Recensioni per
La Ruota degli Angeli
di _Lightning_

Questa storia ha ottenuto 126 recensioni.
Positive : 126
Neutre o critiche: 0


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Piano più quasi campato per aria di questo non si è mai visto (e io guardo Doctor Who, che si lancia a combattere armato di un cacciavite sonico inutile contro il legno e solo una mezza idea di cosa dover fare, quindi), ma a noi Ricciardi piace anche per questo. Però, mio caro Luigi, il bacio, no! Nel senso che è stata una scena bellissima e dolcissima e io l'ho riletta due volte prima di proseguire col capitolo, ma Livia è orgogliosa abbastanza da non volere briciole d'affetto, se non può avere tutto l'amore (e non è che la biasimo proprio tanto). Come sai adoro tutti i momenti introspettivi di Ricciardi che non riesce a decifrare i propri sentimenti, cosa più che lecita considerando il tempo in cui vive, e quando cerca di convincersi che i ricordi con Bruno non sono passato, ma diventeranno futuro è troppo carino!
Concludo con un applauso a Maione che riesce a farlo mangiare!!!
Duchessa712

Recensore Veterano

Ciao :)


Eccomi di ritorno :D

Sai, una delle cose a cui non si pensa mai con molta attenzione è dove vadano a finire i colpevoli, dopo che sono stati arrestati. I gialli ci fanno conoscere gli investigatori e ci portano sulle tracce dell’assassino, ma cosa ne sia di lui, dopo, è quasi sempre un mistero.


Ed eccola qui, quella vita che non è vita. Il carcere è un vero inferno, decisamente peggiore di quello che Ricciardi si porta appresso ovunque vada; lui, almeno, ha la libertà. La reclusione tra quattro pareti è una forma di barbarie non diversa dalla pena di morte. Soprattutto se si deve scontarla da innocenti.


Iannello ha davvero tutta l’aria di essere un capro espiatorio. E quindi eccola qui la giustizia di un partito che ha messo ordine dappertutto; trovare un colpevole a caso e lasciare in libertà i veri criminali. L’importante è che tutto sembri andare per il meglio.

Ormai Ricciardi si è andato a cacciare in un ginepraio; ma la sua ricerca della verità non si arresterà di certo al pericolo.

Sul fronte delle indagini, è interessante questo collegamento tra i vari derubati. Qualcosa sembra condurre alle trincee della Grande Guerra. Il fatto stesso che uno degli oggetti rubati sia una medaglia potrebbe essere indicativo. Però per adesso non voglio scervellarmi in ipotesi, bensì voglio raccogliere i vari indizi insieme a Ricciardi.

Sempre tantissimi complimenti, te ne meriti davvero tanti :)
Un saluto e a presto!

Recensore Master

Ciao!
Eccomi qui, non vedevo l'ora di proseguire nella lettura e devo dire che questo capitolo mi ha molto colpita (in positivo) e che anche se ne esco più incasinata di prima (sempre in positivo) ho adorato proprio tutto.

Dico che ne sono uscita più incasinata di prima perché tutto il mistero che aleggia intorno a questo nuovo fantasma è davvero intrigante e mi ritrovo qui a fare un sacco di congetture a riguardo che AAA non ne esco (!)

La figura del Munaciello è molto interessante, non sapevo cosa fosse e l'ho cercata, e dato che già Ricciardi ha a che fare col soprannaturale tutti i giorni, non è che magari questa morte sia davvero opera del Munaciello?
O magari è una persona che si fa chiamare in quel modo poiché ricorda il Munaciello — Ricciardi stesso ipotizza a un soprannome, infatti.

In tutto questo, poi, la voce del fantasma arriva dritta dalle fondamenta della casa di Ricciardi e non posso fare a meno di chiedermi quando sia capitato tutto ciò?
E perché Ricciardi ha iniziato a sentire la sua voce proprio ora?
Voglio scoprire tutto tipo SUBITO AAA

Menzione speciale per Nelide e il suo personale modo di difendersi dai ladri-non-ladri, credo che avrei reagito allo stesso modo xD
Non vedo l'ora di proseguire, alla prossima!

M a k o

Recensore Veterano

Ciao :)


Eccomi qui di ritorno, per accompagnare Ricciardi in questa indagine che non ha nessuna intenzione di mollare, costi quel che costi. E adesso, grazie a Maione, la traccia che conduce all’Annunziata si è rafforzata, e c’è un nome - quello di Don Nicola - che potrebbe persino essere quello del colpevole. O, almeno, di uno dei colpevoli, perché sembra che ci siano molte teste, dietro a questa faccenda.

Hai reso davvero bene le inquietudini di Nelide; è spaventata, ha paura, e questo dimostra quanto lei sia legata al signorino, o Barone di Malomonte che dir si voglia. E il suo non è certo un attaccamento dovuto solo alla promessa fatta a zia Rosa.
Come, del resto, l’attaccamento di Maione a Ricciardi è qualcosa che va ben oltre i rispettivi ruoli professionali.

Insomma, Ricciardi è circondato da persone che gli vogliono bene. Nonostante tutto l’impegno profuso per restare solo, ci sono davvero persone che sentono per lui un sincero affetto.

E ne avrà bisogno, adesso. La camminata attraverso Napoli è stata molto evocativa, soprattutto per come hai gestito a meraviglia le paure di Ricciardi, che vede minacce in agguato quasi ovunque.

Sempre complimenti, davvero! Questa storia è fenomenale!

Recensore Veterano

Ciao non puoi sapere da quanti giorni stavo aspettando questo aggiornamento e mi è piaciuto tantissimo mi piace come hai inserito il personaggio di Livia e tutto il dialogo tra lei e Luigi è stato perfetto mi dispiace sapere che stiamo arrivando alla fine delle storia spero tanto che tu vorrai scrivere ancora di Ricciardi e di Modo

Livia non delude mai, nonostenate le aspettative altissime che avevo per questo capitolo. È struggente e pesante dal punto di vista emotivo, ma quando mai questi due non lo sono? Soprattutto perchè per lei c'è un fortissimo sentimento che non ha futuro e lui si porta i mali del mondo sulle spalle e si sente colpevole anche solo a pensarla. Tutte cose che io adoro assolutamente!
La proposta di Ricciardi è interessante e io non vedo l'ora di sapere cosa si è mosso nella sua mente e come reagirà Falco. Livia che lo zittisce ogni volta che lui prova a mostrarle una via d'uscita è meravigliosa e tragica al tempo stesso: adoro come rivendichi almeno la libertà di scelta in un mondo e circondata da persone che le sta togliendo tutto, anche, come nel caso di Ricciardi, la possibilità dell'amore ricambiato. Ho assolutamento amato la parte in cui la ferma, il puro disgusto che gli susciti il pensiero delle mani di Falco su di lei, e io spero davvero che non si arrivi a tanto (come, invece, è toccato alla sua versione televisiva). Ma quello che più mi ha colpita, che ha segnato, per me, l'importanza e la fatica di questa conversazione, sono i gesti, le carezze e le mani intrecciate a cui Ricciardi, schivo e restio al contatto, non si sottrae. Anzi, alcune è proprio lui a iniziarle. Insomma, un capitolo davvero sublime, forse il mio preferito insieme a quando trovano Annina.
Duchessa712

Leggendo questo capitolo mi è venuta alla mente la strofa di una canzone di Ligabue "vivere è un atto di fede."
Quanti atti di fede ci sono in questa storia? Tantissimi.
Una vedova quasi in fin di vita che le tenta tutte per preservare la memoria del marito da infamie e sozzure.
Una bambina che, negli ultimi istanti della sua piccola vita, combatte le sue paure.
Un brigadiere che esegue ordini all'apparenza strani ed insensati senza far troppe domande.
Un medico che si accontenta di spiegazioni stringate e reticenti per amore.
Una donna innamorata che non lesina aiuto in situazioni rischiose anche se l'amore che prova non è contraccambiato.
Un commissario che tenta di fare il solitario anaffettivo ma si raduna attorno un piccolo stuolo di amici fidati.
Un commissario che, se vuole far progressi, deve per forza fidarsi delle persone accanto a lui e chiedere aiuto.
Bruno, sta buono.
Livia, Caterina, aiutatemi.
Maione, per favore aiutami a proteggere colui che amo.

Ricciardi si presenta a casa di Livia conciato peggio di un cane randagio, smunto e pesto, e come minimo lei corre in salotto casomai sia necessario chiamare un medico o il beccamorto direttamente.
Mai che loro due riescano ad incontrarsi in modo tranquillo e lieto, senza drammi e preoccupazioni.
Falco potrebbe pure andarsene a levare la pelle dai peperoni così non sono indigesti, passar le giornate ricamando un ritrattino portatile del suo leader; tanto Ricciardi le penne se le rischia da solo, strapazzandosi.
Concluso questo caso, se son vivi e liberi, al povero Ricciardi servirà una cura ricostituente in campagna o al mare, a respirare aria buona e distendere i nervi.
Non oso immaginare come sia vivere sapendo che ogni parola, ogni azione, potrebbe far rischiare la vita alle persone che hai attorno.
Spero che Livia possa aiutarlo ma anche lei rischia tantissimo.
Ha chiesto di far liberare Modo (un debito non da poco con uno come Falco) ed è a conoscenza della relazione omosessuale tra Modo e Ricciardi. Non penso la salverebbe l'amicizia con Edda, se Falco dovesse stringere la presa. Alla fine, con la OVRA ed il regime nessuno era al sicuro.

Sapevo che i soldati normali, dopo la guerra, erano emarginati e ridotti alla fame ma non sapevo questo modo di definirli.
Conoscevo "far lo scemo per non andare in guerra"
Forse Esposito è vittima di stress post traumatico misto a vendetta: lui costretto alla tonaca per rimediare di che vivere e visto come un incapace, mentre Gigliolo se la passava decisamente meglio.
Ha avuto molto tempo per far maturare rancore e voglia di vendetta, far crescere quei sentimenti fino al punto di rottura, oltretutto la follia si può accompagnare a momenti in cui la persona ha una forza quasi sovrumana.
O forse è un altro colpo di scena in divenire e lui c'entra solo coi furti? Le medaglie hanno un valore molto simbolico...

Spero che Maione riesca a portare Modo al sicuro e che il buon dottore se ne sia buono e tranquillo, per una volta.
Non oso immaginare che la OVRA l'abbia già preso o che l'intento di Ricciardi non vada a buon fine.
Ho quasi paura di leggere il prossimo capitolo, lo confesso.
E chissà se Caterina Gigliolo è affidabile al 100% o se giocherà qualche tiro mancino danneggiando Ricciardi e le indagini.

Congratulazioni per la sezione, finalmente le tue storie hanno quel che si meritano, il loro angolino personale e non buttate lì nel mucchio.

Buon inizio settimana
Panda

Recensore Veterano

Ciao :)


Un capitolo che meritava davvero una lettura attenta, questo. Non che tutti gli altri siano da meno - anzi! - ma in questo ho trovato davvero qualcosa di particolare.

Ed è quel qualcosa che prende vita dentro Ricciardi. Lui, che si è sempre fatto scivolare addosso il fascismo come un dato di fatto - al contrario di Bruno, che non vuole cedere a tutto questo: e forse i motivi di questa differenza di vedute sono più chiari, o almeno intuibili, nei romanzi che non nella serie - adesso ha deciso di prendere posizione. Con tutto quello che potrebbe conseguirne: la perdita del suo lavoro, il confino, la morte. Sta sfidando un mostro. Un mostro con tentacoli che arrivano dappertutto, proprio come quella piovra da cui si dice sia uscita l’OVRA. Credo che sia il momento più incerto della sua carriera di commissario, ma non solo: di tutta la sua vita. Eppure, pur nell’incertezza di ciò che lo attende, è certo e risoluto come non mai.

Sai, vedere Bruno e Luigi Alfredo rinchiusi nell’ufficio, al buio, costretti a medicarsi le ferite del corpo e quelle dell’anima in silenzio e in segreto, mi ha messo angoscia. Angoscia per un mondo tramontato in cui non si poteva essere liberi, essere se stessi; e angoscia per un mondo contemporaneo ancora troppo simile a quello. Perché a parole siamo liberi, ma nei fatti quanti vengono ancora discriminati e spesso perseguitati?

Non sapevo la storia della lupa. Un’altra pagina nera del nostro passato, ma che non compare nei libri. Evidentemente, certi fatti non sono considerati degni di essere ricordati. Grazie per averlo fatto tu <3

Insomma, come sempre complimenti per questa storia meravigliosa!

A presto!

Livia!! Sai che la adoro, e, quando avevi scritto che i personaggi sarebbero riapparsi più di una volta, avevo fatto i salti di gioia; quando Ricciardi ha parlato di due cose da fare e poi di favori da chiedere ho pensato che uno riguardasse lei. Che bello avere avuto ragione!
Stringe sempre il cuore il modo in cui Ricciardi davanti a lei si sente in difetto, eppure ci torni sempre perchè sa di poter contare sul suo aiuto e, soprattutto, sul suo affetto. Il fatto che lei si precipiti da lui per me è la somma perfetta del loro rapporto - e deve ancora vedere come l'hanno ridotto... Avevo già espresso i miei dubbi riguardo all'effettivo aiuto che Livia potrebbe dargli, essendo lei stessa costretta ai ricatti di Falco (che però nella prima stagione si mostra molto più morbido rispetto alla seconda, quindi non so), ma io sono solo contentissima di rivederla. Anche perchè le sue conversazioni con Ricciardi sono illuminanti (sempre nelle tue due storie, qualche volta nella serie), che lui lo ammetta o meno. Oh, e io adesso come aspetto fino a lunedì!?
Duchessa712

La OVRA dà e la OVRA prende.
Può fornire una specie di protezione allontanando domande scomode o nascondendo la polvere - o temuta tale - sotto al tappeto; però esige anche qualcosa in cambio.
Per cui la rivelazione di Caterina Gigliolo mi stupisce perché non me la aspettavo ma non mi risulta per così dire fuori dagli schemi d'azione.
Comunque, anche un po' per ridere, sul serio mi immagino Falco che sbuca fuori da un tombino oppure un agente impiattato dietro una lapide. Oppure intento a nascondere la faccia dietro un ramo, convinto di passare per un cespuglio od una pianta, ma gli si vedono i pantaloni e le scarpe.

Alla fine la piattata in faccia della povera Nelide è stata propizia, anche se quanto ipotizzato da Caterina si è verificato dopo.
Ti confesso che non me lo aspettavo proprio questo colpo di scena, la vedova acciaccata e sofferente non è solo una anziana fragile ma una donna arguta ed intelligente.
Ha mentito, ha più o meno obbedito all'intimazione di silenzio ma ha anche fornito indizi utili alle indagini.
Non ha agito con cattiveria ma per proteggere il marito da accuse infamanti da cui nemmeno si poteva difendere, o provare a farlo, essendo morto. Si erano allontanati per un motivo doloroso e comprensibile comprensibile ma, credo, senza acrimonia - che comunque sarebbe passata in secondo piano davanti ad uno scandalo simile che avrebbe coinvolto il defunto ma anche lei stessa.
Ci credo, al fatto che non conosca gli ex commilitoni del marito o qualcosa eventualmente successo in guerra.
Forse, per amore del marito e per proteggere la sua memoria, la donna diverrà una preziosa alleata per Ricciardi.
Alla fine, seppur per motivi diversi, entrambi hanno a cuore la vera risoluzione del caso e non temono le minacce della polizia segreta.
Scommetto che Falco non se lo aspetterebbe, un passo del genere.
Se Caterina intercedesse con la Annunziata, sarebbe più difficile per la madre superiora o chi per lei chiuderle le porte in faccia. Sarebbe una azione troppo sospetta e fioriera di potenziali domande scomode rifiutare informazioni ad una vedova in lutto - oltre un probabile danno d'immagine se non addirittura economico.
E Livia rimarrebbe fuori dai giochi e lontana dalle grinfie di quell'uomo inquietante.

Non posso far altro che rinnovare i complimenti per le tue idee ed il modo in cui scrivi, sei bravissima e questa storia è avvincente, ricca di suspense e colpi di scena inaspettati.
Rivedremo Bruno nel prossimo capitolo o avremo sue notizie? Mi preoccupo se non leggo che sta bene o che si coccola il nostro stanco commissario - magari riesce a farlo mangiare come si deve e riposare un po'. Magari, se avesse mangiato e dormito ben bene, avrebbe capito subito il gioco di Caterina... E adesso la situazione è troppo pericolosa e rischiosa, occorre essere lucidi ed in forze per ragionare lucidamente, non esausti e denutriti.


Segnalo nel capitolo una frase un po' strana, come se mancasse un pezzo o che "«Forse l’avrebbero fatto ma, come vedete, del mio benessere non ho più molta"

Alla prossima
Panda

Recensore Veterano

Ciao :)


Eccoci catapultati appieno a guardare quella che è l’altra - o la vera? - faccia dello Stato totalitario.
Perché dietro l’apparenza dell’ordine, dei paroloni e dei proclami, dietro una falsa sembianza di benessere (quel benessere che ti nega un caffè e ti fa bere una ciofeca, per intenderci) si cela proprio questo: un controllo spietato, l’idea che non si possa nemmeno vivere, se questo crea fastidi al Partito.

Io penso che certi nostalgici dovrebbero rifletterci, su questo; rammentare che, per ogni treno arrivato in orario, c’erano decine di innocenti che scomparivano nel nulla.

Quando si studia la storia ci si dovrebbe astenere dal giudicare. Ma questa storia è troppo vicina per essere guardata in silenzio; e, soprattutto, è ancora rimpianta da troppi, che forse la storia dovrebbero studiarla per davvero.

Comunque, per tornare a noi, Ricciardi si è venuto a trovare forse nella situazione più delicata che abbia mai dovuto affrontare: il dover compiere una scelta tra chi ama e il suo senso di giustizia. Perché quelle che ha ricevuto non sono le minacce di un capoguappo o di qualche mariolo; quelle sono le minacce di un intero mondo che proprio su questo si basa: sulla paura e sulla repressione.

Al momento non ho davvero paura per Modo; fargli del male, adesso come adesso, sarebbe controproducente per l’OVRA: significherebbe privarsi in partenza di uno dei pochi modi per impedire al Commissario di svolgere le sue indagini. Sarebbe come tramutarlo in una belva, pronta a cadere ma decisa a combattere fino all’ultimo sangue.

Vedremo che cosa succederà! Sono certo che Ricciardi non si lascerà fermare da Falco; può essere malinconico, e apparire spesso fragile, ma in realtà possiede una forza enorme.

Sempre complimenti!
A presto!

Sai che aspettavo Caterina da qualche capitolo e non mi hai affatto delusa! Confermo le mie simpatie (forse malriposte?), perchè mi sembra genuinamente convinta di quello che dice, del fatto che la versione che conosceva di suo marito fosse quella reale, nonostante ciò che tutti, Partito, Ricciardi, Bambinella, pensano o sanno. Forse ha ragione, e allora ci sarebbero un po' di cose da rivedere, forse ha torto, ipotesi un po' più probabile, visto che vedeva il marito una volta ogni morte di Papa e le loro vite erano separate da anni. Io sono convinta che se sono arrivati a minacciare anche lei, e addirittura prima che tutto si mettesse in modo, qualcosa di grosso c'è di sicuro, anche se è vero che Mussolini&Co non potevano permettersi la minima ombra di discredito e quindi ci potrebbe stare che agiscano su meri sospetti. Però non sono molto sicura.
Duchessa712

Recensore Veterano
11/02/24, ore 21:23

Ciao :)


Ci siamo persi tra i vicoli di Napoli, in quell’ora sospesa nel nulla che è il crepuscolo.

Nel grigiore e nell’ombra, le paure di Ricciardi sono amplificate a dismisura. Paura di non avere la forza necessaria ad andare fino in fondo, paura per quello che sono lui e Bruno, paura di quella follia che non lo abbandona.

Ti ho già detto quanto mi piaccia il modo in cui hai scelto di mostrare la “maledizione” del Commissario; e per lui una maledizione lo è davvero, dato che lo perseguita e che gli impedisce di vivere. Ma è anche follia, una tara nella sua mente, di cui ha troppa paura per poterla affrontare.

Mi aspettavo Falco e l’OVRA? Sì. Me li aspettavo già a questo punto? No. Ne sono stato preso davvero in contropiede, proprio come Ricciardi. La situazione non era già abbastanza intricata, ci volevano anche loro!

Sempre più curioso di scoprire come prosegue! E sempre complimenti a te!

A presto!

Recensore Master

Il capitolo si apre con un po' di allegria e spensieratezza, con Ricciardi che si diverte nel suo solito modo sottile scegliendo lo scugnizzo che sa farà arrabbiare un po' il buon Maione.
Trovo molto azzeccato il paragonarlo ad una diga che calma e protegge, impedisce al commissario di smarrirsi nella voce di Annina e nel terrore per sé e per Bruno.
Bruno, a cui non può impedirsi di dedicare un pensiero preoccupato passando dalle parti di casa sua, chiedendosi se sarà al sicuro e se qualcuno dei suoi soliti conoscenti lo aiuterebbe.
Certo che andare dalla vedova, addirittura volerla convocare, subito dopo il funerale non è agire con calma ed evitando di pestare i piedi sbagliati.
Capisco che sente di non aver nulla da perdere e che il caso è importante più di tutto ma così Falco gli si materializza davanti che nemmeno Harry Potter!
Esce da dentro una tomba, da dietro un albero per rinchiuderli tutti e buttar via le chiavi.
Però, magari, in preda alla vulnerabilità e dell'emozione del momento, la vedova non riuscirà a tacere qualche dettaglio importante e cruciale su quell'infante non menzionato e/o sulle abitudini del fu marito.
Lei o qualche altro presente.
Sicuramente non si aspetta la loro presenza in un momento così doloroso ed intimo - specialmente se è più o meno è a conoscenza di certe protezioni occulte di cui la sua famiglia è oggetto - ed anche la scusa delle condoglianze non regge, non passa come gesto cortese.
E' un grandissimo, rischiosissimo azzardo e spero che i nostri non debbano pagarlo caro.
Di sicuro sono sorvegliati da uno o più agenti, una volta segnalata la loro presenza, il loro passo falso, quanto ci vorrebbe per catturarli? Un paio d'ore giusto perché non esistono sms o cellulari...


Maione che commenta l'inutile spesa ostentativa è molto credibile, anche perché andava davvero così. Propaganda, facciata, e nulla di concreto.
Ci vuole un bel coraggio a dirlo proprio dentro quelle sale, dove anche i muri hanno le orecchie.
Accendo anche io due ceri. Uno per loro che finalmente hanno avuto un po' di sole parafrasando il titolo; e l'altro è per te e per le ricerche che fai per creare una storia credibile ed accurata.
Grazie.


Il Munaciello non è più una figura evanescente e folkloristica ma una persona in carne ed ossa, un ex soldato rimasto ferito e fattosi monaco.
Adesso devono solo trovarlo, capire cosa volesse da quei bambini, e perché hanno rubato proprio quelle medaglie.
Stress post traumatico? Turbe psichiche? Vendetta per qualcosa accaduto in battaglia e tenuto segreto o di cui è stato vittima?
Sto immaginando tutto e niente.
Però so che, se voglio capirci qualcosa, devo farmi una paginetta di riassunto per non perdermi cose per strada.


Al prossimo capitolo
Panda.
(Recensione modificata il 10/02/2024 - 11:03 pm)

Recensore Veterano
10/02/24, ore 20:44

Ciao :)


Continuo a trovare davvero meravigliose le tue descrizioni di Napoli. Perché non ti limiti a dire lì c’è questo, lì quell’altro. No, tu cogli davvero l’anima di questa città unica e complessa, e riesci sul serio a farla sentire. Forse, a rendere tutto più malinconico, è anche il punto di vista di Ricciardi, che qui rimpiange il suo Cilento; e viene spontaneo domandarsi se la sua sia solo nostalgia di colori e spazi aperti, o se non lo sia anche di luoghi più discreti, abitata da gente chiusa e abituata a farsi i fatti propri.

L’incontro con Bambinella era qualcosa di davvero atteso; purtroppo è stato funestato da quella rivelazione su Gigliolo. Il marcio è onnipresente, ma quando pensi di averne visto tanto, ecco che ne spunta fuori ancora di più.

Sono riuscito a percepire tutta la rabbia di Ricciardi, quella che afferrerebbe chiunque nel trovarsi di fronte a qualcosa di simile.

Per tornare un momento a quello che ho detto sul rapporto spesso difficile di Ricciardi con le autorità religiose - e con la religione stessa - mi hai detto che nella serie non è così approfondito, dettaglio che non rammentavo. Ecco, è un aspetto presente nei romanzi; chiedo scusa per essermelo lasciato sfuggire, non era mia intenzione! Dovrei recuperare al più presto la serie, per evitare confusioni!

Comunque, riguardo alle rivelazioni di Bambinella sull’uomo che è in pratica l’ombra di Livia, sono davvero curioso di vedere come lo gestirai. Intanto, perlomeno, Ricciardi è sull’avviso. Non che non lo fosse già, ma Falco è probabilmente l’uomo più temibile con cui possa avere a che fare.

È sempre un piacere seguirti!
A presto!