Recensioni per
Scorre la Senna, scorre lenta.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 353 recensioni.
Positive : 352
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Veterano
23/10/17, ore 00:31

Ed ecco qui il ritratto del personaggio dell'anime che più mi irrita.
Come ho detto più volte, per me, l'Alain dell'anime non era figlio di un nobile decaduto, non si evince da alcun elemento, anzi, alcuni aspetti sembrano avallare la tesi opposta: quando Oscar fa l'appello, lo chiama Alain Soisson e non "de" Soisson; inoltre, era troppo rozzo per avere origini nobiliari (immagino che i nobili decaduti tendessero a mantenere inalterato l'ossequio verso le formalità e il decoro, proprio per compensare la perdita di ricchezza. Rispettare l'etichetta era l'unico modo per rimarcare la loro appartenenza alla nobiltà, anche se decaduta).
L'Alain del manga, da quel che ho potuto constatare, era diverso e lui poteva, in effetti, avere origini nobiliari, ma era ancora più odioso di quello dell'anime che, al contrario, purché stia lontano da Oscar, può starmi quasi simpatico.E mi sembra che l'Alain del tuo ritratto non provi attrazione per il suo comandante.

Recensore Master
22/10/17, ore 22:09

Ribadisco ciò che ho già detto, la fame e la disperazione rende tutti cattivissimi: il degenerare della rivoluzione ne è un ottimo esempio; ma quanto visse Alain?

Recensore Veterano
22/10/17, ore 22:00

Questo capitolo che riguarda il mio personaggio preferito, non posso non recensirlo.
È molto triste la vita non vissuta pienamente, come tu l' hai definita, di Alain che, circondato dai dolori personali
ed istituzionali dei cambiamenti dell' epoca, era rimasto nascosto dietro la sua maschera boriosa ed alla fine,
si definisce " spettatore" .
bello mi è piaciuto.

Recensore Master
20/10/17, ore 16:52

Intanto passo di qua e devo riconoscere che questo ritratto è uno dei migliori che ho letto dei tuoi, perché secondo me hai centrato perfettamente il personaggio. Il punto di vista del colonnello è ovviamente quello di un aristocratico, ma traspare umanità nei confronti dei suoi sottoposti e una certa affezione per Oscar, pur non condividendone la scelta finale. Scelta che a mio parere, tuttavia, non nasce dal nulla, ma viene da lontano: la consapevolezza dell'ingiustizia del sistema nasce con l'episodio n. 13, e se ricordi bene il confronto con il Generale, uomo ligio al dovere e dalla cieca fedeltà nei confronti del sovrano, la reazione di Oscar alle sue parole e a quel sonoro ceffone fu un misto di sgomento e incredula rabbia. Tuttavia, nonostante le sue convinzioni inizino proprio da qui a scricchiolare, se fai parte del sistema come militare, se la tua vita si regge su dei pilastri inamovibili, fatichi a mettere tutto in discussione (come dimostra l'indignazione nel confronto con Robespierre ad Arras)... ma ciò non toglie che il malessere ci sia. Un malessere per me ben evidente di fronte agli sprechi della regina, alla povertà di Rosalie e di Parigi, all'indigenza dei suoi stessi soldati. Forse, se Oscar non avesse lasciato la Guardia Reale sarebbe rimasta sino alla fine accanto a Maria Antonietta (anche se non escludo che si sarebbe rifiutata di sparare sulla folla); tuttavia è proprio l'esperienza nei Soldati della Guardia a determinare definitivamente la sua ''scelta di campo''. È accanto a quegli uomini, i ''suoi'' uomini, che tocca con mano la fame, la povertà, gli stenti, le incongruenze della monarchia e di uno stato di diritto fondato sull'ineguaglianza. È accanto ai suoi uomini che si riaccende lo sdegno di Arras per uno status quo che Maria Antonietta e la nobiltà hanno sempre rifiutato ciecamente ed egoisticamente di considerare. La sua scelta non è quindi incongruente con il personaggio, a mio parere, e la malattia e il precipitare degli eventi tutt'al più inducono un'accelerazione a certe sue decisioni. È vero, André non le chiede di combattere, ma è un uomo del popolo, nel loro vecchio mondo non ci sarebbe futuro per loro e soprattutto è ancora vivo in lei il ricordo di quelle riunioni a cui lui partecipava. Senza dimenticare che quando per l'ultima volta Oscar prova a mediare con la regina proprio per evitare un bagno di sangue, le sue preghiere rimangono inascoltate (e a questo proposito non credo che l'intransigenza di Maria Antonietta fosse legata al lutto recentemente patito).

Ovviamente, un conto sono gli ideali e altro la realtà. Sono gli ideali a portare Oscar dalla parte degli insorti, non l'odio per la sua classe o per i regnanti, e probabilmente se fosse sopravvissuta, assistere alla deriva della rivoluzione sarebbe stato devastante tanto per lei che per André. Chissà, forse sarebbe tornata su alcuni suoi passi, magari come il vero generale Jarjayes avrebbe tentato addirittura di salvare la Famiglia Reale, arrivando a rischiare o persino a perdere la vita.

Detto questo, scusa la prolissa digressione... e a presto.
(Recensione modificata il 20/10/2017 - 05:02 pm)

Recensore Master
19/10/17, ore 21:23

Oh un personaggio che mai mi sarei aspettata di vedere: storicamente appartiene alla schiera dei minori, e canonicamente non è nell'anime (e sarebbe stato divertente vederle scrutarsi e confrontarsi: una una mezza menade e l'altra una vergine di ferro, che giusto in punto di morte ed una volta sola :P)

Théroigne l'ho vista in una incisione, il suo abito faceva molto Jolanda la figlia del Corsaro Nero!
Mi piace il leit-motiv della follia - finirà così, ma in un certo senso lo è sempre stata.
O meglio era così che la vedevano gli occhi dei suoi coetanei e forse un po' lo era: quando agisci in netto contrasto con il comune senso della morale e del buon comportamento, pure del pudore, mettiamoci anche quello, c'è un prezzo da pagare che spesso può non valere la pena. Ostinarsi è anche una forma di pazzia - una pazza "funzionante".

Ma allora il senso etico non esiste se poi tutto è relativo ed è solo moda ed ipocrisia? Si e no. Si possono giocare le partite solo con le carte che si hanno in mano, temo, e non con quelle che ci piacerebbe avere.

Le va abbastanza bene fino ai massacri di settembre - la libertà sessuale non era una cosa che si concedeva facilmente ad una donna, ma in fondo il secolo era libertino ed una certa disinvoltura poteva anche essere accettabile se ti spostavi verso l'élite o verso il basso. Robespierre che era il ceto medio lo vedo invece terribilmente bacchettone, magari con la follia dell'Essere supremo, ma intriso di moralità giudicante.
Comunque sia, in epoca di sconvolgimenti la libertà si spande un po' per tutti gli ambiti, almeno fino a che non risubentra l'omologazione forzata. e personaggi che in circostanze normali sarebbero state ai margini trovano finalmente il loro momento.

Con l'epoca dei massacri direi che passa un limite molto preciso e che poco ha a che vedere con la morale sessuale - la fine rattrista, ma se per certi mari vai poi non ti stupire troppo dei pesci che peschi... mozzare una testa, strangolare una donna... non portano di solito bene a nessuno . se ti comporti coma una bestia poi finisce che ti trattano come tale.

Rispetto ad altre mi pare più costruita, con quel discorso sulla "follia" (è un complimento) - il personaggio è minore, ma ti è venuto bene

Recensore Master
19/10/17, ore 08:05

E' interessante che i personaggi della Storia che ci presenti siano sia rivoluzionari che reazionari, ed è corretto: sulla scena c'erano tutti e due.

Oscar in fondo appartiene a tutte e due le fazioni: onore, correttezza, amicizia, tradizione, senso della giustizia, posizioni molto conservatrici sulla coppia, e ribellione verso l'autorità, c'è dentro un po' di tutto.
Le sue scelte di vita restano poco comprensibili: era stata parte del sistema.
Non entri nelle Guardie Reali a 15 anni se non c'è una famiglia dietro che da una spintarella. Si certo, usava, ma tra nobili di alto lignaggio, sarebbe come dire ai giorni nostri che il figlio di un noto industriale non parte facendo lo stagista o con il contratto a progetto e accede direttamente a certe posizioni anche senza una laurea ed un master o due: fa parte delle cose normali della vita, ma è un privilegio, è umano approfittarne e goderne, ma è anche corretto esserne consci.
Di giovane nelle Guardie c'è Lauzun, ma teoricamente lì ci arrivavi dopo esserti distinto servendo altrove.

Esistevano i collège già allora ed esistevano corsi di studi che preparavano una élite per servire nella burocrazia ad alto livello, ma c'era sempre quel 10% che "saltava il percorso" ed Oscar, senza volergliene fare una colpa era quello.
Stava in un bel palazzo, serviva "par quartier" volendo poteva lavorare solo 3 mesi l'anno, la sua occupazione non prevedeva la partecipazione ad una guerra, farsi sparare addosso o sparare sulla folla, o sedare dei tumulti... c'è un film (o l'inizio di una miniserie? uno sceneggiato come si diceva una volta?) che mostra Napoleone agli inizi della sua carriera che seda la folla inferocita e la disperde sparandole addosso, circondandola, dando ordini secchi, senza fretta, con precisione chirurgica... fare il soldato è quello. Fare della morte un mestiere.

Lei invece ne prende il bello, l'aspetto più "burocratico" con qualche piccola avventura e molto intrigo di palazzo.
Nel frattempo non si occupava della gestione dei beni di famiglia, beveva cioccolata - un lusso - e non si è distinta con nessuna opera filantropica a parte accogliere Rosalie. C'era del suo stesso ceto chi lo faceva.

Gliene si fa una colpa? No, è la Ikeda che la disegna così, con lo spazio che ha a disposizione e volendo raccontare di una femmina libera, che potesse essere un esempio per delle ragazzine giapponesi degli anni a cavallo tra i '70 e gli '80. A disegnarla occupata a creare un opificio con scuole per bambini e bambine come San Leucio il manga avrebbe fatto sbadigliare.

E comunque va benissimo: è normale, può godersi la vita e se la gode.

Poi sposa la rivoluzione, partecipa alla presa della Bastiglia e non si capisce perché - dubito che ad André ormai cieco interessasse partecipare ad un tumulto. A meno di non avere pulsioni suicide.

E' di effettissimo, siamo state tutte dalla sua parte, Dezaki ed Ikeda non ci mostrano cosa è successo dopo e noi possiamo restare con questa immagine fulgida di una persona nel giusto che sta facendo qualcosa di importante ed eroico. Che va benissimo perché quando si è giovani o piccolini il mondo è di rigore che sia in bianco e nero.
E perché erano gli anni '70/'80, gli Anni di Piombo, quando scoppia il dissenso polacco con Solidarność in Polonia si resta spiazzati: dissenso nella rivoluzione reificata espresso non da reazionari privilegiati? ma da degli operai dei cantieri navali? E dove s'è mai visto? E come lo incaselli?

Una eroina con dei dubbi, insomma, non l'avremmo assolutamente apprezzata. Anche perché nel bene e nel male per molti versi il nostro modo di pensare è figlio di quella rivoluzione.

Il bello ed il brutto delle fanfiction è che possono narrare di tutto, alcune privilegiano l'aspetto sentimentale cercando il rosa - e ce ne sono di bellissime che fanno sognare . altre cercano di privilegiare l'aspetto sentimentale cercando qualcosa di più realistico, altre vorrebbero narrare di un contesto storico ed altre nel tentare di dare una tridimensionalità a dei personaggi ce li rendono meno belli e molto probabilmente meno amabili.
E' un po' come rispondere alal domanda: cosa è una principessa? E mettere sul tavolo La Bella Addormentata, che si addormenta e deve essere salvata e nemmeno si accorge, Biancaneve, che vive una persecuzione e deve rimboccarsi le maniche, Pelle d'Asino che non è sicura nemmeno con la sua famiglia, La Principessa sul Pisello che è viziatissima perfino come ospite... e poi aggiungessimo una foto della controversa Diana Spencer (tanto di moda in questi mesi), nota per la sua infelicità coniugale, altre delle Principsse del Principato di Monaco, note per la bella vita, una di Elisabetta I all'epoca della Seconda Guerra Mondiale, nota per il rigore e volessimo cercare di capire che diavolo hanno in comune. e se sono poi davvero tutte come la Bella Addormentata e se hanno fatto parte di storie che ci hanno fatto sognare oppure assolutamente ma proprio no.

Ci sta quindi una raccolta che narri un contesto pescando un po' di rivoluzionari, un p' di controrivoluzionari, un po' di avventurieri, un po' di buoni votati al martirio...

Detto ciò: Carlotta Coraday l'ho vista per la prima volta in un museo delle cere che non esiste più. In quella scena il protagonista era ovviamente Marat.
Ero piccola e mia nonna mi raccontò la sua storia - non so quanto accuratamente - sottolineando l'età della sua morte: 25 anni - a me all'epoca parve una età tutto sommato ragguardevole, ma ero sotto i 10 e "vecchio" è un concetto, si sa, molto relativo. Adesso la vedo giovane e capisco la cortesia del boia.

Il quadro di David è venuto dopo :) L'immagine è comunque quella - chi apparecchiò la scena per il museo si era chiaramente ispirato - il protagonista era Marat e il tutto era un po' "gore" con il sangue nella vasca che appare immenso e debordante che sicuramente colpisce - martirio? atto di giustizia? se ne potrebbe discutere per ore.

Mi piace che non cominci con l'inizio della sua vita, come hai fatto con altri personaggi, ma parti con l'evento clou.
La storia la dovrebbero scrivere vincitori e vinti, ma dei vinti è sempre difficile parlare - alcuni ci ricorderebbero che i vincitori non si comportarono sempre da brave persone.
Marat invocava degli ideali universali, che ancora adesso riconosciamo validi, però perseguitava i suoi avversai politici in barba a quegli stessi ideali e perseguitava pure coloro con cui aveva fatto la Rivoluzione, invocando 100.000 morti. Apparteneva alla razza di quelli che invocano l'uguaglianza, ma che ritengono per qualche strana ragione di essere più uguali degli altri - gestire il dissenso è complicato, è più facile bollare chi non è "allineato" come nemico (o pazzo o cattivo).
A quel punto è chiaro ed anche molto naturale che per quelli che vorresti fare fuori non sei un uomo interessante e contraddittorio ma una persona cattiva e pericolosa da fare fuori. Del resto, se sei minacciato o fuggi , come gli émigré, o accetti il martirio sperando che serva a qualcosa in senso più ampio, o lotti fino alla fine.
Il meccanismo quindi è lo stesso, il decidere la correttezza del ricorso alla violenza simile.
Ingenua l'idea che un intero movimento si potesse fermare solo uccidendo Marat.

Carlotta resta convinta di essere nel giusto - come lo sarà Saint Just, in fondo.
Finale che strappa un sorriso: è una spietata assassina? Beh di certo non è stata condannata per aver partecipato ad un sit-in ;P Eppure fa tenerezza, come un sassolino che si oppone ad una corrente molto più grande di lei.
(Recensione modificata il 19/10/2017 - 08:13 am)
(Recensione modificata il 19/10/2017 - 08:52 am)

Recensore Veterano
18/10/17, ore 23:37

Ormai, ne abbiamo parlato, la scelta di Oscar ha spiazzato anche il colonnello. In realtà, però, dall'anime,percepisco un atteggiamento quasi paterno del colonnello nei confronti di Oscar che,dal tuo ritratto, non emerge molto. Mi piace la riflessione del colonnello sull'infondatezza delle generalizzazioni di classe.
Brava!

Recensore Veterano
18/10/17, ore 22:58

Mamma mia caro Generale, l'invidia è una brutta bestia!

Ma invece di pensare solo ai tuoi "amichetti" criminali poverini uccisi dai moti rivoluzionari, sostenitori dell'evasione fiscale e del malgoverno, perché non pensi a tutta quella povera gente comune, morta di fame e di stenti per mantenere tutti quei corrotti come te!
Dovresti avere anche loro sulla tua coscienza, soprattutto perché i caduti civili del popolo sono molti di più!

Oscar non ha avuto "tutto pronto nel piatto" ma al contrario, a differenza di te caro Generale, lei ha dovuto sudare.
Avrebbe potuto scegliere infinite scorciatoie (un matrimonio combinato, l'aumento di retribuzione, gradi militari più alti) e invece ha scelto di far carriera anno dopo anno, e a fare una cosa che nessuno dei tuoi amici ipocriti criminali ha voluto fare: rischiare, per rimettersi in gioco professionalmente.
(Recensione modificata il 18/10/2017 - 11:08 pm)

Recensore Veterano
18/10/17, ore 22:46

Hai descritto molto bene la personalità del Colonnello, un tipico uomo tranquillo che non cercava (anzi, evitava) discussioni e polemiche.
Ma c'era anche da aspettarsi che prendesse in parte le difese della Monarchia, giudicando il comportamento disertore di oscar come "ribelle".
Nella sua citazione "Avrebbe dovuto combattere le sue battaglie, seguire le sue convinzioni e realizzare i suoi progetti da nobile, come sempre aveva fatto....evitando di mortificare, con l’abbandono e col rifiuto, familiari, amici, conoscenti e protettori" mostra esattamente da che parte stava.
Del resto, non dimentichiamoci che era comunque un uomo di vecchia generazione.

Recensore Master
18/10/17, ore 22:36

Bello anche questo ritratto che fai del Colonnello D'Agout, soldato mite e dal temperamento riflessivo, privo di quell'arroganza che caratterizza il Generale Bouille, decisamente meno simpatico; il suo punto di vista sulle scelte fatte da Oscar è comprensibile, e forse tutti i torti non li ha.
E' interessante quello che dici sulle ultime scelte fatte da Oscar, e credo anch'io che la malattia abbia determinato alcune delle sue azioni, consapevole di non avere più tempo; però io non credo che il voltafaccia di Oscar sia stato davvero così repentino e impulsivo come tu dici, io credo sia stata più una specie di costrizione dettata anche dal precipitare degli eventi; Oscar fa almeno il tentativo di parlare con la regina - unica volta che le fa davvero una richiesta importante - per esortarla a non combattere contro i rivoltosi.
Se Maria Antonietta avesse ascoltato Oscar, forse tutta la storia - anche quella vera - sarebbe andata in maniera diversa.
E già da prima, Oscar aveva iniziato a prendere posizioni diverse, quando rifiuta di aprire il fuoco sui rappresentanti del popolo... impulso dettato da un profondo senso di giustizia, che si scontra con quelli che Oscar giudica ordini sbagliati.
Secondo me, il vero problema di Oscar, il suo conflitto interno è proprio questo; un soldato esegue gli ordini senza porsi il problema se siano giusti o sbagliati, (vedi confronto con Girodelle che pur non essendo fiero di quello che deve fare, è pronto a ubbidire) Oscar per quanto educata come un militare, come dici tu non riesce ad obbedire quando tali ordini vanno contro la sua coscienza di essere umano, e qui lei mette tutto in discussione; alla fine, credo non si sarebbe trovata d'accordo neppure con i rivoluzionari e la loro sete di sangue.
Lei muore prima di vedere cosa la rivoluzione diventerà, prima di scoprire che gli ideali, quelli veri, sono stati traditi.
Sono una delle poche a pensarlo, ma non cambierei quel finale tragico di una virgola, perché nonostante l'amaro che lascia in bocca, è l'unico che dia senso a tutto.
Scusa per questo papiro, mi sono lasciata trascinare un po', ma hai lanciato uno spunto interessante per un confronto. Alla prossima.

Recensore Master
18/10/17, ore 20:17

Il carattere pacato e misurato di D'Agoult si evince chiaramente, come la sua buona fede, anche se mal riposta.

Recensore Master
15/10/17, ore 21:07

Ciao cara Agrifoglio,
Mi è piaciuto moltissimo anche questo capitolo sul generale Bouille'.
Solo secondo me dovresti sottotitolare i capitoli e raggrupparli in raccolte in modo da regalare all' insieme un aspetto più organico e fruibile.
Ti chiedi come mai Bouille' si incrocia con le vicissitudini di Oscar: in primo luogo lui era amico del generale Jarjayes ,poi come già qualcuna ha scritto nel cartone era raffigurato come comandante supremo dell'esercito ,se ben ricordi fu lui a prospettare al padre della ragazza l'accusa di alto tradimento, la Corte marziale,la confisca del titolo di famiglia e di tutti i suoi beni.
Accetto' di buon grado la decisione dell'amico ad uccidere la figlia.
Questo suo "intervento " nelle vicissitudini di Oscar non lo trovo fuorviante né improprio.
Fra l'altro se ben ricordi, nell'anime di Oscar, i soldati della Guardia Metropolitana si occuparono anche dell' incolumità del Principe Aldelos di Spagna quando venne a far visita ai regnanti nel 1788 (presumibilmente) ora dobbiamo tenerci per buona la vicenda romanzata ma qui non manca la coerenza.
Diverso discorso per i soldati che da un lato sembrano poverissimi d'altro lato vanno a spendere soldi per ubriacarsi e giocare a carte.
A parte il fatto,stando a sentire Alain , lo facevano quando era "giorno di paga" tuttavia è un controsenso comunque.
Ancora, riferendomi ai soldati io non ho mai capito come facessero essi a vendere armi e uniformi senza mai farsi scoprire, tranne Lasslle (e questa è veramente una situazione che non sta né in cielo né in terra).
Su Boulle' mi ha disgustato pure il suo maschilismo, come dopo duecento e passa anni ANCORA lo infastidisce il fatto che Oscar sia stata una protofemminista?
Avessero tutti avuto la sua mentalità saremmo ancora rimasti al Diciottesimo secolo....
Ogni nuova conquista in ogni campo, della scienza,della civiltà o della tecnica è la benvenuta.
E anche la tua storia è sempre benvenuta e l'aspetto con molto interesse. Buonaserata
(Recensione modificata il 15/10/2017 - 09:15 pm)

Recensore Master
15/10/17, ore 15:14

E alla fine ti ho riacchiappiato! Su Lasalle posso dire che concordo con la tua visione: il suo destino era comunque segnato, ma affrontò la morte da uomo libero, guidato da quel comandante di cui imparò ad ammirare coraggio e integrità... e qui salta all'occhio immediatamente quanto la sua visione di Oscar sia diversa da quella di Bouillé. Credo che da fedelissimo della Corona e tradizionalista reazionario, la opinione di costui sulle scelte del Generale e sul ''tradimento'' di Oscar non potevano essere diverse; e qui devo dar atto agli autori per aver centrato il personaggio e avergli dato un ruolo coerente alla sua biografia, a parte la licenza poetica sulla Compagnia B. Riconosco comunque a questo antipaticissimo personaggio un certo acume: lottò sino alla fine per il re, ma non fu così ottuso da imbarcarsi in imprese suicide. Alla fine si rassegnò e salvò la pelle rifugiandosi in Inghilterra, ma non dimenticò mai chi fosse e si adoperò per combattere la Rivoluzione anche da lì. Insomma, onore alle armi anche a Bouillé... e brava tu ad averlo reso con efficacia. Alla prossima!!

Recensore Master
15/10/17, ore 14:54

Mi ero imbattuta in questo personaggio, se non erro, in un'altra ff, ma non ne conoscevo le vicende. Non immaginavo che avesse una biografia così sanguinaria! Non conoscendo bene il personaggio, mi limito a dirti che mi è piaciuto come ti sei calata nella sua ''follia'', e anche quell'alternanza tra gli eventi della sua vita e quella voce fuori campo, che fosse di un parente, di Robespierre o della folla, che le dà della pazza. Forse lo era davvero o forse era solo una donna piena di rabbia a cui la rivoluzione ha dato modo di tirare fuori la sua natura crudele ed efferata... eppure paradossalmente, sul finale mi ha fatto pena. Punita da quelle stesse esaltate che aveva guidato: una specie di legge del contrappasso, sicuramente meritata.... ma che finaccia! Ad ogni modo, credo che questa donna rappresenti meglio di tanti altri le contraddizioni e il fallimento della Rivoluzione, che affondò i suoi stessi ideali in un bagno di sangue.
(Recensione modificata il 15/10/2017 - 02:56 pm)

Recensore Master
15/10/17, ore 14:39

E rieccomi tra le tue righe... volevo commentare in blocco la parte dei personaggi 'storici 'esclusi dall'Ikeda, ma se il ritratto della Lamballe mi aveva già fatto vacillare in questo mio proposito (come non commentare il dramma di questo personaggio votato al martirio solo per lealtà?), questo della Corday mi ha definitivamente fatto desistere. È infatti uno dei tuoi più riusciti e incisivi (paradossalmente in quelli più brevi riesci a ottenere un maggior impatto emotivo nel lettore). Di colpo ho ricordato quel dipinto di David, a cui tu hai conferito con quel dettaglio dell'acqua vermiglia ancor più drammaticità e crudezza... di contro, la sua giovane assassina, per nulla pentita, riesce a suscitare comunque compassione, un po' come fu per il boia (particolare che non conoscevo). Brava... passo avanti