Cara la mia Marg eccomi qui ^___^
Apro col mood fangirloso: Pat *_____* ciucciolo, l'ho adorato in questo capitolo. Mills: ma quanto sei tormentato e cazzuto al tempo stesso, ti adoro anche a te. duLac: sei un imbecille, ma un imbecille adorabile che ha paura di lasciarsi andare, tatolo pure tu.
Mood fangirl mode off
Facciamo le serie, su u.u
Allora questo capitolo mi è piaciuto tanto per il punto di vista di Patrick: mi è piaciuta particolarmente la prima parte dei ricordi, quando parlava di Limerick (mi ha fatto ritornare a qualche mia vecchia lettura irlandese) e poi il raffronto che fa Mills. Mi è piaciuto come si sono svelati, come queste due personalità riescano ad uscire fuori dalle righe e ad avere consistenza vera coi loro dubbi, i loro tormenti, le loro emozioni.
Mi è piaciuto anche duLac, nonostante tutto. In fondo non è così tanto da prendere a padellate: anche lui ha una personalità particolare, è un tipo un po' altezzoso, molto orgoglioso, mi è parso di capire, è pure normale che non si getti ad occhi chiusi nelle braccia tenere e calde di Pat, così, con tutti le pippe che ha in testa. Anzi: in realtà mi sorprende più il suo trasporto con Mills che l'atteggiamento scostante che ha con Pat, ma io la vedo in questo modo *comincia ad imbastire teorie senza senso*: come ci hai fatto capire, cara Margy, duLac vede in Mills qualcosa di *aureo*, irragiungibile, una specie di utopia: qualcosa che può contemplare da lontano e quindi elevando il dottore, eleva anche il sentimento che prova per lui. Con l'irlandese la cosa è più terra terra (carne e sangue) e magari è proprio la passione terrena a spaventarlo, la spontaneità e la tenerezza di un ragazzo normale e tranquillo alla sua portata. Quel che voglio dire: duLac insiste a rivolgersi in alto perché sa di non poterci arrivare, la solita stolfa: desideriamo le cose che non possiamo avere e magari invece calpestiamo quello che ci è accanto ed è ancora più prezioso...
Non mi badare troppo: oggi ho avuto una giornata allucinante! >.>
Comunque pure Mills che si vede fantasmi ovunque, povero... anche lui non sta bene (non al mio livello, almeno lui ha le sue giustificazioni, io sono nata così **)
Mi aspetto un gran casino con Boyle e questa sua sete di gloria impietosa. A proposito: il riferimento all'Ulisse è stato estremamente gradito ed estremamente calzante *____* Mi sembra, a volte, quasi di camminarci sul ponte dell'Arcadia, vedere lo stesso mare che vedono i protagonisti, ascoltare le loro canzoni...
Ora faccio una notazione che spero non ti darà fastidio, chérie. Avrei forse dovuto spiegarmi meglio nel capitolo precedente.
Ammetto che continuo a trovare i dialoghi un po'... ecco un po' *forzati*, un pochino. Sono godibilissimi, ti dicono tante cose sui personaggi, però non è che sembra tanto di sentir parlare gente reale. Fanno discorsi molto profondi per essere membri di un equipaggio che sta andando incontro a chissà quali pericoli. Beh, deve essere l'influenza di Mills ^^ Tu mi hai spiegato esaurientemente il profilo di duLac e la sua cultura e ho ben compreso. E ho compreso anche il carattere di Mills. Quindi quel che ti avevo annotato nella scorsa recensione l'ho ridimensionato rispetto alla tua risposta, chiara e cristallina e pertinente. Però per esempio Pat. Che comunque è un ragazzo semplice e diretto, adorabilmente irriverente a parlar di religione e altre cose, anche lui a volte esce un po' *sopra le righe* mi pare, e alcuni suoi discorsi stonano in bocca ad un mozzo. Sì, lo so, sono una rompi ^^' sono un po' fissata con questa cosa dei dialoghi e del linguaggio perché io per prima incontro difficoltà a dosarli, in un racconto storico, poi, credo che la difficoltà aumenti. Devi vestirti nei panni di quell'epoca, di quei costumi e non è mica semplice. Tu sei bravissima a creare l'atmosfera e ad imbastire quella parlata molto più raffinata che avevano sicuramente al tempo, mentre ti vedo un po' traballante nelle circostante in cui quel lignuaggio forbito dovrebbe venir meno: per esempio la nave in balia della tempesta, i rimbrotti di Boyle. Siamo su una nave, tra uomini di mare: possibile che siano tutti così educati e contenuti? Che nessuno sbarelli? Che Boyle il massimo che sputa fuori è un "impertinente" o un "imbecille"? Non vorrei passare per una che vuole vedere scritte parolacce (oddeo), è che trovo manchi un po' di realismo nei dialoghi, sono tutti un po' "ingessati". Magari è una mia impressione. Molto probabilmente è così. Potrei facilmente sbagliarmi o sbagliarmi in parte: in fondo si tratta di scrittura e la scrittura è sempre un opinione ^^
Perdona queste disquisizioni alle undici di sera, ma chére. Ti mando un grandissimo bacio e tanti complimenti perché, comunque, la storia mi piace tanto tanto, sia chiaro! E ti ammiro sempre più per come la stai portando avanti e non vedo l'ora di vedere il seguito.
Alla prossima!
Tua Primavere <3
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