Ciao, vivis_ |
Ho creduto fino all'ultimo nel lieto fine.. |
Non sempre, nelle storie, è richiesto l’“happy ending” per essere gradite. Questa, sicuramente, non lascia solo l’amaro in bocca ma, per la grande folla dei/delle “johnlocker”, smuove qualche lacrimuccia, tanta è la cura e tanta è la precisione con cui hai costruito l’ultima, tragica scena. Mi sembrava di essere lì, in quell’atmosfera soffocante, inginocchiata accanto a Sh nel tentativo di aiutarlo a trattenere la preziosa via del suo (e nostro) John. Geniale l’incursione di Holmes nel suo Palace Mind per trovare un rimedio a quello che stava succedendo e si è trovato la porta diabolicamente sbarrata dal suo demone più terribile, cioè la malvagia disumanità di Moriarty. Mi è piaciuta molto anche la scena in cui Sh nasconde un maglione di Watson per cercare di non perderne il filo di una memoria, anche sensoriale, che possa riportargli, per quel poco che è possibile, la presenza rassicurante del medico. Il tuo stile si è confermato curato, ricco lessicalmente ed adeguato al contenuto. Grazie. |
Ammettilo il tuo scopo era farmi piangere! |
Ciao ho letto questa storia tutta d'un fiato. Mi è piaciuta moltissimo anche se, sinceramente, sono ancora sconvolta per la morte di John. Non me l'aspettavo, davvero e mi hai strappato un bel pò di lacrime. Non potrei sopportare l'idea che John morisse realmente nella serie tv...penso che ne rimarrei sconvolta quasi quanto Sherlock! |
Ciao.. non so che dire.. non me l'aspettavo un finale del genere... |
Ok, non avevo ancora recensito questa storia sebbene io la segua dall'inizio. |
Ciao, ti avevo già lasciato la recensione a questo capitolo, ma è capitato che sia finita nell'altro server e quindi te la riscrivo. Purtroppo non l'ho salvata e quindi dovrò riscriverla da capo. |
Ok, lo ammetto, per un attimo ho temuto il peggio! |
“…prese il viso tra le lunghe dita…”: il capitolo ci fa rientrare nell’atmosfera quasi spettrale del luogo dove sono prigionieri Sh e John, ma si apre con una tenera immagine del consulting che si dedica affettuosamente al povero Watson davvero in condizioni critiche. Hai rappresentato efficacemente l’intesa, ormai profonda, che lega i due protagonisti e li fa muovere all’unisono in una situazione drammatica, dove c’è tempo anche per un sorriso. Perfetto il ritratto dell’“uomo di ghiaccio”, impenetrabile anche di fronte ad un affetto come quello della madre ma sensibile alla sofferenza del fratello minore di cui, forse, invidia il sentimento grande che scorre tra lui e John. Uno Sh splendidamente IC e libero, ormai, di manifestare ciò che Watson rappresenta per lui. Brava. |
“…John lo aveva scelto la prima volta che aveva messo piede al 221B…”: comincio con un colpetto sulla tua mano per esprimere il (piccolo) rimprovero che no, non è stato al 221b che, secondo me, è scoccata la fatidica scintilla tra i due, ma già al Barts. Infatti, riguardando, per l’ennesima volta la scena a cui faccio riferimento, si notano, ad un più attento esame, le occhiate con cui, inconsciamente, l’energia passa tra Sh e John e viceversa. Però la mia è solo una divagazione, perché è colpa tua se mi viene voglia di precisare anche il minimo particolare: la ff procede denotando una tale cura nei particolari, espressa anche nei dialoghi, che scatta l’esigenza che tutto ciò che scrivi sia adeguato al risultato che si ha davanti. Infatti sei accurata nelle descrizioni, equilibrata nei dialoghi, non troppi ed esaurienti, mantieni i personaggi piacevolmente IC, cosa, questa, che non è semplice con quei due casi umani. A scuola, dai più bravi, si pretende sempre di più…E sei effettivamente brava, soprattutto nel ritratto di uno Sh attratto indubbiamente da John, ma preda delle sue angosce e della sua paura di relazionarsi con gli altri: è particolarmente efficace la scena del ricordo che affiora alla mente di Holmes di una tranquilla serata davanti alla tv. Descrivi puntualmente le sue reazioni, anche le più minime, come possono essere quegli impercettibili tremiti che tormentano la sua mano che si avvicina cauta al volto di John e il grido silenzioso di aiuto che esprime di nascosto con i suoi occhi (“…fu ruotare le proprie iridi glaciali verso il viso rilassato di John, come se…”). Un ritratto preciso, coerente con quanto si è visto alla BBC. Azzeccato anche l’intervento di Lestrade che tu ritrai nella sua umanità e leale disponibilità ad aiutare chi è in difficoltà, soprattutto se si tratta del consulting e del suo blogger. Molly, poi, è sempre lei, nella sua dolcezza e capacità di comprensione. La tensione sale e tu mantieni l’atmosfera al giusto grado di inquietudine e mistero. Brava. |
Ciao! |
Ciao. :) Questo capitolo è stato pieno di sorprese, a cominciare dal colpo di scena finale in cui comprendiamo un particolare importante ovvero che John non doveva venir rapito. Il che è un dettaglio non da poco perché una delle prime domande che mi sono posta riguardava proprio la presenza di John che davvero non riuscivo a spiegarmi. Ho creduto che fosse lì per fare da "leva" su Sherlock e che il rapitore potesse usarlo per questo, ma poi le modalità con cui questi si è presentato mi avevano confusa. Quindi la risposta a questo dubbio arriva forse nel momento migliore e, tra l'altro, alla fine di un capitolo che ho considerato più di spiegazione che di sviluppo. Tutto questo, la presenza di John, portano i due rapiti e noi a dedurre che l'aria sarà per la metà del tempo che il rapitore aveva previsto per la soluzione dell'enigma. Il che significa che Sherlock ha molto meno tempo per pensare. Scommetto che in un primo momento il rapitore si è domandato se la presenza di Watson potesse essere un problema, ma forse poi ha considerato la questione minuti e ha creduto che potesse essere ancora più divertente e la sfida più avvincente. Pertanto ora sono curiosa di capire come andranno avanti le cose. |
Oddio! Quattro ore di ossigeno sono veramente poche! Spero tanto che Lestrade si faccia venire qualche idea! |
Wow! |