Recensioni per
Frammenti di Luna
di Peppers

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
24/05/13, ore 19:54

Presuntuoso? No mio caro.
Io piuttosto ti definirei modesto, seppur con malcelata ironia xD
No vabbé, sciocchezze a parte. Visto che hai concluso una delle storie che attendevo con più ansia, voglio darti una spintarella un pò più professionale (che parolone xD) rispetto al solito.
*Ehm*
Cominciamo dalla soundtrack.
Dunque... il caro Ludo. Per il testo -sia in questa che nell' altra parte- come colonne sonoro sono adatte. Sulla seconda però, per un momento sono rimasta perplessa: aperto il link avevo cominciato a leggere e dopo un momento di silenzio ecco che si sente il muggito di una mucca.
E io...Cosa? O.o
Vado ad aprire la pagina e noto -con mio sommo sollievo- che era solo la pubblicità. Ma per un momento mi sono seriamente spaventata!
Giuro, non so neanche perché te l' ho raccontato! XDXD Troppo assurdo... comunque, andiamo avanti.
Le citazioni.
“Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno
e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia.”
Matteo 5, 11
Questo inizio è qualcosa di molto significativo, soprattutto perché si "incolla" al testo, ma -almeno io- non riesco bene a capire dove o come. Sicuramente si adatta molto a Edhel, e quando dico molto intendo che praticamente è un messaggio intrinseco nel suo comportamento... ma qualcosa mi dice che c' è qualcosa in più. Forse di più vasto, ecco.
"Perché la salvezza sta nella ricerca.
Anche se non si trova.
Anche se non si sa cosa si cerca”
Rosario Magrì"
Okay, questa mi è sconosciuta. In qualche modo però viene 'spiegata' con la lettera di Cornelio che scrive alla sua Petunia. A quanto pare, l giovane romano è rimasto affascinato dall'Anticristo che l'ha graziato, e nonostante ora possa godere di una vita tranquilla decide di andare alla ricerca di qualcosa.. senza neanche sapere bene cosa, per di più. E' sicuramente un ottimo modo per dimostrare quanto la forza impalpabile dell' Elfo possa colpire le persone, così gli uomini come gli elfi.
Poi ovviamente sarebbe stato magnifico vedere la risposta di Petunia, questa povera donna che probabilmente non capirà questo disperato e alquanto particolare desiderio dell' amato. Ovviamente, se poi Petunia risponderà mai.
I personaggi.
Lavinia. E' un personaggio in linea di massima abbastanza impotente, cosa di cui è pienamente cosciente per di più. E' più un osservatrice: osserva la discussione tra Vatinio e Polibio, osserva il marito quando si nascondono, quando viene ucciso. E osserva Edheldur, che parla, che li mette di fronte ad una scelta dagli effetti alquanto temporanei. Di contro però, dimostra una forza e uno spirito d'iniziativa degni di una madre: quando fugge nella chiesa, quando chiede all'elfo di graziare suo figlio se non lei.
Cornelio. è solo un bambino all' inizio e non interagisce particolarmente con ciò che lo circonda. C' è poi ovviamente da considerare la sua parte adulta, quella che rivela nella lettera, e la sua decisione di cercare qualcosa. Io mi sento di identificarlo molto come una 'vittima', perché in qualche modo è questo che si ritrova e essere: vittima della distruzione della sua città natia, vittima della decisione della madre prima e del Cavaliere Nero poi, della decisione di Polibio e dell'effetto che gli fece tempo prima l'elfo che uccise i suoi genitori.
Edheldur. Bè dai, quante cose si potrebbero dire? Fin troppo poche, considerando quello che sono venuta a sapere dell' elfo =3 Quindi mi limito a dire che... Dio io voglio vedere Edhel cattivo più spesso *-* Okay, mi pentirò di questo vero?
Questa fatidica seconda parte...
" Edheldur Arhathel, il Cavaliere Nero, il Campione del Dio Mordhros, il Comandante degli Elfi del Crepuscolo di Nainiel, spezzerà la croce e soffocherà Roma nel suo stesso sangue».
Pronunciò il discorso con un impeto tale che dovette riprendere fiato. Persino gli elfi rimasero ammutoliti di fronte alla maledizione con cui Edheldur sfidò il Cielo e la Terra. Lavinia si segnò col gesto della croce, per difendersi dalle parole di quella bestia partorita da Satana in combutta con i peggiori demoni dell’Inferno."
Io stavo morendo, in pratica. Cioè... Edheldur ma non si fanno promesse del genere! Specialmente se poi mi farai quella fine!! Ufffffffffiiii >.< Io già me lo vedevo lui che radeva al suolo Roma e faceva un gran casino! :/ Sto ingarbugliando un pò le cose... allora. Diciamo che -così come i suoi elfi- anche io sono rimasta non poco colpita.
Poi mi sono data una manata in fronte e mi sono detta che me lo dovevo aspettare, è, però sono rimasta colpita.
Una promessa che gronda odio, con la forza di un drago che scaglia la peggiore delle maledizioni (e io sò di cosa parlo xD). Ma anche che -per chi lo conosce- ha un significato molto più... importante in qualche modo, perché conosce il perché di tanto furore.
Le varie parti del testo...
"Lavinia si era lasciata condurre via senza opporre alcuna resistenza." [...] "Forza.
Forza per far cosa?
Si guardò intorno. Gli uomini venivano condotti come bestie ai recinti."
Tutto questo pezzo è molto riflessivo. Cornelio è molto marginale in tutto ciò, anche se non nei pensieri della donna. C'è questa donna che mostra tutta la sua ignoranza -largamente giustificata- e il suo disprezzo, misto a terrore, per quelle creature. Ancora nessuno ha ben chiaro del preché siano lì, ma parecchi hanno ben chiara quale sarà la loro fine.
"Lavinia si sentì asserragliare in mezzo a una folla di visi sconvolti e stremati. Il guerriero che aveva ucciso Vatinio non disse un parola. " [...] "Il Cavaliere Nero aveva appena mosso i primi passi per tornare all’uscita, che Lavinia urlò."
Ancora la paura di Lavinia, il suo timore, e lo 'sfogo' di Edheldur. Direi che è sicuramente un pò il Fulcro di questo passo. Fino a questo momento gli elfi non sono altro che una macchia indistinta, loschi e selvaggi figuri che agli occhi dei romani -e in quelli di Lavinia- sono solo degli spietati assassini. Ma il Cavaliere nero, L' Anticristo, o come cavolo lo si vuole chiamare provvede a spiegare in qualche modo la situazione e anche a dare una vaga prova di pietà, che pochi -o forse proprio nessuno- riesce a intravedere e interpretare come tale. Ovviamente la decisione di dar fuoco alla chiesa è tutt'altro che misericordiosa...
"«No, Aspetta!»
Pregò con tutto il cuore che l’elfo si fermasse ma, non appena lo vide immobile, desiderò che non si fosse mai voltato." [...] "Udiva solo urla e disperazione, poi arrivarono le fiamme.
E fu solo un lungo ed eterno silenzio."
Nella prima parte, ricolma e decorata dalla disperazione della donna c'è stata proprio la frase riportata che mi ha fatto sorridere, anche se solo per un momento. Non mi prendere per pazza, okay, ora ti spiego xD. Il passo in c'è lei che spera con tutta se stessa che l' elfo gli dia ascolto ma che poi, che una volta accaduto, se ne pente subito dopo è forse una situazione un pò tipica della donna -credo che sia proprio questa parte di noi che ci abbia dato l'appellativo di 'lunatiche' nel migliore dei casi o direttamente 'pazze' nei peggiori xD- questa specie di rapporto odio/amore nei confronti delle cose o delle persone, questo volere/non volere che ci distrugge i neuroni.
E ovviamente la decisione -scontata ma pur sempre dolcissima ai miei occhi- del Comandante, che nonostante ciò in seguito non sarà affatto morbido con la ragazzo.
"4. Cara Petunia,
Se stai leggendo questa lettera, vuol dire che sono già andato via. Non voglio mentirti, non sto piangendo mentre sono chino a scrivere su questa pergamena. Ti amo, Petunia. Per questo non piango. So che devo essere forte per entrambi." [...] "Voglio scoprire la verità, Petunia.
La verità su quell’elfo che, in una sola notte, gremì il Paradiso con centinaia di Angeli."
In questa breve e intensa lettera abbiamo un Cornelio molto cresciuto, per certi versi terribilmente simile al padre. E in lui c'è una parte cavalleresca che viene tutta da un altro tipo di storie... stavo proprio aspettando il momento in cui ce l'avresti messa. A certe cose non resisti, e quasi non te ne rendi conto xDxD
Nella lettere viene indirettamente spiegato come Cornelio riuscì a cavarsela, lasciando un messaggio proprio da parte tua, oh infido bardo (viva il sarcasmo =P), relativa al capovolgimento del personaggio di Polibio, inizialmente dipinto come un antagonista assoluto e poi finito col diventare una specie di salvatore insostituibile. Un ironia degna di un certo elfo di mia conoscenza...
E poi quell'ultima frase, drammaticamente realistica quanto adatta a MOLTISSIME altre situazioni: "La verità su quell’elfo che, in una sola notte, gremì il Paradiso con centinaia di Angeli." e che da anche un senso al titolo, finalmente. Ovviamente una mezza idea sul destino di cornelio, o piuttosto una mezza idea stupida su un personaggio che non c'entra un cifolo mi è venuta ma non proferirò parola. E stavolta non riuscirai a comprarmi, Bardo di Efp u.u.
Ma prima di andarmene, voglio proprio presentarti un Nota Bene, maratoneta...
" I frutti dei saggi storici su Roma Antica, stanno iniziando a dare i propri frutti." hahaha, riposa corridore! E poi dici a me che non devo correre troppo =p
E, come già detto... We have a colossal! Stavolta concluso fortunatamente xD
Con affetto, Laila.
Ps: Contento della Mega recensione? Più di 1500 parole! Considera che ci ho messo tutto il pomeriggio, facendo una cosa e l' altra... questa recensione è stata testimone di una mia classica giornata, dalle tre del pomeriggio fino alle otto. Spero ti farà piacere =3
(Recensione modificata il 24/05/2013 - 07:55 pm)

Recensore Veterano
21/05/13, ore 15:36

D:
...
:Q___
Quando hai partorito sta cosa?! Cioè... qual' è il tuo segreto? Come diamine hai fatto ha scrivere questa meraviglia? *-*
Alla faccia del chiarimento d' ambientazione. M' hai praticamente distrutto l' idea più fantastica che storica che mi ero fatta della raccolta. E ammetto che mi dispiace meno di quanto mi aspettassi xD
Okay, mi riprendo. *Inspira Espira*
Allora... la tua scelta di raccontare la storia dal punto di vista di un comune cittadino romano (se così si può dire, perché all' epoca l' idea di cittadinanza era molto diversa :p) è assolutamente perfetta per questo caso in particolare. Ovviamente non proferisco parola sui particolari perché non so praticamente nulla di Roma e romani vari. Ma considerando la tua passione e la sicurezza con cui hai puntellato il racconto io credo che tu sia ben sicuro di ciò che hai fatto!
Secondo poi... D:
Questo cambio rispetto ai miei soliti standard (sì dai, io conosco solo Elfi e Nani vari, per colpa tua u.u... non che la cosa mi dispiaccia xD) mi ha colpito come un pugno nello stomaco perché non avevo minimamente Idea di come la 'plebaglia' (sembra quasi che io stia tentando di offendere qualcuno xD) avesse affrontato l' idea degli elfi. Ovviamente in questo racconto la visione delle cose è distorta dalla mente di Vatinio, una mente in qualche modo dominata dal lato PRATICO delle cose, memore del suo addestramento e della sua vita da militare. Ed è proprio per questo che mi son quasi cadute la braccia quando ho letto della morte del romano. Cioè... cosa?!
Io pensavo sopravvivesse ._.
Per non parlare poi di quando l' elfo (misterioso sconosciuto) si porta via Lavinia e Cornelio.
... Perché non li ha uccisi in tronco? Perché portarseli via in quel modo?
*Scuote la testa*
Non capisco ._.
E la cosa, anche se mi brucia un pò ( =P) devo ammettere che mi stuzzica. Leggero con piacere anche la seconda parte, sebbene ormai non ci sia quasi neanche bisogno di dirlo xD
Non ho altro da dire, se non farti i miei complimenti!
E anche farti le mie scuse perché, GIURO, ero talmente presa dal testo che ho fatto minimamente caso a eventuali errori ^^" In ogni caso non ce ne dovrebbero essere, o al limite qualcosina così, di battitura, talmente trascurabile da non essere notata.
Va bene, ora me ne vado per davvero xD
Con affetto, Laila.

Recensore Veterano
10/05/13, ore 21:02
Cap. 6:

D:
Cavolo, se hai ragione.
Questo racconto non doveva essere nè scritto nè pubblicato. Non doveva, certo, ma visto che quel che è fatto è fatto meglio prenderne atto.
Ti accorgerai sicuramente che questa recensione non sarà normale. Perché se dovessi lasciarmi andare alle emozioni ti urlerei contro per una settimana, e non sarebbe il caso. Ho praticamente ricevuto una pugnalata emotiva.
Certo, osservando la cosa dal punto di vista psicologico... tutto questo è molto da Edhel. E ci tengo a precisare che la cosa non mi fa affatto piacere. Perché se dà una parte è un gesto meraviglioso -relativamente parlando, ovviamente- dall' altro... bè, dall' altro è anche ovvio che Edhel volesse morire. Lui voleva, e di certo non gli si può dar torto.
Ed è questa la cosa che odio di più. Che, diamine, è morto, lui voleva morire, perché in qualche modo sentiva che doveva essere così. Aveva dei figli, una moglie, degli amici, un regno, una lunga vita davanti... ma soprattutto un passato alle spalle.
Un passato che, a quanto pare, gli pesava più di quanto dava a vedere.
E dio, mi viene da piangere. Perché lui ha deciso di morire in un modo magnifico, in un modo denso di significato, trasmettendo un addio prepotente e suo senza aver bisogno di dir nulla.
Perchè, anche nella morte, ha lasciato qualcosa.
E perché è morto per amore della sorella. E' morto, in parte, per sanare l' odio della sorella. E' morto per amore degli altri, di una delle persone
Mi sento frustrata, impotente, perché... ufff.
Perché non volevo che morisse. Perché come al solito aveva pensato a tutto. Perché come al solito è stato se stesso e ha agito, ha agito senza rendersi conto che sacrificando così se stesso non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione!
Sì è morto da 'eroe', è morto in modo magnifico.
E per cosa? Ha cancellato l' odio della sorella solo per colpirla ancora più duramente. E' morto, sbagliando due volte, cercando a suo modo di fare la cosa giusta.
Ma il vero problema, il vero motivo della rabbia e del dolore che ha scatenato in me tutto ciò. è che da lui davvero non me l' aspettavo. E di certo questa non è una sorpresa. Ma non una sorpresa piacevole, al contrario di molte altre volte!
E' fuggito, scappato definitivamente da tutto. Dalle sue responsabilità, dal suo dolore, dal dolore stesso della sorella che amava.
Perchè lui l' AMAVA, volente o nolente.
E ha usato l' amore di lei per mettere fine alla sua esistenza. Ha sfruttato la debolezza umana a suo piacimento, per raggiungere un duplice, infimo scopo.
E chi, mai, avrebbe potuto immaginarlo?
Come la sorella, avrebbe mai potuto pensare che sarebbe giunto a questo?
Non avrebbe potuto, come chiunque altro, perché nessuno come Edhel avrebbe potuto capire cosa significa essere vecchi e infantili insieme. Nessuno avrebbe potuto capire cosa significa soffrire e gioire di ogni vittoria e sconfitta, di odiare e amare se stesso e tutto ciò che si rappresenta, amare gli altri sapendo -o credendo- che infine non si farà altro che distruggerli.
E la cosa che mi spaventa di più è che in questa parte di Edhel vedo molto di te. E capisco perché tanto mi affascina Edhel, ora, perché non riuscivo a capirlo.
Forse sono stata lenta io, o forse non te n' eri reso conto neanche tu. Hai messo te stesso in Edhel, in un modo che non hai fatto con gli altri. C' è una parte di te, in tutti loro, ma è come se in loro avessi messo solo una fetta e in lui tutte briciole diverse.
E' questo che rende Edhel tanto vero. Ed è questo che rende te tanto simile a lui.
Ed è anche questo che rende Edhel tanto speciale. Perché lui è tanto umano, più di quanto lo sono tanti umani. Perché lui in modi che io non riesco a comprendere neanche rappresenta tutto ciò che è un uomo, dalle sue parti migliori, alle sue parti peggiori, in ogni fascia d' età.
Perché Edhel è calmo, rabbioso, furbo, sciocco, testardo, mansueto, accondiscendente, giovane, vecchio, dolce, gelido, e un sacco di altre cose.
Ecco perché io voglio un abbraccio e non voglio mai più rileggere sta cosa prima di conoscere tutto il resto della storia!
Comunque, bardo dei miei stivali, bel lavoro U_u
La salute del mio cuore vacille, ma la mia mente gioisce *-*
Con affetto, Laila.
Ps: Lelianna 's Song :3

Recensore Veterano
01/04/13, ore 22:01

Ebbene, ecco tornato alla carica il nostro bardo, stavolta -con mia somma sorpresa- con Edheldur Arthatel. Lo ammetto, tutto mi aspettavo tranne questo. Eppure ecco pararmisi davanti il Comandante, in preda a timori e tormenti prima di una nuova battaglia. Il racconto non è tanto incentrato sulla battaglia in sè, o sul piano da seguire, ma su sensazioni e pensieri del comandante.
Prima di immergermi nel racconto voglio però parlare un attimo della colonna sonora. Come ben sai, trovo che quando uno scrittore di Efp decida di mettere una colonna sonora a ciò che scrive è opportuno considerare anche quello.
Allora, per quanto riguarda la scelta del 'complesso' (non so come chiamarlo, perdonami l' ignoranza =D) era a me sconosciuto, e per questo ho sono andata ad ascoltare altri brani, tanto per farmi un idea. Lo stile del gruppo è più o meno, lo stesso quindi hanno una buona esperienza nel campo e come tali vanno considerati. Ebbene, la tua scelta è ricaduta su una long version così da occupare l' intero racconto. Ebbene ti dirò, lo trovo molto adatto perché essendo come un brano relativamente tranquillo qualcosa di più "aggressivo" avrebbe finito per disturbare il lettore. Scegliendo 'Katuman Kalku' invece, hai espresso sia in modo tranquillo seppur struggente che in modo più aggressivo il tormento di Edhel.
Ma passiamo ora al brano.
L' inizio è la parte meno sentimentale del racconto. Racconta e descrive a grandi linee la situazione, in modo abbastanza oggettivo, così come sono molto spesso i prologhi di una storia più lunga. Il punto in cui questa oggettività finisce è più o meno qui: "Era un comandante, mostrarsi determinato verso i propri uomini faceva parte dei suoi doveri.
Dovere."
Qui, Edheldur comincia a parlare del dovere, di quanto la cosa lo ripugni e di quanto sia però costretto a lottare contro questa sua ripugnanza a favore di questo dovere.
Con un abile gioco di parole si passa all' abilità oratoria dell' elfo, che -nonostante sia cosciente che sia un vantaggio- sembra disprezzare in una certa misura anche l' effetto di questo.
Un altro bel pezzo di brano è collegato al dolore che prova il Comandante anche al solo pensiero di coloro che dovranno morire. Prega infatti il dio protettore degli Elfi del Crepuscolo affinchè tutti possano tornare vivi. Nel corso del brano, all' inizio se non sbaglio, è anche chiarito il fatto che questa è una situazione familiare al protagonista tanto quanto all' esercito. E' quindi logico pensare che questo struggimento dell' elfo vada via via col tempo ad aumentare, ogni volta un pò di più.
Si parla poi si saggezza e di Ariel, la compagna dell' elfo. E poi.. c' è una frase. Una frase che ho amato fin dal primo istante che l' ho letta o sentita -non ricordo- svariati anni fa.
"Puoi scappare dai tuoi nemici, ma non da te stesso"
Una considerazione vera e propria, di quanto questa figura sia... più vittima di se stesso che di ciò che gli accade intorno.
Ci sono svariati riferimenti alle strategia e a logica strettamente legata alla guerra,così come il riferimento agli Elfi Silvani.
Poi, proprio quando il dolore sembra aver raggiunto il culmino arriva Maric. Un fiore dall' orecchio, una magia alla statua e il comandante torna a sorridere, sicuramente grato all' amico per il sostegno, nonostante le amare parole con cui risponde alle parole dell' altro.
E il finale, trionfante e splendente, con quell: "Abbiamo una battaglia da vincere" a dir poco memorabile e quella vittoria della Luce sull' Ombra.
Ebbene... nonostante non ci siano battaglie o confronti, se non quello di Edheldur contro se stesso, questo racconto ha una forza tutta sua e una quantità molto generosa di argomenti da affrontare. E detto ciò, mio caro, ti lascio, ringraziandoti della lieta sorpresa... non mi aspettavo di certo un aggiornamento ora come ora. E.... non di tale calibro =)
Con affetto, Laila.

Nuovo recensore
18/03/13, ore 17:40
Cap. 4:

Arrivo in ritardo ma...meglio tardi che mai :D
Il mio problema attuale è che per commentare ho bisogno di parole e non me ne vengono in questo momento...
Semplicemente STUPENDO! Difficilmente mi emoziono per qualcosa in così poco tempo, solitamente ci vuole un po' perchè i personaggi mi entrino nel cuore ma...Alyna...
Ok, lo ammetto, mi sono sciolta leggendo la fine. Sublime.
Ho letto anche Polvere e ti dico che...tattarata...mi hai stupita e per stupire me ci vuole molta, ma che dico molta, moltissima originalità XD
Fantastica idea un nano a Roma, la mia professoressa di Latino la amerebbe!
Attendo il terzo frammento :D
Complimentoni

Recensore Veterano
28/02/13, ore 13:47
Cap. 4:

Piccola T-T
Non so bene come, ne perché, ne quando, ma finito di leggere questo mi sono accorta di avere le lacrime agli occhi. Sarà stato per la dolcezza della piccola Alyna, per gli scempi della guerra, perché sono pazza, non lo so. So solo che ho pianto.
E come dar torto alla regina? Una bambina, spensierata nonostante tutto, dolce come il più dolce dei mieli, avventurosa. Nonostante si sia trovata preda di un branco di uomini crudeli, la piccola -nonostante una paura più che sensata- non ha smesso di vivere. Chissà, forse è proprio questo che ci volevi dire. Oh, piccola Alyna... TT-TT
Nonostante tutto, il disprezzo romano in questa storia fiocca e cresce, e schiocca e fruscia. Mi sento un animale in gabbia. Vorrei poter strozzare uno ad uno tutti quei soldati che sono stati capaci di simili atti, dovessi ucciderne così tanti da sparire!
Fare del male ad una bambina... BA!
Certe cose non le capirò mai!
Momento 'Grrr' a parte, il racconto è molto ben fatto. Un inizio spensierato, un intramezzo più duro concreto e un finale dolce e -per me almeno xD- strappalacrime. La "discesa" subita dall' atmosfera è graduale, prima del racconto del passato della piccola elfa infatti abbiamo un accenno alla guerra, anche a come essa faccia parte della 'quotidianità' per il popolo elfico e anche di come questo abbia segnato il villaggio. Poi. ovviamente, ci sono i personaggi ' contorno' della storia: Lorelin e l' accenno a questo eroe, di cui il nome aleggia senza però essere pronunciato. Miao gente... piccolaaaa T-T
Ranocchio... l' agnellino che si chiama come un anfibio mi mancava xD Bèèè, piccolo cucciolo anche lui =3
Che dire? Una graziosa, dura, passionale miscela di dolcezza, spensieratezza, dolore e dura realtà. Qualcosa di magnifico per l' equilibrio che crea: una dolcezza infinita a contatto con una realtà più cruda di quanto si possa indovinare.
Un "yin e yang" davvero ben fatto! Mi piace anche di come hai fatto pian piano capire un pò la vita e le abitudini della piccola, senza fare una specie dI lista della spesa xD
Che dire? Aspetto il racconto serafico U_U *Cerca di nascondere il fatto di non ricordarsi il nome* Ehm..
xDxD
Con affetto, Laila.
Ps: Sorry, ma oggi ho fatto il compito di fisica sarò KO per l' intera giornata xD

Recensore Veterano
23/02/13, ore 00:53
Cap. 3:

Aaaaaaaaaaaaaahhh la canzone de Lo Hobbit *.*
Sì, mi piace.
Ma giusto un pochino, eh xD
Ed è già un punto per te, elfo u.u

Secondo poi l' immagine, che ci suggerisce forse la situazione generale, o quasi.

E... Valdak.
Questo basso, tozzo, orgoglioso e coraggioso nano che si trova in un arena romana, ad affrontare tre creature a lui sconosciute -per quanto a noi siano ben note e, per di più, siano le creature più diffuse in situazioni come queste. Il leone, il Re degli Animali. La leonessa, la cacciatrice per eccellenza che infatti, risulterà poi la vincitrice. Il leopardo, rapido, agile, furbo.
Insieme, tutti e tre, contro uno.
Già di per sè una scorrettezza.
Ma è una dimostrazione di forza: rimarcare, esaltare il potere di Roma e del suo Imperatore, Teodosio attualmente.
Bè, caro Teodosio, l ' idea era geniale ma... credo che manchi qualcosa nel lato tecnico, già già.
D' altronde, errare è umano.
Comunque, di questo Valdak sappiamo che è stato catturato, e che da svariate settimane è ormai lontano dalla sua casa.
Si ripete, come un mantra quasi la stessa frase:
"Combatti fino alla fine, ripete fra sé, non importa se muori o se divieni prigioniero, ma combatti fino alla fine."
Frase che viene ripetuta anche alla fine, per di più.
Ecco c' è qualcosa di molto... nanico in questa frase. Sembra essere una quasi un tratto caratterizzante di questo popolo questo non voler arrendersi mai, questo senso di immancabile forze, questa forza di volontà quasi sovrumana, relativa però a tutto un popolo.
Magnifico!
C' è poi il grido di guerra in nanico, molto figo da pronunciare, nonostante il significato rimanga un mistero:
“Kharud tri r’ham Izaad!”
Ecco, anche questi suoni un pò truci, forti danno un senso di rudezza che riporta molto ai nani.

Il combattimento.
E' l' elemento attorno al quale, in fondo, ruota la vicenda. Prima l' uccisione -spettacolare a dir poco- del leone, attraverso una stratagemma non indifferente. Sfruttare la chioma dell' animale per proteggersi, ma anche per uccidere il leone stesso.
Semplicemente Geniale.
Poi è il turno del leopardo, che nonostante tutto attraversa una morte forse più "sobria", per quanto una morte possa essere definita tale.
E il terzo, invalicabile ostacolo: la tigre.
Colei che si dimostrerà più potente - anche per un fatto dovuto alla stanchezza, visto che il nano aveva svariate ferite, doloranti anche a causa della polvere che vi era penetrata. E ovviamente a causa delle due precedenti "sfide" che il nano aveva vinto-, che ucciderà il nano giocandoci quasi, all' inizio. Lo lascierà correre, tentando di sfiancarlo. Ma lui si fermerà, si volterà e l' affronterà di petto, da buon nano.
Anche qui, nella decisione di "prendere il controllo della situazione", pur rischiando grosso, si denota una grossa forza d' animo, un orgoglio che incute timore e rispetto.
Questo è ciò che il nano, seppur morente, col il suo ultimo grido riesce a suscitare nei suoi spettatori.
Ed è così che, nonostante la morta sia imminente, si dice che il nano riuscirà "vincitore" da questo scontro.
Perché quello che era stato architettato come una dimostrazione di forza, si è poi rivelato più una ridicolizzazione che altro.
In fondo, Teodosio avrebbe fatto meglio a lasciar stare questo nano.

Il titolo. Polvere.
Una scelta un pò particolare, anche se con un non so che di gustoso.
Ora sembra quasi che stia parlando di una pietanza, ma ehi il senso è ovvio.
La scelta del titolo è qualcosa di importante -mi pare anche abbastanza ovvio- e la tua si rivela suggestiva nella sua semplicità.
Una parola, un nome comune, relativo a qualcosa, a un elemento comune e quasi banale.
Eppure, in questo contesto, rivela qualcosa DI PIU'.
Non è la polvere che puliamo dentro casa, o quella che si accumula in una stanza vecchia.
E' la polvere forse più "selvaggia", quella che ha assistito ai momenti di gloria di personaggi come Valdak, che ha visto nascere, crescere e morire personaggi eroici, come fifoni, ignobili, farabutti, innocenti.
Anche questa, scelta ottima a parer mio.

Ergo? Sorpresa iniziale a parte -caro il mio elfo, mi devo ancora riprendere da questa tua botta d' ispirazione xD-, hai fatto davvero un OTTIMO lavoro!
E ho detto tutto!
Con affetto, Laila.
Ps: *Canticchia* : Lontano su nebbiosi monti gelati
in antri oscuri e desolati.
Partir dobbiamo, l'alba scortiamo
per ritrovare gli ori incantati.
Ruggenti pini sulle vette
dei venti il pianto nella notte.
Il fuoco ardeva fiamme spargeva
alberi accesi torce di luce. "
x3x3 Est adorablè *gira in tondo*