Recensioni per
Produzione di allucinogeni Esther Duncan: Three Hundred Thousand.
di Gatto Magro

Questa storia ha ottenuto 37 recensioni.
Positive : 37
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
28/07/14, ore 03:17

Altro scritto, altri brividi.
Noto un filo conduttore malinconico e doloroso, come se il destino dei personaggi fosse quello di non essere destinati alla felicità. Eppure è tutto così bello, così piacevole.
Voglio sbilanciarmi, anche se non so nulla di te e probabilmente è tropo presto per dirlo, ma il tuo modo di scrivere, in particolare quello di questo racconto, mi ricorda Bukowski e Elliot.
Spero vivamente tu sappia chi sono, ma se non è così ti spiego perché noto questa somiglianza. Il primo, l'elenco di cose che apparentemente non hanno un nesso logico ma che in realtà si collegano perfettamente l'una con l'altra e sfumano tra di loro come i colori di quelle lampade vintage, che cambiano armoniosamente tonalità in una danza rilassante; il secondo, Downtown e "vattene via Daker". Non so perché di preciso, ma questi due elementi mi hanno fatto venire in meno lo stile dello scrittore.
Probabilmente non mi sono spiegata in maniera corretta, sicuramente non coglierai i miei collegamenti, ma abbi la certezza che sono dei complimenti sinceri e meritatissimi.
Davvero un lavoro impressionante!
Giulia

Recensore Junior
28/07/14, ore 03:04
Cap. 2:

Lo giuro, ho i brividi: c'è uno strato di almeno due centimetri di pelle d'oca sulle mie braccia.
Sono incappata per caso in questi tuoi racconti che definisci nonsense ma che, in realtà, sono decisamente più sensati di alcuni che si atteggiano come best seller ma che ovviamente non sono.
Probabilmente è l'ora tarda, o la musica che continuo ad ascoltare a ripetizione e che ormai non riesco più a percepire con attenzione, oppure la terza bottiglia di Corona che si svuota e si accatasta sul terrazzo in cui sono rifugiata, ma credo che le tue parole siano terribilmente magnifiche.
C'è una potenza espressiva in queste righe che, ad un certo punto, mi sono ritrovata ad accarezzare le cuciture ferrose delle ali del tuo personaggio.
Sono onesta, mi mancano le parole per descrivere le sensazioni che ho provato nel leggere ciò che hai scritto, ma non temere perché ciò è un bene: le sensazioni più forti, quelle più vere, sono quasi sempre impronunciabili e indescrivibili.
"Muto come Dio" è la frase che rubo dal tuo racconto e custodisco dentro me con gelosia: è una rivelazione, un'illuminazione. Non ho mai creduto di poter trovare la definizione di Dio, eppure, questa notte, tu me l'hai fatta scoprire così, con leggerezza e semplicità che quasi mi fa sentire una stupida non aver letto prima questo capolavoro.
Complimenti e grazie infinite per ciò che hai scritto. :)
Giulia

Nuovo recensore
28/06/14, ore 09:44

Caro Gatto Magro.
Scrivo questa recensione sotto forma di lettera così da obbligarmi a rimanere dove si tocca senza avventurarmi in bubbole e salamelecchi che sicuramente mi farebbero perdere il filo dei miei pensieri, e non riuscirei più a comunicarti quello che voglio. La tua scrittura ha sicuramente una vena poetica che non riesco bene a cogliere. Tutto mi appare un po' sfuocato tanto che sono costretto a rileggere più volte alcune frasi, a soffermarmi su alcuni aggettivi e a gironzolare attorno alle più ardite metafore che da tempo non leggevo con tanto interesse. Come si fa con una poesia. Non puoi immaginare la mia sorpresa a capitare nel tuo spazio quasi per caso e scoprire che un appassionato scrittore, o scrittrice, osa rimescolare la sintassi, giocare con le parole, corrompere la prosa e Creare come hai fatto tu soprattutto in questo capitolo. Non so chi tu sia, ma dopo aver letto questo capitolo non potrò più considerarti un aspirante autore, o un semplice appassionato, o uno scrittore freelance. No, caro Gatto Magro, dopo aver letto questo tuo capitolo finisci diritto dritto tra i miei autori preferiti (e non solo su efp). Non so se hai deciso di pubblicare la "Seconda Parte" o ti sei convinto a lasciarla in un cassetto o a tentare l'esordio in libreria. Dal mio punto di vista spero di leggere il seguito nei prossimi capitoli, ma può anche bastarmi così. Proprio come nella poesia la "fine" la decide il lettore.

P.S. Tienimi d'occhio perché potrei aver la tentazione di copiare qualche tua metafora.

S.C.

Io non so cosa dire, davvero. Forse è meglio che non la lasci neanche questa recensione. Ma rispecchia così tanto come mi sento adesso. L'unica cosa che mi viene da dire è che sembrano quasi sprecate queste fanfiction, perle buttate nel mare. E forse è proprio come dovrebbero essere.
Ti ringrazio per questa piccola perla.
Tai.

Nuovo recensore
09/12/13, ore 18:23

Dopo aver concluso il mio tardo pomeriggio con i guanti da pinguino, la bicicletta cigolante, una sigaretta che dovevo fumare e invece sono rimasta a guardare fumarsi da sola (ed è una cosa stupenda, davvero), qualche chiacchierata e una frittella calda... beh, ora mi sono rintanata in un ufficio pubblico e cerco di scriverti una recensione, senza perderci il cuore.
Perché ci ho messo così tanto? Perché dovevo rielaborare. Ora come ora posso dirti che questo deve essere uno dei miei capitoli preferiti. Mi è rimasto stampato sulle vene, e ogni tanto mi alzo la manica del maglione per ammirare quelle parole sul reticolo dei polsi.
Però non so veramente cosa dire.
Posso cominciare col dirti che un po' ti invidio, ma non è quella gelosia malevola, no... è quella malinconia che ti prende quando guardi le cose belle e non puoi averle (credo di avertelo già detto da qualche parte, ma lo ripeto) e sai che non le avrai mai. Penso che sarei fiera di me, se queste parole uscissero dalle mie, di dita.
E magari scommetto che tu hai storto il naso, invece, prima di pubblicarla. Di solito va sempre a finire così.
Voglio sentire la voce di Prologo che legge quelle parole fino alla fine dei tempi: "una e trina noi la adoriamo", "i primi quattro colori che vi sono venuti in mente", "Somewhere", "Ottobre"... "barattoli di lucciole sotto il letto".
Sai che non mi piace farlo, ma... il mio naso gocciola (e non credo che sia per il raffreddore, perché mi pizzicano anche gli occhi).
Forse sto cominciando a conoscerti, un po'. Forse è presunzione, probabile, anzi. Ma ho riconosciuto California, Madonna Pioggia Acida, persino Ottobre aveva qualcosa di tuo.
Il male di vivere, poi, mi ha strappato un sorriso lamentoso.
voglio conoscere Ottobre, voglio che qualcuno tiri fuori per me qualcuno come lui. Voglio conoscere Ottobre e Gennaio, e Novembre, e pure Agosto (solo per sputargli in faccia), Marzo... tutti. Ma Ottobre... lui sì, più di tutti.
Ho la sensazione che potrebbe portare a nuova vita anche me, così come faceva tornare magnifica Anna Crystal-blue e farei smorfie buffe, cercherei di cadere apposta, gli manderei una foto dei miei guanti a pinguino, solo per sentirlo ridere. Un po'.
"Per sbaglio."
Per sbaglio.
Per sbaglio.
Accidenti, per sbaglio. Per sbaglio i miei polmoni si sono rivoltati uno sopra l'altro, l'intestino crasso si è annodato, il fegato e scoppiato...
Non lo so, davvero.
Non so che dire, se non che rileggerei questo capitolo cento volte, trovandoci dentro qualcosa in più ogni volta, senza mai trovare le parole giuste per dirlo.
E basta, tutto qui.
Sono morta anche, io, un po', quando il capitolo è finito. Spero che tu scriva una bella epigrafe, per quel pezzittino della mia anima che è rimasto aggrappato a questa storia.
Grazie, Gatto.
Bim bum bam. Venti volte.
Ragnatela

Nuovo recensore
05/12/13, ore 19:20

Ho trovato la tua raccolta per caso, mi è piaciuto il titolo della prima storia e così l'ho letta. Sinceramente, la adoro. 
P.S. non capisco se hai preso spunto da ulisse e i suoi compagni xD 

Nuovo recensore
26/11/13, ore 22:38

Ti scrivo questa recensione, con una musica di sottofondo squisitamente drammatica, quasi una colonna sonora, con un sorriso sulle labbra, un vuoto dentro il torace - ché tutto quello che doveva starci dentro è scappato via -, una risposta ad un messaggio su whattsapp che rimane intrappolata tra le impronte digitali e un ricordo di uno dei momento più frizzanti che io abbia avuto da tanto.
Perciò non ti sorprendere se parlerò troppo o se non dirò nulla.
Non posso dire di non essere stata contenta quando ho visto che si trattava dell'aggiornamento di questa storia. Sai che ha un posto speciale dentro di me, accovacciata tra fegato e cistifellea.
Il capitolo Menodizero è stato un'apertura di sipario di quelle che tireresti le rose al palco senza nemmeno aver visto la scena. Potrebbe essere penosa, bellissima. Chissenefregadisicurononio. Menodizero.
Sono un po' in equilibrio su un filo, ora, sai? Sono sorpresa. Questo capitolo ha un filo logico che ho afferrato senza dover saltare troppo in alto. Ti sta contagiando, questo senso così ingombrante che ci abbraccia tutti?
Mi è piaciuta da morire - avrei scritto che mi è piaciuta da vivere, da sciogliermi, da battere i denti... piaciuta da morire è banale, ma era divertente l'ironia, quindi passamela.
Sarà che in questo periodo la morte ha su di me una presa avvinghiante, ma quando si parla di queste cose i miei denti cominciano a battere veramente. Non riesco a capire se sia il "simile si conosce con il simile" di Empedocle o il "simile si conosce con il dissimile" di Anassagora (perdonami, cinque ore di studio di filosfia lasciano cicatrici da filo di sutura veramente notevli). Non riesco proprio a capire se mi fa male pensarci perché sono troppo viva o per chissà che altro. Bah.
Sai, l'altro giorno una mia amica è spuntata fuori con una delle sue scoperte "incredibili": ha tirato fuori la sindrome del morto vivente e del fatto che è tremendo che qualcuno sia vivo e creda di essere morto. Ci ho pensato un sacco. Sono giunta alla conclusione che è molto più triste vedere tutte quelle persone che credono di essere vive e invece sono morte. Sindrome del vivente morto, probabilmente. Dici che si diagnostica?
Quelle epigrafi erano uno spettacolo. Davvero. Stavo per... non lo so cosa stavo per fare. Spero che qualcuno un giorno possa scrivere delle epigrafi così. Sarebbe ok, credo. Magari me la scriverò io, giusto per essere sicura che sia bruttina, ma che non sia tremenda come quelle che vedo sempre in giro. Deprimersi da morti deve essere tremendo. Tu che ci scriveresti sulla tua epigrafe? Non per forza una epigrafe per la tua morte. Esiste una epigrafe per la vita?
Detto questo dico che questo capitolo è... è... E'. E' e non è. E allo stesso tempo non può non essere e non può essere. Toh.
Un prologo. Un prologo. Come andebbe avanti, mi chiedo io. Quante parti di me dovrei perdere per leggere tutto quello che scrivi, visto che te ne lascio una ogni volta? Ho un'anima rattoppata, ormai.
Ah, Duncan S e il suo mondo di fantasmi.
Ho finito le cose da dire che posso dire senza cadere in pezzi. Non è che queste fossero tanto giuste, eh (guarda te se uno si deve mettere a parlare di morte quando vorrebbe solo trovare qualche complimento normale), ma in frigo non mi era rimasto nulla.
Bim-boom-bam.
LadraDiVita

Recensore Junior
26/11/13, ore 20:45

Io spero che questo non rimanga solo il prologo del fantasma di una storia. Spero che "Duncan S e il suo mondo di fantasmi" [cit.] non restino in un cassetto della tua mente in attesa di uno sviluppo che non arriverà mai. Perchè questo personaggio dovrebbe nascere e raccontare la sua storia al mondo intero.
È già da un po' che seguo questa tua raccolta, ma con questo capitolo mi hai conquistata del tutto. Forse per la storia in sé, forse per i suoi personaggi, forse per il dolore e la voglia di vivere che sei riuscita a trasmettere in modo eccellente. Mi hai fatta affezionare a due ragazzi senza nome di cui forse non leggerò mai più e a cui ogni tanto mi capiterà di ripensare per tutto quello che mi hanno trasmesso.
Non so cosa vorrai farne, ma spero che tu la continui. In ogni caso, sarò qui ad aspettare.

xoxo
Zick

Nuovo recensore
12/10/13, ore 15:30

Eccomi qui, con un'altra recensione...
E una carriola di malinconia che pensavo di spingere davanti a me. E invece - sorpresa! - mi ci sono trovata seduta dentro, con il fondo dei pantaloni irrimediabilmente sporchi di pensieri tristi che non verranno via neanche a grattare anni, con sapone, detersivo o candeggina.
Credo che sia il primo capitolo dal quale mi sento così distante e che guardo come a volte guardo la vita delle persone dalla finestra.
Un capitolo che parla di amore, a me che di amore non ne ho ancora trovato.
Un capitolo che fa chiedere se sia un amore vero o se sia semplicemente una delle cose uscita dalla tua penna fortunata, a me che la differenza non saprei notarla nemmeno se me la mettessero davanti agli occhi.
E mi sembra amore, invece. Di quelli veri. Di quelli che non passi anni a parlare del cuore che batte, del petto che fa male, delle crisalidi negli stomaci - ché tutti parlano di farfalle, ma di quando quelle farfalle erano ancora bruchi che strisciavano lungo le pareti non si ricorda mai nessuno - e di tutte quelle cose che tutti sanno sull'amore ma a cui nessuno crede veramente, a conti fatti.
Questo è un amore fatto di cose, di particolari che scorrono via come cartelli stradali e che ti volti a guardarli, ma quelli hanno solo un davanti e il retro è grigio e basta.
Un amore che non ne vale la pena, fatto di ponti più o meno solidi - guardi mai nel vuoto, quando attraversi un ponte, Gatto Magro? O guardi solamente la sponda a cui vuoi arrivare? - e lettere scritte sui muri.
Voglio poterli avere anche io gli amori che fanno male e gli eyeliner e la carta finita e tutte quelle cose che la gente ha.
Invece il mio cuore ancora si rifiuta di mettersi in moto, l'eyeliner non ce l'ho perché non mi trucco, non posso farlo e non ne sono in grado e la carta ce l'ho sempre, perché come farei senza di quella altrimenti?
Forse è stupido desiderare qualcosa che sappiamo già ci farà male, ma vuoi mettere la soddisfazione?
Grazie di nuovo, allora, per questo ennesimo capitolo che fluttua nella mia mente e continua a scusarmi, ti prego, per queste recensioni che sono una peggio dell'altra, ma che meglio non mi vengono e io ci provo, sul serio.
Grazie e alla prossima
LadraDiVita
(Recensione modificata il 12/10/2013 - 03:42 pm)
(Recensione modificata il 12/10/2013 - 03:43 pm)

Nuovo recensore
12/10/13, ore 15:15

Pensavi che io ti avessi abbandonato, vero? Pensavi che avessi smesso di vessarti con i miei pensieri saltellanti, e invece no.
E' che la scuola di porta via l'anima e non te la ridà più e pensa di poterti pagare con un po' di cultura. Ma, ehi, quando poi parli con la gente a che ti serve la cultura se l'anima non te la restituisce più nessuno e all'ufficio oggetti smarriti non c'è?
Tutto questo per dire che ti ho lasciata respirare solo perché mi hanno portato via il tempo quando non guardavo e che mi sono trovata ad aprire EFP solo per leggere qualcosa di sfuggita e pubblicare qualche pezzo nato dal nulla del buco di un biscotto e senza senso come solo le cose troppo sensate sanno essere.
Ma ora recensisco, perché non posso farne a meno e le tue storie sono diventate la mia droga, la mia sana distruzione quotidiana, con cui fare a pugni per cercare di avere un po' di pace tormentata.
Questo capitolo è strano. L'ho letto come un avvicendarsi di diapositive o di quei filmati vecchi che crepitano, saltellano e che hanno gli angoli più scuri, quasi il mondo sbiadisca ai margini diventando Nulla.
Ho letto anche questo capitolo e ci ho pensato molto, anche troppo. La mia mente non trova i collegamenti giusti, sta andando in corto circiuto per capire e un'altra parte di me le dice "Ma che ti affanni a fare? Perché devi per forza capire? Goditelo e basta".
E quindi leggo questo capitoli nel calore di una coperta, tra l'odore di una stanza chiusa e il gusto in bocca della bile, perhcé il tempo l'ho strappato solo stando male, e mi chiedo per l'ennesima volta come tu faccia a farmi questo effetto. E come ogni altra volta non ho alcuna risposta.
Solo... rileggo un po' di volte il capitolo. Perché mi basta a sentire lo stomaco più sottosopra, ma meno malato.
Grazie
Alla prossima (Vale a dire alla recensione al prossimo capitolo che ti lascerò fra qualche istante)
LadraDiVita

p.s. ed evita di notare quanto questa recensione sia senza filo logico o utilità... ma in questo periodo io, il mio mondo, i miei pensieri e le mie storie siamo così: senza senso e inutili :)

Recensore Veterano
06/10/13, ore 19:22

Ho letto questi nove capitoli e mi fermo qui, dove mi sembra di aver lasciato qualcosa.
Provo una grande familiarità nel leggere questa raccolta, mi sembra di non allontanarmi granché dal mio punto zero, da quello che posso leggere o scrivere sentendomi a casa, lasciando scorrere una tristezza (quella che per essere politicamente corretti chiamano malinconia, ma è proprio tristezza, in fin dei conti) che è lo sfondo su cui le parole si affollano. In un certo senso, per me questo sa di adolescenza; quindi, non so se queste tue parole mi risultino spesso ostiche perché sono ormai troppo vecchia, o se perché sono talvolta parte (l'hai scritto nelle note in un paio di casi, mi sembra) di qualche abortito racconto più lungo, per cui non colgo i sottintesi, a volte non capisco i personaggi; oppure, ancora, se sia perché mi lascio ubriacare troppo facilmente dalle tue parole e mi perdo (il che è assolutamente plausibile).
Tuttavia, ci sono momenti di perfezione, anche per me, come il secondo capitolo o questo qui, che racconta di persone che non ho mai conosciuto, ma che mi sembra di avere incontrato mille volte, in corpi diversi anche, fatti di carne o di inchiostro (magari in una delle tredici vite in corso). Il ritratto che offri con questa manciata di parole è incredibilmente accurato e caratterizzante. Ecco, forse mi sembra così perfetto anche perché i personaggi non sono inseriti in una vera e propria storia, ma rimangono lì, come graffiti su un muro.
Ouch, mi sa che è meglio se taglio qui. Non so come commentare e allora mi nascondo dietro a parole finte e ostentate - mi dispiace.
In ogni caso, sfoglierò il tuo profilo e, quando ne avrò tempo e animo, sarà interessante leggere come te la cavi con una storia lunga.

Lucretia

Nuovo recensore
23/09/13, ore 21:38

Lettera per il mio amore
Perché ho finito la carta
E allora la scrivo sul muro
Con l'eyeliner -


Bella. Bellissima, davvero. E' quel genere di letture che ti appassionano per la sintassi particolare, per la poesia che si nasconde dietro ogni parola, per la.. malinconia?, io ne ho percepita davvero tanta. 
Questo, è quel genere di letture che ti lascia senza fiato, che ti fanno venire voglia di rileggere gli scritti per comprenderli a pieno, che vorresti commentare ma non sai cosa dire - ma devi lasciare una recensione, perché, per diana, è quasi soffocante. Una bolla d'aria che per qualche momento ti lascia sospesa negli spazi vuoti fra le frasi, ma è un 'volo' delicato, non so bene come spiegarlo.
E' bellissima, ripeto. Complimenti davvero. (:

Effe, scusa il disturbo.

Nuovo recensore
02/09/13, ore 23:07

Questo capitolo mi ha lasciata... strana.
E'... tutto perfetto, di nuovo, sistemato nel modo migliore per risultare folle e allo stesso tempo... inevitabile. Non so sul serio come farti i complimenti senza risultare banale, lecchina o esagerata, ma le cose stanno così.
Tutto questo è folle. E' come se tu avessi rotto tutte le regole della logica per creare qualcosa di totalmente sottostante, sublime, onirico (che accozzaglia tremenda)... come se avessi creato delle nuove regole alle sansazioni, ai pensieri, alla logica... quello che prima era sinestetico ora non lo è più, e semplicemente realtà...
Mi confonde e mi piace, terribilmente.
Mi sono sentita sola come lui, nella prima parte. Ho percepito la frustrazione per questo rispetto creato dal nome, il dolore, la certezza di essere incolori anche nel sangue oltre che dentro, il divertimento per le mutande viola (anch'io spesso perdo le briciole di buonumore dai buchi delel tasche, ma non sono mai riuscita ad esprimere così bene il concetto), la paura per il non essere agli occhi degli altri...
Ho percepito tutto. Il rifugio nelal doccia e poi, all'inizio del terzo pezzo non ho più percepito nulla. Si è fatto tutto confuso, a vortici, sentivo solo l'acqua fredda che mi batteva a spruzzi sulle spalle.
Poi ho sentito solo la mazzata finale, sullo sterno, senza respiro... Nessuno si ricorda di me.
E solo allora sono riuscita a respira di nuovo e a dirmi "cavolo... il capitolo è finito... io sono ancora io. Non sono cambiata. Sono ancora incolore, sola e tutto il resto. Ma qualcuno si ricorda di me, almeno..."
E'... boh, strano.
Mi sono completamente avvolta in questi capitoli come in una coperta, aggiornamento dopo aggiornamento. Li aspetto con ansia, ormai, sai?
Quindi... grazie, di nuovo e ancora.
Alla prossima
LadraDiVita

p.s. Questo era l'ultimo capitolo che mi restava da recensire... Di' la verità: ormai ti avevo rotto le scatole :)

Nuovo recensore
02/09/13, ore 22:56

Credo che questo capitolo sia l'apice del nonsense/fullsense... ho letto la tua risposta all'altra recensione che ti è stata lasciata e quindi rileggerla per la seconda volta con gli occhi dell'oggettività mi ha lasciato stranita, perciò nella mia testa quelal risposta non c'è e io continuo a leggerla senza capirci un fico secco e crogiolandomi soddisfatta nell'idea. Sono abituata a fare talmente tanti sforzi per capire le cose che ormai mi sono rassegnata a tenermi le tue storie come un balsamo dell'inspiegabile.
I due piccoli pezzettini di velcro questa volta si sono espansi all'ennesima potenza, sai?
Sono rimasta qui a pensare tutte le cose tascabili e tutte le finestre che vorrei.
Vorrei che fossero tascabili tante cose, a ben pensarci: la perfezione, l'odore di polvere tra le pagine dei libri, la musica graffiata di un vinile, le luci giallastra a cono dei lampioni, lo smarrimento in mezzo alla folla... troppe cose, da mettere in tasca e lasciare l' o tirare fuori a piacimento, per guardarle con attenzione.
E poi tante finestre: una per buttare via tutti i pensieri stracci, una per poter guardare il panorama dentro di me, una per una serenata di sguardi silenziosi, una per sentire mio fratello dal basso che dice quell'obbrobrio di frase "Oh, Giulietta, Giulietta... sciogli le tue trecce", una per potermene andare quando per me sarà troppo, una per poter vedere gli altri che vivono anche senza di me... tante, più di quelle che ci potrebbero stare su una parete.
Beh... mi rendo conto che parlo troppo e non dico assolutamente nulla.
O dico le stesse cose... Forse dovrei darmi una seria regolata.
Alla prossima
LadraDiVita

p.s. Sei mancina anche tu (è strano che l'essere mancini sia una cosa così osannata)... rimango dell'idea di aver trovato un'anima affine, più perfezionata (si può dire più perfezionata? al diavolo, se io voglio posso dire di tutto) rispetto a me.

Nuovo recensore
02/09/13, ore 22:44

E dopo la malinconia, la nausea, la rabbia, l'ammirazione e quant'altro... ora tocca a qualcosa di nuovo.
La sensazione di nudità.
Perché, accidenti a te, riesci sempre a beccare qualcosa in cui mi riconosco terribilmente che si fa spazio a gomitate fra le costole e si accovaccia come un gatto (notare l'ironia della similitudine, cara Gatto Magro ^-^) fra i miei polmoni così che se respiro mi devo per forza rassegnare ad annusare quelle parole.
Amo l'autunno, quasi quanto amo l'inverno: è come se io riuscissi a sciogliermi solo quando arriva il freddo, per intabarrarmi nei miei maglioni informi e poter osservare il mondo che si secca, cade, vola via, piove e gocciola... Amo respirare sui finestrini, ma al contrario amo la sensazione di avere fra le mani i respiri delle persone, perchè ho sempre creduto che con i respiri scappino via anche i pensieiri, i sentimenti, le preoccupazioni e così magari qualcosa di quel tutto entrerà tra i miei pori e potrò rubarlo di nascosto a tutti quanti. E' così bello essere strani :)
E sono terribilmente affetta dalla rabbia post-compleanno. La mia migliore amica mi fa gli auguri sottovoce, le persone di tutti i giorni nemmeno lo sanno, a volte... e io mi ritrovo veramente così: ad essere arrabbiata per il mio compleanno e a pensare che magari non dovrei esistere.
E' solo un giorno, però... poi i pensieri si snebbiano, almeno un po'.
Ho uno spirito dentro che deve essere stato di pioggia. Gli altri hanno l'ombrello, io i capelli e le lenti degli occhiali bagnate (anche se ho sempre un ombrello a portata di mano... avere un ombrello vuol dire sperare che piova). Appena arriva la pioggia tutti si chiudono in camera e io vado in terrazza ad aspettarla, fumando e raggomitolandomi in me stessa.
Quindi meglio che io cerchi qualche vestito di parole per rimediare a questa nudità che mi affligge, e non mi resta che ringraziarti, per avermi spogliata senza nemmeno saperlo, magari per la prima, magari per l'ennesima volta.
Alla prossima (fra qualche minuto, immagino)
LadraDiVita