Recensioni per
Sentimenti
di Emrys

Questa storia ha ottenuto 30 recensioni.
Positive : 30
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
19/07/14, ore 14:39
Cap. 7:

E' una poesia che non solo è stupenda per come è stata scritta, per il modo in cui ti destreggi con le parole, ma anche perché è veramente carica di significato. Dice già tanto da sola che sarebbe abbastanza futile la mia recensione, eppure non posso lasciare una recensione che dica soltanto "bella, bravo, continua", per cui dovrai sorbirti le mie chiacchiere...
C'è tanta solitudine in questo limbo non ben identificato, un po' tra la vita e la morte, forse... Tra la gioia ed il dolore. Mentre i nostri cari, anche se non con cattive intenzioni, non riescono a starci vicini nel nostro turbamento, forse perché siamo anche noi a non volerci far capire da loro... Chissà...
Stupenda!

Recensore Master
19/07/14, ore 14:25

Istintivamente, per via del titolo, ho pensato ad una mia ex compagna di classe delle superiori che si chiama Rosy, anche se di chioma di corvo non ha proprio nulla...

Fondamentalmente hai descritto una donna... Forte, leale, eppure allo stesso tempo fragile... Che porta dentro di sé dolori che solo lei conosce.
Come una rosa, bella, delicata e fragile, ma protetta dalle spine...
Chissà se interpreto bene le tue poesie xD
Bellissima =)

Recensore Master
18/07/14, ore 20:13
Cap. 5:

...
Della serie "breve ma intenso" (nel senso serio).
La notte porta consiglio, dicevano...
Ho sempre visto la notte come momento per potersi finalmente isolare e stare con sé stessi. E, come accade, per pensare a chi si ama... E in un sogno si può pensare/sperare di avere quel qualcuno vicino...
"Perché si deve amare se non porta che dolore?"
Bella domanda, eppure sembra che funzioni così... Un giorno siamo invincibili e un giorno dopo siamo a pezzi...
Davvero bellissima e profonda, non mi dilungo perché hai già detto tutto tu, molto meglio di me...

Recensore Master
18/07/14, ore 20:03
Cap. 4:

Pensare a "perché?",sinceramente, mi fa venire in mente i bambini... Quando chiedono senza sosta "Perché quello? Perché questo?" e tu sei lì, che hai esaurito tutte le risposte possibile e non sai più che fare. Quindi nei primi tre versi ho sorriso... Poi il tutto è cambiato.
Chiedere perché ci rende in qualche modo responsabili della risposta che ne potrebbe conseguire e così preferiamo accettare, tacere, senza proferire parola alcuna sulle nostre idee, i nostri pensieri, i nostri dubbi, le nostre perplessità... Restiamo nella nostra ignoranza e nelle nostre abitudini, perché è più comodo.
Si pensi anche solo a quando si è a scuola, quando piuttosto che chiedere spiegazioni al professore in aula, si chiedono al compagno di banco... Perché è "semplice, rapido ed indolore", fondamentalmente...
Non so se ho colto nel segno ciò che volevi esprimere... Rileggo sempre un paio di volte prima di commentare perché mi risulta un po' difficile, non essendo più abituata, a cogliere i possibili significati sottesi.

Lo so che non c'entra nulla, ma quando ci fu il terremoto in Emilia il 20 maggio del 2012, uscendo di casa terrorizzata continuavo a piangere come un'imbecille e a chiedere ai miei "Perché?", come se loro avessero una risposta... Perché da noi il terremoto non sarebbe mai dovuto venire...
Mi ha fatto tornare in mente anche questo piccolo particolare...

Comunque... Come al solito ti faccio i complimenti =)
Proseguo (se riesco) =)

Recensore Master
18/07/14, ore 19:48
Cap. 3:

(finalmente trovo il tempo di recensire)

Purtroppo questa è la cruda verità. Chi sta in alto ci sfrutta e noi cerchiamo di non vedere, di non capire, di fingere che ci vada bene così... Cerchiamo qualcosa che non ci faccia vedere cosa c'è che va male, cosa ci sarebbe da cambiare, poi ci lamentiamo perché tutto va male. Lavoriamo come muli e ci viene rubato tutto, senza che ci resti nulla.
Poi vedi ragazzine che a 14 anni restano incinta e ragazzini con una nocciolina al posto del cervello che pensano di sapere tutto, e tanto c'è papino che ti trova il posto di lavoro...
Purtroppo l'essere umano tende a rimuovere i ricordi e le esperienze drammatiche, quindi automaticamente sfugge da esse, o almeno tenta di farlo, così però fugge ai problemi.

"ormai così partito da pensare che il calcio è per il suo bene e un futuro gli assicurerà"

Beh... Purtroppo è davvero così...!
Poesia bellissima ma ahimè quanta angoscia in tutto questo...
Le uniche cose che ti faccio notare sono:
- "Indietro" va tutto attaccato;
- "Perché" sarebbe meglio senza K;
- "Persino" senza accento.
Ma capisco che siano errori di battitura e/o dovuti alla fretta.
Proseguo =)
Bye

Recensore Master
14/07/14, ore 17:19
Cap. 2:

Quanta verità c'è nelle tue parole...
Ogni esperienza ci cambia, ogni giorno ci cambia, ogni nostra azione ci cambia...
Tutto ciò che passiamo ci muta, cambia il nostro modo di essere, di agire, di pensare...
Ogni nostro errore ricade su noi stessi, a volte anche quelli degli altri, e non possiamo non esserne segnati.
Il problema, veramente, è proprio quello di tornare a vivere.
Come fare? Si ritorna sul tema della maschera, perché per una qualsiasi ragione tendiamo a nasconderci, a non far trasparire nulla, perché anche senza volerlo le persone a volte sono spietate e mostrare una briciola di debolezza può tornare a buttarci nel baratro dal quale stiamo cercando di rialzarci...

"Non c'è niente di peggio che guardare negli occhi una persona e comprendere che non ti ha capito..."

Ecco perché ci nacondiamo.
Bellissima, i miei soliti ma sinceri complimenti!!

Recensore Master
14/07/14, ore 17:12

Approdo anche qui, perché te l'avevo detto che avrei letto tutto, e prima o poi mi metterò in pari.

Dunque...
Avevo già letto questo primo capitolo, ma necessitavo del tempo e dell'ispirazione per commentare. Quindi eccomi qui, anche se con poca ispirazione a quanto pare, perché come sai in genere scrivo papiri e invece ora mi esce poco e niente... Forse perché hai già detto tutto tu, con le tue parole e la tua poesia.
L'ho trovata stupenda e il lettore non può che ritrovarsi in essa... Troppo spesso basta un semplice ricordo, anche di un solo attimo, per farci rivivere una marea di emozioni, ed in questo caso di dolore e rimpianti. Forse io sono la prima, troppo ossessionata dalla paura di sbagliare, a ritrovarmici ed a capire cosa significhi...
Purtroppo però le delusioni fanno inevitabilmente parte della nostra vita e non possiamo che accettarle e andare avanti... Ma questo è un'altro discorso di cui abbiamo già avuto modo di parlare, in fondo =)
Spero di leggere presto il seguito e tutto il resto...
Bye

Recensore Master
15/02/14, ore 21:59

Ho trovato questa tua storia e sono rimasta incantata da questa tua .. Poesia? Bravissimo

Recensore Veterano
21/08/12, ore 10:21

Come sai, il mio ottimismo rifiuta categoricamente la tua posizione. Non voglio pensare in quest'ottica di disfattismo e arrendevolezza, sonno dei morti... Perché non pensarla come sotto incantesimo, come stesse aspettando il bacio del principe azzurro, pronta a ridestarsi in maggiore splendore. Forse sta nel fatto che io credo ai lieti fine, a quelli in cui il cattivo di turno muore e la principessa e il principe vivono felici e contenti per sempre nei loro castello incantato, con tanto di veranda e staccionata bianca! Il problema è effettivo, non lo nego, ma se tutti ci mettessimo a pensare con questo tuo stesso mood bigio... Insomma, il nostro inno fa schifo, ma dovremmo davvero imparare da quelle parole e far sì che questo cambiamento avvenga. Possibilmente secondo un movimento dal basso verso l'alto, il cui vertice non è costituito da borghesi o capitalisti, ma bensì dalla classe politica corrotta e fatiscente che avvelena la nostra Italia. Dovremmo tutti cercare di essere orgogliosi di essere italiani e il modo migliore sarebbe esserlo poiché ognuno di noi, essendo parte viva dell'Italia, essendo l'Italia, fa per sé il meglio.
Molto utopico, ma se ci fossero più persone che oltre allo spirito critico, assumessero uno stato propositivo, forse tra un paio di generazioni avremmo una Italia incoronata. Pensiamo al futuro e alle nuove generazioni!

E pensare che io detesto il Rinascimento, Garibaldi e Mazzini...

Nuovo recensore
21/08/12, ore 04:10

Vorrei dire che il tuo è solo uno sfogo troppo pessimista ma, ahimè, mi sembra una lucida lettura della situazione che stiamo vivendo.
Purtroppo è un pensiero che sfiora molti, ma che poi vola via presto quando si tratta di pensare a campionati, reality vari, apparenza, ricchezza e tutte le altre cose con cui siamo ubriacati dai media (sarà forse un caso?).

C'è qualche cosina da segnalare.
"L’Italia muore sotto scroscianti applausi, e noi non facciamo altro..." Leverei la virgola;
"io non mi sento i italiano" ti è scappata una i di troppo.

Per il resto è scritta molto bene.

Nuovo recensore
18/04/12, ore 01:40
Cap. 8:

Carissimo Emrys,
devo dire che riesci perfettamente a evocare la tremenda angoscia che si può provare nella solitudine.
Quando ti ci ritrovi può essere terribile e vorresti che apparisse qualcuno, fosse anche un "te stesso", a salvarti.
Invochi invano e nessuno risponde e ciò può portare ad aver paura di sprofondare sempre di più a meno che tu non decida di non lasciarti vincere dall'angoscia e di resistere strenuamente (pur  sempre invocando qualcuno)... 

Che dire altro? La scrittura è molto fluida e il messaggio arriva immediatamente.

Complimenti,
Esquire.

Recensore Veterano
29/02/12, ore 13:58

Ciao!
Direi che il tempo passa ma le tue poesia restano sempre bellissime!
Bravo

Recensore Master
15/12/11, ore 20:22

Sarà il periodo nebbioso, o forse quella sottile vena di malinconia che precede le feste, ma ho trovato questa poesia davvero molto bella. L'ho sentita molto in sintonia con me. Bravissimo.

Recensore Junior
14/12/11, ore 20:51

Versi di straordinaria profondità. E' vero come possa un momento, un miserevole frangente di tempo perduto nel tempo stesso, portare seco un mutamento consistente che altera il corso degli eventi. Hai visto davanti a te dissiparsi la nebbia, metafora perfetta per indicare l'irresolutezza e la titubanza che pervade ogni uomo quando sa di dover fare un passo che condizionerà la sua vita. Sotto la nebbia si rivela l'ombra, l'ombra di un cammino senza fine che interpreto come la constatazione dell'esistenza di un lungo cammino per il raggiungimento del tuo obiettivo ultimo. Alla fine vi è l'inevitabile domanda: "E' il silenzio o forse la vita?" ovvero, "è davvero quella strada che devo imboccare o è un'abbaglio?" il silenzio lo interpreto come un abbaglio dal momento che non ci sono certezze indubbie.

Complimenti; e scusa la mia libera interpretazione.

AH.

Recensore Veterano
01/07/11, ore 21:56
Cap. 12:

Bella, anche se un po' criptica e tendente all'ermetismo, nonché un cicinello lugubre... Non so, dev'essere stata una giornata davvero terribile, mi dà tanto l'idea di giornata lugubre! Per fortuna l'ultimo verso apre a una ventata di ottimismo! Non so, mi sembra (lo so che è assurda come aggettivazione per una situazione) qualcosa di estremamente schivo...

È così diversa da Julia e Bambina!

Per il resto, oltre queste suggestioni, non mi spingo :)

Baci
Ari

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