[Dark Fantasy Au]
“Il deserto di Saekq'ur è pericoloso, nordlerk. Fossi in te non mi spingerei oltre.”
L'anziana donna dalla pelle scura, intenta a lavare alcuni abiti in una grande tinozza, nemmeno lo degnò di uno sguardo.
Sasuke la fissò mentre si detergeva il sudore dalla fronte con una mano, i capelli grigi attaccati alla rinfusa, il corpo semi scoperto a causa del clima torbido.
Si trovavano nelle regioni a sud di Rqokka, terre impervie e circondate dal deserto, abitate per lo più da nomadi e da piccoli agglomerati di capanne, limitrofe alle poche zone d'acqua presenti.
(...)
[Partecipante alla Ogham Challenge indetta dal gruppo Naruto Fanfiction Italia]

[Fantasy!Dark AU] [SasuNaru] [SasuSakuNaru] [Personaggio a sorpresa]
"Eryr era una grande città che si estendeva vicino al fiume Franer, a pochi metri dal suo ampio delta che sfociava nel Mare di Kostaed.
Da qualche anno era divenuta uno dei grandi agglomerati commerciali delle Terre a Est del Tevinter, crocevia di mercanti e ricchezze provenienti da qualunque angolo recondito.
Ogni viaggiatore degno di questo nome, se almeno una volta nella vita si era trovato a Est, era passato da Eryr e ne aveva saggiato gli odori, assaporato i diversi cibi, incrociato le diverse razze, e conosciuto le sue regole di scambio e baratto.
Tutto era lecito, se lo si poteva comprare – questa era la unica e sola vera legge che vigeva in quel luogo, estremamente libero e progressista.
Eppure, come qualsiasi città fondata sul denaro, Eryr nascondeva nelle vie dei suoi sobborghi un sudiciume incrostato di povertà: mercati neri, truffatori, prostituzione; insieme a una moltitudine di gente che aveva venduto persino la propria dignità pur di aggrapparsi a una parvenza di vita."
[Questa storia fa parte della Raccolta Cruor]

[Dark!Fantasy AU]
(...)
“Ordinamelo.” gli sussurrò, mentre gli artigli tornavano su quel volto, attorcigliati da ciocche nere.
Sasuke sorrise, sollevando un angolo della bocca.
“Credevo lo detestassi” rispose, fin troppo gutturale.
Naruto fece saettare la lingua, umettandosi le labbra, le iridi che si illuminavano di sfumature rosse: fece scivolare le dita sul collo, aprendo squarci leggeri, ora bagnati da gocce rubino.
“Detesto tutti gli Uchiha.” gli soffiò sull'orecchio, inclinandosi appena.
Sasuke sussultò, non appena sentì quella stessa lingua sul collo raccogliere e abbeverarsi del suo sangue.
La mano di Naruto scivolò più giù, nella cinghia che chiudeva il mantello: si fermò, carezzando l'argento.
“Ordinamelo.” ripeté, risalendo sul lobo.

[AU!Fantasy Horror]
La leggenda nel folclore popolare narra di un mostro che terrorizzava il popolo insinuandosi nelle case attraverso la canna fumaria durante la notte, aggredendo e uccidendo i bambini in modo orribile. Una volta catturato, il demone fu obbligato ad obbedire agli ordini, e venne costretto a passare di casa in casa per fare ammenda portando dei doni. In alcuni casi la buona azione venne ripetuta ogni anno, in altri il demone ne rimase talmente disgustato da preferire il ritorno all'Inferno.

[AU Fantasy!Dark]
“Dov'è quel fottuto Dhamer?!”
L'uomo ringhiò sovrastando il rumore delle voci che popolavano la taverna, che si abbassarono a lievi mormorii non appena spalancò la porta in legno, sbattendola violentemente contro il muro di pietra.
Fuori ancora nevicava, continuava incessantemente da giorni ormai e quel luogo sperduto sulle montagne sembrava ancor più dimenticato dal mondo: era un villaggio isolato, quello di Munkald, anche nelle stagioni più calde. Qualche casa di mura, paglia e legno, popolata da qualche umano e infestata da spettri e mercenari che cercavano fortuna.
La foresta intorno si diceva che potesse essere stregata e non erano pochi i viaggiatori o gli avventurieri che si addentravano fino a quei monti remoti per qualche missione o qualche taglia da riscuotere: non era raro infatti che i fuggiaschi, di qualsiasi razza, spesso eretici o disertori di ranghi imperiali, ma anche maghi corrotti, missionari o fanatici religiosi, percorressero quelle strade per oltrepassare i confini o per ottenere prestigio e denaro.
La taverna, l'unica del villaggio, era dunque sempre colma di viandanti e di loschi figuri, gremita da un misto di razze che rendevano Munkald un universo in miniatura.
E nessuno si fidava di nessuno, lì dentro.