Recensioni per
Scorre la Senna, scorre lenta.
di _Agrifoglio_
Ed ecco qui il ritratto del personaggio dell'anime che più mi irrita. |
Ribadisco ciò che ho già detto, la fame e la disperazione rende tutti cattivissimi: il degenerare della rivoluzione ne è un ottimo esempio; ma quanto visse Alain? |
Questo capitolo che riguarda il mio personaggio preferito, non posso non recensirlo. |
Intanto passo di qua e devo riconoscere che questo ritratto è uno dei migliori che ho letto dei tuoi, perché secondo me hai centrato perfettamente il personaggio. Il punto di vista del colonnello è ovviamente quello di un aristocratico, ma traspare umanità nei confronti dei suoi sottoposti e una certa affezione per Oscar, pur non condividendone la scelta finale. Scelta che a mio parere, tuttavia, non nasce dal nulla, ma viene da lontano: la consapevolezza dell'ingiustizia del sistema nasce con l'episodio n. 13, e se ricordi bene il confronto con il Generale, uomo ligio al dovere e dalla cieca fedeltà nei confronti del sovrano, la reazione di Oscar alle sue parole e a quel sonoro ceffone fu un misto di sgomento e incredula rabbia. Tuttavia, nonostante le sue convinzioni inizino proprio da qui a scricchiolare, se fai parte del sistema come militare, se la tua vita si regge su dei pilastri inamovibili, fatichi a mettere tutto in discussione (come dimostra l'indignazione nel confronto con Robespierre ad Arras)... ma ciò non toglie che il malessere ci sia. Un malessere per me ben evidente di fronte agli sprechi della regina, alla povertà di Rosalie e di Parigi, all'indigenza dei suoi stessi soldati. Forse, se Oscar non avesse lasciato la Guardia Reale sarebbe rimasta sino alla fine accanto a Maria Antonietta (anche se non escludo che si sarebbe rifiutata di sparare sulla folla); tuttavia è proprio l'esperienza nei Soldati della Guardia a determinare definitivamente la sua ''scelta di campo''. È accanto a quegli uomini, i ''suoi'' uomini, che tocca con mano la fame, la povertà, gli stenti, le incongruenze della monarchia e di uno stato di diritto fondato sull'ineguaglianza. È accanto ai suoi uomini che si riaccende lo sdegno di Arras per uno status quo che Maria Antonietta e la nobiltà hanno sempre rifiutato ciecamente ed egoisticamente di considerare. La sua scelta non è quindi incongruente con il personaggio, a mio parere, e la malattia e il precipitare degli eventi tutt'al più inducono un'accelerazione a certe sue decisioni. È vero, André non le chiede di combattere, ma è un uomo del popolo, nel loro vecchio mondo non ci sarebbe futuro per loro e soprattutto è ancora vivo in lei il ricordo di quelle riunioni a cui lui partecipava. Senza dimenticare che quando per l'ultima volta Oscar prova a mediare con la regina proprio per evitare un bagno di sangue, le sue preghiere rimangono inascoltate (e a questo proposito non credo che l'intransigenza di Maria Antonietta fosse legata al lutto recentemente patito). |
Oh un personaggio che mai mi sarei aspettata di vedere: storicamente appartiene alla schiera dei minori, e canonicamente non è nell'anime (e sarebbe stato divertente vederle scrutarsi e confrontarsi: una una mezza menade e l'altra una vergine di ferro, che giusto in punto di morte ed una volta sola :P) |
E' interessante che i personaggi della Storia che ci presenti siano sia rivoluzionari che reazionari, ed è corretto: sulla scena c'erano tutti e due. |
Ormai, ne abbiamo parlato, la scelta di Oscar ha spiazzato anche il colonnello. In realtà, però, dall'anime,percepisco un atteggiamento quasi paterno del colonnello nei confronti di Oscar che,dal tuo ritratto, non emerge molto. Mi piace la riflessione del colonnello sull'infondatezza delle generalizzazioni di classe. |
Mamma mia caro Generale, l'invidia è una brutta bestia! |
Hai descritto molto bene la personalità del Colonnello, un tipico uomo tranquillo che non cercava (anzi, evitava) discussioni e polemiche. |
Bello anche questo ritratto che fai del Colonnello D'Agout, soldato mite e dal temperamento riflessivo, privo di quell'arroganza che caratterizza il Generale Bouille, decisamente meno simpatico; il suo punto di vista sulle scelte fatte da Oscar è comprensibile, e forse tutti i torti non li ha. |
Il carattere pacato e misurato di D'Agoult si evince chiaramente, come la sua buona fede, anche se mal riposta. |
Ciao cara Agrifoglio, |
E alla fine ti ho riacchiappiato! Su Lasalle posso dire che concordo con la tua visione: il suo destino era comunque segnato, ma affrontò la morte da uomo libero, guidato da quel comandante di cui imparò ad ammirare coraggio e integrità... e qui salta all'occhio immediatamente quanto la sua visione di Oscar sia diversa da quella di Bouillé. Credo che da fedelissimo della Corona e tradizionalista reazionario, la opinione di costui sulle scelte del Generale e sul ''tradimento'' di Oscar non potevano essere diverse; e qui devo dar atto agli autori per aver centrato il personaggio e avergli dato un ruolo coerente alla sua biografia, a parte la licenza poetica sulla Compagnia B. Riconosco comunque a questo antipaticissimo personaggio un certo acume: lottò sino alla fine per il re, ma non fu così ottuso da imbarcarsi in imprese suicide. Alla fine si rassegnò e salvò la pelle rifugiandosi in Inghilterra, ma non dimenticò mai chi fosse e si adoperò per combattere la Rivoluzione anche da lì. Insomma, onore alle armi anche a Bouillé... e brava tu ad averlo reso con efficacia. Alla prossima!! |
Mi ero imbattuta in questo personaggio, se non erro, in un'altra ff, ma non ne conoscevo le vicende. Non immaginavo che avesse una biografia così sanguinaria! Non conoscendo bene il personaggio, mi limito a dirti che mi è piaciuto come ti sei calata nella sua ''follia'', e anche quell'alternanza tra gli eventi della sua vita e quella voce fuori campo, che fosse di un parente, di Robespierre o della folla, che le dà della pazza. Forse lo era davvero o forse era solo una donna piena di rabbia a cui la rivoluzione ha dato modo di tirare fuori la sua natura crudele ed efferata... eppure paradossalmente, sul finale mi ha fatto pena. Punita da quelle stesse esaltate che aveva guidato: una specie di legge del contrappasso, sicuramente meritata.... ma che finaccia! Ad ogni modo, credo che questa donna rappresenti meglio di tanti altri le contraddizioni e il fallimento della Rivoluzione, che affondò i suoi stessi ideali in un bagno di sangue. |
E rieccomi tra le tue righe... volevo commentare in blocco la parte dei personaggi 'storici 'esclusi dall'Ikeda, ma se il ritratto della Lamballe mi aveva già fatto vacillare in questo mio proposito (come non commentare il dramma di questo personaggio votato al martirio solo per lealtà?), questo della Corday mi ha definitivamente fatto desistere. È infatti uno dei tuoi più riusciti e incisivi (paradossalmente in quelli più brevi riesci a ottenere un maggior impatto emotivo nel lettore). Di colpo ho ricordato quel dipinto di David, a cui tu hai conferito con quel dettaglio dell'acqua vermiglia ancor più drammaticità e crudezza... di contro, la sua giovane assassina, per nulla pentita, riesce a suscitare comunque compassione, un po' come fu per il boia (particolare che non conoscevo). Brava... passo avanti |