Recensioni per
L'ennesima avventura
di Sofi_Luthien

Questa storia ha ottenuto 13 recensioni.
Positive : 13
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
23/10/11, ore 14:46

La frase che hai riportato alla fine è tra le più belle di J.K.... In ogni caso, una bella scena trattata bene. Va' quasi più per emozioni che non per introspezione vera e propria, è una tecnica per far arrivare il lettore a quello che il personaggio pensa senza scriverlo nero su bianco - mi piace. Poi si nota la diversità tra Gellert e Voldemort, a partire dalla calma con cui il primo va'incontro alla morte e dalla rabbia con cui il secondo reagisce alle provocazioni (e morirà odiando, ricordiamocelo). Insomma, due maghi oscuri molto diversi - Gellert prova del rimorso, ha un'anima nonostante tutto, mentre Voldemort, anche se fosse rimasto in una cella per 50 anni, non credo che si sarebbe pentito di nulla. In effetti, per uno come il Lord, sarebbe stata una vera umiliazione - meglio che sia morto, già, lo dico io che stravedo per Lui pur comprendendo che si tratti di un pluriomicida sociopatico. Ah, che accoppiata. Scusa il commento ironico, non ci posso fare nulla xP

Ero

Recensore Junior
22/10/11, ore 21:17

Ciao! Eccoci giunti alla conclusione... Beh, è una sensazione un po' agrodolce per qualcosa che è giunto al compimento, ma che comunque è finito.
Bando ai sentimentalismi, questo capitolo è sicuramente molto diverso dagli altri che l'hanno preceduto. In primis, ovviamente, perchè il protagonista è Grindelwald, e quindi il punto di vista non è più quello di Silente.
Ma soprattutto, forse, perchè qui l'introspezione, pur presente, è -come dire?- a un livello meno dinamico, ma più costante, come una sorta di basso continuo. Mi spiego, perchè credo di non essere stato molto chiaro: Gellert ha passato un sacco di tempo in questa cella, anni in cui non ha potuto far altro che pensare. Dopo tutto questo tempo, la riflessione su di sè non è più un'azione consapevole (per questo parlavo prima di minore dinamismo), perchè non c'è nessun'altra attività possibile. Spero che tu riesca a capire quello che intendo, perchè non sono sicuro di averlo capito nemmeno io^^
Certamente Grindelwald dimostra di essere ad un livello superiore rispetto a Voldemort. Non mi riferisco solo al fatto che ora si è pentito, e quindi è bravo, e quindi vale di più del cattivo... No, intendo dire che dimostra una padronanza di sè e di quello che ha fatto che Voldemort non ha. Innanzitutto, da quello che sembra di capire anche dai libri, ha fatto tutto da solo, mentre Voldemort sarebbe stato parecchio in difficoltà senza i Mangiamorte (pensa solo al ruolo indispensabile di Codaliscia per permettergli di riacquistare un corpo!). Poi Gellert ricercava qualcosa, il potere, la gloria, o altro, mentre Voldemort principalmente si preoccupa di fuggire la morte.
Credo poi che Grindelwald sia molto più coerente di Voldemort per il fatto di aver ricercato il potere e aver fatto tutto il possibile per ottenerlo, mentre Voldemort, con la sua politica razzista, innanzitutto inganna se stesso e i suoi stessi sostenitori (basta pensare al cambio di nome, cosa di cui Gellert non aveva affatto bisogno, in quanto si limitava ad essere se stesso).
Insomma, nel concorso Mago Oscuro dell'anno, io voterei Grindelwald!^^
Tanti complimenti e tanti ringraziamenti per questa raccolta che mi ha fatto riflettere su un personaggio per me molto controverso. Ma soprattutto perchè è una storia veramente ben strutturata, che pur limitando i missing moments riesce a definire molto bene la figura di Albus Silente, l'indiscusso protagonista, ma anche personaggi meno centrali, come Aberforth o Grindelwald (seppure visto principalmente attraverso gli occhi dell'ex amico).
Grazie ancora, e spero di poter leggere presto qualche altra tua storia.
Althalus

Recensore Junior
22/10/11, ore 19:41

Il rimorso di Grindelwald. Non potevi scegliere modo migliore di concludere la tua storia, dato che, a quanto hai detto la scorsa volta, questo è stato l'ultimo capitolo.
E quella citazione da "Harry Potter e i Doni della Morte", alla fine, è stata azzeccatissima come sempre. Non c'è niente, nemmeno un piccolissimo dettaglio, che non mi sia piaciuto.
Continua così, davvero.
Alla prossima...

Recensore Junior
20/10/11, ore 20:19

Di nuovo un capitolo splendido *_*
Credo che sia proprio quello che Aberforth avrebbe fatto: cercare di consolare il fratello. Perchè, anche se lo odia per la morte di Ariana, penso che la cosa che sia riuscita ad unirli sia il dolore che entrambi provano per la scomparsa della sorella.
Il che è proprio ciò che mi hai trasmesso. 
Ed è un passo avanti in più, per Albus, rendersi conto che la sua vittoria su Grindelwald è stata solo un sollievo effimero, un merito inutile, come dici tu.
Davver, sei bravissima. E scusa se sono ripetitiva :)

Recensore Junior
20/10/11, ore 10:54

Ciao! Ho visto solo ora l'aggiornamento, ed eccomi qui!^^ Ma soprattutto eccoTI qui con un'altra perla stupenda, che mi piace incredibilmente tanto^^
Mi piace questa atmosfera di "quiete DOPO la tempesta", che proprio quiete non è, perchè la tempesta ha sì lavato le strade, ma non ha potuto purificare e risolvere tutto. Albus è più in pace, rispetto ai capitoli precedenti, perchè sa di aver fatto tutto ciò che spettava a lui di fare: l'unica cosa che resta in sospeso è Ariana, ma non si possono risuscitare i morti. E questo è ciò che rende la quiete dopo la tempesta una quiete fasulla, perchè, ora che tutto il fattibile è stato fatto, resta solo l'essenziale, che non si può modificare. E tu sei riuscita, mi pare, a rendere tutto il concetto che io sto cercando affannosamente di spiegare, con una frase semplice e stupenda: "Il passato non era mai stato così vivido come ora, il momento esatto in cui aveva capito di aver conquistato una vittoria senza valore."
Mi piace questo riavvicinamento tra i due fratelli, in fondo desiderato e temuto da entrambi, che non cancella i drammi del passato, ma aiuta a costruire un futuro più roseo.
Mi piace lo scambio di battute tra Albus ed Aberforth in cui il primo chiede cos'altro avrebbe potuto fare, e il secondo deve ammettere che non restava nient'altro. Dà perfettamente l'idea della tragica immutabilità del passato, che però non è del tutto passato, visto che con le sue conseguenze ci interpella e ci tortura (a volte) anche nel presente.
Mi piace l'idea di pace che emerge dalla passeggiata di Albus nel parco della scuola deserta. Anche io adoro frequentare in solitudine posti solitamente molto affollati. E' come se in quei momenti di silenzio e quiete quei luoghi potessero finalmente confidare i loro segreti e i pensieri più intimi e profondi.
Ecco la solita segnalazione noiosa^^: "Aberforth non l’aveva ancora aggredito, picchiato o accusato di qualsivoglia ingiustizia sociale (in) cui si fosse imbattuto".
Grazie davvero per questo capitolo, e tanti complimenti ancora.
A presto,
Althalus

Recensore Junior
18/10/11, ore 20:20

Ho adorato questo capitolo.
Primo, perchè esprime appieno i sentimenti contrastanti di Albus: non dev'essere stato facile combattere contro qualcuno a cui si vuole bene, pur sapendo che è stata la scelta giusta. Come è stata la scelta giusta decidere di tenere al sicuro la Bacchetta di Sambuco. E poi, hai descritto un nuovo lato di Gellert che di certo non mi aspettavo: non avrei mai creduto che lasciasse la sua bacchetta nelle mani di chi lo aveva sconfitto, anche se era qualcuno con cui aveva condiviso tanti anni di amicizia. Che dire, ancora una volta brava! :D

Recensore Junior
18/10/11, ore 13:27

Ciao! Ieri avevo notato l'aggiornamento della raccolta, ma ero molto stanco e ho voluto aspettare di essere proprio al meglio per gustarmi l'ennesima perla scritta da te! Direi che ne è valsa la pena, perchè questo capitolo è veramente ben scritto. Ormai rischio di essere meno credibile, visto che te lo scrivo ogni volta, ma non è mica colpa mia, no? Sei molto brava a rendere le emozioni ed i pensieri di Silente. Mi ha colpito molto quel certo senso di inferiorità/imbarazzo che Albus prova di fronte a Grindelwald: è solo quando Gellert lo sbeffeggia apertamente che Silente trova la forza di porre fine alla cosa e di affrontare il suo ex amico da pari a pari. Forse la spiegazione sta in quel "Era il ragazzo di sempre", lo stesso che Albus un tempo ha amato, e che ora si è rivelato apertamente capace di grandi efferatezze. Non è solo l'aspetto fisico che si è mantenuto uguale, ma anche la natura interiore. Solo che adesso Albus è in grado di riconoscerla e di scrollarsi di dosso quell'ammirazione e quella venerazione che un tempo provava per lui. Ho capito bene?^^
Mi è piaciuto come hai descritto il duello, soprattutto l'ultima fase, in cui Silente riesce finalmente ad avere ragione del suo avversario. Nonostante Grindelwald avesse dalla sua la forza di una bacchetta molto più potente, Albus è riuscito a vincere, grazie alla sua intelligenza e al coraggio di non arrendersi davanti alla sproporzione delle forze in gioco. Questo mi sembra un messaggio che traspare anche dai libri della Rowling, e tu sei stata molto brava a renderlo in maniera così delicata. Complimenti!
A proposito di bacchette, ecco la mia solita annotazione su un accento latitante^^: "Oh, si(ì), la tua bacchetta".
Bravissima, alla prossima.
Althalus

Recensore Master
16/10/11, ore 23:22

Capitoli brevi ma curati... L'atmosfera malinconica è calzante, mi piace.
E poi il Grindeldore, insomma <3 In ogni caso, ho apprezzato tutti e tre i capitoli, il rimpianto di Albus che si cela in ciscuno... Molto bello l'accenno a Tom, al fatto che Albus senta di aver fallito con lui... Ci sta. E poi qui, il segreto tra Albus e Gellert... Interessante, per quanto l'espediente dell'Expelliarmus sia famoso e (direi) naturale. Il tuo stile è fluido, riflessivo... Bene, direi che sto a vedere come procedi xD Ti seguo.

Ero

Recensore Junior
15/10/11, ore 20:31

Okay, probabilmente sarai stufa delle mie continue recensioni, che dicono sempre le stesse cose; ma che ci posso fare io se l'unica cosa che mi viene da dirti, quando leggo le tue storie, è che sei bravissimaa??
Il rimorso di Albus mi sembra azzeccatissimo e perfetto, così come la facilità con cui sei riuscita, in poche righe, a delineare personaggi come Grindelwald, Aberforth e il celeberrimo Tom Riddle. Non mi è mai sembrato più sè stesso, più "Voldemort" di così.
Ripeto: ti adoro *_*

Recensore Junior
15/10/11, ore 19:38

Ciao! Eccomi qui, ad assillarti con la mia recensione^^ Questo capitolo mi è piaciuto veramente tanto, molto più del primo, che era forse più ermetico.
Qui offri un ritratto splendidamente efficace di Silente, dell'uomo tormentato che si cela dietro alla sua aura di pacatezza. Certamente tu ti stai qui riferendo ad un momento ben particolare della vita di Albus, ma credo che quello che suggerisci sul suo tumulto interiore che la gente non conosce e non può affatto capire si attagli perfettamente anche sul venerando vecchio che abbiamo conosciuto nei libri, non ti sembra?
Molto eloquente l'incontro, sebbene rapido, con Aberforth, che con una semplice occhiata rende perfettamente l'idea di cosa pensi di suo fratello. Permettimi poi di dire che la velata ironia con cui Albus pensa alla scarsa pulizia di Aberforth mi fa pensare a come, in fondo, l'incomprensione tra i due fratelli sia sempre stata a doppia direzione.
Mi è sembrato strano, ad una prima occhiata, che tu usassi l'espressione "marmaglia di studenti", piuttosto dispregiativa, per esprimere i pensieri di Silente appena rientrato a scuola, ma poi, leggendo il seguito, ho capito che invece era un'espressione geniale per esprimere l'insolito turbamento che Albus non riesce a tenere sotto controllo.
Ho apprezzato anche il parallelismo, sebbene un po' velato, che hai posto tra Albus al suo primo anno e Tom Riddle: entrambi riescono a fare qualcosa che per gli altri è molto difficile, senza nemmeno sforzarsi troppo. Però i due prenderanno strade molto diverse, anche se Silente deve la propria "conversione" alla morte di sua sorella, e non alla naturale bontà cui si sarebbe pensato prima di conoscere la sua storia.
Una sola piccola osservazione: nella frase "Il ragazzino sorrise, trionfante, scambiando un’occhiata soddisfatta al Professore", forse sarebbe stato meglio scrivere "scambiando un'occhiata soddisfatta con il Professore", oppure "rivolgendo un'occhiata soddisfatta al Professore". Cosa ne pensi?
Complimenti vivissimi per questo splendido capitolo!
A presto,
Althalus

Nuovo recensore
14/10/11, ore 14:29

Buongiorno ^^ volevo farti i complimenti perchè questa riflessione di Silente mi ha lasciata molto colpita, ma volevo anche farti una domanda sulle FacFic in generale...Tu hai usato il termine "vecchio amico", parlando di Grindelwald; è un sinonimo malizioso, o nelle FanFic si può parzialmente modificare ciò che si trova nelle affermazioni dell'autrice? (dato che la Rowling ha fatto notare, durante un'intervista, che Gellert è stato l'amore giovanile di Silente...)

Continuerò a leggere le tue storie, il tuo stile di scrittura mi piace molto
Lou

Recensore Junior
13/10/11, ore 21:44

Premetto che l'ho inserita tra le preferite ancor prima di leggerla. Sapevo che non mi avresti delusa, e infatti non è stato così. 
Mi ha sempre incuriosito il personaggio di Ariana, e Aberforth l'ho sempre trovato un grande. Credo che sia un po' il fratello in ombra, ma credo anche che non sia da meno di Silente.
E non ho potuto fare a meno di pensare, sempre, che il Sielnte che conosco io si sarebbe sentito disperatamente in colpa qualora fosse successo qualcosa ad uno dei membri della sua famiglia, se lui ne fosse stato, in qualche modo, un responsabile indiretto.
E quindi ancora una volta hai centrato perfettamente l'IC, anche nei suoi riferimenti a Gellert Grindelwald.
E poi, quell'accenno ai Doni della Morte è stato qualcosa di sensazionale. Potrebbe sembrare qualcosa di banale, ma sei riuscita ad accennare e mettere in scena uno dei punti più importanti della storia della Rowling senza spostare minimamente l'attenzione del lettore al di fuori del personaggio in questione, Silente.
Che dire, non mi deludi davvero mai. Sul serio, sei una GRANDE.

Recensore Junior
13/10/11, ore 21:35

Ciao! Una chicca nuova nuova, che bello! Ti ho già detto altrove quanto mi piace il fatto che le tue storie evocano molto bene il lato intimo dei loro protagonisti, e riesci a trasmettere un messaggio anche senza prendere la noiosa modalità "trattato filosofico"... (Questo ti dice qualcosa?^^)
C'è una cosa, in particolare, che mi ha colpito in questo capitolo: la considerazione di Albus sul tempo. Infatti, mi ha fatto pensare a come, normalmente, presi dagli affanni quotidiani dell'inseguire un Progetto ambizioso o dello svolgere la normale routine, non ci accorgiamo di come il tempo sia prezioso. Lo consideriamo solo come un intervallo che ci separa da ciò che dobbiamo fare in seguito o da ciò che vorremmo fare ma ora non possiamo.
Invece il tempo, e tu lo mostri in un modo molto più efficace rispetto alle goffe parole che sto usando io, ha un senso proprio, un valore che va al di là di quello che riusciamo a cogliere di solito. E sono i grandi eventi irripetibili, soprattutto (ahimè) negativi, che ci fanno capire come molto spesso noi sprechiamo il tempo prezioso che abbiamo. Insomma, forse Aberforth, con tutta la sua ignoranza, aveva capito qualcosa che al dottissimo Albus sfuggiva, e questo forse perchè Aberforth amava quel che faceva (prendersi cura della sorella, o dedicarsi alle sue capre), e non quello che avrebbe potuto fare in chissà quale futuro...
Basta, pongo fine allo sproloquio! Dovrei veramente fare qualcosa per guarire da questa malattia!^^
Piccola osservazione: nella frase "Restavo solo quell’inesauribile senso di vuoto con il quale avrebbe dovuto abituarsi a convivere, perché lo avrebbe portato dentro di se a lungo, forse per sempre" ti è sfuggito un errorino di battitura per "Restavo(a)" e per "dentro di se(é)". Ti è scappato un accento anche in "Quello si(ì), che era un concetto".
Ora veramente la smetto di rompere, rinnovandoti però i miei complimenti (sempre che ti siano ancora graditi!^^).
Althalus