Recensioni per
Deathbearer - Il veliero pirata
di Dreaming_Archer

Questa storia ha ottenuto 62 recensioni.
Positive : 58
Neutre o critiche: 4 (guarda)


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Recensore Junior
29/10/10, ore 15:14
Cap. 21:

Comincio, come l'ultima volta, con le perplessità.

Dopo un po’ si fermò. “questa è l’Isola di Mezzanotte.” disse picchiando il dito sul disegno di una piccola terra con il profilo tratteggiato.
“a ovest della Florida? Ma siete sicuro che è veramente lì il tesoro?” chiese Anne storcendo la bocca.
Il capitano scosse la testa, Anne per una volta pensò che fosse sincero. “non ne sono certo, nessuno lo è in questo caso, ma se tu dovessi nascondere un tesoro quale isola sceglieresti …” La guardò intensamente. “un atollo, sia pur sicuro, ma sempre visibile e perlustrabile, oppure un’isola praticamente inesistente su cui ci sono tante leggende fasulle ed esagerate quanto granelli di sabbia?”

Incongruenza: se l'Isola di Mezzanotte è praticamente inesistente, per citarti, come la si trova su una mappa?
L'ultima frase è scorretta, perchè fa presupporre che i granelli di sabbia siano fasulli e esagerati. Avresti dovuto scrivere "Oppure un'isola praticamente inesistente, su cui ci sono leggende fasulle ed esagerate, numerose quanto granelli di sabbia?".

Le informazioni geografiche non sono sempre chiarissime: so che ti stai muovendo nella zona delle Antille, ma gli Stretti? Non ho idea di cosa siano (questo non è un errore, semplicemente non li conosco e vorrei saperne di più).
Ora, sulla Tortue (preferisco chiamarla così piuttosto che Tortuga, sono stata abituata in tale modo da Salgari^^). C'è un errore temporale abbastanza pesante: siamo nel settecento, forse a metà secolo; ebbene, la Tortue fu abbandonata dai pirati alla fine del Seicento. Si riprese nei primi del Settecento, ma solo in parte; sarebbe erroneo da parte tua considerare ancora l'isola come covo di pirati.
Ultimo appunto (poi passo alle conclusioni finali) riguarda proprio la conclusione. Mi ha spiazzato molto, ero convinta che avresti concluso con questo capitolo una volta per tutte; forse sei stata un po' frettolosa, perchè sembra davvero che manchi un pezzo importante; naturale dunque che vi sarà un seguito.


E ora, tiriamo le dovute conclusioni.
Ammetto con sincerità (e con la dovuta educazione, naturalmente) che questa storia mi ha deluso: mi aspettavo qualcosa di più di una semplice caccia al tesoro, che non fa altro che confermare l'immagine stereotipata del pirata. Con questo non dico che volevo pirati assassini, stupratori e quant'altro (sebbene quelli veri fossero realmente così), ma un po' più uomini.
E cinque donne sul Deathbearer, di cui quattro ragazzine, non aiutano molto. Non hai sfruttato bene, a mio parere, la vicenda di Mary e Bonny, sebbene romanzare le avventure di queste due piratesse (uniche nella storia della filibusteria) fosse un'idea molto interessante.
Ho notato con piacere che, prima di cominciare col seguito, intendi rivedere la storia. Se si trattasse di una questione di forma, la cosa sarebbe abbastanza semplice e ti fornirei volentieri il mio aiuto. Ma sono i nuclei narrativi a presentare "falle", come ti ho già fatto notare in altre recensioni. E prima falla tra tutte, il ruolo troppo preponderante di queste ragazzine che praticamente giocano ai pirati senza avere la più pallida idea di quello che sta loro accadendo.
Non solo non è realistico, ma anche in un fantasy apparirebbe una forzatura.

Bene. Penso di non aver dimenticato nulla. Se ne hai voglia, puoi contattarmi per avere ulteriori chiarimenti; sono a tua disposizione.
Ciao,
satomi
(Recensione modificata il 29/10/2010 - 03:16 pm)

Recensore Junior
20/10/10, ore 20:01

Mi rincresce dire che, nè nella trama nè nello stile di questo racconto, ho riscontrato dei cambiamenti in positivo. Per essere più chiara, citerò alcuni tuoi pezzi per poi mostrarti le mie maggiori perplessità.

In un sacco di iuta avevano messo una ventina di armi tra pistole e fucili. A Amy non piaceva l’idea di avere tante armi con se, ma le avevano detto che ognuna sparava solo un colpo e venti erano anche troppo pochi se fossero state scoperte.
Sul fatto che le pistole sparassero un colpo solo non ho nulla da dire (anzi, sì. Già nel Seicento ce n'erano alcune che speravano due o tre colpi, a seconda del numero di canne, ma pazienza), ma i fucili? Come avrebbero fatto, secondo te, i pirati in un combattimento, a portarsi dietro tante armi? Pistole e fucili non sono propriamente fazzoletti usa-e-getta. Possono essere ricaricati tramite palle e polvere (che si portava in una specie di corno appesa al collo, o in un contenitore).

La pistola si trovava a pochi centimetri dalla fronte della vittima, che gemette.
A quel punto Sara si sentì sprofondare negli occhi di quel ragazzo.
Non sapeva cosa fare, se sparare o no, ma dentro il suo cuore di pirata sentì un calore particolare e nuovo, e sulla sua bocca comparve un sorriso ebete.

Poco plausibile che un pirata, anche se si tratta di una ragazzina, si faccia incantare da due occhi. Soprattutto se la medesima ragazzina è stata incaricata di portare a termine una missione delicata.

Il ragazzo riprese a parlare, incoraggiato dalla pistola di Sara, sempre pronta. “non vogliono più orfani in casa, li stanno cacciando tutti. Dal forte sono arrivati questi ordini. Via tutti gli orfani, per paura dei pirati.”
Sara alzò un sopracciglio. “paura dei pirati?” domandò. “ma è patetico!”
“perché l’avete rapita? Perché è un pirata!” disse scettico Lucas indicando Amy.
Amy pensò che in parte aveva ragione, ma non era sicuro fosse la verità.

Via tutti gli orfani, per paura dei pirati? Sinceramente, non vedo il nesso tra le due cose. Una tua spiegazione sarebbe gradita.

Amy sopraggiunse con Anne. Guardava la ferita sulla spalla, terrorizzata. Era un colpo di striscio, ma traboccante di sangue.
Se il colpo è di striscio, significa che la pallottola non è entrata nella carne. Difficile che trabocchi di sangue.

Amy provò ribrezzo nei primi colpi, ma poi non si accorgeva più nemmeno di cosa stava facendo. continuava a pensare che stava uccidendo degli innocenti...
Una qualunque ragazza dell'età di Amy, e di quell'epoca, avrebbe provato ribrezzo solo a impugnarla, una pistola. Come fa a pensare di star uccidendo degli innocenti, se al tempo stesso non si accorge di cosa sta facendo?

Le altre due pesanti incongruenze da me trovate (non sto a citare ancora frasi prese direttamente dal racconto) sono:

1) I ragazzi entrano nel forte e rischiano quasi di farsi uccidere per prendere il sacco coi medicamenti. Mi sembra impossibile che a bordo del veliero non avessero nulla per medicare le ferite (visto che colpi di arma da fuoco e ferite d'arma bianca sono all'ordine del giorno). Avrebbero fatto molto prima a fare a Lucas una fasciatura d'emergenza, per poi medicarlo sulla nave.
2) La gravità della ferita di Lucas. Se all'inizio hai detto che è stato colpito di striscio, come può rischiare di perdere il braccio o perdere sangue a fiotti (ma questo te l'ho già fatto notare sopra). Strano è anche il fatto che lascino operare Amy: sulla nave non vi era nemmeno un medico di bordo? Difficile.

E con questo chiudo. Satomi

Recensore Junior
16/10/10, ore 19:51

Come promesso rieccomi a recensire questa storia.
Sinceramente, se i primi capitoli erano tutto sommato discreti, man mano che vado avanti vedo un calo nella narrazione: descrizioni più frettolose, azioni più "surreali" e così via. Il piano stesso di Mary, ossia quello di prendere con sè Amy su una nave di pirati, è folle: sui legni corsari era severamente proibito portare delle donne, pena la morte. Mary e Bonny sono dei casi assolutamente eccezionali (se vogliamo proprio essere precise, le loro corrispettive storiche, per molto tempo, si finsero uomini, e Mary, molto più abile nell'uso delle armi, vi riuscì meglio). Se pensiamo che poi sulla nave finiscono in tre (Stephanie compresa, che poi verrà raccolta dalla Gibraltar), la cosa diventa alquanto sospetta.
E' molto strano anche che Mary tenga con Sara: una madre che avesse davvero voluto bene alla figlia, secondo me sarebbe fuggita con lei, non avrebbe mai permesso che diventasse un pirata e vivesse una vita rischiosa e ai margini della legge. Un capitano filibustiere degno di questo nome, inoltre, l'avrebbe costretta ad abbandonare la bambina, o a abortire.
 Amy e Anne imparano, tutto sommato, a padroneggiare l'arte della spada in una settimana? La scherma è una disciplina estenuante e impegnativa, occorrono lunghi anni per padroneggiarne le tecniche. Nel duello con Amy Sara colpisce l'avversaria alla schiena (com'è possibile che Amy le abbia voltato le spalle?) con l'impugnatura: come faceva a tenere la spada per la lama?
Non sono un'esperta di medicina, ma non credo che il "problema" di Amy si possa curare con un busto strettissimo che le lascia dei segni: se le tiene dritta la schiena, al tempo stesso le comprime gli organi impedendole di respirare. Come farebbe a reggersi in piedi?
Ultimo appunto: come mai il capitano cambia cognome? Una svista (che però perdura in vari capitoli)?
Sarò sincera: mi aspettavo di più. Speriamo che le cose migliorino con gli ultimi capitoli che mi restano da leggere.
Ciao, Satomi.
PS: se ti ho detto tutto questo non è certo per demolirti la storia o quant'altro. Non ho nulla contro di te e non me ne viene nulla in tasca. Semplicemente volevo farti notare delle ingenuità nella trama che, a dispetto di tutto, non sono poi così accettabili. Ed è un peccato, perchè non scrivi male.

Recensore Junior
16/10/10, ore 12:44

Comincio col dire che tengo d'occhio questa storia da un po', anche se ammetto di non essere mai andata dopo la lettura dei primi tre capitoli, troppo presa da altre cose. Ma ora sono qui, al quinto; preferisco lasciare una mia prima recensione qui, perchè ci sono già svariate considerazioni che vorrei fare e se dovessi andare all'ultimo capitolo pubblicato, uscirebbe un bel papiro. Mi impegno però a leggere anche il resto^^"
Continuo col dire che sono un'appassionata del genere, e dunque la tua storia non poteva passare inosservata.
E adesso cominciamo.
Devo dire che trovo il tuo stile di scrittura piuttosto "sfuggente", ovvero le tue frasi tendono a non restarmi impresse e a scivolare via, tanto che ho riletto più di una volta i primi due capitoli. Problema mio di pormi di fronte alla storia, scusa^^"
Adesso, l'appunto più importante.
Secondo me avresti dovuto specificare che la tua è una storia liberamente romanzata (con aggiunte varie) della vicenda di due piratesse, Mary Read (ovvero la tua Mary) e Anne Bonny (la tua Rachel Bonny), che combatterono al soldo di John Rackam, passato alla storia come Calico Jack (e che tu chiami Jack Rackham) e che deve alla sua fama proprie alle due donne. Non credo alla coincidenza sui nomi, dunque un appunto a fine capitolo (perlomeno fino al quinto non c'è niente, e queste son cose che si dicono all'inizio) sarebbe stato bene accetto. Tenendo presente, poi, che a parte il fatto che la Bonny sia stata davvero l'amante di Rackam, non vi è molto che ricorda le due famose donne pirata.
Adesso passiamo ai personaggi originali; premetto che sono ancora prime impressioni, dirò meglio quando continuerò a leggere la storia.
Trovo che tu non li abbia molto ben caratterizzati, anche se c'è stata la volontà di dare a ciascuno un tratto in particolare (la testardaggine per Anne o la pignoleria di Stephanie). Trovo però che sarebbe stato meglio che i personaggi si rivelassero agendo, senza che il narratore stesso esplicitasse i loro tratti principali. Hai fatto un lavoro migliore con Amy, sebbene il suo atteggiamento smaccatamente ribelle e il suo "egoismo" non me la rendono un personaggio gradito.
Con Sara non mi posso sbottonare più di tanto, perchè so qualcosa ma non abbastanza: è piuttosto carina, non si è mai vestita da donna, è una ladra e non se ne dispiace, sa usare la Magia.
Tasto dolente. Anche se la tua storia è "fantasy", come hai ben specificato, trovo che questa dote stoni molto con l'ambientazione piuttosto storica che hai dato al racconto. De gustibus, comunque.
Tornando alla storia: so che non era tua intenzione fare un racconto storico, ma alcuni atteggiamenti di certi personaggi sono un po' surreali rispetto al contesto.
Siamo, con ogni probabilità, nel Settecento (questo, perlomeno, è l'epoca di Mary Read e Anne Bonny). Port-au-Prince (sui cui ho letto qualcosina) diviene capitale dello Stato a metà secolo, ma fu sotto dominio prima spagnolo e poi francese. I nomi dei tuoi personaggi invece fanno pensare a inglesi.

Con questo direi che posso concludere. Come promesso, mi impegno a leggere gli altri capitoli.
Alla prossima,
Satomi
(Recensione modificata il 16/10/2010 - 12:51 pm)
(Recensione modificata il 16/10/2010 - 01:07 pm)