenti spesso infantili... figurarsi adesso che era realmente un bambino! Per quanto Nami cercasse di trovare un senso a quell'assurda situazione, l'unica cosa coerente che riuscì a formulare la sua povera mente affaticata fu che Rufy ne aveva di sicuro combinata un'altra delle sue.
    Al suo fianco, poggiato con un braccio sulla balaustra, uno Zoro alquanto divertito non la finiva di ghignare e di tenere d'occhio quel tornado in miniatura, trovando il tutto abbastanza buffo. Beh, secondo il parere della navigatrice, aveva davvero un pessimo senso dell'umorismo, lo spadaccino!
«Secondo me ha mangiato qualcosa di strano come al solito», se ne uscì poi d'un tratto senza smettere di ridacchiare, rimediandoci un'occhiata di fuoco dalla ragazza.
    «Lo trovi divertente?» sbottò lei, riportando ben presto lo sguardo verso il basso quando sentì un urlo proveniente dalla gola del cecchino. A quanto sembrava il piccolo Capitano l'aveva riacciuffato, e gli era letteralmente saltato in spalla, tirandogli le guance come se si aspettasse che esse si allungassero da un momento all'altro. Però era lui l'uomo di gomma, accidenti.
   
Zoro lanciò a sua volta uno sguardo verso la scena che Cappello di Paglia stava regalando a tutti loro, e alla domanda della navigatrice scrollò semplicemente le spalle, in un gesto che avrebbe potuto significare tutto o niente. «L'abbiamo sempre saputo che Rufy era un po' bambino, dov'è la novità?» rimbeccò, e a Nami per poco non cascò la mascella per l'aver spalancato esageratamente la bocca. Era idiota o cosa, quello stupido spadaccino?
    «Non è per niente la stessa cosa», sbuffò poi, incrociando le braccia sotto al seno prosperoso. «Insomma, guardalo!» esclamò, accennando con il capo al bambino in questione, che si era frattanto stufato di rompere le scatole ad Usopp per dedicarsi a tutt'altro. E ne sarebbe anche stato pienamente felice, il cecchino, se il piccolo Rufy non avesse cominciato ad imbrattare con la pittura - ma quando diavolo l'aveva fregata dalla cambusa, quel moccioso di gomma? - le assi di legno del ponte della Merry. «Come possiamo navigare con il nostro Capitano ridotto in quello stato?»
    «Datti una calmata, ragazzina», disse pacatamente il Vice Capitano, ignorando con calma micidiale l'occhiataccia che gli venne lanciata qualche micro-secondo dopo. «Anche se in quelle condizioni, Rufy è pur sempre il nostro Capitano», declamò con aria solenne, sollevando persino lo sguardo dinanzi a sé e assumendo un'aria impettita. «Sapremo cavarcela benissimo anche se in questo momento è soltanto un bambino. E' o non è colui che diventerà il Re dei Pirati?»
    Nami lo guardò perplessa, non sapendo se dicesse sul serio o se il sole, che quel giorno era decisamente cocente, avesse dato alla testa anche a lui. Come se avere a che fare con un mini Rufy non fosse già abbastanza, poi. Capendo però che lo spadaccino credeva fermamente in ciò che aveva appena affermato, si ritrovò a scuotere il capo e ad abbozzare una sorta di sorriso, dovendo ammettere che, sebbene in un modo tutto suo, quello scemo aveva ragione. Rufy sarebbe diventato il Re dei Pirati... non poteva essere un dramma avere a che fare per un po' con la sua versione formato bambino, no?
    «Attenzione!» Il grido di Usopp richiamò l'attenzione di entrambi, ma, prima ancora che potesse spostarsi, una macchia giallo paglierino sporcò immediatamente il volto del Vice Capitano, che rimase lì per lì immobile al proprio posto, sbattendo le palpebre; sollevò poi un braccio e si passò una mano sul viso, sputacchiando la vernice che gli era finita in bocca. Si ritrovò poi ad una spanna dalla faccia il sorriso divertito di quel piccolo Rufy, che reggeva in una mano il grosso pennello che aveva utilizzato per colorare il suo Vice.
    «
Giochi con me, Zoro?»
    A dispetto di quanto aveva detto pochi attimi prima, Zoro sentì una vena pulsare pericolosamente sulla sua fronte, tanto che non ci mise molto a mettere mano alle sue katane mentre, ridendo come un pazzo, Rufy se la dava a gambe per la Merry. «Vieni qui che ti faccio a fette, brutto marmocchio!»





_Note inconcludenti dell'autrice
Oddio, che idiozia, anche se è stata una situazione divertente. Su questo punto di vista sono stata fortunata che mi sia capitato proprio Rufy, perché se fosse stato qualcun altro probabilmente non mi sarei divertita in questo modo. Nay, forse con un mini Brook sì, chi lo sa... x)
Da come si può vedere, però, questa flash è ambientata proprio agli inizi, ovvero prima ancora che Sanji entrasse a far parte della ciurma. Niente Zoro sfregiato da Mihawk, questa volta. O almeno non ancora x)
Ah, diciamo pure che è ZoLu ad interpretazione strettamente personale, dato che io stavolta da parte di Zoro ci ho visto unicamente una profonda devozione nei confronti di Rufy, colui che, appunto, diventerà il Re dei Pirati. Quindi possiamo chiamarlo Bromance, su u_u
Comunque sia commenti e critiche, come sempre, son ben accetti :3
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Capitolo 7
*** Captain's decision ~ Rufy Centric ***


Captain's decision Titolo: Captain's decision
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 512
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Monkey D. Rufy, Sanji Black-Leg, Usopp
Situazione: #11. Rufy non riesce a decidersi tra Usopp e Sanji, ma non c’entra l’amore.
Genere: Generale, Vagamente Comico 
Rating:
Verde
Avvertimenti: Slice of life, Assurdità sparse


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.


    Era la prima volta che Rufy si ritrovava a dover compiere una scelta così difficile riguardo ai suoi nakama.
    Zoro si era prontamente tagliato fuori da quella faccenda, affermando candidamente che avrebbe fatto coppia con Brook piuttosto che prender parte a quell'assurda pagliacciata, dunque, purtroppo per il Capitano, lo spadaccino era fuori dai giochi. Nami e Robin avevano espresso la loro opinione e avevano a loro volta rifiutato, così come Franky e Chopper, entrambi impegnati con le proprie mansioni. Restavano soltanto Sanji e Usopp, gli unici che, in quel momento di profonda sconsolazione - o almeno così l'aveva soprannominato lui -, sembravano essere i due candidati migliori. Il punto, però, era che non sapeva proprio decidersi.
    Usopp non era forte come gli altri né tanto meno imbattibile, era un gran bugiardo ed era pronto a cercare sempre soluzioni che evitassero lo scontro diretto, ma quando c'era da combattere tentava di essere risoluto e coraggioso, lottando al fianco della ciurma come il compagno leale che era. Non era inoltre da sottovalutare la sua abilità di cecchino, un sicuro punto a suo favore agli occhi del giovane Capitano.
    D'altro canto, però, Sanji era... Sanji. Sebbene a prima vista apparisse come un damerino effeminato - a detta di Zoro, non sua, dato che non era mai riuscito a capire il perché di quell'affermazione da parte dell'ex cacciatore di taglie -, sapeva sferrare dei calci portentosi grazie all'arte marziale imparata da Zeff ed era in grado di sgominare decine di nemici, a dispetto della faccia da cascamorto che possedeva. E poi, beh... lui sapeva cucinare divinamente.
    Rufy si scompigliò la zazzera mora, calcandosi poi, in un secondo momento, il cappello di paglia in testa. Certo che era una scelta piuttosto ardua, quella. E se compiendola avesse ferito uno dei suoi nakama? Non gli sembrava giusto dover scegliere tra uno dei due e scartare l'altro, accidenti.
   
«Guarda che non devi preoccuparti, Rufy. Uno dei due saprà farsene una ragione». Sanji parve leggergli nel pensiero, abbozzando una sottospecie di sorrisetto - tra il divertito e il sarcastico, probabilmente - mentre sorreggeva come suo solito una sigaretta fra le labbra. Era spenta, per il momento, ma sembrava che stesse fremendo dall'accendersela.
    Lì per lì Rufy lo guardò, quasi stesse soppesando con attenzione quelle parole, dando poi vita a quella sua risata cristallina, particolare e inconfondibile.
«Allora vorrà dire che andrò con Usopp!» esclamò, e il diretto interessato sbiancò di colpo, venendo immediatamente affetto dalla sindrome “non sono in grado di abbandonare la nave perché ho un brutto presentimento” mentre si attaccava inutilmente con le mani alla balaustra della Sunny. «Sarà divertente esplorare quelle grotte maledette! Una vera avventura!» soggiunse il ragazzo di gomma in tono allegro e con un'altra risatina, ignorando palesemente i lamenti e le preghiere del cecchino per trascinarselo tranquillamente dietro.
    L'ululato di terrore che sopraggiunse una ventina di minuti dopo, convinse l'intera ciurma che non sempre le decisioni del Capitano si rivelavano giuste. E Usopp, intento a scappare a gambe levate da quella caverna pullulante di mostri mentre Rufy se la rideva bella grossa, non era mai stato così maledettamente d'accordo con loro
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Questa storia non ha un senso logico, lo ammetto. Però non ho proprio resistito a scrivere un'idiozia del genere e a farci andare di mezzo Usopp, dato che è risaputo che preferisce restarsene sulla nave piuttosto che avventurarsi in luoghi misteriosi x)
In fin dei conti la traccia parlava chiaro e, per quanto mi abbia un po' stuzzicato scrivere una Rufy/Usopp effettiva o, meglio ancora, una SanLu, alla fine ho deciso di lasciare tutto al caso ed ecco cosa è venuto fuori. E forse è stato meglio così, suppongo u_u
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Capitolo 8
*** Fear and airplane ~ Ace Centric ***


Fear and airplane Titolo: Fear and airplane
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 318
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Portgas D. Ace, Marco [ Marco x Ace ad interpretazione ]
Situazione: #21. One Shot! Ace ha paura di volare.
Genere: Generale, Vagamente Comico 
Rating:
Verde
Avvertimenti: Slice of life, Assurdità sparse, AU, Shounen ai ad interpretazione


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.


    A Portgas D. Ace non era mai piaciuto volare.
    Sin da bambino aveva sempre pensato che mai e poi mai sarebbe salito su un ammasso di ferraglia che sfidava la sorte e si librava in volo, eppure era proprio su uno di quegli aggeggi che si trovava. Ace chiuse gli occhi, cercando di trarre un lungo respiro per calmarsi. Ma non ci riusciva per niente, accidenti.
    Gli sembrava già di poter vedere i titoloni sui giornali che recitavano tipo
Aereo precipitato nell'Atlantico” o cose del genere. Non era stato entusiasta di quel volo nemmeno per un attimo, ma, date le insistenze del compagno, alla fine aveva ceduto. Peccato, però, che adesso se ne stesse amaramente pentendo.
    Aveva cercato inutilmente di auto-convincersi che lui era forte e che nulla al mondo avrebbe potuto spaventarlo, però aveva subito mandato all'aria quelle rassicurazioni non appena si era reso conto che non sarebbero servite a nulla. Odiava ammetterlo, ma aveva fottutamente paura di quel maledetto aereo.
    Il sedile su cui era accomodato tremò, e Ace non poté fare a meno di stringere con foga entrambe le mani sui braccioli. Sarebbero precipitati. Se lo sentiva sin dentro le viscere.
Quel giorno avrebbe segnato la sua fine, e ormai non avrebbe potuto più fare niente per tentare di fuggire dal proprio destino.
    Udì ancora un rumore stridente, e ci mancò poco che si mettesse ad urlare come una femminuccia.
«Che cazzo è stato?!» gli venne però spontaneo domandare, cercando di non rendere troppo squillante o impaurita la propria voce. Avrebbe fatto una sicura figura di merda, se lo avesse fatto.
    Accanto a lui, tranquillamente accomodato sul sedile, Marco si passò una mano fra i capelli e sospirò, gettandogli una rapida occhiata prima di dargli una leggera pacca su una spalla e passargli un braccio dietro la schiena a mo' di rassicurazione. Mai viste tante scenate per un'idiozia del genere, davvero.
«E' solo partita la simulazione del gioco, Ace».





_Note inconcludenti dell'autrice
Oddio, questa flash è talmente assurda che non posso credere di averla scritta x)
Ero partita in un'altro modo, ma l'idea della simulazione di volo e di Ace che ne aveva paura era così carina che non ho resistito.
So inoltre che Pugno di Fuoco risulta un pochino OOC - anzi, forse nemmeno un pochino, lo è completamente -, ma non sapevo bene come giostrarmi la cosa, vista la traccia della challenge. L'inserimento di Marco era per dare quel tocco in più alla storia, dato che sto sperimentando e sto praticamente scrivendo di tutto u_u
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Capitolo 9
*** Hot pictures ~ Ace x Zoro ***


Hot pictures Titolo: Hot pictures
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 664
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Nico Robin, Portgas D. Ace, Roronoa Zoro [ Ace x Zoro || Zoro x Sanji || Rufy x Ace ]
Situazione: #10. Quella furbacchiona di Nico Robin ha scattato delle foto piccanti a Ace e ora minaccia di mostrarle in giro. Se Nico Robin non conosce l’esistenza delle macchine fotografiche, tanto meglio.
Genere: Generale, Vagamente Comico 
Rating:
Verde / Giallo
Avvertimenti: Slice of life, Assurdità sparse, Shounen Ai, What if?


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.


    Nico Robin sorrise, continuando ad osservare quasi distrattamente la fotografia che sorreggeva con due dita mentre beveva tranquilla il cocktail che, esattamente pochi minuti prima, le era stato così gentilmente portato dal cuoco di bordo.
    In verità quella cosa era nata solo per gioco, un piccolo passatempo ideato nel tentativo di rompere la monotonia che, da un po' di tempo a quella parte, sembrava essere calata sull'intera ciurma. Il periodo che stavano vivendo era bizzarramente tranquillo, dunque anche le loro solite avventure, con forte disappunto del Capitano, si erano praticamente ridotte al minimo.
    La presenza del fratello di Rufy sulla nave, però, aveva portato un pizzico di colore in quelle grigie giornate, ed era stato proprio durante una sera come quella che Robin si era ritrovata dinanzi ad una situazione inusuale quanto divertente. Come avrebbe potuto, in fondo, lasciarsi sfuggire un'occasione del genere? Era stato dunque per quel motivo che era andata a prendere la macchina fotografica - trafugandola fra le cianfrusaglie che Usopp teneva stipate nella sua Usopp Factory - e ne aveva scattata una ad Ace, che, una volta ripresosi dalla sbronza colossale che si era preso, aveva tentato in tutti i modi di farsela ridare per timore che la donna la mostrasse a Rufy. E a dargli manforte ci si era messo anche Zoro, ritratto a sua volta in quella foto che di innocente non aveva un bel niente.
    Peccato, però, che Pugno di Fuoco e Vice Capitano non avessero armi contro il sadico divertimento della bella e intelligente archeologa. Quando si annoiava, difatti, trovava sempre un modo per svagarsi un po', e stavolta sembrava l'avesse trovato a spese dello spadaccino e del fratello del Capitano, per quanto i diretti interessati non lo trovassero per niente divertente. Per quanto la situazione in cui si erano ritrovati i due non fosse stata per niente intenzionale, vista da occhi estranei sarebbe apparsa esattamente per quella che era: il viso di Zoro praticamente affondato in mezzo alle cosce di Ace, a cavallo dei suoi pantaloni.
    Robin diede un'altra rapida occhiata alla fotografia in questione, carezzandosi poi un labbro con il limitare di essa. Per scherzare aveva minacciato Ace di mostrarla a Rufy, e il ragazzo era immediatamente entrato nel panico. Di sicuro non si era aspettata una reazione del genere e, per quanto non l'avrebbe di sicuro fatto sul serio, era divertente vedere come Pugno di Fuoco si facesse in quattro per provare a rubarle quella maledetta foto incriminante.
   
«Robin». Il tono scontroso che le giunse alle orecchie apparteneva di sicuro a Zoro, e fu con un altro sorriso che l'archeologa si girò nella sua direzione, vedendolo avanzare verso di lei a grandi falcate insieme ad Ace.
    «Hai bisogno di qualcosa, kenshi-san?» gli domandò di rimando con fare ironico, facendo sì che lo spadaccino aggrottasse la fronte.
    «La foto», disse senza mezzi termini, allungando una mano come se volesse che gliela consegnasse. 
   
La donna ridacchiò, poggiando con delicatezza il bicchiere sul tavolino che aveva dinanzi. «Non so di cosa parli», ribatté, e fu proprio in quel mentre che catturò con la coda dell'occhio le figure di Rufy e Sanji. Lanciò dunque una rapida occhiata allo spadaccino, dando sfoggio al sorriso più sensuale che possedeva prima di lasciare andare la foto.
    Ace la osservò con tanto d'occhi e provò a riprendersela, ma una mano comparve dal nulla e fece casualmente cadere la foto in questione nelle grinfie del Capitano, che inclinò il capo di lato come se stesse cercando di capire che cosa rappresentasse.
«Shishishi! Sembra proprio un posto comodo dove dormire!» ridacchiò poi, con sommo sollievo di Ace. Il suo fratellino l'aveva presa bene, a quanto pareva, e per questa volta l'aveva scampata.
    Zoro non poté ritenersi altrettanto fortunato, invece. Quando anche Sanji si soffermò a sua volta su quella foto, difatti, lo spadaccino fu strasicuro che, per quanto stesse sorridendo nell'osservare le figure ritratte, il cuoco avesse buttato uno sguardo verso il castello di prua e l'avesse fulminato con una sola occhiata. Si prospettava un sicuro mese di notti in bianco, decisamente.






_Note inconcludenti dell'autrice
Erano secoli che non aggiornavo questa raccolta, ma l'ispirazione era catastroficamente morta e mi sono dunque concentrata su ben altro, sia in fatto di raccolte sia in fatto di fandom o contest. Stamani alle quattro del mattino - eh, già, io scrivo ad orari improponibili in cui si dovrebbe solo dormire -, però, forse anche a causa del sakè che ho bevuto a cena, è tornata, e ho colto la palla al balzo per scrivere un'idiozia del genere x)
Probabilmente fa schifo perché a causa del raffreddore indisponente ero in preda ai deliri provocatomi dalla vivin c, che mi ha fatta tipo salire pure la febbre e credo di averla tuttora, o forse è dovuto al fatto che mi sono crogiolata al sole e ho in qualche modo inglobato il calore u_u
Cosa c'entra tutto questo? Assolutamente niente, in verità, sono semplicemente pazza x)
Grazie inoltre a chi ha commentato il capitolo venti della raccolta
Waiting for ~ 30 Shattered Pieces
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Capitolo 10
*** Madame, my heart is yours! ~ Brook x Nami ***


Madame, my heart is yours Titolo: Madame, my heart is yours! (But I haven't a heart, yo-hohoho!)
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 833
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Brook, Nami [ Brook x Nami ]
Situazione: #13b. Brook è geloso di Nami e la pedina.
Genere: Generale, Vagamente Comico, Vago OOC di Brook
Rating:
Verde / Giallo
Avvertimenti: Slice of life, Assurdità sparse, What if?


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.


    Era cominciato tutto per caso, in verità, e non aveva nemmeno avuto intenzione di farlo, la prima volta.
    Quando avevano attraccato su una piccola isola il cui villaggio si era scorto sin dal promontorio dove avevano ormeggiato la Sunny, Brook aveva visto distrattamente Nami scendere a terra in compagnia di Nico Robin e Sanji, facendo immediatamente caso a come quest'ultimo si facesse letteralmente in quattro per le due ragazze, tra volteggi in aria, nomignoli affettuosi e risatine divertite. Nulla di strano, aveva pensato in un primo momento, dato che il cuoco si comportava sempre in quel modo, con il gentil sesso. Eppure, mentre se ne stava a strimpellare un motivetto con il violino come suo solito, seduto a gambe accavallate sul parapetto di prua, aveva cominciato a pensare che gli sarebbe tanto piaciuto essere al posto del cuoco per poter rimanere almeno accanto a Nami.
    Le ragazze tutto pepe gli erano sempre piaciute, e la navigatrice aveva un diretto da mozzare il fiato nei polmoni - anche se lui, precisò la sua testa, i polmoni non li aveva,
yo-hohoho - che l'aveva conquistato sin da subito. Era stato proprio per quel motivo, forse, che aveva pensato di pedinare Nami con quanta più nonchalance possibile, sebbene per lui fosse alquanto difficile passare in osservato in mezzo alla folla. Uno scheletro con un afro non era una cosa che si vedeva tutti i giorni, in fondo. Qualcuno dall'alto, però, sembrava essere stato alquanto benevolo con lui, poiché era riuscito ad intrufolarsi nello stesso negozio di vestiti in cui le ragazze erano entrate, mandando un Sanji alquanto deluso a fare ben altre commissioni.
    Brook, dal nascondiglio in cui si trovava, poté benissimo sentirlo borbottare il proprio disappunto mentre si allontanava, lagnandosi del fatto che non avrebbe potuto godere della visione delle sue sirene in abitini succinti e costumi da bagno. E lo scheletro, a quella visione che passò immediatamente nella sua testa, avrebbe di sicuro sanguinato dal naso, se avesse potuto. Ridacchiò in silenzio e si mosse insieme alle sue due compagne di viaggio, che si stavano dirigendo verso i camerini con qualche vestito appena preso. Tutto fremente ed eccitato, si affrettò a seguirle il più in fretta possibile, stando al contempo attento a non esser visto da nessun altro. Avrebbe solo causato il panico e il suo sogno di vedere Nami in vesti provocanti sarebbe sfumato all'istante.
    «Provati questo». La voce di Robin gli giunse flautata alle orecchie, e Brook si avvicinò maggiormente per riuscire a vederle, passando dietro ai manichini per cercare il primo nascondiglio che gli capitò sottotiro. Forse starsene dietro alle panche non era il massimo, ma da lì aveva un'ottima visuale e poteva anche facilmente infilarsi sotto le sediole di legno, sfruttando le lenzuola colorate che le ricoprivano per evitare che qualcuno lo notasse.
    Brook si sporse proprio nel momento in cui Nami uscì dal camerino con in dosso un vestito nero da sera - che aveva uno spacco da favola, a parer suo - e i capelli raccolti, sfilando avanti e indietro come se volesse che anche Robin approvasse. Tornò dentro solo dopo che la donna ebbe sorriso e le passasse un altro abito, scegliendone qualcun altro con aria quasi pensosa. Lo scheletro si immaginò Nami mentre si liberava di quel vestito ingombrante e metteva in bella mostra la sua biancheria intima, e forse fu proprio a causa di quel pensiero che si fece coraggio e fece in modo di farsi ancor più vicino, tanto che sarebbe bastato entrare nel camerino accanto e allungarsi di poco per riuscire a vedere tranquillamente in quello occupato dalla ragazza.
E infatti lo fece, eccitato come un bambino che aveva appena ricevuto un nuovo gioco dalla madre. Si sentiva come se il suo cuore - e, accidenti, dettagli se il cuore non lo aveva più - battesse unicamente per la navigatrice... o per il desiderio di poter anche solo sbirciare le sue mutandine, a dir si voglia.
    Si poggiò contro il muro del camerino e, traendo un lungo respiro come se volesse prepararsi alla splendida visione che stava per ricevere come dono dal cielo, gettò uno sguardo oltre il parapetto che divideva le due sezioni, contento più che mai di poter avere l'onore di vedere prima del cuoco gli indumenti intimi della navigatrice. Tutto il suo entusiasmo, però, si freddò nel momento stesso in cui si rese conto che nel camerino non c'era più Nami, allontanatasi probabilmente mentre lui perdeva tempo a prepararsi, bensì una signora grassa che di attraente non aveva nemmeno le mutande.
    Brook scivolò a peso morto verso il pavimento per inginocchiarsi su di esso con fare demoralizzato, nemmeno fosse stato appena investito in pieno da un Negative Hollow di Perona. Non era giusto, accidenti. Per una volta che le sue preghiere potevano essere esaudite, ecco che il suo pedinamento si rivelava un catastrofico buco nell'acqua con un nulla di fatto.
    Non si sarebbe lasciato battere, però, e lo giurò a se stesso.
Alla prossima occasione sarebbe riuscito a vedere una volta per tutte quelle preziose mutandine. Parola sua.





_Note inconcludenti dell'autrice
Questo è ciò che io chiamo crack pairing, ecco. In verità avrei voluto usare la versione A del prompt della challenge, però c'erano due problemini: uno, la storia sarebbe dovuta necessariamente essere a rating rosso dato che c'era un NC-17 vicino agli avvertimenti, e la raccolta arriva massimo all'arancione e non ho intenzione di cambiare rating per una sola storia; due, Brook è uno scheletro e nemmeno io arrivo a scrivere una storia a rating rosso con uno scheletro! Accidenti, anche io ho i miei limiti, eh, non c'entra nulla che sia arrivata a slashare anche le volpi e le tigri, qui si parla comunque di uno scheletro tutt'ossa x)
Ecco, dopo questo piccolo sclero, spero comunque che la storia vi abbia strappato un piccolo sorriso... e se non l'ha fatto la fic, spero che lo faccia almeno l'avatar qui a lato x)
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Capitolo 11
*** You, me and the lion behind us ~ Zoro x Sanji + Ace ***


You, me and the lion behind us Titolo: You, me and the lion behind us
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 725
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Portgas D. Ace, Roronoa Zoro, Sanji Black-Leg [ Zoro x Sanji + Ace ]
Situazione: #17. Zoo Safari! Ace, Zoro e Sanji diventano animali.
Tabella AUverse: 10. Animali
Genere: Generale, Vagamente Comico, Vagamente Sentimentale?
Rating:
Verde / Giallo
Avvertimenti: Slice of life, AU, Assurdità sparse, What if?, Linguaggio a tratti un po' colorito, Personaggi con fattezze animali


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.


    Sanji si appiattì quanto più possibile contro il tronco dell'albero, nella vana speranza che quella tigre di merda o quello stupido leone non lo trovassero per nessuna ragione al mondo. Sapeva che avrebbero potuto fiutare il suo odore di volpe anche a chilometri di distanza, certo, ma per il momento era troppo occupato a scappare da entrambi per occuparsi di simili sottigliezze. Avrebbe anche potuto gettarsi nel primo fiume che gli fosse capitato a tiro, però qualcosa, e non riusciva a capire con esattezza cosa, gli dava la certezza che sarebbero riusciti a trovarlo comunque e gli avrebbero poi fatto passare minuti d'inferno.
    La povera volpe si lasciò sfuggire un lugubre lamento, appiattendosi le orecchie con una delle proprie zampe. C'era qualcosa che proprio non riusciva a capire, in loro. Zoro, quella stupida tigre che sul capo aveva quell'altrettanta stupida peluria verde - ricordo di quand'era un cucciolo che lavorava in un circo dal quale era fuggito -,
da quando aveva fiutato il suo odore non lo lasciava in pace nemmeno per un secondo. Invece di concentrarsi com'era giusto sulle femmine della sua specie, che avrebbero potuto corteggiarlo quanto più lo aggradava e avrebbe potuto tranquillamente accoppiarsi con loro, gironzolava nei dintorni della sua tana dal momento in cui aveva compiuto i cinque anni, periodo in cui aveva finalmente raggiunto la propria maturità sessuale. Però, accidenti, lui non ne voleva sapere in nessun modo di accoppiarsi con una tigre. Primo fra tutti, perché era un maschio. Secondaria cosa, lui era una volpe. Una dannatissima volpe, e non ci voleva un cervello chissà quanto evoluto per riuscire a comprenderlo. Stesso discorso dicasi per quello stupido leone. Perché diamine non si accoppiavano tra di loro, se ci tenevano così tanto, e non lasciavano lui in pace?
    Troppo preso in quei suoi drastici pensieri, Sanji non si accorse che qualcosa gli aveva afferrato violentemente la coda, e si lasciò scappare un urlo sorpreso nell'avvertire le zanne affondare nella morbida peluria dorata. «Ecco dove diavolo eri finita, stupida volpe», bofonchiò Zoro alle sue spalle, e si voltò così rapidamente nella sua direzione che ci sarebbe mancato poco che si rompesse l'osso del collo.
    «Molla la mia coda, tigre di merda», sbottò di rimando, dignignando i denti e facendo vibrare la gola a dimostrazione che stavolta faceva sul serio. L'avrebbe preso a morsi e a zampate, e al diavolo se quell'idiota avrebbe in qualche modo contrattaccato, dato che non sarebbe stata affatto la prima volta. Sin da cuccioli, dal momento in cui si erano conosciuti, avevano sì giocato insieme e dormito negli angoli più disparati della tana che condivideva con il resto del branco, però erano sempre stati dei tremendi attaccabrighe. E avrebbe ammazzato lui e quel cretino d'un leone, se solo avessero continuato a pensare che il suo culo fosse di loro proprietà.
    «Di' un po', ti ho forse fatto qualcosa?» borbottò di rimando Zoro, lasciandogli andare a poco a poco la coda solo per frustrare poi il terreno con la propria. I peli sul dorso della sua schiena erano ritti e i suoi occhi dorati lo fissavano con attenzione, come avrebbe fatto se si fosse trattato di una sua preda. E la cosa, a Sanji, non piacque neanche un po'. Forse uno dei motivi per cui fuggiva da lui era anche questo, dato che non aveva la benché minima intenzione di diventare il suo pasto.
    A quelle sue stesse costatazioni, la volpe si ritrovò ad allontanarsi il più possibile, sentendo i baffi fremere ad ogni occhiata che gli veniva lanciata.
«Certo che mi hai fatto qualcosa, stupida tigre in calore!», berciò, trotterellando svelta all'indietro. Non ebbe il tempo di aggiungere altro, però, che sentì un brivido corrergli lungo la schiena, e non perché Zoro si fosse messo in posizione sulle zampe anteriori e si fosse sollevato su quelle posteriori, come se si stesse preparando a saltargli addosso, bensì perché da lontano riuscì benissimo a vedere la figura imponente e maestosa di Ace, che stava venendo loro in contro con la lunga criniera nera al vento. Oh, dannazione!
    Sanji si affrettò a darsela a gambe il più rapidamente possibile, ignorando la protesta di Zoro e il ruggito lontano di Ace, certo che non sarebbe riuscito a cavarsela se quei due felini di merda si fossero in qualche modo coalizzati contro di lui. Prima della fine della stagione degli amori sarebbe sicuramente morto. Ne era certo.






_Note inconcludenti dell'autrice
Era dai tempi della storia Tiger's Scent (Mating season) che avevo intenzione di scriverne un'altra in cui i personaggi apparivano come animali, e la challenge è stata praticamente perfetta per far sì che io potessi dar vita a quest'assurdità. Ovviamente, com'è giusto che sia, Sanji è una volpe e Zoro una tigre - suvvia, io così li adoro, lo dimostra anche l'immagine delle mie note autore nella mia pagina iniziale -, dunque perché associare ad Ace proprio un leone? Semplice: il leone è il Re degli animali, no? u_u
Aye, lo so che è Rufy colui che vuole diventare il Re dei Pirati, però la combinazione Ace Leone = Re degli animali + Rufy leoncino = Futuro Re degli animali mi tentava come non mai e non ho resistito u_u *Arrivano dei simpatici omini bianchi che vogliono riportarla in manicomio, ma riesce fortunatamente a scappare a gambe levate*
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Capitolo 12
*** Just married, Dead Bones? ~ Franky x Brook ***


Just married, Dead Bones Titolo: Just married, Dead Bones?
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 890
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Brook, Franky "Cutty Flam" [ Franky x Brook ], Mugiwara
Situazione: #18. Franky vuole sposare Brook, ma Brook non per forza è consenziente. Matrimonio a Las Vegas!
Genere: Generale, Vagamente Comico, Vagamente Sentimentale?
Rating:
Verde / Giallo
Avvertimenti: Shounen ai, Slice of life, Assurdità sparse, What if?, Vago OOC di Franky (Giustificato)
Benvenuti al banco dei prompt: Pacchetto romantico › 12. Scelta


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.


    Solo un'indigestione di cola o un mal funzionamento avrebbero potuto spiegare l'assurda idea che era passata nella testa di quello stupido cyborg. Aveva cominciato a blaterare di matrimonio e di un posto che aveva chiamato Las Vegas, affermando che lì, senza che nessuno facesse domande o chiedesse il perché di quella unione, avrebbe potuto felicemente sposare Brook. Quel Brook, accidenti. Lo spadaccino canterino tutt'ossa che aveva quella bruttissima quanto imbarazzante abitudine di chiedere alle ragazze di mostrar lui le mutandine che indossavano.
    Brook, ovviamente, al principio aveva guardato Franky con fare piuttosto perplesso, almeno per quanto glielo consentisse il suo viso scheletrico. Se avesse avuto l'epidermide, difatti, tutti i Mugiwara presenti nella camerata dei ragazzi avrebbero potuto vedere la sua fronte aggrottata e un sopracciglio sollevato, come se non si capacitasse dell'improvvisa richiesta che il carpentiere gli aveva fatto dinanzi a tutta la ciurma. E tuttora non riusciva a comprendere cosa diavolo gli fosse passato per la testa, per quanto il cyborg, attraverso le lenti scure che portava calate appena sul naso, lo stesse fissando con un'espressione così seria che sembrava quasi non appartenergli.

    «Yo-hohoho ♪~», ridacchiò nervoso quando si fu un po' ripreso da quella stramba richiesta di matrimonio, abbassando violino e arco lungo i fianchi snelli, poggiandoseli in grembo. Si carezzò poi l'afro distrattamente, muovendosi vistosamente a disagio sul bordo del letto sul quale era accomodato. «Sei sicuro di sentirti bene, Franky-san?»
    «Ti sarai mica ubriacato di cola, amico?» ironizzò a sua volta Zoro, ricevendo una gomitata nelle costole da Sanji e un'occhiata veloce da Usopp, mentre Rufy ridacchiava in silenzio tra sé e sé. Le possibilità di quel modo di fare erano due: o il Capitano trovava davvero divertente l'idea che Franky, chissà come e chissà perché, volesse sposare Brook, passando per lo scemo di turno, oppure sapeva qualcosa che gli altri membri dell'equipaggio ignoravano, dato che aveva allargato il sorriso nel fissare il carpentiere. Bah. Chi lo capiva era bravo, quel ragazzo di gomma.
    E mentre lo spadaccino imprecava all'indirizzo del cuoco, ingaggiando con lui la solita lite innescata per un nonnulla - una tirata di guance e una parola di troppo, stavolta - sotto lo sguardo a dir poco scombussolato di Usopp, Franky aveva cominciato a guardare Brook con uno sguardo a dir poco... oh, dannazione. Era uno sguardo adorante, quello che gli stava rivolgendo.
C'era decisamente qualcosa che non quadrava, anche perché Franky non aveva mai guardato nessuno in quel modo. Forse la maestosa Thousand Sunny una volta terminata, ma uno scheletro... «Brook», iniziò in tono solenne, avvicinandosi al letto per afferrare con le sue grandi mani quelle scheletriche del musicista, che si ritrovò a sgranare gli occhi - oh, lui gli occhi non li aveva, yo-hohoho - e a fissare Franky con fare esterrefatto.
    «Franky-san?» ripeté pazientemente, pensando al contempo di andare a chiamare Chopper. Il carpentiere stava sicuramente male, non c'era altra spiegazione, e non c'entrava solo il fatto che blaterasse di luoghi immaginari e di matrimoni con un non-morto, dato che persino la sua espressione stava cominciando a preoccuparlo. O forse a fargli paura, chi poteva dirlo, visto che lui, pur essendo uno scheletro, era un tipo che si spaventava anche per un'idiozia.
    «Mi faresti l'onore di diventare mia moglie?» A quelle parole, Zoro scoppiò in una di quelle rare risate liberatorie che si lasciava scappare, seguito a ruota da Sanji, che cominciò a rotolarsi sul proprio materasso in preda a risatine convulse e isteriche; Usopp per poco non cascò dal letto, borbottando tra sé e sé qualcosa che suonava un po' come «Non è possibile che l'abbia detto davvero» mentre cercava al contempo di fare il punto della situazione; il diretto interessato, dal canto suo, se avesse potuto avrebbe di sicuro deglutito, incapace di credere che il carpentiere gli avesse fatto una dichiarazione in piena regola. Chi si era imbronciato, invece, era stato Rufy, e la cosa, conoscendolo, risultava alquanto strana.
    «Così non va bene, Franky!» parve quasi lagnarsi, richiamando su di sé gli sguardi della ciurma, anche se a fatica. La richiesta del cyborg nel chiedere a Brook di diventare la signora Franky aveva scombussolato tutti - Zoro aveva addirittura le lacrime agli occhi per il troppo ridere, il che era a dir poco sconcertante -, e il disappunto del Capitano era stata la ciliegina sulla torta. «Persino Shanks l'ha chiesto meglio a Makino, e lui era pure ubriaco!» Nay, il resto dell'equipaggio ci stava capendo sempre meno, questo era poco ma sicuro. Cosa diavolo andava blaterando Rufy, adesso? Che fossero impazziti entrambi? Usopp l'avrebbe anche chiesto, se solo Franky, sbuffando come una teiera, non avesse mollato di botto le mani di Brook e si fosse diretto alla porta a passi pesanti, borbottando tra sé e sé.
    «Mi sono stancato di queste stronzate preliminari, vado a parlarne direttamente con Robin», sbottò, lasciando tutti ancor più sconcertati di quanto non avesse fatto fino a quel momento. Sanji si riprese persino tutto d'un botto e, dopo essere letteralmente saltato in piedi ed avergli urlato contro un «Cosa diavolo vorresti fare, tu, con la mia Robin-chan?!», gli corse dietro con foga a dir poco spiazzante, ignorando, ovviamente, i richiami indispettiti dello spadaccino.
    Dal canto suo, invece, Brook rimase ad osservare la porta senza essere riuscito a capire con esattezza che cosa fosse successo. Di una cosa, però, era sicuro: gli ci sarebbe voluta la visione di parecchie mutandine, per riprendersi
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Aye. Esattamente. Tutto il casino che aveva messo su Franky era per provare a chiedere a Robin di sposarlo u_u e ovviamente Rufy sapeva tutto dato che il carpentiere si era confidato con lui... il Capitano sarà pure scemo, il più delle volte, ma quando vuole sa essere anche un ragazzo serio che capisce tutto, ecco u_u
Okay, lo so che mi vorreste lanciare delle scarpe addosso per questo finale di merda per questo crack pairing assurdo, però quando le idee chiamano e vi ricordo che questa è una challenge e i personaggi delle situazioni non li scelgo io ma il numeratore, lol, alla fine non posso fare altro che seguirle anche quando sono assurde u_u e poi, aye, lo ammetto spudoratamente: avevo una voglia assurda di inserire un pizzico di FRobin, dato che il pairing mi è sempre piaciuto insieme allo ZoSan e al RuNami x)
Qual modo migliore, dunque, di inserire il crack pairing della challenge e al tempo stesso un pairing meno crack? Non mi sarebbe potuta capitare una nuova occasione, no? u_u
E, prima che ve lo chiediate... aye, non ve lo siete immaginato: c'è anche lo ZoSan, in questa flash.
Ovviamente c
ommenti e critiche, come sempre, son ben accetti :3
Alla prossima.


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Capitolo 13
*** I'm walking in your shoes ~ Rufy + Usopp ***


I'm walking in your shoes Titolo: I'm walking in your shoes
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: One-shot [ 1040
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Usopp, Monkey D. Rufy, Chopper, Mugiwara
Situazione: #9. Usopp e Rufy si scambiano di corpo, ma questa volta Chopper è innocente.
Genere: Generale, Vagamente Comico, Vagamente Sentimentale
Rating:
Verde / Giallo
Avvertimenti: Slice of life, Assurdità sparse, Linguaggio a tratti un po' colorito, Genderswap, Character Alternation
Benvenuti al banco dei prompt: Pacchetto genere libero › 01. "Non farlo!"


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.


    Con assoluto disappunto di Nami, che da un po' di tempo a quella parte aveva preteso d'esser chiamata Namizou, nome che lei stessa si era affibbiata tempo addietro a Thriller Bark nel far finta di essere uomo - e mai avrebbe creduto che sarebbe successo davvero, maledizione a Chopper e ai suoi intrugli -, la piccola renna non era riuscita a trovare una soluzione a quel problema che aveva investito l'ormai navigatore e Brook, entrambi con i sessi ancora scambiati.
    Per quanto Nami continuasse a disperarsi - seguita a ruota da Sanji, che, con forte disappunto di Zoro, piagnucolava come un cretino per la scomparsa di una delle sue muse -, affermando che nessun ragazzo l'avrebbe voluta adesso che era un uomo grande e grosso con una stazza maggiore del normale, Brook si era lamentato ben poco, trovandosi persino ancor più a suo agio di quanto non avesse fatto al principio di tutta quell'assurda storia. Gli era anche venuto da ridacchiare quando aveva visto che la navigatrice, spronata da una comprensiva Nico Robin, aveva infine deciso di cambiarsi d'abito - anche perché, per amor di decenza, non avrebbe potuto continuare a starsene vestita da ragazza con quell'aspetto mascolino -, arrangiandosi con uno dei vecchi vestiti dismessi di Zoro fino a che non avevano attraccato e non aveva così potuto comprare qualcosa della sua taglia.
    Ed era stato proprio su quell'isola che era subentrato il secondo problema per la ciurma di Cappello di Paglia. Scesa a terra per fare compere, accompagnata dalla fidata amica Robin e, purtroppo, anche da quei due scemi di Rufy e Usopp - che fortunatamente avevano fatto pochi danni ed erano rientrati prima di loro -, quando era tornata a sua volta alla nave aveva subito capito che qualcosa non quadrava, lì. Perché vedere Rufy tremare da capo a piedi e cominciare a blaterare cose che suonavano tanto come sventure e presagi di morte, in perfetto stile negativo alla Usopp, e quest'ultimo starsene in piedi sulla poppa della Sunny sprezzante del pericolo, aveva fatto sì che il navigatore sollevasse un sopracciglio e richiamasse tutti all'ordine in un tono perentorio che non ammetteva repliche. Erano tutti riuniti in infermeria per l'ennesima volta, adesso, incapaci quanto Nami stessa di capire cosa diavolo stesse succedendo.
    «Questo è tutto un brutto sogno», si auto-convinse per l'ennesima volta Rufy, o almeno il tizio con il suo aspetto e la sua voce. Ormai quelle poche parole aveva cominciato a ripetersele in continuazione, come se si fosse trattato di una specie di mantra, e aveva rischiato più volte che Zoro, innervosito sia dal modo di fare sia per i suoi allenamenti interrotti, lo tagliasse a fette.
    «Io voglio scendere e tornare ad esplorare la città, ci sono un sacco di cose interessanti», rimbeccò di rimando Usopp, richiamando su di sé l'attenzione dell'intera ciurma. E solo quando si ritrovò a borbottare qualcosa riguardo ad un'avventura, a del cibo strano e a tante altre chincaglierie varie, capirono realmente cosa fosse successo. Chissà come, chissà in che modo, quei due si erano scambiati di corpo. Ecco spiegato il perché dell'atteggiamento di Rufy, allora... c'era Usopp, nel suo corpo.
    «Nay, non farlo! Come se poi non bastasse ciò che è successo a Nami-san, accidenti», borbottò d'un tratto Sanji, sentendo l'irrefrenabile bisogno di accendersi una sigaretta o due. Non solo non aveva più la sua bella navigatrice - e fare la corte a Robin-chan era un tantino difficile, con Franky nei paraggi -, ma quei due idioti si erano anche scambiati le personalità. Di bene in meglio, insomma. Perché diavolo capitavano tutte a quella benedetta ciurma? Quale Dio perverso e crudele, se davvero ne esisteva uno, ce l'aveva così tanto con loro?
    «Yo-hohoho ♪~ dev'essere divertente», replicò Brook con voce soave, e il cuoco non lo fulminò con lo sguardo o lo colpì solo perché, scheletro o meno, era una donna. E a lui era stato insegnato a trattare le donne - qualsiasi tipo di donna - come se fossero fiori delicati, non come punching ball. Colpire Brook sarebbe stato un po' come andare contro i suoi stessi principi, accidenti.
    «Non è divertente», replicò Usopp. «Io non so combattere come Rufy, che succederebbe se i marines mi scoprissero?» Al solo pensiero divenne bianco come un cencio, accasciandosi sul pavimento dell'infermeria. «Mi è venuta la sindrome non posso scendere dalla Sunny per paura della mia stessa taglia”», cominciò a sussurrare, rimediandoci solo uno sbuffo da parte di Zoro.
    «Quante lagne, Chopper troverà una soluzione», bofonchiò, registrando con la coda dell'occhio un bicchierino di sake. Chissà chi l'aveva portato lì dentro... non perse tempo a rifletterci oltre, allungando una mano verso di esso con il chiaro intento di scolarselo tutto d'un sorso, giusto per non pensare oltre a quell'assurda situazione; non fece in tempo a sentire l'ammonizione del medico che già l'aveva ingurgitato, cominciando però a sentire qualcosa che non andava quache istante dopo. E mentre lui sgranava gli occhi e cercava di sorreggere i propri pantaloni, diventati tragicamente larghi, Sanji, a quella visione, rettificò immediatamente quanto aveva affermato poco prima: quel Dio non doveva essere poi così perverso e crudele, se gli aveva offerto su un piatto d'argento quel piccolo dono dal cielo per compensare la perdita dell'aspetto femmineo di Nami-san. Qualcuno dall'alto lo amava, non c'era altra spiegazione.
    Sotto lo sguardo ancor più sconcertato della ciurma, Zoro, o per meglio dire la ragazza che aveva preso il suo posto, si voltò furioso verso la piccola renna, cercando di mantenere con una mano i calzoni senza preoccuparsi del petto scoperto.
«Dannazione, Chopper, non ti eri ancora liberato di quell'intruglio?!» berciò, ma le sue preoccupazioni si rivelarono ben presto essere ben altre: un Sanji che perdeva copiosamente sangue dal naso nel fissargli le tette e un Brook che gli chiedeva di vedere le sue mutandine. Due idioti ai quali sferrò un bel diretto, uscendo dall'infermeria a passo di marcia e fregandosene al tempo stesso di star mostrando il seno all'intera ciurma, borbottando solo il proprio disappunto tra colorite imprecazioni mentre quello scemo d'un cuoco lo seguiva. 
    «Aspettami, mellorine ~♥»
    «Non rompere le palle, cuoco di merda!»
    Chopper e Nico Robin si guardarono per attimi che parvero interminabili, sospirando poi nel medesimo istante prima di scuotere il capo con fare arreso. Quella sottospecie di incubo era destinato a durare ancora a lungo, purtroppo
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Questo è il seguito di Trouble on the Thousand Sunny, già. Era troppo divertente lasciare Brook e Nami ancora un po' in versione genderswap, così ho pensato di prendere due piccioni con una fava, unendo le due flash per la challenge e inserendo, anziché una soluzione al primo problema non avrei nemmeno saputo come risolverlo, lol, e comunque mi faceva troppo ridere lasciarli in quello stato e far sclerare Sanji, anche un secondo intoppo per il povero e sfigato equipaggio u_u e la Zoroko finale doveva esserci perché sì
Io ce lo vedo troppo Zoro che piglia, trova qualcosa che sembra a prima vista sake e quanto cacchio è buono il sake, e se lo beve senza tanti complimenti u_u facciamo contento a Sanji per una volta, su, era dalla scorsa shot che sognava Zoro donna! x)
Comunque... riusciranno Rufy e Usopp a tornare ognuno nel corpo dell'altro prima che la marina li becchi e loro si ritrovino con un pugno di mosche in mano, non potendo contare sulle proprie abilità? Chissà x)
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Capitolo 14
*** Do you wanna go out with me, Uso-kun? ~ Robin x Usopp ***


Do you wanna go out with me, Uso-kun Titolo: Do you wanna go out with me, Uso-kun?
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 605
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Usopp, Nico Robin [ Robin x Usopp ], Mugiwara
Situazione: #2. Nico Robin vuole chiedere un appuntamento a Usopp, ma qualcosa o qualcuno le metterà i bastoni tra le ruote.
Genere: Generale, Vagamente Comico, Vagamente Sentimentale
Rating:
Verde / Giallo
Avvertimenti: Slice of life, Assurdità sparse, What if?


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.


    Quella che era sorta si era rivelata una giornata piuttosto piacevole, dal punto di vista della bella archeologa.
    Aveva trovato qualche nuovo libro interessante nella libreria dell'isola sulla quale erano sbarcati, aveva fatto visita alle splendide e antiche rovine che si trovavano al limitare della foresta e, in ultimo, aveva distrattamente assistito ad un piccolo spettacolo pirotecnico per le prove della festa che si sarebbe svolta quella sera stessa. Ed era stato proprio nell'osservare quelle scintille colorate che le era balenata nella testa l'idea di invitare Usopp, che sapeva essere appassionato di petardi e fuochi d'artificio. Aveva dunque registrato con lo sguardo la figura del cecchino e, con un piccolo sorriso, gli si era avvicinata alle spalle con passo sinuoso, vedendolo cincischiare con qualche oggettino gettato sulle bancarelle con la stessa espressione entusiasta di un bambino davanti a dei giocattoli. Poco lontano, praticamente a portata di orecchio, si trovavano anche gli altri componenti della ciurma, che stavano cercando di tenere a bada il Capitano per non rischiare che si spazzolasse tutti gli assaggi di cibo gratis.
    «Trovato qualcosa di interessante, Usopp-kun?» gli domandò tranquillamente Robin nel chinarsi di poco con il busto verso di lui, le braccia dietro alla schiena e un'aria serena dipinta in volto; il cecchino sussultò e per poco non rischiò di far cadere la sottospecie d'arma che aveva fra le mani, voltandosi poi verso la donna con una risatina nervosa per quel suo arrivo così improvviso. Era rimasto talmente incantato da quella bancarella, difatti, che si era quasi estraneato dal mondo circostante.
    «Solo questo nunchaku un po' particolare, con tre estremità e due catene alla fine di esse», spiegò, atteggiando il viso alla “io conoscevo già quest'arma”, sebbene si vedesse perfettamente che stava palesemente mentendo. Robin, però, sorrise maggiormente, lasciando che il cecchino le decantasse, per quanto fossero sicure bugie, tutte le potenzialità di quell'arma, enfatizzando ogni parola e gesticolando tutto eccitato. Quando si trattava di armi strane, Usopp diventava un po' come Chopper e il Capitano, e a Robin quella caratteristica era sempre piaciuta, forse perché lo riteneva stranamente... carino.
    E fu solo quando concluse che si puntellò a sua volta sui calcagni, chiudendosi meglio la camicietta che indossava per non rischiare di far vedere a tutti più di quanto volesse.
«Che ne diresti di venire a vedere i fuochi d'artificio con me, stasera, Usopp-kun?» gli domandò divertita e senza mezzi termini, lasciando spiazzato il suddetto interessato e, c'era da dirlo, anche due persone in particolare che si trovavano a non pochi passi da lì e che avevano sentito tutto dalla prima all'ultima parola.
    «R-Robin-chwan», piagnucolò Sanji, e poco ci sarebbe mancato che scoppiasse a piangere.
    Franky ebbe una reazione un po' diversa, avvicinandosi a passo di marcia con la sua enorme stazza - facendo tremare il povero Usopp, che fino a prova contraria era altamente innocente - e passando un braccio robusto dietro alle spalle esili del cecchino.
«Io e te dobbiamo fare due chiacchiere, fratello».
    «M-Ma, io...», cominciò quest'ultimo, scoccando un'occhiata a Robin che, accigliandosi, si chiese cosa stesse succedendo e perché il carpentiere si stesse praticamente portando via il ragazzo, per quanto cercasse in qualche modo di sfuggirgli. L'archeologa comprese ben presto, scuotendo di poco la testa. L'istinto super protettivo del cyborg era alquanto esagerato, certe volte. In fin dei conti non aveva chiesto al cecchino un vero e proprio appuntamento... spiegarlo ad un uomo innamorato, specialmente se quell'uomo era Franky, però, era più difficile di quanto sembrasse. 
    Robin ridacchiò, sollevando con fare noncurante lo sguardo al cielo azzurro mentre nelle orecchie risuonavano le voci lontane di Usopp e Franky, che avevano cominciato a rincorrersi come due ragazzini. Già, dopotutto era proprio una bella giornata.





_Note inconcludenti dell'autrice
Sto cominciando ad adorare questa challenge ogni minuto di più.
Non solo perché con la lista di personaggi che ho, le accoppiate che mi stanno uscendo sono assurde e divertentissime, ma proprio per le situazioni in cui i personaggi sopra citati si possono trovare e che fanno dunque nascere idee bizzarre x)
Sono per lo più flash fiction un po' assurde, lo so, però il bello di questa challenge è proprio questo, no? :3
Se diventassero troppo serie annoierebbero persino me e calerebbe il divertimento della challenge a cui partecipo, dato che le situazioni stesse diventerebbero monotone e farebbero sbadigliare
Okay, perché questa necessità di mettere nero su bianco queste cose? Nulla, è che ogni tanto mi vien voglia di lamentarmi, ecco tutto u_u
La pianto di sclerare e
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Capitolo 15
*** I wanna eat you (with love) ~ Franky + Sanji ***


I wanna eat you Titolo: I wanna eat you (with love)
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 593
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Sanji Black-Leg, Franky "Cutty Flam" [ Franky + Sanji ], Brook
Situazione: #22. Perché Sanji ha paura di Franky? (Bonus! Perché Franky ha mangiato Brook.)
Genere: Generale, Vagamente Comico, Suspance
Rating:
Verde / Giallo
Avvertimenti: Slice of life, Assurdità sparse, What if?, Linguaggio colorito


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.


    La scena che gli si era parata dinanzi agli occhi non appena aveva messo piede in cucina, e che nella sua mente aveva reputato da film dell'orrore di serie B, aveva lasciato Sanji letteralmente paralizzato.
    Non c'era sangue che chiazzava esageratamente le pareti come in quei particolari tipi di film, certo, né tanto meno corpi martoriati in giro o budella gettate in angoli disparati della stanza, eppure... eppure, dannazione, vedere Franky che se ne stava seduto sul pavimento della cucina a gambe incrociate mentre sgranocchiava tranquillamente le ossa di un braccio umano, faceva molta più paura di tutte quelle cose messe insieme.
    Sanji deglutì e fece un passo indietro, andando a sbattere contro la porta. Quando l'aveva chiusa? Nemmeno se lo ricordava. Fu proprio nel sentire quel tonfo, però, che il carpentiere alzò lo sguardo, spezzando con i denti il polso.
«Tutto bene, fratello?» gli domandò con noncuranza esasperante, ingoiando i frammenti d'osso prima di sputare un pezzo di stoffa. E a quella vista, il cuoco sgranò gli occhi, appiattendosi il più possibile contro la porta. Non stava succedendo quello che pensava. Non era possibile. Però, nel continuare a guardare Franky spazzolarsi quelle ossa con gusto, nemmeno si fosse trattato di una succulenta bistecca, Sanji cominciò a rendersi sempre più conto che il cyborg stava mangiando un loro compagno. Brook, nella fattispecie. E il solo pensiero, per quanto non vi fossero carne o muscoli maciullati, riuscì a far salire al cuoco un conato di vomito.
    «C-Che cosa stai facendo, Franky?» riuscì finalmente a pigolare, udendo persino da solo l'incrinazione nervosa e impaurita che si era impossessata della sua voce. Non si era più spaventato in quel modo da quando aveva trovato Zoro in un inferno di sangue a Thriller Bark, ma chiunque fosse stato al suo posto, in quel momento, avrebbe avuto la sua stessa e identica reazione. Scheletro o meno, quello era cannibalismo in piena regola.
    «Faccio uno spuntino», rispose con calma disarmante il carpentiere, e la cosa fece ancor più paura al povero cuoco.
    L'espressione di Franky, qualche attimo dopo, divenne a dir poco sconcertante, e non appena il cyborg gli si avventò contro, come se volesse fargli fare la stessa orribile fine che aveva fatto fare al povero Brook, Sanji aprì di scatto gli occhi, risvegliandosi sudato e paonazzo fra le braccia di Zoro, che russava beatamente al suo fianco. Cosa cazzo...? Si guardò intorno, almeno per quanto concessogli dalla luce pressocché inesistente, e si rese conto di trovarsi in cambusa, esattamente nel luogo in cui si era addormentato con quella testa d'alga dopo aver fatto sesso.
    Con una certa difficoltà, Sanji si districò dalla morsa d'acciaio dello spadaccino - che continuava a ronfare tranquillamente come se nulla fosse, anche se aveva mugugnato qualcosa fra sé e sé - e, dopo essersi issato a sedere sulla branda, si passò rapido il dorso di una mano sulla fronte, facendo mente locale in un attimo. Se non fosse stato un cuoco, e non fosse stato certo che la cena che aveva lui stesso preparato e mangiato era perfetta in ogni minimo dettaglio, avrebbe di sicuro dato la colpa di quel fottutissimo incubo ad una dannatissima indigestione. Forse la colpa era da imputare a quel cretino di un Vice Capitano, chi poteva dirlo. In fin dei conti si era comportato in modo più strano del solito, e probabilmente ciò aveva influito anche sui suoi sogni.
    Sanji scosse il capo e sbuffò, allungandosi per prendere i pantaloni e cercare il suo prezioso pacchetto di sigarette. Non sarebbe mai più andato a dormire con quello stupido marimo in quell'altrettanto stupida cambusa. Promesso.






_Note inconcludenti dell'autrice
Io. Amo. Prendere per il culo. Sanji. E anche fare in modo che i personaggi abbiano sogni strani e si sveglino tutti spaventati, aye. In fin dei conti molte situazioni sono assurde e inserire dunque scenette di questo genere mi sembra abbastanza divertente, anche perché come cacchio si inserisce la scena in cui Franky si mangia quel poveraccio di Brook e giustificare in questo modo la paura di Sanji nei suoi confronti? x)
Sto cominciando a straparlare e non capisco più quello che sto dicendo, perdonatemi u_u però, aye, c'è anche qui lo ZoSan, come si può benissimo notare dal finale e dal riferimento a Thriller Bark u_u
C
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Capitolo 16
*** Situation for two (with a glass of tea) ~ Franky x Robin ***


Situation for two Titolo: Situation for two (with a glass of tea)
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 692
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Franky "Cutty Flam", Nico Robin [ Franky x Robin ]
Situazione: #6. Franky e Nico Robin finiscono nei guai. Ci deve essere un piede di porco o un pappagallo o un cane impagliato.
Genere: Generale, Vagamente Comico, Vagamente Sentimentale
Rating:
Verde / Giallo
Avvertimenti: Slice of life, Assurdità sparse, What if?
30 modi di amare, più qualche delizia: Pacchetto kiss › Bacio a fior di labbra


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    L'idea iniziale, nella testa di Franky, comprendeva una piccola uscita a due - e per due intendeva lui e Robin, senza quello scemo di Sanji che li perseguitava con aria incazzata - contornata da una piacevole chiacchierata seduti al tavolino di un bel localino, magari con una bella tazza di the al limone, il preferito della sua compagna. Peccato, però, che i marines avessero messo lui i bastoni fra le ruote e fosse stato costretto a perdere la maggior parte del suo tempo a liberarsi di loro e a fare in modo che perdessero le loro tracce, non riuscendoci immediatamente come aveva sperato.
    Il problema era sorto dopo. Lontani chissà quanto dalla scogliera dinanzi alla quale avevano ormeggiato la Sunny e con i marines ancora alle calcagna - avrebbe sì potuto eliminarli in un attimo, ma c'era da calcolare il fattore discrezione, cosa che in quel periodo avevano cominciato ad adottare dopo la loro fuga da Thriller Bark - si erano ritrovati in un negozio che definire sinistro sarebbe stato un eufemismo. Ovviamente Robin aveva cominciato ad osservare i dintorni e tutti gli oggetti bizzarri ivi contenuti con un certo interesse, richiamando l'attenzione dell'ometto tarchiato dietro al bancone.
    «E questo qui?» chiese di punto in bianco l'archeologa, fissando dall'alto in basso quello che, accidenti, sembrava avere tutta l'aria di un cane impagliato. Ricordava più che altro quel cerbero con una testa di volpe che avevano visto a Thriller Bark, a ben pensarci, e forse era stato proprio quel particolare a richiamare l'attenzione di Nico Robin. O, molto più semplicemente, la spiegazione stava nel fatto che la donna fosse sempre stata attratta da simili diavolerie e orrori.
    L'ometto aggirò il bancone e le si avvicinò a passi rapidi e guardinghi, tenendo di tanto in tanto d'occhio Franky - che, tra l'altro, non si era mosso dall'angolino in cui si era rifugiato, troppo concentrato nel sentire i suoni provenienti da fuori - come se volesse evitare che rubasse qualcosa, dato che secondo il suo parere aveva un'aria sospetta. Beh, quel nanetto poteva tranquillizzarsi: in quel buco non c'era niente che il carpentiere considerava di valore, nemmeno il piede di porco placcato di nero che si trovava incatastato in quello che aveva tutta l'aria di essere un teschio.
    «Questo è un cane mangiauomini che un mio trisavoro uccise ed impagliò», cominciò il negoziante, con il tono viscido che ci si sarebbe aspettati da un tipo con gli occhietti neri come quelli di un topo. «Viene considerato un portafortuna da molti, mia cara signorina», soggiunse, e non appena sfiorò con una mano l'avambraccio della donna con fare lascivo, Franky si frappose immediatamente fra loro con la sua enorme mole, guadagnandoci una risatina da Robin e uno sguardo terrorizzato dal povero ometto.
    «Non ci interessa, grazie», borbottò, trascinando fuori da lì l'archeologa senza che quest'ultima facesse questioni. In fin dei conti a cose come i portafortuna non ci aveva mai creduto, e in quel negozio, oltre quello strambo cane impagliato, non c'era niente che la interessasse davvero. Nemmeno un libro sull'archeologia del posto, se proprio voleva essere pignola.
    «Devi averlo spaventato davvero tanto, poverino», esordì di punto in bianco Robin, gettando un'occhiata alle sue spalle per osservare distrattamente il negozio dal quale si stavano allontanando sempre di più. Le veniva da sorridere, forse perché non era la prima volta che Franky si ritrovava a dar sfoggio a tutta la sua gelosia. Una delle sue vittime era stato Usopp, in fin dei conti. E anche Sanji più e più volte, sebbene quest'ultimo non ne volesse sapere di arrendersi nonostante le ammonizioni del cyborg e dello spadaccino.
    «Meglio così», bofonchiò per tutta risposta il carpentiere, facendo sollevare a Robin lo sguardo al cielo.
    «Franky», lo richiamò poi all'ordine, e quest'ultimo ebbe appena il tempo di voltarsi nella sua direzione prima di sentire le rosee e morbide labbra di lei premere contro le sue, regalandogli un bacio che durò solo un attimo, appena uno sfiorarsi, ma che gli parve quasi protrarsi per attimi infiniti che gli mandarono in tilt il cervello.
    Beh... in fin dei conti, per quanto quella sottospecie di appuntamento non si fosse svolto esattamente come aveva immaginato, per lui si era risolto nel migliore dei modi.





_Note inconcludenti dell'autrice
Era da tantissimo tempo che volevo scrivere una Franky x Robin che non comprendesse il rating rosso - la p0rn fest ringrazia sentitamente per l'essere stata sfruttata in quel modo -, e, anche se ammetto che questa cosetta fa un po' cagare, mi è piaciuto concentrarmi maggiormente sul lato sentimentale della cosa e lasciare un pochino da parte lo sclero che permea tutta la raccolta
Non che questa flash fiction si salvi dalle restanti, eh... è comunque sclerotica, però ha quel pizzico di sentimentalismo in più che non guasta mai, quando si tratta di personaggi del genere x)
Aye, sono questo tipo di personaggi che mi provocano un fluff infinito, stesso dicasi per Rufy e Nami. E, a tal proposito, credo proprio che la prossima flash comprenderà proprio loro. Dipende solo se mi viene l'idea per quella determinata situazione x)

C
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Capitolo 17
*** King, queen and chocolate cake ~ Rufy x Nami + Ace ***


King, queen and chocolate cake Titolo: King, queen and chocolate cake
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 603
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Portgas D. Ace, Nami, Monkey D. Rufy [ Rufy x Nami + Ace ]
Situazione: #5. Nami e Ace hanno una cotta per la stessa persona oppure una torta da finire.
Genere: Generale, Vagamente Comico, Vagamente Sentimentale, Introspettivo
Rating:
Verde / Giallo
Avvertimenti: Slice of life, Assurdità sparse, What if?


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Nami continuò a sorseggiare distrattamente il drink che Sanji le aveva portato in attesa del dolce, continuando a far vagare lo sguardo da Rufy, come al solito seduto sulla polena della Merry ad osservare il mare che si stagliava all'orizzonte, a suo fratello Ace, accovacciato poco distante, che aveva momentaneamente accettato di viaggiare con loro prima di riprendere il proprio cammino.
    In verità la navigatrice era ancora alquanto scettica riguardo al legame che li univa, e, sebbene Rufy le avesse spiegato più volte come stavano le cose, dal momento in cui avevano lasciato Alabasta aveva visto Pugno di Fuoco girare sempre intorno al suo Capitano, crollando di tanto in tanto sul ponte a peso morto prima di riprendersi come se nulla fosse. In un primo momento, e lo ammetteva spudoratamente, lei aveva trovato spaventosi quei suoi improvvisi attacchi di narcolessia, forse perché la prima volta che era successo le era caduto addosso e si erano ritrovati a rovinare distrastrosamente a terra. E, accidenti, aveva creduto che fosse morto fra le sue braccia, quel cretino.
    Il punto non era quello, però, quanto più il sentimento che Portgas sembrava provare nei confronti di Rufy. Okay, probabilmente non avrebbe dovuto essere gelosa di Ace - in fin dei conti Rufy le aveva più volte dimostrato quanto tenesse a lei, sin da quando l'aveva salvata da Arlong, sebbene lei li avesse al principio traditi -, ma certe volte le sembrava che il suo affetto andasse ben oltre a quello fraterno, quando erano insieme. Magari era semplice paranoia, però era dubbiosa e supponeva che Ace avesse una cotta per Rufy.
    A quei suoi stessi pensieri scosse energicamente il capo, bevendo un altro lungo sorso del suo buon Paradise. Oh, quant'era stupida! Si stava comportando come una ragazzina, ecco tutto. Vedeva fantasmi anche dove non c'erano, e forse si stava anche immaginando il bacio sulla fronte che Ace aveva appena regalato a un Rufy sceso proprio in quel momento dalla polena. Forse. Sbatté più volte le palpebre e guardò meglio, vedendoli semplicemente mentre si avviavano verso la cucina, sicuramente affamati entrambi e desiderosi di mettere di tutto sotto i denti. Beh, aye, aveva senza dubbio una fervida immaginazione, se si immaginava cose del genere. O forse Rufy aveva qualcosa che non andava e l'unica ad essersene resa conto era stata lei.
    Con la coda dell'occhio vide anche l'avvicinarsi di Zoro, che di solito era quello che più di tutti riusciva a comprendere Cappello di Paglia, e mai come in quel momento il suo arrivo le parve provvidenziale. «Zoro», lo chiamò, e lui si girò nella sua direzione con un sopracciglio inarcato, quasi fosse infastidito da quell'interruzione. E per quell'espressione le spiegazioni erano solo due: stava andando a prendere del sake o, cosa molto probabile, a rompere le scatole a Sanji.
    «Che vuoi?» borbottò, ma la navigatrice non si fece scoraggiare dal tono nervoso, continuando.
    «Non ti sembra che Rufy sia un po' strano?» domandò, facendo aggrottare la fronte al Vice Capitano. Quest'ultimo scrollò poi le spalle in un gesto che avrebbe potuto significare tutto o niente, grattandosi dietro al collo con nonchalance.
    «Per niente. Perché?»
    Nami aprì la bocca per rispondere, venendo immediatamente interrotta da un grido proveniente dalla cucina, prima che da essa uscissero a velocità supersonica Ace e Rufy, quest'ultimo con il viso e la bocca imbrattate di glassa al cioccolato. «Rufy, chi ti ha detto che potevi mangiare la torta di Nami-san?!» berciò Sanji, correndogli dietro con fare adirato sotto lo sguardo accigliato, ma al contempo rasserenato, della navigatrice, che si ritrovò a ridacchiare qualche istante dopo con fare divertito.
    Beh, poteva smetterla di preoccuparsi: quello scemo di un Capitano era sempre il solito.






_Note inconcludenti dell'autrice
E finalmente sono riuscita a scrivere anche questa piccola Rufy x Nami in cui compare anche Ace x)
Okay, non è niente di che, però io adoro questi due e avevo tanta voglia di scrivere una cosettina demenziale e sentimentale al tempo stesso, in cui Nami si preoccupa un po' per la relazione che la lega alla sua dolce metà
Rufy è sempre un po' scemotto, certo, ma non è adorabile proprio per questo?

Alla fine ci ho messo anche la torta della situazione oltre alla cotta di Nami e Ace per il Capitano, ed era ovvio che la storia si concludesse con l'ingurgitazione della suddetta torta da parte del nostro caro ragazzo di gomma u_u
In settimana - o forse sarebbe più giusto dire lunedì o giù di lì - dovrei riuscire anche ad aggiornare la raccolta
Waiting for ~ 30 Shattered Pieces con il ventiduesimo capitolo, anche se non prometto nulla... ho un esame abbastanza importante e, mio malgrado, devo studiare parecchio se voglio passarlo u_u
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Capitolo 18
*** Happy birthday to you, fuckin' girl ~ Robin x Nami ***


Happy birthday to you Titolo: Happy birthday to you, fuckin' girl
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 523
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Nami, Nico Robin [ Robin x Nami ]
Situazione: #15. Nami non è stata invitata alla festa di compleanno di Nico Robin e intende fargliela pagare.
Genere: Generale, Vagamente Comico, Sentimentale
Rating:
Verde / Giallo
Avvertimenti: Shoujo ai, AU, Slice of life, Assurdità sparse, What if?


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
    Poteva capire che, da un po' di tempo a quella parte, la sua compagna aveva dimezzato i momenti in cui potevano vedersi perché aveva un esame importante alla facoltà di archeologia e aveva dunque bisogno di studiare come una bestia, ma le sembrava a dir poco assurdo il fatto che avesse festeggiato il suo compleanno - così aveva sentito dire in tutto l'istituto, almeno - senza nemmeno invitarla. Aveva avuto persino il dubbio che volesse piantarla, e, per quanto fosse una tipetta tutto pepe, avrebbe anche potuto accettarlo, se glielo avesse detto in faccia. Quei sottefugi per non vederla, però, non le andavano per niente giù, ed era dunque più che convinta dell'idea che era baluginata nella sua testa non appena aveva saputo di quel colpo basso da parte di Robin, che aveva persino invitato Franky. Franky, accidenti! Era risaputo da tutti che lui aveva una cotta per la ragazza, per quanto sapesse che fosse lesbica e anche impegnata. Beh, l'avrebbe fatta pagare ad entrambi, poco ma sicuro. Ed era più che capace di spaccar loro la testa senza nemmeno pensarci due volte.
    «Nami-swan ~♥». La voce gioviale di Sanji, il ragazzo che frequentava economia domestica insieme ad un suo vecchio amico di infanza, quell'armadio a quattro ante di Zoro - assolutamente negato per quella materia, dunque non riusciva proprio a capire perché diavolo si ostinasse a seguire i corsi -, le giunse alle orecchie come un trapano e la risvegliò dai suoi pensieri, rendendosi così finalmente conto di essersi fermata nel bel mezzo del corridoio per una buona decina di minuti. Oh, dannazione. Quella storia l'avrebbe fatta uscire di matto.
    La ragazza ebbe appena il tempo di girarsi nella sua direzione, prima di vedere Zoro afferrare Sanji per il colletto della divisa e trascinarselo dietro tra un borbottio e l'altro
che suonava tanto come un «Abbiamo lezione», ignorando le lacrime agli occhi del povero biondino e le mani che si agitavano inutilmente nel vuoto. Quei due erano uno più scemo dell'altro. Si lasciò sfuggire un sospiro e fece per andarsene, ma con la coda dell'occhio vide l'avvicinarsi della figura dell'ultima persona che avrebbe mai voluto incontrare in quel momento. C'era sicuramente qualcuno che la odiava, non c'era altra spiegazione.
    «Nami», cominciò la futura archeologa, ma la ragazza alzò una mano e la interruppe.
    «Non dire niente, Robin, ho già capito», borbottò poi. «Vuoi mollarmi», soggiunse, e si irritò maggiormente quando sentì la sua ex ridere, vedendola abbozzare un sorriso prima di farsi più vicina, ad una spanna da lei, tanto che sarebbe bastato chinare appena il viso per far sì che le loro fronti si sfiorassero.
    «Non proprio», rimbeccò, poggiandole un dito sulle labbra come se volesse zittirla, allargando maggiormente il sorriso. «Il mio compleanno è oggi, Nami», le disse con tranquillità inaudita prima di passarle le braccia intorno ai fianchi, e Nami si sentì una perfetta stupida. Come aveva fatto a non accorgersene prima? Eppure stavano insieme da più di tre anni, non avrebbe dovuto dubitare in quel modo per una cosa così idiota.
    Si guardarono entrambe negli occhi e risero, sigillando quell'attimo nella semplicità d'un bacio.






_Note inconcludenti dell'autrice
E con questa ho anche realizzato uno dei miei buoni propositi ficcynari per l'anno nuovo. Aye, a me piace anche il femslash e la coppia Robin x Nami, non è mica la prima volta che creo una cosetta del genere in cui le due belle ragazze compongono una coppia a dir poco esplosiva. E, nay, lo ZoSan nel centro della storia non ve lo siete per niente sognati x)
Non è detto in modo esplicito perché volevo concentrarmi sul punto di vista di Nami e sulla sua credenza che Robin volesse lasciarla, però, beh, per chi vuol vedere lo ZoSan, allora lo ZoSan c'è di sicuro u_u ah, come spero si sia notato, questa qui è stata un pochino più sentimentale delle altre flash
Okay, ciò detto, la pianto di perdere tempo e scappo, dato che non dovrei essere qui x)

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Capitolo 19
*** I think I'm gonna die (don't leave me alone) ~ Zoro x Usopp ***


I think I'm gonna die Titolo: I think I'm gonna die (don't leave me alone)
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 711
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Roronoa Zoro, Usopp [ Zoro x Usopp ]
Situazione: #14. Zoro, Usopp e un orso polare. Che magnifica avventura! O forse no.
Genere: Generale, Vagamente Comico, Vagamente Sentimentale
Rating:
Verde / Giallo
Avvertimenti: Shounen ai, Slice of life, Assurdità sparse, What if?, Linguaggio colorito


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Quella situazione non gli piaceva per niente.
    Usopp aveva continuato a ripeterselo per tutto il tempo in cui aveva seguito Zoro, ricordandosi troppo tardi che lo spadaccino, purtroppo, possedeva un senso dell'orientamento pari allo zero. Lasciando che fosse lui a guidarlo fra la neve alta fino alle caviglie, dunque, aveva praticamente firmato la sua condanna a morte. E adesso, persi nel bel mezzo del nulla, era certo che avrebbe finito i suoi giorni in quel posto, probabilmente sbranato da una bestia feroce. Una prospettiva orribile, non c'era che dire.
    Il cecchino sentì un peso sul cuore mentre avanzava fra la coltre bianca e gelida. Oh, che vita infelice, la sua. Non aveva nemmeno mai avuto una ragazza, e l'unica persona che aveva baciato fino a quel momento lo stava conducendo a morte certa, per quanto continuasse a ripetere che sapeva perfettamente dove stava andando. Och, sicuro. Lui poteva allungarsi come Rufy, allora. E la sua era pura e semplice ironia.
    «Zoro, sei davvero sicuro che questa qui sia la direzione giusta?» si decise infine a chiedere con voce tremante, facendosi ancor più vicino a lui quando, fra la boscaglia, sentì il richiamo di quello che doveva di sicuro essere un lupo. Si avvinghiò poi al suo braccio, ignorando lo sbuffo a cui lo spadaccino diede vita, e ricominciò a guardarsi intorno, con un groppo in gola non indifferente. Era certo che qualcosa fosse in agguato in quello stupido posto, e quel qualcosa era di sicuro enorme, peloso e dannatamente pericoloso.
    «Non comincerai anche tu a rompere le palle come quel cuoco di merda, spero», borbottò in risposta il Vice Capitano, sentendo la presa al suo braccio divenire più ferrea.
    «Ma di qua ci siamo già passati», fece notare Usopp, abbassando gli occhi per vedere che, effettivamente, la neve ancora fresca segnava le impronte che avevano lasciato precedentemente. L'aveva detto che sarebbe morto, seguendo quel cretino del suo compagno. Non poteva andare in quella foresta insieme a Sanji o Franky? Almeno quei due non si sarebbero persi e avrebbe avuto la possibilità di tornare vivo alla nave.
    «Ti sbagli», bofonchiò nuovamente lo spadaccino, anche se aveva adocchiato a sua volta le impronte. Oh, dannazione. Avrebbe preferito fare harakiri, piuttosto che ammettere che non aveva la benché minima idea di dove fossero. E poi, beh, male che fosse andato, in qualche modo sarebbero riusciti a trovare la strada di ritorno. «Stiamo soltanto facendo il giro più lungo».
    «Quindi ci siamo persi», rimbeccò il cecchino, rimediandoci un'occhiata di fuoco dal compagno prima che quest'ultimo liberasse il proprio braccio dalla sua morsa, anche se con suo disappunto.
    «Non ci siamo persi, nasone, e ora vedi di stare zitto se non vuoi che ti molli qui», sbuffò, allontanandosi a grandi passi con fare nervoso, venendo immediatamente seguito da Usopp.
    «Non lasciarmi solo, Zoro!» piagnucolò, accostandosi ancora una volta a lui e ricominciando a guardarsi in giro con estrema attenzione. Beh, in quel momento gli sembrava che stare vicino a quello scemo fosse la cosa migliore da fare. Aveva di sicuro i riflessi più pronti dei suoi, ed era certo che, se fosse successo qualcosa - qualsiasi cosa, aggiunse -, l'avrebbe salvato. Gli aveva promesso che l'avrebbe protetto in caso di pericolo, no? E tutti sapevano quanto Zoro mantenesse la parola data.
    Il cecchino non seppe esattamente quanto tempo passò, ma quel di cui era sicuro era che non sentiva più le gambe, i piedi e le estremità delle mani. Il freddo si stava intensificando e, se non fossero riusciti a ritrovare presto il resto della ciurma, avrebbero dovuto almeno fare in modo di non morire assiderati. E sperava vivamente che Zoro accendesse un fuoco, anziché pensare anche solo per un momento di scaldare entrambi facendo sesso.
    Un suono gutturale alle sue spalle richiamò immediatamente la sua attenzione, e fu con un certo nervosismo in corpo che si voltò, trovando a pochi centimetri di distanza un orso alto più di due metri. Sbiancò in un lampo e poco ci mancò che svenisse, cominciando a pregare in un qualunque Dio prima del momento della fine. Sarebbe morto. L'aveva detto sin dal principio. Quando vide Zoro lanciarsi contro l'orso, però,
e sguainare una delle sue spade per abbatterlo, il battito impazzito del suo cuore cominciò a placarsi e un bizzarro sorriso spuntò sulle sue labbra.
    Forse non sarebbe morto davvero, dopotutto.





_Note inconcludenti dell'autrice
E cominciamo il nuovo mese con una Zoro x Usopp! Nay, non è un pesce d'aprile, è semplicemente il compleanno di Usopp ed è la seconda volta che scrivo una Zoro x Usopp - ah, questa può essere tranquillamente considerata il seguito o il prequel della flash fiction Pretty Little Liar -, e il pairing comincia stranamente a piacermi parecchio u_u
Sarà anche a causa delle fan art che trovo - come quella del banner iniziale, tanto per dirne una, disegnate piuttosto bene e davvero carinissime -, o forse perché... boh, Usopp in fin dei conti mi fa ridere, associato ad un personaggio come Zoro u_u
E' in qualche modo adorabile, ecco u_u
Okay, lasciate perdere lo sclero di questa povera pazza, ma di tanto in tanto ci vuole un piccolo sclero, specialmente quando le situazioni della challenge si riducono a questo
Ecco a cosa serve il senso dell'orientamento di Zoro x)

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Capitolo 20
*** Argh! Call a doctor! (that's you!) ~ Sanji x Zoroko, Brook + Chopper ***


Argh! Call a doctor! (that's you!) Titolo: Argh! Call a doctor! (that's you!)
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: One-shot [ 1122
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Tony Tony Chopper, Brook [ Brook + Chopper ], Roronoa Zoro, Sanji Black-Leg [ Sanji x Zoroko ]
Situazione: #3. Chopper ha una malattia imbarazzante. Brook lo aiuterà o se ne approfitterà?
Tabella/Prompt: Bevande › 15. Orgasmo 
Celestial Sunshine 10&Lode: #02. Aridità
Genere: Generale, Vagamente Comico, Vagamente Sentimentale
Rating:
Verde / Giallo
Avvertimenti: Slice of life, Assurdità sparse, Genderswap, What if?, Linguaggio colorito
Benvenuti al banco dei prompt: Pacchetto fluff › 07. Orgoglio
Di peccati e di virtù: Carità › Genderbender


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Sollevare quei pesi abnormi con quel corpo femminile non era per niente facile, e forse era proprio quella la causa del nervosismo che aveva attanagliato l'ormai spadaccina. Dopo essersi fatto prestare da Nami una maglia che non rischiasse di mostrare per l'ennesima volta al mondo intero il suo seno - le maglie che possedeva, difatti, erano purtroppo troppo grandi per la taglia che si ritrovava in quel determinato frangente - e aver optato per un pantaloncino corto - aveva sì storto il naso, ma gli era sembrato il ripiego migliore, poiché mai e poi mai avrebbe indossato una stupida gonna, aveva ancora il suo orgoglio, dannazione - anche a causa dell'afa che aveva investito la Sunny, in quei giorni molto simile ad un deserto arido e senza oasi per chilometri e chilometri, Zoro aveva provato a scaricare la tensione accumulata con i soliti allenamenti, tentando al tempo stesso di scacciare dalla sua mente quell'assurda situazione in cui si erano ritrovati.
    A parte le solite lamentele di Nami, che non la smetteva di ripetere che essere un uomo era tutt'altro che semplice e che voleva tornare donna - come se lui si divertisse, poi, ad avere due tette enormi e un fisico mingherlino che gli serviva a ben poco -, Rufy e Usopp avevano cominciato a prendere la cosa con più calma, sebbene di tanto in tanto anche il Capitano si lagnasse perché lo stomaco del povero cecchino, per lui, era troppo piccolo e non riusciva quindi a gustarsi appieno le pietanze che venivano servite a tavola.
    Chi sembrava davvero divertito da tutto quel putiferio, invece, era proprio Sanji. Non la smetteva di volteggiare come un idiota avanti e indietro per la nave, riservando le sue attenzioni a Robin - come suo solito, d'altronde -, a Brook, che per quanto fosse uno scheletro era pur sempre donna, e a lui, anche se gli aveva più volte ripetuto che lo trovava snervante. Erano passati appena pochi giorni e Zoro già non ne poteva più di averlo intorno, difatti. Sperava solo che Chopper, rinchiusosi da ore in infermeria, si affrettasse a trovare una soluzione per tutto quel casino.

    «Marimo-chwan ~♥». Al suono di quella voce, Zoro rischiò di far cadere sul ponte il peso che sorreggeva precariamente, e fu imprecando a denti stretti che si voltò nella direzione da cui esso proveniva, fulminando con lo sguardo quello stupido damerino volteggiante e sprizzante di altrettanto stupidi cuoricini. «Ti ho portato un rinfresco, mellorine ~♥», soggiunse poi Sanji con un sorriso a trentadue denti stampato in viso, mostrandogli con fare galante il vassoio su cui troneggiava un unico bicchiere colmo fino all'orlo.
    Tutta quella teatralità, però, riuscì solo a far sì che Zoro sollevasse un sopracciglio e sbuffasse. «Solo perché adesso sono una donna, cuoco di merda, non voglio favoritismi da te», sbottò, cercando di trascinarsi faticosamente dietro il peso per allontanarsi il più in fretta possibile da lui. Detestava quel sentirsi debole, detestava quella poca forza nella braccia e detestava quel cretino d'un cuoco, dannazione. Forse adesso riusciva davvero a comprendere le preoccupazioni di Kuina, ma, nel caso in cui Chopper non sarebbe riuscito a far tornare normali tutti loro, non si sarebbe scoraggiato e avrebbe continuato ad allenarsi, anche se ci sarebbero voluti altri dieci anni a causa di quel corpo.
    «Almeno provalo, mellorine ~♥», insistette Sanji, e a quel punto la spadaccina lasciò cadere il manubrio con un tonfo, scavalcandolo per afferrare il cuoco per il colletto della camicia e fissarlo con astio direttamente negli occhi, almeno per quanto concessogli dalla statura ben più bassa del solito.
    «Se non la pianti di chiamarmi così ti sfondo il culo, damerino del cazzo», sibilò, e, sebbene il suo tono fosse cupo e minaccioso, Sanji non sembrò prenderlo esattamente come tale, poiché si limitò a sollevare un angolo della bocca in un sorriso e a poggiare delicatamente la mano libera su quella del Vice Capitano, allontanandogliela con destrezza.
    «Provalo, Zoro», disse poi tranquillamente, quasi volesse fargli il contentino.
    Zoro lo fissò difatti con fare piuttosto guardingo, e fu con altrettanta incertezza che allungò titubante una mano per afferrare il bicchiere, annusandone il contenuto con una piccola smorfia. «Che roba è?» gli venne spontaneo chiedere, e prima ancora che se ne rendesse conto Sanji annullò del tutto le distanze fra loro, passandogli un braccio intorno ai fianchi con una nonchalance inaudita. Ignorando poi la strana espressione sconcertata che si dipinse sul volto di Zoro, si limitò a chinarsi verso il suo viso e a sfiorargli il lobo sinistro e gli orecchini con le labbra, sussurrando, «Un Orgasmo, mio dolce fiorellino ~♥», prima di palpargli il sedere senza tanti complimenti. E fu a quel punto che Zoro reagì, sguainando immediatamente la sua Ichimonji per puntargli la punta lama alla gola. «Che cazzo credi di fare, cuoco di merda?!» berciò in tono isterico, correndogli dietro con la ferma intenzione di farlo a fette una volta per tutte. Non ci sarebbero stati ma, perché o come, questa volta.
    Sanji non sembrava essere dello stesso avviso, però, giacché non faceva altro che schivare i suoi colpi senza contrattaccare come suo solito, e tutto a causa di quella sua stupida galanteria. Un altro punto a suo sfavore, poiché Zoro aveva sempre odiato atteggiamenti del genere e simili favoritismi. La spadaccina gli si gettò contro con rinnovato vigore, ma si fermò ben presto, forse a causa dell'urlo disumano proveniente dall'infermeria.
    Il primo ad accorrere fu Brook, che aveva a sua volta sentito il grido e si era precipitato a vedere che cosa fosse successo. Lo scheletro spinse piano la porta e gettò un'occhiata veloce oltre la soglia, e si sarebbe anche accigliato non poco se soltanto avesse posseduto le palpebre. 
«Chopper-san?» chiamò preoccupato, e, per quanto avesse cominciato a sentire la pelle d'oca - oh, che sbadato, lui la pelle non l'aveva, yo-hohoho -, entrò in infermeria e si guardò intorno, localizzando ben presto la figura del piccolo dottore. Tremava dalla testa ai piedi e aveva qualcosa di strano, e Brook ci mise un po' a capire che non aveva più quella bella e morbida pelliccia che erano abituati a vedere.
    «La formula era sbagliata», pigolò Chopper, lo sguardo fisso sul pelo che aveva perduto.
    Brook gli si avvicinò e gli poggiò le mani scheletriche sulle spalle esili, carezzandogliele come per confortarlo. «Yo-hohoho ♪~ Ci penso io, Chopper-san, non preccuparti», cinguettò con voce tenorile, e avrebbe anche sorriso con fare rassicurante, se avesse potuto. «Ho un'idea che risolverà la cosa in quattro e quattrotto fino a che non ti ricrescerà il pelo».
    Seppur scettico, la piccola renna lo lasciò fare, rendendosi ben presto conto di aver commesso un madornale errore di valutazione. Perché s
e l'idea di Brook per aiutare Chopper era cospargerlo di miele e incollargli addosso delle piume di piccione, beh, allora aveva toppato alla grande.





_Note inconcludenti dell'autrice
Oddio, boh, non ho idea di cosa mi sia fumata, ma era troppo divertente collegare le flash fiction precedenti e scrivere una scena in cui Sanji fa finalmente la parte del pervertito con Zoro... e Zoroko dice più parolacce di uno scaricatore di porto, aye. Ma è pur sempre il marimo, dunque non dovrei meravigliarmi se poi vengono fuori cose del genere, ecco u_u
Anyway! Non so bene che cosa dire o cosa spiegare, per questa one-shot, dove il piccolo e carissimo Chopper ha purtroppo pagato le conseguenze di tutto quel casino u_u
L'idea dalla quale ero partita comprendeva solo Chopper e Brook, però, boh, alla fine ha avuto una vita a se stante ed ecco il risultato x)

Ah, ovviamente il cocktail che offre Sanji a Zoro è il famoso Orgasmo, che si prepara con amaretto, kahlua e Baileys - ed è buono un accidente 'sto coso, anche se il nome è ambiguo x) -
e ho scelto quello anche ad indicare un po' la perversione di Sanji e il suo gesto di toccare il culo alla spadaccina. Aye, potete picchiarmi u_u *Scappa*
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Capitolo 21
*** Try again, Chopper-san ~ Sanji x Zoro, Chopper Centric ***


Try again, Chopper-san Titolo: Try again, Chopper-san
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: One-shot [ 1322
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Tony Tony Chopper, Mugiwara
Situazione: #24. Oh no, Chopper! Il tuo piano è fallito. Ora ti tocca pulire.
Tabella/Prompt: Bevande › 02. Cedrata
Celestial Sunshine 10&Lode: #03. Bel tempo
Genere: Generale, Comico, Vagamente Sentimentale
Rating:
Verde / Giallo
Avvertimenti: Slice of life, Assurdità sparse, Character Alternation, Genderswap, What if?


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Quel piano per riportare tutto alla normalità gli era sembrato perfetto, al principio.
    Aveva passato ore ed ore in infermeria - riuscendo fortunatamente a farsi ricrescere la sua preziosa pelliccia, giurando a se stesso di prestare maggior attenzione alle dosi - e aveva trovato una soluzione alquanto presentabile, mescolando quelle che gli erano parse essere le sostanze giuste. Adesso, però, con tutti i suoi nakama riuniti sul ponte e l'ampolla di antidoto ben stretta fra le zampe, Chopper non era più tanto sicuro della riuscita di esso. Sarebbe davvero stato capace di aiutare i suoi compagni e a rimediare a tutto quel casino? Oh, sperava vivamente di sì, dato che era passata ben più di una settimana e le cose non si erano per niente svolte per il meglio. Zoro aveva difatti provato più e più volte ad affettare sul serio Sanji, giacché quest'ultimo, sprezzante del pericolo che correva ogni qual volta si avvicinava a lui, non aveva smesso nemmeno per un attimo di chiamare il Vice Capitano con nomignoli affettuosi e a riempirlo di attenzioni al quale non era per niente abituato, approfittandone persino per dare qualche palpatina qua e là e richiamando su di sé le ire della spadaccina. 
    Chopper abbassò le palpebre e si fece coraggio, stappando l'ampolla sotto lo sguardo di tutti i presenti.
«Non vi assicuro niente», gli parve giusto informarli, dato che non era certo degli effetti che quell'antidoto avrebbe avuto su di loro. «Potrebbe succedere di tutto, ma potrebbe anche non funzionare affatto. Siete certi di volerlo provare?»
    «Certo che sì, che domande fai?» sbottarono all'unisono Nami e Zoro, entrambi desiderosi di riaquistare il proprio sesso. Erano stati giorni infernali, persino sul punto di vista dell'igiene personale - che razza di persona si faceva delle docce ad occhi chiusi ed evitava di passarsi il sapone sulla pelle per non toccare il proprio corpo, accidenti? -, e non vedevano l'ora di poter tornare se stessi una volta per tutte, senza preoccuparsi di possibili effetti collaterali. Tanto peggio di così non poteva andare.
    Il dottore si arrese ben presto all'evidenza, specialmente quando persino Rufy sembrò non essere più nella pelle di assaggiare quella medicina, distribuendola ai poveri malcapitati e facendo poi qualche passo indietro, come se volesse controllarne gli effetti il più distante possibile da loro. Li vide gettarsi uno sguardo veloce prima di bere tutto d'un sorso - Nami storse persino di poco il naso nell'annusarla, borbottando tra sé e sé
«Sembra cedrata», con fare piuttosto accigliato -, e il primo a beneficiare dell'antidoto fu proprio Rufy, che si riscoprì nuovamente nel suo corpo di gomma.
    «Yosh! Io sono tornato me stesso, per fortuna!» esclamò allegramente il Capitano, tastandosi un po' ovunque con un enorme sorriso. Con la coda dell'occhio intravide poi le figure dei suoi nakama, e, se possibile, sorrise ancora di più. «Oh! Anche Zoro, Nami e Brook sono tornati normali!»
    «Quanto mi piacerebbe poter dire la stessa cosa, Rufy», disse di punto in bianco Franky, e al resto della ciurma ci volle davvero poco per capire che quella sottospecie di antidoto aveva funzionato solo a metà. Usopp, difatti, era purtroppo finito nel corpo del carpentiere e viceversa, ma la cosa che lasciò tutti ancor più perplessi fu vedere Zoro volteggiare in perfetto stile Sanji in direzione di Nami e piegarsi poi su un ginocchio prima di afferrarle una mano, osservandola in viso con occhi ricolmi d'amore.
    «Non hai idea di quanto mi faccia felice rivedere la tua bellezza, Nami-swan ~♥!» cinguettò, e non appena lo fece sia lui sia la povera navigatrice rabbrividirono nello stesso istante, tanto che lo spadaccino si ritrovò a sollevarsi nuovamente in piedi e a lasciare la mano della ragazza con un certo tremore. «Un momento... perché diavolo ho la voce di quello stupido marimo?»
    «Te lo spiego io, cuoco di merda!» esclamò immediatamente qualcuno alle sue spalle, ed ebbe appena il tempo di voltarsi prima che un calcio rischiasse di centrarlo in pieno viso. Si lasciò sfuggire un'esclamazione soffocata e indietreggiò, inciampando nei suoi stessi piedi e tentando di mantenere l'equilibrio mentre gli occhi, fissi sulla figura che aveva dinanzi, faticavano a riconoscere la stessa come un qualcosa di reale. Quello che stava osservando era il suo corpo, o sbagliava?
    «Marimo?» gli venne spontaneo domandare, e gli parve persino bizzarro vedere una smorfia dipingersi sul proprio viso.
    «Proprio così, brutto idiota», sbottò lo spadaccino con la sua voce, facendo sì che gli sguardi di tutti corressero rapidi verso il piccolo Chopper, che si ritrovò a sospirare e a scuotere il capo. Un altro buco nell'acqua, grandioso. Beh, almeno era riuscito a riparare almeno in parte all'errore precedentemente commesso, per quanto avesse catastroficamente fallito e gli toccasse ricominciare tutto da capo, adesso.
    «Cercherò di sistemare le cose il più in fretta possibile, ragazzi», rassicurò Chopper, guardando con enorme dispiacere Franky, Sanji, Zoro e Usopp, o almeno i corpi dei suoi quattro nakama. Con tutti quegli scambi di personalità e di sesso, era già un miracolo che non fossero irrimediabilmente usciti tutti fuori di testa. Beh, forse Nami ci era vicina, visto che non la smetteva di abbracciare il proprio corpo e piangere di gioia.
    «Lo spero», borbottò Franky, alzando le braccia mingherline di Usopp verso il cielo azzurro prima di mettersi in posa e atteggiare il viso ad un'espressione a dir poco pazzesca. «Io sono troppo super per un corpo così!»
    «Non c'è fretta, Chopper», sentenziò d'un tratto Sanji, e fu terrificante vedere il ghigno che si era dipinto sulle sue labbra mentre osservava il suo stesso corpo, all'interno del quale era racchiusa la personalità dello spadaccino, che ebbe un brutto presentimento nel rendersi conto del luccichio che passò come un lampo nei suoi occhi. Era lo stesso sguardo malizioso che era solito rivolgere a quel cretino di un cuoco, e in quel momento gli si era ritorto contro. Oh, dannazione. Perché aveva la certezza che quel damerino pervertito ne avrebbe approfittato e non poco? «Credò che abituarmi per un po' al corpo di Zoro sarà piuttosto facile, dopotutto», soggiunse distratto, confermando l'ipotesi del povero Zoro. Merda. Si prospettava un'altra settimana d'inferno, e stavolta sarebbe scappato dal suo stesso corpo, che gli si fece più vicino proprio in quel momento.
    Sanji sorrise - e fu davvero spiacevole, per Zoro, vedere le sue stesse labbra piegarsi in quel modo -, dandogli una poderosa pacca su una spalla prima di far scivolare una mano lungo i suoi fianchi e sussurrare,
«A quanto pare stavolta starai sotto, spadaccino», recuperando dalla tasca il pacchetto di sigarette e allontanandosi poi con una risata che ghiacciò il sangue nelle vene al Vice Capitano.
    «Prova a ripeterlo e ti faccio a fette, sopracciglia a ricciolo!» sbottò il diretto interessato, ricevendoci solo un rapido sguardo mentre il cuoco, tranquillissimo e con quel ghigno ancora stampato in viso, si portava una stecca alle labbra, con tutta la ferma intenzione di accendersela.
    «Le tue katane ce le ho io, spadaccino» gli fece notare poi, riuscendo a far schiumare di rabbia il compagno.
    «Vorrà dire che ti sfonderò di pugni!»
    «Non osare rovinare le mie preziose mani, Buddha tutto muscoli!»
    «Posso anche prenderti tranquillamente a calci in culo!»
    «Allora provaci se ci riesci, marimo!»
   
«E tu comincia a spegnere quella merda, invece di avvelenare il mio corpo!»
    E mentre quei due litigavano fra loro come al solito, dandosele di santa ragione nonostante lo svantaggio del momento - Sanji non sapeva maneggiare una katana con la stessa abilità di Zoro, e quest'ultimo, d'altronde, non era capace di sfruttare appieno le arti marziali di Sanji e i suoi calci -, Chopper sospirò per l'ennesima volta, sentendo una mano di Robin poggiarsi su una sua spalla come per cercare di dargli conforto.
    «Vedrai che riuscirai a trovare una soluzione, Chopper-san», lo rassicurò con un enorme sorriso, e la piccola renna si sforzò di ricambiare in modo goffo e impacciato, lo sguardo che vagava da un capo all'altro della nave come se volesse tener d'occhio ogni singolo nakama. Avrebbe trovato un rimedio, ne era certo... o almeno ci avrebbe provato prima che quei due zucconi si accoppassero.





_Note inconcludenti dell'autrice
Nay, dai, va beh, adesso credo di aver ormai raggiunto il picco della follia, con questa challenge u_u
Okay, prima di tutto la parte che mi ha fatto ridere come una scema: immaginare Zoro che volteggia come un cretino Sanji e sparge cuoricini mentre si dirige verso Nami. Un Character Alternation del genere è un qualcosa che... boh, non lo so, mi fa letteralmente morire, forse perché è assurdo ai limiti dell'immaginabile x)
Ovviamente, nay, non è un elogio al SaNami o allo ZoNami - Nami è soltanto di Rufy, ecco, e nessuno riuscirà a farmi cambiare idea su questa mia convinzione, così come Robin è solo di Franky
♥ -, e credo che la fine con Sanji che dice chiaramente a Zoro che il passivo sarà lui, stavolta - e dettagli se il corpo è il suo, la personalità è dello spadaccino x) -, non lascia spazio a fraintendimenti su cosa volevo trasmettere in quel determinato pezzo ;)
Ovviamente, commenti e critiche son ben accetti :3
Alla prossima.


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Capitolo 22
*** I wanna suck your blood, pervert man ~ Vampire!Zoro x Priest!Sanji ***


I wanna suck your blood Titolo: I wanna suck your blood, pervert man
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: One-shot [ 1272
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji Black-Leg [ Vampire!Zoro x Priest!Sanji ]
Situazione: #25. AU! Zoro è un vampiro. Se è già un vampiro, diventa una mummia.
Tabella AUverse: 67. Vampiri
Genere: Generale, Vagamente Comico, Vagamente Sentimentale
Rating:
Verde / Giallo
Avvertimenti: Shounen ai, AU, Slice of life, Assurdità sparse, What if?


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Il sermone era finito da più di mezz'ora, ma lui, in quanto uomo di Chiesa, si era attardato a parlare con i fedeli e a fugare i loro dubbi, intrattenendo una piacevole conversazione con le più assidue frequentatrici delle attività extra parrocchiali, le dolci e bellissime Nami e Robin, prima di defilarsi svelto nel cortile posteriore dell'edificio.
    Per quanto fosse un prete da più di cinque anni, ormai, c'era da dire che Sanji, questo era il suo nome, aveva due brutti difetti: fumava come una ciminiera, amava le donne e non si vergognava di ammetterlo, mandando il parroco su tutte le furie ogni qual volta che, conclusa la messa, veniva trovato a flirtare come un ragazzino con le splendide donne che venivano in Chiesa, rimediandoci sempre una bella strigliata. Non che gliene fosse mai importato, data la sua indole, però le punizioni erano degradanti - non se l'era scordato il bagno dei novizi che era stato costretto a pulire, un ricettacolo di schifezze che gli aveva fatto storcere il naso per tre giorni - e i Padre Nostro che era costretto a recitare per fare ammenda arrivavano addirittura a venti, il più delle volte. Certo, ci voleva qualcosa di più per farlo pentire e demordere dal suo modo di comportarsi, e questo qualcosa era grosso, verde e aveva zanne al posto degli incisivi.
    A quei suoi stessi pensieri, Sanji sospirò, aspirando a fondo la sigaretta che si era acceso prima di sbuffare fuori una nuvoletta di fumo azzurrognolo e poggiarsi con entrambe le braccia sullo steccato del giardino. C'erano sere, proprio come quella che stava vivendo in quel momento, in cui gli veniva stupidamente da chiedersi se quel tipo che lo perseguitava come un'ombra fosse in realtà una punizione divina per i suoi modi di fare. Non avrebbe mai dimenticato il giorno in cui era cominciata quella storica, una storia che lo faceva sentire ancor più stupido nell'insistere a definirsi prete.
    Una notte, tornando dalla città, aveva trovato un uomo riverso sul portico della Chiesa, con il viso talmente pallido che aveva creduto che quel tipo fosse morto; quando si era avvicinato, però, ed era stato afferrato per un polso dalla sua mano gelida e scheletrica, per poco non si era messo a strillare come una donnicciola, sentendo il cuore battere freneticamente nel proprio petto. Era stato proprio quel suono a ridestare quell'uomo, che l'aveva guardato in viso con l'unico occhio che possedeva prima di biascicare qualcosa a mezza voce, e Sanji aveva faticato non poco a capire la parola 
«Sangue». Aveva creduto che scherzasse, in un primo momento, dovendo ricredersi quando quel tipo aveva aperto la bocca per rivelare delle zanne lunghe e appuntite. Oh, se solo ci pensava adesso, ancora si domandava che cosa diavolo gli fosse passato per la testa quando aveva accettato di farlo bere dal suo polso non appena aveva compreso che razza di creatura fosse. Lui, un uomo di chiesa... che aiutava un dannato vampiro. A dir poco ridicolo.
    «Quella roba ti ucciderà, prima o poi». Una voce alle sue spalle lo fece trasalire, e poco ci mancò che Sanji inghiottisse la sigaretta, tossendo il fumo che non era riuscito a soffiare via prima che quell'idiota lo cogliesse di sopresa in que modo assurdo. Si voltò poi nella sua direzione, furente e rosso in viso.
    «Ti ho detto mille volte che devi piantarla di comparire così all'improvviso, vampiro del cazzo!» sbottò, ma la sua affermazione, anziché intimorire il vampiro in questione, fu solo capace di farlo ridere.
    «Hai espressioni a dir poco colorite, per essere un prete», lo schernì. «Mai incontrato un tipo come te, in tanti secoli».
    Per tutta risposta, Sanji sbuffò.
«Non rompere», borbottò, per quanto sapesse che quello stupido vapiro avesse ragione. Il suo linguaggio da scaricatore di porto era un altro problema, a ben pensarci. Non si meravigliava se Don Zeff aveva l'irrefrenabile voglia di prenderlo a calci, il più delle volte. «Che diamine ci fai qui, piuttosto? Mi sembrava di essere stato chiaro... non ti voglio qui in giro. E come diavolo fai ad entrare indisturbato nel perimetro della Chiesa? Ero convinto che i vampiri non potessero entrare in terra consacrata».
    «Diciamo che io sono un'eccezione», si limitò a dire il vampiro, scrollando di poco le spalle prima di afferrargli il mento con due dita, costringendolo a guardarlo negli occhi. «O magari è perché tu mi hai donato il tuo sangue, ricciolo», soggiunse, facendo guizzare la lingua fra le labbra per carezzarsi quello inferiore, dando vita ad un suono gorgogliante che risalì dal fondo della sua gola. E Sanji, notando il fremere del suo corpo e gli schiocchi di lingua in cui il vampiro si stava dedicando, fu assalito da un orribile dubbio.
    «Ohi... ti sarai mica eccitato?» domandò insicuro, ma bastò un fugace sguardo all'occhio dell'altro per dissipare ogni sua incertezza. «Non ci pensare nemmeno, Zoro. I patti non erano questi».
    «Ho bisogno di bere», rimbeccò immediatamente il vampiro, deglutendo. «Noi vampiri ci eccitiamo diversamente da voi essere umani. E l'odore del tuo sangue», gli cinse i fianchi con un braccio e lo attirò a sé, ignorando i suoi impropri per affondare il viso nell'incavo del suo collo e ispirare a fondo, «mi eccita terribilmente».
    Sanji trasalì e fece cadere la sigaretta sul terreno, cercando di allontanare da sé il vampiro.
«Ti sei montato la testa, idiota», rantolò, rabbrividento nel sentire i denti del vampiro carezzargli la pelle. «Non... voglio», pigolò, per quanto la sua protesta risultò tremendamente inutile anche a sé stesso. Non sembrava che la cosa gli desse fastidio come affermava, anche se stava ancora provando a spingere via Zoro, la cui corporatura possente lo avvolgeva come un bozzolo gelido. Reclinò il capo all'indietro e ansimò quando le zanne di Zoro affondarono nel suo collo, strappandogli un gemito doloroso che si trasformò ben presto in un imbarazzante sospiro di voluttà; artigliò fra le dita la camicia di quel suo bizzarro amante per sorreggersi, per quanto fosse stato lui stesso a tenerlo in piedi, date le gambe che avevano cominciato a divenire molli e insicure. Aveva già donato il suo sangue a quel vampiro, ma non aveva mai pensato che venir morso sul collo potesse rivelarsi così... intimo, accidenti. Il succhiare insistente di Zoro lo agitava e lo eccitava al contempo, e non avrebbe dovuto provare sensazioni simili, in particolar modo se teneva conto che quello, vampiro o meno, era pur sempre un uomo.
    Le ginocchia rischiarono di farlo crollare su se stesso quando Zoro si staccò finalmente dalla sua vena, e sarebbe di sicuro crollato a terra se non fosse stato proprio quest'ultimo a prenderlo al volo; ebbe appena il tempo di sollevare lo sguardo su di lui prima che, senza nemmeno chiedere il suo consenso, Zoro si ritrovasse a poggiare le labbra insanguinate sulle proprie, lasciandolo di stucco e facendogli sgranare gli occhi. Sanji reagì d'istinto, allontanandolo da sé con un calcio prima di correre svelto verso la Chiesa, senza guardarsi indietro e senza nemmeno accertarsi se quello scemo d'un vampiro lo stesse seguendo.
    Dal canto suo, Zoro si sgranchì il collo, senza alzarsi dalla zolla di terra sulla quale si era ritrovato. Forse baciarlo era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, però non si pentiva per niente di averlo fatto, anzi. Si lasciò scappare una risata e reclinò la testa all'indietro, beandosi della pioggerella che aveva cominciato a cadere in quella sera d'inizio estate. 
Quello stupido prete poteva dire ciò che voleva, ma il suo corpo e il suo odore erano molto più sinceri della sua seducente bocca.





_Note inconcludenti dell'autrice
Aehm. Partiamo con lo spiegare perché Sanji è un prete. Mi sono ritrovata a rileggere una mia vecchia storia pubblicata nella sezione FullMetal Alchemist, ovvero Il Bacio del Vampiro, dove avevo fatto diventare Roy - un altro pervertito aggiungerei, lol - un uomo di chiesa, e ho deciso di richiamare questa piccola caratteristica anche con Sanji, sebbene questa storia sia, ovviamente, totalmente diversa da quella i cui protagonisti sono Mustang e compagnia bella
Quella, difatti, è una storia prettamente angst, mentre questa qui è molto più atta a voler far sorridere. Perché? Semplice: la raccolta è stata creata per questo motivo, ovvero dar vita ad una serie di piccole flash o one-shot il cui scopo è far ridacchiare il lettore o almeno lasciare sul suo viso un sorriso
Okay, detto ciò, spero vi sia piaciuta e, come sempre, c
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Capitolo 23
*** I can be your hero, baby ~ Zoro + Chopper Centric ***


I can be your hero, baby Titolo: I can be your hero, baby
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: One-shot [ 1362
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Mugiwara [ Accenni Sanji (Zoro) x Zoro (Sanji) ]
Situazione: #30. Roulette! Franky o Usopp o Brook diventa eroe per caso salvando la vita di Chopper.
Tabella/Prompt: Bevande › 01. Coca cola
Ideal Good 10&Lode: #04. Felicità
Genere: Generale, Vagamente Comico
Rating:
Arancione
Avvertimenti: Shounen ai, Slice of life, Assurdità sparse, What if?, Character Alternation


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Tutta quella situazione stava cominciando a dargli letteralmente sui nervi.
    Non solo il povero Chopper non aveva ancora trovato una soluzione accettabile per far sì che le cose tornassero normalmente, ma quello stupido cuoco, sfruttando il suo corpo come se fosse il proprio, aveva bellamente cominciato a trascurare gli allenamenti e a comportarsi come un idiota con le donne della ciurma, cosa che, se si fosse trovato nel suo corpo, non sarebbe stata poi così stramba. Lo vedeva svolazzare da un lato all'altro della nave con un vassoio fra le mani e l'aria di un perfetto deficiente, e la cosa non lo avrebbe snervato più di tanto se quell'espressione non fosse stata dipinta sul proprio viso. Dannazione, stava cominciando ad incasinarsi e non riusciva più a formulare un pensiero coerente senza impappinarsi su ciò che lui avrebbe dovuto o non dovuto fare, in quel momento. Di certo non se ne sarebbe andato in cucina a preparare il pranzo, quello potevano anche scordarselo. Né tanto meno si sarebbe acceso una sigaretta e avrebbe cominciato a fumare, per quanto quel corpo stesse andando in crisi d'astinenza da nicotina. Era già tanto se aveva permesso a quell'idiota di fumarsene una di tanto in tanto nel suo corpo.
    Anche quel giorno, con Chopper che si era rintanato sul castello di prua per far seccare al sole chissà quale erba medicinale che avrebbe potuto aiutarlo in qualche modo con quel problema, Zoro se ne stava seduto al solito posto contro il parapetto della nave, le katane strette in un braccio - era riuscito a recuperarle e non le aveva più mollate da quel momento, per quanto il cuoco gli avesse espressamente vietato di usarle con le sue mani - e lo sguardo fisso dinanzi al suo corpo, utilizzato per fare moine e piroette attorno alle ragazze della ciurma da quello scemo d'un cuoco. Una volta tornato normale l'avrebbe ammazzato, parola sua. E gli avrebbe fatto pagare caro il suo essersi approfittato della situazione per provare a stare sopra, dato che in altre circostanze non gliel'avrebbe mai permesso. Però, dannazione, aveva provato una sensazione a dir poco sgradevole nel vedere l'eccitazione nei suoi stessi occhi e l'espressione che gli si era dipinta in viso al momento dell'orgasmo, tanto che gli era venuto naturale chiedersi se lo facesse di continuo o se fosse solo un effetto collaterale dovuto alla presenza della personalità di quello stupido damerino.
    Con uno sbuffo, Zoro si scansò quel dannato ciuffo di capelli dall'occhio, domandandosi come diavolo facesse quell'idiota di un cuoco a non innervosirsi con la visuale nascosta a metà. Erano passati appena pochi giorni e lui stava già ponderando l'ipotesi di tagliarlo o di rapare direttamente a zero quella stupida testa bionda, figurarsi il tenerlo costantemente dinanzi agli occhi per un periodo che contava addirittura anni. Sapeva che era scemo, ma non aveva mai creduto fino a quel punto.
    «Nami-swan ~♥! Robin-chwan ~♥!»
    Oh, no. Eccolo che ricominciava. Perché diavolo doveva assistere a quell'umiliazione che gli veniva così amaramente sbattuta in faccia? Non bastava il ritrovarsi nel corpo di quel damerino in crisi, doveva anche vedere se stesso mentre, sorridendo come un vero e proprio marpione pervertito all'indirizzo di Nami e Robin, porgeva galantemente loro dei cocktail con ghiaccio e flirtava come un latin lover, facendole ridacchiare divertite. Come se non bastasse, quell'idiota di un cuoco aveva osato rimodernare il suo look e si era liberato del suo fedele haramaki, sostituendo maglietta e calzoni con un completo che lui non avrebbe indossato nemmeno morto. E, accidenti, era fin troppo sconcertante vedere il proprio corpo castigato in un pantalone classico talmente stretto da stringere fra le gambe, una camicia rosa di cui non voleva nemmeno sapere la provenienza e una cintura borchiata alla quale era stata fissata anche la catena dell'orologio da taschino, fedelmente riposto a un lato del pantalone. Decisamente un abbigliamento che non avrebbe mai indossato, contando anche la cravatta a righe rosse e bianche perfettamente sistemata al collo e i capelli ravvivati all'indietro. Non si era mai visto così.
    Zoro continuò a seguirlo con lo sguardo e lo vide lanciare anche una bottiglia di Cola a Franky con fare svogliato, riponendo poi il vassoio sulla piattaforma di legno dell'albero maestro prima di infilare una mano nel taschino della camicia per prendere il pacchetto di sigarette e l'accendino, sorridendo estasiato. Poi
, dopo essersi portato una stecca ormai accesa alle labbra e aver tratto una bella boccata, si ritrovò a gettare un'occhiata allo spadaccino che si trovava nel proprio corpo, accigliandosi nel vedere quell'espressione sul suo viso. «Uhm? E tu che diavolo hai da fissarmi con quella brutta faccia, marimo?»
    «Questa brutta faccia è la tua, cuoco deficiente», gli tenne presente quest'ultimo con fare ovvio, alzando lo sguardo su di lui per osservare attentamente se stesso con quell'occhio azzurro. «Vedi di piantarla di perdere tempo davanti ai fornelli con il mio corpo e riprendi gli allenamenti».
    «Scherzi? Non ci penso proprio a sollevare quei mostri che chiami pesi», sbottò indignato. «E poi, visto che tu non sai fare niente, chi credi che debba provvedere a sfamare la ciurma? Io! E devo farlo con questo tuo stupido corpo, che fa disastri anche per aprire un semplice barattolo! Come diavolo fai a controllare questa dannata forza che ti ritrovi?»
    Zoro sollevò un sopracciglio. «Sei tu che sei un buono a nulla».
   
«Che cosa vorresti insinuare, eh?!»
    «Esattamente quello che ho detto», replicò pacato, recuperando le spade prima di alzarsi in piedi. «Vado a farmi una doccia, non ho voglia di stare a sentirti».
    Sanji lo guardò per un lungo momento con i denti dignignati, mordicchiando persino il filtro della sigaretta. Poi sbuffò, incrociando le braccia al petto. «Bravo, vai, vedi di non far puzzare il mio corpo come il tuo! Ci ho messo tre ore per tirare a lucido tutta questa inutile massa di muscoli», borbottò, e fu solo quando lo spadaccino cominciò ad allontanarsi che si rese conto di ciò che aveva appena fatto, affrettandosi a seguirlo. «Nay, aspetta, non azzardarti a farlo!» sbraitò. «Non metterai così facilmente le tue manacce sui miei gioielli!»
    «Fino a prova contraria ti toccherai con le tue stesse mani, cuoco», rimbeccò, e mentre quei due riprendevano a battibeccare per tutta la strada verso il bagno, Chopper, appeso alla balaustra, aveva gettato loro una rapida occhiata, sospirando pesantemente prima di riportare la propria attenzione sulle erbe che aveva sistemato sotto il sole su una stuoia. Tutto quel casino l'aveva combinato lui, e aveva creato un sacco di disagi ai suoi amici per il disastro che era sorto a causa dei suoi intrugli.
    Per quanto nessuno di loro gli stesse facendo pesare la cosa - anche se Franky, a volte, si lamentava di quel corpo poco super -, lui si sentiva tremendamente in colpa e stava per questo cercando in tutti i modi di rimediare. Il problema, però, era che farlo non era per niente facile. Aveva provato in un milione di modi in soli pochi giorni, e non era stato per niente certo del risultato talmente tante di quelle volte che non aveva nemmeno avuto il coraggio di somministrare quella soluzione ai suoi compagni, con il timore che essa potesse causare più guai di quanto non avesse già fatto in quel lasso di tempo.
    Il dottore sospirò e scosse il capo, grattandosi la punta del piccolo naso blu prima di scendere dalla balaustra. Non era il momento per pensare a cose del genere. Doveva edere se le erbe erano pronte e rimettersi a lavoro, rimboccandosi metaforicamente le maniche per riuscire a far tornare tutto alla normalità. Nel mettere uno zoccolo in fallo, però, scivolò sul ponte del castello di prua, sgranando gli occhi nel ritrovarsi al di là del parapetto di legno; non ebbe nemmeno il tempo di gridare che si ritrovò fra le onde che spumeggiavano contro la chiglia della nave, e sarebbe di sicuro affogato se, miracolosamente, non fosse immerso dall'oceano lo Shark Submerge, facendo sì che chiunque lo stesse guidando in quel momento lo recuperasse letteralmente al volo senza nemmeno rendersene pienamente conto.
    Usopp, quando aveva aperto il boccaporto e visto la piccola renna mezza svenuta su di esso, era risalito sulla Sunny e aveva sorriso sfavillante, potendo finalmente vantarsi di essere diventato un eroe senza doversi inventare balle, per una volta.





_Note inconcludenti dell'autrice
Aye, aye... le assurdità di questa raccolta non hanno limiti, ormai. Come spero si sia capito, questo è un breve sequel del capitolo Try again, Chopper-san, che a sua volta è il seguito dei capitoli Argh! Call a doctor! (that's you!), I'm walking in your shoesTrouble on the Thousand Sunny
Alla fine è venuta fuori praticamente una mini-serie, ma la cosa era troppo divertente per fermarla in quel modo, anche perché ci sono dei poveri Mugiwara che hanno ancora i corpi scambiati... x)
Quindi, aye, credo proprio che ci sarà l'ennesimo seguito, e penso anche che soprannominerò questi capitoli con il nome di una serie per essere facilmente rintracciabili - aye, ho una mania di tenere tutto in ordine che non avete idea, quando si tratta di queste cose (in compenso la mia stanza è un casino, ma che ci si può fare)
Come sempre, commenti e critiche son ben accetti :3
Alla prossima.


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Capitolo 24
*** I'm the Great General Usopp, Nobunaga-sama! ~ Usopp Centric ***


I'm the great General Usopp, Nobunaga-sama Titolo: I'm the great General Usopp, Nobunaga-sama!
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 667
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji Black-Leg ; Usopp ; Un po' tutti
Situazione: #20. AU! Usopp accompagna un famoso personaggio storico in un’impresa grandiosa.
Genere: Generale, Vagamente Comico, Storico
Rating:
Verde / Giallo
Avvertimenti: Shounen ai, AU, Slice of life, Assurdità sparse, What if?
Prompt: 16° Argomento: Difetti parte 2 Vanità


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Con il cuore che palpitava all'impazzata nel petto e l'alabarda ben salda in una mano, Usopp osservava con sommo timore l'orda di nemici che si parava dinanzi a lui, soldati della fazione avversaria desiderosi di prendersi la testa del suo signore. Oh, ma lui non sarebbe fuggito, per niente. La fuga, in quella storica battaglia, non era contemplata. Piuttosto la morte, per quanto lui preferisse di gran lunga vivere e veder realizzato il sogno del suo signore.
    Lui, gran Generale della potente armata di Oda Nobunaga, avrebbe lottato estenuamente e avrebbe vinto, decimando uomini su uomini e macchiando la propria armatura luccicante del loro sangue. E non ci pensò due volte a lanciarsi all'attacco sul suo destriero, gridando per dar forza a se stesso e alle proprie truppe; con la coda dell'occhio scorse la figura del suo signore e gli uomini che, sprezzanti del pericolo, avevano l'ardire di andargli contro a spada tratta, e, con un urlo disumano, Usopp si parò dinanzi a lui, tranciando di netto la testa dello shinobi appena giunto. Si volse alla ricerca dello shogun, certo che con la sua fine sarebbe terminata anche quella battaglia, trottando verso di lui con la ferma intenzione di prendersi anche la sua vita.
    «...ed è stato quindi con il mio aiuto che Nobunaga ha vinto la battaglia di Okehazama», terminò Usopp con un sorriso sornione dipinto sulle labbra, atteggiandosi a grand'uomo e assumendo persino una posa eroica, con un piede poggiato sulla cattedra dell'insegnante - momentaneamente assente, per sua fortuna, altrimenti il professor Lucci gliene avrebbe sicuramente cantate quattro e altro che idiozie del genere - e una mano contro il petto. Sembrava credere davvero a ciò che aveva detto, e la cosa riuscì solo a far ridacchiare Sanji, che l'aveva ascoltato senza dire niente per tutto quel tempo, curioso di capire dove volesse andare a parare.
    «Piantala di sparare stronzate, Usopp», rimbrottò poi divertito, poggiando un gomito sul limitare del banco per sorreggersi il viso sul dorso di una mano. «Dovresti avere più di cinquecento anni per poter affermare una cosa simile, te ne rendi conto... vero?» sembrò tenergli presente, vedendo la maschera che il ragazzo si era costruito con così tanta fatica durante il racconto disfarsi drasticamente. Persino Zoro, che per tutto il tempo aveva semplicemente dormito - e come ci fosse riuscito era un mistero, visto il casino che regnava nell'intera classe -, si lasciò scappare un mezzo sbuffo ilare, grattandosi dietro al collo.
    «Ohi, ohi, insinuate che il grande Usopp si sia inventato tutto di sana pianta?» ridacchiò nervoso, avendo almeno l'accortezza di guardare altrove per non incrociare lo sguardo dei suoi amici, che si erano lanciati a loro volta un'occhiata scettica e sollevato al contempo un sopracciglio.
    «Non lo insinuiamo, ne siamo certi», lo prese in giro Sanji, infilando una mano nel taschino della divisa per tirar fuori il pacchetto di sigarette, afferrandone una e portandosela alle labbra; ebbe appena il tempo di accenderla e farsi un tiro prima che la porta venisse aperta, mostrando la figura del professor Lucci, appena entrato in aula con un'aria estremamente incazzata. Probabilmente aveva avuto una discussione con il professor Kaku, e tutti sapevano che era meglio non intromettersi, quando si trattava proprio di lui.
    «Kuroashi, spegni quella sigaretta», lo redarguì immediatamente, puntando la propria attenzione su Usopp. «E tu che cosa ci fai tu qui? Questa non è la tua classe».
    Grattandosi dietro al collo e gettando un'occhiata a Sanji solo per vederlo spegnere la sigaretta sotto la suola con un borbottio, Usopp scese svelto dalla scrivania, dirigendosi verso la porta in punta di piedi. «Me ne vado...» sussurrò zitto zitto,  sentendo una mano del professore poggiarsi pesantemente sulla sua spalla.
    «Aspetta, Usopp», commentò quest'ultimo con aria estremamente serafica, «visto che sai così tante cose sulla battaglia di Okehazama, che ne diresti di ricominciare tutto da capo? Ah, vale per la tua media, quindi sii conciso», soggiunse, e il piccolo mondo dorato di Usopp parve andare in frantumi, lasciandolo esterrefatto.
    Merda. La prossima volta avrebbe fatto meglio a tenere la bocca chiusa.





_Note inconcludenti dell'autrice
Okay. Ovviamente questa flash è meno comica delle altre e ovviamente non aggiornavo questa raccolta praticamente da una vita, però ammetto che... ehm... mi ero un tantino dimenticata della challenge, visto che in questo periodo ho avuto da fare, mi sono iscritta ad altre challenge e l'ispirazione per questa, quando ancora la ricordavo, era drasticamente calata
Me ne mancano ancora sei per completarla, ma spero che non escano fuori assurdità come questa, anche perché avrei voluto renderla più divertente di come non lo sia adesso. Però, ecco... l'idea di Usopp che si fa tutti quei filmini mentali per far ridere gli amici, viene sentito dal professore e costretto dallo stesso a narrare la vera battaglia di Okehazama, mi faceva stupidamente ridere, visto che il nostro Usopp non sa una cippa di storia, qui *Ride incontrollata*
Come sempre, comunque, commenti e critiche son ben accetti :3
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Capitolo 25
*** Not everyone can do it ~ Franky x Robin ***


Not everyone can do it Titolo: Not everyone can do it
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 362
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Nico Robin, Franky "Cutty Flam" [ Franky x Robin ]
Situazione: #26. Nico Robin impara a guidare un....?
Genere: Generale, Vagamente Comico, Fluff
Rating: Arancione
Avvertimenti: Slice of life, Assurdità sparse


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    Quella che Robin stava provando in quel momento era una sensazione impareggiabile.
    Sentiva l'intero corpo vibrare di un qualcosa di sconosciuto che mai, fino a quel momento, avrebbe creduto di poter assaporare sulla propria pelle, e più quel riverbero continuava, martellando nelle sue membra come una domanda insistente alla quale nessuno aveva intenzione di dare risposta, più si sentiva sul punto di perdere la testa, inebriata da quello che doveva essere una sorta di bizzarro piacere.
    Era un tremolio che partiva dalle sue cosce e risaliva lento lungo tutto il suo corpo, ma potente come un fiume in piena che rischiava di travolgerla in ogni momento; stringeva le dita in maniera convulsa e, per quanto il sudore avesse cominciato ad imperlarle la fronte e qualche ciocca di capelli le fosse ricaduta sul viso, non aveva intenzione di fermarsi, vogliosa di giungere alla fine di quella sua nuova scoperta.
    «Ohi, Robin... adesso dovremmo fermarci». Franky provò a farla tornare in sé, rendendosi forse conto che la donna ci aveva preso più gusto di quanto avesse creduto al principio, visto il breve cenno di dissenso che gli rivolse con il capo. Non che a lui dispiacesse, in fin dei conti... era stata una sua idea, in fondo. Ma non avrebbe mai pensato che sarebbe riuscito a smuoverla in quel modo e a farle abbassare le difese. In quel momento Robin gli stava mostrando un lato di sé che lui non conosceva, e in un certo senso la cosa era eccitante. Tremendamente eccitante, rettificò il carpentiere nella propria mente, e se ne rese del tutto conto nel vedere l'espressione assolutamente rapita che si era dipinta sul viso di Robin.
    A quella visione a quel suo stesso pensiero, Franky rise allegramente, cogliendo quell'occasione per cingere le spalle dell'archeologa con un braccio e attirarla verso di sé come se nulla fosse, non ricevendo, per fortuna, nessuna lamentela dalla stessa.
«Okay, baby... guida questo bel giocattolino per tutto il tempo che vuoi», la lasciò fare, sollevando un angolo della bocca in un sorriso e sistemandosi gli occhiali da sole sul naso.
    Se i carroarmati avevano davvero un effetto simile su Robin, l'avrebbe sicuramente portata a fare un giro su quelli molto più spesso
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Non aggiornavo questa raccolta da secoli! Comunque sia... sembrava un qualcosa di sconcio, vero? Diciamo che la cosa non era nemmeno programmata, ma avevo una voglia matta di scrivere una cretinata del genere e di infarinare con un altro po' di FRobin questa raccolta, visto che conta appena una o due shot in cui questa coppia è presente x)
Non credo di essere andata OOC, visto che comunque ho descritto più che altro le sensazioni che potrebbe provare Robin se si lasciasse andare e decidesse davvero di guidare un carroarmato, ma in caso perdonate l'OOC non voluto, perché non era davvero intenzionale come potrebbe sembrare. Cioè, insomma, fa un tantinello schifo come flash - ne sono consapevole -, però da un lato mi divertiva e devo comunque finire tutta la tabella

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Capitolo 26
*** A sweetnest moment (only for you, Chopper) ~ Zoro + Chopper ***


A sweetnest moment Titolo: A sweetnest moment (only for you, Chopper)
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 814
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Roronoa Zoro, Tony Tony Chopper, Black-Leg Sanji
Situazione: #19. Chopper si prende delle libertà. Genere: Commedia.
Genere: Generale, Vagamente Comico, Fluff
Rating: Verde / Giallo
Avvertimenti: Shounen ai, Slice of life, Assurdità sparse, What if?


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    All'inizio, l'idea a Zoro non era piaciuta per niente. Però, sapendo quanto Chopper avesse faticato giorno e notte nel vano tentativo di trovare una soluzione a quello scambio di corpi non voluto - al quale il cuoco sembrava essersi abituato un po' troppo, secondo il modesto parere dello spadaccino -, aveva dovuto ammettere anche a se stesso che anche la piccola renna aveva bisogno di un momento di pace e tranquillità, di qualche attimo senza starsene chiuso in infermeria per cercare un antidoto e di tempo per sé. Ciò che non aveva minimamente tenuto in considerazione era il fatto che Chopper gli avesse chiesto di accompagnarlo in città, ma alla fine aveva deciso di accontentarlo ed eccolo lì, nel bel mezzo di una piazza con il completo da damerino idiota del cuoco e quello stupido ciuffo a nascondergli gran parte della visuale. Aveva provato anche a tagliarlo, a dirla tutta. Peccato che il cuoco l'avesse fermato prima ancora di riuscirci, dunque doveva subirsi quella mezza cecità alla quale il biondo era abituato da una vita. Come facesse, poi, era un vero e proprio mistero.
    «Zoro?» La voce di Chopper lo richiamò alla realtà e abbassò lo sguardo su di lui, sentendosi vagamente strano nello specchiarsi nei suoi occhi neri. Gli faceva ancora un certo effetto vedersi nel corpo di quello stupido ricciolo, in effetti. «Tornerai come prima», dichiarò, quasi gli avesse appena letto nel pensiero. «Devo solo trovare la formula giusta».
    Lo spadaccino sorrise, infilandosi le mani nelle tasche. A qualcosa di utile servivano davvero, quegli abiti.
«Certo che lo farai. Sei il miglior dottore che io conosca».
    «Non devi elogiarmi, bastardo!» esclamò la renna, cominciando comunque a gongolare divertito sotto lo sguardo di Zoro, il quale si ritrovò a ridacchiare prima di incamminarsi insieme a lui. Non aveva idea di dove Chopper volesse andare né tanto meno che cosa dovesse fare da quelle parti, però, quando quest'ultimo si fermò davanti ad una libreria e osservò avidamente l'interno, capì subito che cosa gli sarebbe piaciuto.
    «Entra e prendi quello che vuoi».
    Chopper si voltò immediatamente verso di lui, incredulo.
«Eh? Davvero posso scegliere qualsiasi libro?» domandò con occhi luccicanti di eccitazione, la bocca spalancata. Era difatti risaputo da tutti che Zoro fosse sempre al verde, e quelle poche volte che possedeva qualche berry, beh, stava a significare che era in debito con Nami. Ed essere in debito con una come lei era davvero l'ultima cosa che ci si augurava. Nel vederlo annuire, però, non perse tempo ad entrare e a sfogliare qualunque libro gli capitasse fra le mani, leggendo le introduzioni, i titoli, persino le prime pagine, così da potersi fare un'idea di cosa prendere e cosa no. Alla fine si ritrovarono con una decina di libri e il portafogli abbastanza vuoto, ma l'espressione soddisfatta di Chopper valeva tutti i berry spesi.
    «Ah, Zoro...» lo chiamò di punto in bianco, e Zoro abbassò lo sguardo su di lui.
    «Cosa c'è?»
    «Sanji non si arrabbierà?»
    «E perché dovrebbe arrabbiarsi, quello stupido cuoco?»
    «Beh, ecco... hai passato tutta la giornata con me».
    Zoro non poté proprio fare a meno di lasciarsi sfuggire uno sbuffo divertito. «Sta' tranquillo, Chopper», rimbeccò, calcandogli meglio il grosso cappello in testa. «Non è tipo da arrabbiarsi per una cosa del genere. E poi ti assicuro che da quando ci siamo scambiati il corpo passo anche troppo tempo, con quell'idiota», asserì sicuro di sé, ma non fece in tempo ad aggiungere altro che sentì una voce fin troppo conosciuta alle sue spalle, voltandosi con un sopracciglio sollevato. In mezzo a tutta quella folla, tra la moltitudine di gente che andava e veniva e si fermava ad osservare solo di tanto in tanto le vetrine dei negozi o le bancarelle, Zoro ebbe l'assoluta certezza di aver intravisto il proprio corpo, e ne ebbe la conferma non appena il cuoco, usando le sue mani, afferrò delicatamente quelle di una fanciulla e si inginocchiò dinanzi a lei, decantando chissà quali cazzate con la sua voce. Che pezzo di idiota. «Scusa un attimo, Chopper».
    Sotto lo sguardo curioso della renna, lo spadaccino scroccò le nocche di entrambe le mani e non ci pensò due volte a raggiungere quel cretino del suo compagno a passo di marcia, intavolando con lui un'animata discussione che fece voltare ben più di una persona e scappare la ragazza che il cuoco stava importunando; finirono per fare a botte come loro solito tra un epiteto e l'altro e a darsele di santa ragione, e, pur essendo entrambi in svantaggio per quello scambio di corpo, stranamente la ebbe vinta uno di loro, stavolta. E a
quello spettacolo Chopper sbatté le palpebre, stringendo al proprio petto i libri acquistati.
    Vedere il corpo di Sanji che si trascinava dietro quello di Zoro non era una cosa da tutti i giorni, ma la cosa più bizzarra, forse, era il fatto che avesse rischiato di perdere mezzo litro di sangue solo per una semplice epistassi causata proprio dalle sue mani.





_Note inconcludenti dell'autrice
Parto dicendo immediatamente che questa non è una Zoro/Chopper, è solo un piccolo tributo al loro rapporto d'amicizia, perché io adoro troppo il modo in cui Zoro (anche se in questo caso si trova nel corpo di Sanji, poveretto *rotola in un mare di risate*) tratta la piccola renna. Lo si può vedere ad Alabasta, ad esempio, o in tanti altri piccoli momenti che possono anche sembrare nulla, ma per me significano praticamente tutto.
Ho messo l'avvertimento shounen ai solo perché ci sono degli accenni ZoSan che traspaiono dalle parole di Chopper e anche dai gesti che Zoro e Sanji stessi si scambiano per quei pochi momenti in cui si trovano insieme... e poi, beh, questa flash è pur sempre un seguito delle precedenti di questa serie di sfortunati eventi, no? E nelle altre era fin troppo palese che quei due stessero insieme, per quanto si prendano continuamente a mazzate x)

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