Eccomi qui per lo scambio concordato! ^.^
E questo "A Song of Heart and Soul", come dici alla fine, potrebbe sì essere interpretato come un fratello di Sound of Silence.
Si comincia con la visione di Rey, che si porta lungo un tono quasi mistico -in linea con il come spesso viene trattata l'idea stessa della Forza in quest'universo- e che da alla scavenger un po' di profondità in più rispetto al film.
Non che ci volesse moltissimo, siamo onesti, ma apre una porticina su quella sua storia che non è detta e lasciata solo intendere. Rey, così povera da essersi fatta una action figures di star wars con le proprie mani e da avere preso il suo nome da quello scritto sul casco, pare vedere...chi?
Non ci viene detto ed è bello.
Lei non lo sa e, dunque, non lo sappiamo neanche noi.
Poi abbiamo Han Solo ed i timori della paternità.
E' bello, qui, che noi già sappiamo dove si andrà a parare e quindi questi timori li sappiamo essere infondati nel PEGGIOR modo possibile.
Posso relazionarmi a questa seconda "scheggia" perchè comprendo il meccanismo, la struttura dello scrivere "a presente" qualcosa del passato che in "futuro" (confusa?) è già stato sfatato e scombinato in chissà quale modo.
Solo per dire, la Boh Saga che si trova qui su EFP è poco meno di un 1/5 del primo libro ed io ho scritto sino al terzo. Mi fa ridere, ed essere un po' triste, quando esprimete pareri e supporto per un personaggio che magari ha già tirato le cuoia od è finito malissimo.
Ed è appunto questa scheggia, la parte di Han, che ho preferito tra tutte. Se si sposta il concetto dalle vie della forza alla semplice vita, le paure di Han sono quelle di un qualsiasi genitore.
E' la cosa più realistica, e bella, che si ha: non teme chissà quale lord oscuro o potere infernale ma, semplicemente, di non potere essere sempre presente per il figlio.
E' realistico, inevitabile, e sapendo già come finisce questa storia anche molto triste. Sta preoccupandosi per una situazione che vivrà...nel peggiore dei mondi.
Già solo questa parte vinceva la bandierina verde ^^
Leia e Finn sono due scheggie, invece, quasi legate dallo stesso filo conduttore, accomunate oltre le distanze inter-stellari dalla guerra.
Per Leia è la guerra delle conseguenze; sono bravi tutti a narrare degli scontri epici, dei "buoni" che vincono sui "cattivi" e delle parate ma in verità non è quello che succede. Si ottengono solo affari irrisolti, morti, danni e vetri frantumati.
Lo definisce una Belva ed è carina quest'ipocrisia. Sì, l'impero *era* tirannico ma la ribellione, solo esistendo, l'ha forzato a peggiorarsi di volta in volta e scavare ancora di più nelle tasche dei suoi cittadini.
E la Ribellione non ha vinto senza colpo ferire. Puoi definire la guerra una belva quanto ti pare ma le navi repubblicane affondate nell'atmosfera di Jakku erano piene di soldati -mossi anche da lei stessa- tanto quanto quelle Imperiali.
E sono scheletri vuoti, adesso.
Appunto, trovo bella l'ipocrisia.
Sopratutto considerando che nel nuovo film, Leia è quasi tra l'essere una spartachista, una guerrafondaia ed un Chamberlain perchè figura eroica di una guerra finita, rammentata bene quando serve ma per il resto vecchia per l'emerso nuovo ordine delle cose ed agli occhi dei giovani fissa, sempre graniticamente fissa sul dovere continuare il conflitto contro non più l'Impero ma il Primo Ordine.
Che è dire la stessa cosa.
Finn, l'ultima scheggia, è sia sulla guerra -la menziona alcune volte- che sul divario tra l'inseguire la libertà e fare quello che si viene detti di fare.
Personalmente il
...TR-8R: TRAITOR! ...
è un personaggio sul quale ancora non so come pronunciarmi. Intendimi, non è che dica poco ma è abbastana classico ed al contempo centra poco con il tema sostanzialmente arturiano che hanno dato a questo settimo film di guerre stellari.
E' un mister nessuno, letteralmente quasi, che si ritrova catapultato nelle storie dei grandi "cattivi" e dei grandi "eroi".
Tu ci dici che apprezza le sfide, sopratutto quando non sono troppo facili, e la base può venire anche dal fatto che è effettivamente un giovane coraggioso. Per quanto stupido, è andato contro una persona addestrata con niente più che una spada laser (usata quasi a bastone) ed il suo coraggio.
Le ha prese come un mezzo cane, ma props per l'animo.
Qui è un sognatore, che forse è anche come lui è per davvero, ed allo stesso tempo un realista.
Ancora non riesco a piazzarlo per bene ma questa dicotomia contrastante, devo dirlo, mi è piaciuta. Sa che non è quello che vorrebbe essere -o che in questo momento sente di volere essere- ma vorrebbe diventarlo, a patto che non sia troppo facile.
E' psicologicamente complesso e ci sta.
Beh, direi che la bandierina verde è stata più che meritata!
Al prossimo scambio tra le tue flashfics ed i miei capitoli chilometrici! ^^ |