Oh finalmente, cara Autrice e Fatina Adorata! Finalmente una storia in cui ci sia della musica, orecchiabile, discutibile, di protesta, di promesse, di sognante e romantica poesia!
E, poi, finalmente anche una opera storica: un luogo esotico, un pugno di personaggi dipinti alla perfezione nel loro canone più schietto, eppure magistralmente calati in un universo altro ed alternativo, con atmosfere datate, ma non per questo scontate, anzi! Il retaggio storico denota i confini in espansione della tua fervida fantasia che, potente, ingloba usi, società, gossip, rivoluzioni politiche, contestazioni culturali.
Adoro questa storiellina!
Trovo geniale Loki come ingegnere minerario, genio guastatore, dinamitardo e bombarolo, che esegue indagini geologiche, carotaggi di minerali spie di giacimenti auriferi, Gran Visir di tutti gli gemmologi , collezionista di pietre preziose e gemme di altra natura. È un personaggio multiforme, sfaccettato, vivo, che riesce a condensare la storia di quel periodo fondendola al suo personale vissuto. Bellissima la analisi sulle motivazioni del conflitto e della sua esperienza miliziana, più che militare: partecipare ad un conflitto bellico solo per compiacere un uomo, è paragonabile a chi vi partecipi per denaro. Il Generale Odino Asgardsson si sbaglia: Loki non è un disertore; semmai è un mercenario.
Un prezzolato ed ambiguo uomo che ha deciso, dopo aver letteralmente prestato il fianco alla Morte, di servire solo se stesso.
Un uomo finalmente libero? Diciamo libero di scegliersi un pezzo di mondo ove prosperare e far rinverdire, ove mai ce ne fosse stato bisogno, le casse degli Asgardsson.
Il Generale Odino, resta fedele al suo canone, mutando divisa, ma non pensieri: è mirabolante come egli sia così presente in ogni immagine del passato di Loki, pur essendo ad un oceano di distanza.
Una vera perla collegare i natali di Loki durante, forse, il bombardamento di Dresda del 1945. O, almeno, io ho voluto leggere questo, nell' accenno al suo passato di minuscolo profugo, migrante, orfano, con il bagaglio emotivo enorme di essere tedesco nel dopoguerra. Un uomo davvero condizionato dal passato, tutt' altro che libero.
Si parla di libertà e viene in mente Sigyn. È una donna giovane, ma non ingenua, questa protagonista. Una figlia della rivoluzione culturale del 68 francese, in cui i diritti delle donne cominciano a riempire i giornali europei ed alzano la voce alle prime femministe. Sigyn è colta, viaggiatrice, poesia itinerante. Una creatura volitiva, libera da inibizioni, consapevole, palesemente cacciatrice, fedele alla propria anima. È davvero Loki il predatore?
Il calvo tabagista Tanossu' se ne è ben accorto. Ma il nostro rubizzo pelatone nulla può contro il fascino conturbante (ma senza turbante) di Loki "Belli capelli" Asgardsson.
Celie a parte, di cui comunque il brano è doviziosamente dotato, ho apprezzato moltissimo le atmosfere storiche, il cafè chantant dello hotel, le mise di Sigyn, le note di costume della New York dei ruggenti anni 80.
Questa storia merita di essere vissuta appieno, soprattutto perché esigo sapere... Che diamine ha combinato Loki, con gli Olandesi???
Post Scriptum: io amo Thor.
Post post scriptum: giustificare il soprannome di Lingua d' Argento con la dote indubbia di parlare fluentemente cinque lingue è un tocco di genio!
Passo oltre al nuovo capitolo! (Recensione modificata il 20/07/2018 - 12:06 am) (Recensione modificata il 20/07/2018 - 12:18 am) |