Forse un domani....

di chiaretta85_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***


Forse un domani.....

Prologo

Pov Edward

Se ne era andata, le avevo chiesto di scegliere e lei se ne era andata.

Aveva fatto la sua scelta. E non ero io.

Se ne era andata e non l'avevo seguita. Non potevo. Seguirla avrebbe voluto dire che accettavo la sua scelta, e non era così.

Non avrei potuto accettare il suo sacrificio. Lei aveva scelto di morire, per mettere alla luce un mostro. Era sbagliato. Era un abominio. E lei lo amava. Lo amava più di quanto amasse me. Perchè?

A niente erano valsi i tentativi miei e di tutta la mia famiglia di convincerla a rinunciare.

Quando l'avevo vista scendere le scale di casa Cullen pronta a lasciarmi, non ero riuscito a muovermi, non ero riuscito a parlare.

Si era avvicinata a me, gli occhi pieni di lacrime,mi aveva sfiorato le labbra con un bacio, e poi aveva sussurrato solo poche parole con la voce rotta dal pianto:

«Addio. Forse un domani ci rivedremo. Forse un domani capirai. Forse un domani......»

Non aveva finito la frase, non aveva più la forza di parlare. Si era girata e se ne era andata, seguita da mia sorella, Rosalie.

Anche lei aveva fatto la sua scelta. Negli occhi di mio fratello, il mio stesso dolore. Il dolore di un uomo a cui viene strappato il cuore dal petto, il dolore di chi perde l'unica ragione della propria esistenza.



D'accordo rieccomi.

Lo so che dovrei prima finire l'altra ff “il ritorno del leone” ma questa mi frulla nella testa da un po'. Allora ditemi che ne pensate!!! Vi piace l'idea? Recensite e fatemi sapere se per voi dovrei continuarla o no!Mi raccomando la mia decisione si baserà sui vostri pareri quindi non risparmiatevi.

Ciao, Ciao! Baci!!!

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


capitolo 1
Forse un domani.....

Capitolo 1
5 anni dopo.....
Pov Bella

«Renesmee, sbrigati, non vorrai fare tardi proprio il primo giorno!»
«Mamma, guarda che io sono pronta da un pezzo! E' zia Rose che non mi lascia scendere!»
Siamo alle solite. Possibile che per ogni cosa dovesse fare mia figlia, Rosalie doveva farne un evento? D'accordo che il suo primo giorno di scuola era importante, ma la sveglia alle  5,30 per aiutarla a prepararsi “al gran giorno” mi sembrava un esagerazione!
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L'idea del primo giorni di scuola di Renesmee, aveva contribuito ad accrescere la mia ansia. Dimostrava quasi quindici anni, ma ne aveva pur sempre cinque. Il primo giorno di  liceo era un giorno importante!Sopratutto se sei una mezza vampira ed è la prima volta che entri a contatto con degli esseri umani. Fino ad allora avevamo provveduto io e Rose alla sua istruzione, ma era dura negare a una bambina dolce e vivace come Renesmee la compagnia che tanto desiderava. Ogni giorno avanzava sempre la stessa richiesta: “ Mamma, voglio andare a scuola come tutti gli altri, perfavore!”
Ci eravamo trasferiti del nel New Hampshire, il posto ideale per noi. Lasciarsi Forks alle spalle e tutto quello che rappresentava era stata un impresa difficilissima, resa possibile solo dalla presenza di Renesmee. Qualche mese fà, ci accorgemmo che la crescita di Renesmee, era rallentata vistosamente. Era quasi vicina alla fine del suo sviluppo. Così dopo aver valutato tutti i pro e i contro acconsentii a lasciarle fare questa esperienza.
«Io non l'aspetto! Ti avverto Nessie ancora cinque minuti e me ne vado!»
«Gabriel, grazie per quello che stai facendo, davvero! Non sai quanto mi fa stare più tranquilla il fatto che ci sia anche tu! » Gabriel era l'altro mezzo vampiro di casa, conosciuto qualche
Image and video hosting by TinyPicsettimana prima della nascita di Nessie. Vedere lui mi aveva dato un forza incredibile. Sapere che la creatura che avevo in grembo sarebbe stata simile a lui e che avrebbe vissuto a lungo mi aveva riempito il cuore di gioia. La mia pancia infatti era cresciuta rapidamente. La gravidanza era durata poco più di un mese e il terrore che anche la mia creatura una volta uscita sarebbe potuta crescere tanto rapidamente e quindi arrivare presto alla morte mi aveva fatto quasi impazzire. «Bella ti prego, ne abbiamo già parlato,nemmeno io voglio che Nessie affronti da sola il liceo, quindi smettila di ringraziarmi!E poi è un po' che non frequento gli umani!Sarà divertente!Senza contare che Chester ha deciso che devo andare  scuola!!»
Chester, era il vampiro a cui dovevo la vita. Era lui infatti che mi aveva trasformata, subito dopo il parto. Con grande sollievo di Rsalie. Il suo autocontrollo era simile a quello di Carlisle. Si era messo sulle mie tracce subito dopo aver appreso la notizia, da dei nomadi, di un matrimonio tra
Image and video hosting by TinyPic un umana e un vampiro. Sulla strada per Forks, aveva incrociato la scia di un umana mischiata a quella di un vampiro e seguendola aveva trovato me e Rosalie. Inutile dire che rimase dapprima stupito e poi inorridito nel vedermi. Il suo scopo era trovarci e avvisarci di quello che poteva succedermi prima che accadesse. Ma era arrivato tardi. Quando gli raccontammo la nostra storia e il perchè i nostri mariti e la nostra famiglia non erano con noi, rimase molto sorpreso e deluso. Decise che mi avrebbe aiutato a partorire e che avrebbe fatto in modo che quello che era successo alla madre di Gabriel non si ripetesse. Chester aveva trovato Gabriel quasi duecento anni prima nel bel mezzo di una foresta, accanto al corpo martoriato e senza vita della madre. Era stato attirato li dall'odore del sangue, e invece si era ritrovato a stringere tra le braccia un bambino molto speciale. Gli bastò infatti un occhiata per capire che non era umano, o almeno non del tutto. In ogni caso non si sentiva di abbandonarlo, così decise di tenerlo con se, e di crescerlo come se fosse stato suo figlio. Fu in quel momento che sviluppò una “coscienza” e decise di diventare vegetariano.
E cosi noi cinque eravamo diventati una famiglia. Anzi sei! Si perchè da circa sei mesi ormai con noi c'era anche Daniel, fratello di sangue di Chester. Era arrivato dall'Europa per fare vista al
Image and video hosting by TinyPicfratello, ma poi non se ne era più andato. Lui diceva che gli piaceva la strana famiglia che avevamo creato, ma in realtà io e Chester sospettavamo avesse un debole per Rosalie. Era un tipo piuttosto singolare in verità. Era al quanto lunatico, cambiava idea su tutto in continuazione, ma era dotato di un animo buono e generoso, come Chester.
Era diventato il mio punto di riferimento. Per tutto il mio primo anno da neonata, Chester era stato la mia guida. Aveva una pazienza enorme con me. Mentre Rosalie con l'aiuto di Gabriel si occupava di Renesmee , Chester mi insegnava a cacciare, a seguire le scie, ad usare i miei sensi, e a combattere. Voleva fossi in grado di difendermi nel migliore dei modi. Questo ci portò a passare parecchio tempo insieme, e con il passare del mesi diventammo inseparabili. Ci univa un legame profondo, bastava un'occhiata per capirci al volo. Lui mi consolava ogni volta che la mia mente tornava ad Edward, mi ascoltava singhiozzare per ore e ore senza mai chiedere nulla, curando le ferite del mio cuore ormai muto. Anche Rosalie soffriva molto, ma mentre io riuscivo a sfogare il mio dolore con Chester, lei sembrava rifiutare chiunque si avvicinasse , chiudendosi sempre di più in se stessa, e alzando ancora di più la sua corazza.
Il rumore dei passi di mia figlia che scendeva le scale mi ridestò dai miei pensieri.
«Eccomi, sono pronta! Andiamo Gabriel? Ciao Mamma!»
«Ehi, aspetta, frena! Cos'è tutta questa fretta! Devi ancora fare colazione! E poi vuoi andartene senza neanche salutarmi?» Mia figlia era una forza della natura, sembrava che le scorresse adrenalina pura nelle vene.
«Oh, mamma scusa»mi abbracciò forte, stampandomi una sonoro bacio sulla guancia«però non credo di riuscire a mangiare, sono troppo emozionata!Magari posso andare a caccia con Gabriel dopo la scuola, adesso non riesco proprio a pensare di ingurgitare qualcosa!»
«Fantastico, allora non ti dispiace se mangio io il tuo maffin!»
«Gabriel, a volte sei peggio di una fogna!»
Quei due insieme sembravano proprio fratello e sorella, era bello vederli così uniti. Mi piaceva poter ancora cucinare per qualcuno, prima che arrivasse Nessie credevo che quando fossi diventata vampira non l'avrei più dovuto fare, e invece con l'arrivo di Gabriel scoprimmo che i mezzosangue come loro conservavano entrambi gli appetiti, sia quello umano che quello da vampiro.
«D'accordo allora noi andiamo!»
«Non così in fretta! Sbaglio o hai dimenticato qualcosa?» Al suono di quella voce mia figli si illuminò: Chester era appena rientrato dalla caccia passando dalla porta sul retro. Le corse in contro e lo abbraccio forte, poi si alzò in punta di piedi depositandogli un bacio sulla guancia:
«Pensavo non saresti più arrivato!»
«Cosa? E perdermi il primo giorno di scuola del mio piccolo mostriciattolo? MAI!.....A proposito ricordi vero, cosa ti abbiamo raccomandato?»
«Si, tu e zia Rose mi avete fatto una testa come un pallone! Allora: non fidarti di chi non conosci, non parlare a nessuno di cosa sai fare, comportati come un essere umano, sii educata con i professori, rimani sempre vicina a Gabriel, e se Gabriel ti dice fare una determinata cosa, fidati, falla e basta! Ho dimenticato qualcosa? »
«Solo una!» Rose ci aveva raggiunto in cucina, e guardava Renesmee con finta aria di rimprovero:
«Cosa zia?»
«Divertiti!»
Nessie l'abbraccio forte, poi saluto di nuovo tutti e prese Gabriel per un braccio trascinandolo fuori fino alla macchina.
«Muoviti pigrone non voglio fare tardi perchè tu ti devi abbuffare!»
Gabriel si mise al posto di guida sbuffando, e borbottando qualcosa sui modi poco gentili di mia figlia, poi mise in moto e pochi secondi dopo sparirono dalla nostra visuale.
L' emozione e la preoccupazione mia e di Rosalie era tangibile, ovviamente la cosa non era sfuggita a Chester , il quale si avvicino a noi posando a entrambe una mano sulla spalla:
«State tranquille, andrà bene, Renesmee è una ragazza in gamba, se la caverà, e poi c'è Gabriel con lei, è al sicuro, non puo succederle niente. Andrà tutto bene!»
Annui. Certo. Dovevo stare tranquilla.
Non feci nemmeno in tempo a finire il pensiero che uno ancora più orribile attraversò la mia mente.
Oh no.
Rosalie sia accorse subito che qualcosa non andava.
«Bella? Che succede?»
Mi voltai verso di lei, guardandola dritta nei suoi occhi ambrati, tanto identici ai miei. Dovetti deglutire a vuoto un paio di volte prima di riuscire a rispondere:
«....Alice...»

Ecco! Ho finito il primo capitolo! Allora che ne pensate? Troppo incasinato? E che ne dite dei personaggi? Spero che la storia vi appossioni come sta succedendo a me! Mi raccomando recensite!
Volevo ringraziare chi ha recensito il prologo, perchè sono stati loro a convncermi a continuare la storia. GRAZIE a:
・    Elecullen96
・    moulianrouge
・    tulipano nero
・    lisa1982
・    Kristal
・    Angy Malfoy
・    Franz1000
Grazie anche a chi ha già inserito la storia tra le preferite:
1 -Cuore_Angelo
2 -deascarlatta78
3 -franz1000
4 -moulianrouge
5 -Romy
6 -ShootingStarChildOfLight
7 -tulipano nero
8 -_Kristal_  
E grazie anche a chi l'ha messa tra le seguite:
1 -alice91
2 -BennySmolder
3 -bishuel
4 -faerieclara
5 -fay90
6 -fiorella91
7 giova71 -
8 -lady marion
9 -lisa1982
10 -M Pesca
11 -Queen Alexia
12 -RapeChan
13 -stars92
14 -_Kristal_  
Ciao a tutti/e   e  al prossimo cap!!

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Forse un domani. Cap 2

Capitolo 2
Pov Bella
Ero pietrificata. Non mi muovevo più, non parlavo più. Una parte del mio cervello registrava le voci della mia famiglia che mi chiamava incessantemente, preoccupata dalla mia reazione. Improvvisamente mi accorsi che al coro di voci ne mancava una. Rosalie. Fù in quel momento che mi ripresi e mi accorsi che anche mia sorella era nelle mie stesse condizioni.
Anche lei era sicuramente giunta alle mie stesse conclusioni.
«Ragazze per favore volete dirci che sta succedendo?»
Era arrivato anche Daniel, attirato dalla voce preoccupata del fratello.
Non avevamo mai parlato con loro del potere di Alice. In realtà parlavamo raramente di tutta la nostra vecchia famiglia, e quando lo facevamo era solo per rispondere a una qualche domanda di Renesmee. Lei era  l'unica che nominava i Cullen,o almeno l'unica che lo faceva in presenza mia e di Rose. Per natura era molto curiosa e, anche se continuava a negarlo, sapevo che in realtà le sarebbe piaciuto molto incontrarli. Specialmente suo padre. In qualche modo, forse complice il patrimonio genetico che divideva con me, Renesmee sembrava molto affascinata da Edward, pur non avendolo mai visto.
Dovevo essere grata a Rose per questo. Si proprio lei. La nostra glaciale e impenetrabile Rose, si scioglieva come neve al sole davanti alle richieste di mia figlia. Così, dopo molte insistenza di Renesmee, Rosalie Hale, si era ritrovata ogni sera seduta accanto al letto di Nessie, a raccaontarle qualche aneddotto sul suo fratello perduto.
Devo confessare che spesso anch'io restavo in ascolto, Rose conosceva Edward da quasi tutta la sua "nuova vita" e quindi conosceva lati di lui che io non avevo avuto modo di vedere. Ma quando Renesmme chiedeva a sua zia di raccontarle l'incontro tra la sua mamma e il suo papà e, ahi me, accadeva molto spesso, mi ritrovavo  ad uscire di soppiatto per non ascoltare. Non avevo la forza. Il dolore mi sommergeva come un fiume in piena. Peggio era quando le chiedeva di raccontarle il giorno del nostro matrimonio.
A Renesmee non avevamo mai raccontato la verità. Non sapeva cosa fosse successo. Non sapeva il vero motivo per il quale non eravamo più parte di quella famiglia. Come si può dire a una figlia, che suo padre non l'ha cresciuta, perchè convinto che lei fosse un mostro da distruggere?
No. Avrebbe odiato suo padre. Non volevo. Non volevo odiasse la sua famiglia originale. Non volevo odiassse Edward. No. Per quello bastavo io.
Non avevo mai perdonato Edward per la scelta a cui mi aveva costretta. Lo amavo, certo.Lo amavo ancora. Lo amavo disperetamente. Ma nonostante questo non smettevo di essere arrabbiata, delusa.
Lui era mio marito. Avrebbe dovuto restare accanto a me, lo aveva giurato, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia, e invece alla prima difficoltà mi aveva lasciato sola. E proprio nel momento più importante di tutta la mia esistenza.
Capivo le sue ragioni. Aveva paura di perdermi. Il suo istinto di protezione nei miei confronti superava ogni senso logico.
Sapeva che dando alla luce un figlio generato dalla nostra unione sarei morta, così come lo sapevo io. Ma al contrario mio, che avrei fatto di tutto per permettere alla mia creatura di venire al mondo, lui non  riusciva ad accetare la sorte che mi sarebbe aspettata in seguito a quella scelta.
Mai si sarebbe aspettatto che avrei preferito la mia creatura a lui. Lo avevo letto nei suoi occhi quando, dopo avermi messo davanti alla decisione di scegliere tra lui e quella che lui allora chiamava "abominio", io avevo scelto lei.
«Ma morirai! Perchè non lo capisci! E' un mostro! Ti ucciderà! Lo sta già facendo!» mi aveva urlato contro quelle parole, nell'ultimo tentativo di farmi cambiare idea. Non urlava mai con me, ma quella volta la disperazione aveva preso il sopravvento su di lui, sfogandola in tutte le sue parole. Era al limite.
Si era inginocchiato di fronte a me, stanco di tutto il dolore che provava:
«Rinuncia. Ti supplico. Potrai avere altri figli se questo che vuoi! Con chi vuoi! Io non ti ostacolerò! Ma ti prego, ti imploro, rinuncia a questo!»
« Che cosa stai dicendo? Non capisci Edward? Io non voglio avere altri figli. Soprattutto da qualcuno che non sia tu. Questo è l'unico figlio che voglio. Tuo figlio. Nostro figlio. »
Non parlava più. Non sarebbe mai riuscito a convincermi. Lasciarlo, fu il dolore più grande che provai in tutta la mia vita, ma lo feci.
Non sapevo se ci saremmo mai rincontrati un giorno, o se mi avrebbe mai perdonato, o se io avrei perdonato lui. Non sapevo nemmeno se sarei soppravissuta. Il mio unico appoggio, era stata Rosalie, fin dall'inizio, lei era l'unica che riusciva a comprendermi, e per starmi accanto, aveva rinunciato a tutto il suo mondo, alla sua famiglia, a suo marito. Emmet l'aveva implorata di ragionare, e di fare ragionare anche me! Anche lui come Edward pensava stessi facendo una pazzia, e che Rose ne stesse commettendo un'altra. Ma anche lei, come me, fù irremovibile.  
E così ce ne eravamo andate. Sotto gli occhi sconvolti di tutta la nostra famiglia. Sotto gli sguardi tormentati dei nostri mariti. Sotto gli occhi arrabbiati di Alice, che non riusciva a comprendere la nostra scelta, che non riusciva a credere che entrambe le sue sorelle l'avessero abbandonata, e il tutto per quello che loro credevano un mostro sanguinario che avrebbe posto fine alla mia vita e a quella di chi sa quanti altri.
Sapevamo che Alice non poteva vedere i nostri spostamenti a causa del bambino, ma questo non gli impediva di seguire le nostre tracce, così ci eravamo spostate di continuo con  mezzi e auto,finchè non eravamo arrivate nel New Hampshire, imbattendoci in Chester e Gabriel.
Il punto era che Renesmee o Gabriel erano rimasti sempre vicino a noi. Quella era la prima volta che si allontavano entramnbi così tanto da noi, o almeno abbastanza da permetterci di rientraere nelle visioni di Alice.
Mi avvicinai a mia sorella e la scossi leggermente per un braccio:
«Rose, va tutto bene. Andrà tutto bene. Sapevamo che sarebbe successo prima o poi.»
Lei mi guardò negli occhi e annui.
«Credi che ci abbia già viste?»
«Non c'è modo di saperlo. Comunque non possiamo farci nulla. Solo aspettare e vedere che succede.»
 Era deciso:  non avremmo fatto nulla di che, se non aspettare. In fondo non potevamo sapere come avevano reagito i Cullen alla notizia. Magari avevano rinunciato a cercarci, magari non ci avevano mai cercato, magari pensavano che fossi morta dopo aver partorito e che Rose fose scappata da qualche parte con il "mostro" che avevo messo al mondo, e ora scoprire che eravamo vive e vegete , bhè più o meno, non gli interessava pìù di tanto. Forse Edward e Emmett ci odiavano così tanto per averli lasciati per sempre, che alla fine si erano rifatti una vita.
Non c'era modo di saperlo.
L'unica cosa che sapevo era che dovevo parlare con Renesmee, dovevo trovare il modo di prepararla a un simile incontro e raccontarle la verità, in modo però che non si sentisse ferita. Lei credeva che Mamma e Papà,  e zia Rose e zio Emmett,  non stavano più insieme perchè avevano litigato, per " motivi da grandi". Sapeva che Io e Rose ce ne eravamo andate per un po' , prima che scoprissi di aspettare lei, e che quando lo avevo scoperto non eravamo piu riusciti a ritrovarli.
Ovviamente era un po' tirata come scusa, anzi faceva proprio pena, ma fortunatamente Renesmme aveva ereditato da me l'ingenuità che sembrava caratterizzarla, aiutata anche dal fatto che in fondo aveva appena cinque anni e che quindi ancora non si era resa conto di quanto potesse essere cattivo il mondo.
Fatto sta che passò una settimana senza che accadesse nulla, e senza che io trovassi il coraggio di parlare a Nessie.
Mi trovavo in soggiorno a discutere con Rose, come ogni giorno da quando i ragazzi avevano iniziato la scuola, della cosa giusta da fare:
«Bella, dovrai dirglierlo prima o poi, non puoi rimandare ancora»
«Lo so Rose, lo so, è che non so come fare, non voglio traumatizzarla»
«Bhe ma devi farlo prima che sia troppo tardi»
Proprio in quel momento sentii la macchina di Gabriel parcheggiare nel vialetto.
Uscii sul viale per salutarli, come facevo ogni giorno quando tornavano da scuola.
Quando scesero dalla macchina, però, e vidi l'espressione di mia figlia, capii:
era troppo tardi.

Vi piace? Vi ho fatto aspettare un po'! Scusate! Dite la vostra, mi raccomando!
Prima che mi dimentichi di nuovo:
Un grazie speciale a
Angy Pattz!!!
ciao a tutti! un bacio!




 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Forse un domani. Cap 3

Capitolo 3
6 ore prima.......
Pov Renesmee

Adoravo la scuola.
Ero felicissima che la mamma avesse acconsentito a lasciarmi andare. Non capivo perché tutti quegli altri ragazzi , umani, si lamentavano tanto!
Quelli che rimanevano attenti durante le lezioni erano davvero pochi, la maggior parte passava il tempo a chiacchierare con il compagno di banco, o a scarabocchiare qualcosa su un foglio.
Io ero felice di poter seguire le lezioni. La mia preferita era biologia. La mia mamma e il mio papà si erano conosciuti a biologia! Me lo aveva raccontato zia Rose!
Oggi era di nuovo lunedì, iniziava la mia seconda settimana di scuola. La prima era stata fantastica, ed era andata benissimo. Mi ero comportata bene, avevo fatto tutto ciò che la mamma, zia Rose e Chester mi avevano detto. Eppure , mia madre, era stata tesa tutta la settimana, sembrava preoccupata per qualcosa, ma non sapevo cosa! All'inizio credevo fosse preoccupata per la scuola, ma poi durante il week-end la situazione era anche peggiorata:
era domenica mattina e io e Gabriel, ci trovavamo in cucina con la mamma a consumare la colazione che ci aveva preparato . Avevo chiesto a mamma se potevo avere ancora un po' di spremuta, lei aveva annuito e mi aveva sorriso come sempre, ma, mentre tirava fuori la caraffa dal frigo, una macchina di grossa cilindrata era passata a tutta velocità proprio sotto casa nostra, mamma aveva sbarrato gli occhi e la caraffa le era scivolata dalle mani andando a infrangersi sul pavimento.
Si, lo so che detto così non sembra una cosa grave, ma la mia mamma non è come tutte le altre, lei è una vampira.  Una vampira! Come è possibile che a una vampira cada qualcosa dalle mani? E anche se, ammesso e non concesso fosse possibile, lo avrebbe ripreso molto prima che toccasse terra. Ma non era successo niente di tutto questo, lei non aveva ripreso la caraffa, anzi sembrava non si fosse nemmeno accorta di quello che era accaduto fino all'arrivo di Chester.
Anche lui era rimasto leggermente sorpreso nel rendersi conto di quello che era successo, ma al contrario di me e di Gabriel, che eravamo completamente ammutoliti, lui prima lanciò un' occhiata verso di noi poi scoppiò in una risata:
« Renesmee, tua madre è senza dubbio la vampira più singolare che abbia mai incontrato!»
A quelle parole, anche mamma sembrò riprendersi:
«Oops!Mi dispiace! Mi sono distratta! Ahahah....»
Avrei voluto chiederle cosa fosse successo, o magari chiederlo a Chester,non ero sicura che le loro parole non fossero solo un modo per cercare di sdrammatizzare la situazione, ma la cosa mi aveva talmente scossa che avevo preferito non fare domande.  Nessuno aveva più detto una parola su quello che era accaduto, e la domenica trascorse normalmente, come se nulla fosse.
Questa mattina, eravamo leggermente in ritardo. Ovviamente per colpa di Gabriel. Sembrava che il Lunedì mattina avesse più problemi degli altri giorni ad alzarsi per venire a scuola. Arrivammo nel parcheggio, che ormai non c'era più nessuno, se non un fila di macchine una accanto all'altra. C'era anche un auto nuova, bellissima, che ero sicura non avessi mai visto.   C'era un odore strano nell'aria, diverso, ma che non riuscivo a riconoscere.
«Gabriel?»
«Che c'è?»
«Non senti qualcosa di strano nell'aria, come un profumo, un odore, qualcosa di familiare?»
Lui mi guardò in modo strano, poi, invece di alzare gli occhi al cielo e scuotere la testa, come faceva sempre quando dicevo qualcosa che per lui era senza senso, rivolse il suo sguardo verso il parcheggio, no, non al parcheggio, alla macchina, quella nuova. Lo invidi inspirare l'aria, prima di irrigidirsi e stringere i pugni. Sembrava teso, di più........ arrabbiato.
«Gabriel, che succede?»
«Niente, niente. Andiamo ti accompagno in classe»
Rimasi un secondo interdetta. Gabriel non mi accompagnava mai in classe. La sua faccia seria però mi persuase a non  fare domande, così lo seguii.
Quando arrivammo di fronte l'aula di letteratura, rimase sulla porta, scrutando all'interno con lo sguardo. Sembrava cercasse qualcuno in particolare. Poi si rilassò, e mi sorrise.
«Ti vengo a prendere alla fine dell'ora» e se ne andò , prima che riuscissi a ribattere qualcosa.
Non capivo cosa stesse succedendo. perché tutti si comportavano in modo strano? Ieri la mamma, oggi Gabriel, possibile fossi l'unica che non capiva cosa succedeva?
Alla fine dell'ora Gabriel si presentò puntuale fuori dall'aula e con lo sguardo serio senza dire una sola parola, mi accompagnò nell'aula successiva setacciando sempre l'interno con lo sguardo. Andò avanti così per  tutto il giorno fino ad arrivare all'ora di pranzo:
«Ciao, andiamo in mensa?»
«NO!»
«Cosa? Ma Gabriel.....perché no?La mia compagna di banco ha detto che ci sono dei ragazzi nuovi!Non li ho incontrati per tutto il giorno!A mensa ci saranno di sicuro!»
«Nessie non è il caso, credimi.»
«Uffa! Ma che hai oggi? Lascia perdere, non mi interessa, io me ne vado in mensa tu fa ciò che vuoi!»
«Cosa? No ferma, aspetta!» Riuscii a divincolarmi dalla sua presa e facendo lo slalom tra gli altri ragazzi, ad arrivare alle porte della mensa prima che Gabriel avesse la possibilità di riacchiapparmi.
Entrai in mensa tranquilla, come ogni giorno, non mi sembrava di vedere facce nuove. Possibile che la mia compagna di banco si fosse inventata tutto? Riempii il vassoio con qualche schifezza della mensa, la mamma non avrebbe approvato la mia scelta, ma tutto il resto non mi piaceva! Quando arrivai alla cassa per pagare, sentii Gabriel affiancarsi a me:
«TI avevo detto di non venire qui!»
«Ma ormai ci sono! Quindi sarà meglio che te ne fai una ragione!»
Mi voltai per andarmi a sedere. Scrutai la sala, in cerca di un posto, e fu allora che li vidi.
Vampiri.
Il vassoio mi cadde di mano, a pochi metri dal loro tavolo. In un secondo quattro paia di occhi ambrati si puntarono su di me.
 Sapevo che non era consigliabile fissare tanto a lungo un vampiro, figuriamoci quattro, ma per quanto mi sforzassi non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso.
La cosa che mi colpì e che sembrava fosse lo stesso per loro.
C'era qualcosa in loro, qualcosa di familiare, ma non riuscivo ad afferrare cosa. Poi la mia attenzione cadde su uno di loro. Lui mi era il più familiare, Eppure  ero sicura non lo avessi mai visto. I suoi capelli, il suo sguardo......perrchè mi somigliava tanto.
Ad un tratto ripensai allo strano comportamento di Gabriel di quella mattina, a quello di mia madre il giorno prima, e la sua preoccupazione durante tutta la settimana. E poi più indietro ancora,a quando ero piccola, ai racconti di zia Rose: il corpo slanciato, lo sguardo fiero, le mani da pianista,i ribelli capelli rossi........
La voce mi venne fuori in un sussurro senza che me ne accorgessi, nello stesso momento in cui lo pensai:
«Papà»

Eccomi di nuovo! Che ne pensate? Mi sembrava giusto un pov Renesemee! Che ne dite? Come sempre vi ho lasciato sul più bello lo so!!Perdonatemi!!
Grazie a chi ha recensito il capitolo precedente:
fay90
franz1000
_Kristal_
missriccia87
Angels4ever
 moulianrouge
tulipano nero
Grazie a chi ha messo la storia tra le preferite:
1 - 00Stella00 
2 - Aleswan 
3 - Cuore_Angelo 
4 - deascarlatta78 
5 - Dodo94 
6 - franz1000 
7 - moulianrouge 
8 - robness 
9 - Romy 
10 - SereneHarmony 
11 - ShootingStarChildOfLight 
12 - tulipano nero 
13 - _Kristal_
E grazie a chi l'ha messa tra le seguite:
1 - 
1717 [Contatta]
2 - alice91 [Contatta]
3 - angel1992 [Contatta]
4 - BennySmolder [Contatta]
5 - bisciolina [Contatta]
6 - bishuel [Contatta]
7 - carlostanga [Contatta]
8 - cochi85 [Contatta]
9 - elita [Contatta]
10 - fabyp [Contatta]
11 - faerieclara [Contatta]
12 - fay90 [Contatta]
13 - Fede13 [Contatta]
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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Ci siamo ragazze/i!!! Questo è il capitolo che stavate aspettando!!!O almeno uno di quelli!

Questo capitolo infatti risponde a molte delle vostre domande fatte nelle recensioni!

Scoprirete cosa ha fatto Edward negli ultimi anni!!!Spero sia all'altezza delle vostre aspettative!! Mi raccomando recensite e fatemi sapere che ne pensate!!! UN BACIONE!!!!

Buona Lettura!!

Capitolo 4

Pov Edward



Cinque anni. Cinque anni di solitudine. Cinque anni di ricerche. Cinque anni di disperazione.

Era viva. Lo sapevo. Lo sentivo. Se così non fosse stato io lo avrei saputo. Ne ero sicuro. Non mi importava quello che diceva Alice. Non mi importava quello che pensava Carlisle.

La mia Bella era sopravvissuta.

So che ero stato il primo a credere che non avrebbe potuto farcela, ma in tutto questo tempo mi ero convinto del contrario, ogni giorno di più. E la speranza mi aveva dato la forza di andare avanti.

Io e Emmett non avevamo fatto altro in questi anni, avevamo girato il continente in lungo e in largo nella spasmodica ricerca delle nostri mogli.

E pensare che gli eravamo corsi dietro meno di due ore dopo. Quando resoci conto di quello che avevamo fatto, che io avevo fatto, eravamo usciti a cercarle.

Sparite. Volatilizzate. Non avevamo trovato nessuna traccia. E la cecità di Alice aggravava la situazione. La mia disperazione mi aveva portato addirittura a rivolgermi a Charlie.

Tutto ciò che mi disse fu che Bella l'aveva chiamato, nello stesso giorno in cui se ne era andata, dicendogli che il nostro matrimonio era finito, e che per questo se ne sarebbe andata via , probabilmente per sempre, che voleva chiudere i contatti con il passato, anche con lui, perché tutto quello che era legato a Forks, l'avrebbe solo fatta soffrire maggiormente. Il povero Charlie era distrutto, ma potevo vedere nella sua testa che sarebbe riuscito a superare il dolore, grazie al pensiero che la sua bambina stava bene, e sarebbe stata di nuovo felice un giorno:

«Charlie, per caso ti ha detto dove sarebbe andata?»

«Ha parlato della California, ma non saprei dirti altro»

«Capisco»

La California. Era ovvio che mentiva. A quanto pare non volevano proprio essere trovate. Era così spaventata dal fatto che avrei potuto trovarla e costringerla a rinunciare che tentava di seminarmi in tutti i modi. Purtroppo dovevo ammettere che ci riusciva benissimo.

«Edward, non mi importa cosa è successo, ma ti prego trova

il modo di riportarla a casa, se c'è qualcuno che può riuscirci, quello sei tu!

A me non darebbe ascolto!»

«Non mi fermerò finchè non l'avrò ritrovata. Lo giuro, Charlie.»

«Ti credo ragazzo, ti credo»

Ed era proprio quello che avevo fatto. Purtroppo senza risultati.

E poi c'era Emmett.

Mi bastava guardarlo per sprofondare nello sconforto più totale. Sapevo dai suoi pensieri, che più volte incolpava me per la fine del suo matrimonio. Sua moglie lo aveva lasciato per seguire Bella, la quale però non se ne sarebbe mai andata se non fosse stato per la mia stupidità. La cosa che più si rimproverava era quella di non averla seguita immediatamente, di non aver appoggiato la sua decisione fin da subito, di non essere stato il compagno che lei si aspettava, solo per appoggiare un fratello. Una parte di lui non mi avrebbe mai perdonato, l'altra parte, quella razionale, sapeva che solo insieme avremmo avuto una possibilità di ritrovarle.

Emmett era cambiato molto in questi anni. Il gigante buono,burlone e amico di tutti non esisteva più. Ora c'era solo il gigante vampiro, pronto a tutto per raggiungere l'unico scopo della sua vita: riavere sua moglie.

I pensieri nella mia testa mi avrebbero fatto impazzire. Ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo, Bella era nella mia mente. Qualsiasi cosa facessi il pensiero della sofferenza che le avevo causato non mi abbandonava mai. Rivivevo i giorni felici passati con lei, ancora, ancora e ancora. Era tutto quello che avevo.

Non sapevo come si fosse evoluta la gravidanza, non sapevo cosa o chi era venuto al mondo.

Poi un giorno, Alice e Jasper impegnati anche loro nella ricerca di Bella e Rosalie, tornarono da una delle loro spedizioni con una sorpresa: Nahuel

L'incontro con Nahuel fu illuminante e sconvolgente allo stesso tempo. Nato da una donna mortale, generato da un vampiro, Nauhel era la prova vivente di quanto mi fossi sbagliato, e di quanto Bella avesse ragione. Era una creatura sorprendente, a metà tra un vampiro e un umano, ma non era certo un mostro. Era stato cresciuto da Huilen, che lui aveva morso per sbaglio pochi minuti dopo la nascita. Hulien era la sorella di sua madre, la quale era morta in seguito alle lacerazioni procurate da Nauhel stesso, nel tentativo di venire al mondo.

Purtroppo quest'ultima era la parte sulla quale avrei voluto fortemente sbagliarmi e invece era andata esattamente come pensavamo.

Ma non dovevo pensarci, la mia Bella doveva aver avuto un destino diverso. E finchè non avessi ricevuto la prova concreta che mi sbagliassi, non mi sarei arreso.

Purtroppo era come cercare un ago in pagliaio, sarebbero potute essere ovunque, avevamo ormai capito che la creatura che la mia Bella portava in grembo era nata, dal momento che la cecità di Alice non era mai svanita.

Non riusciva a vedere Bella e Rose appena erano andate via, perchè la presenza del bambino non le permetteva di avere visioni, e a distanza di anni, nulla era cambiato.

Poi, pochi giorni fa, d'improvviso, una svolta:

Mi trovavo con Emmett a Vancouver, nel soggiorno di una delle tante case che Esme, teneva pronta per noi nei nostri spostamenti. Alice e Jasper erano a caccia, Esme e Carlisle ,erano rimasti con noi. Con mio fratello consultavamo le carte geografiche per stabilire il piano di ricerca di quella settimana, dividevamo le zone in modo che nessun angolo di nessun paese, neanche il più remoto, potesse sfuggire alla ricerca. Non volevamo lasciare niente di incompiuto.

D' improvviso i pensieri confusi di mia sorella mi arrivarono in testa. Sembrava molto agitata e non riuscivo a dare un senso logico ai suoi pensieri.

Carlisle, notando il mio volto allarmato, mi si avvicinò:

«Edward? Che succede?»

«Alice, sembra agitata........qualcosa non va.»

Meno di un secondo dopo, quel piccolo tornado di mia sorella spalancò la porta di casa, che per poco non uscì dai cardini a causa dell'urto violento.

Jasper entrò subito dopo fermandosi accanto a lei.

«Edward, Emmett, ho avuto una visione!! Le ho viste, le ho viste!»

«Cosa?» fu poco più di un sussurro, la voce mi mancava, avevo smesso di respirare. non potevo crederci , avevo paura che le mie orecchie mi stessero giocando un brutto scherzo. Emmett sembrava nelle mie stesse condizioni.

Mio padre, avendo intuito le condizioni in cui ci trovavamo, si avvicinò a nostra sorella:

«Alice, cosa hai visto?»

«Rose e Bella in piedi in un soggiorno. E' stato solo un flash di qualche secondo, ma erano loro! Bella.....lei......i suoi occhi......erano dorati!»

Mentre mia sorella diceva quelle parole, lei immagini scorrevano nella mia mente attraverso la sua. Solo pochi secondi , come aveva detto lei, ma tanto bastò a farmi riconoscere in quell'immagine la splendida figura di mia moglie. Non era cambiata molto dall'ultima volta che miei occhi si erano posati su di lei, ma allo stesso tempo era una persona diversa. La visione si soffermò sui suoi occhi, dorati, come aveva detto Alice. Vampira. La mia Bella era una vampira. Bellissima.

Caddi a terra sulle ginocchia, schiacciato dal peso che per tanti anni mi ero portato sulle spalle, e dalla gioia così forte da non riuscire quasi a contenerla. Emmett mi fu subito vicino:

«Edward che succede? Stai bene?»

«Sono loro. Emmett......sono proprio loro. Io.....»

«Si, fratello, si, ma non è ancora finita......ora dobbiamo riuscire a riportarle a casa, non voglio più passare un solo giorno lontano da Rose! Alice non sai dove potessero essere? »

«No, purtroppo no, non ho visto niente che potesse darmi un indizio su dove fossero»

Proprio mentre pronunciava quelle parole, i sui occhi si fecero vacui:

Vidi me, Emmett, Alice e Jasper, arrivare con l'auto in un parcheggio, c'erano molte persone, soprattutto ragazzi, poi una targa appesa su un edificio proprio davanti al parcheggio recitava: Benvenuti alla Manchester Memorial High School. Subito dopo , la visione diventava un enorme schermo nero e svaniva.

Mentre io vedevo le immagini nella mia mente, Alice raccontava ad alta voce la sua visione al resto della famiglia. Esme si avvicinò a me, posandomi dolcemente una mano sulla schiena:

«Tesoro per caso vuol dire quello che penso?»

«Si , mamma, se la visione di Alice diventa nera, vuol dire che il nostro destino si mescola con.....» Non riuscii a finire la frase, improvvisamente la veridicità di quel pensiero mi tolse il respiro.

«Tesoro, potresti conoscere tuo figlio o tua figlia........mio nipote......»

«Ma vuol dire anche che Bella e Rosalie, sono li , non si allontanerebbero mai da quella creatura!»

«Edward ,Carlisle ha ragione, dobbiamo andare, dobbiamo partire!Subito!»

Emmett sembrava aver ripreso vita, e anch'io mi sentivo di nuovo vivo. Non perdemmo tempo, facemmo le valige la sera stessa, preparammo tutto il necessario, Esme prese contatto per un nuova casa, Carlisle, con l'ospedale del posto e il preside della scuola e noi, bhe noi, eravamo pronti a riprenderci finalmente le nostre vite.

Così partimmo, direzione Manchester, New Hampshire.



Ecco qui? Allora che ne dite?

Allora prima dei ringraziamenti, ne approfitto per rispondere a qualche recensione:

Risposta a celly chelly,luluCullen91 : Grazie per i complimenti sono felice che la storia vi piaccia,e spero che con questo cap abbia risposto a qualcuna delle vostre domande! Per quanto riguarda il giorno dell'aggiornamento, mi dispiace ma non ne è uno preciso, di solito cerco di aggiornare due volte a settimana, ma non posso promettervi niente!

Risposta a: fefe cullen,totta_cullen,Piccolabella89:Grazie, grazie, grazie! Sono davvero felice che vi piaccia!!! Voi non sapete quanto!! Spero continuerete a seguirmi!!!

Risposta a: fay90,tulipano nero,moulianrouge, Avete ragione sono proprio sadica! E si lo ammetto un po mi diverto a lasciarvi sulle spine! Ma questa volta sono stata più brava!! Ahahahaha! Grazie di complimenti! Un bacione!

Risposta a:missriccia87,Fede13, Aleswan ,visto che è arrivato il tanto aspettato pov Edward! Spero che siate almeno parzialmente soddisfatte! E comunque tranquille è impossibile che Edward rinunci a Bella! Spero vi piaccia il cap! Alla prossima! E comunque vi ringrazio tutte perché mi siete di grande ispirazione!Un bacione!!!A presto!!



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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

Pov Edward

New Hampshire. Eravamo entrati in paese sfrecciando per quelle strade a tutta velocità. Non ce ne era bisogno, ed era pericoloso,avremmo potuto dare nell'occhio, ma l'impazienza di rivedere Bella mi faceva agire di impulso. Il giorno dopo avremmo iniziato a frequentare le lezioni. Un altro anno di liceo. L'ennesimo. Non mi importava. Era un sacrifico piccolissimo, che avrei fatto altre mille volte pur di ricongiungermi con la mia famiglia.

Io e Emmett con l'aiuto di Jasper eravamo andati subito a perlustrare i dintorni. Poco distante dall'abitazione trovata da Esme, avevamo scorto una scia. Vampiri. Più di uno, sicuramente. Non avevo riconosciuto la scia di mia sorella, o qualcosa che avrebbe potuto farmi pensare che appartenesse a Bella. Eppure Emmett sembrava convinto che tra quegli odori ci fosse quello della sua Rose. Lo speravo. Lo speravo davvero. Non credo avrei sopportato l'ennesimo buco dell'acqua. Ma Alice sembrava più che sicura, per lei, eravamo andati nella giusta direzione. Dovevo fidarmi di lei.

Jasper ci convinse a non continuare. Se erano veramente loro non volevamo ci notassero prima del previsto. Volevamo essere sicuri che non scappassero di nuovo. Non sapevamo cosa pensassero, non sapevamo se si sarebbero allarmate, una volta che si fossero accorte del nostro arrivo.

Chissà se sapevano quanto le avevamo cercate.

Non ci era dato sapere, ancora. Avevamo aspettato questo momento per cinque anni, e ora non potevamo rischiare di perdere tutto per non aspettare poche ore.

Se quegli anni passati lontani da Bella mi erano sembrati lunghi, la notte che precedeva il nostro ennesimo primo giorno di scuola mi sembrava infinita. Camminavo interrottamente su e giù per la casa, come un qualsiasi umano in preda a una crisi nervosa. Guardavo in continuazione l'orologio, l'unico di tutta la casa, non sapevo nemmeno come fosse arrivato li, non avevamo mai avuto un orologio.

«Edward calmati, andrà tutto bene caro, ne sono sicura»

«Scusa Esme, mi dispiace è che........non riesco a smettere di pensarci. Non so......cosa....come.....e se mi odiasse? Ne avrebbe tutto il diritto, non credi?»

«Parli di Bella o di tuo figlio?»

«Non saprei. Di tutti e due credo»

«Edward, non credo che Bella sia in grado di odiare qualcuno. E' una creatura troppo nobile di cuore, per arrivare a provare un sentimento simile. Certo, potrebbe essere, delusa, arrabbiata, ferita.......ma non odiarti. E per tuo figlio....sono sicura che, magari non subito, ma un giorno capirà e ti perdonerà per non esserci stato in questi anni....in fondo la tua unica colpa è stata quella di amare troppo la sua mamma,troppo, vedrai che lo capirà.»

«Vorrei tanto crederti Esme, davvero. Ma non sono così ottimista»

«Nostra madre ha ragione, fratello» Emmett era uscito dalla sua stanza attirato dalla nostra conversazione. Cercava di essere forte, ma nella sua mente potevo leggere le mie stesse paure,le mie stesse insicurezze.

«Davvero Emmett? Io vorrei davvero riuscire a vederla come voi! Ma mettetevi nei panni di Bella! Suo marito, l'uomo che le ha giurato fedeltà e devozione per l'eternità, l'uomo che avrebbe dovuto proteggerla da tutto e tutti, che avrebbe dovuto assisterla, appoggiarla, sostenerla, amarla, che sarebbe dovuto morire per lei.........l'ha abbandonata. Io l'ho abbandonata. Nel momento in cui aveva più bisogno di me! Tutto quello che mi chiedeva era di fidarmi di lei, di credere in lei, nel suo istinto.......ma sono stato cieco e presuntuoso, e non ho capito, non capito in tempo che terribile atrocità stavo commettendo! L'ho messa davanti a una scelta terribile! Come, come si può perdonare un simile atto di codardia? Come? »

Quasi urlavo, la tensione stava per farmi esplodere. Bella. Dove sei?

Emmett non sembrò scomporsi comunque, era più che sicuro che sarebbe riuscito nel suo intento.

«Nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile, ma abbiamo l'eternità davanti per farci perdonare. Strisceremo ai loro piedi per i prossimi due secoli se sarà necessario, o anche di più, non importa, ma ti assicuro che io non mi arrenderò. MAI. E nemmeno tu dovresti farlo!»

Sapevo che aveva ragione, lo avrei fatto, avrei fatto anche di peggio se fosse stato necessario, qualsiasi cosa pur di continuare ad avere la speranza di riaverla a mio fianco.

[…..]

«Edward è ora.»

La voce di mia sorella Alice, mi fece sussultare, che cosa sciocca:un vampiro centenario che si spaventa per così poco.

Avevo passato il resto della notte immobile, in equilibrio nel punto più alto sul tetto della casa. Mi sembrava di poterle essere più vicino in questo modo. Non aveva alcun senso, me ne rendevo conto perfettamente, eppure provavo conforto. Il vuoto, il buio, la solitudine, avevo la sensazione che la sofferenza che provavo in quantità maggiore in quei momenti, mi avvicinasse a lei.

In pochi secondi ero già in macchina, diretto verso la Manchester Memorial High School.

Jasper e Alice seduti dietro, si stringevano la mano. Emmett era seduto al mio fianco,sul sedile del passeggero, in religioso silenzio. Poteva sembrare un comportamento strano parlando di Emmett, ma purtroppo, in questi ultimi anni, era diventato tipico di lui. Proprio come me, si estraniava per ore e ore, a volte per giorni, senza fare nulla, assolutamente nulla. Semplicemente contemplava il vuoto, la solitudine, il buio.

Pochi minuti dopo ci trovavamo nel parcheggio della scuola. Quanti ricordi. L'ultima volta che avevo messo piede in un liceo, avevo incontrato l'amore della mia vita. Ora speravo di poterlo ritrovare.

I pensieri di tutti al nostro arrivo, erano sempre gli stessi, stupore, meraviglia, ammirazione, attrazione, invidia, timore. Un copione che si ripeteva ogni volta. Non me ne curai.

«Ragazzi, dovremmo andare in segreteria, a ritirare l'orario delle lezioni»

«Va tu Alice. Io preferisco, restare qui, magari......»Cosa? Cosa speravo? Non lo sapevo. Che mio figlio arrivasse da me, dicendomi :“Ehi ciao, tu devi essere mio padre. Ce ne hai messo di tempo”? Non potevo avere pensiero più stupido di questo. Chissà se mio figlio o mia figlia si trovavano tra quelle mura in quel momento, o tra i ragazzi che erano insieme a noi nel parcheggio. Passavo in rassegna ogni volto, ogni pensiero. Non trovavo niente. Solo pochi secondi dal mio arrivo, e avevo già sondato le menti di un centinaio di ragazzi. In ognuno di loro cercavo qualcosa, un particolare, una somiglianza, qualsiasi cosa potesse essere indicativa. Niente.

Sapevo, grazie all'incontro con Nahuel, che i cuori dei mezzo-sangue avevano un battito più accelerato di quello umano, ma mi era impossibile distinguerlo in mezzo a tanti. Non avevo altra scelta se non quella di aspettare.

«Si, Alice, per favore andate tu e Jasper, rimango io qui con Edward»

«Come vuoi Emmett. Allora noi andiamo, ma facciamo subito, aspettateci qui. E Edward?»

«Si?»

«Ti prego non fare nulla, finché non torno. Va bene?»

Non capivo il perché di quella strana richiesta. Che mi fossi perso qualcosa? Decisi comunque di non fare domande.

«Certo. Come vuoi.»

Passarono altri minuti, altri volti, altri pensieri, ma niente. Poi il suono della campanella fece svuotare il parcheggio. Gli studenti cominciarono a entrare dirigendosi nelle loro aule. Fu allora che notai una ragazza. Era una semplice ragazzina, come tutte le altre, ma qualcosa in lei attirò la mia curiosità. Appoggiata a una macchina, accanto a un altro parcheggio, vuoto, sbuffava spazientita, sembrava aspettasse qualcuno. Non so perché ma volevo sapere chi fosse. Intercettai i suoi pensieri. Gelai.

Stava pensando a un nome, solo a un nome, non a un volto, non a una persona. Solo un nome.

«Edward? Edward?» Sentivo la voce di mio fratello Emmett chiamarmi. Pochi istanti dopo si aggiunsero anche quelle di Alice e Jasper, di ritorno dalla segreteria.

Mi rendevo conto di avere assunto una posa completamente inumana. L'immobilità in cui versavo, non sarebbe passata inosservata ancora per molto. Nessuno umano poteva rimanere fermo in quel modo. A meno che non fosse morto.

Spostai il peso da un piede all'altro, riprendendo a respirare. Sentii i miei fratelli accanto a me rilassarsi.

«Edward che succede? Chi è quella ragazza?»

«E' solo un'umana Alice, solo un'umana. Ma i suoi pensieri.....»

«Cosa Edward? Cosa? Cosa c'è nei suoi pensieri?»

«Sta aspettando qualcuno. E' arrabbiata perché questa persona è in ritardo.»

Potevo sentire la confusione, nella mente di Emmett, non riusciva a capire cosa stesse succedendo.

«Edward per favore, dicci che succede? Cosa c'entra? Non capisco»

«Il nome....quel nome. Il nome di chi sta aspettando»

Mia sorella Alice sembrò illuminarsi.

«Chi Edward? Chi sta aspettando?»

«.............Renesmee.»



Fine prima parte.........Continua...

Allora ragazzi/e che ne pensate? Vi prego, non vi arrabbiate se vi ho lasciato cosi!AHAHAHAHAHA!!

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E infine grazie a chi Recensisce le mie storie!! Siete fantastiche!! Grazie anche a chi comunque le legge!!! Spero che anche se non lasciate nessun commento la storia vi piaccia comunque!!Grazie a tutte:

Ciao e a Presto!!!!!!!









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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***




Capitolo 6

Seconda parte.....

Pov Edward



«.............Renesmee.»

Un pensiero girava nella mia testa. Che fosse lei? Si, doveva essere lei. Non potevo credere a una casualità. Quella ragazzina stava aspettando.....stava aspettando.............mia figlia.

Renesmee.

Quel nome. No. Non poteva essere una coincidenza. Il nome di mia madre e quello della madre di Bella legati insieme. Solo Bella poteva avere un idea così.

Dall'emozione che leggevo nelle menti e sui volti dei miei fratelli capii che erano giunti alla mia stessa conclusione, ma la paura che tutto potesse svanire come una bolla di sapone, e farci così cadere in una nuova delusione, era tale da frenarci.

«Alice, credi che......potrebbe.....insomma, quel nome, dice molte cose....non credi?Lei, quella ragazzina sta aspettando...Lei....mia....mia...... figlia.»

«Forse dovremmo aspettare di esserne sicuri, non credi?E se poi ci stiamo solo illudendo? »

Alice rispose al posto mio:

«No Jasper, credo che Edward abbia ragione, non può essere una coincidenza. E poi guarda: è proprio come nella mia visione, improvvisamente tutto è diventato nero, come adesso, perché il solo parlare di Lei, crea dei buchi neri, non può essere che.....la figlia di Edward. Deve essere lei!»

Renesmee.

Ogni volta che pensavo al suo nome non riuscivo a trattenere un sorriso.

Renesmee.

Avevo una figlia. Ora sapevo. Una bambina. Bella aveva avuto una bambina. Io, Noi, avevamo avuto una bambina. La mia bambina.

«Edward che facciamo adesso?»

Cosa farebbe Bella? Cosa vorrebbe che facessi? Forse non dovrei fare niente. Forse dovrei aspettare di ritrovare Bella prima, e poi lasciare che sia lei a decidere quale sia il modo migliore di parlare con.....Renesmee.

«Pensi che dovremmo restare qui e aspettare che arrivi?» Emmett.

«NO. Non voglio spaventarla.»

Non sapevo cosa pensasse esattamente di me. Di suo padre. Ma dal momento che era una mezza vampira, vedendoci non avrebbe impiegato molto a capire che eravamo vampiri.. Si sarebbe potuta spaventare. Per quanto ne sapevo sua madre e sua zia erano le uniche vampire che conoscesse. Se era a conoscenza di quello che era successo tra me e sua madre, se sapeva che avevo cercato di convincere Bella...a “sbarazzarsi” di lei, se sapeva che la credevo un mostro.......avrebbe anche potuto pensare che fossimo li per farle del male. No. Non volevo avesse paura.

«Credo sia meglio entrare, e vedere cosa succede, se l'aspettiamo qui potrebbe intimorirsi.....non voglio che succeda»

«Come vuoi Edward. Andiamo allora. Questi sono i vostri orari.» Alice consegnò l'orario a me e Emmett. Gli diedi una rapida occhiata. Prima ora: Biologia. Che ironia. Se non avessi saputo che è impossibile, avrei pensato che il destino si stesse prendendo gioco di me. Mi lasciai scappare una risatina isterica. Emmett mi guardava confuso:

Fratello, che succede”

Gli feci un cenno col capo, che voleva dire “lascia stare”. Mi diressi all'aula di Biologia, la lezione era già iniziata. Fantastico.

«Buon Giorno, sono Edward Cullen, il nuovo studente»

Ventuno teste,ventidue con quella del professore si girarono verso di me. La reazione fu la stessa del parcheggio.

«Oh ma certo. Prego sign. Cullen si accomodi pure ad uno dei posti liberi»

«Grazie, signore»

Presi posto in un bancone acconto a un ragazzo, appena mi sedetti lo vidi allontanarsi con la sedia verso il bordo più esterno. Gran cosa l'istinto di sopravvivenza. L'ultima cosa di cui avevo voglia era socializzare. La voce del professore mi fece voltare:

«Cullen.......mmmm..........è parete di Renesmee Cullen?»

Rimasi spiazzato. Cosa aveva detto?

«Come?»

«Renesmee Carlie Cullen. E' sua parente?»

Nel momento stesso in cui pronunciò quel nome ,vidi un volto designarsi nella sua mente. La creatura più bella e dolce che avessi mai visto. Pari solo alla bellezza di sua madre. Mia figlia.

L'emozione era tale che non riuscii a parlare. Feci solo un cenno affermativo con il capo.

«Ah bene. Cugini?»

«S-si. Cugini.» Per la prima volta in tutta la mia vita mi mancava il coraggio di parlare. Il professore riprese la spiegazione. Non sapevo nemmeno di cosa, non riuscivo a smettere di rievocare quel volto. La mia bambina.

La mattinata trascorse tutta uguale. Tra una lezione e l'altra. Non la incontrai mai.

Finalmente arrivò l'ora di pranzo, quando suonò la campanella, alla fine della lezione, mi precipitai fuori, trovando i miei fratelli ed Alice ad aspettarmi.

«Cosa ci fate tutti qui?»

«Ti aspettavamo. Jasper ha sentito che sei felice. E'la prima volta da......Bhe, che è successo?»

Sorrisi.

«L'ho vista. Più o meno.»

«Cosa? Davvero? Dove? Com'è?........Che significa più o memo?»

«Calma Alice. L'ho vista nella mente del professore. Pensa che siamo parenti.»

«Bhe? Com'è?»

«Splendida.»

Alice mi buttò la braccia al collo. Era felice per me e commossa. Fortunatamente ero un vampiro o mi avrebbe stritolato.

«Aspetta. Come sarebbe a dire pensa che siate parenti?»

«Per via del cognome. Bella le ha dato il mio cognome. Si chiama Renesmee Carlie Cullen.»

«O Edward! E' meraviglioso!!»

Lo era davvero. Ero così orgoglioso. Bella le aveva dato il mio cognome. Non riuscivo a crederci. Questo mi riempiva di una gioia immensa e di speranza. Forse non era tardi. Forse avevo ancora una possibilità, con entrambe.

«Andiamo in mensa?»

«Certo. Andiamo.»

Giunti alle porte della mensa, scrutai ogni angolo con lo sguardo. Niente.

Riempimmo il vassoio di cibo. Tirai su qualcosa a caso, senza nemmeno guardarlo e ci sedemmo a un tavolo. Il più isolato possibile. Come sempre. Come se fosse un copione e noi stessimo recitando una parte. Cosa che poi non si allontanava molto dalla realtà. Continuavo a guardarmi in giro. Ancora niente. Cominciavo a perdere le speranze. Magari aveva deciso di non venire quel giorno.

Poi l'inaspettato. Alzai lo sguardo ed era li. Solo pochi passi dal nostro tavolo. Mi si fermò il respiro. Sentivo la tensione nei pensieri dei miei fratelli e i sui loro volti. Non era sola. Un ragazzo, forse di qualche anno più grande, era acconto a lei. Mi guardava con odio e disprezzo. I suoi pensieri erano molto chiari. Lui sapeva chi ero. Chi eravamo. E non ci voleva.

Non era umano.

Lei mi guardava. La sua mente restò vuota per qualche secondo, come se non sapesse bene cosa pensare. Il vassoio le cadde di mano e finì sul pavimento. Nessuno si mosse.

Poi un scarica di pensieri, mi fece tremare. Bella. Bella era nei suoi pensieri. Solo che pensava a lei come... “Mamma”. Stava rivivendo un momento....del giorno prima, il rombo di un auto, bella che si spaventa e le cade qualcosa di mano, il suo stupore a quel fatto, la faccia spaventata di sua madre, che mi dilaniò il cuore. Anche nei suoi pensieri riconobbi il rumore del motore. Era la nostra auto. Bella sapeva. Sapeva che eravamo li. Incredibilmente, tremai.

Poi l'immagine di una piccola bambina dai capelli rossi, mi colpì. Sorrideva, mentre con in dosso un pigiamino con i coniglietti rosa, stringeva tra le braccia un piccolo peluche, e seduta sulle gambe di....zia Rose che le raccontava una storia. Quella del suo papà.

La mia storia. Rose le parlava di me. E così, mentre inerme la guardavo, udii una parola, la più bella che avessi mai sentito.

«Papà.»



Ecco la seconda parte ragazze!! Soddisfatte!! Tranquille il prossimo è un pov Renesmee. Una bella chiacchierata con il suo papà!!

Allora che ne dite? Come lo vedete il nostro papà-Edward? Vi ascolto!!

Dimenticavo;

tulipano nero

fefe cullen

Aleswan

_Kristal_

franz1000

moulianrouge

Fede13

sagatvmb99

Grazie per la Recensione!! Spero che ora mi avrete perdonato se vi ho lasciato sulle spine!!!!

Questa volta non l'ho fatto, vero???? O si??? ahahaahah!!!!!!baci!!!!













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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

Pov Renesmee



«Papà»

Passarono dei secondi interminabili,nei quali non riuscivo a staccare lo sguardo dai suoi occhi. Avevo sempre pensato che quando lo avrei incontrato avrei avuto sicuramente un mare di cose da dirgli, da raccontargli. Invece in quel momento, niente. La mia mente era un foglio bianco. Non riuscivo a pensare a niente. L'unica cosa che riuscivo a fare era guardarlo.

Mi ripresi poco dopo, nel momento in cui mi sentii strattonare per un braccio, e dopo qualche secondo capii che mi stavo muovendo.

«Gabriel, no, lasciami!»

Mi aveva presa per un braccio e mi stava trascinando a forza fuori dall'edificio. Mi voltai verso i Cullen che mi stavo guardando, ancora impietriti, poi vidi.....mio padre....muovere un passo verso di me:

«No. Aspetta. Ti supplico!»

I suoi occhi erano così tristi. Sembrava stesse soffrendo terribilmente. NO. Non volevo. Non volevo che soffrisse!

«Gabriel. Gabriel, fermati. Voglio parlargli! Ti prego!»

«NO! Questo non sarebbe mai dovuto succedere!! MAI! Andiamo a casa! Adesso.»

Ma che diavolo stava dicendo? perché? Io non avevo desiderato altro in tutto questo tempo!

Mi ritrovai nel parcheggio della scuola, vuoto, tutti gli studenti erano in mensa per l'ora di pranzo, Gabriel, armeggiò un attimo con il giubbotto, in cerca delle chiavi. Mi teneva ancora per un braccio.

Quando finalmente le trovò si lasciò andare a un sospiro di sollievo.

«Sali in macchina.»

«NO!»

«Nessie! Ho detto sali in macchina!!»

«No!!»

Mi divincolai dalla sua presa cominciando a correre nella direzione della mensa.

«Nessie, ti prego! Torna qui!E' pericoloso!»

Mi aveva riacchiappata per un polso, ma con uno strattone riuscii a liberarmi di nuovo. Mi voltai ancora, gli occhi chiusi, per cercare di trattenere le lacrime, non vedevo nemmeno dove stessi andando. Perché? Perché si comportava così? Feci solo pochi metri, prima di scontrarmi con qualcosa di duro. Sarei dovuta rimbalzare e cadere all'indietro, mi ero già preparata all'urto con il suolo, e invece no, ero ancora in piedi. Non mi accorsi delle sue mani gelate sulle mie spalle, finché non alzai lo sguardo ritrovandomelo davanti.

I suoi occhi avevano ancora la stessa tristezza di poco fa, ma ora potevo scorgere anche qualcos'altro nel suo sguardo.....timore? Affetto?

Non ero in grado di decifrarlo. Poi finalmente parlò, questa volta ebbi l'opportunità di sentire bene la sua voce, rimasi stupefatta, sembrava quella di un angelo.

«Stai bene? Ti sei fatta male?» Il suo tono ora era allarmato, preoccupato.

Scossi solo leggermente la testa, le parole sembrava mi avessero abbandonato.

«Levale la mani di dosso!»

Gabriel si era avvicinato a noi e guardava....lui....in maniera minacciosa.

«Gabriel non essere scortese. Ha solo evitato che finissi a terra!»

«Non mi interessa!Allontanati da lui!Immediatamente!»

Ma che gli prendeva? Sembrava avesse paura che mi facesse del male. Assurdo!perché avrebbe dovuto farlo?

Lui mi guardò un attimo, dispiaciuto, poi guardò Gabriel, che sembrava volesse ucciderlo solo con lo sguardo. Vidi...Edward..,ormai non sapevo più come chiamarlo, fissare Gabriel intensamente, sembrava stesse cercando di....leggerlo. Poi ritirò le mani da me come scottato. Improvvisamente, mi sentii stranamente sola, abbandonata.....fragile.

«Non è così.....Gabriel. Non voglio farle del male! Non lo farei mai. Lo giuro. Ti prego, lascia solo che le parli.»

«perché dovrei crederti? perché dovrei fidarmi di te?»

Nel frattempo vidi il resto della sua famiglia raggiungerci, si posizionarono tutti dietro mio padre, ma i loro sguardi erano fissi su di me. Stranamente però non mi sentii affatto a disagio. Zia Rose e a volte anche la mamma, mia avevano parlato così spesso di loro, che mi sembrava di conoscerli da sempre.

Il più grosso di tutti mi guardò dritto negli occhi per poi aprirsi in un sorriso enorme. Rimasi spiazzata alla vista di quella lunga fila di denti affilati. Vidi il ragazzo biondo fissarmi intensamente, poi si girò dando una forte pacca sulla spalla all'armadio di fianco a lui:

«Emmett, smettila! La stai spaventando!»

Spalancai gli occhi, entusiasta:

«Zio Emmett!!»

Cinque paia di occhi, compresi quelli di Gabriel, si puntarono su di me. Lui e mio padre avevano smesso di discutere. Quest'ultimo si era girato verso i suoi fratelli per capire cosa stesse succedendo, spostandosi un po' di lato per permettermi di guardarmi meglio, Gabriel si mise di fianco a me,ancora in posizione di difesa, ma questa volta rimase in silenzio, ormai per un minuto in più o uno in meno non sarebbe cambiato niente.

Zio Emmet fece un passo verso di me, Gabriel si irrigidì, lui notandolo si fermò:

«Aspetta...tu..tu..mi...co-conosci?» Incredibile, sembrava davvero emozionato, era strano vedere un gigante del genere balbettare incerto. Annuii energicamente:

«Si, la mamma mi ha parlato spesso di te e anche zia Rose....qualche volta!» In realtà zia Rose parlava poco di suo marito esattamente come la mamma del suo. Lui sembrò improvvisamente illuminarsi alle mie parole, i sui occhi si fecero lucidi, e lo vidi deglutire copiosamente, sembrava volesse piangere:

«Davvero? E cosa ti ha detto? Dimmelo, ti prego. Ti prego!»

«Bhe la mamma mi ha detto che eri grandissimo. E adesso ho capito cosa intendeva. E poi ha detto che sei molto forte, e che chi non ti conosce si spaventa al solo guardarti, ma tu in realtà sei buono e divertente. Un grande amico. E poi zia Rose...Bhe lei dice che.....»

Ci pensai un po' su, non ero sicura che potessi raccontarlo.

«Cosa?Cosa dice? Dimmelo per favore!» Oddio. Mi ricordava tanto un orsacchiotto indifeso. Un grosso, grosso, orsacchiotto indifeso.

«Bhe.. lei dice che sei uno scimmione testardo!»

Strabuzzo gli occhi:

«Ha....ha...detto così?»

«Già»Lo vide sorridere, distante, scuotendo leggermente la testa. Poi sospirò:

«E' proprio tipico della mia Rose»Era stato poco più di un sussurro, ma l'avevamo sentito tutti benissimo.

«Quindi voi dovete essere Zio Jasper e zia Alice!!» Dissi guardando gli altri due ragazzi!Erano proprio loro senza dubbio!!Loro infatti annuirono.

«Ehi!E' vero! Sembri davvero un folletto!!»

Zia Alice mi guardò sorridendo, un sorriso dolce stampato sul viso.

Mio padre si voltò di nuovo verso di me, il suo sguardo era il più dolce che avessi mai visto.

«Che cos'altro ti hanno detto? Vuoi dircelo?» Mi mordicchiai il labbro inferire, lo facevo sempre quando ero nervosa, lo vidi sgranare gli occhi e sussultare a quel gesto. Che cosa aveva? Che cosa avevo fatto?

Stavo per rispondere, quando Gabriel mi anticipò:

«Non oggi!» Lo guardai stranita. Era incredibilmente serio e preoccupato, ma non più arrabbiato.

«Cosa?perché? Gabriel ti prego, tu sai da quanto volevo conoscerli!Per favore!»

Lui mi guardò intensamente, poi sospirò rassegnato:

«Renesmee, non credo che se ne andranno tanto presto, o sbaglio?» Disse rivolgendo lo sguardo verso mio padre, il quale scosse il capo in segno di diniego.

«Visto? Avrai tutto il tempo di parlare con loro di...ciò che vuoi. Ma ora dobbiamo andare a casa....da tua madre.»

Giusto a casa non sapevano niente del loro arrivo. Chissà se la mamma e zia Rose sarebbero state felici di saperli lì? Infondo avevano detto che litigarono prima che io nascessi, era passato un po' di tempo, magari, qualsiasi cosa fosse stata a farle arrabbiare, gli era passata. Si avrei parlato con la mamma!

«Hai ragione andiamo a casa! Voglio dirlo alla mamma!!»

Gabriel annui:

«Andiamo allora.»

Improvvisamente mi ricordai di una cosa:

«Aspettate, voi verrete a scuola anche domani vero? Non ve ne andate? Giusto?»

Mio padre mi sorrise dolcemente.

«No Renesmee, non preoccuparti, noi saremo qui ad aspettarti domattina, promesso.»

Di slancio lo abbracciai. Non so perché lo feci. Ma mi piaceva, e tanto. Appoggia la faccia contro il suo petto,e gli strinsi le braccia intorno alla vita. Era altissimo!

«Sono tanto felice di averti conosciuto finalmente....papà!»

Lui mi abbraccio stretta stretta, sembrava avesse paura che svanissi da un momento all'altro. Poi mi baciò il capo:

«Anch'io. Tanto. Ora va, o tua madre starà in pensiero!»

«Va bene!A domani!»

Vidi Gabriel lanciargli un ultima occhiata e fissarlo attentamente negli occhi, prima di salire in macchina e partire verso casa.

Continua........



Allora un po' di chiarimenti:

Può sembrare un po' troppo strana la reazione di Nessie, ma ricordatevi che lei non sa la verità, per questo è semplicemente felice di aver incontrato suo padre e non arrabbiata. Inoltre ricordate che Bella e Rose non hanno mai raccontato a nessuno i poteri extra della famiglia Cullen! Detto questo, grazie infinitamente a chi ha recensito il capitolo precedente:

  • KiareTta217

  • Aleswan

  • tulipano nero

  • moulianrouge

  • Fede13

  • Angels4ever

  • _Kristal_

  • totta_cullen

  • fefe cullen

  • Piccolabella89

Grazie! Dire che vi adoro sarebbe poco!!!



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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Ciao ragazze/i!Visto? Aggiornamento ultrarapido!!Scusate se non ho risposto alla vostre recensioni ma ho pensato che vi avrei fatto più felici con un nuovo capitolo!!Spero di aver fatto bene!! Mi raccomando fatemi sapere che ne pensate!!!

Vi adoro!!!!!

Buona Lettura!!!

Capitolo 8

Pov Renesmee



Gabriel era salito in macchina senza dire nemmeno una parola. Guidava in silenzio, le mani ben strette sul volante. Nonostante tenesse gli occhi fissi sulla strada, il suo sguardo era distante. Solo di tanto intanto lo sorprendevo a guardare dietro attraverso lo specchietto retrovisore. Sembrava nervoso.

«Gabriel?Che cos'hai?»

«Niente.»

«Non è vero. Sei strano da questa mattina! E il tuo comportamento è peggiorato da quando abbiamo incontrato...loro.»

Non rispose. Lo sguardo era sempre teso davanti a se. La mascella sempre più contratta. In quel momento sembrava che la metà vampiro stesse avendo il sopravvento su quella umana.

«Allora? Mi rispondi?»

Fu allora che sbottò:

«Cosa? Cosa dovrei risponderti? Cosa vuoi sentirti dire?Dimmelo!Che cosa vuoi che ti dica?»

Rimasi impietrita. Mai, mai lo avevo visto tanto arrabbiato. Gabriel era buono, solare, allegro, non si arrabbiava mai, e anche se lo faceva gli passava subito, non era mai stato capace di urlarmi contro in quel modo, alla fine me le perdonava sempre tutte.

Questa volta no. Questa volta era diverso. Questa volta era davvero arrabbiato. Ma perché? Non capivo. In fondo non avevo fatto niente di male. Giusto?

Non ne ero più tanto sicura.

C'era qualcosa che non tornava in tutto quello. Come se ci fosse qualcosa che mi sfuggisse, anche se ce l'avevo lì , proprio sotto il naso.

Riemersi dai miei pensieri, quando sentii la sua voce dispiaciuta.

«Mi dispiace. Non volevo urlare. Non piangere, ti prego!»

Stavo piangendo? Mi portai una mano sul viso. Si, stavo piangendo. Le lacrime avevano preso a scorrere senza che io me ne accorgessi. Cercai di ricompormi, non volevo si dispiacesse così, in fondo non era colpa sua. Non sapevo nemmeno io perché piangessi.

«Gabriel, cosa sta succedendo, me lo dici? Perché ti sei comportato in quel modo? Perché non volevi che li incontrassi? Perché hai detto che era pericoloso?»

Serrò la mascella, stringendo più forte il volante. Ancora non mi rispondeva.

«Gabriel? Per favore!»

Sospiro pesantemente prima di parlare:

«Ti va di fare una passeggiata?»

«Cosa?Ma....credevo dovessimo andare a casa a parlare con mamma!»

«Siamo andati via dopo pranzo, saltando le ultime due ore, abbiamo tempo.»

«Mi dirai ciò che voglio sapere?»

Lui annui.

«Anche se non credo che spetti a me farlo»

«Lo so, ma , voglio essere sicura che sia una buona idea, prima di raccontare tutto a mamma, e poi so che tu sarai sincero e mi dirai tutto, lei cercherebbe di dire solo cose che non potrebbero ferirmi. Non sono stupida Gabriel, ho capito che qualcosa non va! »

Rise di cuore, tornando finalmente a guardarmi negli occhi. Non mi ero resa conto di quanto mi erano mancati fino a quel momento.

«A volte dimentico che sei ancora una bambina. Sei sicura di avere solo cinque anni?»

«Si....purtroppo.»L'ultima parola la udii appena io stessa, speravo di cuore che non l'avesse sentita lui.

Non disse nulla, ma svoltò a destra per lasciare la strada secondaria diretta verso casa e immettersi in quella che portava verso la città.

Il viaggio fu terribilmente silenzioso, sentivo un velo di imbarazzo tra noi, ma non ero sicura di come si fosse creato. Era la prima volta che succedeva. Percorrevo con lo sguardo le strade di Manchester, mi piaceva vedere lo scorrere della vita al di fuori del mio piccolo mondo. Mi sentivo come il primo giorno di scuola, era strano per me vedere persone che non appartenessero al mio nucleo familiare. Per cinque anni non avevo mai incontrato nessuno al di fuori di loro. Mi ridestai dal mio sogni ad occhi aperti quando sentii spegnersi il motore.

«Siamo arrivati?» Ero a dir poco su di giri, era la prima volta che vedevo la città. Mi sentivo strana. Ero emozionata e spaventata nello stesso tempo

«Si, scendi.»Lo vidi guardarmi in modo strano, probabilmente si accorse del mio stato di agitazione. Io non mi mossi.

Lui scese e fece il giro dell'auto, venendomi ad aprire la portiera. Rimasi a bocca aperta. Non lo aveva mai fatto prima.

Mi porse una mano per aiutarmi a scendere, ma invece di lasciarla andare subito dopo, intrecciò le dita con le mie, cominciando a camminare.

«Stai tranquilla, non può succederti niente. Ci sono io con te.» Mi rivolse un sorriso rassicurante. Arrossii. Sentivo lo stomaco contorcersi. Che mi stava succedendo?

«Dove siamo?» Ero convinta fossimo entrati in città, e invece davanti a me c'era solo un'immensa distesa di verde. Sembrava un dipinto. Era da togliere il fiato. Mi fece un cenno con la mano. Guardai dove stava indicando: un enorme scritta in rilievo diceva: Livingston Park.

«Gabriel è bellissimo!»

Lui mi rivolse un sorriso tenero.

«Ero sicuro che ti sarebbe piaciuto. Vieni facciamo due passi »

Camminammo lungo le vie del parco, in perfetto silenzio godendoci il panorama, era incredibile che ci fosse un posto del genere proprio nel bel mezzo della città.

«Gabriel? Perché mi hai portato qui? E' così brutto ciò che devi dirmi?»

Lui si accigliò, sospirando.

«Vorrei solo ci fosse un modo migliore per dirti quello che devo. Non sopporto l'idea di vederti soffrire»

«Soffrirò comunque se continuate a tenermi nascoste le cose.»strinsi più forte la sua mano. Lui mi guardò triste. Mi portò a sedere su una panchina che si affacciava a un piccolo laghetto artificiale, prima che potessi rendermene conto appoggiai la testa sulla spalla. Non so perché lo feci, ma mi piaceva come mi faceva sentire così non mi mossi, sperando che non si spostasse. Lui si irrigidì, poi sospirando mi depositò un bacio sul capo:

«Forse hai ragione. D'accordo ti dirò tutto.»



Pov Edward



«Edward, perché hai lasciato che andasse via? E se non dovesse tornare?»

«Tornerà.»

«Non puoi saperlo! Rose e Bella potrebbero decidere di andarsene di nuovo e questa volta non le ritroveremo più! Dobbiamo seguirli! E' l'unica possibilità!»

«Non se ne andranno, sanno già che siamo qui, lo avrebbero già fatto»

Vidi le facce dei mie fratelli diventare confuse, non capivano di cosa stessi parlando. Ancora non avevo avuto modo di raccontare loro quello che avevo visto della mente di Renesmee, e in quella di Gabriel.

«Che significa? Spiegati!»

«L'ho visto nelle loro menti. Più precisamente in quella di Gabriel. Sembra che ci abbiano sentiti arrivare.»

«Ma chi è quel ragazzo che stava con tua figlia?»

«Non lo so Alice. So solo che è come lei. Mezzo vampiro e mezzo umano. Non so altro. A parte che da come ragiona la sua mente deve essere molto più grande di lei.....forse un paio di secoli.»

«Quindi che si fa ora? Andiamo a casa e basta?Io voglio vedere Rosalie!»

«Lo so Emmett, lo so. Anch'io impazzisco all'idea che Bella sia così vicina, ma non possiamo correre il rischio di farle scappare. Loro sanno che siamo qui. Diamogli un po' di tempo, magari saranno proprio loro a venire da noi. Vorranno sapere cosa vogliamo. Aspettiamo qualche giorno, prima di andare da loro.»

«Spero davvero che sia la cosa giusta fratello, perché questa volta impazzirei se dovessi perderla di nuovo......siamo così vicini...»

Alice si avvicinò a me, cercando di infondermi coraggio. Leggevo però un dubbio nella sua mente.

Edward, non capisco, quel ragazzo sembrava avesse paura potessi farle del male......lei no, era....felice.....non capisco”

«Non lo sa.»

Jasper e Emmett, mi guardarono straniti, sapevo che si innervosivano per le mute conversazioni tra me e Alice.

«Cosa non sa? Chi?»

«Renesmee, non sa perché sua madre se ne andata. Non sa cosa è successo tra noi, non sa cosa avrei voluto fare. Non lo sa. Non sa niente. Loro non glielo hanno detto.»

«Cosa? Ma perché secondo te?»

«Non lo so Emmett non lo so. Possiamo solo aspettare e vedere che succede. So che è difficile, ma dobbiamo riuscirci. »

Ti prego Bella. Ti prego. Torna. Torna da me. Stavo impazzendo. Continuavo a ripensare a quello che era successo e alle mie parole subito dopo. Far credere agli altri che ero sicuro di ciò che dicevo, che ero sicuro che non le avremmo perse di nuovo, era stato maledettamente difficile. Avevo mentito. In realtà ogni singola cellula del mio corpo, mi spingeva a seguire mia figlia, per ritrovare mia moglie, per ritornare a vivere. Ma volevo darle la possibilità di scegliere. Volevo che si rendesse conto che avevo capito. Che non le avrei mai più imposto la mia volontà, che avrei accettato ogni sua decisione. L'amavo. Sempre, per sempre.

La cosa però, si stava rivelando la cosa più difficile che avessi mai fatto. La paura che non mi volesse più, che potesse decidere di non farmi rivedere mai più mia figlia, era tanta. E bruciava.

Era notte, non so come ero riuscito a mantenere i miei propositi di non seguire le tracce di mia figlia e di quel ragazzo, anche solo per poter rivedere da lontano la mia ragione di vita. Certo, con il passare delle ore le cose diventavano sempre più difficili. L'ansia mi uccideva. Più difficile era stato tenere a bada Emmett. Da quando aveva parlato con Renesmee la sua mente era diventata un turbinare di pensieri irrazionali. Tutto ciò che voleva era correre da sua moglie. L'unica cosa che era riuscito a frenarlo era stata la possibilità di un suo rifiuto.

I pensieri preoccupati di tutta la mia famiglia mi stavano facendo impazzire. Avevo bisogno “d'aria”. Non c'è la facevo più.

Dove vai?” I pensieri ansiosi di Alice arrivarono puntualissimi.

«Tranquilla, non farò niente, ho solo bisogno di stare da solo»

Si è vero. L'ho visto. Va pure, penso io a Emmett”

«Grazie»

Mi precipitai fuori. Feci una breve corsa nei boschi che circondavano la casa. Mi fermai quando non sentii più i pensieri della mia famiglia. Mi sentivo stanco, anche se non fisicamente. Mi sedetti su un tronco caduto e chiusi gli occhi. Finalmente potevo crogiolarmi nel mio dolore, senza far preoccupare tutti, senza causare una crisi a Jasper. Povero fratello mio. Questi anni per lui, acconto a noi, dovevano essere terribili. Eppure non si era mai lamentato, mai. Anzi nella sua mente leggevo tutto il dispiacere che provava per me e Emmett.

Restai lì per un tempo che mi parve infinito, come ogni secondo, da quando Bella se ne era andata. Sembrava che il tempo non volesse mai passare. D'un tratto qualcosa cambiò.

Avvertii una presenza.

Istintivamente spalancai e scattai in piedi, assumendo la posizione di difesa.

Ringhiai.

"Chi c'è?"

I secondi passavano.

Nulla.

Poi finalmente qualcosa si mosse.







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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

Pov Edward



I secondi passavano.

Nulla.

Poi finalmente qualcosa si mosse.



Una figura uscì da dietro un albero.

Smisi di respirare.

Sentivo le gambe cedermi, dovetti lottare con tutto me stesso, per non cadere a terra, in ginocchio.



Pov Bella

Eravamo a caccia. Io e Rose. Ne avevamo davvero bisogno. O almeno io, ne avevo bisogno. Chester ci aveva accompagnate, aveva insistito affinché non restassi sola. Anche Daniel si era unito a noi.

Più che sete, il mio era bisogno di sfogarmi, di correre, di liberarmi. La conversazione che avevo avuto nel pomeriggio con mia figlia bruciava ancora.

Quando l'avevo vista scendere dalla macchina, l'espressione del suo viso mi aveva dilaniato il cuore, sembrava, triste,delusa, arrabbiata........mille emozioni diverse le attraversavano il volto.

Non disse niente, semplicemente entrò dentro casa, andando a sedersi al tavolo della cucina. Gabriel entrò subito dietro di lei, la testa bassa, non ci guardava. Brutto segno.

Io e Rose ci lanciammo un occhiata. Non serviva parlare, il messaggio era chiaro, entrambe avevamo un brutto presentimento.

«Tesoro? Stai bene?»

«No, mamma, non sto bene.»

«Che cosa è successo?»

Lanciai un'occhiata a Gabriel. A Nessie sembrò non piacere.

«Parla con me, mamma.»

«Ti ascolto»

«Mi hai mentito riguardo a papà. Perché?»

Non potei trattenere un singulto a sentirla pronunciare quella parola.

«Cercavo solo di...proteggerti tesoro»

«Proteggermi?Proteggermi da cosa?»

«Dalla verità. E dal dolore che essa porta. E'.....complicato»

«Lui non mi voleva. Gabriel ha detto che ha cercato di convincerti ad......abortire. Quando tu ti sei rifiutata lui ti ha chiesto di scegliere tra ...me e lui. Hai scelto me. Non mi sembra complicato!»

Lanciai un occhiata eloquente a Gabriel, il tatto non era proprio il suo forte, ma non potevo certo prendermela con lui. L'errore era stato mio. Le avevo nascosto la verità troppo a lungo.

«Vedi tesoro, il fatto è che tuo padre è sempre stato molto protettivo nei miei confronti, sapeva che non sarei sopravvissuta alla gravidanza, non voleva perdermi.»

«Ma tu sei sopravvissuta, Chester ti ha trasformato. Papà non voleva trasformarti?»

«Non era quello il punto. Non c'erano garanzie, tesoro, nessuno sapeva se sarei vissuta abbastanza da far entrare il veleno in circolo, nemmeno Chester era sicuro che avrebbe funzionato, la mia è stata solo fortuna. Per questo Rose è venuta con me. Se io non fossi sopravvissuta, le ti avrebbe cresciuta, protetta, amata, come se fossi stata sua figlia.»

«Zia Rose! Tu hai lasciato...tuo marito, la tua famiglia....per me?»

Rose di fianco a me annuì.

«Ti amo come se fossi mia figlia comunque, anche adesso, per questo non mi sono mai pentita della mia scelta.»

«Lo so zia Rose! Ti adoro anch'io!»

«Ma mamma, non capisco!»

«Cosa?»

«Tu hai accettato di farmi nascere, nonostante sapessi che saresti potuta morire, morire davvero?»

«Si.»

«Perché?»

«Ma perché ti amavo già con tutta me stessa, sciocchina!»

«Oh mamma!»

Si alzò tanto velocemente dalla sedia da farla cadere a terra, e mi buttò le braccia al collo stringendomi forte.

«Grazie mamma. Ti voglio bene. Ti voglio tanto tanto tanto bene!!»

«Lo so tesoro, lo so. Anch'io ti voglio bene. Ma se continui così mi strozzi!»

«Oops!»

«Questo vuol dire che non sei più arrabbiata con me?»

Annuì lasciandomi andare e tornando a guardarmi negli occhi.

«Quindi papà non voleva me, perché......amava di più te?»

«E' che lui non capiva. L'unica cosa che riusciva a vedere era la mia possibile morte. Non c'è l'aveva con te, ma con se stesso, perchè non poteva proteggermi da te. Ma sono sicura che se avesse saputo che creatura meravigliosa eri, ti avrebbe amato anche lui con tutto se stesso fin dall'inizio.»

«Perchè non sei mai tornata da lui? Non lo ami più?»

Mi irrigidii. Non sapevo cosa rispondere.

Lo amavo? Certamente.

Mi mancava? Da morire.

Lo avevo perdonato?....No. Non ancora.

Volevo rivederlo?..Si, No, Forse.

Rose intuendo la mia difficoltà, rispose per me.

«Vedi Nessie, il fatto è che a volte l'amore non basta per risolvere tutto. Ma questo lo capirai quando sarai più grande.»

«Ve bene. Ho capito.»

«Bene. Quindi è tutto a posto?»

Si morse un labbro. Uno dei vizi ereditati da me. Poi si passò le mani tra i capelli, questo lo aveva ereditato da Edward.

Traduzione: era nervosa.

«Tesoro che c'è?»

Non rispondeva. Fu Gabriel ad intervenire.

«Renesmee devi dirigerlo. Lo scopriranno comunque, lo sai. Meglio che siano preparate!»

Renesmee fece un respiro profondo, io stranamente sentii il bisogno di sedermi, ma niente mi avrebbe mai preparata a quello che stava per dire:

«Ecco vedi, oggi a scuola è successa una cosa.....cioè.....sono arrivati dei nuovi studenti, o almeno credevamo fossero dei nuovi studenti. In realtà sono...loro. Cioè...papà, zio Emmett, Alice e Jasper.»

«.....»

«.....»

Smisimo di respirare. Dire che eravamo ammutolite era un eufemismo. Eravamo pietrificate.

Rose si riprese molto prima di me.

«Racconta.»

Correvo al massimo delle mie forze. Chester era accanto a me, Rose e Daniel poco più indietro. Il racconto di Renesmee mi aveva lasciato addosso uno stato di agitazione che non riuscivo a sfogare. Chester non mi lasciava sola nemmeno per un secondo. Dopotutto ero pur sempre una vampira da soli cinque anni, e anche se avevo un talento naturale per resistere all'odore del sangue, faticavo ancora a tenere a bada le emozioni, specialmente la rabbia.

«Bella, calmati.»

«Non ci riesco Chester, non ci riesco.»

«Che cosa ti turba di più?»

«Non lo so. Tutto. Lui è così vicino. Io....ho paura»

«Paura di cosa? Che possa farvi del male? Lo avrebbe già fatto non credi, e dal racconto di Renesmee sembrava felice di conoscerla, ha detto che gli sembrava emozionato e commosso. »

«Lo so ma...non voglio che me la porti via. Non voglio che distrugga tutto quello che abbiamo costruito insieme in questi anni! Siamo una faglia Chester! Tu,io, Nessie, Rose, Gabriel e Daniel! Siamo una famiglia!»

«Sono felice di sentirtelo dire Bella, non sai quanto, ma lui è tuo marito Bella. E cosa non da poco......tu lo ami.»

«A volte l'amore non basta!»

«Sei solo arrabbiata e delusa. Quando riuscirai a perdonarlo sarà diverso, vedrai......hai intenzione di ritirare lo scudo?»

«No.»

Da quando avevo saputo del loro arrivo, avevo alzato lo scudo, il mio potere extra, su tutta la mia famiglia. Volevo proteggerla.

«Ho bisogno di sfogarmi.»

Presi a correre più velocemente, Chester mi lasciò passare, restando comunque a una distanza dalla quale poteva controllarmi.

D'un tratto un folata di vento portò un odore con se che mi fece tremare.

Mi fermai.

Miele, lillà e sole. Conoscevo questo odore. Ne ero sicura. Ma non sapevo dargli un volto. Eppure era nella mia memoria. Quella umana però, che col passare del tempo sembrava sfumare, nonostante gli sforzi di Rose per farmi ricordare.

Come in trance camminavo nella foresta, cercando di avvicinarmi di più a quel profumo. Non avevo mai sentito niente di più buono. Ne ero stregata.

L'odore si faceva sempre più forte, sentivo Chester a distanza, osservarmi curioso. Non me ne curai, la mia attenzione era tutta per la figura che vedevo davanti a me. Un uomo. Era seduto su un tronco. La testa tra le mani. Sembrava soffrire molto. Quando il vento cambiò direzione, portando a lui il mio odore, alzò la testa di scatto. Istintivamente mi nascosi dietro un albero.

«Chi c'è?»

Quella voce. L'avrei riconosciuta ovunque. Anche dopo mille vite. Lui. Era lui. Edward.

Venni pervasa da mille emozioni. La prima di gioia. Una parte di me voleva correre da lui, tra le sue braccia, e baciarlo per ore e ore, dirgli quanto l'amavo e quanto mi era mancato e pregarlo di non lasciarmi più. L'altra mi urlava di attaccarlo, e farli capire tutto il dolore che mi aveva causato.

Decisi di uscire allo scoperto. Nel momento in cui mi vide, spalancò gli occhi e smise di respirare.

Passarono dei secondo interminabili, poi finalmente udii di nuovo la sua voce:

«Bella.»



Eccomi di novo! Che ne pensate? Mi raccomando recensite! Sono curiosa! Secondo voi cosa farà Bella? E Edward?

Grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo:

Grazie a chi ha messo la storia tra le preferite:

1 -00Stella00
2 -Aleswan
3 -alice77
4 -Angels4ever
5 -Angy Pattz
6 -bellacullen28
7 -celly chelly
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10 -cuzza
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12 -deascarlatta78
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Grazie anche a chi l'ha messa tra le seguite:

1 -1717
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82 -_Kristal_







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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

Pov Edward



«Bella.»

Mi era quasi sembrato di sentire il mio cuore che ricominciava a battere. Era li. Lei era li. Il mio unico grande amore. Davanti a me. Immobile. Lo sguardo glaciale, impenetrabile.

«Bella.»

Istintivamente, a velocità umana, mossi un passo verso di lei. Sgranò gli occhi, e fece un passo indietro. Fu come ricevere una coltellata in pieno petto. Lei mi temeva.

Provai a fare un altro passo.

«Non ti avvicinare...Edward»

Era seria, era maledettamente seria. Eppure potrei giurare di averla vista tentennare quando aveva pronunciato il mio nome. Mi sentii scosso al suono della sua voce, anche se aveva usato un tono minaccioso, la sua voce avrebbe fatto invidia a quella di un angelo. Semplicemente meravigliosa.

Feci come mi chiese e non mi mossi. Sentivo il suo disagio, mosse un altro passo indietro, sembrava volesse andare via. No.

«No. Ti prego. Non te ne andare.»Dovevo convincerla a restare. Anche solo per poterla guardare ancora solo qualche minuto, solo qualche secondo.

Lei tornò a guardarmi, sul suo splendido volto era chiara l'indecisione.

«Cosa vuoi?»

«Voglio solo parlare con te. Ti supplico.»

«Tutto qui?»

«Si. Ti prego!»

Non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo corpo, dal suo viso, dai suoi occhi. Ero già ubriaco di lei. Ma non era abbastanza. Non sarebbe mai stato abbastanza. Il suo sguardo era ancora su di me, sospettoso.

«Ve bene. Ma non ti avvicinare!»

«Tutto quello che vuoi.»

Sembrò fidarsi delle mie parole, perché avanzò di un passo.

«Bene. Ti ascolto»

«Sei..sei...»

«Morta?»

Sobbalzai alla durezza di quella parola, del suo sguardo.

«Stavo per dire bellissima»

«E' tutto qui quello che hai da dire?»

«Cosa? No. Certo che no io....»

«Edward dimmi solo perché sei qui!perché adesso? Cosa vuoi da me? Da noi!»

Non capiva?

«Bella......io ti amo. Ti ho sempre amata e ti amerò sempre! Lo hai dimenticato?»

La vidi sussultare. Gli occhi spalancati. Fece un altro passo in dietro andando a scontrarsi con la corteccia di un albero.

«No. Non è vero. Tu mi hai lasciata, mi hai lasciata sola!»

«Bella, no, no. Ogni secondo, ogni istante di questi ultimi cinque anni non ho fatto altro che cercarti, e pensarti, e amarti....ti prego, ti prego, ascoltami. Ho sbagliato lo so, ho sbagliato, ma adesso sono qui, sono qui, guardami, ti prego, ti amo, ti amo Bella, ti amo»

Teneva gli occhi chiusi e continuava a scuotere la testa, senza nemmeno accorgermene fui a un passo da lei. Allungai una mano per poterla accarezzare, mi faceva morire dentro vederla così. Quanto dolore avevo causato al mio piccolo amore? Stavo per sfiorarle una guancia quando sentii afferrami il polso. Mi voltai per vedere chi avesse osato fare questo: Davanti a me un ragazzo, un vampiro, i suoi occhi erano dorati come i miei.

Gli ringhiai contro.

Lui mi sorrise beffardo ma mi lasciò andare.

«Credimi non è una buona idea...Edward.» Mi conosceva?

Al suono della sua voce Bella sembrò risvegliarsi, aprì gli occhi puntando lo sguardo in quello di lui.

«Chester»

Lui gli rivolse il più dolce dei sorrisi.

«Mi dispiace.....Stai bene?»

Lei annui energicamente, prima di tuffarsi tra le sue braccia, che l'accolsero pronte. Io mi sentii sprofondare. Che cosa stava succedendo? Chi era lui? Perché Bella sembrava fidarsi tanto di lui. E perché si abbracciavano in quel modo?Morii al ricordo che una volta ero io e solo io ad essere abbracciato così da lei. No. Perché? Possibile mi avesse dimenticato? Possibile che non gli fosse rimasto nulla del suo amore per me? Amava lui ora?No. Non potevo crederlo, non volevo crederlo. La voce di lui mi riscosse dal mio incubo personale:

«Dalle tempo, ha sofferto tanto, non è pronta per questo.»

«Cosa ne sai tu? Chi sei?»

«Io sono Chester. Ho incontrato Bella e tua sorella, poco dopo la loro fuga da casa vostra, quando la vidi capii subito. L'ho aiutata durante la gravidanza, e il parto. Io ho fatto nascere tua figlia....e poi...»Il suo sguardo si posò di nuovo su bella, sofferente. Non guardarla così. Lei è mia.

«..poi...l'ho trasformata. Era così......... non credevo funzionasse. Sono sempre rimasto con lei, con loro, e le ho insegnato tutto quello che sapevo, ecco perché si fida di me....non c'è altro.»

Mi sentii un verme, un mostro, quest'uomo era stato per lei, tutto quello che avrei voluto e dovuto essere io. Come avevo potuto essere così vigliacco? Indietreggiai , fino a tornare su quel tronco, abbandonandomici. Stavo morendo di nuovo. La mia Bella.

«Edward...»

Mi voltai nella direzione dalla quale proveniva la voce:

«Rose»

«Perché sta così? Cosa le hai fatto? Cosa lei hai detto?»

Non ebbi il tempo di rispondere, sentivo i pensieri della mia famiglia avvicinarsi.

Edward mi dispiace, quando ho avuto la visione non avevo visto gli altri ….mi dispiace......volevo solo darti la possibilità di stare solo con lei......” Alice.

Figliolo siamo qui....” Carlisle

Rose è qui, riesco a sentirla” Emmett

In pochi secondi erano tutti accanto a me. Rose assunse la posizione di difesa.

Voleva attaccarmi? Sondai la sua mente. Niente. Solo allora mi accorsi che non sentivo i pensieri di nessuno di loro. Come era possibile? Tornai a guardare Bella. Era tesa. Non mi guardava. Il suo sguardo saettava su ogni componente della mia famiglia.

Bella si riprese sentendo la sorella ringhiarmi contro, e finalmente uscì dall'abbraccio di quell'uomo. Ricominciai a respirare.

«Rose, no. Lascialo stare. Sto bene»

Mi guardò intensamente, prima di rilassarsi nuovamente. Non credevo che potessero legarsi a tal punto. Sembravano vere sorelle. Erano disposte a qualsiasi cosa pur di difendere l'altra. Erano una famiglia.

«Rose, amore...»

Lo sguardo di Rose saettò veloce, a quel suono, e si fissò in quello di Emmett. I suoi occhi si aprirono stupiti, ma nel suo sguardo non c'era paura, solo tanto amore e nostalgia. Barcollò più indietro, come se non fosse più in grado di reggersi in piedi. Dietro di lei comparve un altro vampiro. Si appoggiò al suo petto per non cadere. Anche questa volta un ragazzo, assomigliava molto a quello di nome Chester. Emmett gli ringhiò contro: era molto vicino a Rosalie. Troppo.

Lui sembrò quasi divertito dal comportamento di mio fratello:

«Fammi indovinare.....tu devi essere Emmett, lo scimmione.»

Mio fratello ringhiò più forte, era pronto ad attaccarlo, Carlisle e Jasper gli furono accanto, trattenendolo. Per un braccio. Non era certo un impresa facile. L'altro sembrò innervosirsi. Rose gli poggiò una mano sul braccio per calmarlo:

«Daniel, ti prego.....non complicare tutto»

«Io? Se non lo avessi notato è tuo marito che vuole attaccarmi. Dillo a lui»

Rose, sospirò pesantemente tornando a guardare Emmett, sembrava più lucida ora:

«Emm, smettila! Non puoi fargli del male, lui è mio amico»

Emmett sembrò rinascere alle parole di mia sorella e si ricompose, il suo viso era pura gioia:

«Come vuoi tu amore....»

Rose sussultò quando in un secondo se lo ritrovò davanti, Portò le mani a sfiorarle il volto con una gentilezza e una riverenza impressionante. Sembrava stesse toccando un oggetto prezioso:

«Rose, amore, amore mio, non sai quanto ti ho cercata, mi sei mancata così tanto......» Le sue mani si muovevano convulse ma gentilissime sul suo viso, sui suoi capelli,sul suo collo, in una danza che sembrava senza fine...

«Perdonami amore mio, ti prego, sono stato un idiota, uno scimmione testardo.....ti prego, basta, resta con me.....»

Rosalie tremò, alzò una mano andando a sfiorare le labbra di Emmett che chiuse gli occhi, come in estasi:

«Anche tu mi sei mancato....»

Emmet riaprì gli occhi...non lo avevo mai visto tanto felice. Prese Rosalie per i fianchi, facendola volteggiare in aria. Lei rise felice, poi gli passò le braccia intorno al collo , iniziando a riempirlo di baci. Si erano ritrovati, finalmente. Potevo sentire la gioia di tuta la mia famiglia per quello che stavano vedendo. Io purtroppo non riuscivo a provare nulla , che non fosse invidia, mi sentii ancora peggio.

Rose passò in rassegna i volti della mia famiglia, sorridendo a ognuno di loro, ma non disse nulla, ci sarebbe stato tempo per chiarire. Ora gli occhi di tutti erano nuovamente su Bella. I miei non si erano mai staccati da lei, avevo vissuto la scena attraverso le menti dei miei familiari. Ero felice per Emmett, ma nello stesso tempo, dentro stavo bruciando d'invidia. Avrei dato qualsiasi cosa per potere toccare Bella come aveva fatto Lui con la sua Rose, Per poterle sfiorare le labbra, anche solo per un secondo. Lei, però, teneva la testa bassa, non mi guardava, non guardava nessuno.

Mio padre fece un passo avanti:

«E' bello rivederti Bella, non sai quanto siamo felici di averti ritrovata. Di aver ritrovato entrambe.»

Lei alzò lo sguardo su di lui sospirando, sembrava stanca:

«Grazie, Carlisle. E' un piacere rivedervi.....tutti.» Sorrisi. C'ero anch'io in quel tutti? Lo speravo con tutto me stesso.

«Tesoro, perché tu e i tuoi amici non venite dentro, saremo più comodi, e potremmo parlare.»

«Sei molto gentile Esme, come sempre, ma no, grazie. Renesmee mi aspetta»

«Certo capisco.»

Intercettai i pensieri dei miei genitori, desideravano disperatamente chiedere una cosa a Bella, ma erano frenati dalla paura di un suo rifiuto. Intercedetti per loro:

«Bella?»La chiamai nel modo più dolce che potevo, quello che usavo sempre quando eravamo soli, quello che le piaceva tanto.

Qualcosa si mosse in lei, perché la vidi rabbrividire, poi alzò lo sguardo, non era più duro, era dolce,ma ancora spaventato. Era bellissima. Mi persi nei suoi occhi.

Feci un altro passo verso di lei, questa volta non indietreggiò. Bene. Non era molto, ma era già qualcosa. Ogni più piccola particella del mio essere mi urlava di azzerare tutte le distanze,stringerla,baciarla, venerarla,pregarla di perdonarmi in ogni modo possibile, ma era chiaro che aveva bisogno di tempo, dovevo aspettare, dovevo essere paziente, e lasciare che cominciasse a fidarsi di nuovo di me.

«Si?»

«Esme e Carlisle, vorrebbero sapere se è possibile fargli conoscere Renesmee, gli farebbe molto piacere incontrarla.»

Esme annui, avvicinandosi di più a Bella, che con mio grande stupore e piacere, le sorrise. Dio quanto mi era mancato il suo sorriso.

«Certo Esme, chiederò a lei, ma non credo ci siano problemi, anzi credo che non veda l'ora di avere dei nonni»

«O grazie piccola mia» Esme, felicissima, abbracciò Bella, che sulle prime si irrigidì, ma fu solo un attimo, perché poi sorrise, ricambiando il suo abbraccio. Poi saettò lo sguardo sui miei fratelli, sembrava evitare appositamente il mio. Si soffermò su Alice, che la guardava con la faccia da cane bastonato! Che faccia tosta! Bella sbuffò:

«Sono sicura che le farà piacere anche conoscere meglio i suoi zii.»

«Davvero?»Alice sembrava una bambina alla quale venivano comprate le caramelle.

Il mio amore rise. Una risata vera, sincera. Alzò gli occhi al cielo. Quello era il loro modo speciale di fare pace.

«Si, contenta?»

«Si ma......posso abbracciarti sorellina?»

«Ah!bhe …...o-ok!»

Alice le saltò al collo stringendola forte. Continuando a saltellarle intorno.

«Bella, mi dispiace, mi sei mancata tanto. Tanto. Ti voglio bene. Perdonami»

«Lo so Alice. Lo so. Va tutto bene. Ora però devo tornare da mia figlia. E' molto tardi.»

Mi sentii morire. Se ne stava andando. Di nuovo. Mi stava lasciando. No. Non ero pronto. No. Per favore. Rimani con me Amore. Ti prego.

La mia salvezza arrivò dall'ultima persona che mi sarei mai aspettato.

continua......

Ok. Rieccomi? Che ne dite? Vi piace? E' stato complicatissimo scrivere questo capitolo. Infatti sono ancora un po' dubbiosa! Voi che ne pensate?Comunque non finisce qui.....continua!

Baci Baci! A Presto!







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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

Pov Bella



Che strana sensazione.

Mi sentivo di nuovo umana.

Era bello.

Ricordavo perfettamente la sensazione del cuore che ti batte furioso nel petto. Mi sembrava di averlo sentito battere nuovamente da quanto ero uscita dal mio nascondiglio dietro l'albero.

Non riuscivo a distogliere lo sguardo da lui, dalla sua persona dai suoi occhi. Quanto amavo quegli occhi.

Poi uno dei miei ultimi ricordi umani mi colpì:

«Scegli: o me o lui»

Il giorno in cui avevo rinunciato a lui. Il giorno in cui avevo subito la più grossa ferita che potesse mai essermi inflitta. Il giorno in cui avevo perso l'amore della mia vita. Il giorno in cui mi aveva abbandonata.

Il dolore si impossesò di nuovo di me, prepotente.

Indietreggiai.

«No. Ti prego. Non te ne andare.»

Il dolore nella sua voce mi fece gelare,pietrificandomi. Sembrava....sofferente?

Lo guardai di sottecchi. Perché? Era stato lui a costringermi ad andarmene cinque anni fa, ora perché cercava di impedirmelo? Ero confusa.

«Cosa vuoi?»

«Voglio solo parlare con te. Ti supplico.» Sembrava sincero. Ma dovevo stare attenta. Mi aveva già ingannata una volta. Aveva giurato che mi sarebbe rimasto sempre accanto, anche allora mi era sembrato sincero. Mi ero sbagliata. Non volevo succedesse di nuovo. Volevo tenerlo a distanza. Non mi fidavo di lui, ma una parte di me si rifiutava di andarsene.

Ci riflettei su, per un intero secondo, decisi che avrei potuto ascoltarlo, non poteva farmi più male di quanto avesse già fatto, ma non lo volevo vicino. Avevo fisicamente bisogno di mantenere le distanze. Il mio corpo era attratto dal suo come una calamita. Ricordavo quella sensazione come....attrazione, desiderio. Dovevo starne alla larga. Era pericoloso. Non potevo cedere a loro.

«Tutto qui?»

«Si. Ti prego!»

«Ve bene. Ma non ti avvicinare!»

«Tutto quello che vuoi.»

Rimasi sulla difensiva, ma restai immobile per ascoltare ogni sua parola.

«Bene. Ti ascolto»

«Sei..sei...»

Sembrava cercasse le parole adatte. Mi resi conto che non aveva detto nemmeno una parola sul mio essere vampira. Il mio essere vampira comportava che sua moglie, quella umana , quella che lui diceva (mentendo) di amare alla follia, era morta.

Non sembrava curarsene minimamente.

Insensibile.

«Morta?»

Lo vidi sgranare gli occhi e sobbalzare, come se gli avessi dato un schiaffo in pieno volto. Una parte di me esultò per quella reazione:lo avevo ferito, lo avevo colpito. L'altra parte però, si sentì morire: lo avevo ferito, lo avevo colpito.

«Stavo per dire bellissima»

Mi sentii lusingata. Ma durò appena un istante. Che sciocchezza. Certo che ero bellissima, ero una vampira. Assottiglia lo sguardo.

«E' tutto qui quello che hai da dire?»

«Cosa? No. Certo che no io....»

Basta giochi. Volevo la verità. Cosa c'era sotto?

«Edward dimmi solo perché sei qui!perché adesso? Cosa vuoi da me? Da noi!»

Vidi il suo sguardo addolcirsi, i suoi occhi sembravano...luccicare....la sua voce era...profonda, piena.....d'amore.

«Bella......io ti amo. Ti ho sempre amata e ti amerò sempre! Lo hai dimenticato?»

No. No. No.

Bugiardo.

Non abbassare la guardia Bella. E' solo un bugiardo, ti sta mentendo , di nuovo.

Eppure i suoi occhi.....i suoi occhi erano così sinceri...

Edward....

Sentivo le forze abbandonarmi. Non credevo fosse possibile. Mi appoggiai a una albero per sostenermi.

Edward....

No. Resisti. Reagisci.

«No. Non é vero. Tu mi hai lasciata, mi hai lasciata sola!»

Chiusi gli occhi.

«Bella, no, no. Ogni secondo, ogni istante di questi ultimi cinque anni non ho fatto altro che cercarti, e pensarti, e amarti....ti prego, ti prego, ascoltami. Ho sbagliato lo so, ho sbagliato, ma adesso sono qui, sono qui, guardami, ti prego, ti amo, ti amo Bella, ti amo»

No. Basta. Volevo stesse zitto. Non riuscivo a pensare.

...Ti amo Bella, ti amo.

Edward.

Quello che accadde dopo lo vivetti come offuscata, come se stessi in una bolla di sapone.

Riconobbi la voce di Chester, mi tuffai tra le sue braccia, in cerca di un riparo. Mi serviva un appiglio. Un punto fermo.

Sentivo parlare. Non riuscivo ad ascoltare. La mia mente era altrove. Lontana.

Vidi Rose, Emmett.....insieme...sorrisi...

Senza che riuscissi ad essere veramente presente, feci tante cose:

Parlai con Carlisle, Esme, Alice....ero....gentile. Gli sorrisi perfino. Poi il pensiero di mia figlia mi arrivò forte.

E ripresi lucidità.

Che razza di madre ero, avevo dimenticato che mia figlia, la cosa più importante della mia esistenza, aspettava il mio ritorno? Come potevo essere stata così egoista, da dimenticarlo. Era la prima volta che mi succedeva. Mi sentii, un mostro.

Dovevo tornare a casa. Subito.

«Devo tornare da mia figlia. E' molto tardi.»

Era la cosa più sincera che avessi detto nell'ultima mezz'ora. Dovevo abbandonare Edward e il mio dolore, avevo cose più importanti a cui pensare.

Continuavo a non guardarlo. Guardavo ovunque tranne che nella sua direzione.

Dovevo andarmene. Subito.

Mi voltai verso Chester, che annuì. Non avevo certo bisogno di parole con lui.

«Vengo con voi.»

Mi voltai verso Rose. Stupita.

«Io vengo con te»Emmett la stringeva a se, non sembrava intenzionato ad allontanarsi più di qualche millimetro.

Una risata attirò la mia attenzione.

Daniel.

«Non credo proprio!»

Emmett ringhiò. Daniel, per nulla intimorito assunse la posizione di attacco.

«Daniel basta.»

Sbuffò, ricomponendosi.

«Rose, quella é anche casa tua e non posso impedirti di andarci, ma ti sembra il caso che Nessie ascolti certi “discorsi”? E piccola, ma ci sente benissimo! Chester, Bella diteglielo voi! Per favore!»

Povero Daniel. Dal suo tono di voce, sembrava esasperato.

Impiegai qualche secondo, per afferrare il senso della frase.

Oh.

«Sono d'accordo.»Le parole mi uscirono di bacca, sole.

Lo sguardo di tutti si puntò su me, in particolar modo quello di Rosalie. In effetti conoscevo abbastanza Rosalie e Emmmet, per sapere che quando erano vicini, soli, gli bastava un nonnulla per lasciarsi “ trasportare”. Erano molto passionali, per natura.

«Ma Bella, io, non ho mai passato una notte lontana da lei, da quando è nata...io....non posso.....non ci riesco......»

«Rosalie....» Cara, dolce la mia sorellina....voleva così bene alla mia piccola.

La vidi prendere un respiro profondo.

«Emmett, devo andare. Da sola. Mi conosco. Ci conosco. Non riusciremmo a ….fermarci. Non voglio turbare Nessie. Lei é troppo importante per me.»

Vidi Emmett pietrificarsi alla parole di sua moglie. Come si poteva ribattere a una richiesta del genere?

«Rosalie...non c'è né bisogno»

«Si invece. Ce né bisogno!»

Testona.

«Rose ascoltami....è molto tardi....Si sarà già addormentata, non si accorgerà della tua mancanza.....»

Lei scosse la testa. Era proprio cocciuta.

«Io avrei un'idea!»

Chester.

«Rose, rimani con tuo marito, stasera. Avete molto di cui......parlare. E' giusto che abbiate un po' di tempo solo per voi. Per quando riguarda Renesmee.....»

Puntò lo sguardo nel mio. Conoscevo quello sguardo...me lo faceva quando doveva fare o dire, qualcosa che non gli piaceva e che non era sicuro piacesse neanche a me.

Ebbi un brutto presentimento.

Chiuse gli occhi distogliendo lo sguardo, dal mio.

«...sono sicuro che sarebbe contenta di mostrare a...Edward....la nostra casa, tanto che rinuncerebbe a una delle tue storie Rose.»

Gelai. Perché? Perché mi stava facendo questo?Lo guardai ferita.

Alzò lo sguardo. Non mi guardava. Si voltò verso Edward.

«Certo, sempre che tu sia d'accordo, Edward.»

Mi voltai, puntando il mio sguardo verso il bosco. Non potevo crederci che avesse detto una cosa del genere.

Prima che riuscissi a sentire altro , inizia a correre.



Ciao a tutti!!! Visto che brava oggi?? Doppio aggiornamento!! un capitolo per entrambe le storie!!!

Aspetto con ansia le vostre recensioni!!! Voi che dite? Cosa ha risposto Eddino?? Che succederà??

Baci, Baci, Baci!!

Ps: Oggi mi sento particolarmente allegra!! Sarà la primavera?MHA! Bhe comunque buona giornata a tutti!! E buon week.end!!









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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

Pov Bella

Da dieci minuti me ne stavo seduta sul pavimento. Le gambe contro il petto, il mento sulle ginocchia. Guardavo mia figlia dormire serenamente nel letto di camera sua. Al mio rientro a casa ero subito corsa da lei. Il mio punto fermo. Il mio dolce e inestimabile tesoro. Mi bastava la sua sola presenza per sentirmi meglio,per calmarmi, e in quel momento ne avevo un immenso bisogno.

Ero arrabbiata. Arrabbiata con Chester, arrabbiata con Edward, ma in particolar modo ero arrabbiata con me stessa. O meglio ero arrabbiata con il mio corpo, ero arrabbiata con il mio cuore.

Il mio cuore per primo si ostinava ad andare contro la mia testa.

Lui continuava a dirmi di correre da lui. Dal mio primo unico e vero grande amore. La mia testa mi diceva di starne alla larga. Una serie di domande continuava a torturarmi:

Perché dovrebbe essere diverso?

Perché questa volta non dovrebbe ferirti?

Già. Perché?

Non riuscivo a trovare risposta.

La finestra socchiusa, lasciò penetrare una brezza. L'odore di Chester mi arrivò alle narici. Era tornato, ed era solo.

Grazie al cielo.

Lo sentii salire le scale. Un istante dopo avvertii la sua presenza all'ingresso della stanza, esattamente alle mie spalle.

Sbuffai.

Parlai con un tono di voce bassissimo, per non disturbare il sonno di mia figlia. Il mio tono non sarebbe stato udibile a nessun essere umano, ma naturalmente lui sentì perfettamente.

«Se sei qui per farmi la paternale te ne puoi anche andare!»

«Sono qui per scusarmi»

Scossi la testa. Lo avevo già perdonato.

«Mi dispiace di essere scappata»

«Mi dispiace di aver cercato di forzarti la mano»

Annuii.

Presi un profondo respiro, per farmi coraggio, c'era una cosa che volevo sapere:

«Lui cosa....come l'ha presa?»

«Mi ha ringraziato per il tentativo, ma ha capito il tuo stato d'animo......il suo volto però....era una maschera di dolore...non ho mai visto niente di simile.....»

Io si. Lo stesso giorno che avevamo scoperto che ero rimasta incinta.

Chiusi gli occhi.

Edward.....

«Bella.....credo davvero che ti ami immensamente»

Sorrisi.

«Da quando sei diventato un fan di Edward?»

«Da quando ho sentito tua figlia piangere per lui»

Senza che avessi il tempo di pensare scattai in piedi, rigida. Ero solo a pochi centimetri da lui. Non c'era più nessuna traccia del sorriso di poco prima.

Boccheggiai in cerca d'aria.

«Co-cosa?»

«Questo pomeriggio nel cortile dietro casa. L'ho sentita parlare con Gabriel. Si sente in colpa. »

«In colpa? Non capisco....»

«Nonostante quello che gli hai raccontato...lei continua a volere conoscere suo padre. Continua a desiderare d voler passare del tempo con lui. Ma ha paura di dirtelo...non vuole vederti stare male. Ha paura che se tu conoscessi i suoi desideri, potresti soffrire ulteriormente. Non sa come poter stare con suo padre...senza farti soffrire.»

Scossi la testa. Che stavo facendo? Possibile fossi stata così ceca da non rendermene conto? Possibile fossi stata così egoista da guardare solo il mio dolore e non accorgermi dei bisogni e dei desideri di mia figlia?Lei voleva suo padre. Lei desiderava conoscerlo. Quello che volevo io non era importante.

Tornai al mio posto sul pavimento puntando nuovamente gli occhi su mia figlia. Lasciai che i miei pensieri venissero cullati dal lento respiro del mio piccolo miracolo, unico rumore di tutta la stanza. Chester aveva lasciato la camera di Nessie per andare a vegliare il sonno di Gabriel.

Sorrisi.

Nonostante avesse più di duecento anni, Chester continuava a vedere Gabriel come un bambino. Il suo bambino.

«Muffin....c'é il sole.............trigonometria..............22.....»

Mi veniva da ridere. Parlava nel sonno. Renesmee aveva ereditato anche questo da me. Edward lo avrebbe trovato molto divertente.

Mi sorpresi di quel pensiero. Era vero. Sincero. Lo pensavo seriamente. Non c'era rimorso, non c'era risentimento. Era sentito. Davvero sentito.

«Papà..»

Mi irrigidii. Sognava di lui. Mia figlia sognava di lui. Non era mai successo prima. O forse si? Mi accigliai. Cosa dovevo fare? Come dovevo comportarmi?

«Papà....ti voglio bene.....»

Oh, piccola mia.

«Resta con me... papà.....mamma...non lasciarlo andare via....papà....»

Stava avendo un incubo. E io ne ero la causa.La stavo allontanando da suo padre. La stavo sottraendo al suo affetto. Che sapevo poteva essere immenso. Nessuno era in grado di amare come Edward. Dovevo ammetterlo.

Basta.

Avrei messo da parte il mio risentimento, i miei rancori. Avrei restituito un padre a mia figlia. Dovevo solo capire come fare. Ebbi un idea.



«Siamo di buon umore!»

Era mattina. Chester era sceso in cucina attirato dal mio canticchiare. Stavo preparando la colazione ai ragazzi.

«Si, decisamente.»

«Un bel cambiamento da ieri sera. E' successo qualcosa?»

«E' successo che ho capito che avevi ragione.»

«Come sempre. Su cosa in particolare?»

Presi un profondo respiro e continuai. Forza Bella. Ormai hai deciso.

«Ho deciso che darò una possibilità ad Edward, e alla sua famiglia.»

«.....» Mi guardava con la bocca spalancata. Ma sembrava approvare.

«Con Renesmee, intendo. Voglio che si conoscano meglio.»

Lui mi guardava sospettoso. Ma non aggiunse altro.

«AAAAAAAAAAAAAAAaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!! Mammaaaa!!»

Nessie doveva essersi accorta che la sua sveglia non aveva suonato, e che tra meno di dieci minuti avevano inizio le lezioni.

Scese le scale in fretta e furia e in completo disordine, con una scarpa ai piedi e una in mano, una giacca infilata solo per metà, i capelli come una balla di fieno.

Dovetti sforzarmi di non scoppiarle a ridere in faccia.

«MAMMA!!»

«Si tesoro?»

Le risposi con tutta la tranquillità di cui ero capace. Mi guardava come se fossi pazza.

«Mamma, sai che ore sono?»

«Si tesoro, sono le otto meno dieci. Perché?»

«Come perché? Io devo andare a scuola!!!Anzi dovevo già essere la!!Perché non mi hai svegliata? E dove é finito Gabriel?»

«Sono qui.»

Gabriel scese le scale ancora assonato. Era completamente spettinato, e indossava ancora la maglia bianca e i pantaloni della tuta con i quali dormiva. La voce scocciata, ancora impastata dal sonno.

«Fa il favore Nessie: SMETTILA DI URLARE!»

«Uff. Qualcuno mi spiega che sta succedendo? Avete sentito cosa ho detto? Perché siete tutti così tranquilli?»

«Tesoro camati, ho chiamato il preside poco fa, ho avvertito che oggi avevamo un impegno e che avresti saltato la scuola. E' tutto a posto.»

«Un impegno?»

Annuii.

«C'è qualcuno che vorrei presentarti»

«Chi?»

«E' una sorpresa. Fa colazione e....mettiti in ordine. Usciamo tra mezz'ora.»

Mi guardava accigliata. Si decisamente cominciava a dubitare della mia sanità mentale. Si sedette stancamente alla penisola della cucina, addentando un croissant.

Sembrava incuriosita e pensierosa. Aveva la faccia di chi cerca di risolvere un equazione molto complicata. Guardava la sua tazza di latte come se si aspettasse di vederne saltar fuori qualcosa da un momento all'altro.

«Mamma?»

«Si?»

«Che fine ha fatto zia Rose?»

Ops.



Ecco a voi un altro capitolo!Spero ne siate soddisfatte!! Era quello che vi aspettavate?Fatemi sapere!!Aspetto i vostri commenti!!

Ciao!Baci!



Grazie a chi ha aggiunto la storia tra le preferite:

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87 -stars92
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89 -the_vampire_girl
90 -Tutti gli zeri del mondo
91 -unica93
92 -vampicullen
93 -Venerdi
94 -Veronica91
95 -Vero_Masen_Cullen
96 -_alessia98_
97 -_Kristal_

E a tutte/i coloro che recensiscono:

grazie!!!

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

Pov Edward

Era andata via. Si era voltata ed era scappata. Scappata da me. Ancora una volta. Mi sentivo sconfitto. Disperato.

Avevo dovuto usare tutta la mi forza di volontà per impormi di non seguirla, di non correrle dietro. Appena si era voltata e aveva fatto il primo passo lontana da me, ogni muscolo del mio corpo era scattato nella sua direzione, pronto a implorarla di restare. La mano di Jasper mi aveva trattenuto. Istintivamente gli avevo ringhiato contro, pentendomene subito dopo.

«Jasper che fai?»

Scosse la testa dispiaciuto: “ Lasciala andare Edward, è spaventata, ha paura, dalle il tempo di metabolizzare quello che è successo stasera...non farle pressioni..”

Sospirai sconfitto. Bella...

«Hai ragione, so che hai ragione....e solo che....non voglio perderla di nuovo...»

«Edward?»

Mi voltai verso Chester che aveva assistito a tutta la scena e sicuramente aveva capito cosa stava succedendo. Improvvisamente mi accorsi che ora potevo leggere i suoi pensieri e i pensieri di suo fratello, i quali erano tutti incentrati su Rosalie. Era …..innamorato di lei. E non riusciva a capire come lei potesse essere innamorata ancora di lui. Voleva lottare per lei. O mio dio. Questo si che poteva diventare un problema.

Lo guardai truce e mi rivolsi a lui con un tono altrettanto duro:

«Daniel, loro si appartengono»

Mi guardò sorpreso “Come fa a sapere a cosa sto pensando?”

«Perchè è il mio dono. Io posso sentire tutto ciò che pensi.»

Fece un passo indietro. I suoi occhi si spostarono in quelli di Rose, che lo guardava dispiaciuta. Lei sapeva quello che provava per lei. Sciolse l'abbraccio di Emmett e fece un passo verso di lui nel tentativo di consolarlo:

«Daniel...»

Lui alzò una mano per fermarla.

«Non voglio la tua compassione. Io me ne vado. Arrivederci Rose. Famiglia Cullen...Chester mi raggiungi?»

«Si, tra un attimo»

«Bene.»

Si voltò dileguandosi tra i boschi. Chester posò il suo sguardo su di me. Giusto stava per dirmi qualcosa, ma Daniel mi aveva distratto. Cercai di anticipare i suoi pensieri. Qualcosa non andava...non mi erano più inaccessibili come prima, ora potevo vedere i pensieri nella sua mente, ma era come se faticassi a leggerli, come se stesse cercando di respingere il mio potere.

Corrugai la fronte nello sforzo di concentrarmi, era frustrante.

Sul suo volto si disegnò un leggero sorriso di vittoria:

«Qualcosa non va Edward?»

Sembrava divertito e compiaciuto. Mi irritai maggiormente.

«Come fai a farlo?»

Figliolo che succede?” Sentivo la mia famiglia preoccupata per quella conversazione, non riuscivano a immaginare cosa stesse accadendo. Solo Rosalie, ovviamente, era tranquilla.

Chester lanciò un occhiata a Rosalie,come a chiederle il permesso, lei annuì. “Diglielo”

Chester sospirò, a quanto pare non era molto d'accordo con Rosalie, in ogni caso tornò a guardarmi.

«Ti sarai accorto che fino a poco prima i nostri pensieri ti erano preclusi, come quelli di Bella»

«Si....dipende da lei, vero?»

Il sospetto mi era venuto subito quando mi ero accorto che non sentivo i loro pensieri, ne avevo avuto la conforma dopo che se ne era andata.

«Si, è il suo dono. E'...uno scudo. Uno scudo psichico. E' molto potente»

Inconsciamente sorrisi. Era forte il mio more. Molto forte, a giudicare da come aveva protetto i pensieri di tutti.

«Quindi il suo scudo protegge tutti voi?»

«E' lei a estenderlo su di noi, a suo piacimento....di solito lo fa quando si sente minacciata.....cerca di....proteggerci. Mentre ora fatichi a leggermi perchè lei mi ha insegnato a...trattenere i miei pensieri»

Sentii una stilettata al cuore. Lei si sentiva minacciata da me....voleva proteggere la sua famiglia da...me.

«Capisco...»

«E....giusto perchè tu lo sappia....anche Gabriel, mio figlio, lo sa fare...»

«Lo ha insegnato anche a me...»

«Rose? Anche tu mi credi una minaccia?»

Mia sorella si era avvicinata, sembrava triste. Emmett non la perdeva di vista un attimo. In risposta alla mia domanda si limitò semplicemente a scuotere la testa. Poi si rivolse a Chester:

«Va da Bella, tu sei l'unico che può calmarla....dille di chiamarmi, e.....bhe dai un bacio a Nessie per me.....domani verrò da lei...»

Lui le sorrise:

«Sai che sono felice per te, vero?Non sentirti in colpa, non ci stai mica abbandonando....hai solo ritrovato la tua famiglia...»

«Anche voi siete la mia famiglia»

«Si, e sarà sempre così, lo sai...»non gli diede modo di finire la frase, gli si buttò tra le braccia singhiozzando. Vidi Emmett sussultare, ma non si mosse e non disse niente. Non era di lui che aveva bisogno Rose in quel momento.

«Chester......ti-ti prego...non andatevene....fermala....non-non lasciare che scappi via...io....»

«Shh, shh...Rose calmati, calmati..va tutto bene, nessuno sta scappando, nessuno se ne andrà. Bella non ti allontanerebbe mai da Nessie, lo sai...non ne sarebbe capace...sa quanto siete legate....»

Rose annuì e uscì dall'abbraccio protettivo di Chester.

«Quindi le parlerai?»

«Certo che lo farò. Sta tranquilla.»

Poi tornò a guardarmi:

«Sono sicuro che non se ne andrà. Anzi...credo tornerà molto presto.»

Non riuscii a non sorridere a qual pensiero. Che avesse ragione lui?Lo sperai con tutto me stesso.

«Sarà meglio che vada....è stato un piacere conoscervi...a presto»

Fece per voltarsi ma lo fermai:

«Aspetta!»

Si fermò, tornando a guardarmi:

«Che c'è?»

«Ti prego, dille che mi dispiace.......e che....se mai un giorno avrà voglia...anche solo di tornare a parlarmi....io ci sarò...l'aspetterò sempre. Glielo dirai?»

«Si. Lo farò.»

«Grazie. E.............ti prego.......dille...........dille che l'AMO.»

Annuì e poi scomparve.

Fu allora che crollai. Sentii le forze abbandonarmi. Mi sentivo come quando anni prima avevo scelto di andarmene di mia spontanea volontà, subito dopo la festa del suo diciottesimo compleanno. Allora come adesso sentivo che non sarebbe stata più mia. Quella volta fui smentito, questa volta però, temevo che non sarei stato altrettanto fortunato.

Tornai a sedermi sul tronco di quell'albero caduto, e li presi a fissare il punto dove solo pochi minuti prima c'era la mia Bella. Ora c'era solo il vuoto.

Dai loro pensieri sentii che erano preoccupati per me, volevano fare o dire qualcosa che potesse farmi sentire meglio. Alla fine però arrivarono tutti alla stessa conclusione. Sapevano che in quel momento più di ogni altra cosa avevo bisogno di restare da solo. Li sentii rientrare, a abbracciare felici Rosalie, erano tutti contenti di averla li, anch'io lo ero. Glielo avrei detto non appena fossi riuscito a muovermi da li.



Passarono alcune ore. Ero ancora seduto su quel tronco.

Un suono, estraneo, nuovo proveniente dall'interno della casa attirò la mia attennzione. Un....cellulare? Non conoscevo il suono, doveva essere di Rosalie. La sentii scendere le scale per andare nel salotto, dove si trovava il cellulare.

Rimasi in ascolto.

«Bella?»

Scattai. Mi ritrovai in piedi a fianco a Rosalie. Lei mi ammonì prima con lo sguardo poi col pensiero: “Piano zuccone...o ti sentirà!”

Annuii, e smisi anche di respirare.

«Ciao Rose, ti disturbo?»

«No, certo che no. Tutto bene?»

«Certo....solo...che...Bhe, vedi. Ho bisogno di un favore.»

«Ti ascolto.»

«Ho preso una decisione.»Deglutii a vuoto. Quale decisione? Di che parlava?Voleva andarsene? Se ne stava andando?La sua voce era così tranquilla........però..........?

«Quale decisione?»Rose mi lanciò un occhiataccia. O no. Ero stato davvero io a parlare? Non me ne ero nemmeno reso conto. Ovviamente Bella era una vampira ora, e non poteva non avermi sentito. Aspettai con ansia che dicesse qualcosa. La sentii prendere un grosso respiro. Poi finalmente parlò.



Ciao ragazze. Sono tornata finalmente. Mi dispiace di avervi fatto aspettare un po'. Ma chi segue l'altra mia ff sa già che ho avuto dei problemi. In ogni caso mi scuso per l'attesa.

Ma....bando alle ciance!! Che ne pensate di questo capitolo?

Lo so che vi ho lasciato con il dubbio, ma non posso farci nulla, è un vizio che non riesco a torgliermi!AHAHAHAH! E poi mi diverto quando vi arrabbiate perchè vi lascio sulle spine!AHAHAHAHAHAHAH!!

Scherzo!!! Lo sapete che vi adoro!!!!!!!!!!!

Comunque aspetto i vostri commenti!!!! BACI!

Un grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo:

  • Aleswan

  • fefe cullen

  • tulipano nero

  • missriccia87

  • moulianrouge

  • Fede13

  • _Kristal_

Per farmi perdonare del ritardo vi regalo anche una bella foto di Rob!!!!! Non è Bellissima questa immagine?

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14

Pov Edward


La sentii prendere un grosso respiro. Poi finalmente parlò.



«Edward?» Non potei resistere al suono della sua voce che mi chiamava. E avrei potuto giurare che non fosse affatto ostile, anche se l'avevo sentita chiaramente tremare, come se gli costasse un grosso sforzo pronunciare il mio nome. Guardai Rose con aria di supplica, mi sarei messo in ginocchio se fosse stato necessario, ma volevo parlare con Bella. Ora.

«Bella. Mi dispiace, non volevo intromettermi, e che quando...ho sentito...la tua voce...io......»

Prese un grosso respiro. Conoscevo quel respiro, era uno di quelli lunghi, profondi, da umana lo faceva sempre quando aveva bisogno di farsi coraggio.

«Rose....passamelo.»

Vidi mia sorella sbarrare gli occhi per un attimo, esattamente come me, non mi aspettavo certo che chiedesse di parlarmi, poi mi passò il telefono un po' incerta: “Guai a te se rovini tutto!”

Annuii e lei usci dalla stanza. Ero solo. Presi in mano il telefono e lentamente lo avvicinai all'orecchio, ero tremendamente emozionato. Il mio amore.....Il mio splendido amore......Aveva chiesto di parlare con me....

«Bella.»

«Ciao, Edward....» Chiusi gli occhi, il mio nome pronunciato dalle sue labbra mi procurava scariche elettriche in tutto il corpo. Che sensazione splendida.

«...scusa se prima sono scappata, sono stata.........maleducata»

«Bella, io......prima, non volevo turbarti, io....»Balbettavo come un bambino, non riuscivo a rimanere lucido, c'erano così tante cose che volevo dirle, che improvvisamente sembravano volessero uscire tutte insieme...lei però non mi fece finire, e mi interruppe quasi bruscamente. Il suo tono di voce era cambiato improvvisamente, d'un tratto era di nuovo fredda, di nuovo un vampiro. Questo mi spaventava e mi affascinava, contemporaneamente.

«EDWARD. Non importa ora, non è di questo che volevo parlarti. HO bisogno di chiederti un favore , a proposito di Renesmee.»

Venni improvvisamente investito da una strana ansia:

«Renesmee? Cosa è successo Bella? Sta bene?Che succede?»

La sentii sorridere. Provai un vero sollievo. I suoi cambiamenti d'umore dovevano essere dovuti alla sua giovane età. Probabilmente faticava ancora a mantenere a bada le emozioni. Ma ora, era di nuovo dolce. Era di nuovo Bella.

«Edward calmati......certo che sta bene. Sta dormendo nel suo letto, in una casa dove è controllata da due vampiri che vigilano sul suo sonno. Non potrebbe essere più al sicuro....credimi.»

«Mi dispiace. Hai ragione, scusa, e che quando ho sentito che pronunciavi il suo nome, mi sono sentito stranamente ansioso. Da quando l'ho conosciuta ho sempre il terrore che qualcuno possa farle del male, che possa succederle qualcosa. E così piccola, così innocente, così...fragile.»

«Io lo chiamo istinto materno.....tu.......beh, sono felice che sei riuscito ad accettarla, ero sicura che l'avresti amata. Non è straordinaria?»

«Si, lo è. Lo è davvero. Avevi ragione tu amore...»

Mi uscii di bocca prima che avessi il tempo di fermarmi. Non volevo farla sentire a disagio, non volevo farle pressioni. Ma, per me lei era ancora il mio amore, lo era sempre stata e lo sarebbe stata sempre, nulla avrebbe mai cambiato questa cosa. Amarla per me era naturale,vitale...Lei però aveva smesso di respirare.

«Bella?»

Non parlava, sembrava pietrificata. Dall'altra parte nessun movimento, nessuna risposta, eppure sapevo che era ancora li.

«Ti prego Bella scusami. Non volevo metterti a disagio, non volevo......io.. …. scusami ti prego.....mi rendo conto che per te è tutto diverso ora.... è solo che io ti a.....non accadrà più......scusami. Di qualcosa ti prego!»

Mi ero bloccato in tempo questa volta, stavo peggiorando ancora di più la situazione. Ma avevo un tale bisogno di dirle quanto l'amassi, quanto mi fosse mancata, ma dovevo resistere, lei non era ancora pronta a riprendermi nella sua vita. Dovevo stare calmo e aspettare. Dovevo rispettare i suoi tempi, le avrei concesso tutto il tempo di cui avesse avuto bisogno, ma non mi sarei mai arreso. Mai. Ero pronto a lottare per lei, con tutte le mie forze.

Un giorno, sarei riuscito ad ottenere il suo perdono, e avrei riconquistato il suo amore, e allora non l'avrei mai più lasciata. MAI più!

«Edward....per favore.....no»

Le tremava la voce. Accidenti.

«Perdonami. Ti prego!»

Ripresi fiato e continuai. Dovevo riuscire a distrarla, a farle parlare.

«Cosa volevi chiedermi a proposito di Renesmee?»

Provai a cambiare discorso e grazie al cielo funzionò, o forse colse solo l'occasione al volo. La sentii prendere un altro grosso respiro prima di continuare:

«Ecco mi chiedevo se potevo....portarla da voi, domani. Vorrebbe tanto passare del tempo con te....e conoscere il resto della famiglia....certo ovviamente sempre se siete tutti d'accordo, non voglio imporre la nostra presenza a nessuno....cioè, se non potete o non volete, io....non importa...>»

La interruppi. Stava cominciando a innervosirsi. Non doveva essere facile per lei affrontare questa conversazione. Era chiaro che stava facendo tutto per il bene di sua...nostra...figlia. Era una madre straordinaria.

«Bella, calma. Certo che puoi portarla qui. E' mia figlia. Non vedo l'ora di rivederla. E Esme e Carlisle ne saranno entusiasti. Quando la porti? Subito?»

«Bhè in realtà, volevo aspettare che si svegliasse. Pensavo a domani mattina, intorno alle nove. E' un problema?»

Che stupido che ero. Era ovvio che non poteva venire subito. Lei era umana per metà e quindi aveva anche bisogno di dormire.

«Hai ragione, scusa. Portala quando vuoi. Saremo tutti qui ad aspettarla. Ma...lei lo sa? Sei sicura che voglia venire qui? Che voglia passare del tempo con me....con noi?»

«Ecco non è che me lo abbia detto direttamente...ma lo ha detto. L'ho sentita chiaramente.»

Non capivo. Mi stavo perdendo un altra volta. Se non glielo aveva detto lei, allora come poteva essere così sicura di quello che voleva?

« Non ti seguo»

La sentii sbuffare. Sembrava imbarazzata.

«Prometti di non ridere?»

Mmm, In realtà il fatto che mi stesse chiedendo di non ridere, mi stava già facendo ridere.

Meglio non dirglielo. E poi adoravo il modo in cui stavamo parlando ora. Per un attimo la stavo sentendo di nuovo vicina, di nuovo mia complice. Non volevo rovinare tutto.

«Promesso.»

Sospirò pesantemente. Alla fine disse tutto d'un fiato.

«Parla nel sonno.»

Sorrisi. Piccolo amore mio. Assomigliava così tanto alla sua mamma.

«L'ho sempre trovata una cosa dolcissima, lo sai. E' bello sapere che si è tramandata in lei. Come i tuoi occhi. Non sono andati persi. Li potrò vedere sempre in lei. Non sai che meraviglia sia per me Bella.»

Sorrise. La sentii chiaramente. Ero stato io a farle sorridere.....per una attimo mi sentii davvero felice. Restammo in silenzio entrambi per qualche secondo. Persi nei nostri ricordi. Poi disse qualcosa che fu in grado di far tornare il mio cuore a battere. Se l'avessi avuta davanti a me in quel momento, non credo che sarei riuscito a trattenermi da stringerla a me e baciarla.

«Non sono le uniche cose che a preso da me: a quanto pare........TU sei sempre nei suoi pensieri.....»

Sorrisi. Ero al culmine della felicità. Stava succedendo qualcosa. Aveva fatto un passo. Un piccolo passo verso di me. Verso di Noi.

«Bella...»

Frettolosamente mi interruppe. Era in imbarazzo. Lo percepivo chiaramente.

«Devo andare Edward. Ci vediamo tra poche ore va bene?»

«Certo. Io sarò qui ad aspettarti....sempre...»

Sospirò. Aveva capito.

«Ciao Edward.»

«Cia Bella, a presto.»Ti amo.



Ciao ragazze/i!! Che ne dite? Capitolo dolce dolce!! Per tutte le romantiche croniche come me.

Vi piace? Che ne dite? Aspetto i vostri commenti!!

Baci!!!

Ad alcune avevo promesso una foto Hot, ma dopo questo capitolo, mi sento in vena di dolcezza....per cui....

Bella & Edward --------------- Kristen e Robert



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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15

Pov Bella

«Dove stiamo andando mamma?»

«Sorpresa»

Cercavo di sembrare il più rilassata possibile, la verità era che da quando avevo messo piede in macchina, l'ansia la stava facendo da padrona. La telefonata con Edward mi aveva aperto gli occhi sui miei sentimenti, una parte di me moriva dalla voglia di ricongiungersi a lui, all'unico uomo che mi aveva mai fatto battere il cuore....anche da morta. Ma la paura di soffrire e il risentimento per avermi abbandonata nei due momenti in cui avevo avuto più bisogno di lui, si facevano sentire prepotenti, inondandomi di paura. Non sarei sopravvissuta una seconda volta a quel dolore e purtroppo non potevo più permettermi di correre il rischio: avevo una figlia a cui pensare. Lei veniva prima di ogni cosa, anche della mia felicità.

Da quando ero diventata vampira amavo la velocità. Nonostante questo la velocità a cui andavo ora avrebbe fatto invidia a una lumaca.

«Mamma...perchè vai così piano?»

«Bhe tesoro....c'è il limite di velocità!»Che bugia pietosa.

«E da quando ti preoccupi del limite di velocità?»

«Bhe...da adesso»

Nemmeno mia figlia sembrava convinta. Fantastico. Ero il primo vampiro al mondo che non sapeva mentire.

«Se lo dici tu.»Appunto.

Guardai mi figlia che aveva preso a guardare fuori dal finestrino, sembrava triste e malinconica.

«Tesoro, cosa c'è?»

Smise di guardare fuori dal finestrino ma prese a giocherellare con l'orlo del suo vestito , lo sguardo basso.

«E che pensavo......ci rimarrà male...»

Di cosa stava parlando adesso?

«Chi?»

Si morse il labbro nervosa, lo aveva preso da me. Ancora non mi guardava.

«Prometti che non ti arrabbierai?»

Che strana domanda...Comunque la risposta per me era semplice, non sarei mai riuscita ad arrabbiarmi con lei, perciò annuii.

«Papà.....»

non potei evitare di irrigidirmi. Mi faceva sempre un certo effetto sentirlo chiamare così

«.......ecco ci rimarrà male quando non mi vedrà a scuola.....penserà che non voglio vederlo....»La sua voce si era spezzata in più punti. Stava cercando di trattenere le lacrime. Povera piccola mia, voleva già così tanto bene al suo papà?

«Sono quasi sicura che non è così»

«Come fai a dirlo»

«Beh tesoro, io conosco tuo padre un po' più di te!Fidati. Qualcosa mi dice che ti perdonerà...»

«Lo spero tanto....»

Proprio in quel momento entrammo nel vialetto di casa Cullen. Spensi la macchina.

«Siamo arrivate»

Vidi mia figlia ancora senza sorriso guardarsi intorno spaesata.

«Dove siamo?Di che è questa casa? E anche più isolata della nostra.....»

«Bhe, scendi, così puoi scoprirlo»

La vidi guardarsi intorno ancora senza entusiasmo. Poi si voltò improvvisamente verso la casa. Qualcosa aveva attirato la sua attenzione. Probabilmente aveva avvertito odore di vampiri....e odore di Edward. Io avevo iniziato a sentirlo diversi metri prima dell'entrata del vialetto.

La porta della casa si aprì rivelando la figura di Edward che sorrideva felice verso nostra figlia. Quel sorriso...se fossi stata umana il mio cuore avrebbe perso un battito, dovetti distogliere lo sguardo....

Gli occhi di mia figlia si spalancarono dallo stupore la bocca si aprì a disegnare una grosso O muta.

Feceva scorrere lo sguardo tra me e suo padre, sembrava indecisa sul da farsi

«Ma...ma...mamma...ma......»

La guardi facendogli il più rassicurante dei sorrisi:

«Sorpresa!»

«Oh mamma io....»

Non la lasciai finire, questo era il loro momento, io ero solo un contorno.

«Bhe? Non eri tu che morivi dalla voglia di rivederlo? Che aspetti?Corri!!»

Non se lo fece ripetere due volte. In meno di un secondo volò tra le braccia di Edward che l'aspettavano pronte.

«PAPA'!»

«Ciao piccola»

Renesmee stringeva forte il suo papà, mentre lui l'avvolgeva con un braccio e con l'altro le accarezzava dolcemente i capelli lasciandole di tanto in tanto dei baci sul capo. D'un tratto lo vidi irrigidirsi:

«Tesoro, perchè piangi?»

«Non-non è niente...papà..è..so-solo..che sono felice, ecco.»

Edward alzò la testa, i nostri sguardi si incrociarono, non potei fare a meno di sorridergli, il sorriso con cui mi ricambiò lui però fu il più bello che avessi mai visto in tutta la mia esistenza.

In quel momento capii.



Ecco qui ragazze: L'incontro! Un po' corto, lo so! Ma vi prego ditemi comunque che ne pensate!!! Ciao a tutte! Un bacione!

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16

Pov Edward



Dopo la telefonata con Bella ero rimasto tutta la notte di fronte alla vetrata della casa che dava sull'ingresso. Sapevo che prima o poi le avrei viste percorrere quel vialetto. Le mie ragioni di vita. I miei tesori. Dopo il passo avanti che Bella aveva fatto con me in quella telefonata, mi sentivo, forte, rinvigorito, con una nuova speranza.

Mi sentivo determinato.

Sapevo esattamente cosa volevo.

Volevo mia figlia, volevo mio moglie, volevo la mia famiglia.

La mia vita.

Rivolevo la mia vita, quella che ero stato tanto stupido da lasciarmi scappare dalle mani.

Avevo sbagliato, si, ne ero consapevole ora più che mai, ma avrei fatto ammenda, avrei rimediato a tutti i miei errori, avrei ridato a mia figlia il padre che meritava di avere, a Bella tutto l'amore che potevo offrirle, gli avrei fatto vedere che l'uomo che un tempo amava, l'uomo al quale aveva detto SI per l'eternità, esisteva ancora, e non voleva altre che lei, con la speranza che questo , un domani, sarebbe bastato a unirci come e più di prima.

Ma sapevo che per riuscire in tutto questo dovevo crederci. Dovevo crederci io prima di tutti. Solo così avevo qualche possibilità di riuscire nel mio intento, solo così avrei ricominciato a vivere.

Perso nei miei pensieri quasi non sentii l'auto che si avvicinava. Trattenni il fiato. Provai a sondare i pensieri dei sui occupanti. Nulla. Bella aveva sicuramente alzato lo scudo. Strinsi i pugni. Nonostante fosse chiaro il suo intento di permettermi di conoscere nostra figlia, ancora non si fidava del tutto di me. Non potevo biasimarla. Il dolore che le avevo causato aveva inferto ferite profonde, che solo il tempo, insieme a tutto l'amore che provavo per lei, avrebbero potuto ricucire. O almeno lo speravo.

Sentii la voce del mio angelo che invitava nostra figlia a scendere dalla macchina per scoprire dove l'avesse portata.

A chiunque altro il suo tono di voce sarebbe sembrato tranquillo, rilassato, privo di insicurezza, ma a me, che la conoscevo meglio di chiunque altro, non era sfuggita la tensione che tentava di nascondere.

Bella...sono io, sono sempre io.

Avrei tanto voluto correre da lei. Ma non era ancora il momento, e poi ora era un altra la persona a cui volevo dedicare tutte le mie attenzioni. La mia bambina. Non mi era sfuggito il suo faccino triste. Non volevo vederla così, lei non avrebbe mai dovuto essere triste, il solo pensiero mi rendeva nervoso. Non resistetti più e uscii , aprendo la porta di casa.

Il volto di mia figlia si illuminò all'istante di una felicità immensa: fu bellissimo. In quel momento avrei tanto desiderato poter piangere. La vidi esitare, non era sicura di quello che doveva o poteva fare, vidi il suo sguardo cercare incerto quello della madre, in cerca di conferma. Conferma che arrivò subito con un: “sorpresa!”, anche se pur sempre accompagnato da quel leggerissimo senso di insicurezza e paura che probabilmente potevo notare solo io.

Fu un istante e mi ritrovai quello scricciolo rosso tra le braccia. Mi sentivo bene, felice, completo. La mia bambina. Mi spaventai quando mi accorsi che stava piangendo. Perchè? Cosa non andava?

«Tesoro, perchè piangi?»

«Non-non è niente...papà..è..so-solo..che sono felice, ecco.»

Mi sentivo scoppiare di gioia , la mia bambina era felice, e io ne ero la causa. Un piccolo tassello di quel gigantesco puzzle che era la mia vita era andato a posto, c'era ancora molto lavoro da fare, ma con mia figlia tra le braccia, non riuscivo a non pensare che tutto sarebbe andato per il meglio. Finalmente tutto si sarebbe sistemato.

La mia gioia crebbe a dismisura quando alzando lo sguardo incontrai quello di colei che tanto tempo prima mia aveva rapito il cuore. Lo stesso identico sguardo, anche se ora era così simile al mio, l'emozione era medesima. E il suo sorriso...........il suo sorriso in quel momento era lo stesso che mi aveva fatto innamorare. Dio...avrei fatto follie per quel sorriso.

Sentii la mia famiglia radunarsi nel soggiorno, proprio alle mie spalle. Anche Bella li sentì, nonostante si trovasse ancora vicino alla macchina, e mi fece un cenno con la testa avvicinandosi a noi.

Giusto l'altra parte della sorpresa.

A malincuore staccai mia figlia da me posandole le mani sulle spalle. Lei mi guardò curiosa.

«Cosa c'è?»

«Bhè, piccola, c'è un altra sorpresa per te»

«Un altra?»Il suo faccino curioso e confuso era la cosa più dolce e buffa che avessi mai visto. Era un angioletto. Il mio angioletto.

«Si, vieni entriamo»

Le tenevo un braccio intorno alle spalle, eppure quando feci un passo avanti, verso l'interno, la sentii irrigidirsi. Non si muoveva.

«Renesmee?.....Cos'hai? Non vuoi entrare?»

Lei mi guardò con gli occhi lucidi, mordendosi il labbro. Non capivo davvero dove fosse il problema. Mi sentii morire quando il pensiero che avesse paura di me mi sfiorò.

«Tesoro, non avere paura, io non ti farei mai del male. MAI»

Aprii la bocca stupita, e scosse la tesata energicamente.

«Cosa? No,no, ma che dici, io non ho paura è solo che......»

Si morse di nuovo il labbro e si voltò lanciando uno sguardo a sua madre. Allora capii. Mi veniva da ridere...come poteva credere una cosa del genere.

«Ovviamente la mamma viene con noi. Non penserai certo che potrei lasciarla li, vero?»

«Davvero? Davvero mamma ? Vieni anche tu?»

Bella la guardo un po' stupida. Avevo la sensazione che stesse per scoppiare a ridere, ma che cercasse di mascherarlo per non offendere nostra figlia.

«Certo che si! E' solo che tuo padre deve aver vissuto troppo a lungo in questo secolo, si è dimenticato le buone maniere!»

Cosa? Che avevo fatto adesso? E perchè avevo la sensazione che mi stesse deliberatamente prendendo in giro. Non potevo negare, che una parte di me, stava toccando il cielo con un dito nel sentirla così disinvolta nei miei confronti. Mio dio...come era possibile che il mio amore per lei continuasse a crescere di minuto in minuto, lo sentivo cosi tanto, così forte, che temevo non sarei più riuscito a contenerlo.

Si schiarì la voce e mise su la sua tipica “ finta faccia seria”. Cielo....era splendida.

«Ehm..Ehm. Dica un po' Sign Edward Anthony Cullen! Sbaglio o dall'epoca da cui proviene lei, c'è un detto che dice....”prima le signore”»

Sorrisi. Avevo capito dove voleva arrivare. Decisi di stare al gioco.

Mi spostai di un lato portando Renesmee con me. Sembrava confusa ma divertita da quella scenetta.

Assunsi una postura diritta, spalle aperte, pancia in dentro e petto in fuori. Poi con una mano aprii la porta mentre portai l'altra dietro la schiena.

«Ha proprio ragione mia signora, sono stato molto maleducato, le chiedo perdono!!ehm...ehm....prego si accomodi.....dopo di lei madame»

Mi sorrise. Ansimai. Il sorriso era vero, era per me, tutto per me, non faceva parte della nostra piccola e improvvisata scenetta.

«Così va meglio....grazie»

Mi passò a fianco, con un dolce sorriso, il suo profumo mi inebriò i sensi. Era ancora buonissimo , ma non risvegliava il mostro in me come anni prima, risvegliava solo l'uomo, e i dolci ricordi della nostra luna di miele. L'ultima volta che eravamo stati una cosa sola, l'ultima volta che era stata mia.

Sospirai.

«Tocca a te piccola»

Mia figlia si voltò verso di me regalandomi un dolce sorriso. Mi strinse la mano e mi portò dentro con lei.



Pov Bella



O mio Dio.

Che stavo facendo?

Stavo flirtando.

Stavo filtrando con mio marito. Assurdo.

Era bastato un sorriso per mandarmi fuori giri. Non doveva accadere. Non doveva accadere mai più.

Spesso avevo l'impressione di mentire a me stessa. O meglio di mentire al mio cuore. Quello che mi suggeriva la mente era esattamente l'opposto di quello che mi urlava il cuore. Il primo mi diceva di rimanere lucida, distante, distaccata. Mi aveva già abbandonato una volta, e lo avevo perdonato, convinta che non sarebbe successo mai più, e invece lo aveva rifatto dopo che era diventato mio marito. Cosa gli avrebbe impedito di farlo di nuovo se avessi ascoltato il cuore.

Già. Il cuore.

Lui era in completo disaccordo con la mia mente. Lui mi urlava di perdonarlo, di tornare ad essere felice tra le sue braccia, di donarmi di nuovo completamente a lui, di credere ciecamente alle sue parole, di cedere ai suoi sguardi, ai suoi sorrisi, di sfiorargli le labbra, di viverlo.

Mi ridestai dai miei pensieri quanto sentii la sua voce chiamare nostra figlia.

«Renesmee, posso presentarti i tuoi nonni? I miei genitori............Vieni»

Gli occhi di mia figlia si spalancarono dallo stupore ma non disse nulla, limitandosi ad annuire e ad aggrapparsi alla mano forte di suo padre, esattamente come avevo fatto io anni prima, quando Edward mi aveva portato a conoscere la sua famiglia. Li seguii ed entrammo in un salone molto grande e luminoso, mi ricordava molto quello della grande casa bianca, a Forks.

Carlisle e Esme ci aspettavano in piedi in soggiorno uno accanto all'altro. Sembravano nervosi ed emozionati. Esme sembrava avesse voglia di piangere.

«Mamma, papà, lei è Renesmee.»

«Ciao Renesmee, io sono Carlisle, tuo nonno, sono molto felice di conoscerti finalmente.»

«Gr-grazie»

«Ciao piccola sono Esme , tua nonna. Sei bellissima cara, proprio come aveva detto Edward. Non sai che gioia sia per me conoscerti.»

«Anche io sono felice di conoscervi....nonni. La mamma e zia Rose mi hanno parlato tanto di voi»

Il volti di Esme sembrò illuminarsi.

«Davvero?»

«Si!Mamma dice che siete le persone più buone che abbia mai incontrato»

«Tua madre è sempre stata molto gentile con noi cara, più di quanto meritassimo»

Lo sguardo di coloro che consideravo anche un po' i miei genitori si posò nel mio. Sapevo a cosa si riferivano. Ricordavo quanto avesse sofferto Esme quando presi la decisione di andarmene. Avrebbe voluto restarmi accanto, essere con me nel momento difficile che mi aspettava. Ma sapevo bene, cosi come lo sapeva lei, che non avrebbe mai potuto abbandonare Edward o Carlisle, l'amore che provava per loro andava contro ogni ragione. Lo stesso valeva per Carlisle. Aveva provato infinite volte a convincermi di restare, e che quello che stavo facendo mi avrebbe uccisa, forse per sempre. Lasciarmi andare, per lui, era stata una grande mancanza, sentiva di aver fallito con me, sia come padre che come medico.

Ma io li avevo perdonati molto tempo prima. Non mi importava nulla del passato. Era stata una mia scelta, conoscevo ogni rischio, ero stata io a scegliere il mio destino. Non mi pentivo di nulla. Se fossi tornata indietro avrei fatto esattamente le stesse cose.

«E' esattamente quello che penso invece. A volte, non so cosa avrei fatto senza di voi. »

«Oh cara. Potrai mai perdonarci?»

«Va tutto bene.....mamma. E' tutto a posto. Non c'è nulla da perdonare»

Esme azzerò la distanza che ci divideva abbracciandomi forte.

«Oh Bella. Grazie»

I suo singhiozzi si fecero ancora più forti. Era evidente il peso che si era portata sulle spalle in tutto questo tempo. Anche Carlisle si avvicinò a noi, abbracciando entrambe e depositandomi un bacio sulla fronte.

«Grazie Bella. Non sai quanto significhi questo per noi. Ti vogliamo bene figlia mia.»

«Lo so. Grazie.....papà.»

Il mio sguardo si alzò cercando istintivamente quello di Edward. I suoi occhi sembravano oro liquido ora. Avrei potuto giurare che fosse felice. Mi sorrise dolcemente mimandomi un “Grazie”.

Annuii.

Improvvisamente l'urlo di mia figlia ci fece sobbalzare tutti.

«Zia Rose!»



Ecco un nuovo capitolo!! Dalle vostre recensioni so che lo aspettavate con ansia. Sono molto felice che il capitolo precedente vi sia piaciuto tanto. Spero che anche questo vi soddisfi! Grazie a tutti voi che avete recensito il capitolo precedente!! Grazie a tutti un bacione a :

  1. moonlightshine98

  2. Fede13

  3. moulianrouge

  4. sagatvmb99

  5. princess peack

  6. fefe cullen

  7. Stella Cullen

  8. _Kristal_

  9. tulipano nero

  10. mikelina

  11. missriccia87

  12. franz1000

  13. ShootingStarChildOfLight

  14. Nihal93

  15. iaele santin

Grazie di cuore!!! Mi avete commossa!! Siete grandi!!! Spero commenterete anche questo!!

Ora però ho un piccolo sondaggio:

Non so se inserire Jacob nella storia.....vorrei sapere che ne pensate voi e perchè! Grazie!!

Spero mi aiuterete nella scelta.

Baci.

Chiara.















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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17

Pov Bella.

Erano rimasti tutti a casa per poter passar del tempo con Renesmee. Perfino Carlisle aveva chiesto un giorno libero in ospedale.

Mia figlia era al settimo cielo. Non poteva credere di poter stare finalmente con tutti loro. Era bello vederla sorridere di continuo, parlava, giocava e scherzava con tutti, senza però allontanarsi mai da suo padre, sembrava terrorizzata dall'idea che potesse scomparire da un momento all'altro.

Tutta la famiglia sembrava girare intorno a lei. Tutti pendevano dalle sue labbra mentre l'ascoltavano raccontare la sua infanzia.

Quando aveva scoperto i poteri speciali di Alice e Jasper era impazzita, soprattutto per Alice, secondo lei vedere il futuro era proprio... “forte”.

Quando scoprì il potere di Edward, però, fu anche peggio. Trovava straordinaria questa sua capacità, ed era orgogliosa che lei avesse lo stesso potere del suo papà ,al contrario, come diceva lei. Quello fu l'apice. Stette l'intero pomeriggio a sfiorare i volti di tutti per mostrargli le cose più svariate, sembrava molto fiera di se stessa.

Era così eccitata che non riuscì nemmeno a mangiare.

Edward la guardava con occhi sognanti, sembrava guardasse un tesoro prezioso. Io invece impiegavo tutte le mie forze a cercare di non guardarlo.

Con occhi da vampira lo trovavo ancora più bello di quanto ricordassi. Era....perfetto. Faticavo a distogliere lo sguardo dalla sua figura, ma la paura che lui mi scoprisse era ancora più forte....ringraziai mentalmente più volte chiunque avesse deciso di donarmi il mio scudo, se lui avesse potuto leggere i miei pensieri in quei momenti, sarei sicuramente morta di vergogna.

I miei istinti, quelli umani, si erano risvegliati prepotentemente, e bramavano per essere sfogati. Fortunatamente sembrava che nessuno se ne fosse accorto...a parte Jasper. Dalle occhiate divertite che mi lanciava era evidente che lui avesse capito perfettamente ogni cosa.

Sbuffai. Maledetta empatia.

Ma niente fu tanto divertente come vedere Rosalie che rispondeva imbarazzata all'interrogatorio di mia figlia su dove fosse stata o cosa avesse fatto la notte precedente e sopratutto con chi.

Fu esilarante sentire le sue risposte e lo fu ancora di più vedere le facce che faceva Emmett.

All'ora di cena, nonostante l'eccitazione, lo stomaco di mia figlia si fece sentire.

«Tesoro, è ora di cena per te, forse dovremmo andare a casa»

«Oh no mamma!!Restiamo, ti prego»

Edward strinse a se Renesmee che gli si era praticamente appiccicata addosso nella speranza che questo potesse rimandare l'ora del rientro a casa. Lasciò un bacio sui suoi capelli, era incredibile come sembrasse piccola vicino a lui, poi alzò lo sguardo e mi sorrise

«Se non è un problema , può mangiare qualcosa qui, Esme ha fatto la spesa stamattina presto, in vista del vostro arrivo...»

«Davvero papà? O dai mamma posso?Ti prego!!»

Renesmee iniziò a saltellare sul posto senza mai staccarsi dalle braccia del suo papà.

Alzai gli occhi al cielo. Non sapevo resistere agli occhi dolci di mia figlia........ nemmeno a quelli di mio marito. Due contro uno....mi arresi.

«Va bene. Ti preparo qualcosa.»

«Posso farlo io.»

Mi voltai verso Edward piuttosto confusa, credevo scherzasse ma non c'era segno di ilarità sul suo volto. Era serio.

«Sii!!!»

Renesmee entusiasta lo abbracciò forte, prima di lasciarlo andare per correre a dire agli altri che si sarebbe fermata ancora per un po. Come se gli altri non avessero già sentito ogni singola parola. Solo in quel momento mi resi conto che io e Edward eravamo rimasti soli nella stanza. Mi agitai.

«Tu?»

«Si....ricordi? Ti piaceva molto la mia cucina....»

«No, no lo ricordo. Si vede che non è importante»

Sussultò alle mie parole. Erano sembrate dure perfino a me. Spostò lo sguardo voltandosi e prese qualcosa dal frigo. Avevo chiaramente visto una smorfia di dolore sul suo volto. Mi mancò il respiro......stupida. Ero stata una stupida. Si era comportato bene con me, gli avevo chiesto di non farmi pressioni, era sempre stato gentile, attento, e stava rispettando la mia scelta, per di più si stava rivelando un padre eccezionale.

Era girato di spalle chino sul bancone della cucina, intento a preparare la cena di nostra figlia. Era silenzioso, anche da qui potevo vedere il suo sguardo accigliato. Mi sentii un mostro,Presi un grosso respiro e mi avvicinai a lui, stavo tremando ma......con tutto il coraggio di cui ero capace,allungai una mano e la posai sulla sua. Migliaia di scariche elettriche attraversarono il mio corpo, come se stessi toccando il fuoco, ma non mi ritrassi e la lasciai dov'era. Lui ansimò spalancando gli occhi, i suoi occhi saettarono sulle nostre mani, ma non si mosse, sembrava pietrificato.

«Mi dispiace...»

Alzò gli occhi cercando i miei. Continuai:

«...sono stata scortese, scusami.»

Sul suo viso si disegnò un sorriso........boccheggiai....il mio sorriso sghembo....

Allungai una mano verso il cartone che si trovava accanto ai fornelli, lui immobile mi osservava. Afferrai delicatamente la sua mano, rivoltandone il palmo verso l'alto e vi depositai quello che tenevo nella mia: uova.

Lo vidi sbattere le palpebre confuso, in un tipico gesto umano....aspettai. Un istante dopo nei sui occhi si fece largo una scintilla di consapevolezza e tornò subito a guardarmi. Mi sentivo nervosa e presi a mordicchiarmi il labbro inferiore, come se fossi stato ancora umana, era un'abitudine che non avevo dimenticato.

«Allora...ricordi>»

Annui.

«Si Edward. Ricordo ogni minuto passato con te. Ricordo....tutto.....Ogni parola sussurrata, ogni carezza che mi hai regalato, ogni bacio che mi hai donato..........tutto.»

«Bella........»Si avvicinò ancora fermandosi a pochi millimetri dal mio volto. Solo un soffio e i nostri corpi si sarebbero toccati. La sua mano si alzò lentamente verso il mio volto, il gesto lo riconobbi immediatamente, come se fosse marchiato a fuoco nella mia memoria, era lo stesso a cui mi ero sottratta la sera precedente. Questa volta però non mi ritrassi e impaziente aspettai di poter sentir di nuovo il suo tocco. Chiusi gli occhi.

La sua mano sfiorò la mia guancia in una lunga e tenera carezza. La delicatezza con qui mi toccava mi faceva sentire come se fossi qualcosa di estremamente fragile e prezioso. Ansimai.

«Edward.»

Aprii gli occhi e annegai nel suo sguardo.

Amore. Era tutto quello che si poteva leggere: Amore. Ed era per me. Quello sguardo, quell'amore, era per me.

Poi finalmente successe: le sue labbra si posarono sulle mie i nostri corpi si incastrarono perfettamente l'uno con l'altro, come i due pezzi mancanti della stessa mela.

E fui felice, completa. Mi sentivo a casa. Ma sentivo amata. Mi sentivo Viva.

Le nostre mani si cercavano, le nostre labbra si rincorrevano, in una lunga serie di baci. Mille, dolcissimi, piccoli baci, interrotti solo dal suono delle nostre risate sulle labbra dell'altro. Avrei potuto restare li cosi, in quella cucina, per sempre. Non avrei mai voluto che si allontanasse da me. Avevamo dimenticato tutto. Le nostre incomprensioni, i nostri litigi, i nostri problemi. C'eravamo solo noi. Solo Bella e Edward, finchè:

«Mamma? Papà?»

Oh.





Ecco il nuovo capitolo!!Che ne pensate?Fatemi sapere!!!

Grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo:

  1. Vale9

  2. Rita_Lautner

  3. _Kristal_

  4. fefe cullen

  5. Aleswan

  6. moonlightshine98

  7. tulipano nero

  8. moulianrouge

  9. Angy Pattz

  10. Fede13

  11. Stella Cullen

  12. missriccia87

  13. iaele santin

    Per quanto riguarda il sondaggio volevo dirvi che peri il momento prevalgono i pro- Jacob, ma cmq aspetterò il prossimo capitolo per decidere, in caso qualcuno voglia ancora dire la sua opinione. Una piccola precisazione che non ho fatto e me ne scuso e che nella mia storia non entrerebbe proprio come personaggio positivo o almeno non del tutto.

    Detto questo vi lascio!!Un bacione grande!! E commentate!!

    Chiara.

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Buona giornata a tutte/i. Prima di lasciarvi al capitolo vorrei dirvi alcune cose:

1°. Mi dispiace davvero se vi ho fatto aspettare tanto, ma purtroppo, come qualcuna di voi già sa, avevo perso l'ispirazione, la voglia di scrivere. Fino ad oggi. Questo mi porta direttamente all'altra cosa:

Grazie. Grazie, perchè siete state proprio voi a ridarmela. Questa mattina mi sono ritrovata sul mio profilo di efp, senza bene cosa fare, quando l'occhio mi è caduto sulla voce: “controlla le ultime recensioni”. Così l'ho fatto. Sono entrata e ho letto le recensioni. Tutte le recensioni. Dal primo capitolo della prima storia all'ultimo. E cosi l'ispirazione è tornata. Quindi grazie a tutte voi che leggete e recensite, perchè questa storia è anche un po' vostra!

Come per i capitoli precedenti, ringrazio chi ha recensito l'ultimo capitolo, scusandomi per la mia mancata risposta. Cercherò di rimediare. Promesso.

Grazie a:

  1. Aleswan

  2. Payne Manello

  3. _Kristal_

  4. Vale9

  5. Vero_Masen_Cullen

  6. moulianrouge

  7. Rita_Lautner

  8. fefe cullen

  9. tulipano nero

  10. missriccia87

  11. ShootingStarChildOfLight

  12. Angy Pattz

  13. Fede13

  14. moonlightshine98

  15. Nihal93

  16. iaele santin



Capitolo 18

Pov Bella


«Mamma? Papà?»

Oh.



Mi staccai dal corpo di Edward in un lampo, andando a cozzare contro il bancone della cucina alle mie spalle. L'urto fu così violento che tremò tutta la stanza. Mi sentivo tremendamente in imbarazzo. Non avevo il coraggio di alzare lo sguardo e incontrare quello di mia figlia o di Edward, che sentivo entrambi su di me. Ma le parole di mio marito mi costrinsero a farlo.

«Renesmee.....perchè?.....no, non è così tesoro........»

Edward stava rispondendo ai pensieri di nostra figlia. Avevo abbassato lo scudo senza che me ne rendessi conto. Il suo volto era pieno di dispiacere, non so se per la mia reazione o per quello che vedeva nei pensieri della nostra bambina. Spostai lo sguardo su di lei e rimasi stupita di ciò che vi trovai. Era in piedi accanto alla porta, teneva il volto rivolto verso il basso, le sopracciglia aggrottate,le labbra serrate, le braccia rigide lungo e fianchi e le mani strette a pugno. Il suo respiro era leggermente accelerato.

«Tesoro...»

«Mamma. Voglio andare a casa.»

Ancora non ero riuscita a guardare Edward, ma percepii chiaramente con la coda dell'occhio il suo irrigidimento.

«Come dici?» Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. Possibile che vedere i sui genitori baciarsi l'avesse turbata tanto?

«Voglio andare a casa per favore»

«Perchè?»

«Io.....ti prego mamma»

Feci qualche passo verso di lei. Mi faceva male vederla soffrire così. Volevo aiutarla, volevo capire cosa la turbasse in quel modo. Allungai una mano verso di lei accarezzandole il capo.

«Tesoro. Che succede?»

La sua reazione improvvisa mi spiazzò. Abbandonò la posizione rigida di poco prima per buttarsi letteralmente tra le mie braccia scossa dai singhiozzi.

«Renesmee....»Ero confusa. Ero davvero confusa. Fino a pochi minuti prima sembrava il ritratto della felicità. Non credevo di averla mai vista tanto felice e adesso.....

Mi voltai alla ricerca dello sguardo di Edward. Lui era l'unico che sapeva cosa passasse nella mente di nostra figlia. I suoi occhi tristi si specchiarono subito nei miei. Non c'era bisogno di parole tra noi....

«Ha paura che succeda di nuovo......ha paura che io possa ferirti di nuovo....che possa abbandonarvi di nuovo......crede che se tornassimo insieme prima o poi qualcosa ci separerebbe nuovamente e lei sarebbe costretta a rinunciare ad uno di noi......»

Potevo chiaramente leggere la sofferenza nei suoi occhi e nella sua voce che si era spezzata in più punti. Non potevo credere alle mie orecchie, quindi era questo che pensava mia figlia. Temeva una possibile riappacificazione tra me e suo padre. Temeva che se avessimo avuto un nuovo litigio lei sarebbe stata costretta a scegliere tra noi, e non voleva, non voleva rinunciare a nessuno dei due. Come ero stata cieca. L'idea non mi aveva nemmeno sfiorata. Ma era ovvio che lei temesse questo. Per tutta la sua vita aveva visto sua madre soffrire a causa di suo padre. Per tutta la vita aveva creduto che non aveva accanto suo padre a causa di un litigio avuto con suo madre. Era ovvio che ora che aveva Edward finalmente nella sua vita, fosse terrorizzata che qualcosa potesse di nuovo separarla da lui. E io purtroppo non potevo dargli garanzie. Non potevo garantirgli al 100% che quello che era successo tra me e Edward, per ben due volte, non potesse ripetersi una terza.

Edward si avvicinò a noi posando una mano sulla spalla di nostra figlia.

«Tesoro.....non sentirti in colpa....hai tutto il diritto di provare queste cose.....non è colpa tua.....la colpa è mia, solo mia. »

«Mi dispiace. Sono un egoista lo so. La mamma sarebbe di nuovo felice...e anche tu papà......so che è così, e so che chiunque al mio posto vorrebbe poter vedere di nuovo i propri genitori felici e insieme.............è solo che io........»

«hai paura» Edward fini la frase al posto di Renesmee, che era scoppiata in lacrime. Improvvisamente, per la prima volta da quando ero vampira, sentii l'urgente bisogno di sedermi.



Pov Edward



Non riuscivo a crederci. Quello che fino a pochi minuti prima mi sembrava un sogno, il mio piccolo paradiso personale, si stava trasformando nel mio incubo peggiore.

La sofferenza che potevo vedere nei pensieri di mia figlia mi stava portando dritto all'inferno. Di nuovo.

Ancora una volta stavo avendo la conferma che ad alcuni errori non c'è rimedio. Mai. Nemmeno se hai un'eternità a tua disposizione.

E per un vampiro mai è tempo molto lungo, infinito.....eterno.

«Renesmee, ti prego.....tu e tua madre siete la cosa più bella che la vita mi abbia mai regalato......vi amo entrambe, immensamente. Quel giorno, quando tua madre se ne andata, quando ho lasciato che le mie paure prendessero il sopravvento sul nostro amore, ho commesso il più grande errore della mia vita, e ne pagherò le conseguenze per l'eternità. Ho perso tanto.....troppo, quel giorno. Se penso che quando tua madre ti ha dato alla luce, io non ero con lei, mi sento scoppiare dal dolore....non posso credere di aver perso la tua nascita, la tua infanzia. Niente mi restituirà mai quei momenti....il tormento mi perseguiterà in eterno.»

la vidi spalancare la bocca, sorpresa.

Oh...papà....non mi sono mai soffermata a pensare alla tua di sofferenza...”

Gli sorrisi cercando di rassicurarla più che potevo.

«Non preoccuparti tesoro»

«Va bene, per oggi basta così. Renesmee prendi le tue cose»

Bella si era rialzata, dopo essersi abbandonata su uno sgabello della penisola.

Non mi guardava.

Mia figlia la guardò per pochi secondi e....nulla. Non sentivo nulla. Bella aveva rialzato lo scudo su di lei. Non potei fare a meno di sentirmi ferito per un secondo.

Si voltò senza rispondere e andò in salotto a prendere tutte le sue cose, poche in realtà:la giacca, la borsa un cd con le musiche che avevo composto per Esme e Bella,e un piccolo album di foto che Rose aveva preparato apposta per lei nel pomeriggio. Conteneva alcune foto di me e Bella e della nostra famiglia, dai tempi sui banchi di scuola a quelle del matrimonio, fino ad arrivare all'ultima, unica foto di lei, rannicchiata sul divano bianco della grande villa di Forks, che sorridente e...sola, accarezza la sua già evidente pancia. Rose la scattò il giorno precedente a........a quello in cui tutto cambiò.

Feci un passo verso Bella, sfiorandole il braccio con una mano.

«Amore, ascoltami...»

Nel momento in cui le mie dita vennero in contatto con la sua pelle, fui di nuovo attraversato da una scarica elettrica. E di nuovo il desiderio di stringerla a me si fece largo prepotentemente.

Ma durò un secondo, perchè fu subito sostituito dalla delusione nel vederla sottrarsi al mio tocco.

«No. Non fare così. Ti prego. Non scappare da me»

Abbassò nuovamente lo sguardo, negandomi l'accesso ai suoi occhi. Mi sentii perso.

«Edward ti prego...lasciami andare.»

Afferrai con decisione il suo polso nel momento in cui si voltò diretta verso la porta.

«NO»



continua........

Solo un ultima precisazione: qualcuno si è preoccupato del fatto che non si sono visti Chester, Gabriel e Daniel negli ultimi capitoli. Volevo tranquillizzare dicendo che non sono spariti, anzi nei prossimi capitoli saranno a dir poco protagonisti e essenziali per il rapporto tra Edward e Bella.

Detto questo. Vi lascio. Grazie ancora!!Aspetto i vostri COMMENTI!!!

p.s: ancora dimenticavo: a seguito del sondaggio vi annuncio che Jacob farà la sua entrata!Aspettatavi di tutto!!Non sarà proprio piacevole!!Lupachiotte siete avvertite...vi prego non me ne vogliate!!! Ciao a presto!! Stavolta ho finito davvero!!

Un bacione.

Chiara.

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19


«Edward ti prego...lasciami andare.»

Afferrai con decisione il suo polso nel momento in cui si voltò diretta verso la porta.

«NO»



Pov Renesmee

Avevo passato la giornata più fantastica della mia vita.

La sorpresa che mi aveva fatto mamma era......era..........non avrei mai creduto possibile una cosa del genere. Fino a ieri in casa nostra era quasi tabù parlare a mia madre di suo marito, cioè di mio padre...e oggi invece....

Chissà che cosa era successo per farle cambiare idea così in fretta.

Il mio papà era sicuramente il papà migliore del mondo, non avevo più alcun dubbio su questo. Avevo scoperto che possedeva un pianoforte antichissimo, che apparteneva alla sua vera famiglia, quella di quando era umano....gli altri miei nonni. Quando gli avevo chiesto di suonarmi qualcosa si era irrigidito, lo avevo visto guardare verso mia madre che in piedi guardava fuori dalla vetrata persa nei suoi pensieri, l'intensità del suo sguardo era inimmaginabile...doveva amarla molto. Strinse i pugni irrigidendo la mascella:

«Magari un altra volta tesoro.....sono anni che non lo faccio più......che ne dici.....ti andrebbe di vedere alcune foto di tua madre quando aveva più o meno la tua età?»

Non potevo crederci.

«Davvero? Hai delle foto della mamma ? »

«Certo piccola. Ne ho molte. Ti andrebbe di averne qualcuna?»

«Oh magari papà, sarebbe bellissimo!»

Rise del mio entusiasmo, mi sentii un po' in imbarazzo, ma non potevo farci nulla, ero felicissima, poche ore e avevo già scoperto così tante cose sulla mamma, su papà....cose che non conoscevo.

Passai ore a sfogliare gli album di mamma con papà. Ogni volta che che posavamo gli occhi su una foto che ritraeva entrambi, felici, abbracciati, sorridenti....papà sospirava , o si accigliava carezzando con i polpastrelli la foto che ritraeva il profilo di mia madre. Altre volte ancora, con gli occhi cercava quelli di mamma nella stanza, occhi che puntualmente fuggivano ogni volta che incontravano quelli di mio padre.

Non capivo bene cosa stesse succedendo, ma non sapevo come dovevo sentirmi a riguardo. Papà sembrava tanto innamorato di mamma, eppure...l' aveva fatta soffrire così tanto. Come si può far soffrire tanto qualcuno che sia ama? Non lo capivo. Mamma sembrava così nervosa vicino a lui. Era sempre pronta a scattare, non capivo cose scatenasse quella reazione. Era come se combattesse contro se stessa, ma non riuscivo a capire per cosa...

Mi divertii così tanto con gli zii e i nonni, che quando papà chiese a mamma di permettermi di mangiare li, quasi mi sentii esplodere dalla gioia. La faccia esasperata di mamma era buffissima!

Corsi dai nonni a dirgli che avevo il permesso di fermarmi ancora un po'. Magari nonna Esme mi avrebbe raccontato ancora qualche aneddoto su papà...Risero tutti quando mi precipitai in soggiorno per comunicargli la notizia:

«Piccola lo sappiamo, abbiamo sentito...»

Oh giusto, nella mia famiglia erano tutti vampiri. Non capivo come potessi dimenticarmelo così spesso.

«Sai zia Rose, papà ha detto che cucinerà lui per me!»

«Si, lo faceva spesso anche per tua madre.....secondo lei era molto bravo, ma non saprei confermartelo.»

Giusto, per loro tutto il cibo umano era rivoltante. Sorrisi al pensiero di mio padre che cucinava per mia madre. La trovavo una cosa estremamente dolce e carina. Mio padre era così gentile con tutti...si vedeva che proveniva da un altra epoca...proprio come nonno Carlisle o Chester....erano dei veri principi azzurri. Mi chiesi se fosse proprio tutta questa cavalleria a far innamorare mamma di papà. Pensai che anche Gabriel , in fondo, era cresciuto in un altra epoca...più o meno la stessa di mio padre, eppure lui era così simile a me. Mi riscossi dai miei pensieri...la curiosità di vedere papà fare qualcosa di così umano era incontenibile.

«Giusto......mmmm...io vado ad aiutare papà!»

Zio Jasper si alzò improvvisamente.

«Piccola aspetta...è meglio se resti qui!»

«Cosa?»

Vidi tutta la mia famiglia irrigidirsi...nonna e zia Alice sorridevano...che stava succedendo?

Mi voltai prima che qualcuno potesse fermarmi e corsi in cucina....sentii la voce di zia Rose che cercava di fermarmi:

«Nessie, no»

Non le diedi ascolto, e approfittando della velocità ereditata da mio padre, mi precipitai in cucina.





Pov Bella

La stretta sul mio polso si era fatta più decisa così come la sua espressione. Era serio, non mi avrebbe lasciata andare.

«Edward ti prego»

«NO.»

Sospirai. Mi sentivo stranamente esausta. Le sue mani su di me erano salde, tuttavia sembrava scosso da un leggero tremore, che non riuscii a decifrare.

«Edward!»

Il mio voleva essere un tono di rimprovero, ma suonò più come una supplica. Di tutta risposta mi attiro a se avvolgendo mi nel suo abbraccio. Lo lasciai fare, non avevo ne la forza ne la voglia di tirarmi indietro. Abbandonai la testa sul suo petto lasciandomi cullare dalle suo carezze. Tremava ancora......solo in quel momento mi accorsi che erano singulti.

Stava piangendo.

Mi abbandonai , stringendo mi di più a lui che sprofondò il volto nel mio collo inspirando forte.

«Edward...non possiamo, non posso......non voglio deluderla.....non possiamo pensare a noi stessi...ha già sofferto troppo a causa nostra, non permetterò che succeda ancora.....quindi lasciami andare.....adesso.....ti prego....io non è la forza.»

Volevo essere forte, ma il suo profumo, il suo tocco, il suo respiro...erano come un faro nella notte per me.....non riuscivo più ad allontanarmi da lui.

«Non ce la faccio Bella. Non ce...la ...faccio....Ti prego...amore mio...ti prego..»I singulti stavano aumentando, cosi come la stretta delle sue braccia intorno al mio corpo.

Sentii i passi di mia figlia che tornava …... non era sola. Riconobbi l'odore di Rose.

Forzai le braccia di Edward che mi lasciò andare. Come me, ovviamente aveva sentito nostra figlia avvicinarsi. Quando mi fui allontanata, alzai lo sguardo per poterlo guardare di nuovo negli occhi. Quello che vidi mi pietrificò. Sembrava devastato dal dolore....Non riscii a trattenere u lamento

«..Edward..»

Lui alzò lo sguardo che fino a pochi secondi fa sembrava perso nel vuoto, provando a sorridermi....ma quello che gli uscì fu solo una smorfia di dolore.

«Mamma...sono pronta...zia Rose ha detto che vuole venire con noi...»

Mia figlia mi guardava con occhi colpevoli. Se la conoscevo bene a quest'ora pensava che fosse lei la causa di tutto. L'avrei convinta del contrario a casa..più tardi. Gli rivolsi il sorriso più rassicurante che fossi in grado di fare in quel momento.

«Va bene tesoro....andiamo?»

«Si...solo...posso salutare papà prima...»

Annui guardando Edward. Il suo volto era così assente che ebbi paura di quello che stava succedendo dentro di lui in quel momento. Non ero nemmeno sicura che avesse sentito le parole di Renesmee.

Fece qualche passo verso di lui, timorosa. Dovette chiamarlo due volte per riscuoterlo.

«Papà?......Papà?»

Edward alzò la testa di scatto...,,proprio come immaginavo non si era accorto che fosse li, fino a quel momento.

«Piccola..»

Mia figlia deglutii a vuoto prima di proseguire.

«Sei-sei arrabbiato con me?»

Edward sembrò riprendersi immediatamente a quelle parole spalancando gli occhi.

«NO!Amore mio, che dici?Tu sei la mia bambina...non potrei mai essere arrabbiato con te.....tu non immagini il bene che ti voglio»

«Oh papà!»

Mia figlia azzerò le distanze abbracciando forte suo padre.

«Va tutto bene piccola, non preoccuparti....andrà tutto bene...»

Nessi tirò su col naso un paio di volte,prima di staccarsi da lui per guardarlo negli occhi. Non voleva che lui la vedesse piangere.

«Verrai a scuola domani papà?»

Si morse il labbro nervosa. Sapevamo tutti che con quella domanda in realtà voleva sapere se lo avrebbe rivisto.

Edward sorrise accarezzandole una guancia.

«No piccola, domani c'è il sole...io non posso....»

Renesmee si irrigidì a quelle parole, i suoi occhi, spalancati, si stavano già per riempire di lacrime.Edward intuendo ciò che stava per accadere si affrettò a terminare la frase.

«...ma se vuoi, dopo la scuola, io sarò qui ad aspettarti...potrei aiutarti a fare i compiti, o qualsiasi altra cosa tu voglia.»

Il volto di mia figlia si illuminò dalla gioia, sembrava commossa.

«Davvero? Davvero vuoi che venga da te?»

«Ma certo piccola, non sai quanto mi farebbe felice»

Nessie sorrise felice, lo abbracciò, allungandosi sulla punta dei piedi, per stampargli un bacio sulla guancia.

«A domani papà»

«A domani tesoro»

Corse in macchina lasciandoci soli. Rose guardò Edward per un secondo.

«Lo so» disse lui, probabilmente rispondendo a un pensiero di Rosalie.

«Che cosa sai, Edward?»

Lui mi guardò, serio.

«Che non devo arrendermi. E non lo farò Bella. MAI. Riuscirò a fare capire a Renesmee che ti amo più della mia stessa vita, riuscirò a fargli capire che senza di te non posso vivere, che sarei disposto a dare la mia vita per te e per lei. Farò di tutto perchè lei possa fidarsi finalmente di me...farò di tutto per riaverti, per riavere mia moglie, per riavere la mia famiglia. Ci riuscirò, vedrai.»

Ero senza parole. Come avrei potuto combattere contro qualcosa di così grande, contro qualcosa che anche io desideravo con tutta me stessa.

Distolsi lo sguardo dal suo, non ero più in grado di reggerlo.

«Rose...andiamo?»

«Si certo.»Rose mi precedette, uscendo verso la porta secondaria che si trovava li in cucina, proprio alle mie spalle. Fuori ormai era il crepuscolo.

«Ciao Edward» fu appena un mormorio il mio, ma sapevo benissimo che lo aveva sentito. Tenevo lo sguardo basso, ancora non trovavo il coraggio di tornare a guardarlo.

Mi diressi verso la porta e l'aprii, quando udii il suo sussurro:

«Ciao amore mio»

Mi voltai di scatto, incrociando lo sguardo vuoto di.....mio marito. Fu allora che capii...e cosi lo feci:

In un lampo, alla mia velocità, azzerai la distanza che ci separava prendendo il suo volto tra le mani e premendo forte le mie labbra sulle sue.

La risposta fu immediata. Mi avvolse tra le braccia, stringendomi forte contro il suo corpo, così forte che se fossi stata umana mi sarebbe mancato il respiro.

Le nostre labbra si divoravano a vicenda avide di sentire il calore dell'altro. Dovetti fare forza con le mani sul suo volto per staccarlo da me. Ma dovevo farlo. Dovevo dirgli una cosa importante. Volevo che lui sapesse.

I nostri respiri corti si scontrarono quando interruppi il bacio, staccando le mie labbra, che rimasero comunque a pochi centimetri da lui. Nonostante non ne avessi bisogno, mi mancava il fiato.

Lo guardai dritto negli occhi e sorrisi. Inclinò la testa di un lato:

«Che cosa c'è?»

Sorrisi di più.

«TI AMO.»

I suoi occhi si spalancarono dalla gioia,increduli, poi sorrise insieme a me, chiudendo gli occhi e appoggiando la sua fronte alla mia.

«Ti amo anch'io»



Eccomi. Vi ho fatto aspettare un po' lo so, mi dispiace. Ma sinceramente sono così soddisfatta di questo capitolo che in fondo credo ne sia valsa la pena! Voi che ne dite??? A me piace davvero molto!!!

Grazie ancora ai miei angeli che recensiscono sempre i miei capitoli!!Siete la mia ispirazione!!Vi prego non smettete mai!!

Grazie a:

  1. KiareTta217

  2. Vero_Masen_Cullen

  3. Payne Manello

  4. _Kristal_

  5. Aleswan

  6. Rita_Lautner

  7. tulipano nero

  8. iaele santin

  9. fefe cullen

  10. Fede13

  11. missriccia87

  12. moulianrouge

  13. erika1975

Grazie anche a chi ha messo la storia tra i preferiti:

1 -00Stella00
2 -Alessia08
3 -Aleswan
4 -alice77
5 -Angels4ever
6 -Angy Pattz
7 -bebbaguido
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36 -Rita_Lautner
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Grazie mille anche a chi mi segue:

1 -1717
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5 -Aislinn_05
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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Ciao a tutte/i! Come sempre prima del cap, rispondo alle recensioni!!Scusate ma è l'unico momento in cui ho tempo!!non me ne vogliate!!!Grazie!!

Cominciamo:


Payne Manello: Ciao anche a te!! Si allora capisco quello che vuoi dire, ma io in realtà la vedo sotto un altro punto di vista che probabilmente riuscirai a capire meglio leggendo questo capitolo, per quanto riguarda Emmett, no non va a vivere con Rose, è troppo presto, e poi non dimentichiamo che Chester Daniel e Gabriel abitano li e dovrebbero essere d'accordo anche loro su questo. Poi, beh si in effetti gli ormoni di bella viaggiano a grande velocità, non dimentichiamo che è vampira da cinque anni e che i suoi istinti sono potenti e poi diciamoci la verità....quando si ha davanti Edward è difficile zittire gli ormoni!!!AHAHAHAHA!comunque la cosa si ricollega a quello che ti dicevo prima sul diverso punto di vista, che vede una bella presa da se stessa, ma lo capirao leggendo..così non ti anticipo nulla...detto questo...so benissimo che la tua è una critica costruttiva, tranquilla (o tranquillo, non ne sono sicura...scusa) e infanti ti ringrazio perchè comunque dici sempre quello che pensi e sei molto sincera!E' una gran cosa!!Grazie ancora! Alla prossima!

Vero_Masen_Cullen: Ciao, nel prossimo cap la strada si farà tortuosa per l'amore di Bella e Edward....ma si hanno fatto entrami la scelta giusta!! Grazie mille! Ciao a presto!!un bacio

Aleswan : Ciao! Sono felice che il capitolo ti piaccia..e si Renesmee è un po' egoista, ma essendo una bambina/adolescente i suoi sbalzi d'umore saranno numerosi.....

Grazie per i complimenti!! un bacione!

tulipano nero: Mi sa che l'intoppo sta per arrivare! Mi spiace!! Sono felice che ti piaccia il capitolo!!Ciao alla prossima!

fefe cullen : Ciao beh no le cose non torneranno come prima del bacio, ma le cose si metteranno comunque in salita.....e Renesmee ha capito qualcosa.....Ciao a presto un bacione!

princess peack : Ciao! Dovranno soffrire ancora un po' per essere finalmente una famiglia felice, la situazione in cui vertono è parecchio complicata, non bisogna dimenticarsi di Gabriel, Chester e Daniel...

Ciao alla prossima!

Federobi :Ciao grazie mille!!Spero ti piacerà anche questo nuovo capitolo!

Franz1000 : Ciao!!Bhe si in effetti manca proprio il via di Renesmee per far vivere tutti tranquilli..ma forese non sarà facile come si pensava...

_Kristal_ : Ciao!!Bravissima!!In effetti l'idea me l'hai data proprio tu!!Grazie!! Io lo dico sempre che siete la mia ispirazione con le vostre recensioni!!!E' la verità e questa ne è la prova!!Grazie mille!!Un bacione a presto!

Angy Pattz : Grazie che belle cose!!Mi fai emozionare!!E' bello sapere che la senti così tanto!!!grazie anche per tutti i complimenti!!!Un bacione grande!!!!!!

Fede13: oddio!!mi fai venire da piangere!!!Sei carinissima grazie!!Anch'io adoro tutte voi che leggete le mie storie!!Tu non sai quanto sia importante per me!!Grazie mille ancora per tutto quello che hai detto..o meglio scritto!!!E' bellissimo emozionarvi....grazie!!Un bacio. Chiara

moonlightshine98: si in effetti forse Renesmee questo l'ha capito..ma come sempre dal momento che parliamo di Edward e Bwlla prevedo altri problemi all'orizzonte!!grazie dei complimenti!!Un bacione!

Missriccia87: Ahahahahah!!grazie!!Feliche che ti sia piaciuto...a presto!!

iaele santin :ahahahaha! E mi sa che fai bene a non cantare vittoria troppo presto!!!Ciao alla prossima!!


Ecco fatto!!Buona Lettura!



Capitolo 20

Pov Renesmee



«Zia Rose?»

«Si, piccola?»

«A zio Emmett non dispiacerà che stai venendo via con noi?»

«No tesoro...non preoccuparti....lui lo sa che ho bisogno di stare anche un po' con voi...»

Mia zia stava seduta al posto di guida nel parcheggio davanti casa con lo sguardo fisso verso una finestra...stavamo aspettando mia madre...ancora non era salita in macchina....

Zia Rosalie sorrise...non capii.....seguii il suo sguardo, alla finestra c'era zio Emmett in piedi, gli occhi persi in quelli di sua moglie....imbarazzata distolsi lo sguardo, non volevo violare la loro privacy....

La mente tornò a quello che era accaduto poco prima....lo sguardo di mio padre quando guardava la mamma era lo stesso di zio Emmett,....pura estasi...solo che in quello di mio padre era ben visibile un pesante alone di sofferenza...

Mi ero accorta che ogni volta che vedeva i miei nonni o i miei zii abbracciarsi distoglieva lo sguardo sospirando o socchiudendo gli occhi...a volte cercava mia madre con lo sguardo e stringeva forte i pugni....

Mi chiesi se si comportasse così perchè anche lui provava il desiderio di abbracciare sua moglie, propri come facevano i suoi fratelli o suo padre...

«Zia Rose?»

«Si»

«Credi che papà stia bene...»

Spostò velocemente lo sguardo da quello dello zio per voltarsi verso di me, che sedevo sul sedile posteriore.

Sul suo volto si dipinse un cipiglio confuso.

«Cosa? In che senso cara?»

«Credo di essermi comportata male con lui....io....credo che mamma volesse stare con lui....come tu stai con zio Emmett....ma quello che ho detto.....ho rovinato tutto zia Rose....»

«Cosa cerchi di dire tesoro? Spiegati meglio»

Sospirai. Mi vergognavo a parlare di queste cose, ma sapevo che con zia Rose avrei potuto parlare di tutto....

«Io prima.....li ho visti baciarsi.......in cucina...»Annuì ma non aggiunse altro.

«E' per questo che volevate fermarmi tu e zio Jasper, vero? Voi lo sapevate...»

«Si...»

«Credo che mamma abbia finalmente perdonato papà per.....averla lasciata sola...»

«Credo anch'io....tua madre ha un cuore grande.....non ho mai conosciuto nessuno come lei.....la sua capacità di perdonare è senza limiti............e ama tremendamente tuo padre......ha rinunciato a tutto per lui»

«Ho rovinato tutto....ho visto i loro sguardi...non ho mai visto mamma così.......mai.......avrei dovuto rimanere zitta...........non pensavo quello che ho detto.....non so nemmeno perchè l'ho detto»

«Per Bella la tua felicità viene prima di ogni cosa.....anche prima della sua..o di quella di Edward....era disposta a essere trasformata per lui...ma per te.....era disposta a morire... »

Rimasi in silenzio. Mi sentivo tremendamente in colpa........cosa avevo combinato?Avevo sempre sognato una famiglia unita, poter vivere con mamma e papà in una grande casa con i nonni e gli zii.....ora finalmente dopo cinque anni avevo la possibilità di rendere tutto reale...e invece....mi ero spaventata.......avevo conosciuto la verità sul loro allontanamento solo il giorno prima e ne ero rimasta stabilizzata.

La cosa strana è che mi ero resa conto di essere delusa più da mamma che da papà.......

Zia Rosalie aveva detto che mamma aveva perdonato papà......ma forse era lui a dover perdonare mamma?

Papà aveva sicuramente sbagliato a chiedere a mamma di scegliere, ma la mamma...avrebbe potuto provare a convincerlo, sarebbe potuta rimanere fino alla mia nascita e far vedere a papà che si sbagliava e invece....si era arresa subito...senza nemmeno provarci.....

Insomma erano sposati, non mi sembrava giusto che alla prima difficoltà, alla prima incomprensione, mamma avesse fatto le valige e se ne fosse andata....

Aveva detto di essere sicura che dopo la mia nascita papà avrebbe riconosciuto il suo errore e mi avrebbe amata....ma come poteva se lei era scappata, senza lasciare tracce......

Ora sembrava volesse tornare con il mio papà ma......se si fossero ritrovati di nuovo in disaccordo?

Uno dei due avrebbe fatto le valige e se ne sarebbe andato? No, papà non se ne sarebbe mai andato. E mamma?.......Forse, ma mi avrebbe voluto con lei, il che era anche peggio...

Venni riscossa dai miei pensieri dallo sbattere di una portiera. Mamma era arrivata ed era salita in macchina, al posto del passeggero.

Sorrideva.....mia zia la guardava in modo strano:

«Possiamo andare?»

«Si certo andiamo....»

Mi appoggiai stancamente al sedile della macchina con la fronte premuta contro il finestrino, Mamma guardava fuori.....sembrava persa nei suoi pensieri.

Sbuffai.

Rimasi in silenzio per tutto il viaggio, sentivo mamma e zia parlare, credo che mi chiesero qualcosa a un certo punto, ma io non risposi.....non avevo voglia di parlare....mi limitai a una scrollata di spalle.

«Tesoro...che cos'hai?»





Pov Edward

Sembravo un ebete. Non riuscivo a togliermi quel sorriso idiota dalla faccia.

.............«Ti amo»

La sua voce continuava a suonare nella mia testa, senza sosta. Due semplici parole e per me si era riaperto il paradiso! Avrei mai potuto essere più felice? Mi amava...lei....mi amava...mi amava ancora...amava me, ME.

E le sue labbra....quando desideravo quelle labbra.....le avrei baciate per secoli interi, senza mai stancarmene........non mi sarei mai potuto stancare di quelle labbra.......

Era tutto così...diverso.....

Era come me ora.....non dovevo più trattenermi, avrei potuto amarla con tutto me stesso, come avevo sempre voluto, non dovevo più temere di farle male quando la stringevo tra le mie braccia..non dovevo più stare attento al bisogno che aveva di respirare...o preoccuparmi che prendesse freddo a contatto con il mio corpo...

«Siamo di buon umore eh?»

Voltai la testa verso il suono della sua voce. Ero così in contemplazione della figura di mia moglie nella mia testa, che non lo avevo nemmeno sentito arrivare......

«Jasper, ciao..scusami io...ero sovrappensiero»

«Bella vero?»

Sorrisi imbarazzato. Lui sentiva chiaramente quello che provavo.

«Non sentirti in imbarazzo Edward, è normale desiderare la propria moglie.... sopratutto dopo un periodo di lontananza lungo come il vostro....»

«Ehi,disturbo?»

«Emmett...no, vieni...»

«Scusate non volevo interrompere la vostra conversazione...ma Rose non c'è e io.....mi sento....irrequieto»

Lo guardai attentamente sondando la sua mente. Era preoccupato e....geloso.....temeva la vicinanza di Daniel, aveva capito che provava attrazione per sua moglie, e il fatto che sua moglie fosse li in quella casa, dove c'era anche lui...lo rendeva nervoso.

«Sta tranquillo Emmet....Rose ti ama...non succederà nulla con Daniel.....lei gli vuole bene, ma niente di più, abbi fiducia in lei.»

«Mi fido di lei....è lui che mi preoccupa.......non ricordi come la guardava l'altra sera?»

In effetti non potevo dargli torto.

Si sedette proprio accanto a me, sui gradini del portico , sospirando. Rimasi li a guardare la pioggia che scendeva aspettando lo scorrere del tempo

«Sarà una lunga notte fratello...»

«Temo di si...»

Anch'io ero molto preoccupato. Bella aveva detto di amarmi ma, non mi era sfuggito il modo in cui Chester la guardava e come lei si fosse affidata a lui, alle sue braccia, per scappare da me......Il fatto che poi lui volesse tenermi nascosti i suoi pensieri, la diceva lunga...

«Non posso credere di aver perso cinque anni con Rose...»

Sospirai...mi uscì una risata amara...

«Non posso credere di aver perso i primi cinque anni di vita di mia figlia...........che padre orribile sono......»

La mano di Emmett si posò sulla mia spalla, in un gesto sincero, fraterno, come non faceva da anni:

«Sei un buon padre Edward....hai l'eternità davanti per dimostrarlo. Nessuno ti restituirà gli anni che hai perso ma....puoi rendere quelli avvenire memorabili...»

«Grazie..fratello»

«Hey, non c'è di che....sono saggio io»

Sorrisi.....in altre occasioni avrei riso davvero....ma il vuoto che lasciava l'assenza di Bella in me, rendeva tutto più amaro...

«Ehi ...che succede?»

Carlisle ci aveva raggiunto in veranda, sembrava divertito...

«Che sono quei musi lunghi? Dovreste essere felici...sopratutto tu Emmett....e invece...cosa c'è che non va?»

«Niente Carlisle è solo che ora che le abbiamo ritrovate....dopo tanto tempo separati, è dura vederle andare via....così....senza di noi......»

Emmett sospirò:

«Già.....chissà che sta facendo ora Rosalie....»

«Ehi voi quattro.....che fate qui fuori?»

Esme e Alice si unirono a noi. Rimasi sconcertato alla vista di mia sorella.

«Che hai combinato Alice?»

«Oh...niente...volevo aiutare Esme a preparare dei dolci per Renesmee.......ma non credo di essere portata...»

Era ricoperta di farina dalla testa ai piedi,....i capelli erano tutti arruffati e perdevano nuvole bianche ad ogni movimento del capo....le guance e le mani erano sporche di cioccolato e...uova...Non avrei mai creduto di poter mai vedere Alice in quello stato...

Non riuscii a trattenere una risata e nemmeno la mia famiglia , la quale si unì a me....

«Alice...ma.....ahahah......come ti sei......ahahahah..conciata!»

Emmett si stava letteralmente sbellicando dalle risate. Era bello vederlo ridere di nuovo....negli ultimi cinque anni non lo aveva più fatto......

Alice mise il broncio, ma dai suoi pensieri mi arrivò la felicità che provava nel vedere Emmett di nuovo sereno, e la speranza che presto avrei potuto unirmi a lui...................era la mia stessa speranza.....

Jasper si avvicinò a sua moglie,le passò un braccio intorno alla vita, e le posò un bacio leggero sulla tempia.

«Sei bellissima comunque, amore»

Alice prese la mano di suo marito, ignorando le risate di Emmett e lo trascinò al piano di sopra....

Sospirai.......Bella

Avrei dato qualsiasi cosa per averla li con me.....

«Credo che andrò a caccia stasera, mi aiuterà a non pensare..Edward vieni con me?»

«No, grazie Emmett...credo che resterò qui ancora un po'...mi piace guardare la pioggia...» Era vero...mi ricordava lei......

Anuuì e si allontano nella pioggia. Esme e Carlisle mi sorrisero e si avviarono anche loro verso la loro stanza.....provavo invidia per il loro rapporto...e di questo mi vergognavo.....ma il desiderio di stare con Bella stava diventando insopportabile.....mi toglieva la lucidità...

Rimasi solo...a farmi compagnia solo il rumore della pioggia che cadeva incessantemente sul terreno....

D'un tratto un rumore attirò la mia attenzione....veniva dal bosco...rimasi in ascolto. Qualcuno stava correndo..e veniva dritto verso di me. Il vento contrario non mi permetteva di sentirne l'odore....aspettai che fosse abbastanza vicino per sentirne i pensieri...Passò qualche secondo...poi finalmente il primo pensiero arrivò. Seppi immediatamente a chi apparteneva e la forza e le lacrime con cui venne accompagnato mi fecero gelare:

PAPA'!!”



Ok eccomi qui!!Come sempre aspetto i vostri commenti!!

Un bacione!

Chiara.



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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21

Pov Renesmee



...mi limitai a una scrollata di spalle.

«Tesoro...che cos'hai?»



Eravamo arrivati a casa. Scesi dalla macchina sbattendo forte la portiera.

«Niente.»

Mia madre mi guardò con un sopracciglio alzato.

«Non direi...sei stata pensierosa per tutto il tempo che ci abbiamo messo a tornare qui...»

Quell'ultima frase, mi fece andare su tutte le furie.

«Non “qui” mamma! “CASA”, questa è “casa”, non è “qui”! Lo hai già dimenticato? O forse stai pensando di abbandonare anche questa casa...e questa famiglia!!»

Mia madre mi guardava allibita, la bocca spalancata. Era la prima volta che mi rivolgevo a lei in quel modo, era sorpresa almeno quanto me....di certo non si aspettava una scenata del genere. Distolsi lo sguardo prendendo a guardare al suolo, la fronte aggrottata. Mi ero già pentita di come avevo appena parlato alla mamma, sapevo che forse stavo esagerano, ma ormai avevo lanciato il sasso, non potevo più tornare indietro.

Proprio in quel momento la porta di casa si spalancò, interrompendo la nostra discussione, Chester e Daniel ci vennero incontro felici e sorridenti, Gabrilel invece aveva un broncio perfino peggio del mio.

«Siete tornate finalmente....è andato tutto bene?»

Mia madre staccò per un attimo lo sguardo da me sospirando, poi si voltò verso Chester e gli sorrise.

«Si grazie Chester....tutto bene...»

«Mi fa piacere che sia così, e....mi fa piacere che siete tornate.....forse ora Gabriel la smetterà di tenere il muso.........»

Chester si voltò verso Gabriel che aveva preso a guardarlo in un modo indecifrabile.

«Che c'è? Eri tu che non smettevi di guardare fuori dalla finestra per vedere se fossero tornate! Beh ora sono tornate! E guarda, sono tutte intere!!Visto?»

Gabriel sbuffò.

«Spiritoso!»

Mamma si avvicinò a lui, posandogli una mano sulla spalla per attirare la sua attenzione.

«Credevi che non saremmo tornate?»

Lui alzò le spalle, poi prese un respiro profondo:

«Un po' lo temevo, si»

Mia madre azzerò la distanza e lo abbracciò forte.

«Mi dispiace....ti prometto che qualsiasi cosa accada noi saremo sempre una famiglia.....NOI non ti abbandoneremo! MAI! Capito?»

Gabriel ricambiò l'abbraccio, nascondendo il volto nel collo di mia madre, il suo fu solo un sussurro ma riuscii comunque ad udirlo.

«Grazie.....non posso immaginare di venire abbandonato anche da voi....non lo sopporterei»

«Non succederà promesso....»

Gabriel, anche se non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, aveva trovato in lei la mamma che non aveva mai avuto, era stato chiaro a tutti fin da subito la devozione che provava nei suoi confronti. Nonostante fosse molto più grande di lei, vedere la sofferenza che aveva dovuto subire per poter mettermi al mondo, lo aveva unito a lei profondamente. In lei aveva visto lo stesso dolore che aveva dovuto sicuramente sopportare anche sua madre quando lo aveva messo al mondo. Lui diceva a tutti di non ricordare nulla della madre, dal momento che era morta subito dopo averlo dato alla luce......io però sapevo che mentiva. Ricordavo perfettamente i miei primi momenti di vita...il volto sofferente di mia madre, le mani tremanti di Zia Rose, lo sguardo preoccupato di Chester...e gli occhi curiosi di Gabriel.....ricordavo tutto....perfino le urla di dolore di mamma durante la trasformazione....

Io ricordavo ogni cosa e ero più che sicura che lo ricordasse anche Gabriel. Non sapevo perchè avesse scelto di mentire a tutti, perfino a Chester, ma non avrei tradito il suo segreto, quando sarebbe stato pronto a dire la verità, sarei stata al suo fianco....fino ad allora però non avrei raccontato nulla a nessuno, ne di me, ne di lui...

«E' la verità?.....Non te ne andrai stavolta?»

Alle mie parole mamma sciolse l'abbraccio con Gabriel voltandosi nuovamente verso di me...

«Stavolta? Renesmee...si può sapere di che parli? E' la seconda volta in pochi minuti che mi accusi di abbandono! Voglio una spiegazione!»

«Io.....»

Guardai negli occhi zia Rose, che annuì incoraggiandomi a parlare. Lei probabilmente, dopo il discorso che le avevo fatto in macchina, aveva già capito qualcosa sulla natura dei miei pensieri, ma discreta com'era sapeva che non doveva intromettersi, lasciando che risolvessi da sola la questione con mia madre.

«Nessie, tesoro, dimmi che cosa succede. Per favore. Perchè sei arrabbiata con me.......è.....è...per tuo padre?»

«No....cioè si...cioè….non proprio....insomma...perchè lo hai lasciato mamma!!! Perchè? Potevi almeno dargli un po' di tempo!!!Hai fatto le valige e te ne sei andata!!!Avresti potuto aspettare la mia nascita…..per chiudere con lui...che fretta avevi?»

«Non è così semplice come pensi tu tesoro, ci sono altre ragioni che mi hanno spinto a quella scelta....e poi tuo padre allora era stato chiaro, categorico, non avrebbe ceduto.......non era disposto a rischiare la mia vita....so che per te è difficile da comprendere, so che avresti voluto che fossi rimasta con Edward per darti la possibilità di crescere con tuo padre, ma credimi non potevo.....per tanti motivi.......andandomene ho salvato la vita a tutti loro....»

Rimasi sconcertata da quella frase. Che voleva dire che andandosene aveva salvato la vita a tutti loro? Per quale strana ragione le loro vite erano in pericolo?? Ero io la causa di tutto?

«Mamma che significa? Di che stai parlando?»

«Si Bella...che vuol dire? Perchè non ne sapevo niente...che cos'è questa storia?»

Chester si era avvicinato a mia madre...lo sguardo sembrava deluso.. Per quanto ne sapevo mia madre aveva sempre detto tutto a Chester...non potevo credere che poteva avergli tenuto nascosta una cosa così importante...e dallo sguardo che aveva...nemmeno lui riusciva a crederci....

«Chester...ti prego...è...complicato.....»

Chester voltò lo sguardo verso zia Rosalie

«Tu sai di cosa sta parlando?»

Lei annuì e si avvicinò di più a sua sorella..

«Bella è tempo. Devono sapere...»

«D'accordo...... prima però entriamo...ne parleremo con calma....è una storia lunga....»



Sedevamo tutti intorno al grande tavolo della sala da pranzo,. Tavolo che in realtà usavamo occasionalmente solo io e Gabriel, ma che risultava essere molto comodo in caso di riunioni di famiglia come questa.

Mamma si era seduta in testa al tavolo, in modo da poterci guardare tutti, Chester si sedette alla sua destra mentre Rosalie alla sua sinistra seguita da Daniel, mentre io Gabriel, ci sedemmo acconto a Chester.

Nella stanza regnava un religioso silenzio, eravamo tutti in attesa che mia madre parlasse. Sembrò prendersi qualche secondo per riordinare bene le idee, in fondo erano pur sempre fatti avvenuti quando lei era ancora umana, e quindi la sua memoria era in difficoltà in queste circostanze.

Prese un respiro profondo, alzò lo sguardo su di me, poi finalmente parlò...

«Quando conobbi Edward avevo diciassette anni, mi innamorai di lui fin da subito, nonostante qualcosa nella mia testa mi diceva che era pericoloso...quando mi salvò da quel furgone ne ebbi la certezza...ma ovviamente lui era restio a parlarmi della sua natura. Un giorno venni invitata a passare un pomeriggio alla spiaggia da degli amici di scuola....lì incontrai Jacob Black. Jacob era il figlio del migliore amico di mio padre....lo avevo incontrato il primo giorno che arrivai a Forks... ma poi non lo avevo più rivisto. Jacob era un Quliutte e come tale andava alla scuola della riserva....e noi eravamo a la Push, la spiaggia che apparteneva proprio a quella riserva. Avevo invitato Edward a passare il pomeriggio con noi, ma lui non si presentò, allora non ne capii il motivo. Comunque...una ragazza.... “Loren”, credo fosse questo il suo nome, aveva intuito il mio interesse per Edward, così provò a stuzzicarmi facendo una battuta su di lui....il risultato fu che un amico di Jacob rispose provocando la mia curiosità. Disse: “ i Cullen non vengono qui”. Il significato era chiaro....loro li conoscevano. Provai ad indagare ma nessuno voleva spiegarmi quella risposta, così più tardi riuscii a convincere Jacob Black a parlarmi di loro. Lui mi narrò di una leggenda, sui dei freddi e su dei lupi-guerrieri, che appartenevano alla loro tribù. Secondo la leggenda i Cullen, “i freddi”, vennero trovati a cacciare sul territorio indiano. I lupi, grazie al capo dei freddi, decisero di non attaccare. Lui spiegò loro che erano diversi da tutti gli altri freddi, loro non si nutrivano di sangue umano, non uccidevano umani, anzi avevano imparato a convivere insieme a loro. Così il capò tribù e i Cullen strinsero un patto: i lupi avrebbero permesso ai Cullen di vivere li, in pace, a patto che non facessero alcun male agli esseri umani. Si divisero il territorio, e nessuno dei due gruppi avrebbe dovuto invadere il territorio dell'altro o svelare agli umani il segreto sulla loro natura. Se uno solo dei componenti dei due gruppi fosse venuto meno al patto, la tregua si sarebbe ritenuta conclusa e lo scontro inevitabile...»

«Cosa centra questo con voi?»

«Beh, quando tuo padre mi lasciò la prima volta, caddi in una forte depressione, rimasi in uno stato quasi catatonico per mesi, poi, un giorno, Jacob Black entrò nuovamente nella mia vita....Il tempo per me riassunse di nuovo significato, con lui mi sentivi di nuovo serena, nacque un'amicizia profonda....sincera...qualche tempo dopo scoprii che Jake era un licantropo, le cose si complicarono un po'.....io ero innamorata di un vampiro, il suo nemico naturale...e lui....beh lui era innamorato di me....non era una situazione facile. Poi Io e Edward ci ritrovammo.....Edward non vedeva di buon occhio l'amicizia tra me e Jacob, temeva per la mia incolumità....in realtà credo, ancora oggi, che fosse solo geloso....comunque, io ero felice, Edward era tornato da me ...ma Jacob mi mancava.....avevo anche bisogno di lui. Successero molte cose, e Edward e Jacob, così come il resto dei Cullen e il branco, si allearono per potermi difendere....presto mi accorsi di provare anch'io amore per Jake, fu difficile...ma alla fine la mia scelta non poteva essere che Edward....non potevo vivere senza di lui....Quando ricevette l'invito al matrimonio, Jacob scappò.....credevo di averlo perso per sempre, credevo non mi avrebbe mai perdonata per la mia scelta....non avevo scelto solo Edward, avevo scelto anche di morire, di diventare come lui...e questo Jake non riusciva ad accettarlo...poi, il giorno del matrimonio, durante il ricevimento lui tornò…fu il regalo di matrimonio più bello che potessi ricevere, ma poi, dopo solo pochi minuti, litigammo…..dissi a Jake della luna di miele che avrei fatto con Edward…da umana…..lui si infuriò, era sicura che sarei morta…..così se ne andò di nuovo….quando scoprii di essere incinta, tornammo subito a casa, Edward voleva….lui….non riusciva a…capire….lui….»

Mia madre era sempre in difficoltà quando doveva spiegare la reazione di mio padre alla sua gravidanza, lo era stata anche il giorno prima, quando mi aveva raccontato il vero motivo del loro allontanamento, in qualche modo cercava sempre di difenderlo o giustificarlo.

«Mamma…va bene…non preoccuparti…so cosa voleva fare papà….va avanti….»

Fece un respiro profondo guardando zia Rose, che le sorrise annuendo.

Tornò a guardarci e continuò:

«Comunque….sapevamo che il branco non avrebbe preso bene la notizia, non avrebbero mai accettato Renesmee, l’avrebbero vista sicuramente come una minaccia, da distruggere…..in più….l’unica possibilità che avevo di sopravvivere al parto era quella di venire trasformata….»

«E questo avrebbe infranto il patto, giusto?»

«Già…»

«Quindi…..te ne sei andata senza che Jacob sapesse che aspettavi un bambino…ma…..ora sei anche un vampiro….cosa hanno detto al branco…»

«Non lo so…Rose?»

«Emmett mi ha detto che gli hanno dato la stessa identica versione che hai dato tu a Charlie…»

«E loro gli hanno creduto?»

«Ovviamente no….ma non ti hanno più vista….non hanno prove….sono impotenti……Emmett ha detto che Jacob l’ha presa piuttosto male….più di una volta hanno dovuto dividere lui e Edward….sembra si siano scontrati più volte….finché non sono andati via da Forks...»

«Credi che Jacob mi stia ancora cercando?»

«Sinceramente, non ne ho idea.....anche se è sempre stato molto testardo...ed era davvero molto innamorato di te....non credo abbia mai perso la speranza di ritrovarti»

Quindi mamma aveva avuto un altro amore oltre a papà.....mi sembrava incredibile....Andandosene aveva evitato che papà , i nonni e gli zii si scontrassero con quei lupi, probabilmente gli aveva salvati.....e aveva salvato me...Ma se la stavano ancora cercando? Se quel Jacob l'amava, come diceva la zia, magari la stava ancora cercando...Cosa sarebbe successo se l'avesse trovata...e se avessero trovato me?

Mi sentii incredibilmente stupida....come avevo fatto a dubitare di mia madre...come avevo anche solo potuto pensare che il suo fosse stato un gesto, egoistico...o...codardo....Mia madre aveva fatto la scelta più altruista e coraggiosa che potesse fare....e io....ero stata un mostro a pensare il contrario....

Presi coraggio e mi alzai a sedere, si voltarono tutti a guardarmi, non ebbi il coraggio di tenere lo sguardo alto, temevo i loro sguardi, così abbassai la testa guardandomi le mani.

«Mamma...mi dispiace...io....scusami se ti ho accusata ingiustamente...sono stata...io...»

«Basta così...va tutto bene tesoro..non importa...non potevi saperlo»

«Quindi, adesso che si fa?»Daniel si era alzato in piedi avvicinandosi al fratello.

Chester era rimasto in silenzio per tutto il tempo, aveva ascoltato la storia senza fiatare, seduto, i pugni stretti, senza mai staccare gli occhi dal volto di mia madre. Il suo sguardo, era freddo, duro, impenetrabile. Non avevo la minima idea di quello che potesse passargli per la testa.

Non rispose a suo fratello ma , improvvisamente si alzò, ignorando tutto e tutti, iniziando a camminare a passo spedito verso la porta.

Mia madre si irrigidì spalancando gli occhi. Si voltò di scatto verso di lui:

«Chester, ti prego aspetta..»

Chester spalancò la porta di casa continuando a camminare, mia madre corse subito dietro di lui.

«Chester, per favore....fermati»

Non si fermò. Mamma aumentò il passo affiancandolo. Lo afferrò per un braccio costringendolo a voltarsi e a guardarlo.

«Chester...perfavore parliamo»

«Parlare? Avresti dovuto farlo tempo fa Bella...adesso è tardi.....ci eravamo fatti una promessa...e tu l'hai infranta....tu mi hai mentito...come puoi parlare di famiglia?Tu non sai cosa significa essere una famiglia!»

Vidi mamma tremare alle sue parole. Non sapevo di cosa parlassero esattamente. Non sapevo si fossero fatti una promessa....

«Chester...io non..»

D'improvviso tutto cambiò. Un rumore sordo...un ringhio...... arrivò dalla foresta di fronte alla casa....mamma si irrigidì, e con lei Chester. Zia Rose Daniel e Gabriel, scattarono verso di loro....tutti assunsero la posizione d'attacco.

Sentii zia Rose sussurrare:

«Mio dio ...non può essere...»

Mamma si voltò verso di noi...

«Gabriel...porta via Nessie....»

«No...io non posso lasciare mio padre!»

Mi madre scattò verso di me, sobbalzai ritrovandomela improvvisamente davanti, non ero abituata a vederla usare le sue doti da vampira in mia presenza. Non capivo che stava succedendo...ma sentivo il mio cuore battere furioso dalla paura come mai prima d'ora....le lacrime presero a scorrere sole sulle mie guance...

«Ma-mamma, che-che succede» Mia madre mi prese il viso tra le mani, accarezzandomi le guance e asciugandomi le lacrime.

«Tesoro ascoltami, non piangere...guardami....andrà tutto bene, capito? Ora però tu devi voltarti, e correre...correre più veloce che puoi, voglio che tu vada da tuo padre....capito?»

«Si...ma tu.....vieni anche tu!»Non riuscivo a smettere di singhiozzare, la paura stava avendo il sopravvento su di me...l'idea di andare via senza mia madre mi stava terrorizzando..

«No. Non posso. Io devo restare qui!Ricordi la strada per arrivare da lui?» Annui, incapace di pronunciare qualsiasi parola.

«Bene...corri allora, va...e non fermarti, capito?»

«Si, ma..che—che cosa succede?....Mamma?»

Strinse le labbra nervosa lanciando un'altra occhiata verso il bosco.

«Il branco è qui....ci hanno trovate...»

Senti il mio cuore perdere un battito. La paura divenne puro terrore. Il branco...i lupi...quelli del racconto....erano qui adesso....MAMMA!

Mia madre mi scosse per le spalle. Mi ripresi subito. Poi mi spinse dall'altra parte della foresta, verso il retro della casa...

«VA! Non c'è più tempo! CORRI!»

La guardai ancora un secondo...

«VA! TI PREGO!»

Con il cuore pieno di dolore, mi voltai e iniziai a correre, dopo soli pochi metri sentii dei ringhi più forti...dei colpi...Gelai.

Ma durò solo un secondo, poi ripresi la mia corsa. Le lacrime mi facevano bruciare gli occhi, faticavo a vedere dove andassi,ma sapevo che non dovevo fermarmi o sarebbe stata la fine...Forse se fossi arrivata velocemente da papà....lui sarebbe riuscito a tornare indietro in tempo per aiutare la mamma.....forse....

Non sapevo da quanto correvo...dieci minuti....mezz'ora....forse di più o forse di meno...non riuscivo a dare un tempo alla mia corsa...aveva cominciato perfino a piovere....poi finalmente la vidi...era la casa dei nonni....alzai il volto e sotto il portico riconobbi subito la figura di mio padre....in quel momento mi sentii esplodere dal sollievo....ma durò solo un attimo.... il rumore di quei ringhi e di quei colpi, i volti preoccupati della mia famiglia, fecero di nuovo capolino nella mia testa e la disperazione tornò...

«PAPA'!»



Vi ho fatto aspettare tantissimo lo so, mi dispiace davvero tanto, ma purtroppo ho davvero poco tempo ormai, sono un po' più grande della maggior parte dei lettori di efp...e le responsabilità e gli impegni, aumentano di giorno in giorno, facendomi trascurare le mie passioni....spero mi perdonerete l'attesa,e che il capitolo vi piaccia!!! Aspetto con ansia i vostri commenti!!!!+

Un bacione grande!!!!!!!

Chiara

Grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo:

  1. Rita_Lautner

  2. temishira88

  3. Aleswan

  4. franz1000

  5. moulianrouge

  6. _Kristal_

  7. totta_cullen

  8. iaele santin

  9. tulipano nero

  10. fefe cullen

  11. Cry Salvatore

  12. federobi

  13. moonlightshine98

  14. the_vampire_girl

  15. Angy Pattz (ciao sorellina!! :P)

Lo sapete già ma ve lo rdico: Vi ADOOROOOO!!!!!!

Un bacio!!

E commentate!!

A presto!

Chiara.



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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22

Pov Edward



Correvo.

Correvo più veloce che potevo, e nonostante tutto, la paura di non essere abbastanza veloce bruciava come sale sulle ferite.

L'idea di quello che sarebbe potuto succedere, di quello che stava succedendo.....non riuscivo a crederci...non potevo....come era stato possibile che non mi accorgessi di niente?

Ci avevano seguito. Era chiaro. Non c'era altra spiegazione...non avrebbero mai potuto trovarle...mai...loro non sapevano cosa cercare...ma noi si.

Tutto questo tempo.

Tutti questi anni.

Come avevo fatto a non accorgermi di nulla, a non accorgermi della loro presenza, a non sentire i loro pensieri? Come c'erano riusciti?

Accidenti.

Avrei dovuto uccidere Jacob quando avevo avuto l'occasione cinque anni fa, ma non potevo, il pensiero del dolore che avrei potuto procurare a Bella, macchiandomi di un gesto simile, mi aveva fermato.



Eravamo tornati dal viaggio di nozze da pochi giorni, Bella non aveva voluto avvertire Jacob del nostro ritorno a casa, temeva una sua reazione...e anch'io.

Non sapevamo come avrebbe reagito il branco alla notizia della gravidanza di Bella, probabilmente Sam avrebbe ordinato al branco di ucciderla per evitare che ciò che cresceva dentro di lei venisse al mondo.

Lo scontro ormai sarebbe stato inevitabile.



Erano passati quattro giorni dalla scomparsa di Bella e Rosalie. Quattro giorni di ricerche, di agonia, di rimpianti.

Nel soggiorno di villa Cullen, a Forks, di ritorno dall'ennesima ricerca andata a vuoto, cercavo con Emmett e Jasper, una possibile pista da seguire.

Le loro tracce sparivano un paio di miglia fuori dal confine di Forks.

Volevamo capire dove potevano essere andate e come.

Mi sentivo impazzire al pensiero della mia dolce e fragile moglie, la fuori, senza di me, in preda a chissà quali sofferenze dovute al suo stato.

Speravo che almeno mia sorella rinsavisse e vedendola sofferente, decidesse di riportarla indietro, a casa.....da me.



Il fetore di quei cani mi colpì ancora prima dei loro pensieri.

«Jasper, Emmett»

I miei fratelli scattarono al mio fianco, un istante dopo eravamo all'ingresso della villa.

«Siete nel nostro territorio! Andatevene subito!»

Sam davanti a me ringhiò forte. La voce dei suoi pensieri era minacciosa.

«Avete infranto il patto Cullen!»

«Non so di che parli Sam, io e la mia famiglia non abbiamo infranto proprio niente, siete voi che lo state facendo, venendo qui.»

Il grosso lupo rosso alla sua destra scattò in avanti.. fermandosi a pochi passi da me, grazie a un avvertimento molto chiaro del suo capobranco.

«Sta indietro Jacob! Non costringermi a farti del male!»

«Provaci succhiasangue! Ti stacco la testa con un morso!»

Jasper fece un passo avanti, affiancandomi.

«Diteci che cosa volete!Oppure andatevene»

Jacob ringhiò.

«Lo sai cosa vogliamo! Lei dov'è , cosa gli avete fatto!!»

«MIA MOGLIE, non è affar vostro!»

«Charlie dice che l'ha chiamato piangendo, dicendogli che se ne sarebbe andata, che ti aveva lasciato! Non ti aspetterai che ci crediamo vero? Dov'è Bella! »

«Non è qui! Vattene!»

«Cosa le hai fatto?L'hai uccisa vero? E' cosi? Rispondi Cullen!»

«Vattene Jacob! Questi non sono affari tuoi»

Percepii i suoi pensieri un attimo prima di ritrovarmelo addosso. Mi stava attaccando. Era più che convito che Bella fosse morta, per causa mia, durante la luna di miele, che l'avessi uccisa provando a fare l'amore con lei...

Lo sbattei contro un albero prima ancora che riuscisse a toccarmi. Si rialzò mostrando i denti pronto ad azzannarmi. Nel momento in cui spiccò il salto, l'ordine perentorio di Sam arrivò nella sua testa rimbombando nella mia.

«BASTA!»

Jacob ricadde a terra, schiacciato dal comando del suo capobranco, non poteva far altro che fermarsi

«Sam....lui l'ha uccisa! L'ha uccisa! Capisci! Io non....»

«Basta Jacob! Hanno ragione. Non abbiamo prove che sia andata così, e che quello che Bella ha detto a Charlie non sia la verità. Non c'è traccia di lei qui....ne odore di sangue....o di altri vampiri, oltre al loro, non abbiamo prove che sia andata come pensi!»

«Ma non abbiamo nemmeno prove del contrario»

«Non infrangerò il patto solo per un sospetto Jacob!!E nemmeno tu lo farai!!Questo è un ordine! E adesso.......andiamo.»

Il branco si voltò, addentrandosi di nuovo nel folto della foresta, Jacob rimase un istante in più degli altri.

«Non finisce qui succhiasangue, scoprirò cosa è successo.....e se è morta...il responsabile la pagherà molto cara! Io non mi arrenderò!»





Niente di quello che leggevo nella sua mente in quel momento, poteva farmi pensare che era pronto a pedinare me e la mia famiglia, ma infondo lui sapeva che non avrei mai rinunciato a Bella senza combattere, doveva aver seguito le nostre traccie per anni sperando di rivederla, avrei dovuto fare più attenzione.

In fondo pensandoci, era un comportamento prevedibile, da parte di un ragazzo innamorato.

Mi chiedevo se sapesse cosa fosse successo in realtà. Quanto aveva scoperto in questi anni? Cosa aveva intenzione di fare ora? Uccidere mia figlia? Sarebbe dovuto passare sul mio cadavere. Grazie al cielo ora lei era al sicuro con Esme e Alice. Ma Bella? Le avrebbe fatto del male? Avrebbe avuto il coraggio di ucciderla.....lui l'amava all'epoca, quasi quanto l'amavo io. Il suo rancore poteva essere cresciuto al punto di fargli commettere un simile atto?

Non glia avrei permesse di toccarla. Dovevo arrivare in tempo, dovevo impedirgli di farle del male. Non POTEVO perderla di nuovo.

I pensieri di Jasper e Carlisle alle mie spalle mi colpirono.

Edward siamo qui...”

Andrà tutto bene figliolo, arriveremo in tempo....Emmett sta arrivando”

Dopo essermi assicurato che Renesmee fosse al sicuro con Esme e Alice ero scappato verso la direzioni in cui si trovava la casa di Bella,Jasper e Carlisle avano appena avuto il tempo di capire cosa stesse succedendo e poi erano corsi al mio inseguimento pronti anche loro a dare la vita per quella che considerano uno una sorella e l'altro una figlia. Ero grato loro per il bene che dimostravano di volerle, ma non potevo permettermi di fermarmi ad aspettarli, ora come ora il tempismo era vitale.

Il bosco iniziò a diradarsi, avrei dovuto avvistare la casa dopo un paio di secondi, ma molto prima avrei dovuto sentire dei rumori o almeno dei pensieri, invece non avvertivo altro che silenzio.

Uno strano, inquietante silenzio. Qualcosa non andava. Secondo le parole confuse di mia famiglia sarei dovuto arrivare nel bel mezzo di uno scontro.

Un orribile presentimento si impossessò di me, possibile fosse già tutto finito? Possibile fossi arrivato troppo tardi.

Prima ancora che potessi rendermene conto, spinto da un'opprimente stato di inquietudine e angoscia, che aveva invaso anche la più piccola particella del mio corpo,mi ritrovai a gridare:

«BELLAAA!»

La parte ottimista e ancora piena di speranza del mio cuore innamorato, sperava di vederla rispondere al mio richiamo facendosi strada tra la vegetazione, correre tra le mie braccia e assicurarmi che sarebbe andato tutto bene, che niente e nessuno sarebbe più riuscito a separarci.

Ma la realtà era che tutto ciò che ottenni fu un ulteriore assordante silenzio.

Feci gli ultimi passi e finalmente fui li, per la prima volta davanti alla casa dove mia moglie e mia figlia avevano trascorso gli ultimi cinque anni.

Alla vista di quello che vi trovai però, sentii qualcosa morire, spezzarsi dentro di me.

Caddi sulle ginocchia incapace di sopportare il peso della realtà che stavo vivendo:

Ero arrivato tardi.



Eccomi di nuovo!! Un po' tardi lo so, ma chi mi segue già conosce il motivo per cui manco così spesso....Mi dispiace credetemi,io amo le mie storie....

Comunque, che ne dite del capitolo? Non vi ho lasciato sulle spine vero????? :P

Aspetto i vostri commenti!!!

Grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo:

  1. Rita_Lautner

  2. Aleswan

  3. _Kristal_

  4. fefe cullen

  5. tulipano nero

  6. moulianrouge

  7. Angy Pattz

  8. franz1000

Un bacino al mio piccolino che mentre scrivo dorme al mio fianco, con 38,5 di febbre!!!Maledetta sesta malattia!!!

Un bacio a tutte/i!!!!!

Chiara.

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Capitolo 23

Pov Edward


Caddi sulle ginocchia incapace di sopportare il peso della realtà che stavo vivendo:

Ero arrivato tardi.



Davanti a me solo desolazione...

La casa era avvolta da un silenzio quasi spettrale. La verde boscaglia riportava i segni di una violenta battaglia: rami spezzati in maniera innaturale, alberi strappati alle radici e ricaduti a metri di distanza. Ovunque grosse impronte di lupo, accompagnate da un fetore rivoltante, così forte che era quasi impossibile distinguere odore di vampiro nel mezzo, la puzza dei cani avvolgeva ogni cosa. Nemmeno la casa si era sottratta alla terribile devastazione. Ovunque vetri di finestre rotte, il portico era quasi stato spazzato via, le assi di legno che prima lo rivestivano sembravano essersi strappate dalla loro dimora da un forza disumana, una piccola colonna di pietra che teneva in piedi quello che prima doveva essere il tetto del portico era stata sventrata nel mezzo, probabilmente da un violento urto.

La vista di quella devastazione e del silenzio in cui era avvolta mi fecero cadere nel baratro della disperazione.

Bella...dove sei?

Sentii una mano sulla spalla: Carlisle.

«Sono arrivato tardi....»

«No Edward, guarda....non c'è segno di incendio, ne fumo.....devono essere da qualche parte, magari fuggiti»

«No...Bella non fuggirebbe mai senza Renesmee»

«NO!Non è possibile!»

Emmett era piombato affianco a noi sorretto da Jasper. Sul volto del mio grande fratello si poteva avvertire lo stesso sgomento che immaginavo si potesse leggere nel mio.

Ma mentre io ero pietrificato, Emmett scattò in piedi precipitandosi all'interno della casa, urlando il nome di sua moglie con tutta la forza che possedeva. Sapevo che la sua era solo disperazione...non avrebbe trovato nulla...

Rimasi li per terra ad ascoltare le urla e i ringhi di frustrazione di mio fratello ad ogni porta di una stanza spalancata e trovata vuota. Rimasi li a guardare nei suoi pensieri quelle stanza vuote...

Ovunque riconoscevo foto di Renesmee, foto di Bella, ricordi di una vita trascorsa lontana da me, dal mio amore, e tutto per egoismo, il mio gigantesco e crudele egoismo. Se non fossi stato così egoista da costringere mia moglie a una scelta impossibile solo per la paura di perderla, tutto questo non sarebbe mai accaduto, se fossi stato un uomo migliore non mi ritroverei qui inginocchiato davanti a tutta questa devastazione, a pregare che un miracolo di qualsiasi genere abbia sottratto mia moglie alle grinfie di qui cani maledetti.

Mio fratello uscì a passo svelto da quella casa vuota inveendo e sfogando la sua rabbia contro quelle mura già martoriate. Poi si portò, emotivamente esausto, al centro del giardino a pochi passi da me.

Smisi di ascoltare i suoi pensieri...in questo momento doveva odiarmi più di quanto non avesse mai fatto in questi ultimi cinque anni.

«Alzati!»

Alzai la testa confuso. Il suo non era una richiesta, era un ordine.

«Cosa?»

«Ho detto alzati!!Dobbiamo trovarle...non possono essere scomparse nel nulla...so che Rose è viva..lo sento....devo trovarla!Smettila di piangerti addosso e muoviti!! Carlisle e Jasper ci daranno una mano....sarà più facile con il loro aiuto...»

Aveva ragione. Che diavolo stavo facendo? Non sarei potuto essere più inutile!Ripensai alle parole di Carlisle: anche lui aveva ragione...c'era stata una battaglia...questo si,era evidente, ma nulla lasciava intendere che le nostri mogli non ce l'avessero fatta.

Mia moglie era li fuori, viva, lo sentivo, era da qualche parte, e con ogni probabilità aveva bisogno di me, e io invece ero li a commiserare me stesso.

Dovevo andare a cercarla.

Scattai in piedi.

«Hai ragione fratello, perdonami...andiamo a riprenderci le nostre mogli»

«Ora si che ti riconosco....e quando le avremmo trovate e portate al sicuro...daremo una bella lezione a quei cani bastardi!!»

«Noi siamo con voi» Carlisle e Jasper erano al nostro fianco, non ci avrebbero abbandonato, mai.

Scattammo verso la foresta, ma non feco in tempo a raggiungere il fitto della boscaglia che un pensiero si intromise nella mia testa.

«Fermi!»

Carlisle, jasper e Emmett si immobilizzarono all'istante.

«Edward? Che succede?»

«Ho sentito qualcosa...»

Vidi il lampo di curiosità attraversare i loro sguardi, loro non potevano aver sentito nulla..ma io si.

«Torniamo indietro»

«Cosa?»

«Fidatevi.»

Scattammo di nuovo nella direzione da cui eravamo venuti. Arrivati allo spiazzo dove solo pochi istanti prima avevamo sostato sentii di nuovo quel pensiero. Mi fermai.

I miei compagni si fermarono dietro di me, potevo sentire la confusione dei loro pensieri,

Guardai verso il bosco davanti a noi, lo stesso che avevamo attraversato durante la nostra folle corsa. Sospirai, abbandonando la posizione di difesa.

«Vieni, siamo noi, siamo qui..»

I cespugli si mossero appena.

Aveva l'aria spaventata e turbata, i capelli spettinati, il viso sporco di terra e la maglietta strappata sul fianco, ma nonostante tutto non perdeva l'eleganza e la belezza eterea che tanto la caratterizzava.

Fece un solo passo fuori da quel groviglio di rami guardandoci ancora scossa dallo scontro.

Emmett dietro di me scattò:

«ROSE!»

Mia sorella sparì dalla nostra vista e rimase li, al sicuro, nascosta e stretta tra le braccia del suo eterno amore che la stringeva a se cullandola dolcemente, nella sua mente leggevo tutto il sollievo che sentiva.

Ancora una volta provai invidia per mio fratello, ancora una volta me ne vergognai. Distolsi lo sguardo.

Carlisle si schiarì la voce.

«Figliola...cosa è successo? »

«I lupi ci hanno attaccato»

Non fu Rose a rispondere. Dietro di lei infatti, dallo stesso punto in cui era venuta, comparve Daniel. Emmett si irrigidì. Ci avvicinammo tutti.

«Daniel giusto? Io sono Carlisle »

«Si. Lo so.»

Mi intromisi nel discorso.

«Dov'è Bella?»

«Ci siamo divisi. Io e Rose nel bosco alle mie spalle...loro...non ne sono sicuro...questa puzza insopportabile confonde le tracce.»

«Perchè eravate insieme?»

Rosalie ammonì Emmett con lo sguardo. Anche in una situazione come questa non riusciva a placare la sua gelosia.

Daniel lo guardò con un sopracciglio alzato sbuffando. Lessi nei suoi pensieri la risposta che voleva dargli,non sarebbe piaciuta ad Emmett, ma poi, all'ultimo istante, uno sguardo al volto sollevato di Rose gli fece cambiare idea, e “ammorbidì” la sua risposta.

«Non era saggio lasciarla sola con quelle creature ancora nei paraggi...qualcuno doveva restare con lei...Bella e Chester non si sarebbero mai separati l'uno dall'altro...e nessuno dei due avrebbe mai lasciato Gabriel....quindi presumo che loro tre siamo insieme»

Cercai di non pensare al significato delle sue parole- Bella e Chester non si sarebbero mai separati l'uno dall'altro -e passai a fare la domanda che mi premeva di più.

«Ti prego Rose dimmi che Bella stava bene quando vi siete allontanati...»

«Ma certo Edward....stavano tutti bene...vero Daniel?»

Non rispose. Spostò lo sguardo dal suo...era addolorato. Qualcosa era andato storto e Rosalie non era al corrente.

Mi sentii IMPAZZIRE. Bella? La mia Bella?

Mio sorella uscì dalle braccia di suo marito per precipitarsi a scuotere quelle dell'amico vampiro e costringerlo a guardarla negli occhi.

«Daniel...cosa? Oh mio dio....che cosa è successo? Dimmelo!»

«Rose...io...»

Non potevo più aspettare. I suoi pensieri erano troppo confusi e io avevo bisogno di risposte. Intervenni.

«Daniel...dov'è mia moglie?»



...continua.



Eccomi con un nuovo capitolo! Che ne pensate?Vi ho lasciato con l'ansia? Ma no... vero? :P Cosa sarà successo?

Aspetto con ansia le vostre recensioni!!!!

Grazie a chi ha recensito il capitolo precedente:

  1. Aleswan

  2. tulipano nero

  3. _ Kristal_

  4. fefe cullen

  5. luluCullen91

  6. Vale9

  7. Franz1000

  8. Edward e Ale_98

  9. Rita_Lautner

  10. moulianrouge

  11. massiriccia87

  12. Angy Pattz

Grazie mille per il vostro sostegno e per le vostre preziosissime recensioni!!!Vi adoro!!!Grazie a tutte/i!!!!!Bacioni

Chiara

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


Capitolo 24

Pov Edward


Non potevo più aspettare. I suoi pensieri erano troppo confusi e io avevo bisogno di risposte. Intervenni.

«Daniel...dov'è mia moglie?»



«Siamo qui.»

La voce di Chester risuonò dall'interno della foresta, scattai in quella direzione e con me la mia famiglia e Daniel.

L'ansia mi attanagliava, non avevo ancora sentito la voce della mia
Bella. Pregai con tutto me stesso che stesse bene, o avrei cercato Jacob e il suo branco e li avrei sterminati con le mie stesse mani.

Poi finalmente la vidi...ma il mio cuore perse un battito. Era per terra, inginocchiata, il capo chino su qualcosa o qualcuno. Chester davanti a lei nella stessa identica posizione. I loro volti erano una maschera di puro dolore.

Il mio fu appena un sussurro:

«...Bella»

Lentamente alzò il volto cercandomi per un secondo, quando mi trovò i suoi occhi si persero nei miei.

«Edward» ansimò. E in quelle cinque lettere mise tutto il suo dolore. Il mio cuore si spezzò, vederla così mi uccideva.

«Amore...»in un attimo fui da lai. Mi inginocchiai al suo fianco e la strinsi forte, lei abbandonò la testa sul mio petto.

«Edward» cantilenò di nuovo.

«Sono qui amore, sono qui...ci sono io adesso, andrà tutto bene, vedrai»

Poi spostai lo sguardo e inorridii. Un ragazzo...Gabriel, lessi nei pensieri di Chester, era steso a terra, il respiro affannoso, aveva graffi e lividi ovunque, i vestiti e il corpo sporchi di sangue, sul collo un enorme ferita che scendeva giù per tutta la spalla destra.

«Oh mio dio...»

Rose si era inginocchiata dietro di me, era sconvolta, i suoi pensieri erano confusi, non capiva come fosse potuto succedere. Voleva molto bene a quel ragazzo, provava un affetto materno verso di lui, forte quasi come quello che provava per mia figlia.

«Edward...»la voce di Chester mi riscosse.

«Si Chester?»

«Credi che tuo padre possa...Bella dice che è un dottore...io non posso fare nulla....per favore..ti prego»

Carlisle si avvicinò noi.

«Chester permettimi di dargli un occhiata»

Chester si spostò quel tanto che bastava per permettigli di avvicinarsi, continuando a stringere forte la mano del figlio.

«P- -pa—pà-»sputò fuori Gabriel terrorizzato.

«Va tutto bene figliolo, tranquillo, sono qui non ti lascio, Carlisle è un dottore, lascia che ti aiuti»

Mio padre si abbassò scrutandolo attentamente. Bella e Chester seguivano ogni suo movimento. Mia moglie appoggiò una mao sul suo braccio.

«Carlisle...puoi aiutarlo?»

Mio padre prese la mano di Bella stringendola forte.

«Non lo so Bella, non so nulla su come funzioni un organismo come il suo,ma farò tutto il possibile te lo prometto, però dobbiamo portalo via di qui, portiamolo a casa nostra, li sarà al sicuro, e avrò i miei macchinari, mi aiuteranno a capirci qualcosa..»

«Ci penso io»

Chester passò le braccia sotto il corpo di suo figlio sollevandolo e tendolo come fosse un bambino.

«Andiamo.»

Senza aggiungere altro, scattammo tutti verso casa, più veloci di quanto mai avessimo fatto. Bella correva al mio fianco, non aveva mai lasciato la mia mano.

Strinsi più forte la sua e continuai a correre. Carlisle si accostò a noi.

«Bella, ho bisogno che mi racconti cosa è successo, mi servirà per capire..»

Bella mi lanciò un occhiata incerta, cercai di rassicurarla sorridendole. Probabilmente aveva paura di raccontarmi fin dove si fosse spinto quel pazzo di un cane randagio. Temeva una mia reazione. Lo avrei ammazzato in ogni caso ormai, avevo già deciso, era solo questione di tempo.

«Tranquilla tesoro...va tutto bene»

«Va bene...Siamo arrivati a casa dopo essere stati da voi, appena scesi dalla macchina non ho notato nulla di strano, ma dopo pochi secondi un odore nauseabondo mi ha investito...ho capito subito di cosa si trattasse. Sono riuscita solo a mettere in salvo Renesmee, mi sono assicurata che fosse abbastanza lontana prima di raggiungere gli altri, appena mi videro spuntare ci furono addosso. Erano in nove, e noi pochi per riuscire a gestirli tutti, ho riconosciuto solo Jacob, mi ha attaccato per primo ma sembrava cercasse di non colpirmi...io attaccavo, ma lui...evitava solo i miei colpi..senza avanzare...Poi abbiamo sentito un urlo, quando mi sono voltata tre lupi erano addosso a Gabriel...Ho lasciato Jacob e sono corsa verso di lui levandoglieli di dosso, ma il sangue era ovunque..e io...non...»

Le parole le morirono in gola e fu scossa da un singulto. Le passai un braccio intorno alle spalle baciandole le fronte.

«Tesoro, non importa, va bene così»

Scosse la testa e deglutì a vuoto.

«No, voglio continuare»

Sospirai.

«Va bene.»

Prese un grosso respiro e proseguì:

«...sentimmo un grosso ringhio,e i lupi si immobilizzarono, non ebbi il tempo per capire da dove venisse o chi fosse stato. Ma non perdemmo tempo e ci allontanammo tutti. Io e Chester abbiamo preso Gabriel e ci siamo inoltrati nel bosco quando abbiamo sentito che i lupi se ne andavano ci siamo fermati....dopo siete arrivati voi.»

«Perché credi che se ne siano andati cosi? Avrebbero potuto raggiungervi facilmente»

«Non ne ho idea, non so cosa gli ha fatto cambiare...programma»

«Va bene Bella, ti ringrazio. E sta tranquilla, andrà tutto bene.»

«Grazie Carlisle»

Pochi minuti dopo spalancammo la porta di casa. Carlisle prese subito in mano la situazione.

«Chester di sopra, portiamolo nel mio studio»

Renesmee si precipitò all'ingresso seguita da Alice e Esme, alla vista di Gabriel si bloccò un secondo per poi precipitarsi accanto a lui.

«Gabriel, Gabriel!!!!»

Rose le afferrò le spalle tirandola indietro.

«Renesmee lasciali passare»

«Ma...mamma, zia Rose che cosa è successo?»

«I lupi tesoro, ma non preoccuparti tuo nonno lo curerà, vedrai»

Mia figlia guardò per un secondo sua madre, poi cercò di divincolarsi dalle braccia di Rosalie.

«Lasciami...voglio andare da lui!»





Pov Bella



In piedi in quel soggiorno guardavo mia figlia sconvolta dimenarsi nel tentativo di sottrarsi alla presa di sua zia.

Decisi di intervenire.

«Basta Renesmee, tua zia ha ragione, in questo momento saresti solo di intralcio, lascia lavorare tuo nonno»

Smise di contorcersi e mi rivolse uno sguardo confuso, e arrabbiato, Edward al mio fianco si avvicinò a lei.

«Tua madre ha ragione tesoro»

«Ma io...»

Edward le posò un dito sulla bocca.

«Appena Gabriel starà meglio ti lasceremo andare da lui, promesso.»

Annuì sconfitta e si calmò andando a sedersi sul divano, in attesa. Rimasi leggermente sconcertata, conosceva suo padre da soli due giorni ma lo ascoltava e rispettava come se lo conoscesse da tutta la vita.

Esme la segui portandole una tazza di cioccolata calda fumante.

«Tieni tesoro, bevi questa, ti aiuterà a calmarti»

«Grazie Esme...ehm...»

Quella che per me me era una seconda madre le passo una mano tra i capelli e le carezzò la schiena.

«Che c'è piccola? Vuoi chiedermi qualcosa? Ti ascolto...»

Si morse un labbro, e prese a giocherellare nervosamente con il manico della tazza.

«Ecco..io...mi chiedevo..se...ehm...»

Sorrisi. Forse avevo capito dove voleva arrivare.

«....emh no, niente. Non importa»

Edward si avvicinò a al divano e si sedette accanto a lei carezzandole i capelli. Rensmee si appoggiò a lui e nascose il viso nel suo petto, come fosse stata una bambina. Non riusci a contenere un impeto di gioia e commozione. Quante volte avevo sognato di vedere Edward coccolare e proteggere nostra figlia?

Sospirai. Se solo la nostra felicità non fosse continuamente minacciata da qualcosa o qualcuno....questo sarebbe potuto essere un bellissimo ricordo di una famiglia felice, e invece una parte di quella famiglia si trovava al piano di sopra a combattere per sopravvivere, e ancora una volta, la colpa di tutto era mia.

La voce di Edward mi riscosse dalle mie riflessioni.

«Esme, Renesmee vorrebbe chiederti se potresti preparare una tazza cioccolata anche a Gabriel più tardi, appena sarà in grado di berla»

«Ma certo, sarà un piacere per me»

Renesmee alzò la testa, nuovamente entusiasta.

«Davvero?»

«Ma certo, anzi appena starà meglio gliela prepareremo insieme, va bene?»

«Oh grazie Nonna Esme!» squittì mia figlia buttandole le braccia al collo.

Sorrisi, non riuscendo a gioire di quel momento come avrei voluto.

.



Facevo avanti indietro nella stanza ininterrottamente. Nessuno si era mosso. Edward era ancora seduto sul divano con Nessie tra le braccia, Esme accanto a loro, Jasper e Alice in piedi in fondo alle scale mano nella mano, Emmett seduto sulla poltrona con Rosalie seduta sulle sue gambe, e Daniel in piedi sotto l'arco che divideva l'ingresso dal soggiorno. L'unica a non riuscire a stare ferma ero io. Era passata un ora ormai. L' ansia mi stava uccidendo...il silenzio che proveniva dal piano di sopra era a dir poco inquietante. L'immagine di Gabriel coperto di sangue continuava a passarmi davanti agli occhi, come un incubo ad occhi aperti che si ripete ancora e ancora.

E poi c' era Chester. Non riuscivo nemmeno ad immaginare l'angoscia che poteva sentire lui o quanto potesse odiarmi in questo momento, da quanto eravamo corsi via dalla battaglia, non mi aveva più rivolto la parola, non mi aveva più nemmeno guardata negli occhi, era come se io non esistessi più.

Non ce la facevo più a star li senza fare niente. Sbottai:

«Basta, io salgo!»

«NO!»



...continua.



Ok eccomi!!!Finalmente ho finito un nuovo capitolo!!!So che vi faccio aspettare tanto, e mi dispiace, ma sono davvero tanto impegnata a fare la mamma!!!

Comunque che ne pensate? Spero vi piaccia!!!

Grazie a tutte voi che con tanta pazienza continuate a seguirmi!!!!Grazie davvero!!!

Grazie a tutte le persone che recensiscono regalandomi affettuosamente un pensiero!!!

GRAZIE DAVVERO!!!

Ringrazio chi ha recensito il cap precedente:

  1. LeoGirl

  2. Aleswan

  3. samantha_cullen

  4. moulianrouge

  5. _Kristal_

  6. celly chelly

  7. fefe cullen

  8. tulipano nero

  9. Fede13

  10. Angy Pattz

  11. Ombrachiave

  12. missriccia87

  13. Rita_Lautner

  14. iaele santin



Grazie ancora a tutte!!!Chiedo scusa in anticipo se non riuscirò a rispondere, o se troverete degli errori nel nesto. Abbiate pietà, dormo 2 ore a notte!!!

Aspettto con ansia le vostre recensioni!!!!!

Un bacione

Chiara

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


Capitolo 25

Pov Renesmee



Me ne stavo in silenzio a guardarlo dormire, il nonno mi aveva dato il permesso di entrare, a patto che non lo disturbassi. Diceva che più avrebbe riposato, più le sue ferite sarebbero guarite in fretta.

Mi soffermai a guardarlo. Era bello, non ci avevo mai pensato prima, ma lo trovavo davvero bello. Scossi la testa dandomi della stupida. Che andavo pensando. Lui era Gabriel. Era praticamente mio fratello , giusto?

Già...

La mia mente volò a quel pomeriggio al parco, quando mi aveva parlato di mio padre. Mi aveva preso la mano e mi guardava in un modo...

Ero sicura che non mi avesse mai guardato così. Scossi la testa. La mia fantasia correva troppo. Per lui ero Nessie, la figlia rompiscatole di Bella, niente di più.

Non dovevo fare altri pensieri. Non era il caso.

Eppure sarebbe stato bello se..se..

«Mmm....»

Saltai dallo spavento. Un lamento..si stava svegliando?Ritirai la mano che teneva la sua. Quando cavolo glie l'avevo presa?

«Ness...»Mormorò ancora, gli occhi chiusi. Aprì e chiuse la mano debolmente, alla ricerca di qualcosa...volevo toccarlo, volevo dargli conforto. Mi feci coraggio e allungai un mano toccandolo di nuovo. Si calmò immediatamente. Gli accarezzai la fronte, i capelli...come erano morbidi...

Improvvisamente aprì gli occhi. Mi bloccai. La mano era sempre li sulla sua fronte. Immobile.

Voltò la testa, quando mi vide i suoi occhi si illuminarono. Mi sorrise.

«Ciao Ness»

Sorrisi sentendo gli occhi inumidirsi di lacrime, si era svegliato finalmente. Ero così sollevata.

«Ciao»

Guardai la mia mano nei suoi capelli, lentamente la ritrassi, intimidita, presi a guardarmi i piedi.

Sentii la sua voce dolce, chiamarmi, poco dopo.

«Renesmee?»

«Si?» risposi tornando a guardarlo. Mi sembrava così fragile in quel momento.

«Dov'è mio padre?»

Guardai per terra dispiaciuta, scuotendo la testa.

«È di sotto...con mia madre...»

Mi morsi un labbro nervosa. Speravo di non dover rispondere alla domanda successiva.

«Che succede?»

Appunto. Aprii la bocca, ma la richiusi subito. Nonno mi aveva detto che doveva restare tranquillo, scossi la testa fingendo indifferenza.

«Nulla.»

Lui sorrise e per un attimo mi si mozzò il respiro. Com'era bello....oddio ma che mi stava succedendo?

«Renesmee...non sai mentire...lo sai»

Merda. Sbuffai. Io sapevo mentire...solo non a lui.

«Stanno...litigando...Chester era molto arrabbiato...»

Lui spalanco gli occhi sorpreso.

«Cosa?NO!»

Si mosse veloce cercando di alzarsi. Mi alzai spaventata. Le ferite erano ancora aperte e Carlisle aveva detto che doveva riposare.

«Gabriel no, resta giù, che fai?»

Lo presi per un braccio cercando di farlo sdraiare. Anche malridotto com'era era più forte di me. Mi chiedevo se un giorno anche io sarei diventata forte come lui, in fondo noi due eravamo uguali.

«No Renesmee...tu non capisci..non è colpa di Bella, non è colpa sua...»

Si mise in piedi camminando verso la porta, al terzo passo cedette esausto, cadendo quasi in ginocchio, corsi verso di lui – ringraziando mentalmente mio padre che mi aveva regalato un po' della sua velocità- afferrandolo al volo. Lo tenevo a fatica. Non ero forte abbastanza, o almeno non ancora.

In quel momento si aprì la porta dello studio. Carlisle e Edward apparvero sulla porta. Ci guardavano in modo strano, specialmente mio padre, sembrava quasi seccato.

Esaminai la situazione. Loro vedevano un ragazzo- a torso nudo- con un braccio intorno alle mie spalle e l'altro intorno alla mia vita, e poi vedevano me, appiccicata a lui, con le braccia intorno al suo torace.
Oh merda.

Mio padre mi guardò con un sopracciglio alzato. Arrossii.

Nonno Carlisle si avvicinò a noi, afferrando Gabriel per la vita e tenendolo in piedi, liberandomi dal suo peso. Mi liberai subito dalla sua presa facendo un passo in dietro. Mio padre non mi staccava gli occhi di dosso. Che avesse letto qualcosa di più nella mia mente? Distolsi lo sguardo.

«Che ci fai in piedi? Devi riposare ragazzo...»

«No, dott. Cullen la prego...devo..»Si fermò facendo una smorfia di dolore. Ansimai dispiaciuta. Doveva soffrire più di quanto desse a vedere.

Riprese a respirare e riprovò a parlare.

«...devo assolutamente parlare con mio padre. Non è colpa di Bella..non è colpa sua, non poteva far altrimenti...»

Mio padre si ridestò subito, spostando lo sguardo su di lui.

«Di che parli?»

Ci fu qualche minuto di silenzio in cui presumo mio padre lesse i suoi pensieri. Non lo avevo mai visto così serio. All'improvviso sospirò.

«Capisco...»Sembrava...affranto.

«Capisci perchè devo andare da loro? Per favore, lasciatemi passare...»

«No» Tuonò mio padre. «Tu resterai qui...andrò io da loro ..li porterò da te»

Gabriel scosse la testa.

«Non convincerai mio padre...lo conosco»

«So quello che faccio»



Pov Edward

Lasciai la stanza atterrito. Ecco perchè Bella era così sconvolta durante il racconto a Carlisle. Non aveva detto tutto. Ma la reazione di Chester era stata spropositata. Io ero completamente d'accordo con Gabriel, Bella non aveva colpe, aveva fatto la scelta migliore.

Ma forse, Chester, non aveva visto cosa stava per accadere. Dal suo punto di vista Bella aveva esitato a salvare la vita di suo figlio. Non poteva sapere cosa l'aveva trattenuta. Quando era successo, lui si trovava alle sue spalle. Non poteva sapere che facendo quella scelta aveva davvero salvato la vita a Gabriel.

Quello che non capivo è perchè Bella non glielo aveva detto subito.

«Papà!»

Mi fermai a metà scala, richiamato dalla voce del mio angelo. Ero così immerso nei miei pensieri che non avevo nemmeno avvertito la sua presenza.

«Tesoro..che succede?»

«Ah, ehm...ecco,io volevo sapere se...sei arrabbiato?»

«Arrabbiato?»

Vidi nella sua mente formarsi l'immagine del momento appena vissuto. Io e Carlisle che entriamo nella stanza trovandoli abbracciati. Solo in quel momento -guardandomi attraverso i suoi occhi- mi ero accorto che avevo uno sguardo piuttosto....vampiresco.

Mi avvicinai a mia figlia accarezzandogli una guancia, aveva la dolcezza di sua madre.

«No, non preoccuparti, va tutto bene...»

Grazie papà..sono così imbarazzata e...confusa, io non so cosa mi succede.”

Io purtroppo ne avevo un idea ben precisa. Scossi la testa. Non potevo intervenire. Dovevo lasciare che le cose facessero il loro corso.

«Lo so. Non preoccuparti, con il tempo ti diverrà tutto più chiaro.»

Le baciai la fronte e ripresi a scendere le scale.

«Papà?»

Mai parola mi era sembrata più dolce. Mi voltai nuovamente. Quanto era bella la mia piccola. Non riuscivo a credere di aver perso la sua crescita.

«Si?»

«Non dirlo a mamma..» “per ora”

Sorrisi.«Certo.»

«Grazie.»

Si voltò per tonare di sopra ma la fermai.

«Tesoro?»

«Si papà»rispose rimanendo a metà scala.

«Credo che tu debba una cioccolata calda a quel ragazzo...»

I suoi occhi si illuminarono.

«È vero!»

Scese le scale di corsa, sorpassandomi.

«Scusa papà.....NONNA ESME!» gridò, saltando l'ultimo gradino.

Incredibile. Quella ragazzina era incredibile. Pochi giorni ed era già entrata nel cuore di tutti. La mia bambina...

Seguii l'odore di Bella, si erano addentrati nel bosco, volevano parlare da soli, non sapevo di cosa, quando Chester era apparso in cima alle scale, Bella aveva subito alzato il suo scudo su di lui. Il senso di protezione nei suoi confronti era molto più forte di quello che mi sarei aspettato. Una parte di me si sentiva quasi minacciato dal loro rapporto. Sembravano così in sintonia, e Bella..andava ovunque andasse lui. Strinsi i pugni sentendomi prevedere di nuovo da quel sentimento orribile e squallido, eppure in grado di farmi sentire allo stesso tempo vivo, umano, ma anche un vampiro. Un vero vampiro che non esiterebbe un attimo a distruggere il suo rivale. Era dai tempi di Jacob che non mi sentivo così..così..possessivo.

Adesso più di allora. Ora dovevo combattere per riconquistare il suo cuore, per ottenere il suo perdono...ora non avevo certezze.

Mi fermai quando il loro odore diventò più forte. C'era silenzio...troppo silenzio...eppure si erano allontanati per parlare...erano vicini...il loro odore era fortissimo, ma non riuscivo a vederli...

Poi un lembo, un piccolo lembo di stoffa, dietro un albero.

Sorrisi. Era la maglia di Bella.

Eccoli.

Mi avvicinai aggirando il grosso tronco. Quello che vidi però ebbe il potere di uccidermi.

Ringhiai.



Calma...state calme, non mi uccidete..non è come sembra.....cioè....più o meno....ehm..ehm...va bé aspetto i vostri commenti...siate buone! Vi prego!

Il continuo arriva entro 3-4 giorni, promesso!!

Dimenticavo: ho ripreso anche “Il ritorno del leone”, ho già aggiornato 2 nuovi cap...se vi va dategli un occhiata!!Grazie

A presto!

xoxo Chiara

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


Capitolo 26

Pov Bella



«NO!»

Sobbalzai alla durezza di quelle due sillabe. Chester in cima alle scale mi guardava arrabbiato. Istintivamente alzai lo scudo su di lui. Lo facevo sempre, era più forte di me, era stato il mio punto di riferimento per tanto di quel tempo, che il mio era diventato quasi un riflesso incondizionato. E poi mi vergognavo...non volevo che Edward sapesse. Ne sarebbe rimasto deluso anche lui.

Socchiusi gli occhi ferita, ma consapevole di quello che doveva aver visto.

«Chester...»

Scese le scale alla nostra velocità, in meno di un battito di ciglia era davanti a me, sembrava deluso, furioso, triste..

Edward si alzò venendo subito davanti a me in un chiaro gesto di protezione.

«Ti conviene calmarti Chester»

Chester lo ignorò, il suo sguardo era fisso su di me. Era come se Edward non esistesse.

«Non dirmi quello che devo fare, tu non sai niente!»

La situazione che si stava creando non mi piaceva per nulla. Posai una mano sulla spalla di Edward, prima che succedesse l'irreparabile.

«Va tutto bene Edward, io e Chester dobbiamo parlare»

Chester annuì senza mai distogliere lo sguardo dal mio.

Per tutti era in silenzio, ma per me quello sguardo valeva più di mille parole. Con la coda dell'occhio percepii il movimento di mia figlia.

«Chester?»

Il suo sguardo si spostò subito sul suo volto addolcendosi immediatamente.

«Si tesoro?»

«Come sta Gabriel?»

Lui le sorrise, accarezzandole una guancia. Percepii immediatamente l'irrigidimento di Edward, che strinse i pugni.

«Migliora piccola, migliora, grazie a tuo nonno»

Renesmee sorrise fiera e felice. Poi si mordicchiò un labbro. Chester sorrise intuendo cosa volessi chiederle. Quindi provò ad assecondarla, la conosceva bene.

«Sai piccola, io e tua madre dovremmo allontanarci un attimo per....parlare, ma non vorrei lasciare Gabriel da solo, ti andrebbe di darmi il cambio?»

Mia figlia si illuminò, non aspettava altro.

«Certo, ci penso io, non preoccuparti!!...Grazie!»trillò, abbracciando Chester. Chester era molto alto e lei gli arrivava poco sopra l'ombelico. Erano buffissimi.

Gli posò un bacio tra i capelli, stringendola a se. Edward era sempre più rigido. Mi dispiaceva che fosse geloso del rapporto tra Chester e Nessie, ma loro due erano stati molto uniti fin da subito. C'era Chester quando Nessie aveva detto la prima parola, quando aveva camminato per la prima volta. Lui le aveva insegnato ad allacciarsi le scarpe, a cacciare, a giocare scacchi, a fingersi sempre umana.

Lui c'era sempre stato per lei, sempre. Anche quando il suo primo Natale aveva scritto la letterina a Santa Claus, chiedendogli di portargli suo padre. C'era lui a consolarla il giorno che aveva capito che non sarebbe venuto.

Non avrei mai potuto separarli, mai.

Si staccò da lui sorridente. Poi passò lo sguardo da me a lui, nervosa.

«Voi due, voi due non litigherete...vero?»

Fu il mio turno di irrigidirmi. Guardai Chester con aria di supplico. Lui sospirò distogliendo lo sguardo.

«Non preoccuparti, ora va...»

«Va bene...»

Ci lanciò un ultima occhiata dispiaciuta, poi sparì su per le scale.

Chester tornò a guardarmi. Era di nuovo scuro in volto. Mi sorpassò,uscendo dalla portafinestra del salotto e entrando nel bosco.

Sospirai. Mi voltai per seguirlo, ma una mano sul mio braccio mi afferrò salda, impedendomi di seguirlo.

Edward.

Il suo sguardo era indecifrabile.

«Credo che dovresti rimanere qui...per favore»

«E io credo che dovresti lasciarla andare»

Daniel si era avvicinato minaccioso. Lo conoscevo abbastanza da sapere che non scherzava.

«Daniel va tutto bene, non preoccuparti»

Non mi sentirono nemmeno, nessuno dei due.

«È mia moglie...se non lo hai notato»

Un sorriso beffardo si disegnò sul volto di Daniel. Non mi piaceva, non mi piaceva per niente.

«Ah, adesso è tua moglie...e dov'eri cinque anni fa? Mentre moriva...»

Edward traballò solo un secondo, e potrei giurare di aver visto un lampo di dolore nei suoi occhi, poi avanzò verso di lui. Sentii mancarmi il respiro.

«Daniel, non intrometterti.»

Rosalie era apparsa dal nulla al fianco di Daniel. Lui la guardò qualche secondo, poi sbuffò e fece un passo indietro rilassando le spalle.

Mi voltai verso Edward, che ne frattempo mi aveva lasciata andare. Mi guardava con aria di supplica. Ma io dovevo andare, lui non poteva sapere, speravo che non lo scoprisse, non avevo idea di cosa avrebbe potuto pensare di me, per non parlare degli altri. Li avrei delusi sicuramente. Non potevo sopportarlo. Era già grave che avessi deluso Chester, non volevo aggiungere altri nomi alla lista. Gli sorrisi nel tentativo di rassicurarlo.

«Torno presto...non preoccuparti»

Sospirò, ma non aggiunse nulla. Annuì, sparendo al piano di sopra.

...



Ci misi qualche secondo a individuarlo. Se ne stava seduto sul ramo di un grosso abete. Immobile. A chi non lo conosceva poteva sembrare che stesse semplicemente fissando il paesaggio circostante, ma io, che lo conoscevo bene, sapevo che c'era di più. Era sempre stato tormentato, fin dalla prima volta che lo avevo incontrato, tormentato da qualcosa che non mi era concesso sapere, tormentato da qualcosa che non mi voleva confidare.

«Ehi»chiamai.

Guardò giù, verso di me, e l'istante dopo eravamo faccia a faccia. Mi guardava,senza parlare.

Sospirai.

«So cosa stai pensando, ma ti giuro, non è come pensi»

Voltò la testa da un lato.

«E cosa penso?»

«Pensi che quello che sia successo a Gabriel sia colpa mia, pensi che io non lo abbia protetto, che sia rimasta a guardare mentre quel cane lo feriva.»

L'ombra del dubbio si fece strada sul suo volto. Socchiuse gli occhi, sospettoso.

«E non è quello che è successo?»

«No.»sussurrai.

«Ma è quello che ho visto.»

Sembrava parlasse con una pazza.

Aggrottai la fronte. Dovevo dirglielo.

«Io...io...è complicato...»

Sbuffò stancamente.

«Ti ascolto.»

Lo guardai negli occhi. Mi avrebbe odiato, mi avrebbe odiato sicuramente, o magari non mi avrebbe più permesso di avvicinarmi a Gabriel...o peggio a mia figlia. Si, sarebbe potuto arrivare anche a questo pur di proteggerla.

Strinsi gli occhi, non sapevo che fare.

«Bella?»

«Va bene, va bene.»

Presi un grosso respiro - non che ne avessi bisogno, ma ero così abituata a sembrare umana che non potevo farne a meno- e continuai:

«Stavo combattendo contro Jacob, ma lui non sembrava intenzionato a colpirmi, mi sentivo confusa. Continuava a guardare qualcosa alle mie spalle....Gabriel, credo, poi all'improvviso ho sentito un urlo. Gabriel chiedeva aiuto, aveva due lupi addosso a lui, mi dimenticai di Jacob, che mi lasciò andare, ma quando arrivai li....»

Chiusi gli occhi, non riuscendo ad andare avanti.

«Cosa Bella? Cosa? Dimmi perchè, perchè non lo hai aiutato? Perchè sei rimasta li a guardare? Se non fossi arrivato io a quest'ora Gabriel...Perchè Bella?»

Riaprii gli occhi. Sentivo un magone crescere nel mio petto. Avrei tanto voluto piangere.

«C'era ...c'era troppo sangue..io ho dovuto...io....non mi sarei controllata se avessi fatto un solo altro passo...lo so, lo sentivo chiaramente. Sentivo il mostro crescere dentro di me, voleva solo il sangue, se mi fossi mossa, se avessi fatto un solo altro passo, avrebbe vinto lui...ne sono sicura...Mi dispiace»

Mi portai le mani sulla faccia per coprirmi il volto, mi vergognavo così tanto.

Poi successe qualcosa. Mi sentii circondare da due braccia forti, che mi cullavano come fossi stata una bambina. Riaprii gli occhi per scontrarmi con il petto di Chester.

«Mi dispiace, mi dispiace di non aver capito, perdonami. Ti prego.»

Lo guardai in volto, sembrava davvero dispiaciuto. Perchè?

«Come? Perchè, perchè ti dispiace?Sono io il mostro, sono io che ho rischiato di...di...»

Sentii il petto quasi squarciarsi da due forti singulti. Stavo piangendo. Un pianto senza lacrime.

Chester mi strinse forte, mi lasciai cullare, come aveva fatto tante volte quando soffrivo per Edward immergendo il volto nel suo petto.

Mi baciava il capo di tanto intanto sussurrando piano.

«Mi dispiace, piccola, mi dispiace tanto, avrei dovuto capirlo..avrei dovuto fidarmi di te...mi dispiace di aver dubitato, mi dispiace»

«Mi vergognavo tanto a dirtelo, e a pensare che presto lo scopriranno gli altri....e Edward, come potrebbe volermi dopo che avrà saputo che ho quasi rischiato di uccidere Gabriel...come?»

«Shh, shh va tutto bene...guardami..va tutto bene...»

Scossi il capo stringendo gli occhi. Io non ero così ottimista.

Mi prese il volto tra le mani appoggiando la fronte alla mia.

«Andrà tutto bene, siamo una famiglia, andrà tutto bene.»Annui chiudendo gli occhi e tenendo la fronte appoggiata alla sua, come facevamo sempre nei momenti più bui. Ma come sempre, le braccia che volevo intorno al mio corpo, quando stavo male, nonostante mi dessero conforto, non erano le sue, erano sempre quelle di Edward...erano sempre le sue che desideravo sentire, il suo odore che volevo respirare...

Non so quanto rimanemmo così, fronte contro fronte, il viso nelle mani dell'altro, ma a un tratto un ringhio tremendo fece sobbalzare entrambi.

Saltai indietro assumendo la posizione di attacco, per poi perderla immediatamente, quando davanti a me trovai gli occhi neri di mio marito.



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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


Capitolo 27

Pov Bella



Chester si allontanò da me lentamente. Non degnò Edward nemmeno di uno sguardo, come se non fosse stato li. Edward, al contrario, lo guardava minaccioso. Ogni muscolo del suo corpo era in tensione, i pugni chiusi, le spalle rigide, le labbra serrate, gli occhi neri come la pece.

«Edward?»lo chiamai, sperando distogliesse lo sguardo.

Lui sospirò, puntando gli occhi nei miei, ma distolse lo sguardo subito dopo. Fu abbastanza. Abbastanza per vedere la delusione e il dispiacere nei suoi occhi.

Mi sentii morire. Che avesse letto nei pensieri di Chester quello che gli avevo raccontato?Si sentiva deluso dal fatto che avevo quasi fatto ammazzare Gabriel? Mi considerava un mostro?

Strinse gli occhi e deglutì senza alzare lo sguardo su di me.

«Sono venuto a dirvi che Gabriel si è svegliato. Vuole vedervi»

Chester sembrò ridestarsi immediatamente.

«Sta bene?»

Era ansioso, lo percepivo chiaramente.

Edward lo scrutò in volto. Mi sarebbe tanto piaciuto avere il suo dono, anche solo per qualche secondo, solo per capire cosa stesse pensando.

Sospirò stancamente.

«Si, ma vuole vedervi...tutti e due»

«Bene. Bella, andiamo?»

Edward si irrigidì immediatamente ,ma non si mosse. Distolse di nuovo lo sguardo.

Non m guardava. Perchè non mi guardava?

Sospirai preoccupata.

Chester mi allungò una mano per invitarmi a seguirlo. La guardai un secondo, indecisa.

No, non potevo andare via adesso, non ora che avevo la possibilità di restare sola con Edward. Di parlare con lui. Volevo sapere.

Guardai ancora la mano di Chester, sempre aperta, in attesa.

«Va tu, io ti raggiungo»

Chiuse la mano in un pugno,che lasciò cadere lungo i fianchi.

«Certo.»

Potrei giurare di aver sentito una nota di rammarico nella sua voce.

«Ma cosa...»

Non feci in tempo a chiedere a Chester cosa non andava che era già scomparso.

«Chester...»sussurrai, ancora un po' sorpresa dal suo comportamento.

«Non lo raggiungi?»

Mi voltai verso Edward. C'era qualcosa...qualcosa ne suoi occhi. Qualcosa che avevo già visto. Un flash back entrò prepotentemente nella mia testa. Un ricordo..un ricordo umano, sbiadito ma ancora presente.

Ero in piedi davanti alla porta di casa di Charlie. Mi tenevo una mano, dolorante...aspettavo qualcuno...Edward...

E poi eccolo, mi fa salire in macchina e si avvicina a...Jacob...gli dice qualcosa che riesco a sentire: “Lei è MIA”

Si, ricordavo, Jacob mi aveva baciato contro la mia volontà, mi ero rotta una mano dandogli un pugno, Edward era venuto a prendermi, furioso, avevano litigato...per me.

Adesso capivo tutto.

Edward era geloso.

Lo era stato allora, di Jacob, e lo era adesso, ma di Chester.



Pov Edward

(Tratto dal capitolo 25:

Eccoli.

Mi avvicinai aggirando il grosso tronco. Quello che vidi però ebbe il potere di uccidermi.

Ringhiai. )

Bella scattò all'indietro, in posizione di difesa. Era così presa da quello che stava facendo che non mi aveva nemmeno sentito arrivare.

Mi guardava con occhi sbarrati, spaventata. Ovviamente non mi aspettava. Persi solo qualche secondo, la mia attenzione era concentrata su di lui.

Non si mosse, non disse una parola. Nella sua mente tuonava insistentemente la voglia d baciarla.

Strinsi i pugni. Scrutai attentamente cercando il ricordo di un bacio già avvenuto, ma non vi trovai niente. Questo certo non voleva dire che non ci fosse stato, ma solo che lui era molto astuto. Mi mostrava solo ciò che voleva.

Trattenni a stento la voglia di attaccarlo.

Lei era mia.

«Edward?»

La voce preoccupata del mio angelo mi ridestò. Incredibile l'effetto che ancora aveva su di me, sentire la sua voce pronunciare il mio nome. Purtroppo durò solo un istante, quando posai lo sguardo su di lei, l'immagine dei loro visi vicini, mi balenò di nuovo davanti gli occhi. Distolsi lo sguardo. Troppo doloroso.

«Sono venuto a dirvi che Gabriel si è svegliato. Vuole vedervi»

«Sta bene?»

La sua voce mi infastidì. Alzai, malvolentieri, lo sguardo su di lui. Lo scrutai di nuovo, non riuscivo a farne a meno, ma questa volta non vi trovai altro che l'immagine di quel ragazzo che lui considerava suo figlio.

Sospirai seccato.

«Si, ma vuole vedervi...tutti e due»

«Bene. Bella, andiamo?»

Mi irrigidii. Aveva aperto una mano verso di lei, aspettando che l'afferrasse. Avrei voluto tanto staccargliela.

Ma non potevo. Non dopo in modo in cui mi ero comportato io cinque anni fa. Non potevo permettermi di fare il geloso, anche se lo ero. Morivo al pensiero che lui l'aveva stretta tra le braccia, al posto mio, che l'avesse consolata, al posto mio, che avesse cresciuto nostra figlia, al posto mio.

Ma era stata colpa mia. Io, inconsapevolmente, l'avevo spinta tra le braccia di un altro. Uno che la capiva, che la proteggeva, che era per lei un marito migliore di quanto lo ero stato io. Uno che non ero io.

Guardò la sua mano, indecisa. Inaspettatamente scosse la testa-

«Va tu, io ti raggiungo»

Percepii immediatamente i pensieri di Chester.

Ha scelto lui...di nuovo”

Come pensavo. Lui l'amava, l'amava da sempre. Deluso chiuse la mano in un pugno che lasciò stancamente ricadere.

«Certo.»

La delusione era palese nella sua voce.

«Ma cosa...Chester...»

Veloce come solo la nostra razza sapeva fare sparì lasciandoci soli. Bella sembrava confusa dal suo comportamento. Che ignorasse i suoi sentimenti? Eppure erano cosi evidenti.

«Non lo raggiungi?»

Qualcosa passò nei suoi occhi appena un secondo, un secondo in cui sembrava lontana, distante, n un altro mondo.

Era per Chester? Era preoccupata per lui? Che anche lei provasse qualcosa di più per quel ragazzo?

Sospirai. Bella amore mio...

Volevo davvero che fosse felice. Lo avevo sempre voluto. Avrei rinunciato a tutto, anche alla mia felicità, se questo l'avesse resa felice. Ma era dura lasciarla andare...proprio ora che l'avevo appena ritrovata.

Agrottò la fronte scuotendo la testa, visibilmente confusa.

«Edward...»

Sembrava triste, delusa. Deglutii, dovevo prepararmi a perderla, per sempre.

«Si...»

«Stai bene?»

Che strana domanda. Cercai di essere il più sincero possibile. Glielo dovevo e non volevo mentirle. Avevo giurato a me stesso che non lo avrei più fatto.

«Non esattamente»

«È per Chester? Sei geloso di lui?»

Chiusi gli occhi.

«Mi dispiace. Non riesco a farne a meno»

«Sei un sciocco»

«Co-cosa?»

Riaprii gli occhi. Mi guardava, mi guardava con i suoi occhi grandi, immensi, in grado di mandarmi in paradiso. Poi sorrise. Mi si mozzò il respiro. Dio quanto era bella. Lentamente, un passo alla volta, accorciò la distanza che ci separava. Allungò una mano, regalandomi una dolce carezza. Vibrai. Chiusi gli occhi accoccolandomi sul palmo della sua mano. Poi qualcosa, qualcosa di metallico sulla mia guancia attirò la mia attenzione, staccando, a malincuore la sua mano dal mio viso e stringendola tra le mie. Rimasi stupito,colpito, emozionato.

«Porti...porti la fede.La nostra fede...»

Com'era possibile che non l'avessi notata prima di allora?

«Si. Non l'ho mai tolta, mai, è sempre rimasta li, è quello il suo posto. Perchè quella fede è il simbolo del nostro amore, e significa che io appartengo a te...»

«..e io a te»

«Per sempre»

«Per sempre»

E poi le sue labbra furono di nuovo sulle mie, e tutto andò a posto. La gelosia, il rancore, la rabbia, non c'era più posto per tutti quei sentimenti meschini, non c'era più spazio per nulla che non fosse amore, il nostro amore.

Ma ancora una volta finì troppo presto. Troppo in fretta.

No. Non ora.

Ringhiai.



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