Recensioni di Neal C_

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Il partner - 28/10/13, ore 18:58
Capitolo 5: Il sopravvissuto
Ecco il capitolo tanto atteso!
Ammetto che anche stavolta non ho seguito tutto con agilità quindi farò un breve riassunto sperando di aver capito <.<
Ritirarsi dal campionato per la Ferrari sarebbe una strategia per vincere a tavolino poichè contano sul fatto che Hunt venga squalificato al Gran Premio di Spagna e Gran Bretagna, giusto?
Allora la mia domandina è... perchè diavolo dovrebbero accontentare Ferrari?
Lo stesso Clay non è convinto della sua tesi, cioè che farebbero qualunque cosa perchè la Ferrari non si ritiri; altrimenti perderebbero tutti gli sponsor e i vari finanziatori.
Tra l'altro mi pare che non è andata affatto così, quindi tutta questa sicurezza da parte del vecchio Enzo proprio non la capisco.
Ma la questione pendente è un'altra e si intuisce sia dalla conversazione fra Clay e Niki, sia nell' intervista non ufficiale di Mick Fanu (si, l'ho ribattezzato così, gli dona): questa volta Enzo ha messo il piede in fallo.
Sta cercando di liberarsi dei suoi piloti come si fa con l'usa e getta e questo nessuno può perdonarglielo.
Più che il colloquio fra i due compagni di scuderia, ho amato il dialogo con Mick Fanu.
Intanto introduce una figura che mi fa molta simpatia, quella del giornalista-amico, connazionale di Clay e per di più cronista delle sue avventure da quando è comparso sulla scena con il nome Ferrari sul cofano.
Sembra quasi una volpe che si apposta, tende l'orecchio eppure non può che fare simpatia, con quel saluto cameratesco e l'aria furbetta, mentre dichiara che è fuori servizio e nel frattempo si appunta le dichiarazioni per il suo prossimo scoop.
Mi sembra uno scambio equo: Mick è stato veicolo della fama di Clay e Regazzoni si è affezionato e gli concede qualcosa in anteprima, certo che qualunque cosa Fanu scriverà non sarà mai contro di lui e sopratutto non ne stravolgerà mai il pensiero.
è raro trovare un giornalista che resista alla tentazione di scandalizzare il suo pubblico raccontando una marea di panzane e ingigantendo le dichiarazioni altrui all'inverosimile.
Inoltre proprio nel loro dialogo emerge una constatazione importante di Clay che per poco non mi ha commosso.
Il suo compagno di squadra, quando era ancora un novellino, ha semplicemente rivoluzionato i rapporti fra il pilota e il suo veicolo, fra colui che rischia la vita e l'ingegnere/tecnico-meccanico che mette le mani per migliorare le prestazioni dell'auto.
Sembra una cosa scontata eppure questi due personaggi sono intimamente legati fra loro: un qualunque tipo di guasto o di distrazione nella macchina può influire negativamente sulla gara ma anche provocare la morte del pilota, e dall'altra parte, una macchina lenta, spesso soggetta a malfunzionamenti vari non può essere considerata competitiva e denota una scarsa capacità di tecnici e meccanici.
Dunque perchè "settorizzare"? Perchè non coinvolgere il pilota nella costruzione della sua macchina? Perchè non mostrare ai tecnici che il loro non è semplicemente lavoro dietro le quinte ma che è fondamentale per la buona riuscita di una corsa?
In questo è riuscito Niki. ha capito quanto fosse importante una collaborazione, anche per evitare gli effetti collaterali dell'ignoranza.
Per il pilota è facile inveire contro i meccanici perchè sono degli incapaci, e questi d'altra parte non si sentono parte del team quindi perchè dovrebbero sforzarsi di far funzione le cose al meglio, con grande dispendio di lavoro ed energia?
Insomma questa cosa mi ha davvero colpito e mi ha ricordato proprio quelle scene in cui Lauda, appena arrivato, mette i tecnici al lavoro e si lamenta dei materiali troppo pesanti che rallentano l'auto.
(vabbè io poi mi emoziono ogni volta che si parla di motori... un giorno mollerò gli studi di germanistica e andrò a fare apprendistato dal mio meccanico sotto casa. Dovessi sapere come mi sono gasata guardando per la prima volta il primo film di Iron Man! poi gli altri diventano tutto un "faccio il figo, sono invincibile" ecc. OK BASTA NON STIAMO PARLANDO DI QUESTO!)

Come sempre splendida Marlene, donna forte e di carattere che cerca a tutti i costi di difendere la sua vita dalla presenza ingombrante della Formula I la quale rischia continuamente di portarle via il marito e di lasciarla nelle retrovie, salvo quando è costretta a raccogliere i cocci di Niki.
Eppure Clay ha ragione e anche la Knaus lo sa. Niki non è nessuno senza la Ferrari e ancora una volta mi ricorda quel pezzo di dialogo fra Clay e Niki, in auto, mentre vanno al party di un amico di C. in cui Lauda dichiara che farà soldi e se fosse stato bravo a fare qualche altra cosa lo avrebbe fatto.
Poi la Formula I diventa un'altra cosa per lui ma il ragionamento è sempre quello. Correre è quello che sa fare, è ormai lo scopo della sua vita.
E non si vive per la moglie o per la famiglia a meno di non diventare morbosi e possessivi in maniera viscerale.
Anche per questo Marlene è fortunata, non è lei l'oggetto della frustrazione del marito (ah il saggio Clay, ha intuito tutto! Sembra quasi una donna!).

Sull'entrata in scena di Niki sono un po' in dubbio.
Dopo tutto il mito che si è costruito intorno alla figura del mitico Niki Lauda, sembra strano vederlo apparire così fragile.
Ovviamente la prima impressione è terribile, tutta l'attenzione di Clay è focalizzata sulla devastazione del suo volto, sull'annuncio dell'operazione ai polmoni che incombe, insomma emerge prima di tutto "il malato" e poi l'uomo e il pilota.
Mi è piaciuto molto un piccolo dettaglio, quello del sopracciglio che Lauda tenta di inarcare ma ormai il suo volto è una maschera di cui non è più padrone che rischia di andare in pezzi ad ogni azzardo, rompendo ogni possibilità di pronta guarigione e ritorno in pista.
Non so spiegare esattamente cos'è che non mi ha convinto del tutto, forse perchè, come lo stesso Lauda dice, rispondendo ai pensieri del lettore, non ci aspettiamo che sia "umano".
In un certo senso con il suo attaccamento alle corse invece che dimostrare una natura fredda e calcolatrice si rivela molto umano, un uomo che non vuole perdere il senso del reale, non vuole essere dichiarato fuorigioco, altrimenti potrebbe piombare nel cupo grigiore della depressione.
Insomma Clay, fossi in te non mi stupirei del fatto che si dimostra "inumanamente " informato sui casini che gli state combinando in pista!
Meglio superare il trauma che rimanerci no?
Il tuo Niki mi ha stupito, nel bene e nel male, me lo aspettavo taciturno e invece aveva bisogno di confidare a qualcuno le sue paure (e non a torto dal momento che dimostrarsi forti è piuttosto difficile in un frangente simile, con il prete si... ma con gli amici diamine!), me lo aspettavo anche più rancoroso e invece si dimostra assolutamente ragionevole nel voler appoggiare in tutto e per tutto la Ferrari nella ricerca di un sostituto (ma in fondo Lauda è un concentrato di logica e buonsenso no? e il rancore non è certo cosa razionale).
Dunque non posso neanche urlare all' OOC perchè, ragionandoci su, quello che mi aspettavo non sarebbe molto coerente con il personaggio.

Ok, perdono, ormai ho preso una deriva pericolosa in queste recensioni. Sparo inutilmente cazzate.
TI prego di perdonarmi, tanto succederà ancora.
Rimango sempre tua affezionata lettrice,

Neal C.

p.s Non male quel Vettel, campione per la quarta volta. C'ha pure un bel faccino , proprio non ti ispira?
Recensione alla storia Ash and life - 19/10/13, ore 03:29
Capitolo 1: Ash and life
Mi spiace dirlo ma non convince neanche me.
Una cosa la devo riconoscere, in parte si tratta di gusti. infatti io odio l'introspezione pura e semplice in maniera viscerale.
Non riesco a digerirla, mi sembra troppo avulsa dal contesto e di conseguenza troppo criptica per dare soddisfazione, come storia, intendo.
A questo punto sarebbe legittimo domandarsi perché ho voluto recensire una storia di un genere che palesemente sopporto a stento (e ti assicuro che ho riflettuto a lungo se recensirla o no).

Quello che mi ha spinto a lasciare la mia opinione è semplicemente una questione di coerenza e verosimiglianza.
Non tanto per quanto riguarda l'argomento ma sopratutto per quel che riguarda lo stile e il linguaggio.
Nelle note hai detto che questa flash-fic vorrebbe rappresentare una sorta di monologo dei pensieri di Lauda in terza persona.
Eppure dalle parole che ritrovo in questa lettura ne esce un Niki Lauda totalmente OOC.
Non basta menzionare la precisione, le percentuali e la matematica per dare l'impressione di una persona matematicamente precisa con una forte tendenza a vedere in ogni evento una possibile variabile e di conseguenza architettare strategie di successo basandosi su percentuali di rischio/incidenza di questi eventi.
Sia l'uso di parole quasi poetiche, come l'utilizzo della metafora della fenice che rinasce dalle proprie ceneri,sia l'utilizzo di frasi brevi e numerosi punto a capo che contribuiscono a creare una sorta di pathos, fanno pensare che il narratore sia una personalità focosa, aggressiva e provocatrice, quasi attaccabrighe a vedere il modo impietoso e martellante con cui si susseguono le molte domande retoriche.
In particolare nella prima parte sembra che la voce narrante sia James Hunt o un qualunque altro uomo che reagisce in maniera appassionata, istintiva, ironizzando sui suoi "amati calcoli".
Sopratutto questa espressione tradisce la prima parte.
Niki Lauda (almeno come lo interpreto io dopo aver visto il film) non "ama" fare i calcoli.
Semplicemente è l'atteggiamento più razionale, economico (in termini di efficienza, come tu stesso/a hai scritto.) più naturale e a lui più congeniale a causa della sua personalità calcolatrice.
Insomma, aldilà del fatto che è pura introspezione e che, pur nominando di sfuggita sia il Nürburgring sia il personaggio di Marlene, non è tratteggiato nessun tipo di contesto (per di più nomini "movimenti" e "frizioni" che potrebbero far pensare, come metafora, ad un auto in corsa ma alla fine si rivelano termini astratti), non riesco a vedere in queste parole il Niki Lauda che ho visto sul grande schermo, quello di cui mi sono abituata a leggere, il Niki che amo.
Spero che non te la prenderai quindi se ti lascio una bandierina neutra. In fondo la mia critica è anche influenzata dall'antipatia per il genere ma continuo a pensare che questo ritratto di Niki sia incoerente e poco verosimile.
Alla prossima,

Neal C.
Recensione alla storia Il partner - 19/10/13, ore 01:45
Capitolo 4: La scuderia Ferrari
ah ah! Un capitolo tecnico!
Ammetto che se tutte le dinamiche interne alla scuderie e al mondo delle corse non fossero filtrate attraverso i pensieri di Regazzoni avrei faticato a seguire il filo.
E ne hai approfittato per svelarci la natura dei rapporti familiari tra i Ferrari, poichè l'azienda di famiglia deve proseguire la sua attività di generazione in generazione. Insomma quel caro vecchio avvoltoio di Enzo ha bisogno di un erede e così subentra la figura simpatica di Piero. Ispira da subito fiducia quando Regazzoni lo presenta, giovane, entusiasta, volenteroso e informale in quel modo cameratesco di rivolgersi a Clay.
Cosa ancora più importante: Piero non è uno specialista, non è un ingegnere, non è un meccanico.
Ma è un pezzo fondamentale della scuderia, è il canale di collegamento, quello che si occupa di comunicare/gestire/organizzare/coordinare (a mio parere la cosa più faticosa e difficile in ogni situazione lavorativa ecc.).
Lo stesso Enzo sarà costretto ad ammettere che non si tratta più di una piccola scuderia di famiglia ma è ben consapevole che ormai è un colosso che farà la storia.
Faccio questa riflessione perchè questa tua piccola frase mi ha fatto riflettere su una questione che spesso mi torna alla mente: non serve più saper fare le cose ma dire agli altri cosa devono fare.
La testa ha sostituito il braccio da tempo ma ogni volta ce ne stupiamo (o almeno io... sarà per questo che le professioni tradizionali ormai non bastano più?).

Ancora una volta "il fantasma" di Niki infesta i pensieri di Clay e torna a tormentarlo sotto forma della sua (di Lauda) vecchia 312 ridotta ad un rottame. Tutto gli ricorda i dettagli e le immagini dell'incidente, in primis i litigi fra la scuderia e i proprietari del Nurburgring che cercano in tutti modi di scaricare la colpa sulla macchina piuttosto che sulla pista e così salvare la faccia. La rabbia di Clay è palpabile e la sua appassionata difesa della "sua" famiglia è spiegata solo in parte dall'istinto di sopravvivenza.
Mi spiego: il ragionamento secondo il quale Regazzoni, ormai non più vincitore e con una popolarità in calo, si convince che l'unico modo per continuare a correre sia dedicarsi anima e corpo (letteralmente) alla sua scuderia non regge del tutto e anche in questo vince Maria Pia che non ha tutti i torti a preoccuparsi del suo futuro.
Ma anche per questo Clay ha un fascino particolare, perchè è un personaggio razionale e ragionevole ma allo stesso tempo fedele, appassionato, capace di dimenticare ogni strategia dell'azienda nelle retrovie semplicemente salendo su una vettura e lanciandola a velocità massima, anche solo per provare freni, frizione e cambio.
In fondo in fondo Clay Regazzoni non è un animale di competizione, non punta veramente a vincere da tanto tempo, in scuderia l'hanno fiutato ed è ancora questione di tempo prima che si chiedano se può davvero rappresentare la Ferrari ancora per molto.
Ha più il carattere romantico dell'amateur piuttosto che la grinta del cavallo da battaglia.
Ammetto di aver perso il filo degli avvenimenti e degli intrighi nel pezzo che va da “Quest'anno la FIA..." fino ai rotti in culo francesi (amo anche il linguaggio schietto che circola fra i meccanici, in ogni caso necessario per la verosimiglianza. Non c'è niente di peggio della "ripulitura" politically correct che sfocia nel ridicolo).
Una cosa che non mi è chiara: ma in una corsa si detraggono anche i punti? oppure semplicemente, se si arriva ultimi, non se ne guadagnano?
Insomma Enzo non vuole far correre Clay in Austria perchè teme di perdere punti oppure perchè non vuole perdere la faccia? Se non potesse perdere punti allora forse lo farebbe correre lo stesso nella speranza di guadagnare un po' di distanza con Hunt in classifica (o almeno credo) e quindi ho dedotto che i punti si detraggono anche... ma attendo la tua ultima parola.
Ad ogni modo la strategia è sempre di tenersi sul vago con la stampa e non rilasciare dichiarazioni pericolose, questo ormai Clay lo sa bene.

Verso la fine del capitolo la presenza di Niki è più forte che mai e ambasciatrice delle sue parole e intenzioni, come al solito, è Marlene, più decisa che mai a soddisfare le richieste del marito, promettendo di mandare un jet privato a prelevare Clay per un colloquio con l'austriaco.
Si apre quindi uno spiraglio che già ci fa presagire la sua comparsa sulla scena (fremooo all'idea, *ammette alla fine*).
Indicativo è anche che la stessa Marlene è costretta ad ammettere che Niki è già al corrente dei programmi della scuderia, anzi, sembra sia una delle prime cose alle quali ha pensato (aggiungo che non credo Clay lo avrebbe fatto così presto, Niki è proprio un Workaholic!).
Aggiungo che sulla storia delle prugne ho sogghignato per ore *_*
E Forghieri, come ogni papà che spende la vita a crescere i figli, è tenerissimo e ha ogni buona ragione per essere incazzato!
Ti lascio con una soffiata che tu sicuramente apprezzerai ;)

3-05-2013 ---> 30-10-2013
GRAN PRIX - LE MONOPOSTO DEL CAMPIONATO DI FORMULA UNO
GRAN PRIX - THE FORMULA ONE WORLD CHAMPIONSHIP SINGLE-SEATERS
Museo casa Enzo Ferrari - Modena

http://www.museocasaenzoferrari.it/2013/05/dal-3-maggio-grand-prix-le-monoposto-del-campionato-di-formula-1-2/ — with Gallo Enrico and Luca Bismondo.

E naturalmente già attendo con ansia il prossimo aggiornamento.
A presto,

Neal C.
Recensione alla storia Il partner - 11/10/13, ore 15:54
Capitolo 3: La lunga attesa
Questo capitolo mi ha fatto innamorare di questa fic. Definitivamente.
L'inizio in medias res che instaura un clima di attesa, preoccupazione, agitazione, tutti sentimenti che impregnano l'aria di familiari, amici, colleghi o "datori di lavoro". Dalle prime battute sembrano tutti una grande famiglia felice che si preoccupa per Niki, riunita nel dolore di un incidente orribile e che attende disperatamente che vi siano segni di un qualche miglioramento, che l'altalena fra la vita e la morte si fermi e i medici possano dichiararlo fuori pericolo.
Poi, pian piano, emerge la vera natura della folla che attende notizie di Niki.
Parenti serpenti amici del successo di Lauda, compagni del team più o meno fedeli (chi più e chi meno) ma anche con tutta la buona volontà, solo estranei, i boss della scuderia che si attaccano alla cornetta per definire il prossimo piano d'azione dell'azienda senza neppure il buon gusto di farlo a bassa voce.
In un certo senso la telefonata di Clay alla moglie, Maria Pia, è una sorta di boccata d'aria.
La signora Regazzoni è infatti una delle poche persone sincere e anche a buon diritto dal momento che non è legata ai Lauda da alcun rapporto di lavoro e neppure di amicizia dal momento che non è riuscita ad instaurarne uno.
Non condivide veramente la preoccupazione del marito, non ne ha motivo eppure non è ipocrita.
Ma una cosa le si può rimproverare.
L'insoddisfazione per le strategie della Ferrari che mettono da parte il marito e promuovono invece il giovane vincente, Niki Lauda, è comprensibile ma non giustificabile.
Lo stesso Clay lo capisce, è il vincente a cavalcare l'onda, in fondo la Ferrari è un'azienda privata invischiata in un'enorme macchina per fare successo e soldi e la solidarietà raramente è remunerative sebbene aiuti a distendere il clima fra colleghi di lavoro.
Ma come dare torto alla moglie di Clay? Niki Lauda non può stare simpatico, è freddo, asociale, a tratti scortese, non è simpatico né di compagnia, troppo rigoroso, stakanovista in maniera irritante e per di più vince... e lo fa pesare.
Ma lei crede che Niki veda in Clay semplicemente il suo trampolino di lancio, la via per raggiungere il suo successo personale, e questo nessuno di noi glielo può perdonare.
Indi amo molto il modo in cui hai inserito questa sorta di controcanto, la voce della verità che non teme di annunciare la sua quasi-indifferenza nei confronti della tragedia di Niki, per quanto questo possa apparire sconveniente.
Ovviamente questo da l'occasione, in maniera sottile e indiretta, di parlare di Niki Lauda, onnipresente nei discorsi di tutti, presentato anche dal narratore con quelle caratteristiche che noi lettori abbiamo imparato ad amare.
Questo continuo nominarlo, da parte di Clay che si chiede se sia religioso, da parte di Maria Pia che ricorda con rabbia la sua fredda cortesia e i suoi continui rifiuti e poi finalmente la voce di Niki, per intercessione di Marlene, che caccia in malo modo il prete come fosse un uccello del malaugurio, alimentano la sua leggenda, fanno crescere nel lettore la voglia di averci a che fare, di confrontarsi con lui in prima persona, con le sue parole e le sue azioni e non solo quanto sentito dire nei pensieri di ogni altro personaggio sulla scena.

Un altro personaggio principale del capitolo che hai reso in maniera magnifica è proprio Marlene.
è una donna forte, consapevole dello stormo di avvoltoi che si aggirano per l'ospedale in attesa del verdetto "Vita o morte per Lauda?", ferita di fronte ad una famiglia indifferente fino a qualche anno prima, quando i successi del marito hanno cominciato a comparire sulle pagine dei giornali accanto alle firme degli illustri economisti e imprenditori di famiglia.
Ma è anche una moglie costretta ad affrontare una tragedia inattesa a tratti brusca anche con gli amici perchè teme il cedimento e alla fine, quando tutti tirano un sospiro di sollievo (che frase epica "dite al prete che può andare a fare in culo") lei si scioglie in lacrime di gioia, esorcizzando la paura e l'ansia che permeano tutto il capitolo.
E alla fine c'è il fulmen in clausula che fa sorridere e mi convince, ancora una volta, che amo questa fiction e attendo con ansia il prossimo capitolo.

Come al solito ho amato anche la tua attenzione a ricostruire, fra una telefonata a Enzo Ferrari e qualche rapido calcolo di Regazzoni, tutti gli eventi dei premi dell'anno 1976, con dovizia di particolari, con attenzione alle strategie e ai delicati rapporti fra piloti, altre scuderie nell'intricato mondo delle classifiche e dei punti da cui Marlene vorrebbe fuggire e in cui niki è invischiato fino al collo.
E grazie mille per aver spiegato cos'è il muletto! ancora un po' e potrei appassionarmi alla formula I!
In fondo da piccola volevo fare il meccanico e i motori sono un mondo che mi sarebbe piaciuto esplorare (si lo so, non c'entra niente, sto cercando scuse...).
Dunque insisti con le note e mi farai felice.
Alla prossima,

Neal C.
Recensione alla storia La fine del topo - 10/10/13, ore 18:54
Capitolo 1: La fine del topo
Molto carina.
è leggera come un acquerello o meglio, uno schizzo a matita buttato lì, uno spiraglio aperto in una porta.
Tratteggi in poche parole i protagonisti cogliendo bene i caratteri.
In particolare l'incipit si addice molto alla personalità di Niki, come se anche l'amicizia fosse una questione di affari.
- Non ti porto fiori perchè tu non me li hai portati ma tu sei in debito con me perchè io ti sono venuto a trovare, mentre tu non ti sei scomodato quando ero in ospedale - un ragionamento degno di uno disincantato, che non fa niente senza ricavarci un guadagno (qualcosa dai genitori economisti e imprenditori lo avrà pur preso...) e che accetta di correre rischi solo a determinate condizioni.
Quello che mi piace di questa fic è che non diventa in alcun modo sentimentale.
In fondo ormai c'è una specie di amicizia fra i due, almeno rispetto reciproco come dice lo stesso Lauda a fine film eppure questo non si traduce in una tragedia nostalgica e drammatica.
Anzi c'è una certa ironia della sorte, un po' macabra ma manca l'amarezza che ci si aspetterebbe da un "amico".
Insomma rende onore al loro rapporto che era, innanzitutto, competizione.

Il punto di vista sembra quella di un narratore invisibile, direi addirittura onnisciente, che parla e "sparla" di Niki quanto di Hunt, dando al primo del "perfezionista del cazzo" e al secondo "tutto istinto e niente ingegno".
Non prende le parti dell'uno o dell'altro ma è istintivamente simpatico al lettore per il linguaggio semplice, quello di un monologo più che un testo narrativo che rende tutto più incisivo e ricorda un po' un gioco di inquadrature cinematografiche.
Molto piacevole!

Alla prossima,

Neal C.