Ma non riesci ad abbandonare questo mondo. Qualcosa ti tiene ancora ancorato qui. Queste catene ti bloccano i movimenti. A stento capisci le tue azioni. Sei prigioniero di questo mondo.
Hai la chiave ma non la usi. Sei così abituato ad indossare quelle catene che lasciarle ti sembra impossibile.

Toccai ancora la sua pelle. Il suo viso, il collo, le spalle, il suo petto. Volevo tutto di lei. Eppure l’avevano portata via. E quel sangue continuava a fuoriuscire da lei. Avrei voluto fermarlo, fermarlo e riaccendere l’interruttore.

Cos' è che ti permette ancora di vivere?
Puoi continuare a scappare, ma la rabbia ti seguirà ovunque.
Lascia che bruci, falla bruciare, e tu con essa.

Non posso far altro che piangere come tutti.
Ma io non voglio piangere. Voglio combattere.

Ho scritto questa storia su una delle mie coppie preferite, ObitoxRin.
è ambientata subito dopo l'incidente di Obito, solo che questa volta lui è morto veramente. E qui parla dei suoi sentimenti verso l'unica persona che lui ha mai amato veramente: Rin.
Dal testo:
La vidi perfettamente.
Si trovava davanti alla mia tomba. E piangeva.
Rin era inginocchiata davanti alla mia lapide.
Avrei voluto andare lì e consolarla, dirle che io ci sarei stato sempre per lei.
Anche da spirito, l’avrei seguita, protetta. Avrei fatto di tutto per lei.
Per la persona che io ho sempre amato.